L’Unione europea si fonda sul principio dello stato di diritto. Ciò
significa che qualsiasi azione da essa intrapresa deriva dai trattati,
che vengono concepiti e approvati in modo volontario e democratico
da tutti gli Stati membri. I trattati firmati in precedenza sono stati
sottoposti a modifiche e aggiornamenti per poter tenere il passo con
l’evoluzione della società. Per quanto concerne il caso più recente,
ovvero il progetto di trattato che istituisce una Costituzione per
l’Europa, esso mira a sostituire con un testo unico tutti i trattati
esistenti, ed è frutto del lavoro svolto dalla Convenzione sul futuro
dell’Europa e di una conferenza intergovernativa (CIG). La
Costituzione è stata adottata dai capi di Stato e di governo al
Consiglio europeo di Bruxelles del 17 e 18 giugno 2004 e quindi
firmata a Roma il 29 ottobre 2004. Adesso essa necessita della
ratifica di ciascuno Stato membro, conformemente alle rispettive
disposizioni costituzionali (ossia con procedura parlamentare e/o
referendum). La Costituzione entrerà in vigore soltanto dopo essere
stata ratificata da tutti i 25 Stati membri.
Indice
Il trattato di Nizza, firmato il 26 febbraio 2001 ed entrato in vigore il 1º
febbraio 2003, si è occupato fondamentalmente delle riforme istituzionali
necessarie per garantire il buon funzionamento delle istituzioni
una volta effettuato l’allargamento
per diventare l’Unione a 25.
Il trattato di Nizza, il precedente
trattato sull’Unione europea e il
trattato che istituisce la
Comunità europea sono stati
unificati in una versione
consolidata.
Il Trattato di Amsterdam viene firmato il 2 ottobre 1997 dagli allora 15 paesi
dell'Unione Europea ed è entrato in vigore il 1 maggio 1999. Era previsto dal Trattato
di Maastricht ed è caratterizzato da:
• rinumerazione degli articoli dei trattati
comunitari;
• formalizzazione e regolamentazione
della cosiddetta "cooperazione
rafforzata";
• incorporamento degli Accordi di
Schengen nel cosiddetto "terzo
pilastro";
• introduzione dell'occupazione nel
"primo pilastro";
• inserimento dell'"Accordo Sociale"
(firmato da 14 paesi) nel "primo
pilastro".
Il Trattato sull'Unione Europea (noto come Trattato di Maastricht) venne firmato
nella cittadina olandese sulle rive della Osa di Maastricht il 7 febbraio 1992 dai 12
paesi membri dell'allora Comunità Europea, oggi Unione Europea ed è entrato in
vigore il 1 novembre 1993.
Con questo trattato vengono introdotti i cosiddetti Tre pilastri dell'Unione Europea:
1: la "Comunità Europea" che riunisce tutti i trattati
precedenti (CECA- Comunità europea del carbone e
dell'acciaio, Euratom- Comunità Europea dell'Energia
Atomica e CEE - Comunità Economica Europea);
2: la Politica estera e di sicurezza comune (PESC) e
la politica estera di sicurezza e difesa (PESD)
3: la Cooperazione nei settori della giustizia e degli
affari interni (CGAI).
Il primo pilastro è di tipo comunitario: le decisioni sono cioè prese all'interno della comunità; il
secondo ed il terzo pilastro sono, invece, intergovernativi: le decisioni sono prese dai
rappresentanti dei governi degli stati membri.
Di forte impatto psicologico fu l'introduzione della Cittadinanza dell'Unione europea.
Importantissima, inoltre, l'introduzione dell'Unione Economica e Monetaria che ha portato in
meno di dieci anni (il 1 gennaio 2002) all'introduzione di una moneta unica per i 12 paesi che
a tale unione hanno poi aderito: l'Euro.
Altre importanti norme introdotte con il Trattato di Maastricht furono:
• la procedura di codecisione nell'emanazione delle direttive;
• la tutela diplomatica;
• la possibilità di rivolgersi alle istituzioni europee in una delle lingue ufficiali degli stati
membri;
• il diritto, per i cittadini comunitari, di petizione al Parlamento Europeo;
• l'istituzione del Mediatore Europeo (Ombudsman) ed il diritto, per i cittadini comunitari, di
rivolgersi allo stesso.
Il Trattato prevedeva inoltre un successivo approfondimento, concretizzatosi il 2 ottobre 1997
con la firma del Trattato di Amsterdam.
L'Atto unico europeo è una revisione dei trattati di Roma. Fu sottoscritto all'Aia il
28 febbraio 1986 ma entrò in vigore solo il 1 luglio 1987.
Lo scopo principale di questo trattato è quello di incrementare l'integrazione fra i
paesi della Comunità. L'obiettivo è quindi quello di passare ad un mercato unico
europeo in cui i paesi della Comunità possano far circolare liberamente mano
d'opera, merci, servizi e capitali. Con l'Atto unico europeo si è cercato anche di
introdurre nuove regole decisionali degli organi comunitari per evitare che un solo
paese possa bloccare il progresso di tutta la Comunità. Comunità che introduce
nuove aree di espansione: l'ambiente, la
coesione, la ricerca e lo sviluppo
tecnologico. L'Atto unico europeo delinea,
inoltre, il futuro progetto di Unione
economica e monetaria. Getta anche le
basi per la costituzione del Tribunale di
primo grado.
Il trattato di fusione, firmato a Bruxelles l’8
aprile 1965 ed entrato in vigore il 1º luglio
1967, ha istituito una Commissione unica
e un Consiglio unico delle allora tre
Comunità europee.
I Trattati di Roma rappresentano il momento costitutivo delle Comunità Europee.
Dopo il fallimento della Comunità Europea di Difesa i ministri europei continuarono a
lavorare al progetto di integrazione europea; in particolare, le proposte relative ad un'unione
doganale ed alla produzione di energia atomica, elaborate durante la Conferenza di
Messina del giugno 1955 diedero nuovo impulso al progetto e prepararono i lavori che
portarono alla firma dei Trattati di Roma.
Difatti i due trattati, firmati a Roma il 25 marzo 1957, istituirono e disciplinarono,
rispettivamente, la:
Comunità Economica Europea (CEE) e la Comunità Europea dell'Energia Atomica (CEEA o
Euratom) ed entrarono in vigore il 1 gennaio 1958.
I trattati furono sottoscritti dai rappresentanti dei sei paesi fondatori:
• Belgio
• Francia
• Italia
• Lussemburgo
• Olanda
• Repubblica Federale Tedesca.
La cerimonia si tenne solennemente in Campidoglio, nella sala degli Orazi e Curiazi del
Palazzo dei Conservatori, la stessa dove il 29 ottobre 2004 i rappresentanti dei 25 Paesi
membri dell'Unione Europea hanno firmato la Costituzione per l'Europa.
I Trattati di Roma prevedevano, tra l'altro, l'istituzione dell'Assemblea parlamentare
europea, composta da 142 deputati nominati dai parlamenti dei sei paesi membri della
Comunità. La sessione costitutiva di questo organo, avente a quel tempo solo funzioni
consultive, si tenne a Strasburgo il 19 marzo 1958, sotto la presidenza di Robert Schuman.
Soltanto nel 1962, l'Assemblea avrebbe assunto il nome di Parlamento europeo e, solo nel
1979, si sarebbero svolte le prime votazioni a suffragio universale diretto per l'elezione dei
suoi membri.
Usualmente con Trattato di Roma si indica, invece, il solo trattato istitutivo della Comunità
Economica Europea. Questo trattato prevedeva:
• l'eliminazione dei dazi doganali tra gli Stati Membri;
• l'istituzione di una tariffa doganale esterna comune;
• l'introduzione di politiche comuni nel settore dell'agricoltura e dei trasporti;
• la creazione di un Fondo Sociale Europeo;
• l'istituzione della Banca Europea degli Investimenti;
• lo sviluppo della cooperazione tra gli Stati Membri.
Per raggiungere questi obiettivi il trattato pone alcune linee guida e definisce il quadro per
l'attività legislativa delle istituzioni comunitarie, in particolare riguardo alla politica agricola
comune (articoli 38-43), la politica dei trasporti (articoli 74-75) e una politica commerciale
comune (articoli 110-113).
Il mercato comune basato su quattro libertà fondamentali: libera circolazione delle
persone, dei servizi, delle merci e dei capitali, che avrebbe dovuto realizzarsi in un
periodo di dodici anni, in tre fasi successive (articolo 8).
Trattato Euratom
Il trattato Euratom fu, inizialmente, elaborato per coordinare i programmi di ricerca dei
Paesi aderenti al fine di promuovere un uso pacifico dell'energia nucleare. Esso mira alla
condivisione delle conoscenze, delle infrastrutture e del finanziamento dell'energia
nucleare.
Questo trattato non ha mai subito modifiche ed è attualmente in vigore. Solo il trattato
costituzionale dell'UE prevede alcune modifiche, di natura finanziaria e istituzionale, da
apportare al trattato Euratom nel "protocollo che modifica il trattato Euratom" allegato alla
Costituzione.
La Comunità europea del carbone e dell'acciaio (CECA) fu creata col Trattato di
Parigi del 18 aprile 1951 su iniziativa dei francesi Jean Monnet e di Robert Schuman (il
cosiddetto Piano Schuman o dichiarazione Schuman del 9 maggio 1950), con lo scopo
di mettere in comune le produzioni di queste due materie prime in un'Europa di sei
paesi: Belgio, Francia, Germania Occidentale, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi.
La proposta della sua creazione, annunciata da Schuman, allora Ministro degli Esteri
francese, fu rapidamente accettata da tutti i paesi che ratificarono il trattato in meno di
un anno. Entrò in vigore il 25 luglio 1952 e scadde cinquant'anni dopo, il 23 luglio 2002.
La scelta del settore carbo-siderurgico era giustificata da molti fattori: innanzitutto la
posizione dei principali giacimenti delle risorse, situati in una zona di confine piuttosto
ampia tra Francia e Germania, (bacino della Ruhr, Alsazia e Lorena) zona tra l'altro
oggetto di numerosi e sanguinosi conflitti in passato e di lunga contesa. Inoltre l'oggetto
dell'accordo era una risorsa fondamentale per la produzione di armamenti e materiale
bellico, che impediva un riarmo segreto quindi a entrambe le nazioni coinvolte. Oltre a
Francia e Germania, sono interessati anche gli Stati del Benelux, anch'essi forti
produttori di carbone ed acciaio, oltre che stati confinanti delle due nazioni principali e
ovviamente interessati dalla risoluzione di conflitti franco-tedeschi.
La situazione dell'Italia, invece, è meno ovvia. La nazione non primeggia nella
produzione di quelle materie ed è assai distante dalla zona interessata dall'Accordo e
confina soltanto con uno degli Stati membri (la Francia) ma in una regione
completamente differente. Gli uomini politici del tempo, tuttavia, e fra essi Alcide De
Gasperi, ritengono la futura CECA un ottimo sbocco per rinvigorire l'economia disastrosa
italiana e reinseire l'Italia nelle situazioni politiche ed economiche internazionali,
distaccandosi totalmente da altri stati, fra tutti il Regno Unito, che rifiutano in toto il
progetto non ritenendolo conforme agli interessi e alle aspettative nazionali.
Il trattato instaurò un mercato comune del carbone e dell'acciaio, sopprimendo i diritti di
dogana e le restrizioni quantitative che frenavano la libera circolazione di queste merci;
soppresse nello stesso modo tutte le misure discriminatorie, aiuti o sovvenzioni che
erano accordati dai vari stati alla propria produzione nazionale. Il principio di libera
concorrenza permetteva il mantenimento dei più bassi prezzi possibili, pur garantendo
agli stati il controllo sugli approvvigionamenti. Il mercato venne aperto il 18 febbraio
1953 per il carbone ed il 1 maggio 1953 per l'acciaio. Tali scopi venivano perseguiti
mediante il rinvio della politica specifica di ciascuno stato, alla comunità nascente con
una parziale abdicazione della propria sovranità in questo limitato settore. Da tale
specificità nasce la struttura della comunità come organismo sovranazionale, ovvero
posto al di sopra dei singoli stati. Ciò diversifica la struttura della nuova comunità e di
quelle che nasceranno di lì a poco nel 1957 (EURATOM - CEE) che non sono comunità
internazionali, ma comunità dotate di poteri propri e propria assemblea muniti di poteri
consultivi e di controllo politico. Ovviamente nel settore limitato di ciascuna.
Dietro l'aspetto puramente economico si nascondeva quindi la volontà di riunire i vecchi
nemici ancora scioccati dagli orrori della seconda guerra mondiale, controllando la
produzione del carbone e dell'acciaio che sono le materie prime dell'industria bellica.
In tale occasione inoltre, tra gli stati membri, vennero firmati anche una serie di protocolli
collaterali sui privilegi e le immunità della Comunità che si stava creando, sullo statuto della
Corte di Giustizia e del Consiglio d'Europa, che gettarono le basi di quella che sarebbe
divenuta l'attuale Unione Europea.
La CECA era formata da quattro istituzioni:
• Alta autorità
• Consiglio speciale dei Ministri
• Assemblea comune
• Corte di giustizia
L'Alta autorità era l'organo centrale, composto da un numero di individui pari agli stati
membri, nominate e scelte per la loro competenza professionale dagli stessi Stati e con
facoltà di agire in piena indipendenza. L'organo aveva vari poteri deliberativi, potendo
emanare pareri, ma anche decisioni e raccomandazioni, che avevano effetti vincolanti, in
toto le prime, di scopo le seconde.
Il Consiglio speciale dei ministri era composto da un rappresentante del Governo di ogni
stato e aveva una funzione consultiva rispetto all'Alta autorità. Talvolta i pareri del Consiglio
erano, tuttavia, vincolanti, ovvero nel caso in cui l'Alta Autorità avesse dovuto deliberare su
parere conforme di quest'ultimo.
L'Assemblea comune aveva funzioni consultive e riuniva rappresentanti parlamentari degli
stati membri, mentre la Corte di giustizia esercitava controlli di legittimità sugli atti emanati
dall'Autorità o sui comportamenti delle varie istituzioni.
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Trattati di Roma