Deliberazione n. 27/2002/G
REPUBBLICA ITALIANA
La Corte dei conti
in
Sezione centrale del controllo
sulle gestioni delle Amministrazioni dello Stato
nell’Adunanza del Collegio I del 22 ottobre 2002
***
Visto il testo unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato
con R.D. 12 luglio 1934, n. 1214;
Vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20, e, in particolare, l’art. 3,
comma 4, in base al quale la Corte dei conti svolge il controllo sulle
gestioni delle amministrazioni pubbliche, verificandone la legittimità e la
regolarità, il funzionamento degli organi interni, nonché la rispondenza
dei risultati dell'attività amministrativa agli obiettivi stabiliti dalla legge,
valutando
comparativamente
costi,
modi
e
tempi
dell'azione
amministrativa;
Vista la deliberazione della Sezione del controllo n. 15/2000, con
la quale è stato approvato il programma del controllo successivo sulla
gestione per l’anno 2000;
Vista la relazione, in data 18 settembre 2002, concernente
«Innovazioni organizzative ed operative introdotte e risultati conseguiti
dall’Amministrazione doganale a seguito della realizzazione del mercato
interno europeo»;
Vista l’ordinanza in data 26 settembre 2002, con la quale il
Presidente della Sezione ha deferito la pronunzia sulla predetta relazione
al I Collegio della Sezione stessa, convocandolo per il giorno 22 ottobre
2002;
Vista le note n. 480/02 in data 27 settembre 2002 e n. 484 in
data 9 ottobre 2002, con la quale il Dirigente del Servizio di segreteria
per le adunanze della Sezione ha provveduto ad inviare copia della
relazione di deferimento e dell’ordinanza di convocazione, del cui
avvenuto recapito risulta ricevuta depositata in atti:
-
al Ministero dell’economia e delle finanze
-
Gabinetto
2
-
Dipartimento per le politiche fiscali
-
Agenzia delle dogane
-
Servizio di controllo interno (S.in.Co.)
-
Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato
-
alla Guardia di Finanza
-
Considerato che è pervenuta alla Segreteria della Sezione del
controllo la memoria lettera n. 2034/UD in data 21 ottobre 2002
dell’Agenzia delle Dogane.
Constatato che per le Amministrazioni convocate sono presenti in
aula:
Per il Ministero dell’economia e delle finanze – Agenzia delle
dogane: il dott. GUAIANA M. Andrea, direttore generale; il dott. DE
SANTIS Walter, direttore delle verifiche e controlli; il dott. TARASCIO
Aldo, direttore della gestione dei tributi; il dott. PELEGGI Giuseppe,
direttore delle strategie e innovazioni; la dott.ssa LEVATO Mirella,
direttore della pianificazione;per il Ministero dell’economia e delle
finanze – Dipartimento politiche fiscali, il dott. MUSSO Salvatore,
dirigente responsabile aree dogane;
per il Ministero dell’economia e delle finanze – Dipartimento per le
politiche fiscali: il dott. MUSSO Salvatore, dirigente responsabile area
dogane;
per il Ministero dell’economia e delle finanze – Servizio di controllo
interno: il dott. NARDONE Michele, dirigente, accompagnato dal
funzionario dott.ssa PEZZUTO Maria Assunta;
per la Guardia di Finanza – Comando generale assistono: il ten. col
SIRICO
Umberto,
il
ten.
col.
ALIDORI
Marco
e
il
maggiore
PETRUCELLI Danilo.
Udito il relatore Cons. Luigi MAZZILLO ed i correlatori consiglieri
VALENTE e SPETRINO, i quali, insieme al consigliere MAZZILLO, hanno
curato parte della relazione e ne hanno approvato il testo finale.
Sentiti i rappresentati delle Amministrazioni, e precisamente:
Il dott. Guaiana illustra la memoria trasmessa il giorno prima
dall’Agenzia,
osservando
che
il
lungo
arco
temporale
di
riferimento dell’indagine (1992-2001) ha posto problemi in parte
insuperabili per il reperimento di dati omogenei necessari per
consentire raffronti intertemporali significativi. E ciò, anche se, in
3
una prima fase, per gli anni anteriori al 1995 erano stati forniti
alla Corte dati statistico-gestionali senza qualificarne il basso
grado di affidabilità. Peraltro, anche se l’avvio del processo di
ammodernamento della P.A. ha inizio con il decreto legislativo
n.29/93, è solo negli anni più recenti che si va affermando una
vera cultura gestionale, orientata al conseguimento dei risultati
programmati, superando la logica del mero adempimento.
E’ solo dopo il 1995 che l’Amministrazione delle dogane si è
andata dotando di un moderno sistema di controllo di gestione,
evolvendo nel contempo da amministrazione per adempimenti ad
amministrazione per programmi e per risultati. Il numero degli
addetti non è aumentato ed è rimasto sistematicamente inferiore
del 30% circa alle dotazioni organiche, pur essendo stata
sviluppata l’attività di back office che prima del 1993 era
praticamente assente e sia stato nel frattempo necessario, a
seguito
degli
eventi
terroristici
dell’11
settembre
2001,
attrezzarsi per fungere da presidio per la sicurezza e per la salute
pubblica.
Non
si
copertura
del
turn
sta,
peraltro,
over,
se
provvedendo
non
per
le
neppure
figure
alla
apicali
e
professionalizzate. E’ inoltre prevista una revisione delle dotazioni
organiche che porterà ad un ridimensionamento dei livelli attuali,
in considerazione sia delle semplificazioni già introdotte con il
circuito doganale di controllo automatizzato (Canale verde), che
ha ridotto dell’85% i controlli fisici delle dichiarazioni, sia delle
semplificazioni che deriveranno dall’entrata in operatività degli
scanner per il controllo merci, che porteranno alla riduzione del
tempo standard di controllo di un container dai tre giorni attuali a
tre minuti. L’istituzione, secondo il modello degli uffici unici delle
entrate, degli uffici integrati doganali che si concluderà nel
2004 e gli investimenti per gli scanner e per l’impiego di altre
tecnologie innovative rispondono alle esigenze di semplificazione
e di rapidità degli operatori ed hanno già fatto recuperare
concorrenzialità ai porti italiani rispetto a quelli del Nord Europa.
In conclusione, le dogane italiane sono un’amministrazione in
corso di trasformazione, che si trovano in qualche modo a metà
del guado: risultati importanti sono già stati ottenuti ed altri
4
arriveranno, anche perché i condizionamenti esterni non lasciano
alternativa. In tale ottica, l’Agenzia ha già fatto proprie molte
delle indicazioni della Corte ed è pronta a recepire le altre che
emergono dal nuovo referto.
il dott. De Santis illustra brevemente le caratteristiche e i
vantaggi del Canale Verde: un sistema che già consente e che
consentirà sempre più, in futuro, di snellire i controlli in dogana e
che verrà continuativamente aggiornato grazie alle possibilità di
auto-apprendimento ed al recepimento delle best practices e
delle best technologies degli altri sistemi doganali;
il dott. Peleggi interviene per fare alcune precisazioni sul Canale
Verde,
evidenziandone
le
caratteristiche
di
essere
sistematicamente aggiornabile e di poter “inseguire” anche
tipologie di frodi non ancora riscontrate attraverso l’attività di
controllo;
il dott. Nardone del S.IN.CO illustra le nuove metodologie del
controllo con tutti gli aspetti e le conseguenze derivanti dalla
trasformazione del servizio di controllo interno in servizio di
controllo strategico, di diretta collaborazione con il Ministro.
Ritenuto che la relazione debba essere fatta propria dalla Sezione, con
le modifiche e le integrazioni dalla Sezione stessa deliberate, anche sulla
base delle precisazioni fornite dai rappresentanti delle Amministrazioni
intervenuti all’Adunanza stessa
DELIBERA
di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 4, della legge 14 gennaio 1994,
n. 20, con le modifiche apportate dal Collegio, la relazione, in data 18
settembre 2002, concernente «Innovazioni organizzative ed operative
introdotte e risultati conseguiti dall’Amministrazione doganale a seguito
della realizzazione del mercato interno europeo»;
ORDINA
che, ai sensi e per gli effetti dell’art. 3 della legge n. 20/94, copia
della presente deliberazione e della predetta relazione siano trasmesse,
5
a cura della Segreteria della Sezione, alla Presidenza della Camera dei
Deputati e del Senato della Repubblica, nonché al Ministro dell’economia
e delle finanze ed alle Amministrazioni convocate.
IL PRESIDENTE
(Dott. Tullio LAZZARO)
Il RELATORE
Cons. Luigi MAZZILLO
I CORRELATORI
Cons. Diodoro VALENTE
Cons. Renato SPETRINO
Corte dei Conti
Ufficio di controllo sulla gestione dei Ministeri economico finanziari
Innovazioni organizzative ed operative introdotte e risultati conseguiti
dall’Amministrazione doganale a seguito della realizzazione del mercato interno
europeo
Indagine programmata dall’Adunanza plenaria della
Sezione del controllo con deliberazione n.15/2000
del 10 febbraio 2000 (n.2 Gestioni di Entrata)
RELATORE
Cons. Luigi MAZZILLO
CORRELATORI
Cons. Diodoro VALENTE
Cons. Renato SPETRINO
Roma, 22 ottobre 2002
INDICE
PREMESSA
1
1.1.
1.2
2.
CONSIDERAZIONI GENERALI E DI SINTESI
Analisi comparata delle missioni istituzionali delle Dogane
europee
Innovazioni introdotte e risultati ottenuti dall’Amministrazione
doganale italiana
MERCATO INTERNO EUROPEO E SERVIZI DOGANALI
8
10
10
14
34
2.1
Obiettivi e regole di funzionamento del mercato interno europeo
34
2.2.
Sfide del mercato interno alla gestione dei servizi doganali
37
2.3.
Evoluzione del quadro normativo comunitario in materia doganale
40
2.4.
Missioni istituzionali ed assetti organizzativi delle Amministrazioni
doganali europee
45
3.
3.1
3.2
L’AMMINISTRAZIONE DOGANALE ITALIANA DI FRONTE
ALLE SFIDE DEL MERCATO INTERNO EUROPEO
Evoluzione del quadro normativo nazionale: normazione primaria
e normazione secondaria
Evoluzione dei modelli organizzativi
4
4.1.
AZIONI SVOLTE
50
50
53
57
57
4.1.2.
Riallocazione del personale ed ottimizzazione del suo impiego
Le nuove esigenze poste dalla realizzazione del mercato interno
europeo
Dotazioni organiche, presenze effettive ed impiego del personale
4.1.2.1.
Uffici doganali
66
4.1.1.
57
60
4.1.2.1.1. Determinazione dei carichi di lavoro nel settore doganale
4.1.2.1.2. Riallocazione delle risorse umane nel settore doganale
66
4.1.2.2.
Uffici tecnici di finanza
76
4.2.
Formazione del personale e automazione dei servizi
78
5.
5.1
5.1.1
5.1.2.
RISULTATI CONSEGUITI
Evoluzione delle entrate dell’Amministrazione doganale
Evoluzione dei proventi totali imputati all’Amministrazione delle
dogane e delle imposte indirette
Evoluzione delle entrate tributarie
2
68
83
83
83
86
5.1.3.
89
5.1.4.1.
Evoluzione delle entrate extra tributarie
Analisi delle anomalie gestionali di alcune tipologie di entrate extra
tributarie
Restituzioni, rimborsi, recuperi e concorsi vari
93
95
5.1.4.2
Proventi derivanti da servizi resi e da beni ceduti
97
5.1.4.3.
Proventi derivanti da concessioni, autorizzazioni e locazioni
102
5.1.4.4.
Proventi derivanti da attività di controllo
104
5.1.4.5.
Proventi derivanti da indennità e interessi di mora
106
5.1.5.
107
5.3.
Lotta al contrabbando
Analisi comparata dei risultati di entrata dell’Amministrazione delle
dogane e II.II.
Esame comparativo dell’attività e degli introiti doganali prima e
dopo la realizzazione del mercato interno europeo
Analisi degli obiettivi e dei risultati di produzione
121
130
5.3.1.
Direttive generali e referti del controllo interno
130
5.3.2.
139
5.4.
Analisi dei risultati di produzione
Analisi storica dei risultati di produzione dell’ex Dipartimento delle
dogane e II.II.
Analisi comparata con gli altri ex Dipartimenti dei risultati di
produzione dell’ex Dipartimento delle dogane e II.II.
Attività di controllo
145
149
5.4.1
Attività di controllo dell’Amministrazione doganale italiana
149
5.4.2
Analisi comparata, a livello comunitario, dell’attività di controllo
163
5.4.2.1.
Quadro complessivo di raffronto
163
5.4.2.2.
Attività di contrasto delle frodi e delle irregolarità
168
5.4.2.3.
Tipologie delle frodi e delle irregolarità
170
5.4.2.4.
Linee di tendenza
171
5.5
I rapporti con l’utenza
173
6
IL RUOLO DELLA GUARDIA DI FINANZA
Attività di gestione ordinaria e di controllo svolta dalla Guardia di
Finanza in materia doganale
Modificazioni intervenute per la Guardia di finanza a seguito della
realizzazione del mercato interno europeo
Indagini ed analisi della Guardia di finanza in tema di I.V.A.
intracomunitaria
Analisi della Guardia di finanza in tema di trasformazioni
intervenute nell’assetto dei servizi doganali in Europa
180
5.1.4.
5.1.6.
5.2.
5.3.2.1.
5.3.2.2.
6.1
6.2
6.3
6.4
3
110
140
180
187
189
190
INDICE TABELLE
N. 1
N. 2
N. 3
N. 4
N. 5
N. 6
Normativa comunitaria in materia doganale
Normativa comunitaria in materia di accise
Aliquote Iva negli stati membri
Normativa nazionale in materia di accise
Situazione del personale: dotazione organica e presenze
Evoluzione del numero e della distribuzione del personale
dell’Amministrazione delle dogane e delle imposte indirette (1993-2000)
N. 7 Utilizzo delle risorse umane - 1997-1999
N. 8 Risorse umane per Funzioni Obiettivo (1997, 1998 e 1999)
N. 9 Distribuzione territoriale degli addetti - Anni 1996 – 1999
N. 10 Attività routinarie (Categoria A)
N. 11 Attività non valutabili numericamente (Categoria B)
N. 12 Risorse umane presenti nelle Circoscrizioni Doganali
N. 13 Principali risultati conseguiti dalle Circoscrizioni doganali
N. 14 Riepilogo delle attività svolte dalle circoscrizioni doganali
N. 15 Evoluzione dell’attività doganale rappresentata in termini di allocazione
delle risorse e di risultati conseguiti
N. 16 Evoluzione dell’attività doganale tradizionale in termini di dichiarazioni
equivalenti e di ore impiegate
N. 17 Risorse umane presenti negli UTF
Entrate accertate nel settore delle accise e rendimento orario delle attività
N. 18
dirette
Formazione professionale dell’Amministrazione doganale – Anni 1997N. 19
2000
N. 20 Funzionari inviati presso altre amministrazioni degli stati membri e ricevuti
da altre amministrazioni comunitarie
Assegnazione di budget relativo alle risorse destinate alla formazione –
N. 21
Anno 2001
N. 22 Proventi totali dell’attività doganale
N. 23 Dipartimento delle Dogane – Entrate tributarie
Valori medi in miliardi delle riscossioni del periodo 1994/2000 – Entrate
N. 24
tributarie
N. 25 Dipartimento delle Dogane – Entrate extratributarie
N. 26 Valori medi in miliardi delle riscossioni del periodo 1994/2000
N. 27 Dati finanziari dei capitoli 3309, 3707, 3709 e 3710
N. 28 Dati finanziari dei capitoli facenti parte dell’U.p.b. 2.2.4 «Proventi relativi
ai servizi resi nell’interesse del commercio»
N. 29 Dati finanziari dei capitoli 2323 e 2369
N. 30 Dati finanziari del capitolo 2065
N. 31 Dati finanziari del capitolo 2308
N. 32 Dipartimento delle Dogane – Lotta al contrabbando
4
41
42
43
52
60
62
63
64
65
67
68
68
69
70
70
71
77
77
79
79
80
85
87
88
90
91
96
99
101
103
106
109
N. 33 Entrate del C.d.R. 2: Dogane e Imposte Indirette
N. 34 Titolo I - Dogane e Imposte Indirette - Attività di accertamento e controllo
N. 35 Titolo II - Dogane e Imposte Indirette - Attività di accertamento e
controllo. – Totale titoli I e II
N. 36 SETTORE DOGANE – Maggiori diritti evasi accertati distinti per tipo di
controllo. Anni 1998 – 2001
N. 37 SETTORE DOGANE – Maggiori diritti evasi accertati per struttura
territoriale di secondo livello Anni 1999 – 2001
N. 38 SETTORE DOGANE – Maggiori diritti riscossi per struttura territoriale di
secondo livello. Anni 1999 – 2001
N. 39 SETTORE ACCISE - Maggiori diritti evasi accertati e riscossi (obiettivo
monetario). Anni 1998 – 2001.
N. 40 SETTORE ACCISE - Maggiori diritti accertati per struttura territoriale di
secondo livello. Anni 1999 – 2001
N. 41 SETTORE ACCISE – Maggiori diritti riscossi per struttura territoriale di
secondo livello. Anni 1999 – 2001
N. 42 Evoluzione dell’attività doganale (numero operazioni)
N. 43 Valore statistico delle importazioni e degli acquisti
N. 44 Introiti Iva prima e dopo la creazione del mercato interno
N. 45 La rappresentanza nelle dichiarazioni doganali
N. 46 Introiti doganali dal 1992 al 1999
N. 47 Introiti doganali dal 1992 al 2000
N. 48 Allocazione delle risorse umane sulle “missioni” istituzionali
N. 49 Prodotti programmati e consuntivati
N. 50 Dipartimento delle Dogane e delle II.II.: risultati generali della gestione (
1997-1998 - 1999)
N. 51 Controlli automatizzati effettuati nell'ambito delle operazioni di
importazione ed esportazione nel corso degli anni 2000/2001
N. 52 Risultati dell'attività di verifica esterna INTRA nel 1994 e dal 1997 al 2001
N. 53 Risultati dell'attività di verifica esterna PLAFOND, revisioni ed altre
verifiche 1997/2001
N. 54 Attività di verifica esterna INTRA 1997/2001 - Distribuzione %
N. 55 Attività di verifica esterna PLAFOND, revisioni ed altre verifiche
1997/2001 - distribuzione %
N. 56 Risultati dell'attività di verifica esterna Intra 1997/2001
N. 57 Risultati dell'attività di verifica esterna Plafond 1997/2001
N. 58 Risultati dell'attività di verifica esterna. Revisioni di accertamento ed altre
verifiche 1997/2001
N. 59 Violazioni amministrative negli anni dal 1996 al 1999
N. 60 Violazioni penali negli anni dal 1996 al 1999
N. 61 Serie storica delle violazioni amministrative e penali (1992 – 2000)
N. 62 Attività di controllo degli Stati membri
N. 63 Frodi e irregolarità: importi accertati e già recuperati
5
111
112
114
116
116
117
117
118
118
121
122
123
124
126
128
141
143
148
152
153
154
155
156
157
158
159
160
161
162
163
168
N. 64
N. 65
N. 66
N. 67
Valutazione globale dei servizi resi dalle Dogane
Interpretazione della valutazione globale
Fattori ritenuti di maggiore importanza per l’utenza
Rimborsi orari del costo dei servizi resi dal Dipartimento delle dogane e
delle imposte indirette in fuori orario, da porre a carico di privati o enti
diversi da quelli pubblici
N. 68 Risorse destinate dalla Guardia di Finanza alla lotta al contrabbando
N. 69 Consuntivo interventi ispettivi - anni 1990/1999
6
175
176
176
179
182
185
INDICE ALLEGATI
N. 1 Indirizzi strategici ed attività avviate dalL’Agenzia delle Dogane per
migliorare l’efficacia e l’efficienza dell’azione amministrativa
N. 2 Osservazioni in data 21 ottobre 2002 dell’Agenzia delle dogane al testo del
referto deferito all’Adunanza della Sezione di controllo sulla gestione delle
amministrazioni dello Stato
N. 3 Il circuito doganale di controllo
Corsi di formazione organizzati dal Dipartimento delle Dogane nell’anno
N. 4
1992
Formazione del personale del Dipartimento delle Dogane negli anni 1993N. 5
1994
N. 6 Dati finanziari dei Capp. 1601, 1409 – art. 1 e 1203 – art. 2
N. 7 Dati finanziari dei Capp. 3970, 3971 e 2301
N. 8 Dati finanziari dei Capp. 3712 – artt. 1-7, 3703 e 3704
N. 9 Attività di controllo degli stati membri dell’U.E. – serie storica
216
219
222
231
N. 10 Frodi e irregolarità: importi accertati e tassi di recupero - Variazione
232
N. 11 Importi accertati – importi contabilizzati
233
N. 12 Vulnerabilità dei regimi doganali alle frodi e irregolarità
234
N. 13 Libera pratica : tipologia dei casi di frode/irregolarità
235
7
190
203
206
213
215
PREMESSA
Il presente referto costituisce la relazione conclusiva sui risultati dell’attività
istruttoria svolta per l’indagine n.2 - Gestioni di entrata, programmata con
deliberazione dell’Adunanza plenaria della Sezione del controllo n.15/2000 del 10
febbraio 2000. Ai fini del referto sono stati utilizzati anche i risultati pertinenti della
precedente indagine sull’Amministrazione doganale programmata per l’anno 1999 e
riportati nella relazione preliminare deferita alla Sezione in data 30 marzo 2000. Il
referto valorizza altresì elementi di analisi ripresi da precedenti relazioni e che
apparivano utili ai fini della completezza e della fondatezza delle valutazioni da
esprimere. Ciò spiega la diversità dei periodi di tempo considerati nelle analisi, anche
se, ogni volta in cui ciò è stato possibile, i dati sono stati aggiornati fino all’anno 2001
compreso.
L’Amministrazione doganale, da parte sua, nel corrispondere alle richieste
istruttorie, ha in via preliminare evidenziato che soltanto a partire dal secondo
semestre del 1997 è stato reso operativo un sistema organico di misurazione dei
risultati e delle prestazioni, sulla base di indicatori gestionali di efficienza, efficacia
ed economicità dell’azione amministrativa, progressivamente implementato ed
affinato nel corso degli anni. Per gli anni antecedenti al 1997 (e soprattutto prima del
1996), le informazioni disponibili, utili ai fini dell’indagine, sono pertanto limitate.
Inoltre, alcune di queste informazioni gestionali sono state censite con criteri non
omogenei nel tempo e, quindi, non idonei per la costruzione di serie storiche delle
prestazioni.
L’Amministrazione ha pertanto fatto presente che, per tali motivi, nonché per i
significativi mutamenti intervenuti nel periodo oggetto dell’indagine, è difficile
elaborare serie storiche di dati omogenei e completi e non è quindi possibile un
confronto puntuale fra le attività svolte nei diversi anni dal 1992 al 2001. Allo scopo,
tuttavia, di fornire informazioni utili all’indagine della Corte, si è dovuto, pertanto,
far ricorso a talune semplificazioni, adottando un metodo sintetico di analisi delle
prestazioni per macro-aggregati, che ha consentito di fornire indicazioni comunque
significative, se non in termini di valori assoluti, quanto meno in termini di dati di
tendenza sull’andamento (“trend”) dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione
amministrativa negli anni considerati.
Con una memoria fatta pervenire in vista dell’Adunanza della Sezione e nel
contraddittorio orale svoltosi in tale sede l’Amministrazione ha ulteriormente
ridimensionato il grado di significatività dei dati gestionali forniti per gli anni
antecedenti al 1997, traendone la conseguenza dell’impossibilità di un raffronto
oggettivo tra forza lavoro e quantità della domanda, prima e dopo l’introduzione del
mercato interno europeo.
In questa stessa occasione l’Amministrazione ha evidenziato gli elementi di
discontinuità che l’istituzione dell’Agenzia ha fatto segnare sul piano sia
organizzativo (organizzazione per funzione e decentramento), sia degli atteggiamenti
e dei comportamenti (orientamento all’utenza e gestione per risultati e non più per
adempimenti).
Il referto si articola in cinque capitoli e in un’appendice. Nel cap.1 vengono
svolte le considerazioni generali e di sintesi, che emergono a conclusione delle analisi
8
successivamente svolte: dopo un preliminare richiamo alle similarità ed alle
differenze che caratterizzano le dogane europee dal punto di vista delle missioni loro
attribuite, si formulano una serie di valutazioni sull’adeguatezza delle azioni svolte e
dei risultati conseguiti dall’Amministrazione in riferimento ai vincoli ed alle
opportunità derivanti dal mercato interno europeo.
Il cap.2 offre un quadro sommario degli obiettivi e delle implicazioni del
mercato interno, degli sviluppi sul piano normativo a livello comunitario e sulle
missioni istituzionali e gli assetti organizzativi delle dogane nazionali. Il cap.3 tratta
dell’evoluzione della normativa e dell’organizzazione doganale in Italia negli anni
’90. I capitoli 4 e 5 danno rispettivamente conto delle azioni svolte - nel campo
dell’ottimizzazione dell’impiego del personale, della formazione e dell’automazione
dei servizi - e dei risultati comparativi conseguiti dall’Amministrazione doganale
italiana, in termini di introiti realizzati prima e dopo la realizzazione del mercato
interno, in termini di produzione e di controllo, nonché di soddisfazione dell’utenza.
L’appendice (cap.6), relativa al ruolo della Guardia di finanza in materia
doganale, è stata redatta, a fini di completezza del quadro di riferimento,
sostanzialmente riportando specifici elementi informativi forniti dal Comando
Generale del Corpo.
Le analisi sono state svolte utilizzando gli elementi forniti
dall’Amministrazione, ma anche documentazione ufficiale dell’Unione Europea e i
rendiconti generali dello Stato, nonché, come già anticipato, i risultati di precedenti
indagini della Corte. Tutti gli elementi istruttori considerati sono stati oggetto di
contraddittorio con l’Amministrazione controllata.
9
1. – CONSIDERAZIONI GENERALI E DI SINTESI
1.1.- Analisi comparata delle missioni istituzionali delle Dogane europee
Gli elementi raccolti ed i dati elaborati nella fase istruttoria dell’indagine sono stati
utilizzati per valutare i risultati dell’attività svolta dall’Amministrazione Doganale nel
periodo dal 1992 al 2001 con il fine di verificare la rispondenza delle modificazioni
introdotte nella struttura organizzativa e nella politica gestionale delle Dogane alle mutate
situazioni ed esigenze conseguenti alla realizzazione del mercato interno in Europa.
In conformità con quanto disposto dall’art.3, comma 4, della legge 14 gennaio 1994,
n.20, le valutazioni dello svolgimento dell’azione amministrativa della Dogana italiana si
fondano su analisi di tipo comparativo svolte attraverso raffronti di ordine sia storico che
spaziale. Relativamente a quest’ultimo tipo di comparazione, i termini di raffronto
considerati sono costituiti da strutture amministrative similari operanti sia in Italia (gli ex
dipartimenti del Ministero delle finanze), sia all’estero (le amministrazioni doganali degli
altri paesi europei).
L’analisi è stata svolta partendo dal presupposto che per assicurare l’effettivo ed
efficace funzionamento del mercato interno è indispensabile che le Amministrazioni
doganali degli Stati membri interagiscano ed ottemperino ai loro obblighi come se
costituissero un’unica Amministrazione, in modo da ottenere risultati equivalenti in
qualsiasi punto del territorio doganale della Comunità. Il conseguimento di tale obiettivo
presuppone che le Amministrazioni doganali degli Stati membri perseguano identiche
missioni istituzionali, abbiano analoghe funzioni ed adottino metodi di lavoro e procedure
operative uniformi.
E’ di comune accezione che tale omogeneità non sussisteva all’atto
dell’abbattimento delle barriere doganali (1.1.1993). L’attenzione si deve, pertanto,
accentrare sul processo di armonizzazione che si è realizzato in questi anni e sulle
trasformazioni che sono state a tal fine introdotte negli impianti normativi, negli assetti
organizzativi, nelle procedure e nelle modalità operative. Mancano, però, i dati per operare
un raffronto degli standard di efficacia e di efficienza raggiunti da tutti e quindici gli Stati
membri. Gli elementi parziali disponibili - e che riguardano, oltre all’Italia, solo altri tre
paesi (Regno Unito, Francia e Paesi Bassi) - consentono di procedere ad un’analisi
comparata, comunque significativa, dei criteri organizzativi e degli obiettivi strategici
adottati.
Prima di iniziare l’analisi comparata, è opportuno evidenziare che le missioni
fondamentali della nostra Amministrazione Doganale sono tre, e, grosso modo, con l’ordine
di priorità indicato:
riscossione degli introiti doganali e fiscali;
prevenzione e repressione delle violazioni doganali ed extradoganali;
erogazione di servizi alle imprese ed ai cittadini.
Anche negli altri Paesi la funzione tradizionalmente affidata alle Dogane è quella
della gestione e della riscossione dei diritti doganali, delle accise, dell’IVA e dell’imposte di
fabbricazione. Sotto questo profilo, occorre, anzi, rilevare che l’Amministrazione che
sembra ottenere i risultati migliori è quella olandese, atteso che i Paesi Bassi sono in
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assoluto lo Stato con il maggior numero di dichiarazioni doganali accettate (e la tendenza è
al costante aumento). Ed è un dato che deve indurre a riflettere sui motivi di tale preferenza
da parte degli operatori internazionali, al fine di verificare se ciò sia da porre in relazione
esclusivamente con fattori ottimali di efficienza e di economicità raggiunti dalle
infrastrutture portuali e dalla dogana olandese, o se la scelta sia anche da attribuire ad una
minore rigorosità dei controlli. Non risulta che alcuna analisi di questo tipo sia mai stata
avviata, né a livello comunitario né nazionale, ma, a seconda della risposta che verrà data a
tale ipotetica domanda, dovrebbero essere promosse dalla nostra Amministrazione – e dalle
Amministrazioni degli altri paesi anch’essi a basso indice di dichiarazioni doganali iniziative volte a semplificare e snellire le procedure nazionali di sdoganamento, da una
parte, ed a sollecitare le istituzioni comunitarie per ottenere uniformità di indirizzo nella
effettuazione dei controlli alle frontiere esterne, dall’altra.
Se tutte le Amministrazioni oggetto di esame hanno in comune l’obiettivo primario
della funzione impositiva, una differenziazione va registrata per quanto riguarda le altre
missioni istituzionali: nel Regno Unito ed in Francia una funzione essenziale è quella di
assicurare la tutela delle imprese, mediante la riduzione degli oneri per le aziende ed il
commercio e l’offerta di consulenza sulle questioni di politica doganale e fiscale; nei Paesi
Bassi viene invece prestata maggiore attenzione alle funzioni non fiscali di interesse sociale,
quali l’attività di contrasto al traffico di droga e di armi e la tutela della salute pubblica e
dell’ambiente; in Italia, infine, viene particolarmente privilegiata la funzione di prevenzione
e di repressione delle frodi.
La differenza di impostazione riflette, in modo evidente, interpretazioni diverse
della funzione doganale: per le Amministrazioni inglese e francese la dogana deve costituire
un fattore di sostegno allo sviluppo economico e, in quanto tale, deve essere in grado di
fornire un servizio di qualità agli operatori ed alle imprese commerciali, intesi come clienti,
privilegiando conseguentemente la semplificazione delle procedure e l’economicità delle
prestazioni; l’Amministrazione olandese, oltre a contribuire significativamente al ruolo
emporiale da sempre svolto - per posizione geografica e vocazione storica - dal proprio
Paese, assolve anche compiti extratributari ed extra commerciali, volti a tutelare la
sicurezza ed il benessere dei cittadini, compiti che le sono comunque conferiti in virtù della
presenza strategica alla frontiera; l’Amministrazione italiana ha dato a lungo l’impressione
di essere ancorata ad un’interpretazione della funzione doganale prevalentemente in termini
di controllo ispettivo-formale e di essere, di fatto, poco incline alla concezione di servizio
reso a supporto del sistema produttivo nazionale e delle relazioni commerciali con l’estero.
Pur tenendo in debita considerazione il fatto che le scelte legislative operate a livello
nazionale condizionano indubbiamente la politica doganale in termini di attribuzioni e di
competenze, non può, quindi, non rilevarsi che, a fronte di compiti pressoché identici loro
demandati, sembrano persistere difformità di impostazione tra le Amministrazioni in esame.
In particolare, nel Regno Unito sono specificamente previsti piani operativi orientati
al cliente (customer-focused) per l’assistenza e la sensibilizzazione del contribuente. In
Francia le priorità per le dogane sono costituite dall’accentuazione dell’azione economica
diretta al sostegno dello sviluppo delle imprese, migliorando le performance del sistema di
sdoganamento, ed alla semplificazione e modernizzazione dell’imposizione diretta per
alleggerire le formalità amministrative delle piccole e medie imprese. In entrambe le
Amministrazioni l’utente è al centro del sistema, per cui, una volta assicurata la tutela degli
interessi finanziari della Comunità, tutte le risorse sono dedicate al miglioramento del
servizio al pubblico. A tale proposito è significativo il fatto che la riduzione delle frodi,
peraltro tenacemente perseguita, non costituisce una delle missioni istituzionali esplicite del
sistema doganale, ma rappresenta piuttosto un “risultato atteso”, ovvero la naturale e logica
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conseguenza di metodi di lavoro moderni e di prestazioni qualitativamente elevate: in
estrema sintesi, la puntuale applicazione delle norme e la razionalizzazione delle procedure
consentono di automaticamente contrastare le attività illecite.
Anche per i Paesi Bassi l’intensificazione della lotta alla frode è
imprescindibilmente legata all’ottimizzazione dei processi, alla centralizzazione delle
informazioni e della knowledge ed all’analisi dei rischi e, prima ancora di costituire un
obiettivo strategico, rappresenta la logica conseguenza dell’attività di gestione e di controllo
in materia di importazioni, esportazioni e transito delle merci.
In Italia la prospettiva è apparsa per lungo tempo capovolta, essendo l’attività di
prevenzione e contrasto delle frodi una delle fondamentali missioni istituzionali della
dogana, al fine, peraltro, più di tutelare gli interessi finanziari dello Stato e meno il
commercio legittimo.
Orbene, queste differenze potrebbero sembrare fondate su mere disquisizioni
terminologiche, ma in realtà riflettono un’impostazione che condiziona in modo sostanziale
l’approccio metodologico ed operativo: se l’attenzione prioritaria è concentrata
sull’efficacia dei controlli, le semplificazioni procedurali finalizzate a favorire la fluidità dei
traffici rappresentano un’opzione secondaria, praticabile solo se, e nella misura in cui, non
confligga con l’attività antifrode. Tale scelta concettuale - unita alla pluralità dei soggetti
che, a vario titolo, ma anche concorrenzialmente, intervengono nei controlli sulle merci
importate o esportate (Guardia di Finanza, Polizia, Guardia Forestale, Autorità sanitaria,
Autorità veterinaria, organismi di tutela dei beni culturali) - non contribuisce certo a ridurre
gli adempimenti e gli oneri a carico degli operatori, con conseguente perdita di
competitività del nostro Paese nello scenario commerciale internazionale.
Gli elementi di valutazione emersi dall’analisi comparata delle missioni istituzionali
e dei modelli organizzativi delle Amministrazioni doganali dei quattro Stati membri
suggeriscono importanti spunti di riflessione: con la progressiva diminuzione del livello dei
dazi, i costi delle procedure doganali incidono in misura sempre maggiore sulle transazioni
commerciali. E’, quindi, necessario evitare che tali costi diventino comparativamente
sproporzionati e vanno conseguentemente messe in pratica tutte le possibili soluzioni per
operarne la riduzione.
Tale obiettivo può essere conseguito promuovendo il miglioramento dei metodi di
lavoro, sviluppando l’informatizzazione e la standardizzazione delle procedure ed attuando
un sistema di controlli basato su un’analisi dei rischi “scientifica” ed alimentata da un
costante e sistematico flusso di informazioni sulla natura e sulla consistenza dei traffici
commerciali che interessano il nostro Paese.
Un contributo suppletivo non trascurabile può essere a tal fine fornito anche dal
raffronto sistematico con le performance istituzionali delle Amministrazioni doganali degli
altri Stati membri per verificare criticamente la validità delle soluzioni adottate a livello
nazionale (benchmarking).
Tuttavia, l’elemento veramente determinante per promuovere sul mercato
comunitario ed internazionale la competitività del sistema doganale italiano è costituito
dalla consapevolezza del nuovo ruolo che le dogane sono chiamate a svolgere nell’ambito
del mercato unico: muovendo dal presupposto che il compito delle dogane comunitarie è
non più solo quello di tutelare adeguatamente gli interessi finanziari dei singoli Stati e
dell’Unione, ma anche quello di assicurare parità di trattamento agli operatori e di
adoperarsi per garantire un contesto favorevole alle imprese, è indispensabile orientare gli
obiettivi strategici al conseguimento di tali finalità e modulare di conseguenza le stesse
scelte procedurali ed operative.
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Così come schematicamente illustrata nella nota fatta pervenire
dall’Amministrazione alla vigilia dell’Adunanza e riportata come allegato 1 - la nuova
filosofia di azione concordata dall’Agenzia delle dogane con il Ministero dell’economia e
delle finanze, attraverso le apposite convenzioni annuali, sembra chiaramente volersi
muovere in questa direzione, per quanto riguarda sia il modello organizzativo
(decentramento ed amministrazione per funzione e non più per tributo), sia i modelli
comportamentali (orientamento all’utenza, alla qualità ed alla competitività, valutazione in
base ai risultati e spinta all’adozione delle best practices), sia la riprogettazione, in una
logica di coerenza con, e di supporto delle, linee di sviluppo strategico programmate, delle
attività formative, del sistema informativo doganale, delle verifiche e dei controlli e della
cooperazione con le amministrazioni doganali degli altri Stati.
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1.2.- Innovazioni introdotte e risultati ottenuti dall’Amministrazione doganale
italiana
In linea di principio e da un punto di vista generale, gli elementi acquisiti e le
valutazioni effettuate al termine delle analisi svolte indicano, per le Dogane italiane, la
presenza di una serie di criticità che verranno chiaramente evidenziate e che non
possono essere in alcun modo sottovalutate. Nello stesso tempo, però, ciò va visto alla
luce del dato fondamentale che si tratta di carenze di cui l’Amministrazione doganale è
ormai avvertita e che, pertanto, formano già oggetto di attenta riflessione e valutazione
e, in non pochi casi, di specifici interventi correttivi. C’è anzi di più. Nel senso che
all’indagine della Corte l’Agenzia delle dogane – così come, per quanto ne era stato
richiesto, il Comando Generale della Guardia di finanza – ha collaborato con grande
convinzione ed impegno, utilizzandola come occasione di autoanalisi a fini di
autocorrezione. In ciò, peraltro, facilitata dal nuovo modello organizzativo di agenzia,
che, in ragione dell’elevato grado di autonomia gestionale che lo caratterizza, nello
stesso tempo consente ed obbliga a porsi in un’ottica autocritica ed a progettare
l’innovazione e l’eccellenza. Comincia, pertanto, ad intravedersi l’immagine di
un’Amministrazione attivamente impegnata in un reale sforzo di rinnovamento dei processi
e degli strumenti, non solo sul piano organizzativo, ma anche (e soprattutto) sul piano
culturale e dei comportamenti, per far fronte alle sfide dell’integrazione europea e
dell’evoluzione della realtà economica internazionale.
Indicazioni nel senso di un evidente aggiornamento in atto della cultura
amministrativa delle Dogane italiane emergono in termini abbastanza espliciti da
documenti recenti, quale è il caso della nota prima citata, e trovano il loro fondamento in
tutta una serie di atti, che, a cominciare dalle ultime Direttive annuali dei Ministri, hanno
riorientato la missione e la strategia operativa delle dogane italiane. Temi ricorrenti di tali
documenti di indirizzo, come si potrà meglio vedere dal seguito della trattazione, sono,
infatti, in particolare:
-
il miglioramento dei servizi all’utenza
-
la semplificazione e la speditezza
-
la tutela della concorrenza, dei mercati e dei consumatori
-
la lotta alle frodi, ai traffici illeciti ed alla connessa criminalità
-
il coordinamento delle strutture civili e militari e la realizzazione dei necessari
raccordi al fine di eliminare sovrapposizioni e duplicazioni
-
lo sviluppo di nuove professionalità e la riconversione delle qualifiche.
A tal proposito, va, però, anche detto che, dal riscontro con i reports del Servizio di
controllo interno, oltre che con le altre analisi contenute nel seguito del referto, emerge che
l’attenzione ai temi di rilievo, in mancanza di un’adeguata specificazione dei progetti e per
l’insufficienza di consuntivazione dei risultati, è stata in realtà per lo più solo generica e di
facciata.
Ciò può rappresentare anche il motivo per il quale permangono carenze di ordine
gestionale, contraddizioni e ritardi che tuttora incidono sull’efficienza e sulla speditezza
dell’azione amministrativa, penalizzando la competitività del sistema doganale nazionale
nel più generale contesto europeo. Anche se il difetto di fondo continua probabilmente ad
essere di natura soprattutto culturale, nel senso del persistere della percezione dell’attività
svolta come ancora governata più dalla logica della riscossione di gabelle fine a se stessa e
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meno da quella del servizio all’utenza. E ciò, proprio quando un esame anche sommario dei
dati statistici porta ad evidenziare in modo inequivocabile lo stretto legame fra attività
doganale ed attività commerciale ed industriale. Può bastare per convincersene il
fenomeno della continua e sistematica riduzione delle importazioni temporanee a fronte del
progressivo aumento delle esportazioni temporanee (rispettivamente –58,23% e +41,3% tra
il 1992 e il 1999): dimostrazione evidente, da un lato, dell’affermarsi di metodi e di tecniche
di lavorazione moderne anche nei paesi che erano prima obbligati ad avvalersi della
capacità di trasformazione delle imprese italiane, e, dall’altra, della tendenza degli
imprenditori italiani a far lavorare i propri prodotti in Paesi con costi di manodopera
inferiori.
L’articolata e dettagliata analisi svolta fa emergere, infatti, la presenza di una serie
di criticità, fra le quali una delle più importanti si riferisce alla riallocazione ed all’utilizzo
del personale: nonostante la notevole contrazione delle attività tradizionali, la consistenza
del personale è rimasta sostanzialmente invariata per tutti gli anni ’90. Il personale del
settore doganale risultato in esubero è stato riallocato nei controlli INTRA e nelle attività
burocratiche di supporto a livello centrale e compartimentale. Tale scelta - probabilmente
inevitabile nel breve termine – è diventata permanente, sicché l’Amministrazione ha finito
con il dimensionarsi su un numero invariato di forza lavoro, a fronte di una riduzione di
attività che, basandosi sui dati originariamente forniti dall’Amministrazione, per il settore
doganale ancora nel 1999 era pari al 47% del livello raggiunto nel 1992.
A tal proposito, l’Amministrazione ha in corso d’istruttoria successivamente
argomentato che le operazioni doganali di import/export intracomunitario effettuate fino al
1992, valutate in termini di tempo unitario di lavorazione richiesto, sarebbero state più
“leggere” di quelle relative ai paesi extra comunitari. Dai dati originariamente forniti
risultava un coefficiente di equivalenza di 7 operazioni intracomunitarie per una extra
comunitaria. Si tratta di un rapporto decisamente elevato e che non poteva non suscitare
perplessità e interrogativi sulla sua eventuale strumentalità a giustificare ex post la scelta di
invarianza dei livelli di personale. Nell’ultima fase dell’attività istruttoria
l’Amministrazione ha rettificato gli originari calcoli di equivalenza stimando in circa un
terzo e in circa un quarto il tempo di lavorazione di una dichiarazione doganale necessario,
rispettivamente, per una dichiarazione di importazione ed una dichiarazione di esportazione
intracomunitaria rispetto al tempo necessario per una dichiarazione di importazione o di
esportazione extra comunitaria. A parte le residue perplessità sull’effettiva fondatezza di tali
rapporti di equivalenza in ragione della mancata esplicitazione dei criteri seguiti per
calcolarli, anche utilizzando i rapporti di equivalenza indicati dall’Amministrazione
verrebbe, comunque, ad essere radicalmente modificato il profilo dell’evoluzione
dell’attività doganale successivamente al 1992: si può, infatti, stimare che il numero delle
dichiarazioni equivalenti lavorate nel 1992 sale da 7.110.000, come indicato
dall’Amministrazione, a 8.329.000, e, conseguentemente, le dichiarazioni doganali del 1999
risultano, rispetto al 1992, diminuite del 7,94% e non già aumentate del 7,85%.
Nella stessa luce va visto anche il fenomeno – strettamente correlato –
dell’apparente maggiore efficienza delle attività tradizionali evidenziata dalla riduzione del
tempo unitario di sdoganamento da 77,31 minuti nel 1992 a 25,22 minuti nel 1999: la
variazione dipende anche dal peso, come si è visto troppo leggero, attribuito alle operazioni
di sdoganamento relative ai paesi comunitari fino a tutto l’anno 1992. Ciò induce anche a
riflettere sullo scarso effetto che sembra aver avuto in termini di riduzione del personale o
del suo migliore utilizzo la stessa attivazione del “circuito doganale di controllo” che ha
consentito, con il “canale verde”, di escludere dal controllo documentale e dalla visita delle
merci ben l’85% delle dichiarazioni presentate in Dogana.
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Più credibile appare il dato sul miglioramento del rendimento orario (in milioni di
lire) delle attività dirette degli Uffici Tecnici di Finanza – UTF (da 13 nel 1992 a 19,43 nel
2000), anche se qui va osservato come per l’intero decennio degli anni ’90 l’incidenza delle
attività dirette non sia stata analiticamente rilevata, ma sia stata semplicemente calcolata
come percentuale fissa (82,5%) delle ore complessivamente impiegate, e ciò, secondo
quanto precisato dall’Amministrazione, per l’indisponibilità di dati certi ed omogenei di
confronto.
In tale luce, appare poco credibile anche l’entità (oltre 29%) della carenza di
personale rispetto alle piante organiche definite con DPCM 2 dicembre 1996. E ciò, per le
evidenti distorsioni dovute all’eccessiva importanza che in sede di definizione delle
dotazioni organiche è stata data ai carichi storici di lavoro, ai parametri normativi ed alle
attività tradizionali ed all’altrettanto chiara sottovalutazione degli effetti di riduzione dei
carichi di lavoro indotti dalla realizzazione del mercato interno, dalle innovazioni
organizzative e procedurali (canale verde, informatizzazione, semplificazioni procedurali,
ecc.) e dall’aumento dell’area delle attività nuove e meglio organizzate (dogane
aeroportuali, ecc.). Né alla fissazione di tempi standard di lavorazione che non
certificassero, con qualche ulteriore margine di manovra, la situazione esistente, ma che,
invece, riflettessero l’orientamento all’innovazione ed all’adozione delle best practices ha
contribuito l’essersi limitati a calcolare i tempi unitari delle attività routinarie come una
media delle medie dei tempi proposti dalle Direzioni compartimentali.
A ciò si aggiungono le osservazioni critiche che attengono alla distribuzione
territoriale delle risorse umane effettivamente presenti, continuando a proporsi un
modello non ancora in linea con quello dettato dal raffronto con la domanda da
soddisfare. A tale specifico proposito devesi, peraltro, rilevare che, per ovviare alla
discrepanza tra distribuzione ottimale del personale e distribuzione effettiva, nonché per
attuare una corretta valutazione della capacità operativa impiegata, nessun contributo
realmente significativo risulta fornito dal sistema di pianificazione, programmazione e
controllo: il sistema di rilevazione dei dati, infatti, pur fornendo indicazioni in ordine alle
disfunzioni della struttura, non consente di individuare le conseguentemente occorrenti
misure correttive, sostanzialmente esaurendo la propria funzione in una mera rilevazione
statistica.
In effetti, il sistema adottato, pur avendo, comunque, il pregio di rappresentare uno
strumento di diffusione della cultura di misurazione dei risultati che deve ormai permeare
l’azione amministrativa, ha nel contempo il limite di calcolare il valore della produzione
solo in termini di risorse impiegate: ne deriva che il criterio di valutazione rimane ancorato
all’ottimizzazione dell’impiego delle risorse sotto il profilo quantitativo, piuttosto che
riferirsi all’efficienza del loro impiego, in termini di costi/benefici.
In tale ottica, la valutazione positiva o negativa dei risultati di gestione avviene,
quindi, soprattutto in funzione del maggiore o minore impiego di personale rispetto al
programmato ovvero in relazione al tempo unitario di produzione, piuttosto che con
riferimento alla qualità ed al valore della prestazione, con la conseguenza che la funzione
finora svolta dal sistema di controllo interno è più quella di descrizione dei processi e meno
quella della loro analisi. In ciò riproponendo, sia pure in misura certamente più limitata, le
carenze di cui soffrono un po’ tutte le amministrazioni dello Stato.
A prescindere dal parziale utilizzo delle potenzialità offerte dal sistema di controllo
interno, ulteriori profili di problematicità riguardano l’assenza di una consapevole
strategia di pianificazione aziendale in ordine alle risorse umane necessarie e
disponibili.
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In particolare, dagli elementi acquisiti non risulta che siano stati effettuati studi in
termini di costi-benefici sulla opportunità o meno di mantenere operative alcune dogane che
svolgono un’attività circoscritta solo ad alcuni servizi (ad es. bunkeraggi) o limitata ad
alcuni periodi dell’anno per motivi ambientali o di flussi turistici; né risulta essere stata
neppure realizzata in modo sistematico alcuna previsione concernente i posti vacanti per
turnover obbligatorio, sia a livello dirigenziale che per i quadri superiori ed intermedi, con
il rischio di compromettere, così, la funzionalità degli uffici, per l’impossibilità di porre in
essere tempestive sostituzioni; parimenti, per lungo tempo non sono state programmate
misure per reintegrare le carenze organiche in specifiche professionalità, con la
conseguenza di indurre una progressiva “amministrativizzazione” anche di funzioni
irrinunciabilmente tecniche (ingegneri e chimici).
E’ ben vero che a livello dirigenziale occorre disporre principalmente di una cultura
non tecnica ma manageriale, ma è più coerente e produttivo che in uffici che si
caratterizzano per un elevato tecnicismo delle prestazioni - quali gli UTF ed i laboratori
chimici - la managerialità venga acquisita al bagaglio professionale più di ingegneri e di
chimici e meno a quello di dirigenti amministrativi che si trovano a dover improvvisare
professionalità completamente estranee alla propria formazione, con il risultato di
incontrare sicure difficoltà quando si tratta di dover esprimere valutazioni di merito sui
servizi tecnici da erogare agli utenti o sulle metodologie di controllo da attuare.
Va, infine, rilevato che nessun efficace tentativo risulta sia stato compiuto per
operare sistematiche manovre correttive ai fini di una più funzionale distribuzione del
personale avvalendosi delle risorse umane che si sono rese disponibili per effetto della
diffusione delle procedure semplificate e della attivazione del circuito automatizzato di
controllo delle dichiarazioni doganali denominato “canale verde”: entrambe tali innovazioni
hanno consentito di ridurre le attività inerenti ai processi di sdoganamento, ma non è chiaro
quale sia stato l’utilizzo delle risorse in tal modo recuperate. Gli indizi che emergono
dall’analisi successivamente svolta sono tuttavia quelli del loro impiego soprannumerario
nelle strutture burocratiche di supporto a livello centrale e compartimentale.
Con la nota fatta pervenire in vista dell’Adunanza della Sezione (Allegato n.2) e in
sede di contraddittorio orale svoltosi in tale circostanza, i rappresentanti
dell’Amministrazione hanno praticamente negato la possibilità stessa di operare raffronti
oggettivi tra i carichi di lavoro del 1992 e quelli attuali, in ragione sia della carenza e
dell’inaffidabilità dei dati gestionali relativi agli anni antecedenti all’introduzione del
mercato interno, quando le Dogane si limitavano ad essere vere e proprie “fabbriche di
dichiarazioni doganali” e le attività di back office erano completamente trascurate, sia dei
rilevanti mutamenti, normativi ed operativi, intervenuti nel periodo oggetto dell’indagine. Si
tratta, come si vede, di una posizione che fa segnare un’evoluzione radicale rispetto alle due
fasi precedenti, quando erano stati forniti elementi informativi di cui si evidenziava, sì, la
scarsa accuratezza, senza negarne, tuttavia, la significatività in termini di ordine di
grandezza, nel senso della loro idoneità ad indicare il trend. Ed è in tal senso, appunto, che
la Corte si è limitata ad intenderli, formulando valutazioni di ordine generale che segnalano
un insufficiente sforzo di recupero di efficienza e che non vengono contraddette, ma
semmai rafforzate, da quanto da ultimo affermato dagli stessi rappresentanti
dell’Amministrazione in ordine:
a)
all’avvenuta riduzione della dotazione organica del personale, che è
passata dalle 14.172 unità previste dal DPCM del 1996 alle 13.896 unità
definite nel Regolamento di Amministrazione dell’Agenzia;
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b)
all’annuncio che sarà effettuata un’ulteriore rivisitazione delle esigenze
quantitative e qualitative di personale, in conseguenza della progressiva
semplificazione ed automazione dei processi, del correlato
completamento di taluni importanti progetti tecnologici (utilizzo di
scanner per il controllo fisico delle merci, ecc.) e del completamento della
trasformazione organizzativa in atto;
c)
alla decisione di assicurare, nella prima fase di operatività dell’Agenzia,
nonostante le accresciute responsabilità di presidio della salute pubblica e
della sicurezza alle frontiere, solo la copertura del turn over per le figure
apicali e comunque fortemente professionalizzate, indispensabili per il
conseguimento dei compiti istituzionali.
In ogni caso, la tesi che non si potesse ridurre il numero degli addetti è difficilmente
sostenibile se si tiene conto, non solo della riduzione del numero delle dichiarazioni dovuto
all’introduzione del mercato interno, ma anche degli effetti dell’adozione delle procedure
semplificate e domiciliate e del Circuito di Controllo Automatizzato (“canale verde”),
nonché dello sviluppo del sistema informativo automatizzato e della telematizzazione delle
dichiarazioni. Di ciò sembra ora pienamente consapevole la dirigenza dell’Agenzia, come
dimostrano i provvedimenti assunti e gli orientamenti manifestati, e dei quali si è appena
dato conto.
Anche il settore della formazione si presta a più di qualche rilievo di carattere
critico, per il fatto che, pur dovendosi registrare, in positivo, un sistematico incremento
delle attività formative in termini di ore/uomo erogate al personale, non risulta che i discenti
siano stati consapevolmente selezionati sulla base di criteri predeterminati - in funzione
della utilità del corso in relazione al lavoro effettivamente svolto, e neppure all’anzianità di
servizio - né che siano stati verificati i risultati dell’investimento formativo in termini di
migliori prestazioni rese. In pratica, gli interventi di qualificazione o di aggiornamento
professionale appaiono essere stati effettuati senza seguire precise logiche produttive e
senza prestare sufficiente attenzione al rapporto tra costo sostenuto e benefici ricavati
dall’Amministrazione. Conseguentemente, l’attività di formazione ha dato al miglioramento
delle performance istituzionali un contributo tutto sommato solo frammentario e marginale,
e comunque non proporzionato ai costi sostenuti.
La logica è stata sostanzialmente quella di fermarsi alla prima fase, quella
dell’erogazione di una formazione diffusa e generalizzata, che effettivamente rappresenta
una scelta obbligata nella fase iniziale del percorso professionale (c.d. “corsi di formazione
prima nomina”). Dimenticando, però, che si impone anche una fase successiva, per
corrispondere all’esigenza di operare scelte selettive, puntando alla specializzazione in
funzione della professionalità richiesta nello svolgimento delle specifiche funzioni: una
partecipazione indiscriminata ai corsi rischia di non portare a registrare alcun reale
miglioramento nei servizi erogati, limitandosi di fatto a tradursi in elemento di
gratificazione del personale fine a se stessa, ancorché talvolta comprensibilmente funzionale
al soddisfacimento dell’esigenza degli stessi responsabili degli uffici di poter disporre di
qualche strumento di incentivazione, anche se improprio, per ovviare agli automatismi
economici o di progressione in carriera.
Dai dati forniti non risulta, inoltre, che sia stata prestata la dovuta attenzione
all’aggiornamento delle professionalità tecniche, sia per quanto riguarda gli ingegneri che
per quanto concerne i chimici: nel caso di questi ultimi, la carenza di corsi di
aggiornamento è macroscopica e indubbiamente incomprensibile, se solo si pensa alla
radicale evoluzione delle metodiche analitiche ed agli sviluppi della ricerca nel settore
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merceologico. Aver trascurato tali specifiche professionalità ha significato depauperare
l’Amministrazione di un capitale di conoscenze tecniche che dovrebbero essere invece
sistematicamente coltivate ed affinate per poter fornire agli utenti un servizio qualificato e
competitivo.
Si tratta di un orientamento che non è, peraltro, in linea con le scelte legislative
effettuate sin dall’atto della istituzione del Dipartimento, con l’espressa attribuzione ai
laboratori chimici di compiti di studio, ricerca e documentazione nel campo della chimica
analitica ed applicata, nonché della facoltà di rilasciare agli operatori economici specifiche
certificazioni sulla composizione e sulla conformità delle merci in esportazione al fine di
agevolarne la commercializzazione all’estero (art. 17 del decreto legislativo 26 aprile 1990,
n. 105).
Parimenti, gli Uffici Tecnici di Finanza svolgono compiti di consulenza tecnica, di
collaudo e di controllo tecnico, effettuano collaudi e rendono pareri di congruità
nell’acquisizione di beni e servizi e forniscono consulenza professionale richiesta da altri
organi dello Stato (art.16 del D. L.vo n. 105/1990): ne consegue che anche tali
professionalità necessitano di un aggiornamento sistematico che non risulta essere stato
previsto nella pianificazione degli interventi formativi.
Un ulteriore elemento di perplessità è costituito dall’esiguità del numero degli
scambi di funzionari effettuati nell’ambito del progetto comunitario Matthaeus: tenuto
conto dell’importanza strategica rivestita da tale iniziativa ai fini di una reale integrazione
professionale e di un proficuo scambio di esperienze lavorative, appare controproducente
che l’Amministrazione doganale non si sia avvalsa in misura più cospicua di detta
opportunità, peraltro interamente sovvenzionata dalla Commissione europea. Sarebbe stato
il miglior mezzo per conoscere e verificare procedure e sistemi nei paesi membri dell’U.E.,
nonché le ragioni di alcune deviazioni di traffico. Poiché i motivi di tale ridotta
partecipazione non sono stati chiariti, possono essere avanzate solo congetture in merito ad
un’eventuale carenza di informazione del personale ovvero a difficoltà di ordine linguistico:
in tale ultima ipotesi, i corsi di lingua sistematicamente previsti nei programmi annuali di
formazione risultano evidentemente infruttuosi e finiscono nel tradursi in un onere
economico privo di risultati apprezzabili.
L’osservazione di ordine generale che può essere fatta a proposito dell’attività di
formazione svolta nel passato riguarda, comunque, la mancanza di un piano strategico
globale finalizzato al conseguimento di obiettivi predeterminati sulla base di priorità e di
criteri definiti in relazione alle esigenze funzionali dell’Amministrazione. In altri termini,
l’impressione che conclusivamente si ricava esaminando i dati forniti è quella di un
approccio non sistematico, finalizzato all’erogazione di un ammontare di ore pro-capite di
formazione entro il limite degli stanziamenti di spesa, secondo un criterio puramente
quantitativo: non a caso viene indicato come unico segnale di positivo sviluppo
l’incremento registrato ogni anno delle ore di formazione somministrate ai dipendenti. E’
mancato un piano pluriennale finalizzato a realizzare una riconversione professionale resa
necessaria dal mutato contesto giuridico ed economico e dalla evoluzione delle logiche
organizzative ed operative. Né si rinviene traccia di criteri selettivi, per la scelta delle
materie e dei discenti, improntati a parametri funzionali, quali, ad esempio:
la selezione della popolazione dei discenti in ragione dell’età anagrafica e della
anzianità di servizio (privilegiare i giovani per investire nel futuro
dell’Amministrazione);
la scelta delle materie in relazione ai settori in cui sono stati riscontrati i più evidenti
disservizi;
19
la previsione di corsi monografici riservati in ragione delle specificità professionali;
l’individuazione di particolari aree geografiche da privilegiare con riferimento alla
tipologia degli istituti doganali maggiormente utilizzati dagli operatori.
Anche per quanto riguarda il consuntivo, per gli interventi formativi non sembrano
essere state effettuate valutazioni circa l’esito dei corsi ed i benefici conseguiti in termini di
miglioramento della qualità delle prestazioni e dei servizi: a titolo puramente
esemplificativo, si rileva che nessuna comparazione è stata effettuata tra il numero dei
dipendenti che hanno frequentato corsi di lingua ed il numero di coloro che si sono recati
all’estero per partecipare a riunioni, seminari o scambi con colleghi di altre
Amministrazioni; parimenti non è stato verificato se coloro che hanno frequentato corsi
specialistici siano poi stati applicati ai relativi settori operativi e se il servizio ne abbia
ricavato un concreto beneficio in termini di velocizzazione delle procedure; o, ancora, se la
maggiore competenza acquisita abbia influito positivamente anche nei rapporti con l’utenza,
determinando una riduzione apprezzabile del contenzioso.
In definitiva, a fronte della varietà dei criteri che potevano essere adottati per varare
e testare un sistema di formazione e di aggiornamento professionale, si ha l’impressione che
l’Amministrazione si sia il più delle volte limitata a recepire acriticamente i nominativi
segnalati dai vari dirigenti, attuando, così, una gestione routinaria priva di riscontri
strategici e qualitativi. Non si è, in altri termini, tenuto conto del fatto che la formazione non
può consistere in un semplice processo di trasferimento di conoscenze e di tecniche, ma
deve agire sull’intero quadro organizzativo, sviluppando le capacità dei singoli di utilizzare
le conoscenze settoriali ed interfunzionali, per creare modelli di comportamento innovativi
che assecondino i mutamenti strutturali.
Riassumendo, si può dire che il processo formativo non è stato impostato tenendo
sempre conto delle finalità istituzionali e delle necessità operative del sistema doganale, né
è stato sempre utilizzato quale strumento per lo sviluppo di una professionalità orientata al
cambiamento ed al risultato, con la conseguenza che il servizio formativo erogato non si è
potuto compiutamente e coerentemente tradurre in chiave progettuale ed operativa. Non
essendo stata effettuata un’analisi delle esigenze da soddisfare e degli obiettivi da
conseguire, nel passato non sono stati predisposti programmi diretti a sviluppare la
professionalità dei dipendenti ed a diffondere metodi di lavoro e tecniche gestionali
rispondenti alle missioni istituzionali del sistema doganale: in tal modo l’attività formativa
ha mancato l’opportunità di qualificarsi come elemento di crescita qualitativa e di
trasformazione culturale.
Maggiormente in linea con il soddisfacimento di queste esigenze e consapevoli delle
carenze del passato appaiono i nuovi orientamenti e i nuovi programmi da ultimo
illustrati dall’Agenzia e che portano a configurare una strategia formativa di ampio respiro,
finalizzata proprio a sostenere e ad accelerare il processo di cambiamento, con attività di
formazione specificamente indirizzate alle tre aree tematiche che appaiono come le più
critiche: tecnica (non solo area giuridica, ma anche, specificamente, accise, dogane,
laboratori chimici, informatica, sistemi amministrativo-contabili), specialistica (antifrode),
valoriale/manageriale.
Per quanto concerne l’informatizzazione del sistema doganale, gli elementi forniti
dall’Amministrazione sono insufficienti per esprimere valutazioni articolate, anche se va
rilevato che tutti gli interventi operati hanno seguito una logica del tutto settoriale, nel senso
che sono stati di volta in volta individuati segmenti o aree da informatizzare, senza uno
sforzo di ridisegnare l’architettura complessiva del sistema, per cui si evidenzia
l’opportunità di una revisione di tutti i processi, in modo da conferire coerenza al sistema
20
mediante una strategia globale per l’utilizzo della” information technology” nel settore
doganale.
Per altro verso, appare tuttavia evidente lo sforzo di rinnovamento conseguente alla
reingegnerizzazione dei processi ed alla trasposizione informatica delle procedure secondo
gli standard comunitari ed in linea con quanto programmato, con il risultato, fra l’altro,
dell’alleggerimento del carico di lavoro degli uffici e della riduzione dei tempi di attesa
degli operatori. Di particolare interesse appaiono, inoltre, gli sviluppi da ultimo illustrati
dall’Amministrazione legati al ridisegno dell’intero sistema informativo doganale, che
dovrebbe, fra l’altro, assicurare:
-
la completa automazione di tutti i processi dell’Agenzia, per arrivare, ma solo a
fine 2005, allo sportello unico doganale (single window approach);
-
l’implementazione, accanto al “Nuovo sistema doganale”, dello sviluppo del
sistema gestionale dell’Agenzia (articolato in quattro sotto-sistemi: Contabilità,
Acquisti, Gestione delle risorse umane, Controllo di gestione): l’integrazione dei
due sistemi consentirà l’immediata ed automatica disponibilità delle
informazioni necessarie per il monitoraggio e la gestione dei processi, nonché
per la generazione e la comunicazione delle informazioni necessarie per il
controllo di gestione ed il supporto alle decisioni;
-
un’elevata telematizzazione delle dichiarazioni doganali che, oltre a
semplificare gli adempimenti degli operatori, consentirà il controllo di tutte le
dichiarazioni in tempo reale (secondo quanto comunicato dall’Amministrazione,
la dichiarazione telematica, per lungo tempo praticata solo da una minoranza di
utenti, costituirebbe già ora l’85% del totale delle dichiarazioni doganali).
Particolare rilevanza assume, poi, l’analisi delle trasformazioni intervenute a seguito
dell’abbattimento delle barriere doganali, partendo dalla positiva constatazione che l’esame
comparativo degli introiti conseguiti dopo la realizzazione del mercato interno evidenzia
una sostanziale invarianza delle risorse proprie riscosse per conto della UE rispetto agli anni
antecedenti al 1993. L’esame evidenzia, però, anche un consistente calo, sia del volume
degli scambi comunitari, sia dell’IVA interna accertata, lasciando sospettare ampi fenomeni
di occultamento di cessioni e di acquisti intracomunitari, pur tenendo conto, naturalmente,
dell’influenza che può rappresentare il diverso andamento dei prezzi di acquisto all’interno
dell’Unione e di quelli all’importazione.
Analisi puntuali sulle principali tipologie delle entrate extra tributarie hanno peraltro
evidenziato una serie di specifiche anomalie gestionali illustrate nel seguito del referto. Un
aspetto che tuttavia merita di essere in linea generale segnalato attiene alla mancata presa
d’atto – evidenziata dall’invarianza delle previsioni di introiti che risultano poi
sistematicamente sopravvalutati – della perdita di rilevanza di alcuni servizi
tradizionalmente resi dalle Dogane e che ora gli operatori preferiscono chiedere ai privati
e della drastica contrazione di altri servizi prima resi fuori orario (e quindi comportanti il
pagamento del rimborso dei relativi costi da parte degli utenti) ed ora ricompresi
nell’attività ordinaria a seguito dell’estensione a 10 ore del normale orario degli uffici.
Sotto un diverso profilo, non c’è, però, dubbio che una spinta al rinnovamento
abbia investito gli aspetti organizzativi, operativi e metodologici sin dal 1990, finalizzato ad
assicurare all’Amministrazione doganale una flessibilità operativa ed un dinamismo
gestionale adeguati alla complessità e delicatezza delle funzioni attribuite ai servizi
doganali, nonché alle esigenze della produzione e dei traffici. Si tratta di una trasformazione
che avrebbe dovuto non solo assicurare di poter far fronte alla mutata realtà comunitaria, ma
anche consentire di sfruttarne tutte le implicite potenzialità economiche.
21
Era, infatti, da attendersi che il venire meno delle frontiere intracomunitarie, con la
conseguente eliminazione dei costi aggiuntivi connessi alla ripetitività dei controlli ai
confini nazionali, e la realizzazione di un’unica frontiera esterna presso la quale espletare
una tantum le formalità doganali necessarie per importare le merci nella Comunità, avrebbe
indirizzato i flussi di traffico verso gli Stati membri in grado di offrire un servizio più
concorrenziale in termini di snellezza delle procedure, di incisività dei controlli e di
economicità del servizio. E’ questa la svolta sostanziale imposta dalla nuova realtà
comunitaria, che ha privato le singole Amministrazioni doganali della possibilità di
condizionare le scelte degli operatori con l’obbligata ripetitività dei controlli, ponendole su
un piano di assoluta concorrenzialità: la percezione di tale irreversibile evoluzione avrebbe
dovuto stimolare un processo sistematico di raccolta di informazioni relative ai processi ed
alle procedure applicate dalle altre Amministrazioni comunitarie per operare un confronto
ed individuare le “best practices”, onde conferire maggiore qualità alle proprie prestazioni.
Dagli elementi forniti dall’Amministrazione non risulta, però, che un efficace
scambio di informazioni con le altre Amministrazioni doganali europee per conoscere
l’organizzazione dei servizi ed i metodi di lavoro sia stato effettivamente avviato. Né si ha
notizia di:
analisi dei flussi di traffico che interessano il mercato interno;
verifiche di eventuali significative variazioni intervenute negli anni successivi al
1993, non imputabili a motivi logistici, bensì a valutazioni di ordine esclusivamente
economico;
dati relativi al numero di dichiarazioni doganali trattate dagli altri Paesi comunitari
ed ai costi comparativi dei servizi aggiuntivi offerti agli operatori.
In una logica di concorrenzialità, tali confronti costituiscono il presupposto
irrinunciabile per attuare un miglioramento delle procedure e dei metodi di lavoro in grado
di convincere gli operatori a privilegiare il sistema doganale nazionale rispetto agli altri. La
fungibilità delle formalità doganali espletate dagli Stati membri comporta, infatti, come si
è già detto, che le scelte degli operatori siano determinate soprattutto dall’efficienza dei
sistemi doganali nazionali: orbene, nonostante la posizione geografica privilegiata del
nostro Paese in relazione ai flussi commerciali provenienti dal Nord Africa e dal Medio ed
Estremo Oriente, non è stato registrato un sostanziale aumento delle correnti di traffico,
segnale inequivocabile del mancato guadagno di concorrenzialità da parte del sistema
doganale nazionale.
Una volta superati i problemi connessi alle difficoltà della fase di avvio del mercato
interno e della stabilizzazione della struttura dipartimentale, gli adeguamenti normativi ed
amministrativi, il processo di riallocazione funzionale delle risorse, gli interventi formativi e
l’automazione delle procedure e dei controlli avrebbero dovuto garantire la piena
competitività dei servizi doganali italiani. Se ciò è avvenuto in misura solo marginale, la
ragione va ricercata nella disattenzione storica per il monitoraggio delle entrate, e in
genere dei risultati, disattenzione che deriva da una perdurante interpretazione della
funzione doganale in termini di controllo prevalentemente ispettivo-formale, ancora
sostanzialmente estranea alla concezione di servizio reso al sistema produttivo nazionale ed
alle relazioni commerciali con l’estero. In altri termini, l’Amministrazione continua, così, a
dare l’impressione di non essere ancora realmente interessata a valutare i risultati della
propria azione, né ad effettuare il calcolo dei costi e dei benefici derivanti dai procedimenti
posti in essere. E dimostra, altresì, di trovare difficoltà a considerare gli operatori come
clienti cui fornire un servizio di qualità a costi competitivi, nonostante gli stimoli e le spinte
che in tal senso riceve. Ma non c’è ovviamente da sorprendersi: l’evoluzione da un modello
22
culturale ad un altro è un processo che richiede comunque tempo, anche quando, come in
questo caso, la dirigenza appare ora fermamente impegnata ad accelerarne il compimento.
Scarsa convinzione e ritardi sono tuttavia riscontrabili nel passato quando non
sembra essere stato dato sufficiente rilievo ai dati di riferimento necessari, di cui pure
l’Amministrazione disponeva, concretamente o potenzialmente - dagli studi di
benchmarking relativi al Regno Unito, alla Francia ed ai Paesi Bassi, all’indagine sulla
“customer care”, che è stata peraltro avviata solo nel 1999, mentre avrebbe dovuto ben
prima costituire, unitamente ai mutamenti legislativi introdotti a livello comunitario, una
delle variabili strategiche in funzione delle quali ridisegnare l’architettura del sistema e la
filosofia dei processi amministrativi.
Anche in questo caso si riscontra il medesimo difetto già rilevato nell’attività di
formazione, ovvero la mancanza di un progetto organico e di un approccio sistematico,
di una visione complessiva ed a lungo termine degli sviluppi da porre in essere, di una
struttura dedicata all’elaborazione di una strategia ed alla predisposizione dei piani di
realizzazione: in assenza di tali presupposti, la programmazione delle trasformazioni
strutturali e dell’articolazione della presenza territoriale non ha saputo adeguatamente
interpretare ed esaurientemente soddisfare i segnali e le richieste provenienti dalla nuova
realtà giuridica, economica ed imprenditoriale. La conseguenza è stata quella di
sostanzialmente limitarsi ad una gestione routinaria ed alla presa d’atto dei risultati
conseguiti nell’anno precedente, per incrementarli percentualmente e trasformarli
nell’obiettivo strategico dell’anno successivo.
La scarsa proficuità di tale consolidata impostazione si evidenzia anche nel
sistematico scollamento tra obiettivi strategici e valutazioni di fattibilità. Ciò risulta innanzi
tutto dalla mancata realizzazione di una sistematica rilettura e di un complessivo
adeguamento delle disposizioni normative nazionali (Testo Unico delle disposizioni
legislative in materia doganale, approvato con D.P.R. 23 gennaio 1973, n. 43, e
Regolamento di servizio approvato con R.D. 13 febbraio 1896, n. 65) alle innovazioni
introdotte dal Codice Doganale Comunitario e dalle relative disposizioni di applicazione. E’
vero che gli interventi normativi posti in essere con i decreti legislativi n. 105/1990, n.
374/1990, n. 375/1990 e n.376/1990 ed i successivi provvedimenti di ordine amministrativo
hanno consentito un primo tempestivo, ed allora anche soddisfacente, adeguamento al
nuovo contesto giuridico comunitario. Negli anni seguenti sarebbe stato, però, non solo
opportuno, bensì indispensabile, procedere ad una sistematica verifica e revisione delle
disposizioni nazionali ancora valide ed attuali, onde fornire agli uffici ed agli operatori un
quadro giuridico di riferimento chiaro ed immediato, senza costringerli ad un’opera
certosina di ricerca delle norme vigenti e ad una interpretazione e valutazione discrezionale
delle stesse, con conseguente insorgere di dubbi, di difformità procedurali, di disparità di
trattamento e di contenzioso.
Un’ulteriore osservazione si riferisce a forme diffuse di disattenzione per le
implicazioni operative delle scelte legislative adottate a livello comunitario. Basta, a tale
proposito, soffermarsi sugli obiettivi indicati nel piano di azione comunitario denominato
programma Dogana 2002 (applicazione uniforme del diritto comunitario, protezione degli
interessi finanziari della Comunità, protezione del commercio legittimo, lotta alle frodi,
formazione specifica dei funzionari) e sui metodi di lavoro indicati per conseguirli (analisi
dei rischi, audit, diffusione delle procedure semplificate, memorandum di intesa con gli
operatori). Dagli elementi acquisiti non risulta che sia stato posto in essere un programma
organico di interventi volti ad adeguare i processi nazionali alle indicazioni comunitarie.
Sono state, invece, adottate solo iniziative settoriali e non collegate ad un disegno generale
e coerente del sistema.
23
Un esempio particolarmente significativo è, a tal proposito, offerto dalla peculiare
applicazione degli istituti della rappresentanza in dogana e delle procedure
semplificate. Per quanto riguarda il primo istituto, va detto che, a norma del Codice
doganale comunitario, la dichiarazione in dogana può essere effettuata con la modalità della
rappresentanza diretta (in nome e per conto di terzi) o con la modalità della rappresentanza
indiretta (in nome proprio e per conto di terzi): nel primo caso l’obbligo di corrispondere i
dazi grava unicamente sul soggetto rappresentato, mentre nella seconda ipotesi sono
solidalmente responsabili colui che presenta la dichiarazione in nome proprio ed il
proprietario o destinatario della merce. In Italia la rappresentanza diretta è stata riservata
agli spedizionieri doganali, mentre la rappresentanza indiretta è libera. Non risulta che
l’Amministrazione abbia ben distinto, in sede di consuntivazione, le dichiarazioni
presentate con la rappresentanza diretta da quelle presentate con la rappresentanza indiretta
o direttamente dal proprietario delle merci. Non è, quindi, allo stato, possibile verificare, né
se gli operatori si avvalgano sistematicamente della rappresentanza diretta per le
importazioni e, viceversa, di quella indiretta per le esportazioni, né, tanto meno,
l’ammontare dei tributi riscossi per le dichiarazioni con la rappresentanza diretta e quello
dei tributi riscossi con la rappresentanza indiretta.
Più complesso, anche per le implicazioni che derivano, come si vedrà, dal suo
intrecciarsi con le modalità di ricorso all’istituto della rappresentanza in dogana, è il
discorso sulle procedure semplificate, e segnatamente sulle procedure domiciliate (che
prevedono la possibilità di prescindere dalla presentazione delle merci in dogana e di
disporne subito dopo l’arrivo dall’estero ovvero di spedirle direttamente all’estero).
Il Codice Doganale Comunitario stabilisce all’art. 58 e segg. che, “ salvo
disposizioni contrarie, le merci possono ricevere, in qualsiasi momento ed alle
condizioni stabilite, una destinazione doganale, indipendentemente dalla loro qualità,
quantità, origine, provenienza o destinazione”. Le merci destinate ad essere vincolate ad
un regime doganale devono essere dichiarate per il regime doganale prescelto. La
dichiarazione in dogana deve essere fatta: per iscritto – avvalendosi di un sistema
informatico ove previsto – mediante una dichiarazione verbale, ove anche questa
prevista.
La dichiarazione scritta può essere fatta con la procedura normale regolata dagli
artt. 62 e 63 e segg. del predetto Codice: “Le dichiarazioni fatte per iscritto devono
essere compilate su un formulario conforme al modello ufficiale all’uopo previsto. Esse
devono essere firmate e contenere tutte le dichiarazioni necessarie per l’applicazione
delle disposizioni che disciplinano il regime doganale per il quale le merci sono
dichiarate… Devono essere allegati alla dichiarazione tutti i documenti la cui
presentazione è necessaria per consentire l’applicazione delle disposizioni che
disciplinano il regime doganale per il quale le merci sono dichiarate… Le dichiarazioni
rispondenti alle condizioni richieste sono immediatamente accettate dall’Autorità
doganale se le merci cui si riferiscono sono presentate in dogana”.
Per controllare le dichiarazioni accettate, l’Autorità doganale può procedere ad
una verifica documentale, alla visita delle merci e, ove occorra, ad un prelievo di
campioni per analisi o per un controllo approfondito.
L’art. 76 regola la semplificazione delle dichiarazioni in dogana: “per
semplificare, per quanto possibile, nel rispetto della regolarità delle operazioni,
l’espletamento delle formalità e delle procedure, l’Autorità doganale consente: a) che
nella dichiarazione di cui all’art. 62 non figurino talune indicazioni o che alla
24
dichiarazione non siano allegati alcuni dei documenti; b) che in luogo e vece della
dichiarazione di cui all’art. 62 venga presentato un documenti commerciale o
amministrativo accompagnato da una domanda di vincolo delle merce al regime
considerato; c) che la dichiarazione delle merci al regime considerato avvenga con
l’iscrizione delle merci nelle scritture contabili; in tal caso l’Autorità doganale può
dispensare il dichiarante dal presentare le merci in Dogana… Il dichiarante è tenuto a
fornire una dichiarazione complementare che può avere carattere globale, periodico o
riepilogativo. Le dichiarazioni complementari sono considerate costituire con le
dichiarazioni semplificate un atto unico ed indivisibile che è efficace alla data di
accettazione delle dichiarazioni semplificate. Nei casi in cui la dichiarazione delle merci
al regime considerato avvenga con l’iscrizione nelle scritture contabili, l’iscrizione nelle
scritture ha lo stesso valore giuridico dell’accettazione della dichiarazione di cui al
citato art. 62”.
Il Regolamento CEE n. 2454 della Commissione del 2/7/1993, che fissa talune
disposizioni d’applicazione del regolamento CEE n. 2913/92 del Consiglio che istituisce
il Codice Doganale Comunitario, all’art. 253 così recita: “1) la procedura della
dichiarazione incompleta permette all’Autorità doganale di accettare, in casi
debitamente giustificati, una dichiarazione che non rechi tutte le indicazioni richieste o
che non sia corredata di tutti i documenti necessari per il regime doganale in questione;
2) la procedura della dichiarazione semplificata permette di vincolare le merci al regime
doganale in questione su presentazione di una dichiarazione semplificata e successiva
presentazione di una dichiarazione complementare che può avere, all’occorrenza,
carattere globale, periodico o riepilogativo; 3) La procedura di domiciliazione consente
di vincolare le merci al regime doganale in questione nei locali dell’interessato o in altri
luoghi designati o autorizzati dall’Autorità doganale.”
Sebbene il Codice Doganale all’art. 76 ed il predetto regolamento della
Commissione agli artt. 253 e segg. abbiano disciplinato le procedure semplificate sin
dal 1993, la legge 25/7/2000 n. 213 ha previsto, all’art.4, un apposito provvedimento del
Direttore Generale dell’allora Dipartimento delle Dogane per precisare le procedure
autorizzatorie e le modalità di esercizio delle stesse, secondo quanto previsto da
regolamenti CEE, di diretta applicabilità, in vigore già da oltre 10 anni1. E’ stata così
richiamata l’attenzione dell’Amministrazione doganale sulla necessità, non solo di
meglio disciplinare un settore così importante come quello delle procedure semplificate
in dogana, ma anche di riflettere sulle precedente gestione e sulle procedure
autorizzatorie, per individuare sia le eventuali disfunzioni, sia le ragioni per le quali nel
lungo periodo di attuazione le Dogane non si erano adeguate alle disposizioni dei
regolamenti comunitari. Tale riflessione è, però, mancata, mentre il provvedimento del
Direttore Generale emanato in attuazione dell’art.4, comma 2, della legge n.213/20002,
non precisa le ragioni per la concessione del beneficio delle procedure semplificate, né
individua con chiarezza chi ha il diritto di poterle chiedere ed ottenere, ma fa solo un
generico riferimento al richiedente in qualità di dichiarante. Non è stato, quindi,
possibile verificare se le disposizioni del provvedimento direttoriale siano state
correttamente applicate da parte degli operatori ed adeguatamente monitorate da parte
1
I Regolamenti CEE sono i già citati n. 2913/92 del Consiglio e il n. 2454/93 della Commissione. Il
provvedimento dell’art. 4 della legge n. 213/2000 è il Decreto dirigenziale del 7 dicembre 2000
“Autorizzazioni e modalità delle procedure semplificate”.
2
Si tratta del già citato decreto direttoriale 7 dicembre 2000 (G.U. n.294 del 18.12.2000).
25
delle Direzioni regionali e delle Circoscrizioni doganali. Dalla lettura del Decreto
direttoriale si potrebbe, infatti, erroneamente arguire che il diritto ad operare in
procedura semplificata spetti al richiedente che si impegna ad operare come dichiarante
e non, invece, anche agli operatori che, per essere titolari di procedure semplificate,
hanno l’obbligo, in base alla citata normativa comunitaria, di presentare la dichiarazione
in dogana a nome proprio3.
Si tratta di un profilo di una certa rilevanza e che merita di essere approfondito per
le implicazioni di ordine patologico che ne potrebbero derivare. E ciò in quanto fino al 2000
i beneficiari delle procedure semplificate potevano essere sia le imprese industriali,
commerciali ed agricole, sia le imprese di spedizione internazionale, i magazzini generali ed
i corrieri aerei. Oggi tale possibilità è estesa a tutti i richiedenti aventi i requisiti previsti
dalla legge 25/7/2000, n. 213. I beneficiari sono solidalmente responsabili con il
proprietario delle merci agli effetti tributari e valutari, dovendo agire in dogana a nome
proprio. Orbene, la scelta di operare in dogana con la procedura semplificata, che fa obbligo
al titolare di presentare la dichiarazione in nome proprio dovrebbe rispondere a criteri
correlati a logiche organizzative aziendali ed a considerazioni di economicità. La decisione
di avvalersi di un intermediario di professione comporta, infatti, costi aggiuntivi, che di
regola sono motivati dall’assenza di una specifica professionalità doganale all’interno
dell’impresa.
Muovendo da tali presupposti, la linea di comportamento seguita dovrebbe essere
sempre la stessa. Pertanto, qualora si riscontrasse una marcata differenza di comportamento
dell’operatore, che per le esportazioni operasse quale dichiarante in dogana titolare di
procedura semplificata, e per le importazioni, invece, rinunciasse ai benefici della procedura
semplificata per operare con procedura normale a nome dell’importatore, avvalendosi della
rappresentanza diretta, riservata questa allo spedizioniere doganale, ci troveremmo di fronte
ad un comportamento apparentemente contraddittorio. La spiegazione dell’apparente
contraddittorietà di comportamento andrebbe ricercata nella circostanza che per le merci
oggetto di esportazione non deve essere di regola corrisposto alcun diritto, mentre le merci
in importazione sono gravate da dazi e da fiscalità del cui pagamento l’operatore sarebbe
solidalmente responsabile in caso di dichiarazione in nome proprio, come espressamente
prevede la procedura semplificata.
Non avendo potuto acquisire i dati relativi alle operazioni effettuate in procedura
semplificata distintamente per importazione ed esportazione, nonché per entrambe le
tipologie di operazioni con la distinzione fra quelle effettuate con la rappresentanza diretta e
quelle effettuate con quella indiretta, non si è in grado di verificare l’esistenza di eventuali
distorsioni di traffico e formulare valutazioni in ordine ai criteri di controllo ai fini del
“Canale verde”. Si deve quindi presumere che anche in questo caso l’Amministrazione non
disponga dei dati richiesti e che, conseguentemente, non abbia potuto essa stessa finora
verificare le possibili conseguenze negative di un eventuale utilizzo strumentale dell’istituto
della rappresentanza diretta per le operazioni di importazione da parte di operatori titolari di
procedure semplificate i quali per le operazioni di esportazione effettuino invece la
dichiarazione in nome proprio.
Sempre in tema di procedure domiciliate, per quanto concerne la loro diffusione, si
rileva che non risulta sia stata intrapresa alcuna seria azione informativa presso le imprese
3
Una conferma di questa impropria interpretazione sembra venire dalla stessa Amministrazione che nella
memoria trasmessa alla Corte in vista dell’Adunanza indica fra le linee d’azione intraprese per accrescere la
competitività delle Dogane italiane “la diffusione delle procedure semplificate, anche attraverso la loro
estensione ai Centri di Assistenza Doganale (CAD)”.
26
agricole, commerciali ed industriali per illustrare i vantaggi derivanti dall’utilizzo diretto di
tale agevolazione, sia in termini di semplificazioni procedurali, sia sotto il profilo della
riduzione dei costi. Tale carenza contribuisce a diminuire la competitività delle imprese
nazionali e frappone ostacoli al rapporto diretto ed immediato tra dogane ed operatori.
Al superamento di tale difficoltà un contributo risolutivo è stato in altri paesi offerto
dallo sviluppo di programmi di audit che, certificando l’affidabilità degli operatori,
consentano a questi ultimi - una volta accreditati presso l’Amministrazione doganale - di
usufruire di tutti gli istituti agevolativi senza dover produrre ripetutamente documentate
istanze e subire reiterazioni di accessi per accertare il sussistere dei requisiti occorrenti,
risparmiando anche agli stessi uffici l’onere di replicare attività istruttorie.
Le tecniche di auditing, infatti, hanno, sì formato oggetto per le Dogane italiane di
corsi di formazione, ma non risulta che ne sia stato fatto derivare alcun seguito concreto.
Parimenti, non ha trovato attuazione la stipula di protocolli d’intesa con gli operatori, specie
i vettori, per rendere incisivi e mirati i controlli senza ostacolare la fluidità dei traffici
legittimi ed acquisire informazioni da utilizzare per alimentare l’analisi dei rischi con
elementi soggettivi ed oggettivi in ordine alle caratteristiche dei protagonisti delle
transazioni e dei flussi delle merci.
L’adozione sia di tecniche di Audit doganale delle imprese, sia di protocolli
procedurali inerenti ai processi operativi in linea con gli standard europei è stata
ricompresa4 dall’Agenzia delle Dogane nella sua memoria del 21 ottobre 2002 tra le “linee
d’azione intraprese” per garantire la competitività delle Dogane italiane assicurando la
qualità dei servizi e la riduzione, nel quadro della normativa nazionale e comunitaria,
dell’onerosità degli adempimenti a carico degli operatori economici e dei cittadini.
Nel prendere atto di tale positivo orientamento, va tuttavia evidenziata l’importanza
che, ai fini della concreta attuazione delle linee d’azione intraprese, riveste la disponibilità –
che oggi manca - di una banca dati delle imprese che maggiormente si avvalgono dei
servizi doganali e delle imprese che beneficiano di procedure semplificate o del pagamento
differito in Dogana. Così come altrettanto essenziale è la disponibilità di dati sulla
dislocazione territoriale di queste imprese, in quanto la loro conoscenza sarebbe molto utile,
ai fini, sia del miglioramento del servizio offerto, sia della programmazione dei controlli per
la lotta alle frodi.
Se ciò non venisse fatto, verrebbe a mancare la possibilità di una valutazione di
fattibilità delle misure da predisporre o di congruità delle iniziative adottate per dare
attuazione ai già numerosi ed impegnativi obblighi comunitari e non potrebbe essere,
pertanto, superata l’attuale situazione di sistematico scollamento tra l’enunciazione delle
missioni istituzionali e degli obiettivi strategici, da un lato, e le conseguenti implicazioni
operative, dall’altro.
Muovendo da queste premesse, neppure l’attività di prevenzione e contrasto delle
frodi e dei traffici illeciti si presta a valutazioni di sufficiente positività. Il numero
progressivamente crescente dei controlli INTRA effettuati, da una parte, e la drastica
diminuzione di quelli doganali a seguito dell’introduzione delle procedure automatizzate,
dall’altra, costituiscono, infatti, indicatori tutto sommato secondari, in quanto forniscono
valutazioni più quantitative e generiche e meno qualitative e specifiche dell’attività di
controllo svolta.
4
Insieme con la sempre maggiore qualificazione professionale del personale, lo sviluppo di procedure
informatiche e di trasmissione telematica delle dichiarazioni, l’adozione di sistemi per l’analisi dei rischi,
il decentramento delle facoltà autorizzative, la diffusione delle procedure semplificate anche ai CAD,
l’implementazione del sistema di comunicazione.
27
In realtà, nel corso degli anni la platea dei soggetti e degli istituti o dei regimi
doganali oggetto di controlli straordinari è rimasta sostanzialmente immutata per quanto
attiene ai criteri selettivi (nel settore dogane: merci oggetto della politica agricola comune,
acquisti e cessioni intracomunitarie, procedure semplificate, merci sottoposte a particolari
misure tariffarie, sanitarie, veterinarie e fitosanitarie, regime di perfezionamento attivo; nel
settore delle accise: depositi di oli minerali e carburanti, impianti di produzione di energia
elettrica, operatori registrati, rappresentanti fiscali). L’accumulazione di conoscenze e di
esperienze resa possibile attraverso il processo di learning by doing avrebbe dovuto
comportare un aumento significativo del tasso di redditività dei controlli, sia in termini di
capacità operativa e di efficacia gestionale che di effettiva riscossione dei tributi.
Effettuando una comparazione dei risultati conseguiti nel corso del periodo di riferimento si
rileva, invece, che, a fronte dell’incremento del numero dei controlli straordinari eseguiti, è
in genere aumentato anche il numero delle ore/persona dedicate a detta attività, con la sola
eccezione dell’anno 2000 (- 7,7% rispetto al 1999), quando, però, il numero delle verifiche
è rimasto immutato rispetto all’anno precedente ed è stata data completa attuazione al
circuito di controllo automatizzato denominato “canale verde”. Per quanto concerne, poi, i
risultati monetari, si registra una progressiva diminuzione, sia dei maggiori diritti accertati,
sia dei tributi recuperati ed una crescita esponenziale dell’evasione dell’IVA
intracomunitaria accertata, nonché dell’irregolare utilizzo del plafond IVA all’esportazione.
Pur prendendo atto che nel settore della fiscalità l’incremento dell’evasione
accertata è in buona parte da attribuire anche ad un affinamento delle tecniche di verifica,
tale positiva indicazione non può attenuare le preoccupazioni derivanti dalla crescente entità
del fenomeno: muovendo dal presupposto che la qualità del servizio e delle prestazioni è il
migliore strumento di deterrenza e di prevenzione delle frodi, non possono non sorgere serie
perplessità sull’efficacia dell’azione amministrativa in tale settore, anche se occorre dare il
giusto rilievo al fatto che l’Amministrazione doganale si trova a dover subire le
conseguenze negative di scelte effettuate da altri comparti dello stesso Ministero in materia
di semplificazione degli adempimenti a scapito dell’efficacia dei controlli (ad es. abolizione
del mod A 99 bis della dichiarazione IVA).
Una trattazione specifica merita il Circuito doganale di controllo (CDC) – Canale
verde, che, attraverso la selettività dei controlli, basata sull’analisi dei rischi, intende
assicurare la semplificazione degli adempimenti per gli operatori e l’alleggerimento
dell’attività di controllo dell’Amministrazione, assicurandone nel contempo la maggiore
efficacia.
La registrazione della dichiarazione doganale è effettuata in procedura ordinaria
quando la presenza della merce in dogana è contestuale al momento della presentazione
della dichiarazione. In questo caso il Circuito Doganale di Controllo (CDC)
automatizzato seleziona uno tra i seguenti canali di controllo:
• ROSSO, VM (Visita Merci)
• GIALLO, CD (Controllo Documentale)
• VERDE, NC (Nessun Controllo)
Qualora, invece, lo sdoganamento sia effettuato in procedura domiciliata o
semplificata, è previsto l’istituto del preavviso – comunicazione che deve pervenire alla
dogana competente prima dell’operazione e sulla scorta del quale le dogane provvedono
all’eventuale verifica fisica delle merci presso l’operatore. Susseguentemente deve
essere presentata una dichiarazione complementare che attesti l’operazione attuata. Al
momento della registrazione di quest’ultima, il Circuito Doganale di Controllo può,
ovviamente, selezionare soltanto i rimanenti canali:
28
•
•
GIALLO, CD (Controllo Documentale)
VERDE, NC (Nessun Controllo)
Il criterio di selezione dei canali di controllo è dettato dalla eventuale associabilità
della dichiarazione a profili di rischio preesistenti, a loro volta costruiti sulla base di
elementi oggettivi (natura e provenienza merci, ecc.) e soggettivi (affidabilità del
soggetto dichiarante valutata in base all’audit d’impresa), e, almeno in prospettiva,
continuamente e sistematicamente aggiornabili attraverso l’auto apprendimento e
l’inserimento di altre informazioni rilevanti da trarre da indagini e da esperienze anche
di altre amministrazioni (white e black lists, best practices e best techologies
benchmarking con paesi del Nord Europa, eventualità di nuove tipologie di frodi, ecc.).
L’Allegato 3 riproduce la nota fatta pervenire dall’Agenzia delle dogane a
seguito del contraddittorio svoltosi nell’Adunanza della Sezione il 22 ottobre 2002 e
descrive la situazione attuale del Circuito doganale di controllo e gli sviluppi in atto per
il corrente anno e quelli ulteriori programmati e da attuare entro il 2004. La nota, oltre
ad illustrare le modalità di determinazione e di implementazione dei profili di rischio e
la procedura per la selezione del canale di controllo, evidenzia le modalità di
affinamento dinamico del CDC mediante i risultati dei controlli e fornisce indicazioni
sui nuovi sviluppi previsti per i prossimi anni (DATAWAREHOUSE e AIDA –
Automazione Integrata Dogane e Accise, controllo scanner, sdoganamento telematico,
ecc.). Si tratta di uno strumento di grandi potenzialità che ha già reso possibili
significative semplificazioni ed alleggerimenti, ma di cui va, naturalmente, assicurata la
piena efficacia in termini di capacità di individuare violazioni ed irregolarità. In tale
ottica il meccanismo si presta, tuttavia, a qualche considerazione in riferimento a quanto
già osservato a proposito della concessione delle procedure semplificate e domiciliate.
Il Circuito doganale di controllo, infatti, mentre può selezionare visita fisica per
le merci presentate in dogana, può oggi selezionare solo controllo documentale (o
nessun controllo) per le operazioni effettuate in procedura semplificata, in quanto al
momento dell’arrivo delle merci gli operatori inviano alla dogana competente soltanto
un preavviso che, come peraltro evidenziato dalla stessa Agenzia, non consente di
disporre di tutti gli elementi di valutazione necessari. Di conseguenza, il controllo
automatizzato può essere attivato solo successivamente, dopo la presentazione della
dichiarazione e la registrazione della stessa. Non è peraltro chiaro se al momento
dell’arrivo del preavviso la Dogana comunque valuti se effettuare o meno la visita fisica
delle merci ed in base a quali elementi ed analisi questa venga eventualmente disposta.
Ciò può comportare particolari rischi, soprattutto in considerazione della scarsa
conoscenza, già evidenziata, del funzionamento dell’istituto delle procedure
semplificate. Il CDC dovrebbe valutare tutti gli elementi di rischio e, segnatamente nelle
procedure semplificate, dare conferma che la fiducia data agli operatori sia stata ben
riposta, verificandone sistematicamente l’affidabilità. Sarebbe, quindi, necessario poter
sempre selezionare anche la visita fisica delle merci, che, però, di fatto, nel caso delle
procedure domiciliate, non è più nella disponibilità della dogana.
Una soluzione adeguata e definitiva la si dovrebbe avere nel secondo semestre
del 2003, quando, come preannunciato dall’Amministrazione, è previsto che diventi
operativo lo sdoganamento telematico per tutti i regimi con procedura semplificata, con
applicazione del CDC all’atto della registrazione della dichiarazione
completa/incompleta che sostituirà il preavviso. Nel frattempo, una soluzione
29
provvisoria potrebbe essere quella di definire un modello di preavviso che contenga gli
elementi informativi essenziali per poter essere elaborato dal CDC in luogo della
dichiarazione doganale ai fini dell’utilizzo completo delle possibilità di selezione dei
canali di controllo (e cioè, non solo nessun controllo o controllo documentale, ma anche
visita fisica delle merci). E ciò, per evitare di incorrere nel duplice inconveniente di:
1)
avere un CDC che non tiene conto di elementi di rischio importanti,
quali sono quelli relativi all’applicazione delle procedure semplificate;
2)
perdere la conoscenza di elementi informativi che sarebbe necessario
utilizzare ai fini della revisione dinamica dei profili di affidabilità
degli operatori ai quali concedere le procedure semplificate e
domiciliate o altre agevolazioni.
Sempre in tema di verifica dell’efficacia delle attività di controllo, va segnalata la
mancata attivazione di un circuito integrato di monitoraggio accertamentocontenzioso-riscossione che consentirebbe di misurare i risultati monetari dell’attività di
controllo fornendo dati più analitici ed attendibili di quelli derivanti dal sistema di controllo
di gestione, che dà una quantificazione della produttività destinata spesso a rimanere solo
virtuale (tributi e penalità accertati e non riscossi): non a caso gli importi iscritti nella
contabilità A rappresentano circa la metà di quelli iscritti nella contabilità B.
Anche dalla comparazione con le metodologie applicate ed i risultati conseguiti
dagli altri partners comunitari la politica gestionale dell’Amministrazione in tale specifico
settore appare suscettibile di miglioramenti: nel 1998, il nostro Paese si colloca al penultimo
posto, sia per quanto riguarda il numero complessivo delle dichiarazioni controllate, sia per
quanto attiene ai controlli pro-capite, mentre è al terzo posto per unità di personale addette
ai controlli, in controtendenza rispetto a Francia, Spagna, Paesi Bassi e Germania; inoltre, il
tasso di recupero è pari a circa il 20%, a fronte di un tasso medio del 37,5%.
I risultati dei controlli non alimentano, peraltro, un efficace processo di feedback
che potrebbe indirizzare in modo mirato le strategie operative: poiché le infrazioni più
numerose riguardano la designazione delle merci, la classificazione tariffaria e l’indicazione
dell’origine, l’attenzione degli operatori andrebbe in primo luogo richiamata sui vantaggi
offerti dal ricorso agli istituti, attualmente poco utilizzati, delle Informazioni tariffarie
vincolanti (ITV) e delle Informazioni vincolanti in materia di origine (IVO), anche al fine di
contenere l’insorgere di contenzioso; in secondo luogo, appare evidente l’insufficienza dei
controlli documentali, oltre che delle spesso necessarie verifiche fisiche della merce all’atto
dello sdoganamento, con l’attribuzione di un’adeguata ponderazione ai relativi indicatori di
rischio presenti nel circuito di controllo.
Così come si avverte l’assenza di un processo di validazione delle procedure di
controllo, la cui adozione eviterebbe che la mancata rispondenza ai parametri comunitari ne
infici la validità, con conseguenti rettifiche di bilancio a carico dell’erario: si tratta di una
problematica che investe soprattutto il settore della PAC, laddove la non corretta
applicazione dei criteri e delle modalità esplicitamente indicati dalle disposizioni
comunitarie comporta in molti casi l’illegittimità delle restituzioni o dei prefinanziamenti
erogati agli operatori, e dell’attività dei laboratori chimici, i cui referti possono essere
inficiati dall’uso di metodologie analitiche non ufficiali e non omologate.
In definitiva, pur non dovendosi sottovalutare l’impegno profuso per progettare
metodologie operative mirate e specifiche ed un sistema di controllo della qualità dei
prodotti, si deve comunque constatare che permane tuttora la tendenza ad un approccio di
tipo prevalentemente burocratico, caratterizzato dall’attenzione al solo numero dei controlli,
30
senza che l’esito dei controlli costituisca l’innesco per l’adozione delle misure necessarie
alla sollecita rimozione delle inadempienze, per procedere alla modifica delle procedure e,
se giustificato, per prospettare soluzioni innovative sul piano normativo.
Occorre rilevare, peraltro, che nessun fattivo contributo viene fornito dal Servizio
Ispettivo, che presso l’Amministrazione è presente sia a livello centrale che su base
compartimentale: negli elementi forniti dalla stessa Amministrazione non viene mai fatto
cenno all’attività ispettiva, né in termini di risultati delle verifiche, né di proposte
migliorative dei servizi e delle procedure.
E’ da tempo ormai in atto l’evoluzione della funzione ispettiva da funzioni di
controllo repressivo-sanzionatorio a funzioni di consulenza e di collaborazione nei confronti
degli uffici di vertice: le ispezioni tendono, cioè, a costituire lo strumento che realizza la
comunicazione tra i centri decisionali centrali ed i centri attuativi periferici, fornendo un
flusso costante di informazioni che favorisce l’uniformità di azione amministrativa sul
territorio ed informa le strutture centrali delle dinamiche delle realtà operative locali. In tale
prospettiva, l’attività ispettiva si pone quale strumento di adeguamento dinamico
dell’Amministrazione, nonché di consapevolezza unitaria della struttura e diventa realmente
funzionale all’esercizio delle responsabilità direzionali.
L’assenza di qualsiasi notizia in merito all’attività svolta dai servizi ispettivi e la
mancanza di riferimenti circa l’identificazione da parte degli stessi di irregolarità (e di
inefficienze) e la conseguente indicazione di misure correttive, induce a ritenere che
l’Amministrazione delle dogane italiane non abbia sfruttato l’opportunità di avvalersi
dell’azione di sostegno che può essere espletata dalla funzione ispettiva per riceverne utili
elementi di valutazione in ordine alla congruità delle proprie scelte gestionali ed alla
necessità di adeguate modifiche per rettificare e migliorare le prestazioni amministrative.
Anche sulla scorta di quanto fin qui detto, non immune da osservazioni appare
anche il rapporto instaurato con l’utenza: non a caso una delle criticità
dell’Amministrazione è rappresentata dal contenzioso, il cui consistente volume fornisce
un’indicazione inequivocabile dell’eccessiva complessità e stratificazione dell’impianto
normativo, nel quale gli adempimenti nazionali sopravvivono e si sovrappongono alle
prescrizioni comunitarie, senza che - come già rilevato - si sia proceduto ad un’opera di
coordinamento e di raccordo.
Va poi tenuto presente che anche la difformità delle procedure operative adottate
dagli uffici sul territorio contribuisce a disorientare gli utenti ed a determinare
deviazioni di traffico a favore di altri Paesi europei, le cui procedure di sdoganamento o
la cui applicazione di taluni regimi ed istituti, pur nel rispetto delle norme comunitarie,
sono maggiormente in sintonia con le esigenze di snellezza e di rapidità dei traffici. E’
pur vero, a tal proposito, che in molti casi il sistema doganale italiano è penalizzato dal
proliferare di adempimenti, controlli ed oneri rientranti nella competenza di altri rami della
Pubblica Amministrazione. Ciò dovrà spingere l’Amministrazione delle dogane, per il fatto
stesso di rivestire un ruolo privilegiato in relazione all’ingresso ed all’uscita delle merci dal
territorio doganale nazionale e comunitario, a farsi promotrice di iniziative presso le altre
Amministrazioni statali per evitare duplicazioni di interventi che, rallentando la fluidità dei
traffici ed aumentandone la onerosità in termini economici, diminuiscono la competitività
complessiva del sistema Italia nel contesto europeo ed internazionale.
31
In questo quadro, una particolare menzione merita l’assenza di un effettivo
coordinamento5, all’interno dello stesso Ministero, con la Guardia di Finanza, che, se
operasse, potrebbe, invece, portare all’individuazione ed al superamento di possibili
duplicazioni di interventi, quali il servizio di riscontro di cui all’art. 21 del T.U.L.D., come
modificato dall’art.2 del D.L.vo n.374/1990, ed il c.d. “visto a bordo” per le merci in
esportazione. Ma ciò che più importa è soprattutto la mancanza di qualsiasi
approfondimento ai fini della rivisitazione e dell’eventuale riconsiderazione degli attuali
assetti di ripartizione dei ruoli, di collaborazione e di raccordo, tenendo presente che
l’obiettivo non può che essere quello di ridurre i controlli cui devono sottostare gli
operatori, senza peraltro inficiarne la sicurezza, e recuperare risorse da impiegare più
proficuamente per l’espletamento degli altri compiti di istituto del Corpo.
Le indagini fatte svolgere dalla stessa Amministrazione evidenziano il basso grado
di soddisfazione degli utenti con maggior numero di dichiarazioni, e quindi più esperti
perché più informati sulle pratiche della concorrenza. E ciò, soprattutto per quanto riguarda
la complessità delle procedure, come, a contrariis, dimostra anche il particolare
apprezzamento per le procedure domiciliate ed il canale verde.
A tal proposito, indicazioni illuminanti sulle persistenti carenze (procedurali,
infrastrutturali, ecc.) del nostro sistema potrebbe venire da un’indagine mirata ad
individuare le ragioni per le quali numerosi operatori italiani scelgono di avvalersi dei
servizi doganali di altri paesi, ed in particolare di quelli olandesi.
Questa della customer satisfaction è un’area di monitoraggio essenziale, ma finora
oggetto di iniziative del tutto frammentarie ed occasionali. Inoltre, sono finora
completamente mancate valutazioni sulla soddisfazione dell’utenza per quanto riguarda
l’attività di informazione e di assistenza resa agli utenti, mentre evidenza acquisita per altre
vie – ed in particolare da fonti comunitarie – sembra indicare che, per i servizi resi a
richiesta, i rimborsi orari richiesti dalle Dogane italiane appaiono di importo
significativamente superiore a quello della concorrenza.
Dell’esigenza di migliorare i rapporti con l’utenza sembra convinta l’Agenzia
delle dogane che punta a tal fine sulla concessione di agevolazioni (procedure
semplificate e domiciliate, controlli automatizzati – canale verde) agli operatori ritenuti
affidabili in base ad una procedura di audit attenta anche alla valutazione
dell’affidabilità dei sistemi interni di controllo di gestione. Sempre in tale ottica,
l’Agenzia ha informato la Corte dell’instaurazione di forme di confronto fattivo con gli
operatori e con i rappresentanti del commercio e dell’industria (tavoli di consultazione
con le categorie interessate ed altri canali di comunicazione istituzionale), al fine di
pubblicizzare i “vantaggi doganali” per gli operatori affidabili, e diffondere il nuovo
concetto di una “ Dogana Consulente”, attenta, appunto, alle esigenze dell’utenza.
Volendo operare una valutazione di sintesi dell’efficacia del processo di
rinnovamento della strategia organizzativa e della politica gestionale avviato
dall’Amministrazione doganale dopo l’attuazione del mercato interno, sembrano delinearsi
due fasi con caratteristiche nettamente distinte: una fase iniziale, in cui, messa alla frusta dai
cambiamenti istituzionali connessi alla realizzazione del mercato interno europeo ed
all’istituzione del Dipartimento, l’Amministrazione sembra essersi tempestivamente e con
convinzione impegnata nel tentare, sia pure con qualche approssimazione, di predisporre gli
5
Problemi specifici di coordinamento e di raccordo, sia con la Guardia di finanza che con l’Agenzia delle
entrate, si pongono, peraltro, con riguardo ai controlli INTRA, disgiuntamente programmati e svolti da tutti e
tre i centri di responsabilità.
32
strumenti normativi e procedurali che apparivano allora necessari per consentire di
affrontare positivamente la sfida del mutato contesto comunitario; una seconda fase, che
doveva essere di consolidamento, di correzione e di sviluppo delle innovazioni introdotte, in
cui non sono state, invece, adeguatamente sfruttate tutte le potenzialità insite nella riforma
ed offerte dal mercato.
In questa seconda fase, che deve considerarsi superata già con la progettazione e la
preparazione dell’operatività del nuovo modello organizzativo dell’Agenzia, sono risultati
di fatto carenti, insieme con una forte spinta all’innovazione, anche gli stessi interventi di
manutenzione ordinaria e straordinaria dell’apparato e dei processi, che sarebbero stati
indispensabili per garantirne il sistematico e tempestivo adeguamento funzionale, con la
conseguenza che il processo di rinnovamento, che ha indubbiamente dato avvio alla
modernizzazione della macchina amministrativa, ha poi registrato un progressivo
rallentamento nel suo sviluppo, per il persistere di carenze e di incongruenze, per lo più
riconducibili alla mancata verifica della coerenza interna e della fattibilità delle scelte
operate, e di una cultura della misurazione dei risultati ancora acerba, in quanto ferma al
primo stadio, quello della considerazione del prodotto fisico (output), ma quasi per niente
attenta alla considerazione degli effetti tanto sui diretti beneficiari (outcome), quanto, ed a
maggior ragione, sulla società e sull’economia nel loro complesso (impatto).
In conclusione, il rilievo di ordine generale, che investe un po’ tutti i profili
esaminati, riguarda la mancanza di una strategia integrata e di una visione complessiva
ed organica della propria funzione istituzionale e gestionale nella quale gli aspetti giuridici
(nazionali e comunitari) e gli aspetti organizzativi si presuppongono e si determinano a
vicenda: ciò ha compromesso l’adeguamento dinamico della struttura e non ha consentito di
realizzare l’indispensabile raccordo tra la logica della regolarità dell’azione amministrativa
e la logica dei risultati.
Pur mancando tutti gli elementi conoscitivi necessari per esprimere una valutazione
non più suscettibile di riconsiderazione, la nuova fase di movimento che si è da ultimo
avviata con l’istituzione dell’Agenzia sembra caratterizzarsi per una maggiore presa di
coscienza delle sfide ancora aperte e che, se non affrontate, rischierebbero di aggravare in
modo irreversibile il già ampio gap di competitività dei nostri servizi doganali. Positive
appaiono in tale ottica le strategie operative annunciate e le azioni già intraprese.
Sulla scorta dei risultati dell’indagine, perché la maggiore consapevolezza dei
problemi da risolvere si traduca nell’attuazione di interventi correttivi adeguati è però
necessario che le scelte si fondino:
sull’effettiva conoscenza del numero degli utenti, della loro distribuzione
territoriale, della natura e delle dimensioni dell’attività svolta, delle loro esigenze
operative, dei loro comportamenti (conoscenza del mercato);
sul modo di operare degli altri paesi dell’U.E. (analisi della concorrenza);
sul grado e sulle condizioni di efficacia dell’azione amministrativa e di efficienza e
di potenzialità delle strutture (sistema di controllo interno strategico e direzionale
pienamente funzionante).
La conoscenza aggiornata degli utenti, della concorrenza e dei propri punti di forza
e di debolezza costituisce il presupposto imprescindibile per poter superare quei ritardi
organizzativi, strutturali e culturali che sono stati prima evidenziati e che chiaramente
emergono nelle loro caratteristiche e nelle loro dimensioni dalle analisi svolte ed illustrate
nel seguito del referto.
33
2.- MERCATO INTERNO EUROPEO E SERVIZI DOGANALI
2.1. - Obiettivi e regole di funzionamento del mercato interno europeo
L’Unione Europea si è proposta come primo obiettivo la promozione del progresso
economico e sociale dei Paesi membri: a questo scopo è stata finalizzata la creazione del
mercato unico senza frontiere interne, l’instaurazione dell’unione economica e monetaria ed
il rafforzamento della coesione economica6.
Funzionale allo sviluppo delle attività economiche sono stati ritenuti l’abbattimento
di qualsiasi ostacolo alla libera circolazione di merci, capitali e persone e l’instaurazione di
un regime monetario unificato; inoltre, perché la crescita economica fosse resa compatibile
con un elevato grado di convergenza e con un equilibrato sviluppo della occupazione, è
stato adottato un forte impegno alla coesione ed al sostegno delle economie meno prospere.
Poiché il nucleo centrale della unificazione europea è stata la realizzazione del
mercato interno, hanno assunto un’importanza prioritaria il perfezionamento dell’unione
doganale e l’adozione delle disposizioni occorrenti per la sua gestione omogenea: l’assoluta
necessità di un funzionamento efficace e coerente dell’unione doganale ha imposto una
ridefinizione dei compiti alla stessa spettanti in un quadro comunitario ampliato, operando
un salto qualitativo sia sul piano normativo che funzionale.
In particolare, la realizzazione del mercato interno ha determinato la soppressione
delle barriere fisiche, tecniche e fiscali e di qualsiasi controllo o formalità ad esse collegato
mediante un processo di armonizzazione delle politiche fiscali, la diffusa applicazione del
principio del mutuo riconoscimento e la intensificazione della cooperazione amministrativa
tra i Paesi membri.
La semplificazione della legislazione, sia a livello comunitario che nazionale,
l’“enforcement”, cioè l’effettiva applicazione delle norme, perseguita anche mediante
l’intensificazione dei ricorsi alla Corte di Giustizia per non conformità degli Stati, ed il
coordinamento delle politiche fiscali sono state le linee d’azione privilegiate degli
Organismi europei per la costruzione dell’Europa economica, da realizzare mediante due
strumenti coordinati ma distinti: l’unione monetaria ed il mercato unico.
A tale proposito è bene precisare che gli obiettivi e le tappe dell’unione economica e
monetaria attengono esclusivamente alle istituzioni comuni ed alle politiche monetarie e
fiscali, viste sotto l’aspetto macro-economico, e non riguardano l’opera di eliminazione
delle barriere non tariffarie, che è il presupposto per realizzare l’unicità del mercato interno
europeo, il cui approccio è tipicamente microeconomico.
L’atto di nascita del mercato unico può essere individuato nel Libro bianco
elaborato dalla Commissione nel 1985: tale documento non si è, infatti, limitato a delineare
un programma di massima sul piano teorico, ma ha stabilito un obiettivo, proposto un
metodo ed individuato gli strumenti operativi.
L’obiettivo è stato fissato in chiari termini: la creazione di un mercato senza
frontiere interne, il più ampio spazio economico a livello mondiale, allo scopo di aumentare
6
L’articolo A del trattato di Maastricht enuncia il principio fondamentale secondo il quale “ il Trattato segna
una nuova tappa nel processo di creazione di un’unione sempre più stretta tra i popoli dell’Europa”, unione che
“ha il compito di organizzare in modo coerente e solidale le relazioni tra gli Stati membri e tra i loro popoli”.
34
la competitività europea, stimolando le imprese mediante la concorrenza e favorendo la
crescita economica mediante lo sviluppo e l’ampliamento degli scambi.
Per realizzare detto obiettivo è stato scelto un metodo lineare ed efficace: l’adozione
di procedure snelle ed efficienti ed un calendario d’azione dettagliato e preciso.
Per quanto riguarda il primo aspetto, l’Atto Unico ha fornito gli strumenti
istituzionali e giuridici indispensabili, aumentando le ipotesi di votazione a maggioranza
qualificata per la legislazione comunitaria ed intensificando il ruolo legislativo del
Parlamento europeo; per quanto concerne il secondo aspetto, l’avere stabilito una data di
scadenza indifferibile per il 31 dicembre 1992 ha mobilitato l’impegno e galvanizzato gli
sforzi.
Gli strumenti operativi per dare nuovo impulso al processo di unificazione europea e
porre fine alla frammentazione economica della Comunità sono stati individuati in una
vasta e capillare opera di normazione, che si è concretizzata, sia nella elaborazione di quasi
trecento proposte di legislazione per abbattere le barriere fisiche, tecniche e fiscali ancora
esistenti, sia nella stesura di un codice doganale comunitario diretto ad uniformare,
completare e semplificare la legislazione in materia.
La libera circolazione delle merci è stato l’obiettivo che ha presentato meno
problemi, vantando già un buon livello di trasposizione delle direttive comunitarie in
materia presso gli Stati membri: grazie ad un diffuso ricorso al principio del mutuo
riconoscimento, interi settori legislativi nazionali sono stati sostituiti da sistemi comuni o
compatibili tra loro, consentendo di rimuovere le barriere tecniche che si frapponevano alla
libera circolazione delle merci all’interno della Comunità attraverso la possibilità di
commercializzare in ogni Paese prodotti conformi alle regole, alle norme ed ai procedimenti
tecnici in vigore in un altro Stato membro, assicurando ai consumatori comunitari un livello
di protezione equivalente a quello garantito in ambito nazionale.
A completamento di tali misure, e per evitare l’insorgere di nuovi ostacoli alla libera
circolazione delle merci, è stato, inoltre, introdotto l’obbligo per gli Stati membri di
sottoporre ad un controllo preventivo i progetti di nuove regolamentazioni tecniche
nazionali nel quadro di una procedura di informazione reciproca.
Per quanto concerne l’abolizione delle frontiere fiscali, le misure programmate in
sede comunitaria sono state mirate essenzialmente alla realizzazione di un regime unificato
di imposizione mediante un’armonizzazione delle aliquote in grado di impedire distorsioni
di concorrenza e di prevenire rischi di frode.
Va, peraltro, rilevato che la Comunità, oltre ad adoperarsi per il completamento del
mercato unico, ha anche sviluppato politiche complementari dirette ad aumentare l’efficacia
e le potenzialità di quest’ultimo sotto il profilo macro-economico. A tal fine sono state
adottate iniziative mirate in materia di trasporti, per liberalizzare i trasporti stradali,
marittimi ed aerei ed attribuire maggiore importanza ai trasporti combinati.
Per amplificare i vantaggi offerti dal grande spazio economico comune e favorirne
la diffusione a tutte le regioni è stato altresì previsto lo sviluppo di reti transeuropee anche
nel settore delle telecomunicazioni e dell’energia. L’azione della Comunità è stata diretta a
facilitare l’interconnessione e l’interoperatività delle reti nazionali nonché l’accesso alle reti
stesse, con particolare riguardo al collegamento tra le regioni centrali e quelle periferiche.
Per le telecomunicazioni l’obiettivo principale è stato individuato nel miglioramento
delle connessioni transfrontaliere delle reti di dati o delle reti digitali integrate nei servizi,
nella promozione di reti comunitarie a banda larga, nonché nello sviluppo dei collegamenti
telematici fra le diverse Amministrazioni nazionali.
35
Nel settore dell’energia l’accento è stato posto sul potenziamento e sulla progressiva
integrazione delle reti di trasporto di gas naturale e di elettricità, nonché sulla cooperazione
nell’ambito delle modalità comuni di immagazzinamento per rendere più sicuri gli
approvvigionamenti energetici.
Tra tutti questi programmi, la cui realizzazione è stata indispensabile per la
realizzazione del mercato interno, un’importanza prioritaria hanno rivestito il
perfezionamento dell’unione doganale e l’adozione delle misure occorrenti per la sua
gestione efficace ed omogenea.
Le linee d’intervento hanno riguardato sia il profilo normativo che l’aspetto
funzionale, con una molteplicità di iniziative che hanno visto impegnati in uno sforzo
comune di adeguamento sia i Servizi comunitari che le Amministrazioni doganali degli
Stati membri.
36
2.2. – Sfide del mercato interno alla gestione dei servizi doganali
Nel contesto economico e normativo in rapida e continua evoluzione seguito alla
realizzazione del mercato interno, le Amministrazioni doganali comunitarie sono state
chiamate a svolgere un ruolo di grande impegno e responsabilità: la precedente
impostazione, imperniata sulle dogane di confine, ha mantenuto immutate le proprie
caratteristiche nei confronti dei Paesi terzi. Per le merci comunitarie i controlli si sono
spostati, invece, all’interno, in attuazione del principio della territorialità.
La creazione di un’unione doganale senza frontiere interne, fondata non più sulla
contrapposizione, bensì sull’interdipendenza di quanti la compongono, ha richiesto profondi
cambiamenti in seno alle Amministrazioni doganali, al fine di consentire ai rispettivi servizi
di cooperare strettamente e direttamente tra loro, nonché di assicurare livelli di efficienza e
di sicurezza omogenei.
Per conseguire tale obiettivo si è reso necessario procedere ad un adeguamento delle
competenze degli uffici in relazione alle nuove esigenze operative. In particolare, poiché la
realizzazione del mercato interno ha comportato una ridefinizione del ruolo dei funzionari
doganali nella Comunità, un’importanza prioritaria è stata attribuita ad una politica
coordinata di formazione, raccomandando ed incentivando corsi di qualificazione
professionale, di aggiornamento e di perfezionamento, sia sotto il profilo tecnico-normativo
che per l’aspetto linguistico e promuovendo gli scambi di funzionari, allo scopo di
sottolineare la dimensione comunitaria dei compiti svolti dai funzionari doganali e di
favorire una più stretta collaborazione tra le singole Amministrazioni (Programma
Matthaeus, Programma Dogana 2000).
La riconversione degli uffici doganali per adeguarsi alla evoluzione della realtà
comunitaria ha implicato una profonda revisione delle attribuzioni degli stessi, sia sotto il
profilo strutturale ed organizzativo che sul piano metodologico.
Pur essendo venuti meno gli adempimenti alle frontiere intracomunitarie, gli uffici
doganali sono stati chiamati a svolgere un ruolo di grande impegno alle frontiere esterne,
quali diretti responsabili della protezione e della tutela degli interessi della Comunità nel
suo insieme: la corretta applicazione della politica commerciale comune e di alcuni aspetti
della politica agricola, nonché l’attività di prevenzione e contrasto delle frodi al bilancio
comunitario e dei traffici illeciti costituiscono, infatti, i principali compiti istituzionali dei
servizi doganali.
In relazione a tali attribuzioni il mercato interno ha, peraltro, comportato
significative innovazioni.
Per quanto concerne le importazioni e le esportazioni, cioè l’interscambio con i
Paesi terzi, sono rimasti inalterati i controlli alle frontiere esterne: in particolare, le
formalità doganali inerenti operazioni di esportazione devono essere espletate presso
l’ufficio nella cui competenza territoriale è ubicata la sede dell’esportatore.
E’ stata, comunque, prevista la possibilità di derogare a tale principio di carattere
generale per motivi connessi all’organizzazione interna degli Stati membri ed in presenza di
validi motivi debitamente comprovati all’ufficio doganale ove vengono presentate le merci:
in tale ipotesi detto ufficio - qualora ritenga opportuno acquisire ulteriori elementi di
giudizio - può rivolgersi, nell’ambito delle disposizioni relative alla mutua assistenza
amministrativa, all’Amministrazione doganale del paese in cui, in ossequio al principio di
territorialità, avrebbero dovuto essere svolte le formalità di esportazione, per sapere se le
merci non siano oggetto di misure di divieto o di restrizione all’uscita verso Paesi terzi.
37
Come criterio sussidiario a quello riguardante il luogo in cui è stabilito l’esportatore,
per determinare l’ufficio doganale competente a ricevere la dichiarazione doganale può
essere preso in considerazione quello del luogo in cui le merci sono imballate o caricate sul
mezzo di trasporto.
Sono state, inoltre, previste ulteriori eccezioni nelle seguenti ipotesi: 1) quando si
tratta di merci non sottoposte a divieti o restrizioni ed il cui valore per spedizione o per
dichiarante non superasse i 3.000 ECU, le stesse possono essere dichiarate presso l’ufficio
doganale di uscita dal territorio della Comunità; 2) nei casi in cui è ammessa la
dichiarazione verbale le merci devono essere dichiarate presso la dogana di uscita dalla
Comunità.
Oltre alla predetta procedura ordinaria, sono state previste anche procedure
semplificate, e precisamente:
la possibilità di presentare dichiarazioni incomplete, e cioè mancanti di
alcune indicazioni, da completare in ogni caso su un formulario unico per la
dichiarazione doganale (DAU), o mancanti di taluni documenti necessari per
il compimento dell’operazione;
la possibilità di fare ricorso, per le merci presentate in dogana, a
dichiarazioni semplificate, indicando nel DAU solo le diciture necessarie
all’identificazione delle merci, da integrare successivamente con una
dichiarazione complementare;
la possibilità di avvalersi delle procedure di domiciliazione prescindendo
dalla presentazione delle merci in dogana: questa procedura ha trovato diffusa
attuazione presso quasi tutti i Paesi comunitari, sia all’esportazione che
all’importazione, consentendo agli operatori di gestire le spedizioni e gli arrivi
senza attendere l’intervento della dogana, con evidenti notevoli vantaggi in
termini di riduzione dei tempi operativi e, quindi, dei costi.
Il ricorso alle procedure domiciliate permette inoltre agli operatori di utilizzare
pienamente i vantaggi offerti dallo sviluppo delle tecniche di trasporto multimodale ed
all’Amministrazione doganale di programmare l’ubicazione degli uffici in località che
possono strategicamente servire varie aree economico-produttive e commerciali.
Per quanto riguarda le importazioni, sono possibili due soluzioni procedurali:
le formalità doganali possono essere espletate nel primo ufficio doganale di
ingresso nella Comunità e le merci possono quindi circolare nel territorio
comunitario senza alcuna forma di controllo;
si può procedere contestualmente alla immissione in libera pratica ed alla
immissione in consumo presso la dogana interna nella cui competenza
territoriale è compreso il luogo di destinazione finale delle merci: in tale
ipotesi le merci circolano nel territorio doganale della Comunità vincolate al
regime di transito comunitario esterno (T1) e presso la dogana interna di
destinazione sono corrisposti sia i dazi doganali che la fiscalità interna.
Per quanto concerne, invece, la circolazione di merci comunitarie, gli scambi tra
Stati membri, pur dando luogo a sospensione di imposta nel Paese di partenza ed a
percezioni di carattere fiscale nel Paese di destinazione finale, non sono più sottoposti a
formalità di carattere doganale, ma vanno considerati alla stregua di scambi all’interno di un
unico territorio, ancorché permangano sui prodotti stessi obblighi connessi con
regolamentazioni di carattere fiscale.
38
Infine, il regime di transito comunitario, sia interno che esterno, è stato reso
obbligatorio anche per i trasporti per via aerea, marittima ed a mezzo condutture, laddove in
precedenza era soltanto facoltativo.
39
2.3. - Evoluzione del quadro normativo comunitario in materia doganale
Dalla lettura dell’Atto Unico Europeo si desume chiaramente che l’Unione doganale
doveva costituire il più avanzato punto di equilibrio nel processo di integrazione
comunitaria e, al tempo stesso, la premessa per l’ulteriore evoluzione della Comunità.
Tale consapevolezza ha indotto a ritenere il perfezionamento dell’Unione doganale
e l’adozione delle disposizioni occorrenti per la sua gestione omogenea un impegno
prioritario per la Comunità.
In particolare, sotto il profilo normativo è stata avvertita da subito avvertita la
necessità di:
adottare un codice che riunisse le disposizioni di diritto doganale in
precedenza contenute in un gran numero di regolamenti e direttive
comunitarie al fine di uniformare, completare e semplificare la legislazione
esistente;
adeguare la normativa doganale in relazione alla soppressione delle frontiere
interne;
perfezionare i meccanismi doganali delle politiche comuni;
migliorare i meccanismi decisionali;
predisporre un diritto delle sanzioni in caso di mancato adeguamento alle
disposizioni comunitarie.
La stesura del Codice doganale comunitario, approvato con Regolamento (CEE) n.
2913/92 del 12 ottobre 1992, non è stata una mera opera di recepimento della vigente
normativa doganale, in quanto si è reso necessario apportare talune significative modifiche
per rendere la normativa stessa più coerente, per semplificarla e per colmare le lacune
esistenti.
Di fatto, si è proceduto ad una rivisitazione di tutti gli istituti doganali alla luce dei
seguenti criteri-guida:
necessità di individuare norme e procedure di carattere generale idonee a
garantire l’applicazione uniforme delle misure tariffarie e delle altre misure
instaurate sul piano comunitario per gli scambi di merci tra la Comunità ed i
Paesi terzi, comprese le misure di politica agricola e di politica commerciale
comune;
opportunità di sopprimere, o per lo meno limitare per quanto possibile, le
formalità ed i controlli doganali, in considerazione della grande importanza
che il commercio esterno riveste per la Comunità;
esigenza di adottare disposizioni per quanto possibili atte a prevenire
qualsiasi frode o irregolarità suscettibile di recare pregiudizio al bilancio
generale della Comunità;
ricerca del giusto equilibrio tra compito istituzionale dell’amministrazione
doganale di assicurare la rigorosa applicazione della normativa e diritto degli
operatori economici ad un equo trattamento, con la conseguente possibilità di
prevedere ampie possibilità di controllo da parte delle amministrazioni ed
analoghe possibilità per gli operatori interessati di ricorrere contro le loro
decisioni.
Le stesse ragioni che hanno condotto all’adozione del codice doganale comunitario
sono all’origine del Regolamento (CEE) n. 2454/93 del 2 luglio 1993, che ha riunito in un
unico atto normativo le disposizioni di applicazione del diritto doganale, adattando la
40
normativa vigente alle previsioni contenute nel codice e fornendo le occorrenti precisazioni
per garantire una maggiore sicurezza giuridica nella fase applicativa.
Entrambi i testi hanno subìto nel tempo numerose modifiche ed integrazioni per
adeguare la disciplina comunitaria all’evoluzione dei traffici commerciali, agli sviluppi
delle tecniche di trasporto, ai progressi realizzati nel settore informatico, alle esigenze di
semplificazione e velocizzazione delle formalità e procedure degli operatori economici ed
alla necessità di tutelare adeguatamente il bilancio comunitario e di prevenire e contrastare
le frodi ed i traffici illeciti: un elenco dettagliato delle modifiche intervenute dal 1993 al
2000 è contenuto nella Tabella 1.
Tabella n. 1
Normativa comunitaria in materia doganale
REGOLAMENTO (CEE) N. 2913/92 DEL CONSIGLIO DEL 12 OTTOBRE 1992 CHE ISTITUISCE
UN CODICE DOGANALE comunitario (G.U. L 302 del 19.10.1992)
Aggiornamenti:
Regolamento (CE)
del
GUCE serie L
del
n. 82/97
19.12.1996
n. 17
21.01.1997
n. 955/99
13.04.1999
n. 119
07.05.1999
Atto di adesione dell'Austria, della Finlandia e della Svezia - GUCE L n. 1 del 01.01.1995
REGOLAMENTO (CEE) N. 2454/93 DELLA COMMISSIONE DEL 2 LUGLIO 1993 CHE FISSA
TALUNE DISPOSIZIONI D'APPLICAZIONE DEL REGOLAMENTO (CEE) N. 2913/92 DEL
CONSIGLIO CHE ISTITUISCE IL CODICE DOGANALE COMUNITARIO (G.U. L 253
dell'11.10.1993)
Aggiornamenti:
Regolamento (CE)
del
GUCE serie L
del
n. 3665/93
21.12.1993
n. 335
31.12.1993
n. 655/94
24.03.1994
n. 82
25.03.1994
n. 1500/94
21.06.1994
n. 162
30.06.1994
n. 2193/94
08.09.1994
n. 235
09.09.1994
n. 3254/94
19.12.1994
n. 346
31.12.1994
Atto di adesione dell'Austria, della Finlandia e della Svezia - GUCE L n. 1 del 01.01.1995
n. 1762/95
19.07.1995
n. 171
21.07.1995
n. 482/96
19.03.1996
n. 70
20.03.1996
n. 1676/96
30.07.1996
n. 218
28.08.1996
n. 2153/96
25.10.1996
n. 289
12.11.1996
rettificato con
n. 314
04.12.1996
n. 12/97
18.12.1996
n. 9
13.01.1997
n. 89/97
20.01.1997
n. 171
21.01.1997
n. 1427/97
23.07.1997
n. 196
24.07.1997
n. 75/98
12.01.1998
n. 70
13.01.1998
n. 1677/98
30.07.1998
n. 212
30.07.1998
n. 46/99
08.01.1999
n. 10
15.01.1999
n. 502/99
12.02.1999
n. 65
12.03.1999
n. 1662/99
28.07.1999
n. 175
29.07.1999
n. 1602/00
24.07.2000
n. 188
26.07.2000
41
Per effetto della realizzazione del mercato unico è stato instaurato anche un regime
generale dei prodotti soggetti ad accisa, in attuazione della Direttiva CEE n. 92/12 del 25
febbraio 1992, e sono stati disciplinati la detenzione, la circolazione ed i controlli dei
prodotti soggetti ad accisa.
I provvedimenti emanati per la regolamentazione di tale settore, applicabili alle
imposte di fabbricazione e di consumo vigenti nei singoli Stati membri, hanno previsto
anche l’armonizzazione delle strutture e delle aliquote delle imposte gravanti sugli oli
minerali, spiriti, bevande alcoliche e tabacchi lavorati, prodotti per i quali sono state
stabilite aliquote “armonizzate”: la disciplina comunitaria relativa allo specifico settore è
illustrata, in dettaglio, nella Tabella 2.
Tabella n. 2
Normativa comunitaria in materia di accise
Direttive del Consiglio:
N. 92/12/CEE del 25.02.1992;
N. 92/79/CEE del 19.10.1992;
N. 92/80/CEE del 19.10.1992;
N. 92/81/CEE del 19.10.1992;
N. 92/82/CEE del 19.10.1992;
N. 92/83/CEE del 19.10.1992;
N. 92/84/CEE del 19.10.1992;
N. 92/108/CEE del 14.12.1992;
N. 94/74/CE del 22.12.1994;
N. 95/59/CE del 27.11.1995;
N. 95/60/CE del 27.11.1995;
N. 96/99/CE del 30.12.1996;
Regolamenti della Commissione:
N. 2719/92 dell'11.09.1992;
N. 3649/92 del 17.12.1992;
N. 2225/93 del 27.07.1993;
N. 3199/93 del 22.11.1993;
N. 2546/95 del 30.10.1995;
N. 2559/98 del 27.11.1998;
N. 31/96 del 10.01.1996
Abolite le formalità doganali, è stato completato, in attuazione della Direttiva CEE
n. 91/680 del 16 dicembre 1991, anche il sistema comune di imposta sul valore aggiunto ed
è iniziato il periodo transitorio (tuttora in vigore) di tassazione delle operazioni
intracomunitarie nello Stato membro di destinazione, alle aliquote ed alle condizioni di
quest’ultimo. Di conseguenza, il controllo doganale è stato sostituito dalla procedura di
acquisizione e confronto dei dati relativi alle cessioni ed agli acquisti intracomunitari (i
cosiddetti “listings”).
42
E’ stato altresì concordato un processo di armonizzazione delle aliquote IVA, che ha
previsto l’applicazione di un sistema di aliquote comprendente un’aliquota normale, pari ad
almeno il 15%, e, facoltativamente per gli Stati membri, una o due aliquote ridotte, con un
minimo del 5%; sono state infine soppresse le aliquote maggiorate rispetto a quelle normali.
Anche in tale settore si sono verificate, nel tempo, delle modifiche a fronte di specifiche
esigenze economiche o procedurali: nel sottostante prospetto (Tabella 3) sono indicate le
aliquote attualmente in vigore nei 15 Stati membri.
Tabella n. 3
Aliquote Iva negli stati membri
Stato membro
Aliquota IVA ordinaria (%)
Altre aliquote (%)
Austria
20
10 e 12
Belgio
21
0, 1, 6 e 12
Danimarca
25
-
Finlandia
22
8,17
20,6
2,1 e 5,5
16
7
17,5
0e5
Grecia
18
4e8
Irlanda
21
0 e 12,5
Italia
20
4 e 10
Lussemburgo
15
3,6 e 12
Paesi Bassi
17,5
6
Portogallo
17
5 e 12
Spagna
16
4e7
Svezia
25
6 e 12
Francia
Germania
Gran Bretagna
E’ stato, infine, stabilito un particolare regime di cooperazione tra le
Amministrazioni degli Stati membri e la Commissione in materia di applicazione dell’IVA
(Regolamento CEE n. 218/92), attuato attraverso lo scambio di informazioni sulle
transazioni intracomunitarie per mezzo di un sistema di archiviazione e trasmissione
elettronica di dati al fine di controllare la corretta applicazione dell’IVA da parte degli
operatori soggetti al tributo negli Stati membri.
Un’ulteriore rilevante iniziativa normativa è costituita dalla Decisione n. 210/97/CE
del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 dicembre 1996 con la quale è stato adottato
un programma d’azione doganale nella Comunità: muovendo dalla constatazione che, anche
dopo il 1° gennaio 1993, ancora sussistono differenze sostanziali tra i mercati domestici dei
Paesi europei ed il mercato interno ed occorre pertanto favorire l’evoluzione del mercato
interno verso un vero e proprio “mercato domestico europeo”, è stata ravvisata la necessità
di individuare ed attuare orientamenti strategici per meglio definire il ruolo che la dogana è
destinata a svolgere nella Comunità.
Il programma d’azione, denominato programma Dogana 2000, è stato attuato per il
periodo dal 1° gennaio 1996 al 31 dicembre 2000 e successivamente prorogato al 31
dicembre 2002 con Decisione del Parlamento europeo e del Consiglio n. 105/2000/CE del
43
17 dicembre 1999: con tale strumento è stato approntato un quadro comune di obiettivi per
migliorare l’efficacia e l’uniformità delle operazioni doganali nell’ambito del mercato
interno.
Tali obiettivi rispondono principalmente all’esigenza di garantire un’applicazione
del diritto comunitario che assicuri risultati equivalenti in ogni punto del territorio doganale
dell’Unione, al fine di evitare distorsioni di traffico, proteggere gli interessi finanziari della
Comunità e fornire un livello equivalente di protezione ai cittadini ed agli operatori
economici comunitari, pur garantendo la fluidità necessaria alle operazioni di commercio
estero. Altri punti qualificanti sono l’attenzione dedicata alla formazione dei funzionari
doganali per attuare un servizio doganale di qualità e l’auspicata trasparenza ed efficacia
dell’azione doganale a beneficio del commercio legittimo attraverso il rafforzamento delle
relazioni tra le Amministrazioni doganali, gli ambienti economici, giuridici e scientifici e
gli operatori del commercio estero
Per conseguire detti risultati è stato previsto un monitoraggio permanente della
normativa e delle procedure comunitarie, il miglioramento dei metodi di lavoro (adozione
dell’analisi dei rischi, ricorso alle tecniche di audit, promozione delle procedure
semplificate, ricorso al trattamento informatizzato delle procedure doganali, conclusione di
protocolli di accordo con gli operatori economici) e l’intensificazione della lotta alla frode.
44
2.4. – Missioni istituzionali ed assetti organizzativi delle Amministrazioni
doganali europee
I dati disponibili sulla organizzazione delle dogane comunitarie riguardano il Regno
Unito, la Francia e l’Olanda.
Nel Regno Unito l’attività doganale è svolta dal Board of Customs and Excise,
controllato dal Ministero del Tesoro. Il Cancelliere dello Scacchiere, Capo del Ministero del
Tesoro, coadiuvato dal Segretario alle Finanze, è responsabile per la definizione delle
direttive e per la contabilità del Board of Customs ed il Tesoro risponde al Parlamento per
l’operato del Board.
Il Board, la cui consistenza organica ammonta a circa 23.000 unità, è articolato, a
livello centrale, in 7 Direzioni (Personale e Finanza, Servizi Operativi Centrali, Servizi
Operativi di Prevenzione, Servizi Operativi per la Compliance, Politiche Doganali, Accise e
Politiche Centrali, Politiche IVA) ed al livello periferico in unità di staff (Headquarters:4),
unità operative intermedie (Compliance Divisions:3) ed unità operative (Collections:14).
Gli Headquarters sono servizi centralizzati competenti per le funzioni inerenti a
IVA, dogane e accise, personale, finanza, contabilità, affari legali, formazione, informatica,
statistiche, assistenza internazionale.
Le Compliances definiscono le linee direttive di indirizzo per le operazioni svolte
dalle Collections in materia di analisi del profilo dei contribuenti a maggior rischio di
evasione; predispongono i dati statistici sul commercio; delineano piani operativi orientati
al cliente; definiscono i processi ed individuano gli obiettivi strategici; coordinano i progetti
seguendo anche gli aspetti relativi al sistema informativo.
Le Collections provvedono alla riscossione dei dazi, dell’IVA e delle accise, alle
verifiche contabili, ai controlli sulle importazioni ed esportazioni ed in materia di
contrabbando, narcotraffico, armi, beni sensibili, pedofilia.
L’attività antifrode è effettuata prevalentemente a livello nazionale dal National
Investigation Service e dal National Intelligence Division in cooperazione con la polizia ed
altri organismi investigativi.
In Francia le attività fiscali sono svolte all’interno del Ministero dell’Economia,
Finanza e Industria: al Segretario di Stato per il Bilancio, che riferisce al Ministro,
rispondono la Direzione generale delle Imposte e la Direzione Generale delle Dogane e
Imposte Indirette.
La Direzione Generale delle Dogane, oltre ad un Ufficio per gli Affari Generali e ad
un Capo dei Servizi, è suddivisa in sei Direzioni Centrali (Direzione per il personale ed il
budget, Direzione informatica, statistica e studi economici, Direzione affari giuridici,
contenzioso e lotta alla frode, Direzione unione doganale e cooperazione internazionale,
Direzione imposte indirette) e tre Servizi (Servizio ispettivo, Ufficio per l’informazione e la
comunicazione, Ufficio per il coordinamento degli affari europei).
Nell’ambito della Direzione Generale operano, inoltre, la Direzione nazionale
dell’informazione e delle indagini doganali, la Direzione nazionale dell’assunzione e della
formazione professionale, la Direzione nazionale della garanzia e dei servizi, il Centro
informatico doganale e la Direzione nazionale delle statistiche e del commercio estero.
I servizi e la gestione operativa sono svolti, sul territorio nazionale, tramite 10
Direzioni interregionali e regionali. Ogni Direzione comprende una Ricevitoria regionale,
un Centro di informazione, di orientamento e di controllo, Uffici di staff per la consulenza
45
agli utenti e Divisioni territoriali, a loro volta articolate in Uffici doganali, che gestiscono le
operazioni di sdoganamento e la circolazione dei prodotti soggetti ad accise, e Servizi di
sorveglianza, che effettuano i controlli su merci, viaggiatori e mezzi di trasporto.
L’organico della Direzione Generale conta circa 20.000 addetti.
In Olanda la gestione delle dogane rientra tra le competenze della Direzione
Generale Tasse e Dogane, responsabile per l’applicazione delle disposizioni legislative e
regolamentari predisposte dalla Direzione Generale per le Politiche Fiscali, Doganali e la
Legislazione.
Le funzioni della Direzione Generale Tasse e Dogane sono essenzialmente di
coordinamento, indirizzo e supporto.
La Direzione Generale si articola in 7 Direzioni:
4 Direzioni per il supporto fiscale e tecnico, che compongono la Divisione
dell’Amministrazione Tasse e Dogane (Tasse e affari legali, Affari doganali,
Imposte dirette, Imposte indirette);
3 Direzioni per il supporto all’amministrazione (Pianificazione e controllo,
Personale e organizzazione, Controllo di gestione).
Le scelte strutturali dell’Amministrazione rispondono ad una politica tipo businesslike, che ha portato a concentrare tasse e dogane in un’unica Amministrazione ed a
centralizzare determinate attività di supporto che vengono condivise ed utilizzate dalle
diverse realtà operative esistenti a livello locale.
Tali strutture sono utilizzate nelle aree relative all’automazione, alla formazione,
alla comunicazione ed ai servizi generali.
A livello periferico intermedio operano 4 Unità di supporto:
laboratorio, attrezzato per l’analisi chimica dei campioni di merci;
centro informazioni doganali, che raccoglie, elabora e diffonde tutte le
informazioni necessarie per l’adempimento delle funzioni doganali e per la
definizione dell’analisi dei rischi;
unità centrale di controllo, responsabile per i sistemi informatici, la
misurazione delle tariffe relative ad importazioni, esportazioni e transito
merci ed effettua l’imposizione e la riscossione dei diritti doganali e delle
accise;
servizi centrali per import/export, responsabile per l’emissione delle licenze,
per l’attività relativa alla esportazione di beni sensibili ed alla ridistribuzione
delle quote economiche sulle importazioni.
La gestione operativa è articolata in 7 Distretti, mentre a livello locale operano 261
Uffici con 35 postazioni doganali che seguono il processo dichiarativo (imposizione e
riscossione diritti doganali ed accise; monitoraggio delle merci e controllo del traffico transfrontaliero).
La dotazione organica della Direzione Generale è costituita da 5.500 unità.
Un progetto di benchmarking internazionale effettuato nel 1999 per comparare la
struttura organizzativa del sistema doganale nei tre Paesi ha consentito di individuarne le
missioni istituzionali, le funzioni ed i risultati attesi, che possono essere sintetizzati come
segue:
46
REGNO UNITO
Fornire servizi di elevata
Missioni
Istituzionali qualità in campo fiscale e
doganale in accordo con gli
obiettivi prefissati
dall’Amministrazione
FRANCIA
OLANDA
riscuotere le risorse
controllo in materia di
finanziarie per lo Stato, le importazioni, esportazioni e
collettività locali e l’Unione transito merci
Europea,
partecipare alla evoluzione
della regolamentazione
fiscale
essere al servizio dello
sviluppo economico
Lottare contro la frode
Funzioni
gestione e riscossione dei
diritti doganali, accise, IVA
ed imposte di fabbricazione
gestione e riscossione di
controllo delle importazioni,
diritti doganali, accise, IVA esportazioni e transito delle
ed imposte di fabbricazione merci
protezione delle imprese
garantendo il rispetto dei
divieti e delle limitazioni di
esportazioni/importazioni
la gestione delle informazioni
e delle statistiche
commerciali
protezione delle imprese,
garantendo il rispetto dei
divieti e delle limitazioni di
esportazioni/importazioni
gestione delle informazioni
e delle statistiche
commerciali
riduzione delle frodi
riduzione delle frodi
imposizione e riscossione dei
diritti doganali e delle accise
sulle importazioni
applicazione delle leggi e dei
regolamenti olandesi e
dell’Unione Europea in
materia doganale
consulenza sulle questioni di consulenza sulle questioni funzioni non fiscali di
politica economica e fiscale di politica economica e
interesse sociale: operazioni
fiscale
anti-droga e contro il traffico
di armi, tutela della salute
pubblica e dell’ambiente
Risultati
attesi
intensificazione della lotta
alla frode
maggiore efficacia delle
servizio di qualità al cittadino servizio di qualità al
utente, riduzione degli oneri cittadino utente e riduzione ispezioni, puntando sulla
per le aziende ed il
degli oneri per le aziende ed centralizzazione delle
il commercio
informazioni e della
commercio
knowledge, sull’analisi dei
rischi e sull’ottimizzazione
dei processi
sviluppo della professionalità
aumento delle ispezioni per
e della cultura aziendale
fini “non fiscali”
promozione della
cooperazione tra le diverse
unità esecutive
Procedendo ad un raffronto tra le attuali strutture che si occupano di attività
doganale nei paesi in esame è noto che in Italia la riforma dell’Amministrazione finanziaria
47
ha portato all’istituzione delle 4 agenzie fiscali: entrate, dogane, territorio e demanio. La
struttura che regola l’attività doganale, per quanto concerne la sua organizzazione si articola
in uffici centrali, regionali e locali; i primi due aventi funzioni di programmazione,
indirizzo, coordinamento e controllo, ed il terzo con funzioni operative. Sono organi
dell’agenzia il Direttore, il Comitato Direttivo ed il Collegio dei Revisori dei Conti, che
esercitano le attribuzioni demandate dallo Statuto. Il Direttore dell’agenzia presiede inoltre
anche un apposito Comitato di Coordinamento Strategico, istituito per indirizzare e
monitorare la corretta attuazione delle strategie.
Per quanto riguarda il Regno Unito entrambe le attività sopraccitate
(programmazione e coordinamento strategico) vengono svolte dalle “Compliances”, che
sono unità operative intermedie che si occupano anche della definizione delle linee direttive
di indirizzo delle “Collections” (unità operative a livello locale). In Francia, l’attività di
programmazione viene svolta da una delle sei Direzioni Centrali, la direzione statistica e
studi economici, mentre, a livello locale operano 10 direzioni interregionali e regionali. Non
diversa dalla precedente appare la situazione dell’Olanda, dove le funzioni di
coordinamento ed indirizzo sono espletate dalla Direzione Generale Tasse e Dogane,
suddivisa in 7 Direzioni. A livello locale operano invece 261 Uffici che seguono il processo
dichiarativo.
Per quanto riguarda l’Italia, all’interno dell’Agenzia delle Dogane, si possono
individuare 4 aree che operano a livello centrale e che costituiscono strutture di vertice:
•
area personale, organizzazione e informatica;
•
area affari giuridici e contenzioso;
•
area gestione tributi e rapporto con gli utenti;
•
area verifiche e controlli tributi doganali e accise.
Sono altresì da considerare come strutture di vertice a livello centrale anche i
seguenti uffici:
•
pianificazione strategica controllo;
•
audit interno;
•
amministrazione e finanza
•
relazioni Internazionali;
•
comunicazioni e relazioni esterne;
•
strategie per l’innovazione tecnologica;
•
antifrode.
Quest’ultimo ufficio individua le strategie di contrasto degli illeciti tributari ed
extratributari, effettua azioni di monitoraggio sulla fenomenologia degli illeciti, indirizza e
coordina le relative attività sia a livello nazionale che nella cooperazione internazionale,
svolge attività di contrasto agli illeciti tributari ed extratributari nei casi di particolare
rilevanza, delicatezza ed importanza per l’economia nazionale o per competenze territoriali
che investono ampie aree del paese.
Nel Regno Unito l’attività antifrode viene svolta prevalentemente a livello
nazionale dal “National Investigation Service” e dal “National Intellegence Division” in
cooperazione con la Polizia ed altri organismi investigativi; in Francia il controllo è
esercitato da parte di una delle sei Direzioni Centrali (Dir.ne Affari Giuridici, contenzioso e
lotta alla frode) facenti parte della Direzione Generale delle Dogane, mentre in Olanda
l’attività antifrode è esercitata dalla Direzione denominata “Affari Doganali” e che
costituisce una delle quattro Direzioni per il supporto fiscale e tecnico tra le sette operanti
nell’ambito della Direzione Generale Tasse e Dogane.
48
Per quanto attiene alla gestione dell’I.V.A., in Italia la stessa viene effettuata
dall’Agenzia delle Entrate e dall’Agenzia delle Dogane. Per la prima, come già sottolineato,
il passaggio dell’amministrazione finanziaria ad un modello organizzativo per agenzie ha
portato ad una accelerazione del processo di ristrutturazione. I nuovi uffici unici, subentrati
ai vecchi uffici I.V.A. ed agli uffici distrettuali delle imposte dirette e del registro, sono, fra
l’altro, responsabili dell’accertamento e della riscossione dell’IVA interna (nazionale e
comunitaria). Le attività di cui è responsabile l’Agenzia delle Dogane in materia di IVA
sono relative, da una parte, all’accertamento ed alla riscossione dell’imposta
all’importazione da paesi terzi, e, dall’altra, all’acquisizione degli elenchi riepilogativi
delle cessioni e degli acquisti intracomunitari (listings INTRA) ed ai controlli ex-post in
materia (svolti anche dagli Uffici dell’Agenzia delle entrate e dalla Guardia di finanza).
Anche in Francia l’ufficio competente in materia di I.V.A. (T.V.A.-Taxe sur la
Valeur Ajoutée) fa parte delle 4 sottodirezioni facenti capo al Directeur de la lègislation
fiscale adjoint au Directeur Général, e pertanto non inserito nel circuito delle attività
doganali.
Diversamente da quanto accade in Italia e in Francia, nel Regno Unito gli uffici
preposti alla riscossione dell’I.V.A. sono le già nominate Collections, che provvedono
anche alla riscossione dei dazi e delle accise ed a tutta una serie di controlli sulle
importazioni ed esportazioni. In Olanda l’I.V.A. viene riscossa a livello locale per il tramite
di 261 uffici con 35 postazioni doganali che seguono il processo dichiarativo (imposizione e
riscossione diritti doganali ed accise e monitoraggio delle merci).
49
3. - L’AMMINISTRAZIONE DOGANALE ITALIANA DI FRONTE ALLE
SFIDE DEL MERCATO INTERNO EUROPEO
3.1. - Evoluzione del quadro normativo nazionale: normazione primaria e
secondaria
L’adeguamento del sistema doganale alle esigenze poste dalla realizzazione del
mercato interno europeo è stato attuato mediante una sistematica opera di normazione volta
a modificare, aggiornare ed integrare le disposizioni nazionali in materia, uniformandole
agli indirizzi ed agli orientamenti emersi in sede comunitaria: a tal fine si è reso necessario
apportare numerose e sostanziali modifiche ed integrazioni al Testo Unico delle
disposizioni legislative in materia doganale, approvato con D.P.R. 23 gennaio 1973, n. 43.
Sotto tale profilo il decreto legislativo 8 novembre 1991, n. 374, ha introdotto
numerose innovazioni i cui aspetti più significativi hanno riguardato:
- l’orario degli uffici doganali;
- la non obbligatorietà della verifica fisica delle merci;
- la modifica della disciplina della revisione dell’accertamento;
- la previsione di procedure doganali semplificate;
- la nuova regolamentazione dell’istituto delle procedure di domiciliazione.
L’orario di apertura degli uffici doganali, articolato in dieci ore al giorno dalle 8,00
alle 18,00, con esclusione del sabato, giorno in cui gli uffici sono aperti dalle 8,00 alle
14,00, è stato introdotto in sintonia con le disposizioni comunitarie e con i principi di
economicità e celerità che caratterizzano l’interscambio commerciale: in un contesto
economico internazionale contraddistinto da ritmi accelerati di produzione, spedizione e
trasporto per l’acquisizione di nuovi spazi di mercato, la possibilità di minimizzare i costi
(per le prestazioni rese dalle ore 14,00 alle ore 18,00 è stata eliminata l’indennità di fuori
orario) e di ridurre i tempi di espletamento delle formalità doganali (effettuabili fino alle ore
18,00 senza ricorrere a prestazioni di lavoro straordinario da parte del personale) sono state
introdotte per aumentare la competitività delle imprese nazionali.
Alla stessa logica si è ispirato il principio della non obbligatorietà della verifica
fisica delle merci e all’eventuale effettuazione della stessa a sondaggio, sulla base di criteri
selettivi, sia programmati che casuali, al fine di rendere più rapido lo svincolo delle merci e
contestualmente più efficace ed incisiva l’azione di controllo mediante interventi mirati.
La previsione di procedure semplificate per la presentazione della dichiarazione
doganale (dichiarazione incompleta, periodica, riepilogativa) è stata introdotta per venire
incontro alle esigenze degli operatori di attribuire alla merce l’esito doganale voluto, pur in
assenza di tutte le indicazioni o i documenti di norma richiesti, ovvero mediante la
presentazione di documentazione amministrativa, commerciale o di trasporto. Con apposito
regolamento (D.M. Del 28 gennaio 1994, n. 254) sono state precisate le modalità inerenti le
semplificazioni per l’entrata delle merci nel territorio doganale.
A fronte della maggiore fiducia accordata agli operatori, è stato previsto un più
ampio potere discrezionale in sede di controllo a posteriori: in tale ottica è stata prevista
l’elevazione del termine per operare la revisione di accertamento da sei mesi a tre anni,
50
come stabilito dalla normativa comunitaria, e la possibilità di procedere alla verifica di più
operazioni.
Un’altra innovazione ha riguardato le procedure di domiciliazione, la cui disciplina
applicativa è stata dettata con D.M. 11 dicembre 1992, n. 548: in considerazione dei
vantaggi che derivano agli operatori dal ricevere direttamente nei propri impianti anche le
merci ancora vincolate a dogana e dal poterne disporre immediatamente senza l’intervento
di quest’ultima oppure dallo inviarle all’estero in analoghe condizioni, è stata prevista una
diffusa possibilità di ricorso a tale istituto, ampliando sia la sfera dei possibili destinatari,
sia le destinazioni doganali consentite.
Altro intervento normativo volto ad innovare le disposizioni nazionali per
armonizzarle con quelle comunitarie è costituito dal decreto legislativo 8 novembre 1991, n.
376, che ha riordinato la disciplina doganale riguardante i magazzini generali ampliando la
tipologia delle merci da introdurre in relazione al loro status (sia estere che nazionali, da
esportare o da destinare al mercato interno), semplificando le procedure di introduzione,
consentendo l’assoggettamento delle merci al regime di deposito, con la connessa
possibilità di beneficiare del regime doganale sospensivo, anche senza l’introduzione fisica
delle stesse nel magazzino generale o deposito doganale.
Con specifici regolamenti sono stati disciplinati i programmi e criteri in materia di
visita fisica della merci presentate in dogana (D.M. 28 gennaio 1994, n. 255), nonché le
modalità del servizio di riscontro, effettuato allo scopo di controllare la corrispondenza dei
colli e delle merci alla rinfusa in uscita dagli spazi doganali con i documenti doganali che li
scortano, e per l’identificazione delle merci sottoposte a vincoli doganali.
Ulteriori interventi legislativi sono stati realizzati nel tempo per conformare alla
disciplina comunitaria o adattare alle mutate esigenze dei traffici commerciali talune
specifiche disposizioni del richiamato T.U.L.D.. In particolare, la legge 27 dicembre 1997,
n. 449 ha modificato la disciplina in materia di versamento delle accise e degli interessi sui
diritti doganali; la legge 8 maggio 1998, n. 146 ha provveduto a conformare la disciplina
nazionale relativa alla rappresentanza in dogana alle disposizioni comunitarie, precisando
che la rappresentanza indiretta è libera e che la rappresentanza diretta è riservata agli
spedizionieri doganali iscritti nell’albo professionale limitatamente alle dichiarazioni in
dogana; la legge 25 luglio 2000, n. 213 ha ampliato la sfera di attività degli spedizionieri
doganali e dei centri di assistenza doganale (CAD), di cui alla legge 6 febbraio 1992, n. 66,
prevedendo, tra l’altro, la possibilità per entrambi di asseverare i dati contenuti nelle
dichiarazioni da presentare agli uffici finanziari.
Per quanto concerne l’IVA all’importazione, il testo normativo di riferimento
continua ad essere il D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633 - Titolo V: sono stati tuttavia emanati
numerosi provvedimenti amministrativi per disciplinare i nuovi adempimenti a carico degli
uffici doganali in materia di controlli sulla veridicità e correttezza degli scambi
intracomunitari.
L’abolizione delle frontiere fiscali ha comportato una revisione anche della
disciplina in materia di imposte di fabbricazione e consumo: in alcuni casi gli istituti
previsti dalla normativa comunitaria erano già noti ed in uso a livello nazionale e si è reso
necessario solo introdurre una nuova terminologia ( accisa, deposito fiscale, deposito
autorizzato, operatore registrato e non registrato, rappresentante fiscale), mentre
profondamente innovativi sono stati gli aspetti concernenti i criteri con i quali vengono
stabiliti l’oggetto del tributo e le modalità di gestione e di controllo delle operazioni
rilevanti ai fini della tassazione.
51
In particolare, è stata trasformata l’attività di controllo degli Uffici tecnici di finanza
che, ai fini dell’accertamento quantitativo e qualitativo dei prodotti realizzati, sono tenuti a
presidiare continuativamente solo gli stabilimenti di produzione, mentre negli altri
stabilimenti il controllo si trasforma da controllo preventivo a controllo a posteriori, sulla
base dei bilanci di materia ed energetici e di ogni altra evidenza tecnica idonea a dare
riscontro oggettivo alle risultanze contabili.
Inoltre, agli stessi operatori è stato consentito di emettere i documenti di
accompagnamento per la “scorta” dei prodotti soggetti ad accisa (DAA).
In conseguenza dell’adeguamento sostanziale e formale dello specifico settore
impositvo alla disciplina comunitaria è stata avvertita l’esigenza di provvedere al
coordinamento di tutto l’assetto normativo per consentire agli uffici ed agli operatori di
disporre di uno strumento idoneo a chiarire i rispettivi adempimenti in un quadro normativo
di certezza dei diritti e degli obblighi collegati alla imposizione indiretta sulla produzione e
sui consumi: a tal fine è stato emanato il Testo Unico delle accise, approvato con decreto
legislativo 26 ottobre 1995, n. 504.
Altri interventi normativi, con incidenza settoriale specifica, sono stati attuati nel
corso degli anni successivi, come risulta dall’elenco di cui alla Tabella 4.
Tabella n. 4
Normativa nazionale in materia di accise
Testo Unico approvato con decreto legislativo 26.10.1995 n. 504;
Modifiche ed integrazioni in materia di accise:
- art. 3, commi da 12 a 17 della legge 28.12.1995, n. 549;
- art. 2, comma 127 e art. 3, comma 143, lett. e, punto 3 e comma 149, lett. l della
legge 23.12.1996, n. 662;
- art. 4 del D.L. 31.12.1996, n. 669, convertito con modificazioni nella legge
28.02.1997, n. 30;
- art. 10, comma 4 del dec. leg.vo 18.12.1997, n. 473;
- art. 17, commi da 29 a 33 della legge 27.12.1997, n. 449;
- art. 8 e 21 della legge 23.12.1998, n. 448;
- art. 2, 22 e 23 della legge 18.02.1999, n. 28;
- art. 10 della legge 23.12.1999, n. 488
52
3.2. – Evoluzione dei modelli organizzativi
Fin dal 1990 l’Amministrazione doganale italiana ha avviato una radicale
trasformazione sotto il profilo normativo, strutturale, organizzativo e procedurale che ha
interessato tutte le attività, tributarie ed extratributarie, concernenti sia il settore doganale
che quello della imposizione indiretta sulla produzione e sui consumi.
La prima tappa di tale processo di rinnovamento, originato dalla necessità di
prepararsi a far fronte ai nuovi impegni nei confronti della Comunità e degli altri partners
comunitari, è rappresentata dalla istituzione del Dipartimento delle Dogane e delle Imposte
Indirette, avvenuta con decreto legislativo 26 aprile 1990, n. 105: l’obiettivo era quello di
rinnovare l’ordinamento, la struttura, le competenze e la gestione operativa delle dogane
italiane, attribuendo al nuovo organismo un’autonomia funzionale adeguata al dinamismo
cui devono essere improntati i servizi doganali ed alle esigenze della produzione e del
commercio, garantendo nel contempo la sicurezza fiscale e la tutela degli interessi
comunitari, assicurando la diretta connessione tra gli uffici operativi ed i centri di indirizzo
nazionali, comunitari ed internazionali e prevedendo il costante e non mediato rapporto con
gli operatori economici.
A questa esigenza voleva rispondere l’istituzione del Dipartimento delle dogane e
delle imposte indirette, costituito dalla Direzione Generale, articolata in tre Direzioni
Centrali (Affari generali, personale e servizi informatici e tecnici; Servizi doganali;
Imposizione indiretta sulla produzione e sui consumi), e da 14 Direzioni compartimentali su
base regionale o interregionale, dalle quali dipendevano le Circoscrizioni doganali (n. 48)7,
gli Uffici tecnici di finanza (n. 41), i Laboratori chimici (n. 17)8.
La ripartizione tra attività gestionali e servizi tecnici in materia doganale, di accise e
di laboratori chimici (riprodotta anche a livello compartimentale) veniva introdotta per
marcare la specificità degli istituti e fornire prestazioni di qualità nei rispettivi settori di
competenza. Tale scelta veniva stata determinata anche da un ulteriore duplice ordine di
considerazioni: in primo luogo la constatazione della raggiunta uniformità nella
regolamentazione comunitaria degli istituti doganali a fronte della sola armonizzazione
conseguita nel settore fiscale ed in secondo luogo la diversità dei presupposti che regolano
sia la nascita dell’obbligazione doganale e fiscale, sia le modalità di circolazione
intracomunitaria delle merci.
Mentre la redistribuzione delle competenze e la riallocazione delle risorse
nell’ambito della Direzione Generale venivano realizzate per adeguarne il modello
organizzativo ai mutamenti tecnici e culturali che sarebbero stati indotti dall’attuazione del
mercato interno, sugli uffici operativi (Circoscrizioni doganali ed Uffici tecnici di finanza)
le modifiche nel volume complessivo delle attività e la diversificazione delle stesse
sarebbero state determinate dalla evoluzione delle dinamiche di contesto.
Il processo di trasformazione organizzativa ha vissuto una nuova fase e visto una
decisiva accelerazione con l’istituzione, insieme con le altre tre Agenzie fiscali,
dell’Agenzia delle dogane, divenuta operativa con il 1°gennaio 2001. Il nuovo modello
organizzativo, che realizza un decentramento delle funzioni e delle responsabilità, è
finalizzato, da una parte, all’imprenditorializzazione dell’attività amministrativa ed al
potenziamento del ruolo manageriale anche dei titolari delle strutture territoriali, e,
7
Dalle 48 Circoscrizioni doganali dipendono: 102 Dogane principali (di cui le 48 Direzioni Circoscrizionali),
47 Dogane secondarie, 224 Sezioni doganali, 111 Posti doganali e 32 Posti di osservazione.
8
1 Laboratorio Chimico Centrale, 12 Laboratori Chimici e 4 Laboratori Chimici specializzati
53
dall’altra, al recupero del fondamentale ruolo degli uffici centrali di programmazione,
indirizzo, coordinamento e controllo dell’intera struttura.
La progettazione di dettaglio delle strutture centrali e regionali, coerente con il
nuovo modello organizzativo delineato, ha consentito di attivare le predette strutture a
decorrere dal 18 aprile 2001, con determinazione direttoriale del 26 marzo 2001.
Il nuovo assetto organizzativo, caratterizzato, essenzialmente, dal passaggio da una
struttura organizzata per "tributi" ad una organizzata per "servizi" (o "funzioni"), onde
assicurare una maggiore unitarietà di gestione superando la tradizionale frammentazione, è
finalizzata, altresì a raggiungere i seguenti obiettivi:
1)
migliorare il presidio sulla gestione delle risorse a disposizione delle
strutture operative;
2)
promuovere all'esterno l'immagine dell'Agenzia e dedicare particolare
cura alla comunicazione istituzionale;
3)
presidiare efficacemente le attività a carattere internazionale, anche ai fini
di una maggiore tutela degli interessi nazionali;
4)
assicurare una maggiore efficacia delle attività di contrasto alle frodi.
In linea con il perseguimento di questi obiettivi, a livello centrale sono state attivate:
strutture di line, di supporto agli uffici operativi, per indirizzare le attività
verso una sempre maggiore efficacia dell'azione ed un miglioramento della qualità dei
servizi resi agi i u ten ti, all'Amministrazione finanziaria e all’Unione Europea, quali l'Area
Gestione tributi e rapporto con gli utenti, l' Area Verifiche e controlli Tributi doganali ed
accise- laboratori chimici, l'Area Affari giuridici e contenzioso, l'Area Personale,
Organizzazione e informatica;
strutture di staff, di supporto al Direttore, per la pianificazione, il controllo
ed il monitoraggio delle risorse e delle attività, quali Pianificazione Strategica,
Amministrazione e Finanza, Strategie per l'innovazione tecnologica ed Audit, nonché per il
presidio di particolari attività, quali Relazioni Internazionali, Comunicazione e Relazioni
Esterne e Antifrode.
Nella rivisitazione delle funzioni delle strutture centrali si è tenuto conto del ruolo
decisionale e manageriale da assegnare alle Direzioni regionali, realizzando un
decentramento di funzioni connesse con l'acquisizione e la gestione delle risorse umane,
finanziarie e strumentali.
Per le Direzione regionali, che rappresentano a livello territoriale (regionale o
interregionale) l'Agenzia delle Dogane, il modello organizzativo definito è speculare a
quello centrale con strutture di:
staff, con funzioni di supporto al Direttore regionale nel governo
complessivo della struttura e degli uffici dipendenti;
line, con funzione di indirizzo e consulenza tecnica nell' applicazione e
traduzione a livello operativo delle metodologie e dei processi definiti a livello centrale.
Le Direzioni regionali costituiscono quindi lo snodo tra le strategie e gli indirizzi
definiti a livello centrale e l' operatività affidata agli uffici locali.
Per il livello locale, con la costituzione di Uffici integrati delle dogane è previsto il
potenziamento del ruolo del dirigente sotto il profilo manageriale, al fine di realizzare
54
strategie unitarie di intervento in materia di gestione dei tributi e di prevenzione e
repressione delle violazioni, nel rispetto di obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità
della gestione.
A tal fine, nel corso del 2001 è stato effettuato lo studio di fattibilità finalizzato
all’attivazione degli uffici integrati delle Dogane, nonché la progettazione del modello
organizzativo degli uffici stessi. Fonte primaria di riferimento di tale studio è l'articolo 7 del
Regolamento di amministrazione dell'Agenzia che definisce gli uffici locali come presidi
territoriali che integrano le funzioni ed i compiti delle Dogane e degli Uffici Tecnici di
Finanza e che, insieme con i Laboratori chimici, assicurano sul territorio di competenza la
programmazione ed il conseguimento degli obiettivi operativi assegnati e garantiscono un
contatto costante con la platea degli operatori e dei contribuenti.
Nell' ambito di tale studio è stata predisposta una prima ipotesi di dislocazione degli
uffici e, al fine di iniziare la sperimentazione del modello organizzativo da adottare, sono
stati individuati i primi due uffici da attivare. La scelta si è basata sostanzialmente su criteri
di semplicità di attivazione e di economicità, e, di conseguenza, sono state privilegiate
realtà territoriali di dimensioni contenute, che non necessitassero di pesanti adeguamenti
strutturali.
Con la Determinazione Direttoriale 2101/UD del 6 dicembre 2001 sono stati istituiti
in via sperimentale gli uffici integrati delle dogane di Biella e Vercelli. Si è, però, scelto di
rendere operativi tali Uffici solo a partire dal 2 gennaio 2002, allo scopo ti ridurre l'impatto
della riorganizzazione sugli uffici operativi già pesantemente coinvolti nell'operazione di
"change over" per l'introduzione della nuova divisa comunitaria.
La completa attuazione degli Uffici integrati richiederà un percorso che impegnerà
l’Agenzia fino al 2004, compatibilmente con le risorse finanziarie di cui potrà disporre.
Il processo di rinnovamento organizzativo non si è esaurito con l'attivazione delle
strutture di vertice, ma, nella consapevolezza che era inevitabile una fase di "rodaggio", è
stata programmata ed avviata, a partire dalla seconda metà del 2001, l'analisi dei processi
all'interno di ciascuna unità organizzativa, sia a livello centrale che regionale, al fine di
censire i processi di ciascuna unità organizzativa, definire le eventuali criticità, attraverso
l'individuazione del "gap" tra situazione attuale e situazione "vision", ed i necessari
interventi correttivi.
Utilizzando una metodologia (Winograd-Flores) già applicata, con risultati positivi,
nell'ambito del Progetto "Nuovo Sistema Doganale" per l'analisi di dettaglio dei processi
operativi degli Uffici doganali, sono stati focalizzati i servizi offerti ed i processi che ne
consentono l'erogazione, evidenziando i protagonisti ed i criteri per la soddisfazione del
"cliente" quale fruitore del servizio, sulla base di nuove logiche di lavoro, non più orientate
alla sola corretta esecuzione di compiti (adempimenti) ma finalizzate al conseguimento dei
risultati complessivi programmati (obiettivi).
Una prima fase del lavoro ha consentito di identificare, rappresentare ed analizzare,
mediante il coinvolgimento di tutte le strutture interessare - sia a livello di direttori di Area
e di Staff che di dirigenti o responsabili dei singoli uffici - tutti i processi presenti a livello
centrale, evidenziandone le principali criticità e i conseguenti interventi da porre in essere.
In particolare, in questa fase sono state analizzate sia le interrelazioni tra la Direzione, gli
Uffici delle Strutture Centrali e le Direzioni Regionali, sia i processi di comune interesse; è
stata altresì completata la descrizione dei processi di specifica competenza di ciascuna Area
o Ufficio di staff.
55
Una seconda fase di tale lavoro, il cui completamento è previsto entro il 2002,
consentirà un'analisi più dettagliata dei processi più rilevanti, attraverso l'identificazione
degli input di innesco, degli output attesi, del responsabile e degli attori coinvolti, nonché
degli eventuali strumenti a supporto dello scambio di informazioni. Tale approfondimento
consentirà di individuare le eventuali criticità inerenti a specifici processi, al fine di fornire
indicazioni per una migliore individuazione delle funzioni assegnate a ciascuna struttura e
per l'eventuale revisione di alcuni processi interni.
56
4.- AZIONI SVOLTE
4.1.- Riallocazione del personale ed ottimizzazione del suo impiego
4.1.1.- Le nuove esigenze poste dalla realizzazione del mercato interno europeo
Quanto esposto nel precedente paragrafo 3.2, per quanto riguarda gli sviluppi
organizzativi dettati dalla preparazione alle nuove logiche del mercato interno, agli inizi
degli anni ’90, e dall’adeguamento ai nuovi modelli operativi delle pubbliche
amministrazioni definiti a conclusione del complesso processo di riforma avviato con la
legge 241/90, continuato con il d.lgs.29/93, con le leggi 20/94, 57/97 e 94/97 e in qualche
modo conclusosi con il d.lgs.300/99 e successive modificazioni e integrazioni.
Sul piano più specificamente operativo, l’allora Dipartimento delle Dogane, ha
continuato ad essere impegnato ad assicurare:
- la corretta percezione dei diritti doganali provvedendo al relativo accertamento;
- la regolare instaurazione e conclusione dei regimi doganali sospensivi e del regime
dell’esportazione;
- il rispetto delle misure di politica economico-commerciale che sono collegate agli
scambi da e per l’estero, quali meccanismi regolatori degli scambi commerciali e dei flussi
di merce (divieti, misure di restrizione, embargo);
- l’osservanza, in relazione allo svolgimento delle operazioni e dei controlli
doganali, delle disposizioni relative ai flussi di merci da e per l’estero, poste a tutela di
interessi pubblici individuati dall’ordinamento comunitario e/o statuale (misure sanitarie,
fitosanitarie, di protezione del patrimonio artistico, della proprietà intellettuale, dei marchi
di fabbrica, ecc.);
- l’individuazione, il contrasto e la repressione delle frodi e dei traffici illeciti,
nonché la gestione del contenzioso relativo nelle attribuzioni di competenza;
- i controlli a posteriori presso le imprese per accertare la correttezza formale e
sostanziale delle operazioni doganali.
Una volta abbattute, con il 1° gennaio 1993, le barriere fiscali, il Dipartimento ha
avuto inoltre l’obbligo di assicurare:
- la ricezione degli elenchi riepilogativi delle cessioni e degli acquisti
intracomunitari di beni; l’acquisizione dei relativi dati e la fornitura degli stessi al
Dipartimento delle Entrate, ai fini della sorveglianza del rispetto delle regole fiscali
concernenti l’IVA (sistema VIES) ed all’Istituto Nazionale di Statistica, ai fini della
elaborazione delle statistiche degli scambi tra Stati membri (sistema INTRASTAT);
- l’esecuzione dei controlli sulle imprese che effettuano scambi intracomunitari, ai
fini della verifica dell’esatto adempimento degli obblighi fiscali inerenti l’IVA.
Di qui l’esigenza della riconversione degli uffici doganali per adeguarli alla
evoluzione della realtà politica ed economica europea attraverso la revisione delle loro
attribuzioni, sia sotto il profilo strutturale ed organizzativo che sul piano metodologico: le
innovazioni hanno riguardato l’articolazione e le competenze, la gestione delle risorse
57
umane, l’attività di controllo e verifica, la lotta alle frodi ed ai traffici illeciti, l’adeguamento
del sistema informatico, i rapporti con l’utenza.
In particolare, la realizzazione del mercato interno ha comportato l’adozione delle
seguenti misure:
- soppressione, ovvero riclassificazione di alcuni uffici doganali interessati dal
traffico commerciale con altri Stati membri a seguito della abolizione delle relative
formalità doganali (sono stati interessati dapprima gli uffici situati al confine italo-francese
e successivamente, nel 1995, quelli al confine italo-austriaco);
- riallocazione del personale in esubero in sedi di servizio ove si era registrato un
incremento delle esigenze operative per effetto dell’aumento del traffico commerciale,
anche marittimo ed aeroportuale, con i Paesi terzi;
- rivisitazione delle piante organiche alla luce dei carichi di lavoro rilevati, tenendo
conto dei nuovi compiti conseguenti alla evoluzione della realtà comunitaria;
- potenziamento dei controlli doganali ed intensificazione della lotta alle frodi, con
particolare riguardo a quelle a detrimento del bilancio comunitario, ed ai traffici illeciti
anche mediante l’istituzione di strutture ad hoc (SVAD e SCAD);
- adeguamento delle strutture operative, anche sotto il profilo informatico, per il
concreto svolgimento delle funzioni di controllo degli operatori IVA intracomunitari, sia
mediante l’acquisizione, l’elaborazione ed il controllo formale degli elenchi riepilogativi
periodici (listings), sia mediante l’attività di controllo esterno sugli operatori stessi (accessi)
per verificarne la regolarità dei comportamenti in relazione agli adempimenti formali, alle
registrazioni nelle scritture contabili ed ai versamenti dell’imposta;
- creazione di apposite banche-dati e sviluppo di procedure informatiche di
rilevazione statistica per dare attuazione a specifiche regolamentazioni comunitarie ed alla
cooperazione amministrativa nei vari settori di attività;
- implementazione dell’attività di formazione delle risorse umane, anche in
conformità di specifici programmi comunitari (Programma Matthaeus, Programma
Matthaeus-Tax, Programma Dogana 2000), al fine di migliorare la preparazione
professionale del personale, con specifico riguardo alla formazione linguistica ed alle
conoscenze informatiche.
Più specificamente, nel periodo immediatamente successivo al 1992 la eliminazione
delle barriere doganali fra Stati membri ha comportato, relativamente al confine francese,
una significativa mobilità di personale (di cui però l’Amministrazione non precisa l’esatta
dimensione quantitativa) per le dogane di Ventimiglia, Modane e Claviere ed un consistente
ridimensionamento della dogana di Aosta.
Successivamente all’adesione dell’Austria, è stata attivata la mobilità anche presso
la Dogana di Tarvisio e le dogane minori dell’Alto Adige, per un totale complessivo di circa
500 unità.
La gran parte del personale già in servizio sul confine francese è stato trasferito in
uffici ad alta carenza di dotazione organica del Piemonte e della Liguria; il personale
operativo nel Friuli è stato destinato presso le altre dogane della Direzione compartimentale
di Trieste tuttora attive in Slovenia e, in minima parte, presso uffici dell’attuale
Dipartimento delle Entrate.
L’Amministrazione ha fatto presente che nel corso degli anni di riferimento, oltre
agli eventi comunitari, altri mutamenti sono intervenuti, sia a livello macro-economico che
contingente, determinando la necessità di una diversa distribuzione del personale. In
58
particolare, sono stati segnalati: l’apertura del porto di Gioia Tauro ed il potenziamento
degli altri porti già attivi (la Spezia, Genova, Trieste, Salerno, Bari, Taranto), per
valorizzarne le attività di terminali del traffico transoceanico di container; l’attivazione del
nuovo “hub” di Malpensa 2000; l’abilitazione al traffico internazionale di diversi aeroporti
minori (Bologna, Parma, Reggio Emilia, Rimini, Firenze, Bolzano, Falconara Marittima),
per far fronte soprattutto al maggior volume di traffico con i Paesi dell’Est europeo;
l’attivazione dell’interporto Napoli-terra (Nola); l’impegno delle strutture del
Compartimento di Bari per assolvere i compiti di sorveglianza e di controllo della frontiera
comunitaria verso Paesi ad alto rischio (Paesi balcanici).
Per quanto concerne la mobilità interregionale, dal 1997 e per ogni anno successivo,
la movimentazione più consistente deriva dalla procedura para-concorsuale, in ambito
nazionale, per i trasferimenti a domanda e per gli scambi regionali di sede, le cui modalità
operative ed i cui criteri applicativi sono stati dettati nelle circolari emanate dall’allora
Direzione Generale degli Affari Generali e del Personale del Ministero delle finanze, di
concerto con il Dipartimento delle Dogane e con le Organizzazioni sindacali più
rappresentative.
Altre movimentazioni, di proporzioni più modeste, sono invece riconducibili alle
disposizioni di cui agli artt.33, comma 5^, e 21, comma 2^, della legge n. 104/1992, alle
stabilizzazioni di dipendenti già in posizione di distacco da lungo tempo, nonché a
specifiche esigenze di servizio.
59
4.1.2.- Dotazioni organiche, presenze effettive ed impiego del personale
La dotazione organica del personale dirigenziale, delle qualifiche funzionali e dei
profili professionali del personale dell’Amministrazione doganale è stata determinata con
D.P.C.M. 2 dicembre 1996, con riferimento all’allora Dipartimento.
L’attuale situazione, per quanto riguarda sia le dotazioni organiche che le presenze
effettive, risulta dalla successiva Tabella 5.
Tabella n. 5
Situazione del personale: dotazione organica e presenze
Personale
Dirigenti
Area C3
Area C2
Area C1
Area B3
Area B2
Area B1
Area A1
Totale non
dirigenti
Diff. %
Diff. %
Risorse
Risorse
Organico teorico Organico
Diff. %
presenze
presenze
effettive al effettive al
del Dipartimento dell'Agenzia
2001/2000
2000/organico 2001/organico
31/12/2000 31/12/2001
(*)
(**)
Dipartim.
Agenzia
165
181
9,70
252
1.041
1.795
1.735
909
2.470
736
1.158
1.001
1.947
1.667
1.050
2.228
738
1.255
-3,84
8,47
-3,92
15,51
-9,80
0,27
8,38
1.420
2.325
2.326
2.500
2.653
1.197
1.499
9.844
9.886
0,43
13.920
390
-34,52
-53,59
-26,69
-22,80
-25,41
-63,64
-6,90
-38,51
-22,75
13.506
TOTALE
GENERALE
10.009
10.067
0,58
14.172
13.896
(*) Pianta organica prevista dal DPCM del 1996.
(**) Dotazione organica prevista nel Regolamento di Amministrazione.
-29,28
-26,80
-29,37
-27,55
Per quanto riguarda il rapporto personale presente/dotazioni organiche,
l’Amministrazione ha comunicato che, al 30 giugno 2000, la differenza risulta
complessivamente di 4.194 unità, pari al 30% della dotazione vigente, con percentuali di
scostamento diversificate tra nord e sud: nel periodo dal 1996 al 1999 il livello di copertura
dell’organico al nord è stato pari al 64,74% mentre al sud è stato del 78,69%).
La significativa carenza di personale rispetto alle dotazioni organiche (-30%)
suscita, tuttavia, non poche perplessità, sia sulla base dei raffronti con le amministrazioni
doganali degli altri paesi europei, sia per i criteri che sono stati a suo tempo assunti alla base
della determinazione delle piante organiche. Le perplessità emergono in considerazione
delle evidenti distorsioni dovute all’eccessiva importanza che in sede di definizione delle
dotazioni organiche è stata data ai carichi storici di lavoro, ai parametri normativi ed alle
attività tradizionali ed all’altrettanto chiara sottovalutazione degli effetti di riduzione dei
carichi di lavoro indotti dalla realizzazione del mercato interno, dalle innovazioni
organizzative e procedurali (canale verde, ecc.) e dall’aumento dell’area delle attività nuove
e meglio organizzate (dogane aeroportuali, ecc.). Né alla fissazione di tempi standard di
lavorazione che non certificassero, con qualche ulteriore margine di manovra, la situazione
60
esistente, ma che, invece, riflettessero l’orientamento all’innovazione ed all’adozione delle
best practices ha contribuito l’essersi limitati a calcolare i tempi unitari delle attività
routinarie come una media delle medie dei tempi proposti dalle Direzioni compartimentali.
Queste considerazioni critiche non possono essere superate dalla precisazione da
ultimo pervenuta dall’Amministrazione che la pianta organica definita con il DPCM 2
dicembre 1996 è stata elaborata sulla base dei carichi di lavoro degli Uffici centrali e
periferici del Dipartimento nel 1995, misurati anche attraverso l’individuazione di tempi
unitari di lavorazione, e ciò per circa il 90% delle attività svolte sia dagli uffici operativi
che dalle strutture centrali e regionali.
A ciò si aggiungono le osservazioni critiche che attengono alla tuttora irrazionale
ed inefficiente distribuzione territoriale delle risorse umane effettivamente presenti,
continuando a proporsi un modello non ancora in linea con quello dettato dal raffronto
con la domanda da soddisfare. A tale specifico proposito devesi, peraltro, rilevare che, per
ovviare alla discrepanza tra distribuzione ottimale del personale e distribuzione effettiva,
nonché per attuare una corretta valutazione della capacità operativa impiegata, nessun
contributo realmente significativo risulta fornito dal sistema di pianificazione,
programmazione e controllo: il sistema di rilevazione dei dati, infatti, pur fornendo
indicazioni in ordine alle disfunzioni della struttura, non consente di individuare le
conseguentemente occorrenti misure correttive, sostanzialmente esaurendo la propria
funzione in una mera rilevazione statistica.
Al di là delle valutazioni di ordine generale, è possibile, peraltro, effettuare
un’analisi dettagliata delle trasformazioni organizzative sulla base dei dati analitici forniti
dall’Amministrazione, posto che in sede di determinazione delle piante organiche era stata
definita per ciascuna qualifica funzionale anche la ripartizione delle rispettive unità per
profilo professionale e per ciascun ufficio centrale e periferico.
Tenuto conto della diversità delle attribuzioni e dei compiti svolti dagli uffici
doganali e dagli UTF, nei successivi due paragrafi si procederà ad una disamina distinta dei
criteri seguiti per la determinazione dei carichi di lavoro e degli interventi operati per un più
razionale impiego delle risorse. In termini più generali, si possono, tuttavia, formulare
alcune considerazioni sulla distribuzione del personale tra uffici centrali ed uffici periferici
e sul territorio, tra attività dirette ed attività indirette e per funzioni obiettivo/missioni
istituzionali.
Dalla successiva Tabella 6, costruita sulla base di dati resi pubblicamente noti
dall’Amministrazione finanziaria, viene fuori una conferma delle valutazioni già espresse,
insieme
con
altre
considerazioni
sull’evoluzione
verificatasi
nell’assetto
dell’Amministrazione controllata. Il totale degli addetti nel 2000 risultava diminuito di
meno del 4% (-3,73%) rispetto al 1993. Ma ciò che va soprattutto evidenziato è il fatto che
a diminuire sono stati gli addetti delle strutture operative: del 10% circa gli uffici tecnici di
finanza ed i laboratori chimici e di poco più del 6% le dogane. Le strutture centrali si sono,
invece, ulteriormente appesantite: di circa il 6% l’amministrazione centrale, di circa l’11%
le direzioni di contabilità centralizzate e di oltre il 25% le direzioni compartimentali,
venendo così a dimostrare che la soppressione di alcuni uffici e la riduzione di personale di
altri si è sostanzialmente risolta in un mero trasferimento di personale dalla periferia al
centro. Si tratta di un trasferimento che voleva essere probabilmente temporaneo, ma che
sembra essersi con il tempo sostanzialmente consolidato.
61
Tabella n. 6
Evoluzione del numero e della distribuzione del personale dell’Amministrazione delle
dogane e delle imposte indirette (1993-2000)
Distribuzione del
Personale
Amministrazione centrale
Direzione Contabilità
Centralizzate
Direzioni
compartimentali
Dogane
Uffici tecnici di finanza
Laboratori chimici
TOTALE
Anno
1993
Anno
1994
Anno
1995
Anno
1996
Anno
1997
Anno
1998
Anno
1999
Anno
2000
754
828
813
794
789
800
785
798
104
114
120
137
132
131
122
115
710
798
882
947
945
921
940
888
6.237
6.146
6.101
6.075
5.938
5.762
5.923
5.859
2.111
2.063
2.033
1.994
1.942
1.887
1.920
1.903
261
270
259
263
263
257
240
235
10.177
10.219
10.208
10.210
10.009
9.758
9.930
9.798
Diff.%
2000/1993
5,84%
10,58%
25,07%
-6,06%
-9,85%
-9,96%
-3,72%
Fonte: Dipartimento delle dogane e delle imposte indirette
Per quanto riguarda il 2000, il dato totale della Tabella 6 si differenzia da quello
risultante dalla precedente Tabella 5 (9.798 in luogo di 10.009)9. I dati della Tabella 6 non
risultano peraltro in linea neppure con quelli sulla consistenza media riportati nella
successiva Tabella 7, tratta dai referti del SinCo e relativa all’utilizzo delle risorse umane
nel periodo 1996-1999: I primi sono nel totale inferiori per il 1996 (10.082 rispetto a
10.210) e il 1999 (9.772 rispetto a 9.930) e maggiori, invece, per il 1997 (10.042 rispetto a
10.009) e il 1998 (9.835 rispetto a 9.772).
Si tratta di differenze di cui l’Amministrazione potrà dare più puntuale spiegazione,
ma che, in generale, si giustificano per la diversità del fenomeno considerato: i dati della
Tabella 6 si riferiscono al numero dei dipendenti; i dati delle tabelle 5 e 7 riguardano unità
di personale convenzionalmente calcolate, tenendo conto del numero di ore effettivamente
lavorate. Si tratta, in ogni caso, di differenze che non inficiano la valutazione già espressa in
ordine al fatto che sostanziali riduzioni non sembra ce ne siano in realtà state e che anche la
soppressione di alcuni uffici doganali e la riduzione di personale di altri si siano
semplicemente tradotte in un parallelo potenziamento delle strutture burocratiche a livello
centrale e regionale.
I dati della Tabella 7 consentono, da parte loro, di fare una serie di altre più
specifiche considerazioni: la consistenza media è nel periodo 1996-1999 diminuita da 100 a
96,93 per effetto della diminuzione delle ore di presenza pro-capite (da 100 a 92,07), a sua
volta indotta soprattutto della contrazione del numero di ore di straordinario pro-capite,
passate da 100 a 66,39. Un altro fattore di diminuzione delle ore di presenza è costituito
dall’aumento (da 100 a 112,60) delle ore di assenza pro capite diverse da quelle per malattia
(che si sono, invece, ridotte, anche se di poco – da 100 a 97,78).
9 Il dato risulta più congruente con il numero del solo personale non dirigente, che la Tabella 5 indica in 9.844
(sempre 46 unità in più di quelle risultanti dalla Tabella 6).
62
Tabella n. 7
Utilizzo delle risorse umane - 1997-1999
DIPARTIMENTO DELLE DOGANE E IMPOSTE INDIRETTE
RISORSE UMANE
Trend di Trend di Trend di
DIFFERENZA DIFFERENZA variazione variazione variazione
CONS. PIANO CONS. PIANO CONS. PIANO CONS.
%
%
cons.
cons.
cons.
DISPONIBILI
1996
1997
1997
1998
1998
1999
1999
CONS./PIANO
1999
CONS.98/
CONS.99
97/96
98/96
99/96
Cons. media (n. persone) 10.082 10.258 10.042 10.221 9.835 10.135 9.772
-3,58
-0,64
99,60
97,55
96,93
Ore ass. per mal. procap.
-1,12
4,76
98,89
93,33
97,78
90
90
89
90
84
89
88
Ore altre ass. procapite
246
254
265
263
277
303
277
-8,58
0,00
107,72
112,60
112,60
Ore straord. procapite
366
349
330
338
313
285
243
-14,74
-22,36
90,16
85,52
66,39
1.734 1.707
-1,56
-3,67
96,49
95,58
92,07
Ore presenza procapite
1.854
1.817 1.789
1.808 1.772
Per quanto riguarda la distribuzione delle risorse umane tra attività dirette e
indirette, utili elementi sono rilevabili dai referti del S.In.Co. limitatamente, come già detto,
agli esercizi fino al 1999, e dai dati forniti dall’Agenzia per il 2001.
La distribuzione delle risorse per il Dipartimento delle dogane, nel 1999, conferma
la tendenza degli anni precedenti alla riduzione del numero complessivo delle ore
consentivate e di quelle allocate alle attività indirette in particolare: le ore persona
consuntivate nel 1999 diminuiscono complessivamente del 4,09% ( rispetto ad una
diminuzione di circa il 3% sia nel 1997 che nel 1998) e quelle delle funzioni indirette
dell’11,6% (-12,3% nel 1997 e 1998), confermando, anche la tendenza al riequilibrio,
all’interno delle funzioni indirette, a favore di quella di indirizzo e coordinamento10. Anche
per il Dipartimento delle dogane, come per gli altri dipartimenti, si registra la tendenza alla
riallocazione delle risorse umane a favore dell’attività di Prevenzione e repressione delle
violazioni agli obblighi tributari, per la quale si rileva un aumento del 18,2% di risorse
impiegate rispetto all’anno 1998, grosso modo compensato dalla diminuzione delle orepersona impiegate nella Gestione dei tributi (19,4% in meno rispetto al 1998). (Tabella 8)
L’istituzione dell’Agenzia fa registrare un’ulteriore riduzione delle ore
complessivamente consuntivate (da 16.663.000 nel 1999 a 16.149.000 nel 2001, pari a –
3.1%), ma un aumento, anche se di poco, di quelle relative alle attività indirette (da
3.629.000 a 3.707.000, pari a +2,15%). Si riduce, poi, l’incidenza delle ore allocate alla
prevenzione e repressione delle violazioni degli obblighi tributari (dal 48,26% nel 1999 al
45,02% nel 2001), mentre aumenta ulteriormente l’ancora limitata quota di risorse allocata
alla funzione “Servizi ai cittadini ed alle imprese ed agli enti locali” (dal 5,36% nel 1999 al
6,52% nel 2001, e cioè, in termini di ore allocate, da 698.000 a 811.000).
10
Le ore persona impiegate si sono ridotte del 3,7%, a fronte del 14,2% di diminuzione operata per la funzione
diretta tradizionale, per il 1999 e , dell’8,72%, a fronte del 13,4% per il 1998.
63
Tabella n. 8
Risorse umane per Funzioni Obiettivo (1997, 1998 e 1999)
(ore/persona in migliaia)
Dipartimento delle dogane e imposte indirette
Differenza
Differenza
Differenza
assoluta Differenza
assoluta Differenza
assoluta Differenza
Direttiva % Direttiva
Direttiva % Direttiva
Direttiva % Direttiva
199719981999199719981999Direttiva Consuntivato Consuntivo Consuntivo Direttiva Consuntivato Consuntivo Consuntivo Direttiva Consuntivato Consuntivo Consuntivo
1997
1998
1999
1997
1997
1997
1998
1998
1998
1999
1999
1999
Funzioni obiettivo
Servizi generali e gestione dei fattori
che concorrono all'erogazione dei
servizi
3.604
3.560
-44
-1,23
3.219
3.083
-136
-4,22
2.724
2.645
-79
-2,90
Servizi professionali e servizi di
indirizzo, coordinamento e controllo
1.092
1.120
28
2,54
1.025
1.022
-3
-0,29
-5,84
4.696
7.349
4.679
7.030
-16
-318
-0,35
-4,33
4.244
7.275
4.105
6.965
-139
-310
-3,28
-4,26
984
3.629
5.611
-61
Totale attività indiretta
Gestione dei tributi
1.045
3.769
5.803
-140
-192
-3,71
-3,31
6.049
5.612
-437
-7,22
5.903
5.322
-581
-9,84
6.883
6.290
-593
-8,62
304
293
-11
-3,62
369
435
66
17,89
685
690
5
0,73
678
698
20
2,95
-69
-100,00
-6,79 13.733
13.034
-699
-5,09
16.663
-839
-4,79
Prevenzione e repressione delle
violazioni agli obblighi tributari
Prevenzione e repressione
attività illegali o pericolose
delle
Servizi ai cittadini ed alle imprese ed
agli enti locali
519
580
61
11,78
Altre attività dirette e di supporto ad
altre amministrazioni
69
Totale attività dirette
13.917
13.223
-694
-4,99
14.236
13.270
-966
Totale generale
18.612
17.902
-710
-3,82
18.480
17.375
-1.105
64
-5,98
17.502
Un altro profilo di particolare rilevanza nell’impiego delle risorse umane attiene
alla distribuzione del personale sul territorio in raffronto con la distribuzione regionale
della “domanda potenziale” di servizi e di controlli connessa all’ampiezza ed alla
composizione della platea di “utenza”, di cui si assume si sia tenuto conto nel costruire la
piante organiche. (Tabella 9) Dall’analisi condotta nel 1999 si registra, un miglioramento
per la distribuzione sul territorio degli addetti al complesso degli uffici periferici del
Dipartimento delle dogane e II.II. il cui indice è sceso da 0,127 nel 1998 a 0,114 nel
199911. Negli esercizi precedenti lo scostamento relativo era stato superiore a quello del
1999, ma inferiore a quello del 1998: 0,123 nel 1996 e 0,124 nel 1997.
Tabella n. 9
Distribuzione territoriale degli addetti - Anni 1996 – 1999
Dipartimento delle
dogane e II.II. - Uffici
periferici
Scostamento medio semplice
1996
Scostamento relativo 1996
Scostamento medio semplice
1997
Scostamento relativo 1997
Scostamento medio semplice
1998
Scostamento relativo 1998
Scostamento medio semplice
1999
Scostamento relativo 1999
Uffici doganali
U.T.F.
Lab. Chimici
Direzioni
compartimentali
81,603
62,315
15,055
2,569
9,870
0,123
0,144
0,106
0,117
0,146
80,502
59,565
13,471
2,538
10,198
0,124
0,140
0,097
0,116
0,151
80,474
59,044
12,744
2,148
9,306
0,127
0,142
0,095
0,100
0,140
72,967
53,760
13,065
2,425
9,221
0,114
0,129
0,095
0,121
0,137
Fonte: Elaborazioni Corte dei conti su dati Ministero delle finanze
Dalla Tabella 9 risulta che gli scostamenti minimi sono quelli degli UTF (0,095
nel 1998 e nel 1999. dopo lo 0,097 nel 1997 e 0,106 nel 1996). Gli uffici doganali fanno
nel 1999 registrare uno scostamento relativo ben più elevato – 0,129 – che fa, però,
segnare il miglioramento più elevato rispetto agli anni precedenti (0,142 nel 1998, 0,140
nel 1997 e 0,144 nel 1996). Gli scostamenti maggiori (e anche le riduzioni minori, se si
eccettua il caso dei laboratori chimici, che anche per le ridotte dimensioni, non possono
esser valutati con lo stesso metro) li fanno registrare le direzioni compartimentali, con
0,137 nel 1999, rispetto a 0,140 nel 1998, 0,151 nel 1997 e 0,146 nel 1996.
11
Considerando le diverse articolazioni di tale dipartimento (Uffici doganali, U.T.F., Laboratori chimici e
Direzioni compartimentali, lo scostamento minimo lo fanno registrare gli U.T.F. con 0,095 ed il massimo le
Direzioni compartimentali, con 0,137.
65
4.1.2.1.-Uffici Doganali
4.1.2.1.1.- Determinazione dei carichi di lavoro
La valutazione dei carichi di lavoro per le dogane è stata effettuata in relazione a tre
categorie di attività:
- categoria A: attività routinarie, di cui è stato quantificato il fabbisogno per aree
omogenee di funzioni in termini di ore lavorate annue occorrenti per un assolvimento
ottimale;
- categoria B: attività non valutabili numericamente in relazione ai risultati, in
quanto connesse a posizioni di attesa, ovvero effettuate per controlli in linea (controlli ai
viaggiatori) che solo casualmente danno luogo a registrazioni, verbalizzazioni od emissioni
di documenti;
- categoria C: attività per obiettivi operativi per l’anno in corso (ad es. numero
controlli per ciascun operatore o impianto).
Sono state quindi individuate quattro aree omogenee di funzioni cui sono stati
assegnati i seguenti gruppi di profili:
Area A:
- Sostituti dei dirigenti;
- Capi dogana di I categoria;
- Ricevitori principali di dogane di I categoria;
- Capi uffici controlli centralizzati in dogane di I categoria;
- Ispettori capi di giro;
- Capi servizi antifrode.
Area B:
- Capi dogane II e III categoria;
- Capi sezione doganale;
- Altri Ricevitori principali e Ricevitori secondari;
- Funzionari delle ricevitorie;
- Capi uffici scritture nelle dogane di I categoria;
- Funzionari degli uffici controlli centralizzati;
- Funzionari dei servizi antifrode;
- Funzionari addetti alle visite e agli uffici viaggiatori;
- Capi nuclei controllo aziendale;
- Capi segreterie tecniche e amministrative.
Area C:
- Impiegati degli uffici: scritture, cassa, ricevitoria;
- Impiegati delle segreterie, dei servizi meccanografici;
- Impiegati di supporto dei servizi antifrode.
Area D:
- Addetti a centralini, telescriventi, telefax;
- Addetti a copia e riproduzione documenti;
- Addetti a confezionamento campioni e apposizione sigilli;
66
-
Addetti a movimentazioni cartacee;
Addetti ad archivi ed anticamera;
Autisti;
Custodi.
Per quanto concerne le attività routinarie (Cat. A), la valutazione dei carichi di
lavoro è indicata nella Tabella 10; per le attività non valutabili numericamente (Cat. B), è
stata prevista una dotazione variabile di personale per ciascuna tipologia di dogana come
risulta dalla Tabella 11; per le attività per obiettivi operativi (Cat. C) è stato calcolato un
tempo unitario medio per ogni singola attività, con l’indicazione del numero degli impiegati
delle aree per area (ad es. Verifiche presso soggetti IVA: è stata prevista per ciascuna
verifica una durata di tre giorni per due unità dell’area B: minuti primi: 360x2x3=2.160’; il
numero delle verifiche da effettuare nel 1994 è stato pari a 20.000).
Tabella n. 10
Attività routinarie (Categoria A)
Attività
Area A
(in minuti)
Area B
(in minuti)
Accettazione e registrazione
delle dichiarazioni
Operazioni di cassa
Compiti dell’ufficio controlli
centralizzati: ammissibilità
controllo documenti, scarico
contingenti, controllo fisico
esterno, segnalazioni
periodiche
Svincolo, movimentazioni
cartacee, prelievo campioni,
apposizione contrassegni
Adempimenti scritture:
segnalazioni, fotocopie,
adempimenti transiti carnets,
fascicolazioni, appuramenti,
ricerche, ecc..
Ricevitoria: garanzie,
contenzioso, gestione conti,
segnalazioni, ecc..
TOTALI
Area D
(in minuti)
10
5
4
16
5
3
7
Area A: 12,2%;
Area B: 33,4%;
Area C: 45,6%;
Area D: 8,8%.
67
Totali in
minuti
10
5
12
5
2
6
8
5
19
5
26
13
57
I pesi risultano percentualmente così suddivisi:
-
Area C
(in minuti)
5
Tabella n. 11
Attività non valutabili numericamente (Categoria B)
Tipo di dogana
Principale con Circoscrizione
Dogana principale
Dogana secondaria
Area A
Da 2 a 5
Da 2 a 4
Da 1 a 4
Area B
da 2 a 6
da 2 a 5
da 1 a 4
Area C
da 4 a 11
da 2 a 6
da 1 a 5
Area D
da 1 a 6
da 1 a 4
da 1 a 4
4.1.2.1.2.- Riallocazione delle risorse umane nel settore doganale
Analizzando i dati concernenti le risorse umane presenti nelle circoscrizioni
doganali in relazione alle ore complessivamente impiegate (Tabella 12), si evidenzia che la
riduzione delle unità presenti nel 2001, rispetto al 1992, pari a circa il 9%, è in linea con la
riduzione delle ore di lavoro corrente. La contrazione, di poco superiore al 25% del totale
delle ore impiegate, deriva esclusivamente dalla riduzione del 42% delle ore di straordinario
(peraltro non comprimibile oltre certi limiti in quanto funzionale all’apertura degli uffici
in orari eccedenti il normale orario di lavoro del personale del Dipartimento). Suscita,
tuttavia, qualche perplessità il fatto che l’Amministrazione, nel fornire il dato delle ore
impiegate nella attività dirette, lo abbia considerato come un semplice calcolo
percentuale (87,5%), peraltro costante per tutto il periodo considerato (quasi un
decennio), del totale delle ore impiegate.
Tabella n. 12
Risorse umane presenti nelle Circoscrizioni Doganali
Unità presenti
Anno Numero
1992
6.489
1993
6.237
1994
6.146
1995
6.101
1996
6.075
1997
5.938
1998
5.762
1999
5.923
2000
5.859
2001
5.774
Totale ore
impiegate
Variaz.
% Totale in
rispetto migliaia
al 1992
(1)
100
12.721
96,12
11.714
94,71
11.499
94,02
11.178
93,62
10.887
91,51
10.736
88,80
10.165
91,28
10.122
90,29
9.755
88,98
9.498
Variaz.
%
rispetto
al 1992
100
92,08
90,39
87,87
85,58
84,40
79,91
79,57
76,68
74,66
Attività dirette
Straordinario
Ore di lavoro corrente
Ore
Totale
impiegate Variaz.
ore
Variaz.
Variaz.
%
in
%
Ore pro
%
straord. Ore di
migliaia rispetto capite rispetto
(in
lavoro rispetto
(2)
al 1992
(3)
al 1992 migliaia) corrente al 1992
11.194 100
510
100
3.309 9.412 100
10.308 92,09
428
83,92
2.669 9.045 96,10
10.119 90,40
421
82,55
2.587 8.912 94,69
9.837 87,88
382
74,90
2.331 8.847 94,00
9.581 85,59
342
67,06
2.078 8.809 93,59
9.448 84,40
358
70,20
2.126 8.610 91,48
8.947 79,93
315
61,76
1.815 8.350 88,72
8.907 79,57
259
50,78
1.534 8.588 91,25
8.536 76,26
214
41,96
1.254 8.501 90,32
8.311 74,25
214
41,96
1.236 8.262 87,78
(1) Calcolate moltiplicando le ore lavorate pro capite (straordinario + lavoro ordinario) per la consistenza dell'anno
(2) Pari tutti gli anni all'87,5% del totale delle ore lavorate. L'87,5% è la percentuale dell'impegno delle risorse sulle
attività dirette conseguita nel 1999
(3) Calcolate sulla base dello stanziamento annuale e dell'aliquota media oraria dell'anno
68
Nelle Tabelle 13 e 14 sono indicati, rispettivamente, i principali risultati dell’attività
amministrativa negli anni dal 1992 al 2000 (1° semestre) e la distribuzione percentuale degli
stessi, sia per tipo di attività che per anno.
Nel 1993, si assiste, in conseguenza della liberalizzazione della circolazione
delle merci comunitarie, ad una significativa riduzione del volume di lavoro
tradizionale: le dichiarazioni complessive si riducono di quasi il 59%, passando da
14.373.000 a 5.919.000. Negli anni successivi si assiste ad una progressiva crescita del
numero delle dichiarazioni lavorate, senza, tuttavia, avvicinarsi ai livelli pre-mercato
interno: nel 1999 il numero è stato di 7.668.000, pari a poco più del 53% del 1992. Nel
quadriennio 1993-1996 il Dipartimento ha dovuto, pertanto, affrontare sia il problema
della riduzione delle risorse impiegate presso le sedi collocate sull’arco alpino (ex
varchi comunitari) - rese non produttive dalla libera circolazione delle merci (in alcuni
casi si è giunti, come si è visto, alla chiusura degli uffici) - sia quello del complesso
riorientamento delle competenze professionali verso “nuove” ed importanti – già in
larga misura esistenti ma scarsamente praticate - attività di contrasto all’evasione ed alle
frodi tributarie ed extratributarie connesse alla circolazione delle merci. Di qui l’avvio e
lo sviluppo dei controlli INTRA e dei controlli doganali con accesso.
Tabella n. 13
Principali risultati conseguiti dalle Circoscrizioni doganali
Altri
controlli
doganali
(3)
DICHIARAZIONI
DOGANALI (in migliaia)
(1)
Controlli doganali con
Controlli INTRA
accesso (2)
Rendim.
Rendim.
Maggiori unitario
Maggiori unitario
dei
dei Maggiori
Variaz. Elenchi
diritti
diritti
accertati controlli
accertati controlli diritti
% INTRA
rispetto (in Numero (in
(in Numero (in
(in accertati
Anno ImportExport Totale al 1992 migliaia) controlli milioni) milioni) controlli milioni) milioni) (im mld)
1992 5.749 8.62414.373
100
46,4
1993 1.950 3.969 5.919 41,18
915
65,2
1994 2.182 4.345 6.527 45,41
946 10.756 77.600
7,21
141,4
1995 2.143 4.463 6.606 45,96 1.114 10.524 100.500
9,55
112,1
1996 2.082 4.687 6.769 47,10 1.186 14.360 194.700 13,56 5.816 46.900
8,06
126,8
1997 2.251 5.129 7.380 51,35 1.213 12.425 194.200 15,63 8.182 118.700 14,51
212,1
1998 2.331 5.089 7.420 51,62 1.273 17.359 266.200 15,33 10.187 64.700
6,35
178,7
1999 2.560 5.108 7.668 53,35 1.235 19.726 339.400 17,21 15.128 124.400
8,22
133,4
2000 n.d. n.d. 8.558 59,54 1.258 19.449 362.845 18,66 17.416 171.507
9,85 n.d.
2001 n.d. n.d. 8.687 60,44 1.106 20.127 501.594 24,92 17.620 209.074 11,87 n.d.
(1) Sono state considerate, per omogeneità di serie storica, le dichiarazioni doganali relative a tutti i regimi escluso il
deposito
(2) Il totale di controlli comprende le tipologie "Plafond" e "Revisioni di accertamento"
(3) Comprende i maggiori diritti accertate con attività di verifica negli spazi doganali
Dall’analisi dei dati riguardanti i Controlli INTRA, introdotti nel 1994, si osserva
che, a fronte di una crescita per oltre 87% del numero dei controlli effettuati nel 2001
(20.127) rispetto al 1994, i maggiori diritti accertati crescono in maniera esponenziale più
69
che sestuplicandosi (da 77,6 a 501,6 mld), mentre il rendimento unitario aumenta del 345%
(da 7 a 25 milioni). Per quanto attiene, invece, ai controlli doganali con accesso, introdotti
nel 1996, il numero dei controlli ed i maggiori diritti accertati sono cresciuti del 303% i
primi (da 5.816 del 1996 a 17.620 del 2001) e del 446% i secondi (da 46,9 a 209 mld),
mentre il rendimento unitario, inizialmente cresciuto nel 1997 (da 8 a 14,5 milioni), ha
subito una diminuzione nel 1998 (6,3 milioni), per riassestarsi su valori intermedi nel 2001
(11,7 milioni).
Tabella n. 14
Riepilogo delle attività svolte dalle circoscrizioni doganali
Anno
DICHIARAZIONI
DOGANALI (in migliaia)
Elenchi INTRA (in migliaia)
Controlli INTRA
Controlli doganali con accesso
1992
14.373
-
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
5.919 6.527 6.606 6.769 7.380 7.420 7.668 8.558 8.687
915
946 1.114 1.186 1.213 1.273 1.235 1.258 1.106
- 10.756 10.524 14.360 12.425 17.359 19.726 19.449 20.127
- 5.816 8.182 10.187 15.128 17.429 17.620
L’esame dei dati fin qui illustrati, riepilogato nella tabella 15, consente ulteriori
analisi sui tre diversi periodi gestionali (fino al 1992, 1993-1996, 1997-2000) che
chiaramente si delineano.
Tabella n. 15
Evoluzione dell’attività doganale rappresentata in termini di allocazione delle risorse e
di risultati conseguiti
Attività
indirette
Anno
Ore
impiegate
(in
migliaia)
Attività tradizionali (sdoganamento)
Operazioni di
sdoganamento
Tempo
Ore
unitario
impiegate
(in
(in migliaia) minuti)
7.151
Attività accessorie
Ore
impiegate
(in
migliaia)
Tempo
unitario
(in
minuti)
Totale
attività
Nuove attività
S.V.A.D.
(1)
Totale
Controlli
con
INTRA (2) URP (3)
accesso
Ore
N.
Tempo
Ore
Ore
Ore
Ore
impiegate bollette unitario impiegate impiegate impiegate impiegate
(in
(in
(in
(in
(in
(in
(in
migliaia) migliaia) minuti) migliaia) migliaia) migliaia) migliaia)
Ore
impiegate
(in
migliaia)
1992
1.526
60,51
4.023
16,79
11.174
14.374
77,31
-
-
-
-
12.700
1996
1.306
5.077
45,00
3.141
27,84
8.218
6.770
72,83
150
615
538
60
10.887
1999
1.215
3.380
26,44
3.294
25,77
6.674
7.669
52,22
430
1.073
560
170
10.122
(1) Servizio Vigilanza Antifrode doganale
(2) Accettazione elenchi INTRA
(3) Ufficio Relazioni con il Pubblico
A) Anno 1992: è l’ultimo anno prima dell’abbattimento delle frontiere
intracomunitarie e della conseguente liberalizzazione della circolazione delle merci.
Le risorse risultano destinate, oltre che alle attività indirette (1.526.000 ore), quasi
esclusivamente al processo di sdoganamento: oltre 7.100.000 ore erano dedicate alle
formalità di sdoganamento in senso stretto e poco più di 4.000.000 ore alle attività ad esso
accessorie (esoneri, cauzioni, contenzioso, ecc.).
70
Nel 1992 sono state lavorate 14.374.000 dichiarazioni doganali, relative alle
importazioni ed alle esportazioni, di cui quasi 8.500.000 relative a scambi tra Paesi
comunitari e 5.900.000 riferite a merci di origine o destinazione extracomunitaria.
Considerando che le attività di sdoganamento per le merci provenienti da paesi extra UE
(o ad essi destinate) erano più complesse (“pesanti”), l’Amministrazione ha ritenuto che
il volume di produzione annua di dichiarazioni doganali trattate debba essere espresso,
in maniera più omogenea, in termini di “dichiarazioni equivalenti”, riconducendo il
peso delle dichiarazioni riferite a merci di provenienza o destinazione UE (“meno
pesanti”) a quello delle dichiarazioni “più pesanti”. In applicazione di tali principio la
stessa Amministrazione ha calcolato che, nel 1992, furono trattate, non già 14.373.000,
ma solo 7.110.000 dichiarazioni “equivalenti”, comparabili con le dichiarazioni – tutte
per definizione “pesanti” – degli anni successivi (Tabella 16).
Tabella n. 16
Evoluzione dell’attività doganale tradizionale in termini di dichiarazioni
equivalenti e di ore impiegate
ANNO
DICHIARAZIONI
DOGANALI (1)
ORE IMPIEGATE
Totale
n. (in
Variaz. %
(in
migliaia) rispetto al 1992 migliaia)
1992
1996
1999
7.110
6.769
7.668
Variaz. %
rispetto al
1992
11.174
- 4,80
+7,85
8.218
6.674
- 26,45
- 40,27
Operazioni di
sdoganamento
(in
Variaz. %
migliaia)
rispetto al
1992
7151
5077
3380
- 29,00
- 52,73
Attività accessorie
(in
migliaia)
Variaz. %
rispetto al
1992
4023
3141
3294
- 21,92
- 18,12
Nel fornire questi dati l’Amministrazione non aveva precisato né il rapporto di
equivalenza utilizzato, né i criteri seguiti per calcolarlo. Sulla base dei dati forniti è
stato, tuttavia, possibile ricostruire il rapporto, che risulta pari a 7: le 8.500.000
dichiarazioni doganali relative all’interscambio con gli attuali paesi U.E. vengono,
infatti, ricondotte a 1.210.000. Non è stato invece possibile ricostruire i criteri in base ai
quali tale rapporto è stato calcolato, anche se appare ictu oculi del tutto inverosimile che
una bolletta doganale relativa ad un’operazione di import/export con un paese europeo
richiedesse nel 1992 appena un settimo del tempo necessario per una bolletta doganale
concernente un’operazione analoga con un paese extra europeo.
Delle perplessità e degli interrogativi che ne conseguivano, anche in termini di
apparente strumentalità a giustificare ex post la scelta di invarianza dei livelli di
personale, è stata edotta l’Amministrazione, che ha da ultimo fornito le sue precisazioni.
Dopo aver premesso che, in assenza di dati puntuali di riferimento relativi al periodo,
per poter effettuare l’analisi richiesta dalla Corte era stato necessario procedere a talune
semplificazioni, ha fatto presente che in questo caso si è proceduto considerando le fasi
procedurali necessarie per l’espletamento delle formalità doganali all’importazione ed
all’esportazione, stimandone separatamente, e non in maniera complessiva sul totale
delle dichiarazioni presentate, i relativi tempi di lavorazione. In particolare, il tempo di
lavorazione di una dichiarazione doganale di importazione da paesi UE è stato stimato
pari a circa un terzo di quello necessario per la medesima operazione relativa a merci
provenienti da paesi terzi; per le operazioni di esportazione lo stesso rapporto è stato
71
stimato pari a circa un quarto. Ciò in quanto, nel corso degli anni, sono intervenuti
mutamenti procedurali conseguenti alla revisione della normativa nazionale e
comunitaria di riferimento che hanno determinato nel tempo una disomogeneità delle
attività elementari componenti.
Con tale modo di procedere, anche se a suo tempo non esplicitato, è stata
effettuata una stima approssimativa, ma ragionata, in modo da consentire una
comparazione tra le dichiarazioni nel periodo considerato.
Nel prendere atto di tali precisazioni, e pur restando residue perplessità sui rapporti
di equivalenza indicati, risulta evidente che ciò comporta la conseguenza di una sostanziale
riconsiderazione della tesi sostenuta dall’Amministrazione. Pur indicando rapporti di
equivalenza diversi per le dichiarazioni d’importazione e per quelle di esportazione,
l’Amministrazione non ha fornito i dati sul numero delle dichiarazioni intracomunitarie nel
1992 separatamente per le due componenti, Nell’ipotesi che a formare il totale delle 8,5
milioni di dichiarazioni concorrano in egual misura importazioni ed esportazioni e
conseguentemente utilizzando un rapporto di equivalenza con le dichiarazioni extra
comunitarie di 3,5, il numero delle dichiarazioni equivalenti lavorate nel 1992 sale da
7.110.000 a 8.329.000 e conseguentemente le dichiarazioni doganali del 1999 risultano,
rispetto al 1992, diminuite del 7,94% e non già aumentate del 7,85%.
B) Anni 1993 -1996: è il periodo della rimodulazione dell’attività doganale
Nel 1993 si verifica una significativa riduzione del volume di lavoro tradizionale: le
dichiarazioni doganali si riducono complessivamente di quasi il 59%, con conseguente
mutamento di indirizzo operativo e gestionale.
In particolare:
- vengono significativamente ridotte le risorse impiegate presso le sedi collocate
sull’arco alpino (ex varchi comunitari), giungendo in alcuni casi alla chiusura degli uffici;
- le competenze professionali vengono “riorientate” verso le attività di contrasto
all’evasione ed alle frodi tributarie ed extratributarie, cercando di dare più spessore
quantitativo e qualitativo ad attività in precedenza scarsamente praticate.
Contestualmente vengono progressivamente ridotte le ore lavoro disponibili per le
Circoscrizioni doganali, diminuendo, come già detto, sia le risorse umane, sia il lavoro
straordinario.
Al termine del periodo la situazione gestionale presenta le seguenti caratteristiche:
le ore di lavoro disponibili per le Circoscrizioni doganali sono circa
10.900.000 (-14% rispetto al 1992), così ripartite per macro aggregati di attività:
- attività tradizionali: circa 8.200.000 ore, per il trattamento delle
dichiarazioni doganali, di cui circa 5.077.000 impegnate per lo sdoganamento in
senso stretto e 3.141.000 per le attività ad esso accessorie;
- attività nuove: circa 1.400.000, ore destinate al contrasto delle frodi e
dell’evasione, alla gestione degli elenchi riepilogativi delle cessioni e degli acquisti
intracomunitari di beni ed ai rapporti con l’utenza;
- attività indirette: circa 1.300.000 ore, per lo svolgimento delle attività
indirette strumentali allo svolgimento delle missioni istituzionali;
72
il livello di efficienza conseguito sull’attività tradizionale (misurabile dalla
variazione del tempo unitario necessario per la trattazione completa di una dichiarazione
doganale) fa registrare un lieve miglioramento: 72,8 minuti per dichiarazione nel 1996 a
fronte dei 77,3 minuti nel 1992. Secondo l’Amministrazione doganale, tale risultato deve
attribuirsi alla sintesi dell’andamento contrapposto di tre fattori: l’avvio del “canale verde”
per lo sdoganamento delle merci, improntato ad una preliminare analisi dei rischi e non
ancora automatizzato; la diffusione delle procedure semplificate; un miglioramento
qualitativo delle attività accessorie allo sdoganamento, che hanno, però, conseguentemente
registrato un incremento del tempo impiegato per il loro svolgimento;
le attività innovative hanno prodotto:
-
la lavorazione di 1.185.000 elenchi riepilogativi INTRA;
-
l’effettuazione di circa 20.000 verifiche con accesso presso gli operatori con
conseguente accertamento di oltre 240 miliardi di maggiori diritti;
per la produzione relativa all’attività antifrode ed i rapporti con l’utenza non
risultano disponibili indicatori sintetici.
C) Anni 1997-2000: sono gli anni del consolidamento della nuova strategia
gestionale
La situazione può essere rappresentata attraverso i seguenti elementi:
•
le ore di lavoro complessivamente disponibili per le
Circoscrizioni doganali sono 10.122.000, cioè il 20,4% in meno rispetto al 1992 ed il 7,1%
in meno rispetto al 1996: tale riduzione è stata realizzata anche mediante una diminuzione
delle ore di lavoro straordinario;
•
l’allocazione delle risorse umane è stata la seguente:
- attività tradizionale: circa 6.700.000 ore, di cui circa 3.400.000 dedicate
allo sdoganamento e 3.300.000 alle attività ad esso accessorie. Le dichiarazioni
doganali trattate sono state 7.669.000;
- alle attività nuove sono state dedicate 2.200.0000 ore;
- le attività indirette hanno assorbito circa 1.200.000 ore;
- l’efficienza conseguita sulle attività tradizionali appare nettamente
migliorata: il tempo unitario occorrente, comprese le attività accessorie, è pari a
52,2 minuti per dichiarazione, a fronte dei 72, 8 minuti del 1996 ed ai 77,3 minuti
del 1992;
•
le attività innovative hanno visto la lavorazione di 1.235.000
listings e l’effettuazione di circa 35.000 verifiche esterne, con l’accertamento di 464
miliardi di maggiori diritti.
Più in dettaglio per le dichiarazioni doganali, e sempre utilizzando la serie
“omogeneizzata” dei dati per le “dichiarazioni equivalenti” originariamente forniti
dall’Amministrazione, dalla Tabella 16 risulterebbe che, ad un aumento del 7,85% delle
dichiarazioni nel 1999 rispetto al 1992 (ma, come si è visto, sulla base delle stesse
ultime precisazioni dell’Amministrazione, ci sarebbe stata, in realtà, una diminuzione
del 7,94%), corrisponderebbe una diminuzione delle ore impiegate del 40,27%. La
riduzione ha interessato più le operazioni di sdoganamento propriamente dette (-
73
52,73%) e meno le attività accessorie (-18,12%). Il tempo unitario di queste ultime, che
nel 1992 era stato pari a 16,79 minuti, risulta, infatti, quasi raddoppiato nel 1999 (25,77
minuti), mentre il tempo unitario dello sdoganamento in senso stretto si sarebbe più che
dimezzato (da 60,51 minuti nel 1992 a 26,44 nel 1999). Di tale sviluppo non è stata
fornita alcuna specificazione, se non l’oscura indicazione, sopra riportata, che
l’incremento del tempo impiegato per lo svolgimento delle attività accessorie allo
sdoganamento dipenderebbe dal miglioramento della loro qualità, a sua volta indotto
dalla diffusione delle procedure semplificate. Ciò che risulta comunque chiaro è che il
numero degli addetti alle attività di supporto (back office) si è ridotto molto meno del
personale impiegato nelle attività dirette di sdoganamento. A parte l’interpretazione
poco argomentata e poco convincente che ha voluto darne l’Amministrazione, ciò
appare in ogni caso spiegabile con la maggiore facilità nell’impiegare nei nuovi
controlli INTRA e negli accessi una parte del personale prima direttamente impiegato
nel controllo delle dichiarazioni doganali e meno il personale di supporto, sfornito della
necessaria professionalità. In questo contesto, ed in qualche modo in linea con la tesi
affermata (ma non dimostrata) dall’Amministrazione, va segnalato il fatto che, mentre
le ore impiegate nelle attività di sdoganamento in senso stretto sono ulteriormente
diminuite (da 7.151.000 nel 1992 a 5.077.000 nel 1996 ed a 3.380.000 nel 1999)
nell’ultimo periodo le ore complessivamente impiegate nelle attività accessorie, che
prima erano diminuite (da 4.023.000 nel 1992 a 3.141 nel 1996), sono nuovamente
aumentate (da 3.141.000 nel 1996 a 3.294.000 nel 1999). Ciò comporta che
l’Amministrazione si è solo parzialmente avvantaggiata dell’aumento delle
dichiarazioni verificatosi nel periodo 1996-1999 (da 6.769.000 a 7.668.000) per
realizzare guadagni di efficienza: se il numero delle ore impiegate fosse rimasto
invariato rispetto a quello del 1996, il tempo unitario delle attività accessorie nel 1999
sarebbe stato pari a 24,57 minuti, in luogo di 25,77.
A proposito di queste considerazioni della Corte sulle attività accessorie,
l’Amministrazione ha fatto presente che, mentre per lo sdoganamento in senso stretto si
è registrato un sensibile recupero di efficienza conseguente all’introduzione di talune
semplificazioni ed automazioni (avvio del “Canale Verde”; progressiva estensione
dell’utilizzo delle procedure semplificate; progressiva automazione del trattamento delle
dichiarazioni), per le attività accessorie, si è, invece, registrato un incremento del tempo
unitario di lavorazione. Esse, infatti, non costituirebbero attività di supporto espletate da
personale non professionalmente specializzato, in quanto nel macroaggregato sarebbero
state ricomprese attività operative quali l’appuramento delle dichiarazioni doganali, la
gestione delle garanzie e delle autorizzazioni, le procedure connesse alla gestione del
transito che richiedono l’applicazione di personale qualificato. Nelle predette attività
accessorie sarebbero altresì comprese attività di “back-office”, la produzione di
statistiche gestionali e l’assistenza al contribuente. Tutte attività precedentemente svolte
in subordine al soddisfacimento della domanda di sdoganamento e quindi in condizioni
di sovraccarico.
Dopo aver sostenuto che la possibilità di dedicare un adeguato quantitativo delle
risorse liberate con l’introduzione del mercato unico alle predette attività avrebbe
consentito di modificare e migliorare i metodi di lavorazione, consentendo, altresì, di
incrementarne la qualità e l’efficacia, l’Amministrazione conclude con l’affermazione
che la “qualità” delle attività accessorie sarebbe fortemente migliorata nel periodo e ciò
sarebbe stato “pagato” attraverso un incremento del tempo unitario di trattazione.
74
Si tratta, come è evidente, di argomentazioni che, per risultare convincenti,
richiederebbero di essere sostenute da idonei elementi informativi sui miglioramenti
concretamente conseguiti in termini di rapporti benefici/costi, elementi che non vengono
però forniti. Le valutazioni in proposito restano, pertanto, quelle che verranno in seguito
illustrate sulla base dei dati, anch’essi peraltro insufficienti, sulla customer satisfaction.
Per concludere su questi temi, va ribadito che ciò che lascia ulteriormente perplessi
in ordine all’effettività dello sforzo di riallocazione compiuto per quanto riguarda il diverso
e proficuo utilizzo del personale prima addetto alle dichiarazioni doganali relative
all’interscambio con i paesi U.E. è quanto prima osservato a proposito della
contraddittorietà, e comunque della scarsa chiarezza, con cui l’Amministrazione ha fornito
ed illustrato gli elementi informativi in ordine ai criteri adottati per rendere comparabile il
numero delle dichiarazioni doganali del 1992 con quelle degli anni successivi. Il rapporto di
equivalenza sottostante ai dati originariamente forniti è stato riconosciuto non realistico
dalla stessa Amministrazione. Anche dei nuovi rapporti di equivalenza non sono state però
fornite spiegazioni e ciò continua ad alimentare il dubbio di una possibile rilevante
sottovalutazione del numero delle dichiarazioni equivalenti per l’anno 1992, inficiando in
tal modo l’affidabilità dei raffronti intertemporali operati ed aprendo il varco a valutazioni
poco rassicuranti sull’effettività dello sforzo di razionalizzazione compiuto. Si tratta,
pertanto, di un punto decisivo sul quale dovrà fare piena luce il seguito del contraddittorio
con l’Amministrazione.
75
4.1.2.2.- Uffici Tecnici di Finanza
Dal 1992 in poi, a seguito dell’armonizzazione comunitaria nel settore delle accise,
anche l’attività svolta dagli Uffici tecnici di finanza ha subito una radicale trasformazione in
conseguenza della introduzione di nuovi compiti di istituto.
In particolare, ai suddetti uffici sono stati demandati:
- il controllo sulle movimentazioni dei prodotti tra depositi autorizzati, sia italiani
che degli altri Stati membri ( circa 200.000 transazioni effettuate nel 1998 );
- la gestione della banca-dati SEED contenente i dati di tutti gli “operatori accise”
europei;
- le verifiche tecniche di congruità per l’acquisizione di beni e servizi, collaudi delle
forniture degli stessi e consulenza tecnica agli organi dello Stato, in precedenza svolte dagli
Uffici tecnici erariali;
- nuove competenze in materia di gestione tributi, derivanti dall’introduzione di
nuove imposte (imposte sulle emissioni nocive) e tasse (sulle emissioni di SO2, di NOx); da
manovre di “carbon tax”; dalla liberalizzazione dei settori dell’energia elettrica e del
metano e dal decentramento fiscale in materia di benzine e di addizionali, sul gas metano e
sull’energia elettrica, destinate a Regioni, Comuni e Province;
- compiti di accertamento anche a fini extratributari, in particolare rilascio di pareri,
certificazioni e consulenze tecniche in settori diversi da quello strettamente fiscale (ex art.
32 del DDL n. 331 convertito dalla legge n. 427/93);
- misure congiunte, in collaborazione con i corrispondenti organismi degli altri Stati
membri e della Commissione europea, in materia di muta assistenza e cooperazione
amministrativa, finalizzate sia alla verifica dei movimenti intracomunitari dei prodotti
soggetti ad accisa che alla lotta alle frodi.
Tali innovazioni hanno comportato il cambiamento dei procedimenti amministrativi
e dei metodi di lavoro per cui l’Amministrazione doganale non dispone di informazioni
gestionali idonee per la costruzione di serie storiche confrontabili, come nel caso delle
Circoscrizioni doganali.
Per quanto attiene alle risorse umane presenti negli UTF in relazione alle ore
complessivamente impiegate (Tabella 17), si evidenzia che la riduzione delle unità presenti
segue un andamento progressivamente e costantemente decrescente nel periodo che va dal
1992 al 2001. La riduzione delle unità presenti nel 1999, rispetto al 1992, è pari ad oltre il
14%, mentre la contrazione delle ore di lavoro corrente è di poco superiore al 25% del totale
delle ore impiegate e deriva esclusivamente dalla riduzione del 42% delle ore di
straordinario. Permangono le perplessità, già esposte per le Circoscrizioni Doganali,
circa il fatto che l’Amministrazione, nel fornire il dato delle ore impiegate nella attività
dirette, lo abbia considerato come un semplice calcolo percentuale (87,5%), peraltro
costante per tutto il periodo considerato (quasi un decennio), del totale delle ore
impiegate.
Negli anni di riferimento si è registrato, comunque, un andamento degli introiti
accertati in costante crescita a fronte dell’altrettanto progressiva riduzione delle ore
impiegate per attività dirette (Tabella 18). Di qui il progressivo aumento del rendimento
orario, che ha raggiunto il suo massimo nel 1998, con l’importo di 20,82 milioni, rispetto ai
13 milioni del 1992.
76
La stessa Amministrazione ha fatto presente come l’indicatore denominato
“rendimento orario”, che presenta un andamento incrementale, è scarsamente
significativo, in quanto l’importo degli introiti accertati consegue all’applicazione di
misure di politica fiscale (carbon-tax, misure di supporto al mercato ed agevolazione a
determinate categorie, soprattutto in materia di imposte su prodotti petroliferi, ecc),
mentre non esiste una relazione diretta con la quantità della domanda di servizio, né,
conseguentemente, con le ore dedicate.
Tabella n. 17
Risorse umane presenti negli UTF
Totale ore
impiegate
Unità presenti
Anno Numero
1992
2.183
1993
2.112
1994
2.063
1995
2.033
1996
1.994
1997
1.942
1998
1.887
1999
1.920
2000
1.903
2001
1.867
Variaz.
%
rispetto
al 1992
100
96,75
94,50
93,13
91,34
88,96
86,44
87,95
87,17
85,52
Totale in
migliaia
(1)
4.279.398
3.966.606
3.859.918
3.724.883
3.573.530
3.511.127
3.329.613
3.281.195
3.168.000
3.068.000
Variaz.
%
rispetto
al 1992
100
92,69
90,20
87,04
83,51
82,05
77,81
76,67
74,03
71,69
Attività dirette
Straordinario
Ore di lavoro corrente
Ore
Totale
ore
impiegate Variaz.
Variaz.
Variaz.
%
straord. Ore di
%
in
%
Ore pro
lavoro rispetto
migliaia rispetto capite rispetto
(in
(3)
al 1992 migliaia) corrente al 1992
(2)
al 1992
3.530.504 100
510
100
1.1134.278.285 100
3.272.450 92,69
428
83,92
9043.965.702 92,69
3.184.432 90,20
421
82,55
8693.859.049 90,20
3.073.029 87,04
382
74,90
7773.724.106 87,05
2.948.162 83,51
342
67,06
6823.572.848 83,51
2.896.680 82,05
358
70,20
6953.510.432 82,05
2.746.930 77,81
315
61,76
5943.329.019 77,81
2.706.986 76,67
259
50,78
4973.280.698 76,68
2.772.000 78,52
214
41,96
4073.167.593 74,04
2.684.000 76,02
214
41,96
4003.067.600 71,70
(1) Calcolate moltiplicando le ore lavorate pro capite (straordinario + lavoro ordinario) per la consistenza dell'anno
(2) Pari tutti gli anni all'87,5% del totale delle ore lavorate. L'82,5% è la percentuale dell'impegno delle risorse sulle
attività dirette conseguita nel 1999
(3) Calcolate sulla base dello stanziamento annuale e dell'aliquota media oraria dell'anno
Tabella n. 18
Entrate accertate nel settore delle accise e rendimento orario delle attività dirette
Anno
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000 (I°
sem.)
Ore impiegate per attività Introiti (in Rendimento orario (in
dirette (in migliaia)
milioni)
milioni)
3.530.504
3.272.450
3.184.432
3.073.029
2.948.162
2.896.680
2.746.930
2.706.986
45.900.000
45.600.000
47.500.000
52.900.000
56.800.000
57.900.000
57.200.000
54.000.000
13,00
13,93
14,92
17,21
19,27
19,99
20,82
19,95
1.307.021 25.400.000
19,43
77
4.2.- Formazione del personale ed automazione dei servizi
Una specifica attività di formazione del personale doganale è stata espressamente
prevista dalle norme nazionali formulate in vista dei nuovi compiti assegnati al
Dipartimento con la realizzazione del mercato interno (artt.10 e 13 del decreto legislativo
26 aprile 1990, n. 105). I criteri cui la stessa è stata improntata sono quelli rinvenibili nelle
disposizioni contenute nella Decisione del Consiglio CEE n. 341 del 20 giugno 1991, che
ha adottato un programma comune di formazione per il personale delle Amministrazioni
doganali, denominato Programma Matthaeus e successivamente nella Decisione n.
210/97/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 dicembre 1996 con la quale è
stato adottato un programma d’azione doganale nella Comunità, denominato Programma
Dogana 2000.
In considerazione degli orientamenti maturati a livello nazionale e comunitario,
l’attività di formazione è stata, infatti, orientata ad attuare i seguenti indirizzi:
- preparare il personale di prima nomina attraverso programmi didattici conformi a
quelli approvati in sede comunitaria;
- migliorare la preparazione professionale del personale doganale al livello richiesto
dalla integrazione comunitaria soprattutto a seguito dell’entrata in vigore del codice
doganale comunitario;
- sviluppare la formazione linguistica per rispondere alle esigenze del Programma
Matthaeus;
- creare una cultura informatica per adeguare l’Amministrazione italiana agli
standard organizzativi e funzionali delle Amministrazioni del Nord Europa;
- incentivare le azioni di formazione finalizzate alla lotta alla frode ed all’analisi dei
rischi;
- proseguire la formazione in materia di contabilità al fine di una corretta gestione
delle risorse proprie comunitarie.
Nella tabella 19 sono indicate le tappe del processo formativo dal 1997 al 200012.
L’esame dei dati complessivamente disponibili fa rilevare il costante aumento del numero
dei discenti: si passa infatti dai 56 corsi per 1.111 discenti del 1992 ai 302 corsi per 4.765
partecipanti del 2000, con un incremento percentuale rispettivamente del 439% e del 328%.
Si evidenzia un iniziale progressivo decentramento delle azioni di formazione dalla
Direzione Generale alla periferia, con aumento dei corsi svolti presso le Direzioni
compartimentali ed incremento del numero dei partecipanti, fino ad arrivare ad un massimo,
nell’anno 1999, di 240 corsi per 4.079 discenti nelle Direzioni Compartimentali contro i 30
corsi per 683 discenti presso la Direzione centrale. Nel 2000, tuttavia, si assiste ad una, sia
pur parziale, inversione di tendenza: rimanendo inalterato, presso le Direzioni
Compartimentali, il numero dei corsi rispetto al 1999 (240) con una riduzione del numero
dei discenti (del -7,33%), si osserva la crescita dei corsi effettuati presso la Direzione
generale (da 30 a 52) del 73,33% per un numero di discenti che, tuttavia, cresce in maniera
meno proporzionale (da 683 a 943, +38, 7%).
12
Nell’allegato n. 4 vengono elencati i corsi organizzati da Dipartimento nell’anno 1992, e
nell’allegato n. 5 viene effettuato un raffronto dei dati relativi alla formazione del personale per gli anni 1993 e
1994
78
Si osserva inoltre che i principali interventi formativi hanno riguardato l’area
giuridico-tributaria e l’area informatica.
Tabella n. 19
Formazione professionale dell’Amministrazione doganale – Anni 1997-2000
DIREZIONI
COMP.LI
1997
1998
Diff. % 98/97
1999
Diff. % 99/98
2000
Diff. % 2000/99
N.
N.
N.
N.
N. dei
N. dei
N. dei
N. dei
dei
Corsi Discenti dei
Corsi Discenti dei
Corsi Discenti
dei
discenti
discenti
discenti
discenti
corsi
corsi
corsi
corsi
16
255
7
109 -56,25 -57,25
7
101 0,00
-7,34 18
260 157,14 157,43
6
92
7
95 16,67
3,26 11
147 57,14 54,74
8
90 -27,27 -38,78
2
31 11
237 450,00 664,52 21
363 90,91 53,16 11
243 -47,62 -33,06
7
136
8
112 14,29 -17,65 26
480 225,00 328,57 23
421 -11,54 -12,29
3
29
6
95 100,00 227,59 12
181 100,00 90,53
7
142 -41,67 -21,55
13
225
9
204 -30,77
-9,33 18
299 100,00 46,57 11
201 -38,89 -32,78
10
208
8
140 -20,00 -32,69 14
247 75,00 76,43 14
234 0,00
-5,26
3
66
5
107 66,67 62,12 19
385 280,00 259,81 24
522 26,32 35,58
15
205
7
109 -53,33 -46,83 12
193 71,43 77,06 12
229 0,00 18,65
4
71
9
142 125,00 100,00 14
235 55,56 65,49 14
125 0,00 -46,81
5
54 16
296 220,00 448,15 23
424 43,75 43,24 42
406 82,61
-4,25
13
573 53
486 307,69 -15,18 18
316 -66,04 -34,98
8
273 -55,56 -13,61
5
60
7
110 40,00 83,33 20
395 185,71 259,09 26
279 30,00 -29,37
19
230 16
299 -15,79 30,00 25
313 56,25
4,68 22
355 -12,00 13,42
Ancona
Bari
Bologna
Bolzano
Cagliari
Firenze
Genova
Milano
Napoli
Palermo
Roma
Torino
Trieste
Venezia
Totale Direzioni
Comp.li
121
Direzione generale 38
Scuola centr. Trib.
e Scuola Sup.
Pubbl. Amm.ne
0
Totale
159
2.235 169
515 31
0
27
2.750 227
2.541 39,67
462 -18,42
13,69 240
-10,29 30
135
27
3.138 42,77
14,11 297
4.079 42,01
683 -3,23
140
0,00
4.902 30,84
60,53 240
47,84 52
3,70
10
56,21 302
3.780 0,00
943 73,33
-7,33
38,07
42 -62,96
-70,00
4.765
1,68
-2,79
Una particolare modalità di formazione è stata rappresentata dagli scambi di
funzionari con le altre Amministrazioni doganali comunitarie nell’ambito del Programma
Matthaeus Tax: nel corso degli anni dal 1994 al 1999 i funzionari inviati all’estero per
prendere conoscenza della realtà organizzativa e delle procedure operative degli altri
partners comunitari sono stati rispettivamente 35, 41, 31, 43, 26 e 43. I funzionari delle
dogane comunitarie che, nello stesso arco temporale, hanno effettuato uno stage in Italia
sono stati complessivamente 126.
Tabella n. 20
Funzionari inviati presso altre amministrazioni degli stati membri e ricevuti da altre
amministrazioni comunitarie
1995
1996
1997
1998
1999
INVIATI
41
31
43
26
43
RICEVUTI
30
29
39
19
19
Nulla si può dire per gli anni successivi, se non prendere nota di quanto affermato
dall’Agenzia delle dogane e chiosarlo:
79
“Per l’anno 2001 l’attività di formazione è stata volta essenzialmente ad assicurare
una formazione di tipo tecnico-specialistico di supporto alle attività operative ed una
formazione di tipo valoriale/manageriale finalizzata a diffondere i valori chiave della riforma
organizzativa in atto ed a rafforzare le capacità direzionali dei responsabili delle strutture.
Infatti, il successo del cambiamento presuppone una identificazione più precisa del
modello di condotta manageriale appropriato al modello organizzativo da implementare ed
una assunzione di impegno da parte dei Dirigenti, in quanto attori principali del
cambiamento, nel predisporre, nei propri ambiti di responsabilità, condizioni organizzative
favorevoli all’affermazione del nuovo modello organizzativo.
Il programma delle attività formative predisposto per l’anno 2001 ha rappresentato
il punto d’avvio della strategia formativa di più ampio respiro pianificata per gli anni 20022004, volta a seguire e sostenere le linee di sviluppo strategico definite nei documenti
programmatici dell’Agenzia”.
Si tratta di un’impostazione strategica che non può non essere condivisa, ma di cui
occorrerà verificare la concreta attuazione nei prossimi anni. Il budget per il 2001 indica
tuttavia un drastico e positivo ridimensionamento dell’entità delle risorse destinate
all’attività formativa degli uffici centrali, che viene ad avere un’incidenza di appena il 7,3%
sul totale, rispetto al peso del 17,8% che i corsi presso la Direzione centrale hanno fatto
registrare ancora per l’anno 2000.
Tabella n. 21
Assegnazione di budget relativo alle risorse destinate alla formazione - Anno 2001
Centro di responsabilità
Budget assegnato
(Lire/migliaia)
Ancona
Bari
Bologna
Bolzano
Cagliari
Firenze
Genova
Milano
Napoli
Palermo
Roma
Torino
Trieste
Venezia
Uffici centrali dell'Agenzia
Totale complessivo
Budget assegnato
(Euro)
165.198
197.144
143.059
22.893
32.853
113.367
297.917
168.447
178.579
252.754
134.573
285.972
70.250
61.335
165.470
85.317,65
101.816,38
73.883,81
11.823,25
16.967,16
58.549,17
153.861,29
86.995,62
92.228,36
130.536,55
69.501,15
147.692,21
36.281,10
31.676,88
85.458,12
2.289.811
1.182.588,69
Assieme a quella della formazione professionale, a partire dal 1991 si è presentata
all’Amministrazione doganale l’urgente necessità di dotarsi degli strumenti informatici
indispensabili per l’attuazione del mercato interno.
80
L’esigenza era quella di pervenire ad un maggior grado di funzionalità di tutte le
strutture del settore. Al soddisfacimento di tale esigenza l’Amministrazione ha fatto
presente di aver corrisposto cercando di conseguire i seguenti obiettivi:
- integrazione del sistema doganale nazionale con quello della CEE e degli altri Stati
membri per l’introduzione di nuovi controlli nel campo dell’IVA, per l’applicazione
sistematica dei limiti tariffari (contingenti, massimali e sospensione dei dazi autonomi)
definiti in sede comunitaria, attraverso lo scambio telematico delle informazioni sia sulle
singole operazioni che sui singoli operatori;
- adeguamento del sistema doganale italiano alle nuove disposizioni comunitarie del
1993 per l’immissione di merci, provenienti da Paesi terzi, nel territorio comunitario e
destinate anche ad altri Stati membri;
- disponibilità per l’Unione Europea e per gli altri partners comunitari delle
informazioni sulle merci soggette ad imposta di fabbricazione e di consumo al fine di
agevolare il controllo delle imposte e la movimentazione dei prodotti sul territorio
comunitario;
- agevolazione della circolazione delle merci, con riduzione dei tempi di attesa in
dogana mediante la trasmissione telematica dei dati delle dichiarazioni doganali da parte
degli operatori economici e l’utilizzo da parte degli stessi del sistema TARIC (Tariffa
Integrata Comunitaria) per la preventiva e corretta predisposizione delle dichiarazioni
doganali;
- utilizzo delle funzionalità connesse alla TARIC che consentono di verificare
automaticamente la corretta applicazione dei diritti doganali, dei divieti, dei contingenti e
dei massimali;
- intensificazione della lotta all’evasione fiscale, alla criminalità ed ai traffici illeciti
attraverso l’esecuzione sistematica di controlli incrociati tra i dati doganali e le
dichiarazioni fiscali.
Funzionale al conseguimento dei suddetti obiettivi è l’atto di convenzione per il
completamento, l’unificazione ed il potenziamento dei sistemi informatici doganali
stipulato nel novembre 1991 tra il Dipartimento delle Dogane e la SOGEI - Società
Generale di Informatica.
Il potenziamento del sistema informativo è stato progettato anche per conformarsi al
programma informatico proposto dalla Commissione per il triennio 1994/1996.
Nel piano di attività comunitario le iniziative più rilevanti riguardavano:
- la rete di trasmissione dati comune per collegare tra loro le Amministrazioni
doganali comunitarie;
- il sistema di interfaccia idoneo a consentire, anche in presenza di architetture e
sistemi diversi nel singoli Stati, di consultare le rispettive banche dati, utilizzando una serie
di processi di accesso standard;
- il sistema di posta elettronica tra i vari Stati e l’Unione, per attuare la mutua
assistenza e consentire il rapido scambio di messaggi tra le unità investigative locali;
- l’adozione di messaggi normalizzati per lo scambio di informazioni tra
Amministrazioni comunitarie ed operatori utilizzando EDIFACT;
- il sistema centralizzato di autorizzazione alle importazioni di merci da utilizzare
per lavorazioni e trasformazioni e la loro successiva riesportazione;
- la determinazioni univoca a livello comunitario del Paese di origine delle merci;
81
- il controllo del transito comunitario.
L’Amministrazione italiana ha dichiarato di aver provveduto allo sviluppo evolutivo
del proprio sistema, tanto che sin dal 1997 le principali procedure informatizzate in
esercizio sono state le seguenti:
- trattamento delle dichiarazioni doganali con esclusione del transito;
- gestione della contabilità doganale;
- circuito di controllo per la segnalazione automatica delle merci da sottoporre a
visita;
- acquisizione dei dati relativi alle operazioni doganali tramite floppy disk preparati
dagli operatori economici;
- scambio elettronico di dati (EDI) tra i sistemi degli operatori economici ed i
sistemi dell’Amministrazione, ai fini della presentazione telematica delle dichiarazioni e
degli elenchi riepilogativi delle cessioni e degli acquisti intracomunitari;
- gestione del progetto comunitario SCENT per lo scambio di informazioni riservate
ai fini della lotta alla frode nel quadro della mutua assistenza;
- gestione del progetto comunitario TARIC (Tariffa Doganale Integrata
Comunitaria) e suo completamento con le misure nazionali (Tariffa doganale d’uso
nazionale);
- gestione del progetto comunitario ITV per il trattamento delle informazioni
tariffarie vincolanti;
- gestione del progetto comunitario QUOTA per la gestione dei contingenti e dei
massimali;
- gestione della banca dati nazionale e comunitaria relativa ai depositari autorizzati
ed agli operatori registrati ai fini dell’interscambio di informazioni con i Paesi dell’UE
nell’ambito del controllo sulla movimentazione delle merci sottoposte ad accise.
Nel corso del biennio successivo sono state perfezionate le procedure in esercizio e
per gli anni 1999/2000 sono stati programmati i seguenti sviluppi:
- completamento della informatizzazione delle restituzioni all’esportazione
nell’ambito della PAC anche ai fini della integrazione con il sistema comunitario;
- inserimento nelle procedure di trattamento delle dichiarazioni doganali del
controllo sulla esatta liquidazione dei diritti;
- adeguamento delle procedure EDI per la gestione dei messaggi inviati dai soggetti
autorizzati alle procedure semplificate;
- adeguamento del circuito di controllo al regime di transito;
- informatizzazione delle procedure di transito comunitario/comune, secondo le
specifiche del relativo progetto comunitario;
- acquisizione e trattamento dei DAA trasmessi tramite EDI da parte degli operatori
autorizzati;
- potenziamento del sistema di consuntivazione delle attività svolte anche mediante
l’alimentazione automatica dello stesso con informazioni relative a prodotti già presenti nel
sistema informativo;
- ampliamento del datawarehouse con i datamat relativi agli elenchi riepilogativi
delle operazioni intracomunitarie.
82
5.- RISULTATI CONSEGUITI
5.1.- Evoluzione delle entrate dell’Amministrazione doganale
5.1.1.– Evoluzione del totale dei proventi imputati all’Amministrazione delle
dogane e delle II.II
L’analisi dei dati riguardanti i proventi totali dell’ex Dipartimento delle Dogane e
imposte indirette, costituiti sia da entrate tributarie che extratributarie, rileva una sovrastima
delle previsioni iniziali negli esercizi negli esercizi che vanno dal 1996 al 1998 ed una
ripetuta sottostima nei rimanenti esercizi considerati, con un massimo scostamento pari
all’11,07% nel 1995. (Tabella 22) In media, nel periodo considerato, si registra si registra
una sottostima dell’1,96%. Nel caso delle previsioni definitive, il dato medio è invece di
sottostima per lo 0,67%.
In costante crescita l’accertato ed il riscosso di competenza (con l’eccezione
dell’anno 1996), passati, rispettivamente, da 75.029 e 70.351 mld nel 1994 a 95.121 e
91.055 mld nel 2000.
Abbastanza elevata e stabile la quota di accertamenti riscossi (95,31% la media del
periodo, con un massimo del 96,64% nel 1997 ed un minimo del 93,77% nel 1994).
Significativi ed in crescita fino al 1999, il totale dei resti da riscuotere che hanno
raggiunto i 16.576 mld nel 2000; in costante, anche se limitato aumento, a partire dal 1997,
anche i resti da versare (2.708 mld nel 2000). Più elevata della media del totale delle entrate
finali la quota dei residui riscossi (18,65% rispetto a –8,15%) nel 2000.
Prima di continuare l’esame più dettagliato delle entrate doganali, va dato atto che
l’Amministrazione ha fatto presente che, relativamente all’analisi dei dati riguardanti
l’evoluzione dei proventi che le vengono imputati, e, in particolare, alle osservazioni
concernenti la previsione delle entrate sia tributarie che extratributarie, si deve tener
conto di quanto già rappresentato in occasione di altre indagini svolte dalla Corte. In
particolare, l’Amministrazione evidenzia che previsioni preliminari delle entrate sono
effettuate dalla stessa Amministrazione seguendo le “Note tecniche” del Dipartimento
della Ragioneria Generale dello Stato e le direttive ministeriali in materia, sulla base
delle serie storiche relative ai consuntivi dei precedenti esercizi, degli obiettivi di gettito
delle entrate tributarie ed extratributarie e della capacità operativa (risorse umane e
finanziarie) destinata alle attività produttive, tenuto conto degli interventi normativi
eventualmente intervenuti che possano influenzare l’andamento tendenziale del gettito.
Le previsioni definitive ai fini dell’iscrizione in bilancio sono, invece, formulate
dall’Ufficio studi e politiche economico-fiscali che opera all’interno del Dipartimento
per le Politiche fiscali13, anche, ma non esclusivamente, sulla base delle previsioni
preliminari effettuate dall’Amministrazione doganale. Ovviamente in corso d’anno
possono verificarsi eventi, normativi o di altro tipo, che possono portare ad una
modifica della previsione di gettito rispetto alla previsione iniziale.
Queste precisazioni lasciano intendere che eventuali osservazioni in ordine alla
gestione del bilancio di entrata dovrebbero essere rivolte non alla sola Amministrazione
13
Prima dell’avvio della più recente riforma organizzativa del Ministero delle Finanze, tale attività era svolta
dal Segretariato Generale – Ufficio per l’elaborazione di studi di politica tributaria e di analisi fiscale.
83
doganale, ma anche al Dipartimento. Ciò è sicuramente vero, ma l’Amministrazione
controllata dovrebbe comunque appropriarsi della piena conoscenza delle ragioni che
inducono l’Amministrazione di coordinamento a modificare le previsioni proposte, in modo
da poter monitorare i successivi sviluppi in termini di accertamenti, riscossioni e versamenti
e formulare per gli anni successivi previsioni preliminari il più possibile realistiche, oltre
che coerenti con gli obiettivi dell’azione di Governo risultanti dalle leggi e dalle direttive.
Ed anche per potersi compiutamente confrontare con gli organi di controllo esterno.
84
Tabella n. 22 – Proventi totali dell’attività doganale
STAMPARE PAG. 85 DEL FILE “TABELLE FUORI
MARGINE”
85
5.1.2.- Evoluzione delle entrate tributarie
L’analisi dei dati relativi alle sole entrate tributarie dell’Amministrazione (Tabella
23), in ragione del peso preponderante che questi rivestono, (95,5% degli accertamenti e
96,4% del riscosso di competenza nel 2000), porterebbero a ripetere le considerazioni già
fatte per l’insieme delle entrate doganali.
Dei 59 capitoli e articoli che costituiscono il totale delle entrate tributarie relative
all’attività dell’ex Dipartimento, quelli che maggiormente incidono sono: il cap. 1601,
“Imposta sul consumo dei tabacchi”, facente parte dell’U.P.B. 2.1.4.1, il 1409 “Accisa e
imposta erariale di consumo sugli oli minerali, loro derivati e prodotti analoghi” art. 1,
“Imposta riscossa in via ordinaria”, U.P.B. 2.1.2.1 ed il 1203 “I.V.A.” art. 2, “Imposta
relativa alle importazioni” U.P.B. 2.1.1.1 (si tratta di entrate derivanti da attività ordinaria
di gestione) (Allegato n. 6).
Per il primo dei tre capitoli considerati le riscossioni di competenza risultano
contestuali all’accertamento e con una media del periodo di circa 11.500 mld, che è il
risultato di una costante crescita degli introiti a partire dai 9.378 mld registrati nel 1994 per
arrivare ai 13.884 mld dell’esercizio 2000. Simile andamento si rileva anche per i
versamenti di competenza, seppur sempre proporzionalmente inferiore alle riscossioni (da
7.974 mld a 12.392 mld del 2000). L’art. 1 del capitolo 1409 incide da solo per quasi il 50%
sul totale dei capitoli, con circa 37.748 mld di valore medio riscosso. Nel periodo
1994/2000 si riscontra un andamento altalenante, sia per gli accertamenti che per le
riscossioni. Il rapporto medio tra accertato e riscosso è del 97,33%, con un valore massimo
registrato nel 1997 pari al 100%. C’è da segnalare in particolare che i versamenti risultano
di importo pari alle riscossioni per tutti gli esercizi finanziari.
86
Tabella n. 23 - Dipartimento delle Dogane e II.II.– Entrate tributarie
STAMPARE PAG. 87 DEL FILE “TABELLE FUORI
MARGINE”
87
L’analisi dei dati di bilancio dell’art. 2 del cap. 1203, da parte sua, evidenzia un
incremento costante per tutte e tre le fasi dell’entrata considerate, tranne per quanto attiene
all’esercizio 1996, per il quale si riscontra un decremento degli introiti. I valori medi di
accertato, riscosso e versato sono rispettivamente di 16.169 mld., 15.462 mld e 15.217 mld.
Il rapporto medio percentuale accertato/riscosso è del 95,81%, con un valore massimo
registrato nel 1998 del 96,53%.
Le riscossioni medie relative ai capitoli sopra elencati costituiscono l’83.79% del
totale delle riscossioni di tutti i capitoli del titolo I così come risulta dettagliato nella Tabella
24.
Tabella n. 24
Valori medi in miliardi delle riscossioni del periodo 1994/2000
Cap. 1601
Cap. 1409. art.2
Importi % sul Importi in % sul
in mld totale
mld
totale
11.525 14,9
37.748
48,9
cap.1203 art.3 Altri capitoli
Totale
Importi % sul Importi % sul Importi in % sul
in mld totale in mld totale
mld
totale
15.462
20
12.522 16,21 77.257
100
88
5.1.3.- Evoluzione delle entrate extra-tributarie
Per le entrate totali extratributarie si rileva una costante sottostima per tutto il
periodo 1994 - 2000.
Tale situazione risulta maggiormente evidenziata nel corso degli ultimi due esercizi;
nel 1999, infatti, la differenza tra previsioni iniziali ed accertamenti ammonta a 941 mld
(2.595 di previsioni iniziali e 3.536 mld di accertato), con uno scostamento del 36,23%. Nel
2000 il divario si accentua e, a fronte di una previsione di 2.968, si registrano accertamenti
pari a 4271 mld, con una differenza di oltre 1.300 mld, pari al 113,89%.
L’analisi dei dati relativi agli accertamenti evidenzia un decremento degli importi
nel corso dei primi 3 esercizi considerati: si parte infatti dai 3.364 mld del 1994 per arrivare
ai 2.939 mld del 1996; da tale periodo in poi si riscontra invece una crescita costante, con
3.113 mld accertati nel 1997 fino ai 4.271 mld del 2000.
Analoga crescita costante si osserva anche per quanto concerne le riscossioni,
eccezion fatta per l’esercizio 1996, quando si evidenzia una leggera flessione.
Dall’osservazione del dato analitico, infatti, si può notare come, dai 2.273 mld del 1994 si
passi a 3.284 mld del 2000. Analogo andamento presentano i versamenti di competenza,
con l’importo minimo di 2.106 mld del 1996 ed il massimo di 3.197 mld del 2000.
Il valore medio del periodo è pari a 3.390 mld di accertamenti, 2.560 mld di
riscossioni e 2.502 mld di versamenti di competenza. Il rapporto medio percentuale tra
accertato e riscosso è di oltre venti punti inferiore a quello delle entrate tributarie:75,58%
rispetto a 96,15%, con il valore percentuale più alto registrato nell’esercizio 1995 (84,31%),
e quello più basso nel 1994 (67,57%).
89
Tabella n. 25 - Dipartimento delle Dogane e II.II. – Entrate extratributarie
STAMPARE PAG. 90 DEL FILE “TABELLE FUORI
MARGINE”
90
Tre dei 34 capitoli e articoli che costituiscono il totale delle entrate extra.tributarie
relative all’attività doganale incidono da soli, per circa il 93% sul totale. Si tratta dei Capp.
3970, “Dazi della tariffa doganale comune ed altri diritti fissati delle Istituzioni della
Unione Europea (esclusi i dazi C.E.C.A, i dazi compensatori antidumping, i dazi ed altri
diritti fissati nel quadro della politica agricola Comune)”, 3971 “Dazi compensatori
antidumping” e 2301 “Multe, ammende e sanzioni amministrative inflitte dalle Autorità
giudiziarie ed amministrative con esclusione di quelle aventi natura tributaria” i cui dati
finanziari sono riassunti nell’allegato n. 7.
Tabella n. 26
Valori medi in miliardi delle riscossioni del periodo 1994/2000
Cap. 3970
Cap. 3971
Cap. 2301
Altri capitoli
Totale
Importi % sul Importi in % sul Importi in % sul Importi in % sul Importi in % sul
in mld totale
mld
totale
mld
totale
mld
totale
mld
totale
1.742 68,0
373
14,6
271
10,6
174
6,8
2.560
100
Nel dettaglio si osserva che il cap. 3970, “Dazi della tariffa doganale comune ed
altri diritti fissati delle Istituzioni della Unione Europea (esclusi i dazi C.E.C.A, i dazi
compensatori antidumping, i dazi ed altri diritti fissati nel quadro della politica agricola
Comune)”, inserito nell’U.P.B. 2.2.5.14, fa registrare accertamenti mediamente pari a 1.891
mld, riscossioni di competenza di circa 1.742 mld., e versamenti di 1.723 mld. In valore
assoluto, si evidenzia come, nel corso dell’ultimo degli esercizi considerati, i dati riferiti a
tutte e tre le fasi dell’entrata siano drasticamente diminuiti; si passa, infatti, dagli oltre 2.000
mld di accertato-riscosso e versato del 1999 agli appena 55 milioni del 2000.
Il 3971 “Dazi compensatori antidumping” anch’esso inserito nell’U.P.B. 2.2.5 con
importi medi pari a 406 mld di accertato, 373 mld di riscosso e 367 mld di versamenti. In
valore assoluto, al contrario di quanto evidenziato per il cap. 3970, si è, specularmene,
determinato un altrettanto notevole incremento degli introiti nel corso dell’ultimo esercizio,
con riscossioni che sono passate dai 16 mld del 99 a 2.567 mld del 2000. Il rapporto medio
accertato/riscosso è del 92,78%, con il massimo del 100% registrato nel 1995.
Il 2301 “Multe, ammende e sanzioni amministrative inflitte dalle Autorità
giudiziarie ed amministrative con esclusione di quelle aventi natura tributaria” (270 mld
circa) dell’U.P.B. 2.2.315. Mediamente l’accertato ammonta a 480 mld, il riscosso a 271 mld
ed il versato a 242 mld. Nel corso del periodo considerato l’andamento di tutte le tre fasi
dell’entrata ha sempre subito lievi variazioni. Per quanto riguarda il rapporto medio
percentuale accertato/riscosso, questo è del 62,59%, con il valore minimo registrato nel
2000 con il 41,03%. Da rilevare la situazione dell’esercizio 2000, quando, pur con
accertamenti decisamente superiori agli anni precedenti (1.206 mld, pari al doppio di quelli
registrati nel 1999), si sono effettuate riscossioni di gran lunga inferiori (495 mld, parimenti
doppie di quelle del 1999).
L’Amministrazione non ha chiarito le ragioni dell’andamento dei flussi finanziari
relativi ai capitoli esaminati, ma ha da ultimo fatto presente che per quanto riguarda i dati
relativi alle entrate extratributarie ed in particolare ai capitoli a maggior incidenza
(cap.3970 e 3971) si rileva una difformità tra gli importi risultanti dal rendiconto
riportati dalla Corte e quelli presenti nel sistema informatico doganale, che si
14
15
U.P.B. 2.2.5: «Dazi e prelievi doganali»
U.P.B. 2.2.3: «Entrate derivanti dall’attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti»
91
riepilogano nella tabella che segue e che evidenzia differenze notevoli soprattutto per
l’anno 2000, differenze di cui l’Amministrazione non ha però dato spiegazione.
Dati indicati dalla Corte dei conti
Cap.
Anno 1999
Anno 2000
3970
2.000
0,055
3971
16
2.567
Dati presenti nel sistema informatico doganale
Anno 1999
Anno 2000
2.350
2.760
17,6
24,1
Dati in miliardi di lire
92
5.1.4.- Analisi delle anomalie gestionali di alcune tipologie delle entrate extra
tributarie
L’esperienza acquisita in materia di controllo sulla gestione delle entrate ha
condotto a rilevare la non esatta corrispondenza tra le intenzioni che il legislatore aveva nel
riformare sia la struttura del bilancio che l’organizzazione amministrativa e la reale
applicazione delle norme finalizzate a tali riforme. Tali conclusioni, in estrema sintesi, sono
emerse sia dalle indagini precedentemente svolte sulla nuova struttura del bilancio e la
rispondenza alla stessa delle gestioni delle entrate16 sia dalle ultime analisi effettuate sulle
possibili disfunzioni gestionali sottostanti ad alcune tipologie delle entrate extra tributarie
contenute nel referto conclusivo dell’indagine (n. 2 Gestioni di Entrata) programmata
dall’Adunanza plenaria della Sezione del controllo con deliberazione n. 15/2000 del 10
febbraio 2000, approvato con deliberazione n. 3/2002/G del 30 novembre 2001. Delle
conclusioni di tali indagini, nella misura in cui appaiono rilevanti per l’Amministrazione
doganale, si dà, per completezza, di seguito conto.
L’articolazione del bilancio per Unità previsionali di base si pone come primario
obiettivo quello di una immediata identificazione della natura delle entrate e delle spese in
base alla loro collocazione. Per quanto attiene alle entrate, a seconda che si tratti di entrate
tributarie o extratributarie, la classificazione delle U.p.b. si attua con criteri diversi. Per le
prime, la ripartizione si basa sulla identificazione della gestione sottostante i proventi, che
possono essere derivati da attività ordinaria o da attività di accertamento e controllo,
peraltro comuni a tutti i Centri di responsabilità. Per le entrate extratributarie, si segue un
criterio più analitico, che dovrebbe scendere nell’analisi dell’esatto contenuto dei capitoli e
che, pertanto, potrebbe essere differenziato, a seconda dell’Amministrazione che gestisce
l’attività sottostante l’acquisizione dei proventi, e, talvolta, anche del Centro di
responsabilità interessato.
Alcune Unità previsionali delle entrate extratributarie sono presenti nello stato di
previsione in più Centri di responsabilità. Si tratta, in particolare, dell’U.p.b. «Restituzioni,
rimborsi, recuperi e concorsi vari», «Entrate derivanti dall'attività di controllo e repressione
delle irregolarità e degli illeciti», «Attività di controllo, informazione e repressione
violazioni», «Proventi per l'attività contrattuale ed altri introiti», e «Tributi e diritti
speciali». Le restanti Unità previsionali sono caratterizzate dall’attività sottostante tipica
dell’Amministrazione che gestisce i capitoli in esse contenuti. Per quanto attiene
all’Amministrazione delle Dogane, le entrate extratributarie oltre ad essere classificate nelle
prime tre U.p.b. sopra elencate, si collocano nelle due tipiche «Proventi relativi a servizi
resi nell’interesse del commercio» e «Dazi e prelievi doganali».
Nell’indagine n. 2/Entrate del 2000 citata, nell’intento di analizzare le singole
attività di gestione di entrata per materia, si è preliminarmente ritenuto di poter utilizzare
come macro-aggregati le stesse Unità previsionali, almeno per quelle che, come abbiamo
visto, sono comuni a più Centri di responsabilità. L’analisi effettuata sui capitoli contenuti
in ciascuna di esse ha, però, fatto rilevare che tale corrispondenza non è così automatica: si
è riscontrato, per esempio, che non tutti i capitoli ai quali affluiscono entrate derivanti da
attività di accertamento e controllo sono inseriti nelle U.p.b. appositamente intitolate, così
16 Indagine programmata dalla Sezione del controllo con deliberazione n. 16/98 del 4/2/98 “Struttura e
classificazione del bilancio delle entrate” approvata con deliberazione n. 1/2000; indagine n. 11/99 “Capitoli ed
articoli di entrata iscritti per memoria o con rilevanti scostamenti tra previsioni ed accertamenti o fra
accertamenti e riscossioni”approvata con deliberazione n. 76/2000; indagine n. 12/99 “Obiettivi e controlli
interni in materia di gestione di entrata” approvata con deliberazione n. 14/01/G.
93
come nell’U.p.b. «Entrate derivanti dall'attività di controllo e repressione delle irregolarità e
degli illeciti» sono compresi, tra gli altri, capitoli che, più correttamente andrebbero
considerati come frutto di servizi resi dalle Amministrazioni. Per l’Amministrazione delle
Dogane tale anomalia può essere riscontrata per i Capp. 2323 “Somme versate per i servizi
relativi alle imposte di fabbricazione svolte dai militari della Guardia di finanza e da
destinare a favore del fondo di assistenza per i finanzieri, in misura pari alla differenza fra
le cennate somme e la spesa relativa alla corresponsione del trattamento di missione a detti
militari.” e 2369 “Proventi derivanti dalla cessione di stampati agli esportatori” inseriti
nella U.p.b. 2.2.317.
Per poter, tuttavia, effettuare un’analisi comparativa dello svolgimento di alcune
attività in modo omogeneo, si è reso necessario procedere ad individuare le tipologie di
entrata delle quali si intendeva monitorare l’andamento, utilizzando solo parzialmente la
ripartizione in Unità previsionali, procedendo, in alcuni casi, alla suddivisione delle stesse,
per omogeneizzare maggiormente il contenuto del gettito. Nel caso dell’analisi sull’attività
di controllo delle violazioni si è ritenuto di dover meglio ripartire le entrate a seconda che
derivassero da gestione di beni confiscati o da pene pecuniarie o da proventi
contravvenzionali o da proventi misti; in questo caso l’U.p.b. è stata frazionata, salvo la
ricerca in altre U.p.b. di capitoli che riguardassero la stessa materia. Nel caso, invece,
dell’analisi effettuata sulla gestione dei proventi derivanti da servizi resi e beni ceduti, si è
reso necessario accorpare alcuni capitoli contenuti nelle Unità previsionali tipiche delle
singole Amministrazioni, come, ad esempio, quelli contenuti, nel caso del Dipartimento
delle Dogane, nell’U.p.b. «Proventi relativi ai servizi resi nell’interesse del commercio».
In base a quanto finora descritto, le “tipologie” di entrate individuate e di
competenza dell’Amministrazione delle Dogane, sono in parte comprese nell’Unità
previsionale di base «Restituzioni, rimborsi, recuperi e concorsi vari», ed in parte
riconducibili ad entrate relative ai proventi derivanti da servizi resi e beni ceduti, e da
concessioni, autorizzazioni e locazioni, alle attività di controllo, nonché alle indennità ed
interessi di mora, per le quali si procederà all’analisi nei successivi paragrafi.
17
U.p.b. 2.2.3 - «Attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti»
94
5.1.4.1. - Restituzioni, rimborsi, recuperi e concorsi vari
L’analisi effettuata sui capitoli rientranti nella tipologia dei recuperi, restituzioni,
rimborsi e rifusioni18 - tipologia peraltro coincidente con l’U.p.b. 2.2.1 «Restituzioni,
rimborsi, recuperi e concorsi vari» - ha consentito di riscontrare, tra l’altro, anche in base
agli elementi informativi forniti dall’Amministrazione, che si tratta in gran parte di capitoli
completamente privi di importi o con importi esigui.
Si può intuire la scarsa attenzione dell’Amministrazione per le singole gestioni, in
considerazione sia della esiguità degli importi riscontrati (il capitolo 3309 risulta totalmente
“vuoto” ad eccezione di 80,000 lire accertate, riscosse e versate nel 2000), sia della natura
delle risposte fornite. In particolare viene denunciata la inattualità della normativa
sottostante ed a tal proposito c’è da domandarsi quali siano i motivi per i quali i capitoli
permangano in bilancio. Il capitolo 3707 registra introiti insignificanti (37 mila lire nel 1999
e zero lire nel 2000), a causa della quasi cessazione delle richieste alla dogana, da parte di
operatori, del servizio di spedizione di campioni di merci da sottoporre ad analisi presso
laboratori privati. Attualmente gli operatori, per snellire le procedure, tendono, infatti, a
contattare direttamente i laboratori privati, escludendo il passaggio per l’ufficio doganale.
18
Capitolo 3309 – “Somme relative all’anticipazione delle spese per la procedura di sospensione
dell’immissione in libera pratica di merci contraffatte nonché delle eventuali spese di magazzinaggio”,
Capitolo 3707 – “Rimborso di spese per imballaggi e spedizioni di campioni merci, per sopralluoghi dei
collegi consultivi, centrali e compartimentali, dei periti doganali e per l’esecuzione di analisi o altri esami e
accertamenti tecnici da parte di laboratori o uffici non dipendenti dall’Amministrazione finanziaria, poste a
carico di operatori”, Capitolo 3709 – “Imposizioni applicabili all’esportazione dei prodotti agricoli a titolo di
recupero degli aiuti concessi per conto delle Comunità Europee nell’ambito degli interventi di mercato da
reintegrare all’organismo nazionale di intervento AIMA” e Capitolo 3710 – “Importi compensativi adesione
applicabili, a decorrere dall’1 gennaio 1978, negli scambi di taluni prodotti lattiero –caseari con il Regno
Unito, di pertinenza del FEOGA, sezione garanzia”
95
Tabella n. 27
Dati finanziari dei capitoli 3309, 3707, 3709 e 3710
ege
prev_iniz_comp
prev_def_comp
accertato
riscosso comp vers_comp
riscosso res
vers_res
Capitolo 3309 – “Somme relative all’anticipazione delle spese per la procedura di sospensione dell’immissione in
libera pratica di merci contraffatte nonché delle eventuali spese di magazzinaggio”
1992
1993
-
-
-
-
-
-
-
1994
-
-
-
1995
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
1996
-
-
-
-
-
-
-
-
1997
-
-
-
-
-
-
-
1998
-
-
-
-
-
-
-
1999
-
-
-
-
-
-
-
80.329
80.329
80.329
2000
Capitolo 3707 – “Rimborso di spese per imballaggi e spedizioni di campioni merci, per sopralluoghi dei collegi
consultivi, centrali e compartimentali, dei periti doganali e per l’esecuzione di analisi o altri esami e accertamenti
tecnici da parte di laboratori o uffici non dipendenti dall’Amministrazione finanziaria, poste a carico di operatori”
- 11.116.541
10.963.360
1.936.270
419.400
419.400
1992
1993
-
-
3.800.000
3.671.600
3.669.600
9.127.090
9.127.090
1994
-
-
122.000
122.000
122.000
130.400
130.400
1995
-
-
150.000
150.000
-
-
-
1996
-
-
67.850
67.850
67.850
150.000
150.000
1997
-
-
1.000
1.000
1.000
-
-
1998
-
-
-
-
-
-
-
1999
-
-
36.750
36.750
36.750
-
-
2000
Capitolo 3709 – “Imposizioni applicabili all’esportazione dei prodotti agricoli a titolo di recupero degli aiuti concessi
per conto delle Comunità Europee nell’ambito degli interventi di mercato da reintegrare all’organismo nazionale di
intervento AIMA”
325.000
325.000
325.000
1992
1993
-
-
19.712.200
19.712.200
19.704.380
-
-
1994
-
-
6.262.370
6.262.370
6.261.670
7.820
7.820
1995
-
-
20.462.120
20.462.120
19.989.620
700
700
1996
-
-
600
600
600
472.500
472.500
1997
-
-
5.131.540
5.131.540
5.085.130
-
-
1998
-
-
1.595.510
1.585.610
1.585.380
26.610
26.610
1999
-
-
3.943.050
3.943.050
3.663.900
10.130
10.130
279.150
279.150
2000
Capitolo 3710 – “Importi compensativi adesione applicabili, a decorrere dall’1 gennaio 1978, negli scambi di taluni
prodotti lattiero –caseari con il Regno Unito, di pertinenza del FEOGA, sezione garanzia”
- 15.885.870
15.885.870
5.061.930
4.122.420
4.122.420
1992
1993
-
-
12.338.890
12.338.890
299.630
10.823.940
10.823.940
1994
-
-
247.920
247.920
247.920
12.039.260
12.039.260
1995
-
-
105.300
-
-
-
-
1996
-
-
447.450
447.450
9.610
-
-
1997
-
-
1.792.680
1.792.680
5.960
437.840
437.840
1998
-
-
396.100
396.100
396.100
1.786.720
1.786.720
1999
-
-
1.486.810
1.486.810
-
-
-
2000
-
-
-
-
-
1.486.810
1.486.810
96
5.1.4.2. - Proventi derivanti da servizi resi e beni ceduti
Nella tipologia relativa ai proventi derivanti da servizi resi e da beni ceduti si è
ritenuto di dover comprendere l’intera U.p.b. 2.2.4 «Proventi relativi ai servizi resi
nell’interesse del commercio»19 (Tabella 28), nonché, come già detto, i capitoli 2323 e
236920 che, sebbene inseriti nella U.p.b. 2.2.3 «Entrate derivanti dall'attività di controllo e
repressione delle irregolarità e degli illeciti», fanno presupporre un’attività gestionale
sottostante propria di un servizio reso.
L’Amministrazione delle Dogane, per quanto riguarda l’U.p.b. relativa ai proventi
per i servizi resi nell’interesse del commercio, ha fornito, in risposta alle note istruttorie
appositamente inviate, elementi informativi in merito ai capitoli: 2004, 2318, 2320, 2321,
2322. La legge 28/01/94 n. 84, art. 27, comma 8, detta la soppressione del contributo a
carico dei ricevitori o speditori di merci, con estinzione del relativo capitolo (2004), del
quale l’Amministrazione propone la soppressione. Per il capitolo 2318 sembrerebbe
inattuabile, da quanto riferito dall’Amministrazione, qualsiasi programmazione, poiché la
richiesta di questo servizio (analisi delle merci e riscontri tecnici dei laboratori chimici delle
Dogane) proviene da una utenza difficilmente quantificabile. Il capitolo 2321, riguardante
non ben specificati servizi resi dalla Guardia di Finanza, risulta sovrastimato dal 1994 al
2000, pur con una forte riduzione della sovrastima nell’ultimo anno, con un indice di
riscossione medio del 97%.
Riguardo al capitolo 2320, per il quale si riscontra la sovrastima delle previsioni dal
1994 al 1999, l’Amministrazione spiega che tale situazione è determinata dall’adeguamento
dell’orario di lavoro, per tutti gli uffici doganali, alle norme comunitarie, la qual cosa non
permetterebbe più di svolgere le attività connesse al capitolo in questione. Queste ultime,
infatti, dovrebbero essere espletate in orari straordinari ampiamente ridotti dalla su
menzionata estensione dell’orario lavorativo (8.00 – 18.00), che, insieme alla
semplificazione delle procedure doganali, permette la conclusione delle operazioni entro le
dieci ore lavorative previste. Le ragioni portate dall’Amministrazione potrebbero
considerarsi convincenti se, alla diminuzione degli accertamenti e delle riscossioni, fosse
19
U.p.b. 2.2.4 - «Proventi relativi ai servizi resi nell’interesse del commercio»
Capitolo 2004 – “Contributi a carico dei ricevitori o speditori di merci, imbarcate o sbarcate nei porti dello
Stato ed altri contributi minori”; Capitolo 2010 – “Diritti per visita sanitaria del bestiame e dei prodotti ed
avanzi animali in importazione od in esportazione”; Capitolo 2318 – “Proventi derivanti dalle indennità
dovute al personale di laboratori chimici delle dogane e delle II.II. per le analisi delle merci e per i riscontri
tecnici eseguiti fuori orario o fuori sede su richieste delle ditte interessaste”; Capitolo 2320 – “Somme versate
da enti e da privati per servizi straordinari resi nell’interesse del commercio effettuati dal personale doganale,
da destinare, nella misura del 20% a favore del fondo di previdenza del personale medesimo”; Capitolo 2321 –
“Somme versate in relazione ai servizi svolti dai militari della Guardia di finanza e da destinare, in misura
pari alla differenza tra le cennate somme e le spese relative alla corresponsione a detto personale del
trattamento di missione per i servizi svolti fuori dall’ufficio doganale sulla base di percentuali determinate, al
fondo di previdenza per sottufficiali e militari di truppa della Guardia di finanza, alla cassa ufficiali della
Guardia di finanza, al fondo assistenza per i finanzieri, ad interventi di assistenza morale e benessere del
personale in servizio ed in congedo della Guardia di finanza, ed alla corresponsione di premi ai militari
distintisi in operazioni di servizio”; Capitolo 2322 – “Somme versate dai privati per i servizi svolti dal
personale delle imposte di fabbricazione e da destinare, in misura pari al 40% della differenza tra le cennate
somme e le spese per indennità di missione già liquidate al citato personale, al fondo di previdenza del
personale per le imposte di fabbricazione e dei laboratori chimici delle dogane e delle II.II.”
20 Capitolo 2323 “Somme versate per i servizi relativi alle imposte di fabbricazione svolte dai militari della
Guardia di finanza e da destinare a favore del fondo di assistenza per i finanzieri, in misura pari alla
differenza fra le cennate somme e la spesa relativa alla corresponsione del trattamento di missione a detti
militari.” e capitolo 2369 “Proventi derivanti dalla cessione di stampati agli esportatori”
97
seguito un adeguamento delle previsioni. Queste ultime si presentano, però, sempre
maggiori del doppio rispetto agli accertamenti, con un lieve ridimensionamento nel 2000,
evidenziando come l’Amministrazione delle Dogane, pur sapendo che il nuovo orario
lavorativo avrebbe influito sugli introiti, non ha, di conseguenza, riformulato le previsioni
per tener conto della mutata situazione.
98
Tabella n. 28
Dati finanziari dei capitoli facenti parte dell’U.p.b. 2.2.4 «Proventi relativi ai servizi
resi nell’interesse del commercio»
prev. iniz.
comp
ege
prev. def.
_comp
riscosso
comp
accertato
vers. comp
riscosso
res.
vers. res
Capitolo 2004 – “Contributi a carico dei ricevitori o speditori di merci, imbarcate o sbarcate nei porti
dello Stato ed altri contributi minori”
1992
850.000
850.675
1.019.951
1.006.378
896.191
689.619
689.357
1993
850.000
850.000
1.128.489
1.114.569
1.002.562
124.261
124.068
1994
850.000
850.000
1.280.444
1.267.722
1.158.448
126.120
125.927
1995
850.000
971.943
1.110.566
1.097.321
1.004.392
122.189
122.189
1996
850.000
850.000
146.434
146.410
87.079
106.174
106.173
1997
850.000
850.000
4
4
0
765
764
1998
850.000
0
103
103
103
5
4
1999
0
0
212
212
70
0
0
2000
0
0
106
106
0
142
142
Capitolo 2010 – “Diritti per visita sanitaria del bestiame e dei prodotti ed avanzi animali in importazione
od in esportazione”
1992
1.400.000
1.400.000
1.012.618
908.371
641.224
333.496
331.115
1993
1.500.000
1.500.000
1.011.701
923.254
656.014
373.894
373.894
1994
1.500.000
1.500.000
1.291.425
1.173.916
944.393
355.390
355.165
1995
1.500.000
1.500.000
1.265.994
1.176.886
1.025.149
347.050
346.627
1996
1.500.000
1.500.000
1.202.684
1.140.882
1.000.034
241.629
241.203
1997
1.500.000
1.500.000
1.178.962
1.114.651
1.032.649
203.006
198.723
1998
1.500.000
1.200.000
1.159.502
1.118.387
1.014.160
150.797
150.756
1999
1.200.000
1.200.000
1.042.076
999.610
859.407
145.362
145.159
2000 1.200.000 1.200.000 1.157.972 1.110.272
980.073
189.603 182.872
Capitolo 2318 – “Proventi derivanti dalle indennità dovute al personale di laboratori chimici delle dogane
e delle II.II. per le analisi delle merci e per i riscontri tecnici eseguiti fuori orario o fuori sede su richieste
delle ditte interessaste”
1992
800.000
800.000
499.626
499.626
499.626
0
0
1993
440.000
440.000
619.505
619.505
619.505
0
0
1994
440.000
440.000
747.394
747.394
747.394
0
0
1995
440.000
440.000
545.732
545.732
545.732
0
0
1996
440.000
500.000
512.140
512.140
512.140
10.000
10.000
1997
500.000
500.000
489.882
489.882
489.701
11.000
11.000
1998
500.000
500.000
466.535
466.535
466.535
16.182
16.182
1999
500.000
790.157
332.102
332.102
332.102
11.000
11.000
2000
500.000
500.000
412.032
412.032
412.032
11.508
11.508
Capitolo 2320 – “Somme versate da enti e da privati per servizi straordinari resi nell’interesse del
commercio effettuati dal personale doganale, da destinare, nella misura del 20% a favore del fondo di
previdenza del personale medesimo”;
1992 56.000.000 56.000.000 31.814.201 29.845.722 26.721.901 4.743.800 4.446.635
1993 46.000.000 36.000.000 24.777.829 24.021.321 21.932.102 5.426.811 5.409.632
1994 36.000.000 36.000.000 16.276.558 15.737.298 14.078.892 2.862.247 2.762.191
1995 36.000.000 36.000.000 12.952.007 12.527.036 11.340.867 2.261.542 2.134.448
1996 36.000.000 20.000.000 11.519.521 11.106.920
9.946.889 1.739.062 1.728.568
1997 20.000.000 20.000.000 10.575.654 10.247.380
9.312.633 1.587.569 1.576.452
1998 20.000.000 20.000.000
9.790.429
9.484.727
8.571.642 1.274.138 1.274.080
1999 20.000.000 25.217.075
7.697.774
7.415.013
6.464.071 1.223.496 1.216.485
2000 10.000.000 10.000.000
6.676.239
6.454.043
5.754.029 1.242.560 1.226.063
(dati in migliaia di lire)
99
prev. iniz. prev. def.
riscosso
riscosso
accertato
vers. comp
vers. res
comp
_comp
comp
res.
Capitolo 2321 – “Somme versate in relazione ai servizi svolti dai militari della Guardia di
finanza e da destinare, in misura pari alla differenza tra le cennate somme e le spese relative
alla corresponsione a detto personale del trattamento di missione per i servizi svolti fuori
dall’ufficio doganale sulla base di percentuali determinate, al fondo di previdenza per
sottufficiali e militari di truppa della Guardia di finanza, alla cassa ufficiali della Guardia di
finanza, al fondo assistenza per i finanzieri, ad interventi di assistenza morale e benessere del
personale in servizio ed in congedo della Guardia di finanza, ed alla corresponsione di premi
ai militari distintisi in operazioni di servizio”;
ege
1992 10.000.000 10.000.000 8.299.928 7.363.457 6.383.244 1.026.698 1.026.632
1993 10.000.000 10.000.000 10.562.294 10.213.692 9.414.685 1.934.301 1.934.180
1994 10.000.000 10.000.000 5.992.921 5.778.253 5.163.012 1.147.660 1.142.456
1995 10.000.000 10.000.000 5.381.517 5.182.951 4.597.581 834.713 829.753
1996 10.000.000 6.000.000 4.719.681 4.546.746 3.963.217 789.004 788.370
1997 6.000.000 6.000.000 3.891.605 3.790.135 3.441.571 756.827 755.932
1998 6.000.000 6.000.000 3.272.619 3.176.051 2.909.440 451.062 450.817
1999 6.000.000 6.000.000 2.701.280 2.609.375 2.329.099 368.182 357.551
2000 3.000.000 3.000.000 2.552.042 2.472.910 2.228.131 382.860 378.060
Capitolo 2322 – “Somme versate dai privati per i servizi svolti dal personale delle imposte di
fabbricazione e da destinare, in misura pari al 40% della differenza tra le cennate somme e le
spese per indennità di missione già liquidate al citato personale, al fondo di previdenza del
personale per le imposte di fabbricazione e dei laboratori chimici delle dogane e delle II.II.”
1992 15.000.000 15.000.000 16.539.361 16.417.470 16.417.470 182.078 182.078
1993 15.000.000 15.000.000 10.133.586 10.060.604 10.060.604 252.617 252.617
1994 15.000.000 15.000.000 3.273.264 3.273.264 3.273.264
88.335
88.335
1995 15.000.000 15.000.000 2.177.298 2.177.298 2.177.298
17.230
17.230
1996 15.000.000 10.000.000 1.801.821 1.801.821 1.801.821
9.859
9.859
1997 10.000.000 6.000.000 1.729.021 1.729.021 1.729.021
5.074
5.074
1998 6.000.000 6.000.000 1.149.753 1.149.753 1.149.753
8.270
8.270
1999 6.000.000 6.674.105
809.960
1.098
1.098
2000 1.200.000 1.709.860 1.621.674 1.566.003 1.566.003
11.514
11.514
811.571
809.960
(dati in migliaia di lire)
Analoga situazione si presenta per il capitolo 2322 (somme versate dai privati per
servizi svolti dal personale delle IIFF), anche per il quale il rapporto previsioni-accertamenti
risulta, per il periodo dal 1994 al 1999, squilibrato: si rilevano accertamenti 6 volte inferiori
alle previsioni definitive, che, peraltro, coincidono in larga misura con quelle iniziali. Nel
2000 si verifica un’inversione di tendenza, in quanto, a fronte di 1,2 mld di previsioni
iniziali, si accertano 1,6 mld.
Per quanto attiene ai capitoli 2323 e 2369 (Tabella 29), appartenenti alla U.p.b.
che si occupa di repressione e controllo di irregolarità ed illeciti, quanto descritto
dall’Amministrazione conferma, per entrambi, il presupposto di un’attività gestionale
relativa ad un “servizio reso”. Il 2323 riguarda un servizio di controllo espletato, a
richiesta, dalla Guardia di Finanza in materia di imposte di fabbricazione, i cui proventi
vengono destinati ad un fondo di assistenza per gli stessi finanzieri e l’analisi dei dati di
bilancio mette in evidenza la scarsa entità degli introiti, in sensibile diminuzione dal
1994 al 2000. Il capitolo 2369, riguardante la vendita di stampati, ha fatto registrare dal
1998 un calo degli introiti, poiché, da quanto specificato dall’Amministrazione, gli
esportatori si sono rivolti a tipografie private; inoltre, l’autocertificazione circa l’origine
100
e la provenienza della merce ha semplificato le procedure di esportazione. Quantunque
l’amministrazione sia al corrente della progressiva diminuzione degli introiti affluenti
sul capitolo, ha dichiarato di ritenere opportuno mantenerlo attivo in bilancio.
Tabella n. 29
Dati finanziari dei capitoli 2323 e 2369
prev. iniz. prev. def.
riscosso
vers. riscosso vers.
accertato
comp
_comp
comp
comp
res.
res
Capitolo 2323 “Somme versate per i servizi relativi alle imposte di fabbricazione
svolte dai militari della Guardia di finanza e da destinare a favore del fondo di
assistenza per i finanzieri, in misura pari alla differenza fra le cennate somme e la
spesa relativa alla corresponsione del trattamento di missione a detti militari.”
ege
1992 3.000.000 3.000.000 2.700.354 2.692.181 2.692.181 38.469 38.469
1993 3.000.000 3.000.000 2.367.933 2.350.880 2.350.880 70.874 70.874
1994 3.000.000 3.000.000
197.179
197.179
197.179
0
0
1995 3.000.000 3.000.000
10.991
10.991
10.991
0
0
1996 3.000.000 1.000.000
17.504
17.504
17.504
0
0
1997 1.000.000
500.000
10.853
10.853
10.853
0
0
1998
500.000
500.000
7.313
7.313
7.313
0
0
1999
500.000
500.000
4.175
4.175
4.175
0
0
2000
7.000
7.000
4.057
4.057
4.057
0
0
capitolo 2369 “Proventi derivanti dalla cessione di stampati agli esportatori”
1992 1.200.000 1.200.000 1.405.026 1.390.169
970.305 300.996 300.996
1993 1.200.000 1.200.000 1.851.689 1.810.538 1.297.792 434.741 434.741
1994 1.260.000 1.260.000 2.176.990 2.163.561 1.608.692 555.474 553.949
1995 1.260.000 1.260.000 1.837.020 1.820.764 1.428.503 568.299 562.670
1996 1.260.000 1.260.000 1.678.865 1.673.026 1.287.958 414.145 413.138
1997 1.260.000 1.260.000 1.670.198 1.654.608 1.287.798 391.915 388.489
1998 1.260.000 1.260.000
815.701
804.996
596.590 385.826 385.826
1999 1.260.000 1.260.000
444.788
424.983
333.978 221.311 215.572
2000
155.641
154.860
125.823 114.868 114.868
800.000
800.000
(dati in migliaia di lire)
Dal quadro descritto risulta evidente che i servizi resi dallo Stato siano stati
progressivamente sostituiti, dove possibile, da privati, in ragione dell’applicazione della
normativa comunitaria mirante a snellire le operazioni doganali, anche se l’analisi
effettuata sulla struttura del bilancio non rende evidente tale semplificazione.
101
5.1.4.3. - Proventi derivanti da concessioni, autorizzazioni e locazioni
La gestione dei capitoli riguardanti i proventi derivanti da concessioni, locazioni ed
autorizzazioni, non vede interessato in maniera diretta l’Amministrazione delle Dogane, in
quanto si evidenzia una cogestione del Capitolo 2065 “Tasse e diritti marittimi” art. 1:
“Somme spettanti all’erario” art. 2: “Somme spettanti alla regione Sicilia” art. 3:
“Maggiori proventi derivanti dagli aumenti stabiliti dalla legge 6 agosto 1991, n. 255, da
destinare alla copertura dei maggiori oneri recati dalla legge medesima” con il Ministero
dei Trasporti - Dipartimento della Navigazione Marittima ed Interna
Alle richieste formulate ai fini della citata indagine n. 2/Entrate del 2000 il
Dipartimento della Navigazione Marittima ed Interna fornisce chiarimenti rispetto all’intero
capitolo affermando di non gestirne direttamente l’attività, in quanto le entrate affluiscono
all’erario tramite gli uffici doganali. Si assiste così alla “cogestione” da parte di due
Amministrazioni di una medesima entrata, per la quale il Ministero dei Trasporti,
responsabile in base alla struttura del bilancio, sembrerebbe non avere gli elementi necessari
per esercitarne la gestione e l’Amministrazione delle Dogane, per la quale viene ipotizzata
una responsabilità per la sola fase operativa e non anche per quella della programmazione.
L’Amministrazione dei Trasporti dà conto dell’intero capitolo, poiché informa
relativamente alla riassegnazione dell’entrata ottenuta, riferendo che una quota parte delle
entrate affluenti al capitolo viene utilizzata a parziale copertura dei 91 miliardi annui per il
ripiano dei disavanzi degli ex enti portuali (Legge 84/94 art. 28 comma 2). Dall’analisi dei
singoli articoli emerge che il 2 e il 3 sono sempre iscritti per “memoria”, mentre l’art. 1
risulta sottostimato dal 1994 al 1997 e sovrastimato dal 1998 al 2000. Riguardo all’entità
degli importi dei singoli articoli, la media degli accertamenti per l’art. 1, nel periodo 19922000, ammonta a circa 330 miliardi, con un rapporto medio tra riscosso ed accertato di circa
il 98%; l’artt. 2 registra importi decisamente inferiori, con una media di circa 15 miliardi di
accertamenti e un rapporto medio tra riscosso ed accertato del 99,23%; l’art. 3, peraltro
istituito nel 1994, presenta invece, fino al 1998 una media di 500 milioni di accertamenti e
un rapporto medio del 100% tra riscosso e accertato, nel 1999 una drastica riduzione di
accertamenti e riscossioni a 23 milioni, per poi azzerarsi nel 2000 (Tabella 30).
102
Tabella n. 30
Dati finanziari del capitolo 2065
ege
prev. iniz. comp
prev. def. _comp accertato riscosso comp vers. comp riscosso res.
vers. res
Cap. 2065: "Tasse e diritti marittimi”
1992
484.000
484.000
164.005
162.292
152.637
12.042
11.000
1993
238.251
238.251
325.408
320.205
307.563
11.855
4.666
1994
188.251
208.251
356.836
349.779
336.434
24.778
22.274
1995
251.151
251.151
378.826
372.043
360.343
22.057
21.316
1996
257.900
357.900
367.992
360.824
352.048
19.672
19.347
1997
357.900
357.900
377.308
369.140
350.840
16.610
16.186
1998
387.900
387.900
387.338
380.861
369.967
25.942
25.923
1999
400.000
400.000
390.148
382.870
364.795
10.797
10.591
2000
380.000
380.000
367.057
354.885
332.887
43.973
11.460
5.610
5.610
art. 1: “Somme spettanti all’erario”
1992
484.000
484.000
151.237
149.543
146.050
1993
238.251
238.251
311.267
306.082
300.456
4.666
4.666
1994
188.251
208.251
342.400
335.353
329.110
10.586
10.571
1995
251.151
251.151
369.241
362.460
355.387
12.457
12.456
1996
257.900
357.900
357.657
350.497
347.429
14.303
14.303
1997
357.900
357.900
359.137
351.043
346.061
10.533
10.530
1998
387.900
387.900
369.324
362.885
358.729
12.130
12.114
1999
400.000
400.000
366.930
359.867
354.752
10.591
10.591
2000
380.000
380.000
352.662
341.129
331.566
12.015
11.453
5.390
art. 2: “Somme spettanti alla regione Sicilia”
1992
0
0
12.768
12.749
6.587
6.432
1993
0
0
14.141
14.123
7.107
7.190
0
1994
0
0
13.967
13.957
6.863
14.192
11.703
1995
0
0
8.866
8.865
4.260
9.593
8.853
1996
0
0
9.733
9.725
4.019
5.346
5.020
1997
0
0
17.507
17.433
4.134
6.074
5.652
1998
0
0
17.486
17.448
10.739
13.793
13.790
1999
0
0
23.195
22.980
10.020
206
0
2000
0
0
14.394
13.756
1.320
31.951
0
art. 3: “Maggiori proventi derivanti dagli aumenti stabiliti dalla legge 6 agosto 1991, n. 255, da destinare alla
copertura dei maggiori oneri recati dalla legge medesima”.
1994
0
0
469
469
462
0
1995
0
0
719
719
696
7
7
1996
0
0
602
602
600
24
24
1997
0
0
664
664
645
3
3
1998
0
0
528
528
498
19
19
1999
0
0
23
23
23
0
0
2000
0
0
0
7
7
103
0
0
(Dati in milioni di lire)
0
5.1.4.4.- Proventi derivanti da attività di controllo
Il Centro di responsabilità n. 2 – Dipartimento Dogane (ora Agenzia delle Dogane)
gestisce il capitolo 3712 (artt. 2, 3, 4, 5 e 6)21, riguardante somme relative alla vendita di
beni confiscati a seguito delle operazioni anticontrabbando da parte dei diversi Corpi di
polizia, inserito nella U.P.B. 2.2.2. “Attività di controllo, informazione e repressione
violazioni”, ed amministra dello stesso capitolo i restanti articoli 1 e 7 ed il capitolo 2313
(proventi derivanti dalla vendita dei tabacchi lavorati esteri sequestrati)22 inseriti nella
U.P.B. 2.2.3. “Attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti”.
Nel referto relativo ad una precedente indagine23, il capitolo 3712 era già stato
ampiamente segnalato in quanto in tutte e due le U.P.B. era costantemente iscritto per
memoria per tutto il triennio 96/98. L’Amministrazione, a seguito delle richieste istruttorie
all’uopo formulate, anche in questa occasione ha confermato che la natura stessa del
provento non consente di formulare previsioni; ed anche per quanto riguarda gli articoli 4 e
5, nonostante la mancanza di importi, è asserito che il motivo si sostanzia nell’assenza di
casi in cui il Corpo forestale dello Stato o le Capitanerie di Porto abbiano partecipato ad
operazioni relative alla confisca di beni; tuttavia, considerando la possibilità del verificarsi
di tali casi per il futuro, sembra opportuno non escludere la presenza in bilancio di questi
articoli. Tra l’altro il preposto ufficio dell’allora Segretariato generale – Ufficio per
l’elaborazione di studi di politica tributaria e analisi fiscale (ora Dipartimento delle
Politiche fiscali)– aveva confermato la natura per memoria, considerando la imprevedibilità
e il trascurabile importo riscontrato per gli artt. 4 e 5.
Per quanto riguarda la gestione degli articoli 1 e 7, viene segnalato che per gli anni
2000 e 2001 sono state effettuate previsioni. Inoltre, dall’osservazione dei dati relativi agli
accertamenti ed alle riscossioni di competenza relative all’esercizio finanziario 1999, si è
registrato un miglioramento soprattutto per la fase delle riscossioni.
Riguardo al capitolo 2313, l’Amministrazione ne ha chiesto la soppressione, in
quanto la competenza cui lo stesso si riferisce è stata attribuita agli Ispettorati
Compartimentali dei Monopoli.
Nelle relazioni al Parlamento per il Ministero delle Finanze relative agli anni 1999 e
2000, si era già rilevato il miglioramento gestionale relativo ai beni confiscati: per i beni
mobili l’analisi complessiva costi/ricavi risulta ancora deficitaria, mentre per i beni
immobili si registra un miglioramento della gestione, pur permanendo l’esigenza di una
nuova normativa per lo snellimento delle procedure amministrative.
21
U.P.B. 2.2.2. Cap. 3712 – Art 2 – “Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni
anticontrabbando della Polizia di Stato”, Art 3 – “Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di
operazioni anticontrabbando dell’Arma dei Carabinieri”, Art 4 – “Ricavato della vendita dei beni confiscati
a seguito di operazioni anticontrabbando del Corpo Forestale dello Stato”, Art 5 – “Ricavato della vendita
dei beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando delle Capitanerie di Porto”, Art 6 – “Ricavato
della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando di altri Corpi della Forza di
polizia”
22
U.P.B 2.2.3 :Cap. 2313 – “Proventi derivanti dalla vendita dei tabacchi lavorati esteri sequestrati”, Cap.
3712 – “Somme relative alla vendita dei beni confiscati a seguito delle operazioni anticontrabbando da
riassegnare ai pertinenti capitoli degli stati di previsione del relativo Ministero per l’acquisto di mezzi di
trasporto, strumenti ed attrezzature per l’attività di polizia giudiziaria anticontrabbando della forza di
polizia”: Art 1 – “Ricavato della vendita di beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando della
Guardia di Finanza”, Art 7 – “Ricavato della vendita di beni confiscati a seguito di operazioni
anticontrabbando svolta da funzionari del Dipartimento delle Dogane”
23
Indagine n. 12/99 “Obiettivi e controlli interni in materia di gestione di entrata” approvata con deliberazione
n. 14/01/G.
104
C’è infine da aggiungere che, per quanto riguarda le operazioni anticontrabbando, a
giudicare dalle somme iscritte nel rendiconto a seguito della vendita dei beni
conseguentemente confiscati (capitolo 3712), queste sembra siano state finora svolte dalla
sola Guardia di Finanza e non anche dalle altre forze di Polizia (Polizia di Stato, Arma dei
Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato, Capitanerie di Porto, altri Corpi delle forze di
Polizia), che pure risultano intestatarie di specifici articoli di entrata nel contesto del
capitolo 3712.
105
5.1.4.5. - Proventi derivanti da indennità ed interessi di mora
La gestione del capitolo 230824, riguardante indennità ed interessi di mora sulle
imposte di fabbricazione, secondo quanto riferito dall’Amministrazione25, si limita agli
accertamenti e all’iscrizione a ruolo delle somme da riscuotere, mentre le fasi della
riscossione e del versamento sono affidate a concessionari esterni.
Dall’analisi dei dati contabili si rilevano, per tutto il periodo 1992-2000, riscossioni
largamente inferiori agli accertamenti ed alle previsioni. Queste ultime risultano a loro volta
vistosamente sottostimate dal 1994 al 1999, contrariamente agli esercizi 1992 e 2000 nei
quali si riscontrano previsioni, sia iniziali che definitive, rispettivamente pari a 3 volte ed a
circa 9 volte gli accertamenti. L’indice di riscossione oscilla tra il 16% del 1992 ed il 20%
del 2000, passando per il minimo dell’1,49% del 1999. L’Amministrazione ha riferito di
non poter formulare previsioni, a causa della mancanza di informazioni relative ai
versamenti da parte dei concessionari; tale affermazione suscita notevoli perplessità nella
considerazione che, essendo il sistema dei versamenti completamente informatizzato, il
riscontro dei dati dovrebbe essere possibile in tempo reale.
Tabella n. 31
Dati finanziari del capitolo 2308
ege
prev. iniz.
comp
prev. def.
comp
accertato
riscosso comp
vers. comp
riscosso res.
vers. res
Cap. 2308 “Indennità e interessi di mora a carico dei debitori diretti per ritardati o differiti
versamenti di imposte di fabbricazione”
1992
100.000
100.000
30.351
4.990
4.835
502
488
1993
113.578
113.578
109.221
6.324
6.287
1.820
1.753
1994
48.578
48.578
820.092
12.985
12.914
1.909
1.899
1995
50.578
50.578
206.613
12.850
12.301
1.084
952
1996
60.000
60.000
523.852
9.468
9.248
1.832
1.802
1997
65.000
515.000
350.739
8.658
8.587
725
704
1998
70.000
70.000
433.233
8.033
8.005
1.273
1.263
1999
70.000
70.000
416.320
6.213
6.166
697
681
2000
300.000
300.000
34.799
7.048
6.991
1.026
981
(dati in milioni di lire)
24
Capitolo 2308 – “Indennità e interessi di mora a carico dei debitori diretti per ritardati o differiti versamenti
di imposte di fabbricazione”
25
Dipartimento Dogane e II II – Direzione centrale affari generali, personale e SS. II. TT. U.D.C./ PPC nota n.
929 del 29/12/2000.
106
5.1.5- Lotta al contrabbando
I capitoli e gli articoli riguardanti i proventi relativi alla lotta al contrabbando sono 9
e risultano distribuiti nelle Unità previsionali di base 2.2.2 «Attività di controllo,
informazione e repressione violazioni»e 2.2.3 « Entrate derivanti dall’attività di controllo e
repressione delle irregolarità e degli illeciti »:
• il 3703 “Quote di proventi contravvenzionali spettanti al fondo per la prevenzione e
la scoperta del contrabbando” U.P.B. 2.2.3
• il 3704 “Quote di proventi contravvenzionali spettanti al fondo per la prevenzione e
la scoperta del contrabbando fuori dagli spazi doganali” U.P.B. 2.2.3
• il 3712 “Somme relative alla vendita dei beni confiscati a seguito delle operazioni
anticontrabbando da riassegnare ai pertinenti capitoli degli stati di previsione del relativo
Ministero per l’acquisto di mezzi di trasporto, strumenti ed attrezzature per l’attività di
polizia giudiziaria anticontrabbando della forza di polizia”
art. 1 “Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni
anticontrabbando della Guardia di Finanza” U.P.B. 2.2.3
art. 2 “Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni
anticontrabbando della Polizia di Stato” U.P.B. 2.2.2
art. 3 “Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni
anticontrabbando della Carabinieri” U.P.B. 2.2.2
art. 4 “ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni
anticontrabbando della Corpo Forestale dello Stato” U.P.B. 2.2.2
art. 5 “ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni
anticontrabbando della Capitanerie di Porto” U.P.B. 2.2.2
art. 6 “ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni
anticontrabbando di altri corpi delle Forze di Polizia” U.P.B. 2.2.2
art. 7 “ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni
anticontrabbando del dipartimento delle Dogane” U.P.B. 2.2.3.
L’aggregazione dei dati finanziari relativi ai capitoli e/o articoli citati consente di
effettuare una serie di analisi dei dati riguardanti i proventi totali derivanti dalla lotta al
contrabbando. Dalla Tabella 32 si evidenzia preliminarmente una mancanza di previsioni
iniziali dal 1994 al 1999, mentre per il 2000 si riscontra una sottostima determinata dalla
previsione iniziale di 1 miliardo e 800 milioni a fronte di accertamenti pari a 2 miliardi e
291 milioni.
Gli accertamenti medi registrati nel periodo in esame ammontano a complessivi 3,8
miliardi, le riscossioni di competenza a 2,7 miliardi ed i versamenti a 2,5 miliardi. Il valore
medio percentuale riscosso/accertato è del 69,01%, con una punta massima registrata nel
1999 del 96,54%; nel corso dell’esercizio successivo tale rapporto scende al 64,03%,
ritornando sui livelli degli anni precedenti.
In valore assoluto, per le fasi riguardanti l’accertamento, la riscossione ed il
versamento, si rileva un incostante andamento degli introiti fino al 1998 per gli
accertamenti ed al 1999 per le riscossioni di competenza, con una successiva contrazione.
Le maggiori riscossioni medie, sempre relative all’intero periodo 1994/2000, si registrano
per l’art. 1 (Guardia di Finanza) del cap. 3712 (1,8 miliardi), che, da solo, incide per il
107
67,40% sul totale delle riscossioni medie dei capitoli/articoli riguardanti la lotta al
contrabbando (allegato n. 8).
Degno di nota è l’andamento del capitolo 3703, che, pur presentando accertamenti
in media nel periodo di 1,2 miliardi, registra riscossioni per soli 222 milioni (18,5%).
108
Tabella n. 32 - Dipartimento delle Dogane e II.II. – Lotta al contrabbando
STAMPARE PAG. 109 DEL FILE “TABELLE FUORI
MARGINE”
109
5.1.6.- Analisi comparata con gli altri Dipartimenti dei risultati di entrata
dell’ex Dipartimento delle dogane e II.II.
Le entrate finali complessivamente gestite dal Ministero delle finanze sono
ammontate a circa 597.527 mld nel 1998, 655.089 mld nel 1999 ed a 667.825 mld nel 2000,
in termini di accertamenti, ed a 564.862 mld nel 1998, 630.242 mld nel 1999 e 621.806 mld
nel 2000 in termini di riscossioni dell’anno (competenza e residui)26, pari, rispettivamente,
al 91,26% e 90,2% nel 1998, all’88,7 % ed all’88,5%% nel 1999 ed al 90% ed al 90,2%
delle entrate erariali.
Considerando separatamente le entrate gestite dai diversi centri di responsabilità, la
parte preponderante spetta al Dipartimento delle entrate: nel 1999 si tratta di 562.242 mld,
pari all’85,8% degli accertamenti complessivi del Ministero delle finanze, con una crescita
sul 1998 doppia di quella del Dipartimento delle dogane e II.II. (+10,06% a fronte del
+5,42%), ma largamente inferiore a quella del Dipartimento del territorio (+63,34). Per
quanto riguarda il 2000 le entrate gestite dal Dipartimento delle entrate sono state di
568.330 mld, pari all’85,1% degli accertamenti complessivi del Ministero delle finanze, con
una crescita sul 1999 dell’1,08%, inferiore a quella registratasi per il Dipartimento del
territorio (+1,6%), ma ancor più per il Dipartimento delle dogane e II.II. (+7,43%). Questi
due ultimi dipartimenti hanno contribuito, però, nel 2000 in misura molto più limitata,
rispetto al Dipartimento delle entrate, alla formazione dei flussi di entrata del Ministero
delle finanze: rispettivamente, 0,64% e 14,26%.
Positiva, nel complesso, deve essere la valutazione di efficacia dell’azione
amministrativa. Misurandola in termini di rapporto tra accertamenti e previsioni iniziali,
essa risulta superiore a quella attesa, sia per il Ministero unitariamente considerato (+5,04%
nel 1999 e +5,53% nel 2000), sia per i dipartimenti delle entrate (+5,37% e +5,78%) e delle
dogane (+2,89% e +4,36%).
Il rapporto accertamenti/previsioni per l’intero aggregato ministeriale è stato nel
1999 pari al +5,04%, diventando negativo nel 2000 (-0,68%). Analogo l’andamento di detto
rapporto per il Dipartimento delle entrate (+5,37% nel 1999 e –1,08% nel 2000) e quello del
Territorio (+7,94% e –1,46%). Lievemente positivo, invece, nel caso del Dipartimento delle
dogane (+2,89% e +1,82%).
La qualità degli accertamenti, misurata dalla quota di quelli riscossi, è aumentata
complessivamente per il Ministero tra il 1998 ed il 1999 rimanendo invariata nel 2000 (dal
94,01% del 1998 al 94,58% del 1999 e 2000); per quanto riguarda il Dipartimento delle
entrate e quello del territorio la qualità degli accertamenti è risultata in aumento tra il 1999
ed il 1998 mentre nel 2000 è diminuita (rispettivamente 93,73%, 94,52% e 94,37% per le
entrate e 96,3%, 97,14% e 97,08% per il territorio) contrariamente a quanto accaduto per il
Dipartimento delle Dogane, per il quale si rileva un un’iniziale diminuzione, tra il 1998 ed il
1999, per poi aumentare nel 2000 (rispettivamente 95,66%, 94,86% e 95,68%).
Per quanto riguarda i residui di riscossione, l’incremento maggiore, in valore non
solo assoluto (+13.535 mld), ma anche relativo (+10,78%), lo fa registrare il Dipartimento
delle entrate. Marginale l’incremento per il Dipartimento delle dogane (+390 mld e
+2,31%) ed altrettanto marginale la diminuzione per il Dipartimento del territorio (-118 mld
e –6,37%).
26
Il dato delle riscossioni dell’anno si differenzia rispetto a quello indicato nel rendiconto come “somme
riscosse” in quanto le riscossioni sui residui sono al netto delle somme da versare degli esercizi precedenti.
110
Tabella n. 33
Entrate del C.d.R. 2: Dogane e Imposte Indirette
STAMPARE PAG. 111 DEL FILE “TABELLE FUORI MARGINE”
111
Tabella n. 34
Titolo I - Dogane e Imposte Indirette - Attività di accertamento e controllo
STAMPARE PAG. 112 DEL FILE “TABELLE FUORI MARGINE”
112
STAMPARE PAG. 113 DEL FILE “TABELLE FUORI MARGINE”
113
Tabella n. 35
Titolo II - Dogane e Imposte Indirette - Attività di accertamento e controllo. – Totale titoli I e II
STAMPARE PAG. 114 DEL FILE “TABELLE FUORI MARGINE”
114
Le analisi chi si possono effettuare sui singoli aggregati riguardanti la distinzione
fondamentale tra l’ U.p.b. 1 e l’U.p.b. 2, per quanto riguarda l’ex Dipartimento (oggi
Agenzia) delle dogane, merita una precisazione. La distinzione secondo la quale all’U.p.b. 1
sono ascrivibili le entrate derivanti dalla specifica attività di gestione ordinaria ed alla
U.p.b. 2 quelle derivanti dalla specifica attività di accertamento e controllo, risulta efficace
se riferita, ad esempio all’attività svolta dall’ex Dipartimento (oggi Agenzia) delle Entrate
in quanto sussiste una distinzione temporale tra l’attività ordinaria e quella di accertamento
e controllo. Per l’attività doganale la distinzione risulta più difficoltosa, in quanto le due fasi
sono spesso contemporanee.
Per i tributi doganali, effettuata la presentazione delle dichiarazioni, il controllo
viene svolto tramite il “Circuito doganale di controllo” utilizzando la procedura informatica,
basata sulla preventiva analisi dei rischi. Nei casi in cui il sistema rileva un basso indice di
pericolosità, non si procede ad ulteriore controllo documentale o fisico (canale verde). Nei
casi in cui il grado di pericolosità è più elevato si procede ad una verifica documentale
(canale giallo) e, ove gli indicatori di rischio del sistema rilevino un alto indice di
pericolosità, oltre al controllo documentale vi è anche una successiva visita totale o parziale
delle merci (canale rosso).
Da quanto sopra esposto, emerge che l’attività di gestione ordinaria e quella di
controllo sono temporalmente coincidenti, in quanto avvengono nel corso del processo
complessivo di sdoganamento, e pertanto l’entità delle entrate relative all’attività di
controllo non è determinabile in modo immediato. Di conseguenza le entrate derivanti
dall’eventuale riliquidazione delle dichiarazioni vengono rilevate all’interno delle gestione
ordinaria del tributo.
Per le accise, invece, l’obbligazione tributaria sorge al momento delle fabbricazione
o importazione e la sua esigibilità è collegata all’immissione in consumo; pertanto, c’è una
prima fase in cui viene rilevata la quantità e la qualità del prodotto ed una seconda fase nella
quale viene accertata l’imposta. Anche in questo caso la fase delle liquidazione dell’imposta
è coincidente con la fase dl controllo.
E’ per i motivi suesposti che in U.p.b. 2, sia per il settore delle dogane che per
quello delle accise, sono ricomprese le entrate relative ai soli tributi riscossi mediante ruolo
e in U.p.b. 1 tutte le restanti entrate, derivanti sia dall’attività ordinaria che da quella di
accertamento e controllo, se riscosse entro 30 giorni. Si evidenzia, altresì, che in U.p.b. 1
confluiscono anche le entrate inerenti i cosiddetti controlli “a posteriori” (revisioni di
accertamento, verifiche con accesso presso le aziende).
Ne consegue che i dati relativi ai Maggiori Diritti Accertati (MDA) e Maggiori
Diritti Riscossi (MDR) vengono forniti dall’ex Dipartimento, oggi Agenzia, delle dogane in
sede di rendiconto annuale ed in particolare quelli relativi alle Tabelle dalla 36 alla 41
vengono rilevati dal sistema informativo interno delle Dogane in quanto non desumibili in
maniera diretta dai capitoli di entrata.
115
Tabella n. 36
SETTORE DOGANE – Maggiori diritti evasi accertati distinti per tipo di controllo.
Anni 1998-2001
Maggiori Diritti
Accertati
% sul
% sul
% sul
% sul
(in milioni)
1998
totale
1999
totale
2000
totale
2001
totale
da controlli intra 265.800.000 48,60% 330.694.000 54,90%362.845.000 42,70% 501.594.535 40,16%
da plafond
67.741.936 12,40% 97.468.743 16,20%123.381.083 14,50% 158.431.766 12,68%
da rev. Acc. e altri
controlli in linea 213.657.024 39,00% 174.117.813 28,90%363.096.239 42,80% 589.105.699 47,16%
MDA totali
547.198.960 100,00% 602.280.556 100,00%849.322.322 100,00% 1.249.132.000100,00%
Tabella n. 37
SETTORE DOGANE – Maggiori diritti evasi accertati per struttura territoriale di
secondo livello Anni 1999-2001
Compartimenti
Ancona
Bari
Bologna
Bolzano
Cagliari
Firenze
Genova
Milano
Napoli
Palermo
Roma
Torino
Trieste
Venezia
MDA 2001
(/000)
62.843.000
31.625.000
134.402.000
75.868.000
27.880.000
40.287.000
97.913.000
183.665.000
49.172.000
222.797.000
114.454.000
107.240.000
34.319.000
66.667.000
Totale 1.249.132.000
MDA 2000
(/000)
scostamento %
2001/2000
36.019.476
33.563.200
68.342.933
67.801.489
23.727.335
36.659.204
103.101.545
135.100.977
35.792.763
71.021.913
99.053.417
47.418.131
29.603.070
62.116.869
849.322.322
74,47%
-5,77%
96,66%
11,90%
17,50%
9,90%
-5,03%
35,95%
37,38%
213,70%
15,55%
126,16%
15,93%
7,33%
47,07%
116
MDA 1999
(/000)
36.057.053
6.176.000
152.777.000
74.131.000
5.714.000
19.250.000
45.782.000
69.510.503
30.094.000
8.222.000
50.967.000
56.630.000
12.296.000
34.674.000
602.280.556
scostamento %
2000/1999
-0,10%
443,45%
-55,27%
-8,54%
315,25%
90,44%
125,20%
94,36%
18,94%
763,80%
94,35%
-16,27%
140,75%
79,15%
41,02%
Tabella n. 38
SETTORE DOGANE – Maggiori diritti riscossi per struttura territoriale di secondo
livello - Anni 1999-2001
OBIETTIVO MONETARIO - RAFFRONTO 1999 - 2001
MDR 2001
MDR 2000
scostamento %
MDR 1999
Compartimenti
(/000)
(/000)
2001/2000
(/000)
7.771.000
9.388.994
Ancona
-17,23%
6.453.153
6.834.000
5.936.109
Bari
15,13%
3.971.708
9.046.243
8.205.000
-9,30%
7.514.294
Bologna
1.224.000
1.128.141
Bolzano
8,50%
1.565.250
17.318.000
36.399.539
Cagliari
-52,42%
10.076.310
14.670.000
15.987.718
Firenze
-8,24%
13.089.662
29.011.000
22.315.750
Genova
30,00%
26.387.872
43.877.000
52.890.243
Milano
-17,04%
38.294.465
9.924.000
16.300.490
Napoli
-39,12%
11.694.359
28.193.000
48.202.159
Palermo
-41,51%
10.844.994
16.586.000
15.457.362
Roma
7,30%
13.047.815
15.256.000
15.478.148
Torino
-1,44%
16.155.752
17.933.000
18.306.939
Trieste
-2,04%
29.690.034
20.906.000
14.915.530
Venezia
40,16%
13.443.392
Totale 237.708.000 281.753.365
-15,63% 202.229.060
scostamento %
2000/1999
45,49%
49,46%
20,39%
-27,93%
261,24%
22,14%
-15,43%
38,11%
39,39%
344,46%
18,47%
-4,19%
-38,34%
10,95%
39,32%
Tabella n. 39
SETTORE ACCISE - Maggiori diritti evasi accertati e riscossi (obiettivo monetario)
Anni 1998-2001
1998
1999
Diff. %
1998/99
2000
Diff. %
2000/99
2001
diff.%
2001/2000
Maggiori Diritti
24.823.106.00064.513.156.000159,89%145.281.107.000125,20%93.846.000.000 -35,40%
Accertati
Maggiori Diritti
43.682.407.00056.179.000.000 28,61% 47.380.665.000 -15,66%51.407.000.000
8,50%
Riscossi
117
Tabella n. 40
SETTORE ACCISE - Maggiori diritti accertati per struttura territoriale di secondo
livello
Anni 1999-2001
Compartimenti
Ancona
Bari
Bologna
Bolzano
Cagliari
Firenze
Genova
Milano
Napoli
Palermo
Roma
Torino
Trieste
Venezia
MDA 2001
(/000)
2.803.000
5.469.000
8.447.000
332.000
831.000
1.351.000
820.000
52.072.000
5.842.000
2.043.000
2.744.000
6.964.000
1.003.000
3.125.000
Totale
93.846.000
MDA 2000
(/000)
scostamento %
2001/2000
7.951.504
12.204.024
62.549.234
179.302
1.728.707
2.487.184
312.142
22.444.985
5.396.047
7.357.641
10.125.262
6.339.126
2.005.711
4.200.238
145.281.107
-64,75%
-55,19%
-86,50%
85,16%
-51,93%
-45,68%
162,70%
132,00%
8,26%
-72,23%
-72,90%
9,86%
-49,99%
-25,60%
-35,40%
MDA 1999
(/000)
3.781.549
3.683.260
22.556.715
229.746
19.236
329.713
47.789
3.449.772
10.809.063
8.808.376
3.157.500
6.120.372
167.001
1.353.064
64.513.156
scostamento %
2000/1999
110,27%
231,34%
177,30%
-21,96%
8886,83%
654,35%
553,17%
550,62%
-50,08%
-16,47%
220,67%
3,57%
1101,02%
210,42%
125,20%
Tabella n. 41
SETTORE ACCISE – Maggiori diritti riscossi per struttura territoriale di secondo
livello
Anni 1999-2001
OBIETTIVO MONETARIO - RAFFRONTO 1999 - 2001
MDR 2001
MDR 2000
scostamento %
MDR 1999
scostamento %
Compartimenti
(/000)
(/000)
2001/2000
(/000)
2000/1999
3.057.000.000
Ancona
2.112.360.000
44,72% 1.621.947.689
30,24%
3.566.000.000 6.313.993.000
Bari
-43,52% 12.512.942.559
-49,54%
6.984.000.000 4.833.562.000
Bologna
44,49% 9.557.421.457
-49,43%
412.000.000
Bolzano
409.098.000
0,71%
477.962.295
-14,41%
926.000.000 1.969.273.000
Cagliari
-52,98%
994.829.616
97,95%
2.727.000.000 2.126.967.000
Firenze
28,21% 1.902.268.570
11,81%
761.000.000
Genova
662.935.000
14,79%
869.491.367
-23,76%
9.453.000.000 7.610.686.000
Milano
24,21% 8.908.236.023
-14,57%
3.292.000.000 2.617.015.000
Napoli
25,79% 1.475.814.514
77,33%
4.045.000.000 3.434.329.000
Palermo
17,78% 3.255.379.923
5,50%
5.989.000.000
Roma
5.515.163.000
8,59% 5.757.335.322
-4,21%
5.827.000.000 5.104.932.000
Torino
14,14% 5.982.820.390
-14,67%
1.339.000.000
Trieste
944.083.000
41,83%
550.061.562
71,63%
3.029.000.000
Venezia
3.726.269.000
-18,71% 2.312.488.713
61,14%
Totale 51.407.000.000 47.380.665.000
8,50% 56.179.000.000
-15,66%
Pur con tutte le cautele con cui l’esercizio deve essere considerato, è anche possibile
raffrontare i risultati di gettito dell’Amministrazione doganale nel suo complesso, così come
118
quelli del Ministero delle finanze e degli altri soppressi dipartimenti, con la relativa spesa di
funzionamento.
Da tale esercizio emergono, per il 1999, inequivoche indicazioni di un relativo
peggioramento per il Dipartimento delle dogane e II.II. ed un significativo miglioramento,
invece, per il Dipartimento delle entrate e per quello del territorio. Per il 2000 emergono,
invece, indicazioni di un relativo lieve peggioramento per l’insieme del Ministero delle
finanze e per il Dipartimento delle entrate ed un miglioramento per gli altri due
Dipartimenti. Per quanto riguarda in particolare il Dipartimento del territorio, il rapporto
oneri/risultati27 è, tuttavia, per entrambi gli anni, meno favorevole, per il fatto che la relativa
“produzione” andrebbe misurata, molto più che per gli altri due dipartimenti, non solo in
termini di entrate acquisite, ma anche di servizi resi (mappatura catastale, attività di stima).
Venendo, comunque, alla quantificazione del rapporto oneri/risultati, per l’intera
Amministrazione nel 2000 esso è risultato pari al 2,08% sugli accertamenti ed al 2,20%
sulle riscossioni, a fronte, rispettivamente dell’1,99% e del 2,11% nel 1999. Per quanto
riguarda, invece, i Dipartimenti, mentre nel 1999 l’incidenza della spesa di funzionamento
in percentuale degli accertamenti e delle riscossioni di competenza risultava
sostanzialmente identica per il Dipartimento delle entrate e per quello delle dogane
(rispettivamente, 1,09% e 1,15% per il primo e 1,06% e 1,12% per il secondo)28, nel 2000 si
è verificata una divaricazione, in quanto, mentre il Dipartimento delle entrate ha fatto
registrare un sia pure marginale incremento del rapporto (1,21% sugli accertamenti e 1,28%
sulle riscossioni), il Dipartimento delle dogane ha fatto, invece, segnare una riduzione (a
0,93% in termini di accertamenti e 0,98% in termini di riscossioni). Questa divaricazione è
il frutto dell’andamento differenziato, sia dell’evoluzione del gettito di pertinenza
(maggiore per il Dipartimento delle dogane rispetto a quello delle entrate (+7,43% per gli
accertamenti e +8,35% per le riscossioni nel caso delle Dogane e +1,08% e +0,93% nel caso
delle Entrate), sia dell’evoluzione degli impegni effettivi di competenza – diminuiti per il
Dipartimento delle dogane (da 943 a 889 mld) ed aumentati per le Entrate (da 6.107 a 6.867
mld).
Questi raffronti possono tuttavia risultare fuorvianti, giacché sono stati operati senza
tenere conto delle spese di funzionamento che la Guardia di finanza sostiene per le attività
di prevenzione e repressione delle violazioni agli obblighi tributari e da cui in buona parte
derivano gli accertamenti da attività di controllo che entrano a far parte delle entrate
imputate ai due dipartimenti. Rapporti più corretti sono sicuramente quelli calcolati
aggiungendo alla spesa di funzionamento dell’ex Dipartimento delle entrate la spesa della
funzione obiettivo di quinto livello 1.1.2.11.8 (“Contrasto all’evasione fiscale della GdF nel
settore delle II.II. e sui redditi”)29 ed alla spesa di funzionamento dell’ex Dipartimento delle
dogane e II.II. la spesa della funzione obiettivo di quinto livello 1.1.2.11.9 (“Prevenzione e
repressione della GdF delle violazioni in materia di dogane, monopoli, accise, interessi
27
Misurato in termini di incidenza della spesa di funzionamento (impegni effettivi in conto competenza o
impegni effettivi totali) sull’importo degli accertamenti o delle riscossioni di competenza.
28
Va, tuttavia, rilevato che, rispetto al 1998, il rapporto è notevolmente migliorato per il Dipartimento
delle entrate (dall’1,68% all’1,15%), mentre è peggiorato per il Dipartimento delle dogane (dall’1,06
all’1,15%). A colmare il divario fra i due Dipartimenti, che nel 1998 era a favore delle Dogane, ha
contribuito la diversa dinamica sia della spesa che delle entrate. Gli impegni sono notevolmente diminuiti
per il Dipartimento delle entrate (-24,2%, da 8.053 a 6.108 mld), mentre sono sensibilmente aumentati per
le Dogane (+13,4%, da 852 a 966 mld). Le riscossioni di competenza sono, a loro volta, aumentate molto
di più per il Dipartimento delle entrate (+10,9%, da 478.843 a 531.439 mld) che per quello delle dogane e
II.II. (+4,5%, da 80.444 a 84.093 mld).
29
In termini di impegni effettivi in conto competenza, si tratta di 1.350 mld per il 1999 e di 1.222 mld nel 2000.
119
finanziari dell’U.E.)30. Con questo correttivo, i termini del raffronto cambiano
completamente, giacché l’incidenza della spesa rispetto alle entrate, oltre ad aumentare per
entrambi i dipartimenti, viene ad essere significativamente maggiore per il Dipartimento
delle dogane e II.II. (rispettivamente 1,85% in termini di accertamenti e 1,91% in termini di
riscossioni nel 2000, a fronte di 2,16% e 2,26% nel 1999) e non più per il Dipartimento
delle entrate (1,47% e 1,52% nel 2000, a fronte di 1,34% e 1,41% nel 1999). Come si vede,
restano, invece, invariati, per i motivi prima detti, i segni delle variazioni da un anno
all’altro: l’incidenza è diminuita per il Dipartimento delle dogane e II.II. ed è, invece,
aumentata per il Dipartimento delle entrate, restringendo così la forbice che nel 1999
separava i due centri di responsabilità.
A parte va considerato, per quanto è stato prima detto, il caso del Dipartimento del
territorio, i cui accertamenti e le cui riscossioni di competenza nel 1999 sono aumentate
molto di più (+64,8%, da 2.473 a 4.076 mld) di quanto sia aumentata la spesa (+6,6% gli
impegni totali e +4,7% gli impegni effettivi, rispettivamente da 901 a 961 mld e da 901 a
943 mld). Di conseguenza, l’analogo rapporto oneri/risultati è migliorato di oltre un terzo –
dal 36,4% al 23,6%. Nel 2000 sono comunque aumentate poco più di quanto siano
aumentate le stesse voci per il Dipartimento delle entrate (+1,60% per gli accertamenti e
+1,54% per le riscossioni), ma che ha anche fatto registrare una lieve diminuzione
dell’importo degli impegni effettivi di competenza (da 966 a 941 mld). Per questa struttura,
l’incidenza della spesa di funzionamento è diminuita di un punto percentuale rispetto
all’anno precedente – dal 23,02 al 22,07% in termini di accertamenti e dal 23,70 al 22,74%
in termini di riscossioni di competenza.
I risultati di quest’analisi, per il modo approssimativo, se non grossolano, con cui
vengono determinate le grandezze da raffrontare, hanno, come già premesso, un significato
meramente orientativo, più affidabile per le comparazioni intertemporali e molto meno per
le comparazioni tra diverse strutture.
30
In termini di impegni effettivi in conto competenza, 899 mld per il 1999 e 797 mld per il 2000.
120
5.2.- Esame comparativo dell’attività e degli introiti doganali prima e dopo la
realizzazione del mercato interno europeo.
Come già più volte evidenziato, la realizzazione del mercato interno, con
l’abolizione delle formalità doganali relative agli scambi intracomunitari, ha comportato un
radicale cambiamento dell’attività svolta dagli uffici doganali. La portata della modifica
intervenuta è immediatamente percepibile confrontando i dati relativi al numero ed alla
tipologia delle operazioni doganali effettuate negli anni precedenti e immediatamente
successivi a tale evento.
Sulla base degli elementi contenuti nelle Tabella 42 è possibile ricavare
l’evoluzione dell’attività doganale con riferimento alle diverse destinazioni doganali ed al
regime di transito:
Tabella n. 42
Evoluzione dell’attività doganale (numero operazioni)
1992
1994
1996
1997
1998
1999
2000
2001
5.655.4531.807.9551.965.3842.140.3762.215.8782.446.979 2.536.577 2.481.796
8.494.7614.240.9904.561.5594.987.0004.941.9684.946.478 5.644.621 5.877.013
Importazioni
Esportazioni
Importazioni
temporanee
94.036 58.284 56.257 44.559 43.298 39.281
Esportazioni
62.136 52.283 69.579 75.375 80.359 87.802
temporanee
Transito
comunitario
128.6741.394.594 634.045 681.262 773.493 817.380
Introduzioni in
140.573 76.228 72.325 79.349 80.696 78.300
deposito
Riesportazioni
67.431 51.640 56.101 67.046 67.114 74.029
Reimportazioni N.d.
46.010 60.808 66.141 71.739 74.078
41.438
38.651
93.316
89.127
n.d.
n.d.
81.207
68.528
85.521
63.754
75.099
68.268
Il dato più significativo che emerge, oltre all’ovvio “crollo” delle operazioni di
importazione e di esportazione, è, dopo la caduta iniziale, la continuazione del calo
temporaneo importazioni ed il progressivo aumento delle temporanee esportazioni: quanto
al primo aspetto, la spiegazione può essere rinvenuta nella diffusione di metodi e tecniche di
lavoro di qualità anche in Paesi che precedentemente si avvalevano dell’attività di
trasformazione delle imprese italiane; la seconda tendenza è da attribuire alla scelta degli
imprenditori italiani di far lavorare i prodotti in Paesi con costi di manodopera inferiori.
Il valore statistico delle importazioni e degli acquisti intracomunitari, relativo al
periodo 1991-1999, è indicato nella Tabella 43: per ricostruire una serie storica il più
possibile significativa, si è scelto di rilevare i valori statistici delle importazioni, in
quanto grandezze omogenee ai valori statistici desunti dagli elenchi Intra. In tali valori
sono comprese, quindi, le operazioni del commercio speciale, (importazioni/acquisti
intracomunitari a scopo di trasformazione, lavorazione, riparazione...). Per fornire un
ulteriore elemento di valutazione è stato effettuato il confronto tra l'andamento delle
importazioni e degli acquisti dai Paesi dell'area U.E. e l'andamento delle importazioni
dagli altri Paesi. Da tale confronto emerge che l'abolizione delle formalità doganali
all'interno dell'Unione Europea non avrebbe favorito gli scambi commerciali, registrandosi
un tasso di crescita degli scambi intracomunitari inferiore rispetto a quello delle
121
importazioni dai paesi terzi: nel 1999 gli acquisti dai 15 paesi U.E. risultavano, infatti,
aumentati, rispetto al 1992, del 64,3%, a fronte dell’oltre 79% per gli acquisti dal resto del
mondo.
Tabella n. 43
Valore statistico delle importazioni e degli acquisti (in miliardi di lire)
Anno
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
U.E.12
U.E.12 SE+FI+AU U.E.15 Totali Area U.E.Resto del mondo
ImportazioniAcquistiImportazioniAcquisti
130.328
9.222
139.550
86.196
136.460
9.526
145.986
86.125
128.652
9.380
138.032
94.156
151.954 11.001
162.956
109.426
201.041
201.041
134.620
194.307
194.307
126.979
214.897
214.897
139.559
230.490
230.490
148.293
239.900
239.900
154.371
L’anomalo effetto di riduzione degli scambi intracomunitari seguito
all’abbattimento delle barriere doganali è, peraltro, evidente per il 1993, quando gli acquisti
dal resto del mondo sono aumentati del 9,3% rispetto all’anno precedente, mentre gli
acquisti dagli allora 12 paesi dell’Unione sono diminuiti del 5,7% - 136.460 a 128.652 mld
di lire. Anche il successivo rimbalzo nel 1994 a 151.954 mld (+18,1%) va visto alla luce del
quasi parallelo sviluppo degli acquisti dal resto del mondo (+16,2%). Così come il parallelo
calo dell’interscambio all’interno dell’U.E. e con il resto del mondo che si registra tra il
1995 e il 1996 dimostra che ci troviamo in presenza di un fenomeno spiegabile con
l’avversa congiuntura internazionale.
Si tratta di dati che fanno sicuramente riflettere, non tanto nel senso di far ritenere
inesistente, o addirittura controproducente, l’effetto di stimolo sugli scambi esercitato dalle
barriere doganali, ma piuttosto un indizio che ciò sembra rappresentare di estese pratiche
evasive che la realizzazione del mercato interno europeo ha consentito e che le
amministrazioni nazionali non sono evidentemente state in grado di efficacemente
contrastare.
122
Grafico relativo alla Tabella 43
Raffronto tra l'andamento dei valori delle merci importate/introdotte/acquistate
dai paesi dell'attuale area U.E. e importate dal resto del mondo
300.000
230.490
250.000
239.900
214.897
201.041
200.000
150.000
194.307
162.956
139.550
145.986
138.032
148.293
134.620
126.979
154.371
139.559
109.426
100.000
86.196
86.125
94.156
Totali Area U.E.
50.000
Resto del mondo
0
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
Queste conclusioni risultano rafforzate dall’analisi dei dati relativi agli introiti IVA
anteriormente e successivamente alla realizzazione del mercato unico (1991-1995), riportati
nella Tabella 4431, anche se va segnalato il salto di gettito verificatosi nel 1995 (+50,6%
rispetto al 1992), ben più elevato della crescita degli acquisti (+37,7%), evidentemente per
effetto dell’aumento delle aliquote nel frattempo intervenuto.
Tabella n. 44
Introiti Iva prima e dopo la creazione del mercato unico (in miliardi di lire) *
Anno
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
U.E.12
16.996
18.329
17.456
20.439
SE+FI+AU
1.279
1.338
1.312
1.554
U.E.15
18.275
19.667
18.768
21.993
29.627
(*) I dati relativi alla Svezia, Finlandia, Austria e i dati relativi al 1991 e 1992 per l'U.E. 12 sono stati rilevati
dalle dichiarazioni doganali di importazione; i rimanenti dalle dichiarazioni IVA
31
La rilevazione non copre un arco temporale più ampio in quanto i dati relativi agli introiti IVA, dalla
istituzione del mercato unico, sono riepilogati dal Dipartimento delle Entrate, che ha pubblicato i dati sino
all'anno di imposta 1995. Da tale fonte provengono quindi i dati relativi al 1993 e 1994 per l'Unione
Europea a 12 e i dati del 1995 per l'Unione Europea a 15.
123
Grafico relativo alla Tabella 44
Andamento degli introiti IVA per operazioni concernenti i Paesi U.E.15 (**)
40.000
29.627
30.000
21.993
20.000
18.275
18.768
19.667
10.000
0
1991
1992
1993
1994
1995
(**) Nel 1994 i prodotti e servizi ad aliquota 38% sono passati ad aliquota 19%
Nella Tabella 45 sono, infine, indicate le dichiarazioni doganali presentate negli
anni dal 1992 al 1999, distinguendo tra quelle presentate direttamente, quelle presentate
tramite un rappresentante diretto (spedizioniere doganale) e quelle presentate tramite un
rappresentante indiretto. La possibilità di rappresentanza indiretta nelle operazioni doganali
è stata introdotta nel 1993 e la rilevazione delle operazioni effettuate è iniziata il 1° ottobre
1993 (Circolare n. 224 del 21/7/93).
Tabella n. 45
La rappresentanza nelle dichiarazioni doganali (*)
DICHIARAZIONI
DICHIARAZIONI
DICHIARAZIONI
CON
CON
SENZA
TOTALE
ANNO RAPPRESENTANTE RAPPRESENTANTE RAPPRESENTANTE
DICHIARAZIONI
DIRETTO
INDIRETTO
NUMERO
NUMERO
NUMERO
%
%
%
110.060 2,03
5.304.449 97,97
0
5.414.509
1992
0,00
114.558 3,90
2.788.283 94,84
36.995
2.939.836
1993
1,26
129.253 2,87
4.034.947 89,60
339.334
4.503.534
1994
7,53
200.013 3,78
4.105.033 77,67
980.264 18,55
5.285.310
1995
254.668 4,05
3.997.743 63,64
2.029.665 32,31
6.282.076
1996
279.066 4,10
3.789.174 55,66
2.738.907 40,24
6.807.147
1997
190.307 2,61
4.142.335 56,70
2.972.669 40,69
7.305.311
1998
180.133 2,39
4.128.724 54,84
3.219.297 42,76
7.528.154
1999
(*) Le dichiarazioni di esportazione in procedura ordinaria sono comprese nella rilevazione soltanto
dal 1993/94. Quelle in procedure semplificate soltanto dal 1995. Le dichiarazioni registrate
manualmente dalle sezioni meccanizzate durante le interruzioni del collegamento figurano soltanto
dal 1997. Quelle registrate presso le sezioni non meccanizzate soltanto dal 1998
124
I dati indicano che nel 1992 le dichiarazioni presentate mediante il rappresentante
diretto erano pressoché la totalità (97,97 %), mentre dopo l’introduzione della
rappresentanza indiretta nel 1993 la percentuale di dichiarazioni presentate con quest’ultima
modalità è progressivamente e notevolmente aumentata (da 1,26% nel 1993 a 42,76% nel
1999). Il numero delle dichiarazioni presentate senza rappresentante ha oscillato dal 2,03 %
nel 1992 al 2,39 % nel 1999, con una punta massima del 4,10 % nel 1997.
L’ammontare complessivo dei tributi riscossi dalle dogane negli anni dal 1992 al
1999, sotto il profilo quantitativo, è illustrato dettagliatamente nella Tabella 46: il dato più
evidente che si rileva è la drastica, quanto ovvia, riduzione degli introiti tra il 1992 e il 1993
(da 35.371 a 15.372 miliardi) per effetto della realizzazione del mercato interno, che ha
comportato soprattutto il venire meno della riscossione, da parte degli uffici doganali,
dell’IVA all’importazione negli scambi intracomunitari (nel 1992 l’IVA all’importazione
ammontava a circa 30.587 miliardi mentre nel 1993 il valore è stato pari a circa 12.000
miliardi). Riduzioni di un certo rilievo hanno, però, interessato anche alcune imposte
soppresse nel 199332, ma un consistente aumento ha riguardato solo tasse e diritti marittimi
e i dazi TDC non destinati a San Marino.
Negli anni successivi il trend degli introiti complessivi ha registrato un progressivo
aumento fino a giungere nel 1999 a 20.000 miliardi.
32
Imposta sul consumo del caffè, imposta sul consumo del cacao e derivati, imposta sul consumo delle
banane e derivati, sovrimposta di confine prodotti audiovisivi e cine-foto-ottici.
125
Tabella n. 46
Introiti doganali dal 1992 al 1999 (Accertamenti in migliaia di lire)
STAMPARE PAG. 126 DEL FILE “TABELLE FUORI MARGINE”
126
Gli introiti accertati dal Dipartimento delle Dogane, secondo una diversa
aggregazione e comprensivi dei dati finanziari del 2000, vengono analizzati nella Tabella
47: dalla stessa si può rilevare immediatamente il balzo in avanti verificatosi nel 2000 (da
20 mila ad oltre 28 mila miliardi), per effetto dell’eccezionale crescita dell’IVA
all’importazione (da 16.635 a 24.446 mld), che riporta gli introiti complessivi ad un livello
dell’80% circa di quello del 1992.
Perdono comunque peso le entrate direttamente acquisite dalle Dogane al bilancio
dello Stato (meno del 16% del livello del 1992) e quelle accertate per conto di altri
Dipartimenti dell’Amministrazione finanziaria (l’80% del livello iniziale), mentre
aumentano le altre categorie di introiti (oltre il 121% per gli introiti per conto di Enti diversi
dallo Stato, il 138% per quelli relativi alle risorse proprie U.E. e ben 456% del livello 1992
degli introiti per conto di altri Ministeri (tasse marittime)33.
33
Va a tal proposito incidentalmente evidenziato che ciò rileva la persistente situazione di commistione di
responsabilità, segnalata in precedenti referti della Corte, in violazione del principio, alla base delle leggi di
riforma della P.A. e della legge di riforma del bilancio (L.94/97), dell’imputabilità ad un unico centro delle
responsabilità connesse alle diverse fasi della gestione (previsione, accertamento, riscossione e versamento, nel
caso delle gestioni di entrata).
127
Tabella n. 47
Introiti doganali dal 1992 al 2000
Entrate accertate dagli
uffici doganali
Per il bilancio statale
(sovrimposte oli,spiriti,ecc.)
Per conto altri Dip.
Amm.finanz. (I.V.A., ecc.)
Per conto altri Ministeri
(tasse marittime, ecc. )
Per conto di Enti diversi
dallo Stato
Per conto dell'Unione
Europea
TOTALE
Numeri indice
(1992=100,00) delle entrate
accertate dagli uffici
doganali
Per il bilancio statale
(sovrimposte oli,spiriti,ecc.)
Per conto altri Dip.
Amm.finanz. (I.V.A., ecc.)
Per conto altri Ministeri
(tasse marittime, ecc. )
Per conto di Enti diversi
dallo Stato
Per conto dell'Unione
Europea
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2.423
811
671
819
830
543
467
413
383
30.642
12.000
13.050
14.420
13.697
15.243
15.462
16.635
24.446
76
244
278
340
331
334
343
337
347
69
73
76
85
73
76
75
73
84
2.161
2.119
2.204
2.532
2.004
2.324
2.539
2.545
2.986
35.371
15.247
16.279
18.195
16.935
18.520
18.886
20.004
28.246
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
100,00
33,48
27,71
33,79
34,25
22,41
19,27
17,04
15,81
100,00
39,16
42,59
47,06
44,70
49,75
50,46
54,29
79,78
100,00
320,88
365,18
446,69
434,87
438,87
450,45
443,39
455,96
100,00
105,87
109,68
122,64
105,80
109,52
107,99
105,51
121,24
100,00
98,06
101,97
117,15
92,74
107,56
117,48
117,78
138,18
TOTALE
Distribuzione % delle
entrate accertate dagli
uffici doganali
Per il bilancio statale
(sovrimposte oli,spiriti,ecc.)
Per conto altri Dip.
Amm.finanz. (I.V.A., ecc.)
Per conto altri Ministeri
(tasse marittime, ecc. )
Per conto di Enti diversi
dallo Stato
Per conto dell'Unione
Europea
100,00
43,11
46,02
51,44
47,88
52,36
53,39
56,56
79,86
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
6,85
5,32
4,12
4,50
4,90
2,93
2,47
2,06
1,36
86,63
78,70
80,17
79,25
80,88
82,31
81,87
83,16
86,55
0,22
1,60
1,71
1,87
1,95
1,80
1,82
1,69
1,23
0,20
0,48
0,47
0,47
0,43
0,41
0,40
0,37
0,30
6,11
13,90
13,54
13,91
11,83
12,55
13,44
12,72
10,57
TOTALE
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
100,00
(dati in miliardi di lire)
Per terminare questa panoramica sull’evoluzione degli introiti dell’Amministrazione
delle dogane e delle imposte indirette, va evidenziato che l’ammontare degli introiti
accertati dagli Uffici Tecnici di Finanza ha nel corso degli anni ’90 fatto registrare anni un
consistente aumento (con la sola eccezione del 1998, per effetto della minore percezione
dell’accisa relativa al gas metano per combustione), attribuibile alle manovre fiscali
realizzate mediante la modifica delle aliquote (ma anche agli aumenti dei consumi), con
128
un’inversione di tendenza nel 2000, per effetto della politica anti-inflazionistica di
fiscalizzazione di una parte dell’aumento dei prezzi d’importazione dei prodotti petroliferi:
1992: circa £ 44.000 miliardi
1994: circa £ 46.700 miliardi
1996: circa £ 56.800 miliardi
1997: circa £ 58.000 miliardi
1998: circa £ 57.500 miliardi
1999: circa £ 59.700 miliardi
2000: circa £ 57.200 miliardi.
129
5.3.- Analisi degli obiettivi e dei risultati di produzione
5.3.1.- Direttive generali e referti del controllo interno
Le direttive generali del ministro razionalizzano e formalizzano la gestione
dell’Amministrazione, costituendo pertanto un indispensabile quadro organico dell’intera
programmazione dell’attività amministrativa, che trova quindi nei referti dei servizi di
controllo interno la sua sistematica consuntivazione (d. lg.vo 29/93 e successive modifiche
ed integrazioni).
Alla Corte dei conti è affidato, poi, il compito di esercitare il controllo di legittimità
sulle direttive generali stesse (art. 3, co. 1, lett. b, legge 20/1994) e di verificare, nell’ambito
del controllo sulla gestione, il funzionamento dei servizi di controllo interno (co. 4 art. cit.).
Il ministero delle finanze è stato tra i primi a dare applicazione alla citata disciplina,
predisponendo già nel 1994 (a ridosso, dunque, della formazione del mercato interno
europeo) sistemi e procedure finalizzate all’elaborazione delle direttive per l’anno 1995
(emanate, poi, con decreto del marzo 1995), sia pure elaborate in generale in una forma
embrionale, via via affinatasi peraltro in occasione degli esercizi successivi.
Di seguito, viene presentata una lettura degli obiettivi fissati dalle direttive generali
indirizzate al Dipartimento delle dogane ed alla Guardia di finanza, a partire da quelle
relative all’anno 1995, selezionando i profili che presentano più specifico collegamento con
l’oggetto dell’indagine; l’esame è accompagnato da una disamina dei relativi risultati
consuntivati dall’Amministrazione in sede di referti dei competenti servizi di controllo
interno (SINCO e - dall’esercizio 1998 - Ufficio pianificazione, controllo e sviluppo del
Comando generale della Guardia di finanza).
Da tale circoscritto esercizio è dato trarre alcuni elementi di riflessione in base ai
quali - partendo dalla constatazione che l’Amministrazione non ha ritenuto di svolgere un
programma unitario ed organico nel settore doganale per affrontare le sfide dettate dal
mutato contesto europeo - è possibile individuare taluni temi e problematiche ricorrenti, di
seguito individuate con riferimento alle varie annualità esaminate, sintomi di persistenza di
criticità che richiedono particolare attenzione da parte dell’Amministrazione.
Tra questi, risulta frequente la problematica della costante ricerca di coordinamento
tra strutture militari e civili, nonché quella della costruzione di figure organizzative e
processi operativi soggetti quasi a “riforma continua” e spesso affidati, nella loro
strutturazione, in buona parte all’iniziativa dei destinatari stessi delle direttive, con
attribuzione peraltro di risorse limitate.
Pari persistenza, nel corso degli esercizi considerati, presenta – come riconosciuto
dallo stesso servizio di controllo interno - la problematica connessa alla realizzazione di
adeguati strumenti informatici, che peraltro assorbono rilevanti risorse finanziarie ed
umane, nonché quella della valorizzazione della vigilanza dinamica a scapito di quella
statica.
Non sempre tali ampi profili operativi programmatici sono stati, d’altra parte,
oggetto di specifica consuntivazione a livello generale, a volte anche per riconosciute
carenze di elementi informativi forniti dalle strutture operative, segnale questo
inequivocabile di insufficiente diffusione di “cultura gestionale” e rilevante limite della
piena operatività della riforma, caratterizzata dal circuito integrato programmazione –
attuazione - controllo.
130
Anche se nel volgere degli esercizi finanziari - che hanno condotto comunque ad
una maggiore e più affinata sensibilità ai profili innovativi - si colgono significativi segni di
attenzione ai mutati scenari (in primis, quello della qualificazione della dogana non come
mera leva fiscale ma quale soggetto erogatore di servizi e strumento di sviluppo
economico), non sempre le strutture hanno fornito adeguata risposta realizzativa,
dimostrando scarsa attenzione anche se in materia di non facile approccio.
Per il 1995, primo esercizio finanziario per il quale, come segnalato, si è proceduto
all’emanazione di direttive generali, tra gli obiettivi della Guardia di finanza (settore
verifica e controllo) è stato fissato quello di “destinare, in misura non inferiore a quella
dell’anno 1994, quote di capacità operativa per l’esecuzione dei controlli sugli scambi
intracomunitari, attraverso un opportuno coordinamento con il SECIT ed i Dipartimenti
delle Dogane e delle Entrate, nonché dei controlli strumentali”.
È stato, dunque, fissato solo un limite minimo di attività operativa basato su
parametri “storici”, rimettendo agli organi destinatari un generico “opportuno
coordinamento” dell’attività con le altre strutture amministrative.
Nell’area organizzativa, è stato previsto in genere di “predisporre, entro due mesi
dall’emanazione della direttiva, un progetto di ristrutturazione organizzativa generale del
Corpo, secondo le linee già definite in sede governativa, eventualmente aggiornate alla luce
dei più recenti indirizzi in materia di revisione del sistema tributario, nonché alle nuove
attribuzioni affidate al Corpo dalla più recente normativa”.
Anche per questa parte, dunque, è stato previsto un generico rinvio a linee
organizzative adottate aliunde, rimettendone al destinatario l’eventuale aggiornamento con
termini brevi (due mesi).
Per lo stesso anno, nelle direttive al Dipartimento delle dogane, tra gli obiettivi
strategici è espressamente previsto quello di “individuare ed attuare tutte le possibili
iniziative che consentano, per i controlli in materia doganale, di realizzare una sempre
maggiore collaborazione con il Corpo della Guardia di Finanza, anche al fine di evitare
duplicazioni e sovrapposizioni di interventi ferme restando le rispettive competenze
normativamente previste”.
Viene, dunque, evidenziata come materia “sensibile” quella delle “duplicazioni e
sovrapposizioni di interventi”, mentre è fissato come ulteriore generico obiettivo (senza
esplicito riferimento all’intervenuta formazione del mercato unico) di “determinare entro il
30 marzo p.v. i carichi di lavoro e le dotazioni organiche relative agli uffici periferici, al
fine dell’ottimale distribuzione delle risorse sul territorio”.
Per l’anno 1995 non sono disponibili referti del controllo interno.
Per il 1996, nell’ambito doganale, le direttive premettono che “la programmazione
delle attività deve essere orientata al miglioramento dell’azione complessiva di controllo in
linea con la dinamica dei traffici internazionali, anche al fine di conseguire il
raggiungimento degli standard operativi in ambito comunitario. In particolare le risorse
saranno destinate ad incrementare i controlli straordinari nei settori dell’IVA
intracomunitaria, dei tributi doganali e delle accise, nonché ad accelerare le operazioni
doganali, anche previa semplificazione delle procedure idonee a ridurre i relativi tempi di
esecuzione. Nella strategia di conseguimento degli obiettivi di recupero di materia
imponibile da parte degli Uffici delle imposte dirette, dell’IVA e delle dogane, la Guardia di
finanza svolgerà una rilevante azione di intervento, raccordandola anche agli specifici
obiettivi previsti per gli Uffici predetti. Anche la Guardia di Finanza, peraltro, concentrerà
131
le risorse secondo modalità di verifica finalizzate ad acquisire elementi utili agli studi di
settore, nonché sui controlli relativi agli scambi intracomunitari ed a quelli innescati da liste
selettive e da sorteggio”.
Si riscontra, pertanto, una significativa attenzione agli aspetti comunitari, mentre
viene ripetuto il richiamo al necessario raccordo dell’intervento della Guardia di Finanza
agli obiettivi specificati per gli Uffici dell’amministrazione.
Per le Dogane, viene in particolare previsto (sub-obiettivo D3 07 06) di “Adeguare
poteri, ruolo e competenze del personale doganale al contesto del realizzato mercato
interno”, con attribuzione di risorse pari a 1.530 giorni/uomo (su un totale di 3.154.760). Su
tale specifico aspetto, come si dirà, non risulta tuttavia effettuata una specifica valutazione
in sede di consuntivazione da parte del Servizio di controllo interno.
Nel 1996 per la Guardia di Finanza, tra le attività prioritarie, è nuovamente
commesso all’iniziativa del destinatario il coordinamento con il Dipartimento (“potenziare
l’attività di contrasto alle frodi svolta sul territorio dalla componente di polizia doganale,
assumendo le opportune intese con il Dipartimento delle Dogane per l’esercizio dell’attività
nell’ambito degli spazi doganali ed assicurando lo scambio di informazioni con il
Dipartimento stesso anche al fine di addivenire ad una più completa individuazione delle
metodologie fraudolente”). Nei piani settoriali, vengono previsti nell’innovazione (F1 10
02), accorpati, “Interventi organizzativi di ristrutturazione generale. Adeguamento e
potenziamento delle unità operative e di pronto impiego. Realizzazione di un dispositivo
territoriale operativo e di un numero telefonico di pubblica utilità” con attribuzione di
200.000 giorni/uomo su un totale di 16.062.000, evidenziando così un certo allentamento
della specifica attenzione alla problematica dell’adeguamento alle mutate esigenze
comunitarie.
Nel relativo referto del Servizio di controllo interno (SINCO) sull’attività del
Dipartimento, si evidenzia riguardo all’adeguamento dell’attività operativa alla normativa,
come peraltro per altre attività, una “notevole disattenzione da parte della struttura preposta
al controllo interno ed al monitoraggio delle attività; non è stata, infatti, fornita alcuna
informazione circa lo stato di avanzamento di tale attività”. Per l’obiettivo 07, nel quale
rientra il “sub-obiettivo” d’organizzazione del Dipartimento sopra evidenziato, viene
registrato uno scostamento globale in positivo del 5% riguardo all’allocazione di risorse
umane.
Per la Guardia di Finanza, il referto segnala la costituzione di un gruppo di lavoro
per l’istituzione dell’Osservatorio dei rischi di frode (l’Osservatorio risulterà operativo solo
dal settembre 2000), al fine di coordinare l’attività svolta negli spazi doganali e di
incrementare la collaborazione info-operativa. Si riscontra, quindi, la continuazione
dell’attività del gruppo di lavoro per l’elaborazione di un progetto di ristrutturazione
generale del Corpo e l’emanazione del regolamento 529/1966 recante la determinazione dei
nuovi Comandi e dei reparti territoriali. Non soddisfacente, in tema di attenzione agli
scenari comunitari ed al coordinamento con le strutture ministeriali, si palesa secondo lo
stesso servizio di controllo interno la programmazione relativamente al “sub-obiettivo 02 05
– Controlli sugli scambi intracomunitari, anche attraverso un opportuno coordinamento con
il Secit ed i Dipartimenti delle Dogane e delle Entrate”, per il quale pur essendo stati
consuntivati solo 30.357 giorni/uomo (su 60.000 programmati), i “prodotti” sono stati 5.722
a fronte dei 6.000 programmati.
Per il 1997 non si rinvengono, in materia organizzativa, significativi espliciti
riferimenti specifici alla nuova realtà del mercato interno, riscontrandosi una delega
132
generalizzata all’autonoma iniziativa dei centri di responsabilità. Non si rinvengono, in
particolare, nelle direttive (né nei referti del controllo interno) riferimenti specifici
all’attuazione dell’art. 55 della legge 52/96 (legge comunitaria 1994), che fissa un ruolo
primario della Guardia di Finanza nella tutela degli interessi finanziari della Comunità,
disponendo la costituzione del Nucleo Speciale per la repressione delle frodi comunitarie ed
affidando a successive norme regolamentari l’attuazione del coordinamento in materia.
In tema di revisione e di adeguamento delle strutture organizzative, per il
Dipartimento delle Dogane è previsto genericamente l’avvio delle iniziative propedeutiche
all’istituzione degli Uffici unici attraverso l’unificazione delle Dogane e parte degli U.T.G.,
nonché lo sviluppo, a livello compartimentale, delle iniziative di gestione autonoma delle
risorse umane ed economiche, proseguendo sulla via del decentramento.
Si evidenzia che il referto del controllo interno ha dovuto, in generale, provvedere
per tale esercizio ad alcune rettifiche nella consuntivazione dei dati di produzione,
segnalando inoltre alcune incongruenze ed evidenziando la “sottostima” della capacità di
offerta della struttura. Il servizio di controllo interno, in tema di attuazione delle strategie,
ha peraltro ritenuto che il Dipartimento abbia sostanzialmente attuato le missioni
assegnategli superando gli obiettivi.
Per quanto riguarda il presidio ai valichi di frontiera, il controllo interno rileva un
maggior impiego di risorse umane, frutto tuttavia della necessità di ampliare le fasce orarie
di apertura; segnala inoltre che per l’anno considerato erano incluse in tale “missione”
anche attività diverse dal presidio, mentre il piano per il 1998 ha correttamente riallocato le
relative risorse.
Il servizio di controllo interno ritiene, poi, poco realistici e dovuti probabilmente a
difficoltà oggettive di consuntivazione, relativamente alla missione “innovazione
organizzativa”, i risultati positivi per la maggior parte dei progetti conseguiti con un minor
impiego di risorse.
Per tutti i centri di responsabilità si prevede l’individuazione delle sovrapposizioni e
duplicazioni funzionali e la predisposizione di interventi modificativi dei regolamenti
organizzativi; sulla stessa linea, si programma a livello generale di convogliare un numero
crescente di professionalità nei settori maggiormente produttivi e la riconversione delle
qualifiche medio basse, accompagnato allo sviluppo di un sistema premiale legato ai
risultati, alle responsabilità ed alle funzioni. Un accenno specifico può solo riscontrarsi, in
tema di evoluzione del contesto normativo e tecnologico, nell’attenzione prestata
all’adeguamento del sistema informativo in vista dell’introduzione dell’EURO.
Per la Guardia di Finanza, vincolata per tale esercizio dalla riduzione dei fondi per
spese disponibili e per missioni e dalla riduzione dell’orario di lavoro settimanale, sono
previste quali aree di intervento per contenere gli effetti di tali provvedimenti
l’adeguamento del sistema di rilevazione dell’impiego del personale, l’introduzione della
programmazione e del controllo gestionale, il miglioramento dell’organizzazione del lavoro
e l’evoluzione del sistema informatico; in tema di organizzazione, si prevede l’articolazione
del progetto di ristrutturazione del Corpo, tema già presente da tempo. In particolare, tra le
politiche operative, è prevista la riallocazione delle risorse dedicate alle attività di vigilanza
statica a tutela dei diritti di confine e delle accise, specialmente in ambito portuale, alle
attività di controllo dinamico di esecuzione del servizio.
Il servizio di controllo interno, rilevate alcune incoerenze in sede di consuntivazione
delle risorse umane già evidenziate in precedenza, ritiene comunque che il vincolo imposto
dalla direttiva di allocare una crescente quantità di risorse umane sulle attività produttive
risulti generalmente soddisfatto.
133
Per il 1998, è affidato al Segretariato generale il coordinamento del programma
operativo per l’adeguamento all’introduzione dell’EURO-moneta.
Per il Dipartimento delle Dogane, si riscontra per la prima volta una significativa
attenzione, nelle politiche operative del Dipartimento stesso, al “miglioramento del livello
dei servizi forniti ai cittadini, agli enti territoriali ed, in particolare, alle imprese anche al
fine di consentire loro livelli elevati di competitività sul mercato globale”.
Anche per tale anno, tra gli esiti dell’azione della Guardia di finanza, è indicato
l’obiettivo di aumentare il livello quantitativo dell’attività di contrasto alle frodi attraverso
una graduale riallocazione delle risorse dalla vigilanza statica a quella dinamica. In tema di
coordinamento con l’amministrazione civile, si programma nello stesso ambito il
potenziamento dell’azione “tradizionalmente svolta sulla circolazione delle merci, in
particolare mediante più stretti contatti e scambi di informazioni con gli uffici che
gestiscono i tributi doganali e le accise, avviando la riconversione delle risorse attualmente
impiegate in servizi di vigilanza statica”. Le azioni sulla struttura organizzativa prevedono
tra l’altro la determinazione della struttura ordinativa del Corpo mediante regolamento,
come previsto dall’art. 27.3 della intervenuta legge n. 449/97, nonché una maggiore
diffusione della “cultura” della gestione per obiettivi ed un’adeguata formazione dei
“controller” presso le strutture di secondo livello.
La consuntivazione per la Guardia di Finanza viene svolta, a partire da tale anno, da
un organo interno al Corpo sulla base delle istruzioni elaborate da apposito gruppo misto di
lavoro per l’adeguamento della rendicontazione ed il controllo gestionale alle specifiche
caratteristiche operative del Corpo stesso, peraltro prospettate in sostanziale continuità con
le metodologie adottate per il 1997. Nel complesso, il consuntivo ha rappresentato che tutti
gli obiettivi sono stati pienamente raggiunti e, in più di un caso, superati, illustrando tra
l’altro gli interventi organizzativi svolti in materia ordinamentale e di adeguamento
territoriale al nuovo scenario operativo. In tema di diffusione della cultura della gestione,
sono stati svolti due seminari con pubblicazione delle esperienze emerse; in tema di
riconversione in forme di controllo dinamico delle risorse impegnate in vigilanza statica, si
è proceduto tra l’altro alla valutazione “sul campo” di ciascuna realtà locale, con un
riversamento nell’ambito degli scambi commerciali internazionali.
Le direttive per il 1998 prevedono inoltre un insieme di progetti e di azioni
straordinarie per l’innovazione ed alcuni documenti programmatici e di orientamento.
Tra questi ultimi, nell’ambito del documento sui servizi erogati, si premette che “lo
scenario delle relazioni tra amministrazioni e cittadini, nel corso del 1998, subirà quella che
si può certamente definire una autentica rivoluzione, grazie agli effetti della riforma
introdotta dai decreti di attuazione delle deleghe di cui alla legge n. 662 del 1996. Si tratta
di provvedimenti di notevole rilevanza che sono inseriti in un disegno strategico di ampio
respiro tendente a costruire un sistema tributario più efficiente e nello stesso tempo più
adeguato alle esigenze dello sviluppo e ai bisogni dei cittadini e delle imprese nel nuovo
contesto di unificazione delle economie europee”.
È, conseguentemente, programmata una serie di attività straordinarie in materia di
informazione e assistenza, di semplificazione degli adempimenti, di organizzazione, di
attività a livello periferico, di preparazione alla “Carta dei servizi”.
Il servizio di controllo interno rileva, in ordine ai servizi ai cittadini ed alle imprese,
una produzione inferiore alle attese ed un impiego di risorse lievemente superiore al
pianificato, come pure scarsi risultati in termini di efficienza rapportati, presumibilmente, a
134
complessità della “produzione” che richiede tempi più elevati di quelli programmati.
Riguardo, tuttavia, ai risultati complessivi della gestione rileva un miglioramento elevato e
generalizzato rispetto all’anno precedente; la capacità di analisi sviluppata dal Dipartimento
non viene invece ritenuta ancora pienamente rispondente alle esigenze del controllo
gestionale.
Per il 1999 le direttive generali prevedono una pianificazione strategica triennale
dell’azione complessiva dell’Amministrazione, affiancata dall’indicazione di obiettivi,
azioni, progetti per l’innovazione riferibili al triennio con esplicitazione del piano delle
attività per l’esercizio finanziario 1999 (comprensivo delle risorse umane e finanziarie).
La pianificazione triennale è caratterizzata dal completamento del processo di
riforma del sistema tributario, risultando quindi assorbito lo specifico riferimento alle
problematiche di carattere comunitario, delle quali l’Amministrazione risulta in ogni caso
ben conscia laddove definisce il “contesto politico sempre più caratterizzato da una crescita
delle decisioni multilaterali sovranazionali rispetto a scelte politiche fiscali nazionali ed
unilaterali”. Si prevede la ridefinizione dell’intera struttura organizzativa, al fine di
consentire l’adeguamento delle strutture al cambiamento dello scenario, anche per
agevolare il trasferimento di specifiche funzioni amministrative agli enti locali.
Particolarmente ricca ed organica si manifesta la pianificazione strategica triennale
per il Dipartimento delle dogane che, accanto alle funzioni più specificamente tributarie, tra
l’altro “sarà chiamato a fornire un essenziale contributo allo sviluppo economico del Paese
ed alla tutela di interessi pubblici generali diversi da quelli tributari soprattutto in termini di
tutela della concorrenza, dei mercati e dei consumatori nonché di lotta alle frodi, ai traffici
illeciti e alla connessa criminalità economica”. Tale proiezione evolutiva, che vede l’azione
delle dogane come strumento di politica economica e di tutela della concorrenza e dei
mercati piuttosto che di mera leva fiscale indiretta, si traduce in particolare nell’obiettivo
(D.4) di “favorire lo sviluppo dei traffici commerciali ed incrementare la quota italiana
dell’intero import-export dell’Unione europea di almeno un punto percentuale alla fine del
triennio”.
Il referto per il 1999 viene prospettato come il momento conclusivo della fase
introduttiva del controllo gestionale; infatti, con l’emanazione del d. lg.vo 286/99 si passa
ad una fase caratterizzata, tra l’altro, da una precisa separazione del ruolo del controllo
strategico da quello del controllo gestionale, prevedendosi che per l’esercizio 2000 il
controllo strategico assumerà veste meno descrittiva e più valutativa, mentre sarà compito
esclusivo dei vari Centri di responsabilità attivare un articolato processo di controllo
gestionale.
Il referto rileva che i risultati conseguiti dal Dipartimento appaiono, nel complesso,
migliori delle previsioni del piano, mentre i risultati relativi ai progetti ed alle azioni
strategiche mostrano caratteri di difformità, connessi a criticità riconducibili a
problematiche di carattere tecnico-informatico facenti capo sia alla concessionaria SOGEI
che alla non ottimale capacità di governo degli aspetti informatici da parte del Dipartimento
stesso nell’intero quinquennio 92/97. Si rileva, in particolare, che non sono stati forniti al
controllo interno stesso elementi in merito allo sviluppo dei traffici commerciali e
incremento della quota italiana import-export, mentre sembrerebbe che il sistema di
autocontrollo non abbia dedicato fino ad allora la dovuta attenzione alla rilevazione dei
fenomeni collegati a tale azione. Il referto, inoltre, ritiene opportuno che il Dipartimento
avvii una riflessione sulle modalità di erogazione dei sevizi di assistenza ai cittadini ed alle
imprese (riduzione e semplificazione dell’attività meramente esplicativa e certificativa,
135
diffusione della telematica ed eventuale applicazione di un “call center” nazionale, avvio
della consulenza alle imprese sul modello estero per implementare il ruolo delle dogane,
come previsto dallo statuto dell’Agenzia, quale ente anche di supporto allo sviluppo
economico). Per i “progetti per l’innovazione”, nei quali pur si evidenzia la sensibilità
dimostrata dal Dipartimento, il referto segnala frequenti casi di ritardi o modifiche, anche
significativi, per quelli che si sviluppano su un orizzonte annuale, mentre in quasi tutti i casi
i progetti pluriennali procedono in ritardo, con quella che viene definita una “preoccupante
arretratezza tecnologica dell’intero sistema informativo”.
Anche per la Guardia di Finanza la pianificazione per il 1999 conferma un ruolo di
rilevanza fondamentale nella tutela degli interessi fiscali ed economico-finanziari del Paese,
sempre più caratterizzato da proiezioni sovranazionali derivanti dall’appartenenza dell’Italia
all’Unione Europea; il complesso quadro operativo, evidenzia il documento, richiede un
costante adeguamento dell’intera struttura alle molteplici e diversificate esigenze emergenti,
al fine di migliorare l’efficacia e l’efficienza della propria azione.
Può notarsi, nell’ambito dell’attività di prevenzione e repressione delle violazioni in
materia doganale, come venga ribadito che il conseguimento dell’obiettivo strategico sarà
assicurato in particolare con iniziative finalizzate alla riconversione delle attività di
vigilanza operativa statica in controlli dinamici, precisandosi che essa avverrà mediante
l’emanazione di specifiche direttive, la prosecuzione dei contatti con i competenti Uffici
doganali ed il monitoraggio mensile dell’impiego di personale al fine dell’adozione di
eventuali correttivi mediante accordi con il Dipartimento delle dogane. Ulteriori indicazioni
sono fornite in ordine al persistente tema del coordinamento con il Dipartimento “per
procedere alla revisione del dispositivo di polizia doganale allo scopo di assicurare
un’effettiva azione di contrasto alle frodi e di tutela degli interessi della U.E. anche
nell’ottica di omogeneizzare i controlli nel settore con quelli svolti negli altri Stati membri”.
Il referto interno segnala in materia ordinamentale l’ultimazione dei modelli
organizzativi per i Comandi e Reparti, in attuazione del d.p.r. 34/99 sulla determinazione
della struttura ordinativa, e l’emanazione di circolari sulla struttura in generale, sulla
revisione degli organi di comando e gli istituti di istruzione. Evidenzia inoltre l’avvio dei
“progetti per l’innovazione”, la cui realizzazione verrà sviluppata nell’ambito del modello
logico di pianificazione, programmazione e controllo di gestione elaborato dal Corpo. Si
segnala, inoltre, l’emanazione di specifiche direttive tese a privilegiare il controllo dinamico
ai fini doganali, mentre in materia di accise si fa anche rinvio all’emananda decretazione
sulla vigilanza statica; sono in corso il coordinamento con il Dipartimento delle dogane per
la revisione della polizia doganale e le riunioni del Gruppo di lavoro congiunto per la
ricognizione dei problemi di coordinamento e l’individuazione delle possibili misure da
adottare.
Per il 2000 il contesto di riferimento triennale (2000/2002) del Dipartimento delle
dogane richiede – accanto all’azione diretta ad assicurare incisività ed efficacia dell’azione
di controllo e di presidio del territorio – l’impegno a “garantire semplicità ed immediatezza
dei rapporti col contribuente mediante significative innovazioni, procedurali e tecnologiche,
nella gestione dei tributi che rendano i traffici più sicuri e spediti e contribuiscano, quindi,
anche allo sviluppo economico del Paese”. Tra i connessi obiettivi strategici si evidenziano,
per la loro specificità, la messa a regime entro il 2001 del circuito di controllo delle
dichiarazioni denominato “canale verde” e la progettazione delle condizioni organizzative
per il funzionamento del nuovo modello istituzionale dell’Agenzia.
136
Per la Guardia di finanza il quadro di riferimento triennale sottolinea in genere i
mutamenti del contesto internazionale e la necessità di assicurare una stretta collaborazione
e coordinamento con le altre strutture dell’Amministrazione finanziaria. Specifici obiettivi
strategici vengono, ora, indicati per migliorare il coordinamento:
prosecuzione del progetto “integrazione del processo di verifica e controllo” ed
elaborazione del prototipo del modello unificato di verifica;
concreto sviluppo delle funzionalità relative all’Osservatorio permanente dei rischi
di frode;
sviluppo del progetto “monitoraggio e consuntivazione dell’attività di controllo” e
relativo controllo informatico dei risultati;
collegamento con le banche dati delle altre strutture dell’Amministrazione
finanziaria.
La relazione sull’andamento generale del Corpo evidenzia, tra l’altro, un incremento
di 400.000 ore/persona connesso all’istituzione in ogni struttura di 2° livello di
un’articolazione dedicata alla pianificazione, programmazione e controllo gestionale,
finalizzata ad una maggior efficienza anche attraverso autonome iniziative a livello
periferico.
Per quanto attiene alla “reingegnerizzazione” delle attività di funzionamento, si
riferisce la costituzione di un nucleo di analisi con l’obiettivo di rimodulare i processi svolti
nel settore tecnico, logistico ed amministrativo, mentre si sono concluse attività di analisi
propedeutiche al processo stesso, che si concluderà nel 2001.
Riguardo al coordinamento operativo con i Dipartimenti delle Entrate e delle
Dogane, è evidenziato lo sviluppo dell’analisi di parte degli accessi conoscitivi ed un piano
centralizzato finalizzato a sperimentare l’efficacia delle metodologie selettive ed operative;
è stata parimenti segnalata la (sola) previsione dell’utilizzo sperimentale di strumenti
informatici a supporto dell’attività ispettiva per l’applicazione del S.A.V.E. (Sistema di
Ausilio per l’effettuazione delle Verifiche). Circa i gruppi misti di coordinamento, tra cui
quello con le dogane costituito nel 1999, si segnala meramente la conclusione dei lavori il
cui esito è stato comunicato al Gabinetto. Si evidenzia, inoltre, dal controllo interno la fase
di avanzato sviluppo di una procedura in linea per la consultazione dei dati relativi alle
operazioni doganali così come forniti dall’Amministrazione delle Dogane e il prossimo
completamento della distribuzione dell’applicativo M.E.R.C.E. (interrogazioni bollette
doganali).
Le direttive generali per il 2001, a seguito dell’istituzione delle Agenzie fiscali e la
prossima attivazione del Dipartimento delle politiche fiscali, non ricomprendono la materia
doganale, in quanto rientrante nelle attribuzioni della relativa agenzia e rimessa al nuovo
strumento convenzionale. Per quanto concerne la Guardia di Finanza, il Corpo è chiamato
dalle direttive generali prioritariamente ad incrementare l’azione di contrasto all’evasione
ed elusione fiscale, nonché al coordinamento dell’attività con le Agenzie delle Entrate e
delle Dogane, con riferimento specifico allo sviluppo di procedure integrate di
pianificazione dei controlli sostanziali sistematici.
La convenzione con l’Agenzia delle dogane risulta fisiologicamente fondata su
obiettivi relativi alla piena attuazione del nuovo modello organizzatorio; il programma delle
attività compare tra gli allegati e si presenta comunque ricco ed articolato.
Degno di nota è, parimenti, il nuovo sistema di consuntivazione, sfociante in un
referto sottoscritto di comune accordo dal Dipartimento per le politiche fiscali e l’Agenzia;
viene in tale sede reintrodotta l'analisi tecnica delle cause che hanno determinato gli
137
eventuali scostamenti di maggiore rilievo rispetto agli obiettivi prefissati, già utilmente
prevista con le prime direttive generali e quindi abbandonata (art. 7 della Convenzione).
Il piano delle attività riconosce, tra l’altro, nelle premesse il persistere di carenze di
adeguati sistemi contabili e di controllo della gestione e si pone come affermazione di una
sostanziale discontinuità rispetto agli atti programmatori sviluppati negli anni passati dal
Dipartimento delle Dogane (contrapposizione tra “ricavi” e costi a fini valutativi
dell’efficienza; distinzione tra servizi resi a Stato/Ue da quelli alle altre amministrazioni
pubbliche ed ai privati, al fine di avviare una diminuzione degli oneri a carico dello Stato;
analisi del contesto esterno; prima verifica della “domanda”).
Tenuto conto dell’organicità delle direttive, risulta di grande rilievo che venga
assicurato il congruo livello della relativa consuntivazione. Il referto di verifica previsto
dalla convenzione alla data della presente stesura non risulta pubblicato; si auspica una
particolare attenzione in sede di applicazione degli indicatori, peraltro di pregevole fattura
nella loro conformazione iniziale, considerando in particolare che gli stessi sfociano anche
nella determinazione di un punteggio sintetico di risultato ai fini dell’erogazione della quota
incentivante.
138
5.3.2.- Analisi dei risultati di produzione
I risultati della gestione per gli anni dal 1997 al 1999 sono stati presentati ed
illustrati nei referti annuali del Servizio per il Controllo Interno (S.In.Co.) per ciascuno dei
nove centri di responsabilità ad eccezione dell’anno 2000. I referti sono stati costruiti
partendo dalle relazioni di autocontrollo gestionale o controllo direzionale elaborate dai
responsabili di primo livello, sulla cui base sono stati redatti dal S.In.Co. i “rendiconti di
produzione”, operando, limitatamente ai “valori di produzione”, le necessarie rettifiche per
correggere gli errori materiali nella consuntivazione dei dati di produzione e per rendere
congruenti, attraverso un procedimento statistico ad hoc, i valori consuntivati da ciascun
ufficio, quando risulti palesemente elevata ed ingiustificata la varianza dei tempi unitari
consuntivati a livello locale rispetto al tempo unitario medio nazionale.
Si ritiene di dover rendere conto degli elementi di valutazione ricavabili da questi
rapporti, sia per la rilevanza che la legge loro attribuisce ai fini del controllo da esercitarsi
da parte della Corte, sia per ragioni di completezza di trattazione. A tal proposito va,
tuttavia, evidenziato che si tratta di un’analisi ai cui risultati va attribuita un’importanza
molto limitata, in quanto lo stesso Ministro delle finanze pro tempore aveva a suo tempo
ritenuto gli elementi forniti dal S.In.CO., e presi a base di alcuni rilievi della Corte, come
“assai poco significativi”, in quanto derivanti da valutazioni “formulate in base a criteri non
adeguati a misurare l’effettiva efficienza degli uffici – come il tempo impiegato per
l’esecuzione di certe attività che infatti sono in corso di radicale modifica”.
139
5.3.2.1.- Analisi storica dei risultati di produzione dell’ex Dipartimento delle
dogane e II.II.
La prima parte dell’analisi riguarda il solo ex Dipartimento delle dogane e II.II, per
il quale un quadro d’insieme dell’attività svolta è presentato nelle elaborazioni che seguono,
limitate alle annualità disponibili, che pongono a confronto gli obiettivi programmati nelle
direttive generali e consuntivati dal Servizio di controllo interno nei due profili quantitativi
fondamentali, quello dell’allocazione di risorse umane (esposte in migliaia di ore/persona) e
quella dei “prodotti”. Non vengono riportati gli obiettivi “monetari”, ancora limitati nella
loro applicazione, né le attività non quantificate in “ore/persona” e “prodotti” (variamente
denominate nel corso degli esercizi), e quindi consuntivate con specifici “report”, dei quali
si è tenuto conto nella trattazione.
Nella Tabella 48 sono riportati i dati sull’allocazione delle risorse umane sulle
“missioni” istituzionali, distinte in attività dirette ed indirette, ulteriormente distinte per
servizi; in via generale, può constatarsi una costante lieve diminuzione delle risorse totali
consuntivate (17.970, 17.080, 16.227 dal 1997 al 1999), come pure dell’incidenza
percentuale delle attività indirette, quali individuate dall’Amministrazione, su quelle dirette
(26,04%; 24,02%; 22,36%).
Si rileva un costante, rilevante scostamento negativo tra programmazione e
consuntivo per le attività di formazione, profilo di specifico rilievo in periodi evolutivi (18,13 per il 1997; -56,51 per il 1998 e –33,43 per il 1999); per i servizi professionali, di
indirizzo, coordinamento e controllo si assiste ad una rimodulazione costante delle voci di
rilevamento, che sembra testimoniare una stabile attenzione al settore, ma non consente
un’agevole comparazione; costanti scostamenti negativi si riscontrano in altri settori
sensibili, quali gli accertamenti e verifiche in materia doganale (-22,29% nel 1997; -10,33%
nel 1998 e –11,55% nel 1999), mentre le attività “statiche” di presidio valichi presentano
un’allocazione di risorse maggiore di quella programmata (dati specificati solo per il 1997
ed il 1998, rispettivamente +18,20% e +4,16; le ore di apertura dei valichi hanno invece
avuto uno scostamento rispettivamente del +70,20% e del +26,95%).
140
Tabella n. 48 - Allocazione delle risorse umane sulle “missioni” istituzionali
STAMPARE PAGG. 141 E 142 DEL FILE “Tabelle fuori
margine”
141
La Tabella 49 riassume i “prodotti” programmati e consuntivati per le stesse
annualità. Non sono effettuate in questa sede analisi sostanziali, notandosi soltanto una
particolarità in tema di parametri di misura, peraltro soggetti in genere a consistenti
modifiche nel tempo, dove lo scostamento del numero di dipendenti assistiti e gestiti è stato
solo a volte ritenuto non significativo.
142
Tabella n. 49 – Prodotti programmati e consuntivati
STAMPARE PAGG. 143 E 144 DEL FILE “Tabelle fuori margine”
143
144
5.3.2.2.- Analisi comparata con gli altri ex Dipartimenti dei risultati di produzione
dell’ex Dipartimento delle dogane e II.II.
La seconda parte dell’analisi è di tipo comparato: con gli opportuni accorpamenti,
sono stati ricostruiti i risultati generali della gestione degli ex Dipartimenti nel loro
complesso - nonché dell’intero Ministero cominciando con l’analisi dell’andamento
dell’aggregato delle missioni e dei centri di responsabilità finalizzati di produzione diretta.
Il valore consuntivato complessivo della produzione34 dell’aggregato, che indica il valore
della produzione espresso in ore persona, risulta nel 1998 del 5,2% e nel 1999 dell’1,92%
costantemente inferiore al valore programmato in Direttiva, per effetto dello scostamento
ben più significativo (del 9,29% nel 1998 e del –5,76% del 1999) fatto registrare dall’ex
Dipartimento delle entrate. L’ex dipartimento delle Dogane e Imposte Indirette nel 1998 ha
mancato di poco il pieno conseguimento dell’obiettivo (-0,05%), mentre nel 1999 è risultato
sostanzialmente in linea con lo stesso (+0,81%). L’ex Dipartimento del territorio ha fatto
registrare uno scostamento in positivo nel 1998 del 2,52% e nel 1999 del 6,6%.
Relativamente agli altri risultati generali della gestione, positivo è da considerarsi
solo l’andamento del costo delle attività dirette, espresso anch’esso in numero di ore
allocato. Esso è stato, infatti, nel 1998 del 5,5% e nel 1999 del 4,5%, sempre inferiore a
quello programmato, con una differenza per l’ex Dipartimento delle entrate di -6,12% nel
98 e di -6,96% nel 99 e per l’ex Dipartimento delle dogane e imposte indirette
rispettivamente di -6,39% e di –5,18%; per quanto riguarda l’ex Dipartimento del territorio
il costo delle attività dirette è stato nel 1998 minore di quello programmato (-3,01%) mentre
nel 1999 è stato del 3,48% superiore.
Il margine lordo, invece, che risulta dalla differenza tra il volume della produzione
totale ed i costi diretti e che individua il contributo delle attività dirette al “finanziamento”
di quelle indirette, per l’intero Ministero delle finanze, diversamente da quanto rilevato nel
1997, quando era stato del 7,79% superiore all’obiettivo, ha fatto registrare nel 1998 una
differenza in meno del 4,2% e nel 1999 una differenza in più del 5,95%. Il dato del 1998 si
pone come risultato di una significativa differenza in meno per le entrate (-18,56%) e di
differenze in positivo ancora più elevate per territorio (+20,86%) e dogane (+20,07%), il
dato dell’anno successivo si pone, invece, come risultato di una piccola differenza in meno
per le entrate (-1,96%) e di differenze in positivo per territorio (+14,58%) ed ancor più
dogane (+21,43%). Il costo delle attività indirette, da parte sua, è risultato, per entrambi gli
anni, superiore a quello programmato del 2,01% nel 1998 e del 3,03% nel 1999, anche qui
per effetto del risultato fatto registrare dal Dipartimento delle entrate (+5,05 e +5,42), in
quanto per gli altri due dipartimenti si registra invece un valore consuntivato per tali costi
inferiore a quello programmato (rispettivamente -3,79% e – 3,71% per il territorio e –3,24%
-3,71%e per le dogane). Sottraendo dal margine lordo il costo delle attività indirette
(espresse anch’esse in ore allocate), si ottengono due risultati riassuntivi della gestione35
34
Il valore della produzione viene calcolato moltiplicando le quantità di ciascun prodotto per il relativo tempo
unitario nazionale annuo, definito in sede di programmazione, ed incrementando poi il risultato totale ottenuto
di un’aliquota rappresentativa del contributo delle attività indirette sul risultato finale di produzione (cosiddetta
percentuale di ricarico).
35
Il risultato riassuntivo della gestione determina l’apporto di un centro di responsabilità al “finanziamento” del
costo degli uffici di staff (Gabinetto, Segretariato generale, Direzione generale affari generali e personale,
SeCIT, ecc.).
145
diversi per i due esercizi. Per il 1998 il risultato è negativo per 334 mila36 ore ed inferiore
del 128,08% al programmato, sempre per l’impatto del preponderante risultato negativo del
Dipartimento delle entrate: a consuntivo esso è stato per tale dipartimento negativo per
3.237 mila ore persona, rispetto ad un valore positivo programmato di 462 mila. Per
converso, gli altri due dipartimenti hanno fatto segnare risultati migliori del programmato:
1.281 rispetto a 243 per il Dipartimento delle dogane e imposte indirette e 1.621 migliaia di
ore rispetto a 486 mila programmate per il Dipartimento del territorio. Per il 1999 si ottiene
il risultato riassuntivo della gestione, positivo per 1.930.000 ore37 e superiore del 342%
circa al programmato. Tale risultato deriva dalla somma algebrica dei dati positivi dei
Dipartimenti del territorio (+2.676.000) e delle dogane e II.II.(+1.238.000) e del dato
negativo del Dipartimento delle entrate (-1.985.000), peraltro dimezzatosi rispetto a quello
dell’ anno precedente (-3.237.000).
Le considerazioni ovviamente non mutano se, invece che al risultato riassuntivo
della gestione, si guarda al parametro dell’efficienza gestionale38, che, per l’insieme dei tre
Dipartimenti, è, nel 1998, a consuntivo risultato, ancorché di poco, inferiore a 100 (99,53),
rispetto ad un livello programmato di 101,55. Tenendo conto dei dati già illustrati, anche
questo parametro è naturalmente influenzato da ciò che è accaduto per il Dipartimento delle
entrate, la cui efficienza gestionale è stata, infatti, pari a 94,54, mentre entrambi gli altri due
dipartimenti hanno, a consuntivo, fatto registrare indici superiori a 100 (108,48 per il
territorio e 107,35 per le dogane) e significativamente superiori a quelli programmati39. Nel
1999 il risultato riassuntivo della gestione, per l’insieme dei tre Dipartimenti, è a consuntivo
risultato del 2,04% superiore a 100, rispetto ad un livello programmato di 101,22. In questo
secondo esercizio, in base ai dati fin qui illustrati, l’efficienza gestionale sarebbe massima
per il Dipartimento del territorio (113,59, +3,68% rispetto al livello programmato), seguito
dal Dipartimento delle Dogane e II.II. (107,4 e +5,96% rispetto al programmato). Il
Dipartimento delle entrate continuerebbe, invece, a far registrare un coefficiente di
efficienza gestionale inferiore a 100 (96,58) e del 2% più basso di quello programmato.
Si è già detto delle limitazioni di ordine metodologico e di significatività di questi
dati che sconsigliano di attribuire ai risultati di “produzione” rilevanza a fini di raffronto fra
i tre Dipartimenti. Ulteriori cautele si impongono a tal proposito anche per una serie di
considerazioni sviluppate nei referti della Corte sui rendiconti degli anni in esame ed in
primo luogo per la eccepita diversità nei criteri adottati nella definizione dei programmi dei
singoli centri di responsabilità. Va, peraltro, ancora una volta ribadito che il sistema è
tuttora dichiaratamente sperimentale. Le approssimazioni sono allo stato realmente troppe
per poter pacificamente attribuire un significato incontrovertibile ai raffronti operabili in
termini di efficienza gestionale tra i vari centri di responsabilità in cui si articola il
Ministero delle finanze40. L’analisi permane monca per quanto attiene al 2000 per la
mancanza dei dati.
36
In termini aziendalistici, e con le riserve ripetutamente espresse in ordine al metro di misura, si potrebbe dire
che gli “utili” generati dall’attività dei Dipartimenti non è stato sufficiente a coprire tutti i costi generali legati
al funzionamento delle strutture di staff centrali. Il deficit che ne deriva è pari, appunto, a 334 mila ore uomo.
37
In termini aziendalistici, e con le riserve ripetutamente espresse in ordine al metro di misura, si potrebbe dire
che gli “utili” generati dall’attività dei Dipartimenti sono stati superiori a tutti i costi generali legati al
funzionamento delle strutture di staff centrali. L’utile netto che ne deriva è pari, appunto, a 1.930.000 oreuomo.
38
Ottenuto calcolando il rapporto tra il valore della produzione e la somma dei costi delle attività dirette ed
indirette.
39
Rispettivamente 102,46 e 101,32. L’indice di efficienza gestionale programmato per le entrate era di 100,75.
40
Negli scorsi anni si era in particolare rilevato che si tratta di risultati che vanno presi con la massima cautela,
sia per le perplessità che, ai fini di comparazioni e di raffronti, ovviamente suscita l’impiego di un parametro
146
Quest’analisi sembra comunque indicare una performance dell’ex Dipartimento
delle dogane e delle imposte indirette certamente migliore di quella media dell’ex Ministero
delle finanze.
In termini di comparazione diacronica, come risulta dalla Tabella 50, la valutazione
non può essere, invece, positiva: tra il 1997 e il 1999 sono, infatti, diminuiti sia il valore
della produzione, sia il margine lordo e sia il risultato riassuntivo della gestione. Si è
ridotto, ed in misura maggiore, anche il costo delle attività – sia dirette, sia, ma in misura
inferiore, indirette – con il risultato del peggioramento dell’efficienza gestionale
consuntivata – da 116,34 nel 1997 a 107.40 nel 1999 (rapporto invariato rispetto a 107,35
registrato nel 1998).
qual è quello della quantità impiegata di risorse per misurare i risultati, sia per il modo discrezionale ed ancora
poco convincente con cui vengono determinati i tempi unitari utilizzati per la “valorizzazione”, e sia, infine, per
l’inevitabile arbitrarietà insita in questi tipi di comparazione. Va, infatti, ricordato che l’attività del
Dipartimento delle entrate – di per se difficilmente paragonabile con quella degli altri dipartimenti per le sue
diverse dimensioni e la sua diversa complessità – rappresenta il core business del Ministero delle finanze, è
obbligata a caratterizzarsi per una strategia di forte discontinuità rispetto al passato ed è realizzata in un
contesto che continua ad essere reso gestionalmente molto più complesso ed incerto dal coinvolgimento – e dai
condizionamenti – nel processo di ampia e di accelerata riforma del sistema impositivo.
147
Tabella n. 50
Dipartimento delle Dogane e delle II.II.: risultati generali della gestione ( 1997-1998 - 1999)*
1997
1998
1999
Differenza Differenza
Differenza Differenza
Differenza Differenza
Direttiva Consuntivato assoluta
%
Direttiva Consuntivato assoluta
%
Direttiva Consuntivato assoluta
%
Valore
della
Produzione
totale
18.886
costo
delle
attività dirette
13.963
Margine lordo
4.923
costo
delle
attività indirette 4.695
Risultato
riassuntivo
della gestione
228
efficienza
101,22
gestionale
20.907
2.021
10,70 18.723
18.714
-9
-0,05 17.815
17.959
144
0,81
13.291
7.616
-672
2.693
-4,81 14.237
54,70 4.486
13.328
5.386
-909
900
-6,39 13.807
20,07 4.008
13.092
4.867
-715
859
-5,18
21,43
4.679
-16
2.937
116,34
-0,34
4.242
4.105
-137
-3,24
3.769
3.629
-140
-3,71
2.709 1.186,09
243
1.281
1.038
426,44
239
1.238
999
417,99
14,94 101,32
107,35
6,03
5,95 101,36
107,40
6,04
5,96
15,12
* I dati per il 1997 e 1998 possono essere comparati attraverso un "coefficiente di attualizzazione pari a 1,2795; per il 1999 il coefficiente pari a 1,1198
rende omogenea la produzione a quella del 1998
Fonte: Elaborazioni Corte dei conti su dati S.In.Co.
148
5.4.- Attività di controllo
5.4.1.- L’attività di controllo dell’Amministrazione doganale italiana
L’attuazione del mercato unico ha richiesto una maggiore efficienza dei controlli
alle frontiere esterne della Comunità, l’adozione di comportamenti e di metodologie
uniformi tra tutte le dogane comunitarie ed una costante collaborazione con gli altri Stati
membri e con la Commissione.
L’intensificazione della vigilanza alle frontiere esterne deve ovviamente essere
coniugata con l’esigenza di fluidità dei traffici, in modo da non compromettere la
tempestività e regolarità dei flussi di merci che approvvigionano le imprese comunitarie o
che da queste sono dirette verso Paesi terzi.
Si è quindi reso necessario introdurre nuove tecniche di controllo che prescindono,
in via generale, dalla tradizionale verifica fisica delle merci e sono basate sull’analisi dei
rischi, sull’esame delle scritture contabili degli operatori, sulle tecniche di auditing e sulla
informatizzazione delle procedure della raccolta e dell’analisi dei dati.
Si tratta di un aspetto di particolare rilievo al quale viene prestata estrema attenzione
a livello comunitario: a tal fine la Commissione e gli Stati membri si sono impegnati ad
elaborare, attuare e sviluppare una politica di lotta contro la frode, ottimizzando l’impiego
delle risorse disponibili. Si tratta di una politica finalizzata a migliorare la raccolta, l’analisi,
la diffusione e la gestione delle informazioni, avvalendosi dell’informatica e potenziando
l’impiego di procedure automatizzate da parte dei servizi doganali; a modificare ed
innovare i metodi di lavoro e la strumentazione, promuovendo lo sviluppo di tecniche di
identificazione, di analisi dei rischi di frode, di auditing e di verifica a posteriori, sia presso
gli uffici che con accessi presso gli operatori.
Le innovazioni introdotte dall’Amministrazione doganale italiana per adeguarsi alle
mutate esigenze di sicurezza del mercato interno hanno riguardato aspetti organizzativi,
operativi e metodologici.
Per quanto concerne il primo aspetto, il D.M. 26 novembre 1991 ha attribuito alla
Divisione XII della Direzione Centrale dei Servizi Doganali la direzione ed il
coordinamento dei servizi periferici antifrode, nonché il collegamento con i corrispondenti
organismi esteri ai fini della prevenzione e del contrasto delle violazioni doganali. In
particolare, detto Ufficio è stato preposto alla prevenzione, individuazione e repressione
delle violazioni; alla pianificazione degli interventi investigativi, dei mezzi di contrasto e
dei controlli; alla lotta alle frodi, ai traffici illeciti di sostanze stupefacenti, materiali
strategici e beni culturali, nonché alla lotta alle contraffazioni. Lo stesso Ufficio è incaricato
di provvedere alla gestione del Sistema comunitario AFIS/SCENT e delle banche dati
nazionali ed internazionali.
Successivamente, nel dicembre 1992, è stata delineata formalmente la struttura dei
servizi antifrode operanti a livello compartimentale e circoscrizionale: i Servizi
Compartimentali Antifrode Doganali (S.C.A.D.) sono stati incaricati di coordinare, a livello
regionale, l’attività antifrode delle dipendenti dogane mentre ai Servizi di Vigilanza
Antifrode Doganali (S.V.A.D.), operanti presso le Circoscrizioni doganali, è stata attribuita
la lotta alle frodi mediante controlli diretti sul territorio ed interventi di tipo investigativo.
149
Per favorire, inoltre, lo scambio di informazioni sui movimenti intra-comunitari
delle merci sono stati istituiti, in ciascun Paese membro, appositi uffici di collegamento e
specificamente:
- il CLO (Central Liaison Office), con competenza in materia di mutua assistenza
amministrativa in campo IVA: il CLO aggiorna la banca-dati comunitaria V.I.E.S. (VAT
Information Exchange System) che permette agli Stati membri di confrontare i dati
provenienti dalle dichiarazioni Intra 1 (acquisti) ed Intra 2 (cessioni) dei singoli operatori
comunitari. In Italia il CLO ha sede presso il Dipartimento delle politiche fiscali ed è
costituito da personale delle Agenzie delle Entrate e delle Dogane e del Corpo della Guardia
di Finanza.
- l’ELO (Excise Liaison Office) con competenza in materia di mutua assistenza
amministrativa nel campo delle accise: l’ELO, similmente al CLO, aggiorna la banca-dati
comunitaria S.E.E.D. (System Exchange Data) per confrontare i movimenti intracomunitari
dei prodotti soggetti ad accisa. In Italia l’ELO ha sede presso l’Agenzia delle Dogane Ufficio del Direttore Centrale per l’imposizione indiretta sulla produzione e sui consumi ed
è costituito da personale della sola Agenzia.
Per quanto concerne le innovazioni operative, nel 1999 è stato attivato il circuito di
controllo informatizzato denominato “canale verde”: si tratta di una procedura per la
selezione automatica delle dichiarazioni doganali basata sull’analisi dei rischi, integrata da
elementi di casualità.
L’analisi dei rischi elaborata copre l’insieme della tariffa doganale per quanto
riguarda i codici della nomenclatura e le destinazioni doganali trattate
meccanograficamente: il metodo di selezione realizzato affida al sistema informatico il
raffronto degli elementi indicati nel DAU (documento amministrativo unico) con i
parametri di rischio esistenti nel sistema; il risultato ottenuto viene poi riportato su una scala
di riferimento che permette al sistema di decidere in merito al circuito di controllo da
applicare (canale verde = nessun controllo, canale giallo = controllo documentale, canale
rosso = controllo fisico).
In particolare, il profilo di rischio tiene conto dei seguenti elementi:
- codice merce;
- regime doganale;
- eventuale trattamento preferenziale;
- natura della transazione;
- paese di origine;
- paese di provenienza;
- paese di destinazione;
- eventuale trasporto in container;
- modalità di trasporto (nave, aereo, camion);
- nazionalità del mezzo di trasporto;
- codice fiscale o partita IVA dell’importatore o dell’esportatore;
- codice fiscale, partita IVA o codice del dichiarante o del rappresentante;
- percentuale di controllo fisico o documentale.
Sulla base di tali parametri nel primo semestre 2000 risultavano attivi n. 1.122
profili di rischio.
Per quanto riguarda l’applicazione dell’audit quale metodologia di supporto alle
attività di controllo, uno studio in tal senso è stato messo a punto nel 2000: l’obiettivo che
s’intende perseguire è quello di elaborare un profilo di rischio dell’impresa mediante la
verifica dei sistemi interni di funzionamento con particolare riguardo alle scritture contabili
150
ed alla loro credibilità e attendibilità. A tal fine sono stati avviati, nello stesso anno, appositi
corsi di formazione del personale incaricato di procedere ai controlli con tale tecnica.
Quanto agli aspetti metodologici, i criteri della attività di controllo sono indicati
annualmente dalla direttiva generale del Ministro delle Finanze e dal decreto direttoriale di
programmazione operativa, che stabiliscono le risorse da impegnare ed il numero dei
controlli da effettuare nel settore doganale ed in quello delle accise; per ciascun anno sono
inoltre precisati i criteri selettivi e metodologici da seguire.
Il decreto direttoriale annuale, oltre ad indicare il numero minimo dei controlli da
effettuare, suggerisce anche la tipologia degli stessi, lasciando alle Direzioni
compartimentali la scelta definitiva di intervenire nei vari settori di attività.
Il monitoraggio dell’attività e l’analisi dei risultati dei controlli effettuati sono svolti
attraverso l’esame di apposite schede di rilevazione compilate dagli uffici.
Tale procedura, collegata all’analisi dei rischi, è stata realizzata per consentire
una particolare selezione dei controlli sulle operazioni di sdoganamento delle merci e
per semplificare e velocizzare l’attività di sdoganamento, agevolando gli operatori
economici nazionali sul mercato comunitario ed internazionale.
In particolare, con l’attivazione del “Circuito doganale di controllo”, all’atto
della registrazione delle dichiarazioni doganali presentate dagli operatori, i dati della
dichiarazione vengono confrontati con i profili di rischio presenti nella banca dati; il
sistema fornisce in via automatica il messaggio di risposta con una delle seguenti sigle
identificative:
NC (nessun controllo) per indicare che l’ufficio non deve procedere al
controllo documentale né alla visita delle merci (canale verde);
CD (controllo documentale ) per indicare che l’ufficio limita il controllo
all’esame della dichiarazione presentata e della relativa documentazione (canale
giallo);
VM (verifica merce) per indicare che, oltre al controllo documentale,
l’ufficio procede alla visita totale o parziale delle merci, facendo ricorso, ove
occorra all’analisi ed all’esame tecnico delle merci stesse (canale rosso).
E’ da evidenziare che a partire dal 3° trimestre 2001, tenuto conto degli eventi
terroristici dell’11 settembre e dei conseguenti fatti di guerra è aumentato il numero di
verifiche merci (VM) a seguito dell’implementazione del canale rosso per merci
provenienti da paesi diventati a maggior rischio.
Nella Tabella 51 sono riepilogati il numero dei controlli effettuati nell’ambito
delle operazioni di importazione ed esportazione nel corso degli anni 2000 e 2001
tramite il “Circuito doganale di controllo”. Come si vede, i controlli riguardano non più
del 15% delle operazioni e di questi meno del 3% sono verifiche merci.
151
Tabella n. 51
Controlli automatizzati effettuati nell'ambito delle operazioni di importazione ed
esportazione nel corso degli anni 2000/2001
TIPI DI
VERIFICHE PERC. CONTROLLI PERC. NESSUN
PERC.
ANNO
TOTALE
OPERAZIONI
MERCI (VM)% DOCUMENTALI (CD)% CONTROLLO (NC)%
Esportazioni
2000
91.980
1,63
578.605
10,24
4.978.992
88,13 5.649.577
Importazioni
2000
141.462
5,4
399.796
15,25
2.080.382
79,35 2.621.640
TOTALI
2000
233.442
2,82
978.401
11,83
7.059.374
85,35 8.271.217
Esportazioni
2001
93.081
1,54
573.952
9,52
5.362.861
88,94 6.029.894
Importazioni
2001
151.786
5,86
372.439
14,39
2.064.490
79,75 2.588.715
TOTALI
2001
244.867
2,84
946.391
10,98
7.427.351
86,18 8.618.609
Variazioni % 2001/2000
TIPI DI
OPERAZIONI
Esportazioni
Importazioni
TOTALI
VERIFICHE
MERCI
1,20
7,30
4,89
CONTROLLI
DOCUMENTALI
-0,80
-6,84
-3,27
NESSUN
CONTROLLO
7,71
-0,76
5,21
TOTALE
6,73
-1,26
4,20
La successiva Tabella 52 evidenzia l’aumento progressivo dei controlli INTRA,
passati da 12.425 nel 1997 a 20.127 nel 2001, insieme con la lievitazione dei maggiori
diritti accertati, in termini sia complessivi (da 194 a 502 miliardi di lire), sia unitari (da
meno di 16 a circa 25 milioni di lire). Il trend di crescita è ancora più evidente se si fa
riferimento al 1994, quando i controlli erano stati 10.756, la maggiore IVA accertata 78
miliardi e il rendimento unitario 7.200.000 lire.
Quasi triplicato nello stesso periodo 1997-2001 il numero delle “verifiche
esterne plafond, revisioni ed altre verifiche” (da 7.826 a 17.620), con il quasi raddoppio
del rendimento complessivo (da 119 a 209 miliardi), ma un calo del rendimento unitario
- da 15 a 12 milioni di lire (Tabella 53).
Sorprendono i dati delle Tabelle 56 e 57 che evidenziano un drastico calo della
percentuale di irregolarità riscontrate (dal 45,41 al 21,12%) nel caso dei controlli
INTRA e l’invarianza della percentuale di irregolarità delle verifiche esterne
PLAFOND (da 47,34 a 48,13%), quasi che nel primo caso le irregolarità siano
diminuite di numero e si siano aggravate di entità, mentre nel secondo siano rimaste
invariate di numero e diminuite di gravità.
152
Tabella n. 52
Risultati dell'attività di verifica esterna INTRA nel 1994 e dal 1997 al 2001
STAMPARE PAG. 153 DEL FILE “TABELLE FUORI MARGINE”
153
Tabella n. 53
Risultati dell'attività di verifica esterna PLAFOND, revisioni ed altre verifiche 1997/2001
STAMPARE PAG. 154 DEL FILE “TABELLE FUORI MARGINE”
154
Tabella n. 54
Attività di verifica esterna INTRA 1997/2001 - Distribuzione %
C.d.R. 2
livello
controlli
distrib.
n.
%
MDA
Lire/
distrib.
milioni
%
1997
controlli
distrib.
n.
%
MDA
Lire/
distrib.
milioni
%
1998
controlli
distrib.
n.
%
MDA
Lire/
distrib.
milioni
%
1999
Ancona
425
3,42
802
0,41
585
3,37
2.970
1,12
624
3,17
20.944
Bari
464
3,73
949
0,49
548
3,16
9.752
3,67
639
3,24
2.996
0,91
1.248
10,04
9.039
4,65 1.936
11,16
72.158
27,18 2.119
10,76
125.588
37,98
Bolzano
874
7,03
41.021
21,12 1.143
44,38 1.423
Cagliari
173
1,39
580
Firenze
934
7,52
Genova
478
3,85
Milano
2.063
16,60
93.899
Napoli
491
3,95
8.497
4,37
Palermo
378
3,04
7.388
3,80
Roma
977
7,86
Torino
1.925
Trieste
315
Bologna
Venezia
TOTALE
C.d.R. 2
livello
Ancona
Bari
6,59
117.810
7,22
52.362
15,83
257
1,48
1.554
0,59
288
1,46
4.307
1,30
6.607
3,40 1.240
7,15
9.569
3,60 1.356
6,88
4.534
1,37
8.047
4,14
675
3,89
3.943
1,49
793
4,02
27.003
8,17
48,34 2.825
16,28
11.647
4,39 3.351
17,01
26.436
7,99
729
4,20
3.482
1,31
848
4,30
4.224
1,28
625
3,60
7.094
2,67
646
3,28
6.552
1,98
7.512
3,87 1.356
7,82
5.046
1,90 1.568
7,96
11.040
3,34
15,49
5.504
2,83 2.627
15,14
18.116
6,82 2.945
14,95
40.678
12,30
2,54
2.720
1,40
616
3,55
1.286
0,48
691
3,51
903
0,27
1.680
13,52
1.672
0,86 2.189
12,62
1.054
0,40 2.411
12,24
3.127
0,95
12.425
100,00
194.237
100,00 17.351
100,00
265.481
100,00 19.702
100,00
330.694
100,00
738
3,79
22.229
0,30
2000
2001
6,13
817
4,06
34.720
2,96
6,92
739
3,80
10.748
851
4,23
13.698
2,73
Bologna
1.769
9,10
45.310
12,49 1.651
8,20
52.639
10,49
Bolzano
1.357
6,98
64.261
17,71 1.515
7,53
71.500
14,25
Cagliari
304
1,56
2.005
0,55
318
1,58
10.651
2,12
Firenze
1.367
7,03
9.026
2,49 1.283
6,37
10.384
2,07
Genova
1.092
5,61
35.926
9,90 1.088
5,41
49.345
9,84
Milano
3.253
16,73
59.638
16,44 3.471
17,25
98.229
19,58
Napoli
1.020
5,24
11.193
3,08 1.112
5,52
14.848
2,96
920
4,73
20.287
5,59
949
4,72
15.542
3,10
Roma
1.703
8,76
52.576
14,49 1.864
9,26
65.003
12,96
Torino
2.325
11,95
15.688
4,32 2.439
Trieste
745
3,83
2.133
2.117
10,88
19.449
100,00
Palermo
Venezia
TOTALE
6,33
12,12
52.980
10,56
729
3,62
3.112
0,62
11.825
3,26 2.040
10,14
8.941
1,78
362.845
100,00 20.127
100,00
501.594
100,00
0,59
155
Tabella n. 55
Attività di verifica esterna PLAFOND, revisioni ed altre verifiche 1997/2001 distribuzione %
C.d.R. 2
livello
Ancona
Bari
controlli
MDA
distrib.
distrib.
n.
Lire/milioni
%
%
1997
controlli
MDA
distrib.
distrib.
n.
Lire/milioni
%
%
1998
controlli
MDA
distrib.
distrib.
n.
Lire/milioni
%
%
1999
205
1,05
577
3,81
0,62
652
4,31
1.504
1,21
18,02 1.177
7,77
16.551
13,31
2,62
301
0,25
441
0,19
347
3,41
587
3,56 1.084
10,64
17.069
310
3,04
3.887
272
3,48
222
Bologna
1.071
13,69
4.229
Bolzano
214
2,73
140
0,12
4,33
992
8.597
6,92
4,10
499
3,30
6.032
4,85
0,00
108
0,71
1.112
0,89
13,41 1.327
8,76
9.719
7,82
Cagliari
72
0,92
9.049
7,62
89
0,87
2
Firenze
995
12,71
9.429
7,94
991
9,73
12.696
4,31
480
4,71
2.480
677
4,47
5.286
4,25
15,13 1.958
19,22
19.464
20,55 2.846
18,80
29.509
23,74
7,14
1.035
1,09 1.398
9,23
4.069
3,27
Genova
289
3,69
5.119
Milano
1.419
18,13
17.962
Napoli
413
5,28
5.176
4,36
727
Palermo
196
2,50
131
0,11
246
2,41
1.946
705
4,66
1.104
0,89
Roma
405
5,18
6.755
5,69 1.069
10,49
16.917
17,86 1.560
10,30
21.926
17,64
Torino
1.447
18,49
4.490
3,78 1.285
12,61
5.760
6,08 1.474
9,74
8.168
6,57
Trieste
191
2,44
9.576
8,07
376
3,69
1.228
1,30
629
4,15
3.751
3,02
Venezia
637
8,14
46.144
38,87
784
7,70
10.637
11,23 1.512
9,99
6.978
5,61
7.826
100,00
118.723
100,00 10.187
100,00
94.700
100,00 15.141
100,00
124.306
100,00
582
3,34
TOTALE
C.d.R. 2
livello
Ancona
Bari
2000
2,62
2,05
2001
7.203
4,20
675
3,83
0,34
865
4,97
580
Bologna
1.318
7,57
13.737
Bolzano
604
3,47
Cagliari
118
Firenze
1.460
4.711
2,25
479
2,72
6.696
3,20
8,01 1.393
7,91
20.437
9,78
2.723
1,59
540
3,06
6.373
3,05
0,68
239
0,14
112
0,64
552
0,26
8,38
11.130
6,49 1.504
8,54
7.596
3,63
Genova
938
5,39
9.888
935
5,31
5.709
2,73
Milano
2.772
15,92
41.674
24,30 2.791
15,84
37.788
18,07
Napoli
1.559
8,95
6.145
3,58 1.405
7,97
18.666
8,93
450
2,58
541
0,32 1.164
6,61
2.058
0,98
Roma
1.978
11,36
24.782
14,45 1.543
8,76
36.930
17,66
Torino
2.045
11,74
22.731
13,25 2.075
11,78
24.295
11,62
Trieste
1.160
6,66
4.830
2,82 1.184
6,72
7.128
3,41
Palermo
Venezia
TOTALE
5,77
1.567
9,00
25.305
14,75 1.820
10,33
30.135
14,41
17.416
100,00
171.507
100,00 17.620
100,00
209.074
100,00
156
Tabella n. 56
Risultati dell'attività di verifica esterna Intra 1997/2001
1997
1998
1999
2000
2001
C.d.R.2
n.
% di
n.
% di
n.
% di
n.
% di
n.
% di
livello controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità
Ancona
425
192
45,18
585
260
44,44
624
232
37,18
738
141
19,11
817
208
25,46
Bari
464
289
62,28
548
303
55,29
639
278
43,51
739
165
22,33
851
314
36,90
Bologna
1.248
668
53,53
1.936
1.005
51,91
2.119
1.031
48,66
1.769
361
20,41
1.651
330
19,99
Bolzano
874
488
55,84
1.143
534
46,72
1.423
623
43,78
1.357
479
35,30
1.515
397
26,20
Cagliari
173
88
50,87
257
103
40,08
288
108
37,50
304
60
19,74
318
102
32,08
Firenze
934
574
61,46
1.240
621
50,08
1.356
725
53,47
1.367
385
28,16
1.283
322
25,10
Genova
478
263
55,02
675
311
46,07
793
351
44,26
1.092
404
37,00
1.088
402
36,95
Milano
2.063
712
34,51
2.825
1.016
35,96
3.351
1.246
37,18
3.253
392
12,05
3.471
548
15,79
18,62
Napoli
491
242
49,29
729
298
40,88
848
329
38,80
1.020
213
20,88
1.112
207
Palermo
378
203
53,70
625
326
52,16
646
294
45,51
920
214
23,26
949
212
22,34
Roma
977
440
45,04
1.356
488
35,99
1.568
549
35,01
1.703
353
20,73
1.864
486
26,07
Torino
1.925
728
37,82
2.627
746
28,40
2.945
842
28,59
2.325
330
14,19
2.439
340
13,94
Trieste
315
168
53,33
616
221
35,88
691
282
40,81
745
167
22,42
729
157
21,54
Venezia
1.680
TOTALE 12.425
587
34,94
2.189
648
29,60
2.411
867
35,96
2.117
220
10,39
2.040
226
11,08
5.642
45,41
17.351
6.880
39,65
19.702
7.757
39,37
19.449
3.884
19,97
20.127
4.251
21,12
157
Tabella n. 57
Risultati dell'attività di verifica esterna Plafond 1997/2001
1997
1998
1999
2000
2001
C.d.R. 2
n.
% di
n.
% di
n.
% di
n.
% di
n.
% di
livello controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità
Ancona
56
28
50,00
63
21
33,33 100
35
35,00 106
56
52,83 116
51
43,97
Bari
52
13
25,00
68
14
20,59
75
14
18,67
96
17
17,71
54
22
40,74
Bologna
175
84
48,00
230
100
43,48 219
112
51,14 274
175
63,87 253
141
55,73
Bolzano
20
9
45,00
53
31
58,49
69
34
49,28
74
48
64,86
56
41
73,21
Cagliari
6
6
1
16,67
7
2
28,57
7
1
14,29
7
4
57,14
Firenze
154
83
53,90
179
102
56,98 211
105
49,76 346
209
60,40 387
184
47,55
Genova
141
90
63,83
86
52
60,47 111
67
60,36 125
79
63,20 127
79
62,20
Milano
238
113
47,48
335
144
42,99 554
217
39,17 798
350
43,86 895
359
40,11
Napoli
120
62
51,67
102
36
35,29 188
41
21,81 217
84
38,71 269
86
31,97
Palermo
43
11
25,58
35
11
31,43
54
14
25,93
38
16
42,11
47
14
29,79
Roma
114
39
34,21
186
102
54,84 272
166
61,03 225
134
59,56 250
144
57,60
Torino
144
56
38,89
392
131
33,42 429
163
38,00 509
240
47,15 399
158
39,60
Trieste
44
24
54,55
76
38
50,00
94
51
54,26 222
134
60,36 213
119
55,87
Venezia
235
118
50,21
230
137
59,57 264
123
46,59 441
303
68,71 561
347
61,85
TOTALE 1.542
730
47,34 2.041
920
45,08 2.647
1.144
43,22 3.478
1.846
53,08
3.634
1.749
48,13
158
Tabella n. 58
Risultati dell'attività di verifica esterna. Revisioni di accertamento ed altre verifiche 1997/2001
C.d.R. 2
livello
Ancona
Bari
Bologna
Bolzano
Cagliari
Firenze
Genova
Milano
Napoli
Palermo
Roma
Torino
Trieste
Venezia
TOTALE
1997
1998
1999
2000
2001
n.
% di
n.
% di
n.
% di
n.
% di
n.
% di
controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità
149
20
13,42
378
71
18,78 477
30
6,29
321
44
13,71 369
85
23,04
220
13
5,91
279
9
3,23 577
22
3,81
322
16
4,97 156
44
28,21
896
85
9,49
854
63
7,38 958
69
7,20
540
107
19,81 551
102
18,51
194
20
10,31
257
34
13,23 430
40
9,30
312
117
37,50 273
82
30,04
66
6
9,09
83
5
6,02 101
8
7,92
102
9
8,82
78
15
19,23
841
165
19,62
812
266
32,76 1.116
190
17,03
732
198
27,05 550
111
20,18
148
25
16,89
394
36
9,14 566
37
6,54
530
80
15,09 504
78
15,48
1.181
391
33,11 1.623
207
12,75 2.292
281
12,26 1.192
153
12,84 1.297
111
8,56
293
49
16,72
625
24
3,84 1.210
34
2,81
459
45
9,80 352
30
8,52
153
17
11,11
211
38
18,01 651
38
5,84
201
36
17,91 407
75
18,43
291
16
5,50
883
65
7,36 1.288
130
10,09
785
253
32,23 551
199
36,12
1.303
75
5,76
893
51
5,71 1.045
57
5,45
771
55
7,13 917
68
7,42
147
35
23,81
300
55
18,33 535
41
7,66
280
119
42,50 304
81
26,64
402
47
11,69
554
30
5,42 1.248
56
4,49
276
59
21,38 301
75
24,92
6.284
964
15,34 8.146
954
11,71 12.494
1.039
8,32 6.823
1.291
18,92 6.610
1.156
17,49
159
Un’altra serie di dati fornita dall’Amministrazione si riferisce al periodo 1996-99 e
riguarda le violazioni amministrative e quelle penali accertate. Le prime, evidentemente a
seguito dell’introduzione della procedura del “canale verde”, si sono drasticamente ridotte –
da 95.477 nel 1996 a sole 28.187 nel 1999 (-70,48%) – ma con una diminuzione molto più
contenuta dell’importo dei diritti evasi accertati – da 72,5 miliardi a 58,5 miliardi, pari al –
19,41% (Tabella 59). In aumento, invece, le violazioni penali: da 5.500 nel 1996 a 7.684 nel
1999 (+39,71%), cui corrisponde un parallelo aumento dell’importo dei diritti evasi: da 54,3
a 74,9 miliardi, pari al +38% (Tabella 60).
Tabella n. 59
Violazioni amministrative negli anni dal 1996 al 1999
1996
Violazioni
Direzioni
Distrib.
compart.li Numero %
Ancona
2.503
2,62
Bari
2.825
2,96
Bologna
3.994
4,18
Bolzano
2.245
2,35
Cagliari
763
0,80
Firenze
12.787 13,39
Genova
11.551 12,10
Milano
26.797 28,07
Napoli
4.998
5,23
Palermo
889
0,93
Roma
2.471
2,59
Torino
5.190
5,44
Trieste
8.337
8,73
Venezia
10.127 10,61
Totale
95.477 100,00
1997
Diritti evasi
Violazioni
Diritti evasi
Importi
Variaz. Importi
Variaz.
in
in
Distrib.
Distrib. % anno
Distrib. % anno
milioni
preced. milioni
preced.
%
Numero
%
%
201
0,28
2.768
2,59
10,59
140
0,21 -30,35
309
0,43
3.119
2,92
10,41
102
0,15 -66,99
1.592
2,19
3.451
3,23 -13,60
259
0,39 -83,73
13.161
18,14
2.648
2,48
17,95 31.702 47,55 140,88
5
0,01
662
0,62 -13,24
670
1,00 13300,00
2.373
3,27 11.874
11,11
-7,14
3.825
5,74
61,19
11.212
15,45 15.805
14,78
36,83
8.458 12,69 -24,56
5.036
6,94 31.672
29,63
18,19
3.819
5,73 -24,17
31.851
43,90
7.606
7,11
52,18 10.870 16,30 -65,87
145
0,20
812
0,76
-8,66
1.471
2,21 914,48
226
0,31
2.705
2,53
9,47
861
1,29 280,97
4.797
6,61
5.355
5,01
3,18
2.908
4,36 -39,38
858
1,18
7.955
7,44
-4,58
400
0,60 -53,38
782
1,08 10.475
9,80
3,44
1.185
1,78
51,53
72.548 100,00 106.907 100,00
11,97 66.670 100,00
-8,10
1998
1999
Violazioni
Diritti evasi
Violazioni
Diritti evasi
Variaz.
Variaz.
Variaz.
% Importi
%
% Importi
Variaz.
in Distrib. anno
in
Direzioni
Distrib. anno
Distrib. anno
Distrib. % anno
compart.li Numero % preced. milioni % preced. Numero % preced. milioni
%
preced.
Ancona
1.210
2,05 -56,29
196
0,30 40,00
389
1,38 -67,85
176
0,30 -10,20
Bari
1.864
3,16 -40,24
22
0,03 -78,43
665
2,36 -64,32
46
0,08 109,09
Bologna
1.927
3,27 -44,16
599
0,91 131,27
762
2,70 -60,46 8.887 15,20 1383,64
Bolzano
729
1,24 -72,47 23.538 35,67 -25,75
560
1,99 -23,18 10.686 18,28 -54,60
Cagliari
406
0,69 -38,67
31
0,05 -95,37
189
0,67 -53,45 8.631 14,76 27741,94
Firenze
6.554 11,12 -44,80 2.290
3,47 -40,13 3.426 12,15 -47,73
888
1,52 -61,22
Genova
8.176 13,88 -48,27 12.002 18,19 41,90 2.335
8,28 -71,44 6.074 10,39 -49,39
Milano
19.202 32,59 -39,37 4.059
6,15
6,28 8.118 28,80 -57,72 4.569
7,81
12,56
Napoli
5.687
9,65 -25,23
855
1,30 -92,13 3.982 14,13 -29,98 1.387
2,37
62,22
Palermo
1.356
2,30 67,00
16
0,02 -98,91 1.154
4,09 -14,90
85
0,15 431,25
Roma
2.892
4,91
6,91
530
0,80 -38,44 2.061
7,31 -28,73 4.436
7,59 736,98
Torino
2.800
4,75 -47,71 3.563
5,40 22,52 1.917
6,80 -31,54 6.169 10,55
73,14
Trieste
2.603
4,42 -67,28
323
0,49 -19,25 1.302
4,62 -49,98 4.142
7,08 1182,35
Venezia
3.519
5,97 -66,41 17.973 27,23 1416,71 1.327
4,71 -62,29 2.290
3,92 -87,26
Totale
58.925 100,00 -44,88 65.997 100,00 -1,01 28.187 100,00 -52,16 58.466 100,00 -11,41
160
Tabella n. 60
Violazioni penali negli anni dal 1996 al 1999
1996
Violazioni
Direzioni
compart.li Numero
Ancona
25
1997
Diritti evasi
Violazioni
Distrib. Importi in Distrib.
Numero
%
milioni
%
34
0,45
15
0,03
Bari
Bologna
91
156
1,65
2,84
92
22.498
0,17
41,44
Bolzano
Cagliari
126
56
2,29
1,02
3.083
3
5,68
0,01
Firenze
Genova
87
217
1,58
3,95
1.356
8.009
2,50
14,75
Milano
Napoli
1.838
1.684
33,42
30,62
5.496
613
10,12
1,13
Palermo
Roma
63
70
1,15
1,27
6.979
-
12,85
0,00
Torino
Trieste
165
631
3,00
11,47
337
1.490
0,62
2,74
291
5,29
100,00
4.326
54.297
7,97
100,00
Venezia
Totale
5.500
102
81
39
126
48
91
1.787
1.827
70
724
160
459
368
5.916
Diritti evasi
Variaz.
Variaz. % Importi
%
Distrib.
anno
in Distrib. anno
preced. milioni % preced.
%
0,57
36,00
14
0,01 -6,67
1,72
1,37
12,09
-48,08
24
7
0,02 -73,91
0,00 -99,97
0,66
2,13
-69,05
125,00
326
6
0,22 -89,43
0,00 100,00
0,81
1,54
-44,83
-58,06
376
1.093
0,26 -72,27
0,75 -86,35
30,21
30,88
-2,77 98.475
8,49 3.521
67,74 1691,76
2,42 474,39
1,18
12,24
11,11 30.883
934,29
583
21,24 342,51
0,40
2,70
7,76
-3,03
-27,26
6,22
100,00
169
9.658
0,12 -49,85
6,64 548,19
26,46
247
0,17 -94,29
7,56 145.382 100,00 167,75
1998
1999
Violazioni
Diritti evasi
Violazioni
Diritti evasi
Variaz.
Variaz.
Variaz.
% Importi
Variaz.
%
%
in
Direzioni
Distrib. anno
Distrib. % anno
Distrib. anno Importi in Distrib. anno
preced. Numero
compart.li Numero % preced. milioni
%
% preced. milioni
% preced.
68
Ancona
1,19 100,00
35
0,03 150,00
17
0,22 -75,00
11
0,01 -68,57
55 0,96 -46,08
Bari
45
0,04
87,50
59
0,77
7,27
48
0,06
6,67
Bologna
Bolzano
Cagliari
Firenze
Genova
Milano
Napoli
Palermo
Roma
Torino
Trieste
Venezia
Totale
91 1,59 12,35
59
86 1,50 120,51 11.736
44 0,77 -65,08
3
90 1,57 87,50 58.952
92 1,60 1,10 4.249
1.828 31,88 2,29 1.217
1.416 24,69 -22,50 14.624
59 1,03 -15,71
22
898 15,66 24,03 2.755
237 4,13 48,13
281
493 8,60 7,41 13.482
277 4,83 -24,73 5.289
5.734 100,00
0,05 742,86
10,41 3500,00
147
132
1,91
1,72
61,54
53,49
5.251
2.543
7,01 8800,00
3,39 -78,33
0,00 -50,00
52,29 15578,72
201
43
2,62 356,82
0,56 -52,22
2
3.537
0,00 -33,33
4,72 -94,00
3,77
1,08
288,75
-98,76
145
1.923
1,89
25,03
57,61
5,20
6.086
6.281
8,12 43,23
8,38 416,11
12,97
0,02
315,34
-99,93
2.988
49
38,89 111,02
0,64 -16,95
10.847
40
14,48 -25,83
0,05 81,82
2,44
0,25
11,96
372,56
66,27
39,59
987
372
439
12,84
9,91
4,84 56,96
5,71 -10,95
15.551
231
2.897
20,76 464,46
0,31 -17,79
3,87 -78,51
4,69 2041,30
-3,08 112.749 100,00 -22,45
161
182
2,37 -34,30
7.684 100,00 34,01
21.594 28,82 308,28
74.919 100,00 -33,55
La successiva Tabella 61 riepiloga i dati sulle violazioni amministrative e penali dal
1992 al 2000, evidenziando il drastico calo del numero, l’aumento dei diritti evasi accertati
(soprattutto per il salto del 2000) e l’aumento del rendimento unitario (progressivo fino al
1999 – da 0,28 a 3,72 milioni – ed esplosivo nel 2000, con la media di 8,81 milioni.
Tabella 61
Serie storica delle violazioni amministrative e penali (1992 – 2000)
Anni
1992
1994
1996
1997
1998
1999
2000
Numero violazioni
Violaz. Violaz. Totale
amm.ve penali violaz.
n.d.
n.d.
165.915
96.067 3.604
99.671
95.477 5.500 100.977
106.907 5.916 112.823
58.925 5.734
64.659
28.187 7.684
35.871
n.d.
n.d.
35.761
Rendimento unitario (in
Diritti evasi (in milioni)
milioni)
Violaz. Violaz. Totale Violaz. Violaz. Totale
amm.ve penali
violaz. amm.ve penali violaz.
n.d.
n.d.
46.385
0,28
n.d.
n.d.
n.d.
72.548
54.297 126.845
0,76
9,87
1,26
66.670 145.382 212.052
0,62 24,57
1,88
65.997 112.749 178.746
1,12 19,66
2,76
58.466
74.919 133.385
2,07
9,75
3,72
n.d.
n.d.
314.970
8,81
162
5.4.2.- Analisi comparata, a livello comunitario, dell’attività di controllo
5.4.2.1.- Quadro complessivo di raffronto
Elementi di valutazione delle modalità e dei risultati conseguiti dalla nostra
Amministrazione doganale possono essere ricavati dalla comparazione con gli altri Stati
membri dell’Unione, soprattutto per quanto riguarda l’attività di controllo, sulla base delle
risultanze della relazione predisposta dalla Commissione delle Comunità Europee ai sensi
dell’art. 17, par. 3, del Regolamento (CEE; Euratom) n. 1552/89 del Consiglio del 29
maggio 1989, relativa all’esercizio 1998.
Sulla base delle relazioni semestrali inviate dagli Stati membri sono stati raccolti ed
esaminati i dati concernenti il numero delle dichiarazioni trattate da ogni Amministrazione
nazionale allo stadio dell’importazione ed allo stadio del controllo (a posteriori), il
personale addetto ai controlli, i casi di frode accertati e gli importi recuperati.
Tenuto conto delle obiettive difficoltà di armonizzare i dati e, conseguentemente, di
disporre di informazioni contabili coerenti sulla base delle quali procedere a proficue
comparazioni, la relazione relativa all’esercizio 1998, pubblicata nel 2000, rappresenta il
primo documento complessivo ed organico di analisi in grado di fornire un quadro
attendibile dell’attività di controllo svolta dagli Stati membri per prevenire e reprimere le
irregolarità e le frodi.
Sulla base dei dati riportati nel detto documento, è possibile desumere un quadro
globale i cui tratti più salienti sono sintetizzati nella Tabella 62, tratta dalla relazione di
sintesi delle comunicazioni degli Stati membri relative all’attività e ai risultati dei
controlli per l’anno 1998, e negli allegati da 9 a 13:
163
Tabella n. 62 - Attività di controllo degli Stati membri
Personale
Personale totale
totale addetto
% di
Media delle
addetto ai controlli
Dichiarazioni
Stati Dichiarazioni
dichiarazioni
ai servizi
dichiarazioni
controllate dopo
dopo lo
membri
accettate
controllate dopo
doganali a
controllate per
lo sdoganamento
sdoganamento a
lo sdoganamento
persona
livello
livello nazionale
nazionale
(1)
(2)
(3)
(4)=(3)/(2)
(5)
(6)
(7)=(3)/(6)
4.349.229
300.756
6,92
4.135
485
620
B
DK
1.211.011(1)
79.980(1)
(2)
6,6
743
45
1.777
(3)
D
EL
24.900.000
957.634
615.315
243.455
2,47
25,42
26.170
3.882
5.320
162
E
4.065.566
388.609(5)
9,6
3.964(6)
284
1.368
9.731.275
(7)
666
1.221
F
IRL
I
L
NL
A
P
FIN
S
UK
(9)
698.365
11,9
19.656
(8)
116
1.503
811.748
6.646.156
9.950
114.895
1,22
1,73
550
6.142
30
829
332
139
45.753
4.277(10)
9,35
125
15
285
31.246.637
(11)
5.471.853
428.310
1.721.554
(16)
1.370.000
5.248.367
1.732.550
181.438
(15)
(12)
(14)
……
93.930
51.000
……
(13)
5,54
5.481
4.603
3,32
4.567
182
997
……
1.101
355
……
5,46
2.327
3,72
……
2.434
(18)
2.839
(19)
142
82
(17)
(18)
106
(19)
376
661
621
……
Rinvii:
(1) Si tratta del numero delle linee tariffarie.
(2) Per i controlli delle imprese, non è disponibile il numero di dichiarazioni controllate.
(3) Questa cifra riguarda soltanto i controlli nelle imprese.
(4) Questa cifra comprende 1.044.454 dichiarazioni d'importazione.
(5) Questa cifra corrisponde alle sole dichiarazioni d'importazione che sono state oggetto di un controllo per sondaggio.
(6) Di cui 309 persone assegnate ai servizi centrali e compresi i servizi di sorveglianza.
(7) Si tratta dei controlli su documenti dopo sdoganamento effettuati dai servizi specializzati regionali (CERDOC),non
comprese le azioni globali di controllo.
(8) Personale totale comprendente i quadri superiori e il personale dei laboratori.
(9) In questa cifra figurano 470.540 dichiarazioni d'importazione.
(10) Dichiarazioni selezionate con il sistema automatizzato (SADBEL), dichiarazioni manuali e dichiarazioni
controllate dall'ispettorato di Audit.
(11) Questa cifra comprende 25.420.799 dichiarazioni d'importazione e 3.593.821 dichiarazioni di transito.
(12) Questo totale include le dichiarazioni per via informatica e le dichiarazioni nel settore agricolo.
(13) La cifra comprende 23 funzionari del Ministero dell'agricoltura ma non tiene conto del personale di ricerca e
d'indagine fiscali (FIOD).
(14) Questa cifra comprende 954 casi composti da parecchie dichiarazioni.
(15) Non esiste un inventario affidabile di questo tipo di controlli.
(16) Questo totale include importazioni ed esportazioni e, in particolare, 418.189 operazioni di transito.
(17) Non tutto questo personale è assegnato a pieno tempo a questo tipo d'attività.
(18) In persone/anno.
(19) Personale in servizio presso gli uffici doganali frontalieri e interni.
164
Nella Tabella 62 è operato il confronto tra le dichiarazioni accettate, le dichiarazioni
controllate dopo lo sdoganamento (presso le imprese) ed il personale addetto a tale
controllo, indicando anche la percentuale di dichiarazioni controllate ed il rapporto tra
dichiarazioni controllate e numero di addetti. Pur nella consapevolezza che il confronto
risente delle non omogeneità dei dati forniti dai singoli Stati membri, e nelle note
all’allegato specificate, si è, per la prima volta, in presenza di una serie di informazioni che
riguardano le stesse attività per tutti gli Stati membri.
In Italia, su 6.646.156 dichiarazioni accettate ne vengono controllate dopo lo
sdoganamento 114.895, pari all’1,73%. Il Dipartimento ha peraltro precisato che il dato
riportato nella relazione è errato per eccesso, in quanto taluni uffici hanno erroneamente
indicato non solo le dichiarazioni di immissione in libera pratica e le altre dichiarazioni che
avevano dato luogo alla riscossione delle risorse proprie tradizionali, ma anche altre
dichiarazioni. Parimenti errato risulta il numero dei controlli a posteriori, poiché alcuni
uffici doganali hanno incluso anche i controlli effettuati all’atto dello sdoganamento.
Negli altri Paesi la percentuale oscilla tra il 25,42 % della Grecia, l’11,90 % Francia,
il 9,60% della Spagna, il 5,54% dei Paesi Bassi %, il 2,47% della Germania e l’1,22%
dell’Irlanda.
Il nostro Paese si colloca, quindi, al penultimo posto per quanto riguarda il numero
delle dichiarazioni controllate ed al terzo per numero del personale addetto (829 unità), con
una media di dichiarazioni controllate di 139 pro-capite, al penultimo posto nella media
europea. E’ significativo rilevare che Germania e Paesi Bassi destinano ai controlli presso le
imprese rispettivamente 5.320 e 4.603 unità; la Francia vi destina 666 unità, con una media
di verifiche per persona pari a 1.221.
Sempre nella Tabella 62 viene confrontata la situazione globale dell’attività di
controllo degli Stati membri per gli esercizi dal 1996 al 1998.
La situazione italiana, come risulta dal prospetto sottostante, si caratterizza per
l’aumento progressivo delle dichiarazioni accettate e del personale addetto ai controlli dopo
lo sdoganamento, ma contraddittoriamente, per la una drastica riduzione del numero dei
controlli a posteriori a partire dall’anno 1997.
Anni
Dichiarazioni
accettate
Dichiarazioni controllate
dopo lo sdoganamento
Personale addetto ai controlli
dopo lo sdoganamento
1996
4.852.713
1.262.397
754
1997
5.940.066
85.096
852
1998
6.646.156
114.895
829
Negli altri Paesi europei la tendenza è del tutto opposta, con un forte aumento del
numero delle dichiarazioni controllate nel 1998: Francia da 180.330 nel 1997 a 813.028;
Spagna: da 12.636 a 388.609; Germania: da 32.430 a 615.315. Si tratta, come si vede, di
dati che inducono a dubitare che la nozione di controllo assunta sia in realtà la stessa o che
con lo stesso termine si intendano, invece, cose diverse.
Tale interrogativo è rafforzato dalla considerazione che l’inadeguatezza delle
informazioni fornite non ha consentito alla Commissione ed agli organi comunitari di
valutare, alla luce delle situazioni concretamente constatate e dei risultati concretamente
conseguiti, il funzionamento dei controlli predisposti dagli Stati membri, per assolvere il
compito di individuare le disfunzioni dei sistemi nazionali di lotta antifrode e di
suggerire i rimedi adeguati agli stati membri interessati. Gli esercizi condotti, come
165
dimostra l’esame dei dati della Tabella 62, sono risultati sostanzialmente sterili, proprio
per la parzialità e la disomogeneità dei dati forniti dagli Stati membri anche in materia
di risorse proprie tradizionali. Un esame, sia pure sommario, di tali dati basta, infatti, a
rendere evidente l’anomalia che si riscontra per quanto riguarda il numero delle
dichiarazioni accertate: nonostante le ben maggiori dimensioni economiche, l’Italia ha
nel 1998 fatto registrare un numero di dichiarazioni che equivale ad appena un quinto di
quello dell’Olanda: poco più di 6,6 milioni, a fronte di oltre 31,2 milioni. L’anomalia
può essere in parte sicuramente spiegata con la preferenza accordata dagli operatori ai
porti di quel paese per la loro maggiore efficienza, ma è anche da ritenere che ciò possa
in parte dipendere, sia da una diversità nella nozione di “dichiarazione accettata”, sia
dall’esistenza di altre ragioni più o meno patologiche – che andrebbero accertate – che
portano a concentrare un così gran numero di dichiarazioni su un piccolo paese
dell’Unione.
Perplessità insorgono, peraltro, anche con riguardo, sia alla percentuale di
dichiarazioni controllate dopo lo sdoganamento, sia allo stesso numero di addetti
doganali: è evidente, ad esempio, che il dato di 6.142 unità indicato per l’Italia non tiene
conto del numero degli agenti della Guardia di finanza addetti ai servizi doganali, così
come parziale appare quello del Regno Unito (2.839), mentre comprensivi di altri
servizi (guardia costiera, gestione accise, ecc.) sono sicuramente i dati relativi a Francia
(19.656) e Germania (26.170).
L’Amministrazione condivide queste considerazioni della Corte circa la
sostanziale non confrontabilità dei risultati dell’attività di controllo tra i diversi paesi
dell’Unione per “la parzialità e la disomogeneità dei dati forniti dagli Stati membri
anche in materia di risorse proprie tradizionali”. Tale problematica – segnalata anche
dalla Commissione europea nell’ambito di specifiche indagini – è, da ricondurre, ad
avviso dell’Amministrazione, principalmente a divergenze interpretative tra i vari Stati
membri sull’oggetto stesso delle indagini.
Tali perplessità possono peraltro apparire incomprensibili se si considera che,
come si è già accennato, la Tavola è stata costruita con dati richiesti agli Stati sulla base
di un modello armonizzato messo a punto nel 1997, proprio a seguito della ripetuta
constatazione dei forti divari tra le relazioni nazionali e delle divergenze di
interpretazione di alcuni concetti fondamentali. Il fatto è che ancora per il 1997 la
Commissione aveva ritenuto di non essere tuttora in grado di trarre conclusioni
totalmente valide, poiché “mancavano dati comparabili e, in alcuni casi, perfino
attendibili”. Per il 1998, pur constatando un netto miglioramento nella presentazione dei
dati da parte degli Stati membri, la Commissione ha continuato ad evidenziarne
l’incompletezza e l’eterogeneità e si è essa stessa interrogata sul significato da attribuire
alle apparenti anomalie che emergono dai raffronti operati: evoluzione nel numero delle
dichiarazioni non giustificata dalla variazione delle transazioni; anormale divario tra il
peso relativo di alcune amministrazioni nazionali negli accertamenti totali, da un lato, e
nei recuperi totali, dall’altro; il contraddittorio andamento nel numero dei casi di frode
comunicati; il contraddittorio andamento per alcuni Stati tra numero degli accertamenti
(in forte aumento) ed importi accertati (in sensibile diminuzione); sensibile aumento del
tasso di recupero in nove Stati e diminuzione in altri sei; incongruenze tra importi
accertati ed importi iscritti nell’apposita contabilità separata (contabilità B).
Anche per il 1998 la Commissione conclude, pertanto, che la comparazione dei
dati denota forti divari nell’interpretazione del concetto di “frode e irregolarità”, che in
166
vari casi non è corretta, con il risultato che ne risulta spesso un’immagine poco
verosimile del volume della frode individuata o un’immagine difficilmente
interpretabile dell’attività delle amministrazioni.
Proprio in ragione di tali difficoltà ed allo scopo di pervenire ad una univoca
definizione di parametri di misurazione dei risultati che possano consentire il confronto
tra le attività poste in essere dalle Amministrazioni doganali dei diversi Stati Membri, la
Commissione europea, come riferito dall’Amministrazione, ha avviato un apposito
gruppo di lavoro già operativo, incaricato di predisporre una griglia di attività/prodotti
confrontabili.
167
5.4.2.2– Attività di contrasto delle frodi e delle irregolarità
Tenendo presenti le considerazioni appena svolte sui limiti di affidabilità dei dati
presi a base dell’analisi, si può passare all’esame della Tabella 63, in cui sono indicati il
numero di casi di frode e di irregolarità individuati, gli importi accertati e gli importi
recuperati41. In Italia il numero degli illeciti è stato pari a 4.414, con importi accertati pari a
26.599.948 € ed importi recuperati pari a 5.065.210 €. Il tasso di recupero si attesta sul
19,04 % e rappresenta il 3,6 % del totale dei recuperi a livello comunitario, collocando il
nostro Paese al 10^ posto nella graduatoria europea, contrariamente a quanto invece accade
per l’entità degli importi accertati rispetto alla quale l’Italia, con 26,6 milioni di euro,
occupa il 5^ posto, preceduta da Regno Unito, Paesi Bassi, Belgio e Francia.
Tabella n. 63 - Frodi e irregolarità: importi accertati e già recuperati
Stati Numero
membri di casi
(1)
B
DK
D
EL
E
F
IRL
I
L
NL
A
P
FIN (2)
S
UK (3)
EUR - 15
(2)
% degli accertamenti
% dei recuperi
Importi già
Importi
rispetto al totale EUR
rispetto al totale
recuperati
accertati
15
EUR 15
(3)
12.701 43.340.242
3.498 19.120.826
290
24.236.751
1.781
5.242.674
12.828 21.412.278
12.243 42.198.908
1.159
5.405.318
4.414 26.599.948
8
85.120
16.641 43.654.564
15.474 12.539.555
463
202.348
5.024
3.047.336
25.936 14.367.089
13.194 112.511.528
126 373.964.485
Tasso di
recupero
"Lordo"
(4)
(5)
(6)
(7)=(5)/(3)
11,59%
5,11%
6,48%
1,40%
5,73%
11,28%
1,45%
7,11%
0,02%
11,67%
3,35%
0,05%
0,81%
3,84%
30,09%
100,00%
8.299.009
16.515.907
5.095.808
295.671
14.582.067
8.760.277
3.610.475
5.065.210
73.383(1)
37.561.204
6.105.713
171.754
2.668.209
13.887.633
18.047.642
140.739.962
5,90%
11,74%
3,62%
0,21%
10,36%
6,22%
2,57%
3,60%
0,05%
26,68%
4,34%
0,12%
1,90%
9,87%
12,82%
100,00%
19,15%
26,38%
21,03%
5,64%
68,10%
20,76%
66,79%
19,04%
86,21%
86,04%
48,69%
84,48%
87,56%
96,66%
16,04%
37,63%
(il tasso di cambio dell'euro utilizzato nelle tabelle rappresenta il tasso medio per il 1998)
Rinvii:
(1) Questo totale comprende un importo di 3.000 euro circa che corrisponde al prodotto della vendita
pubblica in seguito alla confisca della merce.
(2) L'informatica non distingue gli importi frodosi recuperati dagli altri tipi di recupero. Gli importi
relativi ai casi inferiori a 10.000 euro si presumono recuperati.
(3) Le colonne 3, 5 e 6 riguardano solo debiti superiori a 10.000 euro.
41
Nell’analisi dei dati è opportuno ricordare che il numero dei casi di frodi e irregolarità è poco omogeneo in
quanto non sembra che tutti gli Stati abbiano comunicato la totalità delle infrazioni; inoltre si può ipotizzare
un’interpretazione non conforme, per tutti i paesi, della nozione di frode e irregolarità (comunicazione solo
degli importi superiori a 10.000 €)
168
Dall’analisi dei dati relativi alle frodi e alle irregolarità accertate negli esercizi dal
1995 al 1998, sempre senza dimenticare i problemi di scarsa omogenei dei dati, emerge che
(allegato 7) in Italia il numero di casi accertati è notevolmente aumentato dal 1995 al 1996
(da 1.300 a 4.232), mantenendosi sostanzialmente stabile nel biennio successivo
(rispettivamente 4.264 e 4.414 nel 1997 e 1998). Diverso andamento seguono, invece, gli
importi accertati che risultano in aumento dal 1995 al 1997 (rispettivamente 20, 48 e 107
milioni di euro), con un forte calo nel 1998 (a 27 milioni di euro). Il dato più significativo è
però quello del tasso di recupero lordo che, nel 1998, colloca il nostro paese a pari merito
con il Regno Unito, al penultimo posto nell’elenco degli Stati membri, con appena il
19,04%, seguiti solo dalla Grecia (5,64%). Tale risultato sembra ancora più significativo se
si considera che ben 8 paesi su 15 presentano un tasso di recupero superiore al 50%. Ancora
più eclatante è il risultato del recupero nel 1997, quando, a fronte di accertamenti pari a 107
milioni di euro (corrispondenti al 22% del totale), si rileva un tasso di recupero di circa il
4%.
In materia di risorse proprie tradizionali devono essere contabilizzati tutti gli
importi accertati. Sono contabilizzati in “Contabilità A” gli importi recuperati o garantiti e
non contestati e nella “Contabilità B” gli importi non recuperati e che, pur coperti da una
garanzia, sono oggetto di contestazione. Una parte importante delle frodi e delle irregolarità
individuate è oggetto di contestazione o è priva di garanzia, e per questi motivi viene iscritta
nella “Contabilità B”. Nell’allegato 8 sono evidenziati gli importi accertati e gli importi
iscritti in “Contabilità B”. Nel 1998 per ben 8 paesi, compresa l’Italia, si riscontra che gli
importi iscritti in “Contabilità B” sono superiori agli importi totali accertati. Tali differenze
negative potrebbero essere, almeno in parte, spiegate con il fatto che gli Stati hanno
comunicato solo i casi di frodi e di irregolarità per somme superiori a 10.000 €,
contrariamente alle indicazioni del modello di relazione annuale che prevede che le
comunicazioni siano effettuate a prescindere dalle soglie di valore.
In Italia gli importi accertati nel 1998 ammontano a 26.599.948 € e gli importi
iscritti in contabilità B sono stati pari a 59.039.000 €, con un saldo negativo di 32.439.052
€. Tale saldo negativo si riscontrava già nel 1995 e 1996, rispettivamente per –37 milioni e
–13 milioni di euro.
Per la Germania, la Francia, l’Italia, l’Austria, il Portogallo e il Regno Unito questa
differenza negativa è ricorrente e nel 1998 riguarda anche altri Stati membri; tale situazione
è anomala, perché l’importo totale accertato a titolo di proventi derivanti dal contrasto delle
frodi e delle irregolarità non può essere inferiore all’importo iscritto nella contabilità
separata. Non tutti gli importi relativi a frodi e irregolarità sono infatti contestati o privi di
garanzia.
169
5.4.2.3.- Tipologie delle frodi e delle irregolarità
Nell’allegato 9 viene rappresentata una valutazione quantitativa dei casi di frode e di
irregolarità suddivisi per Stato membro e per regime doganale. L’80,8 % delle frodi
riguarda l’immissione in libera pratica, seguito dal transito, che rappresenta il 10,6 %: si
tratta di una situazione comune a tutti gli Stati membri.
In Italia il numero delle frodi relative all’immissione in libera pratica è di 4.208, al
nono posto nella graduatoria europea, che vede ai primi posti Svezia, Regno Unito, Paesi
Bassi ed Austria. L’allegato 10 contiene la ripartizione per Stato membro delle frodi e delle
irregolarità per tipo di infrazione nel settore della libera pratica.
In Italia dal punto di vista quantitativo il maggior numero di casi riguarda la
mancata dichiarazione, seguita dalla errata designazione delle merci o da errori di
classificazione e dall’indicazione di errata origine; dal punto di vista monetario l’incidenza
maggiore è di gran lunga quella relativa a errata dichiarazione di origine (10.077.738 euro),
seguita da inesatta indicazione di valore (3.150.696).
170
5.4.2.4.- Linee di tendenza
Dall’esame complessivo dei dati emergono alcune linee di tendenza:
-
un aumento generale delle percentuali di controllo cui corrisponde per l’Italia dopo il
1997, un netto calo delle dichiarazioni definite come controllate – da 1.262.397 a
85.096 – per effetto dell’introduzione della procedura automatizzata “canale verde”, che
opera, appunto, un riscontro automatico delle dichiarazioni che, in base ai criteri
prestabiliti, non devono essere assoggettate a controllo da parte dei doganieri. La
differenza è pertanto dovuta all’estensiva nozione di controllo inizialmente assunta in
Italia a fronte di quella ben più restrittiva da ultimo adottata;
-
un moderato aumento del personale addetto ai servizi doganali e delle unità
addette ai controlli;
-
il tasso medio di recupero è pari circa al 37,63% (per l’Italia circa il 19,4%);
-
un aumento del numero dei casi di frode accertati nel periodo dal 1995 al 1998;
-
la differenza negativa risultante dal confronto tra gli importi accertati e gli
importi iscritti nella contabilità B negli anni 1995-1998 (per l’Italia la differenza
negativa è ricorrente, salvo il 1997, e nel 1998 riguarda un numero record di Stati);
-
i settori più colpiti dalla frode sono la libera pratica ed il transito esterno;
-
le infrazioni più numerose riguardano gli errori nella designazione delle merci o
la classificazione tariffaria (26,2%), seguiti dalle false dichiarazioni di valore (23%) ed
infine dai casi di introduzione irregolare nel territorio doganale della Comunità; per
quanto riguarda, invece, gli importi, sono interessate principalmente le errate
designazioni delle merci (21%) e le false dichiarazioni di valore (17,1%); l’Italia è in
assoluto il Paese che registra le lacune più vistose nelle dichiarazioni di origine.
Le analisi fin qui effettuate si basano su dati che necessitano tuttavia di correttivi,
considerato che, per quanto riguarda l’Italia, pur volendo prescindere dalla differenze con
gli altri paesi ed a parte le considerazioni già svolte, la relazione che contiene tali dati è
stata redatta sulla base delle informazioni all’uopo richieste a tutti gli uffici doganali,
raccolte e riepilogate poi dalle direzioni compartimentali e, infine, raccolte e riepilogate,
a livello nazionale, dalla competente Direzione Centrale dei Servizi Doganali.
Il numero delle dichiarazioni accettate dagli uffici doganali nel corso dell’anno
1998 avrebbe dovuto riguardare le dichiarazioni di immissione in libera pratica e le altre
dichiarazioni che avevano dato luogo alla riscossione di risorse proprie tradizionali, ma,
a causa di un’errata interpretazione delle regole di compilazione dei prospetti di cui si
compone la relazione, taluni uffici hanno incluso anche le altre dichiarazioni. Per tale
motivo, il dato riportato nella relazione (6.646.156) risulta errato per eccesso. Il numero
di controlli a posteriori (114.895) risulta, parimenti, errato per eccesso, poiché taluni
uffici doganali hanno incluso in tale dato i controlli effettuati all’atto dello
sdoganamento.
Come evidenziato dalla Commissione Europea nel documento COM(2000)107
del 29 febbraio 2000, questo primo sistema sperimentale di rendicontazione ha fatto
registrare dubbi e perplessità da parte di tutte le Amministrazioni doganali degli Stati
membri, e ciò, anche per la scarsa chiarezza e l’incompletezza delle relative regole, oltre
che di traduzioni dei documenti originali non sempre corrette.
171
Per eliminare i suddetti inconvenienti, l’Amministrazione doganale italiana ha
deciso di intraprendere una serie di iniziative mirate al perfezionamento del sistema di
rendicontazione in questione, prevedendo, già a partire dalla relazione relativa all’anno
2000, la raccolta dei dati direttamente dal sistema informativo doganale, nel quale ora
sono finalmente inseriti i dati relativi a tutte le dichiarazioni doganali presentate e quelli
relativi ai controlli effettuati dagli uffici doganali, sia all’atto dello sdoganamento che a
posteriori.
In quest’ottica, l’Amministrazione ha proceduto, altresì, all’informatizzazione
della contabilità separata, di cui all’art. 6, paragrafo 3, lettera b), del regolamento n.
1150/2000 (c.d. contabilità “B”). Le relative procedure sono già state realizzate e
dovevano essere messe in esercizio nel corso del primo trimestre del 2002.
172
5.5.- I rapporti con l’utenza.
La realizzazione del mercato interno ha influito in modo significativo, non solo sulle
modalità di accertamento dei tributi e sulla loro entità quantitativa, ma anche sulla
evoluzione dei servizi doganali in relazione alla mutata domanda dei servizi stessi.
Gli adeguamenti organizzativi e strutturali posti in essere dall’allora Dipartimento
delle Dogane per far fronte ai nuovi compiti istituzionali demandati alle dogane
comunitarie, nonché per conseguire livelli di efficacia e di efficienza adeguati agli standards
operativi delle Amministrazioni degli altri Stati membri sono già stati analizzati al
precedente capitolo 3 della presente relazione.
L’Amministrazione doganale deve, peraltro, confrontarsi anche con le aspettative
degli operatori economici ed individuarne le specifiche reali esigenze per poter assicurare
un servizio in grado di erogare prestazioni soddisfacenti: in un quadro di legislazione
comunitaria che rende il flusso delle merci ed i connessi controlli sempre più “fungibili”
nell’ambito degli Stati membri, le scelte degli operatori sono guidate soprattutto dalla
valutazione sull’efficienza ed sull’economicità dei sistemi doganali nazionali.
Le amministrazioni doganali europee più dinamiche ed attente hanno
immediatamente avvertito la necessità di misurarsi con l’adozione di nuovi modelli
organizzativi e gestionali, in grado non solo di consentire all’Amministrazione il migliore
utilizzo delle risorse disponibili, ma anche di garantire agli operatori il mantenimento e la
conquista di spazi di mercato.
Ispirandosi all’esempio delle amministrazioni dell'Europa del nord che hanno per
prime introdotto, nel proprio ambito, i principi e i metodi del Total Quality Management –
TQM – anche l’allora Dipartimento italiano delle dogane e delle imposte indirette intuì
l'importanza di operare gradualmente in un’ottica di qualità totale, avviando, a partire dal
1995, il “Programma QUALITÀ”, avvalendosi, a tal fine, anche della collaborazione di
società di consulenza aziendale specializzate in materia di TQM.
La metodologia TQM sottolinea l’importanza di fattori, scarsamente analizzati in
passato, quali:
•
L’orientamento al cliente, che comporta che venga valutato l’impatto
esterno che possono avere le strategie gestionali / organizzative e i metodi operativi adottati
•
La comunicazione e l’integrazione interna orizzontale/verticale, in modo da
ottenere il pieno coinvolgimento, sia dei vertici, sia di tutti i livelli operativi
dell’organizzazione
•
Il passaggio da metodi di pianificazione basati su dati statistici e serie
storiche a metodi di gestione strategica, che si avvalgono di informazioni più elaborate e
complete
•
L’innovazione organizzativa e il miglioramento continuo
Molto sinteticamente, il TQM fa della qualità totale il paradigma e la finalità delle
attività di qualsiasi organizzazione, pubblica o privata, collegando tra loro, in modo nuovo,
le scelte di tipo tecnico, economico – finanziario, le strategie aziendali rivolte al mercato, la
formazione e la preparazione del personale a tutti i livelli.
Il programma “Qualità” del Dipartimento delle Dogane si è concentrato sui passaggi
essenziali della teoria TQM e ha cercato di tradurli in pratica realizzando le seguenti
iniziative:
173
•
Formazione del personale dirigenziale, sia centrale che periferico, effettuata
nel corso di quattro seminari tenutisi a Venezia, Milano, Roma e Napoli negli anni
1995/1996.
•
Creazione della struttura addetta al Servizio QUALITÀ presso la Direzione
Generale e dei Referenti QUALITÀ a livello compartimentale.
•
Formazione dei funzionari assegnati alle strutture di cui sopra, al fine di
ottenere il coinvolgimento del personale chiamato a realizzare il Programma QUALITÀ
avviato dall’Alta Direzione.
•
Realizzazione e diffusione del primo QUESTIONARIO (anni 1997/1998)
diretto a conoscere il grado di soddisfazione degli utenti su tutto il territorio nazionale. Il
questionario, essendo la prima esperienza in materia dell’Amministrazione doganale, era
particolarmente mirato alla rilevazione delle aspettative degli utenti e della relativa
percezione del servizio offerto, mediante la richiesta di giudizi “overall”, vale a dire di
carattere complessivo sui vari aspetti del servizio, senza entrare nel merito delle singole
attività.
•
Il soddisfacente esito del primo questionario, sia in termini di interesse
suscitato presso gli utenti, dimostrato dall’elevato numero di risposte pervenute, sia in
termini di contenuto delle risposte stesse, hanno spinto il Dipartimento alla progettazione di
un più completo “Sistema di ascolto” degli utenti delle Dogane, oltretutto in attuazione
della Direttiva del Ministro per l’anno 1999.
In tale ottica, l’allora Dipartimento delle Dogane ha avviato una indagine sulla
“customer satisfaction” per ottenere indicazioni in ordine alla percezione, complessiva ed
analitica, della qualità del servizio da parte dell’utenza, nonché ai settori da migliorare, con
l’obiettivo di aumentare la convenienza dell’utilizzo del sistema doganale italiano.
L’indagine è stata focalizzata su cinque processi chiave:
1.
sdoganamento in procedura ordinaria;
2.
sdoganamento in procedura semplificata;
3.
verifiche in azienda;
4.
autorizzazioni al traffico di perfezionamento attivo ed al traffico di
perfezionamento passivo;
5.
ricorsi.
Il campione è stato composto secondo le seguenti stratificazioni:
A) Categoria di appartenenza dei clienti:
* spedizionieri doganali,
* vettori dichiaranti,
* importatori/esportatori diretti,
* titolari di depositi.
B) Tipologia di dogana:
* dogana interna,
* dogana di confine terrestre,
* dogana portuale,
* dogana aeroportuale.
C) Volume di traffico delle dogane
* alto (più di 150.000 operazioni l’anno),
* medio (da 30.000 a 150.000 operazioni l’anno),
* basso (meno di 30.000 operazioni l’anno).
D) Numero di operazioni per operatore:
174
* meno di 200,
* da 201 a 1.000,
* da 1.001 a 3.000,
* da 3.001 a 10.000,
* più di 10.000.
La valutazione globale (“overall”) dei servizi resi dalle dogane e, più in dettaglio, di
taluni processi è indicata nella Tabella 64: su una scala di giudizio da 1 a 10, i risultati
hanno evidenziato una valutazione nel complesso sufficiente, con la sola eccezione del
settore contenzioso (4.5), che costituisce una notevole criticità, e dei clienti più esperti e/o
con un elevato numero di operazioni, che hanno aspettative di servizio mediamente più
elevate.
Tabella n. 64
Valutazione globale dei servizi resi dalle Dogane
Globale Spedizionieri
Overall Dogane Italiane
6.4
Overall Dogana più
utilizzata
Overall Sdoganamento in
procedura ordinaria
Overall Sdoganamento in
procedura semplificata
Overall Verifiche
6.7
Vettori
Imp/Exp Titolari di
dichiaranti
diretti
deposito
6.2
6.3
6.8
6.5
6.9
6.9
6.7
6.9
6.8
7.8
8
7.3
7.9
8.2
7.1
7.2
6.9
7.1
7.3
Overall TPA e TPP
7
7.1
6.8
6.9
7.2
Overall Ricorsi
5
5.4
5.4
4.5
Una valutazione interpretativa dei dati contenuti nella Tabella precedente può essere
esemplificata dalle informazioni, fornite dall’Amministrazione, riportate nel sottostante
schema (Tabella 65), mentre i fattori di qualità di maggiore importanza per l’utenza sono
indicati nella Tabella 66.
175
Tabella n. 65
Interpretazione della valutazione globale
Aspetti comuni e trasversali
Possibile interpretazione
Le dogane di confine terrestre Alle dogane di confine la situazione è sempre molto
hanno mediamente risultati più convulsa e gli utenti hanno grandi aspettative di
negativi e le interne più positivi
rapidità. Molte procedure operative sono state
progettate esplicitamente per le dogane interne
Le dogane a basso volume di Nelle dogane a basso volume i clienti possono
traffico
hanno
mediamente relazionarsi con maggiore tranquillità con gli operatori.
valutazioni migliori
Possono esserci anche legami con la distribuzione
dell’organico non proporzionale a reali volumi di
traffico
I clienti con alto numero di Sono clienti molto esperti, spesso abituati a muoversi
operazioni (classi 3.000-10.000 e su scenari internazionali, che hanno aspettative di
> di 10.000) danno mediamente servizio molto elevate
valutazioni più negative
Chi ha fatto almeno un ricorso L’esperienza del ricorso, al di là del parere finale,
esprime su ogni aspetto giudizi più condiziona in maniera negativa il rapporto con le
negativi di chi non ha fatto ricorsi dogane
Chi presenta la dichiarazione Rappresentano una tipologia di clientela con aspettative
doganale in maniera telematica molto elevate
esprime su ogni aspetto giudizi più
negativi di chi non la usa
Tabella n. 66
Fattori ritenuti di maggiore importanza per l’utenza
Dogane in generale
•
Rapidità
Fattori relativamente più •
Semplicità
importanti
procedure
•
Competenza
•
Imparzialità
Fattori
relativamente trattamento
meno importanti
•
Chiarezza circolari
Dogana più utilizzata
•
Rapidità
•
Competenza
personale
•
Semplicità
procedure
•
Chiarezza circolari
•
Consulenza
Non si è a conoscenza delle conclusioni tratte dalla somministrazione del secondo
questionario, progettato nell’anno 2000 e che, derivato dalle risultanze del primo, mirava a
consentire l’esatta identificazione dei processi lavorativi relativi alle “aree critiche” emerse,
al fine di realizzare concreti interventi correttivi od azioni di miglioramento.
Dalla analisi delle informazioni raccolte si desumono le seguenti indicazioni di
carattere generale:
176
la categoria degli utenti più critici è risultata quella dei vettori-dichiaranti, la cui
valutazione è particolarmente importante ai fini dell’indirizzo dei traffici;
la dichiarazione telematica è praticata ancora solo da una minoranza e, invece di
rappresentare un elemento di soddisfazione per l’utenza, costituisce un fattore di
insoddisfazione, addebitabile, in parte, a carenze della procedura stessa ed in parte
al target degli utilizzatori, che rappresentano una categoria particolarmente evoluta,
perché informata sulle pratiche dei sistemi concorrenti, e quindi esigente;
la valutazione complessiva sulla semplificazione delle procedure, che, insieme alla
rapidità, rappresenta l’aspetto cui viene attribuita maggiore importanza, è appena
sufficiente;
il 42% degli intervistati ritiene che da parte dell’Amministrazione venga data enfasi
agli aspetti formali piuttosto che sostanziali;
le procedure domiciliate sono molto apprezzate da tutte le categorie di utenti, al pari
del “canale verde”.
Per quanto concerne l’attività di informazione e di assistenza fornita agli operatori
economici, sono stati istituiti appositi canali e servizi.
In primo luogo sono presenti presso la Direzione Generale, le Direzioni
compartimentali, le Direzioni delle Circoscrizioni doganali e gli Uffici Tecnici di Finanza
gli Uffici per le relazioni con il pubblico (URP) incaricati di svolgere le attività previste
dall’art. 12 del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 2942.
42
Art. 12 - Ufficio relazioni con il pubblico
1. Le amministrazioni pubbliche, al fine di garantire la piena attuazione della legge 7 agosto 1990, n. 241,
individuano, nell'ambito della propria struttura e nel contesto della ridefinizione degli uffici di cui all'articolo
31, uffici per le relazioni con il pubblico.
2. Gli uffici per le relazioni con il pubblico provvedono, anche mediante l'utilizzo di tecnologie informatiche:
a) al servizio all'utenza per i diritti di partecipazione di cui al Capo III della legge 7 agosto 1990, n. 241;
b) all'informazione all'utenza relativa agli atti e allo stato dei procedimenti;
c) alla ricerca ed analisi finalizzate alla formulazione di proposte alla propria amministrazione sugli aspetti
organizzativi e logistici del rapporto con l'utenza.
3) Agli uffici per le relazioni con il pubblico viene assegnato, nell'ambito delle attuali dotazioni organiche delle
singole amministrazioni, personale con idonea qualificazione e con elevata capacità di avere contatti con il
pubblico, eventualmente assicurato da apposita formazione.
4. Al fine di assicurare la conoscenza di normative, servizi e strutture, le amministrazioni pubbliche
programmano ed attuano iniziative di comunicazione di pubblica utilità; in particolare, le amministrazioni dello
Stato, per l'attuazione delle iniziative individuate nell'ambito delle proprie competenze, si avvalgono del
Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri quale struttura centrale
di servizio, secondo un piano annuale di coordinamento del fabbisogno di prodotti e servizi, da sottoporre
all'approvazione del Presidente del Consiglio dei Ministri.
5. Per le comunicazioni previste dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, non si applicano le norme vigenti che
dispongono la tassa a carico del destinatario.
5/bis. Il responsabile dell'ufficio per le relazioni con il pubblico e il personale da lui indicato possono
promuovere iniziative volte, anche con il supporto delle procedure informatiche, al miglioramento dei servizi
per il pubblico, alla semplificazione e all'accelerazione delle procedure e all'incremento delle modalità di
accesso informale alle informazioni in possesso dell'amministrazione e ai documenti amministrativi.
5/ter. L'organo di vertice della gestione dell'amministrazione o dell'ente verifica l'efficacia dell'applicazione
delle iniziative di cui al comma 5/bis, ai fini dell'inserimento della verifica positiva nel fascicolo personale del
dipendente. Tale riconoscimento costituisce titolo autonomamente valutabile in concorsi pubblici e nella
progressione in carriera del dipendente. Gli organi di vertice trasmettono le iniziative riconosciute ai sensi del
presente comma al Dipartimento della Funzione Pubblica, ai fini di un'adeguata pubblicizzazione delle stesse.
Il Dipartimento annualmente individua le forme di pubblicazione.
5/quater. Le disposizioni di cui ai commi 5/bis e 5/ter, a decorrere dal 1° luglio 1997, sono estese a tutto il
personale dipendente dalle amministrazioni pubbliche.
177
Ulteriori servizi sono forniti tramite Internet:
• Servizio di informazione e di assistenza disponibile presso il sito del Ministero delle
Finanze, gestito dal Dipartimento per le politiche fiscali - Ufficio per l’informazione del
contribuente; al quale l’utente può inviare le proprie richieste compilando un apposito
modulo elettronico. L’Ufficio per l’informazione del contribuente provvede ad inviare,
tramite messaggi di posta elettronica, ai servizi competenti di ogni Dipartimento le richieste
di informazioni e di assistenza per le quali non è stato possibile dare una risposta diretta.
• Servizi di informazione ed assistenza forniti direttamente dall’Agenzia delle
Dogane a fronte di richieste formulate per posta elettronica, sia dagli uffici periferici che
dagli operatori economici nello svolgimento delle operazioni doganali, nella compilazione
degli elenchi riepilogativi delle cessioni e degli acquisti intracomunitari di beni ed utilizzo
dell’apposito software distribuito gratuitamente dall’Amministrazione e dall’Istituto
Nazionale di Statistica, nonché nell’invio telematico delle dichiarazioni doganali e degli
elenchi riepilogativi delle cessioni e degli acquisti intracomunitari di beni.
• Infine, servizi di informazione e di assistenza sono forniti sia agli uffici periferici
che agli operatori attraverso due numeri verdi (assistenza applicativa ed assistenza tecnica),
entrambi gestiti da SOGEI.
Oltre ai servizi istituzionalmente dovuti agli operatori ed ai servizi di informazione
ed assistenza, vi sono servizi che vengono resi a fronte di corrispettivi e specificatamente:
1.
servizi resi dalle dogane fuori del circuito doganale ovvero oltre l’orario di
ufficio su richiesta degli operatori commerciali;
2.
servizi resi dagli uffici tecnici di finanza;
3.
analisi e riscontri tecnici, prelievi di campioni ed altre simili operazioni
accessorie, eseguite - su richiesta degli operatori - in fuori orario o fuori sede dal
personale dei laboratori chimici.
Le indennità, stabilite con D.M. 24 giugno 1992, n. 403, sono calcolate sulla base
delle retribuzioni orarie o delle medie delle retribuzioni per gruppi di qualifiche prese a base
per la corresponsione dei compensi di lavoro straordinario, al lordo delle ritenute
previdenziali ed assistenziali, maggiorate del 50% a titolo di costi indiretti. Il medesimo
decreto prevede, inoltre, le indennità dovute dagli operatori per il rilascio da parte dei
laboratori chimici delle dogane - ai sensi dell’art. 17, terzo comma, lett. c) del decreto
legislativo n. 105/1990 - di specifiche certificazioni sulla composizione e sulla conformità
di campioni rappresentativi di merci in esportazione al fine di agevolarne la
commercializzazione all’estero.
Tali indennità sono stabilite in misura pari agli onorari minimi delle prestazioni
analitiche corrispondenti, quali risultano dalla tariffa professionale dei chimici al momento
della richiesta.
Nella Tabella 67 sono indicate le tariffe vigenti in Italia e quelle praticate dalle
Amministrazioni doganali francese e austriaca. Come si vede, solo in uno degli otto casi per
i quali è possibile operare un confronto con entrambi o con uno solo degli altri due paesi, il
costo orario è inferiore per l’Italia. In base alle informazioni fornite, il Regno Unito e la
Spagna non richiedono la corresponsione di particolari indennità per eventuali servizi
prestati in fuori orario.
178
Tabella n. 67
Rimborsi orari del costo dei servizi resi dal Dipartimento delle dogane e delle
imposte indirette in fuori orario, da porre a carico di privati o enti diversi da quelli
pubblici.
Personale adibito
al servizio
Gruppo Qualifiche
A1
IX-VIII
GIORNI
ORARIO
ITA
AUT
ESP
FRA
GBR
FERIALI
18 - 20
20 - 21
21 - 6
6-8
6-8
8 - 14
14 - 20
20 - 21
21 - 6
18 - 20
20 - 21
21 - 6
6-8
6-8
8 - 14
14 - 20
20 - 21
21 - 6
18 - 20
20 - 21
21 - 6
6-8
6-8
8 - 14
14 - 20
20 - 21
21 – 6
18 – 20
20 – 21
22 – 6
6–8
6–8
8 – 14
14 – 20
20 – 21
21 – 6
36.000
48.000
30.957
-
31.880
-
FESTIVI
A2
VII
FERIALI
FESTIVI
A3
VI-V-IV
FERIALI
FESTIVI
A4
III o Inf.
FERIALI
FESTIVI
42.000
54.000
42.000
48.000
60.000
28.800
38.400
33.600
43.200
33.600
38.400
48.000
25.200
33.600
29.400
37.800
29.400
33.600
42.000
21.600
28.800
25.200
32.400
25.200
28.800
36.000
179
42.214
30.957
24.766
33.771
24.766
24.766
33.771
24.766
50.771
31.880
41.325
50.771
28.633
45.753
28.633
37.193
45.753
28.633
45.753
28.633
37.193
45.753
6. IL RUOLO DELLA GUARDIA DI FINANZA
6.1.- Attività di gestione ordinaria e di controllo svolta dalla Guardia di
Finanza in materia doganale
L’Amministrazione doganale italiana ha natura complessa ed è caratterizzata dalla
coesistenza di due strutture interconnesse e complementari:
quella civile, formata dagli uffici dell’ex Dipartimento delle dogane e delle imposte
indirette (ora Agenzia delle Dogane) cui sono affidati compiti di accertamento,
ispezione, controllo ed espletamento delle formalità concernenti i movimenti da e
per l’estero di persone e merci;
quella militare, costituita dai reparti del Corpo della Guardia di finanza, che
svolgono le funzioni di polizia tributaria investigativa per la lotta al contrabbando
ed ai traffici illeciti internazionali.
In tale veste, le due Istituzioni concorrono, ognuna nel rispettivo ruolo, al
perseguimento della comune missione di garantire un “servizio doganale” nazionale
efficiente, moderno, omogeneo ed equivalente rispetto al sistema dell’Unione Europea, così
da assicurare un livello adeguato di protezione delle risorse proprie della Comunità e di
contrasto alle frodi comunitarie, nonché, nel contempo, di rispettare le esigenze di rapidità e
di fluidità del commercio internazionale, evitando ritardi pregiudizievoli e distorsioni dei
flussi in danno degli operatori.
Il sistema anticontrabbando del Corpo della Guardia di finanza si basa su un
dispositivo di vigilanza e contrasto articolato su due linee interconnesse.
La prima, su tre livelli, è costituita dai Reparti incaricati di controllare la sicurezza
in mare, lungo i confini, nei porti e negli aeroporti, nonché su tutto il territorio nazionale,
con il compito di ricercare ed acquisire gli obiettivi da neutralizzare mediante gli interventi
repressivi. Funzionalmente cooperano, in tale ambito, la componente:
aeronavale alturiera, che agisce prioritariamente in acque internazionali per
realizzare la “difesa avanzata”, realizzando l’esplorazione sistematica in profondità,
così da consentire una più adeguata predisposizione delle misure repressive al
configurarsi dei presupposti giuridici di violazioni al diritto interno ed
internazionale, diretta e coordinata, a livello centrale, dal Reparto Operativo
Aeronavale;
aeronavale costiera, organizzata a livello regionale;
territoriale, formata dai Reparti ordinari (Gruppi, Compagnie, Tenenze, Brigate e
Compagnie P.I.) alle dipendenze dei Comandi Provinciali, preposti allo svolgimento
dei servizi all’interno degli spazi doganali, ed agli interventi repressivi ed alle
attività di indagine, sia di iniziativa che a richiesta, finalizzati al contrasto del
contrabbando, anche mediante servizi di controllo lungo la fascia costiera – con
funzioni “anti-sbarco” – e le rotabili, per lo svolgimento dei controlli stradali in
itinere.
La Sala Operativa del Comando Provinciale, ubicato nella stessa sede del Reparto
Operativo Aeronavale, funge da Centrale unica di monitoraggio delle attività operative
aeronavali e terrestri condotte nella Regione, costituendo punto di riferimento e di raccordo,
180
nonché strumento per il più efficace ed incisivo esercizio dell’azione di programmazione,
coordinamento, comando e controllo dei Reparti della “prima linea”.
La seconda linea si articola su cinque livelli, ed è costituita dai Reparti incaricati di
sviluppare ed approfondire le indagini di polizia giudiziaria, antimafia, finanziarie e fiscali
sulle organizzazioni più pericolose, perseguendo anche i profili connessi al riciclaggio dei
proventi illeciti ed alle frodi in danno del bilancio dell’Unione Europea. Tale dispositivo si
articola su:
Reparti territoriali, limitatamente alle investigazioni conseguenti, ai servizi di
vigilanza all’interno degli spazi doganali, all’azione di contrasto della “minuta
vendita” di t.l.e. ed ai controlli su strada, ivi compresa l’attività condotta dalle
pattuglie in servizio “117”;
Nuclei provinciali di polizia tributaria, inquadrati all’interno dei Comandi
Provinciali, preposti allo sviluppo, a livello locale, delle indagini di polizia
giudiziaria e di polizia tributaria più complesse;
Nuclei regionali di polizia tributaria, i quali, tramite i dipendenti Gruppi
Repressione Frodi e Gruppi Investigazione sulla Criminalità Organizzata,
promuovono le indagini anticontrabbando nei confronti delle organizzazioni
operanti con raggio d’azione interprovinciale o regionale, perseguendo anche i
profili internazionali dei traffici e dei pagamenti illeciti. Inoltre, il Gruppo
Repressione Frodi costituisce l’organo regionale di raccordo investigativo, allo
scopo di evitare la dispersione del patrimonio di conoscenze acquisito nel settore in
argomento da tutti i Reparti dipendenti dal Comando Regionale, sui quali cura
l’analisi, al fine di individuare i fenomeni fraudolenti di maggiore consistenza e
pericolosità che interessino la circoscrizione regionale;
Nucleo Speciale Repressione Frodi Comunitarie, che assicura le peculiari funzioni
di organo nazionale investigativo, di analisi e coordinamento operativo per l’intero
settore delle frodi al bilancio dell’Unione Europea. In tale quadro, riveste il ruolo di
“referente” del Corpo per i rapporti di collaborazione con gli Organi Centrali,
nazionali e comunitari. Sotto il profilo operativo, il reparto speciale è competente a
svolgere indagini su tutto il territorio nazionale, per specifici incarichi impartiti dal
Comando Generale, ovvero d’iniziativa in raccordo con i reparti territorialmente
competenti, in relazione alla complessità ed alla delicatezza degli accertamenti da
eseguire, specie nel caso di richieste formulate da Organi collaterali e/o Servizi
della Commissione Europea. Il Nucleo, inoltre, assicura le funzioni di analisi e
raccordo di tutte le attività d’indagine eseguite dai reparti del Corpo
nell’anticontrabbando, rilevando eventuali collegamenti o connessioni ed
assicurando il supporto operativo e tecnico logistico per gli accertamenti più
complessi.
Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, che assolve alle funzioni
di analisi sull’andamento dei fenomeni riconducibili, o comunque connessi, alla
criminalità organizzata di stampo mafioso e di individuazione ed elaborazione di
metodologie di indagine, finalizzate all’orientamento dell’azione dei servizi
interprovinciali (G.I.C.O.).
In termini numerici, le risorse complessivamente destinate dalla Guardia di Finanza
al contrasto del contrabbando di tabacchi e di altre merci sono rappresentate nella tabella
sottostante.
181
Tabella n. 68
Risorse destinate al contrabbando dalla Guardia di Finanza
1999**
Ore effettuate
%
Servizi fissi *
4.570.406
64,6
Servizi dinamici*
2.506.051
35,4
Totali
7.076.457
100
* dati espressi in ore/uomo
** dati aggiornati al 31/10/ 1999
Il dispositivo di contrasto del Corpo si avvale di:
582 unità navali [3 pattugliatori, 88 guardacoste, 58 vedette veloci e
velocissime, 119 vedette (classe 5500, 5800, 5300, 5900), 97 vedette acque interne, 214
gommoni oceanici ed altri mezzi, 3 navi scuola];
109 mezzi aerei (un ATR/42, 12 aerei P166 DL 3, 14 elicotteri AB 412, 21
elicotteri biturbina A 109, 61 elicotteri leggeri da osservazione – Nardi Hughes).
I risultati di servizio conseguiti nell’anno 1999 sono di seguito riportati:
(1)
Contrabbando extraispettivo di tabacchi lavorati esteri:
Interventi
39.873
Soggetti verbalizzati
44.870
Soggetti arrestati
1.710
T.L.E. sequestrati (tonn.)
1.583
T.L.E. consumati in frode (tonn.)
1.864
Mezzi terrestri sequestrati
1.735
-
di cui fuoristrada blindati artigianalmente
69
Mezzi navali sequestrati
(2)
77
Contrabbando doganale e divieti economici:
Violazioni
2.533
Tributi evasi*
38.912.227
* valori espressi in migliaia di lire
Le esigenze di vigilanza e di controllo nei confronti delle merci provenienti da Paesi
terzi nascono all’atto dell’arrivo delle stesse alla frontiera comunitaria e proseguono lungo
tutto l’iter di perfezionamento del rapporto doganale, nonché, ad accertamento definitivo, si
concludono con l’esecuzione di controlli a posteriori presso gli operatori. Sono, pertanto,
individuabili diverse fasi dell’azione di contrasto, ognuna contraddistinta da specifiche
182
modalità d’intervento e potestà ispettive, che si riferiscono ai successivi passaggi evolutivi
del rapporto doganale.
(1)
Entrata delle merci nel territorio doganale e presentazione in dogana:
servizio di vigilanza all’interno degli spazi doganali.
Dopo l’arrivo ai confini U.E., le merci sono sottoposte alla vigilanza doganale e
possono formare oggetto di controlli, ai sensi della normativa vigente in ogni Stato membro.
A tal fine, ai reparti di confine è assegnata la responsabilità di assicurare la vigilanza lungo
la frontiera – terrestre e marittima – sino all’arrivo in dogana, dove le merci provenienti da
Paesi terzi devono essere presentate dalla persona che le ha introdotte nel territorio della
Comunità o che ne ha assunto il trasporto.
L’art. 17 del Testo Unico delle leggi doganali definisce, quali spazi doganali, “i
locali in cui funziona un servizio di dogana, nonché le aree sulle quali la dogana esercita la
vigilanza ed il controllo, a mezzo dei suoi organi diretti o a mezzo della Guardia di
Finanza”.
In tale contesto, i militari del Corpo svolgono, altresì, la vigilanza al varco
d’ingresso degli spazi doganali, ove provvedono al ritiro della dichiarazione sommaria,
costituita da un documento commerciale, ad esempio, la fattura, la lettera di vettura o, in
mancanza di questa, una semplice distinta di carico, e, per gli arrivi via ferrovia, un elenco
dei vagoni che compongono il convoglio, ovvero amministrativo, quale il manifesto delle
merci arrivate e, per le dogane interne, il documento di transito. I militari assumono in
carico le dichiarazioni, mediante annotazione in appositi registri ed attribuzione di numero e
data.
Successivamente il servizio di vigilanza garantisce l’osservanza della disciplina
concernente il movimento e la custodia della merci, al fine di impedire che, durante le fasi
dell’espletamento delle diverse operazioni doganali da parte dei funzionari, vengano
compiute sottrazioni, confusioni o sostituzioni, ovvero operazioni non permesse.
Ai fini dell’esecuzione delle attività in esame, i militari del Corpo possono
procedere, su delega del funzionario doganale, alla visita dei mezzi di trasporto di qualsiasi
genere che attraversano la linea doganale in corrispondenza degli spazi doganali o che
circolano negli spazi stessi. Quando sussistono fondati sospetti, possono procedere, sempre
su delega, ad ispezioni e controlli tecnici particolarmente accurati diretti ad accertare
eventuali occultamenti di merci.
Tali disposizioni si applicano, altresì, nei confronti dei bagagli e degli altri oggetti al
seguito, nonché sulle persone che per qualsiasi motivo circolino all’interno degli spazi
doganali, con l’avvertenza che in caso di rifiuto ad esibire gli oggetti ed i valori portati
indosso ed ove sussistano fondati sospetti, si può procedere, previo provvedimento scritto
motivato del funzionario doganale capo servizio, a perquisizione personale secondo le
norme del codice di procedura penale.
Le attribuzioni riconosciute ai militari del Corpo vengono esercitate nell’ambito di
un rapporto di dipendenza funzionale dal personale delle Dogane. Le specifiche modalità
esecutive sono regolate da apposite “consegne”, concordate dal Capo della Dogana e dal
Comandante del Gruppo, che ne verificano costantemente l’attualità rispetto ai flussi
commerciali da sottoporre a vigilanza ed all’evoluzione del quadro normativo di
riferimento. Ai fini della verbalizzazione, la compilazione degli atti è curata dal funzionario
doganale, anche su rapporto, verbale o scritto, del militare della Guardia di Finanza che ha
scoperto la violazione.
183
(2)
Presentazione della dichiarazione doganale. Controllo della dichiarazione,
liquidazione dei diritti e svincolo delle merci: servizi di assistenza all’interno degli spazi
doganali.
L’Amministrazione doganale ha facoltà di procedere, ai fini del controllo delle
dichiarazioni da essa accettate:
alla verifica documentale della dichiarazione e dei documenti ad essa allegati,
chiedendo, altresì, laddove ritenuto opportuno, la presentazione di documenti
supplementari;
alla visita fisica delle merci e, ove occorra, ad un prelievo di campioni per
analisi o per un controllo approfondito.
In tale ambito, i militari della Guardia di Finanza assicurano, qualora richiesta dagli
uffici doganali, la necessaria assistenza alle operazioni di controllo, con particolare riguardo
a quelle effettuate presso i magazzini di temporanea custodia ed alla visita (fisica) delle
merci. I risultati dei controlli vengono annotati sulla bolletta doganale.
(3)
Uscita delle merci dagli spazi doganali: servizio di riscontro.
Prima che l’operatore lasci definitivamente gli spazi doganali, l’art. 21 T.u.l.d.
prevede la facoltà per i militari del Corpo di eseguire il riscontro sommario ed esterno dei
colli e delle merci alla rinfusa.
La funzione del servizio è quella di assicurare un’ulteriore verifica, dopo lo svincolo
delle merci, della corrispondenza del carico ai documenti doganali di scorta, al fine di
attivare, nel caso sussistano fondati sospetti di irregolarità, la visita di controllo, ai sensi
dell’art. 63 T.u.l.d., inoltrando immediatamente motivata richiesta al Capo dell’ufficio
doganale. Si tratta di un servizio autonomo affidato al Corpo, per il cui svolgimento i
militari esercitano un’ampia discrezionalità ed autonomia, essendo prevista la facoltà di
prescindere dal riscontro, ovvero di limitarlo ad un parte soltanto del carico.
Unica eccezione è rappresentata dal caso in cui il controllo sia richiesto
espressamente dal Capo dell’ufficio doganale o dai funzionari addetti alle visite di
controllo, ovvero dai superiori gerarchici del Corpo. I casi di esonero dal servizio di
riscontro sono quelli previsti dall’art. 3 del D.M. n. 256/1994.
(4)
Trasferimento delle merci su strada: controlli in itinere.
L’art. 20 bis T.u.l.d. attribuisce ai militari del Corpo il potere di esercitare, fuori
degli spazi doganali, i poteri di visita, ispezione e controllo sui mezzi di trasporto e sui
bagagli delle persone.
In particolare, la norma prevede la facoltà di procedere alla visita:
dei mezzi di trasporto di qualsiasi genere che comunque attraversano il
confine terrestre della Repubblica. In presenza di fondati sospetti di irregolarità, gli
automezzi possono essere sottoposti altresì ad ispezioni e controlli tecnici particolarmente
accurati diretti ad accertare eventuali occultamenti di merci. È previsto, inoltre, l’obbligo,
per il detentore del veicolo, di prestare la propria collaborazione per l’esecuzione delle
verifiche dei bagagli e degli altri oggetti in possesso delle persone che comunque
attraversano il confine terrestre della Repubblica.
184
E’ sancita, altresì, la possibilità di chiedere l’esibizione degli oggetti e dei valori
portati sulla persona. In caso di rifiuto, ed ove sussistano fondati motivi di sospetto della
commissione di un reato, si procederà in base alle norme del Codice di procedura penale.
Gli interventi ispettivi in esame rientrano nei più generali compiti di vigilanza sui
trasporti stradali assicurati dalle pattuglie del Corpo, anche ai fini della fiscalità interna43.
(5)
Revisione della dichiarazione e controlli a posteriori presso gli operatori
con i Paesi terzi: verifiche doganali mirate.
L’esame presso le imprese del corretto svolgimento delle operazioni doganali viene
svolto dai reparti del Corpo:
in via concorrente, nell’ambito dell’attività di verifica fiscale generale,
avente per oggetto tutti i settori impositivi concernenti la gestione aziendale;
nel contesto dei servizi di polizia giudiziaria, in relazione ad ipotesi di
contrabbando;
mediante interventi operativi “mirati” in modo specifico al controllo degli
scambi commerciali con i Paesi terzi.
In linea generale, le verifiche fiscali d’iniziativa della Guardia di Finanza sono
connotate da finalità spiccatamente investigative, in quanto costituiscono gli strumenti
ispettivi tipicamente utilizzati per appurare la fondatezza di notizie o sospetti di evasioni
d’imposta o di violazioni finanziarie emerse da pregressa attività d’intelligence.
Il principio vale soprattutto in materia doganale, ed è una costante correlata alla
natura stessa dei compiti istituzionali del Corpo in tale settore.
Si tratta di un procedimento a contenuto variabile, in quanto può avere per
oggetto una sola operazione, come pure tutte le bollette doganali rilasciate in un certo
periodo allo stesso contribuente; può riguardare uno solo, oppure tutti e quattro i
presupposti per l’imposizione dei dazi, a seconda dell’orientamento investigativo
dell’indagine.
Le verifiche hanno carattere sostanziale e non formale, essendo mirate a
perseguire fenomeni di evasione reale e non mere irregolarità cartolari o vizi documentali.
Di norma, si concludono con l’acquisizione di elementi utili che vengono riferiti agli uffici
43
Gli interventi ispettivi svolti in campo fiscale e in quello doganale dalla Guardia di finanza dal 1990 al 2001
sono riepilogati nella sottostante Tabella 69:
Tabella n. 69
Consuntivo interventi ispettivi - anni 1990/2001
ANNO
1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996
1997
1998 1999
2000
2001
Verifiche 12.715 12.431 11.466 12.574 17.864 16.200 13.513 10.211 9.661 9.675 6.704 6.462
generali
Verifiche
parziali e 24.390 22.656 21.604 22.464 24.234 27.313 28.342 27.379 39.925 54.045 55.682 65.990
controlli
TOTALI 37.105 35.087 33.070 35.038 42.098 43.513 41.855 37.590 49.586 63.720 62.386 72.452
Variazione % rispetto all'anno precedente
Verifiche
generali
-2,23% -7,76% 9,66% 42,07% -9,31% -16,59% -24,44% -5,39% 0,14% -30,71% -3,61%
Verifiche
parziali e
-7,11% -4,64% 3,98% 7,88% 12,71% 3,77% -3,40% 45,82% 35,37% 3,03% 18,51%
controlli
TOTALI
-5,44% -5,75% 5,95% 20,15% 3,36% -3,81% -10,19% 31,91% 28,50% -2,09% 16,14%
185
doganali affinché promuovano le revisioni degli accertamenti di competenza, entro i termini
di decadenza triennali dalla data di liquidazione dei diritti.
L’attività ispettiva può estendersi a tutti i settori impositivi diretti ed indiretti, ove
ritenuto opportuno, a cura della stessa pattuglia operante, senza investire altri organi esterni.
In tal senso, possono essere presi a base i fatti economici reali e, qualora si discostino da
quelli contabilizzati, la Guardia di finanza ne valuta i riflessi non solo ai fini doganali, ma
anche per le imposte sui redditi, l’IVA e gli altri tributi, integrando le tecniche ispettive
previste per i vari settori, se necessario, ai fini del migliore sviluppo del servizio.
Su altro versante, la revisione dell’esatta determinazione dell’origine della merce,
del valore, della quantità e della classificazione tariffaria è un compito demandato agli uffici
doganali, i quali, a tal fine, hanno facoltà di effettuare accessi, verifiche documentali ed
ispezioni materiali; la revisione abbraccia ordinariamente tutti gli aspetti del rapporto
tributario e si conclude con la determinazione dell’imposta dovuta a fronte di quella
dichiarata.
Al fine di evitare la reiterazione di accessi ed eventuali sovrapposizioni, i reparti,
subito dopo l’avvio delle verifiche doganali d’iniziativa, inoltrano tempestiva
comunicazione all’ufficio doganale competente in relazione alla sede legale dell’impresa
ispezionata, facendo riserva di inviare gli atti conclusivi in caso di esito positivo del
controllo, con gli elementi utili per la revisione dell’accertamento e la contestazione di
violazioni che eventualmente venissero riscontrate.
Accanto alle attività ispettive autonome sin qui descritte, l’art. 64,comma 3, del D.L.
n. 331/1993, convertito in legge n. 427/1993, ha previsto la cooperazione della Guardia di
Finanza con gli uffici doganali, per l’acquisizione ed il reperimento di elementi utili ai fini
della revisione dell’accertamento promossa dai predetti. Tale ultima disposizione di legge
statuisce che l’ufficio doganale possa procedere a verifiche generali o parziali per la
revisione di più operazioni doganali, entro i tre anni dalla data in cui l’accertamento è
divenuto definitivo, con le modalità indicate nello stesso articolo, per accertare le relative
violazioni, nonché in attuazione degli accordi di mutua assistenza amministrativa o di atti
normativi comunitari.
Dal punto di vista procedurale, gli atti sono compilati a cura dei pubblici ufficiali
operanti che provvedono a trasmetterli:
alla dogana territorialmente competente, per l’irrogazione delle sanzioni
amministrative, ovvero, nei casi di reato punito con la sola multa, per esperire il tentativo di
definizione in via amministrativa. In quest’ultimo caso, qualora il tentativo non riesca, si
dovrà procedere all’invio degli atti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale;
alla Procura della Repubblica presso il Tribunale, per i reati puniti anche con
la pena detentiva.
Copia degli atti è, altresì, trasmessa alla dogana competente, la quale provvede a
comunicare all’Autorità giudiziaria gli elementi relativi alla quantità, alla qualità ed al
valore delle merci contrabbandate.
Per quanto riguarda le cose sequestrate, la legge dispone il loro concentramento
presso la dogana più vicina al luogo del sequestro, che le prende in custodia.
186
6.2.- Modificazioni intervenute per la Guardia di finanza a seguito della
realizzazione del mercato interno europeo
Secondo quanto riferito dal Comando Generale del Corpo, le strategie operative
attuate dalla Guardia di Finanza per arginare gli illeciti doganali muovono lungo tre
direttrici complementari che mirano:
sul piano preventivo, ad intensificare l’azione di “intelligence” a livello interno e,
soprattutto, internazionale, rafforzando le misure di cooperazione doganale e di polizia con
gli organi collaterali dei Paesi di produzione, stoccaggio e transito dei tabacchi, nonché di
quelli dove vengono gestiti i connessi flussi finanziari, anche ai fini del loro reimpiego in
attività illecite;
sul piano repressivo, ad aumentare l’efficacia e l’unitarietà dell’azione svolta dai
Reparti dei dispositivi aeronavali d’altura e costieri, nonché di quelli territoriali ed
investigativi, al fine di raggiungere il massimo livello di coesione e di incisività di risultati;
sul piano investigativo, “post delictum”, a sviluppare sistematicamente le indagini
di polizia giudiziaria.
L’attività d’intelligence riveste fondamentale importanza per lo sviluppo dell’iter
info-investigativo e la successiva fase operativa. Essa si concretizza in attività di
documentazione, studio, ricerche ed analisi finalizzate alla predisposizione di quadri
conoscitivi utili per orientare la politica strategica ed operativa della complessiva azione di
polizia.
I recenti sviluppi dei fenomeni oggetto di attenzione hanno richiesto di affiancare
all’azione investigativa sul campo una funzione di analisi, collaterale e complementare, da
realizzare anche attraverso l’impiego di procedure informatiche “dedicate”. In particolare, è
stato di recente avviato un programma di sperimentazione di sistemi informatizzati di
“analisi dei rischi”, da adottare nei principali porti, aeroporti ed autoporti nazionali, nei
confronti delle merci provenienti o dirette verso l’estero.
Un altro obiettivo indicato come costante è rappresentato dalla ricerca di
collegamenti sempre più stretti con i Servizi di ricerca doganale della Comunità, degli altri
Paesi membri, nonché degli Stati terzi.
Sul piano dell’azione repressiva, gli indirizzi programmatici del Corpo si muovono
su due direttrici:
monitoraggio di tutti i servizi di tipo statico svolti dai militari del Corpo, al fine di
verificarne l’attualità in termini di economicità e di efficacia rispetto alla realtà
controllata e proporre, eventualmente, le misure di contenimento di tale tipo di
impieghi; in particolare, secondo quanto indicato, le risorse destinate ai servizi fissi
sono passate da circa cinque milioni e duecentomila ore uomo, del 1998, a poco più
di quattro milioni e mezzo, nel 1999;
miglioramento del dispositivo di controllo economico del territorio, mediante
servizi dinamici e controlli sistematici su strada, ricercando, altresì, un più stretto
collegamento informativo ed operativo tra i reparti mobili e le articolazioni operanti
all’interno degli spazi doganali.
Infine, per quanto attiene all’attività investigativa si sta puntando ad una sistematica
individuazione dei flussi illeciti di ricchezza, in modo da impedirne lo sfruttamento, il
riciclaggio ed il reinvestimento successivo, nonché proporne – ricorrendone i presupposti –
l’eventuale recupero a tassazione.
187
Sul versante della polizia tributaria, una novità importante è rappresentata dall’art.
30 della Legge Comunitaria 21.12.1999, n. 526 che riconosce ai militari del Corpo, per
l’accertamento e la repressione delle violazioni in danno dell’Unione Europea e di quelle
lesive del bilancio nazionale connesse alle prime, i poteri d’indagine attribuiti ai fini
dell’accertamento dell’imposta del valore aggiunto e delle imposte sui redditi.
La novella legislativa ha consentito di introdurre e pianificare, per l’anno 2000, un
programma di interventi ispettivi mirati ai fini doganali.
188
6.3.- Indagini ed analisi della Guardia di finanza in tema di I.V.A.
intracomunitaria
L'abolizione delle procedure doganali in ambito comunitario e l'entrata in vigore
delle norme relative al regime transitorio delle operazioni intracomunitarie ai fini dell'I.V.A.
hanno determinato, sin dal 1° gennaio 1993, la necessità di disporre di un controllo costante
ed incisivo dell'osservanza degli obblighi posti a carico degli operatori nazionali che
effettuano scambi commerciali con operatori di altri Stati comunitari. In ragione di quanto
sopra, atteso che l’imposta sul valore aggiunto attualmente viene liquidata, versata e
dichiarata dagli operatori economici dei Paesi di destinazione delle merci, gli stessi vengono
assoggettati a verifiche fiscali periodiche ed a controlli incrociati automatici tramite
l’ausilio della banca dati comunitaria V.I.E.S. (Vat Information Exchange System).
Nel quadro delle iniziative di contrasto a tali frodi, l'azione del Corpo si sviluppa
attraverso l'esecuzione di indagini fiscali basate su una mirata ed intensa attività di
intelligence al fine di connotare l’attività di verifica e controllo della massima efficacia
ispettiva. In merito, dai dati del 1998, gli ultimi resi a tal fine disponibili, risulta che i
Reparti del Corpo hanno constatato violazioni, nel settore dell’I.V.A. intracomunitaria,
per oltre 50 miliardi di I.V.A. dovuta.
Inoltre, poiché il Regolamento 218/92 disciplina i rapporti di cooperazione di ogni
Stato membro con la Commissione e con gli altri Paesi dell'Unione delle Autorità
competenti per l'applicazione delle norme in esso contenute, tra le quali la Guardia di
Finanza, ne deriva che il Corpo viene a trovarsi sullo stesso piano degli altri organismi
dell'Amministrazione finanziaria italiana nell'ambito dell'apparato di contrasto alle frodi
all’I.V.A. comunitaria predisposto dalla Commissione Europea ed, in tale veste, organizza
ed attua rapporti di cooperazione amministrativa con gli Organi collaterali europei.
In tale contesto è stato adottato un programma d’azione comunitario inteso a
migliorare i sistemi di imposizione indiretta nel mercato interno e la cooperazione
amministrativa tra i singoli stati membri denominato “Fiscalis”. Il programma concerne lo
scambio di funzionari tra Amministrazioni fiscali comunitarie, nonché l’esecuzione di
controlli multilaterali ai fini dell’I.V.A., secondo gli obiettivi fissati dagli artt. 3 e 5
della Decisione del Consiglio 888/98/Ce del 30 marzo 1998, nel quadro di un piano
d’azione comunitario inteso a migliorare i sistemi di imposizione indiretta nel mercato
interno.
189
6.4.– Analisi della Guardia di finanza in tema di trasformazioni intervenute
nell’assetto dei servizi doganali in Europa
Le informazioni trasmesse da Corpo indicano che nel corso del 1999 non
sono state introdotte innovazioni normative comunitarie che abbiano inciso
significativamente sugli assetti di polizia doganale degli stati membri. In prospettiva,
elementi di novità potranno essere introdotti dall’entrata in vigore delle Convenzioni
sulla mutua assistenza amministrativa doganale (c.d. “Napoli II”) e sull’uso
dell’informatica nel settore doganale (c.d.”Convenzione S.I.D.”). Dal punto di vista
operativo e degli scambi d’informazioni, è stata riscontrata una più elevata
sensibilità, da parte di numerosi Stati dell’Unione Europea, alla problematica del
contrabbando. Ciò ha prodotto un sensibile incremento delle azioni collaborative; in
tale ambito, tra l’altro, è stato eseguito un programma di interscambio semestrale di
ufficiali di collegamento tra la Guardia di Finanza ed il Servizio doganale britannico,
finanziato dal programma comunitario “Falcone”. Gli esiti parziali dell’iniziativa –
avviata nella seconda metà del 1999, e della quale non è peraltro disponibile un
consuntivo consolidato – sono stati ritenuti dal Corpo pienamente positivi. Ciò ha
suggerito l’opportunità di avviare un più esteso programma di cooperazione della
specie anche con altri Stati membri, sui cui sviluppi non si hanno, però, allo stato,
informazioni.
190
Allegato n. 1
Indirizzi strategici ed attività avviate dalL’Agenzia delle Dogane per migliorare
l’efficacia e l’efficienza dell’azione amministrativa44
Nell’ambito delle funzioni attribuite all’Agenzia delle Dogane con il D.Lgs. n. 300/99, e nei
limiti di autonomia amministrativa, gestionale, organizzativa, patrimoniale e finanziaria
previsti nello statuto, è stata impostata una nuova filosofia di azione, concordata con il
Ministero dell’Economia e delle Finanze attraverso apposite Convenzioni, stipulate ogni
anno.
Prioritariamente è stata avviata la razionalizzazione dell’assetto dell’Agenzia volta al
potenziamento della struttura sotto vari profili: integrazione e sviluppo delle missioni
istituzionali; ridisegno delle competenze e dei modelli organizzativi; ruolo della dirigenza;
adeguamento professionale; comunicazione interna ed esterna; recupero del ruolo
fondamentale degli uffici centrali in materia di programmazione, indirizzo, coordinamento e
controllo dell’intera struttura.
Allo scopo di massimizzare l’efficacia di tale processo di riorganizzazione è stato
necessario dare almeno due segnali forti di cambiamento, ben visibili anche all’esterno.
Il primo, di tipo organizzativo, ha riguardato l’integrazione delle strutture, a partire da
quelle centrali e regionali, non più per tributo (dogane e accise) ma per funzione,
aggregando i processi in modo omogeneo, in termini di attività svolta e competenze, nonché
il trasferimento di competenze alle Direzioni regionali (già compartimentali) e soprattutto,
in prospettiva, l’istituzione degli uffici locali delle dogane, centri polifunzionali a cui
faranno capo le sezioni specializzate diffuse sul territorio.
L’altro segnale di cambiamento è stato rivolto agli atteggiamenti ed ai comportamenti,
al fine di superare un certo modo di intendere la gestione delle competenze a ciascuno
assegnate, in modo da innescare, anche con opportuni interventi formativi, un radicale
mutamento di cultura ed una flessibile gestione integrata di tutte le attività, in particolare di
quelle “core business” dell’amministrazione doganale, in maniera funzionale alle istanze
delle istituzioni nazionali e comunitarie e degli utenti complessivamente intesi.
Infatti, fermo restando, ovviamente, il riferimento ad un quadro generale di tutela degli
interessi economici nazionali e comunitari, i principi ispiratori della strategia di azione
dell’Agenzia sono volti alla semplificazione dei rapporti con gli utenti ed alla
facilitazione dell’accesso ai servizi anche attraverso lo sviluppo dei canali di
comunicazione telematica, lo sviluppo di metodi di pianificazione aziendale e di forme
di organizzazione del lavoro basate sull’interazione di gruppo, soprattutto in relazione alle
attività di tipo progettuale, e sulla attivazione di logiche di controllo dei risultati, ai fini di
una gestione flessibile dei servizi e di una efficace integrazione delle attività.
Sulla base di tali principi, l’assetto gestionale/economico dell’Agenzia delle Dogane è
stato definito nell’ottica di una gestione manageriale di funzioni pubbliche, ispirata a
criteri di efficienza operativa ed orientata al raggiungimento di specifici obiettivi di
risultato, in luogo della tradizionale gestione per adempimenti.
In particolare, con la trasformazione in Agenzia è stato dato un forte impulso al
miglioramento dei processi operativi e gestionali, onde incrementare l’efficacia dell’azione
senza penalizzare gli operatori corretti ed implementare l’efficienza e l’economicità della
gestione.
44
Seconda parte della nota fatta pervenire alla Corte dall’Agenzia delle dogane il 21 ottobre 2002, in vista
dell’Adunanza del I Collegio della Sezione di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato
che ha approvato il presente referto.
191
A tale proposito, si evidenzia che è stato avviato il potenziamento delle attività di controllo,
attraverso il miglioramento quali-quantitativo dei servizi antifrode, l’affinamento
dell’analisi dei rischi; l’acquisizione di apparecchiature (scanner) per il controllo dei mezzi
di trasporto presso i più importanti porti nazionali e presso le dogane più interessate al
traffico containerizzato. E’ stata, altresì, avviata l’introduzione di logiche innovative per
l’attribuzione di obiettivi e responsabilità, la ricerca di “best-practice”, la gestione
trasparente delle attività economico-contabili in un’ottica di controllo di gestione integrata
ed è stato implementato il piano degli investimenti finalizzato, tra l’altro, alla
dematerializzazione degli atti e documenti e allo sviluppo di un sistema informativo globale
che assicuri la cooperazione tra amministrazioni diverse e offra migliori servizi a cittadini e
imprese.
La formazione
Per quanto concerne la crescita professionale del personale, a partire dal 2001, è stato
avviato un programma che prevede un notevole impulso delle attività di formazione in
quanto leva strategica a sostegno dei processi di cambiamento organizzativo e culturale. Nel
2001 è stato realizzato un programma formativo che ha comportato un impiego di circa
250.000 ore, coinvolgendo complessivamente oltre 3.000 persone (circa il 30% del
personale).
Rispetto all’anno precedente (225.000 ore impiegate), nel 2001 si è registrato un aumento
delle ore dedicate pari a circa l’11% (si evidenzia che nel 2000 sono stati erogati, tra l’altro,
i corsi di riqualificazione del personale previsti dalla Legge 28/12/1995 n. 549 - legge
finanziaria 1996- per un totale di circa 60.000 ore; pertanto l’incremento effettivo delle
attività di formazione, al netto di quelle “obbligatorie”, nel 2001 rispetto al 2000, è pari a
circa il 51%). Anche per il 2002 è previsto lo stesso trend di crescita.
Le attività formative dell’Agenzia sono orientate sulle seguenti aree tematiche:
•
tecnica: di supporto alle attività operative, sia nell’area giuridica in senso lato che nei
settori operativi specifici delle accise, delle dogane e dei laboratori chimici, nonché a
settori quali l’informatica e, soprattutto, l’applicazione dei sistemi amministrativocontabili;
•
specialistica: finalizzata alla formazione in settori specifici quali l’antifrode (nel 2002
sono previsti corsi per circa 500 persone), l’utilizzo degli scanner, ecc;
•
valoriale/manageriale: finalizzata a diffondere i valori chiave della riforma
organizzativa in atto ed a rafforzare le capacità direzionali e manageriali di tutte le
strutture organizzative, attraverso la condivisione di un modello di condotta ispirato a
criteri di efficienza, efficacia ed economicità della gestione
Infine, per assicurare un livello di formazione adeguato agli standard europei e contribuire a
migliorare l’efficacia e l’uniformità dell’azione doganale nel territorio dell’Unione Europea,
l’Agenzia delle Dogane partecipa ai progetti strategici sviluppati in seno all’Unione come
membro del Gruppo di Gestione per la Formazione nell’ambito del Comitato Dogana 2002.
Il programma delle attività formative predisposto ed attuato nel 2001 ha rappresentato il
momento di avvio di una strategia formativa di più ampio respiro pianificata per gli anni
2002-2004, volta a seguire e sostenere le linee di sviluppo strategico definite nei documenti
programmatici dell’Agenzia.
Il sistema informativo doganale
Al fine di consentirne l’integrazione con altri sistemi nazionali, ed in particolare con quello
della fiscalità, nonché con quelli internazionali, primo fra tutti quello della Unione Europea,
192
è stata avviata la completa revisione del sistema informativo doganale, il cui impianto
risaliva ai primi anni ’70.
Tale revisione prevede il ridisegno dell’intero sistema, sia dal punto di vista architetturale
che procedurale, nonché l’adozione di un approccio metodologico orientato all’analisi dei
processi (Workflow) e, laddove necessario, alla loro revisione e non più solamente
finalizzato a fornire supporto alle procedure amministrative come avveniva nel passato.
Fine ultimo dell’implementazione avviata, è la completa automazione di tutti i processi
dell’Agenzia delle dogane, per arrivare, a fine 2005, allo sportello unico doganale (single
window approach).
Contestualmente all’implementazione del “Nuovo sistema doganale” è stato avviato lo
sviluppo del sistema gestionale dell’Agenzia (articolato in quattro sottosistemi: Contabilità,
Acquisti, Gestione delle risorse umane, Controllo di gestione); l’integrazione del sistema
doganale con quello gestionale consentirà l’immediata ed automatica disponibilità delle
informazioni necessarie per il monitoraggio e la gestione dei processi, nonché per
un’efficace sistema di comunicazione e di supporto alle decisioni.
Il nuovo sistema informativo è disegnato in un’ottica di elevata telematizzazione onde
garantire la qualità dei dati attraverso controlli in tempo reale di tutte le operazioni. A tale
proposito si evidenzia che il numero di dichiarazioni doganali inviate attraverso il sistema
telematico o consegnate su floppy disk, a discapito di quelle cartacee, costituisce oramai
l’85% del totale delle dichiarazioni doganali.
Efficacia delle attività di verifica e controllo
Per quanto riguarda le attività di verifica e controllo L’Agenzia ritiene fondamentale
proseguire nello sforzo di miglioramento della qualità e dell’efficacia dei procedimenti di
controllo e verifica, anche attraverso un parziale riorientamento della strategia, non più
orientata a perseguire meri aspetti quantitativi, ma finalizzata a realizzare un maggiore
effetto deterrente, evitando, nel contempo, di penalizzare gli operatori corretti.
Le linee guida di tale strategia di azione prevedono:
•
lo sviluppo delle attività di intelligence e di scambio informativo (nazionale,
comunitario ed internazionale) e dei sistemi di analisi dei rischi, per assicurare,
attraverso la selettività dei controlli, la maggiore efficacia dell’azione;
•
l’incremento della tempestività dei controlli a posteriori, rispetto al momento
dell’effettuazione delle operazioni, in modo da facilitare l’individuazione di potenziali
violazioni;
•
l’attribuzione di un ruolo chiave allo sviluppo di metodologie di controllo, per
assicurare l’omogeneità dell’azione tra le aree territoriali ed il costante allineamento ai
migliori standard su tutto il territorio;
•
la ridefinizione del programma dei controlli anche attraverso l’aggiornamento delle
priorità delle tipologie di controllo;
•
l’acquisizione di apparecchiature scanner per il controllo dei mezzi di trasporto, al
fine di rendere più sicure, più celeri e meno onerose, in termini di tempo e monetari, le
operazioni doganali presso i più importanti porti nazionali e presso le dogane più
interessate dal traffico containerizzato;
•
il potenziamento delle attività antifrode, a tutela degli interessi collettivi in settori
come la salute pubblica, la protezione ambientale e la salvaguardia del corretto
funzionamento del mercato.
Inoltre, a seguito degli accadimenti terroristici dell’11 settembre 2001, l’Agenzia è
impegnata ad assicurare, sia a livello nazionale che internazionale, l’attuazione delle misure
193
necessarie a tutela della sicurezza. Infatti, tali eventi hanno reso necessaria
l’implementazione delle attività di verifica e controllo, nonché un maggior presidio dei
valichi di frontiera; ciò ha comportato un maggior impegno per l’Agenzia, al quale si è fatto
fronte anche grazie al recupero di efficienza conseguito nelle attività operative.
Competitività delle Dogane italiane
Per l’Agenzia delle Dogane, l’offerta di servizi qualitativamente elevati alle società ed agli
operatori rappresenta un momento fondamentale nella gestione del rapporto con l’utenza,
che pone in risalto il duplice ruolo che la Dogana moderna deve esercitare, da un lato
facilitando la speditezza dei traffici commerciali, attraverso la trasparenza e la
semplificazione delle procedure doganali, dall’altro contrastando le attività illecite e le
violazioni, a tutela della salute e della sicurezza dei cittadini.
Con la globalizzazione dei traffici commerciali, è divenuto prioritario per le dogane
garantire la velocità delle operazioni, senza la frapposizione di vincoli burocratici,
assicurandone, nel contempo, la regolarità e riducendo i costi di gestione, in termini di
tempo e di risorse economiche impegnate (concetto di “compliance” doganale).
Ciò ha comportato la necessità di introdurre nuove tecniche di lavoro volte a garantire la
qualità dei servizi e la riduzione, nel quadro della normativa nazionale e comunitaria,
dell’onerosità degli adempimenti a carico degli operatori economici e dei cittadini.
A tal fine le linee di azione intraprese sono numerose e riguardano:
•
la sempre maggiore qualificazione professionale del personale;
•
lo sviluppo di procedure informatiche e di trasmissione telematica delle dichiarazioni;
•
l’adozione di sistemi per l’analisi dei rischi e di tecniche di Audit doganale delle
imprese (c.d. certificazione doganale delle imprese) volte ad assicurare la speditezza
degli adempimenti doganali, nel reciproco rapporto fiduciario tra l’utenza e
l’Amministrazione;
•
il decentramento presso le strutture periferiche di facoltà autorizzative, precedentemente
esercitate solo a livello centrale;
•
la diffusione delle procedure semplificate, anche attraverso la loro estensione ai Centri
di Assistenza Doganale (CAD);
•
l’adozione progressiva di protocolli procedurali inerenti i processi operativi, in linea con
gli standard europei;
•
l’implementazione del sistema di comunicazione.
In particolare, la procedura di audit delle imprese rappresenta uno strumento idoneo per
stabilire il grado di affidabilità doganale di una società al fine di rilasciare, in caso di
giudizio positivo, ed in proporzione al livello di affidabilità, le agevolazioni doganali
richieste. Tali agevolazioni sono riconducibili alla concessione delle procedure semplificate,
delle procedure domiciliate, dei regimi doganali economici, dello status di esportatore
autorizzato, di programmi “personalizzati” per le società e per gli operatori economici,
nonché alla riduzione dei controlli doganali, proporzionalmente al livello di affidabilità
(inserimento nel sistema di controllo “Canale Verde” di “profili positivi”).
L’affidabilità delle imprese sarà valutata in base ai punti di forza e di debolezza del loro
sistema di gestione e di controllo interno e, di conseguenza, alla capacità di assicurare la
minimizzazione dei rischi di frode e di altri illeciti, nonché di adottare una politica orientata
alla gestione dei traffici commerciali nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale.
In tale ottica, l’Agenzia, attraverso gli istituiti tavoli di consultazione con le categorie
interessate ed attraverso gli altri canali di comunicazione istituzionali, ha instaurato una
194
forma di confronto fattivo con gli operatori e con i rappresentanti del commercio e
dell’industria, al fine di pubblicizzare i “vantaggi doganali” per gli operatori affidabili, e
diffondere il nuovo concetto di una “ Dogana Consulente”, attenta alle esigenze dell’utenza.
Obiettivo delle linee di sviluppo strategico dell’Agenzia è il raggiungimento di prestazioni
competitive ed allineate alle esigenze espresse dai titolari e portatori di interesse, quali il
Ministro dell’Economia e delle Finanze, l’Unione europea, gli operatori economici, gli altri
Enti e Pubbliche Amministrazioni, i cittadini.
Attività internazionale
Per quanto riguarda l’integrazione delle dogane italiane nel contesto comunitario ed
internazionale, si evidenzia che l’Agenzia opera in stretto collegamento con gli organi
comunitari nel quadro dei processi di armonizzazione e di sviluppo dell’unificazione
europea, partecipando a numerose iniziative, a livello multilaterale e bilaterale, in materia
doganale e di fiscalità indiretta.
Tali iniziative sono volte:
•
al continuo adeguamento della normativa vigente per il potenziamento, in termini di
efficacia ed efficienza, dell’unione doganale;
•
al potenziamento della cooperazione amministrativa, sia in materia di fiscalità indiretta
(Programma Fiscalis), sia per il contrasto dei traffici illeciti, soprattutto in settori
particolarmente sensibili (droga, armi);
•
alla normalizzazione ed alla semplificazione dei regimi doganali, anche attraverso
l’implementazione dei sistemi di trasmissione elettronica dei dati e delle informazioni.
Si rammenta che l’Amministrazione doganale italiana è stata una tra le prime a
partecipare ai progetti comunitari per la definizione e l’applicazione delle procedure del
transito informatizzato (NCTS);
•
alla razionalizzazione ed al potenziamento dei collegamenti, a livello nazionale,
comunitario ed internazionale, dei sistemi per la segnalazione di rischi e frodi (Balkan
Info, per la sorveglianza degli automezzi sulla rotta balcanica per contrastare il traffico
degli stupefacenti; Mar Info Sud, per la sorveglianza di spedizioni sospette via mare;
Cargo Info, per la sorveglianza su spedizioni via aerea contro gli stupefacenti) e per il
miglioramento dell’interscambio di informazioni con l’OMD (Organizzazione
Mondiale delle Dogane) in particolare in materia di sostanze stupefacenti, materiale
nucleare, materiale pornografico/pedofilo, armi, merci contraffatte, opere d’arte, fauna
e flora protetta dalla Convenzione di Washington e contrabbando di sigarette.
Occorre, inoltre, evidenziare, che a seguito degli atti terroristici dell’11 settembre 2001, è
stata rafforzata la cooperazione sul piano internazionale e comunitario, anche attraverso un
più accresciuto scambio di informazioni, per assicurare, d’intesa anche con le altre Autorità
nazionali preposte alla sicurezza, una più attenta vigilanza delle frontiere con controlli
mirati sui flussi commerciali, basati sull’analisi dei rischi.
Attività progettuali
Dalla sua attivazione l’Agenzia, in linea con la strategia sopra descritta, ha potenziato i
propri investimenti nelle attività di innovazione sia strutturale che organizzativa e, a
testimonianza di ciò, sono state avviate specifiche azioni progettuali, di cui si riporta il
dettaglio in allegato (allegato A), che segnano l’avvio di un processo di miglioramento
pluriennale finalizzato ad implementare la capacità operativa dell’Agenzia, sia in termini di
quantità di servizi erogati che di qualità delle prestazioni offerte, onde allinearsi alle
migliori perfomances delle dogane degli altri partner europei.
195
Conclusioni
In conclusione, si può affermare che l’amministrazione delle dogane è una realtà dinamica,
in evoluzione, una realtà che è cambiata e cambia ogni giorno per rispondere con efficienza
sempre maggiore alle esigenze nuove del commercio, alla globalizzazione dei mercati, alla
velocità dei flussi di scambio, alle richieste di sicurezza connesse con lo scenario politico
internazionale.
Tale cambiamento è indirizzato alla semplificazione procedurale, alla riduzione dei tempi di
lavorazione e, quindi, dei tempi di attesa per gli operatori, alla fornitura di servizi sempre
più apprezzati dagli utenti, contemperando le esigenze dell’erario nazionale e comunitario
con quelle della società economica e civile.
196
Allegato A
OBIETTIVI STRATEGICI DELL’AGENZIA
SCHEMA DI SINTESI
OBIETTIVI STRATEGICI
Dogana Telematica
Servizi On-line
Interoperabilità
Interna
Scanner
Sviluppo Laboratori
Chimici
Le linee di sviluppo strategico dell’Agenzia sono
finalizzate al raggiungimento di un offerta competitiva ed
allineata alle esigenze espresse dai titolari e portatori di
interesse
197
OBIETTIVI STRATEGICI DELL’AGENZIA
DOGANA TELEMATICA
Progetto Dogana Telematica
Finalità:
4 Semplificazione e standardizzazione delle modalità con le
quali vengono svolti i compiti degli uffici delle Dogane
mediante l’orientamento ai processi come modello di
riprogettazione dei ruoli delle strutture. Sviluppo di un
sistema telematico per l’espletamento delle formalità dei
processi doganali e di quelli del settore accise.
Integrazione del sistema con i servizi telematici offerti
dagli enti gestori dei servizi portuali e aeroportuali. Tale
progetto è compreso nelle linee guida del governo per lo
sviluppo della “Società dell’informazione” nella legislatura
Piano
operativo:
4 Sviluppo integrato del nuovo sistema doganale che
comprende l’automazione e telematizzazione dei processi
doganali e di quelli del settore accise (inizio 2001;
completamento entro 2005)
4 Integrazione con i servizi telematici offerti dagli enti gestori
dei servizi portuali e aeroportuali per aumentare le
capacità di controllo della dogana senza perturbare
l’efficienza e la celerità del flusso delle merci (CARGO)
(inizio 2003; completamento entro 2005)
4 Realizzazione del sistema per il controllo automatizzato
delle operazioni di transito secondo le linee di sviluppo
definite a livello comunitario (inizio 2001; completamento
entro 2004)
198
OBIETTIVI STRATEGICI DELL’AGENZIA
SERVIZI ON-LINE
Progetto Servizi On-line
Finalità:
4 Potenziamento dei sistemi di help-desk a supporto delle
utenze interne per il corretto utilizzo del sistema
informativo e di quelle esterne per facilitare il dialogo con
gli operatori commerciali, attraverso la messa a
disposizione di knowledge-base al fine di realizzare un
sistema di Customer Relationship Management (CRM)
Piano
operativo:
4 Creazione della struttura di customer care: selezione e
formazione delle risorse (inizio 2002; completamento
entro 2005)
4 Implementazione dei sistemi di help-desk e costituzione
delle relative knowledge base (inizio 2002; completamento
entro 2005)
4 Sviluppo di un portale dell’Agenzia in linea e in sinergia
con gli sviluppi del “Portale Nazionale del Cittadino” (inizio
2002; completamento entro 2005)
199
OBIETTIVI STRATEGICI DELL’AGENZIA
INTEROPERABILITÀ INTERNA
Progetto Interoperabilità Interna
Finalità:
4 Obiettivo di tale progetto è il potenziamento infrastrutturale
dell’Agenzia anche attraverso l’implementazione delle
apparecchiature informatiche e strumentali coerentemente
con l’attivazione degli Uffici integrati delle Dogane e con le
linee di sviluppo del nuovo sistema informativo delle
Dogane
Piano
4 Implementazione degli Uffici integrati e adeguamento
delle dotazioni informatiche e strumentali (inizio 2001;
operativo:
completamento entro 2004)
4 Integrazione tra i sistemi ERP (sistemi gestionali) ed il
nuovo sistema informativo dell’Agenzia per la
realizzazione di un sistema di supporto decisionale (inizio
2001; completamento entro 2004)
4 Sviluppo di un sistema, conforme alle norme ISO 9000,
per il miglioramento continuo della qualità dei servizi resi
ai titolari e ai portatori di interesse, anche attraverso
sistemi
di
auto-valutazione,
di
benchmarking
internazionale e di indagini di customer satisfaction (inizio
2001; completamento entro 2005)
200
OBIETTIVI STRATEGICI DELL’AGENZIA
INTEROPERABILITÀ INTERNA
Progetto Scanner
Finalità:
4 Potenziamento delle attività di verifica al fine di rendere
più sicure, celeri e meno costose le operazioni doganali
presso i punti doganali a maggior rischio o più interessati
al traffico containerizzato
Piano
operativo:
4 Acquisizione e installazione di ulteriori apparecchiature
Scanner
4 Formazione
Scanner
del
personale
addetto
all’utilizzo
(Inizio progetto 2001; completamento entro il 2002)
201
degli
OBIETTIVI STRATEGICI DELL’AGENZIA
INTEROPERABILITÀ INTERNA
Progetto Sviluppo Laboratori Chimici
Finalità:
4 Individuazione
e valorizzazione di nuove fonti di
autofinanziamento attraverso l’offerta di servizi al mercato
non istituzionale
4 Creazione di un sistema di contabilità analitica finalizzato
alla separazione fra costi e ricavi dell’attività istituzionale e
di quella commerciale
Piano
4 Verifica del potenziale di mercato dei laboratori chimici
operativo:
attraverso
l’analisi
dell’attrattività
del
settore,
segmentazione della clientela e individuazione della
posizione
competitiva
dell’Agenzia
(inizio
2002;
completamento entro 2003)
4 Sviluppo del piano di riassetto industriale orientato alla
specializzazione merceologica dei Laboratori Chimici (inizio
2002; completamento entro 2003)
4 Elaborazione del piano di marketing e di comunicazione
dell’attività commerciale dei Laboratori (predisposizione di
piani annuali a partire dal 2003)
4 Definizione dei meccanismi di funzionamento del sistema di
contabilità industriale e implementazione degli strumenti
informatici a supporto del nuovo sistema di controllo (inizio
2002; completamento entro 2003)
202
Allegato n. 2
Osservazioni in data 21 ottobre 2002 dell’Agenzia delle dogane al testo del referto
deferito all’Adunanza della Sezione di controllo sulla gestione delle
amministrazioni dello Stato
La relazione predisposta da codesta Ecc.ma Corte dei Conti in esito all’indagine in oggetto,
evidenzia la capillarità del lavoro svolto, che, anche attraverso l’integrazione di
informazioni desunte nel corso di altre indagini, ha ricostruito lo scenario di riferimento,
relativo agli anni dal 1992 al 2000, dell’amministrazione doganale italiana.
Occorre, tuttavia, evidenziare come proprio il lungo arco temporale di riferimento comporti
alcune valutazioni di ordine generale sull’analisi effettuata. Prima tra tutte che soltanto a
partire dal secondo semestre del 1997, nell’ambito del Ministero delle Finanze, è stato reso
operativo un sistema organico di misurazione dei risultati e delle prestazioni, sulla base di
indicatori gestionali di efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa,
progressivamente implementato ed affinato nel corso degli anni.
Relativamente agli anni antecedenti il 1997 (e soprattutto prima del 1996) le informazioni
disponibili ai fini dell’indagine erano raccolte per finalità diverse da quelle proprie del
controllo di gestione; inoltre, nella fase di avvio del sistema di misurazione dei risultati, le
informazioni gestionali sono state censite con criteri non omogenei nel tempo e, quindi, non
idonei per una coerente costruzione di serie storiche delle prestazioni.
I dati forniti per l’indagine scontano quindi obbligatoriamente l’effetto delle semplificazioni
adottate per supplire alla carenza di informazioni adeguate ed omogenee; infatti, le
rilevazioni richieste sono state effettuate utilizzando un metodo sintetico di analisi delle
prestazioni per macro-aggregati, basato su ipotesi applicate al contesto di riferimento, che
ha, tuttavia, consentito di fornire indicazioni in termini di tendenza sull’andamento
(“trend”) dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione amministrativa negli anni.
Sulla base di tali informazioni non è di fatto possibile effettuare confronti puntuali tra i
volumi di produzione realizzati nel corso del periodo in esame. Anche in termini di
tendenza, inoltre, un’analisi dei dati quantitativi deve, necessariamente, essere rapportata
alla realtà dei processi operativi e dei vincoli interni ed esterni (normativi, organizzativi,
culturali) del contesto di riferimento.
Si fa, inoltre, presente che, benché la fonte primaria dell’ammodernamento
dell’organizzazione delle amministrazioni pubbliche risalga al 1993, con l’emanazione del
decreto legislativo 29/1993, solo negli anni più recenti si sta affermando una vera cultura
“gestionale”, orientata al conseguimento dei risultati programmati, superando la logica del
mero adempimento.
Come già detto, il Ministero delle Finanze è stato tra i primi ad introdurre, nella seconda
metà degli anni ’90, un sistema di programmazione e controllo finalizzato alla misurazione
dei risultati. In applicazione di quanto previsto all’art.14, comma 1 del decreto legislativo
29/1993, con la direttiva generale per l’attività amministrativa e per la gestione
dell’esercizio 1996, sono stati organicamente assegnati, a ciascuna struttura (Centro di
Responsabilità) gli obiettivi, le priorità, i piani e i programmi da attuare;
contemporaneamente, sono stati introdotti i primi strumenti di misurazione delle
prestazioni, progressivamente affinati nel corso degli anni successivi.
E’ tuttavia evidente che il sistema, per la sua novità e complessità, ha richiesto un
progressivo processo di assestamento, anche culturale, allineato con le modifiche normative
ed organizzative intervenute nel corso degli anni, che ha comportato una prima fase
incentrata sulla raccolta delle informazioni quantitative e descrittive dei processi, ed una
203
fase successiva, oggi in corso di ulteriore affinamento, dedicata all’analisi dei fenomeni
rilevati ed all’individuazione di indicatori sintetici di efficienza, efficacia e qualità
dell’azione.
E’ da rilevare, peraltro, che le indicazioni fornite da ogni sistema di controllo di gestione
non possono che delineare un quadro dell’andamento gestionale e delle relative criticità. La
rimozione di eventuali criticità, nonché, ove ricorra il caso, l’attuazione di idonee misure
correttive compete, ovviamente, alle strutture direttamente responsabili dei relativi processi
gestionali; talvolta, peraltro, l’applicazione delle soluzioni ritenute più idonee è subordinata
all’esistenza di vincoli di ordine più generale che possono travalicare la specifica
responsabilità delle strutture medesime.
Per quanto riguarda le osservazioni di codesta Ecc.ma Corte in relazione alla riallocazione
del personale ed alla consistenza delle piante organiche, definite con il DPCM 2 dicembre
1996, si evidenzia che la carenza e la disomogeneità di informazioni puntuali sui volumi di
produzione negli anni presi in esame, nonché i significativi mutamenti, normativi ed
operativi, intervenuti nel periodo oggetto dell’indagine, non consentono un raffronto
oggettivo tra forza lavoro e quantità della domanda, prima e dopo l’introduzione del
mercato interno europeo.
Occorre tener presente, infatti, che fino al 1992, le dogane potevano essere definite come
delle vere e proprie “fabbriche di dichiarazioni doganali”. Al fine di far fronte all’ingente
domanda di servizi, le risorse disponibili erano destinate (oltre che alle attività indirette)
quasi totalmente al processo di sdoganamento; i tempi di lavorazione erano, peraltro,
sensibilmente accelerati, con conseguente minore attenzione per gli aspetti qualitativi
dell’azione e rallentamento delle attività di back-office direttamente connesse allo
sdoganamento (appuramento delle dichiarazioni, gestione delle garanzie e delle
autorizzazioni, ecc).
Con l’introduzione del mercato interno europeo, a partire dal 1993, a fronte della riduzione
del volume di lavoro tradizionale, le competenze professionali delle dogane sono state
riconvertite, in modo da assicurare: l’implementazione dei sistemi di relazione con l’utenza;
l’incremento della qualità e dell’efficacia dell’azione, con particolare riguardo per le attività
di back-office, accessorie allo sdoganamento; lo sviluppo delle attività volte al contrasto
all’evasione ed alle frodi tributarie ed extratributarie connesse alla circolazione delle merci;
i nuovi compiti in materia di scambi intracomunitari (acquisizione degli “Elenchi
riepilogativi delle cessioni e degli acquisti INTRA”; controlli a posteriori sugli scambi
intracomunitari). Si evidenzia che l’incremento qualitativo dell’azione è strettamente
connesso alla revisione dei metodi di lavorazione cui, spesso, consegue un incremento dei
tempi unitari di trattazione.
In sintesi, lo svolgimento di nuove attività ed il potenziamento di altre, precedentemente
poste in essere in subordine al soddisfacimento della domanda di sdoganamento, non
rendono comparabili i volumi di produzione e la forza lavoro disponibile nei periodi presi in
esame.
Si evidenzia, altresì, che proprio allo scopo di attualizzare le risorse ai compiti attribuiti agli
uffici a seguito dell’introduzione del mercato interno, con il DPCM 2 dicembre 1996, sono
state ridefinite le piante organiche, sulla base degli effettivi carichi di lavoro degli Uffici
centrali e periferici del Dipartimento nel 1995, misurati anche attraverso l’individuazione di
tempi unitari di lavorazione di circa il 90% delle attività svolte sia dagli uffici operativi che
dalle strutture centrali e regionali.
In fase di avvio dell’Agenzia è stata determinata la dotazione organica del personale, la cui
consistenza complessiva è passata dalle 14.172 unità previste nel DPCM del 1996, alle
13.896 unità definite nel Regolamento di amministrazione. Con la progressiva
semplificazione ed automazione dei processi, conseguente anche al completamento di taluni
204
importanti progetti tecnologici di investimento ed a seguito del completamento della
trasformazione organizzativa in atto, sarà effettuata una ulteriore rivisitazione delle esigenze
quantitative e qualitative di personale.
Nel corso degli anni, si è registrato un costante sottodimensionamento delle risorse
effettivamente disponibili, mediamente pari a -30% e, solo grazie al recupero di efficienza
conseguente all’introduzione di talune semplificazioni ed automazioni dei processi operativi
(avvio del “Canale Verde”; estensione dell’utilizzo delle procedure semplificate;
progressiva automazione del trattamento delle dichiarazioni) è stato possibile assicurare il
pieno conseguimento degli obiettivi assegnati.
Si evidenzia, altresì, che l’Agenzia, fin dalla sua istituzione, a conferma dell’intendimento
di procedere alla verifica della corrispondenza tra la dotazione organica definita e gli
effettivi fabbisogni, ha impostato la propria strategia di azione in modo da assicurare, in una
prima fase, solo la copertura del turn-over nonché la disponibilità minima delle risorse
necessarie per il conseguimento dei compiti istituzionali ad essa assegnati.
Per quanto riguarda l’adeguamento delle attività doganali nazionali al nuovo contesto
operativo determinatosi con l’introduzione del mercato interno, si evidenzia che le dogane
hanno sempre partecipato attivamente ai lavori ed alle diverse iniziative avviate in ambito
comunitario per la definizione e l’applicazione delle misure e degli strumenti necessari a
sostenere lo sviluppo dei traffici commerciali, in un’ottica di integrazione europea, nel
pieno rispetto della normativa nazionale e comunitaria.
Premesso quanto sopra, si ritiene doveroso svolgere alcune ulteriori considerazioni in
ordine ad attività che oggi risultano avviate, ed alle quali, l’Agenzia, anche in virtù
dell’autonomia gestionale assegnatale, ha dato impulso45.
45
Le considerazioni sono quelle riportate nell’Allegato 1.
205
Allegato n. 3
IL CIRCUITO DOGANALE DI CONTROLLO
La situazione attuale
• Il circuito doganale di controllo
• I profili di rischio: determinazione e implementazione
• Procedura per la selezione del canale di controllo
• Affinamento dinamico del CDC mediante i risultati dei controlli
I nuovi sviluppi
206
LA SITUAZIONE ATTUALE
Il circuito doganale di controllo
La registrazione della dichiarazione doganale è effettuata in procedura ordinaria quando la
presenza della merce in dogana è contestuale al momento della presentazione della
dichiarazione. In questo caso il Circuito Doganale di Controllo (CDC) automatizzato
seleziona uno tra i seguenti canali di controllo:
• ROSSO, VM (Visita Merci)
• GIALLO, CD (Controllo Documentale)
• VERDE, NC (Nessun Controllo).
Qualora, invece, lo sdoganamento sia effettuato in procedura domiciliata o semplificata è
previsto l’istituto del preavviso – comunicazione che deve pervenire alla dogana
competente prima dell’operazione e sulla scorta del quale le dogane provvedono
all’eventuale verifica fisica delle merci presso l’operatore. Susseguentemente deve essere
presentata una dichiarazione complementare che attesti l’operazione attuata. Al momento
della registrazione di quest’ultima, il Circuito Doganale di Controllo può, ovviamente,
selezionare soltanto i rimanenti canali:
• GIALLO, CD (Controllo Documentale)
• VERDE, NC (Nessun Controllo).
Il criterio di selezione dei canali di controllo è dettato dalla eventuale associabilità della
dichiarazione a profili di rischio preesistenti.
I profili di rischio: determinazione e implementazione
La costruzione di un profilo di rischio prevede differenti fasi – sotto schematizzate attraverso le quali si giunge ad una selezione delle operazioni basata su un’analisi
qualitativa e quantitativa dei fattori di rischio che attraverso il profilo vengono acquisiti a
sistema.
Il profilo di rischio rappresenta quindi la combinazione di un mix di informazioni, alcune di
derivazione esogena, altre direttamente tratte dalle verifiche storiche attuate in dogana ed
altre ancora acquisite a livello locale.
•
La prima fase della costruzione di un profilo di rischio è l’analisi delle diverse fonti
informative:
→
-
per le merci
informazioni provenienti dalla CE (INF-AM) o da altri Stati Membri
informazioni provenienti dagli uffici periferici
dati sulle correnti di traffico (DATAWAREHOUSE MERCE)
esiti dei controlli
valutazione dei possibili slittamenti di classifica tariffaria ricorrendo a codici relativi
a merci di copertura
→
per i soggetti studio e valutazione dell’affidabilità in funzione di:
207
-
esiti dei controlli
dati sui traffici commerciali
informazioni provenienti dagli uffici periferici
esiti dei controlli straordinari - accessi presso ditte o revisioni d’ufficio certificazioni rilasciate attraverso l’audit doganale sulle imprese
informazioni acquisite nei sistemi informativi di enti o amministrazioni
nazionali/internazionali
•
L’impostazione del profilo di rischio terrà quindi conto:
• del rischio soggettivo, con conseguente:
diminuzione o incremento delle percentuali di controllo per
importatori/esportatori di comprovata affidabilità ovvero che siano inseriti
in black list;
-
incremento delle percentuali di controllo per rappresentanti inseriti_in black
list;
• della ripetitività delle operazioni effettuate per una stessa merce da uno stesso
soggetto;
• delle singole realtà operative, attraverso l’uso dei profili di rischio a valore locale.
In sostanza, la creazione del profilo di rischio deriva dalla combinazione dei seguenti
indicatori:
- oggettivi: Codice merce, Regime richiesto e regime precedente, Paese di
origine/destinazione, Paese/provincia di provenienza, Modo di trasporto, Trasporto
in container, Nazionalità mezzo di trasporto, Regime preferenziale, Natura della
transazione;
- soggettivi: Importatore/Esportatore , Rappresentante diretto/indiretto.
Ad ogni profilo così ottenuto si associa, infine, oltre alla probabilità di inserimento nei
canali ROSSO e GIALLO, un periodo di validità e l’eventuale applicabilità a livello
nazionale o di Direzione Regionale o di Circoscrizione o di sezione doganale.
Procedura per la selezione del canale di controllo
La procedura per la selezione del canale di controllo da assegnare ad una dichiarazione, in
primo luogo, verifica se la dichiarazione sia associabile a “profili di rischio” catalogati.
In questo caso, ovvero quando la dichiarazione è associabile ad uno o più profili di rischio,
considerato che ad ogni profilo di rischio sono associati due valori, uno relativo alla verifica
merci (di seguito indicato con %VM) ed uno relativo al controllo documentale (di seguito
indicato con %CD)46, che rappresentano la probabilità di inserimento nei canali di controllo
46
%VM è un valore prodotto da un algoritmo di casualità - basato sul metodo congruenziale additivo e
moltiplicativo - che genera un evento con probabilità uguale a %VM. Se l’evento si verifica, il sistema segnala
VM (CANALE ROSSO). In caso contrario, viene effettuata una seconda estrazione, utilizzando il valore %CD,
208
ROSSO e GIALLO. La selezione assegna i valori più alti di %VM e %CD tra tutti quelli
individuati nell’insieme dei profili di rischio associabili alla dichiarazione in esame.
In assenza, invece, di profili di rischio associabili alla dichiarazione, si assumono come
%VM e %CD i valori registrati in una tabella di riferimento dei parametri casuali,
aggiornabile in ogni momento. I valori di %VM e %CD presenti in tabella sono
distintamente calibrati per regime, per procedura ordinaria o semplificata, per esportazioni
semplici o con restituzioni di diritti.
•
Nel caso particolare, poi, in cui la dichiarazione riguardi operazioni di esportazione
di prodotti agricoli con richiesta di restituzione dei diritti, il valore %VM può essere
modificato al fine di garantire l’attuazione, nell’anno in corso, di almeno il 5%
annuo di visite fisiche per sezione doganale e per settore merceologico, così come
previsto dalla regolamentazione comunitaria generale47.
La procedura di selezione del canale di controllo, infine, prevede sempre la possibilità di
introdurre un parametro di correzione alle probabilità di assegnazione al canale risultante da
sistema. Tale parametro è determinato dalla componente soggettiva positiva (v. paragrafo
precedente). Qualora la procedura individui una dichiarazione alla quale siano attribuibili
fattori di correzione, si applica alla dichiarazione un profilo di rischio correttivo al quale
sono associati distinti fattori di correzione per %VM e %CD compresi tra 0 e 1.
Affinamento dinamico del CDC mediante i risultati dei controlli
L’affinamento del CDC si realizza attraverso un processo ciclico delle diverse fasi
lavorative: utilizzazione dei profili di rischio, attuazione dei controlli, analisi degli esiti dei
controlli, modifica dei profili di rischio, anche a seguito delle risultanze dei controlli a
posteriori, specificamente richiesti agli uffici, sulle operazioni esitate con il codice NC.
Per la valutazione dell’efficacia dei profili di rischio i risultati dei controlli sono acquisiti a
sistema tramite un’apposita transazione (NK) (vedi allegato)
La stessa transazione NK consente all’ufficio doganale:
•
•
di visualizzare, a fronte di ogni dichiarazione segnalata per il controllo e, comunque,
per ogni dichiarazione con restituzione di diritti, i settori di rischio riscontrati al fine di
indirizzare l’attività di controllo in linea;
di visualizzare, a fronte di ogni dichiarazione segnalata per il controllo e, comunque,
per ogni dichiarazione con restituzione di diritti, i settori di rischio riscontrati, l’esito del
controllo e le difformità rilevate;
•
di monitorare lo stato dei controlli.
anche ora, se l’evento si verifica, il sistema segnala CD (CANALE GIALLO), ovvero, altrimenti, rileverà NC
(CANALE VERDE).
47
A tale scopo si procede secondo un percorso dettato dalle regole di seguito indicate:
• se i controlli effettuati sono inferiori alla soglia fissata nella tabella di riferimento dei parametri
casuali, si assume come %VM il valore massimo tra %VM ( rilevato dal profilo) e 50%;
• se i controlli effettuati risultano superiori a tale soglia si assume come %VM il valore massimo tra
%VM (rilevato dal profilo) e 2%;
• se i controlli effettuati risultano uguali alla soglia si assume come %VM il valore massimo tra
%VM(rilevato dal profilo) e il valore di soglia.
209
I NUOVI SVILUPPI
Sono in sperimentazione operativa le procedure per lo sdoganamento telematico delle
operazioni di esportazione e transito in procedura domiciliata/semplificata con
l’applicazione del CDC all’atto della registrazione della dichiarazione doganale che
sostituisce integralmente il preavviso.
E’ inoltre in sperimentazione uno strumento di DATAWAREOUSE dei Controlli che
collega le informazioni necessarie alla valutazione dei controlli e dei profili. Le
informazioni collegate dinamicamente riguardano le seguenti categorie: esito dei controlli,
profili applicati, dichiarazioni controllate e rettifiche effettuate.
Il nuovo sistema AIDA (Automazione Integrata Dogane e Accise), che sarà esteso a 14
uffici entro novembre 2002 ed a tutti gli uffici entro il primo semestre 2003, prevede,
inoltre, l’integrazione dei profili di rischio con tutti i campi presenti nel DAU (Documento
Amministrativo Unico).
I rilasci previsti nel secondo semestre del 2003 comprendono:
il controllo automatico dell’ammissibilità della dichiarazione, relativamente al
rispetto di norme che impongono divieti o restrizioni, o la presentazione di altre
certificazioni;
il controllo automatico della liquidazione dei diritti;
la gestione integrata dei contingenti e dei massimali;
lo sdoganamento telematico per tutti i regimi in procedura semplificata con
applicazione del CDC all’atto della registrazione della dichiarazione
completa/incompleta che sostituisce il preavviso;
l’istituzione di un quarto canale di selezione automatica per il controllo delle
dichiarazioni, denominato CS (Controllo Scanner); si tratta di quelle fattispecie di
operazioni doganali che - per alcuni profili di rischio idoneamente configurati richiedono un’indagine più approfondita del controllo documentale ma non
necessitano obbligatoriamente di un’ispezione fisica essendo sufficiente un’analisi
radioscopica il cui esito evidentemente potrebbe suggerire o escludere l’ulteriore
necessità di verifica fisica.
Nell’ambito degli sviluppi previsti per il progetto CARGO il CDC sarà esteso anche ai
Manifesti Merci Arrivate. La sperimentazione relativa riguarderà almeno 6 uffici entro il
2002, mentre l’estensione in esercizio a tutti gli uffici è pianificata per il mese di marzo
2003.
210
Messaggio NK1
NK1
Continuazione del messaggio NK
Funzione 1: Acquisizione Dati
C A M P O
OBBL
NUM.
C O N T E N U T O
FORMATO
RIF.MASK
01
* 1
Si
Registro
X(2)
02
2
Si
Numero di registrazione
9(6)
03
3
Si
Cin
X(1)
04
4
Si
Data
9(6)
05
5
No
Serie
X(2)
06
A 1
No
Tipo controllo: - documentale
X(1)
2
No
B 1
No
2
No
- autonomo
X(1)
3
No
- Ex art.63 T.U.
X(1)
C 1
No
Modalità di esecuzione: Parziale
X(1)
2
No
07
08
- fisico
X(1)
Tipo controllo: - obbligatorio
Totale
X(1)
X(1)
09
D
No
Quantità di colli visitati
9(3)
10
E 1
No
Segnalazione di prelievo campioni
X(1)
2
No
Segnalazione di controversia
X(1)
F 1
No
Estremi bolletta A27: Numero
9(6)
2
No
Data
9(6)
3
No
Serie
X(2)
G 1
No
Codice difformità riscontrata
X(1)
2
No
Codice difformità riscontrata
X(1)
3
No
Codice difformità riscontrata
X(1)
4
No
Codice difformità riscontrata
X(1)
11
12
211
13
14
5
No
Codice difformità riscontrata
X(1)
6
No
Codice difformità riscontrata
X(1)
H 1
No
Codice infrazione
X(1)
2
No
Codice infrazione
X(1)
3
No
Codice infrazione
X(1)
4
No
Codice infrazione
X(1)
I 1
No
Penalità applicabili: Minima
9(11)
2
No
Massima
9(11)
15
L
Si
Differenza diritti
S9(11)
16
M
No
Note
X(50)
Note:
1) E' obbligatorio fornire il tipo di visita effettuato (campo n. 6) e le modalità di
esecuzione (campo n. 7), digitando una "X" in uno dei campi corrispondenti.
2) Nel campo n. 9 il prelievo di campioni e/o la presenza di controversia si
segnalano digitando una "X" nei campi corrispondenti.
3) Nel campo n. 11 vanno indicati i codici delle difformità riscontrate
(cod.=1,2,3,4,5) o, in alternativa, una "N" se nessuna difformità è stata rilevata.
4) Per tornare al menu "Rilevazione dei controlli ordinari" occorre premere il
tasto funzionale F3.
5) Per visualizzare la legenda delle difformità occorre premere il tasto
funzionale F5.
Messaggio NK
212
Allegato n. 4
ELENCO DEI CORSI ORGANIZZATI DAL DIPARTIMENTO DELLE
DOGANE ED II.II. NELL'ANNO 1992
Num
OGGETTO
PERIODO
SEDE
dal
Corso-seminario commercio
1 internazionale armi
Messina
Corso-seminario
Roma
2 aggiornamento dirigenti
3 Corso intensivo lingua inglese Bologna
4 Corso intensivo lingua inglese Milano
5 Corso intensivo lingua inglese Napoli
6 Corso intensivo lingua inglese Venezia
7 Corso intensivo lingua inglese Torino
8 Corso intensivo lingua inglese Bari
9 Corso intensivo lingua inglese Genova
Corso aggiornamento personale
10 lab. Chimico
Genova
11 Corso base p.c. V q.f. dir. gen. Roma
12 Corso base p.c. V q.f. dir. gen. Roma
Corso dbIII p.c. VII e IX q.f.
13 dir.gen.
Roma
14 Corso base p.c. V q.f. dir. gen. Roma
15 Corso seminario chimici (gcc) Roma
16 Corso seminario ingegneri
Roma
Formatori l'obbligazione
17 doganale (area V)
Roma
18 Corso base p.c. V q.f. dir. gen. Roma
19 Cromatografia liquida npl
Milano
Formatori depositi doganali20 carnets (area VIII)
Roma
Formatori tariffa doganale
21 (area III)
Roma
Formatori eccezioni tariffa
22 doganale (area IV)
Roma
Corso seminario politica
23 agricola comune
Messina
Seminario risorse proprie dir.
24 gen. e dir. comp.
Roma
Formatori risorse proprie (area
25 XIII)
Roma
Corso base p.c. VII q.f. dir.
26 gen.
Roma
27 Inventario contabilità amm.
Palermo
Formatori contabilità e bilancio
28 (area I) I modulo
Milano
II modulo
Milano
III modulo
Milano
al
Num.
Partecipanti
Ufficio di
appartenenza
gg
28/02/92 28/02/92 1
40 DOGANE
09/03/92
09/03/92
09/03/92
09/03/92
09/03/92
09/03/92
09/03/92
09/03/92
27 TUTTI
10 TUTTI
10 TUTTI
7 TUTTI
9 TUTTI
9 TUTTI
9 TUTTI
7 TUTTI
11/03/92 3
11/04/92 25
11/04/92 25
11/04/92 25
11/04/92 25
11/04/92 25
11/04/92 25
11/04/92 25
24/03/92 28/03/92 5
23/03/92 28/03/92 6
23/03/92 28/03/92 6
14 LAB. CHIMICI
8 TUTTI
8 TUTTI
30/03/92
06/04/92
07/04/92
07/04/92
6
6
3
4
8 TUTTI
8 TUTTI
32 LAB. CHIMICI
39 UTF
07/04/92 08/04/92 4
13/04/92 18/04/92 6
14/04/92 16/04/92 3
22 DOGANE
8 TUTTI
13 LAB. CHIMICI
21/0492 24/04/92 4
23 DOGANE
24/0493 29/04/92 3
19 DOGANE
28/04/92 30/04/92 3
16 DOGANE
30/04/92 30/04/92 1
40 DOGANE
04/05/92 05/05/92 2
25 DOGANE
04/05/92 07/05/92 4
18 DOGANE
04/04/92
11/04/92
09/04/92
10/04/92
04/05/92 09/05/92 6
05/05/92 09/05/92 5
04/05/92 08/05/92 5
18/05/92 22/05/92 5
01/06/92 09/06/92 5
213
8 TUTTI
8 LAB. CHIMICI
30 DOGANE
Num
OGGETTO
PERIODO
SEDE
dal
Formatori regimi economici
29 (area IX)
30 Coll. analitici appar.scient.
Corso base p.c. VII q.f. dir.
31 gen.
32 Corso intensivo lingua inglese
Seminario problematiche
33 doganali e fiscali
34 Corso intensivo lingua inglese
35 Corso base p.c. V q.f. dir. gen.
36 Corso intensivo lingua inglese
37 Formatori transito (area X)
Formatori import export (area
38 VII)
39 Appl. inform. servizi chimici
40 Corso base p.c. V q.f. dir. gen.
41 Corso base p.c. V q.f. dir. gen.
42 Corso intensivo lingua inglese
43 Corso intensivo lingua inglese
44 Attività di certificazione
Formatori origine e divieti
45 (Area VI)
46 Corso base p.c. V q.f. dir. gen.
Corso-seminario regimi
47 doganali economici
48 Corso base p.c. V q.f. dir. gen.
49 Utilizzo elaboratori informatici
Formatori contrasto delle
50 violazioni (Area II)
Corso-seminario prodotti
51 petroliferi
52 Corso base p.c. V q.f. dir. gen.
Formatori la politica
53 commerciale comune (area XI)
Corso base p.c. VII q.f. dir.
54 gen.
Formatori politica agricola
55 comune (area XII)
Applicazioni informatiche per
56 servizi chimici
al
Num.
Partecipanti
Ufficio di
appartenenza
gg
Roma
Roma
11/05/92 14/05/92 4
11/05/92 16/05/92 6
26 DOGANE
14 LAB. CHIMICI
Roma
Palermo
11/05/92 16/05/92 6
11/05/92 13/06/92 25
8 TUTTI
10 TUTTI
Parma
Cagliari
Roma
Firenze
Roma
14/05/92
11/05/92
18/05/92
18/05/92
22/05/92
15/05/92 2
13/06/92 25
23/05/92 6
20/06/92 25
27/05/92 3
44 TUTTI
9 TUTTI
8 TUTTI
7 TUTTI
23 DOGANE
Roma
Roma
Roma
Roma
Roma
Roma
Giardini (ME)
25/05/92
26/05/92
25/05/92
01/06/92
02/06/92
03/06/92
03/06/92
29/05/92 5
30/05/92 5
30/05/92 6
06/06/92 6
30/06/92 21
01/07/92 21
05/06/92 3
23 DOGANE
14 LAB. CHIMICI
8 TUTTI
8 TUTTI
9 TUTTI
11 TUTTI
28 LAB. CHIMICI
Roma
Roma
08/06/92 11/06/92 4
08/06/92 13/06/92 6
21 DOGANE
8 TUTTI
Catania
Roma
Palermo
11/06/92 12/06/92 2
15/06/92 20/06/92 6
15/06/92 20/06/92 6
40 DOGANE
8 TUTTI
20 LAB. CHIMICI
Roma
15/06/92 20/06/92 6
24 DOGANE
Milano
Roma
15/06/92 20/06/92 6
22/06/92 27/06/92 6
45 LAB. CHIMICI UTF
8 TUTTI
Roma
29/06/92 01/07/92 3
29 TUTTI
Roma
30/06/92 04/07/92 5
8 DOGANE
Roma
01/07/92 03/07/92 3
6 DOGANE
Palermo
14/09/92 19/09/92 6
214
14 LAB. CHIMICI
Allegato n. 5
FORMAZIONE DEL PERSONALE DEL DIPARTIMENTO DELLE DOGANE E
DELLE IMPOSTE INDIRETTE
Raffronto anni 1993 e 1994
DIPARTIMENTO
DELLE DOGANE E
DELLE IMPOSTE
INDIRETTE
Direzione Generale
Direzioni Compartimentali
Totale Dipartimento
Numero dei
Numero dei
Ore uomo di
Variaz.
Variaz.
Variaz.
corsi
partecipanti
lezione
1993
35
85
120
1994 93/94 1993
1994 93/94 1993
28 -20% 1.471 1.093 -25,6%
100 17,6% 1.393 1.523 8,8%
128 6,6% 2.864 2.616 -8,6%
215
68
17
43
1994 93/94
82 20,5%
18 5,8%
45 5,5%
Allegato n. 6/1
DIPARTIMENTO DELLE DOGANE – Entrate tributarie
Dati finanziari dei capp. 1601, 1409 – art. 1 e 1203 – art. 2
(Dati in milioni di lire)
CAPITOLO 1601: Imposta sul consumo dei tabacchi
PI
Previsioni Iniziali Competenza
Media
1994-2000
8.500.000 9.738.000 10.480.000 11.005.000 10.842.000 12.206.000 12.179.000 10.707.143
PD
Previsioni Definitive Competenza
9.080.000 10.030.000 10.890.000 11.128.000 12.090.000 12.246.410 14.456.000 11.417.201
PIC
Previsioni Iniziali Cassa
PDC
Previsioni Definitive Cassa
DATI NON PRESENTI NEL S.I. 10.905.000 10.742.000 12.106.000 12.167.000 11.480.000
FINO AL 1996
11.325.000 10.742.000 12.079.000 14.237.000 12.095.750
Accertato
9.378.583 10.291.196 10.632.433 11.262.081 12.147.316 13.087.912 13.884.151 11.526.239
Riscosso Competenza
9.373.410 10.291.196 10.632.433 11.259.647 12.147.316 13.087.912 13.884.151 11.525.152
1994
A
RC
DRC
Da Riscuotere Competenza
1995
5.173
1996
0
1997
0
1998
2.434
1999
0
2000
0
126
1.105
VC
Versamenti Competenza
7.973.807 8.511.451 9.260.940 9.510.517 10.303.206 10.880.355 12.391.681 9.833.137
DVC
Da Versare Competenza
1.399.603 1.779.745 1.371.493 1.749.130 1.844.110 2.207.557 1.492.344 1.691.998
RRL
Riscosso Residui (lordo da versare) 2.663.072 2.675.743 1.856.552 1.414.612 1.794.597 2.210.270 2.268.289 2.126.162
DRR
Da Riscuotere Residui
VR
Versamenti Residui
DVR
Da Versare Residui
RT
DRT
Riscosso Totale
Da Riscuotere Totale
7.545
12.719
12.719
12.508
14.942
14.935
12.672
12.577
1.418.127 1.145.724 1.818.209 1.371.597 1.431.660 2.153.460 2.213.517 1.650.328
1.244.945 1.530.018
38.343
43.015
362.937
56.810
54.771
475.834
12.036.482 12.966.939 12.488.985 12.674.260 13.941.913 15.298.182 16.152.440 13.651.314
12.718
12.719
12.719
14.942
14.942
14.935
12.798
13.682
VT
Versamenti Totali
9.391.934 9.657.175 11.079.149 10.882.114 11.734.867 13.033.815 14.605.198 11.483.465
DVT
Da Versare Totale
2.644.548 3.309.764 1.409.836 1.792.145 2.207.047 2.264.367 1.547.116 2.167.832
DRT+DVT
Residui Totali
2.657.267 3.322.482 1.422.555 1.807.087 2.221.989 2.279.302 1.559.914 2.181.514
RET/(RET-1)%
VPD/PI%
Variazione Annua Residui Totali%
Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. %
VAA=A/(A-1)%
Variazione Annua Accertato%
6,82%
125,03%
3,00%
42,82%
3,91%
127,03%
1,12%
122,96%
11,51%
102,58%
0,33%
68,44%
18,70%
109,73%
103,32%
105,92%
107,86%
107,74%
106,08%
RC/(RC-1)%
Variazione Annua Risc. Comp.%
109,79%
103,32%
105,90%
107,88%
107,74%
106,08%
VC/(VC-1)%
Variazione Annua Vers. Comp.%
106,74%
108,81%
102,69%
108,33%
105,60%
113,89%
DAPI=A-PI
Differenza Accertato-Prev. Iniz.
DAPI/PI%
DAPI/Prev. Iniz. Comp.%
DA-PD
Differenza Accert. - Prev. Def.
298.583
261.196
-257.567
134.081
DAPD/PD%
VPDC/PIC%
DAPD/Prev. Def.%
Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. %
3,29%
0,00%
2,60%
0,00%
-2,37%
0,00%
1,20%
3,85%
VC-PIC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa
VC-PDC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa
RC/A%
Riscosso Competenza/Accertato%
RRN=RRL-(DVT-1)
Riscosso Residui (netto)
878.583
10,34%
553.196
152.433
257.081 1.305.316
881.912 1.705.151
819.096
5,68%
1,45%
2,34%
7,23%
7,58%
-
-
99,94%
- -1.394.483
100,00%
- -1.814.483
100,00%
31.194 -1.453.212
RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno
6,48%
99,98%
4.776
12,04%
57.316
0,47%
0,00%
841.502
6,87%
-0,22%
-438.794 -1.225.645
14,00%
-571.849
109.038
-3,96%
17,01%
1,16%
2,95%
224.681
-438.794 -1.198.645 -1.845.319
100,00%
2.452
100,00%
3.224
100,00%
-404.891
-756.749
99,99%
3.922
10.322.391 9.179.221 11.264.423 12.149.768 13.091.136 13.887.947
DRIR=DRR+RRN
Da Riscuotere Iniziale Riaccertato
43.913 -1.440.493
17.284
17.394
18.158
R=DRIR-(DRT-1)
Riaccertamenti
31.194 -1.453.212
4.565
2.452
3.217
DRIR/A%
DRIR/Accertato%
0,43%
-13,55%
0,15%
0,14%
16.593
1.659
0,14%
0,12%
RRN/DRIR%
Quota Residui Riscossi%
71,04%
100,88%
27,63%
14,10%
17,75%
23,63%
DRR/DRT%
Da Risc. Res./Da Risc. Totale%
59,33%
100,00%
100,00%
83,71%
100,00%
100,00%
99,01%
91,72%
DVR/DVT%
Da Vers. Res./Da Vers. Totale%
47,08%
46,23%
2,72%
2,40%
16,44%
2,51%
3,54%
17,27%
VR-(DVT-1)
Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale
-1.498.824 -1.491.555
216
-38.239
-360.485
-53.586
-50.850
Allegato n. 6/2
CAPITOLO 1203: I.V.A.
Art. 2: Imposta relativa alle importazioni
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
Media
1994-2000
PI
Previsioni Iniziali Competenza
PD
Previsioni Definitive Competenza 13.300.000 13.850.000 16.700.000 14.858.000 16.816.000 16.350.000 19.438.000 15.901.714
PIC
Previsioni Iniziali Cassa
PDC
Previsioni Definitive Cassa
A
RC
DRC
10.410.000 10.490.000 16.700.000 17.800.000 16.255.000 17.184.000 17.826.000 15.237.857
DATI NON PRESENTI NEL S.I.
FINO AL 1996
0
0 16.799.000 17.932.000 8.682.750
0
0 15.965.000 19.544.000 8.877.250
Accertato
13.048.000 14.428.524 13.693.232 15.252.420 15.471.612 16.641.493 24.651.033 16.169.473
Riscosso Competenza
12.541.291 13.838.213 13.193.087 14.671.184 14.935.197 15.956.110 23.099.132 15.462.031
Da Riscuotere Competenza
506.709
590.311
500.145
581.236
536.415
685.383 1.551.900
707.443
VC
Versamenti Competenza
DVC
Da Versare Competenza
145.490
212.364
114.852
147.975
105.991
140.690
845.951
244.759
RRL
Riscosso Residui (lordo da versare)
565.309
711.298
825.726
631.661
747.949
678.963
881.223
720.304
DRR
Da Riscuotere Residui
13.309
12.454
12.287
18.333
13.047
14.565
4.540
12.648
508.620
679.434
806.111
612.803
728.064
642.964
829.368
686.766
56.689
31.864
19.615
18.858
19.884
35.998
51.855
33.538
VR
Versamenti Residui
DVR
Da Versare Residui
RT
DRT
Riscosso Totale
Da Riscuotere Totale
12.395.800 13.625.849 13.078.235 14.523.209 14.829.206 15.815.420 22.253.182 15.217.272
13.106.600 14.549.511 14.018.813 15.302.845 15.683.146 16.635.073 23.980.355 16.182.335
520.018
602.765
512.432
599.569
549.461
699.948 1.556.440
720.090
VT
Versamenti Totali
DVT
Da Versare Totale
12.904.420 14.305.283 13.884.346 15.136.013 15.557.270 16.458.385 23.082.550 15.904.038
202.180
244.228
134.467
166.832
125.876
176.688
897.806
278.297
DRT+DVT
Residui Totali
722.197
846.993
646.899
766.401
675.337
876.636 2.454.246
998.387
RET/(RET-1)%
Variazione Annua Residui Totali%
VPD/PI%
Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 27,76%
32,03%
0,00%
-16,53%
3,45%
-4,85%
9,04%
VAA=A/(A-1)%
Variazione Annua Accertato%
110,58%
94,90%
111,39%
101,44%
107,56%
148,13%
117,28%
76,38%
118,47%
88,12%
129,81%
279,96%
7,27%
RC/(RC-1)%
Variazione Annua Risc. Comp.%
110,34%
95,34%
111,20%
101,80%
106,84%
144,77%
VC/(VC-1)%
Variazione Annua Vers. Comp.%
109,92%
95,98%
111,05%
102,11%
106,65%
140,71%
DAPI=A-PI
Differenza Accertato-Prev. Iniz.
2.638.000 3.938.524 -3.006.768 -2.547.580
-783.388
-542.507 6.825.033
931.616
DAPI/PI%
DAPI/Prev. Iniz. Comp.%
25,34%
-4,82%
-3,16%
8,70%
DA-PD
Differenza Accert. - Prev. Def.
-252.000
578.524 -3.006.768
394.420 -1.344.388
291.493 5.213.033
267.759
DAPD/PD%
DAPD/Prev. Def.%
-1,89%
4,18%
-18,00%
2,65%
-7,99%
1,78%
26,82%
1,08%
VPDC/PIC%
Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. %
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
-4,96%
8,99%
0,57%
VC-PIC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa
0
0
0 14.523.209 14.829.206
VC-PDC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa
0
0
0 14.523.209 14.829.206
RC/A%
Riscosso Competenza/Accertato%
RRN=RRL-(DVT-1)
Riscosso Residui (netto)
96,12%
Da Riscuotere Iniziale Riaccertato
R=DRIR-(DRT-1)
Riaccertamenti
DRIR/A%
DRIR/Accertato%
RRN/DRIR%
DRR/DRT%
Quota Residui Riscossi%
Da Risc. Res./Da Risc. Totale%
DVR/DVT%
Da Vers. Res./Da Vers. Totale%
VR-(DVT-1)
Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale
-18,00%
95,91%
509.118
RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno
DRIR=DRR+RRN
37,55%
-14,31%
96,35%
581.498
96,19%
497.194
96,53%
581.117
38,29%
-983.580 4.321.182 4.670.002
-149.580 2.709.182 4.558.860
95,88%
553.087
93,70%
95,81%
704.535
14.347.331 13.774.585 15.168.378 15.516.314 16.509.197 23.803.667
521.573
593.785
515.527
594.163
567.652
1.555
-8.980
3.095
-5.406
18.191
709.075
9.127
3,61%
4,34%
3,38%
3,84%
3,41%
2,88%
2,56%
97,61%
2,07%
97,93%
2,40%
96,44%
3,06%
97,80%
2,37%
97,43%
2,08%
99,36%
0,29%
2,12%
28,04%
13,05%
14,59%
11,30%
15,80%
20,37%
5,78%
15,56%
477.254
217
561.883
478.336
561.232
517.089
652.680
Allegato n. 6/3
CAPITOLO 1409: Accisa e imposta erariale di consumo sugli oli minerali, loro derivati e
prodotti analoghi
Art. 1: Imposta riscossa in via ordinaria
1994
1995
1996
1997
1998
1999
Media
1994-2000
2000
PI
Previsioni Iniziali Competenza
PD
Previsioni Definitive Competenza 41.500.000 44.400.000 36.912.000 39.393.282 39.208.000 41.212.000 40.527.000 40.450.326
PIC
Previsioni Iniziali Cassa
PDC
Previsioni Definitive Cassa
A
RC
DRC
40.000.000 41.350.000 40.018.000 38.310.000 38.270.000 41.164.500 43.614.000 40.389.500
DATI NON PRESENTI NEL S.I. 38.310.000 38.300.000 41.164.500 43.519.000 40.323.375
FINO AL 1996
40.734.282 38.300.000 41.212.000 40.405.000 40.162.821
Accertato
38.973.102 43.242.885 35.800.550 36.666.591 39.377.321 40.588.299 37.134.699 38.826.207
Riscosso Competenza
37.387.063 40.953.223 35.590.693 36.666.591 38.431.943 38.565.535 36.638.374 37.747.632
Da Riscuotere Competenza
1.586.038 2.289.662
209.858
0
945.378 2.022.764
VC
Versamenti Competenza
DVC
Da Versare Competenza
16
8
RRL
Riscosso Residui (lordo da versare) 1.604.903 1.678.546 1.529.846 1.407.946
593.361
DRR
Da Riscuotere Residui
1.729.186 1.649.627 2.030.735
VR
Versamenti Residui
1.604.911 1.678.546 1.529.844 1.407.947
DVR
Da Versare Residui
RT
DRT
Riscosso Totale
Da Riscuotere Totale
VT
Versamenti Totali
DVT
Da Versare Totale
DRT+DVT
Residui Totali
RET/(RET-1)%
VPD/PI%
Variazione Annua Residui Totali%
Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. %
VAA=A/(A-1)%
Variazione Annua Accertato%
496.325 1.078.575
37.386.998 40.953.223 35.590.693 36.666.591 38.431.943 38.565.535 36.638.374 37.747.622
66
14.335
-8
1.042
0
2
2
856.163 1.363.557 1.682.294 2.941.812 1.750.482
3
593.361
-1
632.919 1.323.206 1.252.962
0
0
0
3.315.225 3.939.289 2.240.593
856.163 2.308.935 3.705.058 3.438.137 2.829.057
38.991.909 42.631.770 37.120.536 38.074.537 39.025.304 39.198.453 37.961.579 39.000.584
58
14.335
1.045
3.315.282 3.953.624 2.241.638
3,75%
15
8
2
2
56,70%
-7,76%
38,19%
2,83%
269,68%
2,45%
160,47%
0,12%
92,80%
-7,08%
110,96%
82,79%
102,42%
107,39%
103,08%
91,49%
Variazione Annua Risc. Comp.%
109,54%
86,91%
103,02%
104,81%
100,35%
95,00%
Variazione Annua Vers. Comp.%
109,54%
86,91%
103,02%
104,81%
100,35%
95,00%
DAPI=A-PI
Differenza Accertato-Prev. Iniz.
DAPI/PI%
DAPI/Prev. Iniz. Comp.%
DA-PD
Differenza Accert. - Prev. Def.
DAPD/PD%
DAPD/Prev. Def.%
-6,09%
-2,61%
-3,01%
VPDC/PIC%
Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. %
0,00%
0,00%
0,00%
VC-PIC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa
VC-PDC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa
RC/A%
Riscosso Competenza/Accertato%
RRN=RRL-(DVT-1)
Riscosso Residui (netto)
-1.026.898 1.892.885 -4.217.450 -1.643.409 1.107.321
-2,57%
Riaccertamenti
DRIR/A%
DRIR/Accertato%
-10,54%
-4,29%
0
0
0
95,93%
-1,40%
-623.701 -3.392.301 -1.624.119
-6,92%
0,43%
-1,51%
-8,37%
-4,01%
6,33%
0,00%
0,12%
-7,16%
-0,10%
0 -4.067.692
99,41%
-576.201 -6.479.301 -1.563.293
169.321
0 -1.643.409
0
94,71%
0,24%
2,89%
-2.526.898 -1.157.115 -1.111.450 -2.726.692
100,00%
1.678.489 1.515.512 1.406.901
RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno
R=DRIR-(DRT-1)
4,58%
2.209
856.179 2.308.943 3.705.060 3.438.139 2.831.267
119,25%
7,38%
VC/(VC-1)%
Da Riscuotere Iniziale Riaccertato
-1
38.991.966 42.631.770 37.120.539 38.074.536 39.025.304 39.198.453 37.961.579 39.000.593
RC/(RC-1)%
DRIR=DRR+RRN
2.210
632.919 1.323.206 1.252.961
-14,86%
-3,74%
131.943 -2.598.965 -6.880.626 -1.570.151
131.943 -2.646.465 -3.766.626 -1.478.406
97,60%
593.346
95,02%
98,66%
97,33%
632.911 1.323.203
42.646.047 37.107.246 38.073.508 39.025.296 39.198.448 37.961.579
3.328.116 3.546.246 2.263.064 1.956.903 2.315.205 4.265.016
12.892
-393.043
7,70%
9,91%
22.472 1.100.739
6.270
559.957
6,17%
4,97%
5,70%
11,49%
RRN/DRIR%
Quota Residui Riscossi%
50,43%
42,74%
62,17%
30,32%
27,34%
31,02%
DRR/DRT%
Da Risc. Res./Da Risc. Totale%
52,16%
41,88%
90,63%
100,00%
59,06%
45,41%
85,56%
67,81%
DVR/DVT%
Da Vers. Res./Da Vers. Totale%
-13,79%
0,00%
0,25%
-6,13%
0,00%
0,00%
0,00%
-2,81%
VR-(DVT-1)
Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale
593.346
632.911 1.323.203
1.678.489 1.515.509 1.406.902
218
Allegato n. 7/1
DIPARTIMENTO DELLE DOGANE – Entrate extratributarie
Dati finanziari dei capp. 3970, 3971 e 2301
(Dati in milioni di lire)
CAPITOLO 3970: Dazi della Tariffa Doganale Comune (T.D.C.) ed altri diritti fissati
delle istituzioni della Unione Europea (esclusi i dazi C.E.C.A., i dazi compensatori
antidumping, i dazi ed altri diritti fissati nel quadro della politica agricola comune)
1994
1995
1996
1997
1998
1999
Media
19942000
2000
PI
Previsioni Iniziali Competenza
1.970.000 2.000.000 2.000.000 2.000.000 1.600.000 2.145.000
2.202.550 1.988.221
PD
Previsioni Definitive Competenza 1.970.000 2.000.000 2.000.000 1.600.000 1.600.000 2.145.000
2.392.550 1.958.221
PIC
Previsioni Iniziali Cassa
2.202.550 1.986.888
PDC
Previsioni Definitive Cassa
DATI NON PRESENTI NEL 2.000.000 1.600.000 2.145.000
S.I. FINO AL 1996
2.000.000 1.600.000 2.145.000
Accertato
1.983.602 2.385.332 1.938.858 2.207.266 2.343.327 2.381.667
56 1.891.444
Riscosso Competenza
1.815.477 2.208.737 1.789.590 2.036.442 2.172.194 2.174.277
56 1.742.396
A
RC
DRC
VC
Da Riscuotere Competenza
Versamenti Competenza
DVC
RRL
Da Versare Competenza
Riscosso Residui (lordo da versare)
DRR
Da Riscuotere Residui
VR
Versamenti Residui
DVR
Da Versare Residui
RT
2.392.550 2.034.388
168.126 176.594 149.267 170.824 171.133 207.390
0 149.048
1.789.851 2.172.443 1.776.304 2.016.246 2.149.738 2.155.111
56 1.722.821
25.625 36.295 13.287 20.197 22.456 19.166
173.459 184.089 215.143 142.768 180.941 183.278
0 19.575
0 154.240
80.665 105.950 113.534 139.493 145.910 164.994
0 107.221
160.953 174.685 214.217 141.447 180.476 183.005
0 150.683
12.506
9.404
926
1.322
464
273
0
3.556
Riscosso Totale
1.988.935 2.392.826 2.004.733 2.179.211 2.353.135 2.357.555
56 1.896.636
DRT
VT
Da Riscuotere Totale
Versamenti Totali
248.791 282.544 262.801 310.316 317.042 372.384
1.950.804 2.347.127 1.990.521 2.157.692 2.330.214 2.338.116
0 256.268
56 1.873.504
DVT
Da Versare Totale
DRT+DVT
Residui Totali
38.131
45.699
14.212
21.519
22.920
19.439
0
286.922 328.243 277.013 331.835 339.963 391.823
RET/(RET-1)%
Variazione Annua Residui Totali%
VPD/PI%
Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. %
114,40% 84,39% 119,79% 102,45% 115,25%
VAA=A/(A-1)%
Variazione Annua Accertato%
120,25% 81,28% 113,84% 106,16% 101,64%
0,00%
RC/(RC-1)%
VC/(VC-1)%
Variazione Annua Risc. Comp.%
Variazione Annua Vers. Comp.%
121,66% 81,02% 113,79% 106,67% 100,10%
121,38% 81,77% 113,51% 106,62% 100,25%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
13.602 385.332
-20,00%
0,00%
0,00%
23.131
0 279.400
0,00%
8,63%
DAPI=A-PI
Differenza Accertato-Prev. Iniz.
DAPI/PI%
DAPI/Prev. Iniz. Comp.%
DA-PD
Differenza Accert. - Prev. Def.
DAPD/PD%
DAPD/Prev. Def.%
37,95%
46,46%
11,03%
-100,00%
VPDC/PIC%
VC-PIC
Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa
- 16.246
0,00%
549.738
0,00%
10.111
8,63%
1,23%
-2.202.494 -232.343
VC-PDC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa
- 16.246
549.738
10.111
-2.392.494 -259.486
RC/A%
Riscosso Competenza/Accertato%
92,26%
92,70%
91,29%
RRN=RRL-(DVT-1)
Riscosso Residui (netto)
0,69%
19,27%
-3,06%
13.602 385.332
0,69%
19,27%
91,52%
RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno
-61.142 207.266 743.327 236.667 -2.202.494
-1,62%
46,46%
11,03%
-100,00%
-61.142 607.266 743.327 236.667 -2.392.494
-3,06%
92,60%
10,36%
92,30%
100,00%
145.958 169.444 128.556 159.422 160.357
-19.439
-96.778
-2,18%
-66.778
1,76%
93,24%
2.354.695 1.959.034 2.164.998 2.331.616 2.334.634
-19.383
DRIR=DRR+RRN
R=DRIR-(DRT-1)
Da Riscuotere Iniziale Riaccertato
Riaccertamenti
251.907 282.978 268.049 305.332 325.352
3.116
434
5.248
-4.985
8.309
-19.439
-391.823
DRIR/A%
DRIR/Accertato%
10,56%
14,60%
12,14%
13,03%
RRN/DRIR%
Quota Residui Riscossi%
57,94%
59,88%
47,96%
52,21%
49,29%
100,00%
DRR/DRT%
Da Risc. Res./Da Risc. Totale%
32,42%
37,50%
43,20%
44,95%
46,02%
44,31%
0,00%
35,49%
DVR/DVT%
Da Vers. Res./Da Vers. Totale%
32,80%
20,58%
6,51%
6,14%
2,03%
1,40%
0,00%
9,92%
VR-(DVT-1)
Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale
13,66% -34885,25%
136.554 168.518 127.234 158.958 160.085
219
-19.439
Allegato n. 7/2
CAPITOLO 3971: Dazi compensatori antidumping
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
Media
19942000
PI
Previsioni Iniziali Competenza
20.000
20.000
20.000
20.000
20.000
12.000
16.850
18.407
PD
Previsioni Definitive Competenza
20.000
20.000
20.000
20.000
20.000
12.000
16.850
18.407
PIC
Previsioni Iniziali Cassa
20.000
20.000
12.000
16.850
17.213
PDC
A
Previsioni Definitive Cassa
Accertato
DATI NON PRESENTI
NEL S.I. FINO AL 1996
20.000
17.842
12.000
16.850
18.061 2.791.198
17.213
405.768
16.364 2.566.653
372.982
RC
DRC
Riscosso Competenza
112
42
27
20.000
13.090
107
42
25
12.395
15.287
5
0
2
695
2.556
40
19
11.966
14.457
Da Riscuotere Competenza
1.697
224.545
32.786
15.926 2.529.890
367.481
VC
Versamenti Competenza
73
DVC
Da Versare Competenza
34
2
6
428
830
438
36.763
5.500
RRL
DRR
Riscosso Residui (lordo da versare)
Da Riscuotere Residui
4
30
34
35
2
35
8
35
1.124
35
2.108
1.313
200.722
192.437
29.143
27.703
28.519
VR
Versamenti Residui
4
34
2
8
1.124
2.106
196.352
DVR
Da Versare Residui
0
0
0
0
0
1
4.370
624
111
76
27
12.403
16.410
18.472 2.767.375
402.125
RT
Riscosso Totale
DRT
Da Riscuotere Totale
35
35
38
730
2.591
VT
DVT
Versamenti Totali
Da Versare Totale
77
34
74
2
21
6
11.975
428
15.580
830
Residui Totali
70
38
44
1.159
3.421
DRT+DVT
416.982
60.489
18.032 2.726.242
439
41.134
3.011
396.000
6.125
3.450
458.116
RET/(RET-1)%
Variazione Annua Residui Totali%
VPD/PI%
Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00%
0,00%
VAA=A/(A-1)%
Variazione Annua Accertato%
37,39% 65,07% 47980,66% 136,31% 101,23% 15454,19%
66.614
53,83% 116,50% 2650,96% 295,21% 100,84% 13279,70%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
RC/(RC-1)%
Variazione Annua Risc. Comp.%
39,10% 59,18% 49955,47% 123,33% 107,05% 15684,76%
VC/(VC-1)%
DAPI=A-PI
Variazione Annua Vers. Comp.%
Differenza Accertato-Prev. Iniz.
54,55% 47,57% 63294,04% 120,81% 110,16% 15885,28%
-19.888 -19.958 -19.973
-6.910 -2.158
6.061 2.774.348
DAPI/PI%
DAPI/Prev. Iniz. Comp.%
DA-PD
Differenza Accert. - Prev. Def.
DAPD/PD%
DAPD/Prev. Def.%
0,00%
387.360
-99,44% -99,79% -99,86% -34,55% -10,79% 50,51% 16464,97% 2310,15%
-19.888 -19.958 -19.973
-6.910
-2.158
6.061 2.774.348
387.360
-99,44% -99,79% -99,86% -34,55% -10,79% 50,51% 16464,97% 2310,15%
VPDC/PIC%
Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00%
VC-PIC
VC-PDC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa
Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa
RC/A%
Riscosso Competenza/Accertato%
RRN=RRL-(DVT-1)
Riscosso Residui (netto)
0,00%
-
0,00%
-
-
95,61% 100,00% 90,95%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
-8.034
-8.034
-5.543
-5.543
3.926
3.926
2.513.040
2.513.040
94,69%
85,68% 90,60%
91,96%
-
-
2
695
RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno
42
25
12.397
15.982
DRIR=DRR+RRN
Da Riscuotere Iniziale Riaccertato
35
35
38
730
2.591
392.720
R=DRIR-(DRT-1)
DRIR/A%
Riaccertamenti
DRIR/Accertato%
84,29% 129,53%
-
-
-
389.710
14,07%
-
0,00%
0,29%
4,09%
1.278
0,00%
357.627
357.627
92,78%
200.283
17.642 2.766.936
14,35%
RRN/DRIR%
Quota Residui Riscossi%
0,00%
6,53%
95,16% 49,31%
DRR/DRT%
Da Risc. Res./Da Risc. Totale%
86,08% 100,00% 93,47%
4,84%
1,36%
43,63%
46,15%
53,65%
DVR/DVT%
Da Vers. Res./Da Vers. Totale%
0,00%
0,00%
0,00%
0,26%
10,62%
1,56%
VR-(DVT-1)
Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale
0,00%
0,00%
-
220
-
2
695
1.277
51,00%
195.913
Allegato n. 7/3
CAPITOLO 2301: Multe, ammende e sanzioni amministrative inflitte dalle
Autorità giudiziarie ed amministrative con esclusione di quelle aventi natura
tributaria
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
Media
19942000
PI
Previsioni Iniziali Competenza
190.000 250.000 250.000 250.000 250.000 250.000 250.000 241.429
PD
Previsioni Definitive Competenza
190.000 250.000 250.000 330.000 250.000 250.000 250.000 252.857
PIC
Previsioni Iniziali Cassa
PDC
Previsioni Definitive Cassa
A
RC
DRC
VC
DATI NON PRESENTI
NEL S.I. FINO AL 1996
250.000 250.000 250.000 250.000 250.000
250.000 250.000 250.000 250.000 250.000
Accertato
279.532 334.667 358.076 401.924 259.367 523.348 1.205.928 480.406
Riscosso Competenza
220.942 247.575 255.499 291.975 135.374 250.458 494.847 270.953
Da Riscuotere Competenza
Versamenti Competenza
DVC
RRL
Da Versare Competenza
Riscosso Residui (lordo da versare)
DRR
Da Riscuotere Residui
58.590
87.092 102.578 109.948 123.993 272.890 711.081 209.453
197.313 222.259 229.953 262.719 121.360 213.295 450.015 242.416
23.629
38.122
25.317
43.588
25.546
41.735
29.256
44.967
14.014
66.068
37.163
67.312
44.832
74.442
28.536
53.748
416.096 499.560 625.697 705.595 1.006.395 1.129.811 1.290.039 810.456
VR
Versamenti Residui
25.847
40.241
35.196
21.501
28.838
56.460
43.877
35.994
DVR
Da Versare Residui
12.275
3.346
6.539
23.466
37.230
10.852
30.565
17.753
RT
Riscosso Totale
259.063 291.163 297.233 336.942 201.442 317.770 569.289 324.700
DRT
VT
Da Riscuotere Totale
Versamenti Totali
474.686 586.652 728.275 815.544 1.130.388 1.402.701 2.001.120 1.019.909
223.160 262.500 265.149 284.220 150.198 269.755 493.893 278.411
DVT
Da Versare Totale
DRT+DVT
Residui Totali
35.903
28.663
32.085
52.722
51.243
48.015
75.397
46.290
510.589 615.316 760.359 868.265 1.181.631 1.450.716 2.076.517 1.066.199
RET/(RET-1)%
Variazione Annua Residui Totali%
VPD/PI%
Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00%
120,51% 123,57% 114,19% 136,09% 122,77% 143,14%
VAA=A/(A-1)%
Variazione Annua Accertato%
119,72% 106,99% 112,25% 64,53% 201,78% 230,43%
RC/(RC-1)%
VC/(VC-1)%
Variazione Annua Risc. Comp.%
Variazione Annua Vers. Comp.%
112,05% 103,20% 114,28% 46,36% 185,01% 197,58%
112,64% 103,46% 114,25% 46,19% 175,75% 210,98%
0,00%
89.532
0,00%
32,00%
84.667 108.076 151.924
0,00%
0,00%
0,00%
DAPI=A-PI
Differenza Accertato-Prev. Iniz.
DAPI/PI%
DAPI/Prev. Iniz. Comp.%
DA-PD
Differenza Accert. - Prev. Def.
DAPD/PD%
DAPD/Prev. Def.%
VPDC/PIC%
VC-PIC
Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00%
0,00%
Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa
- 12.719 -128.640 -36.705
0,00%
200.015
VC-PDC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa
200.015
RC/A%
Riscosso Competenza/Accertato%
RRN=RRL-(DVT-1)
Riscosso Residui (netto)
47,12% 33,87% 43,23% 60,77%
89.532
84.667 108.076
71.924
47,12% 33,87% 43,23% 21,80%
-
-
9.367 273.348 955.928 238.977
3,75%
109,34% 382,37% 97,21%
9.367 273.348 955.928 227.549
3,75%
109,34% 382,37% 91,64%
- 12.719 -128.640 -36.705
79,04% 73,98% 71,35% 72,64% 52,19%
7.685
13.072
12.882
4,57%
13.346
47,86%
16.069
41,03%
0,00%
6.770
6.770
62,59%
26.428
RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno
255.260 268.570 304.857 148.720 266.526 521.275
DRIR=DRR+RRN
R=DRIR-(DRT-1)
Da Riscuotere Iniziale Riaccertato
Riaccertamenti
507.245 638.769 718.477 1.019.742 1.145.880 1.316.466
32.559 52.116 -9.797 204.198 15.492 -86.235
DRIR/A%
DRIR/Accertato%
RRN/DRIR%
Quota Residui Riscossi%
1,31%
1,40%
2,01%
DRR/DRT%
Da Risc. Res./Da Risc. Totale%
87,66% 85,15% 85,91% 86,52% 89,03%
80,55%
64,47%
82,76%
DVR/DVT%
Da Vers. Res./Da Vers. Totale%
34,19% 11,67% 20,38% 44,51% 72,65%
22,60%
40,54%
35,22%
VR-(DVT-1)
Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale
151,57% 178,39% 178,76% 393,17% 218,95% 109,17%
1,51%
4.338
221
2,05%
1,79%
6.533 -10.584
-23.883
5.217
-4.137
Allegato n. 8/1
DIPARTIMENTO DELLE DOGANE – Entrate extratributarie
Dati finanziari dei capp. 3712 – artt. da 1 a 7, 3703 e 3704
(Dati in milioni di lire)
CAPITOLO 3712: Somme relative alla vendita di beni confiscati a seguito
delle operazioni anticontrabbando da riassegnare ai pertinenti capitoli degli
stati di previsione del relativo Ministero per l'acquisto di mezzi di trasporto,
strumenti ed attrezzature per ........
Art. 1: Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni
anticontrabbando della Guardia di finanza
Media
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
19942000
PI
Previsioni Iniziali Competenza
-
-
-
-
-
- 1.800,00 257,14
-
-
-
-
-
- 1.800,00 257,14
-
-
- 1.800,00 450,00
- 1.800,00 450,00
3.094,39 797,31 1.795,99
3.086,76
PD
Previsioni Definitive Competenza
PIC
Previsioni Iniziali Cassa
PDC
A
Previsioni Definitive Cassa
Accertato
2.257,23
841,15 2.246,94 1.629,47 1.705,48
RC
Riscosso Competenza
2.245,50
824,38 2.244,58 1.629,47 1.692,81
DRC
VC
Da Riscuotere Competenza
Versamenti Competenza
DATI NON PRESENTI
NEL S.I. FINO AL 1996
11,73
16,77
1.974,75
2,36
0,00
12,67
7,63
810,37 2.225,17 1.601,82 1.683,65
3.075,78
797,31 1.788,69
0,00
7,31
765,04 1.733,80
DVC
Da Versare Competenza
270,76
14,01
19,41
27,65
9,15
10,98
32,26
RRL
DRR
Riscosso Residui (lordo da versare)
Da Riscuotere Residui
437,91
0,00
705,33
0,00
453,63
0,00
179,90
0,00
186,32
0,00
21,83
0,00
18,61 286,22
0,00
0,00
54,89
18,61 120,15
VR
Versamenti Residui
15,06
282,48
295,50
21,22
186,32
21,83
DVR
Da Versare Residui
422,84
422,84
158,12
158,67
0,00
0,00
0,00 166,07
1.529,71 2.698,21 1.809,36 1.879,13
3.108,59
815,91 2.074,90
RT
Riscosso Totale
DRT
Da Riscuotere Totale
VT
DVT
Versamenti Totali
Da Versare Totale
DRT+DVT
Residui Totali
RET/(RET-1)%
Variazione Annua Residui Totali%
2.683,41
11,73
16,77
1.989,81
693,60
705,33
12,67
7,63
1.092,85 2.520,68 1.623,04 1.869,98
436,86 177,53 186,32
9,15
3.097,61
10,98
783,65 1.853,94
32,26 220,96
18,61
32,26 228,27
453,63
2,36
179,90
0,00
186,32
21,83
0,00
64,31%
39,66% 103,57% 11,71%
85,25% 173,40%
0,00%
0,00%
VPD/PI%
Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00%
0,00%
VAA=A/(A-1)%
Variazione Annua Accertato%
37,26% 267,13% 72,52% 104,66% 181,44% 25,77%
RC/(RC-1)%
VC/(VC-1)%
Variazione Annua Risc. Comp.%
Variazione Annua Vers. Comp.%
36,71% 272,28% 72,60% 103,89% 182,35% 25,83%
41,04% 274,59% 71,99% 105,11% 182,69% 24,87%
DAPI=A-PI
Differenza Accertato-Prev. Iniz.
DAPI/PI%
DAPI/Prev. Iniz. Comp.%
DA-PD
Differenza Accert. - Prev. Def.
2.257,23
0,00%
2.257,23
DAPD/Prev. Def.%
VPDC/PIC%
VC-PIC
Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00%
Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa
0,00
Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa
RC/A%
Riscosso Competenza/Accertato% 99,48%
RRN=RRL-(DVT-1)
Riscosso Residui (netto)
Da Riscuotere Iniziale Riaccertato
Riaccertamenti
DRIR/A%
DRIR/Accertato%
RRN/DRIR%
Quota Residui Riscossi%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00% 0,00% 0,00%
0,00
0,00 1.601,82 1.683,65
0,00
0,00
98,01%
11,73
RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno
DRIR=DRR+RRN
R=DRIR-(DRT-1)
0,00%
841,15 2.246,94 1.629,47 1.705,48
0,00%
VC-PDC
0,00%
841,15 2.246,94 1.629,47 1.705,48
0,00%
DAPD/PD%
0,00%
0,00 1.601,82 1.683,65
99,89% 100,00% 99,26%
0,00%
-55,71% -7,96%
3.094,39 -1.002,69 1.538,85
0,00%
-55,71% -7,96%
0,00%
0,00% 0,00%
3.075,78 -1.034,96 760,90
3.075,78 -1.034,96 760,90
99,75% 100,00% 99,48%
0,00
12,67
7,63
3.099,44
804,93
12,67
0,00
7,63
0,00
1,39%
16,77
0,00
0,75%
2,36
2,36
0,00
0,15%
0,00
0,00
0,00%
100,00% 100,00% 100,00% 0,00%
0,00%
3.094,39 -1.002,69 1.538,85
836,11 2.261,35 1.631,83 1.692,81
11,73
0,00
16,77
0,00%
7,31
0,41%
0,96%
100,00% 100,00%
DRR/DRT%
Da Risc. Res./Da Risc. Totale%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
DVR/DVT%
Da Vers. Res./Da Vers. Totale%
60,96%
96,79%
89,07% 85,16%
0,00%
0,00%
0,00%
47,43%
VR-(DVT-1)
Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale
-411,12 -141,36 -156,31
222
0,00
12,67
7,63
Allegato n. 8/2
CAPITOLO 3712: Somme relative alla vendita di beni confiscati a seguito delle
operazioni anticontrabbando da riassegnare ai pertinenti capitoli degli stati di
previsione del relativo Ministero per l'acquisto di mezzi di trasporto, strumenti ed
attrezzature per ........
Art. 2: Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni
anticontrabbando della Polizia di Stato
1994
1995
1996
1997
1998
1999
Media
1994-2000
2000
PI
Previsioni Iniziali Competenza
-
-
-
-
-
-
-
-
PD
Previsioni Definitive Competenza
-
-
-
-
-
-
-
-
PIC
Previsioni Iniziali Cassa
-
-
-
-
-
PDC
Previsioni Definitive Cassa
-
-
-
-
-
A
RC
DRC
DATI NON PRESENTI
NEL S.I. FINO AL 1996
Accertato
5,29
0,00
9,81
0,11
0,01
3,78
0,01
2,71
Riscosso Competenza
Da Riscuotere Competenza
5,29
0,00
0,00
0,00
9,81
0,00
0,11
0,00
0,01
0,00
2,78
1,00
0,01
0,00
2,57
0,14
VC
Versamenti Competenza
5,29
0,00
9,81
0,11
0,00
2,28
0,00
2,50
DVC
Da Versare Competenza
0,00
0,00
0,00
0,00
0,01
0,50
0,01
0,07
RRL
Riscosso Residui (lordo da versare)
1,43
1,43
1,43
0,00
0,00
0,01
1,50
0,83
DRR
Da Riscuotere Residui
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
VR
DVR
Versamenti Residui
Da Versare Residui
0,00
1,43
0,00
1,43
1,43
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,01
0,00
1,50
0,00
0,42
0,41
RT
Riscosso Totale
6,71
1,43
11,23
0,11
0,01
2,79
1,51
3,40
Da Riscuotere Totale
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
1,00
0,00
0,14
VT
Versamenti Totali
5,29
0,00
11,23
0,11
0,00
2,29
1,50
2,92
DVT
Da Versare Totale
1,43
1,43
0,00
0,00
0,01
0,50
0,01
0,48
Residui Totali
Variazione Annua Residui Totali%
1,43
1,43
0,00
0,00
0,01
1,50
100,00% 0,00% 0,00% 0,00% 15000,00%
0,01
0,37%
0,62
DRT
DRT+DVT
RET/(RET-1)%
VPD/PI%
Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
VAA=A/(A-1)%
Variazione Annua Accertato%
0,00%
0,00%
1,11%
9,22% 37800,00%
0,00%
0,15%
0,00%
0,00%
RC/(RC-1)%
Variazione Annua Risc. Comp.%
0,00%
0,00%
1,11%
9,22% 27800,00%
0,20%
VC/(VC-1)%
Variazione Annua Vers. Comp.%
0,00%
0,00%
1,11%
0,00%
0,00%
0,00%
DAPI=A-PI
DAPI/PI%
Differenza Accertato-Prev. Iniz.
DAPI/Prev. Iniz. Comp.%
3,78
0,00%
0,01
0,00%
DA-PD
Differenza Accert. - Prev. Def.
DAPD/PD%
DAPD/Prev. Def.%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
VPDC/PIC%
Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
VC-PIC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa
VC-PDC
RC/A%
Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa
0,00
Riscosso Competenza/Accertato% 100,00%
RRN=RRL-(DVT-1)
Riscosso Residui (netto)
5,29
0,00%
0,00
9,81
0,11
0,01
0,00%
0,00% 0,00% 0,00%
5,29
0,00
0,00
0,00
9,81
0,00
0,11
0,11
0,01
0,00
3,78
2,28
0,01
0,34
0,00
0,00
0,11
0,00
2,28
0,00
0,00% 100,00% 100,00% 100,00% 73,54% 100,00%
0,34
81,93%
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
1,00
0,00
9,81
0,11
0,01
2,78
1,01
DRIR=DRR+RRN
Da Riscuotere Iniziale Riaccertato
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
1,00
R=DRIR-(DRT-1)
Riaccertamenti
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
DRIR/A%
RRN/DRIR%
DRIR/Accertato%
Quota Residui Riscossi%
Da Risc. Res./Da Risc. Totale%
DVR/DVT%
Da Vers. Res./Da Vers. Totale%
VR-(DVT-1)
Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale
0,00%
2,71
0,00
RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno
DRR/DRT%
2,71
0,00%
0,00
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
18034,27%
100,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
28,57%
100,00% 100,00%
-1,43
223
0,00
0,00
0,00
0,00
1,00
Allegato n. 8/3
CAPITOLO 3712: Somme relative alla vendita di beni confiscati a seguito delle
operazioni anticontrabbando da riassegnare ai pertinenti capitoli degli stati di
previsione del relativo Ministero per l'acquisto di mezzi di trasporto, strumenti ed
attrezzature per ........
Art. 3: Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni
anticontrabbando dell'Arma dei Carabinieri
PI
Previsioni Iniziali Competenza
-
-
-
-
-
-
Media
1994-2000
-
PD
Previsioni Definitive Competenza
-
-
-
-
-
-
-
-
PIC
Previsioni Iniziali Cassa
-
-
-
-
-
PDC
Previsioni Definitive Cassa
DATI NON PRESENTI NEL
S.I. FINO AL 1996
-
-
-
-
-
1994
A
RC
Accertato
1995
1996
1997
1998
1999
2000
0,48
5,62
3,80
0,00
1,33
0,00
2,27
1,93
Riscosso Competenza
0,48
5,62
3,80
0,00
1,33
0,00
2,27
1,93
DRC
Da Riscuotere Competenza
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
VC
DVC
Versamenti Competenza
Da Versare Competenza
0,05
0,43
5,62
3,54
0,00
0,00
0,00
1,33
0,00
0,00
0,00
2,27
0,00
1,83
0,07
RRL
Riscosso Residui (lordo da versare)
0,00
0,43
0,00
0,43
0,00
0,00
0,00
0,12
DRR
Da Riscuotere Residui
0,27
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,04
VR
Versamenti Residui
0,00
0,27
0,00
0,27
0,00
0,00
0,00
0,08
DVR
Da Versare Residui
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
RT
DRT
Riscosso Totale
Da Riscuotere Totale
0,48
0,27
6,04
0,00
3,80
0,00
0,43
0,00
1,33
0,00
0,00
0,00
2,27
0,00
2,05
0,04
VT
Versamenti Totali
0,05
5,88
3,54
0,27
1,33
0,00
2,27
1,91
DVT
Da Versare Totale
0,43
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,06
DRT+DVT
Residui Totali
0,69
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,10
RET/(RET-1)%
Variazione Annua Residui Totali%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
VPD/PI%
VAA=A/(A-1)%
Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00%
0,00%
0,00% 0,00%
Variazione Annua Accertato%
1166,87% 67,71% 0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
RC/(RC-1)%
Variazione Annua Risc. Comp.%
1166,87% 67,71% 0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
VC/(VC-1)%
Variazione Annua Vers. Comp.%
10398,15% 62,98% 0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
DAPI=A-PI
Differenza Accertato-Prev. Iniz.
DAPI/PI%
DAPI/Prev. Iniz. Comp.%
0,00%
0,00%
DA-PD
DAPD/PD%
Differenza Accert. - Prev. Def.
DAPD/Prev. Def.%
0,48
0,00%
0,00%
0,48
5,62
0,00%
3,80
0,00%
0,00
2,27
0,00%
5,62
3,80
0,00
1,33
0,00%
0,00% 0,00% 0,00%
0,00
0,00%
2,27
0,00%
1,93
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
VPDC/PIC%
Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00%
VC-PIC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa
0,00
0,00
0,00
0,00
1,33
0,00
2,27
VC-PDC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa
0,00
0,00
0,00
0,00
1,33
0,00
2,27
RC/A%
Riscosso Competenza/Accertato% 100,00% 100,00% 100,00% 0,00% 100,00% #DIV/0!
RRN=RRL-(DVT-1)
Riscosso Residui (netto)
RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno
DRIR=DRR+RRN
Da Riscuotere Iniziale Riaccertato
R=DRIR-(DRT-1)
Riaccertamenti
DRIR/A%
DRIR/Accertato%
RRN/DRIR%
Quota Residui Riscossi%
DRR/DRT%
DVR/DVT%
Da Risc. Res./Da Risc. Totale%
Da Vers. Res./Da Vers. Totale%
VR-(DVT-1)
Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale
0,00%
100,00%
0,00
5,45
0,00
3,54
0,43
0,27
0,00
1,33
0,00
0,00
0,00
2,27
0,00
0,00
0,43
0,00
0,00
0,00
-0,27
0,00
0,43
0,00
0,00
0,00%
100,00%
0,00%
1,93
0,00%
0,00%
0,00%
0,00
0,00%
0,00%
0,00%
1,33
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00% 100,00% 0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
224
0,00
0,00%
0,00%
0,00%
0,27
0,00%
0,00%
0,00
0,00
0,51
#DIV/0!
0,00
0,00%
-0,16
0,00%
0,51
0,00
14,29%
0,00%
Allegato n. 8/4
CAPITOLO 3712: Somme relative alla vendita di beni confiscati a seguito delle
operazioni anticontrabbando da riassegnare ai pertinenti capitoli degli stati di
previsione del relativo Ministero per l'acquisto di mezzi di trasporto, strumenti ed
attrezzature per ........
Art. 4: Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di op.ni
anticontrabbando del Corpo Forestale di Stato
PI
Previsioni Iniziali Competenza
-
-
-
-
-
-
Media
1994-2000
-
PD
Previsioni Definitive Competenza
-
-
-
-
-
-
-
-
PIC
Previsioni Iniziali Cassa
-
-
-
-
-
PDC
Previsioni Definitive Cassa
-
-
-
-
-
1994
A
1995
1996
1997
DATI NON PRESENTI
NEL S.I. FINO AL 1996
1998
1999
2000
Accertato
-
-
-
-
-
-
-
-
Riscosso Competenza
-
-
-
-
-
-
-
-
DRC
Da Riscuotere Competenza
-
-
-
-
-
-
-
-
VC
DVC
Versamenti Competenza
Da Versare Competenza
-
-
-
-
-
-
-
-
RRL
Riscosso Residui (lordo da versare)
-
-
-
-
-
-
-
-
DRR
Da Riscuotere Residui
-
-
-
-
-
-
-
-
VR
Versamenti Residui
-
-
-
-
-
-
-
-
DVR
Da Versare Residui
-
-
-
-
-
-
-
-
RT
DRT
Riscosso Totale
Da Riscuotere Totale
-
-
-
-
-
-
-
-
RC
VT
Versamenti Totali
-
-
-
-
-
-
-
-
DVT
Da Versare Totale
-
-
-
-
-
-
-
-
Residui Totali
-
-
-
-
-
-
-
-
DRT+DVT
RET/(RET-1)%
Variazione Annua Residui Totali%
0,00%
0,00% 0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
VPD/PI%
Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00%
0,00%
0,00% 0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
VAA=A/(A-1)%
RC/(RC-1)%
Variazione Annua Accertato%
Variazione Annua Risc. Comp.%
0,00%
0,00%
0,00% 0,00%
0,00% 0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
VC/(VC-1)%
Variazione Annua Vers. Comp.%
DAPI=A-PI
Differenza Accertato-Prev. Iniz.
DAPI/PI%
DAPI/Prev. Iniz. Comp.%
DA-PD
Differenza Accert. - Prev. Def.
DAPD/PD%
VPDC/PIC%
DAPD/Prev. Def.%
0,00%
Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00%
VC-PIC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa
-
-
-
-
-
-
-
VC-PDC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa
-
-
-
-
-
-
-
RC/A%
Riscosso Competenza/Accertato%
RRN=RRL-(DVT-1)
Riscosso Residui (netto)
0,00%
0,00%
0,00%
-
0,00%
Riaccertamenti
DRIR/A%
DRIR/Accertato%
-
0,00%
-
-
0,00%
-
0,00%
-
0,00% 0,00%
0,00% 0,00%
0,00%
0,00%
-
0,00%
-
0,00%
0,00%
0,00% 0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
0,00%
0,00%
0,00%
RRN/DRIR%
Quota Residui Riscossi%
0,00%
0,00% 0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
DRR/DRT%
Da Risc. Res./Da Risc. Totale%
0,00%
0,00%
0,00% 0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
DVR/DVT%
VR-(DVT-1)
Da Vers. Res./Da Vers. Totale%
0,00%
Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale
0,00%
0,00%
0,00%
225
-
-
-
0,00% 0,00%
0,00% 0,00% 0,00%
-
0,00%
-
-
0,00%
0,00%
-
-
0,00%
-
0,00%
0,00% 0,00%
0,00%
0,00%
RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno
DRIR=DRR+RRN
Da Riscuotere Iniziale Riaccertato
R=DRIR-(DRT-1)
0,00% 0,00%
-
0,00%
0,00%
0,00%
-
Allegato n. 8/5
CAPITOLO 3712: Somme relative alla vendita di beni confiscati a seguito delle
operazioni anticontrabbando da riassegnare ai pertinenti capitoli degli stati di
previsione del relativo Ministero per l'acquisto di mezzi di trasporto, strumenti ed
attrezzature per ........
Art. 5: Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni
anticontrabbando delle Capitanerie di porto
PI
Previsioni Iniziali Competenza
-
-
-
-
-
-
Media
1994-2000
-
PD
Previsioni Definitive Competenza
-
-
-
-
-
-
-
-
PIC
Previsioni Iniziali Cassa
-
-
-
-
-
PDC
Previsioni Definitive Cassa
-
-
-
-
-
1994
A
1995
1996
1997
DATI NON PRESENTI
NEL S.I. FINO AL 1996
1998
1999
2000
Accertato
-
-
-
-
-
-
-
-
Riscosso Competenza
-
-
-
-
-
-
-
-
DRC
Da Riscuotere Competenza
-
-
-
-
-
-
-
-
VC
DVC
Versamenti Competenza
Da Versare Competenza
-
-
-
-
-
-
-
-
RRL
Riscosso Residui (lordo da versare)
-
-
-
-
-
-
-
-
DRR
Da Riscuotere Residui
-
-
-
-
-
-
-
-
VR
Versamenti Residui
-
-
-
-
-
-
-
-
DVR
Da Versare Residui
-
-
-
-
-
-
-
-
RT
DRT
Riscosso Totale
Da Riscuotere Totale
-
-
-
-
-
-
-
-
RC
VT
Versamenti Totali
-
-
-
-
-
-
-
-
DVT
Da Versare Totale
-
-
-
-
-
-
-
-
Residui Totali
-
-
-
-
-
-
-
-
DRT+DVT
RET/(RET-1)%
Variazione Annua Residui Totali%
0,00%
0,00% 0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
VPD/PI%
Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00%
0,00%
0,00% 0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
VAA=A/(A-1)%
RC/(RC-1)%
Variazione Annua Accertato%
Variazione Annua Risc. Comp.%
0,00%
0,00%
0,00% 0,00%
0,00% 0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
VC/(VC-1)%
Variazione Annua Vers. Comp.%
DAPI=A-PI
Differenza Accertato-Prev. Iniz.
DAPI/PI%
DAPI/Prev. Iniz. Comp.%
DA-PD
Differenza Accert. - Prev. Def.
DAPD/PD%
VPDC/PIC%
DAPD/Prev. Def.%
0,00%
Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00%
VC-PIC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa
-
-
-
-
-
-
-
VC-PDC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa
-
-
-
-
-
-
-
RC/A%
Riscosso Competenza/Accertato%
RRN=RRL-(DVT-1)
Riscosso Residui (netto)
0,00%
0,00%
0,00%
-
0,00%
Riaccertamenti
DRIR/A%
DRIR/Accertato%
-
0,00%
-
-
0,00%
-
0,00%
-
0,00% 0,00%
0,00% 0,00%
0,00%
0,00%
-
0,00%
-
0,00%
0,00%
0,00% 0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
-
-
-
-
-
-
-
-
-
-
0,00%
0,00%
0,00%
RRN/DRIR%
Quota Residui Riscossi%
0,00%
0,00% 0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
DRR/DRT%
Da Risc. Res./Da Risc. Totale%
0,00%
0,00%
0,00% 0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
DVR/DVT%
VR-(DVT-1)
Da Vers. Res./Da Vers. Totale%
0,00%
Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale
0,00%
0,00%
0,00%
226
-
-
-
0,00% 0,00%
0,00% 0,00% 0,00%
-
0,00%
-
-
0,00%
0,00%
-
-
0,00%
-
0,00%
0,00% 0,00%
0,00%
0,00%
RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno
DRIR=DRR+RRN
Da Riscuotere Iniziale Riaccertato
R=DRIR-(DRT-1)
0,00% 0,00%
-
0,00%
0,00%
0,00%
-
Allegato n. 8/6
CAPITOLO 3712: Somme relative alla vendita di beni confiscati a seguito delle
operazioni anticontrabbando da riassegnare ai pertinenti capitoli degli stati di
previsione del relativo Ministero per l'acquisto di mezzi di trasporto, strumenti ed
attrezzature per ........
Art. 6: Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni
anticontrabbando di altri corpi della forza di polizia
PI
Previsioni Iniziali Competenza
-
-
-
-
-
-
Media
1994-2000
-
PD
Previsioni Definitive Competenza
-
-
-
-
-
-
-
-
PIC
Previsioni Iniziali Cassa
-
-
-
-
-
PDC
Previsioni Definitive Cassa
-
-
-
-
-
1994
A
RC
1995
1996
1997
DATI NON PRESENTI
NEL S.I. FINO AL 1996
1998
1999
2000
Accertato
10,72
7,61
1,83
7,72
5,81
0,00
0,74
4,92
Riscosso Competenza
10,72
7,61
1,83
7,72
5,81
0,00
0,74
4,92
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
10,72
0,00
7,61
0,00
1,23
0,60
7,72
0,00
1,81
4,00
0,00
0,00
0,12
0,62
4,17
0,75
DRC
Da Riscuotere Competenza
VC
DVC
Versamenti Competenza
Da Versare Competenza
RRL
Riscosso Residui (lordo da versare)
0,00
0,00
0,00
0,60
0,00
4,00
0,00
0,66
DRR
Da Riscuotere Residui
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
VR
Versamenti Residui
0,00
0,00
0,00
0,60
0,00
4,00
0,00
0,66
DVR
Da Versare Residui
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
RT
DRT
Riscosso Totale
Da Riscuotere Totale
10,72
0,00
7,61
0,00
1,83
0,00
8,32
0,00
5,81
0,00
4,00
0,00
0,74
0,00
5,58
0,00
VT
Versamenti Totali
10,72
7,61
1,23
8,32
1,81
4,00
0,12
4,83
DVT
Da Versare Totale
0,00
0,00
0,60
0,00
4,00
0,00
0,62
0,75
DRT+DVT
Residui Totali
0,00
0,00
0,60
0,00
4,00
0,00
0,62
0,75
RET/(RET-1)%
Variazione Annua Residui Totali%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
VPD/PI%
VAA=A/(A-1)%
Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00%
Variazione Annua Accertato%
0,00%
71,02%
0,00% 0,00% 0,00%
24,04% 421,89% 75,26%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
RC/(RC-1)%
Variazione Annua Risc. Comp.%
71,02%
24,04% 421,89% 75,26%
0,00%
0,00%
VC/(VC-1)%
Variazione Annua Vers. Comp.%
71,02%
16,16% 627,64% 23,45%
0,00%
0,00%
DAPI=A-PI
Differenza Accertato-Prev. Iniz.
DAPI/PI%
DAPI/Prev. Iniz. Comp.%
0,00%
0,00%
DA-PD
DAPD/PD%
Differenza Accert. - Prev. Def.
DAPD/Prev. Def.%
10,72
0,00%
10,72
7,61
1,83
0,00%
7,72
0,74
0,00%
7,61
1,83
7,72
5,81
0,00%
0,00% 0,00% 0,00%
0,00
0,00%
0,74
0,00%
4,92
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
VPDC/PIC%
Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00%
VC-PIC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa
0,00
0,00
0,00
7,72
1,81
0,00
0,12
VC-PDC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa
0,00
0,00
0,00
7,72
1,81
0,00
0,12
RC/A%
Riscosso Competenza/Accertato% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00%
RRN=RRL-(DVT-1)
Riscosso Residui (netto)
RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno
7,61
1,83
7,72
0,00%
0,00%
100,00%
0,00
0,74
-
Da Riscuotere Iniziale Riaccertato
-
-
-
-
-
R=DRIR-(DRT-1)
Riaccertamenti
-
-
-
-
-
DRIR/A%
DRIR/Accertato%
0,00%
0,00%
Quota Residui Riscossi%
DRR/DRT%
DVR/DVT%
Da Risc. Res./Da Risc. Totale%
Da Vers. Res./Da Vers. Totale%
VR-(DVT-1)
Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
-
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
-
-
227
-
1,38
0,00%
0,00%
0,00%
-
1,38
85,71%
5,81
DRIR=DRR+RRN
RRN/DRIR%
4,92
0,00%
0,00%
0,00%
0,00
0,00%
0,00%
0,00%
5,81
0,00%
-
0,00%
0,00%
-
Allegato n. 8/7
CAPITOLO 3712: Somme relative alla vendita di beni confiscati a seguito delle
operazioni anticontrabbando da riassegnare ai pertinenti capitoli degli stati di
previsione del relativo Ministero per l'acquisto di mezzi di trasporto, strumenti ed
attrezzature per ........
Art. 7: Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni
anticontrabbando svolte da funzionari del Dipartimento delle Dogane
PI
Previsioni Iniziali Competenza
-
-
-
-
-
-
Media
1994-2000
-
PD
Previsioni Definitive Competenza
-
-
-
-
-
-
-
-
PIC
Previsioni Iniziali Cassa
-
-
-
-
-
PDC
Previsioni Definitive Cassa
DATI NON PRESENTI
NEL S.I. FINO AL 1996
-
-
-
-
-
Accertato
396,48
585,45
955,50
920,97
707,39
316,35
495,55
625,38
Riscosso Competenza
391,84
584,26
955,50
884,02
681,52
305,91
495,55
614,08
4,64
1,19
0,00
36,95
25,87
10,44
0,00
11,30
386,36
5,48
505,14
79,12
881,72
73,78
884,02
0,00
668,64
12,88
299,07
6,84
419,26
76,29
577,74
36,34
10,47
10,12
80,31
73,78
36,95
38,75
17,27
38,24
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
10,47
10,12
80,31
73,78
36,95
38,75
17,27
38,24
0,00
1994
A
RC
DRC
Da Riscuotere Competenza
VC
DVC
Versamenti Competenza
Da Versare Competenza
RRL
Riscosso Residui (lordo da versare)
DRR
Da Riscuotere Residui
VR
Versamenti Residui
1995
0,00
1996
1997
1998
1999
2000
DVR
Da Versare Residui
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
RT
DRT
Riscosso Totale
Da Riscuotere Totale
402,31
4,64
594,38 1.035,80
1,19
0,00
957,79
36,95
718,47
25,87
344,66
10,44
512,82
0,00
652,32
11,30
VT
Versamenti Totali
396,82
515,26
962,03
957,79
705,59
337,82
436,53
615,98
DVT
Da Versare Totale
5,48
79,12
73,78
0,00
12,88
6,84
76,29
36,34
10,12
80,31
73,78
36,95
38,75
17,27
76,29
47,64
DRT+DVT
Residui Totali
RET/(RET-1)%
Variazione Annua Residui Totali%
VPD/PI%
VAA=A/(A-1)%
Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% 0,00%
0,00% 0,00% 0,00%
Variazione Annua Accertato%
147,66% 163,21% 96,39% 76,81%
0,00%
44,72%
0,00%
156,65%
RC/(RC-1)%
Variazione Annua Risc. Comp.%
149,11% 163,54% 92,52% 77,09%
44,89%
161,99%
VC/(VC-1)%
Variazione Annua Vers. Comp.%
130,74% 174,55% 100,26% 75,64%
44,73%
140,19%
DAPI=A-PI
Differenza Accertato-Prev. Iniz.
396,48
DAPI/PI%
DAPI/Prev. Iniz. Comp.%
0,00%
0,00%
DA-PD
DAPD/PD%
Differenza Accert. - Prev. Def.
DAPD/Prev. Def.%
396,48
0,00%
VPDC/PIC%
Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00%
VC-PIC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa
-
-
-
884,02
668,64
299,07
419,26
VC-PDC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa
-
-
-
884,02
668,64
299,07
419,26
RC/A%
Riscosso Competenza/Accertato% 98,83% 99,80% 100,00% 95,99% 96,34%
793,65% 91,87% 50,08% 104,86% 44,58%
RRN=RRL-(DVT-1)
Riscosso Residui (netto)
RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno
DRIR=DRR+RRN
Da Riscuotere Iniziale Riaccertato
R=DRIR-(DRT-1)
Riaccertamenti
DRIR/A%
DRIR/Accertato%
RRN/DRIR%
Quota Residui Riscossi%
DRR/DRT%
DVR/DVT%
Da Risc. Res./Da Risc. Totale%
Da Vers. Res./Da Vers. Totale%
VR-(DVT-1)
Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale
585,45
955,50
0,00%
920,97
0,00%
707,39
316,35
0,00%
495,55
625,38
0,00%
0,00%
0,00%
585,45 955,50 920,97 707,39
0,00%
0,00% 0,00% 0,00%
316,35
0,00%
495,55
0,00%
625,38
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
441,60%
0,00%
96,70%
100,00%
1,19
956,68
884,02
36,95
718,47
25,87
331,78
10,44
505,98
4,64
1,19
-
36,95
25,87
10,44
-
-
-
-
-
0,12%
0,00%
5,22%
8,18%
324,43
98,24%
4,64
588,90
0,79%
324,43
2,11%
100,00% 100,00% #DIV/0! 100,00% 100,00% 100,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
4,64
228
0,00%
0,00%
1,19
0,00%
0,00%
-
0,00%
0,00%
36,95
0,00%
0,00%
25,87
0,00%
0,00%
10,44
0,00%
0,00%
Allegato n. 8/8
CAPITOLO 3703: Quote di proventi contravv.li spettanti al fondo per la prev.ne e
la scoperta del contrabbando
1994
1995
1996
1997
1998
1999
Media
1994-2000
2000
PI
Previsioni Iniziali Competenza
-
-
-
-
-
-
-
-
PD
Previsioni Definitive Competenza
-
-
-
-
-
-
-
-
PIC
Previsioni Iniziali Cassa
-
-
-
-
-
PDC
A
RC
DRC
VC
Previsioni Definitive Cassa
Accertato
DATI NON PRESENTI
NEL S.I. FINO AL 1996
1.214,57
-
-
-
-
-
1.735,68 1.330,99 2.239,19
716,66
258,80
976,13
1.210,29
Riscosso Competenza
223,51
225,19
Da Riscuotere Competenza
991,06
1.510,49
Versamenti Competenza
133,57
89,94
90,63
DVC
RRL
Da Versare Competenza
Riscosso Residui (lordo da versare)
DRR
Da Riscuotere Residui
261,51
180,13
162,26
158,36
221,89
988,76 1.977,68
536,52
96,54
817,77
988,40
140,47
252,05
207,73
148,76
137,28
128,41
164,04
84,72
95,31
90,18
94,24
53,78
96,52
31,38
62,99
24,98
38,06
29,95
84,60
57,85
80,33
2.537,72 4.022,35 4.979,17 6.890,74
7.316,89
6.975,97
4.895,71
VR
Versamenti Residui
90,06
94,71
93,64
95,84
62,94
38,02
82,63
79,69
DVR
Da Versare Residui
0,56
0,59
0,60
0,68
0,04
0,04
1,97
0,64
314,14
320,50
436,46
358,03
243,12
200,32
242,96
302,22
4.048,21 5.011,12 6.956,85 7.427,26
235,19 345,68 303,57 211,70
7.413,43
175,30
7.793,74
211,04
5.884,11
243,73
RT
Riscosso Totale
DRT
VT
Da Riscuotere Totale
Versamenti Totali
DVT
Da Versare Totale
DRT+DVT
Residui Totali
1.547,12
342,23
2.538,18
223,64
90,51
2.628,69
31,42
25,02
31,92
58,49
4.133,52 5.101,89 7.011,31 7.458,68
85,31
90,78
54,46
7.438,45
7.825,66
5.942,60
RET/(RET-1)%
Variazione Annua Residui Totali%
VPD/PI%
Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00%
157,25% 123,43% 137,43% 106,38% 99,73%
VAA=A/(A-1)%
RC/(RC-1)%
Variazione Annua Accertato%
Variazione Annua Risc. Comp.%
VC/(VC-1)%
Variazione Annua Vers. Comp.%
DAPI=A-PI
Differenza Accertato-Prev. Iniz.
DAPI/PI%
DAPI/Prev. Iniz. Comp.%
DA-PD
Differenza Accert. - Prev. Def.
DAPD/PD%
VPDC/PIC%
DAPD/Prev. Def.%
0,00%
Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00%
VC-PIC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa
-
-
-
207,73
148,76
137,28
128,41
VC-PDC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa
-
-
-
207,73
148,76
137,28
128,41
RC/A%
Riscosso Competenza/Accertato% 18,40%
RRN=RRL-(DVT-1)
Riscosso Residui (netto)
0,00%
1.214,57
0,00%
1.214,57
Riaccertamenti
DRIR/A%
DRIR/Accertato%
0,00%
105,21%
0,00%
0,00%
0,00%
142,90% 76,68% 168,24% 32,01%
100,75% 151,97% 76,41% 68,88%
36,11%
90,08%
377,17%
97,60%
105,17% 179,43% 82,42% 71,61%
92,28%
93,54%
1.735,68 1.330,99 2.239,19
0,00%
0,00%
0,00%
1.735,68 1.330,99 2.239,19
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
12,97%
4,80
RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno
DRIR=DRR+RRN
Da Riscuotere Iniziale Riaccertato
R=DRIR-(DRT-1)
0,00%
0,00%
0,00%
716,66
0,00%
716,66
0,00%
0,00%
25,71% 11,68% 25,14%
258,80
0,00%
0,00%
62,70%
976,13
0,00%
976,13
0,00%
0,00%
16,22%
8,53
6,64
59,58
168,90
7.323,53
217,94
7.035,55
-103,74
-377,89
-16,93
5,74
0,00%
229,99 351,15 267,25 188,66
2.542,52 4.031,28 4.984,91 6.899,27
4,34
8,92
258,80
-26,21
-57,58
0,00%
1.210,29
0,00%
1.210,29
0,00%
0,00%
88,88
88,88
24,69%
146,49% 302,88% 222,62% 962,70% 2829,77% 720,76%
RRN/DRIR%
Quota Residui Riscossi%
DRR/DRT%
Da Risc. Res./Da Risc. Totale%
DVR/DVT%
VR-(DVT-1)
Da Vers. Res./Da Vers. Totale%
0,62%
Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale
60,95%
0,19%
0,22%
0,12%
0,09%
0,85%
62,69%
80,27% 71,57% 92,78%
0,12%
98,70%
89,51%
79,49%
0,16%
6,60
6,18%
57,61
1,39%
0,69%
0,66% 1,25% 0,14%
4,21
8,32
5,06
8,49
229
Allegato n. 8/9
CAPITOLO 3704: Quote di proventi contravvenzionali spettanti al fondo per la
prevenzione e la scoperta del contrabbando fuori degli spazi doganali
1994
1995
1996
1997
1998
1999
Media
1994-2000
2000
PI
Previsioni Iniziali Competenza
-
-
-
-
-
-
-
-
PD
Previsioni Definitive Competenza
-
-
-
-
-
-
-
-
PIC
Previsioni Iniziali Cassa
-
-
-
-
-
-
PDC
A
RC
DRC
VC
Previsioni Definitive Cassa
DATI NON PRESENTI
NEL S.I. FINO AL 1996
-
-
-
-
Accertato
23,71
33,77
20,21
19,09 1.143,24
51,62
18,84
187,21
14,53
24,35
38,21
12,70
19,54
4,56 1.118,89
13,41
6,13
167,67
Riscosso Competenza
12,94
15,39
18,66
Da Riscuotere Competenza
10,77
18,38
1,55
Versamenti Competenza
12,70
15,20
18,01
13,27
23,28
37,75
11,97
18,88
0,24
0,73
0,19
1,31
0,65
0,99
1,26
0,99
1,07
2,41
0,46
3,78
0,73
8,55
0,66
2,68
DVC
RRL
Da Versare Competenza
Riscosso Residui (lordo da versare)
DRR
Da Riscuotere Residui
110,49
121,01
141,30
140,07
143,38
1.259,01
1.277,72
456,14
VR
Versamenti Residui
0,73
1,31
0,99
0,99
2,41
3,78
5,88
2,30
DVR
Da Versare Residui
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,01
2,67
0,38
13,66
16,70
19,66
15,52
26,76
41,99
21,25
22,22
121,26
13,42
139,39
16,50
142,84
19,01
144,63 1.262,27
14,26
25,69
1.272,42
41,53
1.283,86
17,85
623,81
21,18
RT
Riscosso Totale
DRT
VT
Da Riscuotere Totale
Versamenti Totali
DVT
Da Versare Totale
DRT+DVT
Residui Totali
0,24
0,19
0,65
121,50
139,58
143,49
1,07
0,47
3,40
1,04
145,89 1.263,34
1,26
1.272,89
1.287,26
624,85
RET/(RET-1)%
Variazione Annua Residui Totali%
VPD/PI%
Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00%
114,88% 102,80% 101,67% 865,94% 100,76% 101,13%
VAA=A/(A-1)%
RC/(RC-1)%
Variazione Annua Accertato%
Variazione Annua Risc. Comp.%
VC/(VC-1)%
Variazione Annua Vers. Comp.%
DAPI=A-PI
Differenza Accertato-Prev. Iniz.
DAPI/PI%
DAPI/Prev. Iniz. Comp.%
DA-PD
Differenza Accert. - Prev. Def.
DAPD/PD%
VPDC/PIC%
DAPD/Prev. Def.%
0,00%
Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00%
VC-PIC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa
-
-
-
13,27
23,28
37,75
11,97
VC-PDC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa
-
-
-
13,27
23,28
37,75
11,97
RC/A%
Riscosso Competenza/Accertato% 54,58% 45,57%
RRN=RRL-(DVT-1)
Riscosso Residui (netto)
0,00%
R=DRIR-(DRT-1)
Riaccertamenti
DRIR/A%
DRIR/Accertato%
0,00%
0,00%
0,00%
119,68% 118,54% 73,65% 175,48% 162,17%
31,71%
33,77
0,00%
23,71
20,21
0,00%
33,77
0,00%
0,00%
RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno
DRIR=DRR+RRN
Da Riscuotere Iniziale Riaccertato
0,00%
36,49%
33,24%
23,71
0,00%
0,00%
142,45% 59,84% 94,46% 5988,48% 4,52%
118,95% 121,26% 77,84% 167,58% 156,95%
19,09 1.143,24
0,00%
20,21
0,00%
0,00%
0,00%
19,09 1.143,24
0,00%
0,00%
92,35% 76,10%
0,00%
0,00%
2,13%
51,62
0,00%
51,62
0,00%
0,00%
74,02%
18,84
0,00%
18,84
0,00%
0,00%
67,43%
1,07
0,80
0,34
1,15
2,72
8,08
16,46
122,07
19,46
142,10
14,87
140,41
25,50
144,53
40,93
1.261,73
20,79
1.285,81
0,81
2,71
-2,43
-0,10
-0,54
13,39
0,00%
187,21
0,00%
187,21
0,00%
0,00%
12,32
12,32
58,88%
361,47% 703,10% 735,50% 12,64% 2444,20% 6826,44%
RRN/DRIR%
Quota Residui Riscossi%
DRR/DRT%
Da Risc. Res./Da Risc. Totale%
0,87%
DVR/DVT%
VR-(DVT-1)
Da Vers. Res./Da Vers. Totale%
-0,21%
Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale
91,12% 86,81%
0,80%
0,22%
0,63%
98,92% 96,85% 11,36%
0,56%
0,25%
98,95%
99,52%
0,00%
0,00% 0,06% 0,00%
1,07
0,80
0,34
1,15
230
1,91%
78,53%
2,71
5,41
83,36%
11,47%
Allegato n. 9
231
Allegato n. 10
232
Allegato n. 11
Importi accertati/Importi contabilizzati
233
Allegato n. 12
234
Allegato n. 13
235
Corte dei Conti
Ufficio di controllo sulla gestione dei Ministeri economico finanziari
Innovazioni organizzative ed operative introdotte e risultati conseguiti dall’Amministrazione
doganale a seguito della realizzazione del mercato interno europeo
Indagine programmata dall’Adunanza plenaria della
Sezione del controllo con deliberazione n.15/2000
del 10 febbraio 2000 (n.2 Gestioni di Entrata)
RELATORE
Cons. Luigi MAZZILLO
CORRELATORI
Cons. Diodoro VALENTE
Cons. Renato SPETRINO
Collaboratori: Matilde De Rosa, Fabrizio Ferrari, Alberto Toni, Fabio Piccato, Domenico Tondini
Roma, 8 agosto 2002
INDICE TABELLE
N. 22 Totale dell’attività doganale
N. 23 Dipartimento delle Dogane – Entrate tributarie
N. 25 Dipartimento delle Dogane – Entrate extratributarie
N. 32 Dipartimento delle Dogane – Lotta al contrabbando
N. 33 Entrate del C.d.R. 2: Dogane e Imposte Indirette
N. 34
Titolo I - Dogane e Imposte Indirette - Attività di accertamento e controllo
N. 35 Titolo II - Dogane e Imposte Indirette - Attività di accertamento e controllo. –
Totale titoli I e II
N. 46 Introiti doganali dal 1992 al 1999
N. 48
Allocazione delle risorse umane sulle “missioni” istituzionali
N. 49
Prodotti programmati e consuntivati
N. 52 Risultati dell'attività di verifica esterna INTRA nel 1994 e dal 1997 al 2001
N. 53 Risultati dell'attività di verifica esterna PLAFOND, revisioni ed altre verifiche
1997/2001
79
81
84
103
105
106
107
108
120
135
136
137
138
147
148
Tabella n. 22 – Proventi totali dell’attività doganale
1994
PI
PD
PIC
PDC
A
RC
DRC
VC
DVC
RRL
DRR
Previsioni Iniziali
Competenza
Previsioni Definitive
Competenza
Previsioni Iniziali Cassa
Previsioni Definitive
Cassa
1995
1996
1997
1998
1999
2000
Media
1994-2000
71.397.128 74.427.128 81.487.550 84.691.610 85.634.110 86.970.460 91.251.507 82.265.642
76.247.128 81.648.278 82.237.760 84.134.392 85.726.960 86.146.552 93.530.017 84.238.727
DATI NON PRESENTI NEL S.I. 66.791.610 68.279.110 86.485.460 90.376.507 77.983.172
FINO AL 1996
70.339.892 68.279.110 85.594.141 92.307.017 79.130.040
Accertato
75.029.073 82.663.109 78.245.064 82.312.537 84.092.145 88.612.721 95.120.522 83.725.024
Riscosso Competenza
Da Riscuotere
Competenza
70.351.432 78.289.334 74.983.239 79.546.154 80.443.796 84.060.029 91.054.623 79.818.372
4.677.641 4.373.775 3.261.825 2.766.384 3.648.350 4.742.553
4.066.024 3.933.793
Versamenti Competenza 68.681.321 76.132.851 73.377.251 77.485.626 78.403.877 81.575.401 88.527.416 77.740.535
Da Versare Competenza
Riscosso Residui (lordo
da versare)
1.670.110 2.170.817 1.607.030 2.060.544 2.039.927 2.484.630
2.527.084 2.080.020
5.495.587 5.701.236 4.974.570 4.303.864 4.108.384 4.347.819
5.467.492 4.914.136
Da Riscuotere Residui
4.406.315 7.213.406 8.601.472 9.044.315 10.563.657 12.325.392 12.510.158 9.237.817
VR
Versamenti Residui
4.149.751 4.113.092 4.879.866 4.206.527 3.655.347 4.232.608
DVR
Da Versare Residui
1.345.837 1.588.144
RT
DRT
Riscosso Totale
Da Riscuotere Totale
VT
Versamenti Totali
DVT
Da Versare Totale
DRT+DVT
RET/(RET-1)%
VPD/PI%
VAA=A/(A-1)%
RC/(RC-1)%
VC/(VC-1)%
DAPI=A-PI
DAPI/PI%
DA-PD
DAPD/PD%
RC/A%
RRN=RRL-(DVT-1)
Riscosso Residui (netto)
VC-PIC
VC-PDC
R=DRIR-(DRT-1)
Riaccertamenti
DRIR/A%
DRIR/Accertato%
Quota Residui
Riscossi%
Da Risc. Res./Da Risc.
Totale%
Da Vers. Res./Da Vers.
Totale%
Differ. Vers. Res. - Da
Vers. Totale
DRR/DRT%
DVR/DVT%
VR-(DVT-1)
452.311
115.211
5.286.792 4.360.569
180.992
553.505
75.847.019 83.990.570 79.957.809 83.850.018 84.552.180 88.407.848 96.522.115 84.732.508
9.083.956 11.587.181 11.863.298 11.810.699 14.212.007 17.067.946 16.576.182 13.171.610
72.831.072 80.245.943 78.257.118 81.692.153 82.059.223 85.808.010 93.814.208 82.101.104
3.015.948 3.758.961 1.701.733 2.157.881 2.492.238 2.599.841
2.708.076 2.633.525
16.704.245 19.667.786 19.284.259 15.805.135
119,58%
117,74%
98,05%
0,11%
-0,95%
2,50%
102,16%
105,38%
107,34%
101,13%
104,50%
108,32%
101,19%
104,05%
108,52%
-1.541.965 1.642.261
-1,80%
1,89%
3.869.015 1.459.383
4,24%
1,96%
1.590.505
-513.702
1,24%
-4,86%
-2,17%
-1,91%
2,86%
1,70%
-0,67%
0,00%
0,00%
0,00%
5,31%
0,00%
-1,03%
2,14%
0,92%
93,77%
-1.634.815 2.466.169
2,63%
-1,60%
0
0
0 10.694.016 10.124.767 -4.910.059 -1.849.091 2.008.519
0
0
0 7.145.734 10.124.767 -4.018.740 -3.779.601 1.353.166
94,71%
95,83%
96,64%
95,66%
94,86%
2.685.288 1.215.609 2.602.130 1.950.504 1.855.581
RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno
Da Riscuotere Iniziale
DRIR=DRR+RRN
Riaccertato
RRN/DRIR%
97.337
Residui Totali
12.099.904 15.346.143 13.565.031 13.968.580
Variazione Annua
Residui Totali%
126,83%
88,39%
102,97%
Variazione Prev.
Def./Prev. Iniz. %
6,79%
9,70%
0,92%
-0,66%
Variazione Annua
Accertato%
110,17%
94,66%
105,20%
Variazione Annua Risc.
Comp.%
111,28%
95,78%
106,09%
Variazione Annua Vers.
Comp.%
110,85%
96,38%
105,60%
Differenza AccertatoPrev. Iniz.
3.631.945 8.235.981 -3.242.486 -2.379.073
DAPI/Prev. Iniz.
Comp.%
5,09%
11,07%
-3,98%
-2,81%
Differenza Accert. Prev. Def.
-1.218.055 1.014.831 -3.992.696 -1.821.855
DAPD/Prev. Def.%
Var. Cassa Prev.
Def./Prev. Iniz. %
Diff. Vers. Comp.-Prev.
Iniz. Cassa
Diff. Vers. Comp.-Prev.
Def. Cassa
Riscosso
Competenza/Accertato%
VPDC/PIC%
94.704
95,73%
95,31%
2.867.651
80.988.957 76.199.890 82.148.300 82.393.581 85.915.613 93.922.443
9.898.695 9.817.081 11.646.446 12.514.161 14.180.974 15.377.809
814.739 -1.770.100
-216.852
703.462
-31.033 -1.690.136
11,97%
12,55%
14,15%
14,88%
16,00%
16,17%
27,13%
12,38%
22,34%
15,59%
13,09%
18,65%
48,51%
62,25%
72,50%
76,58%
74,33%
72,21%
75,47%
68,84%
44,62%
42,25%
5,57%
4,51%
18,15%
4,43%
6,68%
18,03%
1.097.144 1.120.905 2.504.794 1.497.466 1.740.370
2.686.952
(dati in milioni di lire)
Tabella n. 23 - Dipartimento delle Dogane e II.II.– Entrate tributarie
1994
PI
PD
PIC
PDC
A
RC
DRC
VC
DVC
RRL
DRR
Previsioni Iniziali
Competenza
Previsioni Definitive
Competenza
Previsioni Iniziali Cassa
Previsioni Definitive
Cassa
1995
1996
1997
1998
1999
2000
Media
1994-2000
68.550.000 71.518.000 78.554.000 81.795.000 83.137.000 84.374.500 88.283.000 79.458.786
73.400.000 78.700.000 79.332.000 81.112.282 83.231.000 83.544.410 90.361.000 81.382.956
DATI NON PRESENTI NEL S.I. 63.895.000 65.782.000 83.889.500 87.458.000 75.256.125
FINO AL 1996
67.443.282 65.782.000 82.992.000 89.188.000 76.351.321
Accertato
71.664.886 79.550.762 75.306.045 79.199.342 80.698.691 85.076.130 90.849.214 80.335.010
Riscosso Competenza
Da Riscuotere
Competenza
68.078.198 75.665.186 72.834.475 77.083.516 77.928.939 81.444.401 87.770.425 77.257.877
3.586.687 3.885.576 2.471.570 2.115.827 2.769.752
3.821.590 3.078.916 3.104.274
Versamenti Competenza 66.466.402 73.574.317 71.271.084 75.075.927 75.930.874 79.020.473 85.330.134 75.238.458
Da Versare Competenza
Riscosso Residui (lordo
da versare)
1.611.796 2.105.205 1.564.433 2.007.605 1.998.073
2.423.931 2.440.167 2.021.601
5.207.566 5.410.056 4.685.639 4.094.025 3.830.901
4.063.770 5.158.538 4.635.785
Da Riscuotere Residui
3.728.371 5.092.375 6.131.246 6.012.499 7.239.344
8.332.093 8.436.394 6.424.618
VR
Versamenti Residui
3.887.402 3.835.791 4.598.559 4.021.681 3.415.574
3.959.727 5.012.874 4.104.515
DVR
Da Versare Residui
1.320.164 1.574.265
RT
DRT
Riscosso Totale
Da Riscuotere Totale
VT
Versamenti Totali
DVT
Da Versare Totale
DRT+DVT
RET/(RET-1)%
VPD/PI%
VAA=A/(A-1)%
RC/(RC-1)%
VC/(VC-1)%
DAPI=A-PI
DAPI/PI%
DA-PD
DAPD/PD%
RC/A%
RRN=RRL-(DVT-1)
Riscosso Residui (netto)
VC-PIC
VC-PDC
R=DRIR-(DRT-1)
Riaccertamenti
DRIR/A%
DRIR/Accertato%
Quota Residui
Riscossi%
Da Risc. Res./Da Risc.
Totale%
Da Vers. Res./Da Vers.
Totale%
Differ. Vers. Res. - Da
Vers. Totale
DRR/DRT%
DVR/DVT%
VR-(DVT-1)
414.600
104.043
145.956
531.208
73.285.764 81.075.242 77.520.114 81.177.540 81.759.840 85.508.171 92.928.962 81.893.662
7.315.059 8.977.951 8.602.816 8.128.326 10.009.097 12.153.683 11.515.310 9.528.892
70.353.805 77.410.107 75.869.643 79.097.608 79.346.448 82.980.199 90.343.007 79.342.974
2.931.960 3.679.470 1.651.513 2.079.949 2.412.673
2.527.974 2.586.124 2.552.809
12.421.770 14.681.657 14.101.434 12.081.701
121,68%
118,19%
96,05%
0,11%
-0,98%
2,35%
101,89%
105,42%
106,79%
101,10%
104,51%
107,77%
101,14%
104,07%
107,98%
-2.438.309
-2,93%
-2.532.309
701.630 2.566.214
0,83%
1.531.719
2,91%
2,68%
876.224
1,32%
488.214 -1.047.946
-2,36%
1,08%
-5,07%
-2,36%
-3,04%
1,83%
0,54%
-1,34%
0,00%
0,00%
0,00%
5,55%
0,00%
-1,07%
1,98%
0,92%
95,00%
-
-
- 11.180.927 10.148.874 -4.869.027 -2.127.866 2.047.558
-
-
-
95,12%
96,72%
7.632.644 10.148.874 -3.971.527 -3.857.866 1.421.732
97,33%
96,57%
2.478.096 1.006.169 2.442.511 1.750.953
RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno
Da Riscuotere Iniziale
DRIR=DRR+RRN
Riaccertato
RRN/DRIR%
72.343
Residui Totali
10.247.019 12.657.421 10.254.329 10.208.274
Variazione Annua
Residui Totali%
123,52%
81,01%
99,55%
Variazione Prev.
Def./Prev. Iniz. %
7,08%
10,04%
0,99%
-0,83%
Variazione Annua
Accertato%
111,00%
94,66%
105,17%
Variazione Annua Risc.
Comp.%
111,14%
96,26%
105,83%
Variazione Annua Vers.
Comp.%
110,69%
96,87%
105,34%
Differenza AccertatoPrev. Iniz.
3.114.886 8.032.762 -3.247.955 -2.595.658
DAPI/Prev. Iniz.
Comp.%
4,54%
11,23%
-4,13%
-3,17%
Differenza Accert. Prev. Def.
-1.735.114
850.762 -4.025.955 -1.912.940
DAPD/Prev. Def.%
Var. Cassa Prev.
Def./Prev. Iniz. %
Diff. Vers. Comp.-Prev.
Iniz. Cassa
Diff. Vers. Comp.-Prev.
Def. Cassa
Riscosso
Competenza/Accertato%
VPDC/PIC%
87.080
95,73%
96,61%
96,15%
1.651.097 2.630.564
78.157.617 73.841.686 79.526.043 79.679.173 83.095.500 90.401.157
7.570.471 7.137.415 8.455.010 8.990.297
255.412 -1.840.536
-147.806
861.971
9.983.190 11.066.958
-25.907 -1.086.725
9,52%
9,48%
10,68%
11,14%
11,73%
12,18%
32,73%
14,10%
28,89%
19,48%
16,54%
23,77%
50,97%
56,72%
71,27%
73,97%
72,33%
68,56%
73,26%
66,73%
45,03%
42,79%
5,27%
3,48%
17,18%
4,12%
5,64%
17,64%
903.830
919.089 2.370.168 1.335.626
1.547.053 2.484.900
(dati in milioni di lire)
Tabella n. 25 - Dipartimento delle Dogane e II.II. – Entrate extratributarie
1994
PI
PD
PIC
PDC
A
Previsioni Iniziali
Competenza
Previsioni Definitive
Competenza
Previsioni Iniziali Cassa
Previsioni Definitive
Cassa
1995
1996
1997
2.847.128
2.909.128
2.933.550
2.847.128
2.948.278
1998
1999
2000
Media
19942000
2.896.610
2.497.110
2.595.960
2.968.507 2.806.856
2.905.760
3.022.110
2.495.960
2.602.141
3.169.017 2.855.771
DATI NON PRESENTI NEL S.I.
FINO AL 1996
2.896.610
2.497.110
2.595.960
2.918.507 2.727.047
2.896.610
2.497.110
2.602.141
3.119.017 2.778.720
Accertato
3.364.187
3.112.346
2.939.019
3.113.195
3.393.454
3.536.591
4.271.308 3.390.014
Riscosso Competenza
Da Riscuotere
Competenza
2.273.233
2.624.147
2.148.764
2.462.638
2.514.857
2.615.628
3.284.199 2.560.495
1.090.954
488.199
790.255
650.557
878.597
920.963
987.109 829.519
VC
Versamenti Competenza
2.214.919
2.558.534
2.106.167
2.409.699
2.473.003
2.554.929
3.197.282 2.502.076
DVC
58.314
65.613
42.596
52.939
41.854
60.699
RRL
Da Versare Competenza
Riscosso Residui (lordo
da versare)
288.021
291.180
288.931
209.839
277.483
284.049
308.954 278.351
DRR
Da Riscuotere Residui
677.943
2.121.031
2.470.227
3.031.816
3.324.313
3.993.299
4.073.764 2.813.199
VR
Versamenti Residui
262.348
277.302
281.308
184.846
239.772
272.882
273.919 256.054
DVR
Da Versare Residui
25.673
13.878
7.624
24.993
37.711
11.167
RC
DRC
RT
86.917
35.036
58.419
22.297
Riscosso Totale
2.561.254
2.915.327
2.437.695
2.672.477
2.792.340
2.899.677
3.593.153 2.838.846
Da Riscuotere Totale
1.768.897
2.609.230
3.260.482
3.682.373
4.202.910
4.914.263
5.060.873 3.642.718
VT
Versamenti Totali
2.477.267
2.835.836
2.387.475
2.594.545
2.712.775
2.827.811
3.471.201 2.758.130
DVT
Da Versare Totale
83.987
79.491
50.220
77.932
79.565
71.867
Residui Totali
1.852.885 2.688.722 3.310.702
Variazione Annua Residui
Totali%
145,11% 123,13%
Variazione Prev.
Def./Prev. Iniz. %
0,00%
1,35%
-0,95%
Variazione Annua
Accertato%
92,51%
94,43%
Variazione Annua Risc.
Comp.%
115,44%
81,88%
Variazione Annua Vers.
Comp.%
115,51%
82,32%
Differenza AccertatoPrev. Iniz.
517.059
203.218
5.469
3.760.305
4.282.475
4.986.129
5.182.825 3.723.435
113,58%
113,89%
116,43%
103,94%
4,33%
-0,05%
0,24%
6,75%
105,93%
109,00%
104,22%
120,77%
114,61%
102,12%
104,01%
125,56%
114,41%
102,63%
103,31%
125,14%
DRT
DRT+DVT
RET/(RET-1)%
VPD/PI%
VAA=A/(A-1)%
RC/(RC-1)%
VC/(VC-1)%
DAPI=A-PI
DAPI/PI%
216.585
896.344
940.631
18,16%
5,56%
1,14%
3,01%
35,96%
35,91%
34,78%
19,22%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,24%
6,87%
1,02%
RC/A%
RRN=RRL-(DVT-1)
Riscosso Residui (netto)
VPDC/PIC%
VC-PIC
VC-PDC
33.259
91.085
897.494
36,23%
1.302.801 583.158
DAPD/Prev. Def.%
Var. Cassa Prev.
Def./Prev. Iniz. %
Diff. Vers. Comp.-Prev.
Iniz. Cassa
Diff. Vers. Comp.-Prev.
Def. Cassa
Riscosso
Competenza/Accertato%
164.068
35,90%
1,67%
6,99%
DAPD/PD%
7,48%
80.716
DAPI/Prev. Iniz. Comp.% 18,16%
Differenza Accert. - Prev.
Def.
517.059
DA-PD
0,19%
121.953
934.450
43,89%
21,26%
1.102.291 534.244
0
0
0
-486.911
-24.107
-41.031
278.775
-39.039
0
0
0
-486.911
-24.107
-47.212
78.265
-68.566
67,57%
RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno
Da Riscuotere Iniziale
Riaccertato
DRIR=DRR+RRN
84,31%
73,11%
79,10%
74,11%
73,96%
76,89%
207.193
209.440
159.619
199.551
204.485
237.087
2.831.340
2.358.204
2.622.257
2.714.408
2.820.113
3.521.286
2.328.224
2.679.667
3.191.435
3.523.864
4.197.784
4.310.851
559.327
70.436
-69.047
-158.509
-5.126
75,58%
R=DRIR-(DRT-1)
Riaccertamenti
DRIR/A%
DRIR/Accertato%
74,81%
91,18%
102,51%
103,84%
118,70%
100,93%
RRN/DRIR%
Quota Residui Riscossi%
Da Risc. Res./Da Risc.
Totale%
Da Vers. Res./Da Vers.
Totale%
Differ. Vers. Res. - Da
Vers. Totale
8,90%
7,82%
5,00%
5,66%
4,87%
5,50%
38,33%
81,29%
75,76%
82,33%
79,10%
81,26%
80,50%
74,08%
30,57%
17,46%
15,18%
32,07%
47,40%
15,54%
28,73%
26,71%
DRR/DRT%
DVR/DVT%
VR-(DVT-1)
193.314
201.816
134.625
161.840
193.317
-603.411
202.052
(dati in milioni di lire)
Tabella n. 32 - Dipartimento delle Dogane e II.II. – Lotta al contrabbando
PD
Previsioni Iniziali
Competenza
Previsioni Definitive
Competenza
PIC
Previsioni Iniziali Cassa
PI
PDC
A
RC
DRC
VC
DVC
Previsioni Definitive Cassa
Accertato
1994
1995
1996
1997
1998
1999
-
-
-
-
-
-
-
-
Media
19942000
2000
1.800
257
-
-
-
1.800
257
DATI NON PRESENTI NEL S.I.
FINO AL 1996
-
-
1.800
450
1.800
450
3.908
3.209
4.569
4.817
-
4.280
3.725
2.291
3.828
Riscosso Competenza
2.890
1.662
3.576
2.797
2.586
3.596
1.467
2.654
Da Riscuotere Competenza
1.018
1.547
993
2.019
1.694
129
824
1.175
Versamenti Competenza
2.523
1.484
3.392
2.715
2.527
3.552
1.327
2.503
367
178
185
83
58
44
140
151
541
814
631
352
289
106
131
409
RRL
Da Versare Competenza
Riscosso Residui (lordo da
versare)
DRR
Da Riscuotere Residui
1.658
2.659
4.164
5.119
7.034
8.576
8.254
5.352
VR
Versamenti Residui
116
389
472
193
289
106
126
242
DVR
Da Versare Residui
425
425
159
159
0
0
5
168
3.431
2.476
4.207
3.150
2.875
3.702
1.597
3.063
RT
DRT
Riscosso Totale
Da Riscuotere Totale
2.676
4.206
5.156
7.138
8.728
8.705
9.078
6.527
VT
Versamenti Totali
2.640
1.873
3.863
2.907
2.816
3.659
1.453
2.744
DVT
Da Versare Totale
DRT+DVT
RET/(RET-1)%
VPD/PI%
VAA=A/(A-1)%
RC/(RC-1)%
VC/(VC-1)%
DAPI=A-PI
DAPI/PI%
DA-PD
DAPD/PD%
Residui Totali
Variazione Annua Residui
Totali%
Variazione Prev. Def./Prev.
Iniz. %
Variazione Annua
Accertato%
Variazione Annua Risc.
Comp.%
Variazione Annua Vers.
Comp.%
Differenza Accertato-Prev.
Iniz.
DAPI/Prev. Iniz. Comp.%
Differenza Accert. - Prev.
Def.
792
603
343
242
59
44
144
318
3.468
4.808
5.500
7.380
8.787
8.749
9.222
6.845
0,00%
3.908
0,00%
3.908
RC/A%
DAPD/Prev. Def.%
0,00%
Var. Cassa Prev. Def./Prev.
Iniz. %
0,00%
Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz.
Cassa
0
Diff. Vers. Comp.-Prev. Def.
Cassa
0
Riscosso
Competenza/Accertato%
73,95%
RRN=RRL-(DVT-1)
Riscosso Residui (netto)
VPDC/PIC%
VC-PIC
VC-PDC
RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno
Da Riscuotere Iniziale
Riaccertato
DRIR=DRR+RRN
138,66%
114,37%
134,20%
119,05%
99,57%
105,41%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
82,11%
142,37%
105,42%
88,86%
87,03%
61,50%
57,52%
215,13%
78,22%
92,44%
139,06%
40,79%
58,82%
228,48%
80,04%
93,10%
140,54%
37,36%
3.209
0,00%
4.569
0,00%
3.209
4.817
0,00%
4.569
4.280
0,00%
4.817
3.725
0,00%
4.280
0,00%
491
27,27%
3.725
491
3.571
3,90%
3.571
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
27,27%
3,90%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0
0
2.715
2.527
3.552
-473
1.189
0
0
2.715
2.527
3.552
-473
1.189
51,80%
78,27%
58,08%
60,42%
96,54%
64,03%
22
28
9
47
48
87
1.685
3.604
2.806
2.633
3.644
1.554
2.681
4.191
5.128
7.081
8.624
8.340
5
-14
-28
-58
-104
69,01%
R=DRIR-(DRT-1)
Riaccertamenti
DRIR/A%
DRIR/Accertato%
83,54%
91,73%
106,47%
165,44%
231,52%
364,08%
RRN/DRIR%
Quota Residui Riscossi%
Da Risc. Res./Da Risc.
Totale%
Da Vers. Res./Da Vers.
Totale%
Differ. Vers. Res. - Da Vers.
Totale
0,83%
0,66%
0,17%
0,66%
0,56%
1,04%
61,95%
63,22%
80,75%
71,71%
80,59%
98,52%
90,92%
78,24%
53,66%
70,47%
46,23%
65,84%
0,08%
0,11%
3,21%
34,23%
DRR/DRT%
DVR/DVT%
VR-(DVT-1)
-403
-131
-151
47
48
-364
82
(dati in milioni di lire)
Tabella n. 33
Entrate del C.d.R. 2: Dogane e Imposte Indirette
(Milioni di Lire)
PI
PD
PIC
PDC
A
RC
DRC
VC
DVC
RRL
DRR
VR
DVR
RT
DRT
VT
DVT
DRT+DVT
RET-(RET-1)/RET-1%
VPD/PI%
VAA=A-(A-1)
VAA=A-(A-1)/A-1%
RC-(RC-1)
RC-(RC-1)/RC-1%
VC-(VC-1)
VC-(VC-1)/VC-1%
DAPI=A-PI
DAPI/PI%
DA-PD
DAPD/PD%
VPDC/PIC%
VC-PIC
VC-PDC
RC/A%
RRN=RRL-(DVT-1)
RA=(VT+DVT)-(DVT-1)
DRIR=DRR+RRN
R=DRIR-(DRT-1)
DRIR/A%
RRN/DRIR%
DRR/DRT%
DVR/DVT%
VR-(DVT-1)
Previsioni Iniziali Competenza
Previsioni Definitive Competenza
Previsioni Iniziali Cassa
Previsioni Definitive Cassa
Accertato
Riscosso Competenza
Da Riscuotere Competenza
Versamenti Competenza
Da Versare Competenza
Riscosso Residui (lordo da versare)
Da Riscuotere Residui
Versamenti Residui
Da Versare Residui
Riscosso Totale
Da Riscuotere Totale
Versamenti Totali
Da Versare Totale
Residui Totali
Variazione Annua Residui Totali%
Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. %
Variazione Annua Accertato
Variazione Annua Accertato%
Variazione Annua Risc. Comp.
Variazione Annua Risc. Comp.%
Variazione Annua Vers. Comp.
Variazione Annua Vers. Comp.%
Differenza Accertato-Prev. Iniz.
DAPI/Prev. Iniz. Comp.%
Differenza Accert. - Prev. Def.
DAPD/Prev. Def.%
Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. %
Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa
Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa
Riscosso Competenza/Accertato%
Riscosso Residui (netto)
Riscossioni dell'anno
Da Riscuotere Iniziale Riaccertato
Riaccertamenti
DRIR/Accertato%
Quota Residui Riscossi%
Da Risc. Res./Da Risc. Totale%
Da Vers. Res./Da Vers. Totale%
Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale
TITOLO I
1999
2000
84.382.000
88.283.000
83.552.410
90.361.000
83.897.000
87.458.000
83.000.000
89.188.000
85.111.547
90.907.470
81.477.280
87.825.695
3.634.267
3.081.774
79.053.350
85.385.528
2.423.931
2.440.167
4.063.770
5.159.577
8.332.093
8.438.395
3.959.727
5.013.715
104.043
145.862
85.541.050
92.985.272
11.966.360
11.520.169
83.013.077
90.399.243
2.527.974
2.586.029
14.494.334
14.106.198
16,68%
-2,68%
0,11%
-0,98%
2,35%
4.412.856
5.795.923
5,47%
6,81%
3.548.341
6.348.415
4,55%
7,79%
3.122.484
6.332.178
4,11%
8,01%
- 2.438.309
729.547
2.624.470
-2,93%
0,86%
2,97%
- 2.532.309
1.559.137
546.470
-3,04%
1,87%
0,60%
0,00%
-1,07%
1,98%
10.148.866
- 4.843.650
- 2.072.472
10.148.866
- 3.946.650
- 3.802.472
96,57%
95,73%
96,61%
1.651.097
2.631.603
83.128.378
90.457.298
9.983.190
11.069.998
25.906
896.362
11,73%
12,18%
16,54%
23,77%
72,33%
69,63%
73,25%
17,18%
4,12%
5,64%
1.547.054
2.485.741
1998
83.137.000
83.231.000
65.782.000
65.782.000
80.698.691
77.928.939
2.769.752
75.930.866
1.998.073
3.830.901
7.239.344
3.416.301
414.600
81.759.840
10.009.096
79.347.167
2.412.673
12.421.769
TITOLO II
1999
2.595.960
2.602.141
2.595.960
2.602.141
3.536.591
2.615.628
920.963
2.554.929
60.699
284.049
3.993.299
272.882
11.167
2.899.677
4.914.262
2.827.811
71.866
4.986.128
16,43%
-0,05%
0,24%
143.137
4,22%
100.771
4,01%
81.926
3,31%
896.344
940.631
35,90%
36,23%
897.494
934.450
35,96%
35,91%
0,00%
0,24%
24.107
41.031
24.107
47.212
74,11%
73,96%
204.484
2.820.112
4.197.783
5.127
118,70%
4,87%
79,10%
81,26%
47,40%
15,54%
193.317
1998
2.497.110
2.495.960
2.497.110
2.497.110
3.393.454
2.514.857
878.597
2.473.003
41.854
277.483
3.324.313
239.772
37.711
2.792.340
4.202.910
2.712.775
79.565
4.282.475
TOTALE
2000
1998
1999
2000
2.969.407
85.634.110
86.977.960
91.252.407
3.169.917 85.726.960
86.154.551
93.530.917
2.899.407 68.279.110
86.492.960
90.357.407
3.099.917 68.279.110
85.602.141
92.287.917
4.325.037 84.092.145
88.648.138
95.232.507
3.288.933 80.443.796
84.092.908
91.114.628
1.036.104 3.648.349
4.555.230
4.117.878
3.201.829 78.403.869
81.608.279
88.587.357
87.104 2.039.927
2.484.630
2.527.271
310.595 4.108.384
4.347.819
5.470.172
4.714.302 10.563.657
12.325.392
13.152.697
275.549 3.656.073
4.232.609
5.289.264
35.046
452.311
115.210
180.908
3.599.528
84.552.180
88.440.727
96.584.800
5.750.406
14.212.006
16.880.622
17.270.575
3.477.378
82.059.942
85.840.888
93.876.621
122.150
2.492.238
2.599.840
2.708.179
5.872.556
16.704.244
19.480.462
19.978.754
17,78%
16,62%
2,56%
6,75%
0,11%
-0,95%
2,50%
788.446
4.555.993
6.584.369
22,29%
5,42%
7,43%
673.305
3.649.112
7.021.720
25,74%
4,54%
8,35%
646.900
3.204.410
6.979.078
25,32%
4,09%
8,55%
1.355.630
- 1.541.965
1.670.178
3.980.100
45,65%
-1,80%
1,92%
4,36%
1.155.120
- 1.634.815
2.493.587
1.701.590
36,44%
-1,91%
2,89%
1,82%
6,92%
0,00%
-1,03%
2,14%
302.422
10.124.759
- 4.884.681
- 1.770.050
101.912
10.124.759
- 3.993.862
- 3.700.560
76,04%
95,66%
94,86%
95,68%
238.729
1.855.581
2.870.332
3.527.662
85.948.490
93.984.960
4.953.031
14.180.973
16.023.029
38.769
31.033
857.593
114,52%
16,00%
16,83%
4,82%
13,09%
17,91%
81,98%
74,33%
73,02%
76,16%
28,69%
18,15%
4,43%
6,68%
203.683
1.740.371
2.689.424
Tabella n. 34
Titolo I - Dogane e Imposte Indirette - Attività di accertamento e controllo
2. 1. 2. 2: Accisa e imposta erariale di consumo
sugli oli minerali, loro derivati, prodotti
analoghi e relative sovrimposte di confine
2000
1998
1999
2000
517.000
358.000
137.000
380.000
134.000
149.000
487.000
358.000
136.000
487.000
134.000
147.000
326.182
270.706
144.523
113.128
125.328
121.824
211.588
145.378
22.698
113.128
124.423
119.537
1.466
905
2.288
17.658
19.047
19.253
1.936.043
2.122.598
1.974.662
17.651
19.023
19.067
7
24
185
130.786
144.375
141.077
2.147.631
2.267.976
1.997.360
- 130.779
143.446
138.604
1.473
929
2.473
- 2.149.104
2.268.905
1.999.833
0,00%
5,57%
-11,86%
0,00%
-26,50%
-62,57%
8,76%
55.476
- 126.183
0,00%
-17,01%
-46,61%
12.200
3.504
0,00%
10,78%
-2,80%
11.295
4.886
0,00%
9,98%
-3,93%
- - 190.818
87.294
7.523
0,00%
-36,91%
-24,38%
5,49%
-53.818
136.706
4.477
0,00%
-14,16%
102,02%
-3,00%
0,00%
0,00%
-62,57%
8,09%
- - 373.872
- 233.577
16.463
- - 373.872
9.577
27.463
0,00%
34,68%
46,30%
84,29%
17.574
18.324
142.902
140.148
2.140.172
1.992.986
7.459
- 274.990
0,00%
790,59%
1379,01%
0,00%
0,82%
0,92%
0,00%
90,15%
93,59%
98,86%
0,00%
0,48%
2,58%
7,48%
17.550
18.138
2. 1. 1. 2: I.V.A. su importazioni
(Milioni di Lire)
1998
PI
Previsioni Iniziali Competenza
PD
Previsioni Definitive Competenza
PIC
Previsioni Iniziali Cassa
PDC
Previsioni Definitive Cassa
A
Accertato
RC
Riscosso Competenza
DRC
Da Riscuotere Competenza
VC
Versamenti Competenza
DVC
Da Versare Competenza
RRL
Riscosso Residui (lordo da versare)
DRR
Da Riscuotere Residui
VR
Versamenti Residui
DVR
Da Versare Residui
RT
Riscosso Totale
DRT
Da Riscuotere Totale
VT
Versamenti Totali
DVT
Da Versare Totale
DRT+DVT
Residui Totali
RET-(RET-1)/RET-1% Variazione Annua Residui Totali%
VPD/PI%
Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. %
VAA=A-(A-1)
Variazione Annua Accertato
VAA=A-(A-1)/A-1%
Variazione Annua Accertato%
RC-(RC-1)
Variazione Annua Risc. Comp.
RC-(RC-1)/RC-1%
Variazione Annua Risc. Comp.%
VC-(VC-1)
Variazione Annua Vers. Comp.
VC-(VC-1)/VC-1%
Variazione Annua Vers. Comp.%
DAPI=A-PI
Differenza Accertato-Prev. Iniz.
DAPI/PI%
DAPI/Prev. Iniz. Comp.%
DA-PD
Differenza Accert. - Prev. Def.
DAPD/PD%
DAPD/Prev. Def.%
VPDC/PIC%
Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. %
VC-PIC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa
VC-PDC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa
RC/A%
Riscosso Competenza/Accertato%
RRN=RRL-(DVT-1)
Riscosso Residui (netto)
RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno
DRIR=DRR+RRN
Da Riscuotere Iniziale Riaccertato
R=DRIR-(DRT-1)
Riaccertamenti
DRIR/A%
DRIR/Accertato%
RRN/DRIR%
Quota Residui Riscossi%
DRR/DRT%
Da Risc. Res./Da Risc. Totale%
DVR/DVT%
Da Vers. Res./Da Vers. Totale%
VR-(DVT-1)
Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale
1999
-
-
-
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
-
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
-
2. 1. 3. 2: Accisa e imposta erariale di
consumo su altri prodotti
2. 1. 4. 2: Imposte sui generi di
monopolio
1998
1999
57.000
2.000
2.000
56.000
2.000
56.000
103.580
37.362
53.422
4.893
49.456
32.468
53.422
4.415
702
478
1.353
1.560
413.381 479.548
795
1.015
559
545
54.775
6.453
462.837
512.016
54.217
5.430
1.261
1.023
464.098
513.039
10,55%
-96,49%
-100,00%
66.218
-63,93%
48.529
-90,84%
49.007
-91,74%
46.580
35.362
81,72%
1768,10%
101.580
37.362
5079,00%
0,00%
0,00%
-100,00%
2.578
2.415
2.578
4.415
51,58%
13,10%
299
5.192
479.847
17.010
1284,32%
0,06%
89,31%
93,66%
44,33%
53,27%
246
1998
2000
27.320
4.841
22.479
4.250
591
1.217
521.051
657
559
6.058
543.530
4.907
1.150
544.680
6,17%
0,00%
10.042
-26,88%
52
-1,06%
165
-3,74%
27.320
0,00%
27.320
0,00%
0,00%
4.250
4.250
17,72%
194
5.034
521.245
9.229
1907,92%
0,04%
95,86%
48,61%
366
532
532
1
184
1
1
716
1
716
1999
30
30
1
715
1
1
745
1
745
4,05%
0,00%
0,00%
502
-94,36%
0,00%
0,00%
532
30
0,00%
0,00%
532
30
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
1
1
716
2386,67%
0,14%
25,70%
95,97%
0,00%
0,00%
1
2000
1
3
747
2
1
3
747
2
1
748
0,40%
0,00%
29
-96,67%
0,00%
0,00%
1
0,00%
1
0,00%
0,00%
0,00%
3
3
750
5
75000,00%
0,40%
100,00%
100,00%
2
Segue da pagina 106
2. 1. 5. 2: Altri tributi indiretti TITOLO I - TOTALE DOGANE E II.II.
(Milioni di Lire)
1998
1999
2000
1998
1999
2000
PI
Previsioni Iniziali Competenza
145.000
719.000
360.000
137.000
PD
Previsioni Definitive Competenza
70.000
452.000
134.000
149.000
PIC
Previsioni Iniziali Cassa
135.000
678.000
360.000
136.000
PDC
Previsioni Definitive Cassa
135.000
678.000
134.000
147.000
A
Accertato
693.989
385.633
192.914 1.124.283
693.731
364.758
RC
Riscosso Competenza
12.716
10.856
8.991
179.266
141.077
135.656
DRC
Da Riscuotere Competenza
680.261
375.047
183.922
941.837
552.923
229.099
VC
Versamenti Competenza
12.716
9.728
5.863
179.266
138.566
129.650
DVC
Da Versare Competenza
1.012
857
3.129
3.180
2.240
6.008
RRL
Riscosso Residui (lordo da versare)
3.233
1.645
1.798
22.245
22.253
22.271
DRR
Da Riscuotere Residui
2.118.193 2.837.670 2.017.305 4.467.801 5.440.531
4.513.765
VR
Versamenti Residui
3.110
1.517
1.005
21.557
21.556
20.731
DVR
Da Versare Residui
122
127
793
688
696
1.538
RT
Riscosso Totale
15.949
12.501
10.789
201.511
163.330
157.927
DRT
Da Riscuotere Totale
2.798.454 3.212.717 2.201.227
5.409.638 5.993.454
4.742.864
VT
Versamenti Totali
15.826
11.245
6.868
200.823
160.122
150.381
DVT
Da Versare Totale
1.134
984
3.922
3.868
2.936
7.546
DRT+DVT
Residui Totali
2.799.588 3.213.701 2.205.149
5.413.506 5.996.390
4.750.410
RET-(RET-1)/RET-1% Variazione Annua Residui Totali%
14,79% -31,38%
10,77%
-20,78%
VPD/PI%
Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % -51,72%
0,00% 0,00%
-37,13%
-62,78%
8,76%
VAA=A-(A-1)
Variazione Annua Accertato
- 308.356 - 192.719
- 430.552 - 328.973
VAA=A-(A-1)/A-1%
Variazione Annua Accertato%
-44,43% -49,97%
-38,30%
-47,42%
RC-(RC-1)
Variazione Annua Risc. Comp.
1.860 1.865
38.189 5.421
RC-(RC-1)/RC-1%
Variazione Annua Risc. Comp.%
-14,63% -17,18%
-21,30%
-3,84%
2.988 3.865
40.700 8.916
VC-(VC-1)
Variazione Annua Vers. Comp.
VC-(VC-1)/VC-1%
Variazione Annua Vers. Comp.%
-23,50% -39,73%
-22,70%
-6,43%
DAPI=A-PI
Differenza Accertato-Prev. Iniz.
548.989
385.633 192.914
405.283
333.731
227.758
DAPI/PI%
DAPI/Prev. Iniz. Comp.%
378,61%
0,00% 0,00%
56,37%
92,70%
166,25%
DA-PD
Differenza Accert. - Prev. Def.
623.989
385.633 192.914
672.283
559.731
215.758
DAPD/PD%
DAPD/Prev. Def.%
891,41%
0,00% 0,00%
148,74%
417,71%
144,80%
VPDC/PIC%
Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. %
0,00%
0,00% 0,00%
0,00%
-62,78%
8,09%
VC-PIC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa - 122.284
9.728
5.863 - 498.734 - 221.434 6.350
VC-PDC
Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa - 122.284
9.728
5.863 - 498.734
4.566 17.350
RC/A%
Riscosso Competenza/Accertato%
1,83%
2,82% 4,66%
15,94%
20,34%
37,19%
RRN=RRL-(DVT-1)
Riscosso Residui (netto)
511
814
18.385
19.335
RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno
11.095
9.806
159.190
154.991
DRIR=DRR+RRN
Da Riscuotere Iniziale Riaccertato
2.838.181 2.018.119
5.458.916
4.533.100
R=DRIR-(DRT-1)
Riaccertamenti
39.727 - 1.194.598
49.278 - 1.460.354
DRIR/A%
DRIR/Accertato%
735,98% 1046,12%
786,89% 1242,77%
RRN/DRIR%
Quota Residui Riscossi%
0,02% 0,04%
0,34%
0,43%
DRR/DRT%
Da Risc. Res./Da Risc. Totale%
75,69%
88,33% 91,64%
82,59%
90,77%
95,17%
DVR/DVT%
Da Vers. Res./Da Vers. Totale%
10,76%
12,91% 20,22%
17,79%
23,71%
20,38%
VR-(DVT-1)
Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale
383
21
17.688
17.795
Tabella n. 35
Titolo II - Dogane e Imposte Indirette - Attività di accertamento e controllo. – Totale titoli I e II
(Milioni di Lire)
1998
PI
PD
Previsioni Iniziali Competenza
Previsioni Definitive Competenza
PIC
PDC
A
RC
DRC
VC
DVC
RRL
DRR
VR
DVR
RT
DRT
VT
DVT
DRT+DVT
RET-(RET-1)/RET-1%
VPD/PI%
VAA=A-(A-1)
VAA=A-(A-1)/A-1%
RC-(RC-1)
RC-(RC-1)/RC-1%
VC-(VC-1)
VC-(VC-1)/VC-1%
DAPI=A-PI
DAPI/PI%
DA-PD
DAPD/PD%
VPDC/PIC%
VC-PIC
VC-PDC
RC/A%
RRN=RRL-(DVT-1)
RA=(VT+DVT)-(DVT-1)
DRIR=DRR+RRN
R=DRIR-(DRT-1)
DRIR/A%
RRN/DRIR%
DRR/DRT%
DVR/DVT%
VR-(DVT-1)
TOTALE ATTIVITA' DI ACCERTAMENTO
2. 2. 3: Entrate derivanti dall'attività di
TITOLO II - TOTALE DOGANE E
E CONTROLLO DOGANE E IMPOSTE
controllo e repressione delle irregolarità e
II.II.
INDIRETTE (TITOLO I + TITOLO II)
degli illeciti
2000
1998
1999
2000
1998
1999
2000
1998
1999
2000
321.760
321.760
553.507
321.760
321.760
553.507 1.040.760
681.760
690.507
- 321.760
321.760
553.507
321.760
321.760
553.507
773.760
455.760
702.507
2. 2. 2: Attività di controllo,
informazione e repressione violazioni
1999
-
-
-
Previsioni Iniziali Cassa
-
-
Previsioni Definitive Cassa
Accertato
Riscosso Competenza
Da Riscuotere Competenza
Versamenti Competenza
Da Versare Competenza
Riscosso Residui (lordo da versare)
Da Riscuotere Residui
Versamenti Residui
Da Versare Residui
Riscosso Totale
Da Riscuotere Totale
Versamenti Totali
Da Versare Totale
Residui Totali
Variazione Annua Residui Totali%
Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. %
Variazione Annua Accertato
Variazione Annua Accertato%
Variazione Annua Risc. Comp.
Variazione Annua Risc. Comp.%
Variazione Annua Vers. Comp.
Variazione Annua Vers. Comp.%
Differenza Accertato-Prev. Iniz.
DAPI/Prev. Iniz. Comp.%
Differenza Accert. - Prev. Def.
DAPD/Prev. Def.%
Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. %
Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa
Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa
Riscosso Competenza/Accertato%
Riscosso Residui (netto)
Riscossioni dell'anno
Da Riscuotere Iniziale Riaccertato
Riaccertamenti
DRIR/Accertato%
Quota Residui Riscossi%
Da Risc. Res./Da Risc. Totale%
Da Vers. Res./Da Vers. Totale%
Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale
7
7
3
4
-
4
3
1
2
4
4
-
7
3
4
4
-
321.760
- 321.760
3 697.695
3 146.798
- 550.897
2 132.493
1
14.304
1
68.016
- 3.139.214
1
30.776
37.240
4
214.814
- 3.690.111
3
163.269
1
51.544
1 3.741.655
7
1
6
1
-75,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
3 1
-42,86%
-25,00%
4
-57,14%
0,00%
1
-33,33%
0,00%
7
4
3
0,00%
0,00%
0,00%
7
4
3
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
3
2
2
3
2
2
100,00%
75,00%
100,00%
1
2
4
1
0,00%
33,33%
0,00%
100,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
0,00%
1
321.760
483.507
321.760
483.507
943.838
1.296.961
260.693
508.308
683.145
788.652
223.348
463.064
37.345
45.245
68.333
77.353
3.659.865
4.378.933
57.460
46.728
10.873
30.625
329.026
585.661
4.343.010
5.167.585
280.808
509.792
48.218
75.870
4.391.228
5.243.455
17,36%
19,41%
0,00%
0,00%
0,00%
246.143
353.123
35,28%
37,41%
113.895
247.615
77,59%
94,98%
90.855
239.716
68,57%
107,33%
375.935
622.078
743.454
116,84%
193,34%
134,32%
375.935
622.078
743.454
116,84%
193,34%
134,32%
0,00%
0,00%
0,00%
- 189.267 - 98.412 - 20.443
- 189.267 - 98.412 - 20.443
21,04%
27,62%
39,19%
16.789
29.135
277.482
537.444
3.676.654
4.408.068
- 13.457
65.058
389,54%
339,88%
0,46%
0,66%
85,07%
84,27%
84,74%
72,25%
22,55%
40,37%
5.916 1.490
321.760
321.760
483.507
321.760
321.760
483.507
697.702
943.842 1.296.964
146.805
260.696
508.311
550.897
683.146
788.652
132.496
223.350
463.066
14.308
37.345
45.246
68.016
68.337
77.354
3.139.214 3.659.865 4.378.933
30.776
57.464
46.729
37.240
10.873
30.625
214.821
329.033
585.665
3.690.111 4.343.011 5.167.585
163.272
280.814
509.795
51.548
48.218
75.871
3.741.659 4.391.229 5.243.456
17,36%
19,41%
0,00%
0,00%
0,00%
246.140
353.122
35,28%
37,41%
113.891
247.615
77,58%
94,98%
90.854
239.716
68,57%
107,33%
375.942
622.082
743.457
116,84% 193,34% 134,32%
375.942
622.082
743.457
116,84% 193,34% 134,32%
0,00%
0,00%
0,00%
- 189.264 - 98.410 - 20.441
- 189.264 - 98.410 - 20.441
21,04%
27,62%
39,19%
16.789
29.136
277.484
537.448
3.676.654 4.408.069
- 13.457
65.058
389,54% 339,88%
0,46%
0,66%
85,07%
84,27%
84,74%
72,24%
22,55%
40,36%
5.916 1.489
999.760
681.760
619.507
999.760
455.760
630.507
1.821.985
1.637.573
1.661.722
326.071
401.773
643.967
1.492.734
1.236.069
1.017.751
311.762
361.916
592.716
17.488
39.585
51.254
90.261
90.590
99.625
7.607.015
9.100.396
8.892.698
52.333
79.020
67.460
37.928
11.569
32.163
416.332
492.363
743.592
9.099.749
10.336.465
9.910.449
364.095
440.936
660.176
55.416
51.154
83.417
9.155.165
10.387.619
9.993.866
13,46%
-3,79%
-25,65%
-33,15%
1,74%
- 184.412
24.149
-10,12%
1,47%
75.702
242.194
23,22%
60,28%
50.154
230.800
16,09%
63,77%
781.225
955.813
971.215
75,06%
140,20%
140,65%
1.048.225
1.181.813
959.215
135,47%
259,31%
136,54%
0,00%
-33,15%
1,78%
- 687.998 - 319.844
- 26.791
- 687.998 93.844
- 37.791
17,90%
24,53%
38,75%
35.174
48.471
436.674
692.439
9.135.570
8.941.169
35.821
- 1.395.296
557,87%
538,07%
0,39%
0,54%
83,60%
88,04%
89,73%
68,44%
22,62%
38,56%
23.604
16.306
Tabella n. 46
Introiti doganali dal 1992 al 1999 (Accertamenti in migliaia di lire)
1992
Imposte e sovrimposte soppresse
nel 1993 (*)
1.039.626.486
1993
1994
1995
1996
1997
3.554.561
6.864.640
1.803.683
6.914.416
1998
10.661
16.742
1999
1999/1992
32.294
0,00
Sovrimposta di confine sugli oli
minerali
575.881.476
317.796.016
237.018.462
302.597.928
258.771.394
225.286.974
264.133.628
210.065.005
36,48
Sovrimposta di confine sui gas
petroliferi liquefatti
368.875.853
327.726.338
323.020.205
424.266.026
471.008.780
235.840.357
131.819.206
142.557.714
38,65
38.208.873
39.962
1.639
10.993
3.960
2.423
15.839
116
0,00
Sovrimposta di confine apparecchi
di accensione e fiammiferi
Altre sovrimposte di confine
(compreso diritto erariale spiriti)
292.554.954
42.085.873
27.000.012
19.815.552
15.806.078
13.491.694
16.746.603
14.803.959
5,06
30.586.970.554
25.327.198
11.988.675.625
23.716.367
13.036.584.507
15.933.097
14.411.357.232
15.445.938
13.681.304.492
22.053.004
15.231.579.241
17.134.768
15.453.989.214
12.500.857
16.624.137.965
9.842.744
54,35
38,86
1.818.757.541
1.800.389.430
1.955.318.073
2.372.218.278
1.912.492.799
2.303.957.940
2.492.514.069
2.518.299.843
7.789.715
9.254.827
7.548.503
7.687.122
5.368.951
Totale per conto amministrazioni
diverse dallo Stato
Tasse e diritti marittimi
Interessi di mora
69.285.648
65.453.040
63.545.212
73.350.559
228.823.736
61.188.706
75.995.024
262.921.474
33.767.469
84.972.969
327.495.753
32.775.357
73.305.260
319.215.051
33.583.154
75.883.074
326.996.967
31.646.574
74.823.972
338.271.418
23.840.297
73.100.275
333.928.551
19.441.001
105,51
510,18
30,59
Tasse, imposte sui consumi, diritti
ecc.
59.344.870
49.222.127
44.732.681
33.374.414
31.368.729
24.297.858
21.136.315
22.209.120
37,42
9.947.360
349.180.862
10.105.140
436.252.270
9.523.997
242.529.657
7.795.507
153.649.941
15.522.757
88.616.753
11.994.992
1.878.028
8.541.798
1.118.299
7.820.505
837.988
78,62
0,24
35.370.749.642
15.372.181.537
16.278.759.440
18.195.266.695
16.935.335.580
18.520.303.142
18.885.714.383
20.004.033.906
56,56
Imposta sul valore aggiunto
relativo alle importazioni
Entrate eventuali e diverse
Dazi TDC (non destinati a S.
Marino)
Dazi CECA (non destinati a S.
Marino)
Dazi destinati a S. Marino
Proventi derivanti da sanzioni o
confische
Altro
Totale generale degli introiti
delle Dogane
14.148.846
6.152.745
38.586.044
7.660.082
17.884.596
9.072.230
(*) Imposta sul consumo del caffè, Imposta sul consumo del cacao e derivati, Imposta sul consumo delle banane e derivati e Sovrimposta di confine prodotti audiovisivi e cine-foto-ottici
138,46
0,00
116,46
Tabella n. 48 - Allocazione delle risorse umane sulle “missioni” istituzionali
Attività indirette
RISORSE UMANE
1998
1997
Missioni istituzionali
Servizi
D62 Servizio di supporto alla
struttura
02 Servizi generali e
gestione dei fattori
che concorrono
all'erogazione dei
servizi
D63 Formazione
D64 Gestione risorse umane
D65 Acquisizione e gestione
risorse finziarie e beni/servizi
D66 Acquisizione e gestione
servizi hw e sw
D67 Acquisizione e gestione
risorse finziarie e beni/servizi
TOTALE
D41 Controlli ispettivi
D60 Pianificazione
programmazione
consuntivazione e controllo
D14 Sviluppo dei sistemi
manageriali
D61 Indirizzo e coordinamento
03 Servizi
professionali e di
indirizzo,
coordinamento e
controllo
Piano Consuntivo Differenza % Piano Consuntivo Differenza % Piano Consuntivo
1.939
1.957
175
674
143
665
630
596
0,91 1.574
-18,13 522
-1,39 521
TOTALE
Totale attività
indirette
229
470
-33,43
-3,09
197
195
-1,02
145
137
-5,52
240
-4,20 2.723
1,04 191
246
2.646
182
2,50
-2,83
-4,71
230
225
-2,17
408
383
-6,13
154
63
138
54
-10,39
-14,29
-1,22 3.218
10,44 193
3.083
195
3.560
220
238
229
-3,94
189
529
559
5,68
41
41
1,53
57
48
-15,66
4.696
344
485
152
3.604
199
1.092
4,34
155
7,10
-19,48
227
527
Differenza
%
1.369
-1,94
446
199
22
8,45 1.312
470
-5,38
186
28
1.707
-56,51
1,15
5,38
D15 Indirizzo e coordinamento
per la gestione dei tributi
D16 Indirizzo e coordinamento
in materia di prevenzione e
repressione delle violazioni agli
obblighi tributari
D17 Indirizzo e coordinamento
in materia di prevenzione e
repressione delle attività
illegali o pericolose
D12 Rapporti internazionali ed
attività normativa relativa alla
gestione dei tributi
D67 Rapporti internazionali
D68 Attività connessa alla
produzione normativa
D69 Rapporti internazionali ed
attività normativa relativi alla
prevenzione e alla repressione
delle attività illegali o
pericolose
D13 Rapporti internazionali ed
attività normativa in materia di
gestione del personale ed
organizzazione degli uffici
D59 Servizi professionali
indirizzo e coordinamento in
materia tecnico-amministrativa
D80 Innovazione organizzativa
1999
183
-3,17
14
26
85,71
299
298
-0,33
126
111
-11,90
73
71
-2,74
38
36
-5,26
24
30
25,00
18
19
5,56
10
11
10,00
12
11
-8,33
29
29
0,00
1.120
2,54 1.025
1.020
-0,49 1.046
982
-6,12
4.679
-0,35 4.243
4.103
-3,30 3.769
3.628
-3,74
Attività dirette
1997
Missioni
istituzionali
Servizi
1998
1999
Piano Consuntivo Differenza % Piano Consuntivo Differenza % Piano Consuntivo Differenza %
RISORSE UMANE
04 Gestione dei
tributi
D02 Attività connessa
all'amministrazione ordinaria
delle imposte doganali
D03 Rettifiche e rimborsi in
materia doganale
D04 Riscossioni in dogana
( non rientranti nello
sdoganamento)
D06 Restituzioni
all'esportazione ed alla
produzione
D22 Amministrazione ordinaria
delle imposte sulla produzione
e sui consumi
TOTALE
D05 Accertamenti e verifiche
in materia doganale
D07 Contenzioso in materia di
imposte doganali
05
D08 Tutela e contrasto delle
Prevenzione frodi in materia doganale
e repressione D09 Presidio valichi di
frontiera
delle
D23 Accertamenti e verifiche
delle imposte sulla prodozione
violazioni
e sui consumi
agli obblighi D24 Contenzioso in materia di
imposte sulla produzione e sui
consumi
tributari
D27 Lotta alle frodi in materia
di produzione e consumo
D31 Attività connessa
all'analisi chimica e
merceologica
83
100
20,64
74
53
-28,38
234
261
11,37
202
261
127
134
6,00
200
181
527
7.349
636
7.030
20,77 1.114
-4,33 7.275
1.304
1.013
-22,29 1.636
443
419
-5,46
404
435
589
520
-11,60
872
717
894
1.057
18,20
745
776
2.101
1.911
-9,02 1.573
1.274
275
242
444
450
-7,51 5.685
-11,88
5.241
-7,81 4.167
3.903
-6,34
69
56
-18,84
29,21
292
323
10,62
-9,50
173
155
-10,40
1.229
6.965
10,32 1.102
-4,26 5.803
1.174
5.611
6,53
-3,31
1.467
-10,33 2.737
2.421
-11,55
296
304
2,70
-17,78 1.643
1.556
-5,30
1.451
-10,21
7,67
4,16
-19,01 1.616
248
245
-1,21
106
93
-12,26
51
61
19,61
93
98
5,38
373
347
-6,97
391
367
-6,14
-7,22 5.902
5.322
-9,83 6.882
6.290
-8,60
1,35
6.049
5.612
345
361
4,62
455
450
-1,10
451
478
5,99
D21 Informazione ed
assistenza in materia di imposte
sulla produzione e sui consumi
174
219
25,96
230
240
4,35
227
220
-3,08
519
580
11,78
685
690
0,73
678
698
2,95
48
48
Totale attività dirette
13.964
TOTALE GENERALE
18.660
Incidenza indirette su totale 25,16
74,84
Incidenza dirette su totale
68
68
13.291
17.970
26,04
73,96
42,81
42,81
-4,82 13.862
-3,70 18.105
23,44
76,56
12.977
17.080
24,02
75,98
-6,38 13.363
-5,66 17.132
22,00
78,00
12.599
16.227
22,36
77,64
-5,72
-5,28
TOTALE
09 Altre attività
dirette, servizi e
investimenti di
supporto alle altre
amm. pubbliche
5.899
D01 Informazione ed
assistenza in materia doganale
TOTALE
06 Servizi ai
cittadini ed alle
imprese
6.378
D25 Supporto alle altre amm.
pubbliche
TOTALE
La Tabella 49 riassume i “prodotti” programmati e consuntivati per le stesse annualità. Non
sono effettuate in questa sede analisi sostanziali, notandosi soltanto una particolarità in tema di
parametri di misura, peraltro soggetti in genere a consistenti modifiche nel tempo, dove lo scostamento
del numero di dipendenti assistiti e gestiti è stato solo a volte ritenuto non significativo.
Tabella n. 49 – Prodotti programmati e consuntivati
PRODOTTI
1998
1997
Missioni istituzionali
Attività indirette
Servizi
Parametro di misura
D62 Servizio di supporto alla struttura Dipendenti gestiti
02 Servizi generali e
gestione dei fattori che
concorrono all'erogazione
dei servizi
D63 Formazione
Dipendenti gestiti
D64 Gestione risorse umane
Dipendenti gestiti
D65 Acquisizione e gestione risorse
Somme gestite L/mil.
finziarie e beni/servizi
D66 Acquisizione e gestione servizi hw
Procedure in esercizio
e sw
D67 Acquisizione e gestione risorse
finziarie e beni/servizi
Piano
Consuntivo Diff. % Parametro di misura
10.261
10.261
10.261
10.042
10.042
10.042
953.000
969.500
1.923
1.811
Consuntivo Diff. %
N.S. Nr. dipendenti assistiti
N.S. Nr. Partecipanti
N.S. Nr. dipendenti gestiti
10.221
4.646
10.221
1,73 Nr. titoli emessi
77.372
74.258
5.500
5.500
-5,82 Nr. Postazioni di lavoro gestite
Parametro di misura
9.835 -3,78 Nr. dipendenti assistiti
3.872 -16,66 Nr. partecipanti ai corsi
9.835 -3,78 Nr. dipendenti gestiti
-4,02 Nr. Contratti
N.S. N. postazioni di lavoro gestite
Piano
Consuntivo Diff. %
10.135
3.829
10.135
10.239
5.810
10.239
N.S.
51,74
N.S.
7.940
8.052
1,41
6.918
6.918
N.S.
59.237
68.950
16,40
D41 Controlli ispettivi
D60 Pianificazione programmazione
consuntivazione e controllo
D14 Sviluppo dei sistemi manageriali
Nr. Uffici dipendenti
460
460
N.S. Nr. Uffici dipendenti
460
460
N.S. Nr. uffici dipendenti
460
460
N.S.
Nr. Dipendenti gestiti
10.261
10.042
N.S. Nr. Uffici dipendenti
460
460
N.S.
Nr. Dipendenti gestiti
10.261
10.042
N.S. Nr. dipendenti assistiti
460
_
9.835
N.S. Nr. uffici dipendenti
D61 Indirizzo e coordinamento
460
_
10.221
N.S. Nr. uffici dipendenti
460
460
N.S.
Nr. Uffici dipendenti
235
235
N.S.
Nr. Uffici dipendenti
235
235
N.S.
Nr. Uffici dipendenti
194
194
N.S.
Nr. Riunioni e incontri
120
381 217,50
778 -23,20 Nr. Riunioni e incontri
125
153
Nr. Riunioni e incontri
30
Nr. Riunioni e incontri
24
28
460
460
N.S.
_
_
-
-
-
1.100.000 1.162.709
80.000
104.896
5,70
31,12
Nr. Titoli emessi
Gestito a progetto
D15 Indirizzo e coordinamento per la
gestione dei tributi
D16 Indirizzo e coordinamento in
materia di prevenzione e repressione
delle violazioni agli obblighi tributari
D17 Indirizzo e coordinamento in
materia di prevenzione e repressione
delle attività illegali o pericolose
D12 Rapporti internazionali ed attività
normativa relativa alla gestione dei
tributi
03 Servizi professionali e di
indirizzo, coordinamento e
controllo
1999
Piano
D67 Rapporti internazionali
Riunioni, incontri e relazioni
D68 Attività connessa alla produzione
normativa
Circolari e risoluzioni
D69 Rapporti internazionali ed attività
normativa relativi alla prevenzione e
alla repressione delle attività illegali o
pericolose
D13 Rapporti internazionali ed attività
normativa in materia di gestione del
personale ed organizzazione degli
uffici
D59 Servizi professionali indirizzo e
coordinamento in materia tecnicoamministrativa
D80 Innovazione organizzativa
Gestito a progetto
Pareri su istituzionie e modifica
depositi fiscali e oli minerali
Licenze rilasciate
706
1.013
913
29,32
22,40
136 353,33
16,67
Nr. uffici dipendenti
-
-
2.521
81.318
2.776
103.464
- Gestito a progetto
10,12 Nr. autorizzazioni rilasciate
27,23 Licenze rilasciate
13.299
91.023
Gestito a progetto
13.226 -0,55 Nr. Registrazioni (nr.
78.293 -13,99 Nr. Dichiarazioni
righe)
PRODOTTI
1998
1997
Missioni istituzionali
Servizi
Parametro di misura
Piano
Consuntivo Diff. % Parametro di misura
Piano
1999
Consuntivo Diff. %
Parametro di misura
Piano
Consuntivo Diff. %
Attività dirette
D02 Attività connessa
all'amministrazione ordinaria delle
imposte doganali
Elementi desumibili dagli elenchi
riepilogativi di IVA
intracomunitaria (righe dettaglio)
Bollette doganali
D03 Rettifiche e rimborsi in materia
doganale
D04 Riscossioni in dogana
( non rientranti nello sdoganamento)
04 Gestione dei tributi
D06 Restituzioni all'esportazione ed
alla produzione
17.533.574
10.134.481
17.450.935
11.361.091
82.284
84.375
Riliquidazione bollette doganali
39,46 Versamenti in tesoreria
56.514
85.837
Decreti di restituzione
25.000
26.299
5,20 Decreti di restituzione
41.320
43.395
Verbali di accertamento
Verbali di verifica
Verbali di accertamento
D23 Accertamenti e verifiche delle
Verbali di inventario
imposte sulla prodozione e sui consumi
Verbali di controllo
Verbali di verifica di 1° impianto e
verifiche suppletive
Verbali di accertamento violazioni e di
D24 Contenzioso in materia di imposte liquidazione penalità
sulla produzione e sui consumi
Ricorsi
1.228
2.521
81.318
22.640
19.700
7.570
5.043
293
977 -20,44
2.776
103.464
10,12 Nr. autorizzazioni rilasciate
27,23 Licenze rilasciate
29.550 30,52
20.667 4,91 Nr. verbali di verifica
4.307 -43,10 Nr. Ricorsi
11.189 121,87 Nr.verbali di accertamento
988 237,20 Nr. controlli
Pareri tecnici
06 Servizi ai cittadini ed
alle imprese
D21 Informazione ed assistenza in
materia di imposte sulla produzione e
sui consumi
09 Altre attività dirette,
servizi e investimenti di
supporto alle altre amm.
pubbliche
637
-4,07 Nr. D.A.A. vistati
13.299
91.023
13.226 -0,55 Nr. Registrazioni (nr.
78.293 -13,99 Nr. Dichiarazioni
26.000
27.557
1.461
1.302 -10,88 Nr. Ricorsi definiti
14.500
20.650
889
864
42,41 Nr. Controlli feoga
-2,81 Nr. Verbali di violazioni
7.292 -51,00 Nr. segnalazioni frodi
176.994
217.396
22,83
627
796
26,95
145.843
123.983 -14,99 amministrativa
85.576
82.467
5.662
82.954
6.062
45.567
15.097
5.910
4,38 Nr. verbali
72.341
2.348
righe)
5,99 Nr. verbali di verifica
637.979 70,20 Nr. ore apertura valico
Nr.verbali di verifica tecnico
Nr. Quietanze
(bollette a pronta riscossione +
A98)
5,02 Nr. decreti di restituzione emanati
14.882
Nr. verbali di verifica tecnico
-3,63 amministrativa
Nr. Verbali di determinazione
della produzione
103.601
95.092
-8,21
8.100
10.010
23,58 impianto e suppletive
46.000
56.814
23,51
Nr.Verbali di verifica di 1°
7.586 25,14 impianto e verifiche suppletive
49.016
7,57 Nr. verbali di accertamento
9.187 -39,15 Nr. ricorsi
76.835
6,21 Certificati di analisi
1.759 -25,09 Pareri tecnici
350
8.962
Nr. verbali di verifica di primo
871 148,86 Nr. ricorsi definiti
7.603 -15,16 Nr. richiesta di mutua assistenza
61.171
61.141
1.400
1.311
-0,05 Nr. certificati di analisi
-6,36 Nr. pareri tecnici
Nr. Documenti rilasciati
( certificati e duplicati)
Elementi desumibili dagli elenchi
riepilogativi IVA intracom. (righe
dettaglio) + bollette doganali
27.668.055 28.506.048
Codici accisa gestiti
84.974
Interventi effettuati
4.632
Pareri
7.181
20.000.000 18.897.808
8.300.000 10.524.459
90.000
-5,51
26,80
50.958 -43,38
660.000
866.608
31,30
41.400
37.326
-9,84
390.000
490.207
25,69
1.100.000 1.162.709
80.000
104.896
5,70
31,12
32.000
34.774
8,67
6.800
9.760
43,53
1.020
1.017
-0,29
26.000
11.931 -54,11
12.762
13.777
7,95
80.248
98.291
22,48
9.517
12.443
30,74
96.666 16,53
N. verbali (obiettivo
ripianificato con D.n. 10149
del 2-12-98)
Certificati di analisi
664
51,89
374.849
D27 Lotta alle frodi in materia di
produzione e consumo
D01 Informazione ed assistenza in
materia doganale
Nr. Esoneri cauzionali
concessi, confermati, revocati
e rigettati
-4,80 Nr. righe dettaglio INTRA
-6,10 Nr. Bollette perfezionate
54.061 -23,86 Nr. riliquidazione bollette
62.950
D07 Contenzioso in materia di imposte
doganali
Ricorsi
Verbali di accertamento a seguito di
informazioni di mutua assistenza
D08 Tutela e contrasto delle frodi in
materia doganale
Controlli operatori su rimborsi FEOGA
Informazioni di mutua assistenza
diramate
D09 Presidio valichi di frontiera
Ore apertura valico
D31 Attività connessa all'analisi
chimica e merceologica
71.000
45.139
Licenze rilasciate
05 Prevenzione e
repressione delle violazioni
agli obblighi tributari
Riliquidazione bollette
2,54 doganali
19.259.761 18.335.976
11.236.770 10.551.358
Versamenti in tesoreria
Concessioni esoneri
D22 Amministrazione ordinaria delle cauzionali/autorizzazioni
imposte sulla produzione e sui consumi Pareri su istituzionie e modifica
depositi fiscali e oli minerali
D05 Accertamenti e verifiche in
materia doganale
-0,47 N. righe dettaglio
12,10 N. bollette perfezionate
84.936
3,03
Nr. Documenti rilasciati
(certificati e duplicati)
Nr. bollette perfezionate
100
88 -12,00 Nr. Righe di dettaglio INTRA
12.000
9.079 -24,34
6.500
6.301
-3,06
70.000
65.212
-6,84
1.100
867 -21,18
85.000
145.023
8.300.000 10.524.459
20.000.000 18.897.808
70,62
26,80
-5,51
-0,04
6.146 32,69 Nr. Codici ditta gestiti
D25 Supporto alle altre amm.
pubbliche
12.865 79,15
193
208
N.S. Nr. codici ditta gestiti
225.000
230.631
N.S.
Tabella n. 52
Risultati dell'attività di verifica esterna INTRA nel 1994 e dal 1997 al 2001
C.d.R. 2
livello
Ancona
Bari
Bologna
Bolzano
Cagliari
Firenze
Genova
Milano
Napoli
Palermo
Roma
Torino
Trieste
Venezia
TOTALE
C.d.R. 2
livello
n.
controlli
513
223
942
512
123
716
584
3.412
348
451
553
1.020
295
1.064
10.756
n.
controlli
MDA
MDA
n.
n.
rend.to
rend.to controlli
rend.to
rend.to controlli
compl.vo unitario
compl.vo unitario
1994
1997
3300
6,43
425
802
1,89
585
500
2,24
464
949
2,05
548
1.500
1,59
1.248
9.039
7,24
1.936
17.000
33,20
874
41.021
46,93
1.143
1500
12,20
173
580
3,35
257
2.200
3,07
934
6.607
7,07
1.240
1.800
3,08
478
8.047
16,83
675
5.900
1,73
2.063
93.899
45,52
2.825
5.300
15,23
491
8.497
17,31
729
3.200
7,10
378
7.388
19,54
625
27.100
49,01
977
7.512
7,69
1.356
4.500
4,41
1.925
5.504
2,86
2.627
600
2,03
315
2.720
8,63
616
3.200
3,01
1.680
1.672
1,00
2.189
77.600
7,21
12.425
194.237
15,63
17.351
MDA
rend.to
rend.to
compl.vo unitario
2001
1998/1997
MDA
rend.to
rend.to
compl.vo
unitario
1998
2.970
5,08
9.752
17,80
72.158
37,27
117.810
103,07
1.554
6,05
9.569
7,72
3.943
5,84
11.647
4,12
3.482
4,78
7.094
11,35
5.046
3,72
18.116
6,90
1.286
2,09
1.054
0,48
265.481
15,30
MDA
n.
rend.to
rend.to
controlli
compl.vo
unitario
1999
20.944
33,56
738
2.996
4,69
739
125.588
59,27
1.769
52.362
36,80
1.357
4.307
14,95
304
4.534
3,34
1.367
27.003
34,05
1.092
26.436
7,89
3.253
4.224
4,98
1.020
6.552
10,14
920
11.040
7,04
1.703
40.678
13,81
2.325
903
1,31
745
3.127
1,30
2.117
330.694
16,78
19.449
n.
controlli
624
639
2.119
1.423
288
1.356
793
3.351
848
646
1.568
2.945
691
2.411
19.702
VARIAZIONE % RISPETTO ALL'ANNO PRECEDENTE
1999/1998
2000/1999
Ancona
817
34.720
42,50
37,65
270,32
169,04
6,67
605,19
Bari
851
13.698
16,10
18,10
927,61
770,09
16,61
- 69,28
Bologna
1.651
52.639
31,88
55,13
698,30
414,60
9,45
74,05
Bolzano
1.515
71.500
47,19
30,78
187,19
119,60
24,50
- 55,55
Cagliari
318
10.651
33,49
48,55
167,93
80,36
12,06
177,16
Firenze
1.283
10.384
8,09
32,76
44,83
9,09
9,35
- 52,62
56,67
0,81
99,07
Genova
1.088
49.345
45,35
41,21
-
51,00
- 65,30
17,48
584,83
482,93
37,70
33,04
Milano
3.471
98.229
28,30
36,94
-
87,60
- 90,94
18,62
126,98
91,35
2,92
125,59
Napoli
1.112
14.848
13,35
48,47
-
59,02
- 72,40
16,32
949
15.542
16,38
65,34
-
3,98
- 41,93
3,36
Roma
1.864
65.003
34,87
38,79
-
32,83
- 51,60
15,63
Torino
2.439
52.980
21,72
36,47
229,14
141,19
Palermo
Trieste
Venezia
TOTALE
-
561,11
18,27
6,14
73,65
15,65
258,74
59,01
-
64,30
-
147,32
-
21,31
16,52
4,64
5,56
-
-
63,92
2001/2000
-
22,72
-
53,45
-
10,26
10,70
56,19
41,09
210,20
15,16
27,45
10,67
6,67
16,18
24,48
56,78
-
28,69
11,64
11,26
55,90
4,61
431,22
407,83
-
0,34
97,47
-
6,14
15,05
22,58
3,38
-
0,37
37,35
37,86
6,70
64,71
54,36
132,39
4,29
20,28
164,99
120,30
9,02
10,64
42,41
209,63
117,41
3,15
118,79
89,21
8,61
376,23
338,48
9,45
23,64
12,96
12,11
124,54
100,30
51,15
4,90
237,71
221,93
-
7,64
-
-
-
21,05
37,40
-
61,43
-
729
3.112
4,27
95,56
-
52,72
- 75,82
12,18
- 29,78
7,81
136,21
119,09
-
2,15
2.040
8.941
4,38
30,30
-
36,96
- 51,62
10,14
196,68
169,36
-
12,19
278,16
330,67
-
3,64
20.127
501.594
24,92
39,65
36,68
-
13,55
24,56
9,70
-
1,28
9,72
11,15
2,12
MDA
rend.to
rend.to
compl.vo
unitario
2000
22.229
30,12
10.748
14,54
45.310
25,61
64.261
47,36
2.005
6,60
9.026
6,60
35.926
32,90
59.638
18,33
11.193
10,97
20.287
22,05
52.576
30,87
15.688
6,75
2.133
2,86
11.825
5,59
362.845
18,66
3,49
32,65
-
23,39
21,68
-
45,90
-
24,39
38,24
25,73
49,10
-
21,54
33,58
MDA lire milioni
Tabella n. 53
Risultati dell'attività di verifica esterna PLAFOND, revisioni ed altre verifiche 1997/2001
C.d.R. 2
livello
n.
controlli
rend.to
compl.vo
1997
MDA
rend.to
unitario
n.
controlli
MDA
rend.to
unitario
rend.to compl.vo
1998
n.
controlli
MDA
rend.to
rend.to
compl.vo
unitario
1999
MDA
rend.to
rend.to
compl.vo
unitario
2000
n.
controlli
n.
controlli
MDA
rend.to rend.to
compl.vo unitario
2001
Ancona
205
301
1,47
441
992
2,25
577
8.597
14,90
582
7.203
12,38
675
4.711
6,98
Bari
272
222
0,82
347
587
1,69
652
1.504
2,31
865
580
0,67
479
6.696
13,98
Bologna
1.071
4.229
3,95
1.084
17.069
15,75
1.177
16.551
14,06
1.318
13.737
10,42
1.393
20.437
14,67
Bolzano
214
140
0,65
310
3.887
12,54
499
6.032
12,09
604
2.723
4,51
540
6.373
11,80
Cagliari
72
9.049
125,68
89
2
0,02
108
1.112
10,30
118
239
2,03
112
552
4,93
Firenze
995
9.429
9,48
991
12.696
12,81
1.327
9.719
7,32
1.460
11.130
7,62
1.504
7.596
5,05
Genova
289
5.119
17,71
480
2.480
5,17
677
5.286
7,81
938
9.888
10,54
935
5.709
6,11
Milano
1.419
17.962
12,66
1.958
19.464
9,94
2.846
29.509
10,37
2.772
41.674
15,03
2.791
37.788
13,54
Napoli
413
5.176
12,53
727
1.035
1,42
1.398
4.069
2,91
1.559
6.145
3,94
1.405
18.666
13,29
Palermo
196
131
0,67
246
1.946
7,91
705
1.104
1,57
450
541
1,20
1.164
2.058
1,77
Roma
405
6.755
16,68
1.069
16.917
15,83
1.560
21.926
14,06
1.978
24.782
12,53
1.543
36.930
23,93
Torino
1.447
4.490
3,10
1.285
5.760
4,48
1.474
8.168
5,54
2.045
22.731
11,12
2.075
24.295
11,71
Trieste
191
9.576
50,14
376
1.228
3,27
629
3.751
5,96
1.160
4.830
4,16
1.184
7.128
6,02
Venezia
637
46.144
72,44
784
10.637
13,57
1.512
6.978
4,62
1.567
25.305
16,15
1.820
30.135
16,56
7.826
118.723
15,17
10.187
8,21
17.416
171.507
9,85
17.620
209.074
11,87
TOTALE
C.d.R. 2
livello
Ancona
Bari
Bologna
Bolzano
Cagliari
Firenze
Genova
Milano
Napoli
Palermo
Roma
Torino
Trieste
Venezia
TOTALE
115,12
27,57
1,21
44,86
23,61
0,40
66,09
37,98
76,03
25,51
163,95
11,20
96,86
23,08
1998/1997
229,57
164,41
303,62
2.676,43
99,98 34,65
51,55 8,36 80,00 1.385,50
150,44 28,29
87,18 76,95 -
30,17 -
20,23 -
53,20
107,26
298,78
1.816,63
99,98
35,19
70,83
21,47
88,64
1.083,57
5,12
44,46
93,49
81,27
30,84
87,90
8,58
60,97
21,35
33,91
41,04
45,35
92,30
186,59
45,93
14,71
67,29
92,86
38,72
48,63
94.700
9,30
15.141
124.306
VARIAZIONE % RISPETTO ALL'ANNO PRECEDENTE
1999/1998
2000/1999
766,63
562,37
0,87 16,21 156,22
36,36
32,67 61,44 3,03 10,70
11,98 17,00 55,18 3,59
21,04 54,86 55.500,00
45.718,52
9,26 78,51 23,45 42,83
10,02
14,52
113,15
51,12
38,55
87,06
51,61
4,30 2,60
41,22
293,14
104,44
11,52
51,02
43,27 80,20 36,17 51,00 29,61 11,18
26,79
13,03 41,81
23,62
38,74
178,29
205,46
82,59
84,42
28,77 34,40 65,98
3,64
262,64
31,26
-
11,69
15,03
37,97
16,93
70,93
25,88
62,71
80,33
4,09
35,01
44,99
35,42
23,23
10,86
100,59
30,18
249,91
19,95
-
15,98
44,62
5,69
10,60
5,08
3,01
0,32
0,69
9,88
158,67
21,99
1,47
2,07
16,15
2001/2000
34,60
1.054,48
48,77
134,04
130,96
31,75
42,26
9,32
203,76
280,41
49,02
6,88
47,58
19,09
43,61
1.984,82
40,76
161,78
143,34
33,75
42,08
9,94
237,05
47,06
91,03
5,34
44,59
2,53
1,17
21,90
20,49
-
-
MDA lire milioni
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