GIOCARE, CAMMINARE E CRESCERE
CON IL PROGETTO EDUCATIVO”
SEMINARIO
Roma, 4/5 marzo 2006
Un metodo per progettare
Luigi Regoliosi
Regoliosi - Sintema
1
Alcune domande
1. La nostra immagine di PE: noiosa incombenza burocratica, ‘libro dei
sogni’ o strumento di lavoro?
• 2.
Come viene costruito il progetto? Con chi viene condiviso? A
chi viene comunicato?
• 3. L’analisi dell’impianto dei sei progetti ha rivelato diversi ‘buchi’
nella progettazione, mancanza di collegamento tra le varie parti,
scarsa chiarezza dei processi di pensiero. Da che cosa dipendono
queste carenze?
• 4.
E’ chiaro il mandato, sono chiari i valori di riferimento? Li si
cita così poco perché si danno per scontati o perché sono poco
riconoscibili? O poco utili per progettare?
• 5. Quale considerazione si dà ai progetti che ci hanno preceduto?
• 6.
Quali strumenti si utilizzano per l’analisi dell’ambiente interno
ed esterno? Quali sono i bisogni più frequenti?
Regoliosi - Sintema
2
Alcune domande
1. La nostra immagine di PE: noiosa incombenza burocratica, ‘libro dei
sogni’ o strumento di lavoro?
• 2.
Come viene costruito il progetto? Con chi viene condiviso? A
chi viene comunicato?
• 3. L’analisi dell’impianto dei sei progetti ha rivelato diversi ‘buchi’
nella progettazione, mancanza di collegamento tra le varie parti,
scarsa chiarezza dei processi di pensiero. Da che cosa dipendono
queste carenze?
• 4.
E’ chiaro il mandato, sono chiari i valori di riferimento? Li si
cita così poco perché si danno per scontati o perché sono poco
riconoscibili? O poco utili per progettare?
• 5. Quale considerazione si dà ai progetti che ci hanno preceduto?
• 6.
Quali strumenti si utilizzano per l’analisi dell’ambiente interno
ed esterno? Quali sono i bisogni più frequenti?
Regoliosi - Sintema
3
Progettare
pro-jectare,
pro-iettarsi, prevedere,
disegnare scenari futuri,
immaginare
qualcosa
che non c’è
•
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4
Progetto
Un sogno con delle
scadenze
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5
Progetto
• Progetto:
un
artefatto
concepito come
un’ interfaccia
tra una ideazione (sogno) e
la realtà con i
suoi
vincoli;
immagine fisica
e coerente in
tutte le sue parti,
di un mondo
possibile.
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6
Perché è importante la
progettualità
• La progettualità è un valore che orienta le azioni di tutti i
nostri interventi.
• Implica la capacità di pro-iettarsi in avanti, di non fermarsi
al già noto e al già collaudato, di immaginare mondi
possibili, di pre-vedere i possibili effetti di una azione.
• E insieme la capacità di dare un ordine alle cose che si
fanno, di stabilire una linea e delle priorità
• Quando manca la progettualità si scivola nella istintività
(fare solo che che piace al momento) o nella ripetitività
(fare solo ciò che si è sempre fatto).
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7
Progettare in campo educativo
• In questo campo è più difficile proiettarsi in avanti, fare
previsioni, prevedere esiti. Quando impiego materiali
inanimati posso fare calcoli precisi, basati su leggi fisiche
immutabili, quando ho a che fare con persone, debbo
misurarmi con l’imprevedibilità delle risposte soggettive.
• In aree caratterizzate da complessità e incertezza , come
l’area educativa, non è possibile una progettazione
“razionale” di tipo ingegneristico.
• Occorre adottare un modello euristico: pensare al progetto
come una “sonda” che viene lanciata per conoscere la
realtà.
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8
Una mappa
• Concepire il progetto
come un testo-base con
parti scritte a penna (gli
elementi irrinunciabili) e
altre scritte a matita, che si
possono
cancellare e
correggere. O come la
mappa di un viaggio, con
un percorso base che
stabilisce delle priorità ma
contempla la possibilità di
variazioni,
deviazioni,
integrazioni
in
corso
d’opera.
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9
Due approcci alla progettazione
PIANIFICAZIONE
EURISTICA - DIALOGICA
Razionalità assoluta
Elaborazione condivisa
Organizzazione scientifica
Costruzione congiunta di significati
Separazione tra progettazione e
azione
Processo intersoggettivo di ricerca e
costruzione collettiva
Standardizzazione delle procedure
Flessibilità e adattabilità alle
situazioni
Approccio ingegneristico
Approccio di ricerca-azione
Es. Il progetto di un ponte
Es. Progetto giovani
Limite: Semplificazione,
eliminazione imprevisti
Limite:complessità e incertezza
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10
Progettazione e comunicazione
• Un progetto scritto è anzitutto uno strumenti di
comunicazione tra quelli che lo scrivono.
• Serve a comunicare con altri (ad es. genitori) con
cui si condivide una responsabilità educativa.
• Serve a introdurre nuovi capi o assistenti che si
inseriscono a progetto già avviato.
• Serve a lasciare una eredità scritta per i capi che
verranno dopo di noi.
• Per tutti questi motivi è importante scrivere un
progetto che possa essere letto e compreso da
chiunque.
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11
L’importanza del linguaggio
• Se un progetto deve servire anche come
strumento di comunicazione è
indispensabile che sia facilmente leggibile
da chiunque:
– Chiarezza dell’impianto
– Accessibilità e uniformità del linguaggio
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12
Elementi costitutivi di un progetto educativo
1.
2.
Il mandato istituzionale
Le premesse
•
•
valori
storia
L’analisi dei bisogni
3.
•
•
interni-esterni
le aree prioritarie
4.
5.
6.
7.
8.
9.
La rilevazione delle risorse
L’individuazione degli obiettivi
La scelta di una strategia di intervento (itinerari)
La scelta del metodo di intervento
La scelta dei contenuti dell’intervento
L’organizzazione
10.
I criteri di valutazione.
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13
L’impianto e le connessioni
MANDATO
PREMESSE
BISOGNI e aree prioritarie
RISORSE
STRATEGIA
OBIETTIVI
AZIONI
ORGANIZZAZIONE
METODO
CRITERI E STRUM.
VALUTAZIONE
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14
Diverse forme di progettazione
• Fascicoli
• Tabelle
• Mappe
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15
Esempi di impianto progettuale
• Potenza 1
• Analisi ambiente
interno (per branca)
• Bisogni
• Obiettivi
• Tempi
• Verifica
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Il mandato istituzionale
Le premesse (valori e storia)
L’analisi dei bisogni (interniesterni, le aree prioritarie)
La rilevazione delle risorse
L’individuazione degli obiettivi
La scelta di una strategia di
intervento
La scelta del metodo di
intervento
La
scelta
dei
contenuti
dell’intervento
L’organizzazione
I criteri di valutazione.
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16
Esempi di impianto progettuale
•
•
•
•
•
Imola 2
Bisogni
Aree prioritarie (temi)
Obiettivi
Strategie-metodicontenuto
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Il mandato istituzionale
Le premesse (valori e storia)
L’analisi dei bisogni (interniesterni, le aree prioritarie)
La rilevazione delle risorse
L’individuazione degli obiettivi
La scelta di una strategia di
intervento
La scelta del metodo di
intervento
La
scelta
dei
contenuti
dell’intervento
L’organizzazione
I criteri di valutazione.
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17
Esempi di impianto progettuale
•
•
•
•
Imola 3
Analisi interna
Bisogni
Aree prioritarie
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Il mandato istituzionale
Le premesse (valori e storia)
L’analisi dei bisogni (interniesterni, le aree prioritarie)
La rilevazione delle risorse
L’individuazione degli obiettivi
La scelta di una strategia di
intervento
La scelta del metodo di
intervento
La
scelta
dei
contenuti
dell’intervento
L’organizzazione
I criteri di valutazione.
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18
Esempi di impianto progettuale
• Imola 4
• Premesse
– Obiettivi
– Metodi/azioni
• Premesse
– Metodi/azioni
– Obiettivi
• Premesse
– Metodi
– Analisi
– Metodi/azioni
• Premesse
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Il mandato istituzionale
Le premesse (valori e storia)
L’analisi dei bisogni (interniesterni, le aree prioritarie)
La rilevazione delle risorse
L’individuazione degli obiettivi
La scelta di una strategia di
intervento
La scelta del metodo di
intervento
La
scelta
dei
contenuti
dell’intervento
L’organizzazione
I criteri di valutazione.
– Metodi
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19
Esempi di impianto progettuale
•
•
•
•
•
•
Napoli 20
(Analisi )
(Bisogni)
Azioni (obiettivi?)
Obiettivi (azioni?)
Stili di lavoro
(metodi?)
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Il mandato istituzionale
Le premesse (valori e storia)
L’analisi dei bisogni (interniesterni, le aree prioritarie)
La rilevazione delle risorse
L’individuazione degli obiettivi
La scelta di una strategia di
intervento
La scelta del metodo di
intervento
La
scelta
dei
contenuti
dell’intervento
L’organizzazione
I criteri di valutazione.
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20
Esempi di impianto progettuale
• Savona 10
• Mandato
• Analisi ambiente
int./est.
• Aree prioritarie
– Analisi
– Dim. Valoriale
(premesse)
– Obiettivi educativi
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Il mandato istituzionale
Le premesse (valori e storia)
L’analisi dei bisogni (interniesterni, le aree prioritarie)
La rilevazione delle risorse
L’individuazione degli obiettivi
La scelta di una strategia di
intervento
La scelta del metodo di
intervento
La
scelta
dei
contenuti
dell’intervento
L’organizzazione
I criteri di valutazione.
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21
Esempi di impianto progettuale
• Genova 27
• Valori e storia
• Analisi bisogni
int./est.
• Rilevazione risorse
• Aree prioritarie
• Obiettivi
• Strategia/itinerari
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Il mandato istituzionale
Le premesse (valori e storia)
L’analisi dei bisogni (interniesterni, le aree prioritarie)
La rilevazione delle risorse
L’individuazione degli obiettivi
La scelta di una strategia di
intervento
La scelta del metodo di
intervento
La
scelta
dei
contenuti
dell’intervento
L’organizzazione
I criteri di valutazione.
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22
Esempi di impianto progettuale
• Roma 74
• Glossario
• Finalità educative (aree
prioritarie)
• Obiettivi
• Attenzioni educative:
– Contenuti
– Metodi
• Criteri valutazione
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
Il mandato istituzionale
Le premesse (valori e storia)
L’analisi dei bisogni (interniesterni, le aree prioritarie)
La rilevazione delle risorse
L’individuazione degli obiettivi
La scelta di una strategia di
intervento
La scelta del metodo di
intervento
La
scelta
dei
contenuti
dell’intervento
L’organizzazione
I criteri di valutazione.
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23
Principali carenze nell’impianto
(su 8 progetti)
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Il mandato (1)
I valori di riferimento (3)
La storia antecedente (1)
Analisi bisogni esterni (1)
Risorse (1)
Strategia (2)
Metodo (4)
Contenuti-azioni (4)
Organizzazione (1)
Valutazione (2)
• Non è sempre chiaro
il collegamento tra le
varie parti
• Non è sempre chiara
la terminologia usata
(N.B.: un progetto è
introdotto da un
glossario dei termini
usati)
Regoliosi - Sintema
24
Il mandato
• Si educa sempre a partire da un mandato, da una
investitura. Interrogarsi attorno al mandato significa
rispondere alle domande : chi mi autorizza? e con quali
fini?
• Il Gruppo Scout non è una qualunque agenzia del tempo
libero, né solo un servizio socioeducativo
• Il Progetto educativo di Gruppo è l’espressione di una
comunità che vive.
• La Co.Ca agisce in base ad un preciso mandato della
Associazione. Riconoscere questo mandato, esplicitarlo
significa superare una visione del lavoro educativo troppo
focalizzata sulla personalità dei singoli capi, troppo
soggettiva, ed evidenziare il rapporto forte tra Gruppo e
Associazione.
Regoliosi - Sintema
25
Esempio di mandato
• “ Il progetto educativo di gruppo elaborato dalla Comunità capi
assicura l’unitarietà della proposta educativa dell’Associazione tra le
varie unità, la sua continuità tra le varie branche, il suo adattamento
alle accertate necessità dell’ambiente in cui il gruppo vive. Il progetto
educaticativo di gruppo, che assume forma scritta, si muove
all’interno dello Statuto, del Patto associativo e del Regolamento
dell’Associazione. Esso è presentato ad ogni nuovo capo che entra in
Comunità capi, illustrato alle famiglie dei ragazzi e periodicamente
ridiscusso secondo le necessità.
• Il progetto educativo di gruppo viene concretizzato nei programmi di
unità con gli strumenti specifici di ciascuna branca.” (art 5
Regolamento metodologico CG2004 )
Regoliosi - Sintema
26
Le premesse/i valori di
riferimento
Educare comporta sempre una scelta di campo, la
decisione di promuovere un certo tipo di uomo,
incrementando certe dimensioni e contrastandone altre.
Occorre dunque domandarsi di quali valori, di quali
opzioni siamo portatori.
Quali sono le premesse (i valori irrinunciabili) su cui si
fonda l’Associazione?
E quali sono le premesse (le
attenzioni particolari, i modelli, gli orientamenti
preferenziali) dei singoli Capi ? Dalla coniugazione tra
questi sistemi di pensiero nascono i fondamenti culturali
ed etici su cui si baseranno le scelte che guideranno il
progetto.
Regoliosi - Sintema
27
Esempi di valori
–
–
–
–
–
Fede
Autoeducazione
Coerenza scout
Essenzialità
Avventura
– Legge scout, Promessa,
Motto
– Autonomia
– Creatività
– Relazione
– Protagonismo
Regoliosi - Sintema
28
Le premesse/la storia precedente
• Il P.E. non nasce dal nulla, si colloca dentro
ad una storia che lo precede.
• E’ necessaria quindi una verifica del
Progetto precedente per capire:
–
–
–
–
Che cosa rimane irrinunciabile
Che cosa può essere riproposto
Che cosa può considerarsi superato
Che cosa dev’essere rimosso o modificato
Regoliosi - Sintema
29
Esempio di storia
• Nel 1987 il gruppo GENOVA 54, forte dell’abbondanza della
Branca R/S decide di dare vita ad un progetto di sviluppo
finalizzato a portare lo scoutismo in altre realtà parrocchiali
sestresi. A cominciare dal Clan gradualmente inizia la
realizzazione di un piano più completo che riguarda anche le
altre branche.
• Nell’Ottobre del 1998 nasce il gruppo GENOVA 27, il cui nome è
scelto dividendo a metà il numero del gruppo originale. Esso
assume vita autonoma e si lancia in un tentativo di forte
integrazione con la realtà parrocchiale. Il gruppo anima il
territorio intorno alla chiesa di Virgo Potens.
• Nel 2001 si svolge il primo campo di gruppo a Piazzole di
Brescia.
• È interesse del nostro, come di ogni gruppo scout, radicarsi nel
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30
contesto al pari delle altre istituzioni ed agenzie educative
I bisogni/analisi dell’ambiente interno
• Ogni progetto educativo presuppone l ’esistenza di un bisogno da
parte dell’utente. Ma il più delle volte si tratta di una domanda
inespressa, implicita. E’ molto raro che un ragazzo esprima una
esplicita domanda di educazione.
• Una parola chiave nella progettazione è dunque l’ascolto e l’indagine:
l’ascolto della realtà verso la quale agisco, dei fatti e degli eventi; non
ci può essere progetto educativo se non nasce da un ascolto e da una
capacità di osservazione attenta e profonda dei bisogni dell’altro che
ho di fronte.
• Dall’osservazione della vita del Gruppo e del comportamento dei
ragazzi dovremo dedurre quali sono le aree dove si individuano
carenze, debolezze, fragilità, urgenze.
Regoliosi - Sintema
31
Esempi bisogni interni
• Difficoltà a mantenere fede ad un impegno
• Educati al ‘tutto e subito’ puntano al minimo sforzo senza l’ambizione
di ottenere il massimo risultato
• Scarsa disponibilità all’ascolto e all’accoglienza, specialmente se nei
confronti della diversità;
• Mancanza di rispetto per le cose e per gli ambienti
• Difficoltà a trovare un equilibrio nella gestione dei propri impegni e
delle proprie energie, specialmente in relazione alla gestione del
proprio tempo;
• Difficoltà nel vivere la dimensione spirituale sin dalle cose più
semplici come la partecipazione alla S. Messa domenicale.
• Hanno paura di farsi vedere diversi dagli altri, di andare
controcorrente.
Regoliosi - Sintema
32
I bisogni/analisi dell’ambiente esterno
• E’ necessario conoscere i valutare la realtà
in cui vivono i nostri ragazzi
• Gli ambiti di riferimento: famiglie, tessuto
sociale, contesto ecclesiale, scolastico,
culturale, politico-amministrativo
• La condizione minorile e giovanile a livello
nazionale e locale
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33
Esempi di bisogni esterni
FAMIGLIE
• Appartengono prevalentemente ad un ceto medio- alto.
• Sono prevalentemente unite ( nuclei familiari stabili), pochi separati. I
genitori lavorano entrambi, con una maggiore presenza in casa della
mamma.
• La maggioranza delle famiglie è scarsamente impegnata
nel
volontariato e/o in politica.
• Seguono abbastanza la vita scolastica ed extrascolastica dei loro figli.
La maggior parte dei genitori condivide la scelta scout ...
• La maggioranza non va a Messa e non prega con i propri figli, scarsa è
dunque la testimonianza di un cammino di fede .
• Conosce i luoghi e le amicizie frequentati dai propri figli/e.
• I ragazzi più grandi … non sono particolarmente stimolati ad avere
ideali, essere creativi, fare scelte controcorrente.
•
Regoliosi - Sintema
34
I bisogni/le aree di impegno prioritario
• Dall’analisi esterna-interna dovrebbero
emergere le aree che richiedono con
maggiore urgenza un intervento educativo
• Nella scelta delle priorità terremo presenti i
principi e i valori contenuti nel mandato e
nelle nostre premesse: si tratta di leggere il
divario tra la cultura dell’ambiente e i valori
scout.
Regoliosi - Sintema
35
Esempi di aree di intervento
prioritario
–
–
–
–
–
–
–
–
–
Promuovere l’autonomia
Sviluppare la creatività
Educare alle relazioni
Promuovere il
protagonismo
Educare all’avventura
Educare alla responsabilità
Educare al rispetto
Educare
all’ascolto
e
all’accoglienza
Educare alla gestione del
tempo
–
–
–
–
–
–
–
–
Regoliosi - Sintema
Educare alla scelta
Educare alla pace
Educare all’amore
Educare
all’essere
in
alternativa all’avere
Educare alla fede
Educare alla dimensione
spirituale
Educare al senso delle
tradizioni/alla comunità
Insegnare il rispetto delle
regole
36
Le risorse
• Per tradurre in realtà il ‘sogno’ dobbiamo
vincolare le nostre scelte alle risorse di cui
disponiamo:
– Le nostre capacità e competenze, il tempo e gli
strumenti di cui possiamo disporre
– Le possibili sinergie con altri soggetti e agenzie
– Le capacità, le abilità, le qualità dei ragazzi con
cui fare alleanza
Regoliosi - Sintema
37
Esempio di risorse
Siamo bravi perché…
L/C
E/G
R/S
Entusiasmo e
collaborazione
Condivisione
nella fede
Stile (uniforme)
Senso di
appartenenza al
gruppo
Buon modello
familiare
Essenzialità
Attenzione all’altro anche
se
problematico
Colpi di genio
Impegno
Rapporto ragazzoragazza
Vita di squadriglia
Disponibilità
Servizio
Comunità
Carta di Clan
Idea dello
scouting
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38
Gli obiettivi
• Coniugando il mandato associativo con i bisogni e le
risorse dei ragazzi (e del Gruppo ) dovremo giungere alla
individuazione di obiettivi che presentino le seguenti
caratteristiche:
• - congruenti con il mandato;
• - realistici, cioè commisurati alla situazione rilevata in base
all'esame dei bisogni e delle risorse;
• - centrati sul singolo effetto che si intende raggiungere;
• - concreti e verificabili, cioè tali da definire in modo chiaro
e inequivocabile un evento o un comportamento specifico,
suscettibile di essere direttamente osservato e misurato.
Regoliosi - Sintema
39
Esempi di obiettivi ‘praticabili’
– Sviluppare l’attenzione alle piccole cose, alla
semplicità, all’essenzialità
– Educare al rispetto delle cose comuni,
facendole sentire come proprie
– educare all’ascolto di se stessi e alla riflessione
Regoliosi - Sintema
40
Esempi di obiettivi ‘poco
praticabili’
– Rendere liberi i ragazzi nel pensare e nell’agire da
modelli culturali ed economici che condizionano e
opprimono, da ogni accettazione passiva di proposte e
ideologie
– Educare ad essere uomini e donne con una mente
culturalmente aperta
– Capire insieme a loro come sta cambiando la realtà in
bene e in male
Regoliosi - Sintema
41
Esempi di obiettivi ‘impropri’
- Proporre catechesi brevi, utilizzando letture,
spiegazioni e domande stimolo
- Creare con i ragazzi occasioni di
concretizzazione di interessi e impegni culturali
- Offrire occasioni e metodi per approfondire la
Parola di Dio
Regoliosi - Sintema
42
La strategia/gli itinerari
Le premesse culturali e la lettura dei bisogni e delle risorse
dovrebbero indicare la strada per la definizione di una
strategia di intervento educativo efficace e coerente con
gli orientamenti di fondo dell’Associazione.
Scegliere una strategia significa decidere “su che cosa si fa
leva per…” raggiungere i risultati attesi. Da dove si parte
(dall’aggregazione, dal gioco, da un annuncio esplicito ed
esigente, da una proposta di amicizia, ecc.) e attraverso
quali tappe si intende sviluppare il percorso.
Nei documenti dell’associazione si parla a questo riguardo di
‘itinerari pedagogici’ (scoperta – competenza responsabilità).
Regoliosi - Sintema
43
Esempi di strategie
– Avere attenzione per i passaggi istituzionali
nella vita dei ragazzi (scelta scolastica..)
– Valorizzare il significato dei simboli come
scelte legate all’esperienza fatta
– Aiutarli a capire i loro bisogni partendo dalle
loro emozioni
– Dare spazio ed importanza alle verifiche alla
fine di un’attività.
Regoliosi - Sintema
44
Le azioni
• E’ la scelta più concreta e quella più facilmente
descrivibile: riguarda una indicazione di massima sulle “
cose da fare”, le attività, le iniziative, i percorsi ecc. , che
poi confluiranno nella programmazione specifica.
Naturalmente anche la scelta dei contenuti deve scaturire
dalla strategia e deve essere fortemente agganciata agli
obiettivi. Occorre cioè domandarsi: questa iniziativa, a
quali obiettivi risponde? Come si inserisce nella strategia
complessiva?
Questo per evitare che certe attività si
portino avanti solo per inerzia, per abitudine, sebbene da
tempo se ne sia smarrito il significato.
Regoliosi - Sintema
45
Esempi di azioni
• Ideare un TG che evidenzi gli aspetti positivi del
mondo o le notizie più trascurate…
• Mercatino delle divise che non si usano più
• Uscite di preghiera di Zona; incontri di preghiera
fra le Co.Ca; momenti di riflessione ed
approfondimento personale
• Dedicare tempo e creare occasioni per
“chiacchierare” in comunità.
Regoliosi - Sintema
46
Il metodo
• Ciò che “parla” ai ragazzi, ciò che veramente li colpisce e
li coinvolge non sono tanto i contenuti delle nostre attività,
quanto il modo con cui vengono proposte.
• Il metodo è il punto di convergenza sintetico tra
intenzionalità (obiettivi) e premesse (valori).
 Metà odòs: la via attraverso cui raggiungere la meta
• Il metodo è portatore di un significato nei confronti della
realtà, per cui la scelta di un metodo rispetto a un altro
connota la qualità del mio rapporto con la realtà
• Dalla scelta del metodo discendono le tecniche e gli
strumenti adottati
Regoliosi - Sintema
47
Esempi di indicazioni metodologiche
• Proporre testimonianze di vite vissute nella fede (santi …).
Testimoniare la gioia della fede prima di tutto come capi
• Riscoprire il valore dell’abilità manuale e di un uso corretto dei
materiali dedicando il tempo delle attività a questo.
• Accompagnare i ragazzi nel “fare le cose” insegnandogli ad
organizzarsi (ad es le riunioni di sq.,…)
• che i momenti di preghiera siano fortemente collegati all'insieme delle
altre attività, e caratterizzati dalla dimensione della gioia.
• pensare a modalità che facciano sì che i ragazzi si sentano
"protagonisti" dei vari momenti; “ask the boy”: porre i ragazzi al
centro.
• Spiegare il senso e il valore delle regole
• Imparare a gustare le cose semplici facendone esperienza
• Dare risalto agli impegni presi comunitariamente attraverso verifiche
puntuali.
Regoliosi - Sintema
48
Esempi di indicazioni metodologiche/2
• Curare l’accoglienza dei ragazzi per entusiasmarli e ridurre
il ‘trauma’ dei passaggi
• Creare in ogni riunione un momento di preghiera
proporzionato alla età
• Verificare che ognuno abbia un incarico commisurato agli
obiettivi personali prefissati
• Non bocciare la proposta dei ragazzi perché non si conosce
la tecnica necessaria, ma cercare il ‘maestro della tecnica’
• Stare attenti a realizzare iniziative che valorizzino lo
‘specifico femminile’.
Regoliosi - Sintema
49
L’organizzazione
• Riguarda le scelte che relative all’uso del
tempo, dello spazio, delle regole, alla
definizione dei ruoli.
• Una organizzazione non è mai ‘neutra’, ma
riflette i significati e gli orientamenti
strategici e metodologici di un sistema
educativo.
Regoliosi - Sintema
50
La valutazione
• La valutazione è un’ottica in base alla quale attribuiamo valore e
significato alle azioni che compiamo e agli eventi che accadono, e che
ci consente di apprendere continuamente dall’esperienza.
• Vi sono due livelli di valutazione:
a. la valutazione di processo
b. la verifica dei risultati.
• La prima riguarda lo svolgimento delle azioni educative, le modalità
di partecipazione, la coerenza della strategia e del metodo adottati .
• La verifica dei risultati scaturisce dal confronto tra gli obiettivi
previsti e i frutti raccolti. Per effettuare una buona verifica dei risultati
occorre che ad ogni obiettivo si accompagni, già in sede di
progettazione, la esplicitazione di indicatori che descrivano in termini
concreti quali sono i risultati attesi, cioè quali cambiamenti, quali
eventi tangibili ci attendiamo per poter dire di aver conseguito
l’obiettivo desiderato.
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Esempi di valutazione
• Solo due progetti su 8 fanno accenno alla valutazione,
limitandosi a prevedere due momenti all’anno (sul
triennio) di verifica, applicati a obiettivi a breve, medio e
lungo termine.
• Non si fa riferimento alla costruzione di indicatori, che
invece potrebbe costituire un momento importante di
condivisioni di significati.
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Alcune domande
1. La nostra immagine di PE: noiosa incombenza burocratica, ‘libro dei
sogni’ o strumento di lavoro?
• 2.
Come viene costruito il progetto? Con chi viene condiviso? A
chi viene comunicato?
• 3. L’analisi dell’impianto dei sei progetti ha rivelato diversi ‘buchi’
nella progettazione, mancanza di collegamento tra le varie parti,
scarsa chiarezza dei processi di pensiero. Da che cosa dipendono
queste carenze?
• 4.
E’ chiaro il mandato, sono chiari i valori di riferimento? Li si
cita così poco perché si danno per scontati o perché sono poco
riconoscibili? O poco utili per progettare?
• 5. Quale considerazione si dà ai progetti che ci hanno preceduto?
• 6.
Quali strumenti si utilizzano per l’analisi dell’ambiente interno
ed esterno? Quali sono i bisogni più frequenti?
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Alcune domande
• 7. Perché così poca attenzione alle risorse (dei ragazzi e dei
capi?)
• 8.
Come imparare ad individuare obiettivi più concreti e
realistici?
• 9.
Dai progetti emergono anche poche indicazioni di
strategia e di metodo: come ridare forza e centralità al
metodo, che è elemento caratterizzante dell’esperienza
scout?
• 10. Come valutare i nostri progetti.
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