RUOLO INCREMENTALE DELLA CAPACITANZA VENTRICOLARE SINISTRA NEL PREDIRE L’OUTCOME IN PAZIENTI SOTTOPOSTI A TAVI Lorenzo Conte1, Iacopo Fabiani1, Cristina Giannini2, Marco Angelillis3, Paolo Spontoni3, Marco De Carlo2, Anna Sonia Petronio2, Vitantonio Di Bello1 1 S.V.D Cardio-Angiologia Universitaria, 2S.D. Emodinamica, 3Malattie Cardiovascoalri I Universitaria, Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare, Ospedale Cisanello-UNIPI, Pisa Introduzione: La valutazione delle proprietà diastoliche ventricolari sinistre può avere un peso in pazienti con ipertrofia ventricolare concentrica. Abbiamo valutato il ruolo incrementale della capacitanza ventricolare sinistra, definita come volume telediastolico a 20 mmHg, ottenuta mediante un approccio parzialmente non invasivo, nell’influenzare l’outcome in pazienti con stenosi valvolare aortica (SVA) sottoposti a TAVI. Materiali e metodi: Abbiamo valutato retrospettivamente 162 pazienti (età 83 ± 5 aa., F 61%) con SVA e frazione di eiezione preservata (EF > 50%; Euroscore Log 17.1 ± 8.7%), sottoposti a TAVI. Al fine di caratterizzare le proprietà diastoliche ventricolari è stata utilizzata la metodica single beat per la stima delle relazioni pressione-volume (EDPVR), basata sul presupposto che curve differenti, normalizzate per il volume, presentano una morfologia simile (LVEDP = alfa x EDVbeta). La pressione telediastolica ventricolare sinistra (LVEDP) è stata stimata invasivamente prima della procedura. Il volume telediastolico ventricolare sinistro (EDV) è stato calcolato mediante ecocardiografia 2D. Sono stati infine utilizzati indici alfa e beta derivati per ricavare l’EDV ad una LVEDP di 20 mmHg (EDV20). Per la determinazione del leak paravalvolare (PVL-criteri VARC-2) è stato utilizzato il metodo angiografico qualitativo. L’end-point primario dello studio era la morte ad un anno per tutte le cause. Risultati: Dopo TAVI, la presenza di PVL è stata osservata in 127 pazienti (78.3%), di entità moderata in 29 (17.9 %) e severa in 5 (3%). Ad un anno di follow-up, l’end point primario è stato raggiunto in 20 pazienti (12.3%). Nell’analisi di regressione univariata, numerosi parametri sono risultati associati alla mortalità per tutte le cause, ma in analisi multivariata sono stati identificati come fattori di rischio indipendenti solamente un PVL moderato/severo (HR 3.5; CI 1-12; p = 0.045), la classe NYHA IV(HR 2.5; CI 1.2-5.5; p = 0.015), il sesso femminile (HR 5; CI 2.1-12.5; p = 0.0004) e l’EDV20 (HR 0.95; CI 0.94-0.99; p = 0.009). EDV20 ed un PVL moderato/severo sono risultati anche associati alla mortalità cardiovascolare ad un anno in analisi multivariata (PVL: HR 5.6; CI 2-16; p = 0.0015; EDV20: HR 0.96; CI 0.93-0.99; p = 0.02). Pazienti con significativo PVL e ridotta capacitanza ventricolare (EDV20 < 49 ml/mq) hanno dimostrato l’outcome peggiore (HR 4.2; CI 95% 1.6-10.6; p = 0.0007 vs HR 3.2; CI 95% 1.2-8.6; p = 0.004), in particolare nei soggetti (n = 14) dove le condizioni coesistevano (HR 5.5; CI 95% 1.0-30; Log rank test p = 0.0001; incremental Chi-square test, p = 0.014). Discussione e conclusioni: La presenza di una significativa insufficienza paravalvolare dopo TAVI influenza negativamente l’outcome dei pazienti. Le proprietà diastoliche ventricolari sinistre giocano un ruolo nel determinare la risposta alle variazioni emodinamiche. Una capacitanza ventricolare sinistra ridotta risulta un predittore indipendente di eventi avversi, in particolare se associata ad una significativa insufficienza paravalvolare. La stima parzialmente non invasiva delle proprietà diastoliche ventricolari sinistre globali è potenzialmente utile nella stratificazione del rischio dei pazienti dopo TAVI .