Cystic lesions of the pancreas are being diagnosed with increasing frequency, and cover a vast spectrum, from benign to malignant and invasive lesions. Numerous investigations can be done to discriminate benign and non-evolutive lesions from those that require surgery. At the moment, there in no single test that will allow a correct diagnosis in all cases. Endoscopic ultrasound morphology, cyst fluid analysis and cytohistology done with EUS-guided fine needle aspiration can aid in this difficult diagnosis. Parole chiave: lesioni cistiche del pancreas, ecoendoscopia, aspirazione con ago sottile Key words: pancreatic cystic lesions, endoscopic ultrasound, fine needle aspiration IF Luca Barresi Ilaria Tarantino Gabriele Curcio Antonino Granata Roberta Badas Mario Traina Unità di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva ISMETT Istituto Mediterraneo Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione di Palermo Introduzione Le lesioni cistiche del pancreas (LCP) sono un problema clinico sempre più frequente. Dall’1% al 19% delle metodiche di imaging, eseguite per altre ragioni, producono un’incidentale diagnosi di LCP (1,2). Le LCP coprono uno spettro di lesioni che vanno da benigne, a borderline, fino a lesioni francamente maligne con potenzialità metastatiche (tabella 1). Il tentativo generale è stato quello di inviare i pazienti a più elevato rischio degenerativo alla chirurgia e di osservare in follow-up il resto. Nel 2006 la Società Internazionale di Pancreatologia ha pubblicato le sue linee guida derivate dalla “consesus conference” di Sendai (3). In sintesi queste linee guida dicono che lesioni cistiche mucinose del pancreas e con alcune caratteristiche particolari hanno un maggior rischio di albergare una lesione maligna. Purtroppo il paziente che giunge alla nostra osservazione avrà solo l’evidenza di una LCP e alla diagnosi dovremo arrivarci discriminando prima il tipo di lesione e poi valutando l’eventuale presenza di malignità. Alcune caratteristiche epidemiologiche e cliniche possono essere molto utili in questo complesso percorso diagnostico (tabella 2). Tuttavia la clinica da sola è insufficiente a porre una diagnosi definitiva in queste lesioni. Enormi progressi sono stati fatti con l’avanzamento tec- Giorn Ital End Dig 2012;35:169-175 Le lesioni cistiche del pancreas sono diagnosticate con sempre maggiore frequenza e coprono un ampio spettro, da lesioni assolutamente benigne fino a maligne e invasive. Numerose indagini possono essere eseguite per discriminare lesioni benigne e non evolutive da quelle che devono essere inviate a chirurgia. Non esiste, attualmente, un unico test in grado di eseguire una corretta diagnosi in tutti i casi. L’ecoendoscopia morfologica, l’analisi del liquido cistico e la citoistologia eseguite tramite aspirazione con ago sottile ecoendo-guidata possono contribuire in maniera determinante a questa difficile diagnosi. Iniziative Formative > Educazione permanente L’ecoendoscopia nelle lesioni cistiche del pancreas 169 tabella 1: lesioni cistiche del pancreas Cisti non-neoplastiche (30-40%) Senza rivestimento Pseudocisti infiammatorie Cisti della parete paraduodenale (correlate alla pancreatite paraduodenale) nologico delle metodiche di imaging. Tuttavia le tecniche di imaging radiologico hanno un’accuratezza diagnostica nel discriminare il tipo di lesione non superiore al 50% (4). L’ecoendoscopia (EUS) si è sempre più affermata come metodica complementare alla clinica e ai test di imaging nella diagnosi di LCP grazie alla migliore risoluzione spaziale e alla possibilità di eseguire un’aspirazione con ago sottile (FNA) con analisi del liquido cistico e una biopsia con ago sottile (FNB) con prelievo citoistologico della parete cistica. È stato osservato (5) che il cistoadenoma sieroso (CS), la neoplasia cistica mucinosa (NCM), la neoplasia mucinosa papillare intraduttale (IPMN) e le pseudocisti (PC) sono responsabili di oltre il 90% di tutte le lesioni cistiche del pancreas (tabella 1) e quindi a queste quattro categorie faremo riferimento in questo articolo. Cisti correlate ad infezione Con rivestimento Cisti mucinose non-neoplastiche (mucoceli, cisti da ritenzione) Amartoma cistico Cisti enterogene (congenite, da duplicazione) Cisti endometriosiche Cisti linfoepiteliali Cisti squamoidi dei dotti pancreatici Altre non classificate Cisti neoplastiche (60-70%) Con rivestimento Rivestimento mucinoso (30%) • Neoplasia mucinosa papillare intraduttale (20%) • Neoplasia cistica mucinosa (10%) EUS morfologica Rivestimento sieroso (20%) • Cistoadenoma sieroso (microcistico, oligocistico) • Cisti pancreatiche associate a VHL • Cistoadenocarcinoma sieroso Con l’EUS è possibile definire la localizzazione delle LCP, le dimensioni, il contorno (regolare, lobulare, irregolare), la presenza di parete visibile, la locularità (unioligo-multiloculare), la struttura interna (microcistica, a grappolo), i noduli murali, l’ispessimento di parete e dei setti intracistici, i rapporti con il sistema duttale e la presenza e sede di calcificazioni (6-8). L’accuratezza diagnostica dell’EUS morfologica nel caratterizzare le LCP varia dal 51% al 90% tra i vari studi pubblicati (9). Queste ampie differenze possono essere spiegate dai differenti criteri morfologici analizzati e dai differenti obiettivi dei vari studi (mucinosi vs non-mucinosi, maligni vs non-maligni, identificazione delle differenti LCP). Alcuni lavori hanno, inoltre, valutato l’“interobserver agreement” dell’EUS morfologica nelle lesioni cistiche del pancreas trovandolo poco più che moderato (10), ma anche questi lavori non sono scevri da rilevanti critiche metodologiche (11). Molti autori ritengono che certe caratteristiche morfolo- Rivestimento squamoso (<1%) • Cisti epidermoide all’interno di milza accessoria intrapancreatica • Cisti dermoide Rivestimento con cellule acinari (<1%) • Cistoadenoma acinare • Cistoadenocarcinoma acinare Rivestimento endoteliale (<1%) • Linfangioma Luca Barresi et al > EUS nelle lesioni cistiche del pancreas 170 Degenerazione cistica di tumori solidi (5%) • Tumore solido pseudopapillare • Adenocarcinoma duttale con degeneraz. cistica • Tumore neuroendocrino con degeneraz. cistica • Altri carcinomi invasivi con degeneraz. cistica Senza rivestimento (<1%) • Neoplasia mesenchimali con degeneraz. cistica Altre (non-classificate) tabella 2: caratteristiche demografiche e cliniche delle quattro più comuni lesioni cistiche del pancreas Lesione Età prevalente Sesso CS NCM IPMN PC Età media Età media Anziani Variabile F>M F (90%) M>F M>F Abuso alcolico No No No Frequente Storia di pancreatite No No Frequente Sì (90%) Testa (ma distribuzione ubiquitaria) Corpo-coda (95%) Testa (ma distribuzione ubiquitaria) Distribuzione ubiquitaria Molta rara Da moderata ad alta Da bassa ad alta Assente Localizzazione Potenziale di malignità CS: cistoadenoma sieroso NCM: neoplasia cistica mucinosa IPMN: neoplasia mucinosa papillare intraduttale PC: pseudocisti pancreatica IF Iniziative Formative > Educazione permanente Cistoadenoma sieroso Queste lesioni hanno una lieve predominanza nella testa del pancreas ma possono essere localizzate in tutte le porzioni della ghiandola pancreatica. L’aspetto microcistico è caratteristico di questa lesione. Si tratta di un insieme di piccole cisti (solitamente ≥ 6) di dimensioni tra 2-3 mm, separate da sottili setti che appaiono ipervascolarizzati al color doppler. Questo aspetto è presente in circa l’85% di tutti i CS ed è specifico per queste lesioni (6). Può essere localizzato centralmente (figura 1A) e costituire tutta o gran parte della lesione o essere localizzato perifericamente ad un’area macrocistica (figura 1B) o nei setti interni della lesione (figura 1C) in circa il 45% dei CS macrocistici (7). L’EUS è la metodica più sensibile per visualizzare l’aspetto microcistico all’interno del CS (6-7). Una cicatrice stellata, a volte calcifica, al centro della lesione è assolutamente caratteristica ma è visibile all’EUS solo in circa il 10% dei casi. La parete cistica è poco visibile e spesso c’è una scarsa distinzione tra la neoplasia e il circostante parenchima pancreatico (8). Queste lesioni hanno solitamente un contorno lobulato (6-8) e questo può essere l’unica caratteristica utile nella figura 1: cistoadenoma sieroso (CS) A B diagnosi differenziale dei CS realmente uniloculari (senza componente microcistica) che sono circa il 10% del totale. Un altro aspetto possibile è quello pseudosolido (figura 1D) dovuto alla presenza di multiple millimetriche cisti addossate le une alle altre, tuttavia l’EUS può distinguere questo aspetto da una lesione realmente solida meglio di altri test di imaging. Le lesioni uniloculate e oligocistiche, comunque, spesso necessitano dell’analisi del liquido cistico e/o della biopsia della parete cistica per una precisa diagnosi. Nel CS non si osserva mai una comunicazione con il dotto pancreatico principale. Neoplasia cistica mucinosa Un aspetto molto importante da ricordare è che queste lesioni sono localizzate nel 90-95% dei casi al corpocoda del pancreas. L’aspetto dei cistoadenomi mucinosi è variabile. Sono lesioni cistiche ben definite, rotondeggianti “ad arancia” (3), che possono essere uniloculari, ma più tipicamente presentano un aspetto multiloculare macrocistico (figura 2A), cioé una LCP con setti che delimitano pochi loculi (di solito < a 6) di dimensioni superiori a 1-2 cm (6). L’aspetto è di “cisti dentro cisti” (3). Hanno solitamente contorni regolarmente tondeggianti (6-8), una parete visibile (7,8) spesso > a 2 mm e non mostrano comunicazione visibile con il dotto pancreatico principale. A volte la presenza di muco molto denso all’interno può dare un aspetto granulare all’EUS (7). Aggregati di mucina possono dare un aspetto sospetto per nodulazione di parete, tuttavia mobili all’interno della lesione. Dimensioni > 4 cm, ispessimento di parete o setti intracistici, noduli murali o componente solida, dilatazione del dotto pancreatico principale e calcificazioni di parete (a guscio d’uovo) sono stati associati a rischio di malignità. IPMN C D A) CS con aspetto microcistico centrale B) CS macrocistico con aspetto microcistico periferico C) CS oligocistico con aspetto microcistico periferico e dei setti D) CS con aspetto pseudosolido Gli IPMN del dotto pancreatico principale (MD-IPMN=main duct IPMN) entrano in diagnosi differenziale con la pancreatite cronica, mentre gli IPMN dei dotti secondari (BD-IPMN=branch duct-IPMN) con le altre lesioni cistiche del pancreas. L’aspetto tipico del BD-IPMN è di una lesione multiloculata con aspetto a “grappolo d’uva” (3,9) aspetto prodotto da multiple dilatazioni di dotti Giorn Ital End Dig 2012;35:169-175 giche specifiche di particolari lesioni siano evidenziabili meglio o solamente con l’EUS, e che pertanto sia utile studiare con tale metodica la maggior parte delle LCP (9). Una serie di lavori hanno definito le caratteristiche EUS morfologiche peculiari delle diverse LCP. 171 IF Iniziative Formative > Educazione permanente pancreatici secondari dilatati dalla mucina (figura 2C). Questo meccanismo patogenetico spiega alcune caratteristiche morfologiche important: primo queste lesioni hanno, a differenza delle NCM, un aspetto di “cisti accanto a cisti” (3) e secondo i contorni di queste lesioni non sono rotondeggianti ma irregolari nella maggior parte dei casi. Solo il 7% di BD-IPMN mostra contorni tondeggianti (6). La dilatazione può avvenire in un dotto di forma allungata che indurrà un aspetto “a clava” o a “dito”. Tutti gli aspetti morfologici sopradescritti possono essere presenti nella stesso BD-IPMN, specie se di considerevoli dimensioni, con un aspetto definito “pleomorfico”, cioé caratteristiche differenti nelle diverse parti della lesione (figura 2D). A volte queste lesioni sono formate solo da un unico dotto pancreatico secondario ectasico, e quindi possono presentarsi come lesioni uniloculari impossibili da distinguere da altre LCP uniloculari solo attraverso l’aspetto morfologico. L’identificazione della comunicazione tra la lesione e il dotto pancreatico principale è considerata diagnostica di queste lesioni. L’EUS si è dimostrata accurata quanto la risonanza magnetica nucleare per la valutazione di questo aspetto diagnostico (12). La multifocalità è un aspetto molto specifico degli IPMN ed è presente fino al fino al 30% dei casi (3,13) è pertanto un elemento da ricercare accuratamente Luca Barresi et al > EUS nelle lesioni cistiche del pancreas 172 e che può essere di ausilio nella diagnosi di queste lesioni. Durante l’EUS la valutazione endoscopica della presenza di muco che fuoriesce dalla papilla di Vater (papilla a bocca di pesce) andrebbe sempre fatta anche se più frequente negli MD-IPMN. Noduli murali, masse pericistiche e dilatazione del Wirsung sono facilmente visibili con l’EUS e da ricercare con attenzione per l’associato rischio di malignità (3). Pseudocisti La pseudocisti è frequentemente una lesione rotonda, uniloculare, senza setti o noduli murali. Solo il 10%-20% presenta aspetto multiloculare (6,14). La parete è solitamente sottile ma visibile all'EUS. In alcuni casi può essere ispessita uniformemente. Un importante aspetto diagnostico è la presenza all’interno della cisti di materiale iperecogeno flottante con i cambi di decubito e durante l’aspirazione del liquido intracistico (figura 2B), che è costituito da residui necrotici di tessuto pancreatico e peripancreatico. È importante ricercare questa caratteristica con l’EUS perchè molto specifica per pseudocisti sebbene presente in percentuale variabile tra il 22% e il 90% dei casi in diversi lavori (14,15). Solitamente le PC comunicano con il dotto pancreatico principale, ma questo aspetto non è sempre identificabile con metodiche radiologiche né con l’EUS. Una tipica caratteristica delle PC utile nella figura 2: neoplasia cistica mucinosa (NCS), pseudocisti (PC) diagnosi differenziale e neoplasia mucinosa papillare intraduttale (IPMN) con le altre LCP è che le PC mostrano rapidi A B cambiamenti di aspetto anche nel giro di poche settimane aumentando o diminuendo di dimensioni fino alla spontanea risoluzione. La ricerca di aspetti EUS diagnostici per pancreatite cronica deve sempre essere fatta. Una LCP in asC D senza di fattori di rischio per pancreatite (alcool), storia di pancreatite acuta o cronica o immagini EUS compatibili con pancreatite cronica dovrebbe essere considerata una neoplasia cistica del pancreas fino a che altri test possano escluderlo definitivaA) NCM: lesione rotondeggiante con setti B) PC: lesione tonda, non settata, con residui intracistici mente. C) IPMN: aspetto a grappolo D) IPMN: aspetto pleomorfico (nella stessa lesione aspetti a grappolo, ovoidali, a dito di guanto) IF Iniziative Formative > Educazione permanente Nonostante le importanti informazioni derivate dalla valutazione morfologica endosonografica, certamente l’EUS morfologica da sola non può suggerire la diagnosi con sufficiente accuratezza in tutti i casi. Questo è particolarmente vero per le lesioni uniloculari che di fatto non hanno caratteristiche distintive le une dalle altre. Tuttavia l’EUS consente mediante l’FNA di prelevare e analizzare il liquido cistico per ricerca di mucina, valutare il livello di amilasi e marcatori tumorali (CEA in particolare), eseguire l’analisi molecolare e la citologica sul liquido cistico. Si può, inoltre, associare anche una biopsia della parete cistica (EUS-FNB) (16) o è possibile utilizzare nuovi dispositivi come l’EchoBrush (Cook Medical, NC) (17). Queste nuove tecniche hanno tentato di sopperire alla scarsa sensibilità (inferiore al 50%) della citologia ottenuta da semplice aspirazione con FNA. I risultati sono incoraggianti (sensibilità intorno al 70%-80%). L’analisi molecolare si è proposta come ulteriore metodo per la diagnosi di queste lesioni. Problemi legati a scarsa diffusione della metodica, costi, standardizzazione della tecnica e applicabilità in contesti differenti da quelli in cui è stata sperimentata ne limitano l’utilizzo. Inoltre l’accuratezza diagnostica è stata variabile negli studi pubblicati (18). Tuttavia alcuni test, come il K-Ras sono di relativa facile esecuzione e riproducibilità. Altri test sono attualmente in fase di sperimentazione (dosaggi degli mRNA, analisi proteomica, studio delle mucine, etc) ed è possibile che diano risultati rivoluzionari anche nel breve termine. Cistoadenoma sieroso Nella forma classica microcistica, è difficile analizzare il liquido per la scarsa quantità presente all’interno delle piccole cisti. Quando possibile prelevare sufficiente quantità di liquido (1 ml circa per amilasi/CEA e 0.5 ml per analisi molecolare) l’analisi immediatamente eseguibile è la ricerca della mucina che sugli strisci a fresco è facilmente evidenziabile. Nel caso del CS la ricerca della mucina sarà negativa. I dosaggi delle amilasi mostreranno, nella maggior parte dei casi, bassi valori (inferiori a 250 U/L) per l’assenza di comunicazione tra CS e dotto pancreatico principale (19,20). Il CEA nel liquido cistico è il marcatore tumorale più studiato e con più evidenze scientifiche per le lesioni cistiche del pancreas. I valori di CEA del liquido cistico saranno inferiori a 5 ng/ml nei CS. Questi bassi valori di CEA suggeriscono fortemente una diagnosi di CS con una sensibilità del 50%-100% e una specificità del 77%95% (9,19,20). Per quanto riguarda l’analisi molecolare essa sarà completamente negativa (21). La citologia mostrerà cellule cuboidali PAS+ per la presenza di glicogeno intracellulare, tuttavia il campione sarà adeguato solo in circa 25% dei CS. Neoplasia cistica mucinosa La NCM presenta un problema differente legato alla possibilità della presenza di una mucina così densa all’interno della cisti da essere impossibile l’aspirazione del liquido anche con aghi da 19G. Inoltre si può constatare un’impossibilità a processare il liquido cistico da parte degli strumenti di laboratorio perché troppo vischioso per dosaggio di amilasi e CEA. Questa caratteristica è fortemente sospetta per cisti mucinosa, tuttavia una piccola quantità di liquido cistico è spesso presente nella punta dell’ago, solitamente sufficiente per uno striscio su vetrino. Il muco di una lesione mucinosa sarà spesso, diffuso a gran parte del vetrino e potranno essere imbrigliate al suo interno cellule cilindriche mucinose con vari gradi di atipia. Questo aspetto è considerato diagnostico di lesione mucinosa ma non distingue tra NCM ed IPMN. Inoltre è presente solo nel 50% di lesioni mucinose del pancreas (22). I valori di amilasi nel liquido cistico di NCM sono ampiamente variabili (20). Sebbene queste lesioni non comunichino macroscopicamente con il sistema duttale pancreatico, i valori di amilasi intracistici sono da molto bassi fino a valori simili agli IPMN, probabilmente a causa di micro- comunicazioni con il sistema duttale. Il valore di CEA intracistico più usato come discriminante tra lesioni mucinose (sia IPMN che NCM) e non mucinose è di 192 ng/ml (20,23). Questo valore ha sensibilità del 75%, specificità dell’84%, accuratezza del 79% nel discriminare le lesioni mucinose dalle altre (23). Questi valori di sensibilità e specificità sono ben lontani dal configurare il dosaggio del CEA intracistico come assolutamente diagnostico, tuttavia nelle linee guida dell’American College of Gastroenterology del 2007 è ritenuto il dosaggio prioritario nel caso non ci sia liquido sufficiente per eseguire tutti i test (24). Altri valori di CEA intracistico sono stati identificati nei vari studi, e in generale possiamo dire che all’aumentare del valore aumenta la specificità a discapito della sensibilità (19). Un altro valore da tenere presente è il limite inferiore di CEA intracistico di 5 ng/ml. Tale valore, che come abbiamo visto è molto specifico di CS, nelle neoplasie mucinose è molto raramente presente (in circa il 5% dei casi soltanto) e quindi da tenere in considerazione nella diagnosi anche di lesioni mucinose come criterio di esclusione (20). Deve essere ricordato che il dosaggio del CEA intracistico non è in grado di discriminare lesioni benigne da maligne (23). L’analisi molecolare del liquido cistico potrà essere alterata. I risultati riportati dai vari studi pubblicati sono molto variabili. Lo studio più grande (21) mostra che il Giorn Ital End Dig 2012;35:169-175 Aspirazione e biopsia con ago sottile ecoendo-guidati 173 tabella 3: aspetto morfologico all’EUS e caratteristiche del liquido intracistico nelle lesioni cistiche del pancreas Cistoadenoma sieroso Neoplasia mucinosa cistica BD-IPMN Pseudocisti Localizzazione Testa Corpo-Coda +++ ++ +/– +++ +++ ++ ++ ++ Locularità Uniloculare Multiloculare + +++ + +++ + +++ +++ + Caratteristiche strutturali Aspetto microcistico Aspetto “a grappolo” +++ + – – + +++ – – Contorni Tonda Lobulata Irregolare + +++ +/– +++ +/– – + + +++ +++ +/– – Cicatrice centrale + – – – Parete cistica visibile – ++ + +/++ Multifocalità – – ++ +/– Detriti – – – +++ Comunicatione col wirsung visibile all’eus – – ++ + Calcificazioni Centrali Periferiche + – – + – – – +/– Lesione solida associata – + + – +/– + +++ ++ +++ +/– Amilasi > 250 U/L + +/++ Mutazione del K-RAS – ++ Mucina – + Citologia Glicogeno Mucinoso CEA ≥ 192 ng/ml ≥ 5 ng/ml ≤ 5ng/ml +++ Molto frequente ++ Moderatamente frequente + Infrequente +/– Possibile ma molto rara – Mai presente K-Ras sarà mutato nelle lesioni mucinate con sensibilità del 45% e specificità del 96%. Nella discriminazione tra lesioni benigne e maligne sarà invece utile o l’elevata quantità di DNA o la combinazione di mutazione del KRas di ampiezza elevata seguito dalla perdita dell’eterozigosi per oncosoppressori oppure quest’ultima, da sola, se di ampiezza elevata (≥82%). La cito-istologia mostrerà cellule mucinose cilindriche con vario grado di atipia. IPMN 174 Riguardo le caratteristiche dell’analisi del liquido cistico molti aspetti del BD-IPMN sono molto simili all’NCM. Per la mucina, il CEA e l’analisi molecolare, le considerazioni fatte per l’NCM sono assolutamente identiche anche per il BD-IPMN. I valori di amilasi saranno invece più costantemente elevati, spesso oltre 5000 U/L, fino a circa ¾ dei casi di BD-IPMN, vista la loro frequente comunicazione con il dotto pancreatico principale (20,25). Per quanto riguarda la cito-istologia si riscontrano cellule cilindriche mucinose indistinguibili dagli NCM ma che possono essere disposte in strutture similpapillari considerate diagnostiche per IPMN. Pseudocisti Le pseudocisti non mostrano muco spesso e colloidale allo striscio. Per quanto riguarda le ++ +/– amilasi saranno ovvia+++ ++ +/– + mente elevate oltre 250 U/L (ma spesso con va++/+++ +++ lori di migliaia) nel 90% dei casi (14,20) ++ – I valori di CEA sono < a 192 ng/ml nel 90% dei + – casi, con una media di Mucinoso Infiammatorio 40 ng/ml (14, 20). La cito-istologia mostrerà uno sfondo “sporco”, granulare, proteinaceo con pigmenti e un infiltrato infiammatorio acuto e/o cronico e macrofagi carichi di emosiderina in alcuni casi. L’analisi molecolare sarà ovviamente negativa. Conclusioni Non esiste un test con accuratezza del 100% per la diagnosi di LCP. La valutazione di ogni singolo caso, possibilmente in ambito pluridisciplinare, è il miglior presupposto per una corretta gestione del paziente con LCP. La diagnosi sarà dunque il frutto di un’integrazione tra epidemiologia, clinica, radiologia, EUS, analisi del liquido IF cistico e cito-istologia, quindi un puzzle che verrà composto tenendo conto di tutte le informazioni a nostra disposizione. Il ruolo dell’EUS-FNA in questo campo è stato valutato positivamente dalla European Society of Gastrointestinal Endoscopy (ESGE) nelle linee guida pubblicate nel 2011 con un grado di evidenza 1+ (26). In conclusione l’EUS morfologica e l’FNA con l’analisi del liquido cistico e l’FNB della parete cistica forniscono importanti “tasselli” per completare questo difficile “puzzle diagnostico” (tabella 3). Corrispondenza Luca Barresi Servizio di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva ISMETT (Istituto Mediterraneo Trapianti e Terapie ad Alta Specializzazione) Via Tricomi, 1 - 90146 Palermo Cell. + 39 331 1718159 Fax + 39 091 2192400 e-mail: [email protected] Bibliografia 1.Spinelli KS, Fromwiller TE, Daniel RA et al. Cystic pancreatic neoplasms: observe or operate. Ann Surg 2004;239:651-7. 2.Zhang XM, Mitchell DG, Dohke M et al. Pancreatic cysts: depiction on single-shot fast spin-echo MR images. Radiology 2002;223:547-53. 3.Tanaka M, Chari S, Adsay V et al. International Association of Pancreatology. International consensus guidelines for management of intraductal papillary mucinous neoplasms and mucinous cystic neoplasms of the pancreas. Pancreatology 2006;6:17-32. 4.Visser BC, Yeh BM, Qayyum A et al. Characterization of cystic pancreatic masses: relative accuracy of CT and MRI. Am J Roentgenol 2007 Sep;189:648-56. 5.Parra-Herran CE, Garcia MT, Herrera L et al. 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