INDICE Crisi? «Ma noi assumiamo» 29/03/12 2 Il Resto del Carlino Ravenna Al giudice amministrativo l’inedito arbitrato fra Authority ePa 29/03/12 Il Sole 24 Ore IMU AGRICOLA, SCONTI IN ARRIVO 29/03/12 4 Il Sole 24 Ore Iva e tariffa, partita aperta 29/03/12 6 Il Sole 24 Ore Tagli per oltre cinque miliardi 29/03/12 8 Il Sole 24 Ore PMI BIOMEDICHE CONTRO LE ASL 29/03/12 9 Il Sole 24 Ore CARO STATO, SON PASSATI NOVE ANNI 29/03/12 11 Il Sole 24 Ore ROMA, SI LAVORA AL DECRETO RIFIUTI 29/03/12 12 Il Sole 24 Ore Fisco benevolo con i bond locali 29/03/12 13 Italia Oggi Giovani, risorsa per gli enti locali 29/03/12 15 Italia Oggi Immobili, Imu senza più segreti 29/03/12 3 16 Italia Oggi Pagina 1 di 17 press LinE il Resto del Carlino 29/03/2012 Ravenna Crisi? «Ma noi assu o» La Cna premia LI aziende per aver incrementato l'occupazione e ak\ \\\\ IL CONTESTO economico è sempre critico. Ma i segnali di dinamismo e vivacità, anche nel nostro sistema delle piccole e medie industrie e delle imprese artigiane, continuano. In questo clima, la Cita ha tribuato il premio 'Sviluppo e occupazione' a undici imprese associate (sopra nella foto Zaini) che nel corso del 2011 si sono contraddistinte per aver sviluppato la loro attività attraverso un aumento della base occupazionale. «E' un riconoscimento importante e non formale perché le imprese premiate dimostrano ancora una volta ha sottolineato il direttore Natalino Gigante — quanta vitalità, quanta forza e potenzialità sono racchiuse nel comparto dell'artigianato e della piccola impresa della nostra provincia. E lo dimostrano soprattutto attraverso le loro performance di crescita, qualitativa e quantitativa, la loro concreta capacità di affrontare le impegnative sfide dei mercati nazionali e in ternaz nali, Ma anche e soprattutto per il loro radicamento territoriale che è una caratteristica fondamentale di questo segmento di impresa». IL PREMIO, che è arrivato alla sua quattordicesima edizione, acquista un valore ancora più forte perché riferito a un 2011 in cui, nonostante alcuni piccoli segnali di ripresa registrati nel primo semestre, la crisi economica non si è affievolita come si sperava. Ma, soprattutto, si prevedono ancora due anni di difficoltà per il nostro Paese. E le difficoltà dell'artigianato sono confermate anche in ambito provinciate, dove ha perso lo 0,8 per cento della .> sua consistenza, circa 100 aziende in meno. «SIAMO di fronte ad un periodo ancora difficile per il nostro sistema socioeconomico. Però —ha sottolineato Gigante abbiamo di fronte un sistema di piccole imprese, sicuramente stressate tua non rassegnate, un sistema che sta tenendo, che sta contribuendo alla tenuta economica del nostro territorio e alla sua coesione sociale. Alla creazione di questi risultati aziendali hanno influito diversi fattori: il capitale umano e le capacità manageriali dei nostri imprenditori, il loro sistema relazionale, la voglia di innovare, il rafforzamento delle reti tra imprese, Ma ci sono stati anche alcuni im- portanti strumenti sul territorio che sono stati vicini alle imprese e che le hanno sostenute in questa fase difficile. Penso al sistema dei Confidi, in particolare a Unifidi che nella nostra provincia, ha aumentato nel 2011 la sua operatività del 24%, toccando nuota 162 milioni di finanziamenti contro i 130 del 2010». LE AZIENDE premiate sono Antocarrozzeria Europa di Lugo; Marco Bacchilega di Voltana; Bassi Srl di S. Maria in Fabriago; Dmo spa di Ravenna; Leoni e Casadio Group di Faenza; Miele Antonietta di Ravenna; Nannini Renato Machinery Srl di Faenza; Nazionale Elettronica Srl di Faenza; Fili Pollini Srl di Consci ice; Qualità Test Sri di Ravenna; Torneria Meccanica Savini Domenico e Figli di Russi, IMPRESE AL TOP c",„., MiU flNI Di°Lumu R4p– La is f zeentans DITTE ALLE STELLE erogati za dal sistema carasdei Conati che nel 2011 ntdel hanno aument ano 2411) 91.1 IL riconosamento viene attribuito dal 1988 e segnata le realtà che si contraddistinguono per aver sviluppato La loro attività e l'occupazione Ciri?~,e, strai.nro, La PER CENTO Indice La flessione del numero di aziende artigiane in provincia. Un dato negativo tuttavia mighore, di . quello registrato in regione Pagina 2 di 17 n 4iNcitiliei, Il Sole12 pressunE 2n-m-012 CONTEN:a0S0 E CONCORRENZA Al giudice amministrativo l'inedito arbitrato fra Authority e Pa di Marcello Clarich on i decreti Monti ha preso piede la tendenza a porre il giudice amministrativo sullo ..„A scranno di arbitro delle liti tra Autorità indipendenti e pubbliche amministrazioni. Già il decreto legge "Salva Italia" (Dl 201/zon) ha attribuito all'Antitrust il potere di impugnare gli atti amministrativi e i regolamenti di tutte le Pa che violano le norme a tutela della concorrenza e del mercato. Ciò allo scopo di risolvere una smagliatura del diritto della concorrenza che consentiva all'Autorità di rivolgere al Governo e alle amministrazioni solo pareri e segnalazioni volti a denunciare gli effetti anticompetitivi di alcune loro decisioni. Pareri quasi sempre inascoltati. Ora, in sede di conversione del decreto legge sulle liberalizzazioni (Dl 1/2012) il Senato concede un potere analogo alla nuova Autorità di regolazione dei trasporti. L'ambito è più limitato e riguarda solo i provvedimenti di regolazione del servizio taxi di competenza comunale e regionale. La versione originaria del Dl riservava invece all'Autorità il potere di attuare misure di liberalizzazione di questo servizio. I Comuni potevano emanare un semplice parere, obbligatorio, ma non vincolante. In sede parlamentare sono emerse proposte volte a ripristinare il peso degli enti locali e alla fine è passata una soluzione di com- promesso. Da un lato, il potere di regolazione resta ai Comuni e alle Regioni, che devono acquisire un parere obbligatorio, ma non vincolante, dell'Autorità. Dall'altro, l'Autorità può effettuare analisi comparate per individuare i livelli ottimali di servizio che i Comuni devono tenere in considerazione e, soprattutto, può impugnare innanzi al Tar Lazio tutti gli atti amministrativi adottati. Il giudice amministrativo dovrà così farsi carico di un contenzioso di tipo inedito. Infatti, di regola, i ricorsi sono proposti per tutelare situazioni giuridiche di privati lesi da un provvedimento illegittimo. Costituiva già una deroga l'attribuzione ad associazioni ambientaliste e di tutela dei consumatori della legittimazione a impugnare i provvedimenti che ledono interessi collettivi e diffusi. Ora si fa un passo in più. Da un lato, l'Antitrust si trasforma in un pubblico ministero della concorrenza che promuove giudizi per tutelare un interesse pubblico. Dall'altro lato l'Autorità per i trasporti potrà contestare in giudizio numero delle licenze, tariffe, divieti di sviluppare servizi integrativi (taxi collettivi) e altre restrizioni alla liberà di organizzazione del servizio. Quasi inedito è il fatto che queste controversie sorgono solo tra apparati amministrativi, con il giudice in veste di arbitratore. Un ruolo difficile perché involge valutazioni opinabili. Il magistrato dovrà stabilire, per esempio, in base ad analisi di mercato sofisticate, se un certo provvedimento ha effetti restrittivi della concorrenza; o se il numero massimo di licenze deliberato da un Comune rispetta «i criteri di ragionevolezza e proporzionalità, allo scopo di garantire il diritto di mobilità degli utenti». Colpisce poi che al giudice amministrativo venga addossata la responsabilità di dirimere liti tra amministrazioni. In molti Paesi questi conflitti hanno altre sedi amministrative in cui si trovano soluzioni ragionevoli concordate o qualcuno si assume la responsabilità di imporre una scelta. O RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 19 Pagina 3 di 17 press LinE Il soler /,1 29/03/2012 •• • •• ••" " " • " " " • " " ," •" •" ," •" •" ," •" " ," •" •" ,"+" •" ," •" •" ," •" •" ," •" •" ," •" •" ,"+" •" " ," •" •" ," •" •" ," •" • •• • •• • •• " " " • " " " • " " •" •• •• • •• • • " " " " • " i Imu agricola, sconti•in i arrivo Decreto fiscale, Governo pronto a formalizzare le modifiche: possibili interventi su dimore storiche e beni comunali Mini-riduzione per i capannoni - Esenzione sui terreni in zone montane Eugenio Bruno ROMA Mini-sconto sull'Imu per i capannoni agricoli ed esenzione per i terreni montani. Sono alcune delle modifiche all'imposta municipale che il Governo sta pensando di inserire nel decreto sulle semplificazioni fiscali. Magari insieme agli interventi di alleggerimento della tassazione sulle dimore storiche e sugli immobili dei Comuni. Se ne saprà di più oggi quando il Governo darà i suoi pareri sui numerosi emendamenti accantonati dalle commissioni Bilancio e Finanze di Palaz- zo Madama. Che, lentamente, stanno esaminando il provvedimento. A quel punto i due relatori, Antonio Azzollini (Pdl) e Mario Baldassarri (Fli), potrebbero presentare un maxiemendamento con tutte le modifiche condivise dall'Esecutivo. Un testo che le commissioni saranno chiamate a votare entro lunedì 2 aprile così da inviarlo in Aula il giorno successivo e consentirne il via libera prima della pausa pasquale. Tra le modifiche messe a punto da via XX Settembre e destinate a finire nel maxiemendamento ci sarebbe la riduzione dallo 0,2% allo 0,175% 600 metri nell'Italia settentrionale e ai 700 metri in quella centro-meridionale. Contemporaneamente il Governo punterebbe a ridurre del 60% la base imponibile dei fondi situati in zone collinari (che si trovano cioè al di sotto dei 600 metri al Nord e dei 700 al Centro-Sud). E anche la base imponibile su cui insistono i fabbricati rurali strumentali verrebbe ridotta del 30% sia nelle aree montane che in quelle collinari. Resta da capire se queste innovazioni basteranno a soddisfare la "sete" di modifiche provenienti dalle associazioni dell'aliquota sui fabbricati rurali strumentali. Ferma restando la possibilità per i sindaci di abbassare l'asticella fino allo 0,1% previsto dal decreto salvaItalia che ha anticipato dal 2014 al 20121a sostituzione dell'Ici con l'Imu. Il restyling sul tributo immobiliare non si fermerebbe qui visto che il Mef sarebbe intenzionato a esentare dall'applicazione dell'imposta i terreni ubicati in «zona altimetrica di montagna». Richiamando a tal proposito la definizione dell'Istat che la individua nel territorio con altitudine non inferiore ai di categoria che, nelle scorse settimane, hanno quantificato in 90o milioni l'impatto dell'Imu sull'agricoltura (anche se le stime del Tesoro quantificano l'aggravio di gettito per i proprietari agricoli in 224 milioni complessivi). Sulla decisione definitiva del Governo un ruolo fondamentale lo giocheranno le possibile coperture che il ministero dell'Economia sta cercando di individuare. Una volta individuate le risorse l'Esecutivo potrà anche dare una risposta alle altre novità in rampa di lancio: dallo sconto sull'Imu per le dimore storiche all'esenzione per gli immobili dei municipi. Che, a legislazione vigente, si troverebbero a versare allo Stato il 50% dei proventi prodotti dall'Imu, inclusa quella applicata sui beni comunali. Tutti temi su cui Governo e Anci si confronteranno nel vertice di stamattina al Viminale con il ministro dell'Interno, Anna Maria Cancellieri. Incontro dal quale i sindaci si aspettano risposte anche su patto di stabilità e autonomia organizzativa in materia di personale. © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 21 Pagina 4 di 17 press unE Il Sole12 29/03/2012 Novità allo studio OI I SCONTO AI FABBRICATI Nel rnaxi- mendamento anche la base imponibile su potrebbe etro riduzione o% ,i75 d dr a vlar o Oe sP 2%a zai e strumentali verrebbe ridotta e ll'a liq uota sui fabbricati rurali strumentali . Ferma restandoi la possibilità montane che in quelle collinari. peri sindaci di abbassarla fino allo 0,1% prevista dal decreto salva Italia cui insistono i fabbricati rurali del30%sia nelle aree tppueror d,oe I MMOBILI d STORICI ; Tr a le eov àt allo studio, ap[ir ie to Ma teuztl_itrisora„i_iOnefpdinBnIaz li i aria n è lo sconto permettend ti,I,evii aceoovi dimore storiche '. I TERRENI MONTANI Il Mef sarebbe intenzionato a esentare dall'applicazione dell'imposta i terreni ubicati «zona altimetrica di in iliontagna» ,vale a d re con altitudinenoninferiore , . ai 600 metri ne ta settentriona e e ai 700 metri in quella centro-meridionale. Contemporaneamente il p unterebbe a ridurre Geol del 60% la base imponibile dei fondi situati in zone collinari, che si trovano cioè al disotto el 7 o 600 metri al Nord e d ei 0 alCentro-Sud. E l'esimu e n zione per immobili ede munici p i. Che a legislazione sa ev si versare bero agente Stavteorie1 bsn acinucehilac-a' "r: comu apPlic tep r novaentpia l b e ni temi confrono e An ti vbctse_i apsnisieu i t T4ilirtanci, ministro s: snvaieastri:tn uu_ cuii a r i sposte tto le l'ieroLsAteo,°Aann cdei st epera e 'enaoctmesriruiatal odirgani zzativa ntaom le l iu p—earrsi n a e Pagina 21 Pagina 5 di 17 press LinE Il Sole/ /,1 29/03/2012 Prelievo beate. Dopo la sentenza della Corte di cassazione sui «versamenti ambientali» Iva e tariffa, partita aperta Il ministero ritenta la strada dell'interpretazione autentica Gianni Trovati MILANO Finora la strada imboccata dal ministero dell'Economia nel tentativo di sciogliere i nodi ormai intricatissimi dell'Iva applicata alla Tariffa d'igiene ambientale non si è rivelata molto produttiva, ma a Via XX Settembre non si cambia idea. A rivelarlo è la risposta a un question time presentato ieri in commissione Finanze alle Camera da Marco Causi e Alberto Fluvi (Pd), che hanno chiesto al Governo che cosa intenda fare per evitare ai gestori del servizio «gli ingenti costi delle azioni legali innescate dai milioni di aventi diritto» al rimborso dell'imposta pagata negli scorsi anni. La risposta ministeriale, pur indicando che la scelta deve dipendere da «valutazioni squisitamente politiche», torna a evocare una «norma di interpretazione autentica che chiarisca la natura di corrispettivo QUADRO Le imprese del settore hanno diffidato l'Economia a garantire la restituzione di un miliardo di euro già pagato all'Erario della Tia i», e quindi l'applic abilità della Tia. A chi ha seguito gli infiniti capitoli di questa telenovela, questa "soluzione" ricorderà da vicino il tentativo fallito con la manovra estiva 2010 (articolo 14, comma 33 del Dl 78/2010), quando per un errore nei riferimenti normativi si chiarì per legge la natura corrispettiva della Tia 2 (introdotta nel 2006 e praticamente mai applicata, quindi fuori discussione) e non della Tia i (prevista dal decreto Ronchi, applicata in oltre mille Comuni e oggetto della pioggia di istanze di rimborso). L'idea, par di capire, è quella di tornare a stabilire per legge il contrario di quanto sancito da Corte costituzionale e Cassazione, azzeccando però i riferimenti normativi. Un'ipotesi, questa, che torna a prendere piede mentre gli assalti all'Iva si moltiplicano, perché sempre ieri Federambiente, che riunisce le imprese del settore, ha diffidato il mini- stero dell'Economia per vedersi restituito «il miliardo di euro di Ivaversato all'erario» e ha annunciato azioni legali. Il problema, si ricorderà, nasce nel luglio 2009, quando la Corte costituzionale (nella sentenza 238 di quell'anno) stabilisce che la Tia è una tariffa di nome ma una tassa di fatto, perché non misura puntualmente il conto sulla base dei rifiuti prodotti, per cui l'Iva (in quanto imposta sulla tassa) non va applicata. La questione investe 1.193 Comuni in cui vivono 17 milioni di cittadini, e secondo le stime apre possibili ricorsi per un miliardo di euro (in pratica l'Iva pagata ma non dovuta negli ultimi cinque anni). Mentre gli utenti ottengono le prime vittorie dai giudici di pace e in commissione tributaria, il Governo interviene nel maxiemendamento alla manovra estiva 2010, fissando con una norma di «interpretazione autentica» che la Tia è un corrispettivo: come detto, però, sbaglia mira, e invece di riferirsi alla Tia i ex decreto Ronchi punta tutto sulla Tia 2 ex Codice dell'ambiente, che però è fuori dai giochi. Per rimediare al (mancato) rimedio, interviene allora il dipartimento delle Finanze con una circolare (la n. 3 dell'e novembre 2010) in cui si stabilisce un'« analogia sostanziale» fra Tia 2 e Tia i, per cui quel che vale per l'una vale anche per l'altra. Nemmeno quest'argine, però, riesce a reggere, perché interviene la Cassazione (con la sentenza 3756 del 9 marzo 2012) e stabilisce che l'analogia affermata nella circolare è «frutto di una forzatura logica del tutto inaccettabile», e di conseguenza le richieste di rimborso possono andare avanti. Si inserisce in questo quadro l'ipotesi di una nuova «interpretazione autentica» che, sottolinea il ministero, avrebbe il pregio di «esplicare i propri effetti per le operazioni fatturate nel passato» e per quelle «da effettuarsi fino al 31 dicembre 2012». Dopo di che il problema sarà risolto dall'arrivo della Tares. A patto, ovviamente, di centrare il riferimento normativo necessario a contraddire per legge Corte costituzionale e Cassazione. Pagina 6 di 17 gianni trovatielsole24ore com 0 RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 27 press LinE Il Sole12 29/03/2012 Le risorse Trasferimenti fiscalizzati e non fiscalizzati anno 2012 Descrizione Anno 2011 - complesso delle assegnazioni ai Comuni delle 15 Regioni ordinarie Fiscalizzato 2012 Non fiscalizzato 2012 11.264.914.489,10 610.568.756,46 Mobilità del personale (da tipo A a C 3339 '7° 7,08 Contributo aspettativa sindacale (da tipo A a C) 3 1.137.312,15 Variazioni nel corso 2011 Riduzione risorse ex Dl 78/2010 Contributo Comune di Pietrelcina (*) (al momento non finanziato) Interessi passivi per mancato pagamento fornitori (non finanziato) Variazione contr. assistenza sanitaria cittadini di Campione d'Italia 450.000 00 0.000.000 00 4 .015,00 Variazione stabilizzazione personale ex Eti (legge 296/06) 5339.184,69 Variazione Trsf. Compensativi addizionale comunale Irpef 108.500.000,00 Variazione contributo contrasto evasione fiscale Totale base di calcolo 2.500.000,00 731.291.945,38 Nota: (*) Il totale dei contributi non fiscalizzati può essere portato a euro 731.791.945,38 se si considera che in fase avanzata di approvazione l'iter procedimentale per ilfinanziamento di tale contributo per un importo di 500.000.00 euro nell'anno 2012 Fonte: Copaff Pagina 27 Pagina 7 di 17 Il press LinE soler /,1 29/03/2012 FedmHsmo fisne, Le previsioni per Comuni e Province Tagli per oltre cinque miliardi :::::::: Quasi 5,2 miliardi di tagli. Sono gli effetti combinati sul 2012 dell'onda lunga delle sforbiciate operate nel 2010 con la manovra estiva (Dl 78) e delle strette aggiuntive portate dalla pioggia di manovre 2011.A mettere nero su bianco i numeri, che non sono ancora ufficiali ma rappresentano una stima "fondata", è la commissione tecnica paritetica per l'attuazione del federalismo fiscale (Copaff), che ieri ha diffuso le cifre di riferimento per Comuni e Province. Nel caso dei sindaci, si passa dai quasi no miliardi di risorse 2011 (tra "fiscalizzate", cioè trasformate in tributi e compartecipazioni, e non) ai 6,7 miliardi stimati come «somma che lo Stato deve trasferire ai Comuni nel 2012». Ma non basta: per alcuni enti, sempre secondo i calcoli della Copaff, la pioggia dei tagli è arrivata a erodere del tutto le "spettanze" precedenti, al punto che per attuare le manovre i sindaci interessati dovranno effettuare versamenti a favore dello Stato: dovrebbero passare per questa via 143,2 milioni di euro. La dieta drastica imposta ai conti locali passa prima di tutto dai 2,5 miliardi chiesti per il 2012 dal Dl 78/2010 (il decreto attuativo del Viminale per quest'anno è stato pubblicato sulla «Gazzetta Ufficiale» n. 72 del 26 marzo 2012), a cui si aggiungono le riduzioni che in ba- se alle manovre 2011 («SalvaItalia» in primis) dovrebbero compensare le maggiori risorse in arrivo dal Fisco. L'incognita principale è ovviamente rappresentata dal gettito effettivo dell'Imu, che si concentreranno in larghissima parte nei Comuni che ricadono nel territorio delle Regioni a Statuto ordinario. Sempre che, naturalmente, l'Imu mantenga tutte le promesse "stimate" da Via XX Settembre. Anche per questo l'accordo raggiunto in conferenza Unificata prevede una doppia verifica in itinere, ma i numeri definitivi si conosceranno solo dopo febbraio 2013. G.Tr. O RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 27 Pagina 8 di 17 press LinE Il Sole12 29/03/2012 2M7=03~Vé.~2 Ritardi P. Parte dal Veneto la crociata contro i mancati pagamenti da parte degli ospedali - Oggi la protesta a Napoli Pmi biomediche contro le Asl Le unità sanitarie sono debitrici di 6 miliardi di euro - Servizi a rischio collasso Silvia Zanardi VERONA Un laboratorio che non fa le analisi del sangue, una sala operatoria senza fili di sutura, una diagnosi senza tac, monitoraggi impossibili per mancanza di apparecchi. A breve, gli ospedali italiani potrebbero trovarsi senza mezzi per garantire la salute dei cittadini. Le imprese biomediche e diagnostiche, aderenti ad A.ssobiomedica, sono con le spalle al muro: le Regioni, attraverso le Asl, sono loro debitrici di quasi 6 miliardi di euro dovuti ai ritardi nei pagamenti delle forniture. Dal solo Veneto, gli imprenditori attendono 468 milioni. Ieri mattina, un'ottantina di aziende ha protestato a Verona, davanti all'ingresso dell'azienda ospedaliera universitaria di Bor' go Trento, che spicca per essere la più inadempiente della Regione: salda i pagamenti con452 giorni di ritardo, quando la legge impone di farlo entro 3o giorni. Oggi il presidio si sposta a Napoli, davanti all'ospedale San Paolo,1.626 giorni di ritardo. «Dallo scorso giugno, i ritardi sono sempre più consistenti - spiega Stefano Rimondi, presidente di Assobiomedica -. A questo si aggiunge la necessità, per le aziende, di ricorrere ai crediti bancari, soggetti a continue restrizioni. Rischiamo che le imprese del settore si affidino a canali di finanziamento non ufficiali». La sanità, inoltre, potrebbe trovarsi nel caos da un giorno all'altro: «Se dopo la protesta di oggi a Napoli non otteniamo risposte, agiremo in modo drastico: blocchiamo le forniture - continua Rimondi -. Quello che resta da capire è se la mancata erogazione sia dovuta a problemi gestionali delle singole amministrazioni oppure se il pubblico voglia scaricare le sue difficoltà direttamente sul fornitore. Non si spiega, per esempio, il fatto che la Asl di Treviso paghi a cavallo dei io° giorni e Verona vada oltre i 400. Sono o non sono nella stessa Regione?» Secondo gli ultimi dati di Assobiomedica, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Toscana pagano, in media, a 30o giorni. Gestione migliore vanta la Lombardia, che paga le aziende entro i 12o giorni. Disastrosa è invece la situazione in in Campania, dove si arriva a quasi mille giorni di ritardo e a un debito di 94o milioni, e in Calabria, 800 giorni per i pagamenti e 470 milioni di mancate erogazioni. Al Sud, tuttavia, si distingue Per migliore gestione la Basilicata, che saldai conti entro i 1.6o giorni. «Devo riscuotere dalle Regioni un anno di fatturato, circa 4o milioni di euro. Sono costretto a trattare con le banche», dice Angelo Fracassi, titolare della Dasit di Cornaredo (Milano) e presidente di Assobiomedica fino allo scorso giungo. La sua azienda è leader in Italia nel settore di ematologia e vende materiale per la diagnostica in vitro: «Per la prima volta, nell'ambiente biomedico, si sente dire che le multinazionali puntano a lasciare l'Italia e guardare all'estero. La sanità rischia il collasso. Nessuno, finora, ci ha dato ascolto. Siamo sul piede di guerra». Una risposta, in seguito al presidio di ieri a Verona, è arrivata dall'assessore regionale alla Sanità Luca C oletto: «Grazie all'accordo sugli ammortamenti non sterilizzati stretto con il ministero delle finanze, da quest'anno inizierà un flusso di circa loo milioni destinato alle aziende e fmalizzato a ricostituire la capacità del fondo di spesa corrente (Lea), che disporrà di risorse da utilizzare per i pagamenti. Un ulteriore beneficio arriverà dalla costituzione del fondo investimenti per la sanità». Pagina 9 di 17 RIPRODUZIONE RISERVATA press LinE Il Sole12 29/03/2012 La mappa dei ritardi La stima dello scoperto del mercato regione per regione (in migliaia di euro) e i giorni di ritardi nei pagamenti Regioni Valle d'Aosta Piemonte Scoperto Dso* Regioni Stima scoperto &spesitivi medici 6.098 0,1 113 Umbria 51.448 456.708 8,2 294 Abruzzo Molise dispositwi medici 0,9 166 116.309 2,1 207 112.784 2,0 864 Lazio 690.822 12,3 401 Campania 939.966 16,8 801 Liguria 134.821 2,4 206 Lombardia 287.734 5,1 111 Trentino A.A. 29.234 0,5 95 465.989 8,3 292 Fri u li 49.476 0,9 103 Emilia R. 477.871 8,5 303 Toscana 333.518 6,0 274 Sardegna Marche 82.666 1,5 164 Italie Veneto Scoperto Dso* Basilicata 26.043 0,5 159 Puglia 442.855 7,9 352 Calabria 470.614 8,4 988 Sicilia 295.724 5,3 295 131.818 2,4 297 5 02.496 100,0 315 Nota: * Days of sales outstanding (tempi medi di pagamento) Fonte: Assobiomedica r Pagina 10 di 17 press LinE Il Sole12 29/03/2012 Metatmeccanico. Veneta Stampi reclama una quota del Patto Territoriale Venezia Orientale del1999 Caro Stato, son passati nove anni Luca Pozza VENEZIA z Lavora per i colossi tedeschi come Mercedes, Audi e Bmw, che gli garantiscono l'8o% dei fatturato totale. Eppure attende quasi 77mila euro dallo Stato da nove anni. La storia è quella dell'imprenditore veneziano Vittorio Furlan, 67 anni, legale rappresentante di Veneta Stampi, industria metalmeccanica con sede a Ceggia, specializzata nella progettazione e costruzione di stampi in lamiera per auto. L'azienda, che impiega una quarantina di addetti e ha un fatturato di circa 7 milioni, fa parte di un gruppo (Gruppo Veneta Stampi) con un centinaio di operai e un fatturato di 12 milioni, che ha saputo combattere la crisi investendo all'estero. Una situazione ottimale se non fosse per il credito del Ministero del Sviluppo Economico. La somma faceva parte di un finanziamento dedicato allo sviluppo e al rilancio industriale, stanziato sulla base del cosiddetto Patto Territoriale Venezia Orientale del1999. «La mia società - racconta Furlan, tre figli che lavorano in azienda - ha effettuato un investimento di oltre 2 milioni e 7oomila euro, iniziato nel luglio 1998 e terminato cinque anni e mezzo dopo. Questi dati sono stati certificati dal Ministero dello Sviluppo Economico che nel 2007 ha effettuato un sopralluogo in azienda, verificando la realizzazione di un nuovo capannone e l'assunzione di numeroso personale. Nella medesima situazione si trovanóbaltre nove piccole aziende, facenti parte dello stesso Patto Territoriale, che sono creditrici per 544.356 euro. I 77mila non rischiano di bloccare la mia azienda, ma sono amareggiato e deluso da questa situazione, che non riguarda solo me». La legge n. 662 de11996 aveva fra le sue finalità promuovere e finanziare lo sviluppo integrato di piccole e medie aziende ope- Pagina 11 di 17 ranti in aree territoriali e coordinate dagli enti locali. «In questi anni - racconta l'imprenditore veneto - il Ministero dello Sviluppo Economico ha addirittura comunicato di aver smarrito una parte della pratica del Patto, che poi abbiamo ripresentato. Successivamente abbiamo sollecitato innumerevoli volte, anche attraverso interrogazioni parlamentari, la nostra associazione di categoria e il Patto stesso, ma non è valso a nulla. È come sbattere contro un muro digomma; nessun politico e nessun funzionario pubblico si è assunto la responsabilità dei ritardi denunciati». «Quanto iniquo è uno Stato che da una parte è inadempiente verso i propri contribuenti, ma pretende puntualità dei pagamenti di tasse e contributi?», si chiede Furlan. O RIPRODUZIONE RISERVATA press LinE Il Sole12 29/03/2012 Laura Di Pillo ROMA Un decreto per scongiurare l'emergenza rifiuti a Roma. Pronto il piano straordinario che vede in campo Governo, enti locali e imprese per varare, in tempi brevissimi, la gestione integrata dei rifiuti nella capitale. Il programma, presentato dal ministro dell'Ambiente Corrado Clini, si muove su due binari: attivazione della filiera industriale (con amento della differenziata) e individuazione del sito alternativo a Malagrotta (la più grande discarica europea che chiuderà ilio giugno). Più poteri al Commissario delegato Giuseppe Pecoraro, pronto a intervenire se gli enti locali non riuscissero a scongiurare l'emergenza. Una mossa che non vuoi essere una minaccia politica, ma la conseguenza logicaper evitare la paralisi. «Roma ce la può fare» spiega il ministro. Il Piano per Roma è un documento di 17 pagine preparato in due settimane per non cadere nella "sindrome Napoli" con i rifiuti nelle strade della capitale. Partita nelle mani del Governo dopo i tentennamenti e gli scaricabarile degli enti locali che hanno portato Roma sull'orlo del caos. Il Piano, che Clini presenterà dopo Pasqua al commissario Ue all'Ambiente Yanez Potocnik, azzera la lista dei sette siti alternativi a Malagrotta scelti dai tecnici della Regione (Corcolle, Osteriaccia, Pizzo del Prete, Quadro Alto, Pian dell'Olmo, Monti dell'Ortaccio, Quartaccio). «Nessuno è privo di elémenti di criticità - spiega Clini dobbiamo cercare anche oltre la provincia di Roma». Prevista la riduzione della quantità di rifiuti da conferire agli impianti di trattamento e quindi in discarica o nei termovalorizzatori. «L'obiettivo - precisa Clini - è far crescere la differenziata, raggiungere progressivamente nel trienno 2012-20141.150% del materiale recuperato, rendere più efficienti gli impianti di trattamento meccanico biologico (Tmb) attivando il ciclo integrato di rifiuti, che include anche una díscaríca di- servizio, ma con dimensioni diverse e che non può essere Malagrotta». Sistema puntualizza «operativo con successo in Lombardia, Emilia Romagna, Veneto, anche Roma può e deve farcela». In tempi brevi. Nell'arco di 3-4 settimane (entro il 3o aprile) va fatto l'accordo di programma e un piano operativo con Comune, Regione, Provincia, aziende titolari di impianti Trnb (Malagrotta l e 2, Ama Rocca Cencia e Via Salaria) degli impianti per la preparazione del compost (Ama Maccarese), di quelli per il recupero energentico (Gaia Colleferro, Acea San Vittore e il gassificatore Colari a Malagrotta), insieme ai consorzi di filiera. Allo studio anche il coinvolgimento delle banche per garantire i necessari investimenti. Il piano prevede anche la revisione delle tariffe vigenti e risorse governative. «Serve il supporto del sistema creditizio - continua Clini - coinvolgendo anche la banca della Regione, stiamo verificando con Cdp le possibilità». In quest'ottica l'individuazione di nuovi siti per la discarica resta «una soluzione residuale, dove conferire entro il 2014 non più del 20% dei rifiuti trattati» spiega il ministro. Ipotizzati CONTRO L'EMERGENZA Governo, imprese ed Enti Locali coinvolti in una gestione integrata Proroga per Malagrotta e più poteri al Commissario Roma, si lavora al decreto rifiuti Ambient e. Il piano del ministro Clini Al vertice. Il ministro per l'Ambiente Corrado Clini anche accordi con altre Regioni: «Bisogna capire se in una fase in cui Roma non sia autosufficiente si possano avviare iniziative bilaterali». Non esclusa la proroga su Malagrotta: «Solo se riusciamo a mettere in piedi questo programma, la chiusura potrebbe essere prorogata a fine anno. Malagrotta ha abituato i romani ad avere un sito dove conferire rifiuti a costi molto bassi, diciamo che i romani si sono fatti viziare da Cerroni (il presidente di Colari la società che gestisce Malagrotta, ndr)» ha spiegato Clini osservando che l'emergenza di oggi viene da lontano:«Almeno io anni fa dovevano essere prese certe decisioni per adeguare Roma agli standard Ue». Sarà molto probabilmente un decreto del Governo ad accogliere il Piano: una scelta per consentire procedure accelerate e una dotazione di risorse adeguate, per garantire insomma «tempi certi degli interventi, incluso il rafforzamento e l'ampliamento della portata e dei termini del mandato commissariale» a garanzia della piena e corretta gestione del ciclo' integrato dei rifiuti a Roma. Ieri intanto Pecoraro ha annunciato che «il quinto impianto Tmb a Paliano è necessario e si farà». ©RIPRODUZIONt RISERVATA Pagina 12 di 17 Pagina 47 elefonate dall'estero press LinE 29/03/2012 ItaliaOggi per le plusvalenze. Circolare delle Entrate illustra le modifiche del decreto 138 alla tassazione delle rendite Fisco benevolo con i bond locali Ritenuta su interessi al 12,50%. Affrancamento al 31 marzo F DI GIUSEPPE DI VITTORIO fisco benevolo nei confronti dei titoli emessi dagli enti locali (Boc, Bop e Bor), più cattivo verso Poste e Ferrovie: nel primo caso si paga la ritenuta del 12,50% sugli interessi maturati, nel secondo invece il 20%. Assicurazioni e fondi previdenziali scontano l'aliquota in base alla tipologia di investimento, quindi più bassa sulla parte investita in titoli pubblici. Mini-aliquota al 5% per gli interessi sui bond destinati a finanziare interventi nel Mezzogiorno. Scade il 31 marzo il termine perscomunicare all'intermediario che si vuol fare l'affrancamento al 12,50% sugli interessi e plusvalenze maturati nel 2011. Sono alcune delle novità contenute nella circolare 11/E dell'Agenzia dell'Entrate di ieri che chiarisce i punti oscuri del dl 138/2011 che modifica la tassazione delle rendite finanziarie. Il provvedimento ha unificato al 20% le ritenute e le imposte sostitutive da applicare sui redditi di natura finanziaria interessi e plusvalenze (cioè i guadagni realizzati quando si compra e si vende a un prezzo più alto un titolo). La normativa prevedeva però delle deroghe. I titoli di stato e quelli di altri enti pubblici scontano un'imposta di favore del 12,50%. La circolare dell'Agenzia precisa che rientrano nella tariffa di favore i titoli emessi anche dagli Enti pubblici territoriali (comune, provincia, regione): per intenderci Boc, Bop, Bor. La circolare si spinge ancora più là mostrandosi ancora una volta accomodante nei confronti delle articolazioni delle stato. I redditi derivanti dai titoli eventualmente emessi dalle unioni di comuni e dalle future città metropolitane sconteranno sempre il 12,50%. Poste Pay. Le cose si fanno più complicate invece per le Poste. L'aliquota agevolata del 12,50% opera solo per i Buoni fruttiferi postali. Le Poste infatti si sono trasformate in una società per azioni con un attività di raccolta del risparmio molto simile a quella bancaria. Gli uffici postali dovranno applicare un'aliquota del 20% su tutto ciò che non è buono fruttifero. Aliquota ridotta chiaramente anche per i titoli di stato emessi da altri paesi sempre riconosciuti dal fisco in un'apposita «white list». I paradisi fiscali, per esempio, non rientrano nella lista dei favoriti. Il monopolista che piace. La circolare chiarisce anche altri casi ambigui, come quello dei redditi derivanti dalle obbligazioni emesse dalle Ferrovie dello Stato. Il principio giuridico che vale in questo caso non è tanto la veste giuridica dell'emittente una Spa (non un ente pubblico) e quindi come tale trova applicazione il 20%. L'Agenzia invece fa valere le ultime previdenziale le cose si complicano. Ciò che rileva è come l'impresa assicuratrice o il fondo previdenziale investono. Si calcolerà un rapporto fra patrimonio investito in titoli che scontano il 12,50% e quello che paga il 20% e a. quel punto il reddito derivante sconterà il peso fiscale con le stesse percentuali, in parte assoggettato al 12,50% e in parte al 20%. Il meccanismo è sicuramente complicato anche se il calcolo non sarà in carico al percettore del reddito ma assolto dall'intermediario che lo distribuisce. Questione meridionale. Regime speciali infine per i titoli a sostegno dell'economia meridionale emessi dalle banche. . I redditi sconteranno l'aliquota più bassa in assoluto il 5%, ma attenzione: ciò vale solo per gli interessi non parole dell'articolo 31 del dl 138, dove si fa riferimento al regime agevolato solo per gli enti pubblici che offrono servizi pubblici in condizioni di monopolio. Le Ferrovie non operano più in regime di monopolio e cosi anche Enel e Eni per cui l'aliquota che colpisce i redditi derivanti dai loro titoli è del 20%. Il principio sarà destinato però a valere anche su altri casi residuali. Per la verità le Ferrovie erano un'importante emittente di titoli in passato ora molto più contenuto, mentre protagonisti del mercato imario dell'emissioni sono sicuramente le compagnie energetiche Eni ed Enel. Quando rileva il lato pubblico. Ma anche per le polizze assicurative e le rendite periodiche derivanti dalle forme di investimento Pagina 13 di 17 Tempi stretti per il maturato 2011. Sempre a proposito di plusvalenze, al fine di evitare che l'aumento dell'aliquota incida su quanto maturato antecedentemente all'i gennaio 2012, è stata prevista la possibilità di affrancare il costo o il valore di acquisto dei titoli, delle quote e delle altre attività finanziarie possedute alla data del 31 dicembre 2011 al di fuori dell'esercizio di un'impresa commerciale, mediante il versamento dell'imposta sostitutiva del 12,5%. Per poter usufruire di questa possibilità, il contribuente deve esercitare un'opzione che deve essere resa entro il 31 marzo 2012 • per i contribuenti in regime del risparmio amministrato, mentre l'opzione va esercitata in dichiarazione per i contribuenti che determinano il capital gain nella dichiarazione dei redditi. Nel primo caso, le imposte vanno versate dall'intermediario entro il 16 maggio 2012; mentre nel caso l'opzione sia esercitata in dichiarazione il pagamento va effettuato dagli stessi contribuenti entro il termine previsto per il versamento a saldo delle imposte sui redditi. Un'assenza che pesa. Fra le tante precisazioni, l'Agenzia trova lo spazio anche per evidenziare una mancanza. Il legislatore ha infatti assoggettato al 12,50% i piani di risparmio di lungo termine. Peccato, spiega l'Agenzia, che nel panorama finanziario italiano non esistano prodotti di questo tipo. Appare strano che non siano stati considerati in questa categoria i Pac (Piani di accumulo dei fondi di investimento). Sempre in tema di mancanze però, nella lista degli enti sopranazionali i cui titoli pagano il 12,50% l'amministrazionez4ha dimenticato i titoli del Tondo salva stati Efsf, l'ultima moda in tema di impiego del risparmio sopranazionale. Ci sono invece le più popolari Bei e Bers. --Wiproduzione riservata—li Pagina 26 FIenne& con i boad locali press LinE ItaliaOggi 29/03/2012 L'ALIQUOTA UNICA AL 20% Il decreto legge 138./2011, integ , dal diéiítí:7,411iTite proroghe» e dal decreto '«liberalizzazioni». nonché dai decreti ministeriali di , uazione, ha stabilito che le ritenute e le imposte sostitutive sui redditi di capitale e su quelli divert di natura finanziaria sono applicate nella misura generale dei 20%. Prima della modifica normativa, le aliquote di tassazione erano tre, 12,5%, 20% e 27%. L'aliquota del 20% si applica, quindi, fulndi a interessi, premi e altri redditi di capitale, divenuti esigibili, nonché ai , redditi diversi di natura finanziaria realizzati a decorrere dall'i° gennaio 2012. LE ECCEZIONI Per salvaguardare interessi dl natura pubblica o meritevoli di la la norme ha escluso dall'applicazione dell'aliquota al O% alcune`tipologie di proventi e dre . I proventi dei titoli pubblici continuano (interessi e scarti di emissione), sia per a scontare l 'aliq uota e per i redditi i redditi diversi di natura (PaPitel gairle)f a patto che 'si tratti dei titoli indicati nell'articolo al del Dpr n.,601del 1973, tra i quali, per esempio, i titoli del debito pubblico e i buoni postali. ,. . Beneficiano della a ne i titoli emessi da enti sevranadonail o internaziopall riconosciuti n Italia e i titoli 41 nature,obbligazionaria, a prescindere dalla loro scadenza, emessi da Stati esteri t re, con fermato il regime di favore per i titoli di risparmio dell'economia resenti nella. wh frutti 51 t',.,:,1r ': .,.:- 'degl 1,: , i 4.v.;;;iwj',,..,:,' - TEMPI E MODI 'DELL'AFFRANCAMENTO c he l 'aumento d ell'aliq u ot a p rem ' ' i* per,' i redditi diversi, al antecedentemente altigennaio 2012, è stata`,„prevista , la possibili' finanziari e ' , ', otkm dat a d„,. el valore di acquisto ',,,, te:, tees , ',',delle , i,:,::' ''titoli, '' un ', impresa $1 ' dice dicembre ','. t dell'imposta sostitutiva potsib;'idr:nttlirteteisittirl'i'b uéritaée!46 ''' r, poter usufruire '',., '20,,IZ,Per,..I:COntribuenttin'te nk. . deve essere ,-,;reterizintralli' ,:.„,.?mentre , .„,,...„,..„-- Ve,esercitata '' del ichiaraziorie:'Perlieentribtrentith" . ,, 'nella, d„i chiarazione deUk „ .. „.. , ,, . . oia: ' é 2i$1,' ,. ' ,el Vanne verSate da trintenn eaSe l'ePilen Jitdithiatailerie ils,paga , .i. ,,' nate,d V etif'''' —, entro II termine prev '11~eriten Saidedellefelpdstesid . ,,re IO-, '' : Pagina 26 Pagina 14 di 17 press LinE ItaliaOggi 29/03/2012 A L'Aquila fino al 31 marzo £150° congresso dell'Ungdcec. Parte la nuova sfida degli under 45 Giovani, risorsa per gli enti locali Dottori commercialisti in campo per una p.a. più efficiente DI EIRONORA Di VONA PRESIDENTE UNGDCEC uando il professionista giuridico-contabile opera nell'ambito della pubblica amministrazione, egli dovrebbe garantire, da una parte, l'indipendenza nell'esercizio dell'attività professionale dal mandante politico a garanzia della efficacia ed efficienza della prestazione in favore della pubblica amministrazione, e, dall'altra, che la sua attività non colluda con la pubblica amministrazione in danno della possibilità di rendicontazione in favore del mandante politico. Si tratta del difficile equilibrio che sempre deve essere garantito dai professionisti. È però possibile in modo sereno realizzare gli essenziali obiettivi della prestazione professionale nel quadro di una p.a. che ancora oggi, nonostante gli sforzi della migliore dottrina, non pare possa definirsi indipendente dalla politica? Può il professionista svincolarsi da questo rapporto patologico, non rendendosene complice, ma essendo addirittura la leva per scardinarlo? Credo che questa sia la prima grande sfida da affrontare e che trova nel 50° Congresso Ungdcec Q a liAquila ampio spazio per il dibattito e l'approfondimento. A L'Aquila non manchiamo di tornare su altri temi sindacali cari all'Unione: primo fra tutti la richiesta di pari condizioni per l'accesso al mercato professionale da parte dei giovani. Con la nuova e recente rifor- ma in materia di revisori negli enti locali è stato introdotto il sistema dell'estrazione a sorte nell'ambito di un elenco appositamente costituito. Io credo che il sorteggio faccia bene a questo paese perché svincola la nomina diretta dalla politica. Non è condivisibile, però, che la preparazione tecnica la si misuri anche con gli anni di iscrizione all'Albo. Il dm va in controtendenza rispetto alle misure introdotte in materia di liberalizzazioni delle professioni che il governo dice siano necessarie proprio in favore dei giovani professionisti. Più che in controtendenza, forse siamo di fronte ad una vera e propria contraddizione: da una parte si dice di voler liberalizzare a favore dei giovani, dall'altra si introducono vincoli che in modo del tutto ingiustificato limitano l'accesso al mercato professionale proprio ai giovani professionisti. È arrivato il momento di dire basta. Basta alla politica e al governo e basta anche ai vertici del mondo ordinistico di «utilizzare i giovani» per giustificare da una parte le inutili misure introdotte con il dl sulle liberalizzazioni e dall'altra la battaglia contro le stesse liberalizzazioni. Eliminiamo tutte le norme e le prassi dei tribunali che pongono il mero requisito dell'anzianità di iscrizione all'Albo quale criterio preselettivo nell'attribuzione di pratiche e incarichi. Eliminiamo dai nostri ordinamenti professionali le norme che subordinano la possibilità di avere tirocinanti o il diritto di elettorato attivo e passivo a un numero minimo di anni di iscrizione all'Albo. Questo vuol dire almeno in parte preoccuparsi della reale accessibilità ai mercati professionali e, quindi, degli interessi dei giovani professionisti. Il criterio dell'anzianità non è sinonimo di maggiore capacità! Simbolo di un'Italia che V i ol voltare pagine uviaTemboito del 1703 i colori della città qi DoL di p?Ail ilbianco e il rosso, divent arono il nero e ii:verde,f per rappresentare il nero del lutto e il verde della speranza. Nel corsa degli anni il nero e il' verde sono diventati i colori ufficiali della squadra di rugby della città, uella quale hanno militato grandi campioni e vero simbolo dell'aquilanità. Ed è proprio con lo spirito di squadra del rugby, che abbiamo affrontato questa sfida del 50° Congresso Ungdcec. Ognuno con i propri ruoli, dando sostegno ed aiuto agli altri nei momenti di difficoltà; io mi sento solo il c apitano di questa grande squadra. Come ha sottolineato durante la sua recente sita il premier Monti «L'Aquila è il simbolo dell'Italia che deve risorgere», il Paese che e essere ricostruito e che deve mettere a a le sua straordinarie potenzialità. Aquila vuole, e deve essere il lc ra to/ di nuove soluzioni, il simbolo dell'lt bia, dell'Italia coesa, dell'Italia eh va, che aggrega., che non polemizza ma costruisce, raggiungendo la propria meta: la ricostruzione di una città e del suo territorio sfigurati, che tra mille difficoltà cercano ntamente di trovare una nuova dimensione e quottdianità, così come la meta dei giovani professionisti deve essere ricostruire un paese logorato dal malaffare, piegato dall'assenza di visione strategica. Il cambiamento non può che passare dai noi che abbiamo la grinta 'e l'energia necessaria per imporre idee, competenze, passione e la capacità di essere pronti al cambiamento, certi. eh duttilità si Possa ricoprire ruoli fondamen e etall e idivdenitaire un supporto Prezioso all'economia e aese Quella caso o oggièuna scommessa 5 agià nata vinta: quasi abbiamo per portato in questo stravolto angolo d'Itali oltre 1.000 persone, a ttore'Perrotti i te del C i Pagina 15 di 17 Pagina 36 Giovani. risorsa per i coli locali press LinE 29/03/2012 ItaliaOggi Gli esperti del settore a confronto a Bologna il 15 e 16 marzo. Due giorni per capire cosa cambia Immobili Imu senzapiù segreti Debutta la nuova imposta municipale. Assosoftware al lavoro i è tenuto nei giorni 15 e 16 marzo, presso l'hotel NH Bologna De La Gare, il tradizionale Convegno di formazione professionale per le case di software organizzato da Assosoftware dal titolo «La nuova imposta municipale unica (Imu), le novità del reddito d'impresa e le dichiarazioni fiscali 2012». Si tratta di un appuntamento importante che mette a confronto gli esperti di normativa fiscale e del lavoro delle software house, con i dirigenti ed i funzionari dell'Agenzia delle entrate, del Ministero delle finanze e dell'Inps. Il «taglio» dei Convegni Assosoftware è di per se molto specialistico, perché vengono affrontate esclusivamente problematiche fiscali che avranno impatti sulla predisposizione del software, con un approfondimento molto più specifico rispetto a un Convegno di tipo tradizionale. Assosoftware, ben consapevole di questa esigenza primaria delle aziende associate, dedica un'a parte importante della propria attività a fornire gli strumenti conoscitivi e formativi, ponendosi quale principale interlocutore nei confronti delle Amministrazioni pubbliche. Vanno doverosamente ringraziati per il loro prezioso apporto i relatori dell'Agenzia delle entrate, impegnati in prima persona alla predisposizione dei modelli Unico, in particolare il dott. Andrea Palma che ha trattato delle novità del reddito delle persone fisiche contenute nel modello Unico PF, la dott.ssa Debora Ricco e la dott.ssa Manuela Norcia che hanno trattato - con la S consueta brillantezza - delle molteplici novità del reddito di impresa che quest'anno hanno interessato in modo trasversale tutti i modelli Unico. Per quanto riguarda il Dipartimento delle Finanze, un ringraziamento particolare alla dott.ssa Stefania Cianfrocca che ha fornito una interpretazione sistematica della nuova Imu, al dott. Lelio Cacciapaglia per la trattazione delle nuova disciplina delle perdite e dall'ace (aiuto alla crescita economica), e al dott. Marco Piacenti per la trattazione delle novità del 770/2012 e delle ipotesi di mensilizzazione a partire dal 2013. Per l'Inps un ringraziamento speciale va al dott. Dario Dolce che ha trattato dell'unificazione dell'Inps e dell'Inpdap, con particolare riferimento al nuovo modello DMA. Per Sogei è intervenuto l'ing. Giuseppe Esposito (Sogei) che ha trattato delle ultime novità dei prossimi Studi di Settore, viziati anche quest'anno dei ritardi dei correttivi anticrisi che preludono a una probabile proroga dei termini di versamento di Unico. Nuove per un me o sempre più apert il diz epresidente di di t;suecais:;:3, Valerio °0 Zappala, ehanno "leettore ge neral o to un acccor fina * d e pro rdo le aziende i zea h r tents°ieadmemelIIitgltedi eie°sfrit,rim 1. 0enaianal er- fe, l,Ia re s czai41) di software e I società di . en iatdd:earden et.1° °aPdd ee —A informatica e InfoCamere, la do I riaes zsi°° C san°Idettw nIle'trr reanidaeii ha l'ohiett.i vo iniziative di .avviare..ode svo °Incnerseei°o•taLn l gere 'aoccal°1re in in che consentano imPresegiitisalidsenm epdi .imeosce semplice, veloce ed adempimenti in un alli_ esimerale, e si efficace c onfront i 1:1 sistema inseri e, che e ,an diffondere tizzazio!tapene• *,- i infarto sPei°111Ppl;°e dive - . _ il lipiu. u farive°hcilr " ioei etiti atn xt i)erti niercatei i) or ie az e de del settere dell'IM°rIll TechnologY* jotesa a,di P articolare vo , doeulleest interesse, a. ensiderand° pa rt - i it e Assosoftware,che a parte di Cordilidust i fin ne nazionale di categoria maggiormente rappres ene nel settore dei Produttori di softwaregestianaee fl cheraggruppa il 99% dei produttori nazionali, con so ouse e dist utori. house' erale che ha coane InfoCamere è la società del siste ma gestione commercio delle n tePehlitee°1dsasttiiti ma i ,ci°i n2 id° aperin : a° 1 5r ooeCga:2 i4,1::u t li.: ilez geciff (c:'H1:;n .se ea°l m a ep dm elera lesetii°°m cft snesPo ersd eoseelft*isvisnren- Onesta pagina è realizzata in collaborazione con ASSOSOFTWARE Associazione nazionale produttori di software gestirmele e fiscale CONFINDUSTRIA www.assosoltwaie.it —[email protected] Pagina 37 , 111.11.110bilL Inni senza più se g reti Pagina 16 di 17 press unE 29/03/2012 ItaliaOggi Quali detrazioni per i figli Sull'Imu è stato scritto molto, in particolare sulla stampa specializzata, ma va detto che l'inquadramento logico-sistematico fornito dalla relazione della dott.ssa Stefania Cianfrocca, della Direzione Federalismo Fiscale del Dipartimento delle Finanze, in occasione del Convegno Assosoftware dello scorso 16 marzo, seppur non rivestendo alcun carattere di ufficialità, ha permesso agli analisti delle software house di comprendere più a fondo e di acquisire la giusta chiave interpretativa in riferimento ad alcuni delicati concetti contenuti nelle norme che disciplinano la nuova imposta. In questo modo si è reso possibile l'avvio dello sviluppo delle procedure software in uso ai commercialisti, ai Caf e alle Associazioni di categoria. Il tutto peraltro dovrebbe preludere a una presa di posizione ufficiale da parte del Dipartimento delle finanze tramite la pubblicazione di una circolare ministeriale, che si preannuncia «imponente» e ricca di informazioni. La novità più importante dell'Imu è naturalmente il ritorno alla tassazione dell'abitazione principale. Trattandosi di un rientro sicuramente poco gradito ai cittadini, il legislatore ha cercato di introdurre alcuni «ammortizzatori», prevedendo (peraltro solo per il 2012 e il 2013) una maggiorazione della detrazione per le famiglie con figli. A seguire proveremo a riproporre alcuni interessanti esempi sulla fruibilità della maggiorazione della detrazione per i figli relativamente all'abitazione principale che potrebbero trovare legittimazione nell'emananda circolare. L'Imu per l'Abitazione principale. I requisiti per poter considerare un immobile quale abitazione principale: - la soggettività passiva in capo a una persona fisica che possiede un immobile e le relative pertinenze a titolo di proprietà o altro diritto reale; - la concreta destinazione da parte dello stesso soggetto dell'unità immobiliare ad abitazione principale, intendendosi per tale l'immobile iscritto o iscrivibile nel catasto edilizio urbano come unica unità immobiliare; - l'iscrizione delle pertinenze, anche unitamente all'unità a uso abitativo, nella categoria catastale C/2, C/6, C/7 (una sola unità per ciascuna delle suddette categorie catastali, dunque fino ad un massimo di tre). Detrazione ordinaria. Dall'imposta dovuta per l'unità immobiliare adibita ad abitazione principale del soggetto passivo e per le relative pertinenze, si detraggono, fino a concorrenza del suo ammontare, 200 euro rapportati al periodo dell'anno durante il quale si protrae tale destinazione. Il comune può elevare dell'importo della detrazione, fino a concorrenza dell'imposta dovuta. In tal caso, però, al comune è preclusa la facoltà di stabilire un'aliquota superiore a quella ordinaria per le unità immobiliari tenute a disposizione. Detrazione peri figli. Per gli anni 2012 e 2013 la detrazione ordinaria è maggiorata di 50 euro per ciascun figlio: - di età non superiore a 26 anni; - che dimora abitualmente e risiede anagraficamente nell'unità immobiliare adibita ad abitazione principale. L'importo complessivo della maggiorazione non può superare l'importo massimo di 400 euro (limite raggiungibile solo in presenza di 8 o più figli). Il diritto alla maggiorazione spetta non oltre il mese di compimento del ventiseiesimo anno di età, per cui decade dallo stesso nel momento in cui si verifica detto evento. L'importo della maggiorazione si calcola per i mesi in cui persiste il requisito che dà diritto alla maggiorazione stessa. Per usufruire della maggiorazione della detrazione già per il mese di nascita, deve sussistere il requisito dell'esistenza in vita per almeno 15 giorni nel mese (dunque per i mesi con 31 giorni la nascita deve avvenire entro il giorno 17, per i mesi con 30 giorni la nascita deve avvenire entro il giorno 16, per il mese di febbraio non bisestile la nascita deve avvenire entro il giorno 14). Va infine precisato che per godere della maggiorazione non occorre che il figlio sia fiscalmente a carico (il reddito del figlio è irrilevante). Vediamo ora alcuni interessanti esempi forniti durante il Convegno. Esempio 1. Proprietario al 50% dell'abitazione principale, convivente proprietaria al 50% della stessa unità immobiliare, nell'abitazione risiede anagraficamente e dimora abitualmente il figlio della convivente. La maggiorazione di 50 euro spetta solo alla madre proprietaria. Esempio 2. Proprietario al 100% dell'abitazione principale, nell'abitazione risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente la convivente e due figli di cui uno solo è di entrambi i soggetti, mentre l'altro è della sola convivente. La maggiorazione di 50 euro spetta al proprietario, limitatamente al figlio di entrambi. Esempio 3. Proprietario al 50% dell'abitazione principale, convivente proprietaria al 50% della stessa unità immobiliare, nell'abitazione risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente anche due figli di cui, però, solo uno di entrambi i soggetti e l'altro della sola convivente. Acfentrambi i comproprietari spetta la maggiorazione di euro 25 ciascuno per il figlio di entrambi, alla convivente spetta anche la maggiorazione di 50 euro per il proprio figlio. Esempio 4. Proprietaria al 100% dell'abitazione principale, nell'abitazione risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente la figlia di 23 anni e la figlia di quest'ultima di 5 anni. Alla proprietaria spetta la sola maggiorazione di 50 euro per la figlia di età inferiore ai 26 anni. Esempio 5. Proprietaria al 75% dell'abitazione principale, nell'abitazione risiedono anagraficamente e dimorano abitualmente la figlia di 23 anni proprietaria al 25% della stessa abitazione e la figlia di quest'ultima di 5 anni. Ad entrambe le proprietarie spetta la maggiorazione di 50 euro, ciascuna per la propria figlia. Esempio 6. Proprietario al 100% dell'abitazione principale, nell'abitazione sono residenti anagraficamente e dimorano abitualmente la convivente e tre figli di cui, però, solo uno di entrambi, gli altri due — invece rispettivamente dei singoli soggetti. Il proprietario ha diritto a una maggiorazione di 100 euro, 50 euro per il figlio di entrambi e 50 euro per il proprio figlio. Esempio 7. Proprietario al 75% dell'abitazione principale, nell'abitazione sono residenti anagraficamente e dimorano abitualmente la convivente proprietaria al 25% della stessa abitazione principale e tre figli di cui, però, solo uno di entrambi, mentre gli altri due sono figli rispettivamente dei singoli soggetti. Ad entrambi i proprietari spetta una maggiorazione di 75 euro, 50 euro per ciascuno dei propri figli e 25 euro per il figlio di entrambi. Conclusioni. Le procedure software sono in via di predisposizione, ma per il loro completamento rimane da sciogliere il nodo relativo alle modalità di determinazione dell'acconto del 16 giugno. È oramai consolidata opinione che sarà consentito versare l'acconto seguendo le «regole base», senza che sia dunque necessario adeguarsi alle delibere comunali (che peraltro possono essere pubblicate addirittura entro il 30 giugno, dunque ben oltre il termine di versamento dell'acconto), sanando con il saldo l'eventuale differenza Si auspica che tale operatività sia poi confermata in via normativa oppure interpretativa, e che vengano fornite le necessarie indicazioni nel caso in cui, per effetto del versamento di un acconto in eccesso, si generasse un saldo a credito. Pagina 17 di 17 Fabio Giordano t Pagina 37 111.11.110bilL Inni senza più segreti