LEZIONE 37 37.1. Altri esempi di superfici. In questo paragrafo daremo altri esempi di superfici. Esempio 37.1.1. Sia D ⊆ R2 un aperto. Allora il grafico Γϕ di una funzione ϕ: D → R3 di classe C 1 è una superficie regolare. Infatti la parametrizzazione f (u, v) = (u, v, ϕ(u, v)) è iniettiva (attenzione, come per le curve, si richiede l’iniettività di f , non di ϕ). Inoltre 1 0 Jf(u0 ,v0 ) = 0 1 ∂ϕ ∂ϕ ∂u (u0 , v0 ) ∂v (u0 , v0 ) ha sempre, evidentemente, rango 2. Per esempio siano a, b > 0 e si considerino il paraboloide ellittico e quello iperbolico di semiassi a, b, rispettivamente di equazioni x2 y2 + = 2z, a2 b2 x2 y2 − = 2z. a2 b2 Esempio 37.1.2. Sia S il cilindro luogo dei punti P = (x, y, z) soddisfacenti l’equazione (37.1.2.1) x2 + y 2 = %2 . Sia Pxy la proiezione ortogonale del punto P sul piano xy. Indichiamo con u l’angolo ~ xy . Indichiamo con v la quota del punto P (si veda la Figura 37.1). formato da ~ı e OP Chiaramente P = (% cos u, % sin u, v). In particolare S è immagine dell’applicazione f : R2 −→ R3 (u, v) −→ (% cos u, % sin u, v). In tal caso abbiamo Jf(u0 ,v0 ) −% sin u0 = % cos u0 0 0 0. 1 Typeset by AMS-TEX 1 2 37.1. ALTRI ESEMPI DI SUPERFICI Si noti che tale matrice ha sempre rango 2. z S v P O u y ρ Pxy x Figura 37.1 Il cilindro considerato è un caso particolare di cilindro proiettante una curva nel senso della costruzione seguente. Sia g = (gx , gy , gz ): I → C ⊆ R3 una qualsiasi curva parametrizzata e p~ = px~ı + py~ + pz~k un vettore non nullo. Si consideri f : R ×I −→ R3 (u, v) −→ (gx (u) + px v, gy (u) + py v, gz (u) + pz v). La superficie Cil(C, w) ~ = im(f ) viene detta cilindro proiettante C secondo la direzione di p~. Risulta dgx du (u0 ) px y : Jf(u0 ,v0 ) = dg du (u0 ) py dgz du (u0 ) pz in particolare, se g è una parametrizzazione regolare di C, la superficie parametrizzata f è regolare in P0 = f (u0 , v0 ) se e solo se la retta tangente a C in Q0 = g(u0 ) non è parallela al vettore p~. Si noti che, essendo (% cos u, % sin u, v) = (% cos u, % sin u, 0) + (0, 0, 1)v, il cilindro d’Equazione (37.1.2.1) è esattamente il cilindro proiettante la circonferenza di centro (0, 0, 0) e raggio % contenuta nel piano xy secondo la direzione di ~k . Chiaramente se C è piana e p~ è parallelo al piano di C, tale superficie è esattamente una regione non limitata del piano di C. Se p~ non è parallelo all’eventuale piano contenente C (se ne esiste uno), allora Cil(C, p~) è regolare se e solo se la curva C lo è. Come ultimo esempio si consideri la cubica sghemba C di equazioni (x, y, z) = (t, t2 , t3 ) definita nella Lezione 13. Sia p~ = ~ı + ~ + ~k . Allora Cil(C, p~) ha equazioni parametriche (x, y, z) = (u + v, u2 + v, u3 + v) LEZIONE 37 3 Esempio 37.1.3. Sia S il cono luogo dei punti P = (x, y, z) soddisfacenti l’equazione x2 + y 2 = z 2 . (37.1.3.1) ~ e ~k è costantemente uguale a π/4. Sia Pxy la proiezione Allora l’angolo formato da OP ~ xy . ortogonale del punto P sul piano xy. Indichiamo con u l’angolo formato da ~ı e OP Indichiamo poi con v la quota del punto P . z v P O y u Pxy x Figura 37.2 Chiaramente S è immagine dell’applicazione f : R2 −→ R3 (u, v) −→ (v cos u, v sin u, v). In tal caso abbiamo Jf(u0 ,v0 ) −v0 sin u0 = v0 cos u0 0 cos u0 sin u0 . 1 Si noti che tale matrice ha rango 2 per v 6= 0. Il cono considerato è un caso particolare di cono proiettante una curva nel senso della costruzione seguente. Sia g = (gx , gy , gz ): I → C ⊆ R3 una qualsiasi curva parametrizzata e A = (xA , yA , zA ) un punto. Si consideri f : R ×I −→ R3 (u, v) −→ (xA + (gx (u) − xA )v, yA + (gy (u) − yA )v, zA + (gz (u) − zA )v). La superficie Cono(C, A) = im(f ) viene detta cono proiettante C dal punto A e il punto A si dice vertice del cono. Risulta dgx v0 du (u0 ) gx (u0 ) − xA y Jf(u0 ,v0 ) = v0 dg gy (u0 ) − yA : du (u0 ) dgz v0 du (u0 ) gz (u0 ) − zA 4 37.1. ALTRI ESEMPI DI SUPERFICI in particolare la superficie parametrizzata f non è regolare per v0 = 0, cioè nel punto A. Per esercizio determinare una condizione geometrica su A e C che permetta di descrivere il luogo dei punti regolari della parametrizzazione f (almeno nell’ipotesi di regolarità di g). Si noti che, essendo (v cos u, v sin u, v) = (0, 0, 0) + (cos u, sin u, 1)v, il cono avente Equazione (37.1.3.1) è esattamente il cono proiettante la circonferenza di centro (0, 0, 1) e raggio 1 contenuta nel piano di equazione z = 1 dall’origine O. Cosa accade se C è piana e se A appartiene al piano della curva? Come ultimo esempio, si consideri, di nuovo, la cubica sghemba C di equazioni (x, y, z) = (t, t2 , t3 ). Sia A = (1, 0, 1). Allora Cono(C, A) ha equazioni parametriche (x, y, z) = (1 − v + uv, u2 v, 1 − v + u3 v) Esempio 37.2.5. Un esempio di superfici interessanti sono quelle ottenute nel modo seguente. Sia C ⊆ R3 non intersecante l’asse delle z: per ogni P ∈ C indichiamo con Pz la sua proiezione ortogonale sull’asse z che, per ipotesi, è diversa da P . Consideriamo allora la superficie Seg(C) unione di tutte le rette rP Pz passanti per P e Pz . Sia g = (gx , gy , gz ): I → C ⊆ R3 è una parametrizzazione di C: se P = g(t), allora Pz = (0, 0, gz (t)), quindi una parametrizzazione per Seg(C) è (u, v) 7→ f (u, v) = (vgx (u), vgy (u), gz (u)), con (u, v) ∈ I × R. Allora x v dg du (u) gx (u) y . = v dg du (u) gy (u) dgz 0 du (u) Jf(u,v) Determinare l’insieme dei punti dove f non è regolare. Per esempio sia C l’elica cilindrica di raggio % e passo h parametrizzata da g(t) = (% cos t, % sin t, ht), t ∈ R. Allora Seg(C) viene detta elicoide di passo h. Una sua parametrizzazione è data da (u, v) 7→ h(u, v) = (v% cos u, v% sin u, hu), con (u, v) ∈ R2 . Si noti che sostituendo al parametro v il parametro v/% si ottiene una nuova parametrizzazione dell’elicoide (u, v) 7→ f (u, v) = (v cos u, v sin u, hu), con (u, v) ∈ R2 , indipendente da %: ovvero l’elicoide dipende solo dal passo dell’elica generatrice, non dal suo raggio. LEZIONE 37 5 37.2. Il piano tangente a una superficie. Ritorniamo ora sulla nozione di superficie regolare per introdurre la nozione di piano tangente ad una superficie in un suo punto. Ricordiamo che dire che S è una superficie regolare significa che esiste una sua parametrizzazione f : D → S che sia iniettiva, di classe C 1 e tale che ∂fx ∂fx ∂u (u, v) ∂v (u, v) ∂fy y Jf(u,v) = ∂f ∂u (u, v) ∂v (u, v) ∂fy ∂fy ∂u (u, v) ∂v (u, v) su D. Dal punto di vista geometrio quest’ultima condizione significa che ∂f (u, v), ∂u ∂f (u, v), ∂v pensati come vettori applicati, non sono mai paralleli. Si fissi P0 ∈ S e sia (u0 , v0 ) ∈ D tale che f (u0 , v0 ) = P0 : d’ora innanzi supporremo che la superficie S sia regolare in P0 . Se C ⊆ S è una curva regolare passante per P0 si può vedere facilmente che esiste una funzione regolare g: I → D tale che F = f ◦ g: I → R3 sia una parametrizzazione regolare di C. Se F (t0 ) = P0 , allora g(t0 ) = (u0 , v0 ) e la retta tangente TP0 (C) a C in P0 risulta essere parallela al vettore ∂f dgu ∂f dgv dF (t0 ) = (u0 , v0 ) (t0 ) + (u0 , v0 ) (t0 ) 6= 0. dt ∂u dt ∂v dt In particolare tale retta è perpendicolare al vettore ~ = ∂f (u0 , v0 ) × ∂f (u0 , v0 ) N ∂u ∂v (che è non nullo per l’ipotesi sul rango della matrice jacobiana). ~ , quindi complanare Viceversa consideriamo un qualsiasi vettore p~ perpendicolare a N con i vettori ∂f ∂f (u0 , v0 ), (u0 , v0 ). ∂u ∂v Allora esistono λu , λv ∈ R non contemporaneamente nulli e tali che p~ = λu Siano λ = p ∂f ∂f (u0 , v0 ) + λv (u0 , v0 ). ∂u ∂v λ2u + λ2v e w = λ−1 (λu , λv ) allora ∂f ∂f ∂f (u0 , v0 ). p~ = λ wu (u0 , v0 ) + wv (u0 , v0 ) = λ ∂u ∂v ∂w Consideriamo la funzione g: R → R2 definta da g(u0 +twu , v0 +twv ). La funzione F = f ◦g è definita in un opportuno intorno sferico di (u0 , v0 ) e risulta dF ∂f ∂f ∂f (0) = (u0 , v0 ) = wu (u0 , v0 ) + wv (u0 , v0 ). dt ∂w ∂u ∂v 6 37.2. IL PIANO TANGENTE A UNA SUPERFICIE ~ in V3 (O) Quanto detto sopra dà una motivazione del fatto che il sottospazio generato N non dipende dalla parametrizzazione, ma solo dal punto P0 e dalla superficie, in quanto contiene tutti i vettori perpendicolari alle rette tangenti a tutte le curve tracciate su S nel punto P0 . Per questo motivo diamo la seguente definizione Definizione 37.2.1. Sia S una superficie regolare e f : D → R3 una sa parametrizzazione regolare. Se P0 = f (u0 , v0 ) ∈ S, la retta NP0 (S) di equazione ∂f ∂f (u0 , v0 ) × (u0 , v0 ) x = f (u0 , v0 ) + τ ∂u ∂v τ ∈ R, viene detta retta normale a S nel punto P0 . Ogni vettore parallelo a NP0 (S) viene detto vettore normale a S in P0 . Il piano TP0 (S) passante per P0 e perpendicolare a NP0 (S) viene detto piano tangente a S nel punto P0 . Riprendiamo ora gli esempi in questa lezione ed in quella precedente e calcoliamo l’equazione del piano tangente (e, quindi, della retta normale). Per esercizio si verifichi che se π ⊆ R3 è un piano e P0 ∈ π, allora TP0 (π) = π. Esempio 37.2.2. Si consideri la sfera S di centro l’origine e raggio % > 0. Ricordiamo (si veda il Paragrafo 35.2.2) che una sua parametrizzazione è (u, v) 7→ P = f (u, v) = (% cos u cos v, % sin u cos v, % sin v) e che la corrispondente matrice jacobiana è − sin u cos v Jf(u,v) = % cos u cos v 0 − cos u sin v − sin u sin v . cos v Dunque, quando v0 6= π/2 + kπ, k ∈ Z, un vettore normale a S in P0 = f (u0 , v0 ) è (cos u0 cos v0 )~ı + (sin u0 cos v0 )~ + (sin v0 )~k . Concludiamo che il piano tangente a S in un suo punto P 6= (0, 0, 1), (0, 0, −1), è il piano ~ . Cambiando parametrizzazione si osserva che vale passante per P e perpendicolare a OP una caratterizzazione analoga per il piano tangente a S nei punti (0, 0, 1) e (0, 0, −1). Esempio 37.2.3. Sia D ⊆ R2 un aperto. Abbiamo visto nell’Esempio 37.1.1 come il grafico Γϕ di ogni funzione ϕ: D → R3 di classe C 1 sia una superficie regolare. Se (u0 , v0 ) ∈ D, allora 1 0 , Jf(u0 ,v0 ) = 0 1 ∂ϕ ∂ϕ ∂u (u0 , v0 ) ∂v (u0 , v0 ) LEZIONE 37 7 sicché la retta normale NP0 (Γϕ ) a Γϕ nel punto P0 = (u0 , v0 , ϕ(u0 , v0 )) è parallela al vettore. ∂ϕ ∂ϕ (u0 , v0 )~ + ~k . − (u0 , v0 )~ı − ∂u ∂v In particolare il piano tangente TP0 (Γϕ ) a Γϕ in P0 ha equazione − ∂ϕ ∂ϕ (u0 , v0 )(x − u0 ) − (u0 , v0 )(y − v0 ) + (z − ϕ(u0 , v0 )) = 0 ∂u ∂v o, esplicitando rispetto a z, z = ϕ(u0 , v0 ) + ∂ϕ ∂ϕ (u0 , v0 )(x − u0 ) + (u0 , v0 )(y − v0 ). ∂u ∂v Si noti che l’equazione di tale piano non è altro che la parte iniziale dello sviluppo di Taylor della funzione ϕ di punto iniziale (u0 , v0 ). Esempio 37.2.4. Si consideri il cilindro S dell’Esempio 37.1.2. Una sua parametrizzazione è (u, v) 7→ P = f (u, v) = (% cos u, % sin u, v) e che la corrispondente matrice jacobiana è Jf(u,v) −% sin u 0 = % cos u 0 . 0 1 Dunque un vettore normale a S in P0 = f (u0 , v0 ) è (cos u0 )~ı + (sin u0 )~ . ~ xy ove Pxy è la proiezione ortogonale di P0 sul piano xy: Tale vettore è parallelo a OP concludiamo che il piano tangente a S in un suo punto P0 , è il piano passante per P0 e ~ xy . perpendicolare OP Osservazione 37.2.5. Si consideri il cono Cono(C, A) proiettante la curva C dal punto A. Abbiamo già determinato una parametrizzazione f di tale superficie in funzione di una parametrizzazione g di C. Abbiamo anche visto che anche se C è regolare, la parametrizzazione indotta f non è mai regolare in A. In effetti si dimostra facilmente che la superficie Cono(C, A) stessa non è mai regolare nel suo vertice. Infatti, se C non è piana, su Cono(C, A) giacciono tre rette passanti per A e non complanari. Dunque non può esistere nessun piano contenente le rette tangenti in A a tutte le curve tracciate su Cono(C, A), cosa che dovrebbe accadere se Cono(C, A) fosse regolare.