SOCIETA’ DI SCIENZE FARMACOLOGICHE APPLICATE SOCIETY FOR APPLIED PHARMACOLOGICAL SCIENCES SSFAoggi Notiziario di Medicina Farmaceutica Bimestrale della Società di Scienze Farmacologiche Applicate Agosto 2012 numero Fondata nel 1964 32 Innovatività Sommario: Anche quest’anno, nello splendido scenario di Chia Laguna, si è svolto il Forum Nazionale 1 Pharma, che SSFA organizza con SIF e SISF. E siamo giunti alla quinta edizione, con un 2 nuovo record di presenze (circa 180). La visione che abbiamo avuto nel 2007 era semplice 3 e si sta rilevando vincente. Far parlare di uno stesso argomento persone provenienti da Innovatività Lettere a SSFAoggi SSFA incontra AIFA XXI Congresso Nazionale GIQAR 4 Clinical trials in Russia 6 Seminario FV 8 SOs Studi Internazionali 10 The Lancet 11 Seminario SINPF - SSFA 11 Tesi Master Bicocca 12 La SIFO compie 60 anni 14 EMA 15 Aggiornamenti sui Master 16 Luciano Caprino Joao Massud Filho Novità su mHealth 17 18 19 Notizie dall’Italia 20 Notizie dal Mondo 22 Clinical Monitor 24 Burden of disease 25 Oggi parliamo di… 26 Top 20 global products 27 Medical Device 28 Convegni e corsi 29 Farmacovigilanza 30 Due premi Congresso IFAPP 30 News on Clinical Trials 31 Sudoku 32 ESTATE QUIZ!! Torna il nostro appuntamento con il quiz dell'estate. Quest'anno vi proponiamo un sudoku di media difficoltà. ANDATE IN ULTIMA PAGINA esperienze diverse (Istituzioni, Accademia, Aziende) accomunate solo dalla voglia di trovare un punto in comune che possa portare alla soluzione di problemi comuni. Insomma uomini e donne di buona volontà, aperte al confronto, che può essere anche aspro, ma sempre trasparente e con la voglia di trovare un punto di intesa. Abbiamo utilizzato lo stesso approccio per i nostri master, e, mi sembra, abbiamo avuto ragione. A Chia Laguna si aggiunge il concetto di residenza (che è quello valido anche per Varenna), dove è lo stare insieme in un ambiente piacevole, lontano dalle lotte quotidiane, a facilitare la discussione, a confrontarsi o anche più semplicemente, a conoscersi. L’aver mantenuto fissa la sede e il periodo dell’incontro (la fine di maggio) ha fatto si che il meeting venga semplicemente detto “Chia”. Fin dalla prima edizione abbiamo avuto esponenti di AIFA che sono venuti a confrontarsi con colleghi provenienti da altre esperienze. Quest’anno l’interesse principale era focalizzato sull’algoritmo dell’innovazione, e, in una affollata sessione, il dottor Paolo Siviero lo ha presentato per la prima volta. Naturalmente potranno esserci delle variazioni prima della finale implementazione, ma ci sembra che alcune importanti novità siano emerse. Ci sono alcuni criteri di base. L’innovatività: - deve rappresentare un vantaggio terapeutico; - deve essere misurabile con: la qualità delle sperimentazioni cliniche, la robustezza degli endpoint, la scelta del trattamento di confronto, la valutazione dell’effetto terapeutico. Una sessione di Chia Laguna (Foto di Achille Caputi) L’innovatività deve dimostrare un miglioramento in termini di effectiveness e/o di sicurezza rispetto allo standard di riferimento nel nostro Paese e deve essere valutata con studi di farmacoeconomia e di HTA al fine di determinare il rapporto di costo-efficacia incrementale rispetto allo standard di riferimento. La struttura dell’algoritmo primario prevede 174 nodi e 66 connettori. La scelta di avere un algoritmo decisionale è dettata dalla ricerca di una trasparenza nel processo valutativo, di una chiarezza nell’interazione delle diverse componenti della valutazione, nella facilità di individuare eventuali criticità. Inoltre, si presuppone che questo algoritmo possa facilitare la rivalutazione del posizionamento del prodotto rispetto all’innovatività, sulla base di nuove esperienze acquisite, in un mondo in cui le valutazioni e i relativi posizionamenti nell’universo della ricerca, possono cambiare. Dalla presentazione risulta difficile poter dare un giudizio definitivo su questo processo, che dovrà (Continua a pagina 2) Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB PRATO Anno VI numero 32 Pagina 2 (Continua da pagina 1) essere valutato e (mi si voglia perdonare l’impudenza) validato, dalla sua stessa utilizzazione. Insomma da un battesimo di fuoco sul campo. Ci sono però alcune osservazioni che già possiamo fare. C’è una grandissima attenzione alla qualità dei dati clinici, al disegno sperimentale seguito, alla metodologia della ricerca, alla congruità statistica, ai dati di farmacoeconomia, di HTA. Per quelli come noi che hanno passato buona parte della loro vita a fare ricerca clinica, è una buona notizia, perché potrebbe rilanciare la ricerca clinica nel nostro Paese, in quanto una serie di dati che era meglio avere o che potevano eventualmente servire nella discussione del prezzo, ora le aziende li devono assolutamente avere, e devono quindi prevederne l’acquisizione fin dall’inizio, e dovranno seguire metodologie precise e scegliere adeguati LETTERE Fin dal primo numero, la redazione di SSFAoggi ha invitato i propri Soci, ed i lettori tutti, a scriverci commenti, critiche, suggerimenti. La rivista vuole essere anche un’occasione per scambiare opinioni ed idee: e non la voce di pochi soci che scrivono, e di molti che leggono. Purtroppo (pigrizia? poco tempo?), a nostra memoria, solo due lettere sono arrivate in redazione, e puntualmente pubblicate. E’ quindi con grande piacere, e nello spirito di un dibattito costruttivo, che pubblichiamo, e rispondiamo alla terza lettera: con l’augurio che ne nasca un dibattito, ed anche altri ci facciano avere le loro opinioni. Gent.mo dott. Criscuolo, sono una studentessa dal master in “sviluppo preclinico e clinico del farmaco” di Roma, e le scrivo in merito al suo editoriale del notiziario SSFA dello scorso Aprile. Ho preso parte alla discussione su LinkedIn riguardante i suggerimenti proposti dai valutatori del master, e credo che molte delle opinioni mie e di altri studenti siano state fraintese. Parlando della possibilità di introdurre i test di verifica lei asserisce che “l’Università, prima di concedere il titolo di “master”, ponga in essere una verifica di quanto lo studente ha appreso. Non farlo potrebbe voler dire, per assurdo, che ha lo stesso valore il titolo di uno studente che ha seguito e preso appunti a tutte le lezioni, e quello di un altro studente che ha sempre dormito sul banco!”. Mi sento di sottolineare, proprio alla luce di quanto già A comparator. Sarà che siamo ottimisti di natura (ma ad essere pessimisti non ci si guadagna nulla), ma vogliamo credere che questo nuovo algoritmo possa attrarre nuovi investimenti in ricerca da parte delle aziende farmaceutiche. Il futuro ci dirà come questo algoritmo sarà implementato, che risultati darà e se avevamo ragione. Gianni De Crescenzo SSFAoggi esposto come mie personali opinioni nella discussioni on-line, che per essere studenti di questi master è necessario il conseguimento di una laurea specialistica, una valutazione da parte di un comitato scientifico e il pagamento di una tassa di iscrizione, senza dimenticare che lo scopo fondamentale di tutti noi partecipanti è approfondire tematiche poco o per nulla sviluppate durante il proprio corso di studi al fine di inserirsi in un nuovo e specifico settore lavorativo. Ebbene tutte queste condizioni fanno sì che gli studenti in questione siano estremamente motivati ad imparare, informarsi, approfondire…ed in quest’ottica l’esigenza accademica, di estrazione tipicamente italiana, di fare “l’esame” e di mettere “il voto” poco si addice alla natura e alla finalità del master. Ciò non significa però, che chi sostiene una tesi del genere sia identificabile come “lo studente che dorme sul banco; anzi, se proprio vogliamo etichettare le opinioni, credo che questa appartenga di più a chi si interroga criticamente sul modo migliore per approcciare alla propria personale formazione in modo maturo e consapevole. Le ineluttabili differenze interpersonali sono d’altronde evincibili in sede di tesi di laurea, grazie alla valutazione della qualità (e non certo della quantità!) dell’elaborato finale, e durante l’eventuale stage/tirocinio che lo studente sceglie per inserirsi in un determinato settore lavorativo; le garantisco inoltre che aldilà di queste differenze esistenti in virtù della nostra natura di esseri umani, nessuno studente si assenta per il puro piacere di farlo, e tantomeno nessuno studente dorme sul banco! Comprendo altresì che l’esigenza di inserire i test di verifica sia dettata dalle specifiche suggerite dagli ispettori; se vogliamo allinearci con gli standard europei è naturale che sarà necessario applicare tali specifiche, ma non ritengo opportuno confondere questa tendenza alla conformazione con la volontà di discriminare gli “studenti bravi” dagli “studenti cattivi”… siamo ormai dei “giovani professionisti” che saranno semmai differenziati grazie alla propria carriera futura! Ai posteri dunque (e non agli esami!) l’ardua sentenza!! Grazie per l’attenzione, Emanuela Teveroni Gent.ma dott.ssa Teveroni, prima di tutto, come riportato nell’introduzione, desidero ringraziarla per avermi scritto. Vuol dire che il mio editoriale è stato letto, ed ha fatto nascere un dibattito: il che è già un bel risultato, specialmente in SSFA dove troppo spesso la voce dei nostri Soci è molto flebile. Quindi grazie davvero! Ma veniamo ai punti sollevati dalla sua lettera. Sono ben consapevole che il master, per sua natura, è legato alla tradizione ed allo spirito dell’Università che lo istituisce, e che non esistono regole per il suo svolgimento. Ma, come lei giustamente sottolinea, nel caso del master Roma-Cattolica e di Milano-Bicocca, (Continua a pagina 3) Anno VI numero 32 (Continua da pagina 2) siamo in una situazione diversa. I due master hanno aderito ad un progetto molto ambizioso: armonizzare i corsi degli studi, in modo da preparare una classe di professionisti Europea ( e domani anche Mondiale), che abbiano acquisito simili conoscenze e che quindi possano lavorare allo sviluppo di nuovi farmaci in modo uniforme, da Roma a Stoccolma, da Madrid a Budapest. A noi della SSFA è sembrata un’idea molto bella (mi verrebbe da dire di grande valenza etica, visto che si tratta di sviluppare farmaci destinati a chi soffre): ed è per questo che, con la grande e paziente collaborazione dei docenti di Roma e Milano, ci siamo imbarcati in questa avventura, con lo scopo primo di dare a voi, studenti, una qualifica di livello Euro- Pagina 3 peo. Ma essere membri di un club esclusivo come PharmaTrain, richiede che l’asticella della qualità sia messa più in alto. Ecco perché sono state richieste prove di verifica al termine di ogni modulo, ed una tesi scritta da illustrare a voce: si tratta di uno standard che PharmaTrain ha voluto dare a tutti i master che aderiscono al progetto (e che sono 14 in Europa, e presto altri 15 in tutto il mondo). E che il direttore del master di Roma-Cattolica, il prof PierLuigi Navarra, si appresta ad applicare dal prossimo anno di corso. Circa la mia battuta sugli studenti che dormono sul banco, ovviamente esageravo: però mi lasci dire che, dalla privilegiata posizione del docente, che ha di fronte venti o trenta volti, ogni tanto capita di vedere qualche palpebra che si abbassa. Non dubito che possa trattarsi di scarsa capacità del docente di mantenere un buon livello di attenzione. Ma ecco che il vostro contributo diventa importante! Segnalate, nella scheda di valutazione dei docenti, quelli che a vostro parere devono migliorare lo stile dell’esposizione: di certo i responsabili del master vi porranno rimedio. Infine, mi lasci concludere questo mio commento con un auspicio: la sua lettera ha rappresentato un bel momento di dialogo fra una studentessa del master e la SSFA. Mi auguro che tanti altri suoi colleghi trovino il tempo e la voglia di scriverci: sarà un dialogo costruttivo, volto a migliorare il lavoro di tutti noi. Cordialmente, Domenico Criscuolo SSFA incontra AIFA Lo scorso 15 giugno SSFA, rappresentata da Giovanni De Crescenzo, Giovanbattista Leproux, e Francesco De Tomasi, nell’ambito dell’iniziativa “Open AIFA”, è stata ricevuta dal Direttore Generale e dai suoi più stretti collaboratori. L’obiettivo dell’incontro è stato illustrato dal Presidente della SSFA, che lo ha sintetizzato in: - la presentazione della Società e delle sue attività rivolte alla formazione di tutte le figure impegnate nella ricerca sui farmaci ed alla promozione della ricerca stessa in tutte le sue fasi. Sono stati presentati gli strumenti utilizzati da SSFA, promotrice di convegni, master Universitari, collaborazioni con Enti pubblici e privati ed altre Società scientifiche; - la richiesta di rinnovare la stretta collaborazione di SSFA con AIFA, nelle iniziative di comune interesse, ricordando i vari successi che tale collaborazione ha consentito di raggiungere in passato; Il prof. Pani ha mostrato interesse nelle attività della Società ed ha delineato i campi nei quali, a suo avviso, sono più urgenti le opportunità di collaborazione, tra cui: - un’incentivazione degli studi preclinici nel nostro Paese, che, ridottisi in tempi recenti, hanno comportato carenze nella presentazione di dossier registrativi; - una maggiore attenzione all’impatto ambientale della produzione e del consumo dei farmaci; - un particolare sforzo della ricerca di base e clinica su malattie degenerative nel settore neurologico (ad esempio, la malattia di Alzheimer), che nei prossimi decenni avranno un pesante impatto nelle società industriali avanzate come la nostra, settore nel quale si cominciano a delineare nuovi criteri di valutazione che vedono proprio nell’AIFA uno degli enti più attivi e riconosciuti sia a livello europeo che extraeuropeo. Il prof. Pani ha tenuto ad informarci delle nuove regole di comportamento, che AIFA ha approntato e sta completando, per disciplinare i rapporti dell’Agenzia con i suoi vari interlocutori, al fine di garantire non solo la qualità dei rapporti di collaborazione ma anche la loro trasparenza, alla luce di eventuali conflitti di interesse che potrebbero compromettere qualunque tipo di relazione. In quest’ottica il sito di AIFA sarà un punto di riferimento per quanti vorranno avere informazioni o richiedere incontri con dei membri dell’Agenzia. Infine il prof. Pani ha anticipato che un obiettivo prossimo di AIFA sarà quello di interloquire con quelle Società farmaceutiche che inten- dano sviluppare nuove molecole, al fine di svolgere un’azione di consulenza preliminare sulla produzione dei dati necessari al dossier registrativo. Un’ultima, interessante, novità è stata l’annuncio della realizzazione di un master in “Affari Regolatori” che avrà luogo all’interno di AIFA, con la collaborazione dell’Università “La Sapienza” di Roma, per la formazione di personale qualificato di cui la stessa Agenzia ha stretta necessità. Il professore ha auspicato che possano intervenire anche professionisti provenienti dal mondo delle aziende farmaceutiche in qualità di docenti. In un clima molto positivo, vi è stato un ampio scambio di pareri, osservazioni e proposte che hanno consentito di dichiarare una intesa completa sulla possibilità di collaborazione e di scambio costante e vicendevole di informazioni, oltre a continuare a sostenere le attività in corso, tra cui i master Universitari ed i convegni organizzati da SSFA, in cui si riterrà opportuna la presenza di personale proveniente dall’agenzia. Questo naturalmente nel pieno rispetto delle modalità e delle regolamentazioni indicate nella gestione dei rapporti tra AIFA ed i suoi interlocutori. Francesco De Tomasi Anno VI numero 32 Pagina 4 IL XXI CONGRESSO NAZIONALE GIQAR Il Congresso Nazionale GIQAR del 2012 si è tenuto il 17 e 18 maggio a Torino presso il Golden Palace Hotel: hanno partecipato più di 100 professionisti appartenenti ad aziende farmaceutiche, Istituti Accademici, AIFA, Ministero della Salute, Istituto Superiore della Sanità e CRO. Il tema del Congresso era “La Qualità: la realtà di oggi e la sfida del domani”. La realtà di oggi è stata messa in evidenza da domande e dibattiti emersi durante le discussioni nelle varie sessioni del congresso, ma soprattutto durante i vari workshop, dove si è potuto constatare che alcune problematiche di oggi sono anche quelle di ieri. La sfida del domani è stata ben illustrata dalle diverse presentazioni che hanno trattato temi relativi a nuove aree e discipline di grande attualità nell’ambito degli studi preclinici e clinici e delle GXP in generale, che hanno o avranno un impatto sulle attività di coloro che sono impegnati nelle GLP, GCP e GMP, nonchè ovviamente il Quality Assurance. In merito alla Ricerca Clinica sono stati trattati argomenti inerenti al Template della Trial Master File (TMF), Esempio di Work-Flow gestionale della qualità, Audit a studi clinici in cui si utilizzano sistemi elettronici (eCRF, IVRS, IWRS, ePRO) e Sistema di Qualità di un laboratorio che esegue analisi di campioni provenienti da studi clinici. Aggiornamenti regolatori nell’area GCP e sulle attività ispettive dell’AIFA. Per quanto riguarda la Farmacovigilanza, sono state presentate interessanti relazioni relative ad aggiornamenti sulle Ispezioni di FV da parte degli ispezionati ed aggiornamenti sulle ispezioni di FV da parte di AIFA, al fine di sentire entrambe le parti. Inoltre, sempre sulla Farmacovigilanza, c’è stato un intervento sulla Detailed Guidance AEs reporting in Clinical Trials. Per quanto riguarda la Ricerca Preclinica, le relazioni riguardavano l’Accreditamento AAALAC vs. la certificazione GLP, Le GLP nell’ambito degli studi di validazione virale, Aggiornamenti in merito all’esito delle ispezioni GLP e agli aspetti/attività dell’OCSE. In merito alla GMP è stata presentata una relazione sulla Definizione del Quality Agreement tra Sponsor e CMO. E’ risultato molto evidente che per affrontare le sfide del domani, ma anche per gestire la realtà di oggi, è necessario che non soltanto gli addetti alla Quality Assurance, ma anche tutti coloro che operano sia in campo clinico che preclinico, siano aggiornati. E’ assolutamente importante stare al passo con le novità sia legislative che tecnologiche e discutere di questi argomenti all’interno delle nostre associazioni professionali. Il programma del Congresso è stato articolato in due giornate di lavoro. La sessione iniziale della prima giornata è stata aperta con una relazione di F.Galliccia (AIFA), il quale ha informato i partecipanti in merito alle attività dell’Ispettorato GCP oltre a fornire aggiornamenti relativi al nuovo decreto sulle CRO e sui laboratori che eseguono analisi su campioni provenienti da studi clinici. La seconda relazione presentata da G. Glittens (BARQA - Società di Assicurazione della Qualità Britannica) ha fornito interessanti concetti sul “Template” del Trial Master File. La terza relazione relativa al “Flusso di lavoro gestionale di qualità, presentata da A. Bizzarri (Kedrion) ha messo in evidenza l’uso di mezzi elettronici per la gestione delle attività del QA GCP. Nella seconda parte della mattina, E. Vitali (consulente GMP/GCP) ha presentato una relazione sulla definizione del Quality Agreement tra Sponsor e CMO in ambito GMP. L’ultima presentazione è stata svolta da R. Zanier sugli audit a studi clinici in cui si utilizzano sistemi elettronici. La discussione tenuta alla fine di questa sessione è stata molto ricca di domande, soprattutto per l’ispettore AIFA. La seconda sessione era rappresentata da una novità, che prevedeva lo svolgimento di tre sessioni relative a “Domande e Problematiche in ambito GLP”, “Discussione di casi di audit presso centri di sperimentazione clinica” e “Audit findings e modalità di classificazione relative alla farmacovigilanza”. Questa sessione ha riscosso molto successo tra i partecipanti, i quali hanno sempre chiesto maggiore spazio a dialogo eD interazione sui temi più attuali della GXP. L’unico problema era l’impossibilità di partecipare a più di una sessione poiché si svolgevano in contemporanea. Nel congresso del 2013 questo problema sarà risolto inserendo una sessione nel pomeriggio del giorno che precede l’apertura formale del congresso. Così il congresso dell’anno pros(Continua a pagina 5) Anno VI numero 32 Pagina 5 (Continua da pagina 4) simo durerà due giorni e mezzo, senza Daniela Marcozzi e la D.ssa Angela Del Vecchio durante la moderazione però aumentare i pernottamenti necessari per partecipare al congresso e senza intaccare significativamente il costo d’iscrizione. La seconda giornata del congresso ha dedicato la prima sessione a tre relazioni sulla Farmacovigilanza: “Aggiornamenti sulle ispezioni di FV da parte degli ispezionati” presentata da G. De Carli (consulente FV), “Aggiornamenti sulle ispezioni FV”, relatrice A. del Vecchio (AIFA) e “Detailed guidance AEs reporting in clinical trials”, relatore S. Bonato (Bayer). Alla fine di ciascuna presentazione si è lasciato spazio per domande che non sono mancate, seguite da un interessante dibattito. Nell’ultima sessione del mattino, le relazioni presentate riguardavano: “The quality system of a laboratory performing da parte di M. Capasso (Ministero della redazione del programma e che con the analysis of clinical trial samples” S a l u t e ) c h e h a f o r n i t o u n Daniela Marcozzi (Sigma-Tau) ha gestito presentata da J. Hughes (consulente QA “Aggiornamento in merito all’esito delle la parte del programma relativa alla di UK), “L’accreditamento AAALAC vs la ispezioni” e in fine la relazione di A. Me- GCP, ed a Mercede Brunetti (RTC) che certificazione GLP” con relatore A. Zac- neguz (Istituto Superiore di Sanità) rela- ha curato la preparazione del programcetti (Accelera) e “Le GLP nell’ambito tiva a “Aggiornamenti in merito ad ma sulla GLP. Un merito molto importandegli studi di validazione virale, relatrice aspetti/attività OCSE”. La discussione te va ai rappresentanti dell’Ente RegolaM.C. Menconi (Kedrion). Anche queste alla fine di questa sessione è stata molto torio, sia per la loro disponibilità a parterelazioni hanno stimolato un dibattito ricca di domande e chiarimenti inerenti cipare al congresso, sia per la partecipamolto interessante, specialmente per ad aspetti GLP, alle quali le relatrici han- zione attiva e competente in tutte le diquanto riguarda gli aspetti ispettivi della no risposto con molta professionalità. Un scussioni. farmacovigilanza. L’ultima sessione del aspetto che ha caratterizzato in modo Un ringraziamento speciale va agli congresso è stata dedicata principal- particolare questo XXI Congresso GI- Sponsors: HIPPOCRATES RESEARCH, mente alla GLP, con una presentazione QAR è stato lo spazio dedicato alla di- HIPPOCRATES SINTECH, HIPPOCRAscussione e ai Workshop, che è stato TES PHARMACOGENETICS, TRAampliato. Questa scelta si è dimostrata CKWISE, CROMSOURCE, CELGENE, Il Dr. Alberto Zacchetti vincente in quanto il dibattito su tutti i LIFE BEE, ROCHE, CROss ALLIANCE, temi presentati è stato ampio e interes- MERCK SERONO RBM, BAYER HEALsante. Questo risultato è merito THCARE E ALTERR CONSULTING, i dell’elevata qualità di tutte le relazioni quali, con il loro sostegno hanno contrisvolte con grande professionalità, e del- buito alla buona riuscita dell’evento. la disponibilità degli ispettori di AIFA, In ultimo, ma non per questo meno imMinistero della Salute e Istituto Superio- portante, un ringraziamento a DOC Congress per aver organizzato tutta la parte re di Sanità. Copie delle presentazioni dei relatori che logistica e gestionale del Congresso in hanno consentito la divulgazione delle modo gradevole ed efficiente, insieme loro relazioni sono disponibili sul sito alla nostra Segretaria SSFA, Sabrina. della SSFA. In conclusione, il Congresso GIQAR Valentine Sforza 2012 può considerarsi un successo sia per il numero dei partecipanti che per il contenuto del programma. Il merito di Le presentazioni autoquesto successo va in modo particolare rizzate sono disponibili ad Anna Piccolboni (Zambon) che ha sul sito WWW.SSFA.IT coordinato la fase di preparazione e Anno VI numero 32 Pagina 6 CLINICAL TRIALS IN RUSSIA AND UKRAINE - Milano, 7 giugno Come è noto, e come è stato conferma- sono state Novartis (25 studi), GSK (21), to anche dai relatori, negli ultimi 10-15 Roche (18), Lilly (16) e Pfizer (14). In anni si è manifestato un notevole au- maggioranza si è trattato di studi di fase mento degli studi clinici, specie di fase III che in totale hanno coinvolto 350.000 III, condotti da multinazionali nei paesi pazienti e di fase IV (10.500 pazienti). dell’Est Europeo ed in particolare in Le aree in cui si sono maggiormente Russia. E’ perciò sembrato utile ed inte- concentrati gli studi sono la cardiologia e ressante organizzare un seminario dedi- l’oncologia. Dei 571 clinical trials in cato a questo argomento, approfittando corso nel 2011, 369 erano multicentrici, della presenza in Italia di alcuni ricerca- 117 locali e 85 erano studi di bioequivatori clinici provenienti da quel paese. Il lenza. In Russia, le procedure regolatoseminario si è tenuto nell’Auditorium rie prevedono l’intervento di 4 strutture Unicredit, gentilmente messo a disposi- per l’autorizzazione di uno studio clinico: il Ministero della Salute, il Comitato Etico zione da questa banca. Primo relatore è stato il Prof. Vladimir centrale, il Comitato Etico locale e lo Popov, Head of Clinical Trials Unit, De- FSBI (Federal State Budgetary Institupartment of Professional Clinical Phar- tion, che si occupa degli aspetti contratmacology of Scientific Clinical Center of tuali e finanziari). Il processo d’esame “Russian Railways JSK”, Leading Re- dovrebbe richiedere generalmente 60 searcher at Department of Cardiology, giorni. Sono state recepite le norme di 1st Moscow State Medical University GCP ICH e la documentazione da preI.M. Sechenov. In aggiunta agli incarichi sentare è sostanzialmente analoga a accademici, il Prof. Popov svolge anche quella prevista dalle norme europee. attività di tipo manageriale in una CRO Praticamente identiche le norme in Ubasata a Mosca. Nella sua lunga pre- craina mentre in Bielorussia sentazione (le proiezioni sono visibili sul l’approvazione etica spetta al solo Comisito della SSFA), ha percorso in det- tato Etico locale. Anche in questi paesi è taglio tutto l’iter regolatorio in Russia, Ucraina e Bielorussia, confermando il continuo aumento della partecipazione di ospedali russi agli studi clinici internazionali. Ciò è attribuibile a diversi fattori: Russia, Ucraina e Bielorussia totalizzano una popolazione che si avvicina a 200 milioni di persone (Europa, dato 2011: I relatori durante la Tavola Rotonda 530 milioni), la struttura sanitaria è costituita da grandi centri obbligatoria la copertura assicurativa ospedalieri nei quali si concentra un alla quale provvedono due compagnie in elevato numero di pazienti per cui, come Russia, una in Ucraina ed una statale in è esperienza di chi abbia condotto studi Bielorussia. Per potere condurre speriin quei paesi, eventuali ritardi causati da mentazioni cliniche i centri debbono lungaggini burocratiche sono poi ampia- essere accreditati dal Ministero della mente compensati da un rapido arruola- Salute: attualmente esistono 776 centri mento una volta che lo studio può accreditati in Russia, circa 200 in Ucraiiniziare. Nel 2011, le aziende straniere na e 57 in Bielorussia. Il Prof. Popov ha che hanno maggiormente coinvolto quindi illustrato alcuni esempi di reclutaquesti paesi in studi clinici internazionali mento di pazienti in diverse aree tera- peutiche e quindi si è soffermato sulle differenze di outcome in alcuni studi internazionali come ad esempio il PLATO (ticagrelor vs. clopidogrel nelle sindromi acute coronariche) il che suggerirebbe che anziché condurre grandi studi internazionali mettendo insieme popolazioni assai diverse per etnia, abitudini alimentari e stili di vita, sarebbe più appropriato condurre studi separati sulle diverse popolazioni. Ha fatto seguito la relazione della Dottoressa Natalia Bulanova, Leading Researcher at Cardiology Department, 1st Moscow State Medical University I.M. Sechenov, la quale si è dapprima soffermata sulle ispezioni condotte in Russia sia dall’organo di sorveglianza nazionale ROSZDRAVNADZOR, sia da FDA ed EMA. Il primo organismo nel 2010 ha eseguito 23 ispezioni in 9 siti rilevando 15 violazioni di cui 7 considerate critiche. Nel 2011 le ispezioni sono state 85 in 75 centri: le principali violazioni riscontrate sono state la presenza di documenti inadeguati o non corretti, la mancanza di documentazione dell’ottenimento del consenso, l’erronea contabilità del farmaco. La FDA ha eseguito, nel periodo 19802009, 63 ispezioni (per confronto, nello stesso periodo: 192 in Canada e 104 in UK). Quanto all’EMA, nel periodo 19972009 ha eseguito in Russia soltanto 8 ispezioni. La Dottoressa Bulanova ha quindi illustrato la società pubblica delle ferrovie, JSC Russian Railways, la quale ha più (Continua a pagina 7) Anno VI numero 32 (Continua da pagina 6) di 87.000 dipendenti e dispone di ben 256 cliniche, con più di 1300 medici e oltre 34 mila nurse. I pazienti sono rappresentati ovviamente da dipendenti e pensionati delle ferrovie e loro famigliari, ma anche da popolazione del territorio. Nel periodo 2005-2009 sono stati eseguiti 313 studi clinici in 22 siti dell’organizzazione: si è trattato in prevalenza (80-90%) di studi di fase III in campo oncologico. E’ stata quindi la volta della Dottoressa Marina Deniskova, Clinical Research Manager and Country Manager of Moscow Office di Premier Research Group, la quale ha riferito sull’esperienza dell’attività della sede russa di una CRO internazionale. I vantaggi offerti da Russia e Ucraina, per gli studi clinici, secondo la relatrice, sono i seguenti: grandi popolazioni di pazienti disponibili, diversità genetica ed elevata concentrazione urbana, forte motivazione dei pazienti a partecipare, ottima compliance dei pazienti, alta prevalenza ed incidenza di tutte le maggiori patologie, sistema sanitario molto centralizzato, sperimentatori qualificati e molto motivati, normativa corrispondente agli standard internazionali, elevata qualità dei dati clinici. Sussistono tuttavia problemi di ordine burocratico e logistico: la documentazione va presentata tramite website ma anche su Pagina 7 carta, scarse sono le possibilità di avere contatti con il personale che si occupa degli aspetti scientifici ed etici degli studi, l’approvazione scritta cartacea richiede molto tempo, molto raramente il processo di approvazione richiede due mesi, ma spesso anche il doppio, le procedure di importazione e distribuzione dei prodotti in studio sono complesse. Sono infine stati presentati alcuni casi di andamento dell’arruolamento tratti da esperienze vissute. Ultimo oratore del convegno è stato la Dr.ssa Francesca Bucchi, CA&A Lead Advisor, Quality Assurance Group Astra Zeneca. La Dr.ssa Bucchi ha così sintetizzato la sua esperienza di auditing in Russia ed Ucraina: il personale clinico è qualificato e molto motivato, vi è una buona gestione degli studi, occorre essere preparati ad improvvisi cambiamenti normativi introdotti dalle AASS (ma dove non avviene questo? NdA), lo standard professionale è elevato, anche se spesso gli ospedali sono molto vecchi, una volta ottenuta l’autorizzazione allo studio, l’arruolamento è molto rapido. Esistono ovviamente anche problemi: gli sperimentatori spesso non padroneggiano la lingua inglese ed è quindi necessario ricorrere all’aiuto di un interprete, per lo stesso motivo tutti i documenti importanti per lo studio, a cominciare da protocollo, IB e CRF debbono essere tra- dotti in russo od ucraino, il che occupa molto tempo, esistono spesso difficoltà per l’importazione del prodotto sperimentale e la sua distribuzione ai centri, alcuni anni fa è stato introdotto il divieto di invio all’estero dei campioni biologici i quali dovevano quindi essere analizzati in loco e ciò ha creato non pochi problemi agli sponsor stranieri. Concludendo la sua presentazione, la Dr.ssa Bucchi ha sottolineato come vi siano ottime prospettive di sviluppo degli studi clinici in Russia ed Ucraina, testimoniato dall’aumento annuo del 20% di questi studi. Altro potente fattore di sviluppo è rappresentato dai costi che arrivano ad essere inferiori anche del 50% rispetto a quelli dei paesi europei. Controprova di questa tendenza è il fatto che tutte le grandi aziende e CRO multinazionali stanno aprendo proprie filiali in Russia. Si può affermare che il seminario, al quale ha presenziato un folto pubblico, tra cui una dozzina di studenti del Master sullo sviluppo pre-clinico e clinico dei farmaci dell’Università di Milano Bicocca, abbia rappresentato per tutti un utilissimo momento di informazione e riflessione su una realtà ancora non ben conosciuta da tutti ma che si sta rapidamente realizzando nel mondo della sperimentazione clinica dei farmaci. Luciano M. Fuccella Anno VI numero 32 SEMINARIO Pagina 8 DEL GRUPPO DI LAVORO Lo scorso 20 aprile la sala Congressi Bayer ha ospitato un evento di grande successo: un seminario di approfondimento sulla nuova normativa sulla farmacovigilanza. Ecco tre relazioni, che hanno animato la giornata. Module VI - Management and reporting of adverse reactions to medicinal products – 19/01/12 draft Il Modulo VI fornisce indicazioni operative dettagliate circa quanto richiesto dalla nuova normativa europea in fatto di reporting delle ADR, rispecchiando, di fatto, l’esperienza e le sfide quotidiane di chi opera nella gestione della farmacovigilanza post-marketing. Restano però, nella bozza esaminata, diversi spunti di riflessione, in particolare in merito al punto di equilibrio necessario tra impegno delle istituzioni e delle aziende e rischio di sovraccaricare il sistema di monitoraggio e raccolta delle informazioni, a possibile discapito della qualità dei dati. Ciò premesso, alcuni aspetti in particolare sono degni di nota, anche se in parte già presenti in linee guida internazionali oppure previsti dalle procedure aziendali: Validazione (informazioni minime) degli ICSR: il fatto di aver potuto verificare l’evento direttamente con la fonte è considerato sufficiente ai fini dell’identificabilità del segnalatore, anche se questi rifiuta di rilasciare i propri dati personali, così come è sufficiente un indirizzo e-mail valido; Gli obblighi del titolare AIC si applicano tutte le volte che la titolarità del FARMACOVIGILANZA farmaco sospetto non può essere esclusa (per nome del principio attivo, formulazione, lotto, via di somministrazione, paese di origine del reporter o dell’evento); Il titolare deve ricevere da eventuali consociate extra-EU i casi di ADR a PA autorizzati in EU; I report da paziente devono essere gestiti come segnalazioni spontanee, così come i casi stimolati da comunicazioni di sicurezza (DHCP), pubblicazioni editoriali, ed altro; Le fonti “ulteriori” di ICSR da considerare sono: Pubblicazioni non cliniche (dati preclinici); Abstract, poster, articoli da meeting o attività editoriali nei quali il personale del titolare è coinvolto, anche solo in termini di presenza, oltre che di sponsorizzazione; Media digitali (inclusi siti web, blog, social network, forum, chat room, portali della salute) sponsorizzati dal titolare (di proprietà, supportati economicamente o controllati dal titolare, ma escluse le donazioni, purchè il titolare non controlli i contenuti del sito), nei quali il titolare deve anche facilitare il reporting da parte dei visitatori per mezzo di moduli e/o contatti specifici. Nota: il giorno zero è il giorno di comparsa sul sito; Media digitali non propri, se ciò può permettere l’identificazione e la valutazione di “significant safety issues”. Lo screening di letteratura deve coinvolgere tutti i prodotti autorizzati, L’Auditorium Bayer indipendentemente dalla commercializzazione; Studi non interventistici: viene applicata una distinzione al fine della segnalazione tra studi nei quali i dati sono raccolti dal medico/paziente (qui l’obbligo del titolare si limita ai propri prodotti in studio, mentre per tutte le altre ADR l’obbligo è del clinico) e studi basati su un utilizzo secondario di dati, quale la revisione di cartelle cliniche (le ADR devono solo essere riassunte nel rapporto finale). Esposizione in gravidanza: è sottolineata l’importanza di questi dati e la necessità di raccoglierli con diligenza, anche per mezzo di una modulistica specifica; Mancanza di efficacia: è necessario raccogliere report dettagliati, anche se, salvo specifiche circostanze, non è richiesto l’expedited reporting ma la specifica valutazione nello PSUR e nel RMP; Follow-up: i report devono essere completi ed i dati raccolti a voce confermati per iscritto. Per le segnalazioni da non sanitario è necessario chiedere il consenso al contatto con il medico; Sistema di qualità: Autorità e titolare AIC devono avere un sistema che garantisca la qualità ad ogni passo della gestione degli ICSR, con SOP per la gestione documentale e la coerenza dei dati, per la divisione dei compiti e delle responsabilità e per la formazione del personale; L’Agenzia Europea, in collaborazione con le Autorità nazionali ed i titolari garantirà la qualità ed integrità dei dati, anche tramite auditing dei casi inviati ad Eudravigilance; Il Modulo VI specifica le modalità di reporting ad EV prima e dopo l’implementazione delle funzionalità avanzate di Eudravigilance: Fase si transizione Casi gravi (e non gravi se richiesto da CA) EU; il titolare riporta alla CA interessata; CA riporta tutte le ADR nazio(Continua a pagina 9) Anno VI numero 32 Pagina 9 (Continua da pagina 8) nali gravi ad EV e a titolare, se non ricevute da titolare; Casi gravi extra EU: titolare riporta ad EV (e CA se richiesto da CA). Procedure definitive Titolare riporta tutte le ADR EU ad EV che inoltra alla CA interessata Casi gravi extra EU: titolare riporta ad EV CA riporta tutte le ADR nazionali ad EV Privacy: dato il valore sociale della FV, è legittimo il trattamento dei dati in Eudravigilance, nel rispetto delle normative nazionali. Inoltre, anche laddove la legislazione nazionale impedisse la trasmissione di dati personali ad Eudravigilance, si dovrebbero preservare intatte le informazioni rilevanti per la valutazione di safety, come età e sesso. Matteo Laurita Longo PASS - Post Authorization Safety Study Nell’incontro di studio in Bayer del 20 aprile scorso è stato affrontato anche il tema dei Post Authorization Safety Study o PASS, ed in particolare è stato illustrato il modulo VIII della “Guideline on Good Pharmacovigilance Practice”. Sono stati illustrati, nel dettaglio, i processi, le caratteristiche, la struttura, il formato del protocollo e le varie tipologie degli studi post-autorizzativi sulla tollerabilità. È stato sottolineato in particolar modo come, anche se teoricamente i PASS potranno essere rappresentati da studi interventistici, in realtà, nella grande maggioranza dei casi, saranno studi di tipo osservazionale. L’aspetto maggiormente innovativo, a lungo discusso durante l’incontro, è rappresentato dal maggior controllo, rispetto alla situazione attuale, da parte delle Autorità sia per quanto riguarda l’approvazione e la conduzione dei PASS, sia per quanto riguarda i risultati ottenuti. Chiaramente questo maggior controllo darà anche maggior peso ed importanza ai PASS stessi che diventeranno un utile strumento per poter ottenere Autorizzazioni all’Immissione in Commercio più velocemente, senza che vi sia una perdita di qualità o un minor numero di informazioni rispetto alla situazione attuale. Infatti le Autorità, come suggerito nelle linee guida, potranno chiarire determinati dubbi o aree poco studiate grazie a questo potente strumento. Un altro aspetto importante del modulo VIII, evidenziato nel corso dell’incontro, è l’aumentata trasparenza all’interno dell’Unione Europea per quanto riguarda i risultati ottenuti e la loro pubblicazione. Viene raccomandata infatti, all’interno delle linee guida, una strategia di pubblicazioni che garantisca la massima indipendenza al Principal Investigator, indipendentemente da chi è proprietario dei dati. Andrea Lanza Module IX - Good Pharmacovigilance Practice Il Modulo IX del documento rilasciato da EMA avente per titolo “Good Pharmacovigilance Practice” (GVP) e’ relativo al “Signal management”. Al pari degli altri moduli è entrato in vigore a luglio 2012. Il rapporto CIOMS n. VIII, “Practical Aspects of Signal Detection in Pharmacovigilance”, edito in Ginevra nel 2010 e citato all’inizio quale base fondante del modulo stesso, definisce “segnale” una “informazione che deriva da una o più fonti e che suggerisce potenzialmente qualunque forma di associazione causale o un nuovo aspetto di una associazione conosciuta, tra un intervento (terapeutico) ed un evento o una serie di eventi correlati, sia negativa sia benefica e che viene giudicata essere di probabilità sufficiente a giustificare azioni di verifica”. In altre parole il concetto di un “drug safety signal” è la base delle attività di farmacovigilanza da circa 40 anni. Dopo l'identificazione del segnale, un sistema di sicurezza può determinare il ruolo causale del farmaco, caratterizzare lo spettro clinico della ADR, quantificare il rischio, intraprendere un adeguato atto normativo per prevenire o ridurre al minimo il rischio e comunicare questi risultati agli operatori sanitari ed ai pazienti. Il rapporto beneficio-rischio è sempre soggetto a revisioni in base alle differenti fonti di informazione, al tempo di osservazione, alle verifica dei “segnali”. Per l’identificazione di tale segnale, vengono utilizzati metodi statistici (in particolare il chi quadro). Le procedure statistiche sono usate soprattutto per una prima selezione in grandi quantità di segnalazioni. I vantaggi più evidenti sono di non essere influenzati dalla conoscenza e da eventuali errori di chi analizza i dati, di essere obiettivi, trasparenti e riproducibili. In conclusione, nonostante vi sia stato finora poco consenso tra industria, attività regolatoria e comunità accademica circa l'esatta natura e la portata di un programma di rilevamento del segnale per tutto il ciclo di vita del prodotto medicinale, l’esame delle aspettative delle (e per) le parti interessate, compresi i consumatori, i medici prescrittori, i regolatori governativi e le aziende farmaceutiche (sponsor) è importante per valutare la progettazione ottimale, la fornitura di un sistema di FV e per supportare una corretta strategia di rilevamento del “segnale” stesso. E’ attualmente in corso il riesame di una guida chiave e di regolamenti finali a tale scopo. Raimondo Russo Dr.ssa Sandra van der Poel-Smet (Continua a pagina 10) Anno VI numero 32 (Continua da pagina 9) Dal sito www.ema.europa.eu European Medicines Agency finalises first set of guidelines on good pharmacovigilance practices The European Medicines Agency has published the first set of finalised modules of the guideline on good pharmacovigilance practices (GVP) today. The finalisation of these seven modules is a key deliverable of the 2010 pharmacovigilance legislation, which will apply from Monday 2 July 2012. Each of the modules covers one major process in the safety monitoring of medicines. These are: Module I: Pharmacovigilance systems and their quality systems; Module II: Pharmacovigilance systems master files; Module V: Risk management systems; Module VI: Management and reporting of adverse reactions to medicinal products; Module VII: Periodic safety update reports; Module VIII: Post-authorisation safety studies; Module IX: Signal management. Pagina 10 GVP is a set of measures drawn up to facilitate the performance of pharmacovigilance in the European Union (EU). They apply to marketing-authorisation holders, the Agency and medicines regulatory authorities in EU Member States and aim to improve safety for patients by strengthening the monitoring of the safety of medicines across the EU. They cover medicines authorised centrally via the Agency as well as medicines authorised at national level. Each module was developed by a team consisting of experts from the Agency and from EU Member States, and was released for public consultation between February and April 2012. The final versions of the modules have been updated, taking the comments received during the public consultation into account. The comments received have also been published today. On Wednesday 27 June 2012, the Agency will be publishing two further GVP modules for public consultation. These will be: Module III: Pharmacovigilance inspections; Module X: Additional monitoring. The remaining seven draft modules making up the entire GVP package are under development and will be released for consultation later in the year.The GVP modules are aligned with the European Commission's implementing regulation, published last week. This regulation is a legally binding act that provides details on the operational aspects for the new legislation. The finalised GVP modules on post-authorisation safety studies and risk management plans refer to the guide on methodological standards in pharmacoepidemiology, which is available on the website of the European Network of Centres in Pharmacoepidemiology and Pharmacovigilance (ENCePP). This guide, which was revised last week after an extensive consultation period and expert review, includes methodological guidance for experienced and new researchers in pharmacoepidemiology and pharmacovigilance. For each topic covered, direct electronic access is given to internationally agreed recommendations and key points from important guidelines, published articles and textbooks after an introductory review. Today also sees the publication of an updated version of the European Medicines Agency and Member States joint implementation checklist, which provides an overview of the prioritisation of tasks linked to the implementation of the legislation. Impatto della nuova normativa europea FV sugli studi osservazionali Milano - 25 settembre Gruppo di Lavoro SSFA Il Cantiere degli Studi Osservazionali Internazionali Il 26 marzo scorso , nell’ambito delle attività del gruppo di lavoro Studi Osservazionali, il “cantiere” “studi internazionali" è stato ufficialmente riattivato! Vi collaborano – per il momento - Luca Faoro di ICON, Simona Sgarbi di Medidata e Daniela Gilardi della Fondazione Frontier. Abbiamo deciso di far ripartire questo cantiere perché sentiamo l’esigenza di approfondire le conoscenze su come si svolgano questi studi a livello internazionale, e volevamo cercare di capire affinità e differenze tra le varie nazioni europee. Siamo partiti da una proposta di “roadmap”, di cammino che vorremmo seguire, ovvero: analizzare e catalogare l'attuale status giuridico e regolatorio in Europa; valutare come negli altri Paesi Europei vengono prevalentemente utilizzati gli studi osservazionali (es: PASS, Registri, CER, altro); analizzare la letteratura e catalogare gli studi pubblicati per esplorare i bisogni e le attitudini di medici, pazienti e professionisti della ricerca osservazionale. Concretamente, il cantiere da qui alla fine dell’anno si è impegnato a scrivere una relazione (che sarà pubblicata su SSFA oggi) anche sfruttando il lavoro già fatto in passato. Successivamente il nostro proposito è quello di pubblicare i risultati del nostro lavoro anche su riviste di settore e proporre concrete iniziative di training per chi è interessato a queste tematiche. Le affinità con le attività in corso negli altri cantieri del GdL Studi Osservazionali e di altri gruppi di lavoro SSFA non mancano, e di questo siamo felici; ad esempio, i cambiamenti che la nuova normativa di farmacovigilanza sugli studi post-marketing porterà in ambito italiano ed europeo da luglio sarà un argomento che intendiamo trattare insieme agli amici del GdL della FV. Naturalmente il nostro gruppo è aperto a chiunque fosse interessato a dare un aiuto: vi aspettiamo! Luca Faoro Simona Sgarbi Daniela Gilardi Anno VI numero 32 The Lancet — Pagina 11 Catastrophic neglect of the basic sciences in medicine Talk with scientists who work in research -intensive schools of medicine and you hear a resonant message. The basic medical sciences are not only being neglected, they are being systematically eroded. This marginalisation will have damaging effects on clinical care over the next two decades. The foundations of fundamental knowledge about health will be fractured. The platform for applied research will have atrophied. Patient care will be harmed by the prevailing short-sighted and expedient approach to discovery science. Part of the difficulty is a mix of financial and bureaucratic obstacles. One biophysicist in the US described to us the labyrinthine processes currently afflicting the National Institutes of Health (NIH), the world's premier biomedical funding agency. Her experience is symptomatic of a structural defect in NIH funding mechanisms. She submitted a grant as follow-up to a long-standing and successful line of research into Alzheimer's disease. At the moment she submitted her grant, a related paper in a high-profile journal was published. That paper seemed to cast doubt on a crucial premise of her grant application. One reviewer used the newly published research to criticise the grant, which was eventually rejected. The article itself then came under severe critical scrutiny. The failed applicant wanted to appeal. Yet, unlike journals, NIH has no room for negotiating with its reviewers. This star chamber approach to grant review is a ridiculous way to judge scientific merit. Science is a social process. It depends upon dialogue and debate. NIH grant procedures deny scientists an opportunity to challenge poor or biased reviews. When this inflexible process is combined with a grant success rate of only 10% in some fields, scientists not unreasonably wonder whether they are in the right career. The situation in the UK, the world's second most important life sciences centre, is no better. We are fortunate to have high-value funding bodies, most especially the Medical Research Council and the Wellcome Trust. But scientists on the front lines of research tell a disturbing story. They report, at best, complacency about, and, at worst, prejudice against the basic medical sciences. The errors seem to be multiple. Project grants—3-year investments of modest sums (£300 000) into the careers of young scientists—have withered. Scientists tell us that this dramatic shift in policy—converting our funding bodies into versions of the Howard Hughes Medical Institute—is a laudable objective, but one with unanticipated negative consequences. Not the least of which is the excision of investment into future generations of young medical researchers. Such a perilous policy, pursued by some research councils and larger charities alike, is being driven by a political environment that emphasises big science and aggressive commercial returns on research investments. The continuity of government spending on science will depend on science's contribution to wealth creation within one political cycle. Every scientist knows that this promise cannot be delivered in such a short timeframe. Yet that was the commitment made by the science community, and it is driving a translational science agenda that, although correct in many ways, is squeezing out the funda- mental science on which translational research depends. Defenders of the current funding environment in the UK might point to the Francis Crick Institute as an example of the UK's commitment to the basic biomedical sciences. Due to open in 2015 with 1250 scientists and a budget of £100 million, this new institute will certainly be a leading national centre for discovery research. But viewed from outside London, the Crick looks like a further concentration of funding in the capital, drawing resources—financial and human—away from researchintensive universities elsewhere. London will thrive while the provinces starve. The Research Excellence Framework (REF2014) is also driving science away from discovery. A new emphasis on impact means that university leaders need research that has measurable effects. Basic science does not easily lend itself to linear assessments of impact. The result? Basic science becomes an unattractive option for research investment. The consequence for universities is not only that the basic sciences are threatened, but also that the broad science base a university needs for a strong educational offering is diminished. In medicine, we have sometimes convinced ourselves that epidemiology is the basic science of clinical medicine. This is a conceit. The basic science of medicine, and the future of safe and effective patient care, relies on smart people working in laboratories to answer questions about which they are passionate. We seem to have forgotten that lesson. We need to relearn it quickly. Un nuovo seminario SINPF-SSFA La collaborazione fra SINPF e SSFA continua, con grande soddisfazione di entrambi. Eccoci dunque alla seconda puntata: lo scorso 25 giugno, a Milano, si è parlato dei disturbi del tono dell’umore, con quattro stimolanti presentazioni che hanno percorso i temi delle basi biologiche della depressione, per approfondire poi gli aspetti della malattia in popolazioni particolari (gli anziani, la donna in gravidanza) e concludere con una visione panoramica sulle terapie farmacologiche. Come per tutti i seminari SSFA, l’invito a partecipare è stato indirizzato sia ai soci SINPF, sia ai soci SSFA, ed anche agli studenti del master Bicocca, che hanno molto apprezzato l’atmosfera informale ed aperta dei nostri incontri pomeridiani. Un grazie di cuore ai quattro relatori, ed ai partecipanti tutti: il prossimo appuntamento, dopo la pausa estiva, è per lunedì 10 settembre pomeriggio. Il tema sarà il morbo di Parkinson. Anno VI numero 32 Pagina 12 Master Università Bicocca - Milano: quattro tesi A metanalysis of observational studies Statins have been worldwide recognized to prevent cardiovascular events and mortality. They are one of the most frequently prescribed drugs in Western countries. The role of 3HMG-CoA reductase inhibitors on human cancer incidence is still far to be clarified, due to conflicting results reported from several randomized clinical trials and observational studies. A meta-analysis of sixty-two observational studies (37 case-control and 25 cohort studies) reporting the association measures between exposure to statin and risk of tumor published in the period of time 2000-2011, was conducted on this issue in order to quantify the association between statin treatment and risk of incident cancer. The findings of our study reveal among statin users a strong significant reduction of risk of liver cancer (RR: 0.69; 95% CI: 0.61-0.78) and of lymphoma (RR: 0.82; 95% CI: 0.76-0.89). A significant protective effect of statin therapy emerged on the incidence of colon-rectal cancer (RR: 0.84; 95% CI: 0.780.90), prostate cancer (RR: 0.90; 95% CI: 0.85-0.96) while no significant association was found in bladder (RR: 1.01; 95% CI: 0.97-1.05), breast (RR: 1.01; 95% CI: 0.98-1.05), colon cancer (RR: 0.96; 95% CI: 0.871.05), kidney (RR: 0.78; 95% CI: 0.47-1.29), lung (RR: 0.88; 95% CI: 0.76-1.03), melanoma (RR: 0.93; 95% CI: 0.75-1.15), pancreas (RR: 0.88; 95% CI: 0.73-1.07), rectum (RR: 0.82; 95% CI: 0.67-1.01), skin non melanoma (RR: 1.02; 95% CI: 0.98-1.06), and uterus (RR: 0.88; 95% CI: 0.73-1.08) cancer. Some evidence of a protective effect on the incident risk of colon-rectal cancer, liver cancer, lymphoma, and prostate cancer was found using a meta-analytic approach on the observational studies. Danitza Pradelli __________________________________________________________________________________________________________ Danitza Pradelli graduated in Veterinary Medicine in 1999 and earned in 2005 her PhD in Animal Health, section of medicine at Parma University. She served as member of the Executive Committee and lecturer of “Clinical Pharmacology and Therapy” in the second level master “Cardiovascular diseases and related internal medicine pathologies” at the Faculty of Veterinary Medicine, University of Parma. She currently works as medical writer and as clinician at the Veterinary Clinic “Gran Sasso” in Milano. Evaluation of the role of procalcitonin in urinary tract infections: a monocentric observational clinical trial Procalcitonin (PCT) is the precursor of the calcium regulatory hormone calcitonin. In the course of bacterial infections, sepsis or septic shock, characterized by a systemic inflammatory reaction, PCT is invariably high in the blood with a rapid decrease upon effective antibiotics treatment and recovery from infection. Conversely, no PCT can be found in the bloodstream during minor localized infection. Among the available inflammatory biomarkers, PCT has been shown to be the most useful for use as a clinical diagnostic marker thanks to its favorable kinetic profile. In urinary tract infections (UTI), there is evidence that it is a reliable clinical diagnostic marker in children in discriminating lower UTI from acute pyelonephritis, in predicting renal parenchymal involvement with high sensitivity and specificity. The study, which is an investigator initiated one, originates from the hypothesis that the immune system of the urinary tract may be able to generate an excess of PCT in urine as compared to that in the bloodstream. For this reason the use of the ratio of PCT blood/ PCT urine could be useful in indicating if the infection involves the urinary tract only or it is a systemic one. Once that hypothesis will be tested and confirmed, the creation of a “urinary PCT assay” may be developed as a new tool for the early diagnosis of UTI and to assess the grade of severity as well as to monitor the efficacy of antibiotic therapy. One possible clinical application would be, therefore, to omit further diagnostics for a negative urinary PCT level whereas for high levels only, it would recommend a urine culture and introduce further diagnostics at a higher urgency than for normal PCT levels. Francesca Gori ________________________________________________________________________________________________________________ Francesca Gori obtained her degree in Medical Biotechnology in 2007: soon after she started a 3-year experience at the Mario Negri Institute, working in the laboratory of clinical evaluation of drugs. Her professional interest in clinical research increased, so in 2011 she attended a University master focused on the development of drugs, specifically both early discovery and clinical phases. Since September 2011 she has been working as a collaborator of the Medical Director of the clinical diagnostics at Thermo Fisher Scientific. Her job focuses on the logistics for an investigator initiated trial (preparation of CRFs, IC, documents for the EC and other) as well as in supporting the medical director in her activities. Her active involvement in the job required to successfully act in a multi-task team player, to work under pressure, to prioritize, and to solve logistical or organizational issues. Her aim is to continue working in the position of Scientific/Medical Affairs in a pharmaceutical/ biotech Company or in a CRO. Anno VI numero 32 Pagina 13 Clinical development of a new drug: a balance between medical need and economic sustainability. An example from AstraZeneca. Acute Coronary Syndrome (ACS) is an umbrella term for several conditions associated with the blockage of coronary arteries. Coronary artery diseases lead to significant morbidity and mortality, placing a substantial burden on healthcare systems and, despite improvement brought by new therapies, cardiovascular mortality still remains high. Oral antiplatelet agents play a key role in the management of ACS patients, decreasing their chances of experiencing a new ischemic event; moreover, they must strike a balance between reduced atherothrombotic events and bleeding risks. Current clinical guidelines recommend dual antiplatelet treatment (aspirin and clopidogrel) for the ACS patient management. Ticagrelor is a novel antiplatelet agent with a new mechanism of action, providing faster, greater and more consistent P2Y12 inhibition than clopidogrel. The potential for ticagrelor has been evaluated through an extensive program of clinical trials. In the PLATO study(1) ticagrelor, compared with clopidogrel, significantly reduced the primary end point (a composite of death, myocardial infarction or stroke) without increasing the rate of overall major bleedings. A costeffectiveness analysis of ticagrelor vs clopidogrel was developed on the basis of the clinical outcomes of PLATO study(2). One year of treatment with ticagrelor is more expensive than with the comparator, but 11 additional lives are saved out of 1,000 patients. Assuming a life expectancy of 15.3 years for each survivor, and assessing effectiveness on the base of death from cardiovascular causes, an incremental cost-effectiveness ratio (ICER) of €8,327 per life-year gained (LYG) and of €10,621 per qualityadjusted-life-year (QALY) can be computed. Ticagrelor can be considered a cost-effective alternative to clinical standards for the treatment of patients with ACS. Raffaella Maucci 1) Wallentin L et al. 2009 Ticagrelor vs clopidogrel in patients with acute coronary syndromes. N Engl J Med 361(11): 1945-1057 2) Lucioni C et al. 2011 Economic evaluation of ticagrelor vs clopidogrel in ACS patients, PharmaEconomics-Italian Research Articles 13(2): 53-64 __________________________________________________________________________________________________________ After the chemistry degree at the University of Milan in 1995, I attended a three-year course at the Mario Negri Institute for Pharmacological Research, obtaining a diploma as Pharmacological Research Specialist. From 1998 to 2001 I was a member of the PK and Clinical Chemistry unit of the Institute. In 2001 I joined the biotech company NicOx, initially as Senior Scientist, then, from 2006 to 2010, as Principal Scientist of the DMPK Unit. Following NicOx’s DMPK unit closure at the end of 2010, I attended the one-year master in Research and Preclinical and Clinical Drugs Development held by the University of Milan-Bicocca. Today, after a six months scholarship period, I am working as Clinical Research Associate, in the Clinical Operations Unit at AstraZeneca’s Italian facility. Risk assessment in the development of an ep4 receptor antagonist: preclinical considerations Prostaglandin E2, the most abundant eicosanoid, plays a crucial role in both normal physiology and disease, acting through its four receptors EP1 to EP4. Under physiological conditions, PGE2 is key in the regulation of immune responses, blood pressure, gastrointestinal integrity and fertility. Deregulated PGE2 levels are associated with many pathological conditions and, in particular, with the inflammatory process. However, the severe cardiovascular and gastrointestinal side effects associated with the main class of anti-inflammatory drugs (NSAIDs) have resulted in a subsequent progressive reduction in their clinical use. As a consequence, medical needs are in great demand for the discovery of new potent and selective anti-inflammatory strategies, carrying less cardiovascular and gastrointestinal safety concerns. Selective antagonism of EP4 receptor may represent a valid and promising approach to limit the range of side effects, compared to NSAIDs. In line with the considerations above, in addition to the Standard Safety Core Battery required to enter Clinical Phase I, the toxicological development plan of an EP4 antagonist should include follow up and additional studies, with the aim of early highlighting any possible gastrointestinal (GI), cardiovascular (CV) and renal safety risk. Besides, these risks should be evaluated not only in healthy animals but also in animal models prone to develop CV and GI pathologies, such as collagen-induced arthritis rats (CIA) and spontaneously hypertensive rats (SHR). Furthermore, this kind of rational approach could be widened to the development of any therapeutic molecule regardless of its therapeutic class, whenever its mechanism of action is known. Emanuela Nicora ________________________________________________________________________________________________________________ I have a degree in Pharmaceutical Biotechnologies, and I have been involved for 5 years in basic and preclinical research projects, in the area of spinal cord injury regeneration and adult stem cells. To broaden my knowledge about the whole drug development process and start focusing on applied research, last year I attended the Master Course in “Preclinical and Clinical Development of Drugs” at the Milano-Bicocca University, and I got my master degree in May 2012. I spent the master internship period in Rottapharm-Madaus, Monza, in the outsourcing section of pharmacology and toxicology department, and my master thesis focused on preclinical safety risk evaluation in the development of an EP4 receptor antagonist molecule. I am currently working at Rottapharm-Madaus, where I am responsible for monitoring the regulatory and non regulatory studies outsourced to CROs. Anno VI numero 32 Pagina 14 LA SIFO COMPIE SESSANTA ANNI SOCIETA’ ITALIANA DI FARMACIA OSPEDALIERA E DEI SERVIZI FARMACEUTICI DELLE AZIENDE SANITARIE Sessant’anni fa, il 14 Giugno del 1952, undici illuminati e coraggiosi farmacisti ospedalieri italiani sentirono il bisogno di associarsi fondando la “ Società Italiana di Farmacia Ospedaliera”, acronimata SIFO, con il logo “Charitas et Sapientia” per evidenziare meglio l’ originaria mission della stessa. Mossero i primi impacciati passi nel mondo scientifico e sanitario dell’epoca con notevoli sacrifici, anche personali, ma con grande dignità e saggezza. Piccoli passi per loro, ma giganteschi per la nostra categoria che, grazie alla SIFO, ha potuto, man mano, affrontare efficacemente le grandi sfide di un futuro governato in gran parte dalla scienza e dalla tecnologia, scongiurando, diciamolo pure, una assai probabile deriva professionale. Dobbiamo alla lungimiranza di quei colleghi, e al lavoro dei tanti venuti dopo, se oggi siamo percepiti e quotati di fatto come interlocutori seri e indispensabili di Ministeri, Università, Società Scientifiche, Istituti di ricerca pubblici e privati, Associazioni di malati, non solo per quanto concerne il tradizionale campo tecnico-legislativo e i modelli organizzativi di assistenza farmaceutica intra ed extra ospedaliera, ma anche per le nuove tematiche riguardanti la biotecnologia, la radiofarmacia, la farmacogenetica e la farmacogenomica, il rischio clinico, la health technology assessment, la sperimentazione clinica dei nuovi farmaci e molto altro attinente alla nostra professione. Oggi la nostra Società gode di una giusta autorevolezza e di meritata stima ed è costituita da circa tremila soci. In sessant’anni si sono susseguiti diciotto Consigli Direttivi (CD) guidati da dieci Presidenti dei quali l’ultimo è chi scrive questo articolo a pochi giorni dall’aver ricevuto il secondo mandato. Pur non essendo io ancora nata all’atto della costituzione della SIFO, sento il bisogno e il dovere di rendere un sincero omaggio ai nostri “Padri Fondatori”, esprimendo, anche a nome di tutti gli attuali soci, la più profonda gratitudine per la loro idea e le correlate azioni che ne seguirono, tese primariamente alla tutela della professione, allo studio e alla ricerca. Come segno di riconoscimento simbolico e tangibile, fin da subito intendo proporre all’attuale CD di insignire, anche alla memoria, di “Medaglia d’0ro SIFO” i loro nominativi. Pensandoci bene, quelli dovevano essere tempi difficili per una piccola categoria come la nostra, ancor più per le poche donne che allora esercitavano la professione di Farmacista Ospedaliero: tra i “ Padri Fondatori” (e nel primo CD ) vi era una sola donna, laureata in Farmacia, gli altri dieci, tutti chimico-farmacisti, erano uomini. Per un trentennio, fino al 1980, non vi è stata più alcuna rappresentanza femminile in seno ai CD. Sembra ancora incredibile, ma fino all’anno 2003 le colleghe elette a consigliere erano una o due per quadriennio, su nove di cui è composto ogni CD, e c’è voluto quasi mezzo secolo per avere, nell’anno 2000, una donna alla Presidenza della SIFO! Da allora in poi, e in particolare negli ultimi otto anni, oltre alla presidenza, le donne ottengono i due terzi dei rappresentanti in seno al CD, in sintonia con la rispettiva percentuale tra tutti gli iscritti alla Società. C’è da dire che anche il contesto culturale, scientifico, politico ed economico dell’Italia, dell’Europa e del Mondo è totalmente cambiato rispetto ai sessant’anni trascorsi e sarebbe fuori luogo porre, oggi, simili questioni nei vecchi contrapposti termini di uomodonna. Da tempo la SIFO, grazie al costante e intelligente impegno di detta sua leadership, ha raggiunto livelli di qualità organizzativa, operativa e produttiva di tutto rispetto, ponendosi tra le migliori Società Scientifiche d’Italia e d’Europa al punto che in un recente incontro internazionale, organizzato dall’EAHP, alcuni dirigenti di Società nostre consorelle hanno manifestato particolare interesse a conoscere più in dettaglio i recenti correttivi strutturali, funzionali e operativi apportati all’organizzazione della SIFO, oggi da loro dichiaratamente percepita come “avanzato modello associazionistico di democrazia aperta, partecipata e deliberativa”. Quali augùri , dunque, dobbiamo farci se non quelli che ogni singolo Socio vorrà esprimere? Dal canto mio, vorrei che quanto da tutti fin qui fatto e vissuto, compresi gli errori, i ritardi, le incomprensioni, possa servire ad allungare la longevità della SIFO, a creare nuovi e sempre più efficaci strumenti e metodi di lavoro, a realizzare crescenti e diffusi spazi di felicità lavorativa per le colleghe e i colleghi impegnati nelle varie, difficili, composite e diversificate realtà operative del nostro Paese, a rispondere adeguatamente alle aspettative dei tanti cittadini che credono nella nostra professione e per noi pagano . Certo, anch’io, in queste poche righe, avrei voluto poter adoperare con maggiori poteri il verbo augurare, non solo al transitivo per formulare, come ho fatto, un semplice e sincero augùrio, ma anche nella forma intransitiva per esercitare la funzione di àugure, pronosticando e traendo auspici (la radice di augur dipende dal verbo augere che significa “aumentare”) e augùrium, sempre da augur (= chi preannuncia buone notizie) vuole significare il desiderio che si realizzi un evento. Da qui si può arrivare anche ad “Augustus” in quanto sacro, consacrato dagli àuguri. Gli àuguri, che erano un collegio di sacerdoti romani molto rispettati e influenti, esercitavano il loro ufficio negli “Auguratori” predicendo il futuro dal volo, dal modo di cibarsi e dal grido degli uccelli. A me è stato facile esprimere, ai precedenti ed agli attuali quadri dirigenziali nonché ai soci tutti, un desiderio di bene sul piano della solidarietà, della (Continua a pagina 15) Anno VI numero 32 Pagina 15 (Continua da pagina 14) fiducia e della speranza comune. Mi sarebbe stato impossibile, invece, assumere il ruolo di interprete del volere degli Dei, rivelato per mezzo di segni dati dagli uccelli o altri fenomeni, non essendo la SIFO un “Auguratorio”, cioè un luogo prescelto dai soci (come facevano i Romani antichi) per prendervi gli auspi- invited ci. E’ vero anche che, come dirigenti SIFO, abbiamo il dovere di cogliere, fin dal loro apparire (se non addirittura prevederli) nella società civile, nel mondo del lavoro, tra i giovani, nella scienza, nella politica, nell’economia, altri tipi di segnali e di indicatori, prefigurando i verosimili futuri scenari e, in conseguenza di ciò, l’obbligo di agire ideando, svi- luppando e implementando, nell’ambito di competenza, progetti in grado di assicurare risposte concrete, utili, efficaci ed efficienti, ai bisogni reali (anche se inespressi) della collettività. Per fare tutto questo, però, non abbiamo bisogno né di “ àuguri “ né di “Augusti ”. Laura Fabrizio IFAPP and SSFA to a working session at Since a few years EMA (European Medicines Agency) established the habit to offer any new guideline and regulation to a public consultation, in order to collect opinions of several professional associations. I volunteer to offer my experience on behalf of IFAPP, so I regularly (on average twice a month) receive the invitation to offer my comments on a new draft document, posted in the EMA website. As a result of this constructive criticism, a few weeks ago I received an invitation from EMA, to join a meeting entitled “ Workshop on the reflection paper on risk based quality management in clinical trials”, to be held at EMA facilities on May 22, 2012. I was honoured in receiving this invitation, and I was also able to get the involvement of SSFA (the Italian Association of Pharmaceutical Medicine): in fact Daniela Marcozzi (head of QA at Sigma-Tau) accepted my invitation to give a presentation on her experience of the interaction between QA and Project Management. The meeting was held in a large and well equipped meeting room: and also FDA, very interested in this topic, was connected in teleconference, despite the fact that our meeting started at 10,00 am, which is 04,00 am in Washington! The meeting was attended by the majority of EU GCP inspectors, and also by some 40 delegates representing 24 different bodies (scientific associations of both Pharmaceutical Medicine and Quality Assurance, CROs and pharmaceutical companies). Fergus Sweeney was a good and competent moderator, and ample time was given after each presentation, to ensure that everybody had the opportunity to comment and to offer suggestions. Main topics under discussion were, based on their relevance and according to my personal opinion, the following ones: the complexity of clinical protocols: all parties agreed that many clinical protocols are too long and too complicated to be implemented. Many times Ethics Committees and Clinical Investigators underestimate this critical aspect, which often is the main reason for projects failures. It is anticipated that in the future more attention will be given to this issue, making sure that clinical protocols have only one principle end point, and possibly just a few secondary endpoints. Also selection criteria should be listed with a more realistic approach; a strong focus on training of both EMA CRAs and Investigators: everybody agrees that training of all professionals involved in clinical studies is of key importance. There is also the perception that training of CRAs is generally undertaken, as the quality of CRAs is an important aspect in the CRO competitive environment. Training of Clinical Investigators should be more accurate, with more attention to their different roles (Principal Investigators versus CoInvestigators); a better approach to risk management: sponsors should be encouraged to implement a risk-based approach to clinical studies, so that they should be ready to any new scenario which may appear during study execution. In closing the meeting, Fergus Sweeney expressed EMA and his personal thanks for a very fruitful meeting: he also anticipated that all comments will be taken into proper consideration for the final draft of the EMA guideline, which very likely will be released by year end. I personally offered some contributions to the discussion, and stressed the point that Quality in Clinical Trials is an ethical issue, so no compromise can be accepted: and I had the pleasure to hear EU Inspectors commenting that also, in their view, Quality is of paramount importance. Domenico Criscuolo Anno VI numero 32 Pagina 16 “ Open day “ al master di Milano Bicocca Giornata speciale, quella di venerdì 8 giugno, al master Bicocca: consapevoli dell’importanza del master nel programma di formazione, e stimolati anche dagli studenti dei precedenti corsi, il comitato di coordinamento ha organizzato una specie di “open day”. Tutte le aziende e le CRO, che mettono a disposizione uno o più posti per lo stage obbligatorio degli studenti, si sono presentate, con l’obiettivo di illustrare le posizioni offerte, ed anche di allargare lo sguardo, mettendo a confronto diversi stili di lavoro. Così, in una giornata intensa e stimolante, circa venti rappresentanti di aziende e CRO si sono avvicendati, per dare qualche elemento che possa essere utile agli studenti per indirizzare la loro scelta. Naturalmente anche aziende e CRO faranno poi colloqui di selezione, per identificare gli studenti più idonei al progetto formativo offerto: ma è giusto che anche gli studenti possano meglio indirizzare la loro scelta. Un grazie quindi ai docenti del master Bicocca, ed in particolare alla dr.ssa Elena Bresciani, che ha organizzato con non poca fatica la serie delle presentazioni. Dr.ssa Elena Bresciani Da discente a docente: una interessante esperienza al Master di Roma Nello scorso mese di giugno si è conclu- si era trattato di esperienze isolate, so il ciclo di lezioni del master quest’anno ben cinque ex studenti handell’Università Cattolica di Roma, giunto no avuto l’opportunità di illustrare temi ai alla quinta edizione. Ed anche quali si sono dedicati proprio in virtù quest’anno è stato possibile, per alcuni della loro frequenza al master. Infatti i studenti degli anni precedenti, svolgere, colleghi Proietti, Dolcini , Iacovacci, Mucome docenti, una lezione od un semi- raglia ed Esposito hanno potuto svolgenario. Le lezioni, per regolamento, rien- re, tutti con notevole successo, una letrano tra gli eventi obbligatori degli stu- zione i primi tre, ed un seminario gli altri due, illudenti, mentre i seminari, che generalDr.ssa Alessia Proietti strando in mente si svolgono il venerdì mattina, molti casi sono facoltativi; per questi ultimi, inoltre, gli argonon viene richiesta la compilazione del m e n t i questionaDr.ssa Immacolata Esposito trattati rio di valunelle loro tazione di tesi di ciascun dodiploma. cente, sottoIn particoposto a tutti gli studenti e lare, la dr.ssa Alessia Proietti (AIFA) ha costituito da trattato: “Aspetti generali e criticità più 14 doman- frequentemente riscontrate in studi di bio de, che e- -equivalenza per la registrazione di farsplorano i maci generici"; la dr.ssa Enrica Dolcini vari aspetti (Amgen) ha illustrato le peculiarità de “I di ogni lezio- farmaci biosimilari”; il dr. Francesco Iane: dalla covacci (Harrison), che, dopo il consecapacità di guimento del diploma, ha ottenuto un trasmette le contratto, ha voluto condividere con gli informazioni, studenti le sue impressioni su “L’attività al materiale del clinical monitor - aspetti pratici e quopresentato, tidiani” ; la dr.ssa Ester Muraglia ha apai mezzi profondito il tema de “ Il consenso infortecnici im- mato nella sperimentazione clinica piegati. Se, dell’adulto incapace “; infine la dr.ssa in passato, Immacolata Esposito ha parlato della complessa materia di “ Orphan drugs”. In questo Master, come ha tenuto a ribadire il Direttore, prof. Pierluigi Navarra, all’ultima Dr. Francesco Iacovacci lezione di questo anno, tutti gli studenti sono stati invitati ad essere presenti nelle sedute di diploma, proprio perché i temi trattati nelle tesi (sempre seguiti da un docente del corso) rappresentano, per interesse e per qualità delle presentazioni, una espansione ed approfondimento degli argomenti trattati a lezione, assumendo spesso proprio il valore di un aggiornamento delle conoscenze. Sarà forse meno agevole nei prossimi anni mantenere questi interventi in numero così consistente: certamente si continuerà con questa esperienza, che è stata molto apprezzata dagli studenti i quali vedono nei loro colleghi quello che sarà – o potrebbe essere- il loro futuro. Francesco De Tomasi Anno VI numero 32 Pagina 17 Intervista con il prof. Luciano Caprino sul suo libro “ Il farmaco, 7000 anni di storia…” Ho appreso incidentalmente della riunione indetta il 15 maggio 2012, presso la prestigiosa sede del Nobile Collegio Chimico Farmaceutico, a Roma, per la presentazione del volume: “ Il farmaco, 7000 anni di storia – dal rimedio empirico alle biotecnologie” scritto dal prof. Luciano Caprino, titolare della Cattedra di Tossicologia e di Farmacologia, inizialmente all’Università Cattolica di Roma e, successivamente e fino alla pensione, presso l’Università la Sapienza di Roma. Ho telefonato al professore, con il quale, in passato, ho collaborato durante la mia esperienza aziendale presso l’Istituto Farmacologico Serono, per complimentarmi di questo importante lavoro e per salutarlo dopo alcuni anni di contatti molto diradati. Il prof. Caprino non ha lasciato cadere l’occasione e mi ha fissato un appuntamento, che ho impostato come un’intervista per SSFAoggi. In primo luogo abbiamo ripercorso le nostre esperienze di lavoro: io infatti provenivo dal lavoro in ospedale e fu proprio il prof. Caprino a selezionarmi per la posizione di responsabile della Ricerca Clinica in Serono. Ma subito dopo ci siamo addentrati sul tema dello splendido volume di 288 pagine, che si presenta con una veste tipografica di grande formato, stampato nel novembre 2011. D Professor Caprino, come è nata l’idea di scrivere questo libro che abbraccia un tempo enorme di indicazioni terapeutiche? R Avevo già in mente di dedicarmi, una volta libero dagli impegni accademici e didattici diretti, a raccogliere dati e notizie sui farmaci utilizzati dagli albori della medicina fino ai nostri giorni, per capire le motivazioni che giustificavano le pratiche terapeutiche del passato e l’evoluzione del settore fino ai giorni nostri; l’occasione è nata da un colloquio avuto con il prof. Guido Rasi (attuale direttore di EMA) quando era a capo di AIFA ed io ero nelle commissioni di valutazione dei farmaci: anche da parte sua era presente il desiderio di pubblicare, come AIFA, un volume che si occupasse dei farmaci e del loro percorso nei secoli. Mi misi subito a lavorare su questa idea. D Prof. Caprino, quanto tempo ha impiegato per raccogliere la documentazione e quale è stato il processo che poi ha portato al testo attuale ed alla sua impostazione originale, accattivante e di facile lettura? R Gli ultimi tre anni li ho dedicati quasi completamente alla preparazione di questa opera e, mi creda, non è stato un lavoro semplice anche se mi sono avvalso dell’opera di validi collaboratori direttamente scelti da me od offertimi dall’editore. D Prof. Caprino, due elementi balzano all’attenzione di chi si accosta a questo volume: la scelta iconografica accurata ed esclusiva e la presenza della lingua inglese che si impone già dal titolo: può dirci qualcosa in proposito? R Debbo riconoscere che la scelta iconografica, di grande pregio, è stata curata quasi per intero dalla dr.ssa Patrizia Romano, del comitato redazionale, che ha titolo ed esperienza per operazioni di questo genere; la decisione di avere il testo in Italiano ed a fronte il testo in Inglese è derivata dal desiderio di fare arrivare queste informazioni, che ritengo interessanti, a tutto il mondo scientifico, che nella lingua inglese riscontra un mezzo di comunicazione universale. Questa scelta è stata valida; infatti ho subito ricevuto moltissime manifestazioni di apprezzamento da parte di colleghi stranieri. In realtà il volume è diretto a tutti, ed anche molti altri lettori mi hanno indirizzato parole di apprezzamento. D Prof. Caprino, dall’indice del suo volume emerge che Lei ha seguito un ordine cronologico, selezionando in modo particolare alcuni periodi, ma debbo notare con soddisfazione che il libro è di facile consultazione e si legge sempre con piacere perché vi sono non solo informazioni tecniche ma anche approfondimenti che rendono il testo attraente per il lettore. R E’ stata volutamente data un’impostazione dinamica alle informazioni dosando sapientemente le varie notizie concernenti i principi attivi di volta in volta citati, per non appesantire la lettura e per dare un respiro molto più ampio a tutte le informazioni; inoltre con l’indice analitico, l’indice delle referenze iconografiche, oltre che con la bibliografia, abbiamo voluto fornire strumenti di consultazione rapida ed accessibile a tutta l’opera. D Prof. Caprino, Lei mi ha detto che il volume non è in vendita, quale è la ragione di una scelta simile? R La scelta è stata di AIFA che ha coperto le spese di pubblicazione di un limitato numero di copie. Si prospetta però la possibilità di una seconda edizione disponibile per la vendita. In ogni modo AIFA ha inserito il libro sul proprio sito, dando la possibilità di “scaricarlo” liberamente in formato elettronico. D Prof. Caprino, la ringrazio di questo incontro, e la ringrazio della copia che mi ha offerto, con una bella dedica che tengo solo per me; le rinnovo i complimenti per questo lavoro originale e diverso da quello che ha fatto abitualmente per la sua vita professionale di ricercatore e di docente, e le chiedo a quando e su quale tema il prossimo libro? R Caro De Tomasi, lei sa che quando prendo un impegno io poi mi dedico, senza risparmi, a rispettarlo; ora in realtà ho necessità di riposo. Infatti, come lei sa, ho lasciato la Presidenza di SIFEIT (Società Italiana per Studi di Economia ed Etica sul Farmaco e sugli Interventi Terapeutici) al nostro comune amico Giuseppe Assogna, proprio per far decantare tutte le potenziali idee di impegni futuri, ed anche per dedicarmi di più ai miei nipoti; quindi, per il momento, non è all’orizzonte nessun nuovo libro. Io, comunque, sono sempre qui disponibile e mi farà piacere vederla ancora quando lo vorrà. Finisce così questo incontro; desidero, tuttavia, ricordare ancora ai lettori di SSFA oggi che il libro è accessibile, gratuitamente, sul sito AIFA : www.aifa.gov.it A cura di Francesco De Tomasi Anno VI numero 32 SSFAoggi Pagina 18 incontra…… Ho conosciuto il dr Joao Massud Filho a Basilea lo scorso mese di aprile, in occasione dell’Assemblea Generale Pharmatrain, di cui abbiamo parlato nello scorso numero della rivista. Joao è brasiliano, ma parla molto bene l’italiano: ha lavorato nella filiale brasiliana di aziende italiane (SPA, Carlo Erba): adesso è consulente per diverse aziende farmaceutiche, e svolge il ruolo di Presidente della Società Brasiliana di Medicina Farmaceutica. Era alla riunione di Basilea perché, come Luciano Fuccella ed io vi abbiamo raccontato, il progetto PharmaTrain sta diventando globale, ed il Brasile è appunto uno dei Paesi extra-EU che vogliono farvi parte. A cena eravamo seduti allo stesso tavolo, e ho realizzato questa breve intervista per tutti voi. D: Joao, è stato un vero piacere incontrarti a Basilea, e scoprire tanti punti di contatto con l’Italia. Parli italiano, hai lavorato in aziende italiane: puoi farci un breve riassunto della tua vita professionale? R: I got 3 universities degrees: Biomedical Sciences, Biology and Medicine. My professional background is Pediatrics, Clinical Pharmacology and Pharmaceutical Medicine. I have practiced Pediatrics for 16 years in a private office. I have worked for many pharmaceutical companies such as Pfizer, SPA, Farmitalia-Carlo Erba, Merrell-Lepetit, Bristol-Myers Squibb (18 years as Medical Director for Brasil , 6 out of it accumulating Argentina, Chile, Paraguay and Uruguay), and 2 Brazilian companies (Apsen and Cristalia). Since leaving my Pediatrics training I had some academic affiliation. In 1999 I and some colleagues have found a Specialization Course in Pharmaceutical Medicine at the Federal University of São Paulo. Since that time I am the Course Coordinator as well Professor of Clinical Research and Technical Background. D: … ed adesso sei Presidente della SBMF, che è la SSFA del Brasile. Ci puoi parlare delle più importanti attività della SBMF? R: During some of past years I had so- Joao Massud Filho me responsabilities in the Brazilian Society of Pharmaceutical Medicine, mainly as a Scientifical Director. In last Jannuary I assumed as the President of the Society until December, 2013. In the last years we organized 3 DIA Latin America meetings in São Paulo (2006,2007 and 2010). In 2013 we will organize it again. We are pushing the Society to be the Scientifical and Technical support for the Pharmaceutical Companies as well the liaison between those companies and the Academia. In August we will have our 10th Forum in Ethics in Clinical Research where we will discuss the main issues related to that subject. In this meeting we will have 3 important lectures: the Editor in Chief of Lancet, the President of Academia della Vita del Vaticano and a French Professor on Pediatrics Oncology. For that and other meetings we bring Academia, Government and Industry aiming to keep the liaison and discuss common issues. D: Il Brasile è uno dei Paesi emergenti (rappresenta la lettera B di BRIC, abbreviazione che indica Brasile, Russia, India e Cina), in tutte le aree dell’economia, e quindi anche nella ricerca clinica. Come si vive in Brasile questo particolare momento storico? R: Since 1993 Brasil has an inflation under control with economical stability. Even changing the governement that plan was kept. Nowadays Brasil is the 6th economy in the world and among the 10 top pharmaceutical market globally. After the patent law in 1996 we are receiving a lot of investment in many areas and in some of them we are competing strongly like Embraer (Brazilian airplane manufacturer). In clinical research we got many trials but we still have many space to grow since we are receiving less than 1% of the total R&D investment worldwide (even being the 6th economy in the world). The main reason for this is the bureaucratic ways to approve a clinical trial with foreign cooperation (it can last up to 1 year). Some people from the government are interested to solve those problems but unfortunately they take time. D: Cosa ci sai dire in particolare della ricerca clinica? Gli sperimentatori sono ben organizzati? Parlano bene l’inglese? Avete avuto ispezioni FDA? Ed EMA? R: There are many excellent sites in Brasil. They are able to conduct clinical trials well organized and under ICH/GCP rules. Most of the pharmaceutical companies are conducting trials in Brasil either by themselves or through CRO´s (there many big companies here). Most of the investigators are fluent in English and almost all of them understand very well Spanish. Some sites were audited by FDA and/or EMA with no significant findings. ANVISA (Brazilian FDA) is also auditing clinical research sites all over the country. Most of the trials are being conducted in the South and Southeast of the country. There are some training courses on Clinical Research attended by many people interested to improve or to learn about this subject. In our Pharmaceutical Medicine Course there are new comers, investigators, CRA´s , medical manager and other professionals from the industry and the university D: …e la procedura per avviare uno studio clinico è veloce? Ce la puoi illustrare? R: As I have pointed out before this is our big issue since the approval can last months, sometimes up to 1 year. Many institutions, including our Society, are trying to improve this process but the bureaucracy is so strong besides the ideology against clinical trials with for(Continua a pagina 19) Anno VI numero 32 Pagina 19 (Continua da pagina 18) eign cooperation. D: vuoi aggiungere altre informazioni, che possano interessare i lettori di SSFAoggi? R: Brasil is no longer the Country of Future since we are growing and the economy is stable. So, there are many opportunities to invest in our country and de- velop partnerships. Brazilian hospitality is well known mainly for latin people. The Italian population in Brazil is large. So, Italians are welcome ! D: molte grazie, Joao, per queste utili informazioni. Mi auguro di rivederti presto in Italia: potremmo organizzare un seminario SSFA dal titolo “ Studi clinici in Brasile”. R: I hope we can meet soon either in Brasil or in Italy. The possibility to organize this seminar is fascinating to share our experience with our Italian colleagues. Particularly for me going to Italy is always a big pleasure. A cura di Domenico Criscuolo La Reumatologia Italiana corre su iPad Il Mobile Healthcare (mHealth) costituisce una delle frontiere più innovative del panorama tecnologico internazionale e una delle possibili soluzioni ad alcuni dei problemi dei sistemi sanitari nazionali. Testimone di questo andamento del mercato è la diffusione di smartphone di ultima generazione, nonché il continuo sviluppo di applicazioni di cui i telefoni “intelligenti” possono servirsi. Seguendo il trend che ha coinvolto, in un primo momento, l’industria ludica dei videogames ed il social networking, il settore farmaceutico e quello sanitario hanno iniziato a rivolgere la propria attenzione ai nuovi media cogliendo importanti opportunità di business e di “cost saving”. Grazie all’impiego di tecnologie mobile via smartphone o tablet, dalle caratteristiche sempre più avanzate, è possibile non solo fruire di informazioni, ma anche raccogliere ed elaborare dati per supportare processi decisionali e informativi “on the go”. Figura - Pittogramma per effettuazione della conta articolare L’artrite reumatoide è una patologia infiammatoria cronica a eziopatogenesi multifattoriale che nella maggioranza dei casi distrugge progressivamente le articolazioni. Nell’ambito di questa malattia, particolare importanza costituisce l’identificazione precoce dei pazienti a rischio tramite valutazione ecografica e clinimetrica. Purtroppo tali valutazioni, che richiedono tempo, non sempre trovano spazio nella pratica clinica. In quest’ottica, Hippocrates Sintech, in collaborazione con il dott. Oscar Epis (Ospedale Niguarda Ca’ Granda - Milano) e grazie al contributo educazionale non vincolato di Bristol-Myers Squibb, fa nascere l’applicazione iAR, scaricabile gratuitamente dall’App Store di Apple da metà luglio e il portale web collegato www.iarnet.it. L’applicazione iAR, disponibile per iPad, abbraccia la filosofia delle applicazioni “mobile” offrendo un supporto informatizzato facile da usare e di dimensioni generose, per la raccolta, in tempo reale, delle informazioni fondamentali per la corretta gestione e valutazione del paziente affetto da Artrite Reumatoide. I dati riguardanti la numerosità delle articolazioni dolenti e tumefatte, raccolti con l’ausilio di pittogrammi appositamente strutturati, assieme agli indici di infiammazione e agli indici di attività di malattia, generano indici clinimetrici complessi quali il Ritchie Activity Index (RAI), il Disease Activity Index (DAS), il Simplified Disease Activity Index (SDAI), con notevole risparmio di tempo per il clinico. L’architettura si struttura, quindi, in un modulo iPad per la raccolta dei dati in tempo reale e un modulo web di supporto che facilita la rendicontazione, la refertazione e la visualizzazione dei grafici degli andamenti delle variabili derivate durante le visite ecografiche e oggettive. Per ottimizzare le risorse disponibili le informazioni transitano, in tempo reale, dall’iPad ad un “secure server” che le rende disponibili via web tramite computer desktop. Il medico è in grado sia di stampare immediatamente il referto da consegnare al paziente con il dettaglio delle procedure diagnostiche eseguite e i relativi risultati, sia di visualizzare l’andamento nel tempo di ciascun parametro preso in oggetto. Trattando informazioni sensibili, durante la realizzazione è stata rivolta grande attenzione agli aspetti di sicurezza, utilizzando lo stato dell’arte in termini di tecnologie disponibili e traslando in ambito sanitario l’esperienza maturata negli anni nel settore della ricerca clinica. L’insieme delle caratteristiche di iAR permetteranno, ai centri reumatologici italiani che aderiranno all’iniziativa, di poter svolgere in maniera puntuale il cosiddetto “tight control”, inteso come monitoraggio continuo e oggettivo dello stato di salute del paziente in una relazione che offre vantaggi sia al paziente sia al sistema sanitario nazionale. Edoardomaria Oliveri Edoardomaria Oliveri è nato a San Remo il 14 Novembre 1985. Nel 2009 ha conseguito la laurea in Bioingegneria per la salute, dopo aver portato a termine un progetto di ricerca all’Imperial College of London. Nel 2010 ha conseguito il Master of Science presso la Manchester Business School in Healthcare Management. Ha lavorato come Data Manager per la CRO italiana Hippocrates Research ed attualmente lavora, con la funzione di Project Manager, per un altro ramo del gruppo, Hippocrates Sintech, società attiva nel campo dell’Information Technology dedicata al settore farmaceutico, nell’ambito della quale si interessa principalmente di Mobile Health ed Electronic Medical Record. Anno VI numero 32 Pagina 20 NOTIZIE DALL’ITALIA AIFA: farmacovigilanza, nel 2011 +6% di segnalazioni Confermato nel 2011 il trend di crescita delle segnalazioni alla rete nazionale di farmacovigilanza, con un aumento del +6%, anche se il tasso è stato inferiore rispetto agli anni precedenti (nel 2010 l'incremento è stato del 38%). La principale fonte delle segnalazioni (55%) rimangono i medici ospedalieri, seguiti dai farmacisti (12%). Questa la fotografia scattata da AIFA, che, in collaborazione con i centri regionali di farmacovigilanza, ha illustrato l'andamento delle segnalazioni di sospette reazioni avverse registrate nella rete nazionale di farmacovigilanza. Secondo quanto emerge, dal 2001 al 2011 sono state segnalate in totale 119.330 sospette reazioni avverse a farmaci e vaccini e l'anno scorso il numero «è stato pari a 21.473, equivalente a un tasso di 356 segnalazioni per milione di abitanti». Un andamento però che mostra una notevole disomogeneità: «in cima alla lista delle regioni ci sono Lazio (+73%), Toscana (+63%) e Campania (+57%), mentre nel Veneto è stata registra una marcata riduzione (-53%), dovuto alla conclusione di un progetto di farmacovigilanza. Ma complessivamente il gold standard dell'OMS a livello regionale è stato raggiunto, e superato, solamente da 4 Regioni: Lombardia (934), Toscana (788), Basilicata (388) e Molise (341)». Per quanto riguarda le tipologie, il 30% ha riguardato reazioni avverse gravi, il 69% invece non gravi. «Le segnalazioni da medici di medicina generale si mantengono pressoché costanti con una leggera flessione (-3%) così come anche quelle da pediatri di libera scelta (-10%) che passano da 263 a 236». Importante un altro dato: «aumentano le segnalazioni da infermiere (+39%), che passano da 580 a 807». Per quanto riguarda la tipologia delle medicine indicate come sospette nelle segnalazioni, «si osserva che, nel 2011, l'84% ha riguardato i farmaci in generale e il 16% i vaccini. In valore percentuale i maggiori incrementi sono stati registrati per i farmaci appartenenti alla classe ATC degli antineoplastici (L +20%), degli antimicrobici per uso sistemico (vaccini esclusi) (J +16%) e dei dermatologici (D +14%). I maggiori decrementi sono per i farmaci del sistema genito-urinario e ormoni sessuali (G-23%) e dei preparati ormonali sistemici (H- 16%)». Mentre le reazioni più segnalate nel totale della banca dati «sono quelle cutanee (22%), seguite da quelle relative alle condizioni generali e da quelle gastrointestinali. AIFA: 127,4 milioni di avanzo per la farmaceutica territoriale 2011 Non solo la spesa territoriale del 2011 è rimasta all'interno del tetto, ma ha prodotto un avanzo di 127,4 milioni di euro, con la convenzionata che ha visto una riduzione del 9,4% rispetto all'anno precedente. I dati sono emersi dal monitoraggio AIFA, che ha rilevato una spesa totale sul territorio pari a 14.394 milioni di euro. «Al netto del pay-back versato dalle aziende farmaceutiche alle Regioni» è l'analisi dell'AIFA «la spesa si è attestata a 14.006 milioni di euro, raggiungendo un'incidenza del 13,18% sul Fondo sanitario nazionale e rientrando pertanto nel tetto di spesa programmata per l'anno 2011 (13,3%), con un avanzo pari a 127,4 milioni di euro». Scorporando il totale, «la convenzionata è stata pari a 10.022,6 milioni di euro, con una riduzione di 1.035 milioni rispetto all'anno. Le ricette hanno mostrato un incremento dello 0,5% e anche i ticket sono cresciuti del 34%. Per quanto riguarda la spesa ospedaliera ha raggiunto quota 3.780,6 milioni di euro, portando la sua incidenza sul Fondo sanitario nazionale al 3,6%, con un disavanzo assoluto di circa 1.230 milioni». Farmindustria su nomine AIFA: evitato lo slittamento Parole di consenso per le nomine dei nuovi componenti della Commissione consultiva tecnico-scientifica e del Comitato prezzi e rimborso dell'Agenzia italiana del farmaco, arrivano da Farmindustria. «Sono molto soddisfatto» scrive infatti, il presidente. Massimo Scaccabarozzi, in una nota e aggiunge: «Ringrazio in particolare il ministro della Salute, Renato Balduzzi, intervenuto per evitare che lo slittamento provocasse ulteriori e serie conseguenze per industria e pazienti. Garantire in tempi rapidi l'accesso al mercato di nuovi medicinali è infatti una priorità per tutti i cittadini che hanno bisogno di cure all'avanguardia e per le imprese farmaceutiche, che producono valore e innovazione». La composizione dei due organi consultivi vede per la presidenza della Commissione consultiva tecnico-scientifica Maria Antonietta Martelli scelta dal ministro. I componenti sono Massimo Fini e Rosa Maria Moresco, scelti dal ministro, Massimo D'Incalci su indicazione del MEF, Giovambattista De Sarro, Pierluigi Viale e, su indicazione delle Regioni, Roberto Dall'Aglio e Sergio Morgagni. Per la presidenza del Comitato prezzi e rimborso, il ministro ha nominato; i componenti sono Americo Cicchetti e Claudio De Giuli, scelti dal ministro, Giuseppe Massimo e Claudio Rosano, su indicazione del MEF e , su indicazione delle Regioni Nerina Dirindin, Camillo Riccioni, Filippo Drago e Loredano Giorni. Di diritto sono componenti di entrambi gli organi, il direttore generale dell'Agenzia italiana del Farmaco, Luca Pani e il presidente dell'Istituto superiore di sanità, Enrico Garaci. «Capacità ed esperienze nei settori scientifici e del governo della spesa sanitaria dei componenti e la qualificata professionalità dei presidenti consentiranno alla Commissione e al Comitato di espletare efficacemente i delicati compiti ad essi assegnati dalla normativa vigente» ha dichiarato Balduzzi. Anno VI numero 32 Pagina 21 NOTIZIE DALL’ITALIA Agenas, in Italia, come in Grecia, c'è calo dei consumi in sanità Un calo dei consumi, a discapito soprattutto delle fasce più deboli della popolazione. È questo per Giovanni Bissoni, presidente nazionale di Agenas, il quadro che sta emergendo nel nostro Paese, dove «sta succedendo quello che è accaduto già in altri Paesi come Grecia, Irlanda e Portogallo». Un quadro che secondo Bissoni sarebbe confermato dagli ultimi dati del Censis, che indicano in nove milioni gli italiani che hanno rinunciato alle cure. «C'è un doppio problema che il servizio sanitario nazionale deve porsi» ha spiegato Bissoni «il primo è che nella misura in cui riduce i propri servizi aumenta una situazione di diseguaglianza; il secondo è che occorre porre mano con urgenza al tema di equità di accesso al sistema sanitario». Preoccupazioni sui dati del Censis anche dal segretario generale dello Spi-Cgil, Carla Cantone: «Il numero di anziani che saranno costretti a rinunciare alle cure sanitarie è destinato ad aumentare drasticamente in breve tempo a causa dell'acuirsi della crisi, della mancanza di risposte da parte del Governo e per la drammatica condizione in cui versa il sistema sanitario nazionale». Da qui la richiesta al Governo «di adoperarsi con urgenza per scongiurare quella che potrebbe diventare una vera e propria emergenza sanitaria per gli anziani rafforzando la sanità pubblica e garantendo la possibilità di accedere alle cure a chi ne ha più bisogno». Cure innovative: troppo tempo per entrare nei prontuari regionali C'è ancora troppa disparità regionale nell'accesso alle novità terapeutiche in campo oncologico dovuta a ritardi tra approvazione, immissione in commercio e inserimento nel prontuario regionale. La denuncia è stata sollevata dalla FAVO (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) e dall'AIOM, nella VII Giornata nazionale del malato oncologico ed è stata inserita nel IV rapporto sulla condizione assistenziale dei malati oncologici presentato al Senato. L'associazione ricorda che oggi solo in quattro Regioni (Lombardia, Piemonte, Friuli Venezia-Giulia e Marche) e nella provincia autonoma di Bolzano vengono recepite immediatamente le indicazioni registrative di AIFA, mentre in tutte le altre, dotate di un proprio prontuario, i farmaci "nuovi" non vengono resi disponibili ai malati fino a quando, e solo se, vengono esaminati e approvati anche da commissioni tecnicoscientifiche regionali. «Dall'autorizzazione internazionale di un farmaco alla delibera che ne permette l'immissione in commercio» afferma Francesco De Lorenzo, presidente FAVO «in Italia trascorrono in media dai 12 ai 15 mesi. E ulteriori ritardi sono determinati dai tempi di latenza per la messa a disposizione a livello regionale dopo le approvazioni degli enti regolatori internazionali e nazionali. Le lentezze del sistema rischiano di creare disparità tra i pazienti italiani e quelli di altri Paesi europei e tra i malati che risiedono in regioni diverse». Per alcuni farmaci in alcune regioni possono passare fino a 50 mesi, sottolinea Stefano Cascinu, presidente AIOM: «Con rammarico constatiamo che l'accordo della Conferenza Stato-Regioni del novembre 2010 non ha contribuito al raggiungimento dell'obiettivo di sanare le inaccettabili disuguaglianze tra i malati italiani». Rapporto AIFA su uso farmaci: cala la spesa salgono i consumi La spesa farmaceutica è diminuita rispetto allo scorso anno anche se i consumi sono aumentati. Un dato positivo che testimonia l'efficacia di AIFA sul fronte del controllo della spesa e, in particolare, nella negoziazione del prezzo dei nuovi farmaci equivalenti. Lo sottolinea Luca Pani, direttore generale AIFA, presentando in conferenza stampa a Roma, il "Rapporto AIFA sull'uso dei farmaci in Italia nel 2011". Il mercato farmaceutico totale è stato pari, infatti, a 26,3 mld di euro e la spesa territoriale a carico del Servizio Sanitario Nazionale è stata di 12.387 mln di euro, subendo una riduzione del 4,6% rispetto al 2010. Il rapporto rileva che la principale causa della riduzione della spesa è la diminuzione dei prezzi (-6,1%), mentre si assiste a un lieve spostamento della prescrizione verso categorie più costose (+0,2%) e a un lieve aumento nei consumi (+0,7%). «La preoccupazione prioritaria» sottolinea Pani «rimane la salute dei malati e quindi l'appropriatezza delle prescrizioni. È importante, infatti, migliorare la consapevolezza degli italiani rispetto all'uso dei farmaci». Pani mette in evidenza alcuni dati: la spesa a carico dei cittadini, che nel 2011 è pari a 6.346 mln di euro, aumenta rispetto all'anno 2010 del 5%. Tale aumento è dovuto principalmente all'incremento dell'acquisto privato da parte dei cittadini dei farmaci di fascia A (+21%) e in misura ridotta all'incremento della spesa per i farmaci con ricetta a carico del cittadino (+3,7%) e dei farmaci per automedicazione (+0,4%). La spesa sostenuta dai cittadini per il ticket, invece, ammonta a 1.337 mln di euro (22,1 euro pro capite) con un incremento rispetto all'anno 2010 del 34%. Il ticket raggiunge, nel 2011, un'incidenza sulla spesa farmaceutica lorda del 10,8% (era nel 2007 il 4,2%). Quanto all'andamento della spesa regionale, Pani evidenzia l'esistenza di «possibili sacche di inappropriatezza prescrittiva su cui è importante lavorare, per allineare quanto possibile il sistema e garantire un accesso al farmaco tempestivo e uniforme sul territorio». Il riferimento è, in particolare, a Sicilia e Lazio dove si registrano i picchi massimi di spesa pro-capite per farmaci e di consumi. Anno VI numero 32 Pagina 22 NOTIZIE DAL MONDO Dal Canada modelli di risparmio sulla spesa farmaceutica Secondo le stime proposte da un ricercatore americano, esistono ampi margini per far risparmiare ai contribuenti milioni di dollari spesi per l'acquisto dei farmaci prescritti al termine del ricovero in ospedale. E la soluzione è puntare sui medicinali che costano meno. Lo scenario di riferimento è il Canada, dove, secondo Chaim Bell, autore del lavoro pubblicato sulla rivista PLoS One, le spese di assistenza sanitaria sono salite rapidamente raggiungendo quota 191 miliardi di dollari nel 2010, di cui circa il 16% è rappresentata dai farmaci. Egli ha notato che alcune classi di farmaci rappresentano la maggior parte di tali spese: per esempio il costo annuale per gli Ace inibitori, in 10 anni è raddoppiato arrivando a 956 milioni di dollari. Bell ha valutato, in particolare, quanto denaro pubblico si potrebbe risparmiare se gli ospedali nel momento in cui avviano i pazienti a un nuovo trattamento e li dimettono, prescrivessero il più economico. Ha individuato tre farmaci comunemente prescritti e che rappresentano una larga fetta dei costi dei farmaci soggetti a prescrizione in Canada: gli inibitori di pompa protonica, gli Ace inibitori e gli inibitori dei recettori dell'angiotensina. Nell'Ontario, per esempio, per un anno di queste tre terapie, sono stati spesi, rispettivamente 2,48 milioni dollari, 968 mila dollari e 325 mila dollari. Sostituendo la versione meno costosa di ciascuna specialità sarebbe possibile risparmiare dopo la dimissione del paziente dall'ospedale nel corso dell'anno, rispettivamente, il 47, il 17 e il 4%. «In un momento in cui ogni dollaro speso per la salute ha un peso» è il commento di Bell «e va speso saggiamente, gli ospedali e le istituzioni dovrebbero studiare il modo per abbattere le barriere attorno alla prescrizione, l'acquisto e la distribuzione di farmaci». Austerity and generics push Lundbeck to cut 600 jobs The demise of Lexapro's patent protection strikes again. Denmark's Lundbeck, which developed the antidepressant and sells it in Europe under the Cipralex brand name, will cut 600 jobs, mostly in Europe, where austerity has dealt another blow to the drugmaker's fortunes. The job cuts are part of an overhaul of its commercial organization in Europe, the company said in a statement. Lundbeck wants a "more flexible" approach to primary-care detailing as it prepares for hoped-for product launches. No doubt referring to the decline of its big-selling Cipralex, the company said it's aiming "to pave the way for a successful transition of Lundbeck's European product portfolio." Make no mistake: the layoffs are meant to save money, too. Europe's crackdown on drug prices has squeezed drugmakers, flattening out growth curves and, in some cases, pushing them to negative territory. "The market environment is changing rapidly," CEO Ulf Winberg said in a statement. "To ensure a successful transition ... we need a more flexible commercial infrastructure and to maintain cost control." Lundbeck expects a charge to 2012 earnings from the restructuring plan, though it's not sure how much. It's estimating to spend up to 500 million Danish crowns on the plan ($84.6 million). Earlier this week, Forest Laboratories took a hit from the same drug, sold in the U.S. as Lexapro. Its exclusive U.S. rights to the antidepressant made it Forest's biggest seller, delivering more than half of the company's sales. Now that Lexapro faces generic rivals, branded sales are plummeting even more quickly than Forest had expected. For Lundbeck, the patent impact is less dramatic, with exclusivity expiring in one country after another through 2014. European Medicines Agency welcomes 1000th orphan designation The European Medicines Agency welcomes the 1000th orphan designation for a medicine intended for use in patients with a rare disease, issued in June2012. Orphan designations are issued by the European Commission on the recommendation of the Agency's Committee for Orphan Medicinal Products (COMP). They allow companies developing medicines intended for use in small numbers of patients in the European Union (EU) to benefit from a range of incentives. These include assistance with development, reduced fees for regulatory procedures and protection from competition once the medicine is on the market. These measures were introduced in 1999 in order to stimulate the development of diseases that might otherwise be neglected by the pharmaceutical industry. About 30 million people living in the EU suffer from a rare disease, defined as a life-threatening or chronically debilitating condition that affects no more than 5 in 10,000 people in EU. This is equivalent to around 250,000 people or less for each disease. To date, the 1000 orphan designations have led to the authorization of 70 orphan medicines for use in patients across the EU. The Agency maintains a searchable list of opinions on applications for rare disease (orphan) designations and information on how to apply for orphan designation. The full list of orphan designations granted by the European Commission is available in the Community register of orphan medicinal products for human use. Tra Gran Bretagna e USA la farmacia più grande del mondo Dall'alleanza tra gli americani di Walgreens, leader assoluti dei drugstore negli USA e i britannici di Alliance Boots, leader assoluto della farmaceutica nel Regno Unito, è nata la farmacia più grande del mondo. È questo l'esito dell'operazione finanziaria di fusione tra i due gruppi, conclusasi martedì, che si svilupperà in due fasi. La prima, appena conclusa, prevede l'acquisto del 45% del capitale di Alliance Boots da parte di Wallgreens per 6,7 miliardi di dollari in azioni e in cash. La seconda fase seguirà entro il 2015 quando, se i progetti saranno rispettati Walgreens concluderà l'acquisizione, comprando il restante 55%. Quando l'"abbraccio" si sarà completato, il gruppo anglo-americano che fa e farà capo a un italiano, Stefano Pessina, avrà 11mila punti vendita in dodici paesi e 370 magazzini all'ingrosso capaci di distribuire a 170 mila farmacie in 21 paesi. Numeri che collocano Pessina nella fascia degli imprenditori miliardari. Il prossimo passo? «Consolidarci in Cina ed in America Latina». Anno VI numero 32 Pagina 23 NOTIZIE DAL MONDO Nuove strategie contro S. aureus multiresistente Lo Staphylococcus aureus dà crescenti problemi terapeutici per fenomeni di multiresistenza antibiotica, specificamente alla meticillina (Mrsa, methicillin resistant S. aureus). In questi casi le alternative sono limitate e spesso si pone il problema degli alti costi dovuti alle ospedalizzazioni prolungate. Perciò è diventata sempre più urgente la necessità di disporre di nuovi trattamenti. I fronti su cui si muove la ricerca sono descritti da due scienziati polacchi, Julianna Kurenda, batteriologa dell'Ospedale Provinciale di Koszalin, e Mariusz Grinholc, biotecnologo dell'università di Gdansk. Un settore su cui si punta è quello dei composti antibatterici naturali, che possono essere di origine batterica, vegetale o animale. Tra i primi vi sono le batteriocine, peptidi antimicrobici in grado di bloccare la crescita di S. aureus, quali le staphylococcine e i lantibiotici: la loro efficacia è alta e si ritiene che saranno utili per curare le infezioni topiche. Molte sono le sostanze vegetali di accertata attività anti-Mrsa (principalmente stilbeni, flavonoidi e isoflavoni della soia), mentre dalla pelle della rana e dello squalo sono stati ricavati polipeptidi molto potenti, sul cui stampo sono state messe a punto molecole sintetiche. Buoni esiti si sono avuti con il chitosano, polimero tratto dall'esoscheletro degli insetti, e la propoli, cera ricca in polifenoli e flavonoidi. Farmaci registrati per altre indicazioni hanno spiccata attività contro lo S. aureus. Per esempio la tioridazina, antipsicotico che permette di ridurre considerevolmente la concentrazione minima inibitoria della norfloxacina; ma anche l'Azt, antivirale, e la gemcitabina, sostanza anticancro. I peptidi cationici, molecole antibatteriche cariche positivamente prodotte da varie cellule del corpo, inserendosi nelle membrane cellulari, facilitano la formazione di pori e l'interazione con gli antibiotici. Il contrasto alla formazione del biofilm, motivo di difficile eradicazione dei batteri, si concentra sulla distruzione del “quorum sensing” (sistema trascrizionale dipendente dalla densità dei batteri) tramite somministrazione di Rip (RnaIII-inhibiting peptide), esapeptide in grado di ridurre l'espressione del gene della virulenza, frenare la crescita di batteri e tossine, e favorire l'azione degli antibiotici. L'uso dei fagi come vettori di sostanze battericide nel patogeno infettante è un approccio complesso che rende difficile predire i risultati ed è per ora riservato a infezioni locali e non sistemiche. Preliminari, ma promettenti, sono invece i risultati con la terapia fotodinamica, che con facilità porta all'uccisione del batterio senza causare danni all'ospite. Quanto ai vaccini, nonostante i progressi non si hanno prodotti registrati; in ogni caso, 4 sono le tipologie di antigeni: proteine e geni, poliacetilglucosamina (polisaccaride del biofilm), proteine extracellulari (esotossine), fattori di virulenza. Acta Biochim Pol. 2012 May 11. Validato un punteggio di rischio di emorragia intracraniale Uno studio che ha visto la collaborazione di ricercatori svizzeri e finlandesi ha elaborato uno strumento - chiamato Sedan score che permette di valutare il rischio di emorragia intracranica sintomatica nei pazienti colpiti da ictus ischemico trattati con trombolisi intravenosa. Il metodo è stato messo a punto analizzando 974 pazienti con ictus ischemico che dal 1995 al 2008 sono stati trattati con trombolisi per via venosa presso l'ospedale universitario di Helsinki ed è stato poi provato su altri 828 pazienti in Svizzera, a Losanna, Basilea e Ginevra. Il Sedan score è costituito da un punteggio che può variare da zero a sei ed è determinato a partire dalla valutazione, al momento del ricovero, di diversi parametri: la concentrazione di glucosio nel sangue, la presenza di segni precoci che possono indicare la comparsa di un infarto, il segno dell'arteria cerebrale media iperdensa, l'età e la scala dell'ictus del National Institute of Health (NIH). Il rischio assoluto determinato nel gruppo di derivazione in Finlandia è stato di 1,4%, 2,9%, 8,5%, 12,2%, 21,7% e 33,3% rispettivamente per i punteggi 0, 1, 2, 3, 4 e 5 dello score Sedan. Nel gruppo di validazione in Svizzera le percentuali sono state simili (1,0%, 3,5%, 5,1%, 9,2%, 16,9% e 27,8%) confermando in tal modo la capacità dello score nella valutazione del rischio di emorragia intracranica sintomatica per la tipologia di pazienti considerata. Farmaci in arrivo in Europa per diabete e carcinoma renale Due nuovi medicinali hanno ricevuto il parere positivo dal CHMP (Committee for Human Medicinal Products), passaggio che precede l'autorizzazione definitiva alla commercializzazione da parte dell'Agenzia Europea dei Medicinali (EMA). Il primo è un antidiabetico, di Boehringer Ingelheim ed Eli Lilly and Company, a base di linagliptin e metformina, indicato per i pazienti adulti affetti da diabete di tipo 2 che necessitano di un migliore controllo glicemico. Il farmaco da somministrare in un'unica compressa "ha dimostrato negli studi clinici i propri benefici" spiega una nota dell'azienda farmaceutica "offrendo un'ulteriore opzione con un efficace controllo glicemico e un profilo favorevole in termini di tollerabilità". L'altra molecola in via di approvazione è axitinib di Pfizer, indicata per il trattamento dei pazienti adulti con carcinoma renale in stadio avanzato dopo il fallimento di un precedente trattamento con sunitinib o con una citochina. «Nonostante i recenti progressi nel trattamento del carcinoma renale avanzato» ha affermato Mace Rothenberg, vicepresidente senior di sviluppo clinico per la business unit oncology di Pfizer «vi è una chiara necessità di ulteriori opzioni di trattamento per i pazienti la cui malattia è progredita dopo i farmaci di prima linea». Anno VI numero 32 Pagina 24 ……ancora una norma sui monitor??? Al momento di andare in stampa, leggiamo e vi proponiamo la seguente notizia, trovata nel sito UNI. Ci asteniamo dai commenti, e seguiremo la vicenda. “Clinical Monitor: in cantiere norma UNI per i requisiti” L’Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI) ha sottoposto a inchiesta pubblica preliminare la proposta di avviare un progetto di norma che intende definire i requisiti per la figura professionale del Clinical Monitor all'interno del settore della Sperimentazione Clinica dei medicinali. Ciò al fine di introdurre uno strumento che consentirà sia ai professionisti di garantire la qualità delle proprie prestazioni sia ai committenti e ai datori di lavoro di scegliere tra i professionisti più qualificati. Di competenza della commissione tecnica “Attività professionali non regolamentate”, la futura norma definirà tale figura professionale nelle diverse modalità in cui opera (libero professionista, dipendente), nel rispetto dei compiti definiti dalla GCP. L’intento che muove i lavori della commissione “Attività professionali non regolamentate” è quello di offrire un riferimento certo e un’adeguata garanzia di qualità al mercato, aumentando il riconoscimento professionale dei singoli professionisti, oltre che fornire un utile strumento al legislatore, in un’ottica di complementarità tra la normazione tecnica volontaria e il settore cogente. Definita e qualificata la figura professionale del Clinical Monitor, in conformità al quadro europeo delle Qualifiche (EQF – European Qualifications Framework), tutta la categoria potrebbe trarne un immediato vantaggio e l’utenza potrebbe ritrovare nella competenza e nella professionalità di tale figura un punto di riferimento certo e sicuro. L’inchiesta pubblica preliminare è un passaggio fondamentale del processo normativo. Dalla maschera di ricerca della banca dati online dei progetti sottoposti all'inchiesta preliminare è possibile accedere alla scheda del futuro progetto con maggiori informazioni di dettaglio. La banca dati contiene anche i riferimenti dei progetti la cui inchiesta è già sca- duta: questo per fornire agli utenti un'informazione più completa sulle attività di normazione che UNI ha proposto o avviato nel corso del tempo. Il Clinical Monitor è un professionista che svolge la supervisione dell’andamento di uno studio clinico per garantire che questo venga effettuato, registrato e relazionato in osservanza del protocollo, delle Procedure Operative Standard, della GCP e delle disposizioni normative applicabili. Il Clinical Monitor può operare in regime di consulenza o di dipendenza presso le Direzioni Mediche di Aziende Farmaceutiche (Sponsor) o presso strutture private delegate, in toto o in parte, dalle Aziende Farmaceutiche, denominate CRO, alle operazioni di gestione organizzativa e controllo delle Sperimentazioni Cliniche. Si tratta quindi di una professione ben presente nel tessuto sociale del nostro Paese ma sprovvista di ordine o albo, ossia non regolamentata. Inchiesta pubblica preliminare sulla figura del Clinical Monitor L'esigenza di trasparenza del processo di normazione tecnica volontaria si evidenzia in un passaggio fondamentale: l'inchiesta pubblica preliminare, entrata in vigore dal 1° gennaio 2011. Infatti, solo vagliando preventivamente le concrete esigenze del mercato è possibile avviare in maniera utile ed efficace i lavori di normazione, perché lo sviluppo di una norma deve aver luogo solo di fronte a un reale beneficio e individuando tutti i soggetti significativi degli interessi in gioco, in modo che ci sia una "rappresentanza adeguata". La banca dati dell'inchiesta pubblica preliminare dei progetti di norma UNI fornisce i riferimenti generali del progetto (titolo, scopo/ sommario, giustificazioni, benefici attesi) così da informare tempestivamente il pubblico circa l'intenzione di avviare lavori di normazione in determinati settori o su specifici temi. Questo servizio di informazione offre inoltre la possibilità per i progetti di norma nazionale di inviare commenti e di dichiarare il proprio interesse alla partecipazione ai lavori di normazione sui documenti attualmente in inchiesta, mentre per i progetti di adozione di norme ISO e di rapporti o specifiche tecniche CEN (CEN/TR, CEN/TS) offre la possibilità di segnalare se i documenti già emanati da CEN o ISO, di cui si propone l'adozione, possono rispondere, da un punto di vista tecnico, alle esigenze nazionali. Chi è UNI L’Ente Nazionale Italiano di Unificazione è un'associazione privata senza scopo di lucro, i cui soci, circa 6.500, sono imprese, liberi professionisti, associazioni, istituti scientifici e scolastici, realtà della Pubblica Amministrazione. Svolge attività normativa in tutti i settori industriali, commerciali e del terziario ad esclusione di quello elettrico ed elettrotecnico. Il ruolo dell'UNI, quale Organismo nazionale italiano di normazione, è stato riconosciuto dalla Direttiva Europea 83/189/ CEE del marzo 1983, recepita dal Governo Italiano con la Legge n. 317 del 21 giugno 1986. L'UNI partecipa, in rappresentanza dell'Italia, all'attività normativa degli organismi sovranazionali di normazione: ISO (International Organization for Standardization) e CEN (Comité Européen de Normalisation). L'UNI è stato costituito nel 1921 a fronte dell'esigenza dell'industria meccanica di unificare le tipologie produttive, facilitare l'intercambiabilità dei pezzi, e da allora accompagna e sostiene lo sviluppo del Sistema Paese migliorandone l’efficienza e l’efficacia. A cura di Domenico Criscuolo Anno VI numero 32 Pagina 25 Il ruolo degli studi osservazionali nella definizione del “Burden of Disease” nelle patologie croniche In questo difficile momento la riflessione sul “Burden of Disease” (BoD) inteso come impatto clinico, sociale ed economico della malattia, assume un’importanza crescente; di conseguenza, gli specialisti della ricerca clinica ed epidemiologica sono chiamati ad un sempre maggiore impegno nelle attività di valutazione di questo parametro. Partendo da questa considerazione, il Gruppo di Lavoro Medicina Farmaceutica di Roma, in collaborazione col Gruppo di Lavoro Studi Osservazionali, ha organizzato un pomeriggio di studio per fare il punto sul ruolo degli studi osservazionali nella valutazione del BoD nelle malattie croniche. L’incontro si è tenuto il 14 giugno a Roma, nell’auditorium gentilmente messo a disposizione da Takeda, ed ha trattato il BoD dal punto di vista clinico ed economico, terminando con un esempio pratico di studio. La prima relazione è stata tenuta dal prof. Alberto Migliore, Direttore dell’Unità Operativa di Reumatologia dell’Ospedale Villa S. PietroFatebenefratelli, che ha affrontato il BoD dal punto di vista clinico, portando il caso dell’osteoartrosi (OA). Si tratta di una patologia cronica molto diffusa (1 europeo su 4 soffre di un’artropatia) e con un pesante impatto funzionale, visto che 1 europeo su 10 di età superiore a 60 anni lamenta una significativa riduzione funzionale collegata all’ OA. Il relatore ha mostrato come nella valutazione clinica del BoD delle malattie croniche vadano considerati l’insieme di esito clinico, compromissione funzionale e diminuzione della qualità di vita. Nel caso dell’osteoartrosi, ad esempio, circa il 60% dei pazienti riporta una sensibile riduzione della qualità della vita. L’oratore ha poi sottolineato che a completamento dell’analisi, va valutato anche il “peso degli interventi terapeutici”. Sempre in merito all’osteoartrosi, egli ha ricordato che nei paesi sviluppati l’esito dell’OA a livello di anca e ginocchio è l’intervento di protesi, il quale ha un peso clinico rilevante: mortalità 1,3 – 2,2%; revisioni (re-intervento) 8-20%; infezioni post-operatorie 2,7-4,6%; trombosi veno- sa 12-16%. In conclusione, ha ribadito che gli studi osservazionali hanno un ruolo primario nella valutazione del BoD, fondamentalmente perché i pazienti di questi studi sono più in linea con i pa- zienti realmente visitati nella pratica clinica quotidiana. Secondo relatore è stato il prof. Ermanno Attanasio, docente di Programmazione e Organizzazione dei Sistemi Sanitari all’ Università di Roma “La Sapienza”, vice presidente SIFEIT (Società Italiana per gli studi di economia ed etica del Farmaco e negli Interventi Terapeutici), che ha parlato del BoD dal punto di vista economico. Egli ha dapprima descritto come i modelli matematici per la valutazione dei costi della malattia siano diventati progressivamente più complessi man mano che si moltiplicavano i parametri da tenere in considerazione. A proposito dei costi, ha prima parlato dei costi tangibili, diretti (cure, farmaci) ed indiretti (assenze dal lavoro, ridotta capacità contributiva) e poi dei costi intangibili anch’essi divisi in diretti (riduzione della qualità di vita) ed indiretti (disagio sociale e familiare). I costi intangibili sono definiti tali in quanto non monetizzabili: tuttavia tali costi sono assolutamente reali, in quanto impattano sulla vita dei cittadini, e pertanto devono essere considerati dall’Autorità Sanitaria nell’ambito della valutazione del BoD. Sono stati poi trattati gli strumenti matematici per valutare l’impatto economico della malattia, dal QALYs (Quality Adjusted Life Years), uno degli indicatori più usati, al più complesso DALYs (Disability Adjusted Life Years) parametro che esprime la differenza tra carenza di salute ed aspettativa di salute. Al di là delle formule, il prof. Attanasio ha spiegato che la valutazione del peso economico – sociale di una patologia è fortemente influenzato dai parametri di aggiustamento scelti al momento di calcolare le formule, e che tali parametri esprimono la preferenza o l’accettazione sociale di un determinato stato di salute o di malattia. Gli studi osservazionali sono lo strumento prioritario per la valutazione del BoD in quanto realizzati nella pratica clinica. Ultimo contributo alla riunione è stato portato dalla collega Cinzia di Pietro, Senior Medical Manager Takeda, che ha presentato l’esperienza fatta nel valutare i costi della gestione del diabete, con il coinvolgimento del CINECA e dell’osservatorio ARNO, un progetto del CINECA che raccoglie le informazioni relative alla prescrizione su un insieme di 32 ASL in 9 Regioni italiane per una popolazione di circa 11.000.000 pazienti. Lo studio è un esempio di uso dei database amministrativi nella valutazione delle modalità prescrittive e del costo della patologia. I database amministrativi sono una forma particolare di ricerca osservazionale, con vantaggi dovuti alla grande quantità di dati valutabili e limiti dovuti in parte al tipo di informazioni. I risultati preliminari dello studio dimostrano che per ogni paziente con diabete di tipo 2 il trattamento farmacologico contribuisce al 7% dei costi, il 25% dei costi è causato da prestazioni sanitarie ed il 58% da approfondimenti diagnostici e gestione delle complicanze. Lo studio, i cui dati sono ancora in elaborazione, sembra quindi evidenziare un ruolo marginale del farmaco nella formazione del costo totale, lasciando nelle aree dell’assistenza e della diagnostica ampi spazi di ottimizzazione dei costi. Una vivace discussione ha concluso la riunione che ha raccolto un pubblico di circa 70 persone, un successo che ha confortato gli organizzatori sull’interesse del tema. Le presentazioni sono come sempre disponibili sul nostro sito www.ssfa.it. Salvatore Bianco Anno VI numero 32 Pagina 26 Oggi parliamo di….. Un “immune mouse” che riproduce l’intero sistema immunitario di un individuo adulto Ricercatori del Massachusetts General Hospital e del Medical Center della Columbia University hanno sviluppato un modello murino che riproduce completamente il sistema immunitario di un individuo adulto. A differenza dei modelli murini umanizzati, che hanno un sistema immunitario derivato dal trapianto di cellule staminali umane ematopoietiche (HSCs) fetali, questo nuovo modello animale è ottenuto con un numero relativamente basso di HSCs adulte che possono essere prelevate facilmente da un qualunque volontario, sano o malato. I topi immuno-personalizzati (IP) così ottenuti generano un repertorio robusto e diversificato di cellule T completamente funzionanti e self-tolerant ed esibiscono risposte immunitarie che mimano quelle del donatore adulto di cellule CD34+. Questi ricercatori sono convinti che la possibilità di generare topi IP fornirà nuove e preziose informazioni sugli intimi meccanismi che sono alla base di patologie immunitarie quali il diabete di tipo I; permetterà di produrre modelli animali per la valutazione dell’attesa risposta individuale ai farmaci ed alle terapie immunologiche; di analizzare le basi immunologiche e genetiche della progressione di una specifica patologia; oltre a favorire lo sviluppo di nuove terapie personalizzate per la cura delle patologie immunitarie. Finora, la ricerca delle basi genetiche di queste patologie è stata ampiamente limitata a studi sulle cellule mononucleate del sangue periferico (PBMCs). Più recentemente, sono stati generati modelli murini con sistemi immunitari umani, usando trapianti di timo fetale umano inseminato con cellule staminali (HSCs) fetali umane. Questi topi producono cellule T, cellule B e cellule mieloidi umane ed esprimono risposte immunitarie antigene-specifiche. Tuttavia, per essere idoneo allo studio di specifiche patologie umane immunomediate, il sistema immunitario di questi topi ingegnerizzati dev’essere ricostituito con HSCs umane adulte, e non soltanto con HSCs fetali. Purtroppo, non è stato facile ottenere la ricostituzione e la fun- zionalità di un sistema immunitario umano usando HSCs umane adulte, che non sono generalmente disponibili in gran quantità da donatori volontari e che, nel topo immunodeficiente, non si innestano con la stessa efficienza delle cellule CD34+ fetali. Inoltre, anche quando le HSCs umane adulte sono disponibili in quantità sufficienti, possono essere rigettate dai timociti allogenici che sono già presenti nel trapianto di timo fetale. Questi problemi sono stati superati grazie alla deplezione dei timociti preesistenti nel trapianto di timo fetale, necessaria per prevenire sia il rigetto delle cellule CD34+ allogeniche somministrate, che lo sviluppo di una GVHD (graftversus host disease) mediata dalle cellule T mature derivanti dal trapianto di timo fetale. Questi ricercatori sono così riusciti a generare un “immune mouse” completamente personalizzato che supporta la ricostituzione periferica delle cellule T e delle APC (antigen-presenting cells) a partire da piccoli numeri di cellule CD34+ di midollo osseo allogenico adulto, seminate in innesti di timo fetale umano trapiantati nella capsula renale di topo. La deplezione dei timociti preesistenti nel trapianto di timo fetale è stata ottenuta surgelando e sgelando il tessuto da trapiantare immediatamente prima di effettuare il trapianto. Per testare se questa tecnica avrebbe supportato la ricostituzione immunitaria umana, topi NSG (NOD/SCID Gamma), irradiati con una dose sub-letale di raggi γ, sono stati trapiantati con innesti di timo criopreservato e sgelato, quindi inoculati con una infusione di cellule adulte allogeniche CD34+ e poi trattati con un anticorpo monoclonale anti CD2 umano, per assicurare un’ulteriore e completa deplezione di cellule T mature originate dal trapianto. Tutti i topi così trattati hanno raggiunto, entro 6 settimane dal trapianto, il chimerismo di cellule B e monociti umani e, alla sesta settimana, si è registrata la comparsa di cellule T periferiche, con un picco di 10-30% di PBMCs a 16 settimane dall’infusione di cellule CD34+. All’esame necroscopico, gli innesti di timo risultavano significativamente ingrossati ed era marcato il differenziamento di cellule CD4/CD8. E’ importante rilevare che nessuno dei topi trapiantati con timo fetale criopreservato e anticorpi anti CD2 ha sviluppato una GVDH, neppure a 20 settimane dal trattamento. Dimostrata l’efficienza di questo approccio nel supportare la ricostituzione di un sistema immunitario umano, sono stati generati topi IP usando cellule CD34+ adulte isolate da aspirati di midollo osseo prelevati da un volontario sano e da un paziente ospedalizzato, affetto da diabete di tipo 1. Topi NSG, irradiati subletalmente, sono stati infusi con 1.8x105 cellule CD34+ adulte, seguite dal trapianto di un innesto di timo fetale umano criopreservato e sgelato e dalla somministrazione di un anticorpo monoclonale umano anti CD2. I topi di controllo sono stati trattati con le sole cellule CD34+. Il chimerismo umano è stato rilevato dopo sei settimane nei topi trapiantati con il timo, sia in quelli che avevano ricevuto cellule CD34+ (Continua a pagina 27) Anno VI numero 32 Pagina 27 ottenute dal volontario sano che in quelli trattati con le cellule CD34+ prelevate dal paziente diabetico, raggiungendo picchi dell’80%. Inoltre, questi topi hanno sviluppato consistenti livelli di cellule CD3+ entro 8 settimane ed hanno generato cellule CD19+ e CD14+. Al contrario, nei topi di controllo si è registrata una ricostituzione di cellule T significativamente ritardata. La funzione delle cellule T, nei topi trapiantati col timo e ricostituiti con le cellule CD34+ del volontario sano, è stata valutata con il successivo trapianto, in questi animali, di frammenti allogenici di pelle umana e di maiale. Tutti questi topi hanno rigettato la pelle trapiantata. Al contrario, topi NSG naïve non trattati hanno accettato sia il trapianto allogenico di pelle umana che quello xenogenico di pelle di maiale, in assenza di reazioni di rigetto. E’ importante notare che test di mixed lymphocyte reaction, fatti usando cellule T purificate ottenute dalle milze e dai linfonodi dei topi IP, hanno mostrato self -tolerance e forti risposte agli stimolatori allogenici umani. Inoltre, mentre l’immuno-riconoscimento dei topi mima- va quella del donatore di cellule CD34+ adulte, i fenotipi delle cellule T erano in prevalenza naïve rispetto a quelli dei donatori adulti. Ciò permette di concludere che i topi IP generano una “versione ringiovanita” del sistema immunitario dei donatori adulti. Un’ulteriore valutazione dei topi IP, con sistemi immunitari derivati sia da donatori sani che diabetici, hanno confermato la presenza di cellule T regolatorie (Treg) nei timi trapiantati e nel sangue periferico ed un diversificato repertorio di cellule T equivalente a quello visto in volontari sani. Il sangue dei topi derivati sia da individui sani che diabetici ha mostrato simili proporzioni di Treg, risultato che è in contrasto con quelli di alcune precedenti ricerche che indicavano che i numeri di Treg sono ridotti nel sangue di diabetici di tipo I. Tuttavia, mentre sia le cellule T naïve che quelle memory erano presenti nei tessuti periferici dei topi ricostituiti con le CD34+ ottenute dal midollo osseo di pazienti diabetici e dei topi sani di controllo, i topi IP derivati da pazienti diabetici mostravano proporzioni più ridotte di cellule T di tipo naïve. In con- clusione, l’immuno-ricostituzione in topi NSG con cellule CD34+ da midollo osseo di pazienti fornisce un modello animale con il sistema immunitario non alterato dalla patologia, permettendo di confrontare individui in modo controllato e prospettico. Inoltre, mentre le analisi delle patologie immunitarie attualmente disponibili, basate su campioni di sangue periferico, non permettono di distinguere la dysregulation immunologica dalle cascate infiammatorie a catena che determinano la patologia, questo modello animale permette di valutare anomalie immunoregolatorie intrinseche alle cellule ematopoietiche staminali nel diabete di tipo I, in relazione ad alleli genici predisposti. In prospettiva, i topi immuno-personalizzati permetteranno di valutare come singoli pazienti potrebbero rispondere a farmaci specifici o alle immunoterapie e potranno essere di aiuto nello sviluppo di immunoterapie individualizzate per pazienti trapiantati e per quelli affetti da tumori o infezioni. Domenico Barone TOP 20 GLOBAL PRODUCTS 2011 Il mercato mondiale dei farmaci è in continuo cambiamento. Farmaci cosiddetti “blockbuster” stanno perdendo la protezione brevettuale, e riducono il loro fatturato a causa della competizione dei generici. Fra i primi venti farmaci più venduti al mondo nel 2011 spiccano prodotti cardiovascolari, oncologici e per il sistema nervoso centrale. Interessante anche la presenza di alcuni farmaci biologici, che hanno un mercato limitato ma un prezzo elevato. Anno VI numero 32 Pagina 28 Promoting Safe Use of Medical Devices Commenti all’articolo “Promoting Safe Use of Medical Devices” : Sonia C. Swayze, Suzanne E. Rich, The Online Journal of Issues in Nursing. 2012;17(1) Although primary safety initiatives in the clinical environment have focused primarily on medications errors to date, medical devices contribute significantly to patient injuries and deaths. The article addresses the Food and Drug Administration (FDA) efforts to promote safe use of medical devices by nurses at the point of use. American nurses are concerned about the profound effects that medical devices have on patient outcomes. They, individually and through their professional associations, can help address those concerns by becoming aware of how to share their observation with FDA. The article identifies factors contributing to those adverse events, addresses the need for more adverse event reporting, describes position statements already made by some professional associations and shares insights regarding future directions and ideas for educating staff to use medical devices safely. Medical devices, that are any item used to diagnose, treat or prevent disease, injury or any other condition that is not a drug, biologic or food, represent some of the most innovative technologies developed in recent years and range from simple (e.g. tongue depressors) to more complex items (e.g. ventilators). In the U.S., Medical devices are subject to the general controls of the Food, Drug and Cosmetic Act (Code of Federal Regulations 21, 2010). Once marketed, any medical device, from lower to higher risk, it is subject to post-market surveillance controls through Medical Device Report- ing (MDR) regulations and FDA must rely on manufacturers and device users to recognize and report problems. In the fiscal year 2000 the FDA received 69,959 medical device adverse event reports and in 2009 the number had increased to 540,204 reports (FDA Manufacturer and User Device Experience Database MAUDE, 2010b). Factors contributing to Adverse Events Among the several reasons for an adverse event occurrence, two frequently reported are (a) device manufacturing problems and (b) device-human interactions (human factors) problems. The FDA regulatory action (FDA Safety Notifications, Patient Safety News Broadcasts), publication in clinical journals or presentations at conferences. In the mid1990s the FDA, after realizing it was not receiving sufficient data to understand root causes of medical device problems occurring in healthcare facilities, decided to pilot a program called the Medical Product Safety Network (MedSun). Once reports are submitted (online), the FDA follows up with the manufacturer to evaluate and address the reported problems and also alerts healthcare facilities to major actions, presents safety information at meetings and publishes device table below summarizes device and human factors problems reported to FDA (derived from reports submitted to the FDA/MedSun) safety tips. To date MedSun comprises 350 facilities representing all types of healthcare facilities. Healthcare facilities that are not part of the MedSun program can report medical device adverse event online directly to the FDA through a voluntary program called MediWatch. Other factors also contributing to adverse events may include environmental factors and emergency situations. In addition, both the American Nurses Association (ANA, 2006) and the National Association of Neonatal Nurses (NANN, 2008) have developed statements linking staff fatigue with adverse events and recommended risk-reduction strategies at the point of care to help decrease fatigue and improve safety for patients and nurses. All device events result in Professional Nursing Organizations’ Statements to Promote Safe Use of Medical Devices Nurses’ concerns have already provided an important stimulus for some professional nursing associations to develop position statements (defining policies, standards and issues) related to the safe (Continua a pagina 29) Anno VI numero 32 Pagina 29 (Continua da pagina 28) education and training: use of medical devices. For example the Association of Women’s Health Obstetrics and Neonatal Nurses (AWHONN) has developed statements on fetal hearth monitoring (2008), internal fetal spiral electrode placement (2010) and the role of nurse and catheter techniques used for analgesia and anesthesia (2002/2007) in response to concerns expressed by members. Future directions As the FDA continues to approve more novel and more complex medical device technology for use at the point of care, nurses will require a more in-depth knowledge base related to technology, greater understanding of technology and new skill sets to use it. The table below summarizes suggested topics for device Education of staff for Using Medical Devices Professional nurses in clinical practice are the principal users of medical devices a the point of care. Over time, these devices have become increasingly complex and sophisticated thus creating more challenges for nurses. Nurses can become knowledgeable by participating in educational program to ensure safe operation of the medical devices they use that according to the literature should focus on the following areas: knowledge of the intended use of the device; manufacturer’s instructions for use, labeling, warnings, contraindications and known complications; outcomes of proper use of a device; the agency’s clinical practice manual and nursing education department guidelines; the importance of complying with expiration dates; recognition that device sterility may be guaranteed only until expiration date; insight into differences in device use and design between similar devices. The authors of the article recommend that nurses and nursing professional associations adopt existing educational models and/or develop new models to teach safe practice in the use of medical devices and develop position statements to provide guidelines for use of specific devices or classes of devices. Carolina Gualtieri CONVEGNI E CORSI 2012 La malattia di Parkinson Milano - 10 settembre Impatto della nuova normativa europea di farmacovigilanza sugli studi osservazionali Milano - 25 settembre IV Congresso BIAS Padova - 27/28 settembre Dispositivi medici: una realtà complessa in continua evoluzione Milano - 28 settembre V Corso di aggiornamento sui farmaci: qualità e competenza Roma - 4 ottobre XIV Corso di Base per Assistenti alla Ricerca Clinica Varenna - 8/12 ottobre Seminari di Aggiornamento: la sperimentazione clinica con i dispositivi medici Roma - 5 novembre Seminari di Aggiornamento: la sperimentazione clinica con i dispositivi medici Milano - 19 novembre Programmi e schede iscrizioni saranno disponibili sul sito www.ssfa.it Anno VI numero 32 Pagina 30 INSTITUTIONALIZATION AS A RISK FACTOR FOR INAPPROPRIATE DRUG USE IN THE ELDERLY: A SWEDISH NATIONWIDE REGISTER-BASED STUDY. Haasum Y, Fastbom J, Johnell K. Ann Pharmacother, pubblicato on line il 7 febbraio 2012 In questo studio circa un terzo della popolazione anziana istituzionalizzata e un decimo di quella residente a casa era esposta al consumo di farmaci potenzialmente inappropriati. L’istituzionalizzazione e l’età più giovane erano fortemente associati ad un maggior rischio di inappropriatezza. CONTESTO Pochi studi hanno indagato l’istituzionalizzazione come un possibile fattore di rischio per l'uso di farmaci potenzialmente inappropriati (PIDU, potentially inappropriate drug use). La Svezia ha ora possibilità uniche per effettuare confronti del consumo di farmaci in grandi popolazioni di anziani istituzionalizzati e residenti in casa mediante il collegamento del registro dei farmaci prescritti (SPDR) con il registro dei servizi sociali. OBIETTIVO Confrontare il PIDU in anziani svedesi istituzionalizzati vs non istituzionalizzati. METODI E' stato condotto uno studio trasversale retrospettivo su 1.260.843 anziani residenti a casa e 86,721 anziani istituzionalizzati. Sono stati analizzati i dati relativi a età, sesso e farmaci dispensati di soggetti di almeno 65 anni registrati nel SPDR da luglio a settembre 2008. I dati relativi alla tipologia di residenza sono stati recuperati dal registro dei servizi sociali. Gli end point principali di PIDU erano uso di farmaci anticolinergici, uso di benzodiazepine a lunga azione, uso concomitante di 3 o più farmaci psicotropi e interazioni farmaco-farmaco (DDI) potenzialmente gravi. RISULTATI Il 30% degli anziani istituzionalizzati e il 12% di quelli non istituzionalizzati sono stati esposti a PIDU. Vivere in un istituto è risultato fortemente associato al PIDU complessivo (OR 2,36; IC 95% 2,29-2,44), all’uso di farmaci anticolinergici (OR 2,58; 2,48-2,68), di benzodiazepine a lunga azione (OR 1,50; 1,41-1,60) e all'uso concomitante di 3 o più farmaci psicotropici (OR 7,26; 6,96-7,59), dopo aggiustamento per età, sesso e numero di farmaci (utilizzato come proxy di comorbilità). Tuttavia, l'istituzionalizzazione era associata ad una minore probabilità di interazioni farmacologiche potenzialmente gravi (OR 0,60; 0,55-0,65). CONCLUSIONI I risultati indicano che l'istituzionalizzazione è un fattore di rischio per l'uso inappropriato dei farmaci. Ciò implica la raccomandazione di prescrizioni più caute nelle case di cura, in cui risiedono gli anziani più fragili e vulnerabili. Ulteriori ricerche sono necessarie per identificare i fattori di rischio sottostanti a PIDU all'interno di queste strutture. A cura di Raimondo Russo SSFA mette in palio due premi per la partecipazione al Congresso ICPM 2012 Il Congresso Internazionale di Medicina Farmaceutica (ICPM) è l’evento globale più importante correlato alle nostre attività professionali. SSFA ha sempre sostenuto la partecipazione attiva dei suoi soci a questo evento, che ha luogo ogni due anni. Il prossimo ICPM 2012 si svolgerà a Barcellona dal 14 al 16 Novembre, ed è organizzato in collaborazione fra IFAPP ed AMIFE, la società spagnola di Medicina Farmaceutica (www.ICPM2012.com). Come negli anni passati, anche per ICPM 2012 SSFA vuole aiutare un’attiva partecipazione dei suoi soci. Due premi di1000 euro ciascuno saranno offerti agli autori di due poster che saranno presentati a ICPM 2012. Ecco le regole molto semplici per concorrere ai due premi: il poster deve riguardare un argomento fra quelli del programma ICPM 2012; il primo autore deve essere socio SSFA; il riassunto deve essere inviato alla segreteria SSFA entro il 31 Agosto 2012; una giuria formata da 5 membri del Consiglio SSFA valuterà tutti i riassunti presentati entro il termine indicato, e sceglierà i migliori due, che riceveranno il premio; la comunicazione dei due vincitori sarà fatta entro venerdì 7 Settembre, pertanto in tempo utile per la presentazione del poster a ICPM2012 (la scadenza è il 15 Settembre); il primo autore dei due poster si impegna a partecipare ad ICPM2012 , ed ad illustrare il poster nella sessione assegnata. SSFA ritiene che il premio di 1000 euro sarà sufficiente per coprire tutte le spese di partecipazione ad ICPM2012 (iscrizione al congresso, viaggio e soggiorno). I due poster vincitori saranno anche pubblicati su SSFAoggi. Affacciatevi ad un palcoscenico globale, partecipate a ICPM 2012! Anno VI numero 32 Pagina 31 NEWS ON CLINICAL TRIALS DIABETIC MACULAR EDEMA Aerpio Therapeutics presented positive data from its Phase I trial of AKB-9778 for the treatment of diabetic macular edema (DME). AKB-9778, a human protein tyrosine phosphatase beta (HPTPB) inhibitor, works to activate Tie2, a receptor on vascular endothelia cells that promotes vascular stability, preventing abnormal blood vessels growth and vascular leak. The data show AKB-9778 was well tolerated through the predicted efficacious dose range, supporting the clinical advancement of AKB-9778. The Phase I study was designed to evaluate the safety, tolerability, and pharmacokinetics of single ascending doses of AKB-9778 in healthy volunteers. HAND, FOOT, AND MOUTH DISEASE Inviragen reported results of a placebo-controlled, randomized Phase I trial of INV21, the company’s highly purified virus particle vaccine against hand, foot, and mouth disease caused by enterovirus 71 (EV71). In the study, healthy adults received two immunizations each of either a high or low-dose formulation of INV21. Study participants were monitored for safety and for immune response after each administration. Antibodies that neutralize the EV71 virus were measured in individuals who received both doses of the vaccine. All individuals who received the vaccine had significantly increased EV71 immune responses after immunization, which may signify protection against infection. Further, INV21 was safe and well tolerated in this population. HIV Inovio Pharmaceuticals achieved strong T cell immune responses in a Phase I study of Pennvax®-B, its product for the treatment of the HIV subtype prevalent in North America and Europe, in HIV-positive subjects. The HIV-001 open-label study enrolled 12 adult HIV-positive volunteers to assess safety and levels of immune responses generated by the Pennvax-B vaccine delivered with its Cellectra® electroporation device. Pennvax-B consists of SynCon® immunogens targeting HIV gag, and env proteins from HIV subtype B. Study volunteers were required to be on a highly active antiretroviral therapy regimen, have undetectable plasma viral load (<75 copies/mL), and have CD4 T lymphocytes counts above 400 cells/µL which nadirs over 200 cells/µL. Twelve eligible subjects were administered a four-dose series (day 0, weeks 4, 8, and 16) of Pennvax-B containing 3 mg of DNA/dose via intramuscular electroporation. Overall, significant vaccine-specific T-cell responses were observed in 75% (9 out of 12) of subjects against at least one of the three vaccine antigens following vaccination. Fifty per cent of the subjects (6 out of 12) had strong vaccine-induced, antigen-specific responses above the pre-vaccination levels to at least two of the antigens. The responses induced by vaccination were predominantly antigen-specific (i.e., gag, pol, and env) CD8+ T-cells, which are considered to be paramount in clearing chronic viral infections and an important measurement of the performance of a therapeutic vaccine. Sangamo BioSciences presented the results of Phase I studies suggesting that SB-728-T (an autologous Zinc Finger Nuclease ZFN-CCR5-modified T-cell product) has a positive effect on immune health of HIV-infected patients; this effect was persistent for over a year in some subjects. SB-728-T treatment provided HIV-resistant T-cells that are capable of mounting an immune response to an inflammatory event in lymphoid tissues and yielded positive effects on HIV viral load when antiretroviral drugs are withdrawn during a treatment interruption. Twenty-one HIV-infected subjects were enrolled in the studies and received a single dose of SB-728-T (5 to 30 billion cells). Subjects were classified into two groups, one of which – a group of 15 subjects with CD4+ T-cell counts below 500 cells/µL – were designated Immune Non-Responders (INR). One month after SB-728-T treatment, six subjects in the INR group underwent a 12-week interruption (TI) of their highly active antiretroviral therapy. During the TI, the viral load (VL), as measured by HIV-RNA levels, initially increased as expected in all six INR subjects. Subsequently, a 0.8 to >2.0 log reduction in the VL from pick achieved during the TI was observed in three of six subjects with the highest estimated circulating levels of cells with biallelic modification of their CCRS gene. In one subject, VL decreased to undetectable levels such that the subject was aviremic at the end of the TI period. The studies confirmed and extended previous observation of unprecedented improvements in overall CD4+ T-cell counts and CD4+ to CD-8+ T-cell ratios, a measure of immune health, for over a year post administration of SB-728-T. Also observed were durable engraftment and persistence of ZFN-CCR5-modified cells (SB-728-T) in the peripheral blood for over a year (range: 90 - 738 days). SB-728-T treatment continues to be safe and well tolerated with only mild, reversible symptoms typical of infusion reactions. PNEUMOCOCCAL DISEASE Pfizer presented data from a Phase III study of Prevnar 13® (Pneumococcal 13-valent Conjugate Vaccine [Diphtheria CRM197 Protein]), which met all study endpoints, showing immunogenicity and establishing a safety profile in children and adolescents aged 5 through 17 year. The primary objective of this study was to assess the pneumococcal immune responses induced by Prevnar 13 when measured one month after vaccination in each of the age groups. The safety objective of the study was to evaluate the safety profile of Prevnar 13 as measured by the incidence rates of local reactions, systemic events, and adverse events. The most common adverse events after vaccination were cough, headache, vomiting, fever, sore throat, influenza, and sinusitis. A cura di Domenico Barone Anno VI numero 32 Pagina 32 Cari soci, Le regole del sudoku sono note, non serve ripeterle. I primi 3 soci che invieranno alla segreteria SSFA un messaggio con il NUMERO CHE OCCUPA LA CASELLA CENTRALE riceveranno una copia del libro curato da Carlo Tomino "Alla ricerca del farmaco perduto". Buon divertimento e buone vacanze! La redazione ERRATA CORRIGE: la nuova socia SSFA Annalisa Ramazzotti è affiliata Nycomed. Local Tolerance Testing for Topical Products: From science to regulations Event #12121 29-30 October 2012 NH Berlin Alexanderplatz, Berlin, Germany Key Topics đƫ1..!*0ƫ* ƫ"101.!ƫ*%)(ƫ)+ !(/ƫ1/! ƫ"+.ƫ!4,(+.0+.5ƫ* ƫ.!#1(0+.5ƫ(+(ƫ0+(!.*!ƫ0!/0%*# đƫ%/!/!ƫ)+ !(/ƫ2/ƫ05,%(ƫ0+4%+(+#5ƫ/,!%!/ƫĢƫ$+3ƫ0+ƫ)0$ƫ(%*%(ƫ+* %0%+*/ĕ đƫ*0!#.0%+*ƫ+"ƫ(+(ƫ0+(!.*!ƫ0!/0%*#ƫ%*ƫ#!*!.(ƫ0+4%%05ƫ/01 %!/ƫĢƫ%//1!/ƫ* ƫ/+(10%+*/ đƫ'%*ƫ/!*/%0%/0%+*ƫ0!/0%*#ƫĢƫ2(1!ƫ+"ƫ2%((!ƫ,.!ġ(%*%(ƫ* ƫ(%*%(ƫ)!0$+ +(+#5 Register Now! www.diaeurope.org Hanno collaborato a questo numero: Domenico Barone - [email protected] Salvatore Bianco - [email protected] Domenico Criscuolo - [email protected] Gianni De Crescenzo - [email protected] Francesco De Tomasi - [email protected] Laura Fabrizio - [email protected] Luca Faoro - [email protected] Luciano M. Fuccella - [email protected] Daniela Gilardi - [email protected] Francesca Gori - [email protected] Carolina Gualtieri - [email protected] Andrea Lanza - [email protected] Matteo Laurita Longo - [email protected] Raffaella Maucci - [email protected] Emanuela Nicora - [email protected] Edoardomaria Oliveri - [email protected] Danitza Pradelli - [email protected] Raimondo Russo - [email protected] Valentine Sforza - [email protected] Simona Sgarbi - [email protected] CONSIGLIO DIRETTIVO Presidente: Gianni De Crescenzo Vice—presidente: Marco Romano Segretario: Luigi Godi Tesoriere: Anna Piccolboni Consiglieri: Rossana Benetti, Salvatore Bianco, Marco Corsi, Domenico Criscuolo, Gioacchino D’Alò, Giovanni Fiori, GiovanBattista Leproux Direttore Responsabile: Domenico Criscuolo Comitato editoriale: Giovanni Abramo, Domenico Criscuolo, Gianni De Crescenzo, Francesco De Tomasi, Luciano M. Fuccella, Marco Romano Segreteria editoriale: Sabrina Lucioni Segreteria Organizzativa: Viale Abruzzi 32—20131 MILANO Tel. 02-29536444 Fax. 02-89058506 E-mail [email protected] SSFA oggi Stampa: MEDIA PRINT, Livorno Registrazione del Tribunale di Milano, N. 319 del 14/05/2007 “Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB PRATO” Numero progressivo 32 Periodicità: bimestrale WWW.SSFA.IT