Brevi cenni alle parametrizzazioni Sia A un sottoinsieme di Rm . Un’applicazione differenziabile f : A → Rn si dice parametrizzazione di f (A) ⊂ Rn se è un diffeomorfismo su f (A) (cioè se è iniettiva con f −1 : f (A) → A differenziabile). L’immagine f (A) di una tale parametrizzazione è quella che a volte viene detta sottovarietà elementare di dimensione m. Una sottovarietà, in generale, è ricoperta da parametrizzazioni tra loro “compatibili”. Diamo solo degli esempi. f : {t ∈ R: −π < t < π} → R2 , x2 a2 2 + yb2 − 1 = 0 meno un punto f (t) = a cos(t), b sin(t) • Parametrizzazione dell’ellisse di equazione • Parametrizzazioni dei due rami dell’iperbole di equazione f± : R → R2 , x2 a2 f± (t) = ± a cosh(t), b sinh(t) 2 − yb2 − 1 = 0 • L’applicazione f da {θ ∈ R: −π < θ < π} × {ϕ ∈ R: − π2 < ϕ < tale che f (θ, ϕ) = (cos ϕ cos θ, cos ϕ sin θ, sin ϕ) π 2} a R3 è una parametrizzazione della sfera di centro 0 e raggio 1 privata di un meridiano. La sua inversa è l’applicazione che a un punto sulla sfera associa le sue coordinate longitudine e latitudine. • La seguente è una parametrizzazione della sfera di centro 0 e raggio 1, S2 = {x ∈ R3 : kxk = 1}, meno il polo nord P = (0, 0, 1): f : R2 → S2 \ {P }, f (s, t) = 1 (2s, 2t, 1 − s2 − t2 ). 1 + s2 + t2 La sua inversa è la proiezione stereografica (dal polo nord) sul piano che contiene l’equatore: x y g: S2 \ {P } → R2 , g(x, y, z) = , . 1−z 1−z • Sia A ⊂ Rm e f : A → Rn un’applicazione differenziabile, l’applicazione φ: A → Rm+n , φ(x) = (x, f (x)), è una parametrizzazione del grafico di f . • Superfici di rotazione. Sia A ⊂ R e f una parametrizzazione di f (A) inclusa nel semipiano {(x, z) ∈ R2 : x > 0}. L’applicazione φ: A × {t ∈ R: −π < t < π} → R3 , φ(s, t) = f1 (s)cos(t), f1 (s)sin(t), f2 (s) , è una parametrizzazione della superficie ottenuta ruotando la curva f (A) intorno all’asse z (meno una curva). 1 Sia f una parametrizzazione come sopra. Sia P ∈ A. Lo spazio tangente a f (A) in f (P ), Tf (P ) f (A), è il sottospazio vettoriale di Rn generato dai vettori ∂f ∂f (P ), . . . , (P ). ∂t1 ∂tm Poiché f è un diffeomorfismo sulla sua immagine, tali vettori sono linearmente indipendenti e formano quindi una base di Tf (P ) f (A). Esempi. • L’ellisse. f (t) = a cos(t), b sin(t) . d f (t) = − a sin(t), b cos(t) . dt Ad esempio, nel punto P di coordinate f (π/4), lo spazio (in √ √ tangente questo caso di dimensione 1) è generato dal vettore (−a/ 2, b/ 2). • La sfera. f (θ, ϕ) = (cos ϕ cos θ, cos ϕ sin θ, sin ϕ). ∂ f (θ, ϕ) = (−cos ϕ sin θ, cos ϕ cos θ, 0). ∂θ ∂ f (θ, ϕ) = (−sin ϕ cos θ, −sin ϕ sin θ, cos ϕ). ∂ϕ Ad esempio, nel punto P di coordinate f (π/4, π/4), lo spazio tangente (in questo caso di√dimensione 2) è generato dai vettori (−1/2, 1/2, 0) e (−1/2, −1/2, 1/ 2). Funzione implicita. Consideriamo il luogo degli zeri di una funzione differenziabile F (x1 , . . . , xn ). Assumiamo che in un punto Q ∈ Rn con F (Q) = 0 si abbia gradiente, ∂F ∂F (Q), . . . , (Q) ∈ Rn , ∂x1 ∂xn non nullo. In questo caso il punto si dice non singolare. Allora si può dimostrare che esiste una parametrizzazione di un intorno di Q, f : A → Rn (A ⊆ Rn−1 e f (A) intorno di Q). Se P ∈ A, con f (P ) = Q, lo spazio tangente nel punto Q è uguale al sottospazio dei vettori ortogonali al gradiente di F in Q. Infatti, per ogni j ≤ n − 1, n X ∂F ∂F ◦ f ∂fi (P ) = (f (P )) (P ) = 0 ∂tj ∂xi ∂tj i=1 poiché F f (t1 , . . . , tn−1 ) = 0 in un intorno di P . Esercizio: verificare esplicitamente la predetta ortogonalità nelle parametrizzazioni date sopra per l’ellisse e la sfera. 2 La stessa cosa si generalizza anche agli zeri di più funzioni F1 , . . . , Fm differenziabili, dove i gradienti sono linearmente indipendenti. Esiste una parametrizzazione di un intorno, f : A → Rn , e lo spazio tangente è uguale al sottospazio dei vettori ortogonali simultaneamente a tutti i gradienti delle F1 , . . . , Fm . 3