N° 183 GESTIONE DELLE LESIONI CUTANEE IN REGIME AMBULATORIALE DA PARTE DELL’EQUIPE DI CURE PALLIATIVE Modignani Maria Assunta, Pavia Modignani M.A., Broglia C., Zingrini F., Verri B., Buttella R., Cannata A., Gandini C., Bramanti A., Danesinì C., Pedrazzoli P., Lombardi N. et. Pilo S. INTRODUZIONE: Nell’ambito delle Cure Palliative è frequente la necessità di curare lesioni cutanee croniche (oncologiche, vascolari, da decubito). Non sempre si tratta di lesioni guaribili, ma sempre curabili focalizzando la nostra attenzione sul controllo dell’essudato, dell’odore sgradevole, del dolore con conseguente riduzione anche della sofferenza psicologica e dell’isolamento sociale del malato. Presentiamo tre casi gestiti nell'ultimo anno in ambito di Day Hospice ed Ambulatorio di Cure Palliative. CASO 1 Sig. GM, 77 anni, affetto da una neoplasia squamosa a primitività ignota con interessamento linfonodale laterocervicale, diabete mellito tipo II. Nel suo percorso di malattia è stato sottoposto a 2 linee di chemioterapia ed un ciclo di radioterapia sul collo; al termine dei trattamenti attivi è stato preso in carico dal nostro Day Hospice per la terapia di supporto. Al primo accesso presentava una lesione maligna ulcerata in regione sottomandibolare sinistra con abbondante essudato e margini iperemici; la medicazione della ferita evocava dolore severo (NRS 10). E' stata effettuata una zaffatura con benda a captazione batterica e una medicazione secondaria con schiuma di poliuretano e ossido di zinco sulla cute perilesionale; prima di ogni procedura veniva somministrata la dose rescue della terapia antalgica. Il paziente è stato quindi rivalutato con cadenza settimanale: durante le sedute è stata somministrata terapia di supporto, eseguito controllo della ferita ed adeguata la terapia domiciliare. Grazie ad una puntuale educazione sanitaria ed al contestuale supporto psiconcologico si è reso autonomo il caregiver ed è stato possibile eseguire rinnovo della medicazione a domicilio ogni 3 giorni. Durante l’assistenza è stato possibile osservare la riduzione dimensionale della lesione (da circa 4 a 2 cm), dell’essudato e si è ottenuto un discreto controllo del dolore periprocedurale (NRS 4). CASO 2 Sig.ra LB, 89 anni, affetta diabete mellito tipo II, arteriopatia degli arti inferiori stadio II, anemia multifattoriale, insufficienza renale cronica di grado III. La paziente, ricoverata in ambito internistico per scompenso cardiaco, presenta ulcera del terzo distale della gamba sinistra con abbondante secrezione sierosa; sono stati eseguiti tamponi della ferita risultati positivi per Staphylococcus Aureus meticillino-resistente che ha richiesto trattamento antibiotico. Al primo accesso al nostro ambulatorio presentava estesa ulcera alla gamba con abbondante essudato e lamentava dolore severo (NRS 10). E’ stata quindi eseguita medicazione con sulfadiazina argentica e schiume di poliuretano ed è stata avviata terapia antalgica con oppioidi maggiori ed adiuvanti (neurolettici); prima di ogni medicazione è stata somministrata la dose rescue di oppioide a rilascio pronto. Non è stato possibile effettuare educazione del caregiver per scarsa compliance. E’ stato quindi eseguito uno stretto follow-up ambulatoriale durante il quale si è assistito alla riduzione dimensionale della lesione (da circa 6 cm a 3 cm circa), dell’essudato e del dolore (NRS 2). CASO 3 Sig.ra ML, 83 anni, affetta da diabete mellito tipo II, mielite trasversa condizionante paraplegia. La paziente, ricoverata in ambito internistico per scadimento delle condizioni e difficoltà ad alimentarsi, presenta lesioni da decubito peritrocanteriche bilaterali. E’ stata quindi sottoposta a terapia di supporto endovenosa e debridement chirurgico delle ulcere; a seguire è stata posizionata VAC therapy. Al primo accesso presso il nostro ambulatorio la paziente presentava due lesioni, con abbondante essudato maleodorante; dato il quadro di paraplegia non lamentava alcun dolore. Le ulcere sono state medicate con alginati e schiume di poliuretano. Grazie all’educazione del caregiver è stato possibile eseguire rinnovo della medicazione a domicilio ogni 4 giorni. Durante l’assistenza si è osservare la riduzione dimensionale della lesione (da circa 3 cm a 0,5 cm circa), dell’essudato e la scomparsa dell’odore. CONCLUSIONI: I case report qui riportati hanno dimostrato come la gestione delle medicazioni delle lesioni croniche possa essere efficace anche in regime ambulatoriale, seppur impegnativa dal punto di vista organizzativo-gestionale. Grazie alla presenza costante di un infermiere esperto in wound care è stato possibile effettuare il corretto inquadramento delle lesioni e definire l’adeguato piano assistenziale in condivisione con tutta l’equipe. Questo modello organizzativo ha permesso di proseguire le cure erogate in regime ospedaliero anche in un setting ambulatoriale, in un continuum di cure, con ottimi risultati. Attraverso il coinvolgimento del caregiver, è stato possibile limitare il numero di accessi ambulatoriali, dando un sollievo globale al malato. Seppur in presenza di lesioni inguaribili attraverso la Qualità delle Cure si è ottenuto un tangibile miglioramento della Qualità di Vita del paziente.