DAL 29 GENNAIO ALL’11 FEBBRAIO PAG.11 IL GIORNALE DELL’INFORMATION & COMMUNICATION TECHNOLOGY Progetti COOPERAZIONE INTERNAZIONALE In quindici in missione a Roma e Milano per battere la strada della cooperazione Ict, i vichinghi alla conquista dell’Italia A caccia di business le aziende svedese fanno leva sul successo della connazionale Ericsson Mila Fiordalisi Pronte per la missione italiana. Le aziende svedesi dell’Ict puntano ad avviare un programma di cooperazione con l’Italia con l’obiettivo di farsi conoscere e soprattutto di fare business con le nostre aziende. Dopo Spagna e Portogallo - dove è stato avviato un analogo programma di cooperazione ad aprile del 2006 - è ora l’Italia la terra di conquista delle imprese svedesi, nate e cresciute in quel di Kista, il parco tecnologico alle porte di Stoccolma che ad oggi conta 1.350 aziende, di cui 450 operative nel settore dell’Ict. Il cluster, uno dei più innovativi ed estesi al mondo - il totale delle aziende dell’Ict supera quello di Sophia Antipolis in Costa Azzurra - è in continua evoluzione: un progetto di ampliamento è già in corso e mira ad estendere ulterioriormente le dimensioni della cittadella dell’hi-tech attraverso la creazione di nuovi uffici e unità abitative da completare entro il 2015; al momento l’area si estende su una superficie di 2 milioni di mq e conta 30mila impiegati di cui 9mila facenti capo ad Ericsson, l’azienda che ha contribuito allo sviluppo del parco e a dare vita ad un vero e proprio “indotto” fatto di piccole realtà nate su progetti promossi da molti ex manager della compagnia. Ed è proprio su Ericsson che le aziende della “missione” fanno leva per introdursi sul mercato italiano; l’azienda fa parte del board di Kista, insieme a Ibm-Nordic (la costola nordeuropea della società statunitense che rappresenta l’altra grande realtà del Parco), il Royal Institute of Technology a la City of Stockholm. Quindici le Ict company che hanno aderito al programma “Sweden-Italy. Telecom Business Opportunity”, supportato dall’Ambasciata di Svezia a Roma dall’ufficio commerciale di Milano , in collaborazione con Ericsson e Assolombarda: si tratta di Global Ip Sound (tecnologie per migliorare la qualità dell’audio sulle infrastrutture Ip), Netadmin (soluzioni per la gestione e il controllo dei network), Synapse (soluzioni per i mobile network), aWaves (training sui mobile standard e sulle tecnologie 3G), Net Insight (prodotti e soluzioni per Sdh/Sonet), Tilgin (soluzioni per la gestione della customer base attraverso i nuovi network), Avitec (soluzioni radio per tutte le tipologie di reti), Procera Networks (gestione del traffico per Ip network), Ikivo (contenuti audio-video EXPORT Ammonta a 465 mln il valore dell’export svedese in Italia per l’anno 2005 H i-tech come soluzione di molti problemi, certo, ma occorre capire come e come investire. Se voglio che il Sud d’Italia avanzi, è necessario che Internet vi corra come a Milano. In genere è sconsigliabile fare cronaca delle proprie personali vicende, ma quella che segue coinvolge migliaia di utenti del Gargano, che pagano le bollette al produttore, il quale promette un collegamento ADSL “per navigare in rete senza limiti”, garantito da un nome dolce, che certica l’ingresso nel paese delle meraviglie. Durante le vacanze di Natale, ospite d’un conoscente (numero telefonico 0882451***), IL SITO INTERNET DEL PROGRAMMA Italiantelecom.com e il biz si fa online A sostegno del programma di cooperazione Svezia-Italia è stato attivato un sito Internet ad hoc: all’indirizzo www.italiantelecom.com è possibile trovare tutte le informazioni relative agli eventi di Milano (29 gennaio) e Roma (31 gennaio), organizzati per la presentazione al grande pubblico della delegazione delle aziende svedesi dell’Ict guidata dal Sottosegretario del Commercio estero Hans Jeppson (evento organizzato dall’Ambasciata di Svezia a Roma e dall’ufficio commerciale di Milano in collaborazione con Ericsson e Assolombarda). Online anche informazioni sulle attività del parco tecnologico Kista e sulle aziende che hanno aderito al programma di cooperazione, con descrizioni specifiche delle soluzioni e del prodotti proposti. e grafica per telefoni cellulari), Operax (soluzioni per i carrier che dispongono di network multi-service), Pointsec (soluzioni per la sicurezza delle piattaforme mobili), Dmb (consorzio che si occupa di Digital Multimedia Broadcasting), Appgate (soluzioni per la sicurezza delle reti), Kiwok (sistemi per servizi e-health su piatta- KISTA Il parco tecnologico alle porte di Stoccolma è fra i maggiori al mondo: 450 le aziende dell’Ict forme mobili) e Mobilico (società che ha sviluppato una piattaforma per il gioco del poker sui telefoni cellulari). I nomi, al momento, non dicono molto anche se alcune società già operano sul mercato italiano o sono già in contatto da tempo con le aziende nostrane per lo sviluppo di singoli progetti: Operax ha in corso un deal con Telecom Italia e Avitec fornirà i ripetitori radio per la metropolitana di Brescia. La Svezia inoltre guarda all’Italia con sempre maggior interesse anche e soprattutto in considerazione dei già consistenti numeri dell’export: nel 2005 le esportazioni svedesi in Italia, per il settore telecomunicazioni, hanno fruttato 465 milioni di euro, rappresen- tando la più significativa esportazione verso l’Italia da parte dell’industria svedese. Buona parte delle soluzioni proposte - come si evince dai curriculum delle aziende in campo- sono dedicate alle reti di nuova generazione. Dunque sarà inevitabilmente Telecom Italia - che sta lavorando sulla nuova rete Ngn - il target numero uno. Ma non solo: tutte le aziende di telecomunicazioni sono impegnate nell’upgrade dei network per offrire servizi innovativi e dunque le opportunità non mancheranno, almeno sulla carta. Poi bisognerà fare i conti con la competizione di mercato. Una cosa è certa: le aziende svedesi dovranno dimostrare di avere una marcia in più per farsi strada. Ma non sarà facile. “Abbiamo le competenze tecnologiche ma manchiamo di businessmanship - spiega al Corriere delle Comunicazioni Jan Carlzon, presidente della Federazione svedese delle imprese (la maggiore organizzazione del Paese, con 55mila aziende affiliate di cui il 5% del comparto Ict) -. Siamo bravissimi nello sviluppo tecnologico e nella gestione dei costi, ma in quanto a capacità di fare business abbiamo ancora da imparare. Bisogna lavorare molto su questo aspetto altrimenti rischiamo di non riuscire a tenere testa al mercato globale. Dobbiamo modificare il nostro modello; le aziende devono imparare ad essere customer-driven ed occuparsi meno degli aspetti meramente tecnici e tecnologici”. Il Presidente della Federazione loda la joint venture fra Sony ed Ericsson: “L’operazione ha avuto successo soprattutto perché ha messo insieme due realtà completamente differenti: da un lato Ericsson, una società iper-specializzata nelle tecnologie e dall’altra Sony, un’azienda vincente anche e soprattutto sul fronte della customer satisfaction”. «Meno hardware e più contenuti per essere vincenti» Stimolare la crescita di nuove imprese, la mission del ministro Asa Torstensson Sì alle infrastrutture, ma soprattutto più contenuti per l’Ict: questi i due grandi obiettivi nell’agenda del neo-ministro svedese per le Comunicazioni Asa Torstensson. Responsabile per le infrastrutture, la nuova lady dell’Ict svedese non nasconde le difficoltà di un Paese “che dopo anni di leadership tecnologica a livello globale, comincia a perdere punti a causa dell’avanzata dei Paesi emergenti”. Ministro come intende procedere? L’obiettivo del nuovo Governo, indipendentemente dal singolo campo d’azione, è stimolare la nascita di nuove imprese ossia di rinverdire il business. E in particolare per quel che riguarda l’Ict vogliamo incoraggiare lo sviluppo di idee e progetti innovativi. Che tipo di progetti? Stiamo virando in direzione del software e dei contenuti. Abbiamo fatto molto nel campo delle infrastrutture. La Svezia è un Paese tecnologicamente avanzato, ma esiste una sorta di gap fra l’avanzamento tecnologico ed i contenuti, ossia i servizi e le opportunità offerte dalle tecnologie. Inoltre ci sono grandi imprese mentre soffre la categoria delle medie e vogliamo spingere proprio in questo senso affinché si creino nuove opportunità di business. Inoltre stimolare nuovi business significa anche creare nuove opportunità di occupazione. Meno hardware dunque? Sì, decisamente meno hardware. In sostanza il nostro obiettivo è “riempire” l’Ict di contenuti. Ciò non significa che le infrastrutture saranno in secondo piano. Anzi. Siamo intenzionati a rafforzare le infrastrutture di base, in particolare quelle per l’ulteriore sviluppo della banda larga. Nel Paese ci sono ancora aree scoperte; si tratta di siti molto periferici, di aree dove la densità della popolazione è bassissima. Ma non per questo le riteniamo meno importanti. Vogliamo che tutti gli svedesi siano in grado di connettersi al broadband e che abbiano tutti le stesse opportunità. WIMAX La gara sarà caratterizzata da un’asta a rilancio e riguarderà tutto il Paese Già aperte le iscrizioni Quali progetti per il broadband? Intanto abbiamo messo in campo ulteriori stanziamenti per l’avanzamento della rete in fibra ottica ossia abbiamo prolungato per tutto il 2007 il piano degli investimenti che si concludeva al 2006 (secondo quanto previsto dal precedente Governo, ndr). Poi stanno andando avanti le operazioni per l’assegnazione delle licenze WiMax. Per noi il wireless è importantissimo perché ci consentirà di raggiungere aree in cui le compagnie del cavo sono poco interessate ad investire. Come si svolgerà la gara? Sarà un’asta e le offerte andranno a rilancio. Riguarderanno tutto il territorio e ci auguriamo che ci sia un’elevata partecipazione soprattutto nelle aree più periferiche. M.F. TRIPWIRE IL CARGO, L’ALISCAFO E L’ADSL SCOMPARSA Tecnologie e sicurezza: nel web o in mare, nel Mezzogiorno la navigazione è incerta PIERO LAPORTA* il collegamento a Internet si è interrotto il mattino di Capodanno e, nonostante ripetute sollecitazioni al centro di assistenza, no all’Epifania, quando siamo ripartiti, nessuna connessione è stata possibile. Solo due giorni dopo la nostra partenza - quindi a otto giorni dal guasto - il collegamento è stato ripristinato, per poi interrompersi ancora due giorni dopo. Così a trecento chilometri da Roma, come si fosse nel Terzo Mondo. Non importa la scortesia degli addetti al call center, forse stressati da innumerevoli nelle mie stesse condizioni. L’Autorità delle Comunicazioni non ha nulla da dire? Che senso hanno gli aiuti al Meridione, quando lo si gabella con queste inefcienze? Sempre a proposito di Meridione, la colli- sione fra un cargo e un aliscafo nello Stretto di Messina, giustamente ricondotta alle carenze tecnologiche della sorveglianza in mare, esige qualche riessione in più. Pare che un radar lo spegnessero alle cinque di sera, alla chiusura degli ufci. È peggio che vero, è verosimile. Che fare? I sindacati invocano “investimenti”. È così difcile comprendere che l’Euro non si stampa con la stessa disinvoltura che conobbe la Lira? Da dove trarre i denari? Osserviamo la Guardia costiera. Fra i suoi compiti vi è la sicurezza della navigazione. Essa ha 11.000 uomini. La Guard Coast degli Usa ha solo 40.000 uomini con due coste oceaniche e l’Alaska. Fatte le debite proporzioni, la nostra Guardia costiera è due volte quella degli Usa. Quanta tecnologia in meno comporta l’impiego di risorse umane ridondanti e, alla tragica prova dei fatti, inutili per garantire la sicurezza della navigazione? *Generale [email protected]