@ www.abt.ch www.bancastato.ch C1SOLDI E FAMIGLIE www.migrosbank.ch Il dossier Si tagliano i consumi per far “lievitare” i risparmi in famiglia Forte ripresa dei vecchi conti deposito bancari e anche i grandi istituti a caccia di piccoli clienti Il paniere tipo del 2012 (Svizzera) Prodotti alimentari e bevande analcoliche 10.3% Altri beni e servizi 5,5% Ristoranti e alberghi 8,8% Bevande alcoliche e tabacchi 1.7% Insegnamento 0,7% Indumenti e calzature 4.1% Tempo libero e cultura 9.5% Comunicazioni 3% Abitazione ed energia 26.1% Trasporti 10,8% Sanità 14,6% Mobili, articoli e servizi per la casa 4.7% Fonte: Ufficio federale di statistica GIORGIO CARRION “E ffetto scoiattolo”, lo definisce Bernardino Bulla, presidente della direzione generale di Bancastato. Il simpatico animaletto è preso a prestito per rendere l’idea. Quale? Le famiglie svizzere e ticinesi reagiscono alla crisi risparmiando: “Mettono le noccioline nella tana”. Le tane, ovviamente, sono le banche. Non tutte, in verità: “Il risparmio si sta spostando dalla gestione patrimoniale alla raccolta tradizionale”, nota il manager. Contentissimo di sapere che l’ombrello dello Stato offre, oggi più che mai, una garanzia in più: “La gente cerca sicurezza a discapito della redditività. E così si rivolge alle banche cantonali”. Che fanno il pieno di liquidità. Ai grandi istituti il fenomeno deve essere andato di traverso, se è vero che colossi come Credit Suisse hanno lanciato promozioni di conti di risparmio a tassi d’interesse “premium”: 1,75%, offerta valida ancora per un mese e mezzo circa. Analoga strategia di Ubs con il suo “conto stipendio”. Dal private banking al banking, insomma, perché denaro “non olet”, anche quello delle famiglie a basso reddito. Tira aria da anni Settanta, come prima della crisi del petrolio del 1973. Paura, sfiducia verso le borse, incertezza su come investire i risparmi: queste le cause di un fenomeno che non sembra avere precedenti, per dimensioni di flusso, negli ultimi anni. Ma quanto riescono a risparmiare gli svizzeri? Una volta coperte tutte le uscite correnti, alle famiglie resta in tasca poco più del 12% del reddito lordo, cioè 1’160 franchi, visto che il salario medio delle economie domestiche è di 6’650 franchi al mese, dedotte tutte le spese obbligatorie. Ma se si scende un po’ nella scala sociale, alle classi di reddito più basse, (reddito lordo inferiore a 4’900 franchi), non resta nulla da mettere da parte. “Non ho dati certi – afferma Stefano Giuliani, direttore di Banca Coop –, ma la sensazione è che tutti, proprio tutti i piccoli risparmiatori, cerchino di mettere fieno in cascina. I nostri dati dei primi mesi del 2012 vanno in questa direzione”. I ticinesi mostrano di gradire conti di risparmio e deposito. In valore assoluto, nel 2010 si contano circa 688 mila relazioni bancarie di questo tipo, contro le 749 mila di dieci anni prima; ma se si va ancora più indietro, si nota che Tira aria da anni ‘70, incertezza, paura per le Borse e si cerca di assicurarsi qualcosa per il futuro nel 1995 i ticinesi avevano “acceso” in banca ben 914mila conti. Una corsa al fieno in cascina che ha, però, il suo rovescio: più soldi in banca, meno investimenti e consumi. Economia più depressa, dunque. Ma mattone sempre su: “Dell’abitazione, come forma di risparmio, i ticinesi si fidano ancora molto”, sot- Il mattone tolinea Bulla. Il 17 giugno si vota su un'iniziativa che chiede di agevolare il risparmio per l’alloggio. Per i fautori facilita l’accesso alla proprietà, per gli oppositori è un regalo ai ricchi. Ai ticinesi, proprietari di casa per il 50%, probabilmente interessa poco. È possibile, però, che una quota consistente di risparmio possa tornare sul mercato immobiliare. Un’indagine del Segretariato di stato per l’economia, conferma indirettamente il clima di attesa: “I giudizi sulle proprie condizioni finanziarie negli ultimi 12 mesi e quelli sulle possibilità di risparmio al momento attuale sono rimasti invariati rispetto al sondaggio di ottobre, così come le valutazioni sull’opportunità di effettuare acquisti importanti”, spiega Bruno Parnisari, capo del Servizio congiuntura. Infatti, il 41% del campione intervistato ritiene di poter risparmiare ancora. Nonostante tutto. Gli acquisti proseguono nel settore immobiliare che non conosce crisi nonostante i cicli e gli allarmi “bolla” La casa resta ancora un salvadanaio, in 70 anni il valore non è mai sceso “L e previsioni per i prossimi sei mesi lasciano intravvedere un confortante ottimismo”, dice rassicurante Vittorino Anastasia, direttore della Società svizzera impresari e costruttori. Rassicurante ma prudente, perché “vista la situazione congiunturale internazionale difficoltosa è difficile fare previsioni a lungo termine”. I soldi dei ticinesi finiranno - ancora e molti probabilmente - nelle abitazioni, prime o seconde o terze che siano. D’altra parte, il valore reale delle transazioni immobiliari in Ticino è sempre cresciuto fino a toccare gli attuali 3 miliardi e 700 mila franchi (dato 2010). Il centro studi Iazi-Cifi di Zurigo, tra i più accreditati in Svizzera, presenta un’analisi comparata del livello dei prezzi degli appartamenti di proprietà nel ramo di lusso situati sui nelle zone di maggior prestigio, come i laghi Lemano, Zurigo, Zugo, Verbano e Ceresio. “È interessante osservare come il 10% delle transazioni più care sia sorprendentemente in crescita per tutto il decennio”, precisa Alessandro Volonté, assistente per la Svizzera italiana dell’istituto, “mentre i valori medi e il 10% delle transazioni meno care si siano mantenuti perlopiù costanti nel corso del medesimo arco di tempo. Questo fenomeno è attribuibile innanzitutto al fatto che i compratori oggigiorno preferiscono approfondire la loro ricerca di un immobile e non prendere decisioni affrettate riguardo al suo acquisto”. Perché puntano a valorizzare al massimo i propri risparmi, appunto. chi, nel 2010 hanno oltrepassato 1 milione e 250 mila franchi. Il rischio “bolla” dovrebbe essere ancora lontano per diversi motivi. Anzitutto, l’attuale è una fase di prezzi immobiliari relativamente freddi e non c’è una correlazione diretta tra prezzi delle case ed evoluzione dei redditi; il mercato ipotecario, inoltre, assicurano le banche, è sotto L’apprezzamento delle transazioni degli immobili in Ticino è cresciuto fino a superare i tre miliardi nel 2010 Il monitor di Wüest & Partner segna una costante rivalutazione nelle località sulle rive dei laghi L’evoluzione dei prezzi nel corso degli ultimi dieci anni degli appartamenti, secondo un’altra analisi, mostra come la “proprietà per piani” incrementi costantemente il suo valore. A crescere sono proprio gli “oggetti” più cari rispetto al valore medio degli appartamenti, che si situa in Svizzera intorno ai 585mila franchi; i più costosi nell’anno Duemila quotavano in media circa 760mila fran- controllo. Anche altri studi segnalano ottimismo e crescita dei prezzi. Il monitor immobiliare di Wüest & Partner segnala una costante rivalutazione dei prezzi proprio nelle località bagnate dai laghi: i prezzi degli appartamenti collocati in località lacuali (Zurigo, Losanna, Ginevra, Ascona) tendono a salire, al contrario di altri situati in situazioni urbane, come Berna e Basilea. g.c. Ti-Press