SOCIETA’
DI SCIENZE
FARMACOLOGICHE
APPLICATE
SOCIETY FOR APPLIED
PHARMACOLOGICAL
SCIENCES
SSFAoggi
Notiziario di Medicina Farmaceutica
Bimestrale della Società di Scienze Farmacologiche Applicate
Agosto 2012
numero
Fondata nel 1964
32
Innovatività
Sommario:
Anche quest’anno, nello splendido scenario di Chia Laguna, si è svolto il Forum Nazionale
1 Pharma, che SSFA organizza con SIF e SISF. E siamo giunti alla quinta edizione, con un
2 nuovo record di presenze (circa 180). La visione che abbiamo avuto nel 2007 era semplice
3 e si sta rilevando vincente. Far parlare di uno stesso argomento persone provenienti da
Innovatività
Lettere a SSFAoggi
SSFA incontra AIFA
XXI Congresso Nazionale GIQAR 4
Clinical trials in Russia
6
Seminario FV
8
SOs Studi Internazionali
10
The Lancet
11
Seminario SINPF - SSFA
11
Tesi Master Bicocca
12
La SIFO compie 60 anni
14
EMA
15
Aggiornamenti sui Master
16
Luciano Caprino
Joao Massud Filho
Novità su mHealth
17
18
19
Notizie dall’Italia
20
Notizie dal Mondo
22
Clinical Monitor
24
Burden of disease
25
Oggi parliamo di…
26
Top 20 global products
27
Medical Device
28
Convegni e corsi
29
Farmacovigilanza
30
Due premi Congresso IFAPP
30
News on Clinical Trials
31
Sudoku
32
ESTATE QUIZ!!
Torna il nostro
appuntamento con
il quiz dell'estate.
Quest'anno vi
proponiamo un
sudoku
di media difficoltà.
ANDATE
IN ULTIMA PAGINA
esperienze diverse (Istituzioni, Accademia, Aziende) accomunate solo dalla voglia di trovare un punto in comune che possa portare alla soluzione di problemi comuni. Insomma uomini e donne di buona volontà, aperte al confronto, che può essere anche aspro, ma sempre trasparente e con la voglia di trovare un punto di intesa. Abbiamo utilizzato lo stesso
approccio per i nostri master, e, mi sembra, abbiamo avuto ragione. A Chia Laguna si aggiunge il concetto di residenza (che è quello valido anche per Varenna), dove è lo stare
insieme in un ambiente piacevole, lontano dalle lotte quotidiane, a facilitare la discussione,
a confrontarsi o anche più semplicemente, a conoscersi. L’aver mantenuto fissa la sede e
il periodo dell’incontro (la fine di maggio) ha fatto si che il meeting venga semplicemente
detto “Chia”. Fin dalla prima edizione abbiamo avuto esponenti di AIFA che sono venuti a
confrontarsi con colleghi provenienti da altre esperienze. Quest’anno l’interesse principale
era focalizzato sull’algoritmo dell’innovazione, e, in una affollata sessione, il dottor Paolo
Siviero lo ha presentato per la prima volta. Naturalmente potranno esserci delle variazioni
prima della finale implementazione, ma ci sembra che alcune importanti novità siano emerse. Ci sono alcuni criteri di base.
L’innovatività:
- deve rappresentare un vantaggio terapeutico;
- deve essere misurabile con: la qualità delle sperimentazioni cliniche, la robustezza degli
endpoint, la scelta del trattamento di confronto, la valutazione dell’effetto terapeutico.
Una sessione di Chia Laguna (Foto di Achille Caputi)
L’innovatività deve dimostrare un miglioramento in termini di effectiveness e/o di sicurezza
rispetto allo standard di riferimento nel nostro Paese e deve essere valutata con studi di
farmacoeconomia e di HTA al fine di determinare il rapporto di costo-efficacia incrementale
rispetto allo standard di riferimento. La struttura dell’algoritmo primario prevede 174 nodi e
66 connettori. La scelta di avere un algoritmo decisionale è dettata dalla ricerca di una
trasparenza nel processo valutativo, di una chiarezza nell’interazione delle diverse componenti della valutazione, nella facilità di individuare eventuali criticità. Inoltre, si presuppone
che questo algoritmo possa facilitare la rivalutazione del posizionamento del prodotto rispetto all’innovatività, sulla base di nuove esperienze acquisite, in un mondo in cui le valutazioni e i relativi posizionamenti nell’universo della ricerca, possono cambiare. Dalla presentazione risulta difficile poter dare un giudizio definitivo su questo processo, che dovrà
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essere valutato e (mi si voglia perdonare
l’impudenza) validato, dalla sua stessa
utilizzazione. Insomma da un battesimo
di fuoco sul campo. Ci sono però alcune
osservazioni che già possiamo fare. C’è
una grandissima attenzione alla qualità
dei dati clinici, al disegno sperimentale
seguito, alla metodologia della ricerca,
alla congruità statistica, ai dati di farmacoeconomia, di HTA. Per quelli come noi
che hanno passato buona parte della
loro vita a fare ricerca clinica, è una buona notizia, perché potrebbe rilanciare la
ricerca clinica nel nostro Paese, in quanto una serie di dati che era meglio avere
o che potevano eventualmente servire
nella discussione del prezzo, ora le aziende li devono assolutamente avere, e
devono quindi prevederne l’acquisizione
fin dall’inizio, e dovranno seguire metodologie precise e scegliere adeguati
LETTERE
Fin dal primo numero, la redazione di
SSFAoggi ha invitato i propri Soci, ed i
lettori tutti, a scriverci commenti, critiche,
suggerimenti. La rivista vuole essere
anche un’occasione per scambiare opinioni ed idee: e non la voce di pochi soci
che scrivono, e di molti che leggono.
Purtroppo (pigrizia? poco tempo?), a
nostra memoria, solo due lettere sono
arrivate in redazione, e puntualmente
pubblicate. E’ quindi con grande piacere,
e nello spirito di un dibattito costruttivo,
che pubblichiamo, e rispondiamo alla
terza lettera: con l’augurio che ne nasca
un dibattito, ed anche altri ci facciano
avere le loro opinioni.
Gent.mo dott. Criscuolo,
sono una studentessa dal master in
“sviluppo preclinico e clinico del farmaco” di Roma, e le scrivo in merito al suo
editoriale del notiziario SSFA dello scorso Aprile. Ho preso parte alla discussione su LinkedIn riguardante i suggerimenti proposti dai valutatori del master,
e credo che molte delle opinioni mie e di
altri studenti siano state fraintese. Parlando della possibilità di introdurre i test
di verifica lei asserisce che “l’Università,
prima di concedere il titolo di “master”,
ponga in essere una verifica di quanto lo
studente ha appreso. Non farlo potrebbe
voler dire, per assurdo, che ha lo stesso
valore il titolo di uno studente che ha
seguito e preso appunti a tutte le lezioni,
e quello di un altro studente che ha sempre dormito sul banco!”. Mi sento di sottolineare, proprio alla luce di quanto già
A
comparator. Sarà che siamo ottimisti di
natura (ma ad essere pessimisti non ci si
guadagna nulla), ma vogliamo credere
che questo nuovo algoritmo possa attrarre nuovi investimenti in ricerca da
parte delle aziende farmaceutiche. Il
futuro ci dirà come questo algoritmo sarà
implementato, che risultati darà e se
avevamo ragione.
Gianni De Crescenzo
SSFAoggi
esposto come mie personali opinioni
nella discussioni on-line, che per essere
studenti di questi master è necessario il
conseguimento di una laurea specialistica, una valutazione da parte di un comitato scientifico e il pagamento di una
tassa di iscrizione, senza dimenticare
che lo scopo fondamentale di tutti noi
partecipanti è approfondire tematiche
poco o per nulla sviluppate durante il
proprio corso di studi al fine di inserirsi in
un nuovo e specifico settore lavorativo.
Ebbene tutte queste condizioni fanno sì
che gli studenti in questione siano estremamente motivati ad imparare, informarsi, approfondire…ed in quest’ottica
l’esigenza accademica, di estrazione
tipicamente italiana, di fare “l’esame” e
di mettere “il voto” poco si addice alla
natura e alla finalità del master. Ciò non
significa però, che chi sostiene una tesi
del genere sia identificabile come “lo
studente che dorme sul banco; anzi, se
proprio vogliamo etichettare le opinioni,
credo che questa appartenga di più a chi
si interroga criticamente sul modo migliore per approcciare alla propria personale formazione in modo maturo e consapevole. Le ineluttabili differenze interpersonali sono d’altronde evincibili in
sede di tesi di laurea, grazie alla valutazione della qualità (e non certo della
quantità!) dell’elaborato finale, e durante
l’eventuale stage/tirocinio che lo studente sceglie per inserirsi in un determinato
settore lavorativo; le garantisco inoltre
che aldilà di queste differenze esistenti
in virtù della nostra natura di esseri umani, nessuno studente si assenta per il
puro piacere di farlo, e tantomeno nessuno studente dorme sul banco! Comprendo altresì che l’esigenza di inserire i
test di verifica sia dettata dalle specifiche suggerite dagli ispettori; se vogliamo
allinearci con gli standard europei è naturale che sarà necessario applicare tali
specifiche, ma non ritengo opportuno
confondere questa tendenza alla conformazione con la volontà di discriminare
gli “studenti bravi” dagli “studenti cattivi”… siamo ormai dei “giovani professionisti” che saranno semmai differenziati
grazie alla propria carriera futura!
Ai posteri dunque (e non agli esami!)
l’ardua sentenza!!
Grazie per l’attenzione,
Emanuela Teveroni
Gent.ma dott.ssa Teveroni,
prima di tutto, come riportato
nell’introduzione, desidero ringraziarla
per avermi scritto. Vuol dire che il mio
editoriale è stato letto, ed ha fatto nascere un dibattito: il che è già un bel risultato, specialmente in SSFA dove troppo
spesso la voce dei nostri Soci è molto
flebile. Quindi grazie davvero! Ma veniamo ai punti sollevati dalla sua lettera.
Sono ben consapevole che il master,
per sua natura, è legato alla tradizione
ed allo spirito dell’Università che lo istituisce, e che non esistono regole per il
suo svolgimento. Ma, come lei giustamente sottolinea, nel caso del master
Roma-Cattolica e di Milano-Bicocca,
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siamo in una situazione diversa. I due
master hanno aderito ad un progetto
molto ambizioso: armonizzare i corsi
degli studi, in modo da preparare una
classe di professionisti Europea ( e domani anche Mondiale), che abbiano acquisito simili conoscenze e che quindi
possano lavorare allo sviluppo di nuovi
farmaci in modo uniforme, da Roma a
Stoccolma, da Madrid a Budapest. A noi
della SSFA è sembrata un’idea molto
bella (mi verrebbe da dire di grande valenza etica, visto che si tratta di sviluppare farmaci destinati a chi soffre): ed è
per questo che, con la grande e paziente collaborazione dei docenti di Roma e
Milano, ci siamo imbarcati in questa avventura, con lo scopo primo di dare a
voi, studenti, una qualifica di livello Euro-
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peo. Ma essere membri di un club esclusivo come PharmaTrain, richiede che
l’asticella della qualità sia messa più in
alto. Ecco perché sono state richieste
prove di verifica al termine di ogni modulo, ed una tesi scritta da illustrare a voce: si tratta di uno standard che PharmaTrain ha voluto dare a tutti i master che
aderiscono al progetto (e che sono 14 in
Europa, e presto altri 15 in tutto il mondo). E che il direttore del master di Roma-Cattolica, il prof PierLuigi Navarra, si
appresta ad applicare dal prossimo anno
di corso.
Circa la mia battuta sugli studenti che
dormono sul banco, ovviamente esageravo: però mi lasci dire che, dalla privilegiata posizione del docente, che ha di
fronte venti o trenta volti, ogni tanto capita di vedere qualche palpebra che si
abbassa. Non dubito che possa trattarsi
di scarsa capacità del docente di mantenere un buon livello di attenzione. Ma
ecco che il vostro contributo diventa
importante! Segnalate, nella scheda di
valutazione dei docenti, quelli che a vostro parere devono migliorare lo stile
dell’esposizione: di certo i responsabili
del master vi porranno rimedio.
Infine, mi lasci concludere questo mio
commento con un auspicio: la sua lettera ha rappresentato un bel momento di
dialogo fra una studentessa del master e
la SSFA.
Mi auguro che tanti altri suoi colleghi
trovino il tempo e la voglia di scriverci:
sarà un dialogo costruttivo, volto a migliorare il lavoro di tutti noi.
Cordialmente,
Domenico Criscuolo
SSFA incontra AIFA
Lo scorso 15 giugno SSFA, rappresentata da Giovanni De Crescenzo, Giovanbattista Leproux, e Francesco De Tomasi, nell’ambito dell’iniziativa “Open AIFA”, è stata ricevuta dal Direttore Generale e dai suoi più stretti collaboratori.
L’obiettivo dell’incontro è stato illustrato
dal Presidente della SSFA, che lo ha
sintetizzato in:
- la presentazione della Società e delle
sue attività rivolte alla formazione di tutte
le figure impegnate nella ricerca sui farmaci ed alla promozione della ricerca
stessa in tutte le sue fasi. Sono stati
presentati gli strumenti utilizzati da
SSFA, promotrice di convegni, master
Universitari, collaborazioni con Enti pubblici e privati ed altre Società scientifiche;
- la richiesta di rinnovare la stretta collaborazione di SSFA con AIFA, nelle iniziative di comune interesse, ricordando i
vari successi che tale collaborazione ha
consentito di raggiungere in passato;
Il prof. Pani ha mostrato interesse nelle
attività della Società ed ha delineato i
campi nei quali, a suo avviso, sono più
urgenti le opportunità di collaborazione,
tra cui:
- un’incentivazione degli studi preclinici
nel nostro Paese, che, ridottisi in tempi
recenti, hanno comportato carenze nella
presentazione di dossier registrativi;
- una maggiore attenzione all’impatto
ambientale della produzione e del consumo dei farmaci;
- un particolare sforzo della ricerca di
base e clinica su malattie degenerative
nel settore neurologico (ad esempio, la
malattia di Alzheimer), che nei prossimi
decenni avranno un pesante impatto
nelle società industriali avanzate come
la nostra, settore nel quale si cominciano a delineare nuovi criteri di valutazione che vedono proprio nell’AIFA uno
degli enti più attivi e riconosciuti sia a
livello europeo che extraeuropeo.
Il prof. Pani ha tenuto ad informarci delle
nuove regole di comportamento, che
AIFA ha approntato e sta completando,
per disciplinare i rapporti dell’Agenzia
con i suoi vari interlocutori, al fine di
garantire non solo la qualità dei rapporti
di collaborazione ma anche la loro trasparenza, alla luce di eventuali conflitti
di interesse che potrebbero compromettere qualunque tipo di relazione. In
quest’ottica il sito di AIFA sarà un punto
di riferimento per quanti vorranno avere
informazioni o richiedere incontri con dei
membri dell’Agenzia. Infine il prof. Pani
ha anticipato che un obiettivo prossimo
di AIFA sarà quello di interloquire con
quelle Società farmaceutiche che inten-
dano sviluppare nuove molecole, al fine
di svolgere un’azione di consulenza preliminare sulla produzione dei dati necessari al dossier registrativo. Un’ultima,
interessante, novità è stata l’annuncio
della realizzazione di un master in “Affari
Regolatori” che avrà luogo all’interno di
AIFA,
con
la
collaborazione
dell’Università “La Sapienza” di Roma,
per la formazione di personale qualificato di cui la stessa Agenzia ha stretta
necessità. Il professore ha auspicato
che possano intervenire anche professionisti provenienti dal mondo delle aziende farmaceutiche in qualità di docenti. In un clima molto positivo, vi è
stato un ampio scambio di pareri, osservazioni e proposte che hanno consentito
di dichiarare una intesa completa sulla
possibilità di collaborazione e di scambio
costante e vicendevole di informazioni,
oltre a continuare a sostenere le attività
in corso, tra cui i master Universitari ed i
convegni organizzati da SSFA, in cui si
riterrà opportuna la presenza di personale proveniente dall’agenzia. Questo
naturalmente nel pieno rispetto delle
modalità e delle regolamentazioni indicate nella gestione dei rapporti tra AIFA
ed i suoi interlocutori.
Francesco De Tomasi
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IL XXI CONGRESSO NAZIONALE GIQAR
Il Congresso Nazionale GIQAR del 2012
si è tenuto il 17 e 18 maggio a Torino
presso il Golden Palace Hotel: hanno
partecipato più di 100 professionisti appartenenti ad aziende farmaceutiche,
Istituti Accademici, AIFA, Ministero della
Salute, Istituto Superiore della Sanità e
CRO.
Il tema del Congresso era “La Qualità: la
realtà di oggi e la sfida del domani”. La
realtà di oggi è stata messa in evidenza
da domande e dibattiti emersi durante le
discussioni nelle varie
sessioni del congresso,
ma soprattutto durante i
vari workshop, dove si è
potuto constatare che
alcune problematiche di
oggi sono anche quelle
di ieri. La sfida del domani è stata ben illustrata dalle diverse presentazioni che hanno trattato temi relativi a nuove
aree e discipline di grande attualità nell’ambito
degli studi preclinici e
clinici e delle GXP in
generale, che hanno o
avranno un impatto sulle
attività di coloro che
sono impegnati nelle
GLP, GCP e GMP, nonchè ovviamente il Quality Assurance. In merito alla Ricerca
Clinica sono stati trattati argomenti inerenti al Template della Trial Master File
(TMF), Esempio di Work-Flow gestionale
della qualità, Audit a studi clinici in cui si
utilizzano sistemi elettronici (eCRF,
IVRS, IWRS, ePRO) e Sistema di Qualità di un laboratorio che esegue analisi di
campioni provenienti da studi clinici.
Aggiornamenti regolatori nell’area GCP
e sulle attività ispettive dell’AIFA. Per
quanto riguarda la Farmacovigilanza,
sono state presentate interessanti relazioni relative ad aggiornamenti sulle
Ispezioni di FV da parte degli ispezionati
ed aggiornamenti sulle ispezioni di FV
da parte di AIFA, al fine di sentire entrambe le parti. Inoltre, sempre sulla
Farmacovigilanza, c’è stato un intervento sulla Detailed Guidance AEs reporting
in Clinical Trials. Per quanto riguarda la
Ricerca Preclinica, le relazioni riguardavano l’Accreditamento AAALAC vs. la
certificazione GLP, Le GLP nell’ambito
degli studi di validazione virale, Aggiornamenti in merito all’esito delle ispezioni
GLP e agli aspetti/attività dell’OCSE. In
merito alla GMP è stata presentata una
relazione sulla Definizione del Quality
Agreement tra Sponsor e CMO. E’ risultato molto evidente che per affrontare le
sfide del domani, ma anche per gestire
la realtà di oggi, è necessario che non
soltanto gli addetti alla Quality Assurance, ma anche tutti coloro che operano
sia in campo clinico che preclinico, siano
aggiornati. E’ assolutamente importante
stare al passo con le novità sia legislative che tecnologiche e discutere di questi
argomenti all’interno delle nostre associazioni professionali.
Il programma del Congresso è stato
articolato in due giornate di lavoro. La
sessione iniziale della prima giornata è
stata aperta con una relazione di
F.Galliccia (AIFA), il quale ha informato i
partecipanti in merito alle attività
dell’Ispettorato GCP oltre a fornire aggiornamenti relativi al nuovo decreto
sulle CRO e sui laboratori che eseguono
analisi su campioni provenienti da studi
clinici. La seconda relazione presentata
da G. Glittens (BARQA - Società di Assicurazione della Qualità Britannica) ha
fornito interessanti concetti sul
“Template” del Trial Master File. La terza
relazione relativa al “Flusso di lavoro
gestionale di qualità, presentata da A.
Bizzarri (Kedrion) ha messo in evidenza
l’uso di mezzi elettronici per la gestione
delle attività del QA GCP. Nella seconda
parte della mattina, E. Vitali (consulente
GMP/GCP) ha presentato una relazione
sulla definizione del Quality Agreement
tra Sponsor e
CMO in ambito
GMP. L’ultima
presentazione
è stata svolta
da R. Zanier
sugli audit a
studi clinici in
cui si utilizzano
sistemi elettronici. La discussione tenuta
alla fine di
questa sessione è stata molto ricca di domande, soprattutto
per
l’ispettore AIFA. La seconda sessione
era rappresentata da una novità, che prevedeva lo
svolgimento di tre sessioni relative a
“Domande e Problematiche in ambito
GLP”, “Discussione di casi di audit presso centri di sperimentazione clinica” e
“Audit findings e modalità di classificazione relative alla farmacovigilanza”.
Questa sessione ha riscosso molto successo tra i partecipanti, i quali hanno
sempre chiesto maggiore spazio a dialogo eD interazione sui temi più attuali
della GXP. L’unico problema era
l’impossibilità di partecipare a più di una
sessione poiché si svolgevano in contemporanea. Nel congresso del 2013
questo problema sarà risolto inserendo
una sessione nel pomeriggio del giorno
che precede l’apertura formale del congresso. Così il congresso dell’anno pros(Continua a pagina 5)
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simo durerà due giorni e mezzo, senza Daniela Marcozzi e la D.ssa Angela Del Vecchio durante la moderazione
però aumentare i pernottamenti necessari per partecipare al congresso e senza intaccare significativamente il costo
d’iscrizione.
La seconda giornata del congresso ha
dedicato la prima sessione a tre relazioni sulla Farmacovigilanza:
“Aggiornamenti sulle ispezioni di FV da
parte degli ispezionati” presentata da G.
De Carli (consulente FV),
“Aggiornamenti sulle ispezioni FV”, relatrice A. del Vecchio (AIFA) e “Detailed
guidance AEs reporting in clinical trials”,
relatore S. Bonato (Bayer). Alla fine di
ciascuna presentazione si è lasciato
spazio per domande che non sono mancate, seguite da un interessante dibattito. Nell’ultima sessione del mattino, le
relazioni presentate riguardavano: “The
quality system of a laboratory performing da parte di M. Capasso (Ministero della redazione del programma e che con
the analysis of clinical trial samples” S a l u t e ) c h e h a f o r n i t o u n Daniela Marcozzi (Sigma-Tau) ha gestito
presentata da J. Hughes (consulente QA “Aggiornamento in merito all’esito delle la parte del programma relativa alla
di UK), “L’accreditamento AAALAC vs la ispezioni” e in fine la relazione di A. Me- GCP, ed a Mercede Brunetti (RTC) che
certificazione GLP” con relatore A. Zac- neguz (Istituto Superiore di Sanità) rela- ha curato la preparazione del programcetti (Accelera) e “Le GLP nell’ambito tiva a “Aggiornamenti in merito ad ma sulla GLP. Un merito molto importandegli studi di validazione virale, relatrice aspetti/attività OCSE”. La discussione te va ai rappresentanti dell’Ente RegolaM.C. Menconi (Kedrion). Anche queste alla fine di questa sessione è stata molto torio, sia per la loro disponibilità a parterelazioni hanno stimolato un dibattito ricca di domande e chiarimenti inerenti cipare al congresso, sia per la partecipamolto interessante, specialmente per ad aspetti GLP, alle quali le relatrici han- zione attiva e competente in tutte le diquanto riguarda gli aspetti ispettivi della no risposto con molta professionalità. Un scussioni.
farmacovigilanza. L’ultima sessione del aspetto che ha caratterizzato in modo Un ringraziamento speciale va agli
congresso è stata dedicata principal- particolare questo XXI Congresso GI- Sponsors: HIPPOCRATES RESEARCH,
mente alla GLP, con una presentazione QAR è stato lo spazio dedicato alla di- HIPPOCRATES SINTECH, HIPPOCRAscussione e ai Workshop, che è stato TES PHARMACOGENETICS, TRAampliato. Questa scelta si è dimostrata CKWISE, CROMSOURCE, CELGENE,
Il Dr. Alberto Zacchetti
vincente in quanto il dibattito su tutti i LIFE BEE, ROCHE, CROss ALLIANCE,
temi presentati è stato ampio e interes- MERCK SERONO RBM, BAYER HEALsante. Questo risultato è merito THCARE E ALTERR CONSULTING, i
dell’elevata qualità di tutte le relazioni quali, con il loro sostegno hanno contrisvolte con grande professionalità, e del- buito alla buona riuscita dell’evento.
la disponibilità degli ispettori di AIFA, In ultimo, ma non per questo meno imMinistero della Salute e Istituto Superio- portante, un ringraziamento a DOC Congress per aver organizzato tutta la parte
re di Sanità.
Copie delle presentazioni dei relatori che logistica e gestionale del Congresso in
hanno consentito la divulgazione delle modo gradevole ed efficiente, insieme
loro relazioni sono disponibili sul sito alla nostra Segretaria SSFA, Sabrina.
della SSFA.
In conclusione, il Congresso GIQAR
Valentine Sforza
2012 può considerarsi un successo sia
per il numero dei partecipanti che per il
contenuto del programma. Il merito di
Le presentazioni autoquesto successo va in modo particolare
rizzate sono disponibili
ad Anna Piccolboni (Zambon) che ha
sul sito WWW.SSFA.IT
coordinato la fase di preparazione e
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CLINICAL TRIALS IN RUSSIA AND UKRAINE - Milano, 7 giugno
Come è noto, e come è stato conferma- sono state Novartis (25 studi), GSK (21),
to anche dai relatori, negli ultimi 10-15 Roche (18), Lilly (16) e Pfizer (14). In
anni si è manifestato un notevole au- maggioranza si è trattato di studi di fase
mento degli studi clinici, specie di fase III che in totale hanno coinvolto 350.000
III, condotti da multinazionali nei paesi pazienti e di fase IV (10.500 pazienti).
dell’Est Europeo ed in particolare in Le aree in cui si sono maggiormente
Russia. E’ perciò sembrato utile ed inte- concentrati gli studi sono la cardiologia e
ressante organizzare un seminario dedi- l’oncologia. Dei 571 clinical trials in
cato a questo argomento, approfittando corso nel 2011, 369 erano multicentrici,
della presenza in Italia di alcuni ricerca- 117 locali e 85 erano studi di bioequivatori clinici provenienti da quel paese. Il lenza. In Russia, le procedure regolatoseminario si è tenuto nell’Auditorium rie prevedono l’intervento di 4 strutture
Unicredit, gentilmente messo a disposi- per l’autorizzazione di uno studio clinico:
il Ministero della Salute, il Comitato Etico
zione da questa banca.
Primo relatore è stato il Prof. Vladimir centrale, il Comitato Etico locale e lo
Popov, Head of Clinical Trials Unit, De- FSBI (Federal State Budgetary Institupartment of Professional Clinical Phar- tion, che si occupa degli aspetti contratmacology of Scientific Clinical Center of tuali e finanziari). Il processo d’esame
“Russian Railways JSK”, Leading Re- dovrebbe richiedere generalmente 60
searcher at Department of Cardiology, giorni. Sono state recepite le norme di
1st Moscow State Medical University GCP ICH e la documentazione da preI.M. Sechenov. In aggiunta agli incarichi sentare è sostanzialmente analoga a
accademici, il Prof. Popov svolge anche quella prevista dalle norme europee.
attività di tipo manageriale in una CRO Praticamente identiche le norme in Ubasata a Mosca. Nella sua lunga pre- craina mentre in Bielorussia
sentazione (le proiezioni sono visibili sul l’approvazione etica spetta al solo Comisito della SSFA), ha percorso in det- tato Etico locale. Anche in questi paesi è
taglio tutto l’iter regolatorio in Russia, Ucraina
e Bielorussia, confermando il continuo aumento della partecipazione di ospedali
russi agli studi clinici
internazionali. Ciò è
attribuibile a diversi
fattori: Russia, Ucraina
e Bielorussia totalizzano una popolazione
che si avvicina a 200
milioni di persone
(Europa, dato 2011: I relatori durante la Tavola Rotonda
530 milioni), la struttura sanitaria è costituita da grandi centri obbligatoria la copertura assicurativa
ospedalieri nei quali si concentra un alla quale provvedono due compagnie in
elevato numero di pazienti per cui, come Russia, una in Ucraina ed una statale in
è esperienza di chi abbia condotto studi Bielorussia. Per potere condurre speriin quei paesi, eventuali ritardi causati da mentazioni cliniche i centri debbono
lungaggini burocratiche sono poi ampia- essere accreditati dal Ministero della
mente compensati da un rapido arruola- Salute: attualmente esistono 776 centri
mento una volta che lo studio può accreditati in Russia, circa 200 in Ucraiiniziare. Nel 2011, le aziende straniere na e 57 in Bielorussia. Il Prof. Popov ha
che hanno maggiormente coinvolto quindi illustrato alcuni esempi di reclutaquesti paesi in studi clinici internazionali mento di pazienti in diverse aree tera-
peutiche e quindi si è soffermato sulle
differenze di outcome in alcuni studi
internazionali come ad esempio il PLATO (ticagrelor vs. clopidogrel nelle sindromi acute coronariche) il che suggerirebbe che anziché condurre grandi studi
internazionali mettendo insieme popolazioni assai diverse per etnia, abitudini
alimentari e stili di vita, sarebbe più appropriato condurre studi separati sulle
diverse popolazioni. Ha fatto seguito la
relazione della Dottoressa Natalia Bulanova, Leading Researcher at Cardiology
Department, 1st Moscow State Medical
University I.M. Sechenov, la quale si è
dapprima soffermata sulle ispezioni condotte in Russia sia dall’organo di sorveglianza nazionale
ROSZDRAVNADZOR, sia da FDA ed EMA. Il primo
organismo nel 2010 ha eseguito 23 ispezioni in 9 siti rilevando 15 violazioni di
cui 7 considerate critiche. Nel 2011 le
ispezioni sono state 85 in 75 centri: le
principali violazioni riscontrate sono state la presenza di documenti inadeguati o
non corretti, la mancanza di documentazione dell’ottenimento del consenso,
l’erronea contabilità del farmaco. La
FDA ha eseguito, nel periodo 19802009, 63 ispezioni (per confronto, nello
stesso periodo: 192 in Canada e 104 in
UK). Quanto all’EMA, nel periodo 19972009 ha eseguito in Russia soltanto 8
ispezioni.
La Dottoressa Bulanova ha quindi illustrato la società pubblica delle ferrovie,
JSC Russian Railways, la quale ha più
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di 87.000 dipendenti e dispone di ben
256 cliniche, con più di 1300 medici e
oltre 34 mila nurse. I pazienti sono rappresentati ovviamente da dipendenti e
pensionati delle ferrovie e loro famigliari,
ma anche da popolazione del territorio.
Nel periodo 2005-2009 sono stati eseguiti 313 studi clinici in 22 siti
dell’organizzazione: si è trattato in prevalenza (80-90%) di studi di fase III in
campo oncologico.
E’ stata quindi la volta della Dottoressa
Marina Deniskova, Clinical Research
Manager and Country Manager of Moscow Office di Premier Research Group,
la quale ha riferito sull’esperienza
dell’attività della sede russa di una CRO
internazionale. I vantaggi offerti da Russia e Ucraina, per gli studi clinici, secondo la relatrice, sono i seguenti: grandi
popolazioni di pazienti disponibili, diversità genetica ed elevata concentrazione
urbana, forte motivazione dei pazienti a
partecipare, ottima compliance dei pazienti, alta prevalenza ed incidenza di
tutte le maggiori patologie, sistema sanitario molto centralizzato, sperimentatori
qualificati e molto motivati, normativa
corrispondente agli standard internazionali, elevata qualità dei dati clinici. Sussistono tuttavia problemi di ordine burocratico e logistico: la documentazione va
presentata tramite website ma anche su
Pagina 7
carta, scarse sono le possibilità di avere
contatti con il personale che si occupa
degli aspetti scientifici ed etici degli studi, l’approvazione scritta cartacea richiede molto tempo, molto raramente il processo di approvazione richiede due mesi, ma spesso anche il doppio, le procedure di importazione e distribuzione dei
prodotti in studio sono complesse. Sono
infine stati presentati alcuni casi di andamento dell’arruolamento tratti da esperienze vissute.
Ultimo oratore del convegno è stato la
Dr.ssa Francesca Bucchi, CA&A Lead
Advisor, Quality Assurance Group Astra
Zeneca. La Dr.ssa Bucchi ha così sintetizzato la sua esperienza di auditing in
Russia ed Ucraina: il personale clinico è
qualificato e molto motivato, vi è una
buona gestione degli studi, occorre essere preparati ad improvvisi cambiamenti normativi introdotti dalle AASS (ma
dove non avviene questo? NdA), lo standard professionale è elevato, anche se
spesso gli ospedali sono molto vecchi,
una volta ottenuta l’autorizzazione allo
studio, l’arruolamento è molto rapido.
Esistono ovviamente anche problemi: gli
sperimentatori spesso non padroneggiano la lingua inglese ed è quindi necessario ricorrere all’aiuto di un interprete, per
lo stesso motivo tutti i documenti importanti per lo studio, a cominciare da protocollo, IB e CRF debbono essere tra-
dotti in russo od ucraino, il che occupa
molto tempo, esistono spesso difficoltà
per l’importazione del prodotto sperimentale e la sua distribuzione ai centri,
alcuni anni fa è stato introdotto il divieto
di invio all’estero dei campioni biologici i
quali dovevano quindi essere analizzati
in loco e ciò ha creato non pochi problemi agli sponsor stranieri. Concludendo la
sua presentazione, la Dr.ssa Bucchi ha
sottolineato come vi siano ottime prospettive di sviluppo degli studi clinici in
Russia ed Ucraina, testimoniato
dall’aumento annuo del 20% di questi
studi. Altro potente fattore di sviluppo è
rappresentato dai costi che arrivano ad
essere inferiori anche del 50% rispetto a
quelli dei paesi europei. Controprova di
questa tendenza è il fatto che tutte le
grandi aziende e CRO multinazionali
stanno aprendo proprie filiali in Russia.
Si può affermare che il seminario, al
quale ha presenziato un folto pubblico,
tra cui una dozzina di studenti del
Master sullo sviluppo pre-clinico e clinico
dei farmaci dell’Università di Milano Bicocca, abbia rappresentato per tutti un
utilissimo momento di informazione e
riflessione su una realtà ancora non ben
conosciuta da tutti ma che si sta rapidamente realizzando nel mondo della sperimentazione clinica dei farmaci.
Luciano M. Fuccella
Anno VI numero 32
SEMINARIO
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DEL
GRUPPO DI LAVORO
Lo scorso 20 aprile la sala Congressi
Bayer ha ospitato un evento di grande
successo: un seminario di approfondimento sulla nuova normativa sulla farmacovigilanza. Ecco tre relazioni, che
hanno animato la giornata.
Module VI - Management and reporting of adverse reactions to medicinal
products – 19/01/12 draft
Il Modulo VI fornisce indicazioni operative dettagliate circa quanto richiesto dalla
nuova normativa europea in fatto di reporting delle ADR, rispecchiando, di
fatto, l’esperienza e le sfide quotidiane di
chi opera nella gestione della farmacovigilanza post-marketing. Restano però,
nella bozza esaminata, diversi spunti di
riflessione, in particolare in merito al
punto di equilibrio necessario tra impegno delle istituzioni e delle aziende e
rischio di sovraccaricare il sistema di
monitoraggio e raccolta delle informazioni, a possibile discapito della qualità dei
dati. Ciò premesso, alcuni aspetti in particolare sono degni di nota, anche se in
parte già presenti in linee guida internazionali oppure previsti dalle procedure
aziendali:
 Validazione (informazioni minime)
degli ICSR: il fatto di aver potuto
verificare l’evento direttamente con la
fonte è considerato sufficiente ai fini
dell’identificabilità del segnalatore,
anche se questi rifiuta di rilasciare i
propri dati personali, così come è
sufficiente un indirizzo e-mail valido;
 Gli obblighi del titolare AIC si applicano tutte le volte che la titolarità del
FARMACOVIGILANZA
farmaco sospetto non può essere
esclusa (per nome del principio attivo, formulazione, lotto, via di somministrazione, paese di origine del
reporter o dell’evento);
 Il titolare deve ricevere da eventuali
consociate extra-EU i casi di ADR a
PA autorizzati in EU;
 I report da paziente devono essere
gestiti come segnalazioni spontanee,
così come i casi stimolati da comunicazioni di sicurezza (DHCP), pubblicazioni editoriali, ed altro;
Le fonti “ulteriori” di ICSR da considerare
sono:
 Pubblicazioni non cliniche (dati preclinici);
 Abstract, poster, articoli da meeting o
attività editoriali nei quali il personale
del titolare è coinvolto, anche solo in
termini di presenza, oltre che di
sponsorizzazione;
 Media digitali (inclusi siti web, blog,
social network, forum, chat room,
portali della salute) sponsorizzati dal
titolare (di proprietà, supportati economicamente o controllati dal titolare,
ma escluse le donazioni, purchè il
titolare non controlli i contenuti del
sito), nei quali il titolare deve anche
facilitare il reporting da parte dei visitatori per mezzo di moduli e/o contatti specifici. Nota: il giorno zero è il
giorno di comparsa sul sito;
 Media digitali non propri, se ciò può
permettere l’identificazione e la valutazione di “significant safety issues”.
 Lo screening di letteratura deve coinvolgere tutti i prodotti autorizzati,






L’Auditorium Bayer

indipendentemente dalla commercializzazione;
Studi non interventistici: viene applicata una distinzione al fine della segnalazione tra studi nei quali i dati
sono raccolti dal medico/paziente
(qui l’obbligo del titolare si limita ai
propri prodotti in studio, mentre per
tutte le altre ADR l’obbligo è del clinico) e studi basati su un utilizzo secondario di dati, quale la revisione di
cartelle cliniche (le ADR devono solo
essere riassunte nel rapporto finale).
Esposizione in gravidanza: è sottolineata l’importanza di questi dati e la
necessità di raccoglierli con diligenza, anche per mezzo di una modulistica specifica;
Mancanza di efficacia: è necessario
raccogliere report dettagliati, anche
se, salvo specifiche circostanze, non
è richiesto l’expedited reporting ma la
specifica valutazione nello PSUR e
nel RMP;
Follow-up: i report devono essere
completi ed i dati raccolti a voce confermati per iscritto. Per le segnalazioni da non sanitario è necessario chiedere il consenso al contatto con il
medico;
Sistema di qualità: Autorità e titolare
AIC devono avere un sistema che
garantisca la qualità ad ogni passo
della gestione degli ICSR, con SOP
per la gestione documentale e la
coerenza dei dati, per la divisione dei
compiti e delle responsabilità e per la
formazione del personale;
L’Agenzia Europea, in collaborazione
con le Autorità nazionali ed i titolari
garantirà la qualità ed integrità dei
dati, anche tramite auditing dei casi
inviati ad Eudravigilance;
Il Modulo VI specifica le modalità di
reporting ad EV prima e dopo
l’implementazione delle funzionalità
avanzate di Eudravigilance:
Fase si transizione
Casi gravi (e non gravi se richiesto da CA) EU; il titolare riporta alla CA interessata;
CA riporta tutte le ADR nazio(Continua a pagina 9)
Anno VI numero 32
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(Continua da pagina 8)
nali gravi ad EV e a titolare, se non ricevute da titolare;
Casi gravi extra EU: titolare
riporta ad EV (e CA se
richiesto da CA).
Procedure definitive
Titolare riporta tutte le ADR EU
ad EV che inoltra alla CA
interessata
Casi gravi extra EU: titolare
riporta ad EV
CA riporta tutte le ADR nazionali ad EV
 Privacy: dato il valore sociale della FV, è
legittimo il trattamento dei dati in Eudravigilance, nel rispetto delle normative
nazionali. Inoltre, anche laddove la legislazione nazionale impedisse la trasmissione di dati personali ad Eudravigilance,
si dovrebbero preservare intatte le informazioni rilevanti per la valutazione di
safety, come età e sesso.
Matteo Laurita Longo
PASS - Post Authorization Safety
Study
Nell’incontro di studio in Bayer del 20
aprile scorso è stato affrontato anche il
tema dei Post Authorization Safety
Study o PASS, ed in particolare è stato
illustrato il modulo VIII della “Guideline
on Good Pharmacovigilance Practice”.
Sono stati illustrati, nel dettaglio, i processi, le caratteristiche, la struttura, il
formato del protocollo e le varie tipologie
degli studi post-autorizzativi sulla tollerabilità. È stato sottolineato in particolar
modo come, anche se teoricamente i
PASS potranno essere rappresentati da
studi interventistici, in realtà, nella grande maggioranza dei casi, saranno studi
di tipo osservazionale. L’aspetto maggiormente innovativo, a lungo discusso
durante l’incontro, è rappresentato dal
maggior controllo, rispetto alla situazione
attuale, da parte delle Autorità sia per
quanto riguarda l’approvazione e la conduzione dei PASS, sia per quanto riguarda i risultati ottenuti. Chiaramente questo maggior controllo darà anche maggior peso ed importanza ai PASS stessi
che diventeranno un utile strumento per
poter
ottenere
Autorizzazioni
all’Immissione in Commercio più velocemente, senza che vi sia una perdita di
qualità o un minor numero di informazioni rispetto alla situazione attuale. Infatti
le Autorità, come suggerito nelle linee
guida, potranno chiarire determinati dubbi o aree poco studiate grazie a questo
potente strumento. Un altro aspetto importante del modulo VIII, evidenziato nel
corso dell’incontro, è l’aumentata trasparenza all’interno dell’Unione Europea per
quanto riguarda i risultati ottenuti e la
loro pubblicazione. Viene raccomandata
infatti, all’interno delle linee guida, una
strategia di pubblicazioni che garantisca
la massima indipendenza al Principal
Investigator, indipendentemente da chi è
proprietario dei dati.
Andrea Lanza
Module IX - Good Pharmacovigilance
Practice
Il Modulo IX del documento rilasciato da
EMA avente per titolo “Good Pharmacovigilance Practice” (GVP) e’ relativo al
“Signal management”. Al pari degli altri
moduli è entrato in vigore a luglio 2012.
Il rapporto CIOMS n. VIII, “Practical Aspects of Signal Detection in Pharmacovigilance”, edito in Ginevra nel 2010 e
citato all’inizio quale base fondante del
modulo stesso, definisce “segnale” una
“informazione che deriva da una o più
fonti e che suggerisce potenzialmente
qualunque forma di associazione causale o un nuovo aspetto di una associazione conosciuta, tra un intervento
(terapeutico) ed un evento o una serie di
eventi correlati, sia negativa sia benefica
e che viene giudicata essere di probabilità sufficiente a giustificare azioni di
verifica”. In altre parole il concetto di un
“drug safety signal” è la base delle attività di farmacovigilanza da circa 40 anni.
Dopo l'identificazione del segnale, un
sistema di sicurezza può determinare il
ruolo causale del farmaco, caratterizzare
lo spettro clinico della ADR, quantificare
il rischio, intraprendere un adeguato atto
normativo per prevenire o ridurre al minimo il rischio e comunicare questi risultati
agli operatori sanitari ed ai pazienti. Il
rapporto beneficio-rischio è sempre soggetto a revisioni in base alle differenti
fonti di informazione, al tempo di osservazione, alle verifica dei “segnali”. Per
l’identificazione di tale segnale, vengono
utilizzati metodi statistici (in particolare il
chi quadro). Le procedure statistiche
sono usate soprattutto per una prima
selezione in grandi quantità di segnalazioni. I vantaggi più evidenti sono di non
essere influenzati dalla conoscenza e da
eventuali errori di chi analizza i dati, di
essere obiettivi, trasparenti e riproducibili. In conclusione, nonostante vi sia stato
finora poco consenso tra industria, attività regolatoria e comunità accademica
circa l'esatta natura e la portata di un
programma di rilevamento del segnale
per tutto il ciclo di vita del prodotto medicinale, l’esame delle aspettative delle (e
per) le parti interessate, compresi i consumatori, i medici prescrittori, i regolatori
governativi e le aziende farmaceutiche
(sponsor) è importante per valutare la
progettazione ottimale, la fornitura di un
sistema di FV e per supportare una corretta strategia di rilevamento del
“segnale” stesso. E’ attualmente in corso
il riesame di una guida chiave e di regolamenti finali a tale scopo.
Raimondo Russo
Dr.ssa Sandra van der Poel-Smet
(Continua a pagina 10)
Anno VI numero 32
(Continua da pagina 9)
Dal sito www.ema.europa.eu
European Medicines Agency finalises first
set of guidelines on good pharmacovigilance practices
The European Medicines Agency has
published the first set of finalised modules of the guideline on good pharmacovigilance practices (GVP) today. The
finalisation of these seven modules is a
key deliverable of the 2010 pharmacovigilance legislation, which will apply from
Monday 2 July 2012. Each of the modules covers one major process in the
safety monitoring of medicines. These
are:
 Module I: Pharmacovigilance systems and their quality systems;
 Module II: Pharmacovigilance systems master files;
 Module V: Risk management systems;
 Module VI: Management and reporting of adverse reactions to medicinal
products;
 Module VII: Periodic safety update
reports;
 Module VIII: Post-authorisation
safety studies;
 Module IX: Signal management.
Pagina 10
GVP is a set of measures drawn up to
facilitate the performance of pharmacovigilance in the European Union (EU).
They apply to marketing-authorisation
holders, the Agency and medicines regulatory authorities in EU Member States
and aim to improve safety for patients by
strengthening the monitoring of the safety
of medicines across the EU. They cover
medicines authorised centrally via the
Agency as well as medicines authorised
at national level. Each module was developed by a team consisting of experts
from the Agency and from EU Member
States, and was released for public consultation between February and April
2012. The final versions of the modules
have been updated, taking the comments
received during the public consultation
into account. The comments received
have also been published today. On
Wednesday 27 June 2012, the Agency
will be publishing two further GVP modules for public consultation. These will be:
 Module III: Pharmacovigilance inspections;
 Module X: Additional monitoring.
The remaining seven draft modules making up the entire GVP package are under
development and will be released for
consultation later in the year.The GVP
modules are aligned with the European
Commission's implementing regulation,
published last week. This regulation is a
legally binding act that provides details on
the operational aspects for the new legislation. The finalised GVP modules on
post-authorisation safety studies and risk
management plans refer to the guide on
methodological standards in pharmacoepidemiology, which is available on the
website of the European Network of Centres in Pharmacoepidemiology and Pharmacovigilance (ENCePP). This guide,
which was revised last week after an extensive consultation period and expert
review, includes methodological guidance
for experienced and new researchers in
pharmacoepidemiology and pharmacovigilance. For each topic covered, direct electronic access is given to internationally agreed recommendations and key
points from important guidelines, published articles and textbooks after an introductory review. Today also sees the
publication of an updated version of the
European Medicines Agency and Member States joint implementation checklist,
which provides an overview of the prioritisation of tasks linked to the implementation of the legislation.
Impatto della nuova normativa
europea FV sugli studi osservazionali
Milano - 25 settembre
Gruppo di Lavoro SSFA
Il Cantiere degli Studi Osservazionali Internazionali
Il 26 marzo scorso , nell’ambito delle
attività del gruppo di lavoro Studi Osservazionali, il “cantiere” “studi internazionali" è stato ufficialmente riattivato! Vi
collaborano – per il momento - Luca
Faoro di ICON, Simona Sgarbi di Medidata e Daniela Gilardi della Fondazione
Frontier. Abbiamo deciso di far ripartire
questo cantiere perché sentiamo
l’esigenza di approfondire le conoscenze
su come si svolgano questi studi a livello
internazionale, e volevamo cercare di
capire affinità e differenze tra le varie
nazioni europee.
Siamo partiti da una proposta di
“roadmap”, di cammino che vorremmo
seguire, ovvero:
 analizzare e catalogare l'attuale
status giuridico e regolatorio in Europa;
 valutare come negli altri Paesi Europei vengono prevalentemente utilizzati
gli studi osservazionali (es: PASS, Registri, CER, altro);
analizzare la letteratura e catalogare gli
studi pubblicati per esplorare i bisogni e
le attitudini di medici, pazienti e professionisti della ricerca osservazionale.
Concretamente, il cantiere da qui alla
fine dell’anno si è impegnato a scrivere
una relazione (che sarà pubblicata su
SSFA oggi) anche sfruttando il lavoro
già fatto in passato. Successivamente il
nostro proposito è quello di pubblicare i
risultati del nostro lavoro anche su riviste
di settore e proporre concrete iniziative
di training per chi è interessato a queste
tematiche. Le affinità con le attività in
corso negli altri cantieri del GdL Studi
Osservazionali e di altri gruppi di lavoro
SSFA non mancano, e di questo siamo
felici; ad esempio, i cambiamenti che la
nuova normativa di farmacovigilanza
sugli studi post-marketing porterà in
ambito italiano ed europeo da luglio sarà
un argomento che intendiamo trattare
insieme agli amici del GdL della FV.
Naturalmente il nostro gruppo è aperto a
chiunque fosse interessato a dare un
aiuto: vi aspettiamo!
Luca Faoro
Simona Sgarbi
Daniela Gilardi
Anno VI numero 32
The Lancet —
Pagina 11
Catastrophic neglect of the basic sciences in medicine
Talk with scientists who work in research
-intensive schools of medicine and you
hear a resonant message. The basic
medical sciences are not only being neglected, they are being systematically
eroded. This marginalisation will have
damaging effects on clinical care over
the next two decades. The foundations
of fundamental knowledge about health
will be fractured. The platform for applied
research will have atrophied. Patient
care will be harmed by the prevailing
short-sighted and expedient approach to
discovery science. Part of the difficulty is
a mix of financial and bureaucratic obstacles. One biophysicist in the US described to us the labyrinthine processes
currently afflicting the National Institutes
of Health (NIH), the world's premier biomedical funding agency. Her experience
is symptomatic of a structural defect in
NIH funding mechanisms. She submitted
a grant as follow-up to a long-standing
and successful line of research into Alzheimer's disease. At the moment she
submitted her grant, a related paper in a
high-profile journal was published. That
paper seemed to cast doubt on a crucial
premise of her grant application. One
reviewer used the newly published research to criticise the grant, which was
eventually rejected. The article itself then
came under severe critical scrutiny. The
failed applicant wanted to appeal. Yet,
unlike journals, NIH has no room for
negotiating with its reviewers. This star
chamber approach to grant review is a
ridiculous way to judge scientific merit.
Science is a social process. It depends
upon dialogue and debate. NIH grant
procedures deny scientists an opportunity to challenge poor or biased reviews.
When this inflexible process is combined
with a grant success rate of only 10% in
some fields, scientists not unreasonably
wonder whether they are in the right
career. The situation in the UK, the
world's second most important life sciences centre, is no better. We are fortunate to have high-value funding bodies,
most especially the Medical Research
Council and the Wellcome Trust. But
scientists on the front lines of research
tell a disturbing story. They report, at
best, complacency about, and, at worst,
prejudice against the basic medical sciences. The errors seem to be multiple.
Project grants—3-year investments of
modest sums (£300 000) into the careers of young scientists—have withered. Scientists tell us that this dramatic
shift in policy—converting our funding
bodies into versions of the Howard
Hughes Medical Institute—is a laudable
objective, but one with unanticipated
negative consequences. Not the least of
which is the excision of investment into
future generations of young medical
researchers. Such a perilous policy, pursued by some research councils and
larger charities alike, is being driven by a
political environment that emphasises
big science and aggressive commercial
returns on research investments. The
continuity of government spending on
science will depend on science's contribution to wealth creation within one political cycle. Every scientist knows that
this promise cannot be delivered in such
a short timeframe. Yet that was the commitment made by the science community, and it is driving a translational science agenda that, although correct in
many ways, is squeezing out the funda-
mental science on which translational
research depends. Defenders of the
current funding environment in the UK
might point to the Francis Crick Institute
as an example of the UK's commitment
to the basic biomedical sciences. Due to
open in 2015 with 1250 scientists and a
budget of £100 million, this new institute
will certainly be a leading national centre
for discovery research. But viewed from
outside London, the Crick looks like a
further concentration of funding in the
capital, drawing resources—financial
and human—away from researchintensive universities elsewhere. London
will thrive while the provinces starve.
The Research Excellence Framework
(REF2014) is also driving science away
from discovery. A new emphasis on impact means that university leaders need
research that has measurable effects.
Basic science does not easily lend itself
to linear assessments of impact. The
result? Basic science becomes an unattractive option for research investment.
The consequence for universities is not
only that the basic sciences are threatened, but also that the broad science
base a university needs for a strong educational offering is diminished. In medicine, we have sometimes convinced
ourselves that epidemiology is the basic
science of clinical medicine. This is a
conceit. The basic science of medicine,
and the future of safe and effective patient care, relies on smart people working in laboratories to answer questions
about which they are passionate. We
seem to have forgotten that lesson. We
need to relearn it quickly.
Un nuovo seminario SINPF-SSFA
La collaborazione fra SINPF e SSFA continua, con grande soddisfazione di
entrambi. Eccoci dunque alla seconda puntata: lo scorso 25 giugno, a Milano,
si è parlato dei disturbi del tono dell’umore, con quattro stimolanti presentazioni
che hanno percorso i temi delle basi biologiche della depressione, per approfondire poi gli aspetti della malattia in popolazioni particolari (gli anziani, la donna in gravidanza) e concludere con una visione panoramica sulle terapie farmacologiche. Come per tutti i seminari SSFA, l’invito a partecipare è stato indirizzato sia ai soci SINPF, sia ai soci SSFA, ed anche agli studenti del master Bicocca, che hanno molto apprezzato l’atmosfera informale ed aperta dei nostri
incontri pomeridiani. Un grazie di cuore ai quattro relatori, ed ai partecipanti
tutti: il prossimo appuntamento, dopo la pausa estiva, è per lunedì 10 settembre pomeriggio. Il tema sarà il morbo di Parkinson.
Anno VI numero 32
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Master Università Bicocca - Milano: quattro tesi
A metanalysis of observational studies
Statins have been worldwide recognized to prevent cardiovascular events and mortality.
They are one of the most frequently prescribed drugs in Western countries. The role of 3HMG-CoA reductase inhibitors on human cancer incidence is still far to be clarified, due to
conflicting results reported from several randomized clinical trials and observational studies.
A meta-analysis of sixty-two observational studies (37 case-control and 25 cohort studies)
reporting the association measures between exposure to statin and risk of tumor published
in the period of time 2000-2011, was conducted on this issue in order to quantify the association between statin treatment and risk of incident cancer. The findings of our study reveal
among statin users a strong significant reduction of risk of liver cancer (RR: 0.69; 95% CI:
0.61-0.78) and of lymphoma (RR: 0.82; 95% CI: 0.76-0.89). A significant protective effect of
statin therapy emerged on the incidence of colon-rectal cancer (RR: 0.84; 95% CI: 0.780.90), prostate cancer (RR: 0.90; 95% CI: 0.85-0.96) while no significant association was
found in bladder (RR: 1.01; 95% CI: 0.97-1.05), breast (RR: 1.01; 95% CI: 0.98-1.05), colon cancer (RR: 0.96; 95% CI: 0.871.05), kidney (RR: 0.78; 95% CI: 0.47-1.29), lung (RR: 0.88; 95% CI: 0.76-1.03), melanoma (RR: 0.93; 95% CI: 0.75-1.15), pancreas (RR: 0.88; 95% CI: 0.73-1.07), rectum (RR: 0.82; 95% CI: 0.67-1.01), skin non melanoma (RR: 1.02; 95% CI: 0.98-1.06),
and uterus (RR: 0.88; 95% CI: 0.73-1.08) cancer. Some evidence of a protective effect on the incident risk of colon-rectal cancer,
liver cancer, lymphoma, and prostate cancer was found using a meta-analytic approach on the observational studies.
Danitza Pradelli
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Danitza Pradelli graduated in Veterinary Medicine in 1999 and earned in 2005 her PhD in Animal Health, section of medicine at
Parma University. She served as member of the Executive Committee and lecturer of “Clinical Pharmacology and Therapy” in the
second level master “Cardiovascular diseases and related internal medicine pathologies” at the Faculty of Veterinary Medicine,
University of Parma. She currently works as medical writer and as clinician at the Veterinary Clinic “Gran Sasso” in Milano.
Evaluation of the role of procalcitonin in urinary tract infections: a monocentric observational clinical trial
Procalcitonin (PCT) is the precursor of the calcium regulatory hormone calcitonin. In the
course of bacterial infections, sepsis or septic shock, characterized by a systemic inflammatory reaction, PCT is invariably high in the blood with a rapid decrease upon effective antibiotics treatment and recovery from infection. Conversely, no PCT can be found in the bloodstream during minor localized infection. Among the available inflammatory biomarkers, PCT
has been shown to be the most useful for use as a clinical diagnostic marker thanks to its
favorable kinetic profile. In urinary tract infections (UTI), there is evidence that it is a reliable
clinical diagnostic marker in children in discriminating lower UTI from acute pyelonephritis,
in predicting renal parenchymal involvement with high sensitivity and specificity. The study,
which is an investigator initiated one, originates from the hypothesis that the immune system of the urinary tract may be able to
generate an excess of PCT in urine as compared to that in the bloodstream. For this reason the use of the ratio of PCT blood/
PCT urine could be useful in indicating if the infection involves the urinary tract only or it is a systemic one. Once that hypothesis
will be tested and confirmed, the creation of a “urinary PCT assay” may be developed as a new tool for the early diagnosis of UTI
and to assess the grade of severity as well as to monitor the efficacy of antibiotic therapy. One possible clinical application would
be, therefore, to omit further diagnostics for a negative urinary PCT level whereas for high levels only, it would recommend a
urine culture and introduce further diagnostics at a higher urgency than for normal PCT levels.
Francesca Gori
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Francesca Gori obtained her degree in Medical Biotechnology in 2007: soon after she started a 3-year experience at the Mario
Negri Institute, working in the laboratory of clinical evaluation of drugs. Her professional interest in clinical research increased, so
in 2011 she attended a University master focused on the development of drugs, specifically both early discovery and clinical
phases. Since September 2011 she has been working as a collaborator of the Medical Director of the clinical diagnostics at
Thermo Fisher Scientific. Her job focuses on the logistics for an investigator initiated trial (preparation of CRFs, IC, documents for
the EC and other) as well as in supporting the medical director in her activities. Her active involvement in the job required to successfully act in a multi-task team player, to work under pressure, to prioritize, and to solve logistical or organizational issues. Her aim is to continue
working in the position of Scientific/Medical Affairs in a pharmaceutical/ biotech Company or in a CRO.
Anno VI numero 32
Pagina 13
Clinical development of a new drug: a balance between medical
need and economic sustainability. An example from AstraZeneca.
Acute Coronary Syndrome (ACS) is an umbrella term for several conditions associated with the blockage of
coronary arteries. Coronary artery diseases lead to significant morbidity and mortality, placing a substantial
burden on healthcare systems and, despite improvement brought by new therapies, cardiovascular mortality
still remains high.
Oral antiplatelet agents play a key role in the management of ACS patients, decreasing their chances of experiencing a new ischemic event; moreover, they must strike a balance between reduced atherothrombotic events
and bleeding risks. Current clinical guidelines recommend dual antiplatelet treatment (aspirin and clopidogrel)
for the ACS patient management. Ticagrelor is a novel antiplatelet agent with a new mechanism of action, providing faster,
greater and more consistent P2Y12 inhibition than clopidogrel. The potential for ticagrelor has been evaluated through an extensive program of clinical trials. In the PLATO study(1) ticagrelor, compared with clopidogrel, significantly reduced the primary end
point (a composite of death, myocardial infarction or stroke) without increasing the rate of overall major bleedings. A costeffectiveness analysis of ticagrelor vs clopidogrel was developed on the basis of the clinical outcomes of PLATO study(2). One
year of treatment with ticagrelor is more expensive than with the comparator, but 11 additional lives are saved out of 1,000 patients. Assuming a life expectancy of 15.3 years for each survivor, and assessing effectiveness on the base of death from cardiovascular causes, an incremental cost-effectiveness ratio (ICER) of €8,327 per life-year gained (LYG) and of €10,621 per qualityadjusted-life-year (QALY) can be computed. Ticagrelor can be considered a cost-effective alternative to clinical standards for the
treatment of patients with ACS.
Raffaella Maucci
1) Wallentin L et al. 2009 Ticagrelor vs clopidogrel in patients with acute coronary syndromes. N Engl J Med 361(11): 1945-1057
2) Lucioni C et al. 2011 Economic evaluation of ticagrelor vs clopidogrel in ACS patients, PharmaEconomics-Italian Research Articles 13(2): 53-64
__________________________________________________________________________________________________________
After the chemistry degree at the University of Milan in 1995, I attended a three-year course at the Mario Negri Institute for Pharmacological
Research, obtaining a diploma as Pharmacological Research Specialist. From 1998 to 2001 I was a member of the PK and Clinical Chemistry
unit of the Institute. In 2001 I joined the biotech company NicOx, initially as Senior Scientist, then, from 2006 to 2010, as Principal Scientist of
the DMPK Unit. Following NicOx’s DMPK unit closure at the end of 2010, I attended the one-year master in Research and Preclinical and
Clinical Drugs Development held by the University of Milan-Bicocca. Today, after a six months scholarship period, I am working as Clinical
Research Associate, in the Clinical Operations Unit at AstraZeneca’s Italian facility.
Risk assessment in the development of an ep4 receptor antagonist: preclinical considerations
Prostaglandin E2, the most abundant eicosanoid, plays a crucial role in both normal physiology and
disease, acting through its four receptors EP1 to EP4. Under physiological conditions, PGE2 is key in
the regulation of immune responses, blood pressure, gastrointestinal integrity and fertility. Deregulated PGE2 levels are associated with many pathological conditions and, in particular, with the inflammatory process. However, the severe cardiovascular and gastrointestinal side effects associated with
the main class of anti-inflammatory drugs (NSAIDs) have resulted in a subsequent progressive reduction in their clinical use. As a consequence, medical needs are in great demand for the discovery
of new potent and selective anti-inflammatory strategies, carrying less cardiovascular and gastrointestinal safety concerns. Selective antagonism of EP4 receptor may represent a valid and promising
approach to limit the range of side effects, compared to NSAIDs. In line with the considerations
above, in addition to the Standard Safety Core Battery required to enter Clinical Phase I, the toxicological development plan of an
EP4 antagonist should include follow up and additional studies, with the aim of early highlighting any possible gastrointestinal
(GI), cardiovascular (CV) and renal safety risk. Besides, these risks should be evaluated not only in healthy animals but also in
animal models prone to develop CV and GI pathologies, such as collagen-induced arthritis rats (CIA) and spontaneously hypertensive rats (SHR). Furthermore, this kind of rational approach could be widened to the development of any therapeutic molecule
regardless of its therapeutic class, whenever its mechanism of action is known.
Emanuela Nicora
________________________________________________________________________________________________________________
I have a degree in Pharmaceutical Biotechnologies, and I have been involved for 5 years in basic and preclinical research projects, in the area
of spinal cord injury regeneration and adult stem cells. To broaden my knowledge about the whole drug development process and start focusing on applied research, last year I attended the Master Course in “Preclinical and Clinical Development of Drugs” at the Milano-Bicocca
University, and I got my master degree in May 2012. I spent the master internship period in Rottapharm-Madaus, Monza, in the outsourcing
section of pharmacology and toxicology department, and my master thesis focused on preclinical safety risk evaluation in the development of
an EP4 receptor antagonist molecule. I am currently working at Rottapharm-Madaus, where I am responsible for monitoring the regulatory and
non regulatory studies outsourced to CROs.
Anno VI numero 32
Pagina 14
LA SIFO COMPIE
SESSANTA ANNI
SOCIETA’ ITALIANA DI FARMACIA OSPEDALIERA E
DEI SERVIZI FARMACEUTICI DELLE AZIENDE SANITARIE
Sessant’anni fa, il 14 Giugno del 1952,
undici illuminati e coraggiosi farmacisti
ospedalieri italiani sentirono il bisogno di
associarsi fondando la “ Società Italiana
di Farmacia Ospedaliera”, acronimata
SIFO, con il logo “Charitas et Sapientia”
per evidenziare meglio l’ originaria mission della stessa. Mossero i primi impacciati passi nel mondo scientifico e sanitario dell’epoca con notevoli sacrifici,
anche personali, ma con grande dignità
e saggezza. Piccoli passi per loro, ma
giganteschi per la nostra categoria che,
grazie alla SIFO, ha potuto, man mano,
affrontare efficacemente le grandi sfide
di un futuro governato in gran parte dalla
scienza e dalla tecnologia, scongiurando, diciamolo pure, una assai probabile
deriva professionale. Dobbiamo alla
lungimiranza di quei colleghi, e al lavoro
dei tanti venuti dopo, se oggi siamo percepiti e quotati di fatto come interlocutori
seri e indispensabili di Ministeri, Università, Società Scientifiche, Istituti di ricerca pubblici e privati, Associazioni di malati, non solo per quanto concerne il tradizionale campo tecnico-legislativo e i
modelli organizzativi di assistenza farmaceutica intra ed extra ospedaliera, ma
anche per le nuove tematiche riguardanti la biotecnologia, la radiofarmacia, la
farmacogenetica e la farmacogenomica,
il rischio clinico, la health technology
assessment, la sperimentazione clinica
dei nuovi farmaci e molto altro attinente
alla nostra professione. Oggi la nostra
Società gode di una giusta autorevolezza e di meritata stima ed è costituita da
circa tremila soci. In sessant’anni si sono susseguiti diciotto Consigli Direttivi
(CD) guidati da dieci Presidenti dei quali
l’ultimo è chi scrive questo articolo a
pochi giorni dall’aver ricevuto il secondo
mandato. Pur non essendo io ancora
nata all’atto della costituzione della SIFO, sento il bisogno e il dovere di rendere un sincero omaggio ai nostri “Padri
Fondatori”, esprimendo, anche a nome
di tutti gli attuali soci, la più profonda
gratitudine per la loro idea e le correlate
azioni che ne seguirono, tese primariamente alla tutela della professione, allo
studio e alla ricerca. Come segno di
riconoscimento simbolico e tangibile, fin
da subito intendo proporre all’attuale CD
di insignire, anche alla memoria, di
“Medaglia d’0ro SIFO” i loro nominativi.
Pensandoci bene, quelli dovevano essere tempi difficili per una piccola categoria
come la nostra, ancor più per le poche
donne che allora esercitavano la professione di Farmacista Ospedaliero: tra i “
Padri Fondatori” (e nel primo CD ) vi era
una sola donna, laureata in Farmacia, gli
altri dieci, tutti chimico-farmacisti, erano
uomini. Per un trentennio, fino al 1980,
non vi è stata più alcuna rappresentanza
femminile in seno ai CD. Sembra ancora
incredibile, ma fino all’anno 2003 le colleghe elette a consigliere erano una o
due per quadriennio, su nove di cui è
composto ogni CD, e c’è voluto quasi
mezzo secolo per avere, nell’anno 2000,
una donna alla Presidenza della SIFO!
Da allora in poi, e in particolare negli
ultimi otto anni, oltre alla presidenza, le
donne ottengono i due terzi dei rappresentanti in seno al CD, in sintonia con la
rispettiva percentuale tra tutti gli iscritti
alla Società.
C’è da dire che anche il contesto culturale, scientifico, politico ed economico
dell’Italia, dell’Europa e del Mondo è
totalmente cambiato rispetto ai
sessant’anni trascorsi e sarebbe fuori
luogo porre, oggi, simili questioni nei
vecchi contrapposti termini di uomodonna. Da tempo la SIFO, grazie al costante e intelligente impegno di detta
sua leadership, ha raggiunto livelli di
qualità organizzativa, operativa e produttiva di tutto rispetto, ponendosi tra le
migliori Società Scientifiche d’Italia e
d’Europa al punto che in un recente incontro internazionale, organizzato
dall’EAHP, alcuni dirigenti di Società
nostre consorelle hanno manifestato
particolare interesse a conoscere più in
dettaglio i recenti correttivi strutturali,
funzionali
e
operativi
apportati
all’organizzazione della SIFO, oggi da
loro dichiaratamente percepita come
“avanzato modello associazionistico di
democrazia aperta, partecipata e deliberativa”. Quali augùri , dunque, dobbiamo
farci se non quelli che ogni singolo Socio
vorrà esprimere? Dal canto mio, vorrei
che quanto da tutti fin qui fatto e vissuto,
compresi gli errori, i ritardi, le incomprensioni, possa servire ad allungare la
longevità della SIFO, a creare nuovi e
sempre più efficaci strumenti e metodi di
lavoro, a realizzare crescenti e diffusi
spazi di felicità lavorativa per le colleghe
e i colleghi impegnati nelle varie, difficili,
composite e diversificate realtà operative del nostro Paese, a rispondere adeguatamente alle aspettative dei tanti
cittadini che credono nella nostra professione e per noi pagano . Certo, anch’io,
in queste poche righe, avrei voluto poter
adoperare con maggiori poteri il verbo
augurare, non solo al transitivo per formulare, come ho fatto, un semplice e
sincero augùrio, ma anche nella forma
intransitiva per esercitare la funzione di
àugure, pronosticando e traendo auspici
(la radice di augur dipende dal verbo
augere che significa “aumentare”) e augùrium, sempre da augur (= chi preannuncia buone notizie) vuole significare il
desiderio che si realizzi un evento. Da
qui si può arrivare anche ad “Augustus”
in quanto sacro, consacrato dagli àuguri.
Gli àuguri, che erano un collegio di sacerdoti romani molto rispettati e influenti,
esercitavano il loro ufficio negli
“Auguratori” predicendo il futuro dal volo,
dal modo di cibarsi e dal grido degli uccelli. A me è stato facile esprimere, ai
precedenti ed agli attuali quadri dirigenziali nonché ai soci tutti, un desiderio di
bene sul piano della solidarietà, della
(Continua a pagina 15)
Anno VI numero 32
Pagina 15
(Continua da pagina 14)
fiducia e della speranza comune. Mi
sarebbe stato impossibile, invece, assumere il ruolo di interprete del volere degli Dei, rivelato per mezzo di segni dati
dagli uccelli o altri fenomeni, non essendo la SIFO un “Auguratorio”, cioè un
luogo prescelto dai soci (come facevano
i Romani antichi) per prendervi gli auspi-
invited
ci. E’ vero anche che, come dirigenti
SIFO, abbiamo il dovere di cogliere, fin
dal loro apparire (se non addirittura prevederli) nella società civile, nel mondo
del lavoro, tra i giovani, nella scienza,
nella politica, nell’economia, altri tipi di
segnali e di indicatori, prefigurando i
verosimili futuri scenari e, in conseguenza di ciò, l’obbligo di agire ideando, svi-
luppando e implementando, nell’ambito
di competenza, progetti in grado di assicurare risposte concrete, utili, efficaci ed
efficienti, ai bisogni reali (anche se inespressi) della collettività. Per fare tutto
questo, però, non abbiamo bisogno né
di “ àuguri “ né di “Augusti ”.
Laura Fabrizio
IFAPP and SSFA
to a working session at
Since a few years EMA (European Medicines Agency) established the habit to
offer any new guideline and regulation to
a public consultation, in order to collect
opinions of several professional associations. I volunteer to offer my experience
on behalf of IFAPP, so I regularly (on
average twice a month) receive the invitation to offer my comments on a
new draft document, posted in the
EMA website. As a result of this
constructive criticism, a few weeks
ago I received an invitation from
EMA, to join a meeting entitled “
Workshop on the reflection paper
on risk based quality management
in clinical trials”, to be held at EMA
facilities on May 22, 2012.
I was honoured in receiving this
invitation, and I was also able to get
the involvement of SSFA (the Italian
Association of Pharmaceutical
Medicine): in fact Daniela Marcozzi
(head of QA at Sigma-Tau) accepted my invitation to give a presentation on her experience of the interaction
between QA and Project Management.
The meeting was held in a large and
well equipped meeting room: and also
FDA, very interested in this topic, was
connected in teleconference, despite the
fact that our meeting started at 10,00
am, which is 04,00 am in Washington!
The meeting was attended by the majority of EU GCP inspectors, and also by
some 40 delegates representing 24 different bodies (scientific associations of
both Pharmaceutical Medicine and Quality Assurance, CROs and pharmaceutical companies). Fergus Sweeney was a
good and competent moderator, and
ample time was given after each presentation, to ensure that everybody had the
opportunity to comment and to offer suggestions. Main topics under discussion
were, based on their relevance and according to my personal opinion, the following ones:
 the complexity of clinical protocols: all
parties agreed that many clinical protocols are too long and too complicated to be implemented. Many times
Ethics Committees and Clinical Investigators underestimate this critical
aspect, which often is the main reason for projects failures. It is anticipated that in the future more attention
will be given to this issue, making
sure that clinical protocols have only
one principle end point, and possibly
just a few secondary endpoints. Also
selection criteria should be listed with
a more realistic approach;
 a strong focus on training of both
EMA
CRAs and Investigators: everybody
agrees that training of all professionals involved in clinical studies is of
key importance. There is also the
perception that training of CRAs is
generally undertaken, as the quality of
CRAs is an important aspect in the
CRO competitive environment. Training of Clinical Investigators
should be more accurate,
with more attention to their
different roles (Principal Investigators
versus
CoInvestigators);
 a better approach to risk
management:
sponsors
should be encouraged to
implement a risk-based approach to clinical studies, so
that they should be ready to
any new scenario which may
appear during study execution.
In closing the meeting, Fergus Sweeney expressed EMA and his
personal thanks for a very fruitful meeting: he also anticipated that all comments will be taken into proper consideration for the final draft of the EMA
guideline, which very likely will be released by year end.
I personally offered some contributions
to the discussion, and stressed the point
that Quality in Clinical Trials is an ethical
issue, so no compromise can be accepted: and I had the pleasure to hear
EU Inspectors commenting that also, in
their view, Quality is of paramount importance.
Domenico Criscuolo
Anno VI numero 32
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“ Open day “ al master di Milano Bicocca
Giornata speciale, quella di venerdì 8 giugno, al master Bicocca: consapevoli dell’importanza del
master nel programma di formazione, e stimolati anche dagli studenti dei precedenti corsi, il comitato di coordinamento ha organizzato una specie di “open day”. Tutte le aziende e le CRO, che
mettono a disposizione uno o più posti per lo stage obbligatorio degli studenti, si sono presentate,
con l’obiettivo di illustrare le posizioni offerte, ed anche di allargare lo sguardo, mettendo a confronto diversi stili di lavoro. Così, in una giornata intensa e stimolante, circa venti rappresentanti di
aziende e CRO si sono avvicendati, per dare qualche elemento che possa essere utile agli studenti per indirizzare la loro scelta. Naturalmente anche aziende e CRO faranno poi colloqui di
selezione, per identificare gli studenti più idonei al progetto formativo offerto: ma è giusto che anche gli studenti possano meglio indirizzare la loro scelta. Un grazie quindi ai docenti del master
Bicocca, ed in particolare alla dr.ssa Elena Bresciani, che ha organizzato con non poca fatica la
serie delle presentazioni.
Dr.ssa Elena Bresciani
Da discente a docente: una interessante esperienza al
Master di Roma
Nello scorso mese di giugno si è conclu- si era trattato di esperienze isolate,
so il ciclo di lezioni del master quest’anno ben cinque ex studenti handell’Università Cattolica di Roma, giunto no avuto l’opportunità di illustrare temi ai
alla quinta edizione. Ed anche quali si sono dedicati proprio in virtù
quest’anno è stato possibile, per alcuni della loro frequenza al master. Infatti i
studenti degli anni precedenti, svolgere, colleghi Proietti, Dolcini , Iacovacci, Mucome docenti, una lezione od un semi- raglia ed Esposito hanno potuto svolgenario. Le lezioni, per regolamento, rien- re, tutti con notevole successo, una letrano tra gli eventi obbligatori degli stu- zione i primi tre, ed un seminario gli altri
due, illudenti, mentre i seminari, che generalDr.ssa Alessia Proietti
strando in
mente si svolgono il venerdì mattina,
molti casi
sono facoltativi; per questi ultimi, inoltre,
gli argonon viene richiesta la compilazione del
m e n t i
questionaDr.ssa Immacolata Esposito
trattati
rio di valunelle loro
tazione di
tesi
di
ciascun dodiploma.
cente, sottoIn particoposto a tutti
gli studenti e lare, la dr.ssa Alessia Proietti (AIFA) ha
costituito da trattato: “Aspetti generali e criticità più
14 doman- frequentemente riscontrate in studi di bio
de, che e- -equivalenza per la registrazione di farsplorano i maci generici"; la dr.ssa Enrica Dolcini
vari aspetti (Amgen) ha illustrato le peculiarità de “I
di ogni lezio- farmaci biosimilari”; il dr. Francesco Iane:
dalla covacci (Harrison), che, dopo il consecapacità di guimento del diploma, ha ottenuto un
trasmette le contratto, ha voluto condividere con gli
informazioni, studenti le sue impressioni su “L’attività
al materiale del clinical monitor - aspetti pratici e quopresentato, tidiani” ; la dr.ssa Ester Muraglia ha apai
mezzi profondito il tema de “ Il consenso infortecnici im- mato nella sperimentazione clinica
piegati. Se, dell’adulto incapace “; infine la dr.ssa
in passato, Immacolata Esposito ha parlato della
complessa
materia di “
Orphan
drugs”. In
questo
Master,
come ha
tenuto
a
ribadire il
Direttore,
prof. Pierluigi Navarra, all’ultima Dr. Francesco Iacovacci
lezione di
questo anno, tutti gli studenti sono stati
invitati ad essere presenti nelle sedute di
diploma, proprio perché i temi trattati
nelle tesi (sempre seguiti da un docente
del corso) rappresentano, per interesse
e per qualità delle presentazioni, una
espansione ed approfondimento degli
argomenti trattati a lezione, assumendo
spesso proprio il valore di un aggiornamento delle conoscenze. Sarà forse
meno agevole nei prossimi anni mantenere questi interventi in numero così
consistente: certamente si continuerà
con questa esperienza, che è stata molto apprezzata dagli studenti i quali vedono nei loro colleghi quello che sarà – o
potrebbe essere- il loro futuro.
Francesco De Tomasi
Anno VI numero 32
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Intervista con il prof. Luciano Caprino sul suo libro
“ Il farmaco, 7000 anni di storia…”
Ho appreso incidentalmente della riunione
indetta il 15 maggio 2012, presso la prestigiosa sede del Nobile Collegio Chimico Farmaceutico, a Roma, per la presentazione del
volume: “ Il farmaco, 7000 anni di storia – dal
rimedio empirico alle biotecnologie” scritto dal
prof. Luciano Caprino, titolare della Cattedra
di Tossicologia e di Farmacologia, inizialmente all’Università Cattolica di Roma e, successivamente e fino alla pensione, presso
l’Università la Sapienza di Roma. Ho telefonato al professore, con il quale, in passato,
ho collaborato durante la mia esperienza
aziendale presso l’Istituto Farmacologico
Serono, per complimentarmi di questo importante lavoro e per salutarlo dopo alcuni anni
di contatti molto diradati. Il prof. Caprino non
ha lasciato cadere l’occasione e mi ha fissato
un appuntamento, che ho impostato come
un’intervista per SSFAoggi. In primo luogo
abbiamo ripercorso le nostre esperienze di
lavoro: io infatti provenivo dal lavoro in ospedale e fu proprio il prof. Caprino a selezionarmi per la posizione di responsabile della Ricerca Clinica in Serono. Ma subito dopo ci
siamo addentrati sul tema dello splendido
volume di 288 pagine, che si presenta con
una veste tipografica di grande formato,
stampato nel novembre 2011.
D Professor Caprino, come è nata l’idea di
scrivere questo libro che abbraccia un tempo
enorme di indicazioni terapeutiche?
R Avevo già in mente di dedicarmi, una volta
libero dagli impegni accademici e didattici
diretti, a raccogliere dati e notizie sui farmaci
utilizzati dagli albori della medicina fino ai nostri giorni, per capire le motivazioni che giustificavano le pratiche terapeutiche del passato e
l’evoluzione del settore fino ai giorni nostri;
l’occasione è nata da un colloquio avuto con il
prof. Guido Rasi (attuale direttore di EMA)
quando era a capo di AIFA ed io ero nelle
commissioni di valutazione dei farmaci: anche
da parte sua era presente il desiderio di pubblicare, come AIFA, un volume che si occupasse dei farmaci e del loro percorso nei secoli. Mi misi subito a lavorare su questa idea.
D Prof. Caprino, quanto tempo ha impiegato
per raccogliere la documentazione e quale è
stato il processo che poi ha portato al testo
attuale ed alla sua impostazione originale,
accattivante e di facile lettura?
R Gli ultimi tre anni li ho dedicati quasi completamente alla preparazione di questa opera
e, mi creda, non è stato un lavoro semplice
anche se mi sono avvalso dell’opera di validi
collaboratori direttamente scelti da me od
offertimi dall’editore.
D Prof. Caprino, due elementi balzano
all’attenzione di chi si accosta a questo volume: la scelta iconografica accurata ed esclusiva e la presenza della lingua inglese che si
impone già dal titolo: può dirci qualcosa in
proposito?
R Debbo riconoscere che la scelta iconografica, di grande pregio, è stata curata quasi per
intero dalla dr.ssa Patrizia Romano, del comitato redazionale, che ha titolo ed esperienza
per operazioni di questo genere; la decisione
di avere il testo in Italiano ed a fronte il testo
in Inglese è derivata dal desiderio di fare
arrivare queste informazioni, che ritengo interessanti, a tutto il mondo scientifico, che nella
lingua inglese riscontra un mezzo di comunicazione universale. Questa scelta è stata
valida; infatti ho subito ricevuto moltissime
manifestazioni di apprezzamento da parte di
colleghi stranieri. In realtà il volume è diretto a
tutti, ed anche molti altri lettori mi hanno indirizzato parole di apprezzamento.
D Prof. Caprino, dall’indice del suo volume
emerge che Lei ha seguito un ordine cronologico, selezionando in modo particolare alcuni
periodi, ma debbo notare con soddisfazione
che il libro è di facile consultazione e si legge
sempre con piacere perché vi sono non solo
informazioni tecniche ma anche approfondimenti che rendono il testo attraente per il
lettore.
R E’ stata volutamente data un’impostazione
dinamica alle informazioni dosando sapientemente le varie notizie concernenti i principi
attivi di volta in volta citati, per non appesantire la lettura e per dare un respiro molto più
ampio a tutte le informazioni; inoltre con
l’indice analitico, l’indice delle referenze iconografiche, oltre che con la bibliografia, abbiamo voluto fornire strumenti di consultazione rapida ed accessibile a tutta l’opera.
D Prof. Caprino, Lei mi ha detto che il volume
non è in vendita, quale è la ragione di una
scelta simile?
R La scelta è stata di AIFA che ha coperto le
spese di pubblicazione di un limitato numero
di copie. Si prospetta però la possibilità di una
seconda edizione disponibile per la vendita.
In ogni modo AIFA ha inserito il libro sul proprio sito, dando la possibilità di “scaricarlo”
liberamente in formato elettronico.
D Prof. Caprino, la ringrazio di questo incontro, e la ringrazio della copia che mi ha offerto, con una bella dedica che tengo solo per
me; le rinnovo i complimenti per questo lavoro originale e diverso da quello che ha fatto
abitualmente per la sua vita professionale di
ricercatore e di docente, e le chiedo a quando
e su quale tema il prossimo libro?
R Caro De Tomasi, lei sa che quando prendo
un impegno io poi mi dedico, senza risparmi,
a rispettarlo; ora in realtà ho necessità di
riposo. Infatti, come lei sa, ho lasciato la Presidenza di SIFEIT (Società Italiana per Studi
di Economia ed Etica sul Farmaco e sugli
Interventi Terapeutici) al nostro comune amico Giuseppe Assogna, proprio per far decantare tutte le potenziali idee di impegni futuri,
ed anche per dedicarmi di più ai miei nipoti;
quindi, per il momento, non è all’orizzonte
nessun nuovo libro. Io, comunque, sono sempre qui disponibile e mi farà piacere vederla
ancora quando lo vorrà.
Finisce così questo incontro; desidero, tuttavia, ricordare ancora ai lettori di SSFA oggi che
il libro è accessibile, gratuitamente, sul sito
AIFA : www.aifa.gov.it
A cura di Francesco De Tomasi
Anno VI numero 32
SSFAoggi
Pagina 18
incontra……
Ho conosciuto il dr Joao Massud Filho a
Basilea lo scorso mese di aprile, in occasione dell’Assemblea Generale Pharmatrain, di cui abbiamo parlato nello scorso
numero della rivista.
Joao è brasiliano, ma parla molto bene
l’italiano: ha lavorato nella filiale brasiliana di aziende italiane (SPA, Carlo Erba):
adesso è consulente per diverse aziende farmaceutiche, e svolge il ruolo di
Presidente della Società Brasiliana di
Medicina Farmaceutica. Era alla riunione
di Basilea perché, come Luciano Fuccella ed io vi abbiamo raccontato, il progetto PharmaTrain sta diventando globale,
ed il Brasile è appunto uno dei Paesi
extra-EU che vogliono farvi parte. A cena eravamo seduti allo stesso tavolo, e
ho realizzato questa breve intervista per
tutti voi.
D: Joao, è stato un vero piacere incontrarti a Basilea, e scoprire tanti punti di
contatto con l’Italia. Parli italiano, hai
lavorato in aziende italiane: puoi farci un
breve riassunto della tua vita professionale?
R: I got 3 universities degrees: Biomedical Sciences, Biology and Medicine. My
professional background is Pediatrics,
Clinical Pharmacology and Pharmaceutical Medicine.
I have practiced Pediatrics for 16 years
in a private office. I have worked for
many pharmaceutical companies such
as Pfizer, SPA, Farmitalia-Carlo Erba,
Merrell-Lepetit, Bristol-Myers Squibb (18
years as Medical Director for Brasil , 6
out of it accumulating Argentina, Chile,
Paraguay and Uruguay), and 2 Brazilian
companies (Apsen and Cristalia). Since
leaving my Pediatrics training I had some academic affiliation. In 1999 I and
some colleagues have found a Specialization Course in Pharmaceutical Medicine at the Federal University of São Paulo. Since that time I am the Course Coordinator as well Professor of Clinical Research and Technical Background.
D: … ed adesso sei Presidente della
SBMF, che è la SSFA del Brasile. Ci
puoi parlare delle più importanti attività
della SBMF?
R: During some of past years I had so-
Joao Massud Filho
me responsabilities in the Brazilian
Society of Pharmaceutical Medicine,
mainly as a Scientifical Director. In last
Jannuary I assumed as the President of
the Society until December, 2013. In the
last years we organized 3 DIA Latin
America meetings in São Paulo
(2006,2007 and 2010). In 2013 we will
organize it again.
We are pushing the Society to be the
Scientifical and Technical support for the
Pharmaceutical Companies as well the
liaison between those companies and
the Academia.
In August we will have our 10th Forum in
Ethics in Clinical Research where we will
discuss the main issues related to that
subject. In this meeting we will have 3
important lectures: the Editor in Chief of
Lancet, the President of Academia della
Vita del Vaticano and a French Professor on Pediatrics Oncology. For that and
other meetings we bring Academia, Government and Industry aiming to keep the
liaison and discuss common issues.
D: Il Brasile è uno dei Paesi emergenti
(rappresenta la lettera B di BRIC, abbreviazione che indica Brasile, Russia, India
e Cina), in tutte le aree dell’economia, e
quindi anche nella ricerca clinica. Come
si vive in Brasile questo particolare momento storico?
R: Since 1993 Brasil has an inflation
under control with economical stability.
Even changing the governement that
plan was kept. Nowadays Brasil is the
6th economy in the world and among the
10 top pharmaceutical market globally.
After the patent law in 1996 we are receiving a lot of investment in many areas
and in some of them we are competing
strongly like Embraer (Brazilian airplane
manufacturer). In clinical research we
got many trials but we still have many
space to grow since we are receiving
less than 1% of the total R&D investment worldwide (even being the 6th
economy in the world). The main reason
for this is the bureaucratic ways to approve a clinical trial with foreign cooperation (it can last up to 1 year). Some people from the government are interested
to solve those problems but unfortunately they take time.
D: Cosa ci sai dire in particolare della
ricerca clinica? Gli sperimentatori sono
ben organizzati? Parlano bene l’inglese?
Avete avuto ispezioni FDA? Ed EMA?
R: There are many excellent sites in
Brasil. They are able to conduct clinical
trials well organized and under ICH/GCP
rules. Most of the pharmaceutical companies are conducting trials in Brasil
either by themselves or through CRO´s
(there many big companies here).
Most of the investigators are fluent in
English and almost all of them understand very well Spanish. Some sites
were audited by FDA and/or EMA with
no significant findings.
ANVISA (Brazilian FDA) is also auditing
clinical research sites all over the
country.
Most of the trials are being conducted in
the South and Southeast of the country.
There are some training courses on
Clinical Research attended by many
people interested to improve or to learn
about this subject. In our Pharmaceutical
Medicine Course there are new comers,
investigators, CRA´s , medical manager
and other professionals from the industry
and the university
D: …e la procedura per avviare uno
studio clinico è veloce? Ce la puoi illustrare?
R: As I have pointed out before this is
our big issue since the approval can last
months, sometimes up to 1 year. Many
institutions, including our Society, are
trying to improve this process but the
bureaucracy is so strong besides the
ideology against clinical trials with for(Continua a pagina 19)
Anno VI numero 32
Pagina 19
(Continua da pagina 18)
eign cooperation.
D: vuoi aggiungere altre informazioni,
che possano interessare i lettori di
SSFAoggi?
R: Brasil is no longer the Country of Future since we are growing and the economy is stable. So, there are many opportunities to invest in our country and de-
velop partnerships.
Brazilian hospitality is well known mainly
for latin people. The Italian population in
Brazil is large. So, Italians are welcome !
D: molte grazie, Joao, per queste utili
informazioni. Mi auguro di rivederti presto in Italia: potremmo organizzare un
seminario SSFA dal titolo “ Studi clinici
in Brasile”.
R: I hope we can meet soon either in
Brasil or in Italy. The possibility to organize this seminar is fascinating to share
our experience with our Italian colleagues. Particularly for me going to Italy
is always a big pleasure.
A cura di Domenico Criscuolo
La Reumatologia Italiana corre su iPad
Il Mobile Healthcare (mHealth) costituisce una delle frontiere più innovative del
panorama tecnologico internazionale e
una delle possibili soluzioni ad alcuni dei
problemi dei sistemi sanitari nazionali.
Testimone di questo andamento del
mercato è la diffusione di smartphone di
ultima generazione, nonché il continuo sviluppo di
applicazioni di cui i telefoni “intelligenti” possono
servirsi. Seguendo il
trend che ha coinvolto, in
un primo momento,
l’industria ludica dei videogames ed il social networking, il settore farmaceutico e quello sanitario
hanno iniziato a rivolgere
la propria attenzione ai
nuovi media cogliendo importanti opportunità di business e di “cost saving”.
Grazie all’impiego di tecnologie mobile
via smartphone o tablet, dalle caratteristiche sempre più avanzate, è possibile
non solo fruire di informazioni, ma anche
raccogliere ed elaborare dati per supportare processi decisionali e informativi
“on the go”. Figura - Pittogramma per
effettuazione della conta articolare
L’artrite reumatoide è una patologia infiammatoria cronica a eziopatogenesi
multifattoriale che nella maggioranza dei
casi distrugge progressivamente le articolazioni. Nell’ambito di questa malattia,
particolare importanza costituisce
l’identificazione precoce dei pazienti a
rischio tramite valutazione ecografica e
clinimetrica. Purtroppo tali valutazioni,
che richiedono tempo, non sempre trovano spazio nella pratica clinica. In
quest’ottica, Hippocrates Sintech, in
collaborazione con il dott. Oscar Epis
(Ospedale Niguarda Ca’ Granda - Milano) e grazie al contributo educazionale
non vincolato di Bristol-Myers Squibb, fa
nascere l’applicazione iAR, scaricabile
gratuitamente dall’App Store di Apple da
metà luglio e il portale web collegato
www.iarnet.it. L’applicazione iAR, disponibile per iPad, abbraccia la
filosofia delle applicazioni
“mobile” offrendo un supporto informatizzato facile da
usare e di dimensioni generose, per la raccolta, in tempo reale, delle informazioni
fondamentali per la corretta
gestione e valutazione del
paziente affetto da Artrite
Reumatoide. I dati riguardanti la numerosità delle
articolazioni dolenti e tumefatte, raccolti con l’ausilio di pittogrammi
appositamente strutturati, assieme agli
indici di infiammazione e agli indici di
attività di malattia, generano indici clinimetrici complessi quali il Ritchie Activity
Index (RAI), il Disease Activity Index
(DAS), il Simplified Disease Activity Index (SDAI), con notevole risparmio di
tempo per il clinico. L’architettura si
struttura, quindi, in un modulo iPad per
la raccolta dei dati in tempo reale e un
modulo web di supporto che facilita la
rendicontazione, la refertazione e la
visualizzazione dei grafici degli andamenti delle variabili derivate durante le
visite ecografiche e oggettive. Per ottimizzare le risorse disponibili le informazioni transitano, in tempo reale, dall’iPad
ad un “secure server” che le rende disponibili via web tramite computer
desktop. Il medico è in grado sia di
stampare immediatamente il referto da
consegnare al paziente con il dettaglio
delle procedure diagnostiche eseguite e
i relativi risultati, sia di visualizzare
l’andamento nel tempo di ciascun parametro preso in oggetto. Trattando informazioni sensibili, durante la realizzazione è stata rivolta grande attenzione agli
aspetti di sicurezza, utilizzando lo stato
dell’arte in termini di tecnologie disponibili e traslando in ambito sanitario
l’esperienza maturata negli anni nel settore della ricerca clinica. L’insieme delle
caratteristiche di iAR permetteranno, ai
centri reumatologici italiani che aderiranno all’iniziativa, di poter svolgere in maniera puntuale il cosiddetto “tight
control”, inteso come monitoraggio continuo e oggettivo dello stato di salute del
paziente in una relazione che offre vantaggi sia al paziente sia al sistema sanitario nazionale.
Edoardomaria Oliveri
Edoardomaria Oliveri è nato a San Remo il 14
Novembre 1985. Nel 2009 ha conseguito la laurea in Bioingegneria per la salute, dopo aver
portato a termine un progetto di ricerca
all’Imperial College of London. Nel 2010 ha conseguito il Master of Science presso la Manchester
Business School in Healthcare Management. Ha
lavorato come Data Manager per la CRO italiana
Hippocrates Research ed attualmente lavora, con
la funzione di Project Manager, per un altro ramo
del gruppo, Hippocrates Sintech, società attiva
nel campo dell’Information Technology dedicata
al settore farmaceutico, nell’ambito della quale si
interessa principalmente di Mobile Health ed
Electronic Medical Record.
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NOTIZIE DALL’ITALIA
AIFA: farmacovigilanza, nel 2011 +6% di segnalazioni
Confermato nel 2011 il trend di crescita delle segnalazioni alla rete nazionale di farmacovigilanza, con un aumento del +6%, anche se il tasso è stato inferiore rispetto agli anni precedenti (nel 2010 l'incremento è stato del 38%). La principale fonte delle segnalazioni (55%) rimangono i medici ospedalieri, seguiti dai farmacisti (12%). Questa la fotografia scattata da AIFA, che, in collaborazione con i centri regionali di farmacovigilanza, ha illustrato l'andamento delle segnalazioni di sospette reazioni avverse registrate nella rete nazionale di farmacovigilanza. Secondo quanto emerge, dal 2001 al 2011 sono state segnalate in totale 119.330
sospette reazioni avverse a farmaci e vaccini e l'anno scorso il numero «è stato pari a 21.473, equivalente a un tasso di 356 segnalazioni per milione di abitanti». Un andamento però che mostra una notevole disomogeneità: «in cima alla lista delle regioni ci
sono Lazio (+73%), Toscana (+63%) e Campania (+57%), mentre nel Veneto è stata registra una marcata riduzione (-53%), dovuto alla conclusione di un progetto di farmacovigilanza. Ma complessivamente il gold standard dell'OMS a livello regionale è
stato raggiunto, e superato, solamente da 4 Regioni: Lombardia (934), Toscana (788), Basilicata (388) e Molise (341)». Per
quanto riguarda le tipologie, il 30% ha riguardato reazioni avverse gravi, il 69% invece non gravi. «Le segnalazioni da medici di
medicina generale si mantengono pressoché costanti con una leggera flessione (-3%) così come anche quelle da pediatri di libera scelta (-10%) che passano da 263 a 236». Importante un altro dato: «aumentano le segnalazioni da infermiere (+39%), che
passano da 580 a 807». Per quanto riguarda la tipologia delle medicine indicate come sospette nelle segnalazioni, «si osserva
che, nel 2011, l'84% ha riguardato i farmaci in generale e il 16% i vaccini. In valore percentuale i maggiori incrementi sono stati
registrati per i farmaci appartenenti alla classe ATC degli antineoplastici (L +20%), degli antimicrobici per uso sistemico (vaccini
esclusi) (J +16%) e dei dermatologici (D +14%). I maggiori decrementi sono per i farmaci del sistema genito-urinario e ormoni
sessuali (G-23%) e dei preparati ormonali sistemici (H- 16%)». Mentre le reazioni più segnalate nel totale della banca dati «sono
quelle cutanee (22%), seguite da quelle relative alle condizioni generali e da quelle gastrointestinali.
AIFA: 127,4 milioni di avanzo per la farmaceutica territoriale 2011
Non solo la spesa territoriale del 2011 è rimasta all'interno del tetto, ma ha prodotto un avanzo di 127,4 milioni di euro, con la
convenzionata che ha visto una riduzione del 9,4% rispetto all'anno precedente. I dati sono emersi dal monitoraggio AIFA, che
ha rilevato una spesa totale sul territorio pari a 14.394 milioni di euro. «Al netto del pay-back versato dalle aziende farmaceutiche
alle Regioni» è l'analisi dell'AIFA «la spesa si è attestata a 14.006 milioni di euro, raggiungendo un'incidenza del 13,18% sul
Fondo sanitario nazionale e rientrando pertanto nel tetto di spesa programmata per l'anno 2011 (13,3%), con un avanzo pari a
127,4 milioni di euro». Scorporando il totale, «la convenzionata è stata pari a 10.022,6 milioni di euro, con una riduzione di 1.035
milioni rispetto all'anno. Le ricette hanno mostrato un incremento dello 0,5% e anche i ticket sono cresciuti del 34%. Per quanto
riguarda la spesa ospedaliera ha raggiunto quota 3.780,6 milioni di euro, portando la sua incidenza sul Fondo sanitario nazionale
al 3,6%, con un disavanzo assoluto di circa 1.230 milioni».
Farmindustria su nomine AIFA: evitato lo slittamento
Parole di consenso per le nomine dei nuovi componenti della Commissione consultiva tecnico-scientifica e del Comitato prezzi e
rimborso dell'Agenzia italiana del farmaco, arrivano da Farmindustria. «Sono molto soddisfatto» scrive infatti, il presidente. Massimo Scaccabarozzi, in una nota e aggiunge: «Ringrazio in particolare il ministro della Salute, Renato Balduzzi, intervenuto per
evitare che lo slittamento provocasse ulteriori e serie conseguenze per industria e pazienti. Garantire in tempi rapidi l'accesso al
mercato di nuovi medicinali è infatti una priorità per tutti i cittadini che hanno bisogno di cure all'avanguardia e per le imprese
farmaceutiche, che producono valore e innovazione». La composizione dei due organi consultivi vede per la presidenza della
Commissione consultiva tecnico-scientifica Maria Antonietta Martelli scelta dal ministro. I componenti sono Massimo Fini e Rosa
Maria Moresco, scelti dal ministro, Massimo D'Incalci su indicazione del MEF, Giovambattista De Sarro, Pierluigi Viale e, su indicazione delle Regioni, Roberto Dall'Aglio e Sergio Morgagni. Per la presidenza del Comitato prezzi e rimborso, il ministro ha nominato; i componenti sono Americo Cicchetti e Claudio De Giuli, scelti dal ministro, Giuseppe Massimo e Claudio Rosano, su
indicazione del MEF e , su indicazione delle Regioni Nerina Dirindin, Camillo Riccioni, Filippo Drago e Loredano Giorni. Di diritto
sono componenti di entrambi gli organi, il direttore generale dell'Agenzia italiana del Farmaco, Luca Pani e il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Enrico Garaci. «Capacità ed esperienze nei settori scientifici e del governo della spesa sanitaria dei componenti e la qualificata professionalità dei presidenti consentiranno alla Commissione e al Comitato di espletare efficacemente i
delicati compiti ad essi assegnati dalla normativa vigente» ha dichiarato Balduzzi.
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NOTIZIE DALL’ITALIA
Agenas, in Italia, come in Grecia, c'è calo dei consumi in sanità
Un calo dei consumi, a discapito soprattutto delle fasce più deboli della popolazione. È questo per Giovanni Bissoni, presidente
nazionale di Agenas, il quadro che sta emergendo nel nostro Paese, dove «sta succedendo quello che è accaduto già in altri
Paesi come Grecia, Irlanda e Portogallo». Un quadro che secondo Bissoni sarebbe confermato dagli ultimi dati del Censis, che
indicano in nove milioni gli italiani che hanno rinunciato alle cure. «C'è un doppio problema che il servizio sanitario nazionale
deve porsi» ha spiegato Bissoni «il primo è che nella misura in cui riduce i propri servizi aumenta una situazione di diseguaglianza; il secondo è che occorre porre mano con urgenza al tema di equità di accesso al sistema sanitario». Preoccupazioni sui dati
del Censis anche dal segretario generale dello Spi-Cgil, Carla Cantone: «Il numero di anziani che saranno costretti a rinunciare
alle cure sanitarie è destinato ad aumentare drasticamente in breve tempo a causa dell'acuirsi della crisi, della mancanza di risposte da parte del Governo e per la drammatica condizione in cui versa il sistema sanitario nazionale». Da qui la richiesta al
Governo «di adoperarsi con urgenza per scongiurare quella che potrebbe diventare una vera e propria emergenza sanitaria per
gli anziani rafforzando la sanità pubblica e garantendo la possibilità di accedere alle cure a chi ne ha più bisogno».
Cure innovative: troppo tempo per entrare nei prontuari regionali
C'è ancora troppa disparità regionale nell'accesso alle novità terapeutiche in campo oncologico dovuta a ritardi tra approvazione,
immissione in commercio e inserimento nel prontuario regionale. La denuncia è stata sollevata dalla FAVO (Federazione italiana
delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) e dall'AIOM, nella VII Giornata nazionale del malato oncologico ed è stata inserita nel IV rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici presentato al Senato. L'associazione ricorda che oggi solo
in quattro Regioni (Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia-Giulia e Marche) e nella provincia autonoma di Bolzano vengono recepite immediatamente le indicazioni registrative di AIFA, mentre in tutte le altre, dotate di un proprio prontuario, i farmaci "nuovi" non
vengono resi disponibili ai malati fino a quando, e solo se, vengono esaminati e approvati anche da commissioni tecnicoscientifiche regionali. «Dall'autorizzazione internazionale di un farmaco alla delibera che ne permette l'immissione in commercio»
afferma Francesco De Lorenzo, presidente FAVO «in Italia trascorrono in media dai 12 ai 15 mesi. E ulteriori ritardi sono determinati dai tempi di latenza per la messa a disposizione a livello regionale dopo le approvazioni degli enti regolatori internazionali
e nazionali. Le lentezze del sistema rischiano di creare disparità tra i pazienti italiani e quelli di altri Paesi europei e tra i malati
che risiedono in regioni diverse». Per alcuni farmaci in alcune regioni possono passare fino a 50 mesi, sottolinea Stefano Cascinu, presidente AIOM: «Con rammarico constatiamo che l'accordo della Conferenza Stato-Regioni del novembre 2010 non ha
contribuito al raggiungimento dell'obiettivo di sanare le inaccettabili disuguaglianze tra i malati italiani».
Rapporto AIFA su uso farmaci: cala la spesa salgono i consumi
La spesa farmaceutica è diminuita rispetto allo scorso anno anche se i consumi sono aumentati. Un dato positivo che testimonia
l'efficacia di AIFA sul fronte del controllo della spesa e, in particolare, nella negoziazione del prezzo dei nuovi farmaci equivalenti. Lo sottolinea Luca Pani, direttore generale AIFA, presentando in conferenza stampa a Roma, il "Rapporto AIFA sull'uso dei
farmaci in Italia nel 2011". Il mercato farmaceutico totale è stato pari, infatti, a 26,3 mld di euro e la spesa territoriale a carico del
Servizio Sanitario Nazionale è stata di 12.387 mln di euro, subendo una riduzione del 4,6% rispetto al 2010.
Il rapporto rileva che la principale causa della riduzione della spesa è la diminuzione dei prezzi (-6,1%), mentre si assiste a un
lieve spostamento della prescrizione verso categorie più costose (+0,2%) e a un lieve aumento nei consumi (+0,7%). «La preoccupazione prioritaria» sottolinea Pani «rimane la salute dei malati e quindi l'appropriatezza delle prescrizioni. È importante, infatti, migliorare la consapevolezza degli italiani rispetto all'uso dei farmaci». Pani mette in evidenza alcuni dati: la spesa a carico dei
cittadini, che nel 2011 è pari a 6.346 mln di euro, aumenta rispetto all'anno 2010 del 5%. Tale aumento è dovuto principalmente
all'incremento dell'acquisto privato da parte dei cittadini dei farmaci di fascia A (+21%) e in misura ridotta all'incremento della
spesa per i farmaci con ricetta a carico del cittadino (+3,7%) e dei farmaci per automedicazione (+0,4%). La spesa sostenuta dai
cittadini per il ticket, invece, ammonta a 1.337 mln di euro (22,1 euro pro capite) con un incremento rispetto all'anno 2010 del
34%. Il ticket raggiunge, nel 2011, un'incidenza sulla spesa farmaceutica lorda del 10,8% (era nel 2007 il 4,2%). Quanto all'andamento della spesa regionale, Pani evidenzia l'esistenza di «possibili sacche di inappropriatezza prescrittiva su cui è importante
lavorare, per allineare quanto possibile il sistema e garantire un accesso al farmaco tempestivo e uniforme sul territorio». Il riferimento è, in particolare, a Sicilia e Lazio dove si registrano i picchi massimi di spesa pro-capite per farmaci e di consumi.
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NOTIZIE DAL MONDO
Dal Canada modelli di risparmio sulla spesa farmaceutica
Secondo le stime proposte da un ricercatore americano, esistono ampi margini per far risparmiare ai contribuenti milioni di dollari
spesi per l'acquisto dei farmaci prescritti al termine del ricovero in ospedale. E la soluzione è puntare sui medicinali che costano
meno. Lo scenario di riferimento è il Canada, dove, secondo Chaim Bell, autore del lavoro pubblicato sulla rivista PLoS One, le
spese di assistenza sanitaria sono salite rapidamente raggiungendo quota 191 miliardi di dollari nel 2010, di cui circa il 16% è
rappresentata dai farmaci. Egli ha notato che alcune classi di farmaci rappresentano la maggior parte di tali spese: per esempio il
costo annuale per gli Ace inibitori, in 10 anni è raddoppiato arrivando a 956 milioni di dollari. Bell ha valutato, in particolare, quanto denaro pubblico si potrebbe risparmiare se gli ospedali nel momento in cui avviano i pazienti a un nuovo trattamento e li dimettono, prescrivessero il più economico. Ha individuato tre farmaci comunemente prescritti e che rappresentano una larga fetta dei
costi dei farmaci soggetti a prescrizione in Canada: gli inibitori di pompa protonica, gli Ace inibitori e gli inibitori dei recettori
dell'angiotensina. Nell'Ontario, per esempio, per un anno di queste tre terapie, sono stati spesi, rispettivamente 2,48 milioni dollari, 968 mila dollari e 325 mila dollari. Sostituendo la versione meno costosa di ciascuna specialità sarebbe possibile risparmiare
dopo la dimissione del paziente dall'ospedale nel corso dell'anno, rispettivamente, il 47, il 17 e il 4%. «In un momento in cui ogni
dollaro speso per la salute ha un peso» è il commento di Bell «e va speso saggiamente, gli ospedali e le istituzioni dovrebbero
studiare il modo per abbattere le barriere attorno alla prescrizione, l'acquisto e la distribuzione di farmaci».
Austerity and generics push Lundbeck to cut 600 jobs
The demise of Lexapro's patent protection strikes again. Denmark's Lundbeck, which developed the antidepressant and sells it in
Europe under the Cipralex brand name, will cut 600 jobs, mostly in Europe, where austerity has dealt another blow to the drugmaker's fortunes. The job cuts are part of an overhaul of its commercial organization in Europe, the company said in a statement.
Lundbeck wants a "more flexible" approach to primary-care detailing as it prepares for hoped-for product launches. No doubt
referring to the decline of its big-selling Cipralex, the company said it's aiming "to pave the way for a successful transition of
Lundbeck's European product portfolio." Make no mistake: the layoffs are meant to save money, too. Europe's crackdown on
drug prices has squeezed drugmakers, flattening out growth curves and, in some cases, pushing them to negative territory. "The
market environment is changing rapidly," CEO Ulf Winberg said in a statement. "To ensure a successful transition ... we need a
more flexible commercial infrastructure and to maintain cost control." Lundbeck expects a charge to 2012 earnings from the restructuring plan, though it's not sure how much. It's estimating to spend up to 500 million Danish crowns on the plan ($84.6 million). Earlier this week, Forest Laboratories took a hit from the same drug, sold in the U.S. as Lexapro. Its exclusive U.S. rights to
the antidepressant made it Forest's biggest seller, delivering more than half of the company's sales. Now that Lexapro faces generic rivals, branded sales are plummeting even more quickly than Forest had expected. For Lundbeck, the patent impact is less
dramatic, with exclusivity expiring in one country after another through 2014.
European Medicines Agency welcomes 1000th orphan designation
The European Medicines Agency welcomes the 1000th orphan designation for a medicine intended for use in patients with a rare
disease, issued in June2012. Orphan designations are issued by the European Commission on the recommendation of the
Agency's Committee for Orphan Medicinal Products (COMP). They allow companies developing medicines intended for use in
small numbers of patients in the European Union (EU) to benefit from a range of incentives. These include assistance with development, reduced fees for regulatory procedures and protection from competition once the medicine is on the market. These
measures were introduced in 1999 in order to stimulate the development of diseases that might otherwise be neglected by the
pharmaceutical industry. About 30 million people living in the EU suffer from a rare disease, defined as a life-threatening or
chronically debilitating condition that affects no more than 5 in 10,000 people in EU. This is equivalent to around 250,000 people
or less for each disease. To date, the 1000 orphan designations have led to the authorization of 70 orphan medicines for use in
patients across the EU. The Agency maintains a searchable list of opinions on applications for rare disease (orphan) designations and information on how to apply for orphan designation. The full list of orphan designations granted by the European Commission is available in the Community register of orphan medicinal products for human use.
Tra Gran Bretagna e USA la farmacia più grande del mondo
Dall'alleanza tra gli americani di Walgreens, leader assoluti dei drugstore negli USA e i britannici di Alliance Boots, leader assoluto della farmaceutica nel Regno Unito, è nata la farmacia più grande del mondo. È questo l'esito dell'operazione finanziaria di
fusione tra i due gruppi, conclusasi martedì, che si svilupperà in due fasi. La prima, appena conclusa, prevede l'acquisto del 45%
del capitale di Alliance Boots da parte di Wallgreens per 6,7 miliardi di dollari in azioni e in cash. La seconda fase seguirà entro il
2015 quando, se i progetti saranno rispettati Walgreens concluderà l'acquisizione, comprando il restante 55%. Quando
l'"abbraccio" si sarà completato, il gruppo anglo-americano che fa e farà capo a un italiano, Stefano Pessina, avrà 11mila punti
vendita in dodici paesi e 370 magazzini all'ingrosso capaci di distribuire a 170 mila farmacie in 21 paesi. Numeri che collocano
Pessina nella fascia degli imprenditori miliardari. Il prossimo passo? «Consolidarci in Cina ed in America Latina».
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NOTIZIE DAL MONDO
Nuove strategie contro S. aureus multiresistente
Lo Staphylococcus aureus dà crescenti problemi terapeutici per fenomeni di multiresistenza antibiotica, specificamente alla meticillina (Mrsa, methicillin resistant S. aureus). In questi casi le alternative sono limitate e spesso si pone il problema degli alti costi
dovuti alle ospedalizzazioni prolungate. Perciò è diventata sempre più urgente la necessità di disporre di nuovi trattamenti. I fronti
su cui si muove la ricerca sono descritti da due scienziati polacchi, Julianna Kurenda, batteriologa dell'Ospedale Provinciale di
Koszalin, e Mariusz Grinholc, biotecnologo dell'università di Gdansk. Un settore su cui si punta è quello dei composti antibatterici
naturali, che possono essere di origine batterica, vegetale o animale. Tra i primi vi sono le batteriocine, peptidi antimicrobici in
grado di bloccare la crescita di S. aureus, quali le staphylococcine e i lantibiotici: la loro efficacia è alta e si ritiene che saranno
utili per curare le infezioni topiche. Molte sono le sostanze vegetali di accertata attività anti-Mrsa (principalmente stilbeni, flavonoidi e isoflavoni della soia), mentre dalla pelle della rana e dello squalo sono stati ricavati polipeptidi molto potenti, sul cui stampo sono state messe a punto molecole sintetiche. Buoni esiti si sono avuti con il chitosano, polimero tratto dall'esoscheletro degli
insetti, e la propoli, cera ricca in polifenoli e flavonoidi. Farmaci registrati per altre indicazioni hanno spiccata attività contro lo S.
aureus. Per esempio la tioridazina, antipsicotico che permette di ridurre considerevolmente la concentrazione minima inibitoria
della norfloxacina; ma anche l'Azt, antivirale, e la gemcitabina, sostanza anticancro. I peptidi cationici, molecole antibatteriche
cariche positivamente prodotte da varie cellule del corpo, inserendosi nelle membrane cellulari, facilitano la formazione di pori e
l'interazione con gli antibiotici. Il contrasto alla formazione del biofilm, motivo di difficile eradicazione dei batteri, si concentra sulla
distruzione del “quorum sensing” (sistema trascrizionale dipendente dalla densità dei batteri) tramite somministrazione di Rip
(RnaIII-inhibiting peptide), esapeptide in grado di ridurre l'espressione del gene della virulenza, frenare la crescita di batteri e
tossine, e favorire l'azione degli antibiotici. L'uso dei fagi come vettori di sostanze battericide nel patogeno infettante è un approccio complesso che rende difficile predire i risultati ed è per ora riservato a infezioni locali e non sistemiche. Preliminari, ma promettenti, sono invece i risultati con la terapia fotodinamica, che con facilità porta all'uccisione del batterio senza causare danni
all'ospite. Quanto ai vaccini, nonostante i progressi non si hanno prodotti registrati; in ogni caso, 4 sono le tipologie di antigeni:
proteine e geni, poliacetilglucosamina (polisaccaride del biofilm), proteine extracellulari (esotossine), fattori di virulenza. Acta
Biochim Pol. 2012 May 11.
Validato un punteggio di rischio di emorragia intracraniale
Uno studio che ha visto la collaborazione di ricercatori svizzeri e finlandesi ha elaborato uno strumento - chiamato Sedan score che permette di valutare il rischio di emorragia intracranica sintomatica nei pazienti colpiti da ictus ischemico trattati con trombolisi intravenosa. Il metodo è stato messo a punto analizzando 974 pazienti con ictus ischemico che dal 1995 al 2008 sono stati
trattati con trombolisi per via venosa presso l'ospedale universitario di Helsinki ed è stato poi provato su altri 828 pazienti in Svizzera, a Losanna, Basilea e Ginevra. Il Sedan score è costituito da un punteggio che può variare da zero a sei ed è determinato a
partire dalla valutazione, al momento del ricovero, di diversi parametri: la concentrazione di glucosio nel sangue, la presenza di
segni precoci che possono indicare la comparsa di un infarto, il segno dell'arteria cerebrale media iperdensa, l'età e la scala
dell'ictus del National Institute of Health (NIH). Il rischio assoluto determinato nel gruppo di derivazione in Finlandia è stato di
1,4%, 2,9%, 8,5%, 12,2%, 21,7% e 33,3% rispettivamente per i punteggi 0, 1, 2, 3, 4 e 5 dello score Sedan. Nel gruppo di validazione in Svizzera le percentuali sono state simili (1,0%, 3,5%, 5,1%, 9,2%, 16,9% e 27,8%) confermando in tal modo la capacità
dello score nella valutazione del rischio di emorragia intracranica sintomatica per la tipologia di pazienti considerata.
Farmaci in arrivo in Europa per diabete e carcinoma renale
Due nuovi medicinali hanno ricevuto il parere positivo dal CHMP (Committee for Human Medicinal Products), passaggio che
precede l'autorizzazione definitiva alla commercializzazione da parte dell'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA). Il primo è un
antidiabetico, di Boehringer Ingelheim ed Eli Lilly and Company, a base di linagliptin e metformina, indicato per i pazienti adulti
affetti da diabete di tipo 2 che necessitano di un migliore controllo glicemico. Il farmaco da somministrare in un'unica compressa
"ha dimostrato negli studi clinici i propri benefici" spiega una nota dell'azienda farmaceutica "offrendo un'ulteriore opzione con un
efficace controllo glicemico e un profilo favorevole in termini di tollerabilità". L'altra molecola in via di approvazione è axitinib di
Pfizer, indicata per il trattamento dei pazienti adulti con carcinoma renale in stadio avanzato dopo il fallimento di un precedente
trattamento con sunitinib o con una citochina. «Nonostante i recenti progressi nel trattamento del carcinoma renale avanzato» ha
affermato Mace Rothenberg, vicepresidente senior di sviluppo clinico per la business unit oncology di Pfizer «vi è una chiara
necessità di ulteriori opzioni di trattamento per i pazienti la cui malattia è progredita dopo i farmaci di prima linea».
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……ancora una norma sui monitor???
Al momento di andare in stampa, leggiamo e vi proponiamo la seguente notizia, trovata nel sito UNI.
Ci asteniamo dai commenti, e seguiremo la vicenda.
“Clinical Monitor: in cantiere norma UNI per i requisiti”
L’Ente Nazionale Italiano di Unificazione
(UNI) ha sottoposto a inchiesta pubblica
preliminare la proposta di avviare un
progetto di norma che intende definire i
requisiti per la figura professionale del
Clinical Monitor all'interno del settore
della Sperimentazione Clinica dei medicinali. Ciò al fine di introdurre uno strumento che consentirà sia ai professionisti di garantire la qualità delle proprie
prestazioni sia ai committenti e ai datori
di lavoro di scegliere tra i professionisti
più qualificati. Di competenza della commissione tecnica “Attività professionali
non regolamentate”, la futura norma
definirà tale figura professionale nelle
diverse modalità in cui opera (libero professionista, dipendente), nel rispetto dei
compiti definiti dalla GCP. L’intento che
muove i lavori della commissione
“Attività professionali non regolamentate” è quello di offrire un riferimento certo
e un’adeguata garanzia di qualità al mercato, aumentando il riconoscimento professionale dei singoli professionisti, oltre
che fornire un utile strumento al legislatore, in un’ottica di complementarità tra
la normazione tecnica volontaria e il
settore cogente. Definita e qualificata la
figura professionale del Clinical Monitor,
in conformità al quadro europeo delle
Qualifiche (EQF – European Qualifications Framework), tutta la categoria potrebbe trarne un immediato vantaggio e
l’utenza potrebbe ritrovare nella competenza e nella professionalità di tale figura
un punto di riferimento certo e sicuro.
L’inchiesta pubblica preliminare è un
passaggio fondamentale del processo
normativo. Dalla maschera di ricerca
della banca dati online dei progetti sottoposti all'inchiesta preliminare è possibile
accedere alla scheda del futuro progetto
con maggiori informazioni di dettaglio.
La banca dati contiene anche i riferimenti dei progetti la cui inchiesta è già sca-
duta: questo per fornire agli utenti un'informazione più completa sulle attività di
normazione che UNI ha proposto o avviato
nel
corso
del
tempo.
Il Clinical Monitor è un professionista
che
svolge
la
supervisione
dell’andamento di uno studio clinico per
garantire che questo venga effettuato,
registrato e relazionato in osservanza
del protocollo, delle Procedure Operative
Standard, della GCP e delle disposizioni
normative applicabili. Il Clinical Monitor
può operare in regime di consulenza o di
dipendenza presso le Direzioni Mediche
di Aziende Farmaceutiche (Sponsor) o
presso strutture private delegate, in toto
o in parte, dalle Aziende Farmaceutiche,
denominate CRO, alle operazioni di gestione organizzativa e controllo delle
Sperimentazioni Cliniche. Si tratta quindi
di una professione ben presente nel
tessuto sociale del nostro Paese ma
sprovvista di ordine o albo, ossia non
regolamentata.
Inchiesta pubblica preliminare sulla
figura
del
Clinical
Monitor
L'esigenza di trasparenza del processo
di normazione tecnica volontaria si evidenzia in un passaggio fondamentale:
l'inchiesta pubblica preliminare, entrata
in vigore dal 1° gennaio 2011. Infatti,
solo vagliando preventivamente le concrete esigenze del mercato è possibile
avviare in maniera utile ed efficace i
lavori di normazione, perché lo sviluppo
di una norma deve aver luogo solo di
fronte a un reale beneficio e individuando tutti i soggetti significativi degli interessi in gioco, in modo che ci sia una
"rappresentanza adeguata". La banca
dati dell'inchiesta pubblica preliminare
dei progetti di norma UNI fornisce i riferimenti generali del progetto (titolo, scopo/
sommario, giustificazioni, benefici attesi)
così da informare tempestivamente il
pubblico circa l'intenzione di avviare
lavori di normazione in determinati settori o su specifici temi. Questo servizio di
informazione offre inoltre la possibilità
per i progetti di norma nazionale di inviare commenti e di dichiarare il proprio
interesse alla partecipazione ai lavori di
normazione sui documenti attualmente
in inchiesta, mentre per i progetti di adozione di norme ISO e di rapporti o specifiche tecniche CEN (CEN/TR, CEN/TS)
offre la possibilità di segnalare se i documenti già emanati da CEN o ISO, di cui
si propone l'adozione, possono rispondere, da un punto di vista tecnico, alle
esigenze nazionali.
Chi è UNI
L’Ente Nazionale Italiano di Unificazione
è un'associazione privata senza scopo di
lucro, i cui soci, circa 6.500, sono imprese, liberi professionisti, associazioni,
istituti scientifici e scolastici, realtà della
Pubblica Amministrazione. Svolge attività normativa in tutti i settori industriali,
commerciali e del terziario ad esclusione
di quello elettrico ed elettrotecnico. Il
ruolo dell'UNI, quale Organismo nazionale italiano di normazione, è stato riconosciuto dalla Direttiva Europea 83/189/
CEE del marzo 1983, recepita dal Governo Italiano con la Legge n. 317 del 21
giugno 1986. L'UNI partecipa, in rappresentanza dell'Italia, all'attività normativa
degli organismi sovranazionali di normazione: ISO (International Organization
for Standardization) e CEN (Comité Européen de Normalisation). L'UNI è stato
costituito nel 1921 a fronte dell'esigenza
dell'industria meccanica di unificare le
tipologie produttive, facilitare l'intercambiabilità dei pezzi, e da allora accompagna e sostiene lo sviluppo del Sistema
Paese migliorandone l’efficienza e
l’efficacia.
A cura di Domenico Criscuolo
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Il ruolo degli studi osservazionali nella definizione del
“Burden of Disease” nelle patologie croniche
In questo difficile momento la riflessione
sul “Burden of Disease” (BoD) inteso
come impatto clinico, sociale ed economico
della
malattia,
assume
un’importanza crescente; di conseguenza, gli specialisti della ricerca clinica ed
epidemiologica sono chiamati ad un
sempre maggiore impegno nelle attività
di valutazione di questo parametro. Partendo da questa considerazione, il Gruppo di Lavoro Medicina Farmaceutica di
Roma, in collaborazione col Gruppo di
Lavoro Studi Osservazionali, ha organizzato un pomeriggio di studio per fare il
punto sul ruolo degli studi osservazionali
nella valutazione del BoD nelle malattie
croniche. L’incontro si è tenuto il 14 giugno a Roma, nell’auditorium gentilmente
messo a disposizione da Takeda, ed ha
trattato il BoD dal punto di vista clinico
ed economico, terminando con un esempio pratico di studio. La prima relazione è
stata tenuta dal prof. Alberto Migliore,
Direttore dell’Unità Operativa di Reumatologia dell’Ospedale Villa S. PietroFatebenefratelli, che ha affrontato il BoD
dal punto di vista clinico, portando il
caso dell’osteoartrosi (OA). Si tratta di
una patologia cronica molto diffusa (1
europeo su 4 soffre di un’artropatia) e
con un pesante impatto funzionale, visto
che 1 europeo su 10 di età superiore a
60 anni lamenta una significativa riduzione funzionale collegata all’ OA. Il relatore ha mostrato come nella valutazione
clinica del BoD delle malattie croniche
vadano considerati l’insieme di esito clinico, compromissione funzionale e diminuzione della qualità di vita. Nel caso
dell’osteoartrosi, ad esempio, circa il
60% dei pazienti riporta una sensibile
riduzione della qualità della vita.
L’oratore ha poi sottolineato che a completamento dell’analisi, va valutato anche
il “peso degli interventi terapeutici”. Sempre in merito all’osteoartrosi, egli ha ricordato che nei paesi sviluppati l’esito
dell’OA a livello di anca e ginocchio è
l’intervento di protesi, il quale ha un peso
clinico rilevante: mortalità 1,3 – 2,2%;
revisioni (re-intervento) 8-20%; infezioni
post-operatorie 2,7-4,6%; trombosi veno-
sa 12-16%. In conclusione, ha ribadito
che gli studi osservazionali hanno un
ruolo primario nella valutazione del BoD,
fondamentalmente perché i pazienti di
questi studi sono più in linea con i pa-
zienti realmente visitati nella pratica clinica quotidiana. Secondo relatore è stato il
prof. Ermanno Attanasio, docente di Programmazione e Organizzazione dei Sistemi Sanitari all’ Università di Roma “La
Sapienza”, vice presidente SIFEIT
(Società Italiana per gli studi di economia
ed etica del Farmaco e negli Interventi
Terapeutici), che ha parlato del BoD dal
punto di vista economico. Egli ha dapprima descritto come i modelli matematici
per la valutazione dei costi della malattia
siano diventati progressivamente più
complessi man mano che si moltiplicavano i parametri da tenere in considerazione. A proposito dei costi, ha prima parlato dei costi tangibili, diretti (cure, farmaci)
ed indiretti (assenze dal lavoro, ridotta
capacità contributiva) e poi dei costi intangibili anch’essi divisi in diretti
(riduzione della qualità di vita) ed indiretti
(disagio sociale e familiare). I costi intangibili sono definiti tali in quanto non monetizzabili: tuttavia tali costi sono assolutamente reali, in quanto impattano sulla
vita dei cittadini, e pertanto devono essere considerati dall’Autorità Sanitaria
nell’ambito della valutazione del BoD.
Sono stati poi trattati gli strumenti matematici per valutare l’impatto economico
della malattia, dal QALYs (Quality Adjusted Life Years), uno degli indicatori più
usati,
al più complesso DALYs
(Disability Adjusted Life Years) parametro che esprime la differenza tra carenza
di salute ed aspettativa di salute. Al di là
delle formule, il prof. Attanasio ha spiegato che la valutazione del peso economico – sociale di una patologia è fortemente influenzato dai parametri di aggiustamento scelti al momento di calcolare
le formule, e che tali parametri esprimono la preferenza o l’accettazione sociale
di un determinato stato di salute o di
malattia. Gli studi osservazionali sono lo
strumento prioritario per la valutazione
del BoD in quanto realizzati nella pratica
clinica. Ultimo contributo alla riunione è
stato portato dalla collega Cinzia di Pietro, Senior Medical Manager Takeda,
che ha presentato l’esperienza fatta nel
valutare i costi della gestione del diabete,
con il coinvolgimento del CINECA e
dell’osservatorio ARNO, un progetto del
CINECA che raccoglie le informazioni
relative alla prescrizione su un insieme di
32 ASL in 9 Regioni italiane per una
popolazione di circa 11.000.000 pazienti.
Lo studio è un esempio di uso dei
database amministrativi nella valutazione
delle modalità prescrittive e del costo
della patologia. I database amministrativi
sono una forma particolare di ricerca
osservazionale, con vantaggi dovuti alla
grande quantità di dati valutabili e limiti
dovuti in parte al tipo di informazioni. I
risultati preliminari dello studio dimostrano che per ogni paziente con diabete di
tipo 2 il trattamento farmacologico contribuisce al 7% dei costi, il 25% dei costi è
causato da prestazioni sanitarie ed il
58% da approfondimenti diagnostici e
gestione delle complicanze. Lo studio, i
cui dati sono ancora in elaborazione,
sembra quindi evidenziare un ruolo marginale del farmaco nella formazione del
costo totale, lasciando nelle aree
dell’assistenza e della diagnostica ampi
spazi di ottimizzazione dei costi. Una
vivace discussione ha concluso la riunione che ha raccolto un pubblico di circa
70 persone, un successo che ha confortato gli organizzatori sull’interesse del
tema. Le presentazioni sono come sempre disponibili sul nostro sito www.ssfa.it.
Salvatore Bianco
Anno VI numero 32
Pagina 26
Oggi parliamo di…..
Un “immune mouse” che riproduce l’intero sistema
immunitario di un individuo adulto
Ricercatori del Massachusetts General
Hospital e del Medical Center della Columbia University hanno sviluppato un
modello murino che riproduce completamente il sistema immunitario di un individuo adulto. A differenza dei modelli murini umanizzati, che hanno un sistema
immunitario derivato dal trapianto di cellule staminali umane ematopoietiche
(HSCs) fetali, questo nuovo modello
animale è ottenuto con un numero relativamente basso di HSCs adulte che possono essere prelevate facilmente da un
qualunque volontario, sano o malato. I
topi immuno-personalizzati (IP) così
ottenuti generano un repertorio robusto
e diversificato di cellule T completamente funzionanti e self-tolerant ed esibiscono risposte immunitarie che mimano
quelle del donatore adulto di cellule
CD34+. Questi ricercatori sono convinti
che la possibilità di generare topi IP fornirà nuove e preziose informazioni sugli
intimi meccanismi che sono alla base di
patologie immunitarie quali il diabete di
tipo I; permetterà di produrre modelli
animali per la valutazione dell’attesa
risposta individuale ai farmaci ed alle
terapie immunologiche; di analizzare le
basi immunologiche e genetiche della
progressione di una specifica patologia;
oltre a favorire lo sviluppo di nuove terapie personalizzate per la cura delle patologie immunitarie. Finora, la ricerca delle
basi genetiche di queste patologie è
stata ampiamente limitata a studi sulle
cellule mononucleate del sangue periferico (PBMCs). Più recentemente, sono
stati generati modelli murini con sistemi
immunitari umani, usando trapianti di
timo fetale umano inseminato con cellule
staminali (HSCs) fetali umane. Questi
topi producono cellule T, cellule B e cellule mieloidi umane ed esprimono risposte immunitarie antigene-specifiche.
Tuttavia, per essere idoneo allo studio di
specifiche patologie umane immunomediate, il sistema immunitario di questi
topi ingegnerizzati dev’essere ricostituito
con HSCs umane adulte, e non soltanto
con HSCs fetali. Purtroppo, non è stato
facile ottenere la ricostituzione e la fun-
zionalità di un sistema immunitario umano usando HSCs umane adulte, che non
sono generalmente disponibili in gran
quantità da donatori volontari e che, nel
topo immunodeficiente, non si innestano
con la stessa efficienza delle cellule
CD34+ fetali. Inoltre, anche quando le
HSCs umane adulte sono disponibili in
quantità sufficienti, possono essere rigettate dai timociti allogenici che sono
già presenti nel trapianto di timo fetale.
Questi problemi sono stati superati grazie alla deplezione dei timociti preesistenti nel trapianto di timo fetale, necessaria per prevenire sia il rigetto delle
cellule CD34+ allogeniche somministrate, che lo sviluppo di una GVHD (graftversus host
disease)
mediata
dalle cellule
T mature
derivanti dal
trapianto di
timo fetale.
Questi ricercatori sono
così riusciti
a generare
un “immune
mouse”
completamente personalizzato
che supporta la ricostituzione periferica delle cellule
T e delle APC (antigen-presenting cells)
a partire da piccoli numeri di cellule
CD34+ di midollo osseo allogenico adulto, seminate in innesti di timo fetale umano trapiantati nella capsula renale di
topo. La deplezione dei timociti preesistenti nel trapianto di timo fetale è stata
ottenuta surgelando e sgelando il tessuto da trapiantare immediatamente prima
di effettuare il trapianto. Per testare se
questa tecnica avrebbe supportato la
ricostituzione immunitaria umana, topi
NSG (NOD/SCID Gamma), irradiati con
una dose sub-letale di raggi γ, sono stati
trapiantati con innesti di timo criopreservato e sgelato, quindi inoculati con una
infusione di cellule adulte allogeniche
CD34+ e poi trattati con un anticorpo
monoclonale anti CD2 umano, per assicurare un’ulteriore e completa deplezione di cellule T mature originate dal trapianto. Tutti i topi così trattati hanno raggiunto, entro 6 settimane dal trapianto, il
chimerismo di cellule B e monociti umani
e, alla sesta settimana, si è registrata la
comparsa di cellule T periferiche, con un
picco di 10-30% di PBMCs a 16 settimane dall’infusione di cellule CD34+.
All’esame necroscopico, gli innesti di
timo risultavano significativamente ingrossati ed era marcato il differenziamento di cellule CD4/CD8. E’ importante
rilevare che nessuno dei topi trapiantati
con timo fetale criopreservato e anticorpi
anti
CD2 ha sviluppato una
GVDH, neppure a 20
settimane dal
trattamento.
Dimostrata
l’efficienza di
questo
approccio nel
supportare la
ricostituzione
di un sistema
immunitario
umano, sono stati generati topi IP usando cellule CD34+ adulte isolate da aspirati di midollo osseo prelevati da un volontario sano e da un paziente ospedalizzato, affetto da diabete di tipo 1. Topi
NSG, irradiati subletalmente, sono stati
infusi con 1.8x105 cellule CD34+ adulte,
seguite dal trapianto di un innesto di
timo fetale umano criopreservato e sgelato e dalla somministrazione di un anticorpo monoclonale umano anti CD2. I
topi di controllo sono stati trattati con le
sole cellule CD34+. Il chimerismo umano
è stato rilevato dopo sei settimane nei
topi trapiantati con il timo, sia in quelli
che avevano ricevuto cellule CD34+
(Continua a pagina 27)
Anno VI numero 32
Pagina 27
ottenute dal volontario sano che in quelli
trattati con le cellule CD34+ prelevate
dal paziente diabetico, raggiungendo
picchi dell’80%. Inoltre, questi topi hanno sviluppato consistenti livelli di cellule
CD3+ entro 8 settimane ed hanno generato cellule CD19+ e CD14+. Al contrario, nei topi di controllo si è registrata
una ricostituzione di cellule T significativamente ritardata. La funzione delle
cellule T, nei topi trapiantati col timo e
ricostituiti con le cellule CD34+ del volontario sano, è stata valutata con il successivo trapianto, in questi animali, di
frammenti allogenici di pelle umana e di
maiale. Tutti questi topi hanno rigettato
la pelle trapiantata. Al contrario, topi
NSG naïve non trattati hanno accettato
sia il trapianto allogenico di pelle umana
che quello xenogenico di pelle di maiale,
in assenza di reazioni di rigetto. E’ importante notare che test di mixed
lymphocyte reaction, fatti usando cellule
T purificate ottenute dalle milze e dai
linfonodi dei topi IP, hanno mostrato self
-tolerance e forti risposte agli stimolatori
allogenici umani. Inoltre, mentre
l’immuno-riconoscimento dei topi mima-
va quella del donatore di cellule CD34+
adulte, i fenotipi delle cellule T erano in
prevalenza naïve rispetto a quelli dei
donatori adulti. Ciò permette di concludere che i topi IP generano una
“versione ringiovanita” del sistema immunitario dei donatori adulti. Un’ulteriore
valutazione dei topi IP, con sistemi immunitari derivati sia da donatori sani che
diabetici, hanno confermato la presenza
di cellule T regolatorie (Treg) nei timi
trapiantati e nel sangue periferico ed un
diversificato repertorio di cellule T equivalente a quello visto in volontari sani. Il
sangue dei topi derivati sia da individui
sani che diabetici ha mostrato simili
proporzioni di Treg, risultato che è in contrasto con quelli di alcune precedenti
ricerche che indicavano che i numeri di
Treg sono ridotti nel sangue di diabetici di
tipo I. Tuttavia, mentre sia le cellule T
naïve che quelle memory erano presenti
nei tessuti periferici dei topi ricostituiti
con le CD34+ ottenute dal midollo osseo di pazienti diabetici e dei topi sani di
controllo, i topi IP derivati da pazienti
diabetici mostravano proporzioni più
ridotte di cellule T di tipo naïve. In con-
clusione, l’immuno-ricostituzione in topi
NSG con cellule CD34+ da midollo osseo di pazienti fornisce un modello animale con il sistema immunitario non
alterato dalla patologia, permettendo di
confrontare individui in modo controllato
e prospettico. Inoltre, mentre le analisi
delle patologie immunitarie attualmente
disponibili, basate su campioni di sangue periferico, non permettono di distinguere la dysregulation immunologica
dalle cascate infiammatorie a catena
che determinano la patologia, questo
modello animale permette di valutare
anomalie immunoregolatorie intrinseche
alle cellule ematopoietiche staminali nel
diabete di tipo I, in relazione ad alleli
genici predisposti. In prospettiva, i topi
immuno-personalizzati permetteranno di
valutare come singoli pazienti potrebbero rispondere a farmaci specifici o alle
immunoterapie e potranno essere di
aiuto nello sviluppo di immunoterapie
individualizzate per pazienti trapiantati e
per quelli affetti da tumori o infezioni.
Domenico Barone
TOP 20 GLOBAL PRODUCTS 2011
Il mercato mondiale dei farmaci è in continuo cambiamento.
Farmaci cosiddetti “blockbuster” stanno perdendo la protezione brevettuale, e riducono il loro fatturato a causa della competizione dei generici. Fra i primi venti farmaci più venduti al mondo nel 2011 spiccano prodotti cardiovascolari, oncologici e per il
sistema nervoso centrale. Interessante anche la presenza di alcuni farmaci biologici, che hanno un mercato limitato ma un
prezzo elevato.
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Promoting Safe Use of Medical Devices
Commenti all’articolo “Promoting Safe Use of Medical Devices” : Sonia C. Swayze, Suzanne E.
Rich, The Online Journal of Issues in Nursing. 2012;17(1)
Although primary safety initiatives in the
clinical environment have focused primarily on medications errors to date,
medical devices contribute significantly
to patient injuries and deaths. The article
addresses the Food and Drug Administration (FDA) efforts to promote safe
use of medical devices by nurses at the
point of use. American nurses are concerned about the profound effects that
medical devices have on patient outcomes. They, individually and through
their professional associations, can help
address those concerns by becoming
aware of how to share their observation
with FDA. The article identifies factors
contributing to
those adverse
events,
addresses
the
need for more
adverse event
reporting, describes position
statements
already made
by some professional associations
and
shares insights
regarding future directions
and ideas for educating staff to use
medical devices safely.
Medical devices, that are any item used
to diagnose, treat or prevent disease,
injury or any other condition that is not a
drug, biologic or food, represent some of
the most innovative technologies developed in recent years and range from
simple (e.g. tongue depressors) to more
complex items (e.g. ventilators). In the
U.S., Medical devices are subject to the
general controls of the Food, Drug and
Cosmetic Act (Code of Federal Regulations 21, 2010). Once marketed, any
medical device, from lower to higher risk,
it is subject to post-market surveillance
controls through Medical Device Report-
ing (MDR) regulations and FDA must
rely on manufacturers and device users
to recognize and report problems.
In the fiscal year 2000 the FDA received
69,959 medical device adverse event
reports and in 2009 the number had
increased to 540,204 reports (FDA
Manufacturer and User Device Experience Database MAUDE, 2010b).
Factors contributing to Adverse
Events
Among the several reasons for an adverse event occurrence, two frequently
reported are (a) device manufacturing
problems and (b) device-human interactions (human factors) problems. The
FDA regulatory action (FDA Safety Notifications, Patient Safety News Broadcasts), publication in clinical journals or
presentations at conferences. In the mid1990s the FDA, after realizing it was not
receiving sufficient data to understand
root causes of medical device problems
occurring in healthcare facilities, decided
to pilot a program called the Medical
Product Safety Network (MedSun). Once
reports are submitted (online), the FDA
follows up with the manufacturer to
evaluate and address the reported problems and also alerts healthcare facilities
to major actions, presents safety information at meetings and publishes device
table below summarizes device and human factors problems reported to FDA
(derived from reports submitted to the
FDA/MedSun)
safety tips. To date MedSun comprises
350 facilities representing all types of
healthcare facilities. Healthcare facilities
that are not part of the MedSun program
can report medical device adverse event
online directly to the FDA through a voluntary program called MediWatch.
Other factors also contributing to adverse events may include environmental
factors and emergency situations. In
addition, both the American Nurses Association (ANA, 2006) and the National
Association of Neonatal Nurses (NANN,
2008) have developed statements linking staff fatigue with adverse events and
recommended risk-reduction strategies
at the point of care to help decrease
fatigue and improve safety for patients
and nurses. All device events result in
Professional Nursing Organizations’
Statements to Promote Safe Use of
Medical Devices
Nurses’ concerns have already provided
an important stimulus for some professional nursing associations to develop
position statements (defining policies,
standards and issues) related to the safe
(Continua a pagina 29)
Anno VI numero 32
Pagina 29
(Continua da pagina 28)
education and training:
use of medical devices. For example the
Association of Women’s Health Obstetrics and Neonatal Nurses (AWHONN)
has developed statements on fetal
hearth monitoring (2008), internal fetal
spiral electrode placement (2010) and
the role of nurse and catheter techniques used for analgesia and anesthesia (2002/2007) in response to concerns
expressed by members.
Future directions
As the FDA continues to approve more
novel and more complex medical device
technology for use at the point of care,
nurses will require a more in-depth
knowledge base related to technology,
greater understanding of technology and
new skill sets to use it. The table below
summarizes suggested topics for device
Education of staff for Using Medical
Devices
Professional nurses in clinical practice
are the principal users of medical devices a the point of care. Over time,
these devices have become increasingly
complex and sophisticated thus creating
more challenges for nurses. Nurses can
become knowledgeable by participating
in educational program to ensure safe
operation of the medical devices they
use that according to the literature
should focus on the following areas:
knowledge of the intended use of the
device; manufacturer’s instructions for
use, labeling, warnings, contraindications and known complications; outcomes of proper use of a device; the
agency’s clinical practice manual and
nursing education department guidelines; the importance of complying with
expiration dates; recognition that device
sterility may be guaranteed only until
expiration date; insight into differences in
device use and design between similar
devices. The authors of the article recommend that nurses and nursing professional associations adopt existing educational models and/or develop new
models to teach safe practice in the use
of medical devices and develop position
statements to provide guidelines for use
of specific devices or classes of devices.
Carolina Gualtieri
CONVEGNI E CORSI 2012
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La malattia di Parkinson
Milano - 10 settembre
Impatto della nuova normativa europea di farmacovigilanza sugli studi osservazionali
Milano - 25 settembre
IV Congresso BIAS
Padova - 27/28 settembre
Dispositivi medici: una realtà complessa in continua evoluzione
Milano - 28 settembre
V Corso di aggiornamento sui farmaci: qualità e competenza
Roma - 4 ottobre
XIV Corso di Base per Assistenti alla Ricerca Clinica
Varenna - 8/12 ottobre
Seminari di Aggiornamento: la sperimentazione clinica con i dispositivi medici
Roma - 5 novembre
Seminari di Aggiornamento: la sperimentazione clinica con i dispositivi medici
Milano - 19 novembre
Programmi e schede iscrizioni saranno disponibili sul sito www.ssfa.it
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INSTITUTIONALIZATION AS A RISK FACTOR FOR INAPPROPRIATE DRUG USE IN THE ELDERLY: A SWEDISH NATIONWIDE REGISTER-BASED STUDY. Haasum Y, Fastbom
J, Johnell K. Ann Pharmacother, pubblicato on line il 7
febbraio 2012
In questo studio circa un terzo della popolazione anziana istituzionalizzata e un decimo di
quella residente a casa era esposta al consumo di farmaci potenzialmente inappropriati.
L’istituzionalizzazione e l’età più giovane erano fortemente associati ad un maggior rischio di
inappropriatezza.
CONTESTO Pochi studi hanno indagato l’istituzionalizzazione come un possibile fattore di rischio per l'uso di farmaci potenzialmente inappropriati (PIDU, potentially inappropriate drug use). La Svezia ha ora possibilità uniche per effettuare confronti del consumo di farmaci in grandi
popolazioni di anziani istituzionalizzati e residenti in casa mediante il collegamento del registro dei farmaci prescritti (SPDR) con il registro dei
servizi sociali. OBIETTIVO Confrontare il PIDU in anziani svedesi istituzionalizzati vs non istituzionalizzati. METODI E' stato condotto uno
studio trasversale retrospettivo su 1.260.843 anziani residenti a casa e 86,721 anziani istituzionalizzati. Sono stati analizzati i dati relativi a età,
sesso e farmaci dispensati di soggetti di almeno 65 anni registrati nel SPDR da luglio a settembre 2008. I dati relativi alla tipologia di residenza
sono stati recuperati dal registro dei servizi sociali. Gli end point principali di PIDU erano uso di farmaci anticolinergici, uso di benzodiazepine
a lunga azione, uso concomitante di 3 o più farmaci psicotropi e interazioni farmaco-farmaco (DDI) potenzialmente gravi. RISULTATI Il 30%
degli anziani istituzionalizzati e il 12% di quelli non istituzionalizzati sono stati esposti a PIDU. Vivere in un istituto è risultato fortemente associato al PIDU complessivo (OR 2,36; IC 95% 2,29-2,44), all’uso di farmaci anticolinergici (OR 2,58; 2,48-2,68), di benzodiazepine a lunga azione (OR 1,50; 1,41-1,60) e all'uso concomitante di 3 o più farmaci psicotropici (OR 7,26; 6,96-7,59), dopo aggiustamento per età, sesso e numero di farmaci (utilizzato come proxy di comorbilità). Tuttavia, l'istituzionalizzazione era associata ad una minore probabilità di interazioni
farmacologiche potenzialmente gravi (OR 0,60; 0,55-0,65). CONCLUSIONI I risultati indicano che l'istituzionalizzazione è un fattore di rischio
per l'uso inappropriato dei farmaci. Ciò implica la raccomandazione di prescrizioni più caute nelle case di cura, in cui risiedono gli anziani più
fragili e vulnerabili. Ulteriori ricerche sono necessarie per identificare i fattori di rischio sottostanti a PIDU all'interno di queste strutture.
A cura di Raimondo Russo
SSFA mette in palio due premi per la partecipazione al
Congresso ICPM 2012
Il Congresso Internazionale di Medicina Farmaceutica (ICPM) è l’evento globale più importante correlato alle nostre attività professionali. SSFA ha sempre sostenuto la partecipazione attiva dei suoi soci a questo evento, che ha luogo ogni due anni. Il prossimo ICPM 2012 si svolgerà a Barcellona dal 14 al 16 Novembre, ed è organizzato in collaborazione fra IFAPP ed AMIFE, la
società spagnola di Medicina Farmaceutica (www.ICPM2012.com). Come negli anni passati, anche per ICPM 2012 SSFA vuole
aiutare un’attiva partecipazione dei suoi soci. Due premi di1000 euro ciascuno saranno offerti agli autori di due poster che saranno presentati a ICPM 2012. Ecco le regole molto semplici per concorrere ai due premi:
il poster deve riguardare un argomento fra quelli del programma ICPM 2012;
il primo autore deve essere socio SSFA;
il riassunto deve essere inviato alla segreteria SSFA entro il 31 Agosto 2012;
una giuria formata da 5 membri del Consiglio SSFA valuterà tutti i riassunti presentati entro il termine indicato, e sceglierà i
migliori due, che riceveranno il premio;
la comunicazione dei due vincitori sarà fatta entro venerdì 7 Settembre, pertanto in tempo utile per la presentazione del poster a ICPM2012 (la scadenza è il 15 Settembre);
il primo autore dei due poster si impegna a partecipare ad ICPM2012 , ed ad illustrare il poster nella sessione assegnata.
SSFA ritiene che il premio di 1000 euro sarà sufficiente per coprire tutte le spese di partecipazione ad ICPM2012 (iscrizione al
congresso, viaggio e soggiorno). I due poster vincitori saranno anche pubblicati su SSFAoggi. Affacciatevi ad un palcoscenico
globale, partecipate a ICPM 2012!
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NEWS ON CLINICAL TRIALS
DIABETIC MACULAR EDEMA
Aerpio Therapeutics presented positive data from its Phase I trial of AKB-9778 for the treatment of
diabetic macular edema (DME). AKB-9778, a human protein tyrosine phosphatase beta (HPTPB) inhibitor, works to activate Tie2, a receptor on vascular endothelia cells that promotes vascular stability,
preventing abnormal blood vessels growth and vascular leak. The data show AKB-9778 was well tolerated through the predicted efficacious dose range, supporting the clinical advancement of AKB-9778.
The Phase I study was designed to evaluate the safety, tolerability, and pharmacokinetics of single
ascending doses of AKB-9778 in healthy volunteers.
HAND, FOOT, AND MOUTH DISEASE
Inviragen reported results of a placebo-controlled, randomized Phase I trial of INV21, the company’s highly purified virus particle
vaccine against hand, foot, and mouth disease caused by enterovirus 71 (EV71). In the study, healthy adults received two immunizations each of either a high or low-dose formulation of INV21. Study participants were monitored for safety and for immune
response after each administration. Antibodies that neutralize the EV71 virus were measured in individuals who received both
doses of the vaccine. All individuals who received the vaccine had significantly increased EV71 immune responses after immunization, which may signify protection against infection. Further, INV21 was safe and well tolerated in this population.
HIV
Inovio Pharmaceuticals achieved strong T cell immune responses in a Phase I study of Pennvax®-B, its product for the treatment of the HIV subtype prevalent in North America and Europe, in HIV-positive subjects. The HIV-001 open-label study enrolled
12 adult HIV-positive volunteers to assess safety and levels of immune responses generated by the Pennvax-B vaccine delivered
with its Cellectra® electroporation device. Pennvax-B consists of SynCon® immunogens targeting HIV gag, and env proteins from
HIV subtype B. Study volunteers were required to be on a highly active antiretroviral therapy regimen, have undetectable plasma
viral load (<75 copies/mL), and have CD4 T lymphocytes counts above 400 cells/µL which nadirs over 200 cells/µL. Twelve eligible subjects were administered a four-dose series (day 0, weeks 4, 8, and 16) of Pennvax-B containing 3 mg of DNA/dose via
intramuscular electroporation. Overall, significant vaccine-specific T-cell responses were observed in 75% (9 out of 12) of subjects against at least one of the three vaccine antigens following vaccination. Fifty per cent of the subjects (6 out of 12) had strong
vaccine-induced, antigen-specific responses above the pre-vaccination levels to at least two of the antigens. The responses induced by vaccination were predominantly antigen-specific (i.e., gag, pol, and env) CD8+ T-cells, which are considered to be paramount in clearing chronic viral infections and an important measurement of the performance of a therapeutic vaccine.
Sangamo BioSciences presented the results of Phase I studies suggesting that SB-728-T (an autologous Zinc Finger Nuclease
ZFN-CCR5-modified T-cell product) has a positive effect on immune health of HIV-infected patients; this effect was persistent for
over a year in some subjects. SB-728-T treatment provided HIV-resistant T-cells that are capable of mounting an immune response to an inflammatory event in lymphoid tissues and yielded positive effects on HIV viral load when antiretroviral drugs are
withdrawn during a treatment interruption. Twenty-one HIV-infected subjects were enrolled in the studies and received a single
dose of SB-728-T (5 to 30 billion cells). Subjects were classified into two groups, one of which – a group of 15 subjects with CD4+
T-cell counts below 500 cells/µL – were designated Immune Non-Responders (INR). One month after SB-728-T treatment, six
subjects in the INR group underwent a 12-week interruption (TI) of their highly active antiretroviral therapy. During the TI, the viral
load (VL), as measured by HIV-RNA levels, initially increased as expected in all six INR subjects. Subsequently, a 0.8 to >2.0 log
reduction in the VL from pick achieved during the TI was observed in three of six subjects with the highest estimated circulating
levels of cells with biallelic modification of their CCRS gene. In one subject, VL decreased to undetectable levels such that the
subject was aviremic at the end of the TI period. The studies confirmed and extended previous observation of unprecedented
improvements in overall CD4+ T-cell counts and CD4+ to CD-8+ T-cell ratios, a measure of immune health, for over a year post
administration of SB-728-T. Also observed were durable engraftment and persistence of ZFN-CCR5-modified cells (SB-728-T) in
the peripheral blood for over a year (range: 90 - 738 days). SB-728-T treatment continues to be safe and well tolerated with only
mild, reversible symptoms typical of infusion reactions.
PNEUMOCOCCAL DISEASE
Pfizer presented data from a Phase III study of Prevnar 13® (Pneumococcal 13-valent Conjugate Vaccine [Diphtheria CRM197 Protein]), which met all study endpoints, showing immunogenicity and establishing a safety profile in children and adolescents aged 5
through 17 year. The primary objective of this study was to assess the pneumococcal immune responses induced by Prevnar 13
when measured one month after vaccination in each of the age groups. The safety objective of the study was to evaluate the safety
profile of Prevnar 13 as measured by the incidence rates of local reactions, systemic events, and adverse events. The most common adverse events after vaccination were cough, headache, vomiting, fever, sore throat, influenza, and sinusitis.
A cura di Domenico Barone
Anno VI numero 32
Pagina 32
Cari soci,
Le regole del sudoku sono note, non serve ripeterle. I primi 3 soci che invieranno alla segreteria
SSFA un messaggio con il NUMERO CHE OCCUPA
LA CASELLA CENTRALE riceveranno una copia del libro curato da Carlo Tomino "Alla ricerca del farmaco perduto".
Buon divertimento e
buone vacanze!
La redazione
ERRATA CORRIGE: la nuova socia SSFA Annalisa Ramazzotti è affiliata Nycomed.
Local Tolerance Testing for Topical
Products: From science to regulations
Event #12121
29-30 October 2012
NH Berlin Alexanderplatz, Berlin, Germany
Key Topics
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Hanno collaborato a questo numero:
Domenico Barone - [email protected]
Salvatore Bianco - [email protected]
Domenico Criscuolo - [email protected]
Gianni De Crescenzo - [email protected]
Francesco De Tomasi - [email protected]
Laura Fabrizio - [email protected]
Luca Faoro - [email protected]
Luciano M. Fuccella - [email protected]
Daniela Gilardi - [email protected]
Francesca Gori - [email protected]
Carolina Gualtieri - [email protected]
Andrea Lanza - [email protected]
Matteo Laurita Longo - [email protected]
Raffaella Maucci - [email protected]
Emanuela Nicora - [email protected]
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Raimondo Russo - [email protected]
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CONSIGLIO DIRETTIVO
Presidente: Gianni De Crescenzo Vice—presidente: Marco Romano Segretario: Luigi Godi Tesoriere: Anna Piccolboni
Consiglieri: Rossana Benetti, Salvatore Bianco, Marco Corsi, Domenico Criscuolo, Gioacchino D’Alò, Giovanni Fiori, GiovanBattista Leproux
Direttore Responsabile: Domenico Criscuolo Comitato editoriale: Giovanni Abramo, Domenico Criscuolo, Gianni De Crescenzo, Francesco De Tomasi, Luciano M. Fuccella, Marco Romano
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