Deliberazione n. 27/2002/G REPUBBLICA ITALIANA La Corte dei conti in Sezione centrale del controllo sulle gestioni delle Amministrazioni dello Stato nell’Adunanza del Collegio I del 22 ottobre 2002 *** Visto il testo unico delle leggi sulla Corte dei conti, approvato con R.D. 12 luglio 1934, n. 1214; Vista la legge 14 gennaio 1994, n. 20, e, in particolare, l’art. 3, comma 4, in base al quale la Corte dei conti svolge il controllo sulle gestioni delle amministrazioni pubbliche, verificandone la legittimità e la regolarità, il funzionamento degli organi interni, nonché la rispondenza dei risultati dell'attività amministrativa agli obiettivi stabiliti dalla legge, valutando comparativamente costi, modi e tempi dell'azione amministrativa; Vista la deliberazione della Sezione del controllo n. 15/2000, con la quale è stato approvato il programma del controllo successivo sulla gestione per l’anno 2000; Vista la relazione, in data 18 settembre 2002, concernente «Innovazioni organizzative ed operative introdotte e risultati conseguiti dall’Amministrazione doganale a seguito della realizzazione del mercato interno europeo»; Vista l’ordinanza in data 26 settembre 2002, con la quale il Presidente della Sezione ha deferito la pronunzia sulla predetta relazione al I Collegio della Sezione stessa, convocandolo per il giorno 22 ottobre 2002; Vista le note n. 480/02 in data 27 settembre 2002 e n. 484 in data 9 ottobre 2002, con la quale il Dirigente del Servizio di segreteria per le adunanze della Sezione ha provveduto ad inviare copia della relazione di deferimento e dell’ordinanza di convocazione, del cui avvenuto recapito risulta ricevuta depositata in atti: - al Ministero dell’economia e delle finanze - Gabinetto 2 - Dipartimento per le politiche fiscali - Agenzia delle dogane - Servizio di controllo interno (S.in.Co.) - Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato - alla Guardia di Finanza - Considerato che è pervenuta alla Segreteria della Sezione del controllo la memoria lettera n. 2034/UD in data 21 ottobre 2002 dell’Agenzia delle Dogane. Constatato che per le Amministrazioni convocate sono presenti in aula: Per il Ministero dell’economia e delle finanze – Agenzia delle dogane: il dott. GUAIANA M. Andrea, direttore generale; il dott. DE SANTIS Walter, direttore delle verifiche e controlli; il dott. TARASCIO Aldo, direttore della gestione dei tributi; il dott. PELEGGI Giuseppe, direttore delle strategie e innovazioni; la dott.ssa LEVATO Mirella, direttore della pianificazione;per il Ministero dell’economia e delle finanze – Dipartimento politiche fiscali, il dott. MUSSO Salvatore, dirigente responsabile aree dogane; per il Ministero dell’economia e delle finanze – Dipartimento per le politiche fiscali: il dott. MUSSO Salvatore, dirigente responsabile area dogane; per il Ministero dell’economia e delle finanze – Servizio di controllo interno: il dott. NARDONE Michele, dirigente, accompagnato dal funzionario dott.ssa PEZZUTO Maria Assunta; per la Guardia di Finanza – Comando generale assistono: il ten. col SIRICO Umberto, il ten. col. ALIDORI Marco e il maggiore PETRUCELLI Danilo. Udito il relatore Cons. Luigi MAZZILLO ed i correlatori consiglieri VALENTE e SPETRINO, i quali, insieme al consigliere MAZZILLO, hanno curato parte della relazione e ne hanno approvato il testo finale. Sentiti i rappresentati delle Amministrazioni, e precisamente: Il dott. Guaiana illustra la memoria trasmessa il giorno prima dall’Agenzia, osservando che il lungo arco temporale di riferimento dell’indagine (1992-2001) ha posto problemi in parte insuperabili per il reperimento di dati omogenei necessari per consentire raffronti intertemporali significativi. E ciò, anche se, in 3 una prima fase, per gli anni anteriori al 1995 erano stati forniti alla Corte dati statistico-gestionali senza qualificarne il basso grado di affidabilità. Peraltro, anche se l’avvio del processo di ammodernamento della P.A. ha inizio con il decreto legislativo n.29/93, è solo negli anni più recenti che si va affermando una vera cultura gestionale, orientata al conseguimento dei risultati programmati, superando la logica del mero adempimento. E’ solo dopo il 1995 che l’Amministrazione delle dogane si è andata dotando di un moderno sistema di controllo di gestione, evolvendo nel contempo da amministrazione per adempimenti ad amministrazione per programmi e per risultati. Il numero degli addetti non è aumentato ed è rimasto sistematicamente inferiore del 30% circa alle dotazioni organiche, pur essendo stata sviluppata l’attività di back office che prima del 1993 era praticamente assente e sia stato nel frattempo necessario, a seguito degli eventi terroristici dell’11 settembre 2001, attrezzarsi per fungere da presidio per la sicurezza e per la salute pubblica. Non si copertura del turn sta, peraltro, over, se provvedendo non per le neppure figure alla apicali e professionalizzate. E’ inoltre prevista una revisione delle dotazioni organiche che porterà ad un ridimensionamento dei livelli attuali, in considerazione sia delle semplificazioni già introdotte con il circuito doganale di controllo automatizzato (Canale verde), che ha ridotto dell’85% i controlli fisici delle dichiarazioni, sia delle semplificazioni che deriveranno dall’entrata in operatività degli scanner per il controllo merci, che porteranno alla riduzione del tempo standard di controllo di un container dai tre giorni attuali a tre minuti. L’istituzione, secondo il modello degli uffici unici delle entrate, degli uffici integrati doganali che si concluderà nel 2004 e gli investimenti per gli scanner e per l’impiego di altre tecnologie innovative rispondono alle esigenze di semplificazione e di rapidità degli operatori ed hanno già fatto recuperare concorrenzialità ai porti italiani rispetto a quelli del Nord Europa. In conclusione, le dogane italiane sono un’amministrazione in corso di trasformazione, che si trovano in qualche modo a metà del guado: risultati importanti sono già stati ottenuti ed altri 4 arriveranno, anche perché i condizionamenti esterni non lasciano alternativa. In tale ottica, l’Agenzia ha già fatto proprie molte delle indicazioni della Corte ed è pronta a recepire le altre che emergono dal nuovo referto. il dott. De Santis illustra brevemente le caratteristiche e i vantaggi del Canale Verde: un sistema che già consente e che consentirà sempre più, in futuro, di snellire i controlli in dogana e che verrà continuativamente aggiornato grazie alle possibilità di auto-apprendimento ed al recepimento delle best practices e delle best technologies degli altri sistemi doganali; il dott. Peleggi interviene per fare alcune precisazioni sul Canale Verde, evidenziandone le caratteristiche di essere sistematicamente aggiornabile e di poter “inseguire” anche tipologie di frodi non ancora riscontrate attraverso l’attività di controllo; il dott. Nardone del S.IN.CO illustra le nuove metodologie del controllo con tutti gli aspetti e le conseguenze derivanti dalla trasformazione del servizio di controllo interno in servizio di controllo strategico, di diretta collaborazione con il Ministro. Ritenuto che la relazione debba essere fatta propria dalla Sezione, con le modifiche e le integrazioni dalla Sezione stessa deliberate, anche sulla base delle precisazioni fornite dai rappresentanti delle Amministrazioni intervenuti all’Adunanza stessa DELIBERA di approvare, ai sensi dell’art. 3, comma 4, della legge 14 gennaio 1994, n. 20, con le modifiche apportate dal Collegio, la relazione, in data 18 settembre 2002, concernente «Innovazioni organizzative ed operative introdotte e risultati conseguiti dall’Amministrazione doganale a seguito della realizzazione del mercato interno europeo»; ORDINA che, ai sensi e per gli effetti dell’art. 3 della legge n. 20/94, copia della presente deliberazione e della predetta relazione siano trasmesse, 5 a cura della Segreteria della Sezione, alla Presidenza della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, nonché al Ministro dell’economia e delle finanze ed alle Amministrazioni convocate. IL PRESIDENTE (Dott. Tullio LAZZARO) Il RELATORE Cons. Luigi MAZZILLO I CORRELATORI Cons. Diodoro VALENTE Cons. Renato SPETRINO Corte dei Conti Ufficio di controllo sulla gestione dei Ministeri economico finanziari Innovazioni organizzative ed operative introdotte e risultati conseguiti dall’Amministrazione doganale a seguito della realizzazione del mercato interno europeo Indagine programmata dall’Adunanza plenaria della Sezione del controllo con deliberazione n.15/2000 del 10 febbraio 2000 (n.2 Gestioni di Entrata) RELATORE Cons. Luigi MAZZILLO CORRELATORI Cons. Diodoro VALENTE Cons. Renato SPETRINO Roma, 22 ottobre 2002 INDICE PREMESSA 1 1.1. 1.2 2. CONSIDERAZIONI GENERALI E DI SINTESI Analisi comparata delle missioni istituzionali delle Dogane europee Innovazioni introdotte e risultati ottenuti dall’Amministrazione doganale italiana MERCATO INTERNO EUROPEO E SERVIZI DOGANALI 8 10 10 14 34 2.1 Obiettivi e regole di funzionamento del mercato interno europeo 34 2.2. Sfide del mercato interno alla gestione dei servizi doganali 37 2.3. Evoluzione del quadro normativo comunitario in materia doganale 40 2.4. Missioni istituzionali ed assetti organizzativi delle Amministrazioni doganali europee 45 3. 3.1 3.2 L’AMMINISTRAZIONE DOGANALE ITALIANA DI FRONTE ALLE SFIDE DEL MERCATO INTERNO EUROPEO Evoluzione del quadro normativo nazionale: normazione primaria e normazione secondaria Evoluzione dei modelli organizzativi 4 4.1. AZIONI SVOLTE 50 50 53 57 57 4.1.2. Riallocazione del personale ed ottimizzazione del suo impiego Le nuove esigenze poste dalla realizzazione del mercato interno europeo Dotazioni organiche, presenze effettive ed impiego del personale 4.1.2.1. Uffici doganali 66 4.1.1. 57 60 4.1.2.1.1. Determinazione dei carichi di lavoro nel settore doganale 4.1.2.1.2. Riallocazione delle risorse umane nel settore doganale 66 4.1.2.2. Uffici tecnici di finanza 76 4.2. Formazione del personale e automazione dei servizi 78 5. 5.1 5.1.1 5.1.2. RISULTATI CONSEGUITI Evoluzione delle entrate dell’Amministrazione doganale Evoluzione dei proventi totali imputati all’Amministrazione delle dogane e delle imposte indirette Evoluzione delle entrate tributarie 2 68 83 83 83 86 5.1.3. 89 5.1.4.1. Evoluzione delle entrate extra tributarie Analisi delle anomalie gestionali di alcune tipologie di entrate extra tributarie Restituzioni, rimborsi, recuperi e concorsi vari 93 95 5.1.4.2 Proventi derivanti da servizi resi e da beni ceduti 97 5.1.4.3. Proventi derivanti da concessioni, autorizzazioni e locazioni 102 5.1.4.4. Proventi derivanti da attività di controllo 104 5.1.4.5. Proventi derivanti da indennità e interessi di mora 106 5.1.5. 107 5.3. Lotta al contrabbando Analisi comparata dei risultati di entrata dell’Amministrazione delle dogane e II.II. Esame comparativo dell’attività e degli introiti doganali prima e dopo la realizzazione del mercato interno europeo Analisi degli obiettivi e dei risultati di produzione 121 130 5.3.1. Direttive generali e referti del controllo interno 130 5.3.2. 139 5.4. Analisi dei risultati di produzione Analisi storica dei risultati di produzione dell’ex Dipartimento delle dogane e II.II. Analisi comparata con gli altri ex Dipartimenti dei risultati di produzione dell’ex Dipartimento delle dogane e II.II. Attività di controllo 145 149 5.4.1 Attività di controllo dell’Amministrazione doganale italiana 149 5.4.2 Analisi comparata, a livello comunitario, dell’attività di controllo 163 5.4.2.1. Quadro complessivo di raffronto 163 5.4.2.2. Attività di contrasto delle frodi e delle irregolarità 168 5.4.2.3. Tipologie delle frodi e delle irregolarità 170 5.4.2.4. Linee di tendenza 171 5.5 I rapporti con l’utenza 173 6 IL RUOLO DELLA GUARDIA DI FINANZA Attività di gestione ordinaria e di controllo svolta dalla Guardia di Finanza in materia doganale Modificazioni intervenute per la Guardia di finanza a seguito della realizzazione del mercato interno europeo Indagini ed analisi della Guardia di finanza in tema di I.V.A. intracomunitaria Analisi della Guardia di finanza in tema di trasformazioni intervenute nell’assetto dei servizi doganali in Europa 180 5.1.4. 5.1.6. 5.2. 5.3.2.1. 5.3.2.2. 6.1 6.2 6.3 6.4 3 110 140 180 187 189 190 INDICE TABELLE N. 1 N. 2 N. 3 N. 4 N. 5 N. 6 Normativa comunitaria in materia doganale Normativa comunitaria in materia di accise Aliquote Iva negli stati membri Normativa nazionale in materia di accise Situazione del personale: dotazione organica e presenze Evoluzione del numero e della distribuzione del personale dell’Amministrazione delle dogane e delle imposte indirette (1993-2000) N. 7 Utilizzo delle risorse umane - 1997-1999 N. 8 Risorse umane per Funzioni Obiettivo (1997, 1998 e 1999) N. 9 Distribuzione territoriale degli addetti - Anni 1996 – 1999 N. 10 Attività routinarie (Categoria A) N. 11 Attività non valutabili numericamente (Categoria B) N. 12 Risorse umane presenti nelle Circoscrizioni Doganali N. 13 Principali risultati conseguiti dalle Circoscrizioni doganali N. 14 Riepilogo delle attività svolte dalle circoscrizioni doganali N. 15 Evoluzione dell’attività doganale rappresentata in termini di allocazione delle risorse e di risultati conseguiti N. 16 Evoluzione dell’attività doganale tradizionale in termini di dichiarazioni equivalenti e di ore impiegate N. 17 Risorse umane presenti negli UTF Entrate accertate nel settore delle accise e rendimento orario delle attività N. 18 dirette Formazione professionale dell’Amministrazione doganale – Anni 1997N. 19 2000 N. 20 Funzionari inviati presso altre amministrazioni degli stati membri e ricevuti da altre amministrazioni comunitarie Assegnazione di budget relativo alle risorse destinate alla formazione – N. 21 Anno 2001 N. 22 Proventi totali dell’attività doganale N. 23 Dipartimento delle Dogane – Entrate tributarie Valori medi in miliardi delle riscossioni del periodo 1994/2000 – Entrate N. 24 tributarie N. 25 Dipartimento delle Dogane – Entrate extratributarie N. 26 Valori medi in miliardi delle riscossioni del periodo 1994/2000 N. 27 Dati finanziari dei capitoli 3309, 3707, 3709 e 3710 N. 28 Dati finanziari dei capitoli facenti parte dell’U.p.b. 2.2.4 «Proventi relativi ai servizi resi nell’interesse del commercio» N. 29 Dati finanziari dei capitoli 2323 e 2369 N. 30 Dati finanziari del capitolo 2065 N. 31 Dati finanziari del capitolo 2308 N. 32 Dipartimento delle Dogane – Lotta al contrabbando 4 41 42 43 52 60 62 63 64 65 67 68 68 69 70 70 71 77 77 79 79 80 85 87 88 90 91 96 99 101 103 106 109 N. 33 Entrate del C.d.R. 2: Dogane e Imposte Indirette N. 34 Titolo I - Dogane e Imposte Indirette - Attività di accertamento e controllo N. 35 Titolo II - Dogane e Imposte Indirette - Attività di accertamento e controllo. – Totale titoli I e II N. 36 SETTORE DOGANE – Maggiori diritti evasi accertati distinti per tipo di controllo. Anni 1998 – 2001 N. 37 SETTORE DOGANE – Maggiori diritti evasi accertati per struttura territoriale di secondo livello Anni 1999 – 2001 N. 38 SETTORE DOGANE – Maggiori diritti riscossi per struttura territoriale di secondo livello. Anni 1999 – 2001 N. 39 SETTORE ACCISE - Maggiori diritti evasi accertati e riscossi (obiettivo monetario). Anni 1998 – 2001. N. 40 SETTORE ACCISE - Maggiori diritti accertati per struttura territoriale di secondo livello. Anni 1999 – 2001 N. 41 SETTORE ACCISE – Maggiori diritti riscossi per struttura territoriale di secondo livello. Anni 1999 – 2001 N. 42 Evoluzione dell’attività doganale (numero operazioni) N. 43 Valore statistico delle importazioni e degli acquisti N. 44 Introiti Iva prima e dopo la creazione del mercato interno N. 45 La rappresentanza nelle dichiarazioni doganali N. 46 Introiti doganali dal 1992 al 1999 N. 47 Introiti doganali dal 1992 al 2000 N. 48 Allocazione delle risorse umane sulle “missioni” istituzionali N. 49 Prodotti programmati e consuntivati N. 50 Dipartimento delle Dogane e delle II.II.: risultati generali della gestione ( 1997-1998 - 1999) N. 51 Controlli automatizzati effettuati nell'ambito delle operazioni di importazione ed esportazione nel corso degli anni 2000/2001 N. 52 Risultati dell'attività di verifica esterna INTRA nel 1994 e dal 1997 al 2001 N. 53 Risultati dell'attività di verifica esterna PLAFOND, revisioni ed altre verifiche 1997/2001 N. 54 Attività di verifica esterna INTRA 1997/2001 - Distribuzione % N. 55 Attività di verifica esterna PLAFOND, revisioni ed altre verifiche 1997/2001 - distribuzione % N. 56 Risultati dell'attività di verifica esterna Intra 1997/2001 N. 57 Risultati dell'attività di verifica esterna Plafond 1997/2001 N. 58 Risultati dell'attività di verifica esterna. Revisioni di accertamento ed altre verifiche 1997/2001 N. 59 Violazioni amministrative negli anni dal 1996 al 1999 N. 60 Violazioni penali negli anni dal 1996 al 1999 N. 61 Serie storica delle violazioni amministrative e penali (1992 – 2000) N. 62 Attività di controllo degli Stati membri N. 63 Frodi e irregolarità: importi accertati e già recuperati 5 111 112 114 116 116 117 117 118 118 121 122 123 124 126 128 141 143 148 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 168 N. 64 N. 65 N. 66 N. 67 Valutazione globale dei servizi resi dalle Dogane Interpretazione della valutazione globale Fattori ritenuti di maggiore importanza per l’utenza Rimborsi orari del costo dei servizi resi dal Dipartimento delle dogane e delle imposte indirette in fuori orario, da porre a carico di privati o enti diversi da quelli pubblici N. 68 Risorse destinate dalla Guardia di Finanza alla lotta al contrabbando N. 69 Consuntivo interventi ispettivi - anni 1990/1999 6 175 176 176 179 182 185 INDICE ALLEGATI N. 1 Indirizzi strategici ed attività avviate dalL’Agenzia delle Dogane per migliorare l’efficacia e l’efficienza dell’azione amministrativa N. 2 Osservazioni in data 21 ottobre 2002 dell’Agenzia delle dogane al testo del referto deferito all’Adunanza della Sezione di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato N. 3 Il circuito doganale di controllo Corsi di formazione organizzati dal Dipartimento delle Dogane nell’anno N. 4 1992 Formazione del personale del Dipartimento delle Dogane negli anni 1993N. 5 1994 N. 6 Dati finanziari dei Capp. 1601, 1409 – art. 1 e 1203 – art. 2 N. 7 Dati finanziari dei Capp. 3970, 3971 e 2301 N. 8 Dati finanziari dei Capp. 3712 – artt. 1-7, 3703 e 3704 N. 9 Attività di controllo degli stati membri dell’U.E. – serie storica 216 219 222 231 N. 10 Frodi e irregolarità: importi accertati e tassi di recupero - Variazione 232 N. 11 Importi accertati – importi contabilizzati 233 N. 12 Vulnerabilità dei regimi doganali alle frodi e irregolarità 234 N. 13 Libera pratica : tipologia dei casi di frode/irregolarità 235 7 190 203 206 213 215 PREMESSA Il presente referto costituisce la relazione conclusiva sui risultati dell’attività istruttoria svolta per l’indagine n.2 - Gestioni di entrata, programmata con deliberazione dell’Adunanza plenaria della Sezione del controllo n.15/2000 del 10 febbraio 2000. Ai fini del referto sono stati utilizzati anche i risultati pertinenti della precedente indagine sull’Amministrazione doganale programmata per l’anno 1999 e riportati nella relazione preliminare deferita alla Sezione in data 30 marzo 2000. Il referto valorizza altresì elementi di analisi ripresi da precedenti relazioni e che apparivano utili ai fini della completezza e della fondatezza delle valutazioni da esprimere. Ciò spiega la diversità dei periodi di tempo considerati nelle analisi, anche se, ogni volta in cui ciò è stato possibile, i dati sono stati aggiornati fino all’anno 2001 compreso. L’Amministrazione doganale, da parte sua, nel corrispondere alle richieste istruttorie, ha in via preliminare evidenziato che soltanto a partire dal secondo semestre del 1997 è stato reso operativo un sistema organico di misurazione dei risultati e delle prestazioni, sulla base di indicatori gestionali di efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa, progressivamente implementato ed affinato nel corso degli anni. Per gli anni antecedenti al 1997 (e soprattutto prima del 1996), le informazioni disponibili, utili ai fini dell’indagine, sono pertanto limitate. Inoltre, alcune di queste informazioni gestionali sono state censite con criteri non omogenei nel tempo e, quindi, non idonei per la costruzione di serie storiche delle prestazioni. L’Amministrazione ha pertanto fatto presente che, per tali motivi, nonché per i significativi mutamenti intervenuti nel periodo oggetto dell’indagine, è difficile elaborare serie storiche di dati omogenei e completi e non è quindi possibile un confronto puntuale fra le attività svolte nei diversi anni dal 1992 al 2001. Allo scopo, tuttavia, di fornire informazioni utili all’indagine della Corte, si è dovuto, pertanto, far ricorso a talune semplificazioni, adottando un metodo sintetico di analisi delle prestazioni per macro-aggregati, che ha consentito di fornire indicazioni comunque significative, se non in termini di valori assoluti, quanto meno in termini di dati di tendenza sull’andamento (“trend”) dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione amministrativa negli anni considerati. Con una memoria fatta pervenire in vista dell’Adunanza della Sezione e nel contraddittorio orale svoltosi in tale sede l’Amministrazione ha ulteriormente ridimensionato il grado di significatività dei dati gestionali forniti per gli anni antecedenti al 1997, traendone la conseguenza dell’impossibilità di un raffronto oggettivo tra forza lavoro e quantità della domanda, prima e dopo l’introduzione del mercato interno europeo. In questa stessa occasione l’Amministrazione ha evidenziato gli elementi di discontinuità che l’istituzione dell’Agenzia ha fatto segnare sul piano sia organizzativo (organizzazione per funzione e decentramento), sia degli atteggiamenti e dei comportamenti (orientamento all’utenza e gestione per risultati e non più per adempimenti). Il referto si articola in cinque capitoli e in un’appendice. Nel cap.1 vengono svolte le considerazioni generali e di sintesi, che emergono a conclusione delle analisi 8 successivamente svolte: dopo un preliminare richiamo alle similarità ed alle differenze che caratterizzano le dogane europee dal punto di vista delle missioni loro attribuite, si formulano una serie di valutazioni sull’adeguatezza delle azioni svolte e dei risultati conseguiti dall’Amministrazione in riferimento ai vincoli ed alle opportunità derivanti dal mercato interno europeo. Il cap.2 offre un quadro sommario degli obiettivi e delle implicazioni del mercato interno, degli sviluppi sul piano normativo a livello comunitario e sulle missioni istituzionali e gli assetti organizzativi delle dogane nazionali. Il cap.3 tratta dell’evoluzione della normativa e dell’organizzazione doganale in Italia negli anni ’90. I capitoli 4 e 5 danno rispettivamente conto delle azioni svolte - nel campo dell’ottimizzazione dell’impiego del personale, della formazione e dell’automazione dei servizi - e dei risultati comparativi conseguiti dall’Amministrazione doganale italiana, in termini di introiti realizzati prima e dopo la realizzazione del mercato interno, in termini di produzione e di controllo, nonché di soddisfazione dell’utenza. L’appendice (cap.6), relativa al ruolo della Guardia di finanza in materia doganale, è stata redatta, a fini di completezza del quadro di riferimento, sostanzialmente riportando specifici elementi informativi forniti dal Comando Generale del Corpo. Le analisi sono state svolte utilizzando gli elementi forniti dall’Amministrazione, ma anche documentazione ufficiale dell’Unione Europea e i rendiconti generali dello Stato, nonché, come già anticipato, i risultati di precedenti indagini della Corte. Tutti gli elementi istruttori considerati sono stati oggetto di contraddittorio con l’Amministrazione controllata. 9 1. – CONSIDERAZIONI GENERALI E DI SINTESI 1.1.- Analisi comparata delle missioni istituzionali delle Dogane europee Gli elementi raccolti ed i dati elaborati nella fase istruttoria dell’indagine sono stati utilizzati per valutare i risultati dell’attività svolta dall’Amministrazione Doganale nel periodo dal 1992 al 2001 con il fine di verificare la rispondenza delle modificazioni introdotte nella struttura organizzativa e nella politica gestionale delle Dogane alle mutate situazioni ed esigenze conseguenti alla realizzazione del mercato interno in Europa. In conformità con quanto disposto dall’art.3, comma 4, della legge 14 gennaio 1994, n.20, le valutazioni dello svolgimento dell’azione amministrativa della Dogana italiana si fondano su analisi di tipo comparativo svolte attraverso raffronti di ordine sia storico che spaziale. Relativamente a quest’ultimo tipo di comparazione, i termini di raffronto considerati sono costituiti da strutture amministrative similari operanti sia in Italia (gli ex dipartimenti del Ministero delle finanze), sia all’estero (le amministrazioni doganali degli altri paesi europei). L’analisi è stata svolta partendo dal presupposto che per assicurare l’effettivo ed efficace funzionamento del mercato interno è indispensabile che le Amministrazioni doganali degli Stati membri interagiscano ed ottemperino ai loro obblighi come se costituissero un’unica Amministrazione, in modo da ottenere risultati equivalenti in qualsiasi punto del territorio doganale della Comunità. Il conseguimento di tale obiettivo presuppone che le Amministrazioni doganali degli Stati membri perseguano identiche missioni istituzionali, abbiano analoghe funzioni ed adottino metodi di lavoro e procedure operative uniformi. E’ di comune accezione che tale omogeneità non sussisteva all’atto dell’abbattimento delle barriere doganali (1.1.1993). L’attenzione si deve, pertanto, accentrare sul processo di armonizzazione che si è realizzato in questi anni e sulle trasformazioni che sono state a tal fine introdotte negli impianti normativi, negli assetti organizzativi, nelle procedure e nelle modalità operative. Mancano, però, i dati per operare un raffronto degli standard di efficacia e di efficienza raggiunti da tutti e quindici gli Stati membri. Gli elementi parziali disponibili - e che riguardano, oltre all’Italia, solo altri tre paesi (Regno Unito, Francia e Paesi Bassi) - consentono di procedere ad un’analisi comparata, comunque significativa, dei criteri organizzativi e degli obiettivi strategici adottati. Prima di iniziare l’analisi comparata, è opportuno evidenziare che le missioni fondamentali della nostra Amministrazione Doganale sono tre, e, grosso modo, con l’ordine di priorità indicato: riscossione degli introiti doganali e fiscali; prevenzione e repressione delle violazioni doganali ed extradoganali; erogazione di servizi alle imprese ed ai cittadini. Anche negli altri Paesi la funzione tradizionalmente affidata alle Dogane è quella della gestione e della riscossione dei diritti doganali, delle accise, dell’IVA e dell’imposte di fabbricazione. Sotto questo profilo, occorre, anzi, rilevare che l’Amministrazione che sembra ottenere i risultati migliori è quella olandese, atteso che i Paesi Bassi sono in 10 assoluto lo Stato con il maggior numero di dichiarazioni doganali accettate (e la tendenza è al costante aumento). Ed è un dato che deve indurre a riflettere sui motivi di tale preferenza da parte degli operatori internazionali, al fine di verificare se ciò sia da porre in relazione esclusivamente con fattori ottimali di efficienza e di economicità raggiunti dalle infrastrutture portuali e dalla dogana olandese, o se la scelta sia anche da attribuire ad una minore rigorosità dei controlli. Non risulta che alcuna analisi di questo tipo sia mai stata avviata, né a livello comunitario né nazionale, ma, a seconda della risposta che verrà data a tale ipotetica domanda, dovrebbero essere promosse dalla nostra Amministrazione – e dalle Amministrazioni degli altri paesi anch’essi a basso indice di dichiarazioni doganali iniziative volte a semplificare e snellire le procedure nazionali di sdoganamento, da una parte, ed a sollecitare le istituzioni comunitarie per ottenere uniformità di indirizzo nella effettuazione dei controlli alle frontiere esterne, dall’altra. Se tutte le Amministrazioni oggetto di esame hanno in comune l’obiettivo primario della funzione impositiva, una differenziazione va registrata per quanto riguarda le altre missioni istituzionali: nel Regno Unito ed in Francia una funzione essenziale è quella di assicurare la tutela delle imprese, mediante la riduzione degli oneri per le aziende ed il commercio e l’offerta di consulenza sulle questioni di politica doganale e fiscale; nei Paesi Bassi viene invece prestata maggiore attenzione alle funzioni non fiscali di interesse sociale, quali l’attività di contrasto al traffico di droga e di armi e la tutela della salute pubblica e dell’ambiente; in Italia, infine, viene particolarmente privilegiata la funzione di prevenzione e di repressione delle frodi. La differenza di impostazione riflette, in modo evidente, interpretazioni diverse della funzione doganale: per le Amministrazioni inglese e francese la dogana deve costituire un fattore di sostegno allo sviluppo economico e, in quanto tale, deve essere in grado di fornire un servizio di qualità agli operatori ed alle imprese commerciali, intesi come clienti, privilegiando conseguentemente la semplificazione delle procedure e l’economicità delle prestazioni; l’Amministrazione olandese, oltre a contribuire significativamente al ruolo emporiale da sempre svolto - per posizione geografica e vocazione storica - dal proprio Paese, assolve anche compiti extratributari ed extra commerciali, volti a tutelare la sicurezza ed il benessere dei cittadini, compiti che le sono comunque conferiti in virtù della presenza strategica alla frontiera; l’Amministrazione italiana ha dato a lungo l’impressione di essere ancorata ad un’interpretazione della funzione doganale prevalentemente in termini di controllo ispettivo-formale e di essere, di fatto, poco incline alla concezione di servizio reso a supporto del sistema produttivo nazionale e delle relazioni commerciali con l’estero. Pur tenendo in debita considerazione il fatto che le scelte legislative operate a livello nazionale condizionano indubbiamente la politica doganale in termini di attribuzioni e di competenze, non può, quindi, non rilevarsi che, a fronte di compiti pressoché identici loro demandati, sembrano persistere difformità di impostazione tra le Amministrazioni in esame. In particolare, nel Regno Unito sono specificamente previsti piani operativi orientati al cliente (customer-focused) per l’assistenza e la sensibilizzazione del contribuente. In Francia le priorità per le dogane sono costituite dall’accentuazione dell’azione economica diretta al sostegno dello sviluppo delle imprese, migliorando le performance del sistema di sdoganamento, ed alla semplificazione e modernizzazione dell’imposizione diretta per alleggerire le formalità amministrative delle piccole e medie imprese. In entrambe le Amministrazioni l’utente è al centro del sistema, per cui, una volta assicurata la tutela degli interessi finanziari della Comunità, tutte le risorse sono dedicate al miglioramento del servizio al pubblico. A tale proposito è significativo il fatto che la riduzione delle frodi, peraltro tenacemente perseguita, non costituisce una delle missioni istituzionali esplicite del sistema doganale, ma rappresenta piuttosto un “risultato atteso”, ovvero la naturale e logica 11 conseguenza di metodi di lavoro moderni e di prestazioni qualitativamente elevate: in estrema sintesi, la puntuale applicazione delle norme e la razionalizzazione delle procedure consentono di automaticamente contrastare le attività illecite. Anche per i Paesi Bassi l’intensificazione della lotta alla frode è imprescindibilmente legata all’ottimizzazione dei processi, alla centralizzazione delle informazioni e della knowledge ed all’analisi dei rischi e, prima ancora di costituire un obiettivo strategico, rappresenta la logica conseguenza dell’attività di gestione e di controllo in materia di importazioni, esportazioni e transito delle merci. In Italia la prospettiva è apparsa per lungo tempo capovolta, essendo l’attività di prevenzione e contrasto delle frodi una delle fondamentali missioni istituzionali della dogana, al fine, peraltro, più di tutelare gli interessi finanziari dello Stato e meno il commercio legittimo. Orbene, queste differenze potrebbero sembrare fondate su mere disquisizioni terminologiche, ma in realtà riflettono un’impostazione che condiziona in modo sostanziale l’approccio metodologico ed operativo: se l’attenzione prioritaria è concentrata sull’efficacia dei controlli, le semplificazioni procedurali finalizzate a favorire la fluidità dei traffici rappresentano un’opzione secondaria, praticabile solo se, e nella misura in cui, non confligga con l’attività antifrode. Tale scelta concettuale - unita alla pluralità dei soggetti che, a vario titolo, ma anche concorrenzialmente, intervengono nei controlli sulle merci importate o esportate (Guardia di Finanza, Polizia, Guardia Forestale, Autorità sanitaria, Autorità veterinaria, organismi di tutela dei beni culturali) - non contribuisce certo a ridurre gli adempimenti e gli oneri a carico degli operatori, con conseguente perdita di competitività del nostro Paese nello scenario commerciale internazionale. Gli elementi di valutazione emersi dall’analisi comparata delle missioni istituzionali e dei modelli organizzativi delle Amministrazioni doganali dei quattro Stati membri suggeriscono importanti spunti di riflessione: con la progressiva diminuzione del livello dei dazi, i costi delle procedure doganali incidono in misura sempre maggiore sulle transazioni commerciali. E’, quindi, necessario evitare che tali costi diventino comparativamente sproporzionati e vanno conseguentemente messe in pratica tutte le possibili soluzioni per operarne la riduzione. Tale obiettivo può essere conseguito promuovendo il miglioramento dei metodi di lavoro, sviluppando l’informatizzazione e la standardizzazione delle procedure ed attuando un sistema di controlli basato su un’analisi dei rischi “scientifica” ed alimentata da un costante e sistematico flusso di informazioni sulla natura e sulla consistenza dei traffici commerciali che interessano il nostro Paese. Un contributo suppletivo non trascurabile può essere a tal fine fornito anche dal raffronto sistematico con le performance istituzionali delle Amministrazioni doganali degli altri Stati membri per verificare criticamente la validità delle soluzioni adottate a livello nazionale (benchmarking). Tuttavia, l’elemento veramente determinante per promuovere sul mercato comunitario ed internazionale la competitività del sistema doganale italiano è costituito dalla consapevolezza del nuovo ruolo che le dogane sono chiamate a svolgere nell’ambito del mercato unico: muovendo dal presupposto che il compito delle dogane comunitarie è non più solo quello di tutelare adeguatamente gli interessi finanziari dei singoli Stati e dell’Unione, ma anche quello di assicurare parità di trattamento agli operatori e di adoperarsi per garantire un contesto favorevole alle imprese, è indispensabile orientare gli obiettivi strategici al conseguimento di tali finalità e modulare di conseguenza le stesse scelte procedurali ed operative. 12 Così come schematicamente illustrata nella nota fatta pervenire dall’Amministrazione alla vigilia dell’Adunanza e riportata come allegato 1 - la nuova filosofia di azione concordata dall’Agenzia delle dogane con il Ministero dell’economia e delle finanze, attraverso le apposite convenzioni annuali, sembra chiaramente volersi muovere in questa direzione, per quanto riguarda sia il modello organizzativo (decentramento ed amministrazione per funzione e non più per tributo), sia i modelli comportamentali (orientamento all’utenza, alla qualità ed alla competitività, valutazione in base ai risultati e spinta all’adozione delle best practices), sia la riprogettazione, in una logica di coerenza con, e di supporto delle, linee di sviluppo strategico programmate, delle attività formative, del sistema informativo doganale, delle verifiche e dei controlli e della cooperazione con le amministrazioni doganali degli altri Stati. 13 1.2.- Innovazioni introdotte e risultati ottenuti dall’Amministrazione doganale italiana In linea di principio e da un punto di vista generale, gli elementi acquisiti e le valutazioni effettuate al termine delle analisi svolte indicano, per le Dogane italiane, la presenza di una serie di criticità che verranno chiaramente evidenziate e che non possono essere in alcun modo sottovalutate. Nello stesso tempo, però, ciò va visto alla luce del dato fondamentale che si tratta di carenze di cui l’Amministrazione doganale è ormai avvertita e che, pertanto, formano già oggetto di attenta riflessione e valutazione e, in non pochi casi, di specifici interventi correttivi. C’è anzi di più. Nel senso che all’indagine della Corte l’Agenzia delle dogane – così come, per quanto ne era stato richiesto, il Comando Generale della Guardia di finanza – ha collaborato con grande convinzione ed impegno, utilizzandola come occasione di autoanalisi a fini di autocorrezione. In ciò, peraltro, facilitata dal nuovo modello organizzativo di agenzia, che, in ragione dell’elevato grado di autonomia gestionale che lo caratterizza, nello stesso tempo consente ed obbliga a porsi in un’ottica autocritica ed a progettare l’innovazione e l’eccellenza. Comincia, pertanto, ad intravedersi l’immagine di un’Amministrazione attivamente impegnata in un reale sforzo di rinnovamento dei processi e degli strumenti, non solo sul piano organizzativo, ma anche (e soprattutto) sul piano culturale e dei comportamenti, per far fronte alle sfide dell’integrazione europea e dell’evoluzione della realtà economica internazionale. Indicazioni nel senso di un evidente aggiornamento in atto della cultura amministrativa delle Dogane italiane emergono in termini abbastanza espliciti da documenti recenti, quale è il caso della nota prima citata, e trovano il loro fondamento in tutta una serie di atti, che, a cominciare dalle ultime Direttive annuali dei Ministri, hanno riorientato la missione e la strategia operativa delle dogane italiane. Temi ricorrenti di tali documenti di indirizzo, come si potrà meglio vedere dal seguito della trattazione, sono, infatti, in particolare: - il miglioramento dei servizi all’utenza - la semplificazione e la speditezza - la tutela della concorrenza, dei mercati e dei consumatori - la lotta alle frodi, ai traffici illeciti ed alla connessa criminalità - il coordinamento delle strutture civili e militari e la realizzazione dei necessari raccordi al fine di eliminare sovrapposizioni e duplicazioni - lo sviluppo di nuove professionalità e la riconversione delle qualifiche. A tal proposito, va, però, anche detto che, dal riscontro con i reports del Servizio di controllo interno, oltre che con le altre analisi contenute nel seguito del referto, emerge che l’attenzione ai temi di rilievo, in mancanza di un’adeguata specificazione dei progetti e per l’insufficienza di consuntivazione dei risultati, è stata in realtà per lo più solo generica e di facciata. Ciò può rappresentare anche il motivo per il quale permangono carenze di ordine gestionale, contraddizioni e ritardi che tuttora incidono sull’efficienza e sulla speditezza dell’azione amministrativa, penalizzando la competitività del sistema doganale nazionale nel più generale contesto europeo. Anche se il difetto di fondo continua probabilmente ad essere di natura soprattutto culturale, nel senso del persistere della percezione dell’attività svolta come ancora governata più dalla logica della riscossione di gabelle fine a se stessa e 14 meno da quella del servizio all’utenza. E ciò, proprio quando un esame anche sommario dei dati statistici porta ad evidenziare in modo inequivocabile lo stretto legame fra attività doganale ed attività commerciale ed industriale. Può bastare per convincersene il fenomeno della continua e sistematica riduzione delle importazioni temporanee a fronte del progressivo aumento delle esportazioni temporanee (rispettivamente –58,23% e +41,3% tra il 1992 e il 1999): dimostrazione evidente, da un lato, dell’affermarsi di metodi e di tecniche di lavorazione moderne anche nei paesi che erano prima obbligati ad avvalersi della capacità di trasformazione delle imprese italiane, e, dall’altra, della tendenza degli imprenditori italiani a far lavorare i propri prodotti in Paesi con costi di manodopera inferiori. L’articolata e dettagliata analisi svolta fa emergere, infatti, la presenza di una serie di criticità, fra le quali una delle più importanti si riferisce alla riallocazione ed all’utilizzo del personale: nonostante la notevole contrazione delle attività tradizionali, la consistenza del personale è rimasta sostanzialmente invariata per tutti gli anni ’90. Il personale del settore doganale risultato in esubero è stato riallocato nei controlli INTRA e nelle attività burocratiche di supporto a livello centrale e compartimentale. Tale scelta - probabilmente inevitabile nel breve termine – è diventata permanente, sicché l’Amministrazione ha finito con il dimensionarsi su un numero invariato di forza lavoro, a fronte di una riduzione di attività che, basandosi sui dati originariamente forniti dall’Amministrazione, per il settore doganale ancora nel 1999 era pari al 47% del livello raggiunto nel 1992. A tal proposito, l’Amministrazione ha in corso d’istruttoria successivamente argomentato che le operazioni doganali di import/export intracomunitario effettuate fino al 1992, valutate in termini di tempo unitario di lavorazione richiesto, sarebbero state più “leggere” di quelle relative ai paesi extra comunitari. Dai dati originariamente forniti risultava un coefficiente di equivalenza di 7 operazioni intracomunitarie per una extra comunitaria. Si tratta di un rapporto decisamente elevato e che non poteva non suscitare perplessità e interrogativi sulla sua eventuale strumentalità a giustificare ex post la scelta di invarianza dei livelli di personale. Nell’ultima fase dell’attività istruttoria l’Amministrazione ha rettificato gli originari calcoli di equivalenza stimando in circa un terzo e in circa un quarto il tempo di lavorazione di una dichiarazione doganale necessario, rispettivamente, per una dichiarazione di importazione ed una dichiarazione di esportazione intracomunitaria rispetto al tempo necessario per una dichiarazione di importazione o di esportazione extra comunitaria. A parte le residue perplessità sull’effettiva fondatezza di tali rapporti di equivalenza in ragione della mancata esplicitazione dei criteri seguiti per calcolarli, anche utilizzando i rapporti di equivalenza indicati dall’Amministrazione verrebbe, comunque, ad essere radicalmente modificato il profilo dell’evoluzione dell’attività doganale successivamente al 1992: si può, infatti, stimare che il numero delle dichiarazioni equivalenti lavorate nel 1992 sale da 7.110.000, come indicato dall’Amministrazione, a 8.329.000, e, conseguentemente, le dichiarazioni doganali del 1999 risultano, rispetto al 1992, diminuite del 7,94% e non già aumentate del 7,85%. Nella stessa luce va visto anche il fenomeno – strettamente correlato – dell’apparente maggiore efficienza delle attività tradizionali evidenziata dalla riduzione del tempo unitario di sdoganamento da 77,31 minuti nel 1992 a 25,22 minuti nel 1999: la variazione dipende anche dal peso, come si è visto troppo leggero, attribuito alle operazioni di sdoganamento relative ai paesi comunitari fino a tutto l’anno 1992. Ciò induce anche a riflettere sullo scarso effetto che sembra aver avuto in termini di riduzione del personale o del suo migliore utilizzo la stessa attivazione del “circuito doganale di controllo” che ha consentito, con il “canale verde”, di escludere dal controllo documentale e dalla visita delle merci ben l’85% delle dichiarazioni presentate in Dogana. 15 Più credibile appare il dato sul miglioramento del rendimento orario (in milioni di lire) delle attività dirette degli Uffici Tecnici di Finanza – UTF (da 13 nel 1992 a 19,43 nel 2000), anche se qui va osservato come per l’intero decennio degli anni ’90 l’incidenza delle attività dirette non sia stata analiticamente rilevata, ma sia stata semplicemente calcolata come percentuale fissa (82,5%) delle ore complessivamente impiegate, e ciò, secondo quanto precisato dall’Amministrazione, per l’indisponibilità di dati certi ed omogenei di confronto. In tale luce, appare poco credibile anche l’entità (oltre 29%) della carenza di personale rispetto alle piante organiche definite con DPCM 2 dicembre 1996. E ciò, per le evidenti distorsioni dovute all’eccessiva importanza che in sede di definizione delle dotazioni organiche è stata data ai carichi storici di lavoro, ai parametri normativi ed alle attività tradizionali ed all’altrettanto chiara sottovalutazione degli effetti di riduzione dei carichi di lavoro indotti dalla realizzazione del mercato interno, dalle innovazioni organizzative e procedurali (canale verde, informatizzazione, semplificazioni procedurali, ecc.) e dall’aumento dell’area delle attività nuove e meglio organizzate (dogane aeroportuali, ecc.). Né alla fissazione di tempi standard di lavorazione che non certificassero, con qualche ulteriore margine di manovra, la situazione esistente, ma che, invece, riflettessero l’orientamento all’innovazione ed all’adozione delle best practices ha contribuito l’essersi limitati a calcolare i tempi unitari delle attività routinarie come una media delle medie dei tempi proposti dalle Direzioni compartimentali. A ciò si aggiungono le osservazioni critiche che attengono alla distribuzione territoriale delle risorse umane effettivamente presenti, continuando a proporsi un modello non ancora in linea con quello dettato dal raffronto con la domanda da soddisfare. A tale specifico proposito devesi, peraltro, rilevare che, per ovviare alla discrepanza tra distribuzione ottimale del personale e distribuzione effettiva, nonché per attuare una corretta valutazione della capacità operativa impiegata, nessun contributo realmente significativo risulta fornito dal sistema di pianificazione, programmazione e controllo: il sistema di rilevazione dei dati, infatti, pur fornendo indicazioni in ordine alle disfunzioni della struttura, non consente di individuare le conseguentemente occorrenti misure correttive, sostanzialmente esaurendo la propria funzione in una mera rilevazione statistica. In effetti, il sistema adottato, pur avendo, comunque, il pregio di rappresentare uno strumento di diffusione della cultura di misurazione dei risultati che deve ormai permeare l’azione amministrativa, ha nel contempo il limite di calcolare il valore della produzione solo in termini di risorse impiegate: ne deriva che il criterio di valutazione rimane ancorato all’ottimizzazione dell’impiego delle risorse sotto il profilo quantitativo, piuttosto che riferirsi all’efficienza del loro impiego, in termini di costi/benefici. In tale ottica, la valutazione positiva o negativa dei risultati di gestione avviene, quindi, soprattutto in funzione del maggiore o minore impiego di personale rispetto al programmato ovvero in relazione al tempo unitario di produzione, piuttosto che con riferimento alla qualità ed al valore della prestazione, con la conseguenza che la funzione finora svolta dal sistema di controllo interno è più quella di descrizione dei processi e meno quella della loro analisi. In ciò riproponendo, sia pure in misura certamente più limitata, le carenze di cui soffrono un po’ tutte le amministrazioni dello Stato. A prescindere dal parziale utilizzo delle potenzialità offerte dal sistema di controllo interno, ulteriori profili di problematicità riguardano l’assenza di una consapevole strategia di pianificazione aziendale in ordine alle risorse umane necessarie e disponibili. 16 In particolare, dagli elementi acquisiti non risulta che siano stati effettuati studi in termini di costi-benefici sulla opportunità o meno di mantenere operative alcune dogane che svolgono un’attività circoscritta solo ad alcuni servizi (ad es. bunkeraggi) o limitata ad alcuni periodi dell’anno per motivi ambientali o di flussi turistici; né risulta essere stata neppure realizzata in modo sistematico alcuna previsione concernente i posti vacanti per turnover obbligatorio, sia a livello dirigenziale che per i quadri superiori ed intermedi, con il rischio di compromettere, così, la funzionalità degli uffici, per l’impossibilità di porre in essere tempestive sostituzioni; parimenti, per lungo tempo non sono state programmate misure per reintegrare le carenze organiche in specifiche professionalità, con la conseguenza di indurre una progressiva “amministrativizzazione” anche di funzioni irrinunciabilmente tecniche (ingegneri e chimici). E’ ben vero che a livello dirigenziale occorre disporre principalmente di una cultura non tecnica ma manageriale, ma è più coerente e produttivo che in uffici che si caratterizzano per un elevato tecnicismo delle prestazioni - quali gli UTF ed i laboratori chimici - la managerialità venga acquisita al bagaglio professionale più di ingegneri e di chimici e meno a quello di dirigenti amministrativi che si trovano a dover improvvisare professionalità completamente estranee alla propria formazione, con il risultato di incontrare sicure difficoltà quando si tratta di dover esprimere valutazioni di merito sui servizi tecnici da erogare agli utenti o sulle metodologie di controllo da attuare. Va, infine, rilevato che nessun efficace tentativo risulta sia stato compiuto per operare sistematiche manovre correttive ai fini di una più funzionale distribuzione del personale avvalendosi delle risorse umane che si sono rese disponibili per effetto della diffusione delle procedure semplificate e della attivazione del circuito automatizzato di controllo delle dichiarazioni doganali denominato “canale verde”: entrambe tali innovazioni hanno consentito di ridurre le attività inerenti ai processi di sdoganamento, ma non è chiaro quale sia stato l’utilizzo delle risorse in tal modo recuperate. Gli indizi che emergono dall’analisi successivamente svolta sono tuttavia quelli del loro impiego soprannumerario nelle strutture burocratiche di supporto a livello centrale e compartimentale. Con la nota fatta pervenire in vista dell’Adunanza della Sezione (Allegato n.2) e in sede di contraddittorio orale svoltosi in tale circostanza, i rappresentanti dell’Amministrazione hanno praticamente negato la possibilità stessa di operare raffronti oggettivi tra i carichi di lavoro del 1992 e quelli attuali, in ragione sia della carenza e dell’inaffidabilità dei dati gestionali relativi agli anni antecedenti all’introduzione del mercato interno, quando le Dogane si limitavano ad essere vere e proprie “fabbriche di dichiarazioni doganali” e le attività di back office erano completamente trascurate, sia dei rilevanti mutamenti, normativi ed operativi, intervenuti nel periodo oggetto dell’indagine. Si tratta, come si vede, di una posizione che fa segnare un’evoluzione radicale rispetto alle due fasi precedenti, quando erano stati forniti elementi informativi di cui si evidenziava, sì, la scarsa accuratezza, senza negarne, tuttavia, la significatività in termini di ordine di grandezza, nel senso della loro idoneità ad indicare il trend. Ed è in tal senso, appunto, che la Corte si è limitata ad intenderli, formulando valutazioni di ordine generale che segnalano un insufficiente sforzo di recupero di efficienza e che non vengono contraddette, ma semmai rafforzate, da quanto da ultimo affermato dagli stessi rappresentanti dell’Amministrazione in ordine: a) all’avvenuta riduzione della dotazione organica del personale, che è passata dalle 14.172 unità previste dal DPCM del 1996 alle 13.896 unità definite nel Regolamento di Amministrazione dell’Agenzia; 17 b) all’annuncio che sarà effettuata un’ulteriore rivisitazione delle esigenze quantitative e qualitative di personale, in conseguenza della progressiva semplificazione ed automazione dei processi, del correlato completamento di taluni importanti progetti tecnologici (utilizzo di scanner per il controllo fisico delle merci, ecc.) e del completamento della trasformazione organizzativa in atto; c) alla decisione di assicurare, nella prima fase di operatività dell’Agenzia, nonostante le accresciute responsabilità di presidio della salute pubblica e della sicurezza alle frontiere, solo la copertura del turn over per le figure apicali e comunque fortemente professionalizzate, indispensabili per il conseguimento dei compiti istituzionali. In ogni caso, la tesi che non si potesse ridurre il numero degli addetti è difficilmente sostenibile se si tiene conto, non solo della riduzione del numero delle dichiarazioni dovuto all’introduzione del mercato interno, ma anche degli effetti dell’adozione delle procedure semplificate e domiciliate e del Circuito di Controllo Automatizzato (“canale verde”), nonché dello sviluppo del sistema informativo automatizzato e della telematizzazione delle dichiarazioni. Di ciò sembra ora pienamente consapevole la dirigenza dell’Agenzia, come dimostrano i provvedimenti assunti e gli orientamenti manifestati, e dei quali si è appena dato conto. Anche il settore della formazione si presta a più di qualche rilievo di carattere critico, per il fatto che, pur dovendosi registrare, in positivo, un sistematico incremento delle attività formative in termini di ore/uomo erogate al personale, non risulta che i discenti siano stati consapevolmente selezionati sulla base di criteri predeterminati - in funzione della utilità del corso in relazione al lavoro effettivamente svolto, e neppure all’anzianità di servizio - né che siano stati verificati i risultati dell’investimento formativo in termini di migliori prestazioni rese. In pratica, gli interventi di qualificazione o di aggiornamento professionale appaiono essere stati effettuati senza seguire precise logiche produttive e senza prestare sufficiente attenzione al rapporto tra costo sostenuto e benefici ricavati dall’Amministrazione. Conseguentemente, l’attività di formazione ha dato al miglioramento delle performance istituzionali un contributo tutto sommato solo frammentario e marginale, e comunque non proporzionato ai costi sostenuti. La logica è stata sostanzialmente quella di fermarsi alla prima fase, quella dell’erogazione di una formazione diffusa e generalizzata, che effettivamente rappresenta una scelta obbligata nella fase iniziale del percorso professionale (c.d. “corsi di formazione prima nomina”). Dimenticando, però, che si impone anche una fase successiva, per corrispondere all’esigenza di operare scelte selettive, puntando alla specializzazione in funzione della professionalità richiesta nello svolgimento delle specifiche funzioni: una partecipazione indiscriminata ai corsi rischia di non portare a registrare alcun reale miglioramento nei servizi erogati, limitandosi di fatto a tradursi in elemento di gratificazione del personale fine a se stessa, ancorché talvolta comprensibilmente funzionale al soddisfacimento dell’esigenza degli stessi responsabili degli uffici di poter disporre di qualche strumento di incentivazione, anche se improprio, per ovviare agli automatismi economici o di progressione in carriera. Dai dati forniti non risulta, inoltre, che sia stata prestata la dovuta attenzione all’aggiornamento delle professionalità tecniche, sia per quanto riguarda gli ingegneri che per quanto concerne i chimici: nel caso di questi ultimi, la carenza di corsi di aggiornamento è macroscopica e indubbiamente incomprensibile, se solo si pensa alla radicale evoluzione delle metodiche analitiche ed agli sviluppi della ricerca nel settore 18 merceologico. Aver trascurato tali specifiche professionalità ha significato depauperare l’Amministrazione di un capitale di conoscenze tecniche che dovrebbero essere invece sistematicamente coltivate ed affinate per poter fornire agli utenti un servizio qualificato e competitivo. Si tratta di un orientamento che non è, peraltro, in linea con le scelte legislative effettuate sin dall’atto della istituzione del Dipartimento, con l’espressa attribuzione ai laboratori chimici di compiti di studio, ricerca e documentazione nel campo della chimica analitica ed applicata, nonché della facoltà di rilasciare agli operatori economici specifiche certificazioni sulla composizione e sulla conformità delle merci in esportazione al fine di agevolarne la commercializzazione all’estero (art. 17 del decreto legislativo 26 aprile 1990, n. 105). Parimenti, gli Uffici Tecnici di Finanza svolgono compiti di consulenza tecnica, di collaudo e di controllo tecnico, effettuano collaudi e rendono pareri di congruità nell’acquisizione di beni e servizi e forniscono consulenza professionale richiesta da altri organi dello Stato (art.16 del D. L.vo n. 105/1990): ne consegue che anche tali professionalità necessitano di un aggiornamento sistematico che non risulta essere stato previsto nella pianificazione degli interventi formativi. Un ulteriore elemento di perplessità è costituito dall’esiguità del numero degli scambi di funzionari effettuati nell’ambito del progetto comunitario Matthaeus: tenuto conto dell’importanza strategica rivestita da tale iniziativa ai fini di una reale integrazione professionale e di un proficuo scambio di esperienze lavorative, appare controproducente che l’Amministrazione doganale non si sia avvalsa in misura più cospicua di detta opportunità, peraltro interamente sovvenzionata dalla Commissione europea. Sarebbe stato il miglior mezzo per conoscere e verificare procedure e sistemi nei paesi membri dell’U.E., nonché le ragioni di alcune deviazioni di traffico. Poiché i motivi di tale ridotta partecipazione non sono stati chiariti, possono essere avanzate solo congetture in merito ad un’eventuale carenza di informazione del personale ovvero a difficoltà di ordine linguistico: in tale ultima ipotesi, i corsi di lingua sistematicamente previsti nei programmi annuali di formazione risultano evidentemente infruttuosi e finiscono nel tradursi in un onere economico privo di risultati apprezzabili. L’osservazione di ordine generale che può essere fatta a proposito dell’attività di formazione svolta nel passato riguarda, comunque, la mancanza di un piano strategico globale finalizzato al conseguimento di obiettivi predeterminati sulla base di priorità e di criteri definiti in relazione alle esigenze funzionali dell’Amministrazione. In altri termini, l’impressione che conclusivamente si ricava esaminando i dati forniti è quella di un approccio non sistematico, finalizzato all’erogazione di un ammontare di ore pro-capite di formazione entro il limite degli stanziamenti di spesa, secondo un criterio puramente quantitativo: non a caso viene indicato come unico segnale di positivo sviluppo l’incremento registrato ogni anno delle ore di formazione somministrate ai dipendenti. E’ mancato un piano pluriennale finalizzato a realizzare una riconversione professionale resa necessaria dal mutato contesto giuridico ed economico e dalla evoluzione delle logiche organizzative ed operative. Né si rinviene traccia di criteri selettivi, per la scelta delle materie e dei discenti, improntati a parametri funzionali, quali, ad esempio: la selezione della popolazione dei discenti in ragione dell’età anagrafica e della anzianità di servizio (privilegiare i giovani per investire nel futuro dell’Amministrazione); la scelta delle materie in relazione ai settori in cui sono stati riscontrati i più evidenti disservizi; 19 la previsione di corsi monografici riservati in ragione delle specificità professionali; l’individuazione di particolari aree geografiche da privilegiare con riferimento alla tipologia degli istituti doganali maggiormente utilizzati dagli operatori. Anche per quanto riguarda il consuntivo, per gli interventi formativi non sembrano essere state effettuate valutazioni circa l’esito dei corsi ed i benefici conseguiti in termini di miglioramento della qualità delle prestazioni e dei servizi: a titolo puramente esemplificativo, si rileva che nessuna comparazione è stata effettuata tra il numero dei dipendenti che hanno frequentato corsi di lingua ed il numero di coloro che si sono recati all’estero per partecipare a riunioni, seminari o scambi con colleghi di altre Amministrazioni; parimenti non è stato verificato se coloro che hanno frequentato corsi specialistici siano poi stati applicati ai relativi settori operativi e se il servizio ne abbia ricavato un concreto beneficio in termini di velocizzazione delle procedure; o, ancora, se la maggiore competenza acquisita abbia influito positivamente anche nei rapporti con l’utenza, determinando una riduzione apprezzabile del contenzioso. In definitiva, a fronte della varietà dei criteri che potevano essere adottati per varare e testare un sistema di formazione e di aggiornamento professionale, si ha l’impressione che l’Amministrazione si sia il più delle volte limitata a recepire acriticamente i nominativi segnalati dai vari dirigenti, attuando, così, una gestione routinaria priva di riscontri strategici e qualitativi. Non si è, in altri termini, tenuto conto del fatto che la formazione non può consistere in un semplice processo di trasferimento di conoscenze e di tecniche, ma deve agire sull’intero quadro organizzativo, sviluppando le capacità dei singoli di utilizzare le conoscenze settoriali ed interfunzionali, per creare modelli di comportamento innovativi che assecondino i mutamenti strutturali. Riassumendo, si può dire che il processo formativo non è stato impostato tenendo sempre conto delle finalità istituzionali e delle necessità operative del sistema doganale, né è stato sempre utilizzato quale strumento per lo sviluppo di una professionalità orientata al cambiamento ed al risultato, con la conseguenza che il servizio formativo erogato non si è potuto compiutamente e coerentemente tradurre in chiave progettuale ed operativa. Non essendo stata effettuata un’analisi delle esigenze da soddisfare e degli obiettivi da conseguire, nel passato non sono stati predisposti programmi diretti a sviluppare la professionalità dei dipendenti ed a diffondere metodi di lavoro e tecniche gestionali rispondenti alle missioni istituzionali del sistema doganale: in tal modo l’attività formativa ha mancato l’opportunità di qualificarsi come elemento di crescita qualitativa e di trasformazione culturale. Maggiormente in linea con il soddisfacimento di queste esigenze e consapevoli delle carenze del passato appaiono i nuovi orientamenti e i nuovi programmi da ultimo illustrati dall’Agenzia e che portano a configurare una strategia formativa di ampio respiro, finalizzata proprio a sostenere e ad accelerare il processo di cambiamento, con attività di formazione specificamente indirizzate alle tre aree tematiche che appaiono come le più critiche: tecnica (non solo area giuridica, ma anche, specificamente, accise, dogane, laboratori chimici, informatica, sistemi amministrativo-contabili), specialistica (antifrode), valoriale/manageriale. Per quanto concerne l’informatizzazione del sistema doganale, gli elementi forniti dall’Amministrazione sono insufficienti per esprimere valutazioni articolate, anche se va rilevato che tutti gli interventi operati hanno seguito una logica del tutto settoriale, nel senso che sono stati di volta in volta individuati segmenti o aree da informatizzare, senza uno sforzo di ridisegnare l’architettura complessiva del sistema, per cui si evidenzia l’opportunità di una revisione di tutti i processi, in modo da conferire coerenza al sistema 20 mediante una strategia globale per l’utilizzo della” information technology” nel settore doganale. Per altro verso, appare tuttavia evidente lo sforzo di rinnovamento conseguente alla reingegnerizzazione dei processi ed alla trasposizione informatica delle procedure secondo gli standard comunitari ed in linea con quanto programmato, con il risultato, fra l’altro, dell’alleggerimento del carico di lavoro degli uffici e della riduzione dei tempi di attesa degli operatori. Di particolare interesse appaiono, inoltre, gli sviluppi da ultimo illustrati dall’Amministrazione legati al ridisegno dell’intero sistema informativo doganale, che dovrebbe, fra l’altro, assicurare: - la completa automazione di tutti i processi dell’Agenzia, per arrivare, ma solo a fine 2005, allo sportello unico doganale (single window approach); - l’implementazione, accanto al “Nuovo sistema doganale”, dello sviluppo del sistema gestionale dell’Agenzia (articolato in quattro sotto-sistemi: Contabilità, Acquisti, Gestione delle risorse umane, Controllo di gestione): l’integrazione dei due sistemi consentirà l’immediata ed automatica disponibilità delle informazioni necessarie per il monitoraggio e la gestione dei processi, nonché per la generazione e la comunicazione delle informazioni necessarie per il controllo di gestione ed il supporto alle decisioni; - un’elevata telematizzazione delle dichiarazioni doganali che, oltre a semplificare gli adempimenti degli operatori, consentirà il controllo di tutte le dichiarazioni in tempo reale (secondo quanto comunicato dall’Amministrazione, la dichiarazione telematica, per lungo tempo praticata solo da una minoranza di utenti, costituirebbe già ora l’85% del totale delle dichiarazioni doganali). Particolare rilevanza assume, poi, l’analisi delle trasformazioni intervenute a seguito dell’abbattimento delle barriere doganali, partendo dalla positiva constatazione che l’esame comparativo degli introiti conseguiti dopo la realizzazione del mercato interno evidenzia una sostanziale invarianza delle risorse proprie riscosse per conto della UE rispetto agli anni antecedenti al 1993. L’esame evidenzia, però, anche un consistente calo, sia del volume degli scambi comunitari, sia dell’IVA interna accertata, lasciando sospettare ampi fenomeni di occultamento di cessioni e di acquisti intracomunitari, pur tenendo conto, naturalmente, dell’influenza che può rappresentare il diverso andamento dei prezzi di acquisto all’interno dell’Unione e di quelli all’importazione. Analisi puntuali sulle principali tipologie delle entrate extra tributarie hanno peraltro evidenziato una serie di specifiche anomalie gestionali illustrate nel seguito del referto. Un aspetto che tuttavia merita di essere in linea generale segnalato attiene alla mancata presa d’atto – evidenziata dall’invarianza delle previsioni di introiti che risultano poi sistematicamente sopravvalutati – della perdita di rilevanza di alcuni servizi tradizionalmente resi dalle Dogane e che ora gli operatori preferiscono chiedere ai privati e della drastica contrazione di altri servizi prima resi fuori orario (e quindi comportanti il pagamento del rimborso dei relativi costi da parte degli utenti) ed ora ricompresi nell’attività ordinaria a seguito dell’estensione a 10 ore del normale orario degli uffici. Sotto un diverso profilo, non c’è, però, dubbio che una spinta al rinnovamento abbia investito gli aspetti organizzativi, operativi e metodologici sin dal 1990, finalizzato ad assicurare all’Amministrazione doganale una flessibilità operativa ed un dinamismo gestionale adeguati alla complessità e delicatezza delle funzioni attribuite ai servizi doganali, nonché alle esigenze della produzione e dei traffici. Si tratta di una trasformazione che avrebbe dovuto non solo assicurare di poter far fronte alla mutata realtà comunitaria, ma anche consentire di sfruttarne tutte le implicite potenzialità economiche. 21 Era, infatti, da attendersi che il venire meno delle frontiere intracomunitarie, con la conseguente eliminazione dei costi aggiuntivi connessi alla ripetitività dei controlli ai confini nazionali, e la realizzazione di un’unica frontiera esterna presso la quale espletare una tantum le formalità doganali necessarie per importare le merci nella Comunità, avrebbe indirizzato i flussi di traffico verso gli Stati membri in grado di offrire un servizio più concorrenziale in termini di snellezza delle procedure, di incisività dei controlli e di economicità del servizio. E’ questa la svolta sostanziale imposta dalla nuova realtà comunitaria, che ha privato le singole Amministrazioni doganali della possibilità di condizionare le scelte degli operatori con l’obbligata ripetitività dei controlli, ponendole su un piano di assoluta concorrenzialità: la percezione di tale irreversibile evoluzione avrebbe dovuto stimolare un processo sistematico di raccolta di informazioni relative ai processi ed alle procedure applicate dalle altre Amministrazioni comunitarie per operare un confronto ed individuare le “best practices”, onde conferire maggiore qualità alle proprie prestazioni. Dagli elementi forniti dall’Amministrazione non risulta, però, che un efficace scambio di informazioni con le altre Amministrazioni doganali europee per conoscere l’organizzazione dei servizi ed i metodi di lavoro sia stato effettivamente avviato. Né si ha notizia di: analisi dei flussi di traffico che interessano il mercato interno; verifiche di eventuali significative variazioni intervenute negli anni successivi al 1993, non imputabili a motivi logistici, bensì a valutazioni di ordine esclusivamente economico; dati relativi al numero di dichiarazioni doganali trattate dagli altri Paesi comunitari ed ai costi comparativi dei servizi aggiuntivi offerti agli operatori. In una logica di concorrenzialità, tali confronti costituiscono il presupposto irrinunciabile per attuare un miglioramento delle procedure e dei metodi di lavoro in grado di convincere gli operatori a privilegiare il sistema doganale nazionale rispetto agli altri. La fungibilità delle formalità doganali espletate dagli Stati membri comporta, infatti, come si è già detto, che le scelte degli operatori siano determinate soprattutto dall’efficienza dei sistemi doganali nazionali: orbene, nonostante la posizione geografica privilegiata del nostro Paese in relazione ai flussi commerciali provenienti dal Nord Africa e dal Medio ed Estremo Oriente, non è stato registrato un sostanziale aumento delle correnti di traffico, segnale inequivocabile del mancato guadagno di concorrenzialità da parte del sistema doganale nazionale. Una volta superati i problemi connessi alle difficoltà della fase di avvio del mercato interno e della stabilizzazione della struttura dipartimentale, gli adeguamenti normativi ed amministrativi, il processo di riallocazione funzionale delle risorse, gli interventi formativi e l’automazione delle procedure e dei controlli avrebbero dovuto garantire la piena competitività dei servizi doganali italiani. Se ciò è avvenuto in misura solo marginale, la ragione va ricercata nella disattenzione storica per il monitoraggio delle entrate, e in genere dei risultati, disattenzione che deriva da una perdurante interpretazione della funzione doganale in termini di controllo prevalentemente ispettivo-formale, ancora sostanzialmente estranea alla concezione di servizio reso al sistema produttivo nazionale ed alle relazioni commerciali con l’estero. In altri termini, l’Amministrazione continua, così, a dare l’impressione di non essere ancora realmente interessata a valutare i risultati della propria azione, né ad effettuare il calcolo dei costi e dei benefici derivanti dai procedimenti posti in essere. E dimostra, altresì, di trovare difficoltà a considerare gli operatori come clienti cui fornire un servizio di qualità a costi competitivi, nonostante gli stimoli e le spinte che in tal senso riceve. Ma non c’è ovviamente da sorprendersi: l’evoluzione da un modello 22 culturale ad un altro è un processo che richiede comunque tempo, anche quando, come in questo caso, la dirigenza appare ora fermamente impegnata ad accelerarne il compimento. Scarsa convinzione e ritardi sono tuttavia riscontrabili nel passato quando non sembra essere stato dato sufficiente rilievo ai dati di riferimento necessari, di cui pure l’Amministrazione disponeva, concretamente o potenzialmente - dagli studi di benchmarking relativi al Regno Unito, alla Francia ed ai Paesi Bassi, all’indagine sulla “customer care”, che è stata peraltro avviata solo nel 1999, mentre avrebbe dovuto ben prima costituire, unitamente ai mutamenti legislativi introdotti a livello comunitario, una delle variabili strategiche in funzione delle quali ridisegnare l’architettura del sistema e la filosofia dei processi amministrativi. Anche in questo caso si riscontra il medesimo difetto già rilevato nell’attività di formazione, ovvero la mancanza di un progetto organico e di un approccio sistematico, di una visione complessiva ed a lungo termine degli sviluppi da porre in essere, di una struttura dedicata all’elaborazione di una strategia ed alla predisposizione dei piani di realizzazione: in assenza di tali presupposti, la programmazione delle trasformazioni strutturali e dell’articolazione della presenza territoriale non ha saputo adeguatamente interpretare ed esaurientemente soddisfare i segnali e le richieste provenienti dalla nuova realtà giuridica, economica ed imprenditoriale. La conseguenza è stata quella di sostanzialmente limitarsi ad una gestione routinaria ed alla presa d’atto dei risultati conseguiti nell’anno precedente, per incrementarli percentualmente e trasformarli nell’obiettivo strategico dell’anno successivo. La scarsa proficuità di tale consolidata impostazione si evidenzia anche nel sistematico scollamento tra obiettivi strategici e valutazioni di fattibilità. Ciò risulta innanzi tutto dalla mancata realizzazione di una sistematica rilettura e di un complessivo adeguamento delle disposizioni normative nazionali (Testo Unico delle disposizioni legislative in materia doganale, approvato con D.P.R. 23 gennaio 1973, n. 43, e Regolamento di servizio approvato con R.D. 13 febbraio 1896, n. 65) alle innovazioni introdotte dal Codice Doganale Comunitario e dalle relative disposizioni di applicazione. E’ vero che gli interventi normativi posti in essere con i decreti legislativi n. 105/1990, n. 374/1990, n. 375/1990 e n.376/1990 ed i successivi provvedimenti di ordine amministrativo hanno consentito un primo tempestivo, ed allora anche soddisfacente, adeguamento al nuovo contesto giuridico comunitario. Negli anni seguenti sarebbe stato, però, non solo opportuno, bensì indispensabile, procedere ad una sistematica verifica e revisione delle disposizioni nazionali ancora valide ed attuali, onde fornire agli uffici ed agli operatori un quadro giuridico di riferimento chiaro ed immediato, senza costringerli ad un’opera certosina di ricerca delle norme vigenti e ad una interpretazione e valutazione discrezionale delle stesse, con conseguente insorgere di dubbi, di difformità procedurali, di disparità di trattamento e di contenzioso. Un’ulteriore osservazione si riferisce a forme diffuse di disattenzione per le implicazioni operative delle scelte legislative adottate a livello comunitario. Basta, a tale proposito, soffermarsi sugli obiettivi indicati nel piano di azione comunitario denominato programma Dogana 2002 (applicazione uniforme del diritto comunitario, protezione degli interessi finanziari della Comunità, protezione del commercio legittimo, lotta alle frodi, formazione specifica dei funzionari) e sui metodi di lavoro indicati per conseguirli (analisi dei rischi, audit, diffusione delle procedure semplificate, memorandum di intesa con gli operatori). Dagli elementi acquisiti non risulta che sia stato posto in essere un programma organico di interventi volti ad adeguare i processi nazionali alle indicazioni comunitarie. Sono state, invece, adottate solo iniziative settoriali e non collegate ad un disegno generale e coerente del sistema. 23 Un esempio particolarmente significativo è, a tal proposito, offerto dalla peculiare applicazione degli istituti della rappresentanza in dogana e delle procedure semplificate. Per quanto riguarda il primo istituto, va detto che, a norma del Codice doganale comunitario, la dichiarazione in dogana può essere effettuata con la modalità della rappresentanza diretta (in nome e per conto di terzi) o con la modalità della rappresentanza indiretta (in nome proprio e per conto di terzi): nel primo caso l’obbligo di corrispondere i dazi grava unicamente sul soggetto rappresentato, mentre nella seconda ipotesi sono solidalmente responsabili colui che presenta la dichiarazione in nome proprio ed il proprietario o destinatario della merce. In Italia la rappresentanza diretta è stata riservata agli spedizionieri doganali, mentre la rappresentanza indiretta è libera. Non risulta che l’Amministrazione abbia ben distinto, in sede di consuntivazione, le dichiarazioni presentate con la rappresentanza diretta da quelle presentate con la rappresentanza indiretta o direttamente dal proprietario delle merci. Non è, quindi, allo stato, possibile verificare, né se gli operatori si avvalgano sistematicamente della rappresentanza diretta per le importazioni e, viceversa, di quella indiretta per le esportazioni, né, tanto meno, l’ammontare dei tributi riscossi per le dichiarazioni con la rappresentanza diretta e quello dei tributi riscossi con la rappresentanza indiretta. Più complesso, anche per le implicazioni che derivano, come si vedrà, dal suo intrecciarsi con le modalità di ricorso all’istituto della rappresentanza in dogana, è il discorso sulle procedure semplificate, e segnatamente sulle procedure domiciliate (che prevedono la possibilità di prescindere dalla presentazione delle merci in dogana e di disporne subito dopo l’arrivo dall’estero ovvero di spedirle direttamente all’estero). Il Codice Doganale Comunitario stabilisce all’art. 58 e segg. che, “ salvo disposizioni contrarie, le merci possono ricevere, in qualsiasi momento ed alle condizioni stabilite, una destinazione doganale, indipendentemente dalla loro qualità, quantità, origine, provenienza o destinazione”. Le merci destinate ad essere vincolate ad un regime doganale devono essere dichiarate per il regime doganale prescelto. La dichiarazione in dogana deve essere fatta: per iscritto – avvalendosi di un sistema informatico ove previsto – mediante una dichiarazione verbale, ove anche questa prevista. La dichiarazione scritta può essere fatta con la procedura normale regolata dagli artt. 62 e 63 e segg. del predetto Codice: “Le dichiarazioni fatte per iscritto devono essere compilate su un formulario conforme al modello ufficiale all’uopo previsto. Esse devono essere firmate e contenere tutte le dichiarazioni necessarie per l’applicazione delle disposizioni che disciplinano il regime doganale per il quale le merci sono dichiarate… Devono essere allegati alla dichiarazione tutti i documenti la cui presentazione è necessaria per consentire l’applicazione delle disposizioni che disciplinano il regime doganale per il quale le merci sono dichiarate… Le dichiarazioni rispondenti alle condizioni richieste sono immediatamente accettate dall’Autorità doganale se le merci cui si riferiscono sono presentate in dogana”. Per controllare le dichiarazioni accettate, l’Autorità doganale può procedere ad una verifica documentale, alla visita delle merci e, ove occorra, ad un prelievo di campioni per analisi o per un controllo approfondito. L’art. 76 regola la semplificazione delle dichiarazioni in dogana: “per semplificare, per quanto possibile, nel rispetto della regolarità delle operazioni, l’espletamento delle formalità e delle procedure, l’Autorità doganale consente: a) che nella dichiarazione di cui all’art. 62 non figurino talune indicazioni o che alla 24 dichiarazione non siano allegati alcuni dei documenti; b) che in luogo e vece della dichiarazione di cui all’art. 62 venga presentato un documenti commerciale o amministrativo accompagnato da una domanda di vincolo delle merce al regime considerato; c) che la dichiarazione delle merci al regime considerato avvenga con l’iscrizione delle merci nelle scritture contabili; in tal caso l’Autorità doganale può dispensare il dichiarante dal presentare le merci in Dogana… Il dichiarante è tenuto a fornire una dichiarazione complementare che può avere carattere globale, periodico o riepilogativo. Le dichiarazioni complementari sono considerate costituire con le dichiarazioni semplificate un atto unico ed indivisibile che è efficace alla data di accettazione delle dichiarazioni semplificate. Nei casi in cui la dichiarazione delle merci al regime considerato avvenga con l’iscrizione nelle scritture contabili, l’iscrizione nelle scritture ha lo stesso valore giuridico dell’accettazione della dichiarazione di cui al citato art. 62”. Il Regolamento CEE n. 2454 della Commissione del 2/7/1993, che fissa talune disposizioni d’applicazione del regolamento CEE n. 2913/92 del Consiglio che istituisce il Codice Doganale Comunitario, all’art. 253 così recita: “1) la procedura della dichiarazione incompleta permette all’Autorità doganale di accettare, in casi debitamente giustificati, una dichiarazione che non rechi tutte le indicazioni richieste o che non sia corredata di tutti i documenti necessari per il regime doganale in questione; 2) la procedura della dichiarazione semplificata permette di vincolare le merci al regime doganale in questione su presentazione di una dichiarazione semplificata e successiva presentazione di una dichiarazione complementare che può avere, all’occorrenza, carattere globale, periodico o riepilogativo; 3) La procedura di domiciliazione consente di vincolare le merci al regime doganale in questione nei locali dell’interessato o in altri luoghi designati o autorizzati dall’Autorità doganale.” Sebbene il Codice Doganale all’art. 76 ed il predetto regolamento della Commissione agli artt. 253 e segg. abbiano disciplinato le procedure semplificate sin dal 1993, la legge 25/7/2000 n. 213 ha previsto, all’art.4, un apposito provvedimento del Direttore Generale dell’allora Dipartimento delle Dogane per precisare le procedure autorizzatorie e le modalità di esercizio delle stesse, secondo quanto previsto da regolamenti CEE, di diretta applicabilità, in vigore già da oltre 10 anni1. E’ stata così richiamata l’attenzione dell’Amministrazione doganale sulla necessità, non solo di meglio disciplinare un settore così importante come quello delle procedure semplificate in dogana, ma anche di riflettere sulle precedente gestione e sulle procedure autorizzatorie, per individuare sia le eventuali disfunzioni, sia le ragioni per le quali nel lungo periodo di attuazione le Dogane non si erano adeguate alle disposizioni dei regolamenti comunitari. Tale riflessione è, però, mancata, mentre il provvedimento del Direttore Generale emanato in attuazione dell’art.4, comma 2, della legge n.213/20002, non precisa le ragioni per la concessione del beneficio delle procedure semplificate, né individua con chiarezza chi ha il diritto di poterle chiedere ed ottenere, ma fa solo un generico riferimento al richiedente in qualità di dichiarante. Non è stato, quindi, possibile verificare se le disposizioni del provvedimento direttoriale siano state correttamente applicate da parte degli operatori ed adeguatamente monitorate da parte 1 I Regolamenti CEE sono i già citati n. 2913/92 del Consiglio e il n. 2454/93 della Commissione. Il provvedimento dell’art. 4 della legge n. 213/2000 è il Decreto dirigenziale del 7 dicembre 2000 “Autorizzazioni e modalità delle procedure semplificate”. 2 Si tratta del già citato decreto direttoriale 7 dicembre 2000 (G.U. n.294 del 18.12.2000). 25 delle Direzioni regionali e delle Circoscrizioni doganali. Dalla lettura del Decreto direttoriale si potrebbe, infatti, erroneamente arguire che il diritto ad operare in procedura semplificata spetti al richiedente che si impegna ad operare come dichiarante e non, invece, anche agli operatori che, per essere titolari di procedure semplificate, hanno l’obbligo, in base alla citata normativa comunitaria, di presentare la dichiarazione in dogana a nome proprio3. Si tratta di un profilo di una certa rilevanza e che merita di essere approfondito per le implicazioni di ordine patologico che ne potrebbero derivare. E ciò in quanto fino al 2000 i beneficiari delle procedure semplificate potevano essere sia le imprese industriali, commerciali ed agricole, sia le imprese di spedizione internazionale, i magazzini generali ed i corrieri aerei. Oggi tale possibilità è estesa a tutti i richiedenti aventi i requisiti previsti dalla legge 25/7/2000, n. 213. I beneficiari sono solidalmente responsabili con il proprietario delle merci agli effetti tributari e valutari, dovendo agire in dogana a nome proprio. Orbene, la scelta di operare in dogana con la procedura semplificata, che fa obbligo al titolare di presentare la dichiarazione in nome proprio dovrebbe rispondere a criteri correlati a logiche organizzative aziendali ed a considerazioni di economicità. La decisione di avvalersi di un intermediario di professione comporta, infatti, costi aggiuntivi, che di regola sono motivati dall’assenza di una specifica professionalità doganale all’interno dell’impresa. Muovendo da tali presupposti, la linea di comportamento seguita dovrebbe essere sempre la stessa. Pertanto, qualora si riscontrasse una marcata differenza di comportamento dell’operatore, che per le esportazioni operasse quale dichiarante in dogana titolare di procedura semplificata, e per le importazioni, invece, rinunciasse ai benefici della procedura semplificata per operare con procedura normale a nome dell’importatore, avvalendosi della rappresentanza diretta, riservata questa allo spedizioniere doganale, ci troveremmo di fronte ad un comportamento apparentemente contraddittorio. La spiegazione dell’apparente contraddittorietà di comportamento andrebbe ricercata nella circostanza che per le merci oggetto di esportazione non deve essere di regola corrisposto alcun diritto, mentre le merci in importazione sono gravate da dazi e da fiscalità del cui pagamento l’operatore sarebbe solidalmente responsabile in caso di dichiarazione in nome proprio, come espressamente prevede la procedura semplificata. Non avendo potuto acquisire i dati relativi alle operazioni effettuate in procedura semplificata distintamente per importazione ed esportazione, nonché per entrambe le tipologie di operazioni con la distinzione fra quelle effettuate con la rappresentanza diretta e quelle effettuate con quella indiretta, non si è in grado di verificare l’esistenza di eventuali distorsioni di traffico e formulare valutazioni in ordine ai criteri di controllo ai fini del “Canale verde”. Si deve quindi presumere che anche in questo caso l’Amministrazione non disponga dei dati richiesti e che, conseguentemente, non abbia potuto essa stessa finora verificare le possibili conseguenze negative di un eventuale utilizzo strumentale dell’istituto della rappresentanza diretta per le operazioni di importazione da parte di operatori titolari di procedure semplificate i quali per le operazioni di esportazione effettuino invece la dichiarazione in nome proprio. Sempre in tema di procedure domiciliate, per quanto concerne la loro diffusione, si rileva che non risulta sia stata intrapresa alcuna seria azione informativa presso le imprese 3 Una conferma di questa impropria interpretazione sembra venire dalla stessa Amministrazione che nella memoria trasmessa alla Corte in vista dell’Adunanza indica fra le linee d’azione intraprese per accrescere la competitività delle Dogane italiane “la diffusione delle procedure semplificate, anche attraverso la loro estensione ai Centri di Assistenza Doganale (CAD)”. 26 agricole, commerciali ed industriali per illustrare i vantaggi derivanti dall’utilizzo diretto di tale agevolazione, sia in termini di semplificazioni procedurali, sia sotto il profilo della riduzione dei costi. Tale carenza contribuisce a diminuire la competitività delle imprese nazionali e frappone ostacoli al rapporto diretto ed immediato tra dogane ed operatori. Al superamento di tale difficoltà un contributo risolutivo è stato in altri paesi offerto dallo sviluppo di programmi di audit che, certificando l’affidabilità degli operatori, consentano a questi ultimi - una volta accreditati presso l’Amministrazione doganale - di usufruire di tutti gli istituti agevolativi senza dover produrre ripetutamente documentate istanze e subire reiterazioni di accessi per accertare il sussistere dei requisiti occorrenti, risparmiando anche agli stessi uffici l’onere di replicare attività istruttorie. Le tecniche di auditing, infatti, hanno, sì formato oggetto per le Dogane italiane di corsi di formazione, ma non risulta che ne sia stato fatto derivare alcun seguito concreto. Parimenti, non ha trovato attuazione la stipula di protocolli d’intesa con gli operatori, specie i vettori, per rendere incisivi e mirati i controlli senza ostacolare la fluidità dei traffici legittimi ed acquisire informazioni da utilizzare per alimentare l’analisi dei rischi con elementi soggettivi ed oggettivi in ordine alle caratteristiche dei protagonisti delle transazioni e dei flussi delle merci. L’adozione sia di tecniche di Audit doganale delle imprese, sia di protocolli procedurali inerenti ai processi operativi in linea con gli standard europei è stata ricompresa4 dall’Agenzia delle Dogane nella sua memoria del 21 ottobre 2002 tra le “linee d’azione intraprese” per garantire la competitività delle Dogane italiane assicurando la qualità dei servizi e la riduzione, nel quadro della normativa nazionale e comunitaria, dell’onerosità degli adempimenti a carico degli operatori economici e dei cittadini. Nel prendere atto di tale positivo orientamento, va tuttavia evidenziata l’importanza che, ai fini della concreta attuazione delle linee d’azione intraprese, riveste la disponibilità – che oggi manca - di una banca dati delle imprese che maggiormente si avvalgono dei servizi doganali e delle imprese che beneficiano di procedure semplificate o del pagamento differito in Dogana. Così come altrettanto essenziale è la disponibilità di dati sulla dislocazione territoriale di queste imprese, in quanto la loro conoscenza sarebbe molto utile, ai fini, sia del miglioramento del servizio offerto, sia della programmazione dei controlli per la lotta alle frodi. Se ciò non venisse fatto, verrebbe a mancare la possibilità di una valutazione di fattibilità delle misure da predisporre o di congruità delle iniziative adottate per dare attuazione ai già numerosi ed impegnativi obblighi comunitari e non potrebbe essere, pertanto, superata l’attuale situazione di sistematico scollamento tra l’enunciazione delle missioni istituzionali e degli obiettivi strategici, da un lato, e le conseguenti implicazioni operative, dall’altro. Muovendo da queste premesse, neppure l’attività di prevenzione e contrasto delle frodi e dei traffici illeciti si presta a valutazioni di sufficiente positività. Il numero progressivamente crescente dei controlli INTRA effettuati, da una parte, e la drastica diminuzione di quelli doganali a seguito dell’introduzione delle procedure automatizzate, dall’altra, costituiscono, infatti, indicatori tutto sommato secondari, in quanto forniscono valutazioni più quantitative e generiche e meno qualitative e specifiche dell’attività di controllo svolta. 4 Insieme con la sempre maggiore qualificazione professionale del personale, lo sviluppo di procedure informatiche e di trasmissione telematica delle dichiarazioni, l’adozione di sistemi per l’analisi dei rischi, il decentramento delle facoltà autorizzative, la diffusione delle procedure semplificate anche ai CAD, l’implementazione del sistema di comunicazione. 27 In realtà, nel corso degli anni la platea dei soggetti e degli istituti o dei regimi doganali oggetto di controlli straordinari è rimasta sostanzialmente immutata per quanto attiene ai criteri selettivi (nel settore dogane: merci oggetto della politica agricola comune, acquisti e cessioni intracomunitarie, procedure semplificate, merci sottoposte a particolari misure tariffarie, sanitarie, veterinarie e fitosanitarie, regime di perfezionamento attivo; nel settore delle accise: depositi di oli minerali e carburanti, impianti di produzione di energia elettrica, operatori registrati, rappresentanti fiscali). L’accumulazione di conoscenze e di esperienze resa possibile attraverso il processo di learning by doing avrebbe dovuto comportare un aumento significativo del tasso di redditività dei controlli, sia in termini di capacità operativa e di efficacia gestionale che di effettiva riscossione dei tributi. Effettuando una comparazione dei risultati conseguiti nel corso del periodo di riferimento si rileva, invece, che, a fronte dell’incremento del numero dei controlli straordinari eseguiti, è in genere aumentato anche il numero delle ore/persona dedicate a detta attività, con la sola eccezione dell’anno 2000 (- 7,7% rispetto al 1999), quando, però, il numero delle verifiche è rimasto immutato rispetto all’anno precedente ed è stata data completa attuazione al circuito di controllo automatizzato denominato “canale verde”. Per quanto concerne, poi, i risultati monetari, si registra una progressiva diminuzione, sia dei maggiori diritti accertati, sia dei tributi recuperati ed una crescita esponenziale dell’evasione dell’IVA intracomunitaria accertata, nonché dell’irregolare utilizzo del plafond IVA all’esportazione. Pur prendendo atto che nel settore della fiscalità l’incremento dell’evasione accertata è in buona parte da attribuire anche ad un affinamento delle tecniche di verifica, tale positiva indicazione non può attenuare le preoccupazioni derivanti dalla crescente entità del fenomeno: muovendo dal presupposto che la qualità del servizio e delle prestazioni è il migliore strumento di deterrenza e di prevenzione delle frodi, non possono non sorgere serie perplessità sull’efficacia dell’azione amministrativa in tale settore, anche se occorre dare il giusto rilievo al fatto che l’Amministrazione doganale si trova a dover subire le conseguenze negative di scelte effettuate da altri comparti dello stesso Ministero in materia di semplificazione degli adempimenti a scapito dell’efficacia dei controlli (ad es. abolizione del mod A 99 bis della dichiarazione IVA). Una trattazione specifica merita il Circuito doganale di controllo (CDC) – Canale verde, che, attraverso la selettività dei controlli, basata sull’analisi dei rischi, intende assicurare la semplificazione degli adempimenti per gli operatori e l’alleggerimento dell’attività di controllo dell’Amministrazione, assicurandone nel contempo la maggiore efficacia. La registrazione della dichiarazione doganale è effettuata in procedura ordinaria quando la presenza della merce in dogana è contestuale al momento della presentazione della dichiarazione. In questo caso il Circuito Doganale di Controllo (CDC) automatizzato seleziona uno tra i seguenti canali di controllo: • ROSSO, VM (Visita Merci) • GIALLO, CD (Controllo Documentale) • VERDE, NC (Nessun Controllo) Qualora, invece, lo sdoganamento sia effettuato in procedura domiciliata o semplificata, è previsto l’istituto del preavviso – comunicazione che deve pervenire alla dogana competente prima dell’operazione e sulla scorta del quale le dogane provvedono all’eventuale verifica fisica delle merci presso l’operatore. Susseguentemente deve essere presentata una dichiarazione complementare che attesti l’operazione attuata. Al momento della registrazione di quest’ultima, il Circuito Doganale di Controllo può, ovviamente, selezionare soltanto i rimanenti canali: 28 • • GIALLO, CD (Controllo Documentale) VERDE, NC (Nessun Controllo) Il criterio di selezione dei canali di controllo è dettato dalla eventuale associabilità della dichiarazione a profili di rischio preesistenti, a loro volta costruiti sulla base di elementi oggettivi (natura e provenienza merci, ecc.) e soggettivi (affidabilità del soggetto dichiarante valutata in base all’audit d’impresa), e, almeno in prospettiva, continuamente e sistematicamente aggiornabili attraverso l’auto apprendimento e l’inserimento di altre informazioni rilevanti da trarre da indagini e da esperienze anche di altre amministrazioni (white e black lists, best practices e best techologies benchmarking con paesi del Nord Europa, eventualità di nuove tipologie di frodi, ecc.). L’Allegato 3 riproduce la nota fatta pervenire dall’Agenzia delle dogane a seguito del contraddittorio svoltosi nell’Adunanza della Sezione il 22 ottobre 2002 e descrive la situazione attuale del Circuito doganale di controllo e gli sviluppi in atto per il corrente anno e quelli ulteriori programmati e da attuare entro il 2004. La nota, oltre ad illustrare le modalità di determinazione e di implementazione dei profili di rischio e la procedura per la selezione del canale di controllo, evidenzia le modalità di affinamento dinamico del CDC mediante i risultati dei controlli e fornisce indicazioni sui nuovi sviluppi previsti per i prossimi anni (DATAWAREHOUSE e AIDA – Automazione Integrata Dogane e Accise, controllo scanner, sdoganamento telematico, ecc.). Si tratta di uno strumento di grandi potenzialità che ha già reso possibili significative semplificazioni ed alleggerimenti, ma di cui va, naturalmente, assicurata la piena efficacia in termini di capacità di individuare violazioni ed irregolarità. In tale ottica il meccanismo si presta, tuttavia, a qualche considerazione in riferimento a quanto già osservato a proposito della concessione delle procedure semplificate e domiciliate. Il Circuito doganale di controllo, infatti, mentre può selezionare visita fisica per le merci presentate in dogana, può oggi selezionare solo controllo documentale (o nessun controllo) per le operazioni effettuate in procedura semplificata, in quanto al momento dell’arrivo delle merci gli operatori inviano alla dogana competente soltanto un preavviso che, come peraltro evidenziato dalla stessa Agenzia, non consente di disporre di tutti gli elementi di valutazione necessari. Di conseguenza, il controllo automatizzato può essere attivato solo successivamente, dopo la presentazione della dichiarazione e la registrazione della stessa. Non è peraltro chiaro se al momento dell’arrivo del preavviso la Dogana comunque valuti se effettuare o meno la visita fisica delle merci ed in base a quali elementi ed analisi questa venga eventualmente disposta. Ciò può comportare particolari rischi, soprattutto in considerazione della scarsa conoscenza, già evidenziata, del funzionamento dell’istituto delle procedure semplificate. Il CDC dovrebbe valutare tutti gli elementi di rischio e, segnatamente nelle procedure semplificate, dare conferma che la fiducia data agli operatori sia stata ben riposta, verificandone sistematicamente l’affidabilità. Sarebbe, quindi, necessario poter sempre selezionare anche la visita fisica delle merci, che, però, di fatto, nel caso delle procedure domiciliate, non è più nella disponibilità della dogana. Una soluzione adeguata e definitiva la si dovrebbe avere nel secondo semestre del 2003, quando, come preannunciato dall’Amministrazione, è previsto che diventi operativo lo sdoganamento telematico per tutti i regimi con procedura semplificata, con applicazione del CDC all’atto della registrazione della dichiarazione completa/incompleta che sostituirà il preavviso. Nel frattempo, una soluzione 29 provvisoria potrebbe essere quella di definire un modello di preavviso che contenga gli elementi informativi essenziali per poter essere elaborato dal CDC in luogo della dichiarazione doganale ai fini dell’utilizzo completo delle possibilità di selezione dei canali di controllo (e cioè, non solo nessun controllo o controllo documentale, ma anche visita fisica delle merci). E ciò, per evitare di incorrere nel duplice inconveniente di: 1) avere un CDC che non tiene conto di elementi di rischio importanti, quali sono quelli relativi all’applicazione delle procedure semplificate; 2) perdere la conoscenza di elementi informativi che sarebbe necessario utilizzare ai fini della revisione dinamica dei profili di affidabilità degli operatori ai quali concedere le procedure semplificate e domiciliate o altre agevolazioni. Sempre in tema di verifica dell’efficacia delle attività di controllo, va segnalata la mancata attivazione di un circuito integrato di monitoraggio accertamentocontenzioso-riscossione che consentirebbe di misurare i risultati monetari dell’attività di controllo fornendo dati più analitici ed attendibili di quelli derivanti dal sistema di controllo di gestione, che dà una quantificazione della produttività destinata spesso a rimanere solo virtuale (tributi e penalità accertati e non riscossi): non a caso gli importi iscritti nella contabilità A rappresentano circa la metà di quelli iscritti nella contabilità B. Anche dalla comparazione con le metodologie applicate ed i risultati conseguiti dagli altri partners comunitari la politica gestionale dell’Amministrazione in tale specifico settore appare suscettibile di miglioramenti: nel 1998, il nostro Paese si colloca al penultimo posto, sia per quanto riguarda il numero complessivo delle dichiarazioni controllate, sia per quanto attiene ai controlli pro-capite, mentre è al terzo posto per unità di personale addette ai controlli, in controtendenza rispetto a Francia, Spagna, Paesi Bassi e Germania; inoltre, il tasso di recupero è pari a circa il 20%, a fronte di un tasso medio del 37,5%. I risultati dei controlli non alimentano, peraltro, un efficace processo di feedback che potrebbe indirizzare in modo mirato le strategie operative: poiché le infrazioni più numerose riguardano la designazione delle merci, la classificazione tariffaria e l’indicazione dell’origine, l’attenzione degli operatori andrebbe in primo luogo richiamata sui vantaggi offerti dal ricorso agli istituti, attualmente poco utilizzati, delle Informazioni tariffarie vincolanti (ITV) e delle Informazioni vincolanti in materia di origine (IVO), anche al fine di contenere l’insorgere di contenzioso; in secondo luogo, appare evidente l’insufficienza dei controlli documentali, oltre che delle spesso necessarie verifiche fisiche della merce all’atto dello sdoganamento, con l’attribuzione di un’adeguata ponderazione ai relativi indicatori di rischio presenti nel circuito di controllo. Così come si avverte l’assenza di un processo di validazione delle procedure di controllo, la cui adozione eviterebbe che la mancata rispondenza ai parametri comunitari ne infici la validità, con conseguenti rettifiche di bilancio a carico dell’erario: si tratta di una problematica che investe soprattutto il settore della PAC, laddove la non corretta applicazione dei criteri e delle modalità esplicitamente indicati dalle disposizioni comunitarie comporta in molti casi l’illegittimità delle restituzioni o dei prefinanziamenti erogati agli operatori, e dell’attività dei laboratori chimici, i cui referti possono essere inficiati dall’uso di metodologie analitiche non ufficiali e non omologate. In definitiva, pur non dovendosi sottovalutare l’impegno profuso per progettare metodologie operative mirate e specifiche ed un sistema di controllo della qualità dei prodotti, si deve comunque constatare che permane tuttora la tendenza ad un approccio di tipo prevalentemente burocratico, caratterizzato dall’attenzione al solo numero dei controlli, 30 senza che l’esito dei controlli costituisca l’innesco per l’adozione delle misure necessarie alla sollecita rimozione delle inadempienze, per procedere alla modifica delle procedure e, se giustificato, per prospettare soluzioni innovative sul piano normativo. Occorre rilevare, peraltro, che nessun fattivo contributo viene fornito dal Servizio Ispettivo, che presso l’Amministrazione è presente sia a livello centrale che su base compartimentale: negli elementi forniti dalla stessa Amministrazione non viene mai fatto cenno all’attività ispettiva, né in termini di risultati delle verifiche, né di proposte migliorative dei servizi e delle procedure. E’ da tempo ormai in atto l’evoluzione della funzione ispettiva da funzioni di controllo repressivo-sanzionatorio a funzioni di consulenza e di collaborazione nei confronti degli uffici di vertice: le ispezioni tendono, cioè, a costituire lo strumento che realizza la comunicazione tra i centri decisionali centrali ed i centri attuativi periferici, fornendo un flusso costante di informazioni che favorisce l’uniformità di azione amministrativa sul territorio ed informa le strutture centrali delle dinamiche delle realtà operative locali. In tale prospettiva, l’attività ispettiva si pone quale strumento di adeguamento dinamico dell’Amministrazione, nonché di consapevolezza unitaria della struttura e diventa realmente funzionale all’esercizio delle responsabilità direzionali. L’assenza di qualsiasi notizia in merito all’attività svolta dai servizi ispettivi e la mancanza di riferimenti circa l’identificazione da parte degli stessi di irregolarità (e di inefficienze) e la conseguente indicazione di misure correttive, induce a ritenere che l’Amministrazione delle dogane italiane non abbia sfruttato l’opportunità di avvalersi dell’azione di sostegno che può essere espletata dalla funzione ispettiva per riceverne utili elementi di valutazione in ordine alla congruità delle proprie scelte gestionali ed alla necessità di adeguate modifiche per rettificare e migliorare le prestazioni amministrative. Anche sulla scorta di quanto fin qui detto, non immune da osservazioni appare anche il rapporto instaurato con l’utenza: non a caso una delle criticità dell’Amministrazione è rappresentata dal contenzioso, il cui consistente volume fornisce un’indicazione inequivocabile dell’eccessiva complessità e stratificazione dell’impianto normativo, nel quale gli adempimenti nazionali sopravvivono e si sovrappongono alle prescrizioni comunitarie, senza che - come già rilevato - si sia proceduto ad un’opera di coordinamento e di raccordo. Va poi tenuto presente che anche la difformità delle procedure operative adottate dagli uffici sul territorio contribuisce a disorientare gli utenti ed a determinare deviazioni di traffico a favore di altri Paesi europei, le cui procedure di sdoganamento o la cui applicazione di taluni regimi ed istituti, pur nel rispetto delle norme comunitarie, sono maggiormente in sintonia con le esigenze di snellezza e di rapidità dei traffici. E’ pur vero, a tal proposito, che in molti casi il sistema doganale italiano è penalizzato dal proliferare di adempimenti, controlli ed oneri rientranti nella competenza di altri rami della Pubblica Amministrazione. Ciò dovrà spingere l’Amministrazione delle dogane, per il fatto stesso di rivestire un ruolo privilegiato in relazione all’ingresso ed all’uscita delle merci dal territorio doganale nazionale e comunitario, a farsi promotrice di iniziative presso le altre Amministrazioni statali per evitare duplicazioni di interventi che, rallentando la fluidità dei traffici ed aumentandone la onerosità in termini economici, diminuiscono la competitività complessiva del sistema Italia nel contesto europeo ed internazionale. 31 In questo quadro, una particolare menzione merita l’assenza di un effettivo coordinamento5, all’interno dello stesso Ministero, con la Guardia di Finanza, che, se operasse, potrebbe, invece, portare all’individuazione ed al superamento di possibili duplicazioni di interventi, quali il servizio di riscontro di cui all’art. 21 del T.U.L.D., come modificato dall’art.2 del D.L.vo n.374/1990, ed il c.d. “visto a bordo” per le merci in esportazione. Ma ciò che più importa è soprattutto la mancanza di qualsiasi approfondimento ai fini della rivisitazione e dell’eventuale riconsiderazione degli attuali assetti di ripartizione dei ruoli, di collaborazione e di raccordo, tenendo presente che l’obiettivo non può che essere quello di ridurre i controlli cui devono sottostare gli operatori, senza peraltro inficiarne la sicurezza, e recuperare risorse da impiegare più proficuamente per l’espletamento degli altri compiti di istituto del Corpo. Le indagini fatte svolgere dalla stessa Amministrazione evidenziano il basso grado di soddisfazione degli utenti con maggior numero di dichiarazioni, e quindi più esperti perché più informati sulle pratiche della concorrenza. E ciò, soprattutto per quanto riguarda la complessità delle procedure, come, a contrariis, dimostra anche il particolare apprezzamento per le procedure domiciliate ed il canale verde. A tal proposito, indicazioni illuminanti sulle persistenti carenze (procedurali, infrastrutturali, ecc.) del nostro sistema potrebbe venire da un’indagine mirata ad individuare le ragioni per le quali numerosi operatori italiani scelgono di avvalersi dei servizi doganali di altri paesi, ed in particolare di quelli olandesi. Questa della customer satisfaction è un’area di monitoraggio essenziale, ma finora oggetto di iniziative del tutto frammentarie ed occasionali. Inoltre, sono finora completamente mancate valutazioni sulla soddisfazione dell’utenza per quanto riguarda l’attività di informazione e di assistenza resa agli utenti, mentre evidenza acquisita per altre vie – ed in particolare da fonti comunitarie – sembra indicare che, per i servizi resi a richiesta, i rimborsi orari richiesti dalle Dogane italiane appaiono di importo significativamente superiore a quello della concorrenza. Dell’esigenza di migliorare i rapporti con l’utenza sembra convinta l’Agenzia delle dogane che punta a tal fine sulla concessione di agevolazioni (procedure semplificate e domiciliate, controlli automatizzati – canale verde) agli operatori ritenuti affidabili in base ad una procedura di audit attenta anche alla valutazione dell’affidabilità dei sistemi interni di controllo di gestione. Sempre in tale ottica, l’Agenzia ha informato la Corte dell’instaurazione di forme di confronto fattivo con gli operatori e con i rappresentanti del commercio e dell’industria (tavoli di consultazione con le categorie interessate ed altri canali di comunicazione istituzionale), al fine di pubblicizzare i “vantaggi doganali” per gli operatori affidabili, e diffondere il nuovo concetto di una “ Dogana Consulente”, attenta, appunto, alle esigenze dell’utenza. Volendo operare una valutazione di sintesi dell’efficacia del processo di rinnovamento della strategia organizzativa e della politica gestionale avviato dall’Amministrazione doganale dopo l’attuazione del mercato interno, sembrano delinearsi due fasi con caratteristiche nettamente distinte: una fase iniziale, in cui, messa alla frusta dai cambiamenti istituzionali connessi alla realizzazione del mercato interno europeo ed all’istituzione del Dipartimento, l’Amministrazione sembra essersi tempestivamente e con convinzione impegnata nel tentare, sia pure con qualche approssimazione, di predisporre gli 5 Problemi specifici di coordinamento e di raccordo, sia con la Guardia di finanza che con l’Agenzia delle entrate, si pongono, peraltro, con riguardo ai controlli INTRA, disgiuntamente programmati e svolti da tutti e tre i centri di responsabilità. 32 strumenti normativi e procedurali che apparivano allora necessari per consentire di affrontare positivamente la sfida del mutato contesto comunitario; una seconda fase, che doveva essere di consolidamento, di correzione e di sviluppo delle innovazioni introdotte, in cui non sono state, invece, adeguatamente sfruttate tutte le potenzialità insite nella riforma ed offerte dal mercato. In questa seconda fase, che deve considerarsi superata già con la progettazione e la preparazione dell’operatività del nuovo modello organizzativo dell’Agenzia, sono risultati di fatto carenti, insieme con una forte spinta all’innovazione, anche gli stessi interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria dell’apparato e dei processi, che sarebbero stati indispensabili per garantirne il sistematico e tempestivo adeguamento funzionale, con la conseguenza che il processo di rinnovamento, che ha indubbiamente dato avvio alla modernizzazione della macchina amministrativa, ha poi registrato un progressivo rallentamento nel suo sviluppo, per il persistere di carenze e di incongruenze, per lo più riconducibili alla mancata verifica della coerenza interna e della fattibilità delle scelte operate, e di una cultura della misurazione dei risultati ancora acerba, in quanto ferma al primo stadio, quello della considerazione del prodotto fisico (output), ma quasi per niente attenta alla considerazione degli effetti tanto sui diretti beneficiari (outcome), quanto, ed a maggior ragione, sulla società e sull’economia nel loro complesso (impatto). In conclusione, il rilievo di ordine generale, che investe un po’ tutti i profili esaminati, riguarda la mancanza di una strategia integrata e di una visione complessiva ed organica della propria funzione istituzionale e gestionale nella quale gli aspetti giuridici (nazionali e comunitari) e gli aspetti organizzativi si presuppongono e si determinano a vicenda: ciò ha compromesso l’adeguamento dinamico della struttura e non ha consentito di realizzare l’indispensabile raccordo tra la logica della regolarità dell’azione amministrativa e la logica dei risultati. Pur mancando tutti gli elementi conoscitivi necessari per esprimere una valutazione non più suscettibile di riconsiderazione, la nuova fase di movimento che si è da ultimo avviata con l’istituzione dell’Agenzia sembra caratterizzarsi per una maggiore presa di coscienza delle sfide ancora aperte e che, se non affrontate, rischierebbero di aggravare in modo irreversibile il già ampio gap di competitività dei nostri servizi doganali. Positive appaiono in tale ottica le strategie operative annunciate e le azioni già intraprese. Sulla scorta dei risultati dell’indagine, perché la maggiore consapevolezza dei problemi da risolvere si traduca nell’attuazione di interventi correttivi adeguati è però necessario che le scelte si fondino: sull’effettiva conoscenza del numero degli utenti, della loro distribuzione territoriale, della natura e delle dimensioni dell’attività svolta, delle loro esigenze operative, dei loro comportamenti (conoscenza del mercato); sul modo di operare degli altri paesi dell’U.E. (analisi della concorrenza); sul grado e sulle condizioni di efficacia dell’azione amministrativa e di efficienza e di potenzialità delle strutture (sistema di controllo interno strategico e direzionale pienamente funzionante). La conoscenza aggiornata degli utenti, della concorrenza e dei propri punti di forza e di debolezza costituisce il presupposto imprescindibile per poter superare quei ritardi organizzativi, strutturali e culturali che sono stati prima evidenziati e che chiaramente emergono nelle loro caratteristiche e nelle loro dimensioni dalle analisi svolte ed illustrate nel seguito del referto. 33 2.- MERCATO INTERNO EUROPEO E SERVIZI DOGANALI 2.1. - Obiettivi e regole di funzionamento del mercato interno europeo L’Unione Europea si è proposta come primo obiettivo la promozione del progresso economico e sociale dei Paesi membri: a questo scopo è stata finalizzata la creazione del mercato unico senza frontiere interne, l’instaurazione dell’unione economica e monetaria ed il rafforzamento della coesione economica6. Funzionale allo sviluppo delle attività economiche sono stati ritenuti l’abbattimento di qualsiasi ostacolo alla libera circolazione di merci, capitali e persone e l’instaurazione di un regime monetario unificato; inoltre, perché la crescita economica fosse resa compatibile con un elevato grado di convergenza e con un equilibrato sviluppo della occupazione, è stato adottato un forte impegno alla coesione ed al sostegno delle economie meno prospere. Poiché il nucleo centrale della unificazione europea è stata la realizzazione del mercato interno, hanno assunto un’importanza prioritaria il perfezionamento dell’unione doganale e l’adozione delle disposizioni occorrenti per la sua gestione omogenea: l’assoluta necessità di un funzionamento efficace e coerente dell’unione doganale ha imposto una ridefinizione dei compiti alla stessa spettanti in un quadro comunitario ampliato, operando un salto qualitativo sia sul piano normativo che funzionale. In particolare, la realizzazione del mercato interno ha determinato la soppressione delle barriere fisiche, tecniche e fiscali e di qualsiasi controllo o formalità ad esse collegato mediante un processo di armonizzazione delle politiche fiscali, la diffusa applicazione del principio del mutuo riconoscimento e la intensificazione della cooperazione amministrativa tra i Paesi membri. La semplificazione della legislazione, sia a livello comunitario che nazionale, l’“enforcement”, cioè l’effettiva applicazione delle norme, perseguita anche mediante l’intensificazione dei ricorsi alla Corte di Giustizia per non conformità degli Stati, ed il coordinamento delle politiche fiscali sono state le linee d’azione privilegiate degli Organismi europei per la costruzione dell’Europa economica, da realizzare mediante due strumenti coordinati ma distinti: l’unione monetaria ed il mercato unico. A tale proposito è bene precisare che gli obiettivi e le tappe dell’unione economica e monetaria attengono esclusivamente alle istituzioni comuni ed alle politiche monetarie e fiscali, viste sotto l’aspetto macro-economico, e non riguardano l’opera di eliminazione delle barriere non tariffarie, che è il presupposto per realizzare l’unicità del mercato interno europeo, il cui approccio è tipicamente microeconomico. L’atto di nascita del mercato unico può essere individuato nel Libro bianco elaborato dalla Commissione nel 1985: tale documento non si è, infatti, limitato a delineare un programma di massima sul piano teorico, ma ha stabilito un obiettivo, proposto un metodo ed individuato gli strumenti operativi. L’obiettivo è stato fissato in chiari termini: la creazione di un mercato senza frontiere interne, il più ampio spazio economico a livello mondiale, allo scopo di aumentare 6 L’articolo A del trattato di Maastricht enuncia il principio fondamentale secondo il quale “ il Trattato segna una nuova tappa nel processo di creazione di un’unione sempre più stretta tra i popoli dell’Europa”, unione che “ha il compito di organizzare in modo coerente e solidale le relazioni tra gli Stati membri e tra i loro popoli”. 34 la competitività europea, stimolando le imprese mediante la concorrenza e favorendo la crescita economica mediante lo sviluppo e l’ampliamento degli scambi. Per realizzare detto obiettivo è stato scelto un metodo lineare ed efficace: l’adozione di procedure snelle ed efficienti ed un calendario d’azione dettagliato e preciso. Per quanto riguarda il primo aspetto, l’Atto Unico ha fornito gli strumenti istituzionali e giuridici indispensabili, aumentando le ipotesi di votazione a maggioranza qualificata per la legislazione comunitaria ed intensificando il ruolo legislativo del Parlamento europeo; per quanto concerne il secondo aspetto, l’avere stabilito una data di scadenza indifferibile per il 31 dicembre 1992 ha mobilitato l’impegno e galvanizzato gli sforzi. Gli strumenti operativi per dare nuovo impulso al processo di unificazione europea e porre fine alla frammentazione economica della Comunità sono stati individuati in una vasta e capillare opera di normazione, che si è concretizzata, sia nella elaborazione di quasi trecento proposte di legislazione per abbattere le barriere fisiche, tecniche e fiscali ancora esistenti, sia nella stesura di un codice doganale comunitario diretto ad uniformare, completare e semplificare la legislazione in materia. La libera circolazione delle merci è stato l’obiettivo che ha presentato meno problemi, vantando già un buon livello di trasposizione delle direttive comunitarie in materia presso gli Stati membri: grazie ad un diffuso ricorso al principio del mutuo riconoscimento, interi settori legislativi nazionali sono stati sostituiti da sistemi comuni o compatibili tra loro, consentendo di rimuovere le barriere tecniche che si frapponevano alla libera circolazione delle merci all’interno della Comunità attraverso la possibilità di commercializzare in ogni Paese prodotti conformi alle regole, alle norme ed ai procedimenti tecnici in vigore in un altro Stato membro, assicurando ai consumatori comunitari un livello di protezione equivalente a quello garantito in ambito nazionale. A completamento di tali misure, e per evitare l’insorgere di nuovi ostacoli alla libera circolazione delle merci, è stato, inoltre, introdotto l’obbligo per gli Stati membri di sottoporre ad un controllo preventivo i progetti di nuove regolamentazioni tecniche nazionali nel quadro di una procedura di informazione reciproca. Per quanto concerne l’abolizione delle frontiere fiscali, le misure programmate in sede comunitaria sono state mirate essenzialmente alla realizzazione di un regime unificato di imposizione mediante un’armonizzazione delle aliquote in grado di impedire distorsioni di concorrenza e di prevenire rischi di frode. Va, peraltro, rilevato che la Comunità, oltre ad adoperarsi per il completamento del mercato unico, ha anche sviluppato politiche complementari dirette ad aumentare l’efficacia e le potenzialità di quest’ultimo sotto il profilo macro-economico. A tal fine sono state adottate iniziative mirate in materia di trasporti, per liberalizzare i trasporti stradali, marittimi ed aerei ed attribuire maggiore importanza ai trasporti combinati. Per amplificare i vantaggi offerti dal grande spazio economico comune e favorirne la diffusione a tutte le regioni è stato altresì previsto lo sviluppo di reti transeuropee anche nel settore delle telecomunicazioni e dell’energia. L’azione della Comunità è stata diretta a facilitare l’interconnessione e l’interoperatività delle reti nazionali nonché l’accesso alle reti stesse, con particolare riguardo al collegamento tra le regioni centrali e quelle periferiche. Per le telecomunicazioni l’obiettivo principale è stato individuato nel miglioramento delle connessioni transfrontaliere delle reti di dati o delle reti digitali integrate nei servizi, nella promozione di reti comunitarie a banda larga, nonché nello sviluppo dei collegamenti telematici fra le diverse Amministrazioni nazionali. 35 Nel settore dell’energia l’accento è stato posto sul potenziamento e sulla progressiva integrazione delle reti di trasporto di gas naturale e di elettricità, nonché sulla cooperazione nell’ambito delle modalità comuni di immagazzinamento per rendere più sicuri gli approvvigionamenti energetici. Tra tutti questi programmi, la cui realizzazione è stata indispensabile per la realizzazione del mercato interno, un’importanza prioritaria hanno rivestito il perfezionamento dell’unione doganale e l’adozione delle misure occorrenti per la sua gestione efficace ed omogenea. Le linee d’intervento hanno riguardato sia il profilo normativo che l’aspetto funzionale, con una molteplicità di iniziative che hanno visto impegnati in uno sforzo comune di adeguamento sia i Servizi comunitari che le Amministrazioni doganali degli Stati membri. 36 2.2. – Sfide del mercato interno alla gestione dei servizi doganali Nel contesto economico e normativo in rapida e continua evoluzione seguito alla realizzazione del mercato interno, le Amministrazioni doganali comunitarie sono state chiamate a svolgere un ruolo di grande impegno e responsabilità: la precedente impostazione, imperniata sulle dogane di confine, ha mantenuto immutate le proprie caratteristiche nei confronti dei Paesi terzi. Per le merci comunitarie i controlli si sono spostati, invece, all’interno, in attuazione del principio della territorialità. La creazione di un’unione doganale senza frontiere interne, fondata non più sulla contrapposizione, bensì sull’interdipendenza di quanti la compongono, ha richiesto profondi cambiamenti in seno alle Amministrazioni doganali, al fine di consentire ai rispettivi servizi di cooperare strettamente e direttamente tra loro, nonché di assicurare livelli di efficienza e di sicurezza omogenei. Per conseguire tale obiettivo si è reso necessario procedere ad un adeguamento delle competenze degli uffici in relazione alle nuove esigenze operative. In particolare, poiché la realizzazione del mercato interno ha comportato una ridefinizione del ruolo dei funzionari doganali nella Comunità, un’importanza prioritaria è stata attribuita ad una politica coordinata di formazione, raccomandando ed incentivando corsi di qualificazione professionale, di aggiornamento e di perfezionamento, sia sotto il profilo tecnico-normativo che per l’aspetto linguistico e promuovendo gli scambi di funzionari, allo scopo di sottolineare la dimensione comunitaria dei compiti svolti dai funzionari doganali e di favorire una più stretta collaborazione tra le singole Amministrazioni (Programma Matthaeus, Programma Dogana 2000). La riconversione degli uffici doganali per adeguarsi alla evoluzione della realtà comunitaria ha implicato una profonda revisione delle attribuzioni degli stessi, sia sotto il profilo strutturale ed organizzativo che sul piano metodologico. Pur essendo venuti meno gli adempimenti alle frontiere intracomunitarie, gli uffici doganali sono stati chiamati a svolgere un ruolo di grande impegno alle frontiere esterne, quali diretti responsabili della protezione e della tutela degli interessi della Comunità nel suo insieme: la corretta applicazione della politica commerciale comune e di alcuni aspetti della politica agricola, nonché l’attività di prevenzione e contrasto delle frodi al bilancio comunitario e dei traffici illeciti costituiscono, infatti, i principali compiti istituzionali dei servizi doganali. In relazione a tali attribuzioni il mercato interno ha, peraltro, comportato significative innovazioni. Per quanto concerne le importazioni e le esportazioni, cioè l’interscambio con i Paesi terzi, sono rimasti inalterati i controlli alle frontiere esterne: in particolare, le formalità doganali inerenti operazioni di esportazione devono essere espletate presso l’ufficio nella cui competenza territoriale è ubicata la sede dell’esportatore. E’ stata, comunque, prevista la possibilità di derogare a tale principio di carattere generale per motivi connessi all’organizzazione interna degli Stati membri ed in presenza di validi motivi debitamente comprovati all’ufficio doganale ove vengono presentate le merci: in tale ipotesi detto ufficio - qualora ritenga opportuno acquisire ulteriori elementi di giudizio - può rivolgersi, nell’ambito delle disposizioni relative alla mutua assistenza amministrativa, all’Amministrazione doganale del paese in cui, in ossequio al principio di territorialità, avrebbero dovuto essere svolte le formalità di esportazione, per sapere se le merci non siano oggetto di misure di divieto o di restrizione all’uscita verso Paesi terzi. 37 Come criterio sussidiario a quello riguardante il luogo in cui è stabilito l’esportatore, per determinare l’ufficio doganale competente a ricevere la dichiarazione doganale può essere preso in considerazione quello del luogo in cui le merci sono imballate o caricate sul mezzo di trasporto. Sono state, inoltre, previste ulteriori eccezioni nelle seguenti ipotesi: 1) quando si tratta di merci non sottoposte a divieti o restrizioni ed il cui valore per spedizione o per dichiarante non superasse i 3.000 ECU, le stesse possono essere dichiarate presso l’ufficio doganale di uscita dal territorio della Comunità; 2) nei casi in cui è ammessa la dichiarazione verbale le merci devono essere dichiarate presso la dogana di uscita dalla Comunità. Oltre alla predetta procedura ordinaria, sono state previste anche procedure semplificate, e precisamente: la possibilità di presentare dichiarazioni incomplete, e cioè mancanti di alcune indicazioni, da completare in ogni caso su un formulario unico per la dichiarazione doganale (DAU), o mancanti di taluni documenti necessari per il compimento dell’operazione; la possibilità di fare ricorso, per le merci presentate in dogana, a dichiarazioni semplificate, indicando nel DAU solo le diciture necessarie all’identificazione delle merci, da integrare successivamente con una dichiarazione complementare; la possibilità di avvalersi delle procedure di domiciliazione prescindendo dalla presentazione delle merci in dogana: questa procedura ha trovato diffusa attuazione presso quasi tutti i Paesi comunitari, sia all’esportazione che all’importazione, consentendo agli operatori di gestire le spedizioni e gli arrivi senza attendere l’intervento della dogana, con evidenti notevoli vantaggi in termini di riduzione dei tempi operativi e, quindi, dei costi. Il ricorso alle procedure domiciliate permette inoltre agli operatori di utilizzare pienamente i vantaggi offerti dallo sviluppo delle tecniche di trasporto multimodale ed all’Amministrazione doganale di programmare l’ubicazione degli uffici in località che possono strategicamente servire varie aree economico-produttive e commerciali. Per quanto riguarda le importazioni, sono possibili due soluzioni procedurali: le formalità doganali possono essere espletate nel primo ufficio doganale di ingresso nella Comunità e le merci possono quindi circolare nel territorio comunitario senza alcuna forma di controllo; si può procedere contestualmente alla immissione in libera pratica ed alla immissione in consumo presso la dogana interna nella cui competenza territoriale è compreso il luogo di destinazione finale delle merci: in tale ipotesi le merci circolano nel territorio doganale della Comunità vincolate al regime di transito comunitario esterno (T1) e presso la dogana interna di destinazione sono corrisposti sia i dazi doganali che la fiscalità interna. Per quanto concerne, invece, la circolazione di merci comunitarie, gli scambi tra Stati membri, pur dando luogo a sospensione di imposta nel Paese di partenza ed a percezioni di carattere fiscale nel Paese di destinazione finale, non sono più sottoposti a formalità di carattere doganale, ma vanno considerati alla stregua di scambi all’interno di un unico territorio, ancorché permangano sui prodotti stessi obblighi connessi con regolamentazioni di carattere fiscale. 38 Infine, il regime di transito comunitario, sia interno che esterno, è stato reso obbligatorio anche per i trasporti per via aerea, marittima ed a mezzo condutture, laddove in precedenza era soltanto facoltativo. 39 2.3. - Evoluzione del quadro normativo comunitario in materia doganale Dalla lettura dell’Atto Unico Europeo si desume chiaramente che l’Unione doganale doveva costituire il più avanzato punto di equilibrio nel processo di integrazione comunitaria e, al tempo stesso, la premessa per l’ulteriore evoluzione della Comunità. Tale consapevolezza ha indotto a ritenere il perfezionamento dell’Unione doganale e l’adozione delle disposizioni occorrenti per la sua gestione omogenea un impegno prioritario per la Comunità. In particolare, sotto il profilo normativo è stata avvertita da subito avvertita la necessità di: adottare un codice che riunisse le disposizioni di diritto doganale in precedenza contenute in un gran numero di regolamenti e direttive comunitarie al fine di uniformare, completare e semplificare la legislazione esistente; adeguare la normativa doganale in relazione alla soppressione delle frontiere interne; perfezionare i meccanismi doganali delle politiche comuni; migliorare i meccanismi decisionali; predisporre un diritto delle sanzioni in caso di mancato adeguamento alle disposizioni comunitarie. La stesura del Codice doganale comunitario, approvato con Regolamento (CEE) n. 2913/92 del 12 ottobre 1992, non è stata una mera opera di recepimento della vigente normativa doganale, in quanto si è reso necessario apportare talune significative modifiche per rendere la normativa stessa più coerente, per semplificarla e per colmare le lacune esistenti. Di fatto, si è proceduto ad una rivisitazione di tutti gli istituti doganali alla luce dei seguenti criteri-guida: necessità di individuare norme e procedure di carattere generale idonee a garantire l’applicazione uniforme delle misure tariffarie e delle altre misure instaurate sul piano comunitario per gli scambi di merci tra la Comunità ed i Paesi terzi, comprese le misure di politica agricola e di politica commerciale comune; opportunità di sopprimere, o per lo meno limitare per quanto possibile, le formalità ed i controlli doganali, in considerazione della grande importanza che il commercio esterno riveste per la Comunità; esigenza di adottare disposizioni per quanto possibili atte a prevenire qualsiasi frode o irregolarità suscettibile di recare pregiudizio al bilancio generale della Comunità; ricerca del giusto equilibrio tra compito istituzionale dell’amministrazione doganale di assicurare la rigorosa applicazione della normativa e diritto degli operatori economici ad un equo trattamento, con la conseguente possibilità di prevedere ampie possibilità di controllo da parte delle amministrazioni ed analoghe possibilità per gli operatori interessati di ricorrere contro le loro decisioni. Le stesse ragioni che hanno condotto all’adozione del codice doganale comunitario sono all’origine del Regolamento (CEE) n. 2454/93 del 2 luglio 1993, che ha riunito in un unico atto normativo le disposizioni di applicazione del diritto doganale, adattando la 40 normativa vigente alle previsioni contenute nel codice e fornendo le occorrenti precisazioni per garantire una maggiore sicurezza giuridica nella fase applicativa. Entrambi i testi hanno subìto nel tempo numerose modifiche ed integrazioni per adeguare la disciplina comunitaria all’evoluzione dei traffici commerciali, agli sviluppi delle tecniche di trasporto, ai progressi realizzati nel settore informatico, alle esigenze di semplificazione e velocizzazione delle formalità e procedure degli operatori economici ed alla necessità di tutelare adeguatamente il bilancio comunitario e di prevenire e contrastare le frodi ed i traffici illeciti: un elenco dettagliato delle modifiche intervenute dal 1993 al 2000 è contenuto nella Tabella 1. Tabella n. 1 Normativa comunitaria in materia doganale REGOLAMENTO (CEE) N. 2913/92 DEL CONSIGLIO DEL 12 OTTOBRE 1992 CHE ISTITUISCE UN CODICE DOGANALE comunitario (G.U. L 302 del 19.10.1992) Aggiornamenti: Regolamento (CE) del GUCE serie L del n. 82/97 19.12.1996 n. 17 21.01.1997 n. 955/99 13.04.1999 n. 119 07.05.1999 Atto di adesione dell'Austria, della Finlandia e della Svezia - GUCE L n. 1 del 01.01.1995 REGOLAMENTO (CEE) N. 2454/93 DELLA COMMISSIONE DEL 2 LUGLIO 1993 CHE FISSA TALUNE DISPOSIZIONI D'APPLICAZIONE DEL REGOLAMENTO (CEE) N. 2913/92 DEL CONSIGLIO CHE ISTITUISCE IL CODICE DOGANALE COMUNITARIO (G.U. L 253 dell'11.10.1993) Aggiornamenti: Regolamento (CE) del GUCE serie L del n. 3665/93 21.12.1993 n. 335 31.12.1993 n. 655/94 24.03.1994 n. 82 25.03.1994 n. 1500/94 21.06.1994 n. 162 30.06.1994 n. 2193/94 08.09.1994 n. 235 09.09.1994 n. 3254/94 19.12.1994 n. 346 31.12.1994 Atto di adesione dell'Austria, della Finlandia e della Svezia - GUCE L n. 1 del 01.01.1995 n. 1762/95 19.07.1995 n. 171 21.07.1995 n. 482/96 19.03.1996 n. 70 20.03.1996 n. 1676/96 30.07.1996 n. 218 28.08.1996 n. 2153/96 25.10.1996 n. 289 12.11.1996 rettificato con n. 314 04.12.1996 n. 12/97 18.12.1996 n. 9 13.01.1997 n. 89/97 20.01.1997 n. 171 21.01.1997 n. 1427/97 23.07.1997 n. 196 24.07.1997 n. 75/98 12.01.1998 n. 70 13.01.1998 n. 1677/98 30.07.1998 n. 212 30.07.1998 n. 46/99 08.01.1999 n. 10 15.01.1999 n. 502/99 12.02.1999 n. 65 12.03.1999 n. 1662/99 28.07.1999 n. 175 29.07.1999 n. 1602/00 24.07.2000 n. 188 26.07.2000 41 Per effetto della realizzazione del mercato unico è stato instaurato anche un regime generale dei prodotti soggetti ad accisa, in attuazione della Direttiva CEE n. 92/12 del 25 febbraio 1992, e sono stati disciplinati la detenzione, la circolazione ed i controlli dei prodotti soggetti ad accisa. I provvedimenti emanati per la regolamentazione di tale settore, applicabili alle imposte di fabbricazione e di consumo vigenti nei singoli Stati membri, hanno previsto anche l’armonizzazione delle strutture e delle aliquote delle imposte gravanti sugli oli minerali, spiriti, bevande alcoliche e tabacchi lavorati, prodotti per i quali sono state stabilite aliquote “armonizzate”: la disciplina comunitaria relativa allo specifico settore è illustrata, in dettaglio, nella Tabella 2. Tabella n. 2 Normativa comunitaria in materia di accise Direttive del Consiglio: N. 92/12/CEE del 25.02.1992; N. 92/79/CEE del 19.10.1992; N. 92/80/CEE del 19.10.1992; N. 92/81/CEE del 19.10.1992; N. 92/82/CEE del 19.10.1992; N. 92/83/CEE del 19.10.1992; N. 92/84/CEE del 19.10.1992; N. 92/108/CEE del 14.12.1992; N. 94/74/CE del 22.12.1994; N. 95/59/CE del 27.11.1995; N. 95/60/CE del 27.11.1995; N. 96/99/CE del 30.12.1996; Regolamenti della Commissione: N. 2719/92 dell'11.09.1992; N. 3649/92 del 17.12.1992; N. 2225/93 del 27.07.1993; N. 3199/93 del 22.11.1993; N. 2546/95 del 30.10.1995; N. 2559/98 del 27.11.1998; N. 31/96 del 10.01.1996 Abolite le formalità doganali, è stato completato, in attuazione della Direttiva CEE n. 91/680 del 16 dicembre 1991, anche il sistema comune di imposta sul valore aggiunto ed è iniziato il periodo transitorio (tuttora in vigore) di tassazione delle operazioni intracomunitarie nello Stato membro di destinazione, alle aliquote ed alle condizioni di quest’ultimo. Di conseguenza, il controllo doganale è stato sostituito dalla procedura di acquisizione e confronto dei dati relativi alle cessioni ed agli acquisti intracomunitari (i cosiddetti “listings”). 42 E’ stato altresì concordato un processo di armonizzazione delle aliquote IVA, che ha previsto l’applicazione di un sistema di aliquote comprendente un’aliquota normale, pari ad almeno il 15%, e, facoltativamente per gli Stati membri, una o due aliquote ridotte, con un minimo del 5%; sono state infine soppresse le aliquote maggiorate rispetto a quelle normali. Anche in tale settore si sono verificate, nel tempo, delle modifiche a fronte di specifiche esigenze economiche o procedurali: nel sottostante prospetto (Tabella 3) sono indicate le aliquote attualmente in vigore nei 15 Stati membri. Tabella n. 3 Aliquote Iva negli stati membri Stato membro Aliquota IVA ordinaria (%) Altre aliquote (%) Austria 20 10 e 12 Belgio 21 0, 1, 6 e 12 Danimarca 25 - Finlandia 22 8,17 20,6 2,1 e 5,5 16 7 17,5 0e5 Grecia 18 4e8 Irlanda 21 0 e 12,5 Italia 20 4 e 10 Lussemburgo 15 3,6 e 12 Paesi Bassi 17,5 6 Portogallo 17 5 e 12 Spagna 16 4e7 Svezia 25 6 e 12 Francia Germania Gran Bretagna E’ stato, infine, stabilito un particolare regime di cooperazione tra le Amministrazioni degli Stati membri e la Commissione in materia di applicazione dell’IVA (Regolamento CEE n. 218/92), attuato attraverso lo scambio di informazioni sulle transazioni intracomunitarie per mezzo di un sistema di archiviazione e trasmissione elettronica di dati al fine di controllare la corretta applicazione dell’IVA da parte degli operatori soggetti al tributo negli Stati membri. Un’ulteriore rilevante iniziativa normativa è costituita dalla Decisione n. 210/97/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 dicembre 1996 con la quale è stato adottato un programma d’azione doganale nella Comunità: muovendo dalla constatazione che, anche dopo il 1° gennaio 1993, ancora sussistono differenze sostanziali tra i mercati domestici dei Paesi europei ed il mercato interno ed occorre pertanto favorire l’evoluzione del mercato interno verso un vero e proprio “mercato domestico europeo”, è stata ravvisata la necessità di individuare ed attuare orientamenti strategici per meglio definire il ruolo che la dogana è destinata a svolgere nella Comunità. Il programma d’azione, denominato programma Dogana 2000, è stato attuato per il periodo dal 1° gennaio 1996 al 31 dicembre 2000 e successivamente prorogato al 31 dicembre 2002 con Decisione del Parlamento europeo e del Consiglio n. 105/2000/CE del 43 17 dicembre 1999: con tale strumento è stato approntato un quadro comune di obiettivi per migliorare l’efficacia e l’uniformità delle operazioni doganali nell’ambito del mercato interno. Tali obiettivi rispondono principalmente all’esigenza di garantire un’applicazione del diritto comunitario che assicuri risultati equivalenti in ogni punto del territorio doganale dell’Unione, al fine di evitare distorsioni di traffico, proteggere gli interessi finanziari della Comunità e fornire un livello equivalente di protezione ai cittadini ed agli operatori economici comunitari, pur garantendo la fluidità necessaria alle operazioni di commercio estero. Altri punti qualificanti sono l’attenzione dedicata alla formazione dei funzionari doganali per attuare un servizio doganale di qualità e l’auspicata trasparenza ed efficacia dell’azione doganale a beneficio del commercio legittimo attraverso il rafforzamento delle relazioni tra le Amministrazioni doganali, gli ambienti economici, giuridici e scientifici e gli operatori del commercio estero Per conseguire detti risultati è stato previsto un monitoraggio permanente della normativa e delle procedure comunitarie, il miglioramento dei metodi di lavoro (adozione dell’analisi dei rischi, ricorso alle tecniche di audit, promozione delle procedure semplificate, ricorso al trattamento informatizzato delle procedure doganali, conclusione di protocolli di accordo con gli operatori economici) e l’intensificazione della lotta alla frode. 44 2.4. – Missioni istituzionali ed assetti organizzativi delle Amministrazioni doganali europee I dati disponibili sulla organizzazione delle dogane comunitarie riguardano il Regno Unito, la Francia e l’Olanda. Nel Regno Unito l’attività doganale è svolta dal Board of Customs and Excise, controllato dal Ministero del Tesoro. Il Cancelliere dello Scacchiere, Capo del Ministero del Tesoro, coadiuvato dal Segretario alle Finanze, è responsabile per la definizione delle direttive e per la contabilità del Board of Customs ed il Tesoro risponde al Parlamento per l’operato del Board. Il Board, la cui consistenza organica ammonta a circa 23.000 unità, è articolato, a livello centrale, in 7 Direzioni (Personale e Finanza, Servizi Operativi Centrali, Servizi Operativi di Prevenzione, Servizi Operativi per la Compliance, Politiche Doganali, Accise e Politiche Centrali, Politiche IVA) ed al livello periferico in unità di staff (Headquarters:4), unità operative intermedie (Compliance Divisions:3) ed unità operative (Collections:14). Gli Headquarters sono servizi centralizzati competenti per le funzioni inerenti a IVA, dogane e accise, personale, finanza, contabilità, affari legali, formazione, informatica, statistiche, assistenza internazionale. Le Compliances definiscono le linee direttive di indirizzo per le operazioni svolte dalle Collections in materia di analisi del profilo dei contribuenti a maggior rischio di evasione; predispongono i dati statistici sul commercio; delineano piani operativi orientati al cliente; definiscono i processi ed individuano gli obiettivi strategici; coordinano i progetti seguendo anche gli aspetti relativi al sistema informativo. Le Collections provvedono alla riscossione dei dazi, dell’IVA e delle accise, alle verifiche contabili, ai controlli sulle importazioni ed esportazioni ed in materia di contrabbando, narcotraffico, armi, beni sensibili, pedofilia. L’attività antifrode è effettuata prevalentemente a livello nazionale dal National Investigation Service e dal National Intelligence Division in cooperazione con la polizia ed altri organismi investigativi. In Francia le attività fiscali sono svolte all’interno del Ministero dell’Economia, Finanza e Industria: al Segretario di Stato per il Bilancio, che riferisce al Ministro, rispondono la Direzione generale delle Imposte e la Direzione Generale delle Dogane e Imposte Indirette. La Direzione Generale delle Dogane, oltre ad un Ufficio per gli Affari Generali e ad un Capo dei Servizi, è suddivisa in sei Direzioni Centrali (Direzione per il personale ed il budget, Direzione informatica, statistica e studi economici, Direzione affari giuridici, contenzioso e lotta alla frode, Direzione unione doganale e cooperazione internazionale, Direzione imposte indirette) e tre Servizi (Servizio ispettivo, Ufficio per l’informazione e la comunicazione, Ufficio per il coordinamento degli affari europei). Nell’ambito della Direzione Generale operano, inoltre, la Direzione nazionale dell’informazione e delle indagini doganali, la Direzione nazionale dell’assunzione e della formazione professionale, la Direzione nazionale della garanzia e dei servizi, il Centro informatico doganale e la Direzione nazionale delle statistiche e del commercio estero. I servizi e la gestione operativa sono svolti, sul territorio nazionale, tramite 10 Direzioni interregionali e regionali. Ogni Direzione comprende una Ricevitoria regionale, un Centro di informazione, di orientamento e di controllo, Uffici di staff per la consulenza 45 agli utenti e Divisioni territoriali, a loro volta articolate in Uffici doganali, che gestiscono le operazioni di sdoganamento e la circolazione dei prodotti soggetti ad accise, e Servizi di sorveglianza, che effettuano i controlli su merci, viaggiatori e mezzi di trasporto. L’organico della Direzione Generale conta circa 20.000 addetti. In Olanda la gestione delle dogane rientra tra le competenze della Direzione Generale Tasse e Dogane, responsabile per l’applicazione delle disposizioni legislative e regolamentari predisposte dalla Direzione Generale per le Politiche Fiscali, Doganali e la Legislazione. Le funzioni della Direzione Generale Tasse e Dogane sono essenzialmente di coordinamento, indirizzo e supporto. La Direzione Generale si articola in 7 Direzioni: 4 Direzioni per il supporto fiscale e tecnico, che compongono la Divisione dell’Amministrazione Tasse e Dogane (Tasse e affari legali, Affari doganali, Imposte dirette, Imposte indirette); 3 Direzioni per il supporto all’amministrazione (Pianificazione e controllo, Personale e organizzazione, Controllo di gestione). Le scelte strutturali dell’Amministrazione rispondono ad una politica tipo businesslike, che ha portato a concentrare tasse e dogane in un’unica Amministrazione ed a centralizzare determinate attività di supporto che vengono condivise ed utilizzate dalle diverse realtà operative esistenti a livello locale. Tali strutture sono utilizzate nelle aree relative all’automazione, alla formazione, alla comunicazione ed ai servizi generali. A livello periferico intermedio operano 4 Unità di supporto: laboratorio, attrezzato per l’analisi chimica dei campioni di merci; centro informazioni doganali, che raccoglie, elabora e diffonde tutte le informazioni necessarie per l’adempimento delle funzioni doganali e per la definizione dell’analisi dei rischi; unità centrale di controllo, responsabile per i sistemi informatici, la misurazione delle tariffe relative ad importazioni, esportazioni e transito merci ed effettua l’imposizione e la riscossione dei diritti doganali e delle accise; servizi centrali per import/export, responsabile per l’emissione delle licenze, per l’attività relativa alla esportazione di beni sensibili ed alla ridistribuzione delle quote economiche sulle importazioni. La gestione operativa è articolata in 7 Distretti, mentre a livello locale operano 261 Uffici con 35 postazioni doganali che seguono il processo dichiarativo (imposizione e riscossione diritti doganali ed accise; monitoraggio delle merci e controllo del traffico transfrontaliero). La dotazione organica della Direzione Generale è costituita da 5.500 unità. Un progetto di benchmarking internazionale effettuato nel 1999 per comparare la struttura organizzativa del sistema doganale nei tre Paesi ha consentito di individuarne le missioni istituzionali, le funzioni ed i risultati attesi, che possono essere sintetizzati come segue: 46 REGNO UNITO Fornire servizi di elevata Missioni Istituzionali qualità in campo fiscale e doganale in accordo con gli obiettivi prefissati dall’Amministrazione FRANCIA OLANDA riscuotere le risorse controllo in materia di finanziarie per lo Stato, le importazioni, esportazioni e collettività locali e l’Unione transito merci Europea, partecipare alla evoluzione della regolamentazione fiscale essere al servizio dello sviluppo economico Lottare contro la frode Funzioni gestione e riscossione dei diritti doganali, accise, IVA ed imposte di fabbricazione gestione e riscossione di controllo delle importazioni, diritti doganali, accise, IVA esportazioni e transito delle ed imposte di fabbricazione merci protezione delle imprese garantendo il rispetto dei divieti e delle limitazioni di esportazioni/importazioni la gestione delle informazioni e delle statistiche commerciali protezione delle imprese, garantendo il rispetto dei divieti e delle limitazioni di esportazioni/importazioni gestione delle informazioni e delle statistiche commerciali riduzione delle frodi riduzione delle frodi imposizione e riscossione dei diritti doganali e delle accise sulle importazioni applicazione delle leggi e dei regolamenti olandesi e dell’Unione Europea in materia doganale consulenza sulle questioni di consulenza sulle questioni funzioni non fiscali di politica economica e fiscale di politica economica e interesse sociale: operazioni fiscale anti-droga e contro il traffico di armi, tutela della salute pubblica e dell’ambiente Risultati attesi intensificazione della lotta alla frode maggiore efficacia delle servizio di qualità al cittadino servizio di qualità al utente, riduzione degli oneri cittadino utente e riduzione ispezioni, puntando sulla per le aziende ed il degli oneri per le aziende ed centralizzazione delle il commercio informazioni e della commercio knowledge, sull’analisi dei rischi e sull’ottimizzazione dei processi sviluppo della professionalità aumento delle ispezioni per e della cultura aziendale fini “non fiscali” promozione della cooperazione tra le diverse unità esecutive Procedendo ad un raffronto tra le attuali strutture che si occupano di attività doganale nei paesi in esame è noto che in Italia la riforma dell’Amministrazione finanziaria 47 ha portato all’istituzione delle 4 agenzie fiscali: entrate, dogane, territorio e demanio. La struttura che regola l’attività doganale, per quanto concerne la sua organizzazione si articola in uffici centrali, regionali e locali; i primi due aventi funzioni di programmazione, indirizzo, coordinamento e controllo, ed il terzo con funzioni operative. Sono organi dell’agenzia il Direttore, il Comitato Direttivo ed il Collegio dei Revisori dei Conti, che esercitano le attribuzioni demandate dallo Statuto. Il Direttore dell’agenzia presiede inoltre anche un apposito Comitato di Coordinamento Strategico, istituito per indirizzare e monitorare la corretta attuazione delle strategie. Per quanto riguarda il Regno Unito entrambe le attività sopraccitate (programmazione e coordinamento strategico) vengono svolte dalle “Compliances”, che sono unità operative intermedie che si occupano anche della definizione delle linee direttive di indirizzo delle “Collections” (unità operative a livello locale). In Francia, l’attività di programmazione viene svolta da una delle sei Direzioni Centrali, la direzione statistica e studi economici, mentre, a livello locale operano 10 direzioni interregionali e regionali. Non diversa dalla precedente appare la situazione dell’Olanda, dove le funzioni di coordinamento ed indirizzo sono espletate dalla Direzione Generale Tasse e Dogane, suddivisa in 7 Direzioni. A livello locale operano invece 261 Uffici che seguono il processo dichiarativo. Per quanto riguarda l’Italia, all’interno dell’Agenzia delle Dogane, si possono individuare 4 aree che operano a livello centrale e che costituiscono strutture di vertice: • area personale, organizzazione e informatica; • area affari giuridici e contenzioso; • area gestione tributi e rapporto con gli utenti; • area verifiche e controlli tributi doganali e accise. Sono altresì da considerare come strutture di vertice a livello centrale anche i seguenti uffici: • pianificazione strategica controllo; • audit interno; • amministrazione e finanza • relazioni Internazionali; • comunicazioni e relazioni esterne; • strategie per l’innovazione tecnologica; • antifrode. Quest’ultimo ufficio individua le strategie di contrasto degli illeciti tributari ed extratributari, effettua azioni di monitoraggio sulla fenomenologia degli illeciti, indirizza e coordina le relative attività sia a livello nazionale che nella cooperazione internazionale, svolge attività di contrasto agli illeciti tributari ed extratributari nei casi di particolare rilevanza, delicatezza ed importanza per l’economia nazionale o per competenze territoriali che investono ampie aree del paese. Nel Regno Unito l’attività antifrode viene svolta prevalentemente a livello nazionale dal “National Investigation Service” e dal “National Intellegence Division” in cooperazione con la Polizia ed altri organismi investigativi; in Francia il controllo è esercitato da parte di una delle sei Direzioni Centrali (Dir.ne Affari Giuridici, contenzioso e lotta alla frode) facenti parte della Direzione Generale delle Dogane, mentre in Olanda l’attività antifrode è esercitata dalla Direzione denominata “Affari Doganali” e che costituisce una delle quattro Direzioni per il supporto fiscale e tecnico tra le sette operanti nell’ambito della Direzione Generale Tasse e Dogane. 48 Per quanto attiene alla gestione dell’I.V.A., in Italia la stessa viene effettuata dall’Agenzia delle Entrate e dall’Agenzia delle Dogane. Per la prima, come già sottolineato, il passaggio dell’amministrazione finanziaria ad un modello organizzativo per agenzie ha portato ad una accelerazione del processo di ristrutturazione. I nuovi uffici unici, subentrati ai vecchi uffici I.V.A. ed agli uffici distrettuali delle imposte dirette e del registro, sono, fra l’altro, responsabili dell’accertamento e della riscossione dell’IVA interna (nazionale e comunitaria). Le attività di cui è responsabile l’Agenzia delle Dogane in materia di IVA sono relative, da una parte, all’accertamento ed alla riscossione dell’imposta all’importazione da paesi terzi, e, dall’altra, all’acquisizione degli elenchi riepilogativi delle cessioni e degli acquisti intracomunitari (listings INTRA) ed ai controlli ex-post in materia (svolti anche dagli Uffici dell’Agenzia delle entrate e dalla Guardia di finanza). Anche in Francia l’ufficio competente in materia di I.V.A. (T.V.A.-Taxe sur la Valeur Ajoutée) fa parte delle 4 sottodirezioni facenti capo al Directeur de la lègislation fiscale adjoint au Directeur Général, e pertanto non inserito nel circuito delle attività doganali. Diversamente da quanto accade in Italia e in Francia, nel Regno Unito gli uffici preposti alla riscossione dell’I.V.A. sono le già nominate Collections, che provvedono anche alla riscossione dei dazi e delle accise ed a tutta una serie di controlli sulle importazioni ed esportazioni. In Olanda l’I.V.A. viene riscossa a livello locale per il tramite di 261 uffici con 35 postazioni doganali che seguono il processo dichiarativo (imposizione e riscossione diritti doganali ed accise e monitoraggio delle merci). 49 3. - L’AMMINISTRAZIONE DOGANALE ITALIANA DI FRONTE ALLE SFIDE DEL MERCATO INTERNO EUROPEO 3.1. - Evoluzione del quadro normativo nazionale: normazione primaria e secondaria L’adeguamento del sistema doganale alle esigenze poste dalla realizzazione del mercato interno europeo è stato attuato mediante una sistematica opera di normazione volta a modificare, aggiornare ed integrare le disposizioni nazionali in materia, uniformandole agli indirizzi ed agli orientamenti emersi in sede comunitaria: a tal fine si è reso necessario apportare numerose e sostanziali modifiche ed integrazioni al Testo Unico delle disposizioni legislative in materia doganale, approvato con D.P.R. 23 gennaio 1973, n. 43. Sotto tale profilo il decreto legislativo 8 novembre 1991, n. 374, ha introdotto numerose innovazioni i cui aspetti più significativi hanno riguardato: - l’orario degli uffici doganali; - la non obbligatorietà della verifica fisica delle merci; - la modifica della disciplina della revisione dell’accertamento; - la previsione di procedure doganali semplificate; - la nuova regolamentazione dell’istituto delle procedure di domiciliazione. L’orario di apertura degli uffici doganali, articolato in dieci ore al giorno dalle 8,00 alle 18,00, con esclusione del sabato, giorno in cui gli uffici sono aperti dalle 8,00 alle 14,00, è stato introdotto in sintonia con le disposizioni comunitarie e con i principi di economicità e celerità che caratterizzano l’interscambio commerciale: in un contesto economico internazionale contraddistinto da ritmi accelerati di produzione, spedizione e trasporto per l’acquisizione di nuovi spazi di mercato, la possibilità di minimizzare i costi (per le prestazioni rese dalle ore 14,00 alle ore 18,00 è stata eliminata l’indennità di fuori orario) e di ridurre i tempi di espletamento delle formalità doganali (effettuabili fino alle ore 18,00 senza ricorrere a prestazioni di lavoro straordinario da parte del personale) sono state introdotte per aumentare la competitività delle imprese nazionali. Alla stessa logica si è ispirato il principio della non obbligatorietà della verifica fisica delle merci e all’eventuale effettuazione della stessa a sondaggio, sulla base di criteri selettivi, sia programmati che casuali, al fine di rendere più rapido lo svincolo delle merci e contestualmente più efficace ed incisiva l’azione di controllo mediante interventi mirati. La previsione di procedure semplificate per la presentazione della dichiarazione doganale (dichiarazione incompleta, periodica, riepilogativa) è stata introdotta per venire incontro alle esigenze degli operatori di attribuire alla merce l’esito doganale voluto, pur in assenza di tutte le indicazioni o i documenti di norma richiesti, ovvero mediante la presentazione di documentazione amministrativa, commerciale o di trasporto. Con apposito regolamento (D.M. Del 28 gennaio 1994, n. 254) sono state precisate le modalità inerenti le semplificazioni per l’entrata delle merci nel territorio doganale. A fronte della maggiore fiducia accordata agli operatori, è stato previsto un più ampio potere discrezionale in sede di controllo a posteriori: in tale ottica è stata prevista l’elevazione del termine per operare la revisione di accertamento da sei mesi a tre anni, 50 come stabilito dalla normativa comunitaria, e la possibilità di procedere alla verifica di più operazioni. Un’altra innovazione ha riguardato le procedure di domiciliazione, la cui disciplina applicativa è stata dettata con D.M. 11 dicembre 1992, n. 548: in considerazione dei vantaggi che derivano agli operatori dal ricevere direttamente nei propri impianti anche le merci ancora vincolate a dogana e dal poterne disporre immediatamente senza l’intervento di quest’ultima oppure dallo inviarle all’estero in analoghe condizioni, è stata prevista una diffusa possibilità di ricorso a tale istituto, ampliando sia la sfera dei possibili destinatari, sia le destinazioni doganali consentite. Altro intervento normativo volto ad innovare le disposizioni nazionali per armonizzarle con quelle comunitarie è costituito dal decreto legislativo 8 novembre 1991, n. 376, che ha riordinato la disciplina doganale riguardante i magazzini generali ampliando la tipologia delle merci da introdurre in relazione al loro status (sia estere che nazionali, da esportare o da destinare al mercato interno), semplificando le procedure di introduzione, consentendo l’assoggettamento delle merci al regime di deposito, con la connessa possibilità di beneficiare del regime doganale sospensivo, anche senza l’introduzione fisica delle stesse nel magazzino generale o deposito doganale. Con specifici regolamenti sono stati disciplinati i programmi e criteri in materia di visita fisica della merci presentate in dogana (D.M. 28 gennaio 1994, n. 255), nonché le modalità del servizio di riscontro, effettuato allo scopo di controllare la corrispondenza dei colli e delle merci alla rinfusa in uscita dagli spazi doganali con i documenti doganali che li scortano, e per l’identificazione delle merci sottoposte a vincoli doganali. Ulteriori interventi legislativi sono stati realizzati nel tempo per conformare alla disciplina comunitaria o adattare alle mutate esigenze dei traffici commerciali talune specifiche disposizioni del richiamato T.U.L.D.. In particolare, la legge 27 dicembre 1997, n. 449 ha modificato la disciplina in materia di versamento delle accise e degli interessi sui diritti doganali; la legge 8 maggio 1998, n. 146 ha provveduto a conformare la disciplina nazionale relativa alla rappresentanza in dogana alle disposizioni comunitarie, precisando che la rappresentanza indiretta è libera e che la rappresentanza diretta è riservata agli spedizionieri doganali iscritti nell’albo professionale limitatamente alle dichiarazioni in dogana; la legge 25 luglio 2000, n. 213 ha ampliato la sfera di attività degli spedizionieri doganali e dei centri di assistenza doganale (CAD), di cui alla legge 6 febbraio 1992, n. 66, prevedendo, tra l’altro, la possibilità per entrambi di asseverare i dati contenuti nelle dichiarazioni da presentare agli uffici finanziari. Per quanto concerne l’IVA all’importazione, il testo normativo di riferimento continua ad essere il D.P.R. 26 ottobre 1972, n. 633 - Titolo V: sono stati tuttavia emanati numerosi provvedimenti amministrativi per disciplinare i nuovi adempimenti a carico degli uffici doganali in materia di controlli sulla veridicità e correttezza degli scambi intracomunitari. L’abolizione delle frontiere fiscali ha comportato una revisione anche della disciplina in materia di imposte di fabbricazione e consumo: in alcuni casi gli istituti previsti dalla normativa comunitaria erano già noti ed in uso a livello nazionale e si è reso necessario solo introdurre una nuova terminologia ( accisa, deposito fiscale, deposito autorizzato, operatore registrato e non registrato, rappresentante fiscale), mentre profondamente innovativi sono stati gli aspetti concernenti i criteri con i quali vengono stabiliti l’oggetto del tributo e le modalità di gestione e di controllo delle operazioni rilevanti ai fini della tassazione. 51 In particolare, è stata trasformata l’attività di controllo degli Uffici tecnici di finanza che, ai fini dell’accertamento quantitativo e qualitativo dei prodotti realizzati, sono tenuti a presidiare continuativamente solo gli stabilimenti di produzione, mentre negli altri stabilimenti il controllo si trasforma da controllo preventivo a controllo a posteriori, sulla base dei bilanci di materia ed energetici e di ogni altra evidenza tecnica idonea a dare riscontro oggettivo alle risultanze contabili. Inoltre, agli stessi operatori è stato consentito di emettere i documenti di accompagnamento per la “scorta” dei prodotti soggetti ad accisa (DAA). In conseguenza dell’adeguamento sostanziale e formale dello specifico settore impositvo alla disciplina comunitaria è stata avvertita l’esigenza di provvedere al coordinamento di tutto l’assetto normativo per consentire agli uffici ed agli operatori di disporre di uno strumento idoneo a chiarire i rispettivi adempimenti in un quadro normativo di certezza dei diritti e degli obblighi collegati alla imposizione indiretta sulla produzione e sui consumi: a tal fine è stato emanato il Testo Unico delle accise, approvato con decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504. Altri interventi normativi, con incidenza settoriale specifica, sono stati attuati nel corso degli anni successivi, come risulta dall’elenco di cui alla Tabella 4. Tabella n. 4 Normativa nazionale in materia di accise Testo Unico approvato con decreto legislativo 26.10.1995 n. 504; Modifiche ed integrazioni in materia di accise: - art. 3, commi da 12 a 17 della legge 28.12.1995, n. 549; - art. 2, comma 127 e art. 3, comma 143, lett. e, punto 3 e comma 149, lett. l della legge 23.12.1996, n. 662; - art. 4 del D.L. 31.12.1996, n. 669, convertito con modificazioni nella legge 28.02.1997, n. 30; - art. 10, comma 4 del dec. leg.vo 18.12.1997, n. 473; - art. 17, commi da 29 a 33 della legge 27.12.1997, n. 449; - art. 8 e 21 della legge 23.12.1998, n. 448; - art. 2, 22 e 23 della legge 18.02.1999, n. 28; - art. 10 della legge 23.12.1999, n. 488 52 3.2. – Evoluzione dei modelli organizzativi Fin dal 1990 l’Amministrazione doganale italiana ha avviato una radicale trasformazione sotto il profilo normativo, strutturale, organizzativo e procedurale che ha interessato tutte le attività, tributarie ed extratributarie, concernenti sia il settore doganale che quello della imposizione indiretta sulla produzione e sui consumi. La prima tappa di tale processo di rinnovamento, originato dalla necessità di prepararsi a far fronte ai nuovi impegni nei confronti della Comunità e degli altri partners comunitari, è rappresentata dalla istituzione del Dipartimento delle Dogane e delle Imposte Indirette, avvenuta con decreto legislativo 26 aprile 1990, n. 105: l’obiettivo era quello di rinnovare l’ordinamento, la struttura, le competenze e la gestione operativa delle dogane italiane, attribuendo al nuovo organismo un’autonomia funzionale adeguata al dinamismo cui devono essere improntati i servizi doganali ed alle esigenze della produzione e del commercio, garantendo nel contempo la sicurezza fiscale e la tutela degli interessi comunitari, assicurando la diretta connessione tra gli uffici operativi ed i centri di indirizzo nazionali, comunitari ed internazionali e prevedendo il costante e non mediato rapporto con gli operatori economici. A questa esigenza voleva rispondere l’istituzione del Dipartimento delle dogane e delle imposte indirette, costituito dalla Direzione Generale, articolata in tre Direzioni Centrali (Affari generali, personale e servizi informatici e tecnici; Servizi doganali; Imposizione indiretta sulla produzione e sui consumi), e da 14 Direzioni compartimentali su base regionale o interregionale, dalle quali dipendevano le Circoscrizioni doganali (n. 48)7, gli Uffici tecnici di finanza (n. 41), i Laboratori chimici (n. 17)8. La ripartizione tra attività gestionali e servizi tecnici in materia doganale, di accise e di laboratori chimici (riprodotta anche a livello compartimentale) veniva introdotta per marcare la specificità degli istituti e fornire prestazioni di qualità nei rispettivi settori di competenza. Tale scelta veniva stata determinata anche da un ulteriore duplice ordine di considerazioni: in primo luogo la constatazione della raggiunta uniformità nella regolamentazione comunitaria degli istituti doganali a fronte della sola armonizzazione conseguita nel settore fiscale ed in secondo luogo la diversità dei presupposti che regolano sia la nascita dell’obbligazione doganale e fiscale, sia le modalità di circolazione intracomunitaria delle merci. Mentre la redistribuzione delle competenze e la riallocazione delle risorse nell’ambito della Direzione Generale venivano realizzate per adeguarne il modello organizzativo ai mutamenti tecnici e culturali che sarebbero stati indotti dall’attuazione del mercato interno, sugli uffici operativi (Circoscrizioni doganali ed Uffici tecnici di finanza) le modifiche nel volume complessivo delle attività e la diversificazione delle stesse sarebbero state determinate dalla evoluzione delle dinamiche di contesto. Il processo di trasformazione organizzativa ha vissuto una nuova fase e visto una decisiva accelerazione con l’istituzione, insieme con le altre tre Agenzie fiscali, dell’Agenzia delle dogane, divenuta operativa con il 1°gennaio 2001. Il nuovo modello organizzativo, che realizza un decentramento delle funzioni e delle responsabilità, è finalizzato, da una parte, all’imprenditorializzazione dell’attività amministrativa ed al potenziamento del ruolo manageriale anche dei titolari delle strutture territoriali, e, 7 Dalle 48 Circoscrizioni doganali dipendono: 102 Dogane principali (di cui le 48 Direzioni Circoscrizionali), 47 Dogane secondarie, 224 Sezioni doganali, 111 Posti doganali e 32 Posti di osservazione. 8 1 Laboratorio Chimico Centrale, 12 Laboratori Chimici e 4 Laboratori Chimici specializzati 53 dall’altra, al recupero del fondamentale ruolo degli uffici centrali di programmazione, indirizzo, coordinamento e controllo dell’intera struttura. La progettazione di dettaglio delle strutture centrali e regionali, coerente con il nuovo modello organizzativo delineato, ha consentito di attivare le predette strutture a decorrere dal 18 aprile 2001, con determinazione direttoriale del 26 marzo 2001. Il nuovo assetto organizzativo, caratterizzato, essenzialmente, dal passaggio da una struttura organizzata per "tributi" ad una organizzata per "servizi" (o "funzioni"), onde assicurare una maggiore unitarietà di gestione superando la tradizionale frammentazione, è finalizzata, altresì a raggiungere i seguenti obiettivi: 1) migliorare il presidio sulla gestione delle risorse a disposizione delle strutture operative; 2) promuovere all'esterno l'immagine dell'Agenzia e dedicare particolare cura alla comunicazione istituzionale; 3) presidiare efficacemente le attività a carattere internazionale, anche ai fini di una maggiore tutela degli interessi nazionali; 4) assicurare una maggiore efficacia delle attività di contrasto alle frodi. In linea con il perseguimento di questi obiettivi, a livello centrale sono state attivate: strutture di line, di supporto agli uffici operativi, per indirizzare le attività verso una sempre maggiore efficacia dell'azione ed un miglioramento della qualità dei servizi resi agi i u ten ti, all'Amministrazione finanziaria e all’Unione Europea, quali l'Area Gestione tributi e rapporto con gli utenti, l' Area Verifiche e controlli Tributi doganali ed accise- laboratori chimici, l'Area Affari giuridici e contenzioso, l'Area Personale, Organizzazione e informatica; strutture di staff, di supporto al Direttore, per la pianificazione, il controllo ed il monitoraggio delle risorse e delle attività, quali Pianificazione Strategica, Amministrazione e Finanza, Strategie per l'innovazione tecnologica ed Audit, nonché per il presidio di particolari attività, quali Relazioni Internazionali, Comunicazione e Relazioni Esterne e Antifrode. Nella rivisitazione delle funzioni delle strutture centrali si è tenuto conto del ruolo decisionale e manageriale da assegnare alle Direzioni regionali, realizzando un decentramento di funzioni connesse con l'acquisizione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali. Per le Direzione regionali, che rappresentano a livello territoriale (regionale o interregionale) l'Agenzia delle Dogane, il modello organizzativo definito è speculare a quello centrale con strutture di: staff, con funzioni di supporto al Direttore regionale nel governo complessivo della struttura e degli uffici dipendenti; line, con funzione di indirizzo e consulenza tecnica nell' applicazione e traduzione a livello operativo delle metodologie e dei processi definiti a livello centrale. Le Direzioni regionali costituiscono quindi lo snodo tra le strategie e gli indirizzi definiti a livello centrale e l' operatività affidata agli uffici locali. Per il livello locale, con la costituzione di Uffici integrati delle dogane è previsto il potenziamento del ruolo del dirigente sotto il profilo manageriale, al fine di realizzare 54 strategie unitarie di intervento in materia di gestione dei tributi e di prevenzione e repressione delle violazioni, nel rispetto di obiettivi di efficienza, efficacia ed economicità della gestione. A tal fine, nel corso del 2001 è stato effettuato lo studio di fattibilità finalizzato all’attivazione degli uffici integrati delle Dogane, nonché la progettazione del modello organizzativo degli uffici stessi. Fonte primaria di riferimento di tale studio è l'articolo 7 del Regolamento di amministrazione dell'Agenzia che definisce gli uffici locali come presidi territoriali che integrano le funzioni ed i compiti delle Dogane e degli Uffici Tecnici di Finanza e che, insieme con i Laboratori chimici, assicurano sul territorio di competenza la programmazione ed il conseguimento degli obiettivi operativi assegnati e garantiscono un contatto costante con la platea degli operatori e dei contribuenti. Nell' ambito di tale studio è stata predisposta una prima ipotesi di dislocazione degli uffici e, al fine di iniziare la sperimentazione del modello organizzativo da adottare, sono stati individuati i primi due uffici da attivare. La scelta si è basata sostanzialmente su criteri di semplicità di attivazione e di economicità, e, di conseguenza, sono state privilegiate realtà territoriali di dimensioni contenute, che non necessitassero di pesanti adeguamenti strutturali. Con la Determinazione Direttoriale 2101/UD del 6 dicembre 2001 sono stati istituiti in via sperimentale gli uffici integrati delle dogane di Biella e Vercelli. Si è, però, scelto di rendere operativi tali Uffici solo a partire dal 2 gennaio 2002, allo scopo ti ridurre l'impatto della riorganizzazione sugli uffici operativi già pesantemente coinvolti nell'operazione di "change over" per l'introduzione della nuova divisa comunitaria. La completa attuazione degli Uffici integrati richiederà un percorso che impegnerà l’Agenzia fino al 2004, compatibilmente con le risorse finanziarie di cui potrà disporre. Il processo di rinnovamento organizzativo non si è esaurito con l'attivazione delle strutture di vertice, ma, nella consapevolezza che era inevitabile una fase di "rodaggio", è stata programmata ed avviata, a partire dalla seconda metà del 2001, l'analisi dei processi all'interno di ciascuna unità organizzativa, sia a livello centrale che regionale, al fine di censire i processi di ciascuna unità organizzativa, definire le eventuali criticità, attraverso l'individuazione del "gap" tra situazione attuale e situazione "vision", ed i necessari interventi correttivi. Utilizzando una metodologia (Winograd-Flores) già applicata, con risultati positivi, nell'ambito del Progetto "Nuovo Sistema Doganale" per l'analisi di dettaglio dei processi operativi degli Uffici doganali, sono stati focalizzati i servizi offerti ed i processi che ne consentono l'erogazione, evidenziando i protagonisti ed i criteri per la soddisfazione del "cliente" quale fruitore del servizio, sulla base di nuove logiche di lavoro, non più orientate alla sola corretta esecuzione di compiti (adempimenti) ma finalizzate al conseguimento dei risultati complessivi programmati (obiettivi). Una prima fase del lavoro ha consentito di identificare, rappresentare ed analizzare, mediante il coinvolgimento di tutte le strutture interessare - sia a livello di direttori di Area e di Staff che di dirigenti o responsabili dei singoli uffici - tutti i processi presenti a livello centrale, evidenziandone le principali criticità e i conseguenti interventi da porre in essere. In particolare, in questa fase sono state analizzate sia le interrelazioni tra la Direzione, gli Uffici delle Strutture Centrali e le Direzioni Regionali, sia i processi di comune interesse; è stata altresì completata la descrizione dei processi di specifica competenza di ciascuna Area o Ufficio di staff. 55 Una seconda fase di tale lavoro, il cui completamento è previsto entro il 2002, consentirà un'analisi più dettagliata dei processi più rilevanti, attraverso l'identificazione degli input di innesco, degli output attesi, del responsabile e degli attori coinvolti, nonché degli eventuali strumenti a supporto dello scambio di informazioni. Tale approfondimento consentirà di individuare le eventuali criticità inerenti a specifici processi, al fine di fornire indicazioni per una migliore individuazione delle funzioni assegnate a ciascuna struttura e per l'eventuale revisione di alcuni processi interni. 56 4.- AZIONI SVOLTE 4.1.- Riallocazione del personale ed ottimizzazione del suo impiego 4.1.1.- Le nuove esigenze poste dalla realizzazione del mercato interno europeo Quanto esposto nel precedente paragrafo 3.2, per quanto riguarda gli sviluppi organizzativi dettati dalla preparazione alle nuove logiche del mercato interno, agli inizi degli anni ’90, e dall’adeguamento ai nuovi modelli operativi delle pubbliche amministrazioni definiti a conclusione del complesso processo di riforma avviato con la legge 241/90, continuato con il d.lgs.29/93, con le leggi 20/94, 57/97 e 94/97 e in qualche modo conclusosi con il d.lgs.300/99 e successive modificazioni e integrazioni. Sul piano più specificamente operativo, l’allora Dipartimento delle Dogane, ha continuato ad essere impegnato ad assicurare: - la corretta percezione dei diritti doganali provvedendo al relativo accertamento; - la regolare instaurazione e conclusione dei regimi doganali sospensivi e del regime dell’esportazione; - il rispetto delle misure di politica economico-commerciale che sono collegate agli scambi da e per l’estero, quali meccanismi regolatori degli scambi commerciali e dei flussi di merce (divieti, misure di restrizione, embargo); - l’osservanza, in relazione allo svolgimento delle operazioni e dei controlli doganali, delle disposizioni relative ai flussi di merci da e per l’estero, poste a tutela di interessi pubblici individuati dall’ordinamento comunitario e/o statuale (misure sanitarie, fitosanitarie, di protezione del patrimonio artistico, della proprietà intellettuale, dei marchi di fabbrica, ecc.); - l’individuazione, il contrasto e la repressione delle frodi e dei traffici illeciti, nonché la gestione del contenzioso relativo nelle attribuzioni di competenza; - i controlli a posteriori presso le imprese per accertare la correttezza formale e sostanziale delle operazioni doganali. Una volta abbattute, con il 1° gennaio 1993, le barriere fiscali, il Dipartimento ha avuto inoltre l’obbligo di assicurare: - la ricezione degli elenchi riepilogativi delle cessioni e degli acquisti intracomunitari di beni; l’acquisizione dei relativi dati e la fornitura degli stessi al Dipartimento delle Entrate, ai fini della sorveglianza del rispetto delle regole fiscali concernenti l’IVA (sistema VIES) ed all’Istituto Nazionale di Statistica, ai fini della elaborazione delle statistiche degli scambi tra Stati membri (sistema INTRASTAT); - l’esecuzione dei controlli sulle imprese che effettuano scambi intracomunitari, ai fini della verifica dell’esatto adempimento degli obblighi fiscali inerenti l’IVA. Di qui l’esigenza della riconversione degli uffici doganali per adeguarli alla evoluzione della realtà politica ed economica europea attraverso la revisione delle loro attribuzioni, sia sotto il profilo strutturale ed organizzativo che sul piano metodologico: le innovazioni hanno riguardato l’articolazione e le competenze, la gestione delle risorse 57 umane, l’attività di controllo e verifica, la lotta alle frodi ed ai traffici illeciti, l’adeguamento del sistema informatico, i rapporti con l’utenza. In particolare, la realizzazione del mercato interno ha comportato l’adozione delle seguenti misure: - soppressione, ovvero riclassificazione di alcuni uffici doganali interessati dal traffico commerciale con altri Stati membri a seguito della abolizione delle relative formalità doganali (sono stati interessati dapprima gli uffici situati al confine italo-francese e successivamente, nel 1995, quelli al confine italo-austriaco); - riallocazione del personale in esubero in sedi di servizio ove si era registrato un incremento delle esigenze operative per effetto dell’aumento del traffico commerciale, anche marittimo ed aeroportuale, con i Paesi terzi; - rivisitazione delle piante organiche alla luce dei carichi di lavoro rilevati, tenendo conto dei nuovi compiti conseguenti alla evoluzione della realtà comunitaria; - potenziamento dei controlli doganali ed intensificazione della lotta alle frodi, con particolare riguardo a quelle a detrimento del bilancio comunitario, ed ai traffici illeciti anche mediante l’istituzione di strutture ad hoc (SVAD e SCAD); - adeguamento delle strutture operative, anche sotto il profilo informatico, per il concreto svolgimento delle funzioni di controllo degli operatori IVA intracomunitari, sia mediante l’acquisizione, l’elaborazione ed il controllo formale degli elenchi riepilogativi periodici (listings), sia mediante l’attività di controllo esterno sugli operatori stessi (accessi) per verificarne la regolarità dei comportamenti in relazione agli adempimenti formali, alle registrazioni nelle scritture contabili ed ai versamenti dell’imposta; - creazione di apposite banche-dati e sviluppo di procedure informatiche di rilevazione statistica per dare attuazione a specifiche regolamentazioni comunitarie ed alla cooperazione amministrativa nei vari settori di attività; - implementazione dell’attività di formazione delle risorse umane, anche in conformità di specifici programmi comunitari (Programma Matthaeus, Programma Matthaeus-Tax, Programma Dogana 2000), al fine di migliorare la preparazione professionale del personale, con specifico riguardo alla formazione linguistica ed alle conoscenze informatiche. Più specificamente, nel periodo immediatamente successivo al 1992 la eliminazione delle barriere doganali fra Stati membri ha comportato, relativamente al confine francese, una significativa mobilità di personale (di cui però l’Amministrazione non precisa l’esatta dimensione quantitativa) per le dogane di Ventimiglia, Modane e Claviere ed un consistente ridimensionamento della dogana di Aosta. Successivamente all’adesione dell’Austria, è stata attivata la mobilità anche presso la Dogana di Tarvisio e le dogane minori dell’Alto Adige, per un totale complessivo di circa 500 unità. La gran parte del personale già in servizio sul confine francese è stato trasferito in uffici ad alta carenza di dotazione organica del Piemonte e della Liguria; il personale operativo nel Friuli è stato destinato presso le altre dogane della Direzione compartimentale di Trieste tuttora attive in Slovenia e, in minima parte, presso uffici dell’attuale Dipartimento delle Entrate. L’Amministrazione ha fatto presente che nel corso degli anni di riferimento, oltre agli eventi comunitari, altri mutamenti sono intervenuti, sia a livello macro-economico che contingente, determinando la necessità di una diversa distribuzione del personale. In 58 particolare, sono stati segnalati: l’apertura del porto di Gioia Tauro ed il potenziamento degli altri porti già attivi (la Spezia, Genova, Trieste, Salerno, Bari, Taranto), per valorizzarne le attività di terminali del traffico transoceanico di container; l’attivazione del nuovo “hub” di Malpensa 2000; l’abilitazione al traffico internazionale di diversi aeroporti minori (Bologna, Parma, Reggio Emilia, Rimini, Firenze, Bolzano, Falconara Marittima), per far fronte soprattutto al maggior volume di traffico con i Paesi dell’Est europeo; l’attivazione dell’interporto Napoli-terra (Nola); l’impegno delle strutture del Compartimento di Bari per assolvere i compiti di sorveglianza e di controllo della frontiera comunitaria verso Paesi ad alto rischio (Paesi balcanici). Per quanto concerne la mobilità interregionale, dal 1997 e per ogni anno successivo, la movimentazione più consistente deriva dalla procedura para-concorsuale, in ambito nazionale, per i trasferimenti a domanda e per gli scambi regionali di sede, le cui modalità operative ed i cui criteri applicativi sono stati dettati nelle circolari emanate dall’allora Direzione Generale degli Affari Generali e del Personale del Ministero delle finanze, di concerto con il Dipartimento delle Dogane e con le Organizzazioni sindacali più rappresentative. Altre movimentazioni, di proporzioni più modeste, sono invece riconducibili alle disposizioni di cui agli artt.33, comma 5^, e 21, comma 2^, della legge n. 104/1992, alle stabilizzazioni di dipendenti già in posizione di distacco da lungo tempo, nonché a specifiche esigenze di servizio. 59 4.1.2.- Dotazioni organiche, presenze effettive ed impiego del personale La dotazione organica del personale dirigenziale, delle qualifiche funzionali e dei profili professionali del personale dell’Amministrazione doganale è stata determinata con D.P.C.M. 2 dicembre 1996, con riferimento all’allora Dipartimento. L’attuale situazione, per quanto riguarda sia le dotazioni organiche che le presenze effettive, risulta dalla successiva Tabella 5. Tabella n. 5 Situazione del personale: dotazione organica e presenze Personale Dirigenti Area C3 Area C2 Area C1 Area B3 Area B2 Area B1 Area A1 Totale non dirigenti Diff. % Diff. % Risorse Risorse Organico teorico Organico Diff. % presenze presenze effettive al effettive al del Dipartimento dell'Agenzia 2001/2000 2000/organico 2001/organico 31/12/2000 31/12/2001 (*) (**) Dipartim. Agenzia 165 181 9,70 252 1.041 1.795 1.735 909 2.470 736 1.158 1.001 1.947 1.667 1.050 2.228 738 1.255 -3,84 8,47 -3,92 15,51 -9,80 0,27 8,38 1.420 2.325 2.326 2.500 2.653 1.197 1.499 9.844 9.886 0,43 13.920 390 -34,52 -53,59 -26,69 -22,80 -25,41 -63,64 -6,90 -38,51 -22,75 13.506 TOTALE GENERALE 10.009 10.067 0,58 14.172 13.896 (*) Pianta organica prevista dal DPCM del 1996. (**) Dotazione organica prevista nel Regolamento di Amministrazione. -29,28 -26,80 -29,37 -27,55 Per quanto riguarda il rapporto personale presente/dotazioni organiche, l’Amministrazione ha comunicato che, al 30 giugno 2000, la differenza risulta complessivamente di 4.194 unità, pari al 30% della dotazione vigente, con percentuali di scostamento diversificate tra nord e sud: nel periodo dal 1996 al 1999 il livello di copertura dell’organico al nord è stato pari al 64,74% mentre al sud è stato del 78,69%). La significativa carenza di personale rispetto alle dotazioni organiche (-30%) suscita, tuttavia, non poche perplessità, sia sulla base dei raffronti con le amministrazioni doganali degli altri paesi europei, sia per i criteri che sono stati a suo tempo assunti alla base della determinazione delle piante organiche. Le perplessità emergono in considerazione delle evidenti distorsioni dovute all’eccessiva importanza che in sede di definizione delle dotazioni organiche è stata data ai carichi storici di lavoro, ai parametri normativi ed alle attività tradizionali ed all’altrettanto chiara sottovalutazione degli effetti di riduzione dei carichi di lavoro indotti dalla realizzazione del mercato interno, dalle innovazioni organizzative e procedurali (canale verde, ecc.) e dall’aumento dell’area delle attività nuove e meglio organizzate (dogane aeroportuali, ecc.). Né alla fissazione di tempi standard di lavorazione che non certificassero, con qualche ulteriore margine di manovra, la situazione 60 esistente, ma che, invece, riflettessero l’orientamento all’innovazione ed all’adozione delle best practices ha contribuito l’essersi limitati a calcolare i tempi unitari delle attività routinarie come una media delle medie dei tempi proposti dalle Direzioni compartimentali. Queste considerazioni critiche non possono essere superate dalla precisazione da ultimo pervenuta dall’Amministrazione che la pianta organica definita con il DPCM 2 dicembre 1996 è stata elaborata sulla base dei carichi di lavoro degli Uffici centrali e periferici del Dipartimento nel 1995, misurati anche attraverso l’individuazione di tempi unitari di lavorazione, e ciò per circa il 90% delle attività svolte sia dagli uffici operativi che dalle strutture centrali e regionali. A ciò si aggiungono le osservazioni critiche che attengono alla tuttora irrazionale ed inefficiente distribuzione territoriale delle risorse umane effettivamente presenti, continuando a proporsi un modello non ancora in linea con quello dettato dal raffronto con la domanda da soddisfare. A tale specifico proposito devesi, peraltro, rilevare che, per ovviare alla discrepanza tra distribuzione ottimale del personale e distribuzione effettiva, nonché per attuare una corretta valutazione della capacità operativa impiegata, nessun contributo realmente significativo risulta fornito dal sistema di pianificazione, programmazione e controllo: il sistema di rilevazione dei dati, infatti, pur fornendo indicazioni in ordine alle disfunzioni della struttura, non consente di individuare le conseguentemente occorrenti misure correttive, sostanzialmente esaurendo la propria funzione in una mera rilevazione statistica. Al di là delle valutazioni di ordine generale, è possibile, peraltro, effettuare un’analisi dettagliata delle trasformazioni organizzative sulla base dei dati analitici forniti dall’Amministrazione, posto che in sede di determinazione delle piante organiche era stata definita per ciascuna qualifica funzionale anche la ripartizione delle rispettive unità per profilo professionale e per ciascun ufficio centrale e periferico. Tenuto conto della diversità delle attribuzioni e dei compiti svolti dagli uffici doganali e dagli UTF, nei successivi due paragrafi si procederà ad una disamina distinta dei criteri seguiti per la determinazione dei carichi di lavoro e degli interventi operati per un più razionale impiego delle risorse. In termini più generali, si possono, tuttavia, formulare alcune considerazioni sulla distribuzione del personale tra uffici centrali ed uffici periferici e sul territorio, tra attività dirette ed attività indirette e per funzioni obiettivo/missioni istituzionali. Dalla successiva Tabella 6, costruita sulla base di dati resi pubblicamente noti dall’Amministrazione finanziaria, viene fuori una conferma delle valutazioni già espresse, insieme con altre considerazioni sull’evoluzione verificatasi nell’assetto dell’Amministrazione controllata. Il totale degli addetti nel 2000 risultava diminuito di meno del 4% (-3,73%) rispetto al 1993. Ma ciò che va soprattutto evidenziato è il fatto che a diminuire sono stati gli addetti delle strutture operative: del 10% circa gli uffici tecnici di finanza ed i laboratori chimici e di poco più del 6% le dogane. Le strutture centrali si sono, invece, ulteriormente appesantite: di circa il 6% l’amministrazione centrale, di circa l’11% le direzioni di contabilità centralizzate e di oltre il 25% le direzioni compartimentali, venendo così a dimostrare che la soppressione di alcuni uffici e la riduzione di personale di altri si è sostanzialmente risolta in un mero trasferimento di personale dalla periferia al centro. Si tratta di un trasferimento che voleva essere probabilmente temporaneo, ma che sembra essersi con il tempo sostanzialmente consolidato. 61 Tabella n. 6 Evoluzione del numero e della distribuzione del personale dell’Amministrazione delle dogane e delle imposte indirette (1993-2000) Distribuzione del Personale Amministrazione centrale Direzione Contabilità Centralizzate Direzioni compartimentali Dogane Uffici tecnici di finanza Laboratori chimici TOTALE Anno 1993 Anno 1994 Anno 1995 Anno 1996 Anno 1997 Anno 1998 Anno 1999 Anno 2000 754 828 813 794 789 800 785 798 104 114 120 137 132 131 122 115 710 798 882 947 945 921 940 888 6.237 6.146 6.101 6.075 5.938 5.762 5.923 5.859 2.111 2.063 2.033 1.994 1.942 1.887 1.920 1.903 261 270 259 263 263 257 240 235 10.177 10.219 10.208 10.210 10.009 9.758 9.930 9.798 Diff.% 2000/1993 5,84% 10,58% 25,07% -6,06% -9,85% -9,96% -3,72% Fonte: Dipartimento delle dogane e delle imposte indirette Per quanto riguarda il 2000, il dato totale della Tabella 6 si differenzia da quello risultante dalla precedente Tabella 5 (9.798 in luogo di 10.009)9. I dati della Tabella 6 non risultano peraltro in linea neppure con quelli sulla consistenza media riportati nella successiva Tabella 7, tratta dai referti del SinCo e relativa all’utilizzo delle risorse umane nel periodo 1996-1999: I primi sono nel totale inferiori per il 1996 (10.082 rispetto a 10.210) e il 1999 (9.772 rispetto a 9.930) e maggiori, invece, per il 1997 (10.042 rispetto a 10.009) e il 1998 (9.835 rispetto a 9.772). Si tratta di differenze di cui l’Amministrazione potrà dare più puntuale spiegazione, ma che, in generale, si giustificano per la diversità del fenomeno considerato: i dati della Tabella 6 si riferiscono al numero dei dipendenti; i dati delle tabelle 5 e 7 riguardano unità di personale convenzionalmente calcolate, tenendo conto del numero di ore effettivamente lavorate. Si tratta, in ogni caso, di differenze che non inficiano la valutazione già espressa in ordine al fatto che sostanziali riduzioni non sembra ce ne siano in realtà state e che anche la soppressione di alcuni uffici doganali e la riduzione di personale di altri si siano semplicemente tradotte in un parallelo potenziamento delle strutture burocratiche a livello centrale e regionale. I dati della Tabella 7 consentono, da parte loro, di fare una serie di altre più specifiche considerazioni: la consistenza media è nel periodo 1996-1999 diminuita da 100 a 96,93 per effetto della diminuzione delle ore di presenza pro-capite (da 100 a 92,07), a sua volta indotta soprattutto della contrazione del numero di ore di straordinario pro-capite, passate da 100 a 66,39. Un altro fattore di diminuzione delle ore di presenza è costituito dall’aumento (da 100 a 112,60) delle ore di assenza pro capite diverse da quelle per malattia (che si sono, invece, ridotte, anche se di poco – da 100 a 97,78). 9 Il dato risulta più congruente con il numero del solo personale non dirigente, che la Tabella 5 indica in 9.844 (sempre 46 unità in più di quelle risultanti dalla Tabella 6). 62 Tabella n. 7 Utilizzo delle risorse umane - 1997-1999 DIPARTIMENTO DELLE DOGANE E IMPOSTE INDIRETTE RISORSE UMANE Trend di Trend di Trend di DIFFERENZA DIFFERENZA variazione variazione variazione CONS. PIANO CONS. PIANO CONS. PIANO CONS. % % cons. cons. cons. DISPONIBILI 1996 1997 1997 1998 1998 1999 1999 CONS./PIANO 1999 CONS.98/ CONS.99 97/96 98/96 99/96 Cons. media (n. persone) 10.082 10.258 10.042 10.221 9.835 10.135 9.772 -3,58 -0,64 99,60 97,55 96,93 Ore ass. per mal. procap. -1,12 4,76 98,89 93,33 97,78 90 90 89 90 84 89 88 Ore altre ass. procapite 246 254 265 263 277 303 277 -8,58 0,00 107,72 112,60 112,60 Ore straord. procapite 366 349 330 338 313 285 243 -14,74 -22,36 90,16 85,52 66,39 1.734 1.707 -1,56 -3,67 96,49 95,58 92,07 Ore presenza procapite 1.854 1.817 1.789 1.808 1.772 Per quanto riguarda la distribuzione delle risorse umane tra attività dirette e indirette, utili elementi sono rilevabili dai referti del S.In.Co. limitatamente, come già detto, agli esercizi fino al 1999, e dai dati forniti dall’Agenzia per il 2001. La distribuzione delle risorse per il Dipartimento delle dogane, nel 1999, conferma la tendenza degli anni precedenti alla riduzione del numero complessivo delle ore consentivate e di quelle allocate alle attività indirette in particolare: le ore persona consuntivate nel 1999 diminuiscono complessivamente del 4,09% ( rispetto ad una diminuzione di circa il 3% sia nel 1997 che nel 1998) e quelle delle funzioni indirette dell’11,6% (-12,3% nel 1997 e 1998), confermando, anche la tendenza al riequilibrio, all’interno delle funzioni indirette, a favore di quella di indirizzo e coordinamento10. Anche per il Dipartimento delle dogane, come per gli altri dipartimenti, si registra la tendenza alla riallocazione delle risorse umane a favore dell’attività di Prevenzione e repressione delle violazioni agli obblighi tributari, per la quale si rileva un aumento del 18,2% di risorse impiegate rispetto all’anno 1998, grosso modo compensato dalla diminuzione delle orepersona impiegate nella Gestione dei tributi (19,4% in meno rispetto al 1998). (Tabella 8) L’istituzione dell’Agenzia fa registrare un’ulteriore riduzione delle ore complessivamente consuntivate (da 16.663.000 nel 1999 a 16.149.000 nel 2001, pari a – 3.1%), ma un aumento, anche se di poco, di quelle relative alle attività indirette (da 3.629.000 a 3.707.000, pari a +2,15%). Si riduce, poi, l’incidenza delle ore allocate alla prevenzione e repressione delle violazioni degli obblighi tributari (dal 48,26% nel 1999 al 45,02% nel 2001), mentre aumenta ulteriormente l’ancora limitata quota di risorse allocata alla funzione “Servizi ai cittadini ed alle imprese ed agli enti locali” (dal 5,36% nel 1999 al 6,52% nel 2001, e cioè, in termini di ore allocate, da 698.000 a 811.000). 10 Le ore persona impiegate si sono ridotte del 3,7%, a fronte del 14,2% di diminuzione operata per la funzione diretta tradizionale, per il 1999 e , dell’8,72%, a fronte del 13,4% per il 1998. 63 Tabella n. 8 Risorse umane per Funzioni Obiettivo (1997, 1998 e 1999) (ore/persona in migliaia) Dipartimento delle dogane e imposte indirette Differenza Differenza Differenza assoluta Differenza assoluta Differenza assoluta Differenza Direttiva % Direttiva Direttiva % Direttiva Direttiva % Direttiva 199719981999199719981999Direttiva Consuntivato Consuntivo Consuntivo Direttiva Consuntivato Consuntivo Consuntivo Direttiva Consuntivato Consuntivo Consuntivo 1997 1998 1999 1997 1997 1997 1998 1998 1998 1999 1999 1999 Funzioni obiettivo Servizi generali e gestione dei fattori che concorrono all'erogazione dei servizi 3.604 3.560 -44 -1,23 3.219 3.083 -136 -4,22 2.724 2.645 -79 -2,90 Servizi professionali e servizi di indirizzo, coordinamento e controllo 1.092 1.120 28 2,54 1.025 1.022 -3 -0,29 -5,84 4.696 7.349 4.679 7.030 -16 -318 -0,35 -4,33 4.244 7.275 4.105 6.965 -139 -310 -3,28 -4,26 984 3.629 5.611 -61 Totale attività indiretta Gestione dei tributi 1.045 3.769 5.803 -140 -192 -3,71 -3,31 6.049 5.612 -437 -7,22 5.903 5.322 -581 -9,84 6.883 6.290 -593 -8,62 304 293 -11 -3,62 369 435 66 17,89 685 690 5 0,73 678 698 20 2,95 -69 -100,00 -6,79 13.733 13.034 -699 -5,09 16.663 -839 -4,79 Prevenzione e repressione delle violazioni agli obblighi tributari Prevenzione e repressione attività illegali o pericolose delle Servizi ai cittadini ed alle imprese ed agli enti locali 519 580 61 11,78 Altre attività dirette e di supporto ad altre amministrazioni 69 Totale attività dirette 13.917 13.223 -694 -4,99 14.236 13.270 -966 Totale generale 18.612 17.902 -710 -3,82 18.480 17.375 -1.105 64 -5,98 17.502 Un altro profilo di particolare rilevanza nell’impiego delle risorse umane attiene alla distribuzione del personale sul territorio in raffronto con la distribuzione regionale della “domanda potenziale” di servizi e di controlli connessa all’ampiezza ed alla composizione della platea di “utenza”, di cui si assume si sia tenuto conto nel costruire la piante organiche. (Tabella 9) Dall’analisi condotta nel 1999 si registra, un miglioramento per la distribuzione sul territorio degli addetti al complesso degli uffici periferici del Dipartimento delle dogane e II.II. il cui indice è sceso da 0,127 nel 1998 a 0,114 nel 199911. Negli esercizi precedenti lo scostamento relativo era stato superiore a quello del 1999, ma inferiore a quello del 1998: 0,123 nel 1996 e 0,124 nel 1997. Tabella n. 9 Distribuzione territoriale degli addetti - Anni 1996 – 1999 Dipartimento delle dogane e II.II. - Uffici periferici Scostamento medio semplice 1996 Scostamento relativo 1996 Scostamento medio semplice 1997 Scostamento relativo 1997 Scostamento medio semplice 1998 Scostamento relativo 1998 Scostamento medio semplice 1999 Scostamento relativo 1999 Uffici doganali U.T.F. Lab. Chimici Direzioni compartimentali 81,603 62,315 15,055 2,569 9,870 0,123 0,144 0,106 0,117 0,146 80,502 59,565 13,471 2,538 10,198 0,124 0,140 0,097 0,116 0,151 80,474 59,044 12,744 2,148 9,306 0,127 0,142 0,095 0,100 0,140 72,967 53,760 13,065 2,425 9,221 0,114 0,129 0,095 0,121 0,137 Fonte: Elaborazioni Corte dei conti su dati Ministero delle finanze Dalla Tabella 9 risulta che gli scostamenti minimi sono quelli degli UTF (0,095 nel 1998 e nel 1999. dopo lo 0,097 nel 1997 e 0,106 nel 1996). Gli uffici doganali fanno nel 1999 registrare uno scostamento relativo ben più elevato – 0,129 – che fa, però, segnare il miglioramento più elevato rispetto agli anni precedenti (0,142 nel 1998, 0,140 nel 1997 e 0,144 nel 1996). Gli scostamenti maggiori (e anche le riduzioni minori, se si eccettua il caso dei laboratori chimici, che anche per le ridotte dimensioni, non possono esser valutati con lo stesso metro) li fanno registrare le direzioni compartimentali, con 0,137 nel 1999, rispetto a 0,140 nel 1998, 0,151 nel 1997 e 0,146 nel 1996. 11 Considerando le diverse articolazioni di tale dipartimento (Uffici doganali, U.T.F., Laboratori chimici e Direzioni compartimentali, lo scostamento minimo lo fanno registrare gli U.T.F. con 0,095 ed il massimo le Direzioni compartimentali, con 0,137. 65 4.1.2.1.-Uffici Doganali 4.1.2.1.1.- Determinazione dei carichi di lavoro La valutazione dei carichi di lavoro per le dogane è stata effettuata in relazione a tre categorie di attività: - categoria A: attività routinarie, di cui è stato quantificato il fabbisogno per aree omogenee di funzioni in termini di ore lavorate annue occorrenti per un assolvimento ottimale; - categoria B: attività non valutabili numericamente in relazione ai risultati, in quanto connesse a posizioni di attesa, ovvero effettuate per controlli in linea (controlli ai viaggiatori) che solo casualmente danno luogo a registrazioni, verbalizzazioni od emissioni di documenti; - categoria C: attività per obiettivi operativi per l’anno in corso (ad es. numero controlli per ciascun operatore o impianto). Sono state quindi individuate quattro aree omogenee di funzioni cui sono stati assegnati i seguenti gruppi di profili: Area A: - Sostituti dei dirigenti; - Capi dogana di I categoria; - Ricevitori principali di dogane di I categoria; - Capi uffici controlli centralizzati in dogane di I categoria; - Ispettori capi di giro; - Capi servizi antifrode. Area B: - Capi dogane II e III categoria; - Capi sezione doganale; - Altri Ricevitori principali e Ricevitori secondari; - Funzionari delle ricevitorie; - Capi uffici scritture nelle dogane di I categoria; - Funzionari degli uffici controlli centralizzati; - Funzionari dei servizi antifrode; - Funzionari addetti alle visite e agli uffici viaggiatori; - Capi nuclei controllo aziendale; - Capi segreterie tecniche e amministrative. Area C: - Impiegati degli uffici: scritture, cassa, ricevitoria; - Impiegati delle segreterie, dei servizi meccanografici; - Impiegati di supporto dei servizi antifrode. Area D: - Addetti a centralini, telescriventi, telefax; - Addetti a copia e riproduzione documenti; - Addetti a confezionamento campioni e apposizione sigilli; 66 - Addetti a movimentazioni cartacee; Addetti ad archivi ed anticamera; Autisti; Custodi. Per quanto concerne le attività routinarie (Cat. A), la valutazione dei carichi di lavoro è indicata nella Tabella 10; per le attività non valutabili numericamente (Cat. B), è stata prevista una dotazione variabile di personale per ciascuna tipologia di dogana come risulta dalla Tabella 11; per le attività per obiettivi operativi (Cat. C) è stato calcolato un tempo unitario medio per ogni singola attività, con l’indicazione del numero degli impiegati delle aree per area (ad es. Verifiche presso soggetti IVA: è stata prevista per ciascuna verifica una durata di tre giorni per due unità dell’area B: minuti primi: 360x2x3=2.160’; il numero delle verifiche da effettuare nel 1994 è stato pari a 20.000). Tabella n. 10 Attività routinarie (Categoria A) Attività Area A (in minuti) Area B (in minuti) Accettazione e registrazione delle dichiarazioni Operazioni di cassa Compiti dell’ufficio controlli centralizzati: ammissibilità controllo documenti, scarico contingenti, controllo fisico esterno, segnalazioni periodiche Svincolo, movimentazioni cartacee, prelievo campioni, apposizione contrassegni Adempimenti scritture: segnalazioni, fotocopie, adempimenti transiti carnets, fascicolazioni, appuramenti, ricerche, ecc.. Ricevitoria: garanzie, contenzioso, gestione conti, segnalazioni, ecc.. TOTALI Area D (in minuti) 10 5 4 16 5 3 7 Area A: 12,2%; Area B: 33,4%; Area C: 45,6%; Area D: 8,8%. 67 Totali in minuti 10 5 12 5 2 6 8 5 19 5 26 13 57 I pesi risultano percentualmente così suddivisi: - Area C (in minuti) 5 Tabella n. 11 Attività non valutabili numericamente (Categoria B) Tipo di dogana Principale con Circoscrizione Dogana principale Dogana secondaria Area A Da 2 a 5 Da 2 a 4 Da 1 a 4 Area B da 2 a 6 da 2 a 5 da 1 a 4 Area C da 4 a 11 da 2 a 6 da 1 a 5 Area D da 1 a 6 da 1 a 4 da 1 a 4 4.1.2.1.2.- Riallocazione delle risorse umane nel settore doganale Analizzando i dati concernenti le risorse umane presenti nelle circoscrizioni doganali in relazione alle ore complessivamente impiegate (Tabella 12), si evidenzia che la riduzione delle unità presenti nel 2001, rispetto al 1992, pari a circa il 9%, è in linea con la riduzione delle ore di lavoro corrente. La contrazione, di poco superiore al 25% del totale delle ore impiegate, deriva esclusivamente dalla riduzione del 42% delle ore di straordinario (peraltro non comprimibile oltre certi limiti in quanto funzionale all’apertura degli uffici in orari eccedenti il normale orario di lavoro del personale del Dipartimento). Suscita, tuttavia, qualche perplessità il fatto che l’Amministrazione, nel fornire il dato delle ore impiegate nella attività dirette, lo abbia considerato come un semplice calcolo percentuale (87,5%), peraltro costante per tutto il periodo considerato (quasi un decennio), del totale delle ore impiegate. Tabella n. 12 Risorse umane presenti nelle Circoscrizioni Doganali Unità presenti Anno Numero 1992 6.489 1993 6.237 1994 6.146 1995 6.101 1996 6.075 1997 5.938 1998 5.762 1999 5.923 2000 5.859 2001 5.774 Totale ore impiegate Variaz. % Totale in rispetto migliaia al 1992 (1) 100 12.721 96,12 11.714 94,71 11.499 94,02 11.178 93,62 10.887 91,51 10.736 88,80 10.165 91,28 10.122 90,29 9.755 88,98 9.498 Variaz. % rispetto al 1992 100 92,08 90,39 87,87 85,58 84,40 79,91 79,57 76,68 74,66 Attività dirette Straordinario Ore di lavoro corrente Ore Totale impiegate Variaz. ore Variaz. Variaz. % in % Ore pro % straord. Ore di migliaia rispetto capite rispetto (in lavoro rispetto (2) al 1992 (3) al 1992 migliaia) corrente al 1992 11.194 100 510 100 3.309 9.412 100 10.308 92,09 428 83,92 2.669 9.045 96,10 10.119 90,40 421 82,55 2.587 8.912 94,69 9.837 87,88 382 74,90 2.331 8.847 94,00 9.581 85,59 342 67,06 2.078 8.809 93,59 9.448 84,40 358 70,20 2.126 8.610 91,48 8.947 79,93 315 61,76 1.815 8.350 88,72 8.907 79,57 259 50,78 1.534 8.588 91,25 8.536 76,26 214 41,96 1.254 8.501 90,32 8.311 74,25 214 41,96 1.236 8.262 87,78 (1) Calcolate moltiplicando le ore lavorate pro capite (straordinario + lavoro ordinario) per la consistenza dell'anno (2) Pari tutti gli anni all'87,5% del totale delle ore lavorate. L'87,5% è la percentuale dell'impegno delle risorse sulle attività dirette conseguita nel 1999 (3) Calcolate sulla base dello stanziamento annuale e dell'aliquota media oraria dell'anno 68 Nelle Tabelle 13 e 14 sono indicati, rispettivamente, i principali risultati dell’attività amministrativa negli anni dal 1992 al 2000 (1° semestre) e la distribuzione percentuale degli stessi, sia per tipo di attività che per anno. Nel 1993, si assiste, in conseguenza della liberalizzazione della circolazione delle merci comunitarie, ad una significativa riduzione del volume di lavoro tradizionale: le dichiarazioni complessive si riducono di quasi il 59%, passando da 14.373.000 a 5.919.000. Negli anni successivi si assiste ad una progressiva crescita del numero delle dichiarazioni lavorate, senza, tuttavia, avvicinarsi ai livelli pre-mercato interno: nel 1999 il numero è stato di 7.668.000, pari a poco più del 53% del 1992. Nel quadriennio 1993-1996 il Dipartimento ha dovuto, pertanto, affrontare sia il problema della riduzione delle risorse impiegate presso le sedi collocate sull’arco alpino (ex varchi comunitari) - rese non produttive dalla libera circolazione delle merci (in alcuni casi si è giunti, come si è visto, alla chiusura degli uffici) - sia quello del complesso riorientamento delle competenze professionali verso “nuove” ed importanti – già in larga misura esistenti ma scarsamente praticate - attività di contrasto all’evasione ed alle frodi tributarie ed extratributarie connesse alla circolazione delle merci. Di qui l’avvio e lo sviluppo dei controlli INTRA e dei controlli doganali con accesso. Tabella n. 13 Principali risultati conseguiti dalle Circoscrizioni doganali Altri controlli doganali (3) DICHIARAZIONI DOGANALI (in migliaia) (1) Controlli doganali con Controlli INTRA accesso (2) Rendim. Rendim. Maggiori unitario Maggiori unitario dei dei Maggiori Variaz. Elenchi diritti diritti accertati controlli accertati controlli diritti % INTRA rispetto (in Numero (in (in Numero (in (in accertati Anno ImportExport Totale al 1992 migliaia) controlli milioni) milioni) controlli milioni) milioni) (im mld) 1992 5.749 8.62414.373 100 46,4 1993 1.950 3.969 5.919 41,18 915 65,2 1994 2.182 4.345 6.527 45,41 946 10.756 77.600 7,21 141,4 1995 2.143 4.463 6.606 45,96 1.114 10.524 100.500 9,55 112,1 1996 2.082 4.687 6.769 47,10 1.186 14.360 194.700 13,56 5.816 46.900 8,06 126,8 1997 2.251 5.129 7.380 51,35 1.213 12.425 194.200 15,63 8.182 118.700 14,51 212,1 1998 2.331 5.089 7.420 51,62 1.273 17.359 266.200 15,33 10.187 64.700 6,35 178,7 1999 2.560 5.108 7.668 53,35 1.235 19.726 339.400 17,21 15.128 124.400 8,22 133,4 2000 n.d. n.d. 8.558 59,54 1.258 19.449 362.845 18,66 17.416 171.507 9,85 n.d. 2001 n.d. n.d. 8.687 60,44 1.106 20.127 501.594 24,92 17.620 209.074 11,87 n.d. (1) Sono state considerate, per omogeneità di serie storica, le dichiarazioni doganali relative a tutti i regimi escluso il deposito (2) Il totale di controlli comprende le tipologie "Plafond" e "Revisioni di accertamento" (3) Comprende i maggiori diritti accertate con attività di verifica negli spazi doganali Dall’analisi dei dati riguardanti i Controlli INTRA, introdotti nel 1994, si osserva che, a fronte di una crescita per oltre 87% del numero dei controlli effettuati nel 2001 (20.127) rispetto al 1994, i maggiori diritti accertati crescono in maniera esponenziale più 69 che sestuplicandosi (da 77,6 a 501,6 mld), mentre il rendimento unitario aumenta del 345% (da 7 a 25 milioni). Per quanto attiene, invece, ai controlli doganali con accesso, introdotti nel 1996, il numero dei controlli ed i maggiori diritti accertati sono cresciuti del 303% i primi (da 5.816 del 1996 a 17.620 del 2001) e del 446% i secondi (da 46,9 a 209 mld), mentre il rendimento unitario, inizialmente cresciuto nel 1997 (da 8 a 14,5 milioni), ha subito una diminuzione nel 1998 (6,3 milioni), per riassestarsi su valori intermedi nel 2001 (11,7 milioni). Tabella n. 14 Riepilogo delle attività svolte dalle circoscrizioni doganali Anno DICHIARAZIONI DOGANALI (in migliaia) Elenchi INTRA (in migliaia) Controlli INTRA Controlli doganali con accesso 1992 14.373 - 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 5.919 6.527 6.606 6.769 7.380 7.420 7.668 8.558 8.687 915 946 1.114 1.186 1.213 1.273 1.235 1.258 1.106 - 10.756 10.524 14.360 12.425 17.359 19.726 19.449 20.127 - 5.816 8.182 10.187 15.128 17.429 17.620 L’esame dei dati fin qui illustrati, riepilogato nella tabella 15, consente ulteriori analisi sui tre diversi periodi gestionali (fino al 1992, 1993-1996, 1997-2000) che chiaramente si delineano. Tabella n. 15 Evoluzione dell’attività doganale rappresentata in termini di allocazione delle risorse e di risultati conseguiti Attività indirette Anno Ore impiegate (in migliaia) Attività tradizionali (sdoganamento) Operazioni di sdoganamento Tempo Ore unitario impiegate (in (in migliaia) minuti) 7.151 Attività accessorie Ore impiegate (in migliaia) Tempo unitario (in minuti) Totale attività Nuove attività S.V.A.D. (1) Totale Controlli con INTRA (2) URP (3) accesso Ore N. Tempo Ore Ore Ore Ore impiegate bollette unitario impiegate impiegate impiegate impiegate (in (in (in (in (in (in (in migliaia) migliaia) minuti) migliaia) migliaia) migliaia) migliaia) Ore impiegate (in migliaia) 1992 1.526 60,51 4.023 16,79 11.174 14.374 77,31 - - - - 12.700 1996 1.306 5.077 45,00 3.141 27,84 8.218 6.770 72,83 150 615 538 60 10.887 1999 1.215 3.380 26,44 3.294 25,77 6.674 7.669 52,22 430 1.073 560 170 10.122 (1) Servizio Vigilanza Antifrode doganale (2) Accettazione elenchi INTRA (3) Ufficio Relazioni con il Pubblico A) Anno 1992: è l’ultimo anno prima dell’abbattimento delle frontiere intracomunitarie e della conseguente liberalizzazione della circolazione delle merci. Le risorse risultano destinate, oltre che alle attività indirette (1.526.000 ore), quasi esclusivamente al processo di sdoganamento: oltre 7.100.000 ore erano dedicate alle formalità di sdoganamento in senso stretto e poco più di 4.000.000 ore alle attività ad esso accessorie (esoneri, cauzioni, contenzioso, ecc.). 70 Nel 1992 sono state lavorate 14.374.000 dichiarazioni doganali, relative alle importazioni ed alle esportazioni, di cui quasi 8.500.000 relative a scambi tra Paesi comunitari e 5.900.000 riferite a merci di origine o destinazione extracomunitaria. Considerando che le attività di sdoganamento per le merci provenienti da paesi extra UE (o ad essi destinate) erano più complesse (“pesanti”), l’Amministrazione ha ritenuto che il volume di produzione annua di dichiarazioni doganali trattate debba essere espresso, in maniera più omogenea, in termini di “dichiarazioni equivalenti”, riconducendo il peso delle dichiarazioni riferite a merci di provenienza o destinazione UE (“meno pesanti”) a quello delle dichiarazioni “più pesanti”. In applicazione di tali principio la stessa Amministrazione ha calcolato che, nel 1992, furono trattate, non già 14.373.000, ma solo 7.110.000 dichiarazioni “equivalenti”, comparabili con le dichiarazioni – tutte per definizione “pesanti” – degli anni successivi (Tabella 16). Tabella n. 16 Evoluzione dell’attività doganale tradizionale in termini di dichiarazioni equivalenti e di ore impiegate ANNO DICHIARAZIONI DOGANALI (1) ORE IMPIEGATE Totale n. (in Variaz. % (in migliaia) rispetto al 1992 migliaia) 1992 1996 1999 7.110 6.769 7.668 Variaz. % rispetto al 1992 11.174 - 4,80 +7,85 8.218 6.674 - 26,45 - 40,27 Operazioni di sdoganamento (in Variaz. % migliaia) rispetto al 1992 7151 5077 3380 - 29,00 - 52,73 Attività accessorie (in migliaia) Variaz. % rispetto al 1992 4023 3141 3294 - 21,92 - 18,12 Nel fornire questi dati l’Amministrazione non aveva precisato né il rapporto di equivalenza utilizzato, né i criteri seguiti per calcolarlo. Sulla base dei dati forniti è stato, tuttavia, possibile ricostruire il rapporto, che risulta pari a 7: le 8.500.000 dichiarazioni doganali relative all’interscambio con gli attuali paesi U.E. vengono, infatti, ricondotte a 1.210.000. Non è stato invece possibile ricostruire i criteri in base ai quali tale rapporto è stato calcolato, anche se appare ictu oculi del tutto inverosimile che una bolletta doganale relativa ad un’operazione di import/export con un paese europeo richiedesse nel 1992 appena un settimo del tempo necessario per una bolletta doganale concernente un’operazione analoga con un paese extra europeo. Delle perplessità e degli interrogativi che ne conseguivano, anche in termini di apparente strumentalità a giustificare ex post la scelta di invarianza dei livelli di personale, è stata edotta l’Amministrazione, che ha da ultimo fornito le sue precisazioni. Dopo aver premesso che, in assenza di dati puntuali di riferimento relativi al periodo, per poter effettuare l’analisi richiesta dalla Corte era stato necessario procedere a talune semplificazioni, ha fatto presente che in questo caso si è proceduto considerando le fasi procedurali necessarie per l’espletamento delle formalità doganali all’importazione ed all’esportazione, stimandone separatamente, e non in maniera complessiva sul totale delle dichiarazioni presentate, i relativi tempi di lavorazione. In particolare, il tempo di lavorazione di una dichiarazione doganale di importazione da paesi UE è stato stimato pari a circa un terzo di quello necessario per la medesima operazione relativa a merci provenienti da paesi terzi; per le operazioni di esportazione lo stesso rapporto è stato 71 stimato pari a circa un quarto. Ciò in quanto, nel corso degli anni, sono intervenuti mutamenti procedurali conseguenti alla revisione della normativa nazionale e comunitaria di riferimento che hanno determinato nel tempo una disomogeneità delle attività elementari componenti. Con tale modo di procedere, anche se a suo tempo non esplicitato, è stata effettuata una stima approssimativa, ma ragionata, in modo da consentire una comparazione tra le dichiarazioni nel periodo considerato. Nel prendere atto di tali precisazioni, e pur restando residue perplessità sui rapporti di equivalenza indicati, risulta evidente che ciò comporta la conseguenza di una sostanziale riconsiderazione della tesi sostenuta dall’Amministrazione. Pur indicando rapporti di equivalenza diversi per le dichiarazioni d’importazione e per quelle di esportazione, l’Amministrazione non ha fornito i dati sul numero delle dichiarazioni intracomunitarie nel 1992 separatamente per le due componenti, Nell’ipotesi che a formare il totale delle 8,5 milioni di dichiarazioni concorrano in egual misura importazioni ed esportazioni e conseguentemente utilizzando un rapporto di equivalenza con le dichiarazioni extra comunitarie di 3,5, il numero delle dichiarazioni equivalenti lavorate nel 1992 sale da 7.110.000 a 8.329.000 e conseguentemente le dichiarazioni doganali del 1999 risultano, rispetto al 1992, diminuite del 7,94% e non già aumentate del 7,85%. B) Anni 1993 -1996: è il periodo della rimodulazione dell’attività doganale Nel 1993 si verifica una significativa riduzione del volume di lavoro tradizionale: le dichiarazioni doganali si riducono complessivamente di quasi il 59%, con conseguente mutamento di indirizzo operativo e gestionale. In particolare: - vengono significativamente ridotte le risorse impiegate presso le sedi collocate sull’arco alpino (ex varchi comunitari), giungendo in alcuni casi alla chiusura degli uffici; - le competenze professionali vengono “riorientate” verso le attività di contrasto all’evasione ed alle frodi tributarie ed extratributarie, cercando di dare più spessore quantitativo e qualitativo ad attività in precedenza scarsamente praticate. Contestualmente vengono progressivamente ridotte le ore lavoro disponibili per le Circoscrizioni doganali, diminuendo, come già detto, sia le risorse umane, sia il lavoro straordinario. Al termine del periodo la situazione gestionale presenta le seguenti caratteristiche: le ore di lavoro disponibili per le Circoscrizioni doganali sono circa 10.900.000 (-14% rispetto al 1992), così ripartite per macro aggregati di attività: - attività tradizionali: circa 8.200.000 ore, per il trattamento delle dichiarazioni doganali, di cui circa 5.077.000 impegnate per lo sdoganamento in senso stretto e 3.141.000 per le attività ad esso accessorie; - attività nuove: circa 1.400.000, ore destinate al contrasto delle frodi e dell’evasione, alla gestione degli elenchi riepilogativi delle cessioni e degli acquisti intracomunitari di beni ed ai rapporti con l’utenza; - attività indirette: circa 1.300.000 ore, per lo svolgimento delle attività indirette strumentali allo svolgimento delle missioni istituzionali; 72 il livello di efficienza conseguito sull’attività tradizionale (misurabile dalla variazione del tempo unitario necessario per la trattazione completa di una dichiarazione doganale) fa registrare un lieve miglioramento: 72,8 minuti per dichiarazione nel 1996 a fronte dei 77,3 minuti nel 1992. Secondo l’Amministrazione doganale, tale risultato deve attribuirsi alla sintesi dell’andamento contrapposto di tre fattori: l’avvio del “canale verde” per lo sdoganamento delle merci, improntato ad una preliminare analisi dei rischi e non ancora automatizzato; la diffusione delle procedure semplificate; un miglioramento qualitativo delle attività accessorie allo sdoganamento, che hanno, però, conseguentemente registrato un incremento del tempo impiegato per il loro svolgimento; le attività innovative hanno prodotto: - la lavorazione di 1.185.000 elenchi riepilogativi INTRA; - l’effettuazione di circa 20.000 verifiche con accesso presso gli operatori con conseguente accertamento di oltre 240 miliardi di maggiori diritti; per la produzione relativa all’attività antifrode ed i rapporti con l’utenza non risultano disponibili indicatori sintetici. C) Anni 1997-2000: sono gli anni del consolidamento della nuova strategia gestionale La situazione può essere rappresentata attraverso i seguenti elementi: • le ore di lavoro complessivamente disponibili per le Circoscrizioni doganali sono 10.122.000, cioè il 20,4% in meno rispetto al 1992 ed il 7,1% in meno rispetto al 1996: tale riduzione è stata realizzata anche mediante una diminuzione delle ore di lavoro straordinario; • l’allocazione delle risorse umane è stata la seguente: - attività tradizionale: circa 6.700.000 ore, di cui circa 3.400.000 dedicate allo sdoganamento e 3.300.000 alle attività ad esso accessorie. Le dichiarazioni doganali trattate sono state 7.669.000; - alle attività nuove sono state dedicate 2.200.0000 ore; - le attività indirette hanno assorbito circa 1.200.000 ore; - l’efficienza conseguita sulle attività tradizionali appare nettamente migliorata: il tempo unitario occorrente, comprese le attività accessorie, è pari a 52,2 minuti per dichiarazione, a fronte dei 72, 8 minuti del 1996 ed ai 77,3 minuti del 1992; • le attività innovative hanno visto la lavorazione di 1.235.000 listings e l’effettuazione di circa 35.000 verifiche esterne, con l’accertamento di 464 miliardi di maggiori diritti. Più in dettaglio per le dichiarazioni doganali, e sempre utilizzando la serie “omogeneizzata” dei dati per le “dichiarazioni equivalenti” originariamente forniti dall’Amministrazione, dalla Tabella 16 risulterebbe che, ad un aumento del 7,85% delle dichiarazioni nel 1999 rispetto al 1992 (ma, come si è visto, sulla base delle stesse ultime precisazioni dell’Amministrazione, ci sarebbe stata, in realtà, una diminuzione del 7,94%), corrisponderebbe una diminuzione delle ore impiegate del 40,27%. La riduzione ha interessato più le operazioni di sdoganamento propriamente dette (- 73 52,73%) e meno le attività accessorie (-18,12%). Il tempo unitario di queste ultime, che nel 1992 era stato pari a 16,79 minuti, risulta, infatti, quasi raddoppiato nel 1999 (25,77 minuti), mentre il tempo unitario dello sdoganamento in senso stretto si sarebbe più che dimezzato (da 60,51 minuti nel 1992 a 26,44 nel 1999). Di tale sviluppo non è stata fornita alcuna specificazione, se non l’oscura indicazione, sopra riportata, che l’incremento del tempo impiegato per lo svolgimento delle attività accessorie allo sdoganamento dipenderebbe dal miglioramento della loro qualità, a sua volta indotto dalla diffusione delle procedure semplificate. Ciò che risulta comunque chiaro è che il numero degli addetti alle attività di supporto (back office) si è ridotto molto meno del personale impiegato nelle attività dirette di sdoganamento. A parte l’interpretazione poco argomentata e poco convincente che ha voluto darne l’Amministrazione, ciò appare in ogni caso spiegabile con la maggiore facilità nell’impiegare nei nuovi controlli INTRA e negli accessi una parte del personale prima direttamente impiegato nel controllo delle dichiarazioni doganali e meno il personale di supporto, sfornito della necessaria professionalità. In questo contesto, ed in qualche modo in linea con la tesi affermata (ma non dimostrata) dall’Amministrazione, va segnalato il fatto che, mentre le ore impiegate nelle attività di sdoganamento in senso stretto sono ulteriormente diminuite (da 7.151.000 nel 1992 a 5.077.000 nel 1996 ed a 3.380.000 nel 1999) nell’ultimo periodo le ore complessivamente impiegate nelle attività accessorie, che prima erano diminuite (da 4.023.000 nel 1992 a 3.141 nel 1996), sono nuovamente aumentate (da 3.141.000 nel 1996 a 3.294.000 nel 1999). Ciò comporta che l’Amministrazione si è solo parzialmente avvantaggiata dell’aumento delle dichiarazioni verificatosi nel periodo 1996-1999 (da 6.769.000 a 7.668.000) per realizzare guadagni di efficienza: se il numero delle ore impiegate fosse rimasto invariato rispetto a quello del 1996, il tempo unitario delle attività accessorie nel 1999 sarebbe stato pari a 24,57 minuti, in luogo di 25,77. A proposito di queste considerazioni della Corte sulle attività accessorie, l’Amministrazione ha fatto presente che, mentre per lo sdoganamento in senso stretto si è registrato un sensibile recupero di efficienza conseguente all’introduzione di talune semplificazioni ed automazioni (avvio del “Canale Verde”; progressiva estensione dell’utilizzo delle procedure semplificate; progressiva automazione del trattamento delle dichiarazioni), per le attività accessorie, si è, invece, registrato un incremento del tempo unitario di lavorazione. Esse, infatti, non costituirebbero attività di supporto espletate da personale non professionalmente specializzato, in quanto nel macroaggregato sarebbero state ricomprese attività operative quali l’appuramento delle dichiarazioni doganali, la gestione delle garanzie e delle autorizzazioni, le procedure connesse alla gestione del transito che richiedono l’applicazione di personale qualificato. Nelle predette attività accessorie sarebbero altresì comprese attività di “back-office”, la produzione di statistiche gestionali e l’assistenza al contribuente. Tutte attività precedentemente svolte in subordine al soddisfacimento della domanda di sdoganamento e quindi in condizioni di sovraccarico. Dopo aver sostenuto che la possibilità di dedicare un adeguato quantitativo delle risorse liberate con l’introduzione del mercato unico alle predette attività avrebbe consentito di modificare e migliorare i metodi di lavorazione, consentendo, altresì, di incrementarne la qualità e l’efficacia, l’Amministrazione conclude con l’affermazione che la “qualità” delle attività accessorie sarebbe fortemente migliorata nel periodo e ciò sarebbe stato “pagato” attraverso un incremento del tempo unitario di trattazione. 74 Si tratta, come è evidente, di argomentazioni che, per risultare convincenti, richiederebbero di essere sostenute da idonei elementi informativi sui miglioramenti concretamente conseguiti in termini di rapporti benefici/costi, elementi che non vengono però forniti. Le valutazioni in proposito restano, pertanto, quelle che verranno in seguito illustrate sulla base dei dati, anch’essi peraltro insufficienti, sulla customer satisfaction. Per concludere su questi temi, va ribadito che ciò che lascia ulteriormente perplessi in ordine all’effettività dello sforzo di riallocazione compiuto per quanto riguarda il diverso e proficuo utilizzo del personale prima addetto alle dichiarazioni doganali relative all’interscambio con i paesi U.E. è quanto prima osservato a proposito della contraddittorietà, e comunque della scarsa chiarezza, con cui l’Amministrazione ha fornito ed illustrato gli elementi informativi in ordine ai criteri adottati per rendere comparabile il numero delle dichiarazioni doganali del 1992 con quelle degli anni successivi. Il rapporto di equivalenza sottostante ai dati originariamente forniti è stato riconosciuto non realistico dalla stessa Amministrazione. Anche dei nuovi rapporti di equivalenza non sono state però fornite spiegazioni e ciò continua ad alimentare il dubbio di una possibile rilevante sottovalutazione del numero delle dichiarazioni equivalenti per l’anno 1992, inficiando in tal modo l’affidabilità dei raffronti intertemporali operati ed aprendo il varco a valutazioni poco rassicuranti sull’effettività dello sforzo di razionalizzazione compiuto. Si tratta, pertanto, di un punto decisivo sul quale dovrà fare piena luce il seguito del contraddittorio con l’Amministrazione. 75 4.1.2.2.- Uffici Tecnici di Finanza Dal 1992 in poi, a seguito dell’armonizzazione comunitaria nel settore delle accise, anche l’attività svolta dagli Uffici tecnici di finanza ha subito una radicale trasformazione in conseguenza della introduzione di nuovi compiti di istituto. In particolare, ai suddetti uffici sono stati demandati: - il controllo sulle movimentazioni dei prodotti tra depositi autorizzati, sia italiani che degli altri Stati membri ( circa 200.000 transazioni effettuate nel 1998 ); - la gestione della banca-dati SEED contenente i dati di tutti gli “operatori accise” europei; - le verifiche tecniche di congruità per l’acquisizione di beni e servizi, collaudi delle forniture degli stessi e consulenza tecnica agli organi dello Stato, in precedenza svolte dagli Uffici tecnici erariali; - nuove competenze in materia di gestione tributi, derivanti dall’introduzione di nuove imposte (imposte sulle emissioni nocive) e tasse (sulle emissioni di SO2, di NOx); da manovre di “carbon tax”; dalla liberalizzazione dei settori dell’energia elettrica e del metano e dal decentramento fiscale in materia di benzine e di addizionali, sul gas metano e sull’energia elettrica, destinate a Regioni, Comuni e Province; - compiti di accertamento anche a fini extratributari, in particolare rilascio di pareri, certificazioni e consulenze tecniche in settori diversi da quello strettamente fiscale (ex art. 32 del DDL n. 331 convertito dalla legge n. 427/93); - misure congiunte, in collaborazione con i corrispondenti organismi degli altri Stati membri e della Commissione europea, in materia di muta assistenza e cooperazione amministrativa, finalizzate sia alla verifica dei movimenti intracomunitari dei prodotti soggetti ad accisa che alla lotta alle frodi. Tali innovazioni hanno comportato il cambiamento dei procedimenti amministrativi e dei metodi di lavoro per cui l’Amministrazione doganale non dispone di informazioni gestionali idonee per la costruzione di serie storiche confrontabili, come nel caso delle Circoscrizioni doganali. Per quanto attiene alle risorse umane presenti negli UTF in relazione alle ore complessivamente impiegate (Tabella 17), si evidenzia che la riduzione delle unità presenti segue un andamento progressivamente e costantemente decrescente nel periodo che va dal 1992 al 2001. La riduzione delle unità presenti nel 1999, rispetto al 1992, è pari ad oltre il 14%, mentre la contrazione delle ore di lavoro corrente è di poco superiore al 25% del totale delle ore impiegate e deriva esclusivamente dalla riduzione del 42% delle ore di straordinario. Permangono le perplessità, già esposte per le Circoscrizioni Doganali, circa il fatto che l’Amministrazione, nel fornire il dato delle ore impiegate nella attività dirette, lo abbia considerato come un semplice calcolo percentuale (87,5%), peraltro costante per tutto il periodo considerato (quasi un decennio), del totale delle ore impiegate. Negli anni di riferimento si è registrato, comunque, un andamento degli introiti accertati in costante crescita a fronte dell’altrettanto progressiva riduzione delle ore impiegate per attività dirette (Tabella 18). Di qui il progressivo aumento del rendimento orario, che ha raggiunto il suo massimo nel 1998, con l’importo di 20,82 milioni, rispetto ai 13 milioni del 1992. 76 La stessa Amministrazione ha fatto presente come l’indicatore denominato “rendimento orario”, che presenta un andamento incrementale, è scarsamente significativo, in quanto l’importo degli introiti accertati consegue all’applicazione di misure di politica fiscale (carbon-tax, misure di supporto al mercato ed agevolazione a determinate categorie, soprattutto in materia di imposte su prodotti petroliferi, ecc), mentre non esiste una relazione diretta con la quantità della domanda di servizio, né, conseguentemente, con le ore dedicate. Tabella n. 17 Risorse umane presenti negli UTF Totale ore impiegate Unità presenti Anno Numero 1992 2.183 1993 2.112 1994 2.063 1995 2.033 1996 1.994 1997 1.942 1998 1.887 1999 1.920 2000 1.903 2001 1.867 Variaz. % rispetto al 1992 100 96,75 94,50 93,13 91,34 88,96 86,44 87,95 87,17 85,52 Totale in migliaia (1) 4.279.398 3.966.606 3.859.918 3.724.883 3.573.530 3.511.127 3.329.613 3.281.195 3.168.000 3.068.000 Variaz. % rispetto al 1992 100 92,69 90,20 87,04 83,51 82,05 77,81 76,67 74,03 71,69 Attività dirette Straordinario Ore di lavoro corrente Ore Totale ore impiegate Variaz. Variaz. Variaz. % straord. Ore di % in % Ore pro lavoro rispetto migliaia rispetto capite rispetto (in (3) al 1992 migliaia) corrente al 1992 (2) al 1992 3.530.504 100 510 100 1.1134.278.285 100 3.272.450 92,69 428 83,92 9043.965.702 92,69 3.184.432 90,20 421 82,55 8693.859.049 90,20 3.073.029 87,04 382 74,90 7773.724.106 87,05 2.948.162 83,51 342 67,06 6823.572.848 83,51 2.896.680 82,05 358 70,20 6953.510.432 82,05 2.746.930 77,81 315 61,76 5943.329.019 77,81 2.706.986 76,67 259 50,78 4973.280.698 76,68 2.772.000 78,52 214 41,96 4073.167.593 74,04 2.684.000 76,02 214 41,96 4003.067.600 71,70 (1) Calcolate moltiplicando le ore lavorate pro capite (straordinario + lavoro ordinario) per la consistenza dell'anno (2) Pari tutti gli anni all'87,5% del totale delle ore lavorate. L'82,5% è la percentuale dell'impegno delle risorse sulle attività dirette conseguita nel 1999 (3) Calcolate sulla base dello stanziamento annuale e dell'aliquota media oraria dell'anno Tabella n. 18 Entrate accertate nel settore delle accise e rendimento orario delle attività dirette Anno 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 (I° sem.) Ore impiegate per attività Introiti (in Rendimento orario (in dirette (in migliaia) milioni) milioni) 3.530.504 3.272.450 3.184.432 3.073.029 2.948.162 2.896.680 2.746.930 2.706.986 45.900.000 45.600.000 47.500.000 52.900.000 56.800.000 57.900.000 57.200.000 54.000.000 13,00 13,93 14,92 17,21 19,27 19,99 20,82 19,95 1.307.021 25.400.000 19,43 77 4.2.- Formazione del personale ed automazione dei servizi Una specifica attività di formazione del personale doganale è stata espressamente prevista dalle norme nazionali formulate in vista dei nuovi compiti assegnati al Dipartimento con la realizzazione del mercato interno (artt.10 e 13 del decreto legislativo 26 aprile 1990, n. 105). I criteri cui la stessa è stata improntata sono quelli rinvenibili nelle disposizioni contenute nella Decisione del Consiglio CEE n. 341 del 20 giugno 1991, che ha adottato un programma comune di formazione per il personale delle Amministrazioni doganali, denominato Programma Matthaeus e successivamente nella Decisione n. 210/97/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 dicembre 1996 con la quale è stato adottato un programma d’azione doganale nella Comunità, denominato Programma Dogana 2000. In considerazione degli orientamenti maturati a livello nazionale e comunitario, l’attività di formazione è stata, infatti, orientata ad attuare i seguenti indirizzi: - preparare il personale di prima nomina attraverso programmi didattici conformi a quelli approvati in sede comunitaria; - migliorare la preparazione professionale del personale doganale al livello richiesto dalla integrazione comunitaria soprattutto a seguito dell’entrata in vigore del codice doganale comunitario; - sviluppare la formazione linguistica per rispondere alle esigenze del Programma Matthaeus; - creare una cultura informatica per adeguare l’Amministrazione italiana agli standard organizzativi e funzionali delle Amministrazioni del Nord Europa; - incentivare le azioni di formazione finalizzate alla lotta alla frode ed all’analisi dei rischi; - proseguire la formazione in materia di contabilità al fine di una corretta gestione delle risorse proprie comunitarie. Nella tabella 19 sono indicate le tappe del processo formativo dal 1997 al 200012. L’esame dei dati complessivamente disponibili fa rilevare il costante aumento del numero dei discenti: si passa infatti dai 56 corsi per 1.111 discenti del 1992 ai 302 corsi per 4.765 partecipanti del 2000, con un incremento percentuale rispettivamente del 439% e del 328%. Si evidenzia un iniziale progressivo decentramento delle azioni di formazione dalla Direzione Generale alla periferia, con aumento dei corsi svolti presso le Direzioni compartimentali ed incremento del numero dei partecipanti, fino ad arrivare ad un massimo, nell’anno 1999, di 240 corsi per 4.079 discenti nelle Direzioni Compartimentali contro i 30 corsi per 683 discenti presso la Direzione centrale. Nel 2000, tuttavia, si assiste ad una, sia pur parziale, inversione di tendenza: rimanendo inalterato, presso le Direzioni Compartimentali, il numero dei corsi rispetto al 1999 (240) con una riduzione del numero dei discenti (del -7,33%), si osserva la crescita dei corsi effettuati presso la Direzione generale (da 30 a 52) del 73,33% per un numero di discenti che, tuttavia, cresce in maniera meno proporzionale (da 683 a 943, +38, 7%). 12 Nell’allegato n. 4 vengono elencati i corsi organizzati da Dipartimento nell’anno 1992, e nell’allegato n. 5 viene effettuato un raffronto dei dati relativi alla formazione del personale per gli anni 1993 e 1994 78 Si osserva inoltre che i principali interventi formativi hanno riguardato l’area giuridico-tributaria e l’area informatica. Tabella n. 19 Formazione professionale dell’Amministrazione doganale – Anni 1997-2000 DIREZIONI COMP.LI 1997 1998 Diff. % 98/97 1999 Diff. % 99/98 2000 Diff. % 2000/99 N. N. N. N. N. dei N. dei N. dei N. dei dei Corsi Discenti dei Corsi Discenti dei Corsi Discenti dei discenti discenti discenti discenti corsi corsi corsi corsi 16 255 7 109 -56,25 -57,25 7 101 0,00 -7,34 18 260 157,14 157,43 6 92 7 95 16,67 3,26 11 147 57,14 54,74 8 90 -27,27 -38,78 2 31 11 237 450,00 664,52 21 363 90,91 53,16 11 243 -47,62 -33,06 7 136 8 112 14,29 -17,65 26 480 225,00 328,57 23 421 -11,54 -12,29 3 29 6 95 100,00 227,59 12 181 100,00 90,53 7 142 -41,67 -21,55 13 225 9 204 -30,77 -9,33 18 299 100,00 46,57 11 201 -38,89 -32,78 10 208 8 140 -20,00 -32,69 14 247 75,00 76,43 14 234 0,00 -5,26 3 66 5 107 66,67 62,12 19 385 280,00 259,81 24 522 26,32 35,58 15 205 7 109 -53,33 -46,83 12 193 71,43 77,06 12 229 0,00 18,65 4 71 9 142 125,00 100,00 14 235 55,56 65,49 14 125 0,00 -46,81 5 54 16 296 220,00 448,15 23 424 43,75 43,24 42 406 82,61 -4,25 13 573 53 486 307,69 -15,18 18 316 -66,04 -34,98 8 273 -55,56 -13,61 5 60 7 110 40,00 83,33 20 395 185,71 259,09 26 279 30,00 -29,37 19 230 16 299 -15,79 30,00 25 313 56,25 4,68 22 355 -12,00 13,42 Ancona Bari Bologna Bolzano Cagliari Firenze Genova Milano Napoli Palermo Roma Torino Trieste Venezia Totale Direzioni Comp.li 121 Direzione generale 38 Scuola centr. Trib. e Scuola Sup. Pubbl. Amm.ne 0 Totale 159 2.235 169 515 31 0 27 2.750 227 2.541 39,67 462 -18,42 13,69 240 -10,29 30 135 27 3.138 42,77 14,11 297 4.079 42,01 683 -3,23 140 0,00 4.902 30,84 60,53 240 47,84 52 3,70 10 56,21 302 3.780 0,00 943 73,33 -7,33 38,07 42 -62,96 -70,00 4.765 1,68 -2,79 Una particolare modalità di formazione è stata rappresentata dagli scambi di funzionari con le altre Amministrazioni doganali comunitarie nell’ambito del Programma Matthaeus Tax: nel corso degli anni dal 1994 al 1999 i funzionari inviati all’estero per prendere conoscenza della realtà organizzativa e delle procedure operative degli altri partners comunitari sono stati rispettivamente 35, 41, 31, 43, 26 e 43. I funzionari delle dogane comunitarie che, nello stesso arco temporale, hanno effettuato uno stage in Italia sono stati complessivamente 126. Tabella n. 20 Funzionari inviati presso altre amministrazioni degli stati membri e ricevuti da altre amministrazioni comunitarie 1995 1996 1997 1998 1999 INVIATI 41 31 43 26 43 RICEVUTI 30 29 39 19 19 Nulla si può dire per gli anni successivi, se non prendere nota di quanto affermato dall’Agenzia delle dogane e chiosarlo: 79 “Per l’anno 2001 l’attività di formazione è stata volta essenzialmente ad assicurare una formazione di tipo tecnico-specialistico di supporto alle attività operative ed una formazione di tipo valoriale/manageriale finalizzata a diffondere i valori chiave della riforma organizzativa in atto ed a rafforzare le capacità direzionali dei responsabili delle strutture. Infatti, il successo del cambiamento presuppone una identificazione più precisa del modello di condotta manageriale appropriato al modello organizzativo da implementare ed una assunzione di impegno da parte dei Dirigenti, in quanto attori principali del cambiamento, nel predisporre, nei propri ambiti di responsabilità, condizioni organizzative favorevoli all’affermazione del nuovo modello organizzativo. Il programma delle attività formative predisposto per l’anno 2001 ha rappresentato il punto d’avvio della strategia formativa di più ampio respiro pianificata per gli anni 20022004, volta a seguire e sostenere le linee di sviluppo strategico definite nei documenti programmatici dell’Agenzia”. Si tratta di un’impostazione strategica che non può non essere condivisa, ma di cui occorrerà verificare la concreta attuazione nei prossimi anni. Il budget per il 2001 indica tuttavia un drastico e positivo ridimensionamento dell’entità delle risorse destinate all’attività formativa degli uffici centrali, che viene ad avere un’incidenza di appena il 7,3% sul totale, rispetto al peso del 17,8% che i corsi presso la Direzione centrale hanno fatto registrare ancora per l’anno 2000. Tabella n. 21 Assegnazione di budget relativo alle risorse destinate alla formazione - Anno 2001 Centro di responsabilità Budget assegnato (Lire/migliaia) Ancona Bari Bologna Bolzano Cagliari Firenze Genova Milano Napoli Palermo Roma Torino Trieste Venezia Uffici centrali dell'Agenzia Totale complessivo Budget assegnato (Euro) 165.198 197.144 143.059 22.893 32.853 113.367 297.917 168.447 178.579 252.754 134.573 285.972 70.250 61.335 165.470 85.317,65 101.816,38 73.883,81 11.823,25 16.967,16 58.549,17 153.861,29 86.995,62 92.228,36 130.536,55 69.501,15 147.692,21 36.281,10 31.676,88 85.458,12 2.289.811 1.182.588,69 Assieme a quella della formazione professionale, a partire dal 1991 si è presentata all’Amministrazione doganale l’urgente necessità di dotarsi degli strumenti informatici indispensabili per l’attuazione del mercato interno. 80 L’esigenza era quella di pervenire ad un maggior grado di funzionalità di tutte le strutture del settore. Al soddisfacimento di tale esigenza l’Amministrazione ha fatto presente di aver corrisposto cercando di conseguire i seguenti obiettivi: - integrazione del sistema doganale nazionale con quello della CEE e degli altri Stati membri per l’introduzione di nuovi controlli nel campo dell’IVA, per l’applicazione sistematica dei limiti tariffari (contingenti, massimali e sospensione dei dazi autonomi) definiti in sede comunitaria, attraverso lo scambio telematico delle informazioni sia sulle singole operazioni che sui singoli operatori; - adeguamento del sistema doganale italiano alle nuove disposizioni comunitarie del 1993 per l’immissione di merci, provenienti da Paesi terzi, nel territorio comunitario e destinate anche ad altri Stati membri; - disponibilità per l’Unione Europea e per gli altri partners comunitari delle informazioni sulle merci soggette ad imposta di fabbricazione e di consumo al fine di agevolare il controllo delle imposte e la movimentazione dei prodotti sul territorio comunitario; - agevolazione della circolazione delle merci, con riduzione dei tempi di attesa in dogana mediante la trasmissione telematica dei dati delle dichiarazioni doganali da parte degli operatori economici e l’utilizzo da parte degli stessi del sistema TARIC (Tariffa Integrata Comunitaria) per la preventiva e corretta predisposizione delle dichiarazioni doganali; - utilizzo delle funzionalità connesse alla TARIC che consentono di verificare automaticamente la corretta applicazione dei diritti doganali, dei divieti, dei contingenti e dei massimali; - intensificazione della lotta all’evasione fiscale, alla criminalità ed ai traffici illeciti attraverso l’esecuzione sistematica di controlli incrociati tra i dati doganali e le dichiarazioni fiscali. Funzionale al conseguimento dei suddetti obiettivi è l’atto di convenzione per il completamento, l’unificazione ed il potenziamento dei sistemi informatici doganali stipulato nel novembre 1991 tra il Dipartimento delle Dogane e la SOGEI - Società Generale di Informatica. Il potenziamento del sistema informativo è stato progettato anche per conformarsi al programma informatico proposto dalla Commissione per il triennio 1994/1996. Nel piano di attività comunitario le iniziative più rilevanti riguardavano: - la rete di trasmissione dati comune per collegare tra loro le Amministrazioni doganali comunitarie; - il sistema di interfaccia idoneo a consentire, anche in presenza di architetture e sistemi diversi nel singoli Stati, di consultare le rispettive banche dati, utilizzando una serie di processi di accesso standard; - il sistema di posta elettronica tra i vari Stati e l’Unione, per attuare la mutua assistenza e consentire il rapido scambio di messaggi tra le unità investigative locali; - l’adozione di messaggi normalizzati per lo scambio di informazioni tra Amministrazioni comunitarie ed operatori utilizzando EDIFACT; - il sistema centralizzato di autorizzazione alle importazioni di merci da utilizzare per lavorazioni e trasformazioni e la loro successiva riesportazione; - la determinazioni univoca a livello comunitario del Paese di origine delle merci; 81 - il controllo del transito comunitario. L’Amministrazione italiana ha dichiarato di aver provveduto allo sviluppo evolutivo del proprio sistema, tanto che sin dal 1997 le principali procedure informatizzate in esercizio sono state le seguenti: - trattamento delle dichiarazioni doganali con esclusione del transito; - gestione della contabilità doganale; - circuito di controllo per la segnalazione automatica delle merci da sottoporre a visita; - acquisizione dei dati relativi alle operazioni doganali tramite floppy disk preparati dagli operatori economici; - scambio elettronico di dati (EDI) tra i sistemi degli operatori economici ed i sistemi dell’Amministrazione, ai fini della presentazione telematica delle dichiarazioni e degli elenchi riepilogativi delle cessioni e degli acquisti intracomunitari; - gestione del progetto comunitario SCENT per lo scambio di informazioni riservate ai fini della lotta alla frode nel quadro della mutua assistenza; - gestione del progetto comunitario TARIC (Tariffa Doganale Integrata Comunitaria) e suo completamento con le misure nazionali (Tariffa doganale d’uso nazionale); - gestione del progetto comunitario ITV per il trattamento delle informazioni tariffarie vincolanti; - gestione del progetto comunitario QUOTA per la gestione dei contingenti e dei massimali; - gestione della banca dati nazionale e comunitaria relativa ai depositari autorizzati ed agli operatori registrati ai fini dell’interscambio di informazioni con i Paesi dell’UE nell’ambito del controllo sulla movimentazione delle merci sottoposte ad accise. Nel corso del biennio successivo sono state perfezionate le procedure in esercizio e per gli anni 1999/2000 sono stati programmati i seguenti sviluppi: - completamento della informatizzazione delle restituzioni all’esportazione nell’ambito della PAC anche ai fini della integrazione con il sistema comunitario; - inserimento nelle procedure di trattamento delle dichiarazioni doganali del controllo sulla esatta liquidazione dei diritti; - adeguamento delle procedure EDI per la gestione dei messaggi inviati dai soggetti autorizzati alle procedure semplificate; - adeguamento del circuito di controllo al regime di transito; - informatizzazione delle procedure di transito comunitario/comune, secondo le specifiche del relativo progetto comunitario; - acquisizione e trattamento dei DAA trasmessi tramite EDI da parte degli operatori autorizzati; - potenziamento del sistema di consuntivazione delle attività svolte anche mediante l’alimentazione automatica dello stesso con informazioni relative a prodotti già presenti nel sistema informativo; - ampliamento del datawarehouse con i datamat relativi agli elenchi riepilogativi delle operazioni intracomunitarie. 82 5.- RISULTATI CONSEGUITI 5.1.- Evoluzione delle entrate dell’Amministrazione doganale 5.1.1.– Evoluzione del totale dei proventi imputati all’Amministrazione delle dogane e delle II.II L’analisi dei dati riguardanti i proventi totali dell’ex Dipartimento delle Dogane e imposte indirette, costituiti sia da entrate tributarie che extratributarie, rileva una sovrastima delle previsioni iniziali negli esercizi negli esercizi che vanno dal 1996 al 1998 ed una ripetuta sottostima nei rimanenti esercizi considerati, con un massimo scostamento pari all’11,07% nel 1995. (Tabella 22) In media, nel periodo considerato, si registra si registra una sottostima dell’1,96%. Nel caso delle previsioni definitive, il dato medio è invece di sottostima per lo 0,67%. In costante crescita l’accertato ed il riscosso di competenza (con l’eccezione dell’anno 1996), passati, rispettivamente, da 75.029 e 70.351 mld nel 1994 a 95.121 e 91.055 mld nel 2000. Abbastanza elevata e stabile la quota di accertamenti riscossi (95,31% la media del periodo, con un massimo del 96,64% nel 1997 ed un minimo del 93,77% nel 1994). Significativi ed in crescita fino al 1999, il totale dei resti da riscuotere che hanno raggiunto i 16.576 mld nel 2000; in costante, anche se limitato aumento, a partire dal 1997, anche i resti da versare (2.708 mld nel 2000). Più elevata della media del totale delle entrate finali la quota dei residui riscossi (18,65% rispetto a –8,15%) nel 2000. Prima di continuare l’esame più dettagliato delle entrate doganali, va dato atto che l’Amministrazione ha fatto presente che, relativamente all’analisi dei dati riguardanti l’evoluzione dei proventi che le vengono imputati, e, in particolare, alle osservazioni concernenti la previsione delle entrate sia tributarie che extratributarie, si deve tener conto di quanto già rappresentato in occasione di altre indagini svolte dalla Corte. In particolare, l’Amministrazione evidenzia che previsioni preliminari delle entrate sono effettuate dalla stessa Amministrazione seguendo le “Note tecniche” del Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato e le direttive ministeriali in materia, sulla base delle serie storiche relative ai consuntivi dei precedenti esercizi, degli obiettivi di gettito delle entrate tributarie ed extratributarie e della capacità operativa (risorse umane e finanziarie) destinata alle attività produttive, tenuto conto degli interventi normativi eventualmente intervenuti che possano influenzare l’andamento tendenziale del gettito. Le previsioni definitive ai fini dell’iscrizione in bilancio sono, invece, formulate dall’Ufficio studi e politiche economico-fiscali che opera all’interno del Dipartimento per le Politiche fiscali13, anche, ma non esclusivamente, sulla base delle previsioni preliminari effettuate dall’Amministrazione doganale. Ovviamente in corso d’anno possono verificarsi eventi, normativi o di altro tipo, che possono portare ad una modifica della previsione di gettito rispetto alla previsione iniziale. Queste precisazioni lasciano intendere che eventuali osservazioni in ordine alla gestione del bilancio di entrata dovrebbero essere rivolte non alla sola Amministrazione 13 Prima dell’avvio della più recente riforma organizzativa del Ministero delle Finanze, tale attività era svolta dal Segretariato Generale – Ufficio per l’elaborazione di studi di politica tributaria e di analisi fiscale. 83 doganale, ma anche al Dipartimento. Ciò è sicuramente vero, ma l’Amministrazione controllata dovrebbe comunque appropriarsi della piena conoscenza delle ragioni che inducono l’Amministrazione di coordinamento a modificare le previsioni proposte, in modo da poter monitorare i successivi sviluppi in termini di accertamenti, riscossioni e versamenti e formulare per gli anni successivi previsioni preliminari il più possibile realistiche, oltre che coerenti con gli obiettivi dell’azione di Governo risultanti dalle leggi e dalle direttive. Ed anche per potersi compiutamente confrontare con gli organi di controllo esterno. 84 Tabella n. 22 – Proventi totali dell’attività doganale STAMPARE PAG. 85 DEL FILE “TABELLE FUORI MARGINE” 85 5.1.2.- Evoluzione delle entrate tributarie L’analisi dei dati relativi alle sole entrate tributarie dell’Amministrazione (Tabella 23), in ragione del peso preponderante che questi rivestono, (95,5% degli accertamenti e 96,4% del riscosso di competenza nel 2000), porterebbero a ripetere le considerazioni già fatte per l’insieme delle entrate doganali. Dei 59 capitoli e articoli che costituiscono il totale delle entrate tributarie relative all’attività dell’ex Dipartimento, quelli che maggiormente incidono sono: il cap. 1601, “Imposta sul consumo dei tabacchi”, facente parte dell’U.P.B. 2.1.4.1, il 1409 “Accisa e imposta erariale di consumo sugli oli minerali, loro derivati e prodotti analoghi” art. 1, “Imposta riscossa in via ordinaria”, U.P.B. 2.1.2.1 ed il 1203 “I.V.A.” art. 2, “Imposta relativa alle importazioni” U.P.B. 2.1.1.1 (si tratta di entrate derivanti da attività ordinaria di gestione) (Allegato n. 6). Per il primo dei tre capitoli considerati le riscossioni di competenza risultano contestuali all’accertamento e con una media del periodo di circa 11.500 mld, che è il risultato di una costante crescita degli introiti a partire dai 9.378 mld registrati nel 1994 per arrivare ai 13.884 mld dell’esercizio 2000. Simile andamento si rileva anche per i versamenti di competenza, seppur sempre proporzionalmente inferiore alle riscossioni (da 7.974 mld a 12.392 mld del 2000). L’art. 1 del capitolo 1409 incide da solo per quasi il 50% sul totale dei capitoli, con circa 37.748 mld di valore medio riscosso. Nel periodo 1994/2000 si riscontra un andamento altalenante, sia per gli accertamenti che per le riscossioni. Il rapporto medio tra accertato e riscosso è del 97,33%, con un valore massimo registrato nel 1997 pari al 100%. C’è da segnalare in particolare che i versamenti risultano di importo pari alle riscossioni per tutti gli esercizi finanziari. 86 Tabella n. 23 - Dipartimento delle Dogane e II.II.– Entrate tributarie STAMPARE PAG. 87 DEL FILE “TABELLE FUORI MARGINE” 87 L’analisi dei dati di bilancio dell’art. 2 del cap. 1203, da parte sua, evidenzia un incremento costante per tutte e tre le fasi dell’entrata considerate, tranne per quanto attiene all’esercizio 1996, per il quale si riscontra un decremento degli introiti. I valori medi di accertato, riscosso e versato sono rispettivamente di 16.169 mld., 15.462 mld e 15.217 mld. Il rapporto medio percentuale accertato/riscosso è del 95,81%, con un valore massimo registrato nel 1998 del 96,53%. Le riscossioni medie relative ai capitoli sopra elencati costituiscono l’83.79% del totale delle riscossioni di tutti i capitoli del titolo I così come risulta dettagliato nella Tabella 24. Tabella n. 24 Valori medi in miliardi delle riscossioni del periodo 1994/2000 Cap. 1601 Cap. 1409. art.2 Importi % sul Importi in % sul in mld totale mld totale 11.525 14,9 37.748 48,9 cap.1203 art.3 Altri capitoli Totale Importi % sul Importi % sul Importi in % sul in mld totale in mld totale mld totale 15.462 20 12.522 16,21 77.257 100 88 5.1.3.- Evoluzione delle entrate extra-tributarie Per le entrate totali extratributarie si rileva una costante sottostima per tutto il periodo 1994 - 2000. Tale situazione risulta maggiormente evidenziata nel corso degli ultimi due esercizi; nel 1999, infatti, la differenza tra previsioni iniziali ed accertamenti ammonta a 941 mld (2.595 di previsioni iniziali e 3.536 mld di accertato), con uno scostamento del 36,23%. Nel 2000 il divario si accentua e, a fronte di una previsione di 2.968, si registrano accertamenti pari a 4271 mld, con una differenza di oltre 1.300 mld, pari al 113,89%. L’analisi dei dati relativi agli accertamenti evidenzia un decremento degli importi nel corso dei primi 3 esercizi considerati: si parte infatti dai 3.364 mld del 1994 per arrivare ai 2.939 mld del 1996; da tale periodo in poi si riscontra invece una crescita costante, con 3.113 mld accertati nel 1997 fino ai 4.271 mld del 2000. Analoga crescita costante si osserva anche per quanto concerne le riscossioni, eccezion fatta per l’esercizio 1996, quando si evidenzia una leggera flessione. Dall’osservazione del dato analitico, infatti, si può notare come, dai 2.273 mld del 1994 si passi a 3.284 mld del 2000. Analogo andamento presentano i versamenti di competenza, con l’importo minimo di 2.106 mld del 1996 ed il massimo di 3.197 mld del 2000. Il valore medio del periodo è pari a 3.390 mld di accertamenti, 2.560 mld di riscossioni e 2.502 mld di versamenti di competenza. Il rapporto medio percentuale tra accertato e riscosso è di oltre venti punti inferiore a quello delle entrate tributarie:75,58% rispetto a 96,15%, con il valore percentuale più alto registrato nell’esercizio 1995 (84,31%), e quello più basso nel 1994 (67,57%). 89 Tabella n. 25 - Dipartimento delle Dogane e II.II. – Entrate extratributarie STAMPARE PAG. 90 DEL FILE “TABELLE FUORI MARGINE” 90 Tre dei 34 capitoli e articoli che costituiscono il totale delle entrate extra.tributarie relative all’attività doganale incidono da soli, per circa il 93% sul totale. Si tratta dei Capp. 3970, “Dazi della tariffa doganale comune ed altri diritti fissati delle Istituzioni della Unione Europea (esclusi i dazi C.E.C.A, i dazi compensatori antidumping, i dazi ed altri diritti fissati nel quadro della politica agricola Comune)”, 3971 “Dazi compensatori antidumping” e 2301 “Multe, ammende e sanzioni amministrative inflitte dalle Autorità giudiziarie ed amministrative con esclusione di quelle aventi natura tributaria” i cui dati finanziari sono riassunti nell’allegato n. 7. Tabella n. 26 Valori medi in miliardi delle riscossioni del periodo 1994/2000 Cap. 3970 Cap. 3971 Cap. 2301 Altri capitoli Totale Importi % sul Importi in % sul Importi in % sul Importi in % sul Importi in % sul in mld totale mld totale mld totale mld totale mld totale 1.742 68,0 373 14,6 271 10,6 174 6,8 2.560 100 Nel dettaglio si osserva che il cap. 3970, “Dazi della tariffa doganale comune ed altri diritti fissati delle Istituzioni della Unione Europea (esclusi i dazi C.E.C.A, i dazi compensatori antidumping, i dazi ed altri diritti fissati nel quadro della politica agricola Comune)”, inserito nell’U.P.B. 2.2.5.14, fa registrare accertamenti mediamente pari a 1.891 mld, riscossioni di competenza di circa 1.742 mld., e versamenti di 1.723 mld. In valore assoluto, si evidenzia come, nel corso dell’ultimo degli esercizi considerati, i dati riferiti a tutte e tre le fasi dell’entrata siano drasticamente diminuiti; si passa, infatti, dagli oltre 2.000 mld di accertato-riscosso e versato del 1999 agli appena 55 milioni del 2000. Il 3971 “Dazi compensatori antidumping” anch’esso inserito nell’U.P.B. 2.2.5 con importi medi pari a 406 mld di accertato, 373 mld di riscosso e 367 mld di versamenti. In valore assoluto, al contrario di quanto evidenziato per il cap. 3970, si è, specularmene, determinato un altrettanto notevole incremento degli introiti nel corso dell’ultimo esercizio, con riscossioni che sono passate dai 16 mld del 99 a 2.567 mld del 2000. Il rapporto medio accertato/riscosso è del 92,78%, con il massimo del 100% registrato nel 1995. Il 2301 “Multe, ammende e sanzioni amministrative inflitte dalle Autorità giudiziarie ed amministrative con esclusione di quelle aventi natura tributaria” (270 mld circa) dell’U.P.B. 2.2.315. Mediamente l’accertato ammonta a 480 mld, il riscosso a 271 mld ed il versato a 242 mld. Nel corso del periodo considerato l’andamento di tutte le tre fasi dell’entrata ha sempre subito lievi variazioni. Per quanto riguarda il rapporto medio percentuale accertato/riscosso, questo è del 62,59%, con il valore minimo registrato nel 2000 con il 41,03%. Da rilevare la situazione dell’esercizio 2000, quando, pur con accertamenti decisamente superiori agli anni precedenti (1.206 mld, pari al doppio di quelli registrati nel 1999), si sono effettuate riscossioni di gran lunga inferiori (495 mld, parimenti doppie di quelle del 1999). L’Amministrazione non ha chiarito le ragioni dell’andamento dei flussi finanziari relativi ai capitoli esaminati, ma ha da ultimo fatto presente che per quanto riguarda i dati relativi alle entrate extratributarie ed in particolare ai capitoli a maggior incidenza (cap.3970 e 3971) si rileva una difformità tra gli importi risultanti dal rendiconto riportati dalla Corte e quelli presenti nel sistema informatico doganale, che si 14 15 U.P.B. 2.2.5: «Dazi e prelievi doganali» U.P.B. 2.2.3: «Entrate derivanti dall’attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti» 91 riepilogano nella tabella che segue e che evidenzia differenze notevoli soprattutto per l’anno 2000, differenze di cui l’Amministrazione non ha però dato spiegazione. Dati indicati dalla Corte dei conti Cap. Anno 1999 Anno 2000 3970 2.000 0,055 3971 16 2.567 Dati presenti nel sistema informatico doganale Anno 1999 Anno 2000 2.350 2.760 17,6 24,1 Dati in miliardi di lire 92 5.1.4.- Analisi delle anomalie gestionali di alcune tipologie delle entrate extra tributarie L’esperienza acquisita in materia di controllo sulla gestione delle entrate ha condotto a rilevare la non esatta corrispondenza tra le intenzioni che il legislatore aveva nel riformare sia la struttura del bilancio che l’organizzazione amministrativa e la reale applicazione delle norme finalizzate a tali riforme. Tali conclusioni, in estrema sintesi, sono emerse sia dalle indagini precedentemente svolte sulla nuova struttura del bilancio e la rispondenza alla stessa delle gestioni delle entrate16 sia dalle ultime analisi effettuate sulle possibili disfunzioni gestionali sottostanti ad alcune tipologie delle entrate extra tributarie contenute nel referto conclusivo dell’indagine (n. 2 Gestioni di Entrata) programmata dall’Adunanza plenaria della Sezione del controllo con deliberazione n. 15/2000 del 10 febbraio 2000, approvato con deliberazione n. 3/2002/G del 30 novembre 2001. Delle conclusioni di tali indagini, nella misura in cui appaiono rilevanti per l’Amministrazione doganale, si dà, per completezza, di seguito conto. L’articolazione del bilancio per Unità previsionali di base si pone come primario obiettivo quello di una immediata identificazione della natura delle entrate e delle spese in base alla loro collocazione. Per quanto attiene alle entrate, a seconda che si tratti di entrate tributarie o extratributarie, la classificazione delle U.p.b. si attua con criteri diversi. Per le prime, la ripartizione si basa sulla identificazione della gestione sottostante i proventi, che possono essere derivati da attività ordinaria o da attività di accertamento e controllo, peraltro comuni a tutti i Centri di responsabilità. Per le entrate extratributarie, si segue un criterio più analitico, che dovrebbe scendere nell’analisi dell’esatto contenuto dei capitoli e che, pertanto, potrebbe essere differenziato, a seconda dell’Amministrazione che gestisce l’attività sottostante l’acquisizione dei proventi, e, talvolta, anche del Centro di responsabilità interessato. Alcune Unità previsionali delle entrate extratributarie sono presenti nello stato di previsione in più Centri di responsabilità. Si tratta, in particolare, dell’U.p.b. «Restituzioni, rimborsi, recuperi e concorsi vari», «Entrate derivanti dall'attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti», «Attività di controllo, informazione e repressione violazioni», «Proventi per l'attività contrattuale ed altri introiti», e «Tributi e diritti speciali». Le restanti Unità previsionali sono caratterizzate dall’attività sottostante tipica dell’Amministrazione che gestisce i capitoli in esse contenuti. Per quanto attiene all’Amministrazione delle Dogane, le entrate extratributarie oltre ad essere classificate nelle prime tre U.p.b. sopra elencate, si collocano nelle due tipiche «Proventi relativi a servizi resi nell’interesse del commercio» e «Dazi e prelievi doganali». Nell’indagine n. 2/Entrate del 2000 citata, nell’intento di analizzare le singole attività di gestione di entrata per materia, si è preliminarmente ritenuto di poter utilizzare come macro-aggregati le stesse Unità previsionali, almeno per quelle che, come abbiamo visto, sono comuni a più Centri di responsabilità. L’analisi effettuata sui capitoli contenuti in ciascuna di esse ha, però, fatto rilevare che tale corrispondenza non è così automatica: si è riscontrato, per esempio, che non tutti i capitoli ai quali affluiscono entrate derivanti da attività di accertamento e controllo sono inseriti nelle U.p.b. appositamente intitolate, così 16 Indagine programmata dalla Sezione del controllo con deliberazione n. 16/98 del 4/2/98 “Struttura e classificazione del bilancio delle entrate” approvata con deliberazione n. 1/2000; indagine n. 11/99 “Capitoli ed articoli di entrata iscritti per memoria o con rilevanti scostamenti tra previsioni ed accertamenti o fra accertamenti e riscossioni”approvata con deliberazione n. 76/2000; indagine n. 12/99 “Obiettivi e controlli interni in materia di gestione di entrata” approvata con deliberazione n. 14/01/G. 93 come nell’U.p.b. «Entrate derivanti dall'attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti» sono compresi, tra gli altri, capitoli che, più correttamente andrebbero considerati come frutto di servizi resi dalle Amministrazioni. Per l’Amministrazione delle Dogane tale anomalia può essere riscontrata per i Capp. 2323 “Somme versate per i servizi relativi alle imposte di fabbricazione svolte dai militari della Guardia di finanza e da destinare a favore del fondo di assistenza per i finanzieri, in misura pari alla differenza fra le cennate somme e la spesa relativa alla corresponsione del trattamento di missione a detti militari.” e 2369 “Proventi derivanti dalla cessione di stampati agli esportatori” inseriti nella U.p.b. 2.2.317. Per poter, tuttavia, effettuare un’analisi comparativa dello svolgimento di alcune attività in modo omogeneo, si è reso necessario procedere ad individuare le tipologie di entrata delle quali si intendeva monitorare l’andamento, utilizzando solo parzialmente la ripartizione in Unità previsionali, procedendo, in alcuni casi, alla suddivisione delle stesse, per omogeneizzare maggiormente il contenuto del gettito. Nel caso dell’analisi sull’attività di controllo delle violazioni si è ritenuto di dover meglio ripartire le entrate a seconda che derivassero da gestione di beni confiscati o da pene pecuniarie o da proventi contravvenzionali o da proventi misti; in questo caso l’U.p.b. è stata frazionata, salvo la ricerca in altre U.p.b. di capitoli che riguardassero la stessa materia. Nel caso, invece, dell’analisi effettuata sulla gestione dei proventi derivanti da servizi resi e beni ceduti, si è reso necessario accorpare alcuni capitoli contenuti nelle Unità previsionali tipiche delle singole Amministrazioni, come, ad esempio, quelli contenuti, nel caso del Dipartimento delle Dogane, nell’U.p.b. «Proventi relativi ai servizi resi nell’interesse del commercio». In base a quanto finora descritto, le “tipologie” di entrate individuate e di competenza dell’Amministrazione delle Dogane, sono in parte comprese nell’Unità previsionale di base «Restituzioni, rimborsi, recuperi e concorsi vari», ed in parte riconducibili ad entrate relative ai proventi derivanti da servizi resi e beni ceduti, e da concessioni, autorizzazioni e locazioni, alle attività di controllo, nonché alle indennità ed interessi di mora, per le quali si procederà all’analisi nei successivi paragrafi. 17 U.p.b. 2.2.3 - «Attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti» 94 5.1.4.1. - Restituzioni, rimborsi, recuperi e concorsi vari L’analisi effettuata sui capitoli rientranti nella tipologia dei recuperi, restituzioni, rimborsi e rifusioni18 - tipologia peraltro coincidente con l’U.p.b. 2.2.1 «Restituzioni, rimborsi, recuperi e concorsi vari» - ha consentito di riscontrare, tra l’altro, anche in base agli elementi informativi forniti dall’Amministrazione, che si tratta in gran parte di capitoli completamente privi di importi o con importi esigui. Si può intuire la scarsa attenzione dell’Amministrazione per le singole gestioni, in considerazione sia della esiguità degli importi riscontrati (il capitolo 3309 risulta totalmente “vuoto” ad eccezione di 80,000 lire accertate, riscosse e versate nel 2000), sia della natura delle risposte fornite. In particolare viene denunciata la inattualità della normativa sottostante ed a tal proposito c’è da domandarsi quali siano i motivi per i quali i capitoli permangano in bilancio. Il capitolo 3707 registra introiti insignificanti (37 mila lire nel 1999 e zero lire nel 2000), a causa della quasi cessazione delle richieste alla dogana, da parte di operatori, del servizio di spedizione di campioni di merci da sottoporre ad analisi presso laboratori privati. Attualmente gli operatori, per snellire le procedure, tendono, infatti, a contattare direttamente i laboratori privati, escludendo il passaggio per l’ufficio doganale. 18 Capitolo 3309 – “Somme relative all’anticipazione delle spese per la procedura di sospensione dell’immissione in libera pratica di merci contraffatte nonché delle eventuali spese di magazzinaggio”, Capitolo 3707 – “Rimborso di spese per imballaggi e spedizioni di campioni merci, per sopralluoghi dei collegi consultivi, centrali e compartimentali, dei periti doganali e per l’esecuzione di analisi o altri esami e accertamenti tecnici da parte di laboratori o uffici non dipendenti dall’Amministrazione finanziaria, poste a carico di operatori”, Capitolo 3709 – “Imposizioni applicabili all’esportazione dei prodotti agricoli a titolo di recupero degli aiuti concessi per conto delle Comunità Europee nell’ambito degli interventi di mercato da reintegrare all’organismo nazionale di intervento AIMA” e Capitolo 3710 – “Importi compensativi adesione applicabili, a decorrere dall’1 gennaio 1978, negli scambi di taluni prodotti lattiero –caseari con il Regno Unito, di pertinenza del FEOGA, sezione garanzia” 95 Tabella n. 27 Dati finanziari dei capitoli 3309, 3707, 3709 e 3710 ege prev_iniz_comp prev_def_comp accertato riscosso comp vers_comp riscosso res vers_res Capitolo 3309 – “Somme relative all’anticipazione delle spese per la procedura di sospensione dell’immissione in libera pratica di merci contraffatte nonché delle eventuali spese di magazzinaggio” 1992 1993 - - - - - - - 1994 - - - 1995 - - - - - - - - - - 1996 - - - - - - - - 1997 - - - - - - - 1998 - - - - - - - 1999 - - - - - - - 80.329 80.329 80.329 2000 Capitolo 3707 – “Rimborso di spese per imballaggi e spedizioni di campioni merci, per sopralluoghi dei collegi consultivi, centrali e compartimentali, dei periti doganali e per l’esecuzione di analisi o altri esami e accertamenti tecnici da parte di laboratori o uffici non dipendenti dall’Amministrazione finanziaria, poste a carico di operatori” - 11.116.541 10.963.360 1.936.270 419.400 419.400 1992 1993 - - 3.800.000 3.671.600 3.669.600 9.127.090 9.127.090 1994 - - 122.000 122.000 122.000 130.400 130.400 1995 - - 150.000 150.000 - - - 1996 - - 67.850 67.850 67.850 150.000 150.000 1997 - - 1.000 1.000 1.000 - - 1998 - - - - - - - 1999 - - 36.750 36.750 36.750 - - 2000 Capitolo 3709 – “Imposizioni applicabili all’esportazione dei prodotti agricoli a titolo di recupero degli aiuti concessi per conto delle Comunità Europee nell’ambito degli interventi di mercato da reintegrare all’organismo nazionale di intervento AIMA” 325.000 325.000 325.000 1992 1993 - - 19.712.200 19.712.200 19.704.380 - - 1994 - - 6.262.370 6.262.370 6.261.670 7.820 7.820 1995 - - 20.462.120 20.462.120 19.989.620 700 700 1996 - - 600 600 600 472.500 472.500 1997 - - 5.131.540 5.131.540 5.085.130 - - 1998 - - 1.595.510 1.585.610 1.585.380 26.610 26.610 1999 - - 3.943.050 3.943.050 3.663.900 10.130 10.130 279.150 279.150 2000 Capitolo 3710 – “Importi compensativi adesione applicabili, a decorrere dall’1 gennaio 1978, negli scambi di taluni prodotti lattiero –caseari con il Regno Unito, di pertinenza del FEOGA, sezione garanzia” - 15.885.870 15.885.870 5.061.930 4.122.420 4.122.420 1992 1993 - - 12.338.890 12.338.890 299.630 10.823.940 10.823.940 1994 - - 247.920 247.920 247.920 12.039.260 12.039.260 1995 - - 105.300 - - - - 1996 - - 447.450 447.450 9.610 - - 1997 - - 1.792.680 1.792.680 5.960 437.840 437.840 1998 - - 396.100 396.100 396.100 1.786.720 1.786.720 1999 - - 1.486.810 1.486.810 - - - 2000 - - - - - 1.486.810 1.486.810 96 5.1.4.2. - Proventi derivanti da servizi resi e beni ceduti Nella tipologia relativa ai proventi derivanti da servizi resi e da beni ceduti si è ritenuto di dover comprendere l’intera U.p.b. 2.2.4 «Proventi relativi ai servizi resi nell’interesse del commercio»19 (Tabella 28), nonché, come già detto, i capitoli 2323 e 236920 che, sebbene inseriti nella U.p.b. 2.2.3 «Entrate derivanti dall'attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti», fanno presupporre un’attività gestionale sottostante propria di un servizio reso. L’Amministrazione delle Dogane, per quanto riguarda l’U.p.b. relativa ai proventi per i servizi resi nell’interesse del commercio, ha fornito, in risposta alle note istruttorie appositamente inviate, elementi informativi in merito ai capitoli: 2004, 2318, 2320, 2321, 2322. La legge 28/01/94 n. 84, art. 27, comma 8, detta la soppressione del contributo a carico dei ricevitori o speditori di merci, con estinzione del relativo capitolo (2004), del quale l’Amministrazione propone la soppressione. Per il capitolo 2318 sembrerebbe inattuabile, da quanto riferito dall’Amministrazione, qualsiasi programmazione, poiché la richiesta di questo servizio (analisi delle merci e riscontri tecnici dei laboratori chimici delle Dogane) proviene da una utenza difficilmente quantificabile. Il capitolo 2321, riguardante non ben specificati servizi resi dalla Guardia di Finanza, risulta sovrastimato dal 1994 al 2000, pur con una forte riduzione della sovrastima nell’ultimo anno, con un indice di riscossione medio del 97%. Riguardo al capitolo 2320, per il quale si riscontra la sovrastima delle previsioni dal 1994 al 1999, l’Amministrazione spiega che tale situazione è determinata dall’adeguamento dell’orario di lavoro, per tutti gli uffici doganali, alle norme comunitarie, la qual cosa non permetterebbe più di svolgere le attività connesse al capitolo in questione. Queste ultime, infatti, dovrebbero essere espletate in orari straordinari ampiamente ridotti dalla su menzionata estensione dell’orario lavorativo (8.00 – 18.00), che, insieme alla semplificazione delle procedure doganali, permette la conclusione delle operazioni entro le dieci ore lavorative previste. Le ragioni portate dall’Amministrazione potrebbero considerarsi convincenti se, alla diminuzione degli accertamenti e delle riscossioni, fosse 19 U.p.b. 2.2.4 - «Proventi relativi ai servizi resi nell’interesse del commercio» Capitolo 2004 – “Contributi a carico dei ricevitori o speditori di merci, imbarcate o sbarcate nei porti dello Stato ed altri contributi minori”; Capitolo 2010 – “Diritti per visita sanitaria del bestiame e dei prodotti ed avanzi animali in importazione od in esportazione”; Capitolo 2318 – “Proventi derivanti dalle indennità dovute al personale di laboratori chimici delle dogane e delle II.II. per le analisi delle merci e per i riscontri tecnici eseguiti fuori orario o fuori sede su richieste delle ditte interessaste”; Capitolo 2320 – “Somme versate da enti e da privati per servizi straordinari resi nell’interesse del commercio effettuati dal personale doganale, da destinare, nella misura del 20% a favore del fondo di previdenza del personale medesimo”; Capitolo 2321 – “Somme versate in relazione ai servizi svolti dai militari della Guardia di finanza e da destinare, in misura pari alla differenza tra le cennate somme e le spese relative alla corresponsione a detto personale del trattamento di missione per i servizi svolti fuori dall’ufficio doganale sulla base di percentuali determinate, al fondo di previdenza per sottufficiali e militari di truppa della Guardia di finanza, alla cassa ufficiali della Guardia di finanza, al fondo assistenza per i finanzieri, ad interventi di assistenza morale e benessere del personale in servizio ed in congedo della Guardia di finanza, ed alla corresponsione di premi ai militari distintisi in operazioni di servizio”; Capitolo 2322 – “Somme versate dai privati per i servizi svolti dal personale delle imposte di fabbricazione e da destinare, in misura pari al 40% della differenza tra le cennate somme e le spese per indennità di missione già liquidate al citato personale, al fondo di previdenza del personale per le imposte di fabbricazione e dei laboratori chimici delle dogane e delle II.II.” 20 Capitolo 2323 “Somme versate per i servizi relativi alle imposte di fabbricazione svolte dai militari della Guardia di finanza e da destinare a favore del fondo di assistenza per i finanzieri, in misura pari alla differenza fra le cennate somme e la spesa relativa alla corresponsione del trattamento di missione a detti militari.” e capitolo 2369 “Proventi derivanti dalla cessione di stampati agli esportatori” 97 seguito un adeguamento delle previsioni. Queste ultime si presentano, però, sempre maggiori del doppio rispetto agli accertamenti, con un lieve ridimensionamento nel 2000, evidenziando come l’Amministrazione delle Dogane, pur sapendo che il nuovo orario lavorativo avrebbe influito sugli introiti, non ha, di conseguenza, riformulato le previsioni per tener conto della mutata situazione. 98 Tabella n. 28 Dati finanziari dei capitoli facenti parte dell’U.p.b. 2.2.4 «Proventi relativi ai servizi resi nell’interesse del commercio» prev. iniz. comp ege prev. def. _comp riscosso comp accertato vers. comp riscosso res. vers. res Capitolo 2004 – “Contributi a carico dei ricevitori o speditori di merci, imbarcate o sbarcate nei porti dello Stato ed altri contributi minori” 1992 850.000 850.675 1.019.951 1.006.378 896.191 689.619 689.357 1993 850.000 850.000 1.128.489 1.114.569 1.002.562 124.261 124.068 1994 850.000 850.000 1.280.444 1.267.722 1.158.448 126.120 125.927 1995 850.000 971.943 1.110.566 1.097.321 1.004.392 122.189 122.189 1996 850.000 850.000 146.434 146.410 87.079 106.174 106.173 1997 850.000 850.000 4 4 0 765 764 1998 850.000 0 103 103 103 5 4 1999 0 0 212 212 70 0 0 2000 0 0 106 106 0 142 142 Capitolo 2010 – “Diritti per visita sanitaria del bestiame e dei prodotti ed avanzi animali in importazione od in esportazione” 1992 1.400.000 1.400.000 1.012.618 908.371 641.224 333.496 331.115 1993 1.500.000 1.500.000 1.011.701 923.254 656.014 373.894 373.894 1994 1.500.000 1.500.000 1.291.425 1.173.916 944.393 355.390 355.165 1995 1.500.000 1.500.000 1.265.994 1.176.886 1.025.149 347.050 346.627 1996 1.500.000 1.500.000 1.202.684 1.140.882 1.000.034 241.629 241.203 1997 1.500.000 1.500.000 1.178.962 1.114.651 1.032.649 203.006 198.723 1998 1.500.000 1.200.000 1.159.502 1.118.387 1.014.160 150.797 150.756 1999 1.200.000 1.200.000 1.042.076 999.610 859.407 145.362 145.159 2000 1.200.000 1.200.000 1.157.972 1.110.272 980.073 189.603 182.872 Capitolo 2318 – “Proventi derivanti dalle indennità dovute al personale di laboratori chimici delle dogane e delle II.II. per le analisi delle merci e per i riscontri tecnici eseguiti fuori orario o fuori sede su richieste delle ditte interessaste” 1992 800.000 800.000 499.626 499.626 499.626 0 0 1993 440.000 440.000 619.505 619.505 619.505 0 0 1994 440.000 440.000 747.394 747.394 747.394 0 0 1995 440.000 440.000 545.732 545.732 545.732 0 0 1996 440.000 500.000 512.140 512.140 512.140 10.000 10.000 1997 500.000 500.000 489.882 489.882 489.701 11.000 11.000 1998 500.000 500.000 466.535 466.535 466.535 16.182 16.182 1999 500.000 790.157 332.102 332.102 332.102 11.000 11.000 2000 500.000 500.000 412.032 412.032 412.032 11.508 11.508 Capitolo 2320 – “Somme versate da enti e da privati per servizi straordinari resi nell’interesse del commercio effettuati dal personale doganale, da destinare, nella misura del 20% a favore del fondo di previdenza del personale medesimo”; 1992 56.000.000 56.000.000 31.814.201 29.845.722 26.721.901 4.743.800 4.446.635 1993 46.000.000 36.000.000 24.777.829 24.021.321 21.932.102 5.426.811 5.409.632 1994 36.000.000 36.000.000 16.276.558 15.737.298 14.078.892 2.862.247 2.762.191 1995 36.000.000 36.000.000 12.952.007 12.527.036 11.340.867 2.261.542 2.134.448 1996 36.000.000 20.000.000 11.519.521 11.106.920 9.946.889 1.739.062 1.728.568 1997 20.000.000 20.000.000 10.575.654 10.247.380 9.312.633 1.587.569 1.576.452 1998 20.000.000 20.000.000 9.790.429 9.484.727 8.571.642 1.274.138 1.274.080 1999 20.000.000 25.217.075 7.697.774 7.415.013 6.464.071 1.223.496 1.216.485 2000 10.000.000 10.000.000 6.676.239 6.454.043 5.754.029 1.242.560 1.226.063 (dati in migliaia di lire) 99 prev. iniz. prev. def. riscosso riscosso accertato vers. comp vers. res comp _comp comp res. Capitolo 2321 – “Somme versate in relazione ai servizi svolti dai militari della Guardia di finanza e da destinare, in misura pari alla differenza tra le cennate somme e le spese relative alla corresponsione a detto personale del trattamento di missione per i servizi svolti fuori dall’ufficio doganale sulla base di percentuali determinate, al fondo di previdenza per sottufficiali e militari di truppa della Guardia di finanza, alla cassa ufficiali della Guardia di finanza, al fondo assistenza per i finanzieri, ad interventi di assistenza morale e benessere del personale in servizio ed in congedo della Guardia di finanza, ed alla corresponsione di premi ai militari distintisi in operazioni di servizio”; ege 1992 10.000.000 10.000.000 8.299.928 7.363.457 6.383.244 1.026.698 1.026.632 1993 10.000.000 10.000.000 10.562.294 10.213.692 9.414.685 1.934.301 1.934.180 1994 10.000.000 10.000.000 5.992.921 5.778.253 5.163.012 1.147.660 1.142.456 1995 10.000.000 10.000.000 5.381.517 5.182.951 4.597.581 834.713 829.753 1996 10.000.000 6.000.000 4.719.681 4.546.746 3.963.217 789.004 788.370 1997 6.000.000 6.000.000 3.891.605 3.790.135 3.441.571 756.827 755.932 1998 6.000.000 6.000.000 3.272.619 3.176.051 2.909.440 451.062 450.817 1999 6.000.000 6.000.000 2.701.280 2.609.375 2.329.099 368.182 357.551 2000 3.000.000 3.000.000 2.552.042 2.472.910 2.228.131 382.860 378.060 Capitolo 2322 – “Somme versate dai privati per i servizi svolti dal personale delle imposte di fabbricazione e da destinare, in misura pari al 40% della differenza tra le cennate somme e le spese per indennità di missione già liquidate al citato personale, al fondo di previdenza del personale per le imposte di fabbricazione e dei laboratori chimici delle dogane e delle II.II.” 1992 15.000.000 15.000.000 16.539.361 16.417.470 16.417.470 182.078 182.078 1993 15.000.000 15.000.000 10.133.586 10.060.604 10.060.604 252.617 252.617 1994 15.000.000 15.000.000 3.273.264 3.273.264 3.273.264 88.335 88.335 1995 15.000.000 15.000.000 2.177.298 2.177.298 2.177.298 17.230 17.230 1996 15.000.000 10.000.000 1.801.821 1.801.821 1.801.821 9.859 9.859 1997 10.000.000 6.000.000 1.729.021 1.729.021 1.729.021 5.074 5.074 1998 6.000.000 6.000.000 1.149.753 1.149.753 1.149.753 8.270 8.270 1999 6.000.000 6.674.105 809.960 1.098 1.098 2000 1.200.000 1.709.860 1.621.674 1.566.003 1.566.003 11.514 11.514 811.571 809.960 (dati in migliaia di lire) Analoga situazione si presenta per il capitolo 2322 (somme versate dai privati per servizi svolti dal personale delle IIFF), anche per il quale il rapporto previsioni-accertamenti risulta, per il periodo dal 1994 al 1999, squilibrato: si rilevano accertamenti 6 volte inferiori alle previsioni definitive, che, peraltro, coincidono in larga misura con quelle iniziali. Nel 2000 si verifica un’inversione di tendenza, in quanto, a fronte di 1,2 mld di previsioni iniziali, si accertano 1,6 mld. Per quanto attiene ai capitoli 2323 e 2369 (Tabella 29), appartenenti alla U.p.b. che si occupa di repressione e controllo di irregolarità ed illeciti, quanto descritto dall’Amministrazione conferma, per entrambi, il presupposto di un’attività gestionale relativa ad un “servizio reso”. Il 2323 riguarda un servizio di controllo espletato, a richiesta, dalla Guardia di Finanza in materia di imposte di fabbricazione, i cui proventi vengono destinati ad un fondo di assistenza per gli stessi finanzieri e l’analisi dei dati di bilancio mette in evidenza la scarsa entità degli introiti, in sensibile diminuzione dal 1994 al 2000. Il capitolo 2369, riguardante la vendita di stampati, ha fatto registrare dal 1998 un calo degli introiti, poiché, da quanto specificato dall’Amministrazione, gli esportatori si sono rivolti a tipografie private; inoltre, l’autocertificazione circa l’origine 100 e la provenienza della merce ha semplificato le procedure di esportazione. Quantunque l’amministrazione sia al corrente della progressiva diminuzione degli introiti affluenti sul capitolo, ha dichiarato di ritenere opportuno mantenerlo attivo in bilancio. Tabella n. 29 Dati finanziari dei capitoli 2323 e 2369 prev. iniz. prev. def. riscosso vers. riscosso vers. accertato comp _comp comp comp res. res Capitolo 2323 “Somme versate per i servizi relativi alle imposte di fabbricazione svolte dai militari della Guardia di finanza e da destinare a favore del fondo di assistenza per i finanzieri, in misura pari alla differenza fra le cennate somme e la spesa relativa alla corresponsione del trattamento di missione a detti militari.” ege 1992 3.000.000 3.000.000 2.700.354 2.692.181 2.692.181 38.469 38.469 1993 3.000.000 3.000.000 2.367.933 2.350.880 2.350.880 70.874 70.874 1994 3.000.000 3.000.000 197.179 197.179 197.179 0 0 1995 3.000.000 3.000.000 10.991 10.991 10.991 0 0 1996 3.000.000 1.000.000 17.504 17.504 17.504 0 0 1997 1.000.000 500.000 10.853 10.853 10.853 0 0 1998 500.000 500.000 7.313 7.313 7.313 0 0 1999 500.000 500.000 4.175 4.175 4.175 0 0 2000 7.000 7.000 4.057 4.057 4.057 0 0 capitolo 2369 “Proventi derivanti dalla cessione di stampati agli esportatori” 1992 1.200.000 1.200.000 1.405.026 1.390.169 970.305 300.996 300.996 1993 1.200.000 1.200.000 1.851.689 1.810.538 1.297.792 434.741 434.741 1994 1.260.000 1.260.000 2.176.990 2.163.561 1.608.692 555.474 553.949 1995 1.260.000 1.260.000 1.837.020 1.820.764 1.428.503 568.299 562.670 1996 1.260.000 1.260.000 1.678.865 1.673.026 1.287.958 414.145 413.138 1997 1.260.000 1.260.000 1.670.198 1.654.608 1.287.798 391.915 388.489 1998 1.260.000 1.260.000 815.701 804.996 596.590 385.826 385.826 1999 1.260.000 1.260.000 444.788 424.983 333.978 221.311 215.572 2000 155.641 154.860 125.823 114.868 114.868 800.000 800.000 (dati in migliaia di lire) Dal quadro descritto risulta evidente che i servizi resi dallo Stato siano stati progressivamente sostituiti, dove possibile, da privati, in ragione dell’applicazione della normativa comunitaria mirante a snellire le operazioni doganali, anche se l’analisi effettuata sulla struttura del bilancio non rende evidente tale semplificazione. 101 5.1.4.3. - Proventi derivanti da concessioni, autorizzazioni e locazioni La gestione dei capitoli riguardanti i proventi derivanti da concessioni, locazioni ed autorizzazioni, non vede interessato in maniera diretta l’Amministrazione delle Dogane, in quanto si evidenzia una cogestione del Capitolo 2065 “Tasse e diritti marittimi” art. 1: “Somme spettanti all’erario” art. 2: “Somme spettanti alla regione Sicilia” art. 3: “Maggiori proventi derivanti dagli aumenti stabiliti dalla legge 6 agosto 1991, n. 255, da destinare alla copertura dei maggiori oneri recati dalla legge medesima” con il Ministero dei Trasporti - Dipartimento della Navigazione Marittima ed Interna Alle richieste formulate ai fini della citata indagine n. 2/Entrate del 2000 il Dipartimento della Navigazione Marittima ed Interna fornisce chiarimenti rispetto all’intero capitolo affermando di non gestirne direttamente l’attività, in quanto le entrate affluiscono all’erario tramite gli uffici doganali. Si assiste così alla “cogestione” da parte di due Amministrazioni di una medesima entrata, per la quale il Ministero dei Trasporti, responsabile in base alla struttura del bilancio, sembrerebbe non avere gli elementi necessari per esercitarne la gestione e l’Amministrazione delle Dogane, per la quale viene ipotizzata una responsabilità per la sola fase operativa e non anche per quella della programmazione. L’Amministrazione dei Trasporti dà conto dell’intero capitolo, poiché informa relativamente alla riassegnazione dell’entrata ottenuta, riferendo che una quota parte delle entrate affluenti al capitolo viene utilizzata a parziale copertura dei 91 miliardi annui per il ripiano dei disavanzi degli ex enti portuali (Legge 84/94 art. 28 comma 2). Dall’analisi dei singoli articoli emerge che il 2 e il 3 sono sempre iscritti per “memoria”, mentre l’art. 1 risulta sottostimato dal 1994 al 1997 e sovrastimato dal 1998 al 2000. Riguardo all’entità degli importi dei singoli articoli, la media degli accertamenti per l’art. 1, nel periodo 19922000, ammonta a circa 330 miliardi, con un rapporto medio tra riscosso ed accertato di circa il 98%; l’artt. 2 registra importi decisamente inferiori, con una media di circa 15 miliardi di accertamenti e un rapporto medio tra riscosso ed accertato del 99,23%; l’art. 3, peraltro istituito nel 1994, presenta invece, fino al 1998 una media di 500 milioni di accertamenti e un rapporto medio del 100% tra riscosso e accertato, nel 1999 una drastica riduzione di accertamenti e riscossioni a 23 milioni, per poi azzerarsi nel 2000 (Tabella 30). 102 Tabella n. 30 Dati finanziari del capitolo 2065 ege prev. iniz. comp prev. def. _comp accertato riscosso comp vers. comp riscosso res. vers. res Cap. 2065: "Tasse e diritti marittimi” 1992 484.000 484.000 164.005 162.292 152.637 12.042 11.000 1993 238.251 238.251 325.408 320.205 307.563 11.855 4.666 1994 188.251 208.251 356.836 349.779 336.434 24.778 22.274 1995 251.151 251.151 378.826 372.043 360.343 22.057 21.316 1996 257.900 357.900 367.992 360.824 352.048 19.672 19.347 1997 357.900 357.900 377.308 369.140 350.840 16.610 16.186 1998 387.900 387.900 387.338 380.861 369.967 25.942 25.923 1999 400.000 400.000 390.148 382.870 364.795 10.797 10.591 2000 380.000 380.000 367.057 354.885 332.887 43.973 11.460 5.610 5.610 art. 1: “Somme spettanti all’erario” 1992 484.000 484.000 151.237 149.543 146.050 1993 238.251 238.251 311.267 306.082 300.456 4.666 4.666 1994 188.251 208.251 342.400 335.353 329.110 10.586 10.571 1995 251.151 251.151 369.241 362.460 355.387 12.457 12.456 1996 257.900 357.900 357.657 350.497 347.429 14.303 14.303 1997 357.900 357.900 359.137 351.043 346.061 10.533 10.530 1998 387.900 387.900 369.324 362.885 358.729 12.130 12.114 1999 400.000 400.000 366.930 359.867 354.752 10.591 10.591 2000 380.000 380.000 352.662 341.129 331.566 12.015 11.453 5.390 art. 2: “Somme spettanti alla regione Sicilia” 1992 0 0 12.768 12.749 6.587 6.432 1993 0 0 14.141 14.123 7.107 7.190 0 1994 0 0 13.967 13.957 6.863 14.192 11.703 1995 0 0 8.866 8.865 4.260 9.593 8.853 1996 0 0 9.733 9.725 4.019 5.346 5.020 1997 0 0 17.507 17.433 4.134 6.074 5.652 1998 0 0 17.486 17.448 10.739 13.793 13.790 1999 0 0 23.195 22.980 10.020 206 0 2000 0 0 14.394 13.756 1.320 31.951 0 art. 3: “Maggiori proventi derivanti dagli aumenti stabiliti dalla legge 6 agosto 1991, n. 255, da destinare alla copertura dei maggiori oneri recati dalla legge medesima”. 1994 0 0 469 469 462 0 1995 0 0 719 719 696 7 7 1996 0 0 602 602 600 24 24 1997 0 0 664 664 645 3 3 1998 0 0 528 528 498 19 19 1999 0 0 23 23 23 0 0 2000 0 0 0 7 7 103 0 0 (Dati in milioni di lire) 0 5.1.4.4.- Proventi derivanti da attività di controllo Il Centro di responsabilità n. 2 – Dipartimento Dogane (ora Agenzia delle Dogane) gestisce il capitolo 3712 (artt. 2, 3, 4, 5 e 6)21, riguardante somme relative alla vendita di beni confiscati a seguito delle operazioni anticontrabbando da parte dei diversi Corpi di polizia, inserito nella U.P.B. 2.2.2. “Attività di controllo, informazione e repressione violazioni”, ed amministra dello stesso capitolo i restanti articoli 1 e 7 ed il capitolo 2313 (proventi derivanti dalla vendita dei tabacchi lavorati esteri sequestrati)22 inseriti nella U.P.B. 2.2.3. “Attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti”. Nel referto relativo ad una precedente indagine23, il capitolo 3712 era già stato ampiamente segnalato in quanto in tutte e due le U.P.B. era costantemente iscritto per memoria per tutto il triennio 96/98. L’Amministrazione, a seguito delle richieste istruttorie all’uopo formulate, anche in questa occasione ha confermato che la natura stessa del provento non consente di formulare previsioni; ed anche per quanto riguarda gli articoli 4 e 5, nonostante la mancanza di importi, è asserito che il motivo si sostanzia nell’assenza di casi in cui il Corpo forestale dello Stato o le Capitanerie di Porto abbiano partecipato ad operazioni relative alla confisca di beni; tuttavia, considerando la possibilità del verificarsi di tali casi per il futuro, sembra opportuno non escludere la presenza in bilancio di questi articoli. Tra l’altro il preposto ufficio dell’allora Segretariato generale – Ufficio per l’elaborazione di studi di politica tributaria e analisi fiscale (ora Dipartimento delle Politiche fiscali)– aveva confermato la natura per memoria, considerando la imprevedibilità e il trascurabile importo riscontrato per gli artt. 4 e 5. Per quanto riguarda la gestione degli articoli 1 e 7, viene segnalato che per gli anni 2000 e 2001 sono state effettuate previsioni. Inoltre, dall’osservazione dei dati relativi agli accertamenti ed alle riscossioni di competenza relative all’esercizio finanziario 1999, si è registrato un miglioramento soprattutto per la fase delle riscossioni. Riguardo al capitolo 2313, l’Amministrazione ne ha chiesto la soppressione, in quanto la competenza cui lo stesso si riferisce è stata attribuita agli Ispettorati Compartimentali dei Monopoli. Nelle relazioni al Parlamento per il Ministero delle Finanze relative agli anni 1999 e 2000, si era già rilevato il miglioramento gestionale relativo ai beni confiscati: per i beni mobili l’analisi complessiva costi/ricavi risulta ancora deficitaria, mentre per i beni immobili si registra un miglioramento della gestione, pur permanendo l’esigenza di una nuova normativa per lo snellimento delle procedure amministrative. 21 U.P.B. 2.2.2. Cap. 3712 – Art 2 – “Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando della Polizia di Stato”, Art 3 – “Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando dell’Arma dei Carabinieri”, Art 4 – “Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando del Corpo Forestale dello Stato”, Art 5 – “Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando delle Capitanerie di Porto”, Art 6 – “Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando di altri Corpi della Forza di polizia” 22 U.P.B 2.2.3 :Cap. 2313 – “Proventi derivanti dalla vendita dei tabacchi lavorati esteri sequestrati”, Cap. 3712 – “Somme relative alla vendita dei beni confiscati a seguito delle operazioni anticontrabbando da riassegnare ai pertinenti capitoli degli stati di previsione del relativo Ministero per l’acquisto di mezzi di trasporto, strumenti ed attrezzature per l’attività di polizia giudiziaria anticontrabbando della forza di polizia”: Art 1 – “Ricavato della vendita di beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando della Guardia di Finanza”, Art 7 – “Ricavato della vendita di beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando svolta da funzionari del Dipartimento delle Dogane” 23 Indagine n. 12/99 “Obiettivi e controlli interni in materia di gestione di entrata” approvata con deliberazione n. 14/01/G. 104 C’è infine da aggiungere che, per quanto riguarda le operazioni anticontrabbando, a giudicare dalle somme iscritte nel rendiconto a seguito della vendita dei beni conseguentemente confiscati (capitolo 3712), queste sembra siano state finora svolte dalla sola Guardia di Finanza e non anche dalle altre forze di Polizia (Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Corpo Forestale dello Stato, Capitanerie di Porto, altri Corpi delle forze di Polizia), che pure risultano intestatarie di specifici articoli di entrata nel contesto del capitolo 3712. 105 5.1.4.5. - Proventi derivanti da indennità ed interessi di mora La gestione del capitolo 230824, riguardante indennità ed interessi di mora sulle imposte di fabbricazione, secondo quanto riferito dall’Amministrazione25, si limita agli accertamenti e all’iscrizione a ruolo delle somme da riscuotere, mentre le fasi della riscossione e del versamento sono affidate a concessionari esterni. Dall’analisi dei dati contabili si rilevano, per tutto il periodo 1992-2000, riscossioni largamente inferiori agli accertamenti ed alle previsioni. Queste ultime risultano a loro volta vistosamente sottostimate dal 1994 al 1999, contrariamente agli esercizi 1992 e 2000 nei quali si riscontrano previsioni, sia iniziali che definitive, rispettivamente pari a 3 volte ed a circa 9 volte gli accertamenti. L’indice di riscossione oscilla tra il 16% del 1992 ed il 20% del 2000, passando per il minimo dell’1,49% del 1999. L’Amministrazione ha riferito di non poter formulare previsioni, a causa della mancanza di informazioni relative ai versamenti da parte dei concessionari; tale affermazione suscita notevoli perplessità nella considerazione che, essendo il sistema dei versamenti completamente informatizzato, il riscontro dei dati dovrebbe essere possibile in tempo reale. Tabella n. 31 Dati finanziari del capitolo 2308 ege prev. iniz. comp prev. def. comp accertato riscosso comp vers. comp riscosso res. vers. res Cap. 2308 “Indennità e interessi di mora a carico dei debitori diretti per ritardati o differiti versamenti di imposte di fabbricazione” 1992 100.000 100.000 30.351 4.990 4.835 502 488 1993 113.578 113.578 109.221 6.324 6.287 1.820 1.753 1994 48.578 48.578 820.092 12.985 12.914 1.909 1.899 1995 50.578 50.578 206.613 12.850 12.301 1.084 952 1996 60.000 60.000 523.852 9.468 9.248 1.832 1.802 1997 65.000 515.000 350.739 8.658 8.587 725 704 1998 70.000 70.000 433.233 8.033 8.005 1.273 1.263 1999 70.000 70.000 416.320 6.213 6.166 697 681 2000 300.000 300.000 34.799 7.048 6.991 1.026 981 (dati in milioni di lire) 24 Capitolo 2308 – “Indennità e interessi di mora a carico dei debitori diretti per ritardati o differiti versamenti di imposte di fabbricazione” 25 Dipartimento Dogane e II II – Direzione centrale affari generali, personale e SS. II. TT. U.D.C./ PPC nota n. 929 del 29/12/2000. 106 5.1.5- Lotta al contrabbando I capitoli e gli articoli riguardanti i proventi relativi alla lotta al contrabbando sono 9 e risultano distribuiti nelle Unità previsionali di base 2.2.2 «Attività di controllo, informazione e repressione violazioni»e 2.2.3 « Entrate derivanti dall’attività di controllo e repressione delle irregolarità e degli illeciti »: • il 3703 “Quote di proventi contravvenzionali spettanti al fondo per la prevenzione e la scoperta del contrabbando” U.P.B. 2.2.3 • il 3704 “Quote di proventi contravvenzionali spettanti al fondo per la prevenzione e la scoperta del contrabbando fuori dagli spazi doganali” U.P.B. 2.2.3 • il 3712 “Somme relative alla vendita dei beni confiscati a seguito delle operazioni anticontrabbando da riassegnare ai pertinenti capitoli degli stati di previsione del relativo Ministero per l’acquisto di mezzi di trasporto, strumenti ed attrezzature per l’attività di polizia giudiziaria anticontrabbando della forza di polizia” art. 1 “Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando della Guardia di Finanza” U.P.B. 2.2.3 art. 2 “Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando della Polizia di Stato” U.P.B. 2.2.2 art. 3 “Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando della Carabinieri” U.P.B. 2.2.2 art. 4 “ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando della Corpo Forestale dello Stato” U.P.B. 2.2.2 art. 5 “ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando della Capitanerie di Porto” U.P.B. 2.2.2 art. 6 “ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando di altri corpi delle Forze di Polizia” U.P.B. 2.2.2 art. 7 “ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando del dipartimento delle Dogane” U.P.B. 2.2.3. L’aggregazione dei dati finanziari relativi ai capitoli e/o articoli citati consente di effettuare una serie di analisi dei dati riguardanti i proventi totali derivanti dalla lotta al contrabbando. Dalla Tabella 32 si evidenzia preliminarmente una mancanza di previsioni iniziali dal 1994 al 1999, mentre per il 2000 si riscontra una sottostima determinata dalla previsione iniziale di 1 miliardo e 800 milioni a fronte di accertamenti pari a 2 miliardi e 291 milioni. Gli accertamenti medi registrati nel periodo in esame ammontano a complessivi 3,8 miliardi, le riscossioni di competenza a 2,7 miliardi ed i versamenti a 2,5 miliardi. Il valore medio percentuale riscosso/accertato è del 69,01%, con una punta massima registrata nel 1999 del 96,54%; nel corso dell’esercizio successivo tale rapporto scende al 64,03%, ritornando sui livelli degli anni precedenti. In valore assoluto, per le fasi riguardanti l’accertamento, la riscossione ed il versamento, si rileva un incostante andamento degli introiti fino al 1998 per gli accertamenti ed al 1999 per le riscossioni di competenza, con una successiva contrazione. Le maggiori riscossioni medie, sempre relative all’intero periodo 1994/2000, si registrano per l’art. 1 (Guardia di Finanza) del cap. 3712 (1,8 miliardi), che, da solo, incide per il 107 67,40% sul totale delle riscossioni medie dei capitoli/articoli riguardanti la lotta al contrabbando (allegato n. 8). Degno di nota è l’andamento del capitolo 3703, che, pur presentando accertamenti in media nel periodo di 1,2 miliardi, registra riscossioni per soli 222 milioni (18,5%). 108 Tabella n. 32 - Dipartimento delle Dogane e II.II. – Lotta al contrabbando STAMPARE PAG. 109 DEL FILE “TABELLE FUORI MARGINE” 109 5.1.6.- Analisi comparata con gli altri Dipartimenti dei risultati di entrata dell’ex Dipartimento delle dogane e II.II. Le entrate finali complessivamente gestite dal Ministero delle finanze sono ammontate a circa 597.527 mld nel 1998, 655.089 mld nel 1999 ed a 667.825 mld nel 2000, in termini di accertamenti, ed a 564.862 mld nel 1998, 630.242 mld nel 1999 e 621.806 mld nel 2000 in termini di riscossioni dell’anno (competenza e residui)26, pari, rispettivamente, al 91,26% e 90,2% nel 1998, all’88,7 % ed all’88,5%% nel 1999 ed al 90% ed al 90,2% delle entrate erariali. Considerando separatamente le entrate gestite dai diversi centri di responsabilità, la parte preponderante spetta al Dipartimento delle entrate: nel 1999 si tratta di 562.242 mld, pari all’85,8% degli accertamenti complessivi del Ministero delle finanze, con una crescita sul 1998 doppia di quella del Dipartimento delle dogane e II.II. (+10,06% a fronte del +5,42%), ma largamente inferiore a quella del Dipartimento del territorio (+63,34). Per quanto riguarda il 2000 le entrate gestite dal Dipartimento delle entrate sono state di 568.330 mld, pari all’85,1% degli accertamenti complessivi del Ministero delle finanze, con una crescita sul 1999 dell’1,08%, inferiore a quella registratasi per il Dipartimento del territorio (+1,6%), ma ancor più per il Dipartimento delle dogane e II.II. (+7,43%). Questi due ultimi dipartimenti hanno contribuito, però, nel 2000 in misura molto più limitata, rispetto al Dipartimento delle entrate, alla formazione dei flussi di entrata del Ministero delle finanze: rispettivamente, 0,64% e 14,26%. Positiva, nel complesso, deve essere la valutazione di efficacia dell’azione amministrativa. Misurandola in termini di rapporto tra accertamenti e previsioni iniziali, essa risulta superiore a quella attesa, sia per il Ministero unitariamente considerato (+5,04% nel 1999 e +5,53% nel 2000), sia per i dipartimenti delle entrate (+5,37% e +5,78%) e delle dogane (+2,89% e +4,36%). Il rapporto accertamenti/previsioni per l’intero aggregato ministeriale è stato nel 1999 pari al +5,04%, diventando negativo nel 2000 (-0,68%). Analogo l’andamento di detto rapporto per il Dipartimento delle entrate (+5,37% nel 1999 e –1,08% nel 2000) e quello del Territorio (+7,94% e –1,46%). Lievemente positivo, invece, nel caso del Dipartimento delle dogane (+2,89% e +1,82%). La qualità degli accertamenti, misurata dalla quota di quelli riscossi, è aumentata complessivamente per il Ministero tra il 1998 ed il 1999 rimanendo invariata nel 2000 (dal 94,01% del 1998 al 94,58% del 1999 e 2000); per quanto riguarda il Dipartimento delle entrate e quello del territorio la qualità degli accertamenti è risultata in aumento tra il 1999 ed il 1998 mentre nel 2000 è diminuita (rispettivamente 93,73%, 94,52% e 94,37% per le entrate e 96,3%, 97,14% e 97,08% per il territorio) contrariamente a quanto accaduto per il Dipartimento delle Dogane, per il quale si rileva un un’iniziale diminuzione, tra il 1998 ed il 1999, per poi aumentare nel 2000 (rispettivamente 95,66%, 94,86% e 95,68%). Per quanto riguarda i residui di riscossione, l’incremento maggiore, in valore non solo assoluto (+13.535 mld), ma anche relativo (+10,78%), lo fa registrare il Dipartimento delle entrate. Marginale l’incremento per il Dipartimento delle dogane (+390 mld e +2,31%) ed altrettanto marginale la diminuzione per il Dipartimento del territorio (-118 mld e –6,37%). 26 Il dato delle riscossioni dell’anno si differenzia rispetto a quello indicato nel rendiconto come “somme riscosse” in quanto le riscossioni sui residui sono al netto delle somme da versare degli esercizi precedenti. 110 Tabella n. 33 Entrate del C.d.R. 2: Dogane e Imposte Indirette STAMPARE PAG. 111 DEL FILE “TABELLE FUORI MARGINE” 111 Tabella n. 34 Titolo I - Dogane e Imposte Indirette - Attività di accertamento e controllo STAMPARE PAG. 112 DEL FILE “TABELLE FUORI MARGINE” 112 STAMPARE PAG. 113 DEL FILE “TABELLE FUORI MARGINE” 113 Tabella n. 35 Titolo II - Dogane e Imposte Indirette - Attività di accertamento e controllo. – Totale titoli I e II STAMPARE PAG. 114 DEL FILE “TABELLE FUORI MARGINE” 114 Le analisi chi si possono effettuare sui singoli aggregati riguardanti la distinzione fondamentale tra l’ U.p.b. 1 e l’U.p.b. 2, per quanto riguarda l’ex Dipartimento (oggi Agenzia) delle dogane, merita una precisazione. La distinzione secondo la quale all’U.p.b. 1 sono ascrivibili le entrate derivanti dalla specifica attività di gestione ordinaria ed alla U.p.b. 2 quelle derivanti dalla specifica attività di accertamento e controllo, risulta efficace se riferita, ad esempio all’attività svolta dall’ex Dipartimento (oggi Agenzia) delle Entrate in quanto sussiste una distinzione temporale tra l’attività ordinaria e quella di accertamento e controllo. Per l’attività doganale la distinzione risulta più difficoltosa, in quanto le due fasi sono spesso contemporanee. Per i tributi doganali, effettuata la presentazione delle dichiarazioni, il controllo viene svolto tramite il “Circuito doganale di controllo” utilizzando la procedura informatica, basata sulla preventiva analisi dei rischi. Nei casi in cui il sistema rileva un basso indice di pericolosità, non si procede ad ulteriore controllo documentale o fisico (canale verde). Nei casi in cui il grado di pericolosità è più elevato si procede ad una verifica documentale (canale giallo) e, ove gli indicatori di rischio del sistema rilevino un alto indice di pericolosità, oltre al controllo documentale vi è anche una successiva visita totale o parziale delle merci (canale rosso). Da quanto sopra esposto, emerge che l’attività di gestione ordinaria e quella di controllo sono temporalmente coincidenti, in quanto avvengono nel corso del processo complessivo di sdoganamento, e pertanto l’entità delle entrate relative all’attività di controllo non è determinabile in modo immediato. Di conseguenza le entrate derivanti dall’eventuale riliquidazione delle dichiarazioni vengono rilevate all’interno delle gestione ordinaria del tributo. Per le accise, invece, l’obbligazione tributaria sorge al momento delle fabbricazione o importazione e la sua esigibilità è collegata all’immissione in consumo; pertanto, c’è una prima fase in cui viene rilevata la quantità e la qualità del prodotto ed una seconda fase nella quale viene accertata l’imposta. Anche in questo caso la fase delle liquidazione dell’imposta è coincidente con la fase dl controllo. E’ per i motivi suesposti che in U.p.b. 2, sia per il settore delle dogane che per quello delle accise, sono ricomprese le entrate relative ai soli tributi riscossi mediante ruolo e in U.p.b. 1 tutte le restanti entrate, derivanti sia dall’attività ordinaria che da quella di accertamento e controllo, se riscosse entro 30 giorni. Si evidenzia, altresì, che in U.p.b. 1 confluiscono anche le entrate inerenti i cosiddetti controlli “a posteriori” (revisioni di accertamento, verifiche con accesso presso le aziende). Ne consegue che i dati relativi ai Maggiori Diritti Accertati (MDA) e Maggiori Diritti Riscossi (MDR) vengono forniti dall’ex Dipartimento, oggi Agenzia, delle dogane in sede di rendiconto annuale ed in particolare quelli relativi alle Tabelle dalla 36 alla 41 vengono rilevati dal sistema informativo interno delle Dogane in quanto non desumibili in maniera diretta dai capitoli di entrata. 115 Tabella n. 36 SETTORE DOGANE – Maggiori diritti evasi accertati distinti per tipo di controllo. Anni 1998-2001 Maggiori Diritti Accertati % sul % sul % sul % sul (in milioni) 1998 totale 1999 totale 2000 totale 2001 totale da controlli intra 265.800.000 48,60% 330.694.000 54,90%362.845.000 42,70% 501.594.535 40,16% da plafond 67.741.936 12,40% 97.468.743 16,20%123.381.083 14,50% 158.431.766 12,68% da rev. Acc. e altri controlli in linea 213.657.024 39,00% 174.117.813 28,90%363.096.239 42,80% 589.105.699 47,16% MDA totali 547.198.960 100,00% 602.280.556 100,00%849.322.322 100,00% 1.249.132.000100,00% Tabella n. 37 SETTORE DOGANE – Maggiori diritti evasi accertati per struttura territoriale di secondo livello Anni 1999-2001 Compartimenti Ancona Bari Bologna Bolzano Cagliari Firenze Genova Milano Napoli Palermo Roma Torino Trieste Venezia MDA 2001 (/000) 62.843.000 31.625.000 134.402.000 75.868.000 27.880.000 40.287.000 97.913.000 183.665.000 49.172.000 222.797.000 114.454.000 107.240.000 34.319.000 66.667.000 Totale 1.249.132.000 MDA 2000 (/000) scostamento % 2001/2000 36.019.476 33.563.200 68.342.933 67.801.489 23.727.335 36.659.204 103.101.545 135.100.977 35.792.763 71.021.913 99.053.417 47.418.131 29.603.070 62.116.869 849.322.322 74,47% -5,77% 96,66% 11,90% 17,50% 9,90% -5,03% 35,95% 37,38% 213,70% 15,55% 126,16% 15,93% 7,33% 47,07% 116 MDA 1999 (/000) 36.057.053 6.176.000 152.777.000 74.131.000 5.714.000 19.250.000 45.782.000 69.510.503 30.094.000 8.222.000 50.967.000 56.630.000 12.296.000 34.674.000 602.280.556 scostamento % 2000/1999 -0,10% 443,45% -55,27% -8,54% 315,25% 90,44% 125,20% 94,36% 18,94% 763,80% 94,35% -16,27% 140,75% 79,15% 41,02% Tabella n. 38 SETTORE DOGANE – Maggiori diritti riscossi per struttura territoriale di secondo livello - Anni 1999-2001 OBIETTIVO MONETARIO - RAFFRONTO 1999 - 2001 MDR 2001 MDR 2000 scostamento % MDR 1999 Compartimenti (/000) (/000) 2001/2000 (/000) 7.771.000 9.388.994 Ancona -17,23% 6.453.153 6.834.000 5.936.109 Bari 15,13% 3.971.708 9.046.243 8.205.000 -9,30% 7.514.294 Bologna 1.224.000 1.128.141 Bolzano 8,50% 1.565.250 17.318.000 36.399.539 Cagliari -52,42% 10.076.310 14.670.000 15.987.718 Firenze -8,24% 13.089.662 29.011.000 22.315.750 Genova 30,00% 26.387.872 43.877.000 52.890.243 Milano -17,04% 38.294.465 9.924.000 16.300.490 Napoli -39,12% 11.694.359 28.193.000 48.202.159 Palermo -41,51% 10.844.994 16.586.000 15.457.362 Roma 7,30% 13.047.815 15.256.000 15.478.148 Torino -1,44% 16.155.752 17.933.000 18.306.939 Trieste -2,04% 29.690.034 20.906.000 14.915.530 Venezia 40,16% 13.443.392 Totale 237.708.000 281.753.365 -15,63% 202.229.060 scostamento % 2000/1999 45,49% 49,46% 20,39% -27,93% 261,24% 22,14% -15,43% 38,11% 39,39% 344,46% 18,47% -4,19% -38,34% 10,95% 39,32% Tabella n. 39 SETTORE ACCISE - Maggiori diritti evasi accertati e riscossi (obiettivo monetario) Anni 1998-2001 1998 1999 Diff. % 1998/99 2000 Diff. % 2000/99 2001 diff.% 2001/2000 Maggiori Diritti 24.823.106.00064.513.156.000159,89%145.281.107.000125,20%93.846.000.000 -35,40% Accertati Maggiori Diritti 43.682.407.00056.179.000.000 28,61% 47.380.665.000 -15,66%51.407.000.000 8,50% Riscossi 117 Tabella n. 40 SETTORE ACCISE - Maggiori diritti accertati per struttura territoriale di secondo livello Anni 1999-2001 Compartimenti Ancona Bari Bologna Bolzano Cagliari Firenze Genova Milano Napoli Palermo Roma Torino Trieste Venezia MDA 2001 (/000) 2.803.000 5.469.000 8.447.000 332.000 831.000 1.351.000 820.000 52.072.000 5.842.000 2.043.000 2.744.000 6.964.000 1.003.000 3.125.000 Totale 93.846.000 MDA 2000 (/000) scostamento % 2001/2000 7.951.504 12.204.024 62.549.234 179.302 1.728.707 2.487.184 312.142 22.444.985 5.396.047 7.357.641 10.125.262 6.339.126 2.005.711 4.200.238 145.281.107 -64,75% -55,19% -86,50% 85,16% -51,93% -45,68% 162,70% 132,00% 8,26% -72,23% -72,90% 9,86% -49,99% -25,60% -35,40% MDA 1999 (/000) 3.781.549 3.683.260 22.556.715 229.746 19.236 329.713 47.789 3.449.772 10.809.063 8.808.376 3.157.500 6.120.372 167.001 1.353.064 64.513.156 scostamento % 2000/1999 110,27% 231,34% 177,30% -21,96% 8886,83% 654,35% 553,17% 550,62% -50,08% -16,47% 220,67% 3,57% 1101,02% 210,42% 125,20% Tabella n. 41 SETTORE ACCISE – Maggiori diritti riscossi per struttura territoriale di secondo livello Anni 1999-2001 OBIETTIVO MONETARIO - RAFFRONTO 1999 - 2001 MDR 2001 MDR 2000 scostamento % MDR 1999 scostamento % Compartimenti (/000) (/000) 2001/2000 (/000) 2000/1999 3.057.000.000 Ancona 2.112.360.000 44,72% 1.621.947.689 30,24% 3.566.000.000 6.313.993.000 Bari -43,52% 12.512.942.559 -49,54% 6.984.000.000 4.833.562.000 Bologna 44,49% 9.557.421.457 -49,43% 412.000.000 Bolzano 409.098.000 0,71% 477.962.295 -14,41% 926.000.000 1.969.273.000 Cagliari -52,98% 994.829.616 97,95% 2.727.000.000 2.126.967.000 Firenze 28,21% 1.902.268.570 11,81% 761.000.000 Genova 662.935.000 14,79% 869.491.367 -23,76% 9.453.000.000 7.610.686.000 Milano 24,21% 8.908.236.023 -14,57% 3.292.000.000 2.617.015.000 Napoli 25,79% 1.475.814.514 77,33% 4.045.000.000 3.434.329.000 Palermo 17,78% 3.255.379.923 5,50% 5.989.000.000 Roma 5.515.163.000 8,59% 5.757.335.322 -4,21% 5.827.000.000 5.104.932.000 Torino 14,14% 5.982.820.390 -14,67% 1.339.000.000 Trieste 944.083.000 41,83% 550.061.562 71,63% 3.029.000.000 Venezia 3.726.269.000 -18,71% 2.312.488.713 61,14% Totale 51.407.000.000 47.380.665.000 8,50% 56.179.000.000 -15,66% Pur con tutte le cautele con cui l’esercizio deve essere considerato, è anche possibile raffrontare i risultati di gettito dell’Amministrazione doganale nel suo complesso, così come 118 quelli del Ministero delle finanze e degli altri soppressi dipartimenti, con la relativa spesa di funzionamento. Da tale esercizio emergono, per il 1999, inequivoche indicazioni di un relativo peggioramento per il Dipartimento delle dogane e II.II. ed un significativo miglioramento, invece, per il Dipartimento delle entrate e per quello del territorio. Per il 2000 emergono, invece, indicazioni di un relativo lieve peggioramento per l’insieme del Ministero delle finanze e per il Dipartimento delle entrate ed un miglioramento per gli altri due Dipartimenti. Per quanto riguarda in particolare il Dipartimento del territorio, il rapporto oneri/risultati27 è, tuttavia, per entrambi gli anni, meno favorevole, per il fatto che la relativa “produzione” andrebbe misurata, molto più che per gli altri due dipartimenti, non solo in termini di entrate acquisite, ma anche di servizi resi (mappatura catastale, attività di stima). Venendo, comunque, alla quantificazione del rapporto oneri/risultati, per l’intera Amministrazione nel 2000 esso è risultato pari al 2,08% sugli accertamenti ed al 2,20% sulle riscossioni, a fronte, rispettivamente dell’1,99% e del 2,11% nel 1999. Per quanto riguarda, invece, i Dipartimenti, mentre nel 1999 l’incidenza della spesa di funzionamento in percentuale degli accertamenti e delle riscossioni di competenza risultava sostanzialmente identica per il Dipartimento delle entrate e per quello delle dogane (rispettivamente, 1,09% e 1,15% per il primo e 1,06% e 1,12% per il secondo)28, nel 2000 si è verificata una divaricazione, in quanto, mentre il Dipartimento delle entrate ha fatto registrare un sia pure marginale incremento del rapporto (1,21% sugli accertamenti e 1,28% sulle riscossioni), il Dipartimento delle dogane ha fatto, invece, segnare una riduzione (a 0,93% in termini di accertamenti e 0,98% in termini di riscossioni). Questa divaricazione è il frutto dell’andamento differenziato, sia dell’evoluzione del gettito di pertinenza (maggiore per il Dipartimento delle dogane rispetto a quello delle entrate (+7,43% per gli accertamenti e +8,35% per le riscossioni nel caso delle Dogane e +1,08% e +0,93% nel caso delle Entrate), sia dell’evoluzione degli impegni effettivi di competenza – diminuiti per il Dipartimento delle dogane (da 943 a 889 mld) ed aumentati per le Entrate (da 6.107 a 6.867 mld). Questi raffronti possono tuttavia risultare fuorvianti, giacché sono stati operati senza tenere conto delle spese di funzionamento che la Guardia di finanza sostiene per le attività di prevenzione e repressione delle violazioni agli obblighi tributari e da cui in buona parte derivano gli accertamenti da attività di controllo che entrano a far parte delle entrate imputate ai due dipartimenti. Rapporti più corretti sono sicuramente quelli calcolati aggiungendo alla spesa di funzionamento dell’ex Dipartimento delle entrate la spesa della funzione obiettivo di quinto livello 1.1.2.11.8 (“Contrasto all’evasione fiscale della GdF nel settore delle II.II. e sui redditi”)29 ed alla spesa di funzionamento dell’ex Dipartimento delle dogane e II.II. la spesa della funzione obiettivo di quinto livello 1.1.2.11.9 (“Prevenzione e repressione della GdF delle violazioni in materia di dogane, monopoli, accise, interessi 27 Misurato in termini di incidenza della spesa di funzionamento (impegni effettivi in conto competenza o impegni effettivi totali) sull’importo degli accertamenti o delle riscossioni di competenza. 28 Va, tuttavia, rilevato che, rispetto al 1998, il rapporto è notevolmente migliorato per il Dipartimento delle entrate (dall’1,68% all’1,15%), mentre è peggiorato per il Dipartimento delle dogane (dall’1,06 all’1,15%). A colmare il divario fra i due Dipartimenti, che nel 1998 era a favore delle Dogane, ha contribuito la diversa dinamica sia della spesa che delle entrate. Gli impegni sono notevolmente diminuiti per il Dipartimento delle entrate (-24,2%, da 8.053 a 6.108 mld), mentre sono sensibilmente aumentati per le Dogane (+13,4%, da 852 a 966 mld). Le riscossioni di competenza sono, a loro volta, aumentate molto di più per il Dipartimento delle entrate (+10,9%, da 478.843 a 531.439 mld) che per quello delle dogane e II.II. (+4,5%, da 80.444 a 84.093 mld). 29 In termini di impegni effettivi in conto competenza, si tratta di 1.350 mld per il 1999 e di 1.222 mld nel 2000. 119 finanziari dell’U.E.)30. Con questo correttivo, i termini del raffronto cambiano completamente, giacché l’incidenza della spesa rispetto alle entrate, oltre ad aumentare per entrambi i dipartimenti, viene ad essere significativamente maggiore per il Dipartimento delle dogane e II.II. (rispettivamente 1,85% in termini di accertamenti e 1,91% in termini di riscossioni nel 2000, a fronte di 2,16% e 2,26% nel 1999) e non più per il Dipartimento delle entrate (1,47% e 1,52% nel 2000, a fronte di 1,34% e 1,41% nel 1999). Come si vede, restano, invece, invariati, per i motivi prima detti, i segni delle variazioni da un anno all’altro: l’incidenza è diminuita per il Dipartimento delle dogane e II.II. ed è, invece, aumentata per il Dipartimento delle entrate, restringendo così la forbice che nel 1999 separava i due centri di responsabilità. A parte va considerato, per quanto è stato prima detto, il caso del Dipartimento del territorio, i cui accertamenti e le cui riscossioni di competenza nel 1999 sono aumentate molto di più (+64,8%, da 2.473 a 4.076 mld) di quanto sia aumentata la spesa (+6,6% gli impegni totali e +4,7% gli impegni effettivi, rispettivamente da 901 a 961 mld e da 901 a 943 mld). Di conseguenza, l’analogo rapporto oneri/risultati è migliorato di oltre un terzo – dal 36,4% al 23,6%. Nel 2000 sono comunque aumentate poco più di quanto siano aumentate le stesse voci per il Dipartimento delle entrate (+1,60% per gli accertamenti e +1,54% per le riscossioni), ma che ha anche fatto registrare una lieve diminuzione dell’importo degli impegni effettivi di competenza (da 966 a 941 mld). Per questa struttura, l’incidenza della spesa di funzionamento è diminuita di un punto percentuale rispetto all’anno precedente – dal 23,02 al 22,07% in termini di accertamenti e dal 23,70 al 22,74% in termini di riscossioni di competenza. I risultati di quest’analisi, per il modo approssimativo, se non grossolano, con cui vengono determinate le grandezze da raffrontare, hanno, come già premesso, un significato meramente orientativo, più affidabile per le comparazioni intertemporali e molto meno per le comparazioni tra diverse strutture. 30 In termini di impegni effettivi in conto competenza, 899 mld per il 1999 e 797 mld per il 2000. 120 5.2.- Esame comparativo dell’attività e degli introiti doganali prima e dopo la realizzazione del mercato interno europeo. Come già più volte evidenziato, la realizzazione del mercato interno, con l’abolizione delle formalità doganali relative agli scambi intracomunitari, ha comportato un radicale cambiamento dell’attività svolta dagli uffici doganali. La portata della modifica intervenuta è immediatamente percepibile confrontando i dati relativi al numero ed alla tipologia delle operazioni doganali effettuate negli anni precedenti e immediatamente successivi a tale evento. Sulla base degli elementi contenuti nelle Tabella 42 è possibile ricavare l’evoluzione dell’attività doganale con riferimento alle diverse destinazioni doganali ed al regime di transito: Tabella n. 42 Evoluzione dell’attività doganale (numero operazioni) 1992 1994 1996 1997 1998 1999 2000 2001 5.655.4531.807.9551.965.3842.140.3762.215.8782.446.979 2.536.577 2.481.796 8.494.7614.240.9904.561.5594.987.0004.941.9684.946.478 5.644.621 5.877.013 Importazioni Esportazioni Importazioni temporanee 94.036 58.284 56.257 44.559 43.298 39.281 Esportazioni 62.136 52.283 69.579 75.375 80.359 87.802 temporanee Transito comunitario 128.6741.394.594 634.045 681.262 773.493 817.380 Introduzioni in 140.573 76.228 72.325 79.349 80.696 78.300 deposito Riesportazioni 67.431 51.640 56.101 67.046 67.114 74.029 Reimportazioni N.d. 46.010 60.808 66.141 71.739 74.078 41.438 38.651 93.316 89.127 n.d. n.d. 81.207 68.528 85.521 63.754 75.099 68.268 Il dato più significativo che emerge, oltre all’ovvio “crollo” delle operazioni di importazione e di esportazione, è, dopo la caduta iniziale, la continuazione del calo temporaneo importazioni ed il progressivo aumento delle temporanee esportazioni: quanto al primo aspetto, la spiegazione può essere rinvenuta nella diffusione di metodi e tecniche di lavoro di qualità anche in Paesi che precedentemente si avvalevano dell’attività di trasformazione delle imprese italiane; la seconda tendenza è da attribuire alla scelta degli imprenditori italiani di far lavorare i prodotti in Paesi con costi di manodopera inferiori. Il valore statistico delle importazioni e degli acquisti intracomunitari, relativo al periodo 1991-1999, è indicato nella Tabella 43: per ricostruire una serie storica il più possibile significativa, si è scelto di rilevare i valori statistici delle importazioni, in quanto grandezze omogenee ai valori statistici desunti dagli elenchi Intra. In tali valori sono comprese, quindi, le operazioni del commercio speciale, (importazioni/acquisti intracomunitari a scopo di trasformazione, lavorazione, riparazione...). Per fornire un ulteriore elemento di valutazione è stato effettuato il confronto tra l'andamento delle importazioni e degli acquisti dai Paesi dell'area U.E. e l'andamento delle importazioni dagli altri Paesi. Da tale confronto emerge che l'abolizione delle formalità doganali all'interno dell'Unione Europea non avrebbe favorito gli scambi commerciali, registrandosi un tasso di crescita degli scambi intracomunitari inferiore rispetto a quello delle 121 importazioni dai paesi terzi: nel 1999 gli acquisti dai 15 paesi U.E. risultavano, infatti, aumentati, rispetto al 1992, del 64,3%, a fronte dell’oltre 79% per gli acquisti dal resto del mondo. Tabella n. 43 Valore statistico delle importazioni e degli acquisti (in miliardi di lire) Anno 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 U.E.12 U.E.12 SE+FI+AU U.E.15 Totali Area U.E.Resto del mondo ImportazioniAcquistiImportazioniAcquisti 130.328 9.222 139.550 86.196 136.460 9.526 145.986 86.125 128.652 9.380 138.032 94.156 151.954 11.001 162.956 109.426 201.041 201.041 134.620 194.307 194.307 126.979 214.897 214.897 139.559 230.490 230.490 148.293 239.900 239.900 154.371 L’anomalo effetto di riduzione degli scambi intracomunitari seguito all’abbattimento delle barriere doganali è, peraltro, evidente per il 1993, quando gli acquisti dal resto del mondo sono aumentati del 9,3% rispetto all’anno precedente, mentre gli acquisti dagli allora 12 paesi dell’Unione sono diminuiti del 5,7% - 136.460 a 128.652 mld di lire. Anche il successivo rimbalzo nel 1994 a 151.954 mld (+18,1%) va visto alla luce del quasi parallelo sviluppo degli acquisti dal resto del mondo (+16,2%). Così come il parallelo calo dell’interscambio all’interno dell’U.E. e con il resto del mondo che si registra tra il 1995 e il 1996 dimostra che ci troviamo in presenza di un fenomeno spiegabile con l’avversa congiuntura internazionale. Si tratta di dati che fanno sicuramente riflettere, non tanto nel senso di far ritenere inesistente, o addirittura controproducente, l’effetto di stimolo sugli scambi esercitato dalle barriere doganali, ma piuttosto un indizio che ciò sembra rappresentare di estese pratiche evasive che la realizzazione del mercato interno europeo ha consentito e che le amministrazioni nazionali non sono evidentemente state in grado di efficacemente contrastare. 122 Grafico relativo alla Tabella 43 Raffronto tra l'andamento dei valori delle merci importate/introdotte/acquistate dai paesi dell'attuale area U.E. e importate dal resto del mondo 300.000 230.490 250.000 239.900 214.897 201.041 200.000 150.000 194.307 162.956 139.550 145.986 138.032 148.293 134.620 126.979 154.371 139.559 109.426 100.000 86.196 86.125 94.156 Totali Area U.E. 50.000 Resto del mondo 0 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 Queste conclusioni risultano rafforzate dall’analisi dei dati relativi agli introiti IVA anteriormente e successivamente alla realizzazione del mercato unico (1991-1995), riportati nella Tabella 4431, anche se va segnalato il salto di gettito verificatosi nel 1995 (+50,6% rispetto al 1992), ben più elevato della crescita degli acquisti (+37,7%), evidentemente per effetto dell’aumento delle aliquote nel frattempo intervenuto. Tabella n. 44 Introiti Iva prima e dopo la creazione del mercato unico (in miliardi di lire) * Anno 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 U.E.12 16.996 18.329 17.456 20.439 SE+FI+AU 1.279 1.338 1.312 1.554 U.E.15 18.275 19.667 18.768 21.993 29.627 (*) I dati relativi alla Svezia, Finlandia, Austria e i dati relativi al 1991 e 1992 per l'U.E. 12 sono stati rilevati dalle dichiarazioni doganali di importazione; i rimanenti dalle dichiarazioni IVA 31 La rilevazione non copre un arco temporale più ampio in quanto i dati relativi agli introiti IVA, dalla istituzione del mercato unico, sono riepilogati dal Dipartimento delle Entrate, che ha pubblicato i dati sino all'anno di imposta 1995. Da tale fonte provengono quindi i dati relativi al 1993 e 1994 per l'Unione Europea a 12 e i dati del 1995 per l'Unione Europea a 15. 123 Grafico relativo alla Tabella 44 Andamento degli introiti IVA per operazioni concernenti i Paesi U.E.15 (**) 40.000 29.627 30.000 21.993 20.000 18.275 18.768 19.667 10.000 0 1991 1992 1993 1994 1995 (**) Nel 1994 i prodotti e servizi ad aliquota 38% sono passati ad aliquota 19% Nella Tabella 45 sono, infine, indicate le dichiarazioni doganali presentate negli anni dal 1992 al 1999, distinguendo tra quelle presentate direttamente, quelle presentate tramite un rappresentante diretto (spedizioniere doganale) e quelle presentate tramite un rappresentante indiretto. La possibilità di rappresentanza indiretta nelle operazioni doganali è stata introdotta nel 1993 e la rilevazione delle operazioni effettuate è iniziata il 1° ottobre 1993 (Circolare n. 224 del 21/7/93). Tabella n. 45 La rappresentanza nelle dichiarazioni doganali (*) DICHIARAZIONI DICHIARAZIONI DICHIARAZIONI CON CON SENZA TOTALE ANNO RAPPRESENTANTE RAPPRESENTANTE RAPPRESENTANTE DICHIARAZIONI DIRETTO INDIRETTO NUMERO NUMERO NUMERO % % % 110.060 2,03 5.304.449 97,97 0 5.414.509 1992 0,00 114.558 3,90 2.788.283 94,84 36.995 2.939.836 1993 1,26 129.253 2,87 4.034.947 89,60 339.334 4.503.534 1994 7,53 200.013 3,78 4.105.033 77,67 980.264 18,55 5.285.310 1995 254.668 4,05 3.997.743 63,64 2.029.665 32,31 6.282.076 1996 279.066 4,10 3.789.174 55,66 2.738.907 40,24 6.807.147 1997 190.307 2,61 4.142.335 56,70 2.972.669 40,69 7.305.311 1998 180.133 2,39 4.128.724 54,84 3.219.297 42,76 7.528.154 1999 (*) Le dichiarazioni di esportazione in procedura ordinaria sono comprese nella rilevazione soltanto dal 1993/94. Quelle in procedure semplificate soltanto dal 1995. Le dichiarazioni registrate manualmente dalle sezioni meccanizzate durante le interruzioni del collegamento figurano soltanto dal 1997. Quelle registrate presso le sezioni non meccanizzate soltanto dal 1998 124 I dati indicano che nel 1992 le dichiarazioni presentate mediante il rappresentante diretto erano pressoché la totalità (97,97 %), mentre dopo l’introduzione della rappresentanza indiretta nel 1993 la percentuale di dichiarazioni presentate con quest’ultima modalità è progressivamente e notevolmente aumentata (da 1,26% nel 1993 a 42,76% nel 1999). Il numero delle dichiarazioni presentate senza rappresentante ha oscillato dal 2,03 % nel 1992 al 2,39 % nel 1999, con una punta massima del 4,10 % nel 1997. L’ammontare complessivo dei tributi riscossi dalle dogane negli anni dal 1992 al 1999, sotto il profilo quantitativo, è illustrato dettagliatamente nella Tabella 46: il dato più evidente che si rileva è la drastica, quanto ovvia, riduzione degli introiti tra il 1992 e il 1993 (da 35.371 a 15.372 miliardi) per effetto della realizzazione del mercato interno, che ha comportato soprattutto il venire meno della riscossione, da parte degli uffici doganali, dell’IVA all’importazione negli scambi intracomunitari (nel 1992 l’IVA all’importazione ammontava a circa 30.587 miliardi mentre nel 1993 il valore è stato pari a circa 12.000 miliardi). Riduzioni di un certo rilievo hanno, però, interessato anche alcune imposte soppresse nel 199332, ma un consistente aumento ha riguardato solo tasse e diritti marittimi e i dazi TDC non destinati a San Marino. Negli anni successivi il trend degli introiti complessivi ha registrato un progressivo aumento fino a giungere nel 1999 a 20.000 miliardi. 32 Imposta sul consumo del caffè, imposta sul consumo del cacao e derivati, imposta sul consumo delle banane e derivati, sovrimposta di confine prodotti audiovisivi e cine-foto-ottici. 125 Tabella n. 46 Introiti doganali dal 1992 al 1999 (Accertamenti in migliaia di lire) STAMPARE PAG. 126 DEL FILE “TABELLE FUORI MARGINE” 126 Gli introiti accertati dal Dipartimento delle Dogane, secondo una diversa aggregazione e comprensivi dei dati finanziari del 2000, vengono analizzati nella Tabella 47: dalla stessa si può rilevare immediatamente il balzo in avanti verificatosi nel 2000 (da 20 mila ad oltre 28 mila miliardi), per effetto dell’eccezionale crescita dell’IVA all’importazione (da 16.635 a 24.446 mld), che riporta gli introiti complessivi ad un livello dell’80% circa di quello del 1992. Perdono comunque peso le entrate direttamente acquisite dalle Dogane al bilancio dello Stato (meno del 16% del livello del 1992) e quelle accertate per conto di altri Dipartimenti dell’Amministrazione finanziaria (l’80% del livello iniziale), mentre aumentano le altre categorie di introiti (oltre il 121% per gli introiti per conto di Enti diversi dallo Stato, il 138% per quelli relativi alle risorse proprie U.E. e ben 456% del livello 1992 degli introiti per conto di altri Ministeri (tasse marittime)33. 33 Va a tal proposito incidentalmente evidenziato che ciò rileva la persistente situazione di commistione di responsabilità, segnalata in precedenti referti della Corte, in violazione del principio, alla base delle leggi di riforma della P.A. e della legge di riforma del bilancio (L.94/97), dell’imputabilità ad un unico centro delle responsabilità connesse alle diverse fasi della gestione (previsione, accertamento, riscossione e versamento, nel caso delle gestioni di entrata). 127 Tabella n. 47 Introiti doganali dal 1992 al 2000 Entrate accertate dagli uffici doganali Per il bilancio statale (sovrimposte oli,spiriti,ecc.) Per conto altri Dip. Amm.finanz. (I.V.A., ecc.) Per conto altri Ministeri (tasse marittime, ecc. ) Per conto di Enti diversi dallo Stato Per conto dell'Unione Europea TOTALE Numeri indice (1992=100,00) delle entrate accertate dagli uffici doganali Per il bilancio statale (sovrimposte oli,spiriti,ecc.) Per conto altri Dip. Amm.finanz. (I.V.A., ecc.) Per conto altri Ministeri (tasse marittime, ecc. ) Per conto di Enti diversi dallo Stato Per conto dell'Unione Europea 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2.423 811 671 819 830 543 467 413 383 30.642 12.000 13.050 14.420 13.697 15.243 15.462 16.635 24.446 76 244 278 340 331 334 343 337 347 69 73 76 85 73 76 75 73 84 2.161 2.119 2.204 2.532 2.004 2.324 2.539 2.545 2.986 35.371 15.247 16.279 18.195 16.935 18.520 18.886 20.004 28.246 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 100,00 33,48 27,71 33,79 34,25 22,41 19,27 17,04 15,81 100,00 39,16 42,59 47,06 44,70 49,75 50,46 54,29 79,78 100,00 320,88 365,18 446,69 434,87 438,87 450,45 443,39 455,96 100,00 105,87 109,68 122,64 105,80 109,52 107,99 105,51 121,24 100,00 98,06 101,97 117,15 92,74 107,56 117,48 117,78 138,18 TOTALE Distribuzione % delle entrate accertate dagli uffici doganali Per il bilancio statale (sovrimposte oli,spiriti,ecc.) Per conto altri Dip. Amm.finanz. (I.V.A., ecc.) Per conto altri Ministeri (tasse marittime, ecc. ) Per conto di Enti diversi dallo Stato Per conto dell'Unione Europea 100,00 43,11 46,02 51,44 47,88 52,36 53,39 56,56 79,86 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 6,85 5,32 4,12 4,50 4,90 2,93 2,47 2,06 1,36 86,63 78,70 80,17 79,25 80,88 82,31 81,87 83,16 86,55 0,22 1,60 1,71 1,87 1,95 1,80 1,82 1,69 1,23 0,20 0,48 0,47 0,47 0,43 0,41 0,40 0,37 0,30 6,11 13,90 13,54 13,91 11,83 12,55 13,44 12,72 10,57 TOTALE 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 100,00 (dati in miliardi di lire) Per terminare questa panoramica sull’evoluzione degli introiti dell’Amministrazione delle dogane e delle imposte indirette, va evidenziato che l’ammontare degli introiti accertati dagli Uffici Tecnici di Finanza ha nel corso degli anni ’90 fatto registrare anni un consistente aumento (con la sola eccezione del 1998, per effetto della minore percezione dell’accisa relativa al gas metano per combustione), attribuibile alle manovre fiscali realizzate mediante la modifica delle aliquote (ma anche agli aumenti dei consumi), con 128 un’inversione di tendenza nel 2000, per effetto della politica anti-inflazionistica di fiscalizzazione di una parte dell’aumento dei prezzi d’importazione dei prodotti petroliferi: 1992: circa £ 44.000 miliardi 1994: circa £ 46.700 miliardi 1996: circa £ 56.800 miliardi 1997: circa £ 58.000 miliardi 1998: circa £ 57.500 miliardi 1999: circa £ 59.700 miliardi 2000: circa £ 57.200 miliardi. 129 5.3.- Analisi degli obiettivi e dei risultati di produzione 5.3.1.- Direttive generali e referti del controllo interno Le direttive generali del ministro razionalizzano e formalizzano la gestione dell’Amministrazione, costituendo pertanto un indispensabile quadro organico dell’intera programmazione dell’attività amministrativa, che trova quindi nei referti dei servizi di controllo interno la sua sistematica consuntivazione (d. lg.vo 29/93 e successive modifiche ed integrazioni). Alla Corte dei conti è affidato, poi, il compito di esercitare il controllo di legittimità sulle direttive generali stesse (art. 3, co. 1, lett. b, legge 20/1994) e di verificare, nell’ambito del controllo sulla gestione, il funzionamento dei servizi di controllo interno (co. 4 art. cit.). Il ministero delle finanze è stato tra i primi a dare applicazione alla citata disciplina, predisponendo già nel 1994 (a ridosso, dunque, della formazione del mercato interno europeo) sistemi e procedure finalizzate all’elaborazione delle direttive per l’anno 1995 (emanate, poi, con decreto del marzo 1995), sia pure elaborate in generale in una forma embrionale, via via affinatasi peraltro in occasione degli esercizi successivi. Di seguito, viene presentata una lettura degli obiettivi fissati dalle direttive generali indirizzate al Dipartimento delle dogane ed alla Guardia di finanza, a partire da quelle relative all’anno 1995, selezionando i profili che presentano più specifico collegamento con l’oggetto dell’indagine; l’esame è accompagnato da una disamina dei relativi risultati consuntivati dall’Amministrazione in sede di referti dei competenti servizi di controllo interno (SINCO e - dall’esercizio 1998 - Ufficio pianificazione, controllo e sviluppo del Comando generale della Guardia di finanza). Da tale circoscritto esercizio è dato trarre alcuni elementi di riflessione in base ai quali - partendo dalla constatazione che l’Amministrazione non ha ritenuto di svolgere un programma unitario ed organico nel settore doganale per affrontare le sfide dettate dal mutato contesto europeo - è possibile individuare taluni temi e problematiche ricorrenti, di seguito individuate con riferimento alle varie annualità esaminate, sintomi di persistenza di criticità che richiedono particolare attenzione da parte dell’Amministrazione. Tra questi, risulta frequente la problematica della costante ricerca di coordinamento tra strutture militari e civili, nonché quella della costruzione di figure organizzative e processi operativi soggetti quasi a “riforma continua” e spesso affidati, nella loro strutturazione, in buona parte all’iniziativa dei destinatari stessi delle direttive, con attribuzione peraltro di risorse limitate. Pari persistenza, nel corso degli esercizi considerati, presenta – come riconosciuto dallo stesso servizio di controllo interno - la problematica connessa alla realizzazione di adeguati strumenti informatici, che peraltro assorbono rilevanti risorse finanziarie ed umane, nonché quella della valorizzazione della vigilanza dinamica a scapito di quella statica. Non sempre tali ampi profili operativi programmatici sono stati, d’altra parte, oggetto di specifica consuntivazione a livello generale, a volte anche per riconosciute carenze di elementi informativi forniti dalle strutture operative, segnale questo inequivocabile di insufficiente diffusione di “cultura gestionale” e rilevante limite della piena operatività della riforma, caratterizzata dal circuito integrato programmazione – attuazione - controllo. 130 Anche se nel volgere degli esercizi finanziari - che hanno condotto comunque ad una maggiore e più affinata sensibilità ai profili innovativi - si colgono significativi segni di attenzione ai mutati scenari (in primis, quello della qualificazione della dogana non come mera leva fiscale ma quale soggetto erogatore di servizi e strumento di sviluppo economico), non sempre le strutture hanno fornito adeguata risposta realizzativa, dimostrando scarsa attenzione anche se in materia di non facile approccio. Per il 1995, primo esercizio finanziario per il quale, come segnalato, si è proceduto all’emanazione di direttive generali, tra gli obiettivi della Guardia di finanza (settore verifica e controllo) è stato fissato quello di “destinare, in misura non inferiore a quella dell’anno 1994, quote di capacità operativa per l’esecuzione dei controlli sugli scambi intracomunitari, attraverso un opportuno coordinamento con il SECIT ed i Dipartimenti delle Dogane e delle Entrate, nonché dei controlli strumentali”. È stato, dunque, fissato solo un limite minimo di attività operativa basato su parametri “storici”, rimettendo agli organi destinatari un generico “opportuno coordinamento” dell’attività con le altre strutture amministrative. Nell’area organizzativa, è stato previsto in genere di “predisporre, entro due mesi dall’emanazione della direttiva, un progetto di ristrutturazione organizzativa generale del Corpo, secondo le linee già definite in sede governativa, eventualmente aggiornate alla luce dei più recenti indirizzi in materia di revisione del sistema tributario, nonché alle nuove attribuzioni affidate al Corpo dalla più recente normativa”. Anche per questa parte, dunque, è stato previsto un generico rinvio a linee organizzative adottate aliunde, rimettendone al destinatario l’eventuale aggiornamento con termini brevi (due mesi). Per lo stesso anno, nelle direttive al Dipartimento delle dogane, tra gli obiettivi strategici è espressamente previsto quello di “individuare ed attuare tutte le possibili iniziative che consentano, per i controlli in materia doganale, di realizzare una sempre maggiore collaborazione con il Corpo della Guardia di Finanza, anche al fine di evitare duplicazioni e sovrapposizioni di interventi ferme restando le rispettive competenze normativamente previste”. Viene, dunque, evidenziata come materia “sensibile” quella delle “duplicazioni e sovrapposizioni di interventi”, mentre è fissato come ulteriore generico obiettivo (senza esplicito riferimento all’intervenuta formazione del mercato unico) di “determinare entro il 30 marzo p.v. i carichi di lavoro e le dotazioni organiche relative agli uffici periferici, al fine dell’ottimale distribuzione delle risorse sul territorio”. Per l’anno 1995 non sono disponibili referti del controllo interno. Per il 1996, nell’ambito doganale, le direttive premettono che “la programmazione delle attività deve essere orientata al miglioramento dell’azione complessiva di controllo in linea con la dinamica dei traffici internazionali, anche al fine di conseguire il raggiungimento degli standard operativi in ambito comunitario. In particolare le risorse saranno destinate ad incrementare i controlli straordinari nei settori dell’IVA intracomunitaria, dei tributi doganali e delle accise, nonché ad accelerare le operazioni doganali, anche previa semplificazione delle procedure idonee a ridurre i relativi tempi di esecuzione. Nella strategia di conseguimento degli obiettivi di recupero di materia imponibile da parte degli Uffici delle imposte dirette, dell’IVA e delle dogane, la Guardia di finanza svolgerà una rilevante azione di intervento, raccordandola anche agli specifici obiettivi previsti per gli Uffici predetti. Anche la Guardia di Finanza, peraltro, concentrerà 131 le risorse secondo modalità di verifica finalizzate ad acquisire elementi utili agli studi di settore, nonché sui controlli relativi agli scambi intracomunitari ed a quelli innescati da liste selettive e da sorteggio”. Si riscontra, pertanto, una significativa attenzione agli aspetti comunitari, mentre viene ripetuto il richiamo al necessario raccordo dell’intervento della Guardia di Finanza agli obiettivi specificati per gli Uffici dell’amministrazione. Per le Dogane, viene in particolare previsto (sub-obiettivo D3 07 06) di “Adeguare poteri, ruolo e competenze del personale doganale al contesto del realizzato mercato interno”, con attribuzione di risorse pari a 1.530 giorni/uomo (su un totale di 3.154.760). Su tale specifico aspetto, come si dirà, non risulta tuttavia effettuata una specifica valutazione in sede di consuntivazione da parte del Servizio di controllo interno. Nel 1996 per la Guardia di Finanza, tra le attività prioritarie, è nuovamente commesso all’iniziativa del destinatario il coordinamento con il Dipartimento (“potenziare l’attività di contrasto alle frodi svolta sul territorio dalla componente di polizia doganale, assumendo le opportune intese con il Dipartimento delle Dogane per l’esercizio dell’attività nell’ambito degli spazi doganali ed assicurando lo scambio di informazioni con il Dipartimento stesso anche al fine di addivenire ad una più completa individuazione delle metodologie fraudolente”). Nei piani settoriali, vengono previsti nell’innovazione (F1 10 02), accorpati, “Interventi organizzativi di ristrutturazione generale. Adeguamento e potenziamento delle unità operative e di pronto impiego. Realizzazione di un dispositivo territoriale operativo e di un numero telefonico di pubblica utilità” con attribuzione di 200.000 giorni/uomo su un totale di 16.062.000, evidenziando così un certo allentamento della specifica attenzione alla problematica dell’adeguamento alle mutate esigenze comunitarie. Nel relativo referto del Servizio di controllo interno (SINCO) sull’attività del Dipartimento, si evidenzia riguardo all’adeguamento dell’attività operativa alla normativa, come peraltro per altre attività, una “notevole disattenzione da parte della struttura preposta al controllo interno ed al monitoraggio delle attività; non è stata, infatti, fornita alcuna informazione circa lo stato di avanzamento di tale attività”. Per l’obiettivo 07, nel quale rientra il “sub-obiettivo” d’organizzazione del Dipartimento sopra evidenziato, viene registrato uno scostamento globale in positivo del 5% riguardo all’allocazione di risorse umane. Per la Guardia di Finanza, il referto segnala la costituzione di un gruppo di lavoro per l’istituzione dell’Osservatorio dei rischi di frode (l’Osservatorio risulterà operativo solo dal settembre 2000), al fine di coordinare l’attività svolta negli spazi doganali e di incrementare la collaborazione info-operativa. Si riscontra, quindi, la continuazione dell’attività del gruppo di lavoro per l’elaborazione di un progetto di ristrutturazione generale del Corpo e l’emanazione del regolamento 529/1966 recante la determinazione dei nuovi Comandi e dei reparti territoriali. Non soddisfacente, in tema di attenzione agli scenari comunitari ed al coordinamento con le strutture ministeriali, si palesa secondo lo stesso servizio di controllo interno la programmazione relativamente al “sub-obiettivo 02 05 – Controlli sugli scambi intracomunitari, anche attraverso un opportuno coordinamento con il Secit ed i Dipartimenti delle Dogane e delle Entrate”, per il quale pur essendo stati consuntivati solo 30.357 giorni/uomo (su 60.000 programmati), i “prodotti” sono stati 5.722 a fronte dei 6.000 programmati. Per il 1997 non si rinvengono, in materia organizzativa, significativi espliciti riferimenti specifici alla nuova realtà del mercato interno, riscontrandosi una delega 132 generalizzata all’autonoma iniziativa dei centri di responsabilità. Non si rinvengono, in particolare, nelle direttive (né nei referti del controllo interno) riferimenti specifici all’attuazione dell’art. 55 della legge 52/96 (legge comunitaria 1994), che fissa un ruolo primario della Guardia di Finanza nella tutela degli interessi finanziari della Comunità, disponendo la costituzione del Nucleo Speciale per la repressione delle frodi comunitarie ed affidando a successive norme regolamentari l’attuazione del coordinamento in materia. In tema di revisione e di adeguamento delle strutture organizzative, per il Dipartimento delle Dogane è previsto genericamente l’avvio delle iniziative propedeutiche all’istituzione degli Uffici unici attraverso l’unificazione delle Dogane e parte degli U.T.G., nonché lo sviluppo, a livello compartimentale, delle iniziative di gestione autonoma delle risorse umane ed economiche, proseguendo sulla via del decentramento. Si evidenzia che il referto del controllo interno ha dovuto, in generale, provvedere per tale esercizio ad alcune rettifiche nella consuntivazione dei dati di produzione, segnalando inoltre alcune incongruenze ed evidenziando la “sottostima” della capacità di offerta della struttura. Il servizio di controllo interno, in tema di attuazione delle strategie, ha peraltro ritenuto che il Dipartimento abbia sostanzialmente attuato le missioni assegnategli superando gli obiettivi. Per quanto riguarda il presidio ai valichi di frontiera, il controllo interno rileva un maggior impiego di risorse umane, frutto tuttavia della necessità di ampliare le fasce orarie di apertura; segnala inoltre che per l’anno considerato erano incluse in tale “missione” anche attività diverse dal presidio, mentre il piano per il 1998 ha correttamente riallocato le relative risorse. Il servizio di controllo interno ritiene, poi, poco realistici e dovuti probabilmente a difficoltà oggettive di consuntivazione, relativamente alla missione “innovazione organizzativa”, i risultati positivi per la maggior parte dei progetti conseguiti con un minor impiego di risorse. Per tutti i centri di responsabilità si prevede l’individuazione delle sovrapposizioni e duplicazioni funzionali e la predisposizione di interventi modificativi dei regolamenti organizzativi; sulla stessa linea, si programma a livello generale di convogliare un numero crescente di professionalità nei settori maggiormente produttivi e la riconversione delle qualifiche medio basse, accompagnato allo sviluppo di un sistema premiale legato ai risultati, alle responsabilità ed alle funzioni. Un accenno specifico può solo riscontrarsi, in tema di evoluzione del contesto normativo e tecnologico, nell’attenzione prestata all’adeguamento del sistema informativo in vista dell’introduzione dell’EURO. Per la Guardia di Finanza, vincolata per tale esercizio dalla riduzione dei fondi per spese disponibili e per missioni e dalla riduzione dell’orario di lavoro settimanale, sono previste quali aree di intervento per contenere gli effetti di tali provvedimenti l’adeguamento del sistema di rilevazione dell’impiego del personale, l’introduzione della programmazione e del controllo gestionale, il miglioramento dell’organizzazione del lavoro e l’evoluzione del sistema informatico; in tema di organizzazione, si prevede l’articolazione del progetto di ristrutturazione del Corpo, tema già presente da tempo. In particolare, tra le politiche operative, è prevista la riallocazione delle risorse dedicate alle attività di vigilanza statica a tutela dei diritti di confine e delle accise, specialmente in ambito portuale, alle attività di controllo dinamico di esecuzione del servizio. Il servizio di controllo interno, rilevate alcune incoerenze in sede di consuntivazione delle risorse umane già evidenziate in precedenza, ritiene comunque che il vincolo imposto dalla direttiva di allocare una crescente quantità di risorse umane sulle attività produttive risulti generalmente soddisfatto. 133 Per il 1998, è affidato al Segretariato generale il coordinamento del programma operativo per l’adeguamento all’introduzione dell’EURO-moneta. Per il Dipartimento delle Dogane, si riscontra per la prima volta una significativa attenzione, nelle politiche operative del Dipartimento stesso, al “miglioramento del livello dei servizi forniti ai cittadini, agli enti territoriali ed, in particolare, alle imprese anche al fine di consentire loro livelli elevati di competitività sul mercato globale”. Anche per tale anno, tra gli esiti dell’azione della Guardia di finanza, è indicato l’obiettivo di aumentare il livello quantitativo dell’attività di contrasto alle frodi attraverso una graduale riallocazione delle risorse dalla vigilanza statica a quella dinamica. In tema di coordinamento con l’amministrazione civile, si programma nello stesso ambito il potenziamento dell’azione “tradizionalmente svolta sulla circolazione delle merci, in particolare mediante più stretti contatti e scambi di informazioni con gli uffici che gestiscono i tributi doganali e le accise, avviando la riconversione delle risorse attualmente impiegate in servizi di vigilanza statica”. Le azioni sulla struttura organizzativa prevedono tra l’altro la determinazione della struttura ordinativa del Corpo mediante regolamento, come previsto dall’art. 27.3 della intervenuta legge n. 449/97, nonché una maggiore diffusione della “cultura” della gestione per obiettivi ed un’adeguata formazione dei “controller” presso le strutture di secondo livello. La consuntivazione per la Guardia di Finanza viene svolta, a partire da tale anno, da un organo interno al Corpo sulla base delle istruzioni elaborate da apposito gruppo misto di lavoro per l’adeguamento della rendicontazione ed il controllo gestionale alle specifiche caratteristiche operative del Corpo stesso, peraltro prospettate in sostanziale continuità con le metodologie adottate per il 1997. Nel complesso, il consuntivo ha rappresentato che tutti gli obiettivi sono stati pienamente raggiunti e, in più di un caso, superati, illustrando tra l’altro gli interventi organizzativi svolti in materia ordinamentale e di adeguamento territoriale al nuovo scenario operativo. In tema di diffusione della cultura della gestione, sono stati svolti due seminari con pubblicazione delle esperienze emerse; in tema di riconversione in forme di controllo dinamico delle risorse impegnate in vigilanza statica, si è proceduto tra l’altro alla valutazione “sul campo” di ciascuna realtà locale, con un riversamento nell’ambito degli scambi commerciali internazionali. Le direttive per il 1998 prevedono inoltre un insieme di progetti e di azioni straordinarie per l’innovazione ed alcuni documenti programmatici e di orientamento. Tra questi ultimi, nell’ambito del documento sui servizi erogati, si premette che “lo scenario delle relazioni tra amministrazioni e cittadini, nel corso del 1998, subirà quella che si può certamente definire una autentica rivoluzione, grazie agli effetti della riforma introdotta dai decreti di attuazione delle deleghe di cui alla legge n. 662 del 1996. Si tratta di provvedimenti di notevole rilevanza che sono inseriti in un disegno strategico di ampio respiro tendente a costruire un sistema tributario più efficiente e nello stesso tempo più adeguato alle esigenze dello sviluppo e ai bisogni dei cittadini e delle imprese nel nuovo contesto di unificazione delle economie europee”. È, conseguentemente, programmata una serie di attività straordinarie in materia di informazione e assistenza, di semplificazione degli adempimenti, di organizzazione, di attività a livello periferico, di preparazione alla “Carta dei servizi”. Il servizio di controllo interno rileva, in ordine ai servizi ai cittadini ed alle imprese, una produzione inferiore alle attese ed un impiego di risorse lievemente superiore al pianificato, come pure scarsi risultati in termini di efficienza rapportati, presumibilmente, a 134 complessità della “produzione” che richiede tempi più elevati di quelli programmati. Riguardo, tuttavia, ai risultati complessivi della gestione rileva un miglioramento elevato e generalizzato rispetto all’anno precedente; la capacità di analisi sviluppata dal Dipartimento non viene invece ritenuta ancora pienamente rispondente alle esigenze del controllo gestionale. Per il 1999 le direttive generali prevedono una pianificazione strategica triennale dell’azione complessiva dell’Amministrazione, affiancata dall’indicazione di obiettivi, azioni, progetti per l’innovazione riferibili al triennio con esplicitazione del piano delle attività per l’esercizio finanziario 1999 (comprensivo delle risorse umane e finanziarie). La pianificazione triennale è caratterizzata dal completamento del processo di riforma del sistema tributario, risultando quindi assorbito lo specifico riferimento alle problematiche di carattere comunitario, delle quali l’Amministrazione risulta in ogni caso ben conscia laddove definisce il “contesto politico sempre più caratterizzato da una crescita delle decisioni multilaterali sovranazionali rispetto a scelte politiche fiscali nazionali ed unilaterali”. Si prevede la ridefinizione dell’intera struttura organizzativa, al fine di consentire l’adeguamento delle strutture al cambiamento dello scenario, anche per agevolare il trasferimento di specifiche funzioni amministrative agli enti locali. Particolarmente ricca ed organica si manifesta la pianificazione strategica triennale per il Dipartimento delle dogane che, accanto alle funzioni più specificamente tributarie, tra l’altro “sarà chiamato a fornire un essenziale contributo allo sviluppo economico del Paese ed alla tutela di interessi pubblici generali diversi da quelli tributari soprattutto in termini di tutela della concorrenza, dei mercati e dei consumatori nonché di lotta alle frodi, ai traffici illeciti e alla connessa criminalità economica”. Tale proiezione evolutiva, che vede l’azione delle dogane come strumento di politica economica e di tutela della concorrenza e dei mercati piuttosto che di mera leva fiscale indiretta, si traduce in particolare nell’obiettivo (D.4) di “favorire lo sviluppo dei traffici commerciali ed incrementare la quota italiana dell’intero import-export dell’Unione europea di almeno un punto percentuale alla fine del triennio”. Il referto per il 1999 viene prospettato come il momento conclusivo della fase introduttiva del controllo gestionale; infatti, con l’emanazione del d. lg.vo 286/99 si passa ad una fase caratterizzata, tra l’altro, da una precisa separazione del ruolo del controllo strategico da quello del controllo gestionale, prevedendosi che per l’esercizio 2000 il controllo strategico assumerà veste meno descrittiva e più valutativa, mentre sarà compito esclusivo dei vari Centri di responsabilità attivare un articolato processo di controllo gestionale. Il referto rileva che i risultati conseguiti dal Dipartimento appaiono, nel complesso, migliori delle previsioni del piano, mentre i risultati relativi ai progetti ed alle azioni strategiche mostrano caratteri di difformità, connessi a criticità riconducibili a problematiche di carattere tecnico-informatico facenti capo sia alla concessionaria SOGEI che alla non ottimale capacità di governo degli aspetti informatici da parte del Dipartimento stesso nell’intero quinquennio 92/97. Si rileva, in particolare, che non sono stati forniti al controllo interno stesso elementi in merito allo sviluppo dei traffici commerciali e incremento della quota italiana import-export, mentre sembrerebbe che il sistema di autocontrollo non abbia dedicato fino ad allora la dovuta attenzione alla rilevazione dei fenomeni collegati a tale azione. Il referto, inoltre, ritiene opportuno che il Dipartimento avvii una riflessione sulle modalità di erogazione dei sevizi di assistenza ai cittadini ed alle imprese (riduzione e semplificazione dell’attività meramente esplicativa e certificativa, 135 diffusione della telematica ed eventuale applicazione di un “call center” nazionale, avvio della consulenza alle imprese sul modello estero per implementare il ruolo delle dogane, come previsto dallo statuto dell’Agenzia, quale ente anche di supporto allo sviluppo economico). Per i “progetti per l’innovazione”, nei quali pur si evidenzia la sensibilità dimostrata dal Dipartimento, il referto segnala frequenti casi di ritardi o modifiche, anche significativi, per quelli che si sviluppano su un orizzonte annuale, mentre in quasi tutti i casi i progetti pluriennali procedono in ritardo, con quella che viene definita una “preoccupante arretratezza tecnologica dell’intero sistema informativo”. Anche per la Guardia di Finanza la pianificazione per il 1999 conferma un ruolo di rilevanza fondamentale nella tutela degli interessi fiscali ed economico-finanziari del Paese, sempre più caratterizzato da proiezioni sovranazionali derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea; il complesso quadro operativo, evidenzia il documento, richiede un costante adeguamento dell’intera struttura alle molteplici e diversificate esigenze emergenti, al fine di migliorare l’efficacia e l’efficienza della propria azione. Può notarsi, nell’ambito dell’attività di prevenzione e repressione delle violazioni in materia doganale, come venga ribadito che il conseguimento dell’obiettivo strategico sarà assicurato in particolare con iniziative finalizzate alla riconversione delle attività di vigilanza operativa statica in controlli dinamici, precisandosi che essa avverrà mediante l’emanazione di specifiche direttive, la prosecuzione dei contatti con i competenti Uffici doganali ed il monitoraggio mensile dell’impiego di personale al fine dell’adozione di eventuali correttivi mediante accordi con il Dipartimento delle dogane. Ulteriori indicazioni sono fornite in ordine al persistente tema del coordinamento con il Dipartimento “per procedere alla revisione del dispositivo di polizia doganale allo scopo di assicurare un’effettiva azione di contrasto alle frodi e di tutela degli interessi della U.E. anche nell’ottica di omogeneizzare i controlli nel settore con quelli svolti negli altri Stati membri”. Il referto interno segnala in materia ordinamentale l’ultimazione dei modelli organizzativi per i Comandi e Reparti, in attuazione del d.p.r. 34/99 sulla determinazione della struttura ordinativa, e l’emanazione di circolari sulla struttura in generale, sulla revisione degli organi di comando e gli istituti di istruzione. Evidenzia inoltre l’avvio dei “progetti per l’innovazione”, la cui realizzazione verrà sviluppata nell’ambito del modello logico di pianificazione, programmazione e controllo di gestione elaborato dal Corpo. Si segnala, inoltre, l’emanazione di specifiche direttive tese a privilegiare il controllo dinamico ai fini doganali, mentre in materia di accise si fa anche rinvio all’emananda decretazione sulla vigilanza statica; sono in corso il coordinamento con il Dipartimento delle dogane per la revisione della polizia doganale e le riunioni del Gruppo di lavoro congiunto per la ricognizione dei problemi di coordinamento e l’individuazione delle possibili misure da adottare. Per il 2000 il contesto di riferimento triennale (2000/2002) del Dipartimento delle dogane richiede – accanto all’azione diretta ad assicurare incisività ed efficacia dell’azione di controllo e di presidio del territorio – l’impegno a “garantire semplicità ed immediatezza dei rapporti col contribuente mediante significative innovazioni, procedurali e tecnologiche, nella gestione dei tributi che rendano i traffici più sicuri e spediti e contribuiscano, quindi, anche allo sviluppo economico del Paese”. Tra i connessi obiettivi strategici si evidenziano, per la loro specificità, la messa a regime entro il 2001 del circuito di controllo delle dichiarazioni denominato “canale verde” e la progettazione delle condizioni organizzative per il funzionamento del nuovo modello istituzionale dell’Agenzia. 136 Per la Guardia di finanza il quadro di riferimento triennale sottolinea in genere i mutamenti del contesto internazionale e la necessità di assicurare una stretta collaborazione e coordinamento con le altre strutture dell’Amministrazione finanziaria. Specifici obiettivi strategici vengono, ora, indicati per migliorare il coordinamento: prosecuzione del progetto “integrazione del processo di verifica e controllo” ed elaborazione del prototipo del modello unificato di verifica; concreto sviluppo delle funzionalità relative all’Osservatorio permanente dei rischi di frode; sviluppo del progetto “monitoraggio e consuntivazione dell’attività di controllo” e relativo controllo informatico dei risultati; collegamento con le banche dati delle altre strutture dell’Amministrazione finanziaria. La relazione sull’andamento generale del Corpo evidenzia, tra l’altro, un incremento di 400.000 ore/persona connesso all’istituzione in ogni struttura di 2° livello di un’articolazione dedicata alla pianificazione, programmazione e controllo gestionale, finalizzata ad una maggior efficienza anche attraverso autonome iniziative a livello periferico. Per quanto attiene alla “reingegnerizzazione” delle attività di funzionamento, si riferisce la costituzione di un nucleo di analisi con l’obiettivo di rimodulare i processi svolti nel settore tecnico, logistico ed amministrativo, mentre si sono concluse attività di analisi propedeutiche al processo stesso, che si concluderà nel 2001. Riguardo al coordinamento operativo con i Dipartimenti delle Entrate e delle Dogane, è evidenziato lo sviluppo dell’analisi di parte degli accessi conoscitivi ed un piano centralizzato finalizzato a sperimentare l’efficacia delle metodologie selettive ed operative; è stata parimenti segnalata la (sola) previsione dell’utilizzo sperimentale di strumenti informatici a supporto dell’attività ispettiva per l’applicazione del S.A.V.E. (Sistema di Ausilio per l’effettuazione delle Verifiche). Circa i gruppi misti di coordinamento, tra cui quello con le dogane costituito nel 1999, si segnala meramente la conclusione dei lavori il cui esito è stato comunicato al Gabinetto. Si evidenzia, inoltre, dal controllo interno la fase di avanzato sviluppo di una procedura in linea per la consultazione dei dati relativi alle operazioni doganali così come forniti dall’Amministrazione delle Dogane e il prossimo completamento della distribuzione dell’applicativo M.E.R.C.E. (interrogazioni bollette doganali). Le direttive generali per il 2001, a seguito dell’istituzione delle Agenzie fiscali e la prossima attivazione del Dipartimento delle politiche fiscali, non ricomprendono la materia doganale, in quanto rientrante nelle attribuzioni della relativa agenzia e rimessa al nuovo strumento convenzionale. Per quanto concerne la Guardia di Finanza, il Corpo è chiamato dalle direttive generali prioritariamente ad incrementare l’azione di contrasto all’evasione ed elusione fiscale, nonché al coordinamento dell’attività con le Agenzie delle Entrate e delle Dogane, con riferimento specifico allo sviluppo di procedure integrate di pianificazione dei controlli sostanziali sistematici. La convenzione con l’Agenzia delle dogane risulta fisiologicamente fondata su obiettivi relativi alla piena attuazione del nuovo modello organizzatorio; il programma delle attività compare tra gli allegati e si presenta comunque ricco ed articolato. Degno di nota è, parimenti, il nuovo sistema di consuntivazione, sfociante in un referto sottoscritto di comune accordo dal Dipartimento per le politiche fiscali e l’Agenzia; viene in tale sede reintrodotta l'analisi tecnica delle cause che hanno determinato gli 137 eventuali scostamenti di maggiore rilievo rispetto agli obiettivi prefissati, già utilmente prevista con le prime direttive generali e quindi abbandonata (art. 7 della Convenzione). Il piano delle attività riconosce, tra l’altro, nelle premesse il persistere di carenze di adeguati sistemi contabili e di controllo della gestione e si pone come affermazione di una sostanziale discontinuità rispetto agli atti programmatori sviluppati negli anni passati dal Dipartimento delle Dogane (contrapposizione tra “ricavi” e costi a fini valutativi dell’efficienza; distinzione tra servizi resi a Stato/Ue da quelli alle altre amministrazioni pubbliche ed ai privati, al fine di avviare una diminuzione degli oneri a carico dello Stato; analisi del contesto esterno; prima verifica della “domanda”). Tenuto conto dell’organicità delle direttive, risulta di grande rilievo che venga assicurato il congruo livello della relativa consuntivazione. Il referto di verifica previsto dalla convenzione alla data della presente stesura non risulta pubblicato; si auspica una particolare attenzione in sede di applicazione degli indicatori, peraltro di pregevole fattura nella loro conformazione iniziale, considerando in particolare che gli stessi sfociano anche nella determinazione di un punteggio sintetico di risultato ai fini dell’erogazione della quota incentivante. 138 5.3.2.- Analisi dei risultati di produzione I risultati della gestione per gli anni dal 1997 al 1999 sono stati presentati ed illustrati nei referti annuali del Servizio per il Controllo Interno (S.In.Co.) per ciascuno dei nove centri di responsabilità ad eccezione dell’anno 2000. I referti sono stati costruiti partendo dalle relazioni di autocontrollo gestionale o controllo direzionale elaborate dai responsabili di primo livello, sulla cui base sono stati redatti dal S.In.Co. i “rendiconti di produzione”, operando, limitatamente ai “valori di produzione”, le necessarie rettifiche per correggere gli errori materiali nella consuntivazione dei dati di produzione e per rendere congruenti, attraverso un procedimento statistico ad hoc, i valori consuntivati da ciascun ufficio, quando risulti palesemente elevata ed ingiustificata la varianza dei tempi unitari consuntivati a livello locale rispetto al tempo unitario medio nazionale. Si ritiene di dover rendere conto degli elementi di valutazione ricavabili da questi rapporti, sia per la rilevanza che la legge loro attribuisce ai fini del controllo da esercitarsi da parte della Corte, sia per ragioni di completezza di trattazione. A tal proposito va, tuttavia, evidenziato che si tratta di un’analisi ai cui risultati va attribuita un’importanza molto limitata, in quanto lo stesso Ministro delle finanze pro tempore aveva a suo tempo ritenuto gli elementi forniti dal S.In.CO., e presi a base di alcuni rilievi della Corte, come “assai poco significativi”, in quanto derivanti da valutazioni “formulate in base a criteri non adeguati a misurare l’effettiva efficienza degli uffici – come il tempo impiegato per l’esecuzione di certe attività che infatti sono in corso di radicale modifica”. 139 5.3.2.1.- Analisi storica dei risultati di produzione dell’ex Dipartimento delle dogane e II.II. La prima parte dell’analisi riguarda il solo ex Dipartimento delle dogane e II.II, per il quale un quadro d’insieme dell’attività svolta è presentato nelle elaborazioni che seguono, limitate alle annualità disponibili, che pongono a confronto gli obiettivi programmati nelle direttive generali e consuntivati dal Servizio di controllo interno nei due profili quantitativi fondamentali, quello dell’allocazione di risorse umane (esposte in migliaia di ore/persona) e quella dei “prodotti”. Non vengono riportati gli obiettivi “monetari”, ancora limitati nella loro applicazione, né le attività non quantificate in “ore/persona” e “prodotti” (variamente denominate nel corso degli esercizi), e quindi consuntivate con specifici “report”, dei quali si è tenuto conto nella trattazione. Nella Tabella 48 sono riportati i dati sull’allocazione delle risorse umane sulle “missioni” istituzionali, distinte in attività dirette ed indirette, ulteriormente distinte per servizi; in via generale, può constatarsi una costante lieve diminuzione delle risorse totali consuntivate (17.970, 17.080, 16.227 dal 1997 al 1999), come pure dell’incidenza percentuale delle attività indirette, quali individuate dall’Amministrazione, su quelle dirette (26,04%; 24,02%; 22,36%). Si rileva un costante, rilevante scostamento negativo tra programmazione e consuntivo per le attività di formazione, profilo di specifico rilievo in periodi evolutivi (18,13 per il 1997; -56,51 per il 1998 e –33,43 per il 1999); per i servizi professionali, di indirizzo, coordinamento e controllo si assiste ad una rimodulazione costante delle voci di rilevamento, che sembra testimoniare una stabile attenzione al settore, ma non consente un’agevole comparazione; costanti scostamenti negativi si riscontrano in altri settori sensibili, quali gli accertamenti e verifiche in materia doganale (-22,29% nel 1997; -10,33% nel 1998 e –11,55% nel 1999), mentre le attività “statiche” di presidio valichi presentano un’allocazione di risorse maggiore di quella programmata (dati specificati solo per il 1997 ed il 1998, rispettivamente +18,20% e +4,16; le ore di apertura dei valichi hanno invece avuto uno scostamento rispettivamente del +70,20% e del +26,95%). 140 Tabella n. 48 - Allocazione delle risorse umane sulle “missioni” istituzionali STAMPARE PAGG. 141 E 142 DEL FILE “Tabelle fuori margine” 141 La Tabella 49 riassume i “prodotti” programmati e consuntivati per le stesse annualità. Non sono effettuate in questa sede analisi sostanziali, notandosi soltanto una particolarità in tema di parametri di misura, peraltro soggetti in genere a consistenti modifiche nel tempo, dove lo scostamento del numero di dipendenti assistiti e gestiti è stato solo a volte ritenuto non significativo. 142 Tabella n. 49 – Prodotti programmati e consuntivati STAMPARE PAGG. 143 E 144 DEL FILE “Tabelle fuori margine” 143 144 5.3.2.2.- Analisi comparata con gli altri ex Dipartimenti dei risultati di produzione dell’ex Dipartimento delle dogane e II.II. La seconda parte dell’analisi è di tipo comparato: con gli opportuni accorpamenti, sono stati ricostruiti i risultati generali della gestione degli ex Dipartimenti nel loro complesso - nonché dell’intero Ministero cominciando con l’analisi dell’andamento dell’aggregato delle missioni e dei centri di responsabilità finalizzati di produzione diretta. Il valore consuntivato complessivo della produzione34 dell’aggregato, che indica il valore della produzione espresso in ore persona, risulta nel 1998 del 5,2% e nel 1999 dell’1,92% costantemente inferiore al valore programmato in Direttiva, per effetto dello scostamento ben più significativo (del 9,29% nel 1998 e del –5,76% del 1999) fatto registrare dall’ex Dipartimento delle entrate. L’ex dipartimento delle Dogane e Imposte Indirette nel 1998 ha mancato di poco il pieno conseguimento dell’obiettivo (-0,05%), mentre nel 1999 è risultato sostanzialmente in linea con lo stesso (+0,81%). L’ex Dipartimento del territorio ha fatto registrare uno scostamento in positivo nel 1998 del 2,52% e nel 1999 del 6,6%. Relativamente agli altri risultati generali della gestione, positivo è da considerarsi solo l’andamento del costo delle attività dirette, espresso anch’esso in numero di ore allocato. Esso è stato, infatti, nel 1998 del 5,5% e nel 1999 del 4,5%, sempre inferiore a quello programmato, con una differenza per l’ex Dipartimento delle entrate di -6,12% nel 98 e di -6,96% nel 99 e per l’ex Dipartimento delle dogane e imposte indirette rispettivamente di -6,39% e di –5,18%; per quanto riguarda l’ex Dipartimento del territorio il costo delle attività dirette è stato nel 1998 minore di quello programmato (-3,01%) mentre nel 1999 è stato del 3,48% superiore. Il margine lordo, invece, che risulta dalla differenza tra il volume della produzione totale ed i costi diretti e che individua il contributo delle attività dirette al “finanziamento” di quelle indirette, per l’intero Ministero delle finanze, diversamente da quanto rilevato nel 1997, quando era stato del 7,79% superiore all’obiettivo, ha fatto registrare nel 1998 una differenza in meno del 4,2% e nel 1999 una differenza in più del 5,95%. Il dato del 1998 si pone come risultato di una significativa differenza in meno per le entrate (-18,56%) e di differenze in positivo ancora più elevate per territorio (+20,86%) e dogane (+20,07%), il dato dell’anno successivo si pone, invece, come risultato di una piccola differenza in meno per le entrate (-1,96%) e di differenze in positivo per territorio (+14,58%) ed ancor più dogane (+21,43%). Il costo delle attività indirette, da parte sua, è risultato, per entrambi gli anni, superiore a quello programmato del 2,01% nel 1998 e del 3,03% nel 1999, anche qui per effetto del risultato fatto registrare dal Dipartimento delle entrate (+5,05 e +5,42), in quanto per gli altri due dipartimenti si registra invece un valore consuntivato per tali costi inferiore a quello programmato (rispettivamente -3,79% e – 3,71% per il territorio e –3,24% -3,71%e per le dogane). Sottraendo dal margine lordo il costo delle attività indirette (espresse anch’esse in ore allocate), si ottengono due risultati riassuntivi della gestione35 34 Il valore della produzione viene calcolato moltiplicando le quantità di ciascun prodotto per il relativo tempo unitario nazionale annuo, definito in sede di programmazione, ed incrementando poi il risultato totale ottenuto di un’aliquota rappresentativa del contributo delle attività indirette sul risultato finale di produzione (cosiddetta percentuale di ricarico). 35 Il risultato riassuntivo della gestione determina l’apporto di un centro di responsabilità al “finanziamento” del costo degli uffici di staff (Gabinetto, Segretariato generale, Direzione generale affari generali e personale, SeCIT, ecc.). 145 diversi per i due esercizi. Per il 1998 il risultato è negativo per 334 mila36 ore ed inferiore del 128,08% al programmato, sempre per l’impatto del preponderante risultato negativo del Dipartimento delle entrate: a consuntivo esso è stato per tale dipartimento negativo per 3.237 mila ore persona, rispetto ad un valore positivo programmato di 462 mila. Per converso, gli altri due dipartimenti hanno fatto segnare risultati migliori del programmato: 1.281 rispetto a 243 per il Dipartimento delle dogane e imposte indirette e 1.621 migliaia di ore rispetto a 486 mila programmate per il Dipartimento del territorio. Per il 1999 si ottiene il risultato riassuntivo della gestione, positivo per 1.930.000 ore37 e superiore del 342% circa al programmato. Tale risultato deriva dalla somma algebrica dei dati positivi dei Dipartimenti del territorio (+2.676.000) e delle dogane e II.II.(+1.238.000) e del dato negativo del Dipartimento delle entrate (-1.985.000), peraltro dimezzatosi rispetto a quello dell’ anno precedente (-3.237.000). Le considerazioni ovviamente non mutano se, invece che al risultato riassuntivo della gestione, si guarda al parametro dell’efficienza gestionale38, che, per l’insieme dei tre Dipartimenti, è, nel 1998, a consuntivo risultato, ancorché di poco, inferiore a 100 (99,53), rispetto ad un livello programmato di 101,55. Tenendo conto dei dati già illustrati, anche questo parametro è naturalmente influenzato da ciò che è accaduto per il Dipartimento delle entrate, la cui efficienza gestionale è stata, infatti, pari a 94,54, mentre entrambi gli altri due dipartimenti hanno, a consuntivo, fatto registrare indici superiori a 100 (108,48 per il territorio e 107,35 per le dogane) e significativamente superiori a quelli programmati39. Nel 1999 il risultato riassuntivo della gestione, per l’insieme dei tre Dipartimenti, è a consuntivo risultato del 2,04% superiore a 100, rispetto ad un livello programmato di 101,22. In questo secondo esercizio, in base ai dati fin qui illustrati, l’efficienza gestionale sarebbe massima per il Dipartimento del territorio (113,59, +3,68% rispetto al livello programmato), seguito dal Dipartimento delle Dogane e II.II. (107,4 e +5,96% rispetto al programmato). Il Dipartimento delle entrate continuerebbe, invece, a far registrare un coefficiente di efficienza gestionale inferiore a 100 (96,58) e del 2% più basso di quello programmato. Si è già detto delle limitazioni di ordine metodologico e di significatività di questi dati che sconsigliano di attribuire ai risultati di “produzione” rilevanza a fini di raffronto fra i tre Dipartimenti. Ulteriori cautele si impongono a tal proposito anche per una serie di considerazioni sviluppate nei referti della Corte sui rendiconti degli anni in esame ed in primo luogo per la eccepita diversità nei criteri adottati nella definizione dei programmi dei singoli centri di responsabilità. Va, peraltro, ancora una volta ribadito che il sistema è tuttora dichiaratamente sperimentale. Le approssimazioni sono allo stato realmente troppe per poter pacificamente attribuire un significato incontrovertibile ai raffronti operabili in termini di efficienza gestionale tra i vari centri di responsabilità in cui si articola il Ministero delle finanze40. L’analisi permane monca per quanto attiene al 2000 per la mancanza dei dati. 36 In termini aziendalistici, e con le riserve ripetutamente espresse in ordine al metro di misura, si potrebbe dire che gli “utili” generati dall’attività dei Dipartimenti non è stato sufficiente a coprire tutti i costi generali legati al funzionamento delle strutture di staff centrali. Il deficit che ne deriva è pari, appunto, a 334 mila ore uomo. 37 In termini aziendalistici, e con le riserve ripetutamente espresse in ordine al metro di misura, si potrebbe dire che gli “utili” generati dall’attività dei Dipartimenti sono stati superiori a tutti i costi generali legati al funzionamento delle strutture di staff centrali. L’utile netto che ne deriva è pari, appunto, a 1.930.000 oreuomo. 38 Ottenuto calcolando il rapporto tra il valore della produzione e la somma dei costi delle attività dirette ed indirette. 39 Rispettivamente 102,46 e 101,32. L’indice di efficienza gestionale programmato per le entrate era di 100,75. 40 Negli scorsi anni si era in particolare rilevato che si tratta di risultati che vanno presi con la massima cautela, sia per le perplessità che, ai fini di comparazioni e di raffronti, ovviamente suscita l’impiego di un parametro 146 Quest’analisi sembra comunque indicare una performance dell’ex Dipartimento delle dogane e delle imposte indirette certamente migliore di quella media dell’ex Ministero delle finanze. In termini di comparazione diacronica, come risulta dalla Tabella 50, la valutazione non può essere, invece, positiva: tra il 1997 e il 1999 sono, infatti, diminuiti sia il valore della produzione, sia il margine lordo e sia il risultato riassuntivo della gestione. Si è ridotto, ed in misura maggiore, anche il costo delle attività – sia dirette, sia, ma in misura inferiore, indirette – con il risultato del peggioramento dell’efficienza gestionale consuntivata – da 116,34 nel 1997 a 107.40 nel 1999 (rapporto invariato rispetto a 107,35 registrato nel 1998). qual è quello della quantità impiegata di risorse per misurare i risultati, sia per il modo discrezionale ed ancora poco convincente con cui vengono determinati i tempi unitari utilizzati per la “valorizzazione”, e sia, infine, per l’inevitabile arbitrarietà insita in questi tipi di comparazione. Va, infatti, ricordato che l’attività del Dipartimento delle entrate – di per se difficilmente paragonabile con quella degli altri dipartimenti per le sue diverse dimensioni e la sua diversa complessità – rappresenta il core business del Ministero delle finanze, è obbligata a caratterizzarsi per una strategia di forte discontinuità rispetto al passato ed è realizzata in un contesto che continua ad essere reso gestionalmente molto più complesso ed incerto dal coinvolgimento – e dai condizionamenti – nel processo di ampia e di accelerata riforma del sistema impositivo. 147 Tabella n. 50 Dipartimento delle Dogane e delle II.II.: risultati generali della gestione ( 1997-1998 - 1999)* 1997 1998 1999 Differenza Differenza Differenza Differenza Differenza Differenza Direttiva Consuntivato assoluta % Direttiva Consuntivato assoluta % Direttiva Consuntivato assoluta % Valore della Produzione totale 18.886 costo delle attività dirette 13.963 Margine lordo 4.923 costo delle attività indirette 4.695 Risultato riassuntivo della gestione 228 efficienza 101,22 gestionale 20.907 2.021 10,70 18.723 18.714 -9 -0,05 17.815 17.959 144 0,81 13.291 7.616 -672 2.693 -4,81 14.237 54,70 4.486 13.328 5.386 -909 900 -6,39 13.807 20,07 4.008 13.092 4.867 -715 859 -5,18 21,43 4.679 -16 2.937 116,34 -0,34 4.242 4.105 -137 -3,24 3.769 3.629 -140 -3,71 2.709 1.186,09 243 1.281 1.038 426,44 239 1.238 999 417,99 14,94 101,32 107,35 6,03 5,95 101,36 107,40 6,04 5,96 15,12 * I dati per il 1997 e 1998 possono essere comparati attraverso un "coefficiente di attualizzazione pari a 1,2795; per il 1999 il coefficiente pari a 1,1198 rende omogenea la produzione a quella del 1998 Fonte: Elaborazioni Corte dei conti su dati S.In.Co. 148 5.4.- Attività di controllo 5.4.1.- L’attività di controllo dell’Amministrazione doganale italiana L’attuazione del mercato unico ha richiesto una maggiore efficienza dei controlli alle frontiere esterne della Comunità, l’adozione di comportamenti e di metodologie uniformi tra tutte le dogane comunitarie ed una costante collaborazione con gli altri Stati membri e con la Commissione. L’intensificazione della vigilanza alle frontiere esterne deve ovviamente essere coniugata con l’esigenza di fluidità dei traffici, in modo da non compromettere la tempestività e regolarità dei flussi di merci che approvvigionano le imprese comunitarie o che da queste sono dirette verso Paesi terzi. Si è quindi reso necessario introdurre nuove tecniche di controllo che prescindono, in via generale, dalla tradizionale verifica fisica delle merci e sono basate sull’analisi dei rischi, sull’esame delle scritture contabili degli operatori, sulle tecniche di auditing e sulla informatizzazione delle procedure della raccolta e dell’analisi dei dati. Si tratta di un aspetto di particolare rilievo al quale viene prestata estrema attenzione a livello comunitario: a tal fine la Commissione e gli Stati membri si sono impegnati ad elaborare, attuare e sviluppare una politica di lotta contro la frode, ottimizzando l’impiego delle risorse disponibili. Si tratta di una politica finalizzata a migliorare la raccolta, l’analisi, la diffusione e la gestione delle informazioni, avvalendosi dell’informatica e potenziando l’impiego di procedure automatizzate da parte dei servizi doganali; a modificare ed innovare i metodi di lavoro e la strumentazione, promuovendo lo sviluppo di tecniche di identificazione, di analisi dei rischi di frode, di auditing e di verifica a posteriori, sia presso gli uffici che con accessi presso gli operatori. Le innovazioni introdotte dall’Amministrazione doganale italiana per adeguarsi alle mutate esigenze di sicurezza del mercato interno hanno riguardato aspetti organizzativi, operativi e metodologici. Per quanto concerne il primo aspetto, il D.M. 26 novembre 1991 ha attribuito alla Divisione XII della Direzione Centrale dei Servizi Doganali la direzione ed il coordinamento dei servizi periferici antifrode, nonché il collegamento con i corrispondenti organismi esteri ai fini della prevenzione e del contrasto delle violazioni doganali. In particolare, detto Ufficio è stato preposto alla prevenzione, individuazione e repressione delle violazioni; alla pianificazione degli interventi investigativi, dei mezzi di contrasto e dei controlli; alla lotta alle frodi, ai traffici illeciti di sostanze stupefacenti, materiali strategici e beni culturali, nonché alla lotta alle contraffazioni. Lo stesso Ufficio è incaricato di provvedere alla gestione del Sistema comunitario AFIS/SCENT e delle banche dati nazionali ed internazionali. Successivamente, nel dicembre 1992, è stata delineata formalmente la struttura dei servizi antifrode operanti a livello compartimentale e circoscrizionale: i Servizi Compartimentali Antifrode Doganali (S.C.A.D.) sono stati incaricati di coordinare, a livello regionale, l’attività antifrode delle dipendenti dogane mentre ai Servizi di Vigilanza Antifrode Doganali (S.V.A.D.), operanti presso le Circoscrizioni doganali, è stata attribuita la lotta alle frodi mediante controlli diretti sul territorio ed interventi di tipo investigativo. 149 Per favorire, inoltre, lo scambio di informazioni sui movimenti intra-comunitari delle merci sono stati istituiti, in ciascun Paese membro, appositi uffici di collegamento e specificamente: - il CLO (Central Liaison Office), con competenza in materia di mutua assistenza amministrativa in campo IVA: il CLO aggiorna la banca-dati comunitaria V.I.E.S. (VAT Information Exchange System) che permette agli Stati membri di confrontare i dati provenienti dalle dichiarazioni Intra 1 (acquisti) ed Intra 2 (cessioni) dei singoli operatori comunitari. In Italia il CLO ha sede presso il Dipartimento delle politiche fiscali ed è costituito da personale delle Agenzie delle Entrate e delle Dogane e del Corpo della Guardia di Finanza. - l’ELO (Excise Liaison Office) con competenza in materia di mutua assistenza amministrativa nel campo delle accise: l’ELO, similmente al CLO, aggiorna la banca-dati comunitaria S.E.E.D. (System Exchange Data) per confrontare i movimenti intracomunitari dei prodotti soggetti ad accisa. In Italia l’ELO ha sede presso l’Agenzia delle Dogane Ufficio del Direttore Centrale per l’imposizione indiretta sulla produzione e sui consumi ed è costituito da personale della sola Agenzia. Per quanto concerne le innovazioni operative, nel 1999 è stato attivato il circuito di controllo informatizzato denominato “canale verde”: si tratta di una procedura per la selezione automatica delle dichiarazioni doganali basata sull’analisi dei rischi, integrata da elementi di casualità. L’analisi dei rischi elaborata copre l’insieme della tariffa doganale per quanto riguarda i codici della nomenclatura e le destinazioni doganali trattate meccanograficamente: il metodo di selezione realizzato affida al sistema informatico il raffronto degli elementi indicati nel DAU (documento amministrativo unico) con i parametri di rischio esistenti nel sistema; il risultato ottenuto viene poi riportato su una scala di riferimento che permette al sistema di decidere in merito al circuito di controllo da applicare (canale verde = nessun controllo, canale giallo = controllo documentale, canale rosso = controllo fisico). In particolare, il profilo di rischio tiene conto dei seguenti elementi: - codice merce; - regime doganale; - eventuale trattamento preferenziale; - natura della transazione; - paese di origine; - paese di provenienza; - paese di destinazione; - eventuale trasporto in container; - modalità di trasporto (nave, aereo, camion); - nazionalità del mezzo di trasporto; - codice fiscale o partita IVA dell’importatore o dell’esportatore; - codice fiscale, partita IVA o codice del dichiarante o del rappresentante; - percentuale di controllo fisico o documentale. Sulla base di tali parametri nel primo semestre 2000 risultavano attivi n. 1.122 profili di rischio. Per quanto riguarda l’applicazione dell’audit quale metodologia di supporto alle attività di controllo, uno studio in tal senso è stato messo a punto nel 2000: l’obiettivo che s’intende perseguire è quello di elaborare un profilo di rischio dell’impresa mediante la verifica dei sistemi interni di funzionamento con particolare riguardo alle scritture contabili 150 ed alla loro credibilità e attendibilità. A tal fine sono stati avviati, nello stesso anno, appositi corsi di formazione del personale incaricato di procedere ai controlli con tale tecnica. Quanto agli aspetti metodologici, i criteri della attività di controllo sono indicati annualmente dalla direttiva generale del Ministro delle Finanze e dal decreto direttoriale di programmazione operativa, che stabiliscono le risorse da impegnare ed il numero dei controlli da effettuare nel settore doganale ed in quello delle accise; per ciascun anno sono inoltre precisati i criteri selettivi e metodologici da seguire. Il decreto direttoriale annuale, oltre ad indicare il numero minimo dei controlli da effettuare, suggerisce anche la tipologia degli stessi, lasciando alle Direzioni compartimentali la scelta definitiva di intervenire nei vari settori di attività. Il monitoraggio dell’attività e l’analisi dei risultati dei controlli effettuati sono svolti attraverso l’esame di apposite schede di rilevazione compilate dagli uffici. Tale procedura, collegata all’analisi dei rischi, è stata realizzata per consentire una particolare selezione dei controlli sulle operazioni di sdoganamento delle merci e per semplificare e velocizzare l’attività di sdoganamento, agevolando gli operatori economici nazionali sul mercato comunitario ed internazionale. In particolare, con l’attivazione del “Circuito doganale di controllo”, all’atto della registrazione delle dichiarazioni doganali presentate dagli operatori, i dati della dichiarazione vengono confrontati con i profili di rischio presenti nella banca dati; il sistema fornisce in via automatica il messaggio di risposta con una delle seguenti sigle identificative: NC (nessun controllo) per indicare che l’ufficio non deve procedere al controllo documentale né alla visita delle merci (canale verde); CD (controllo documentale ) per indicare che l’ufficio limita il controllo all’esame della dichiarazione presentata e della relativa documentazione (canale giallo); VM (verifica merce) per indicare che, oltre al controllo documentale, l’ufficio procede alla visita totale o parziale delle merci, facendo ricorso, ove occorra all’analisi ed all’esame tecnico delle merci stesse (canale rosso). E’ da evidenziare che a partire dal 3° trimestre 2001, tenuto conto degli eventi terroristici dell’11 settembre e dei conseguenti fatti di guerra è aumentato il numero di verifiche merci (VM) a seguito dell’implementazione del canale rosso per merci provenienti da paesi diventati a maggior rischio. Nella Tabella 51 sono riepilogati il numero dei controlli effettuati nell’ambito delle operazioni di importazione ed esportazione nel corso degli anni 2000 e 2001 tramite il “Circuito doganale di controllo”. Come si vede, i controlli riguardano non più del 15% delle operazioni e di questi meno del 3% sono verifiche merci. 151 Tabella n. 51 Controlli automatizzati effettuati nell'ambito delle operazioni di importazione ed esportazione nel corso degli anni 2000/2001 TIPI DI VERIFICHE PERC. CONTROLLI PERC. NESSUN PERC. ANNO TOTALE OPERAZIONI MERCI (VM)% DOCUMENTALI (CD)% CONTROLLO (NC)% Esportazioni 2000 91.980 1,63 578.605 10,24 4.978.992 88,13 5.649.577 Importazioni 2000 141.462 5,4 399.796 15,25 2.080.382 79,35 2.621.640 TOTALI 2000 233.442 2,82 978.401 11,83 7.059.374 85,35 8.271.217 Esportazioni 2001 93.081 1,54 573.952 9,52 5.362.861 88,94 6.029.894 Importazioni 2001 151.786 5,86 372.439 14,39 2.064.490 79,75 2.588.715 TOTALI 2001 244.867 2,84 946.391 10,98 7.427.351 86,18 8.618.609 Variazioni % 2001/2000 TIPI DI OPERAZIONI Esportazioni Importazioni TOTALI VERIFICHE MERCI 1,20 7,30 4,89 CONTROLLI DOCUMENTALI -0,80 -6,84 -3,27 NESSUN CONTROLLO 7,71 -0,76 5,21 TOTALE 6,73 -1,26 4,20 La successiva Tabella 52 evidenzia l’aumento progressivo dei controlli INTRA, passati da 12.425 nel 1997 a 20.127 nel 2001, insieme con la lievitazione dei maggiori diritti accertati, in termini sia complessivi (da 194 a 502 miliardi di lire), sia unitari (da meno di 16 a circa 25 milioni di lire). Il trend di crescita è ancora più evidente se si fa riferimento al 1994, quando i controlli erano stati 10.756, la maggiore IVA accertata 78 miliardi e il rendimento unitario 7.200.000 lire. Quasi triplicato nello stesso periodo 1997-2001 il numero delle “verifiche esterne plafond, revisioni ed altre verifiche” (da 7.826 a 17.620), con il quasi raddoppio del rendimento complessivo (da 119 a 209 miliardi), ma un calo del rendimento unitario - da 15 a 12 milioni di lire (Tabella 53). Sorprendono i dati delle Tabelle 56 e 57 che evidenziano un drastico calo della percentuale di irregolarità riscontrate (dal 45,41 al 21,12%) nel caso dei controlli INTRA e l’invarianza della percentuale di irregolarità delle verifiche esterne PLAFOND (da 47,34 a 48,13%), quasi che nel primo caso le irregolarità siano diminuite di numero e si siano aggravate di entità, mentre nel secondo siano rimaste invariate di numero e diminuite di gravità. 152 Tabella n. 52 Risultati dell'attività di verifica esterna INTRA nel 1994 e dal 1997 al 2001 STAMPARE PAG. 153 DEL FILE “TABELLE FUORI MARGINE” 153 Tabella n. 53 Risultati dell'attività di verifica esterna PLAFOND, revisioni ed altre verifiche 1997/2001 STAMPARE PAG. 154 DEL FILE “TABELLE FUORI MARGINE” 154 Tabella n. 54 Attività di verifica esterna INTRA 1997/2001 - Distribuzione % C.d.R. 2 livello controlli distrib. n. % MDA Lire/ distrib. milioni % 1997 controlli distrib. n. % MDA Lire/ distrib. milioni % 1998 controlli distrib. n. % MDA Lire/ distrib. milioni % 1999 Ancona 425 3,42 802 0,41 585 3,37 2.970 1,12 624 3,17 20.944 Bari 464 3,73 949 0,49 548 3,16 9.752 3,67 639 3,24 2.996 0,91 1.248 10,04 9.039 4,65 1.936 11,16 72.158 27,18 2.119 10,76 125.588 37,98 Bolzano 874 7,03 41.021 21,12 1.143 44,38 1.423 Cagliari 173 1,39 580 Firenze 934 7,52 Genova 478 3,85 Milano 2.063 16,60 93.899 Napoli 491 3,95 8.497 4,37 Palermo 378 3,04 7.388 3,80 Roma 977 7,86 Torino 1.925 Trieste 315 Bologna Venezia TOTALE C.d.R. 2 livello Ancona Bari 6,59 117.810 7,22 52.362 15,83 257 1,48 1.554 0,59 288 1,46 4.307 1,30 6.607 3,40 1.240 7,15 9.569 3,60 1.356 6,88 4.534 1,37 8.047 4,14 675 3,89 3.943 1,49 793 4,02 27.003 8,17 48,34 2.825 16,28 11.647 4,39 3.351 17,01 26.436 7,99 729 4,20 3.482 1,31 848 4,30 4.224 1,28 625 3,60 7.094 2,67 646 3,28 6.552 1,98 7.512 3,87 1.356 7,82 5.046 1,90 1.568 7,96 11.040 3,34 15,49 5.504 2,83 2.627 15,14 18.116 6,82 2.945 14,95 40.678 12,30 2,54 2.720 1,40 616 3,55 1.286 0,48 691 3,51 903 0,27 1.680 13,52 1.672 0,86 2.189 12,62 1.054 0,40 2.411 12,24 3.127 0,95 12.425 100,00 194.237 100,00 17.351 100,00 265.481 100,00 19.702 100,00 330.694 100,00 738 3,79 22.229 0,30 2000 2001 6,13 817 4,06 34.720 2,96 6,92 739 3,80 10.748 851 4,23 13.698 2,73 Bologna 1.769 9,10 45.310 12,49 1.651 8,20 52.639 10,49 Bolzano 1.357 6,98 64.261 17,71 1.515 7,53 71.500 14,25 Cagliari 304 1,56 2.005 0,55 318 1,58 10.651 2,12 Firenze 1.367 7,03 9.026 2,49 1.283 6,37 10.384 2,07 Genova 1.092 5,61 35.926 9,90 1.088 5,41 49.345 9,84 Milano 3.253 16,73 59.638 16,44 3.471 17,25 98.229 19,58 Napoli 1.020 5,24 11.193 3,08 1.112 5,52 14.848 2,96 920 4,73 20.287 5,59 949 4,72 15.542 3,10 Roma 1.703 8,76 52.576 14,49 1.864 9,26 65.003 12,96 Torino 2.325 11,95 15.688 4,32 2.439 Trieste 745 3,83 2.133 2.117 10,88 19.449 100,00 Palermo Venezia TOTALE 6,33 12,12 52.980 10,56 729 3,62 3.112 0,62 11.825 3,26 2.040 10,14 8.941 1,78 362.845 100,00 20.127 100,00 501.594 100,00 0,59 155 Tabella n. 55 Attività di verifica esterna PLAFOND, revisioni ed altre verifiche 1997/2001 distribuzione % C.d.R. 2 livello Ancona Bari controlli MDA distrib. distrib. n. Lire/milioni % % 1997 controlli MDA distrib. distrib. n. Lire/milioni % % 1998 controlli MDA distrib. distrib. n. Lire/milioni % % 1999 205 1,05 577 3,81 0,62 652 4,31 1.504 1,21 18,02 1.177 7,77 16.551 13,31 2,62 301 0,25 441 0,19 347 3,41 587 3,56 1.084 10,64 17.069 310 3,04 3.887 272 3,48 222 Bologna 1.071 13,69 4.229 Bolzano 214 2,73 140 0,12 4,33 992 8.597 6,92 4,10 499 3,30 6.032 4,85 0,00 108 0,71 1.112 0,89 13,41 1.327 8,76 9.719 7,82 Cagliari 72 0,92 9.049 7,62 89 0,87 2 Firenze 995 12,71 9.429 7,94 991 9,73 12.696 4,31 480 4,71 2.480 677 4,47 5.286 4,25 15,13 1.958 19,22 19.464 20,55 2.846 18,80 29.509 23,74 7,14 1.035 1,09 1.398 9,23 4.069 3,27 Genova 289 3,69 5.119 Milano 1.419 18,13 17.962 Napoli 413 5,28 5.176 4,36 727 Palermo 196 2,50 131 0,11 246 2,41 1.946 705 4,66 1.104 0,89 Roma 405 5,18 6.755 5,69 1.069 10,49 16.917 17,86 1.560 10,30 21.926 17,64 Torino 1.447 18,49 4.490 3,78 1.285 12,61 5.760 6,08 1.474 9,74 8.168 6,57 Trieste 191 2,44 9.576 8,07 376 3,69 1.228 1,30 629 4,15 3.751 3,02 Venezia 637 8,14 46.144 38,87 784 7,70 10.637 11,23 1.512 9,99 6.978 5,61 7.826 100,00 118.723 100,00 10.187 100,00 94.700 100,00 15.141 100,00 124.306 100,00 582 3,34 TOTALE C.d.R. 2 livello Ancona Bari 2000 2,62 2,05 2001 7.203 4,20 675 3,83 0,34 865 4,97 580 Bologna 1.318 7,57 13.737 Bolzano 604 3,47 Cagliari 118 Firenze 1.460 4.711 2,25 479 2,72 6.696 3,20 8,01 1.393 7,91 20.437 9,78 2.723 1,59 540 3,06 6.373 3,05 0,68 239 0,14 112 0,64 552 0,26 8,38 11.130 6,49 1.504 8,54 7.596 3,63 Genova 938 5,39 9.888 935 5,31 5.709 2,73 Milano 2.772 15,92 41.674 24,30 2.791 15,84 37.788 18,07 Napoli 1.559 8,95 6.145 3,58 1.405 7,97 18.666 8,93 450 2,58 541 0,32 1.164 6,61 2.058 0,98 Roma 1.978 11,36 24.782 14,45 1.543 8,76 36.930 17,66 Torino 2.045 11,74 22.731 13,25 2.075 11,78 24.295 11,62 Trieste 1.160 6,66 4.830 2,82 1.184 6,72 7.128 3,41 Palermo Venezia TOTALE 5,77 1.567 9,00 25.305 14,75 1.820 10,33 30.135 14,41 17.416 100,00 171.507 100,00 17.620 100,00 209.074 100,00 156 Tabella n. 56 Risultati dell'attività di verifica esterna Intra 1997/2001 1997 1998 1999 2000 2001 C.d.R.2 n. % di n. % di n. % di n. % di n. % di livello controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità Ancona 425 192 45,18 585 260 44,44 624 232 37,18 738 141 19,11 817 208 25,46 Bari 464 289 62,28 548 303 55,29 639 278 43,51 739 165 22,33 851 314 36,90 Bologna 1.248 668 53,53 1.936 1.005 51,91 2.119 1.031 48,66 1.769 361 20,41 1.651 330 19,99 Bolzano 874 488 55,84 1.143 534 46,72 1.423 623 43,78 1.357 479 35,30 1.515 397 26,20 Cagliari 173 88 50,87 257 103 40,08 288 108 37,50 304 60 19,74 318 102 32,08 Firenze 934 574 61,46 1.240 621 50,08 1.356 725 53,47 1.367 385 28,16 1.283 322 25,10 Genova 478 263 55,02 675 311 46,07 793 351 44,26 1.092 404 37,00 1.088 402 36,95 Milano 2.063 712 34,51 2.825 1.016 35,96 3.351 1.246 37,18 3.253 392 12,05 3.471 548 15,79 18,62 Napoli 491 242 49,29 729 298 40,88 848 329 38,80 1.020 213 20,88 1.112 207 Palermo 378 203 53,70 625 326 52,16 646 294 45,51 920 214 23,26 949 212 22,34 Roma 977 440 45,04 1.356 488 35,99 1.568 549 35,01 1.703 353 20,73 1.864 486 26,07 Torino 1.925 728 37,82 2.627 746 28,40 2.945 842 28,59 2.325 330 14,19 2.439 340 13,94 Trieste 315 168 53,33 616 221 35,88 691 282 40,81 745 167 22,42 729 157 21,54 Venezia 1.680 TOTALE 12.425 587 34,94 2.189 648 29,60 2.411 867 35,96 2.117 220 10,39 2.040 226 11,08 5.642 45,41 17.351 6.880 39,65 19.702 7.757 39,37 19.449 3.884 19,97 20.127 4.251 21,12 157 Tabella n. 57 Risultati dell'attività di verifica esterna Plafond 1997/2001 1997 1998 1999 2000 2001 C.d.R. 2 n. % di n. % di n. % di n. % di n. % di livello controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità Ancona 56 28 50,00 63 21 33,33 100 35 35,00 106 56 52,83 116 51 43,97 Bari 52 13 25,00 68 14 20,59 75 14 18,67 96 17 17,71 54 22 40,74 Bologna 175 84 48,00 230 100 43,48 219 112 51,14 274 175 63,87 253 141 55,73 Bolzano 20 9 45,00 53 31 58,49 69 34 49,28 74 48 64,86 56 41 73,21 Cagliari 6 6 1 16,67 7 2 28,57 7 1 14,29 7 4 57,14 Firenze 154 83 53,90 179 102 56,98 211 105 49,76 346 209 60,40 387 184 47,55 Genova 141 90 63,83 86 52 60,47 111 67 60,36 125 79 63,20 127 79 62,20 Milano 238 113 47,48 335 144 42,99 554 217 39,17 798 350 43,86 895 359 40,11 Napoli 120 62 51,67 102 36 35,29 188 41 21,81 217 84 38,71 269 86 31,97 Palermo 43 11 25,58 35 11 31,43 54 14 25,93 38 16 42,11 47 14 29,79 Roma 114 39 34,21 186 102 54,84 272 166 61,03 225 134 59,56 250 144 57,60 Torino 144 56 38,89 392 131 33,42 429 163 38,00 509 240 47,15 399 158 39,60 Trieste 44 24 54,55 76 38 50,00 94 51 54,26 222 134 60,36 213 119 55,87 Venezia 235 118 50,21 230 137 59,57 264 123 46,59 441 303 68,71 561 347 61,85 TOTALE 1.542 730 47,34 2.041 920 45,08 2.647 1.144 43,22 3.478 1.846 53,08 3.634 1.749 48,13 158 Tabella n. 58 Risultati dell'attività di verifica esterna. Revisioni di accertamento ed altre verifiche 1997/2001 C.d.R. 2 livello Ancona Bari Bologna Bolzano Cagliari Firenze Genova Milano Napoli Palermo Roma Torino Trieste Venezia TOTALE 1997 1998 1999 2000 2001 n. % di n. % di n. % di n. % di n. % di controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità controlli irregolari irregolarità 149 20 13,42 378 71 18,78 477 30 6,29 321 44 13,71 369 85 23,04 220 13 5,91 279 9 3,23 577 22 3,81 322 16 4,97 156 44 28,21 896 85 9,49 854 63 7,38 958 69 7,20 540 107 19,81 551 102 18,51 194 20 10,31 257 34 13,23 430 40 9,30 312 117 37,50 273 82 30,04 66 6 9,09 83 5 6,02 101 8 7,92 102 9 8,82 78 15 19,23 841 165 19,62 812 266 32,76 1.116 190 17,03 732 198 27,05 550 111 20,18 148 25 16,89 394 36 9,14 566 37 6,54 530 80 15,09 504 78 15,48 1.181 391 33,11 1.623 207 12,75 2.292 281 12,26 1.192 153 12,84 1.297 111 8,56 293 49 16,72 625 24 3,84 1.210 34 2,81 459 45 9,80 352 30 8,52 153 17 11,11 211 38 18,01 651 38 5,84 201 36 17,91 407 75 18,43 291 16 5,50 883 65 7,36 1.288 130 10,09 785 253 32,23 551 199 36,12 1.303 75 5,76 893 51 5,71 1.045 57 5,45 771 55 7,13 917 68 7,42 147 35 23,81 300 55 18,33 535 41 7,66 280 119 42,50 304 81 26,64 402 47 11,69 554 30 5,42 1.248 56 4,49 276 59 21,38 301 75 24,92 6.284 964 15,34 8.146 954 11,71 12.494 1.039 8,32 6.823 1.291 18,92 6.610 1.156 17,49 159 Un’altra serie di dati fornita dall’Amministrazione si riferisce al periodo 1996-99 e riguarda le violazioni amministrative e quelle penali accertate. Le prime, evidentemente a seguito dell’introduzione della procedura del “canale verde”, si sono drasticamente ridotte – da 95.477 nel 1996 a sole 28.187 nel 1999 (-70,48%) – ma con una diminuzione molto più contenuta dell’importo dei diritti evasi accertati – da 72,5 miliardi a 58,5 miliardi, pari al – 19,41% (Tabella 59). In aumento, invece, le violazioni penali: da 5.500 nel 1996 a 7.684 nel 1999 (+39,71%), cui corrisponde un parallelo aumento dell’importo dei diritti evasi: da 54,3 a 74,9 miliardi, pari al +38% (Tabella 60). Tabella n. 59 Violazioni amministrative negli anni dal 1996 al 1999 1996 Violazioni Direzioni Distrib. compart.li Numero % Ancona 2.503 2,62 Bari 2.825 2,96 Bologna 3.994 4,18 Bolzano 2.245 2,35 Cagliari 763 0,80 Firenze 12.787 13,39 Genova 11.551 12,10 Milano 26.797 28,07 Napoli 4.998 5,23 Palermo 889 0,93 Roma 2.471 2,59 Torino 5.190 5,44 Trieste 8.337 8,73 Venezia 10.127 10,61 Totale 95.477 100,00 1997 Diritti evasi Violazioni Diritti evasi Importi Variaz. Importi Variaz. in in Distrib. Distrib. % anno Distrib. % anno milioni preced. milioni preced. % Numero % % 201 0,28 2.768 2,59 10,59 140 0,21 -30,35 309 0,43 3.119 2,92 10,41 102 0,15 -66,99 1.592 2,19 3.451 3,23 -13,60 259 0,39 -83,73 13.161 18,14 2.648 2,48 17,95 31.702 47,55 140,88 5 0,01 662 0,62 -13,24 670 1,00 13300,00 2.373 3,27 11.874 11,11 -7,14 3.825 5,74 61,19 11.212 15,45 15.805 14,78 36,83 8.458 12,69 -24,56 5.036 6,94 31.672 29,63 18,19 3.819 5,73 -24,17 31.851 43,90 7.606 7,11 52,18 10.870 16,30 -65,87 145 0,20 812 0,76 -8,66 1.471 2,21 914,48 226 0,31 2.705 2,53 9,47 861 1,29 280,97 4.797 6,61 5.355 5,01 3,18 2.908 4,36 -39,38 858 1,18 7.955 7,44 -4,58 400 0,60 -53,38 782 1,08 10.475 9,80 3,44 1.185 1,78 51,53 72.548 100,00 106.907 100,00 11,97 66.670 100,00 -8,10 1998 1999 Violazioni Diritti evasi Violazioni Diritti evasi Variaz. Variaz. Variaz. % Importi % % Importi Variaz. in Distrib. anno in Direzioni Distrib. anno Distrib. anno Distrib. % anno compart.li Numero % preced. milioni % preced. Numero % preced. milioni % preced. Ancona 1.210 2,05 -56,29 196 0,30 40,00 389 1,38 -67,85 176 0,30 -10,20 Bari 1.864 3,16 -40,24 22 0,03 -78,43 665 2,36 -64,32 46 0,08 109,09 Bologna 1.927 3,27 -44,16 599 0,91 131,27 762 2,70 -60,46 8.887 15,20 1383,64 Bolzano 729 1,24 -72,47 23.538 35,67 -25,75 560 1,99 -23,18 10.686 18,28 -54,60 Cagliari 406 0,69 -38,67 31 0,05 -95,37 189 0,67 -53,45 8.631 14,76 27741,94 Firenze 6.554 11,12 -44,80 2.290 3,47 -40,13 3.426 12,15 -47,73 888 1,52 -61,22 Genova 8.176 13,88 -48,27 12.002 18,19 41,90 2.335 8,28 -71,44 6.074 10,39 -49,39 Milano 19.202 32,59 -39,37 4.059 6,15 6,28 8.118 28,80 -57,72 4.569 7,81 12,56 Napoli 5.687 9,65 -25,23 855 1,30 -92,13 3.982 14,13 -29,98 1.387 2,37 62,22 Palermo 1.356 2,30 67,00 16 0,02 -98,91 1.154 4,09 -14,90 85 0,15 431,25 Roma 2.892 4,91 6,91 530 0,80 -38,44 2.061 7,31 -28,73 4.436 7,59 736,98 Torino 2.800 4,75 -47,71 3.563 5,40 22,52 1.917 6,80 -31,54 6.169 10,55 73,14 Trieste 2.603 4,42 -67,28 323 0,49 -19,25 1.302 4,62 -49,98 4.142 7,08 1182,35 Venezia 3.519 5,97 -66,41 17.973 27,23 1416,71 1.327 4,71 -62,29 2.290 3,92 -87,26 Totale 58.925 100,00 -44,88 65.997 100,00 -1,01 28.187 100,00 -52,16 58.466 100,00 -11,41 160 Tabella n. 60 Violazioni penali negli anni dal 1996 al 1999 1996 Violazioni Direzioni compart.li Numero Ancona 25 1997 Diritti evasi Violazioni Distrib. Importi in Distrib. Numero % milioni % 34 0,45 15 0,03 Bari Bologna 91 156 1,65 2,84 92 22.498 0,17 41,44 Bolzano Cagliari 126 56 2,29 1,02 3.083 3 5,68 0,01 Firenze Genova 87 217 1,58 3,95 1.356 8.009 2,50 14,75 Milano Napoli 1.838 1.684 33,42 30,62 5.496 613 10,12 1,13 Palermo Roma 63 70 1,15 1,27 6.979 - 12,85 0,00 Torino Trieste 165 631 3,00 11,47 337 1.490 0,62 2,74 291 5,29 100,00 4.326 54.297 7,97 100,00 Venezia Totale 5.500 102 81 39 126 48 91 1.787 1.827 70 724 160 459 368 5.916 Diritti evasi Variaz. Variaz. % Importi % Distrib. anno in Distrib. anno preced. milioni % preced. % 0,57 36,00 14 0,01 -6,67 1,72 1,37 12,09 -48,08 24 7 0,02 -73,91 0,00 -99,97 0,66 2,13 -69,05 125,00 326 6 0,22 -89,43 0,00 100,00 0,81 1,54 -44,83 -58,06 376 1.093 0,26 -72,27 0,75 -86,35 30,21 30,88 -2,77 98.475 8,49 3.521 67,74 1691,76 2,42 474,39 1,18 12,24 11,11 30.883 934,29 583 21,24 342,51 0,40 2,70 7,76 -3,03 -27,26 6,22 100,00 169 9.658 0,12 -49,85 6,64 548,19 26,46 247 0,17 -94,29 7,56 145.382 100,00 167,75 1998 1999 Violazioni Diritti evasi Violazioni Diritti evasi Variaz. Variaz. Variaz. % Importi Variaz. % % in Direzioni Distrib. anno Distrib. % anno Distrib. anno Importi in Distrib. anno preced. Numero compart.li Numero % preced. milioni % % preced. milioni % preced. 68 Ancona 1,19 100,00 35 0,03 150,00 17 0,22 -75,00 11 0,01 -68,57 55 0,96 -46,08 Bari 45 0,04 87,50 59 0,77 7,27 48 0,06 6,67 Bologna Bolzano Cagliari Firenze Genova Milano Napoli Palermo Roma Torino Trieste Venezia Totale 91 1,59 12,35 59 86 1,50 120,51 11.736 44 0,77 -65,08 3 90 1,57 87,50 58.952 92 1,60 1,10 4.249 1.828 31,88 2,29 1.217 1.416 24,69 -22,50 14.624 59 1,03 -15,71 22 898 15,66 24,03 2.755 237 4,13 48,13 281 493 8,60 7,41 13.482 277 4,83 -24,73 5.289 5.734 100,00 0,05 742,86 10,41 3500,00 147 132 1,91 1,72 61,54 53,49 5.251 2.543 7,01 8800,00 3,39 -78,33 0,00 -50,00 52,29 15578,72 201 43 2,62 356,82 0,56 -52,22 2 3.537 0,00 -33,33 4,72 -94,00 3,77 1,08 288,75 -98,76 145 1.923 1,89 25,03 57,61 5,20 6.086 6.281 8,12 43,23 8,38 416,11 12,97 0,02 315,34 -99,93 2.988 49 38,89 111,02 0,64 -16,95 10.847 40 14,48 -25,83 0,05 81,82 2,44 0,25 11,96 372,56 66,27 39,59 987 372 439 12,84 9,91 4,84 56,96 5,71 -10,95 15.551 231 2.897 20,76 464,46 0,31 -17,79 3,87 -78,51 4,69 2041,30 -3,08 112.749 100,00 -22,45 161 182 2,37 -34,30 7.684 100,00 34,01 21.594 28,82 308,28 74.919 100,00 -33,55 La successiva Tabella 61 riepiloga i dati sulle violazioni amministrative e penali dal 1992 al 2000, evidenziando il drastico calo del numero, l’aumento dei diritti evasi accertati (soprattutto per il salto del 2000) e l’aumento del rendimento unitario (progressivo fino al 1999 – da 0,28 a 3,72 milioni – ed esplosivo nel 2000, con la media di 8,81 milioni. Tabella 61 Serie storica delle violazioni amministrative e penali (1992 – 2000) Anni 1992 1994 1996 1997 1998 1999 2000 Numero violazioni Violaz. Violaz. Totale amm.ve penali violaz. n.d. n.d. 165.915 96.067 3.604 99.671 95.477 5.500 100.977 106.907 5.916 112.823 58.925 5.734 64.659 28.187 7.684 35.871 n.d. n.d. 35.761 Rendimento unitario (in Diritti evasi (in milioni) milioni) Violaz. Violaz. Totale Violaz. Violaz. Totale amm.ve penali violaz. amm.ve penali violaz. n.d. n.d. 46.385 0,28 n.d. n.d. n.d. 72.548 54.297 126.845 0,76 9,87 1,26 66.670 145.382 212.052 0,62 24,57 1,88 65.997 112.749 178.746 1,12 19,66 2,76 58.466 74.919 133.385 2,07 9,75 3,72 n.d. n.d. 314.970 8,81 162 5.4.2.- Analisi comparata, a livello comunitario, dell’attività di controllo 5.4.2.1.- Quadro complessivo di raffronto Elementi di valutazione delle modalità e dei risultati conseguiti dalla nostra Amministrazione doganale possono essere ricavati dalla comparazione con gli altri Stati membri dell’Unione, soprattutto per quanto riguarda l’attività di controllo, sulla base delle risultanze della relazione predisposta dalla Commissione delle Comunità Europee ai sensi dell’art. 17, par. 3, del Regolamento (CEE; Euratom) n. 1552/89 del Consiglio del 29 maggio 1989, relativa all’esercizio 1998. Sulla base delle relazioni semestrali inviate dagli Stati membri sono stati raccolti ed esaminati i dati concernenti il numero delle dichiarazioni trattate da ogni Amministrazione nazionale allo stadio dell’importazione ed allo stadio del controllo (a posteriori), il personale addetto ai controlli, i casi di frode accertati e gli importi recuperati. Tenuto conto delle obiettive difficoltà di armonizzare i dati e, conseguentemente, di disporre di informazioni contabili coerenti sulla base delle quali procedere a proficue comparazioni, la relazione relativa all’esercizio 1998, pubblicata nel 2000, rappresenta il primo documento complessivo ed organico di analisi in grado di fornire un quadro attendibile dell’attività di controllo svolta dagli Stati membri per prevenire e reprimere le irregolarità e le frodi. Sulla base dei dati riportati nel detto documento, è possibile desumere un quadro globale i cui tratti più salienti sono sintetizzati nella Tabella 62, tratta dalla relazione di sintesi delle comunicazioni degli Stati membri relative all’attività e ai risultati dei controlli per l’anno 1998, e negli allegati da 9 a 13: 163 Tabella n. 62 - Attività di controllo degli Stati membri Personale Personale totale totale addetto % di Media delle addetto ai controlli Dichiarazioni Stati Dichiarazioni dichiarazioni ai servizi dichiarazioni controllate dopo dopo lo membri accettate controllate dopo doganali a controllate per lo sdoganamento sdoganamento a lo sdoganamento persona livello livello nazionale nazionale (1) (2) (3) (4)=(3)/(2) (5) (6) (7)=(3)/(6) 4.349.229 300.756 6,92 4.135 485 620 B DK 1.211.011(1) 79.980(1) (2) 6,6 743 45 1.777 (3) D EL 24.900.000 957.634 615.315 243.455 2,47 25,42 26.170 3.882 5.320 162 E 4.065.566 388.609(5) 9,6 3.964(6) 284 1.368 9.731.275 (7) 666 1.221 F IRL I L NL A P FIN S UK (9) 698.365 11,9 19.656 (8) 116 1.503 811.748 6.646.156 9.950 114.895 1,22 1,73 550 6.142 30 829 332 139 45.753 4.277(10) 9,35 125 15 285 31.246.637 (11) 5.471.853 428.310 1.721.554 (16) 1.370.000 5.248.367 1.732.550 181.438 (15) (12) (14) …… 93.930 51.000 …… (13) 5,54 5.481 4.603 3,32 4.567 182 997 …… 1.101 355 …… 5,46 2.327 3,72 …… 2.434 (18) 2.839 (19) 142 82 (17) (18) 106 (19) 376 661 621 …… Rinvii: (1) Si tratta del numero delle linee tariffarie. (2) Per i controlli delle imprese, non è disponibile il numero di dichiarazioni controllate. (3) Questa cifra riguarda soltanto i controlli nelle imprese. (4) Questa cifra comprende 1.044.454 dichiarazioni d'importazione. (5) Questa cifra corrisponde alle sole dichiarazioni d'importazione che sono state oggetto di un controllo per sondaggio. (6) Di cui 309 persone assegnate ai servizi centrali e compresi i servizi di sorveglianza. (7) Si tratta dei controlli su documenti dopo sdoganamento effettuati dai servizi specializzati regionali (CERDOC),non comprese le azioni globali di controllo. (8) Personale totale comprendente i quadri superiori e il personale dei laboratori. (9) In questa cifra figurano 470.540 dichiarazioni d'importazione. (10) Dichiarazioni selezionate con il sistema automatizzato (SADBEL), dichiarazioni manuali e dichiarazioni controllate dall'ispettorato di Audit. (11) Questa cifra comprende 25.420.799 dichiarazioni d'importazione e 3.593.821 dichiarazioni di transito. (12) Questo totale include le dichiarazioni per via informatica e le dichiarazioni nel settore agricolo. (13) La cifra comprende 23 funzionari del Ministero dell'agricoltura ma non tiene conto del personale di ricerca e d'indagine fiscali (FIOD). (14) Questa cifra comprende 954 casi composti da parecchie dichiarazioni. (15) Non esiste un inventario affidabile di questo tipo di controlli. (16) Questo totale include importazioni ed esportazioni e, in particolare, 418.189 operazioni di transito. (17) Non tutto questo personale è assegnato a pieno tempo a questo tipo d'attività. (18) In persone/anno. (19) Personale in servizio presso gli uffici doganali frontalieri e interni. 164 Nella Tabella 62 è operato il confronto tra le dichiarazioni accettate, le dichiarazioni controllate dopo lo sdoganamento (presso le imprese) ed il personale addetto a tale controllo, indicando anche la percentuale di dichiarazioni controllate ed il rapporto tra dichiarazioni controllate e numero di addetti. Pur nella consapevolezza che il confronto risente delle non omogeneità dei dati forniti dai singoli Stati membri, e nelle note all’allegato specificate, si è, per la prima volta, in presenza di una serie di informazioni che riguardano le stesse attività per tutti gli Stati membri. In Italia, su 6.646.156 dichiarazioni accettate ne vengono controllate dopo lo sdoganamento 114.895, pari all’1,73%. Il Dipartimento ha peraltro precisato che il dato riportato nella relazione è errato per eccesso, in quanto taluni uffici hanno erroneamente indicato non solo le dichiarazioni di immissione in libera pratica e le altre dichiarazioni che avevano dato luogo alla riscossione delle risorse proprie tradizionali, ma anche altre dichiarazioni. Parimenti errato risulta il numero dei controlli a posteriori, poiché alcuni uffici doganali hanno incluso anche i controlli effettuati all’atto dello sdoganamento. Negli altri Paesi la percentuale oscilla tra il 25,42 % della Grecia, l’11,90 % Francia, il 9,60% della Spagna, il 5,54% dei Paesi Bassi %, il 2,47% della Germania e l’1,22% dell’Irlanda. Il nostro Paese si colloca, quindi, al penultimo posto per quanto riguarda il numero delle dichiarazioni controllate ed al terzo per numero del personale addetto (829 unità), con una media di dichiarazioni controllate di 139 pro-capite, al penultimo posto nella media europea. E’ significativo rilevare che Germania e Paesi Bassi destinano ai controlli presso le imprese rispettivamente 5.320 e 4.603 unità; la Francia vi destina 666 unità, con una media di verifiche per persona pari a 1.221. Sempre nella Tabella 62 viene confrontata la situazione globale dell’attività di controllo degli Stati membri per gli esercizi dal 1996 al 1998. La situazione italiana, come risulta dal prospetto sottostante, si caratterizza per l’aumento progressivo delle dichiarazioni accettate e del personale addetto ai controlli dopo lo sdoganamento, ma contraddittoriamente, per la una drastica riduzione del numero dei controlli a posteriori a partire dall’anno 1997. Anni Dichiarazioni accettate Dichiarazioni controllate dopo lo sdoganamento Personale addetto ai controlli dopo lo sdoganamento 1996 4.852.713 1.262.397 754 1997 5.940.066 85.096 852 1998 6.646.156 114.895 829 Negli altri Paesi europei la tendenza è del tutto opposta, con un forte aumento del numero delle dichiarazioni controllate nel 1998: Francia da 180.330 nel 1997 a 813.028; Spagna: da 12.636 a 388.609; Germania: da 32.430 a 615.315. Si tratta, come si vede, di dati che inducono a dubitare che la nozione di controllo assunta sia in realtà la stessa o che con lo stesso termine si intendano, invece, cose diverse. Tale interrogativo è rafforzato dalla considerazione che l’inadeguatezza delle informazioni fornite non ha consentito alla Commissione ed agli organi comunitari di valutare, alla luce delle situazioni concretamente constatate e dei risultati concretamente conseguiti, il funzionamento dei controlli predisposti dagli Stati membri, per assolvere il compito di individuare le disfunzioni dei sistemi nazionali di lotta antifrode e di suggerire i rimedi adeguati agli stati membri interessati. Gli esercizi condotti, come 165 dimostra l’esame dei dati della Tabella 62, sono risultati sostanzialmente sterili, proprio per la parzialità e la disomogeneità dei dati forniti dagli Stati membri anche in materia di risorse proprie tradizionali. Un esame, sia pure sommario, di tali dati basta, infatti, a rendere evidente l’anomalia che si riscontra per quanto riguarda il numero delle dichiarazioni accertate: nonostante le ben maggiori dimensioni economiche, l’Italia ha nel 1998 fatto registrare un numero di dichiarazioni che equivale ad appena un quinto di quello dell’Olanda: poco più di 6,6 milioni, a fronte di oltre 31,2 milioni. L’anomalia può essere in parte sicuramente spiegata con la preferenza accordata dagli operatori ai porti di quel paese per la loro maggiore efficienza, ma è anche da ritenere che ciò possa in parte dipendere, sia da una diversità nella nozione di “dichiarazione accettata”, sia dall’esistenza di altre ragioni più o meno patologiche – che andrebbero accertate – che portano a concentrare un così gran numero di dichiarazioni su un piccolo paese dell’Unione. Perplessità insorgono, peraltro, anche con riguardo, sia alla percentuale di dichiarazioni controllate dopo lo sdoganamento, sia allo stesso numero di addetti doganali: è evidente, ad esempio, che il dato di 6.142 unità indicato per l’Italia non tiene conto del numero degli agenti della Guardia di finanza addetti ai servizi doganali, così come parziale appare quello del Regno Unito (2.839), mentre comprensivi di altri servizi (guardia costiera, gestione accise, ecc.) sono sicuramente i dati relativi a Francia (19.656) e Germania (26.170). L’Amministrazione condivide queste considerazioni della Corte circa la sostanziale non confrontabilità dei risultati dell’attività di controllo tra i diversi paesi dell’Unione per “la parzialità e la disomogeneità dei dati forniti dagli Stati membri anche in materia di risorse proprie tradizionali”. Tale problematica – segnalata anche dalla Commissione europea nell’ambito di specifiche indagini – è, da ricondurre, ad avviso dell’Amministrazione, principalmente a divergenze interpretative tra i vari Stati membri sull’oggetto stesso delle indagini. Tali perplessità possono peraltro apparire incomprensibili se si considera che, come si è già accennato, la Tavola è stata costruita con dati richiesti agli Stati sulla base di un modello armonizzato messo a punto nel 1997, proprio a seguito della ripetuta constatazione dei forti divari tra le relazioni nazionali e delle divergenze di interpretazione di alcuni concetti fondamentali. Il fatto è che ancora per il 1997 la Commissione aveva ritenuto di non essere tuttora in grado di trarre conclusioni totalmente valide, poiché “mancavano dati comparabili e, in alcuni casi, perfino attendibili”. Per il 1998, pur constatando un netto miglioramento nella presentazione dei dati da parte degli Stati membri, la Commissione ha continuato ad evidenziarne l’incompletezza e l’eterogeneità e si è essa stessa interrogata sul significato da attribuire alle apparenti anomalie che emergono dai raffronti operati: evoluzione nel numero delle dichiarazioni non giustificata dalla variazione delle transazioni; anormale divario tra il peso relativo di alcune amministrazioni nazionali negli accertamenti totali, da un lato, e nei recuperi totali, dall’altro; il contraddittorio andamento nel numero dei casi di frode comunicati; il contraddittorio andamento per alcuni Stati tra numero degli accertamenti (in forte aumento) ed importi accertati (in sensibile diminuzione); sensibile aumento del tasso di recupero in nove Stati e diminuzione in altri sei; incongruenze tra importi accertati ed importi iscritti nell’apposita contabilità separata (contabilità B). Anche per il 1998 la Commissione conclude, pertanto, che la comparazione dei dati denota forti divari nell’interpretazione del concetto di “frode e irregolarità”, che in 166 vari casi non è corretta, con il risultato che ne risulta spesso un’immagine poco verosimile del volume della frode individuata o un’immagine difficilmente interpretabile dell’attività delle amministrazioni. Proprio in ragione di tali difficoltà ed allo scopo di pervenire ad una univoca definizione di parametri di misurazione dei risultati che possano consentire il confronto tra le attività poste in essere dalle Amministrazioni doganali dei diversi Stati Membri, la Commissione europea, come riferito dall’Amministrazione, ha avviato un apposito gruppo di lavoro già operativo, incaricato di predisporre una griglia di attività/prodotti confrontabili. 167 5.4.2.2– Attività di contrasto delle frodi e delle irregolarità Tenendo presenti le considerazioni appena svolte sui limiti di affidabilità dei dati presi a base dell’analisi, si può passare all’esame della Tabella 63, in cui sono indicati il numero di casi di frode e di irregolarità individuati, gli importi accertati e gli importi recuperati41. In Italia il numero degli illeciti è stato pari a 4.414, con importi accertati pari a 26.599.948 € ed importi recuperati pari a 5.065.210 €. Il tasso di recupero si attesta sul 19,04 % e rappresenta il 3,6 % del totale dei recuperi a livello comunitario, collocando il nostro Paese al 10^ posto nella graduatoria europea, contrariamente a quanto invece accade per l’entità degli importi accertati rispetto alla quale l’Italia, con 26,6 milioni di euro, occupa il 5^ posto, preceduta da Regno Unito, Paesi Bassi, Belgio e Francia. Tabella n. 63 - Frodi e irregolarità: importi accertati e già recuperati Stati Numero membri di casi (1) B DK D EL E F IRL I L NL A P FIN (2) S UK (3) EUR - 15 (2) % degli accertamenti % dei recuperi Importi già Importi rispetto al totale EUR rispetto al totale recuperati accertati 15 EUR 15 (3) 12.701 43.340.242 3.498 19.120.826 290 24.236.751 1.781 5.242.674 12.828 21.412.278 12.243 42.198.908 1.159 5.405.318 4.414 26.599.948 8 85.120 16.641 43.654.564 15.474 12.539.555 463 202.348 5.024 3.047.336 25.936 14.367.089 13.194 112.511.528 126 373.964.485 Tasso di recupero "Lordo" (4) (5) (6) (7)=(5)/(3) 11,59% 5,11% 6,48% 1,40% 5,73% 11,28% 1,45% 7,11% 0,02% 11,67% 3,35% 0,05% 0,81% 3,84% 30,09% 100,00% 8.299.009 16.515.907 5.095.808 295.671 14.582.067 8.760.277 3.610.475 5.065.210 73.383(1) 37.561.204 6.105.713 171.754 2.668.209 13.887.633 18.047.642 140.739.962 5,90% 11,74% 3,62% 0,21% 10,36% 6,22% 2,57% 3,60% 0,05% 26,68% 4,34% 0,12% 1,90% 9,87% 12,82% 100,00% 19,15% 26,38% 21,03% 5,64% 68,10% 20,76% 66,79% 19,04% 86,21% 86,04% 48,69% 84,48% 87,56% 96,66% 16,04% 37,63% (il tasso di cambio dell'euro utilizzato nelle tabelle rappresenta il tasso medio per il 1998) Rinvii: (1) Questo totale comprende un importo di 3.000 euro circa che corrisponde al prodotto della vendita pubblica in seguito alla confisca della merce. (2) L'informatica non distingue gli importi frodosi recuperati dagli altri tipi di recupero. Gli importi relativi ai casi inferiori a 10.000 euro si presumono recuperati. (3) Le colonne 3, 5 e 6 riguardano solo debiti superiori a 10.000 euro. 41 Nell’analisi dei dati è opportuno ricordare che il numero dei casi di frodi e irregolarità è poco omogeneo in quanto non sembra che tutti gli Stati abbiano comunicato la totalità delle infrazioni; inoltre si può ipotizzare un’interpretazione non conforme, per tutti i paesi, della nozione di frode e irregolarità (comunicazione solo degli importi superiori a 10.000 €) 168 Dall’analisi dei dati relativi alle frodi e alle irregolarità accertate negli esercizi dal 1995 al 1998, sempre senza dimenticare i problemi di scarsa omogenei dei dati, emerge che (allegato 7) in Italia il numero di casi accertati è notevolmente aumentato dal 1995 al 1996 (da 1.300 a 4.232), mantenendosi sostanzialmente stabile nel biennio successivo (rispettivamente 4.264 e 4.414 nel 1997 e 1998). Diverso andamento seguono, invece, gli importi accertati che risultano in aumento dal 1995 al 1997 (rispettivamente 20, 48 e 107 milioni di euro), con un forte calo nel 1998 (a 27 milioni di euro). Il dato più significativo è però quello del tasso di recupero lordo che, nel 1998, colloca il nostro paese a pari merito con il Regno Unito, al penultimo posto nell’elenco degli Stati membri, con appena il 19,04%, seguiti solo dalla Grecia (5,64%). Tale risultato sembra ancora più significativo se si considera che ben 8 paesi su 15 presentano un tasso di recupero superiore al 50%. Ancora più eclatante è il risultato del recupero nel 1997, quando, a fronte di accertamenti pari a 107 milioni di euro (corrispondenti al 22% del totale), si rileva un tasso di recupero di circa il 4%. In materia di risorse proprie tradizionali devono essere contabilizzati tutti gli importi accertati. Sono contabilizzati in “Contabilità A” gli importi recuperati o garantiti e non contestati e nella “Contabilità B” gli importi non recuperati e che, pur coperti da una garanzia, sono oggetto di contestazione. Una parte importante delle frodi e delle irregolarità individuate è oggetto di contestazione o è priva di garanzia, e per questi motivi viene iscritta nella “Contabilità B”. Nell’allegato 8 sono evidenziati gli importi accertati e gli importi iscritti in “Contabilità B”. Nel 1998 per ben 8 paesi, compresa l’Italia, si riscontra che gli importi iscritti in “Contabilità B” sono superiori agli importi totali accertati. Tali differenze negative potrebbero essere, almeno in parte, spiegate con il fatto che gli Stati hanno comunicato solo i casi di frodi e di irregolarità per somme superiori a 10.000 €, contrariamente alle indicazioni del modello di relazione annuale che prevede che le comunicazioni siano effettuate a prescindere dalle soglie di valore. In Italia gli importi accertati nel 1998 ammontano a 26.599.948 € e gli importi iscritti in contabilità B sono stati pari a 59.039.000 €, con un saldo negativo di 32.439.052 €. Tale saldo negativo si riscontrava già nel 1995 e 1996, rispettivamente per –37 milioni e –13 milioni di euro. Per la Germania, la Francia, l’Italia, l’Austria, il Portogallo e il Regno Unito questa differenza negativa è ricorrente e nel 1998 riguarda anche altri Stati membri; tale situazione è anomala, perché l’importo totale accertato a titolo di proventi derivanti dal contrasto delle frodi e delle irregolarità non può essere inferiore all’importo iscritto nella contabilità separata. Non tutti gli importi relativi a frodi e irregolarità sono infatti contestati o privi di garanzia. 169 5.4.2.3.- Tipologie delle frodi e delle irregolarità Nell’allegato 9 viene rappresentata una valutazione quantitativa dei casi di frode e di irregolarità suddivisi per Stato membro e per regime doganale. L’80,8 % delle frodi riguarda l’immissione in libera pratica, seguito dal transito, che rappresenta il 10,6 %: si tratta di una situazione comune a tutti gli Stati membri. In Italia il numero delle frodi relative all’immissione in libera pratica è di 4.208, al nono posto nella graduatoria europea, che vede ai primi posti Svezia, Regno Unito, Paesi Bassi ed Austria. L’allegato 10 contiene la ripartizione per Stato membro delle frodi e delle irregolarità per tipo di infrazione nel settore della libera pratica. In Italia dal punto di vista quantitativo il maggior numero di casi riguarda la mancata dichiarazione, seguita dalla errata designazione delle merci o da errori di classificazione e dall’indicazione di errata origine; dal punto di vista monetario l’incidenza maggiore è di gran lunga quella relativa a errata dichiarazione di origine (10.077.738 euro), seguita da inesatta indicazione di valore (3.150.696). 170 5.4.2.4.- Linee di tendenza Dall’esame complessivo dei dati emergono alcune linee di tendenza: - un aumento generale delle percentuali di controllo cui corrisponde per l’Italia dopo il 1997, un netto calo delle dichiarazioni definite come controllate – da 1.262.397 a 85.096 – per effetto dell’introduzione della procedura automatizzata “canale verde”, che opera, appunto, un riscontro automatico delle dichiarazioni che, in base ai criteri prestabiliti, non devono essere assoggettate a controllo da parte dei doganieri. La differenza è pertanto dovuta all’estensiva nozione di controllo inizialmente assunta in Italia a fronte di quella ben più restrittiva da ultimo adottata; - un moderato aumento del personale addetto ai servizi doganali e delle unità addette ai controlli; - il tasso medio di recupero è pari circa al 37,63% (per l’Italia circa il 19,4%); - un aumento del numero dei casi di frode accertati nel periodo dal 1995 al 1998; - la differenza negativa risultante dal confronto tra gli importi accertati e gli importi iscritti nella contabilità B negli anni 1995-1998 (per l’Italia la differenza negativa è ricorrente, salvo il 1997, e nel 1998 riguarda un numero record di Stati); - i settori più colpiti dalla frode sono la libera pratica ed il transito esterno; - le infrazioni più numerose riguardano gli errori nella designazione delle merci o la classificazione tariffaria (26,2%), seguiti dalle false dichiarazioni di valore (23%) ed infine dai casi di introduzione irregolare nel territorio doganale della Comunità; per quanto riguarda, invece, gli importi, sono interessate principalmente le errate designazioni delle merci (21%) e le false dichiarazioni di valore (17,1%); l’Italia è in assoluto il Paese che registra le lacune più vistose nelle dichiarazioni di origine. Le analisi fin qui effettuate si basano su dati che necessitano tuttavia di correttivi, considerato che, per quanto riguarda l’Italia, pur volendo prescindere dalla differenze con gli altri paesi ed a parte le considerazioni già svolte, la relazione che contiene tali dati è stata redatta sulla base delle informazioni all’uopo richieste a tutti gli uffici doganali, raccolte e riepilogate poi dalle direzioni compartimentali e, infine, raccolte e riepilogate, a livello nazionale, dalla competente Direzione Centrale dei Servizi Doganali. Il numero delle dichiarazioni accettate dagli uffici doganali nel corso dell’anno 1998 avrebbe dovuto riguardare le dichiarazioni di immissione in libera pratica e le altre dichiarazioni che avevano dato luogo alla riscossione di risorse proprie tradizionali, ma, a causa di un’errata interpretazione delle regole di compilazione dei prospetti di cui si compone la relazione, taluni uffici hanno incluso anche le altre dichiarazioni. Per tale motivo, il dato riportato nella relazione (6.646.156) risulta errato per eccesso. Il numero di controlli a posteriori (114.895) risulta, parimenti, errato per eccesso, poiché taluni uffici doganali hanno incluso in tale dato i controlli effettuati all’atto dello sdoganamento. Come evidenziato dalla Commissione Europea nel documento COM(2000)107 del 29 febbraio 2000, questo primo sistema sperimentale di rendicontazione ha fatto registrare dubbi e perplessità da parte di tutte le Amministrazioni doganali degli Stati membri, e ciò, anche per la scarsa chiarezza e l’incompletezza delle relative regole, oltre che di traduzioni dei documenti originali non sempre corrette. 171 Per eliminare i suddetti inconvenienti, l’Amministrazione doganale italiana ha deciso di intraprendere una serie di iniziative mirate al perfezionamento del sistema di rendicontazione in questione, prevedendo, già a partire dalla relazione relativa all’anno 2000, la raccolta dei dati direttamente dal sistema informativo doganale, nel quale ora sono finalmente inseriti i dati relativi a tutte le dichiarazioni doganali presentate e quelli relativi ai controlli effettuati dagli uffici doganali, sia all’atto dello sdoganamento che a posteriori. In quest’ottica, l’Amministrazione ha proceduto, altresì, all’informatizzazione della contabilità separata, di cui all’art. 6, paragrafo 3, lettera b), del regolamento n. 1150/2000 (c.d. contabilità “B”). Le relative procedure sono già state realizzate e dovevano essere messe in esercizio nel corso del primo trimestre del 2002. 172 5.5.- I rapporti con l’utenza. La realizzazione del mercato interno ha influito in modo significativo, non solo sulle modalità di accertamento dei tributi e sulla loro entità quantitativa, ma anche sulla evoluzione dei servizi doganali in relazione alla mutata domanda dei servizi stessi. Gli adeguamenti organizzativi e strutturali posti in essere dall’allora Dipartimento delle Dogane per far fronte ai nuovi compiti istituzionali demandati alle dogane comunitarie, nonché per conseguire livelli di efficacia e di efficienza adeguati agli standards operativi delle Amministrazioni degli altri Stati membri sono già stati analizzati al precedente capitolo 3 della presente relazione. L’Amministrazione doganale deve, peraltro, confrontarsi anche con le aspettative degli operatori economici ed individuarne le specifiche reali esigenze per poter assicurare un servizio in grado di erogare prestazioni soddisfacenti: in un quadro di legislazione comunitaria che rende il flusso delle merci ed i connessi controlli sempre più “fungibili” nell’ambito degli Stati membri, le scelte degli operatori sono guidate soprattutto dalla valutazione sull’efficienza ed sull’economicità dei sistemi doganali nazionali. Le amministrazioni doganali europee più dinamiche ed attente hanno immediatamente avvertito la necessità di misurarsi con l’adozione di nuovi modelli organizzativi e gestionali, in grado non solo di consentire all’Amministrazione il migliore utilizzo delle risorse disponibili, ma anche di garantire agli operatori il mantenimento e la conquista di spazi di mercato. Ispirandosi all’esempio delle amministrazioni dell'Europa del nord che hanno per prime introdotto, nel proprio ambito, i principi e i metodi del Total Quality Management – TQM – anche l’allora Dipartimento italiano delle dogane e delle imposte indirette intuì l'importanza di operare gradualmente in un’ottica di qualità totale, avviando, a partire dal 1995, il “Programma QUALITÀ”, avvalendosi, a tal fine, anche della collaborazione di società di consulenza aziendale specializzate in materia di TQM. La metodologia TQM sottolinea l’importanza di fattori, scarsamente analizzati in passato, quali: • L’orientamento al cliente, che comporta che venga valutato l’impatto esterno che possono avere le strategie gestionali / organizzative e i metodi operativi adottati • La comunicazione e l’integrazione interna orizzontale/verticale, in modo da ottenere il pieno coinvolgimento, sia dei vertici, sia di tutti i livelli operativi dell’organizzazione • Il passaggio da metodi di pianificazione basati su dati statistici e serie storiche a metodi di gestione strategica, che si avvalgono di informazioni più elaborate e complete • L’innovazione organizzativa e il miglioramento continuo Molto sinteticamente, il TQM fa della qualità totale il paradigma e la finalità delle attività di qualsiasi organizzazione, pubblica o privata, collegando tra loro, in modo nuovo, le scelte di tipo tecnico, economico – finanziario, le strategie aziendali rivolte al mercato, la formazione e la preparazione del personale a tutti i livelli. Il programma “Qualità” del Dipartimento delle Dogane si è concentrato sui passaggi essenziali della teoria TQM e ha cercato di tradurli in pratica realizzando le seguenti iniziative: 173 • Formazione del personale dirigenziale, sia centrale che periferico, effettuata nel corso di quattro seminari tenutisi a Venezia, Milano, Roma e Napoli negli anni 1995/1996. • Creazione della struttura addetta al Servizio QUALITÀ presso la Direzione Generale e dei Referenti QUALITÀ a livello compartimentale. • Formazione dei funzionari assegnati alle strutture di cui sopra, al fine di ottenere il coinvolgimento del personale chiamato a realizzare il Programma QUALITÀ avviato dall’Alta Direzione. • Realizzazione e diffusione del primo QUESTIONARIO (anni 1997/1998) diretto a conoscere il grado di soddisfazione degli utenti su tutto il territorio nazionale. Il questionario, essendo la prima esperienza in materia dell’Amministrazione doganale, era particolarmente mirato alla rilevazione delle aspettative degli utenti e della relativa percezione del servizio offerto, mediante la richiesta di giudizi “overall”, vale a dire di carattere complessivo sui vari aspetti del servizio, senza entrare nel merito delle singole attività. • Il soddisfacente esito del primo questionario, sia in termini di interesse suscitato presso gli utenti, dimostrato dall’elevato numero di risposte pervenute, sia in termini di contenuto delle risposte stesse, hanno spinto il Dipartimento alla progettazione di un più completo “Sistema di ascolto” degli utenti delle Dogane, oltretutto in attuazione della Direttiva del Ministro per l’anno 1999. In tale ottica, l’allora Dipartimento delle Dogane ha avviato una indagine sulla “customer satisfaction” per ottenere indicazioni in ordine alla percezione, complessiva ed analitica, della qualità del servizio da parte dell’utenza, nonché ai settori da migliorare, con l’obiettivo di aumentare la convenienza dell’utilizzo del sistema doganale italiano. L’indagine è stata focalizzata su cinque processi chiave: 1. sdoganamento in procedura ordinaria; 2. sdoganamento in procedura semplificata; 3. verifiche in azienda; 4. autorizzazioni al traffico di perfezionamento attivo ed al traffico di perfezionamento passivo; 5. ricorsi. Il campione è stato composto secondo le seguenti stratificazioni: A) Categoria di appartenenza dei clienti: * spedizionieri doganali, * vettori dichiaranti, * importatori/esportatori diretti, * titolari di depositi. B) Tipologia di dogana: * dogana interna, * dogana di confine terrestre, * dogana portuale, * dogana aeroportuale. C) Volume di traffico delle dogane * alto (più di 150.000 operazioni l’anno), * medio (da 30.000 a 150.000 operazioni l’anno), * basso (meno di 30.000 operazioni l’anno). D) Numero di operazioni per operatore: 174 * meno di 200, * da 201 a 1.000, * da 1.001 a 3.000, * da 3.001 a 10.000, * più di 10.000. La valutazione globale (“overall”) dei servizi resi dalle dogane e, più in dettaglio, di taluni processi è indicata nella Tabella 64: su una scala di giudizio da 1 a 10, i risultati hanno evidenziato una valutazione nel complesso sufficiente, con la sola eccezione del settore contenzioso (4.5), che costituisce una notevole criticità, e dei clienti più esperti e/o con un elevato numero di operazioni, che hanno aspettative di servizio mediamente più elevate. Tabella n. 64 Valutazione globale dei servizi resi dalle Dogane Globale Spedizionieri Overall Dogane Italiane 6.4 Overall Dogana più utilizzata Overall Sdoganamento in procedura ordinaria Overall Sdoganamento in procedura semplificata Overall Verifiche 6.7 Vettori Imp/Exp Titolari di dichiaranti diretti deposito 6.2 6.3 6.8 6.5 6.9 6.9 6.7 6.9 6.8 7.8 8 7.3 7.9 8.2 7.1 7.2 6.9 7.1 7.3 Overall TPA e TPP 7 7.1 6.8 6.9 7.2 Overall Ricorsi 5 5.4 5.4 4.5 Una valutazione interpretativa dei dati contenuti nella Tabella precedente può essere esemplificata dalle informazioni, fornite dall’Amministrazione, riportate nel sottostante schema (Tabella 65), mentre i fattori di qualità di maggiore importanza per l’utenza sono indicati nella Tabella 66. 175 Tabella n. 65 Interpretazione della valutazione globale Aspetti comuni e trasversali Possibile interpretazione Le dogane di confine terrestre Alle dogane di confine la situazione è sempre molto hanno mediamente risultati più convulsa e gli utenti hanno grandi aspettative di negativi e le interne più positivi rapidità. Molte procedure operative sono state progettate esplicitamente per le dogane interne Le dogane a basso volume di Nelle dogane a basso volume i clienti possono traffico hanno mediamente relazionarsi con maggiore tranquillità con gli operatori. valutazioni migliori Possono esserci anche legami con la distribuzione dell’organico non proporzionale a reali volumi di traffico I clienti con alto numero di Sono clienti molto esperti, spesso abituati a muoversi operazioni (classi 3.000-10.000 e su scenari internazionali, che hanno aspettative di > di 10.000) danno mediamente servizio molto elevate valutazioni più negative Chi ha fatto almeno un ricorso L’esperienza del ricorso, al di là del parere finale, esprime su ogni aspetto giudizi più condiziona in maniera negativa il rapporto con le negativi di chi non ha fatto ricorsi dogane Chi presenta la dichiarazione Rappresentano una tipologia di clientela con aspettative doganale in maniera telematica molto elevate esprime su ogni aspetto giudizi più negativi di chi non la usa Tabella n. 66 Fattori ritenuti di maggiore importanza per l’utenza Dogane in generale • Rapidità Fattori relativamente più • Semplicità importanti procedure • Competenza • Imparzialità Fattori relativamente trattamento meno importanti • Chiarezza circolari Dogana più utilizzata • Rapidità • Competenza personale • Semplicità procedure • Chiarezza circolari • Consulenza Non si è a conoscenza delle conclusioni tratte dalla somministrazione del secondo questionario, progettato nell’anno 2000 e che, derivato dalle risultanze del primo, mirava a consentire l’esatta identificazione dei processi lavorativi relativi alle “aree critiche” emerse, al fine di realizzare concreti interventi correttivi od azioni di miglioramento. Dalla analisi delle informazioni raccolte si desumono le seguenti indicazioni di carattere generale: 176 la categoria degli utenti più critici è risultata quella dei vettori-dichiaranti, la cui valutazione è particolarmente importante ai fini dell’indirizzo dei traffici; la dichiarazione telematica è praticata ancora solo da una minoranza e, invece di rappresentare un elemento di soddisfazione per l’utenza, costituisce un fattore di insoddisfazione, addebitabile, in parte, a carenze della procedura stessa ed in parte al target degli utilizzatori, che rappresentano una categoria particolarmente evoluta, perché informata sulle pratiche dei sistemi concorrenti, e quindi esigente; la valutazione complessiva sulla semplificazione delle procedure, che, insieme alla rapidità, rappresenta l’aspetto cui viene attribuita maggiore importanza, è appena sufficiente; il 42% degli intervistati ritiene che da parte dell’Amministrazione venga data enfasi agli aspetti formali piuttosto che sostanziali; le procedure domiciliate sono molto apprezzate da tutte le categorie di utenti, al pari del “canale verde”. Per quanto concerne l’attività di informazione e di assistenza fornita agli operatori economici, sono stati istituiti appositi canali e servizi. In primo luogo sono presenti presso la Direzione Generale, le Direzioni compartimentali, le Direzioni delle Circoscrizioni doganali e gli Uffici Tecnici di Finanza gli Uffici per le relazioni con il pubblico (URP) incaricati di svolgere le attività previste dall’art. 12 del decreto legislativo 3 febbraio 1993, n. 2942. 42 Art. 12 - Ufficio relazioni con il pubblico 1. Le amministrazioni pubbliche, al fine di garantire la piena attuazione della legge 7 agosto 1990, n. 241, individuano, nell'ambito della propria struttura e nel contesto della ridefinizione degli uffici di cui all'articolo 31, uffici per le relazioni con il pubblico. 2. Gli uffici per le relazioni con il pubblico provvedono, anche mediante l'utilizzo di tecnologie informatiche: a) al servizio all'utenza per i diritti di partecipazione di cui al Capo III della legge 7 agosto 1990, n. 241; b) all'informazione all'utenza relativa agli atti e allo stato dei procedimenti; c) alla ricerca ed analisi finalizzate alla formulazione di proposte alla propria amministrazione sugli aspetti organizzativi e logistici del rapporto con l'utenza. 3) Agli uffici per le relazioni con il pubblico viene assegnato, nell'ambito delle attuali dotazioni organiche delle singole amministrazioni, personale con idonea qualificazione e con elevata capacità di avere contatti con il pubblico, eventualmente assicurato da apposita formazione. 4. Al fine di assicurare la conoscenza di normative, servizi e strutture, le amministrazioni pubbliche programmano ed attuano iniziative di comunicazione di pubblica utilità; in particolare, le amministrazioni dello Stato, per l'attuazione delle iniziative individuate nell'ambito delle proprie competenze, si avvalgono del Dipartimento per l'informazione e l'editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri quale struttura centrale di servizio, secondo un piano annuale di coordinamento del fabbisogno di prodotti e servizi, da sottoporre all'approvazione del Presidente del Consiglio dei Ministri. 5. Per le comunicazioni previste dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, non si applicano le norme vigenti che dispongono la tassa a carico del destinatario. 5/bis. Il responsabile dell'ufficio per le relazioni con il pubblico e il personale da lui indicato possono promuovere iniziative volte, anche con il supporto delle procedure informatiche, al miglioramento dei servizi per il pubblico, alla semplificazione e all'accelerazione delle procedure e all'incremento delle modalità di accesso informale alle informazioni in possesso dell'amministrazione e ai documenti amministrativi. 5/ter. L'organo di vertice della gestione dell'amministrazione o dell'ente verifica l'efficacia dell'applicazione delle iniziative di cui al comma 5/bis, ai fini dell'inserimento della verifica positiva nel fascicolo personale del dipendente. Tale riconoscimento costituisce titolo autonomamente valutabile in concorsi pubblici e nella progressione in carriera del dipendente. Gli organi di vertice trasmettono le iniziative riconosciute ai sensi del presente comma al Dipartimento della Funzione Pubblica, ai fini di un'adeguata pubblicizzazione delle stesse. Il Dipartimento annualmente individua le forme di pubblicazione. 5/quater. Le disposizioni di cui ai commi 5/bis e 5/ter, a decorrere dal 1° luglio 1997, sono estese a tutto il personale dipendente dalle amministrazioni pubbliche. 177 Ulteriori servizi sono forniti tramite Internet: • Servizio di informazione e di assistenza disponibile presso il sito del Ministero delle Finanze, gestito dal Dipartimento per le politiche fiscali - Ufficio per l’informazione del contribuente; al quale l’utente può inviare le proprie richieste compilando un apposito modulo elettronico. L’Ufficio per l’informazione del contribuente provvede ad inviare, tramite messaggi di posta elettronica, ai servizi competenti di ogni Dipartimento le richieste di informazioni e di assistenza per le quali non è stato possibile dare una risposta diretta. • Servizi di informazione ed assistenza forniti direttamente dall’Agenzia delle Dogane a fronte di richieste formulate per posta elettronica, sia dagli uffici periferici che dagli operatori economici nello svolgimento delle operazioni doganali, nella compilazione degli elenchi riepilogativi delle cessioni e degli acquisti intracomunitari di beni ed utilizzo dell’apposito software distribuito gratuitamente dall’Amministrazione e dall’Istituto Nazionale di Statistica, nonché nell’invio telematico delle dichiarazioni doganali e degli elenchi riepilogativi delle cessioni e degli acquisti intracomunitari di beni. • Infine, servizi di informazione e di assistenza sono forniti sia agli uffici periferici che agli operatori attraverso due numeri verdi (assistenza applicativa ed assistenza tecnica), entrambi gestiti da SOGEI. Oltre ai servizi istituzionalmente dovuti agli operatori ed ai servizi di informazione ed assistenza, vi sono servizi che vengono resi a fronte di corrispettivi e specificatamente: 1. servizi resi dalle dogane fuori del circuito doganale ovvero oltre l’orario di ufficio su richiesta degli operatori commerciali; 2. servizi resi dagli uffici tecnici di finanza; 3. analisi e riscontri tecnici, prelievi di campioni ed altre simili operazioni accessorie, eseguite - su richiesta degli operatori - in fuori orario o fuori sede dal personale dei laboratori chimici. Le indennità, stabilite con D.M. 24 giugno 1992, n. 403, sono calcolate sulla base delle retribuzioni orarie o delle medie delle retribuzioni per gruppi di qualifiche prese a base per la corresponsione dei compensi di lavoro straordinario, al lordo delle ritenute previdenziali ed assistenziali, maggiorate del 50% a titolo di costi indiretti. Il medesimo decreto prevede, inoltre, le indennità dovute dagli operatori per il rilascio da parte dei laboratori chimici delle dogane - ai sensi dell’art. 17, terzo comma, lett. c) del decreto legislativo n. 105/1990 - di specifiche certificazioni sulla composizione e sulla conformità di campioni rappresentativi di merci in esportazione al fine di agevolarne la commercializzazione all’estero. Tali indennità sono stabilite in misura pari agli onorari minimi delle prestazioni analitiche corrispondenti, quali risultano dalla tariffa professionale dei chimici al momento della richiesta. Nella Tabella 67 sono indicate le tariffe vigenti in Italia e quelle praticate dalle Amministrazioni doganali francese e austriaca. Come si vede, solo in uno degli otto casi per i quali è possibile operare un confronto con entrambi o con uno solo degli altri due paesi, il costo orario è inferiore per l’Italia. In base alle informazioni fornite, il Regno Unito e la Spagna non richiedono la corresponsione di particolari indennità per eventuali servizi prestati in fuori orario. 178 Tabella n. 67 Rimborsi orari del costo dei servizi resi dal Dipartimento delle dogane e delle imposte indirette in fuori orario, da porre a carico di privati o enti diversi da quelli pubblici. Personale adibito al servizio Gruppo Qualifiche A1 IX-VIII GIORNI ORARIO ITA AUT ESP FRA GBR FERIALI 18 - 20 20 - 21 21 - 6 6-8 6-8 8 - 14 14 - 20 20 - 21 21 - 6 18 - 20 20 - 21 21 - 6 6-8 6-8 8 - 14 14 - 20 20 - 21 21 - 6 18 - 20 20 - 21 21 - 6 6-8 6-8 8 - 14 14 - 20 20 - 21 21 – 6 18 – 20 20 – 21 22 – 6 6–8 6–8 8 – 14 14 – 20 20 – 21 21 – 6 36.000 48.000 30.957 - 31.880 - FESTIVI A2 VII FERIALI FESTIVI A3 VI-V-IV FERIALI FESTIVI A4 III o Inf. FERIALI FESTIVI 42.000 54.000 42.000 48.000 60.000 28.800 38.400 33.600 43.200 33.600 38.400 48.000 25.200 33.600 29.400 37.800 29.400 33.600 42.000 21.600 28.800 25.200 32.400 25.200 28.800 36.000 179 42.214 30.957 24.766 33.771 24.766 24.766 33.771 24.766 50.771 31.880 41.325 50.771 28.633 45.753 28.633 37.193 45.753 28.633 45.753 28.633 37.193 45.753 6. IL RUOLO DELLA GUARDIA DI FINANZA 6.1.- Attività di gestione ordinaria e di controllo svolta dalla Guardia di Finanza in materia doganale L’Amministrazione doganale italiana ha natura complessa ed è caratterizzata dalla coesistenza di due strutture interconnesse e complementari: quella civile, formata dagli uffici dell’ex Dipartimento delle dogane e delle imposte indirette (ora Agenzia delle Dogane) cui sono affidati compiti di accertamento, ispezione, controllo ed espletamento delle formalità concernenti i movimenti da e per l’estero di persone e merci; quella militare, costituita dai reparti del Corpo della Guardia di finanza, che svolgono le funzioni di polizia tributaria investigativa per la lotta al contrabbando ed ai traffici illeciti internazionali. In tale veste, le due Istituzioni concorrono, ognuna nel rispettivo ruolo, al perseguimento della comune missione di garantire un “servizio doganale” nazionale efficiente, moderno, omogeneo ed equivalente rispetto al sistema dell’Unione Europea, così da assicurare un livello adeguato di protezione delle risorse proprie della Comunità e di contrasto alle frodi comunitarie, nonché, nel contempo, di rispettare le esigenze di rapidità e di fluidità del commercio internazionale, evitando ritardi pregiudizievoli e distorsioni dei flussi in danno degli operatori. Il sistema anticontrabbando del Corpo della Guardia di finanza si basa su un dispositivo di vigilanza e contrasto articolato su due linee interconnesse. La prima, su tre livelli, è costituita dai Reparti incaricati di controllare la sicurezza in mare, lungo i confini, nei porti e negli aeroporti, nonché su tutto il territorio nazionale, con il compito di ricercare ed acquisire gli obiettivi da neutralizzare mediante gli interventi repressivi. Funzionalmente cooperano, in tale ambito, la componente: aeronavale alturiera, che agisce prioritariamente in acque internazionali per realizzare la “difesa avanzata”, realizzando l’esplorazione sistematica in profondità, così da consentire una più adeguata predisposizione delle misure repressive al configurarsi dei presupposti giuridici di violazioni al diritto interno ed internazionale, diretta e coordinata, a livello centrale, dal Reparto Operativo Aeronavale; aeronavale costiera, organizzata a livello regionale; territoriale, formata dai Reparti ordinari (Gruppi, Compagnie, Tenenze, Brigate e Compagnie P.I.) alle dipendenze dei Comandi Provinciali, preposti allo svolgimento dei servizi all’interno degli spazi doganali, ed agli interventi repressivi ed alle attività di indagine, sia di iniziativa che a richiesta, finalizzati al contrasto del contrabbando, anche mediante servizi di controllo lungo la fascia costiera – con funzioni “anti-sbarco” – e le rotabili, per lo svolgimento dei controlli stradali in itinere. La Sala Operativa del Comando Provinciale, ubicato nella stessa sede del Reparto Operativo Aeronavale, funge da Centrale unica di monitoraggio delle attività operative aeronavali e terrestri condotte nella Regione, costituendo punto di riferimento e di raccordo, 180 nonché strumento per il più efficace ed incisivo esercizio dell’azione di programmazione, coordinamento, comando e controllo dei Reparti della “prima linea”. La seconda linea si articola su cinque livelli, ed è costituita dai Reparti incaricati di sviluppare ed approfondire le indagini di polizia giudiziaria, antimafia, finanziarie e fiscali sulle organizzazioni più pericolose, perseguendo anche i profili connessi al riciclaggio dei proventi illeciti ed alle frodi in danno del bilancio dell’Unione Europea. Tale dispositivo si articola su: Reparti territoriali, limitatamente alle investigazioni conseguenti, ai servizi di vigilanza all’interno degli spazi doganali, all’azione di contrasto della “minuta vendita” di t.l.e. ed ai controlli su strada, ivi compresa l’attività condotta dalle pattuglie in servizio “117”; Nuclei provinciali di polizia tributaria, inquadrati all’interno dei Comandi Provinciali, preposti allo sviluppo, a livello locale, delle indagini di polizia giudiziaria e di polizia tributaria più complesse; Nuclei regionali di polizia tributaria, i quali, tramite i dipendenti Gruppi Repressione Frodi e Gruppi Investigazione sulla Criminalità Organizzata, promuovono le indagini anticontrabbando nei confronti delle organizzazioni operanti con raggio d’azione interprovinciale o regionale, perseguendo anche i profili internazionali dei traffici e dei pagamenti illeciti. Inoltre, il Gruppo Repressione Frodi costituisce l’organo regionale di raccordo investigativo, allo scopo di evitare la dispersione del patrimonio di conoscenze acquisito nel settore in argomento da tutti i Reparti dipendenti dal Comando Regionale, sui quali cura l’analisi, al fine di individuare i fenomeni fraudolenti di maggiore consistenza e pericolosità che interessino la circoscrizione regionale; Nucleo Speciale Repressione Frodi Comunitarie, che assicura le peculiari funzioni di organo nazionale investigativo, di analisi e coordinamento operativo per l’intero settore delle frodi al bilancio dell’Unione Europea. In tale quadro, riveste il ruolo di “referente” del Corpo per i rapporti di collaborazione con gli Organi Centrali, nazionali e comunitari. Sotto il profilo operativo, il reparto speciale è competente a svolgere indagini su tutto il territorio nazionale, per specifici incarichi impartiti dal Comando Generale, ovvero d’iniziativa in raccordo con i reparti territorialmente competenti, in relazione alla complessità ed alla delicatezza degli accertamenti da eseguire, specie nel caso di richieste formulate da Organi collaterali e/o Servizi della Commissione Europea. Il Nucleo, inoltre, assicura le funzioni di analisi e raccordo di tutte le attività d’indagine eseguite dai reparti del Corpo nell’anticontrabbando, rilevando eventuali collegamenti o connessioni ed assicurando il supporto operativo e tecnico logistico per gli accertamenti più complessi. Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, che assolve alle funzioni di analisi sull’andamento dei fenomeni riconducibili, o comunque connessi, alla criminalità organizzata di stampo mafioso e di individuazione ed elaborazione di metodologie di indagine, finalizzate all’orientamento dell’azione dei servizi interprovinciali (G.I.C.O.). In termini numerici, le risorse complessivamente destinate dalla Guardia di Finanza al contrasto del contrabbando di tabacchi e di altre merci sono rappresentate nella tabella sottostante. 181 Tabella n. 68 Risorse destinate al contrabbando dalla Guardia di Finanza 1999** Ore effettuate % Servizi fissi * 4.570.406 64,6 Servizi dinamici* 2.506.051 35,4 Totali 7.076.457 100 * dati espressi in ore/uomo ** dati aggiornati al 31/10/ 1999 Il dispositivo di contrasto del Corpo si avvale di: 582 unità navali [3 pattugliatori, 88 guardacoste, 58 vedette veloci e velocissime, 119 vedette (classe 5500, 5800, 5300, 5900), 97 vedette acque interne, 214 gommoni oceanici ed altri mezzi, 3 navi scuola]; 109 mezzi aerei (un ATR/42, 12 aerei P166 DL 3, 14 elicotteri AB 412, 21 elicotteri biturbina A 109, 61 elicotteri leggeri da osservazione – Nardi Hughes). I risultati di servizio conseguiti nell’anno 1999 sono di seguito riportati: (1) Contrabbando extraispettivo di tabacchi lavorati esteri: Interventi 39.873 Soggetti verbalizzati 44.870 Soggetti arrestati 1.710 T.L.E. sequestrati (tonn.) 1.583 T.L.E. consumati in frode (tonn.) 1.864 Mezzi terrestri sequestrati 1.735 - di cui fuoristrada blindati artigianalmente 69 Mezzi navali sequestrati (2) 77 Contrabbando doganale e divieti economici: Violazioni 2.533 Tributi evasi* 38.912.227 * valori espressi in migliaia di lire Le esigenze di vigilanza e di controllo nei confronti delle merci provenienti da Paesi terzi nascono all’atto dell’arrivo delle stesse alla frontiera comunitaria e proseguono lungo tutto l’iter di perfezionamento del rapporto doganale, nonché, ad accertamento definitivo, si concludono con l’esecuzione di controlli a posteriori presso gli operatori. Sono, pertanto, individuabili diverse fasi dell’azione di contrasto, ognuna contraddistinta da specifiche 182 modalità d’intervento e potestà ispettive, che si riferiscono ai successivi passaggi evolutivi del rapporto doganale. (1) Entrata delle merci nel territorio doganale e presentazione in dogana: servizio di vigilanza all’interno degli spazi doganali. Dopo l’arrivo ai confini U.E., le merci sono sottoposte alla vigilanza doganale e possono formare oggetto di controlli, ai sensi della normativa vigente in ogni Stato membro. A tal fine, ai reparti di confine è assegnata la responsabilità di assicurare la vigilanza lungo la frontiera – terrestre e marittima – sino all’arrivo in dogana, dove le merci provenienti da Paesi terzi devono essere presentate dalla persona che le ha introdotte nel territorio della Comunità o che ne ha assunto il trasporto. L’art. 17 del Testo Unico delle leggi doganali definisce, quali spazi doganali, “i locali in cui funziona un servizio di dogana, nonché le aree sulle quali la dogana esercita la vigilanza ed il controllo, a mezzo dei suoi organi diretti o a mezzo della Guardia di Finanza”. In tale contesto, i militari del Corpo svolgono, altresì, la vigilanza al varco d’ingresso degli spazi doganali, ove provvedono al ritiro della dichiarazione sommaria, costituita da un documento commerciale, ad esempio, la fattura, la lettera di vettura o, in mancanza di questa, una semplice distinta di carico, e, per gli arrivi via ferrovia, un elenco dei vagoni che compongono il convoglio, ovvero amministrativo, quale il manifesto delle merci arrivate e, per le dogane interne, il documento di transito. I militari assumono in carico le dichiarazioni, mediante annotazione in appositi registri ed attribuzione di numero e data. Successivamente il servizio di vigilanza garantisce l’osservanza della disciplina concernente il movimento e la custodia della merci, al fine di impedire che, durante le fasi dell’espletamento delle diverse operazioni doganali da parte dei funzionari, vengano compiute sottrazioni, confusioni o sostituzioni, ovvero operazioni non permesse. Ai fini dell’esecuzione delle attività in esame, i militari del Corpo possono procedere, su delega del funzionario doganale, alla visita dei mezzi di trasporto di qualsiasi genere che attraversano la linea doganale in corrispondenza degli spazi doganali o che circolano negli spazi stessi. Quando sussistono fondati sospetti, possono procedere, sempre su delega, ad ispezioni e controlli tecnici particolarmente accurati diretti ad accertare eventuali occultamenti di merci. Tali disposizioni si applicano, altresì, nei confronti dei bagagli e degli altri oggetti al seguito, nonché sulle persone che per qualsiasi motivo circolino all’interno degli spazi doganali, con l’avvertenza che in caso di rifiuto ad esibire gli oggetti ed i valori portati indosso ed ove sussistano fondati sospetti, si può procedere, previo provvedimento scritto motivato del funzionario doganale capo servizio, a perquisizione personale secondo le norme del codice di procedura penale. Le attribuzioni riconosciute ai militari del Corpo vengono esercitate nell’ambito di un rapporto di dipendenza funzionale dal personale delle Dogane. Le specifiche modalità esecutive sono regolate da apposite “consegne”, concordate dal Capo della Dogana e dal Comandante del Gruppo, che ne verificano costantemente l’attualità rispetto ai flussi commerciali da sottoporre a vigilanza ed all’evoluzione del quadro normativo di riferimento. Ai fini della verbalizzazione, la compilazione degli atti è curata dal funzionario doganale, anche su rapporto, verbale o scritto, del militare della Guardia di Finanza che ha scoperto la violazione. 183 (2) Presentazione della dichiarazione doganale. Controllo della dichiarazione, liquidazione dei diritti e svincolo delle merci: servizi di assistenza all’interno degli spazi doganali. L’Amministrazione doganale ha facoltà di procedere, ai fini del controllo delle dichiarazioni da essa accettate: alla verifica documentale della dichiarazione e dei documenti ad essa allegati, chiedendo, altresì, laddove ritenuto opportuno, la presentazione di documenti supplementari; alla visita fisica delle merci e, ove occorra, ad un prelievo di campioni per analisi o per un controllo approfondito. In tale ambito, i militari della Guardia di Finanza assicurano, qualora richiesta dagli uffici doganali, la necessaria assistenza alle operazioni di controllo, con particolare riguardo a quelle effettuate presso i magazzini di temporanea custodia ed alla visita (fisica) delle merci. I risultati dei controlli vengono annotati sulla bolletta doganale. (3) Uscita delle merci dagli spazi doganali: servizio di riscontro. Prima che l’operatore lasci definitivamente gli spazi doganali, l’art. 21 T.u.l.d. prevede la facoltà per i militari del Corpo di eseguire il riscontro sommario ed esterno dei colli e delle merci alla rinfusa. La funzione del servizio è quella di assicurare un’ulteriore verifica, dopo lo svincolo delle merci, della corrispondenza del carico ai documenti doganali di scorta, al fine di attivare, nel caso sussistano fondati sospetti di irregolarità, la visita di controllo, ai sensi dell’art. 63 T.u.l.d., inoltrando immediatamente motivata richiesta al Capo dell’ufficio doganale. Si tratta di un servizio autonomo affidato al Corpo, per il cui svolgimento i militari esercitano un’ampia discrezionalità ed autonomia, essendo prevista la facoltà di prescindere dal riscontro, ovvero di limitarlo ad un parte soltanto del carico. Unica eccezione è rappresentata dal caso in cui il controllo sia richiesto espressamente dal Capo dell’ufficio doganale o dai funzionari addetti alle visite di controllo, ovvero dai superiori gerarchici del Corpo. I casi di esonero dal servizio di riscontro sono quelli previsti dall’art. 3 del D.M. n. 256/1994. (4) Trasferimento delle merci su strada: controlli in itinere. L’art. 20 bis T.u.l.d. attribuisce ai militari del Corpo il potere di esercitare, fuori degli spazi doganali, i poteri di visita, ispezione e controllo sui mezzi di trasporto e sui bagagli delle persone. In particolare, la norma prevede la facoltà di procedere alla visita: dei mezzi di trasporto di qualsiasi genere che comunque attraversano il confine terrestre della Repubblica. In presenza di fondati sospetti di irregolarità, gli automezzi possono essere sottoposti altresì ad ispezioni e controlli tecnici particolarmente accurati diretti ad accertare eventuali occultamenti di merci. È previsto, inoltre, l’obbligo, per il detentore del veicolo, di prestare la propria collaborazione per l’esecuzione delle verifiche dei bagagli e degli altri oggetti in possesso delle persone che comunque attraversano il confine terrestre della Repubblica. 184 E’ sancita, altresì, la possibilità di chiedere l’esibizione degli oggetti e dei valori portati sulla persona. In caso di rifiuto, ed ove sussistano fondati motivi di sospetto della commissione di un reato, si procederà in base alle norme del Codice di procedura penale. Gli interventi ispettivi in esame rientrano nei più generali compiti di vigilanza sui trasporti stradali assicurati dalle pattuglie del Corpo, anche ai fini della fiscalità interna43. (5) Revisione della dichiarazione e controlli a posteriori presso gli operatori con i Paesi terzi: verifiche doganali mirate. L’esame presso le imprese del corretto svolgimento delle operazioni doganali viene svolto dai reparti del Corpo: in via concorrente, nell’ambito dell’attività di verifica fiscale generale, avente per oggetto tutti i settori impositivi concernenti la gestione aziendale; nel contesto dei servizi di polizia giudiziaria, in relazione ad ipotesi di contrabbando; mediante interventi operativi “mirati” in modo specifico al controllo degli scambi commerciali con i Paesi terzi. In linea generale, le verifiche fiscali d’iniziativa della Guardia di Finanza sono connotate da finalità spiccatamente investigative, in quanto costituiscono gli strumenti ispettivi tipicamente utilizzati per appurare la fondatezza di notizie o sospetti di evasioni d’imposta o di violazioni finanziarie emerse da pregressa attività d’intelligence. Il principio vale soprattutto in materia doganale, ed è una costante correlata alla natura stessa dei compiti istituzionali del Corpo in tale settore. Si tratta di un procedimento a contenuto variabile, in quanto può avere per oggetto una sola operazione, come pure tutte le bollette doganali rilasciate in un certo periodo allo stesso contribuente; può riguardare uno solo, oppure tutti e quattro i presupposti per l’imposizione dei dazi, a seconda dell’orientamento investigativo dell’indagine. Le verifiche hanno carattere sostanziale e non formale, essendo mirate a perseguire fenomeni di evasione reale e non mere irregolarità cartolari o vizi documentali. Di norma, si concludono con l’acquisizione di elementi utili che vengono riferiti agli uffici 43 Gli interventi ispettivi svolti in campo fiscale e in quello doganale dalla Guardia di finanza dal 1990 al 2001 sono riepilogati nella sottostante Tabella 69: Tabella n. 69 Consuntivo interventi ispettivi - anni 1990/2001 ANNO 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 Verifiche 12.715 12.431 11.466 12.574 17.864 16.200 13.513 10.211 9.661 9.675 6.704 6.462 generali Verifiche parziali e 24.390 22.656 21.604 22.464 24.234 27.313 28.342 27.379 39.925 54.045 55.682 65.990 controlli TOTALI 37.105 35.087 33.070 35.038 42.098 43.513 41.855 37.590 49.586 63.720 62.386 72.452 Variazione % rispetto all'anno precedente Verifiche generali -2,23% -7,76% 9,66% 42,07% -9,31% -16,59% -24,44% -5,39% 0,14% -30,71% -3,61% Verifiche parziali e -7,11% -4,64% 3,98% 7,88% 12,71% 3,77% -3,40% 45,82% 35,37% 3,03% 18,51% controlli TOTALI -5,44% -5,75% 5,95% 20,15% 3,36% -3,81% -10,19% 31,91% 28,50% -2,09% 16,14% 185 doganali affinché promuovano le revisioni degli accertamenti di competenza, entro i termini di decadenza triennali dalla data di liquidazione dei diritti. L’attività ispettiva può estendersi a tutti i settori impositivi diretti ed indiretti, ove ritenuto opportuno, a cura della stessa pattuglia operante, senza investire altri organi esterni. In tal senso, possono essere presi a base i fatti economici reali e, qualora si discostino da quelli contabilizzati, la Guardia di finanza ne valuta i riflessi non solo ai fini doganali, ma anche per le imposte sui redditi, l’IVA e gli altri tributi, integrando le tecniche ispettive previste per i vari settori, se necessario, ai fini del migliore sviluppo del servizio. Su altro versante, la revisione dell’esatta determinazione dell’origine della merce, del valore, della quantità e della classificazione tariffaria è un compito demandato agli uffici doganali, i quali, a tal fine, hanno facoltà di effettuare accessi, verifiche documentali ed ispezioni materiali; la revisione abbraccia ordinariamente tutti gli aspetti del rapporto tributario e si conclude con la determinazione dell’imposta dovuta a fronte di quella dichiarata. Al fine di evitare la reiterazione di accessi ed eventuali sovrapposizioni, i reparti, subito dopo l’avvio delle verifiche doganali d’iniziativa, inoltrano tempestiva comunicazione all’ufficio doganale competente in relazione alla sede legale dell’impresa ispezionata, facendo riserva di inviare gli atti conclusivi in caso di esito positivo del controllo, con gli elementi utili per la revisione dell’accertamento e la contestazione di violazioni che eventualmente venissero riscontrate. Accanto alle attività ispettive autonome sin qui descritte, l’art. 64,comma 3, del D.L. n. 331/1993, convertito in legge n. 427/1993, ha previsto la cooperazione della Guardia di Finanza con gli uffici doganali, per l’acquisizione ed il reperimento di elementi utili ai fini della revisione dell’accertamento promossa dai predetti. Tale ultima disposizione di legge statuisce che l’ufficio doganale possa procedere a verifiche generali o parziali per la revisione di più operazioni doganali, entro i tre anni dalla data in cui l’accertamento è divenuto definitivo, con le modalità indicate nello stesso articolo, per accertare le relative violazioni, nonché in attuazione degli accordi di mutua assistenza amministrativa o di atti normativi comunitari. Dal punto di vista procedurale, gli atti sono compilati a cura dei pubblici ufficiali operanti che provvedono a trasmetterli: alla dogana territorialmente competente, per l’irrogazione delle sanzioni amministrative, ovvero, nei casi di reato punito con la sola multa, per esperire il tentativo di definizione in via amministrativa. In quest’ultimo caso, qualora il tentativo non riesca, si dovrà procedere all’invio degli atti alla Procura della Repubblica presso il Tribunale; alla Procura della Repubblica presso il Tribunale, per i reati puniti anche con la pena detentiva. Copia degli atti è, altresì, trasmessa alla dogana competente, la quale provvede a comunicare all’Autorità giudiziaria gli elementi relativi alla quantità, alla qualità ed al valore delle merci contrabbandate. Per quanto riguarda le cose sequestrate, la legge dispone il loro concentramento presso la dogana più vicina al luogo del sequestro, che le prende in custodia. 186 6.2.- Modificazioni intervenute per la Guardia di finanza a seguito della realizzazione del mercato interno europeo Secondo quanto riferito dal Comando Generale del Corpo, le strategie operative attuate dalla Guardia di Finanza per arginare gli illeciti doganali muovono lungo tre direttrici complementari che mirano: sul piano preventivo, ad intensificare l’azione di “intelligence” a livello interno e, soprattutto, internazionale, rafforzando le misure di cooperazione doganale e di polizia con gli organi collaterali dei Paesi di produzione, stoccaggio e transito dei tabacchi, nonché di quelli dove vengono gestiti i connessi flussi finanziari, anche ai fini del loro reimpiego in attività illecite; sul piano repressivo, ad aumentare l’efficacia e l’unitarietà dell’azione svolta dai Reparti dei dispositivi aeronavali d’altura e costieri, nonché di quelli territoriali ed investigativi, al fine di raggiungere il massimo livello di coesione e di incisività di risultati; sul piano investigativo, “post delictum”, a sviluppare sistematicamente le indagini di polizia giudiziaria. L’attività d’intelligence riveste fondamentale importanza per lo sviluppo dell’iter info-investigativo e la successiva fase operativa. Essa si concretizza in attività di documentazione, studio, ricerche ed analisi finalizzate alla predisposizione di quadri conoscitivi utili per orientare la politica strategica ed operativa della complessiva azione di polizia. I recenti sviluppi dei fenomeni oggetto di attenzione hanno richiesto di affiancare all’azione investigativa sul campo una funzione di analisi, collaterale e complementare, da realizzare anche attraverso l’impiego di procedure informatiche “dedicate”. In particolare, è stato di recente avviato un programma di sperimentazione di sistemi informatizzati di “analisi dei rischi”, da adottare nei principali porti, aeroporti ed autoporti nazionali, nei confronti delle merci provenienti o dirette verso l’estero. Un altro obiettivo indicato come costante è rappresentato dalla ricerca di collegamenti sempre più stretti con i Servizi di ricerca doganale della Comunità, degli altri Paesi membri, nonché degli Stati terzi. Sul piano dell’azione repressiva, gli indirizzi programmatici del Corpo si muovono su due direttrici: monitoraggio di tutti i servizi di tipo statico svolti dai militari del Corpo, al fine di verificarne l’attualità in termini di economicità e di efficacia rispetto alla realtà controllata e proporre, eventualmente, le misure di contenimento di tale tipo di impieghi; in particolare, secondo quanto indicato, le risorse destinate ai servizi fissi sono passate da circa cinque milioni e duecentomila ore uomo, del 1998, a poco più di quattro milioni e mezzo, nel 1999; miglioramento del dispositivo di controllo economico del territorio, mediante servizi dinamici e controlli sistematici su strada, ricercando, altresì, un più stretto collegamento informativo ed operativo tra i reparti mobili e le articolazioni operanti all’interno degli spazi doganali. Infine, per quanto attiene all’attività investigativa si sta puntando ad una sistematica individuazione dei flussi illeciti di ricchezza, in modo da impedirne lo sfruttamento, il riciclaggio ed il reinvestimento successivo, nonché proporne – ricorrendone i presupposti – l’eventuale recupero a tassazione. 187 Sul versante della polizia tributaria, una novità importante è rappresentata dall’art. 30 della Legge Comunitaria 21.12.1999, n. 526 che riconosce ai militari del Corpo, per l’accertamento e la repressione delle violazioni in danno dell’Unione Europea e di quelle lesive del bilancio nazionale connesse alle prime, i poteri d’indagine attribuiti ai fini dell’accertamento dell’imposta del valore aggiunto e delle imposte sui redditi. La novella legislativa ha consentito di introdurre e pianificare, per l’anno 2000, un programma di interventi ispettivi mirati ai fini doganali. 188 6.3.- Indagini ed analisi della Guardia di finanza in tema di I.V.A. intracomunitaria L'abolizione delle procedure doganali in ambito comunitario e l'entrata in vigore delle norme relative al regime transitorio delle operazioni intracomunitarie ai fini dell'I.V.A. hanno determinato, sin dal 1° gennaio 1993, la necessità di disporre di un controllo costante ed incisivo dell'osservanza degli obblighi posti a carico degli operatori nazionali che effettuano scambi commerciali con operatori di altri Stati comunitari. In ragione di quanto sopra, atteso che l’imposta sul valore aggiunto attualmente viene liquidata, versata e dichiarata dagli operatori economici dei Paesi di destinazione delle merci, gli stessi vengono assoggettati a verifiche fiscali periodiche ed a controlli incrociati automatici tramite l’ausilio della banca dati comunitaria V.I.E.S. (Vat Information Exchange System). Nel quadro delle iniziative di contrasto a tali frodi, l'azione del Corpo si sviluppa attraverso l'esecuzione di indagini fiscali basate su una mirata ed intensa attività di intelligence al fine di connotare l’attività di verifica e controllo della massima efficacia ispettiva. In merito, dai dati del 1998, gli ultimi resi a tal fine disponibili, risulta che i Reparti del Corpo hanno constatato violazioni, nel settore dell’I.V.A. intracomunitaria, per oltre 50 miliardi di I.V.A. dovuta. Inoltre, poiché il Regolamento 218/92 disciplina i rapporti di cooperazione di ogni Stato membro con la Commissione e con gli altri Paesi dell'Unione delle Autorità competenti per l'applicazione delle norme in esso contenute, tra le quali la Guardia di Finanza, ne deriva che il Corpo viene a trovarsi sullo stesso piano degli altri organismi dell'Amministrazione finanziaria italiana nell'ambito dell'apparato di contrasto alle frodi all’I.V.A. comunitaria predisposto dalla Commissione Europea ed, in tale veste, organizza ed attua rapporti di cooperazione amministrativa con gli Organi collaterali europei. In tale contesto è stato adottato un programma d’azione comunitario inteso a migliorare i sistemi di imposizione indiretta nel mercato interno e la cooperazione amministrativa tra i singoli stati membri denominato “Fiscalis”. Il programma concerne lo scambio di funzionari tra Amministrazioni fiscali comunitarie, nonché l’esecuzione di controlli multilaterali ai fini dell’I.V.A., secondo gli obiettivi fissati dagli artt. 3 e 5 della Decisione del Consiglio 888/98/Ce del 30 marzo 1998, nel quadro di un piano d’azione comunitario inteso a migliorare i sistemi di imposizione indiretta nel mercato interno. 189 6.4.– Analisi della Guardia di finanza in tema di trasformazioni intervenute nell’assetto dei servizi doganali in Europa Le informazioni trasmesse da Corpo indicano che nel corso del 1999 non sono state introdotte innovazioni normative comunitarie che abbiano inciso significativamente sugli assetti di polizia doganale degli stati membri. In prospettiva, elementi di novità potranno essere introdotti dall’entrata in vigore delle Convenzioni sulla mutua assistenza amministrativa doganale (c.d. “Napoli II”) e sull’uso dell’informatica nel settore doganale (c.d.”Convenzione S.I.D.”). Dal punto di vista operativo e degli scambi d’informazioni, è stata riscontrata una più elevata sensibilità, da parte di numerosi Stati dell’Unione Europea, alla problematica del contrabbando. Ciò ha prodotto un sensibile incremento delle azioni collaborative; in tale ambito, tra l’altro, è stato eseguito un programma di interscambio semestrale di ufficiali di collegamento tra la Guardia di Finanza ed il Servizio doganale britannico, finanziato dal programma comunitario “Falcone”. Gli esiti parziali dell’iniziativa – avviata nella seconda metà del 1999, e della quale non è peraltro disponibile un consuntivo consolidato – sono stati ritenuti dal Corpo pienamente positivi. Ciò ha suggerito l’opportunità di avviare un più esteso programma di cooperazione della specie anche con altri Stati membri, sui cui sviluppi non si hanno, però, allo stato, informazioni. 190 Allegato n. 1 Indirizzi strategici ed attività avviate dalL’Agenzia delle Dogane per migliorare l’efficacia e l’efficienza dell’azione amministrativa44 Nell’ambito delle funzioni attribuite all’Agenzia delle Dogane con il D.Lgs. n. 300/99, e nei limiti di autonomia amministrativa, gestionale, organizzativa, patrimoniale e finanziaria previsti nello statuto, è stata impostata una nuova filosofia di azione, concordata con il Ministero dell’Economia e delle Finanze attraverso apposite Convenzioni, stipulate ogni anno. Prioritariamente è stata avviata la razionalizzazione dell’assetto dell’Agenzia volta al potenziamento della struttura sotto vari profili: integrazione e sviluppo delle missioni istituzionali; ridisegno delle competenze e dei modelli organizzativi; ruolo della dirigenza; adeguamento professionale; comunicazione interna ed esterna; recupero del ruolo fondamentale degli uffici centrali in materia di programmazione, indirizzo, coordinamento e controllo dell’intera struttura. Allo scopo di massimizzare l’efficacia di tale processo di riorganizzazione è stato necessario dare almeno due segnali forti di cambiamento, ben visibili anche all’esterno. Il primo, di tipo organizzativo, ha riguardato l’integrazione delle strutture, a partire da quelle centrali e regionali, non più per tributo (dogane e accise) ma per funzione, aggregando i processi in modo omogeneo, in termini di attività svolta e competenze, nonché il trasferimento di competenze alle Direzioni regionali (già compartimentali) e soprattutto, in prospettiva, l’istituzione degli uffici locali delle dogane, centri polifunzionali a cui faranno capo le sezioni specializzate diffuse sul territorio. L’altro segnale di cambiamento è stato rivolto agli atteggiamenti ed ai comportamenti, al fine di superare un certo modo di intendere la gestione delle competenze a ciascuno assegnate, in modo da innescare, anche con opportuni interventi formativi, un radicale mutamento di cultura ed una flessibile gestione integrata di tutte le attività, in particolare di quelle “core business” dell’amministrazione doganale, in maniera funzionale alle istanze delle istituzioni nazionali e comunitarie e degli utenti complessivamente intesi. Infatti, fermo restando, ovviamente, il riferimento ad un quadro generale di tutela degli interessi economici nazionali e comunitari, i principi ispiratori della strategia di azione dell’Agenzia sono volti alla semplificazione dei rapporti con gli utenti ed alla facilitazione dell’accesso ai servizi anche attraverso lo sviluppo dei canali di comunicazione telematica, lo sviluppo di metodi di pianificazione aziendale e di forme di organizzazione del lavoro basate sull’interazione di gruppo, soprattutto in relazione alle attività di tipo progettuale, e sulla attivazione di logiche di controllo dei risultati, ai fini di una gestione flessibile dei servizi e di una efficace integrazione delle attività. Sulla base di tali principi, l’assetto gestionale/economico dell’Agenzia delle Dogane è stato definito nell’ottica di una gestione manageriale di funzioni pubbliche, ispirata a criteri di efficienza operativa ed orientata al raggiungimento di specifici obiettivi di risultato, in luogo della tradizionale gestione per adempimenti. In particolare, con la trasformazione in Agenzia è stato dato un forte impulso al miglioramento dei processi operativi e gestionali, onde incrementare l’efficacia dell’azione senza penalizzare gli operatori corretti ed implementare l’efficienza e l’economicità della gestione. 44 Seconda parte della nota fatta pervenire alla Corte dall’Agenzia delle dogane il 21 ottobre 2002, in vista dell’Adunanza del I Collegio della Sezione di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato che ha approvato il presente referto. 191 A tale proposito, si evidenzia che è stato avviato il potenziamento delle attività di controllo, attraverso il miglioramento quali-quantitativo dei servizi antifrode, l’affinamento dell’analisi dei rischi; l’acquisizione di apparecchiature (scanner) per il controllo dei mezzi di trasporto presso i più importanti porti nazionali e presso le dogane più interessate al traffico containerizzato. E’ stata, altresì, avviata l’introduzione di logiche innovative per l’attribuzione di obiettivi e responsabilità, la ricerca di “best-practice”, la gestione trasparente delle attività economico-contabili in un’ottica di controllo di gestione integrata ed è stato implementato il piano degli investimenti finalizzato, tra l’altro, alla dematerializzazione degli atti e documenti e allo sviluppo di un sistema informativo globale che assicuri la cooperazione tra amministrazioni diverse e offra migliori servizi a cittadini e imprese. La formazione Per quanto concerne la crescita professionale del personale, a partire dal 2001, è stato avviato un programma che prevede un notevole impulso delle attività di formazione in quanto leva strategica a sostegno dei processi di cambiamento organizzativo e culturale. Nel 2001 è stato realizzato un programma formativo che ha comportato un impiego di circa 250.000 ore, coinvolgendo complessivamente oltre 3.000 persone (circa il 30% del personale). Rispetto all’anno precedente (225.000 ore impiegate), nel 2001 si è registrato un aumento delle ore dedicate pari a circa l’11% (si evidenzia che nel 2000 sono stati erogati, tra l’altro, i corsi di riqualificazione del personale previsti dalla Legge 28/12/1995 n. 549 - legge finanziaria 1996- per un totale di circa 60.000 ore; pertanto l’incremento effettivo delle attività di formazione, al netto di quelle “obbligatorie”, nel 2001 rispetto al 2000, è pari a circa il 51%). Anche per il 2002 è previsto lo stesso trend di crescita. Le attività formative dell’Agenzia sono orientate sulle seguenti aree tematiche: • tecnica: di supporto alle attività operative, sia nell’area giuridica in senso lato che nei settori operativi specifici delle accise, delle dogane e dei laboratori chimici, nonché a settori quali l’informatica e, soprattutto, l’applicazione dei sistemi amministrativocontabili; • specialistica: finalizzata alla formazione in settori specifici quali l’antifrode (nel 2002 sono previsti corsi per circa 500 persone), l’utilizzo degli scanner, ecc; • valoriale/manageriale: finalizzata a diffondere i valori chiave della riforma organizzativa in atto ed a rafforzare le capacità direzionali e manageriali di tutte le strutture organizzative, attraverso la condivisione di un modello di condotta ispirato a criteri di efficienza, efficacia ed economicità della gestione Infine, per assicurare un livello di formazione adeguato agli standard europei e contribuire a migliorare l’efficacia e l’uniformità dell’azione doganale nel territorio dell’Unione Europea, l’Agenzia delle Dogane partecipa ai progetti strategici sviluppati in seno all’Unione come membro del Gruppo di Gestione per la Formazione nell’ambito del Comitato Dogana 2002. Il programma delle attività formative predisposto ed attuato nel 2001 ha rappresentato il momento di avvio di una strategia formativa di più ampio respiro pianificata per gli anni 2002-2004, volta a seguire e sostenere le linee di sviluppo strategico definite nei documenti programmatici dell’Agenzia. Il sistema informativo doganale Al fine di consentirne l’integrazione con altri sistemi nazionali, ed in particolare con quello della fiscalità, nonché con quelli internazionali, primo fra tutti quello della Unione Europea, 192 è stata avviata la completa revisione del sistema informativo doganale, il cui impianto risaliva ai primi anni ’70. Tale revisione prevede il ridisegno dell’intero sistema, sia dal punto di vista architetturale che procedurale, nonché l’adozione di un approccio metodologico orientato all’analisi dei processi (Workflow) e, laddove necessario, alla loro revisione e non più solamente finalizzato a fornire supporto alle procedure amministrative come avveniva nel passato. Fine ultimo dell’implementazione avviata, è la completa automazione di tutti i processi dell’Agenzia delle dogane, per arrivare, a fine 2005, allo sportello unico doganale (single window approach). Contestualmente all’implementazione del “Nuovo sistema doganale” è stato avviato lo sviluppo del sistema gestionale dell’Agenzia (articolato in quattro sottosistemi: Contabilità, Acquisti, Gestione delle risorse umane, Controllo di gestione); l’integrazione del sistema doganale con quello gestionale consentirà l’immediata ed automatica disponibilità delle informazioni necessarie per il monitoraggio e la gestione dei processi, nonché per un’efficace sistema di comunicazione e di supporto alle decisioni. Il nuovo sistema informativo è disegnato in un’ottica di elevata telematizzazione onde garantire la qualità dei dati attraverso controlli in tempo reale di tutte le operazioni. A tale proposito si evidenzia che il numero di dichiarazioni doganali inviate attraverso il sistema telematico o consegnate su floppy disk, a discapito di quelle cartacee, costituisce oramai l’85% del totale delle dichiarazioni doganali. Efficacia delle attività di verifica e controllo Per quanto riguarda le attività di verifica e controllo L’Agenzia ritiene fondamentale proseguire nello sforzo di miglioramento della qualità e dell’efficacia dei procedimenti di controllo e verifica, anche attraverso un parziale riorientamento della strategia, non più orientata a perseguire meri aspetti quantitativi, ma finalizzata a realizzare un maggiore effetto deterrente, evitando, nel contempo, di penalizzare gli operatori corretti. Le linee guida di tale strategia di azione prevedono: • lo sviluppo delle attività di intelligence e di scambio informativo (nazionale, comunitario ed internazionale) e dei sistemi di analisi dei rischi, per assicurare, attraverso la selettività dei controlli, la maggiore efficacia dell’azione; • l’incremento della tempestività dei controlli a posteriori, rispetto al momento dell’effettuazione delle operazioni, in modo da facilitare l’individuazione di potenziali violazioni; • l’attribuzione di un ruolo chiave allo sviluppo di metodologie di controllo, per assicurare l’omogeneità dell’azione tra le aree territoriali ed il costante allineamento ai migliori standard su tutto il territorio; • la ridefinizione del programma dei controlli anche attraverso l’aggiornamento delle priorità delle tipologie di controllo; • l’acquisizione di apparecchiature scanner per il controllo dei mezzi di trasporto, al fine di rendere più sicure, più celeri e meno onerose, in termini di tempo e monetari, le operazioni doganali presso i più importanti porti nazionali e presso le dogane più interessate dal traffico containerizzato; • il potenziamento delle attività antifrode, a tutela degli interessi collettivi in settori come la salute pubblica, la protezione ambientale e la salvaguardia del corretto funzionamento del mercato. Inoltre, a seguito degli accadimenti terroristici dell’11 settembre 2001, l’Agenzia è impegnata ad assicurare, sia a livello nazionale che internazionale, l’attuazione delle misure 193 necessarie a tutela della sicurezza. Infatti, tali eventi hanno reso necessaria l’implementazione delle attività di verifica e controllo, nonché un maggior presidio dei valichi di frontiera; ciò ha comportato un maggior impegno per l’Agenzia, al quale si è fatto fronte anche grazie al recupero di efficienza conseguito nelle attività operative. Competitività delle Dogane italiane Per l’Agenzia delle Dogane, l’offerta di servizi qualitativamente elevati alle società ed agli operatori rappresenta un momento fondamentale nella gestione del rapporto con l’utenza, che pone in risalto il duplice ruolo che la Dogana moderna deve esercitare, da un lato facilitando la speditezza dei traffici commerciali, attraverso la trasparenza e la semplificazione delle procedure doganali, dall’altro contrastando le attività illecite e le violazioni, a tutela della salute e della sicurezza dei cittadini. Con la globalizzazione dei traffici commerciali, è divenuto prioritario per le dogane garantire la velocità delle operazioni, senza la frapposizione di vincoli burocratici, assicurandone, nel contempo, la regolarità e riducendo i costi di gestione, in termini di tempo e di risorse economiche impegnate (concetto di “compliance” doganale). Ciò ha comportato la necessità di introdurre nuove tecniche di lavoro volte a garantire la qualità dei servizi e la riduzione, nel quadro della normativa nazionale e comunitaria, dell’onerosità degli adempimenti a carico degli operatori economici e dei cittadini. A tal fine le linee di azione intraprese sono numerose e riguardano: • la sempre maggiore qualificazione professionale del personale; • lo sviluppo di procedure informatiche e di trasmissione telematica delle dichiarazioni; • l’adozione di sistemi per l’analisi dei rischi e di tecniche di Audit doganale delle imprese (c.d. certificazione doganale delle imprese) volte ad assicurare la speditezza degli adempimenti doganali, nel reciproco rapporto fiduciario tra l’utenza e l’Amministrazione; • il decentramento presso le strutture periferiche di facoltà autorizzative, precedentemente esercitate solo a livello centrale; • la diffusione delle procedure semplificate, anche attraverso la loro estensione ai Centri di Assistenza Doganale (CAD); • l’adozione progressiva di protocolli procedurali inerenti i processi operativi, in linea con gli standard europei; • l’implementazione del sistema di comunicazione. In particolare, la procedura di audit delle imprese rappresenta uno strumento idoneo per stabilire il grado di affidabilità doganale di una società al fine di rilasciare, in caso di giudizio positivo, ed in proporzione al livello di affidabilità, le agevolazioni doganali richieste. Tali agevolazioni sono riconducibili alla concessione delle procedure semplificate, delle procedure domiciliate, dei regimi doganali economici, dello status di esportatore autorizzato, di programmi “personalizzati” per le società e per gli operatori economici, nonché alla riduzione dei controlli doganali, proporzionalmente al livello di affidabilità (inserimento nel sistema di controllo “Canale Verde” di “profili positivi”). L’affidabilità delle imprese sarà valutata in base ai punti di forza e di debolezza del loro sistema di gestione e di controllo interno e, di conseguenza, alla capacità di assicurare la minimizzazione dei rischi di frode e di altri illeciti, nonché di adottare una politica orientata alla gestione dei traffici commerciali nel rispetto della normativa comunitaria e nazionale. In tale ottica, l’Agenzia, attraverso gli istituiti tavoli di consultazione con le categorie interessate ed attraverso gli altri canali di comunicazione istituzionali, ha instaurato una 194 forma di confronto fattivo con gli operatori e con i rappresentanti del commercio e dell’industria, al fine di pubblicizzare i “vantaggi doganali” per gli operatori affidabili, e diffondere il nuovo concetto di una “ Dogana Consulente”, attenta alle esigenze dell’utenza. Obiettivo delle linee di sviluppo strategico dell’Agenzia è il raggiungimento di prestazioni competitive ed allineate alle esigenze espresse dai titolari e portatori di interesse, quali il Ministro dell’Economia e delle Finanze, l’Unione europea, gli operatori economici, gli altri Enti e Pubbliche Amministrazioni, i cittadini. Attività internazionale Per quanto riguarda l’integrazione delle dogane italiane nel contesto comunitario ed internazionale, si evidenzia che l’Agenzia opera in stretto collegamento con gli organi comunitari nel quadro dei processi di armonizzazione e di sviluppo dell’unificazione europea, partecipando a numerose iniziative, a livello multilaterale e bilaterale, in materia doganale e di fiscalità indiretta. Tali iniziative sono volte: • al continuo adeguamento della normativa vigente per il potenziamento, in termini di efficacia ed efficienza, dell’unione doganale; • al potenziamento della cooperazione amministrativa, sia in materia di fiscalità indiretta (Programma Fiscalis), sia per il contrasto dei traffici illeciti, soprattutto in settori particolarmente sensibili (droga, armi); • alla normalizzazione ed alla semplificazione dei regimi doganali, anche attraverso l’implementazione dei sistemi di trasmissione elettronica dei dati e delle informazioni. Si rammenta che l’Amministrazione doganale italiana è stata una tra le prime a partecipare ai progetti comunitari per la definizione e l’applicazione delle procedure del transito informatizzato (NCTS); • alla razionalizzazione ed al potenziamento dei collegamenti, a livello nazionale, comunitario ed internazionale, dei sistemi per la segnalazione di rischi e frodi (Balkan Info, per la sorveglianza degli automezzi sulla rotta balcanica per contrastare il traffico degli stupefacenti; Mar Info Sud, per la sorveglianza di spedizioni sospette via mare; Cargo Info, per la sorveglianza su spedizioni via aerea contro gli stupefacenti) e per il miglioramento dell’interscambio di informazioni con l’OMD (Organizzazione Mondiale delle Dogane) in particolare in materia di sostanze stupefacenti, materiale nucleare, materiale pornografico/pedofilo, armi, merci contraffatte, opere d’arte, fauna e flora protetta dalla Convenzione di Washington e contrabbando di sigarette. Occorre, inoltre, evidenziare, che a seguito degli atti terroristici dell’11 settembre 2001, è stata rafforzata la cooperazione sul piano internazionale e comunitario, anche attraverso un più accresciuto scambio di informazioni, per assicurare, d’intesa anche con le altre Autorità nazionali preposte alla sicurezza, una più attenta vigilanza delle frontiere con controlli mirati sui flussi commerciali, basati sull’analisi dei rischi. Attività progettuali Dalla sua attivazione l’Agenzia, in linea con la strategia sopra descritta, ha potenziato i propri investimenti nelle attività di innovazione sia strutturale che organizzativa e, a testimonianza di ciò, sono state avviate specifiche azioni progettuali, di cui si riporta il dettaglio in allegato (allegato A), che segnano l’avvio di un processo di miglioramento pluriennale finalizzato ad implementare la capacità operativa dell’Agenzia, sia in termini di quantità di servizi erogati che di qualità delle prestazioni offerte, onde allinearsi alle migliori perfomances delle dogane degli altri partner europei. 195 Conclusioni In conclusione, si può affermare che l’amministrazione delle dogane è una realtà dinamica, in evoluzione, una realtà che è cambiata e cambia ogni giorno per rispondere con efficienza sempre maggiore alle esigenze nuove del commercio, alla globalizzazione dei mercati, alla velocità dei flussi di scambio, alle richieste di sicurezza connesse con lo scenario politico internazionale. Tale cambiamento è indirizzato alla semplificazione procedurale, alla riduzione dei tempi di lavorazione e, quindi, dei tempi di attesa per gli operatori, alla fornitura di servizi sempre più apprezzati dagli utenti, contemperando le esigenze dell’erario nazionale e comunitario con quelle della società economica e civile. 196 Allegato A OBIETTIVI STRATEGICI DELL’AGENZIA SCHEMA DI SINTESI OBIETTIVI STRATEGICI Dogana Telematica Servizi On-line Interoperabilità Interna Scanner Sviluppo Laboratori Chimici Le linee di sviluppo strategico dell’Agenzia sono finalizzate al raggiungimento di un offerta competitiva ed allineata alle esigenze espresse dai titolari e portatori di interesse 197 OBIETTIVI STRATEGICI DELL’AGENZIA DOGANA TELEMATICA Progetto Dogana Telematica Finalità: 4 Semplificazione e standardizzazione delle modalità con le quali vengono svolti i compiti degli uffici delle Dogane mediante l’orientamento ai processi come modello di riprogettazione dei ruoli delle strutture. Sviluppo di un sistema telematico per l’espletamento delle formalità dei processi doganali e di quelli del settore accise. Integrazione del sistema con i servizi telematici offerti dagli enti gestori dei servizi portuali e aeroportuali. Tale progetto è compreso nelle linee guida del governo per lo sviluppo della “Società dell’informazione” nella legislatura Piano operativo: 4 Sviluppo integrato del nuovo sistema doganale che comprende l’automazione e telematizzazione dei processi doganali e di quelli del settore accise (inizio 2001; completamento entro 2005) 4 Integrazione con i servizi telematici offerti dagli enti gestori dei servizi portuali e aeroportuali per aumentare le capacità di controllo della dogana senza perturbare l’efficienza e la celerità del flusso delle merci (CARGO) (inizio 2003; completamento entro 2005) 4 Realizzazione del sistema per il controllo automatizzato delle operazioni di transito secondo le linee di sviluppo definite a livello comunitario (inizio 2001; completamento entro 2004) 198 OBIETTIVI STRATEGICI DELL’AGENZIA SERVIZI ON-LINE Progetto Servizi On-line Finalità: 4 Potenziamento dei sistemi di help-desk a supporto delle utenze interne per il corretto utilizzo del sistema informativo e di quelle esterne per facilitare il dialogo con gli operatori commerciali, attraverso la messa a disposizione di knowledge-base al fine di realizzare un sistema di Customer Relationship Management (CRM) Piano operativo: 4 Creazione della struttura di customer care: selezione e formazione delle risorse (inizio 2002; completamento entro 2005) 4 Implementazione dei sistemi di help-desk e costituzione delle relative knowledge base (inizio 2002; completamento entro 2005) 4 Sviluppo di un portale dell’Agenzia in linea e in sinergia con gli sviluppi del “Portale Nazionale del Cittadino” (inizio 2002; completamento entro 2005) 199 OBIETTIVI STRATEGICI DELL’AGENZIA INTEROPERABILITÀ INTERNA Progetto Interoperabilità Interna Finalità: 4 Obiettivo di tale progetto è il potenziamento infrastrutturale dell’Agenzia anche attraverso l’implementazione delle apparecchiature informatiche e strumentali coerentemente con l’attivazione degli Uffici integrati delle Dogane e con le linee di sviluppo del nuovo sistema informativo delle Dogane Piano 4 Implementazione degli Uffici integrati e adeguamento delle dotazioni informatiche e strumentali (inizio 2001; operativo: completamento entro 2004) 4 Integrazione tra i sistemi ERP (sistemi gestionali) ed il nuovo sistema informativo dell’Agenzia per la realizzazione di un sistema di supporto decisionale (inizio 2001; completamento entro 2004) 4 Sviluppo di un sistema, conforme alle norme ISO 9000, per il miglioramento continuo della qualità dei servizi resi ai titolari e ai portatori di interesse, anche attraverso sistemi di auto-valutazione, di benchmarking internazionale e di indagini di customer satisfaction (inizio 2001; completamento entro 2005) 200 OBIETTIVI STRATEGICI DELL’AGENZIA INTEROPERABILITÀ INTERNA Progetto Scanner Finalità: 4 Potenziamento delle attività di verifica al fine di rendere più sicure, celeri e meno costose le operazioni doganali presso i punti doganali a maggior rischio o più interessati al traffico containerizzato Piano operativo: 4 Acquisizione e installazione di ulteriori apparecchiature Scanner 4 Formazione Scanner del personale addetto all’utilizzo (Inizio progetto 2001; completamento entro il 2002) 201 degli OBIETTIVI STRATEGICI DELL’AGENZIA INTEROPERABILITÀ INTERNA Progetto Sviluppo Laboratori Chimici Finalità: 4 Individuazione e valorizzazione di nuove fonti di autofinanziamento attraverso l’offerta di servizi al mercato non istituzionale 4 Creazione di un sistema di contabilità analitica finalizzato alla separazione fra costi e ricavi dell’attività istituzionale e di quella commerciale Piano 4 Verifica del potenziale di mercato dei laboratori chimici operativo: attraverso l’analisi dell’attrattività del settore, segmentazione della clientela e individuazione della posizione competitiva dell’Agenzia (inizio 2002; completamento entro 2003) 4 Sviluppo del piano di riassetto industriale orientato alla specializzazione merceologica dei Laboratori Chimici (inizio 2002; completamento entro 2003) 4 Elaborazione del piano di marketing e di comunicazione dell’attività commerciale dei Laboratori (predisposizione di piani annuali a partire dal 2003) 4 Definizione dei meccanismi di funzionamento del sistema di contabilità industriale e implementazione degli strumenti informatici a supporto del nuovo sistema di controllo (inizio 2002; completamento entro 2003) 202 Allegato n. 2 Osservazioni in data 21 ottobre 2002 dell’Agenzia delle dogane al testo del referto deferito all’Adunanza della Sezione di controllo sulla gestione delle amministrazioni dello Stato La relazione predisposta da codesta Ecc.ma Corte dei Conti in esito all’indagine in oggetto, evidenzia la capillarità del lavoro svolto, che, anche attraverso l’integrazione di informazioni desunte nel corso di altre indagini, ha ricostruito lo scenario di riferimento, relativo agli anni dal 1992 al 2000, dell’amministrazione doganale italiana. Occorre, tuttavia, evidenziare come proprio il lungo arco temporale di riferimento comporti alcune valutazioni di ordine generale sull’analisi effettuata. Prima tra tutte che soltanto a partire dal secondo semestre del 1997, nell’ambito del Ministero delle Finanze, è stato reso operativo un sistema organico di misurazione dei risultati e delle prestazioni, sulla base di indicatori gestionali di efficienza, efficacia ed economicità dell’azione amministrativa, progressivamente implementato ed affinato nel corso degli anni. Relativamente agli anni antecedenti il 1997 (e soprattutto prima del 1996) le informazioni disponibili ai fini dell’indagine erano raccolte per finalità diverse da quelle proprie del controllo di gestione; inoltre, nella fase di avvio del sistema di misurazione dei risultati, le informazioni gestionali sono state censite con criteri non omogenei nel tempo e, quindi, non idonei per una coerente costruzione di serie storiche delle prestazioni. I dati forniti per l’indagine scontano quindi obbligatoriamente l’effetto delle semplificazioni adottate per supplire alla carenza di informazioni adeguate ed omogenee; infatti, le rilevazioni richieste sono state effettuate utilizzando un metodo sintetico di analisi delle prestazioni per macro-aggregati, basato su ipotesi applicate al contesto di riferimento, che ha, tuttavia, consentito di fornire indicazioni in termini di tendenza sull’andamento (“trend”) dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione amministrativa negli anni. Sulla base di tali informazioni non è di fatto possibile effettuare confronti puntuali tra i volumi di produzione realizzati nel corso del periodo in esame. Anche in termini di tendenza, inoltre, un’analisi dei dati quantitativi deve, necessariamente, essere rapportata alla realtà dei processi operativi e dei vincoli interni ed esterni (normativi, organizzativi, culturali) del contesto di riferimento. Si fa, inoltre, presente che, benché la fonte primaria dell’ammodernamento dell’organizzazione delle amministrazioni pubbliche risalga al 1993, con l’emanazione del decreto legislativo 29/1993, solo negli anni più recenti si sta affermando una vera cultura “gestionale”, orientata al conseguimento dei risultati programmati, superando la logica del mero adempimento. Come già detto, il Ministero delle Finanze è stato tra i primi ad introdurre, nella seconda metà degli anni ’90, un sistema di programmazione e controllo finalizzato alla misurazione dei risultati. In applicazione di quanto previsto all’art.14, comma 1 del decreto legislativo 29/1993, con la direttiva generale per l’attività amministrativa e per la gestione dell’esercizio 1996, sono stati organicamente assegnati, a ciascuna struttura (Centro di Responsabilità) gli obiettivi, le priorità, i piani e i programmi da attuare; contemporaneamente, sono stati introdotti i primi strumenti di misurazione delle prestazioni, progressivamente affinati nel corso degli anni successivi. E’ tuttavia evidente che il sistema, per la sua novità e complessità, ha richiesto un progressivo processo di assestamento, anche culturale, allineato con le modifiche normative ed organizzative intervenute nel corso degli anni, che ha comportato una prima fase incentrata sulla raccolta delle informazioni quantitative e descrittive dei processi, ed una 203 fase successiva, oggi in corso di ulteriore affinamento, dedicata all’analisi dei fenomeni rilevati ed all’individuazione di indicatori sintetici di efficienza, efficacia e qualità dell’azione. E’ da rilevare, peraltro, che le indicazioni fornite da ogni sistema di controllo di gestione non possono che delineare un quadro dell’andamento gestionale e delle relative criticità. La rimozione di eventuali criticità, nonché, ove ricorra il caso, l’attuazione di idonee misure correttive compete, ovviamente, alle strutture direttamente responsabili dei relativi processi gestionali; talvolta, peraltro, l’applicazione delle soluzioni ritenute più idonee è subordinata all’esistenza di vincoli di ordine più generale che possono travalicare la specifica responsabilità delle strutture medesime. Per quanto riguarda le osservazioni di codesta Ecc.ma Corte in relazione alla riallocazione del personale ed alla consistenza delle piante organiche, definite con il DPCM 2 dicembre 1996, si evidenzia che la carenza e la disomogeneità di informazioni puntuali sui volumi di produzione negli anni presi in esame, nonché i significativi mutamenti, normativi ed operativi, intervenuti nel periodo oggetto dell’indagine, non consentono un raffronto oggettivo tra forza lavoro e quantità della domanda, prima e dopo l’introduzione del mercato interno europeo. Occorre tener presente, infatti, che fino al 1992, le dogane potevano essere definite come delle vere e proprie “fabbriche di dichiarazioni doganali”. Al fine di far fronte all’ingente domanda di servizi, le risorse disponibili erano destinate (oltre che alle attività indirette) quasi totalmente al processo di sdoganamento; i tempi di lavorazione erano, peraltro, sensibilmente accelerati, con conseguente minore attenzione per gli aspetti qualitativi dell’azione e rallentamento delle attività di back-office direttamente connesse allo sdoganamento (appuramento delle dichiarazioni, gestione delle garanzie e delle autorizzazioni, ecc). Con l’introduzione del mercato interno europeo, a partire dal 1993, a fronte della riduzione del volume di lavoro tradizionale, le competenze professionali delle dogane sono state riconvertite, in modo da assicurare: l’implementazione dei sistemi di relazione con l’utenza; l’incremento della qualità e dell’efficacia dell’azione, con particolare riguardo per le attività di back-office, accessorie allo sdoganamento; lo sviluppo delle attività volte al contrasto all’evasione ed alle frodi tributarie ed extratributarie connesse alla circolazione delle merci; i nuovi compiti in materia di scambi intracomunitari (acquisizione degli “Elenchi riepilogativi delle cessioni e degli acquisti INTRA”; controlli a posteriori sugli scambi intracomunitari). Si evidenzia che l’incremento qualitativo dell’azione è strettamente connesso alla revisione dei metodi di lavorazione cui, spesso, consegue un incremento dei tempi unitari di trattazione. In sintesi, lo svolgimento di nuove attività ed il potenziamento di altre, precedentemente poste in essere in subordine al soddisfacimento della domanda di sdoganamento, non rendono comparabili i volumi di produzione e la forza lavoro disponibile nei periodi presi in esame. Si evidenzia, altresì, che proprio allo scopo di attualizzare le risorse ai compiti attribuiti agli uffici a seguito dell’introduzione del mercato interno, con il DPCM 2 dicembre 1996, sono state ridefinite le piante organiche, sulla base degli effettivi carichi di lavoro degli Uffici centrali e periferici del Dipartimento nel 1995, misurati anche attraverso l’individuazione di tempi unitari di lavorazione di circa il 90% delle attività svolte sia dagli uffici operativi che dalle strutture centrali e regionali. In fase di avvio dell’Agenzia è stata determinata la dotazione organica del personale, la cui consistenza complessiva è passata dalle 14.172 unità previste nel DPCM del 1996, alle 13.896 unità definite nel Regolamento di amministrazione. Con la progressiva semplificazione ed automazione dei processi, conseguente anche al completamento di taluni 204 importanti progetti tecnologici di investimento ed a seguito del completamento della trasformazione organizzativa in atto, sarà effettuata una ulteriore rivisitazione delle esigenze quantitative e qualitative di personale. Nel corso degli anni, si è registrato un costante sottodimensionamento delle risorse effettivamente disponibili, mediamente pari a -30% e, solo grazie al recupero di efficienza conseguente all’introduzione di talune semplificazioni ed automazioni dei processi operativi (avvio del “Canale Verde”; estensione dell’utilizzo delle procedure semplificate; progressiva automazione del trattamento delle dichiarazioni) è stato possibile assicurare il pieno conseguimento degli obiettivi assegnati. Si evidenzia, altresì, che l’Agenzia, fin dalla sua istituzione, a conferma dell’intendimento di procedere alla verifica della corrispondenza tra la dotazione organica definita e gli effettivi fabbisogni, ha impostato la propria strategia di azione in modo da assicurare, in una prima fase, solo la copertura del turn-over nonché la disponibilità minima delle risorse necessarie per il conseguimento dei compiti istituzionali ad essa assegnati. Per quanto riguarda l’adeguamento delle attività doganali nazionali al nuovo contesto operativo determinatosi con l’introduzione del mercato interno, si evidenzia che le dogane hanno sempre partecipato attivamente ai lavori ed alle diverse iniziative avviate in ambito comunitario per la definizione e l’applicazione delle misure e degli strumenti necessari a sostenere lo sviluppo dei traffici commerciali, in un’ottica di integrazione europea, nel pieno rispetto della normativa nazionale e comunitaria. Premesso quanto sopra, si ritiene doveroso svolgere alcune ulteriori considerazioni in ordine ad attività che oggi risultano avviate, ed alle quali, l’Agenzia, anche in virtù dell’autonomia gestionale assegnatale, ha dato impulso45. 45 Le considerazioni sono quelle riportate nell’Allegato 1. 205 Allegato n. 3 IL CIRCUITO DOGANALE DI CONTROLLO La situazione attuale • Il circuito doganale di controllo • I profili di rischio: determinazione e implementazione • Procedura per la selezione del canale di controllo • Affinamento dinamico del CDC mediante i risultati dei controlli I nuovi sviluppi 206 LA SITUAZIONE ATTUALE Il circuito doganale di controllo La registrazione della dichiarazione doganale è effettuata in procedura ordinaria quando la presenza della merce in dogana è contestuale al momento della presentazione della dichiarazione. In questo caso il Circuito Doganale di Controllo (CDC) automatizzato seleziona uno tra i seguenti canali di controllo: • ROSSO, VM (Visita Merci) • GIALLO, CD (Controllo Documentale) • VERDE, NC (Nessun Controllo). Qualora, invece, lo sdoganamento sia effettuato in procedura domiciliata o semplificata è previsto l’istituto del preavviso – comunicazione che deve pervenire alla dogana competente prima dell’operazione e sulla scorta del quale le dogane provvedono all’eventuale verifica fisica delle merci presso l’operatore. Susseguentemente deve essere presentata una dichiarazione complementare che attesti l’operazione attuata. Al momento della registrazione di quest’ultima, il Circuito Doganale di Controllo può, ovviamente, selezionare soltanto i rimanenti canali: • GIALLO, CD (Controllo Documentale) • VERDE, NC (Nessun Controllo). Il criterio di selezione dei canali di controllo è dettato dalla eventuale associabilità della dichiarazione a profili di rischio preesistenti. I profili di rischio: determinazione e implementazione La costruzione di un profilo di rischio prevede differenti fasi – sotto schematizzate attraverso le quali si giunge ad una selezione delle operazioni basata su un’analisi qualitativa e quantitativa dei fattori di rischio che attraverso il profilo vengono acquisiti a sistema. Il profilo di rischio rappresenta quindi la combinazione di un mix di informazioni, alcune di derivazione esogena, altre direttamente tratte dalle verifiche storiche attuate in dogana ed altre ancora acquisite a livello locale. • La prima fase della costruzione di un profilo di rischio è l’analisi delle diverse fonti informative: → - per le merci informazioni provenienti dalla CE (INF-AM) o da altri Stati Membri informazioni provenienti dagli uffici periferici dati sulle correnti di traffico (DATAWAREHOUSE MERCE) esiti dei controlli valutazione dei possibili slittamenti di classifica tariffaria ricorrendo a codici relativi a merci di copertura → per i soggetti studio e valutazione dell’affidabilità in funzione di: 207 - esiti dei controlli dati sui traffici commerciali informazioni provenienti dagli uffici periferici esiti dei controlli straordinari - accessi presso ditte o revisioni d’ufficio certificazioni rilasciate attraverso l’audit doganale sulle imprese informazioni acquisite nei sistemi informativi di enti o amministrazioni nazionali/internazionali • L’impostazione del profilo di rischio terrà quindi conto: • del rischio soggettivo, con conseguente: diminuzione o incremento delle percentuali di controllo per importatori/esportatori di comprovata affidabilità ovvero che siano inseriti in black list; - incremento delle percentuali di controllo per rappresentanti inseriti_in black list; • della ripetitività delle operazioni effettuate per una stessa merce da uno stesso soggetto; • delle singole realtà operative, attraverso l’uso dei profili di rischio a valore locale. In sostanza, la creazione del profilo di rischio deriva dalla combinazione dei seguenti indicatori: - oggettivi: Codice merce, Regime richiesto e regime precedente, Paese di origine/destinazione, Paese/provincia di provenienza, Modo di trasporto, Trasporto in container, Nazionalità mezzo di trasporto, Regime preferenziale, Natura della transazione; - soggettivi: Importatore/Esportatore , Rappresentante diretto/indiretto. Ad ogni profilo così ottenuto si associa, infine, oltre alla probabilità di inserimento nei canali ROSSO e GIALLO, un periodo di validità e l’eventuale applicabilità a livello nazionale o di Direzione Regionale o di Circoscrizione o di sezione doganale. Procedura per la selezione del canale di controllo La procedura per la selezione del canale di controllo da assegnare ad una dichiarazione, in primo luogo, verifica se la dichiarazione sia associabile a “profili di rischio” catalogati. In questo caso, ovvero quando la dichiarazione è associabile ad uno o più profili di rischio, considerato che ad ogni profilo di rischio sono associati due valori, uno relativo alla verifica merci (di seguito indicato con %VM) ed uno relativo al controllo documentale (di seguito indicato con %CD)46, che rappresentano la probabilità di inserimento nei canali di controllo 46 %VM è un valore prodotto da un algoritmo di casualità - basato sul metodo congruenziale additivo e moltiplicativo - che genera un evento con probabilità uguale a %VM. Se l’evento si verifica, il sistema segnala VM (CANALE ROSSO). In caso contrario, viene effettuata una seconda estrazione, utilizzando il valore %CD, 208 ROSSO e GIALLO. La selezione assegna i valori più alti di %VM e %CD tra tutti quelli individuati nell’insieme dei profili di rischio associabili alla dichiarazione in esame. In assenza, invece, di profili di rischio associabili alla dichiarazione, si assumono come %VM e %CD i valori registrati in una tabella di riferimento dei parametri casuali, aggiornabile in ogni momento. I valori di %VM e %CD presenti in tabella sono distintamente calibrati per regime, per procedura ordinaria o semplificata, per esportazioni semplici o con restituzioni di diritti. • Nel caso particolare, poi, in cui la dichiarazione riguardi operazioni di esportazione di prodotti agricoli con richiesta di restituzione dei diritti, il valore %VM può essere modificato al fine di garantire l’attuazione, nell’anno in corso, di almeno il 5% annuo di visite fisiche per sezione doganale e per settore merceologico, così come previsto dalla regolamentazione comunitaria generale47. La procedura di selezione del canale di controllo, infine, prevede sempre la possibilità di introdurre un parametro di correzione alle probabilità di assegnazione al canale risultante da sistema. Tale parametro è determinato dalla componente soggettiva positiva (v. paragrafo precedente). Qualora la procedura individui una dichiarazione alla quale siano attribuibili fattori di correzione, si applica alla dichiarazione un profilo di rischio correttivo al quale sono associati distinti fattori di correzione per %VM e %CD compresi tra 0 e 1. Affinamento dinamico del CDC mediante i risultati dei controlli L’affinamento del CDC si realizza attraverso un processo ciclico delle diverse fasi lavorative: utilizzazione dei profili di rischio, attuazione dei controlli, analisi degli esiti dei controlli, modifica dei profili di rischio, anche a seguito delle risultanze dei controlli a posteriori, specificamente richiesti agli uffici, sulle operazioni esitate con il codice NC. Per la valutazione dell’efficacia dei profili di rischio i risultati dei controlli sono acquisiti a sistema tramite un’apposita transazione (NK) (vedi allegato) La stessa transazione NK consente all’ufficio doganale: • • di visualizzare, a fronte di ogni dichiarazione segnalata per il controllo e, comunque, per ogni dichiarazione con restituzione di diritti, i settori di rischio riscontrati al fine di indirizzare l’attività di controllo in linea; di visualizzare, a fronte di ogni dichiarazione segnalata per il controllo e, comunque, per ogni dichiarazione con restituzione di diritti, i settori di rischio riscontrati, l’esito del controllo e le difformità rilevate; • di monitorare lo stato dei controlli. anche ora, se l’evento si verifica, il sistema segnala CD (CANALE GIALLO), ovvero, altrimenti, rileverà NC (CANALE VERDE). 47 A tale scopo si procede secondo un percorso dettato dalle regole di seguito indicate: • se i controlli effettuati sono inferiori alla soglia fissata nella tabella di riferimento dei parametri casuali, si assume come %VM il valore massimo tra %VM ( rilevato dal profilo) e 50%; • se i controlli effettuati risultano superiori a tale soglia si assume come %VM il valore massimo tra %VM (rilevato dal profilo) e 2%; • se i controlli effettuati risultano uguali alla soglia si assume come %VM il valore massimo tra %VM(rilevato dal profilo) e il valore di soglia. 209 I NUOVI SVILUPPI Sono in sperimentazione operativa le procedure per lo sdoganamento telematico delle operazioni di esportazione e transito in procedura domiciliata/semplificata con l’applicazione del CDC all’atto della registrazione della dichiarazione doganale che sostituisce integralmente il preavviso. E’ inoltre in sperimentazione uno strumento di DATAWAREOUSE dei Controlli che collega le informazioni necessarie alla valutazione dei controlli e dei profili. Le informazioni collegate dinamicamente riguardano le seguenti categorie: esito dei controlli, profili applicati, dichiarazioni controllate e rettifiche effettuate. Il nuovo sistema AIDA (Automazione Integrata Dogane e Accise), che sarà esteso a 14 uffici entro novembre 2002 ed a tutti gli uffici entro il primo semestre 2003, prevede, inoltre, l’integrazione dei profili di rischio con tutti i campi presenti nel DAU (Documento Amministrativo Unico). I rilasci previsti nel secondo semestre del 2003 comprendono: il controllo automatico dell’ammissibilità della dichiarazione, relativamente al rispetto di norme che impongono divieti o restrizioni, o la presentazione di altre certificazioni; il controllo automatico della liquidazione dei diritti; la gestione integrata dei contingenti e dei massimali; lo sdoganamento telematico per tutti i regimi in procedura semplificata con applicazione del CDC all’atto della registrazione della dichiarazione completa/incompleta che sostituisce il preavviso; l’istituzione di un quarto canale di selezione automatica per il controllo delle dichiarazioni, denominato CS (Controllo Scanner); si tratta di quelle fattispecie di operazioni doganali che - per alcuni profili di rischio idoneamente configurati richiedono un’indagine più approfondita del controllo documentale ma non necessitano obbligatoriamente di un’ispezione fisica essendo sufficiente un’analisi radioscopica il cui esito evidentemente potrebbe suggerire o escludere l’ulteriore necessità di verifica fisica. Nell’ambito degli sviluppi previsti per il progetto CARGO il CDC sarà esteso anche ai Manifesti Merci Arrivate. La sperimentazione relativa riguarderà almeno 6 uffici entro il 2002, mentre l’estensione in esercizio a tutti gli uffici è pianificata per il mese di marzo 2003. 210 Messaggio NK1 NK1 Continuazione del messaggio NK Funzione 1: Acquisizione Dati C A M P O OBBL NUM. C O N T E N U T O FORMATO RIF.MASK 01 * 1 Si Registro X(2) 02 2 Si Numero di registrazione 9(6) 03 3 Si Cin X(1) 04 4 Si Data 9(6) 05 5 No Serie X(2) 06 A 1 No Tipo controllo: - documentale X(1) 2 No B 1 No 2 No - autonomo X(1) 3 No - Ex art.63 T.U. X(1) C 1 No Modalità di esecuzione: Parziale X(1) 2 No 07 08 - fisico X(1) Tipo controllo: - obbligatorio Totale X(1) X(1) 09 D No Quantità di colli visitati 9(3) 10 E 1 No Segnalazione di prelievo campioni X(1) 2 No Segnalazione di controversia X(1) F 1 No Estremi bolletta A27: Numero 9(6) 2 No Data 9(6) 3 No Serie X(2) G 1 No Codice difformità riscontrata X(1) 2 No Codice difformità riscontrata X(1) 3 No Codice difformità riscontrata X(1) 4 No Codice difformità riscontrata X(1) 11 12 211 13 14 5 No Codice difformità riscontrata X(1) 6 No Codice difformità riscontrata X(1) H 1 No Codice infrazione X(1) 2 No Codice infrazione X(1) 3 No Codice infrazione X(1) 4 No Codice infrazione X(1) I 1 No Penalità applicabili: Minima 9(11) 2 No Massima 9(11) 15 L Si Differenza diritti S9(11) 16 M No Note X(50) Note: 1) E' obbligatorio fornire il tipo di visita effettuato (campo n. 6) e le modalità di esecuzione (campo n. 7), digitando una "X" in uno dei campi corrispondenti. 2) Nel campo n. 9 il prelievo di campioni e/o la presenza di controversia si segnalano digitando una "X" nei campi corrispondenti. 3) Nel campo n. 11 vanno indicati i codici delle difformità riscontrate (cod.=1,2,3,4,5) o, in alternativa, una "N" se nessuna difformità è stata rilevata. 4) Per tornare al menu "Rilevazione dei controlli ordinari" occorre premere il tasto funzionale F3. 5) Per visualizzare la legenda delle difformità occorre premere il tasto funzionale F5. Messaggio NK 212 Allegato n. 4 ELENCO DEI CORSI ORGANIZZATI DAL DIPARTIMENTO DELLE DOGANE ED II.II. NELL'ANNO 1992 Num OGGETTO PERIODO SEDE dal Corso-seminario commercio 1 internazionale armi Messina Corso-seminario Roma 2 aggiornamento dirigenti 3 Corso intensivo lingua inglese Bologna 4 Corso intensivo lingua inglese Milano 5 Corso intensivo lingua inglese Napoli 6 Corso intensivo lingua inglese Venezia 7 Corso intensivo lingua inglese Torino 8 Corso intensivo lingua inglese Bari 9 Corso intensivo lingua inglese Genova Corso aggiornamento personale 10 lab. Chimico Genova 11 Corso base p.c. V q.f. dir. gen. Roma 12 Corso base p.c. V q.f. dir. gen. Roma Corso dbIII p.c. VII e IX q.f. 13 dir.gen. Roma 14 Corso base p.c. V q.f. dir. gen. Roma 15 Corso seminario chimici (gcc) Roma 16 Corso seminario ingegneri Roma Formatori l'obbligazione 17 doganale (area V) Roma 18 Corso base p.c. V q.f. dir. gen. Roma 19 Cromatografia liquida npl Milano Formatori depositi doganali20 carnets (area VIII) Roma Formatori tariffa doganale 21 (area III) Roma Formatori eccezioni tariffa 22 doganale (area IV) Roma Corso seminario politica 23 agricola comune Messina Seminario risorse proprie dir. 24 gen. e dir. comp. Roma Formatori risorse proprie (area 25 XIII) Roma Corso base p.c. VII q.f. dir. 26 gen. Roma 27 Inventario contabilità amm. Palermo Formatori contabilità e bilancio 28 (area I) I modulo Milano II modulo Milano III modulo Milano al Num. Partecipanti Ufficio di appartenenza gg 28/02/92 28/02/92 1 40 DOGANE 09/03/92 09/03/92 09/03/92 09/03/92 09/03/92 09/03/92 09/03/92 09/03/92 27 TUTTI 10 TUTTI 10 TUTTI 7 TUTTI 9 TUTTI 9 TUTTI 9 TUTTI 7 TUTTI 11/03/92 3 11/04/92 25 11/04/92 25 11/04/92 25 11/04/92 25 11/04/92 25 11/04/92 25 11/04/92 25 24/03/92 28/03/92 5 23/03/92 28/03/92 6 23/03/92 28/03/92 6 14 LAB. CHIMICI 8 TUTTI 8 TUTTI 30/03/92 06/04/92 07/04/92 07/04/92 6 6 3 4 8 TUTTI 8 TUTTI 32 LAB. CHIMICI 39 UTF 07/04/92 08/04/92 4 13/04/92 18/04/92 6 14/04/92 16/04/92 3 22 DOGANE 8 TUTTI 13 LAB. CHIMICI 21/0492 24/04/92 4 23 DOGANE 24/0493 29/04/92 3 19 DOGANE 28/04/92 30/04/92 3 16 DOGANE 30/04/92 30/04/92 1 40 DOGANE 04/05/92 05/05/92 2 25 DOGANE 04/05/92 07/05/92 4 18 DOGANE 04/04/92 11/04/92 09/04/92 10/04/92 04/05/92 09/05/92 6 05/05/92 09/05/92 5 04/05/92 08/05/92 5 18/05/92 22/05/92 5 01/06/92 09/06/92 5 213 8 TUTTI 8 LAB. CHIMICI 30 DOGANE Num OGGETTO PERIODO SEDE dal Formatori regimi economici 29 (area IX) 30 Coll. analitici appar.scient. Corso base p.c. VII q.f. dir. 31 gen. 32 Corso intensivo lingua inglese Seminario problematiche 33 doganali e fiscali 34 Corso intensivo lingua inglese 35 Corso base p.c. V q.f. dir. gen. 36 Corso intensivo lingua inglese 37 Formatori transito (area X) Formatori import export (area 38 VII) 39 Appl. inform. servizi chimici 40 Corso base p.c. V q.f. dir. gen. 41 Corso base p.c. V q.f. dir. gen. 42 Corso intensivo lingua inglese 43 Corso intensivo lingua inglese 44 Attività di certificazione Formatori origine e divieti 45 (Area VI) 46 Corso base p.c. V q.f. dir. gen. Corso-seminario regimi 47 doganali economici 48 Corso base p.c. V q.f. dir. gen. 49 Utilizzo elaboratori informatici Formatori contrasto delle 50 violazioni (Area II) Corso-seminario prodotti 51 petroliferi 52 Corso base p.c. V q.f. dir. gen. Formatori la politica 53 commerciale comune (area XI) Corso base p.c. VII q.f. dir. 54 gen. Formatori politica agricola 55 comune (area XII) Applicazioni informatiche per 56 servizi chimici al Num. Partecipanti Ufficio di appartenenza gg Roma Roma 11/05/92 14/05/92 4 11/05/92 16/05/92 6 26 DOGANE 14 LAB. CHIMICI Roma Palermo 11/05/92 16/05/92 6 11/05/92 13/06/92 25 8 TUTTI 10 TUTTI Parma Cagliari Roma Firenze Roma 14/05/92 11/05/92 18/05/92 18/05/92 22/05/92 15/05/92 2 13/06/92 25 23/05/92 6 20/06/92 25 27/05/92 3 44 TUTTI 9 TUTTI 8 TUTTI 7 TUTTI 23 DOGANE Roma Roma Roma Roma Roma Roma Giardini (ME) 25/05/92 26/05/92 25/05/92 01/06/92 02/06/92 03/06/92 03/06/92 29/05/92 5 30/05/92 5 30/05/92 6 06/06/92 6 30/06/92 21 01/07/92 21 05/06/92 3 23 DOGANE 14 LAB. CHIMICI 8 TUTTI 8 TUTTI 9 TUTTI 11 TUTTI 28 LAB. CHIMICI Roma Roma 08/06/92 11/06/92 4 08/06/92 13/06/92 6 21 DOGANE 8 TUTTI Catania Roma Palermo 11/06/92 12/06/92 2 15/06/92 20/06/92 6 15/06/92 20/06/92 6 40 DOGANE 8 TUTTI 20 LAB. CHIMICI Roma 15/06/92 20/06/92 6 24 DOGANE Milano Roma 15/06/92 20/06/92 6 22/06/92 27/06/92 6 45 LAB. CHIMICI UTF 8 TUTTI Roma 29/06/92 01/07/92 3 29 TUTTI Roma 30/06/92 04/07/92 5 8 DOGANE Roma 01/07/92 03/07/92 3 6 DOGANE Palermo 14/09/92 19/09/92 6 214 14 LAB. CHIMICI Allegato n. 5 FORMAZIONE DEL PERSONALE DEL DIPARTIMENTO DELLE DOGANE E DELLE IMPOSTE INDIRETTE Raffronto anni 1993 e 1994 DIPARTIMENTO DELLE DOGANE E DELLE IMPOSTE INDIRETTE Direzione Generale Direzioni Compartimentali Totale Dipartimento Numero dei Numero dei Ore uomo di Variaz. Variaz. Variaz. corsi partecipanti lezione 1993 35 85 120 1994 93/94 1993 1994 93/94 1993 28 -20% 1.471 1.093 -25,6% 100 17,6% 1.393 1.523 8,8% 128 6,6% 2.864 2.616 -8,6% 215 68 17 43 1994 93/94 82 20,5% 18 5,8% 45 5,5% Allegato n. 6/1 DIPARTIMENTO DELLE DOGANE – Entrate tributarie Dati finanziari dei capp. 1601, 1409 – art. 1 e 1203 – art. 2 (Dati in milioni di lire) CAPITOLO 1601: Imposta sul consumo dei tabacchi PI Previsioni Iniziali Competenza Media 1994-2000 8.500.000 9.738.000 10.480.000 11.005.000 10.842.000 12.206.000 12.179.000 10.707.143 PD Previsioni Definitive Competenza 9.080.000 10.030.000 10.890.000 11.128.000 12.090.000 12.246.410 14.456.000 11.417.201 PIC Previsioni Iniziali Cassa PDC Previsioni Definitive Cassa DATI NON PRESENTI NEL S.I. 10.905.000 10.742.000 12.106.000 12.167.000 11.480.000 FINO AL 1996 11.325.000 10.742.000 12.079.000 14.237.000 12.095.750 Accertato 9.378.583 10.291.196 10.632.433 11.262.081 12.147.316 13.087.912 13.884.151 11.526.239 Riscosso Competenza 9.373.410 10.291.196 10.632.433 11.259.647 12.147.316 13.087.912 13.884.151 11.525.152 1994 A RC DRC Da Riscuotere Competenza 1995 5.173 1996 0 1997 0 1998 2.434 1999 0 2000 0 126 1.105 VC Versamenti Competenza 7.973.807 8.511.451 9.260.940 9.510.517 10.303.206 10.880.355 12.391.681 9.833.137 DVC Da Versare Competenza 1.399.603 1.779.745 1.371.493 1.749.130 1.844.110 2.207.557 1.492.344 1.691.998 RRL Riscosso Residui (lordo da versare) 2.663.072 2.675.743 1.856.552 1.414.612 1.794.597 2.210.270 2.268.289 2.126.162 DRR Da Riscuotere Residui VR Versamenti Residui DVR Da Versare Residui RT DRT Riscosso Totale Da Riscuotere Totale 7.545 12.719 12.719 12.508 14.942 14.935 12.672 12.577 1.418.127 1.145.724 1.818.209 1.371.597 1.431.660 2.153.460 2.213.517 1.650.328 1.244.945 1.530.018 38.343 43.015 362.937 56.810 54.771 475.834 12.036.482 12.966.939 12.488.985 12.674.260 13.941.913 15.298.182 16.152.440 13.651.314 12.718 12.719 12.719 14.942 14.942 14.935 12.798 13.682 VT Versamenti Totali 9.391.934 9.657.175 11.079.149 10.882.114 11.734.867 13.033.815 14.605.198 11.483.465 DVT Da Versare Totale 2.644.548 3.309.764 1.409.836 1.792.145 2.207.047 2.264.367 1.547.116 2.167.832 DRT+DVT Residui Totali 2.657.267 3.322.482 1.422.555 1.807.087 2.221.989 2.279.302 1.559.914 2.181.514 RET/(RET-1)% VPD/PI% Variazione Annua Residui Totali% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % VAA=A/(A-1)% Variazione Annua Accertato% 6,82% 125,03% 3,00% 42,82% 3,91% 127,03% 1,12% 122,96% 11,51% 102,58% 0,33% 68,44% 18,70% 109,73% 103,32% 105,92% 107,86% 107,74% 106,08% RC/(RC-1)% Variazione Annua Risc. Comp.% 109,79% 103,32% 105,90% 107,88% 107,74% 106,08% VC/(VC-1)% Variazione Annua Vers. Comp.% 106,74% 108,81% 102,69% 108,33% 105,60% 113,89% DAPI=A-PI Differenza Accertato-Prev. Iniz. DAPI/PI% DAPI/Prev. Iniz. Comp.% DA-PD Differenza Accert. - Prev. Def. 298.583 261.196 -257.567 134.081 DAPD/PD% VPDC/PIC% DAPD/Prev. Def.% Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 3,29% 0,00% 2,60% 0,00% -2,37% 0,00% 1,20% 3,85% VC-PIC Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa VC-PDC Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa RC/A% Riscosso Competenza/Accertato% RRN=RRL-(DVT-1) Riscosso Residui (netto) 878.583 10,34% 553.196 152.433 257.081 1.305.316 881.912 1.705.151 819.096 5,68% 1,45% 2,34% 7,23% 7,58% - - 99,94% - -1.394.483 100,00% - -1.814.483 100,00% 31.194 -1.453.212 RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno 6,48% 99,98% 4.776 12,04% 57.316 0,47% 0,00% 841.502 6,87% -0,22% -438.794 -1.225.645 14,00% -571.849 109.038 -3,96% 17,01% 1,16% 2,95% 224.681 -438.794 -1.198.645 -1.845.319 100,00% 2.452 100,00% 3.224 100,00% -404.891 -756.749 99,99% 3.922 10.322.391 9.179.221 11.264.423 12.149.768 13.091.136 13.887.947 DRIR=DRR+RRN Da Riscuotere Iniziale Riaccertato 43.913 -1.440.493 17.284 17.394 18.158 R=DRIR-(DRT-1) Riaccertamenti 31.194 -1.453.212 4.565 2.452 3.217 DRIR/A% DRIR/Accertato% 0,43% -13,55% 0,15% 0,14% 16.593 1.659 0,14% 0,12% RRN/DRIR% Quota Residui Riscossi% 71,04% 100,88% 27,63% 14,10% 17,75% 23,63% DRR/DRT% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% 59,33% 100,00% 100,00% 83,71% 100,00% 100,00% 99,01% 91,72% DVR/DVT% Da Vers. Res./Da Vers. Totale% 47,08% 46,23% 2,72% 2,40% 16,44% 2,51% 3,54% 17,27% VR-(DVT-1) Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale -1.498.824 -1.491.555 216 -38.239 -360.485 -53.586 -50.850 Allegato n. 6/2 CAPITOLO 1203: I.V.A. Art. 2: Imposta relativa alle importazioni 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 Media 1994-2000 PI Previsioni Iniziali Competenza PD Previsioni Definitive Competenza 13.300.000 13.850.000 16.700.000 14.858.000 16.816.000 16.350.000 19.438.000 15.901.714 PIC Previsioni Iniziali Cassa PDC Previsioni Definitive Cassa A RC DRC 10.410.000 10.490.000 16.700.000 17.800.000 16.255.000 17.184.000 17.826.000 15.237.857 DATI NON PRESENTI NEL S.I. FINO AL 1996 0 0 16.799.000 17.932.000 8.682.750 0 0 15.965.000 19.544.000 8.877.250 Accertato 13.048.000 14.428.524 13.693.232 15.252.420 15.471.612 16.641.493 24.651.033 16.169.473 Riscosso Competenza 12.541.291 13.838.213 13.193.087 14.671.184 14.935.197 15.956.110 23.099.132 15.462.031 Da Riscuotere Competenza 506.709 590.311 500.145 581.236 536.415 685.383 1.551.900 707.443 VC Versamenti Competenza DVC Da Versare Competenza 145.490 212.364 114.852 147.975 105.991 140.690 845.951 244.759 RRL Riscosso Residui (lordo da versare) 565.309 711.298 825.726 631.661 747.949 678.963 881.223 720.304 DRR Da Riscuotere Residui 13.309 12.454 12.287 18.333 13.047 14.565 4.540 12.648 508.620 679.434 806.111 612.803 728.064 642.964 829.368 686.766 56.689 31.864 19.615 18.858 19.884 35.998 51.855 33.538 VR Versamenti Residui DVR Da Versare Residui RT DRT Riscosso Totale Da Riscuotere Totale 12.395.800 13.625.849 13.078.235 14.523.209 14.829.206 15.815.420 22.253.182 15.217.272 13.106.600 14.549.511 14.018.813 15.302.845 15.683.146 16.635.073 23.980.355 16.182.335 520.018 602.765 512.432 599.569 549.461 699.948 1.556.440 720.090 VT Versamenti Totali DVT Da Versare Totale 12.904.420 14.305.283 13.884.346 15.136.013 15.557.270 16.458.385 23.082.550 15.904.038 202.180 244.228 134.467 166.832 125.876 176.688 897.806 278.297 DRT+DVT Residui Totali 722.197 846.993 646.899 766.401 675.337 876.636 2.454.246 998.387 RET/(RET-1)% Variazione Annua Residui Totali% VPD/PI% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 27,76% 32,03% 0,00% -16,53% 3,45% -4,85% 9,04% VAA=A/(A-1)% Variazione Annua Accertato% 110,58% 94,90% 111,39% 101,44% 107,56% 148,13% 117,28% 76,38% 118,47% 88,12% 129,81% 279,96% 7,27% RC/(RC-1)% Variazione Annua Risc. Comp.% 110,34% 95,34% 111,20% 101,80% 106,84% 144,77% VC/(VC-1)% Variazione Annua Vers. Comp.% 109,92% 95,98% 111,05% 102,11% 106,65% 140,71% DAPI=A-PI Differenza Accertato-Prev. Iniz. 2.638.000 3.938.524 -3.006.768 -2.547.580 -783.388 -542.507 6.825.033 931.616 DAPI/PI% DAPI/Prev. Iniz. Comp.% 25,34% -4,82% -3,16% 8,70% DA-PD Differenza Accert. - Prev. Def. -252.000 578.524 -3.006.768 394.420 -1.344.388 291.493 5.213.033 267.759 DAPD/PD% DAPD/Prev. Def.% -1,89% 4,18% -18,00% 2,65% -7,99% 1,78% 26,82% 1,08% VPDC/PIC% Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% -4,96% 8,99% 0,57% VC-PIC Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa 0 0 0 14.523.209 14.829.206 VC-PDC Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa 0 0 0 14.523.209 14.829.206 RC/A% Riscosso Competenza/Accertato% RRN=RRL-(DVT-1) Riscosso Residui (netto) 96,12% Da Riscuotere Iniziale Riaccertato R=DRIR-(DRT-1) Riaccertamenti DRIR/A% DRIR/Accertato% RRN/DRIR% DRR/DRT% Quota Residui Riscossi% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% DVR/DVT% Da Vers. Res./Da Vers. Totale% VR-(DVT-1) Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale -18,00% 95,91% 509.118 RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno DRIR=DRR+RRN 37,55% -14,31% 96,35% 581.498 96,19% 497.194 96,53% 581.117 38,29% -983.580 4.321.182 4.670.002 -149.580 2.709.182 4.558.860 95,88% 553.087 93,70% 95,81% 704.535 14.347.331 13.774.585 15.168.378 15.516.314 16.509.197 23.803.667 521.573 593.785 515.527 594.163 567.652 1.555 -8.980 3.095 -5.406 18.191 709.075 9.127 3,61% 4,34% 3,38% 3,84% 3,41% 2,88% 2,56% 97,61% 2,07% 97,93% 2,40% 96,44% 3,06% 97,80% 2,37% 97,43% 2,08% 99,36% 0,29% 2,12% 28,04% 13,05% 14,59% 11,30% 15,80% 20,37% 5,78% 15,56% 477.254 217 561.883 478.336 561.232 517.089 652.680 Allegato n. 6/3 CAPITOLO 1409: Accisa e imposta erariale di consumo sugli oli minerali, loro derivati e prodotti analoghi Art. 1: Imposta riscossa in via ordinaria 1994 1995 1996 1997 1998 1999 Media 1994-2000 2000 PI Previsioni Iniziali Competenza PD Previsioni Definitive Competenza 41.500.000 44.400.000 36.912.000 39.393.282 39.208.000 41.212.000 40.527.000 40.450.326 PIC Previsioni Iniziali Cassa PDC Previsioni Definitive Cassa A RC DRC 40.000.000 41.350.000 40.018.000 38.310.000 38.270.000 41.164.500 43.614.000 40.389.500 DATI NON PRESENTI NEL S.I. 38.310.000 38.300.000 41.164.500 43.519.000 40.323.375 FINO AL 1996 40.734.282 38.300.000 41.212.000 40.405.000 40.162.821 Accertato 38.973.102 43.242.885 35.800.550 36.666.591 39.377.321 40.588.299 37.134.699 38.826.207 Riscosso Competenza 37.387.063 40.953.223 35.590.693 36.666.591 38.431.943 38.565.535 36.638.374 37.747.632 Da Riscuotere Competenza 1.586.038 2.289.662 209.858 0 945.378 2.022.764 VC Versamenti Competenza DVC Da Versare Competenza 16 8 RRL Riscosso Residui (lordo da versare) 1.604.903 1.678.546 1.529.846 1.407.946 593.361 DRR Da Riscuotere Residui 1.729.186 1.649.627 2.030.735 VR Versamenti Residui 1.604.911 1.678.546 1.529.844 1.407.947 DVR Da Versare Residui RT DRT Riscosso Totale Da Riscuotere Totale VT Versamenti Totali DVT Da Versare Totale DRT+DVT Residui Totali RET/(RET-1)% VPD/PI% Variazione Annua Residui Totali% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % VAA=A/(A-1)% Variazione Annua Accertato% 496.325 1.078.575 37.386.998 40.953.223 35.590.693 36.666.591 38.431.943 38.565.535 36.638.374 37.747.622 66 14.335 -8 1.042 0 2 2 856.163 1.363.557 1.682.294 2.941.812 1.750.482 3 593.361 -1 632.919 1.323.206 1.252.962 0 0 0 3.315.225 3.939.289 2.240.593 856.163 2.308.935 3.705.058 3.438.137 2.829.057 38.991.909 42.631.770 37.120.536 38.074.537 39.025.304 39.198.453 37.961.579 39.000.584 58 14.335 1.045 3.315.282 3.953.624 2.241.638 3,75% 15 8 2 2 56,70% -7,76% 38,19% 2,83% 269,68% 2,45% 160,47% 0,12% 92,80% -7,08% 110,96% 82,79% 102,42% 107,39% 103,08% 91,49% Variazione Annua Risc. Comp.% 109,54% 86,91% 103,02% 104,81% 100,35% 95,00% Variazione Annua Vers. Comp.% 109,54% 86,91% 103,02% 104,81% 100,35% 95,00% DAPI=A-PI Differenza Accertato-Prev. Iniz. DAPI/PI% DAPI/Prev. Iniz. Comp.% DA-PD Differenza Accert. - Prev. Def. DAPD/PD% DAPD/Prev. Def.% -6,09% -2,61% -3,01% VPDC/PIC% Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% 0,00% 0,00% VC-PIC Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa VC-PDC Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa RC/A% Riscosso Competenza/Accertato% RRN=RRL-(DVT-1) Riscosso Residui (netto) -1.026.898 1.892.885 -4.217.450 -1.643.409 1.107.321 -2,57% Riaccertamenti DRIR/A% DRIR/Accertato% -10,54% -4,29% 0 0 0 95,93% -1,40% -623.701 -3.392.301 -1.624.119 -6,92% 0,43% -1,51% -8,37% -4,01% 6,33% 0,00% 0,12% -7,16% -0,10% 0 -4.067.692 99,41% -576.201 -6.479.301 -1.563.293 169.321 0 -1.643.409 0 94,71% 0,24% 2,89% -2.526.898 -1.157.115 -1.111.450 -2.726.692 100,00% 1.678.489 1.515.512 1.406.901 RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno R=DRIR-(DRT-1) 4,58% 2.209 856.179 2.308.943 3.705.060 3.438.139 2.831.267 119,25% 7,38% VC/(VC-1)% Da Riscuotere Iniziale Riaccertato -1 38.991.966 42.631.770 37.120.539 38.074.536 39.025.304 39.198.453 37.961.579 39.000.593 RC/(RC-1)% DRIR=DRR+RRN 2.210 632.919 1.323.206 1.252.961 -14,86% -3,74% 131.943 -2.598.965 -6.880.626 -1.570.151 131.943 -2.646.465 -3.766.626 -1.478.406 97,60% 593.346 95,02% 98,66% 97,33% 632.911 1.323.203 42.646.047 37.107.246 38.073.508 39.025.296 39.198.448 37.961.579 3.328.116 3.546.246 2.263.064 1.956.903 2.315.205 4.265.016 12.892 -393.043 7,70% 9,91% 22.472 1.100.739 6.270 559.957 6,17% 4,97% 5,70% 11,49% RRN/DRIR% Quota Residui Riscossi% 50,43% 42,74% 62,17% 30,32% 27,34% 31,02% DRR/DRT% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% 52,16% 41,88% 90,63% 100,00% 59,06% 45,41% 85,56% 67,81% DVR/DVT% Da Vers. Res./Da Vers. Totale% -13,79% 0,00% 0,25% -6,13% 0,00% 0,00% 0,00% -2,81% VR-(DVT-1) Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale 593.346 632.911 1.323.203 1.678.489 1.515.509 1.406.902 218 Allegato n. 7/1 DIPARTIMENTO DELLE DOGANE – Entrate extratributarie Dati finanziari dei capp. 3970, 3971 e 2301 (Dati in milioni di lire) CAPITOLO 3970: Dazi della Tariffa Doganale Comune (T.D.C.) ed altri diritti fissati delle istituzioni della Unione Europea (esclusi i dazi C.E.C.A., i dazi compensatori antidumping, i dazi ed altri diritti fissati nel quadro della politica agricola comune) 1994 1995 1996 1997 1998 1999 Media 19942000 2000 PI Previsioni Iniziali Competenza 1.970.000 2.000.000 2.000.000 2.000.000 1.600.000 2.145.000 2.202.550 1.988.221 PD Previsioni Definitive Competenza 1.970.000 2.000.000 2.000.000 1.600.000 1.600.000 2.145.000 2.392.550 1.958.221 PIC Previsioni Iniziali Cassa 2.202.550 1.986.888 PDC Previsioni Definitive Cassa DATI NON PRESENTI NEL 2.000.000 1.600.000 2.145.000 S.I. FINO AL 1996 2.000.000 1.600.000 2.145.000 Accertato 1.983.602 2.385.332 1.938.858 2.207.266 2.343.327 2.381.667 56 1.891.444 Riscosso Competenza 1.815.477 2.208.737 1.789.590 2.036.442 2.172.194 2.174.277 56 1.742.396 A RC DRC VC Da Riscuotere Competenza Versamenti Competenza DVC RRL Da Versare Competenza Riscosso Residui (lordo da versare) DRR Da Riscuotere Residui VR Versamenti Residui DVR Da Versare Residui RT 2.392.550 2.034.388 168.126 176.594 149.267 170.824 171.133 207.390 0 149.048 1.789.851 2.172.443 1.776.304 2.016.246 2.149.738 2.155.111 56 1.722.821 25.625 36.295 13.287 20.197 22.456 19.166 173.459 184.089 215.143 142.768 180.941 183.278 0 19.575 0 154.240 80.665 105.950 113.534 139.493 145.910 164.994 0 107.221 160.953 174.685 214.217 141.447 180.476 183.005 0 150.683 12.506 9.404 926 1.322 464 273 0 3.556 Riscosso Totale 1.988.935 2.392.826 2.004.733 2.179.211 2.353.135 2.357.555 56 1.896.636 DRT VT Da Riscuotere Totale Versamenti Totali 248.791 282.544 262.801 310.316 317.042 372.384 1.950.804 2.347.127 1.990.521 2.157.692 2.330.214 2.338.116 0 256.268 56 1.873.504 DVT Da Versare Totale DRT+DVT Residui Totali 38.131 45.699 14.212 21.519 22.920 19.439 0 286.922 328.243 277.013 331.835 339.963 391.823 RET/(RET-1)% Variazione Annua Residui Totali% VPD/PI% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 114,40% 84,39% 119,79% 102,45% 115,25% VAA=A/(A-1)% Variazione Annua Accertato% 120,25% 81,28% 113,84% 106,16% 101,64% 0,00% RC/(RC-1)% VC/(VC-1)% Variazione Annua Risc. Comp.% Variazione Annua Vers. Comp.% 121,66% 81,02% 113,79% 106,67% 100,10% 121,38% 81,77% 113,51% 106,62% 100,25% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 13.602 385.332 -20,00% 0,00% 0,00% 23.131 0 279.400 0,00% 8,63% DAPI=A-PI Differenza Accertato-Prev. Iniz. DAPI/PI% DAPI/Prev. Iniz. Comp.% DA-PD Differenza Accert. - Prev. Def. DAPD/PD% DAPD/Prev. Def.% 37,95% 46,46% 11,03% -100,00% VPDC/PIC% VC-PIC Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa - 16.246 0,00% 549.738 0,00% 10.111 8,63% 1,23% -2.202.494 -232.343 VC-PDC Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa - 16.246 549.738 10.111 -2.392.494 -259.486 RC/A% Riscosso Competenza/Accertato% 92,26% 92,70% 91,29% RRN=RRL-(DVT-1) Riscosso Residui (netto) 0,69% 19,27% -3,06% 13.602 385.332 0,69% 19,27% 91,52% RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno -61.142 207.266 743.327 236.667 -2.202.494 -1,62% 46,46% 11,03% -100,00% -61.142 607.266 743.327 236.667 -2.392.494 -3,06% 92,60% 10,36% 92,30% 100,00% 145.958 169.444 128.556 159.422 160.357 -19.439 -96.778 -2,18% -66.778 1,76% 93,24% 2.354.695 1.959.034 2.164.998 2.331.616 2.334.634 -19.383 DRIR=DRR+RRN R=DRIR-(DRT-1) Da Riscuotere Iniziale Riaccertato Riaccertamenti 251.907 282.978 268.049 305.332 325.352 3.116 434 5.248 -4.985 8.309 -19.439 -391.823 DRIR/A% DRIR/Accertato% 10,56% 14,60% 12,14% 13,03% RRN/DRIR% Quota Residui Riscossi% 57,94% 59,88% 47,96% 52,21% 49,29% 100,00% DRR/DRT% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% 32,42% 37,50% 43,20% 44,95% 46,02% 44,31% 0,00% 35,49% DVR/DVT% Da Vers. Res./Da Vers. Totale% 32,80% 20,58% 6,51% 6,14% 2,03% 1,40% 0,00% 9,92% VR-(DVT-1) Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale 13,66% -34885,25% 136.554 168.518 127.234 158.958 160.085 219 -19.439 Allegato n. 7/2 CAPITOLO 3971: Dazi compensatori antidumping 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 Media 19942000 PI Previsioni Iniziali Competenza 20.000 20.000 20.000 20.000 20.000 12.000 16.850 18.407 PD Previsioni Definitive Competenza 20.000 20.000 20.000 20.000 20.000 12.000 16.850 18.407 PIC Previsioni Iniziali Cassa 20.000 20.000 12.000 16.850 17.213 PDC A Previsioni Definitive Cassa Accertato DATI NON PRESENTI NEL S.I. FINO AL 1996 20.000 17.842 12.000 16.850 18.061 2.791.198 17.213 405.768 16.364 2.566.653 372.982 RC DRC Riscosso Competenza 112 42 27 20.000 13.090 107 42 25 12.395 15.287 5 0 2 695 2.556 40 19 11.966 14.457 Da Riscuotere Competenza 1.697 224.545 32.786 15.926 2.529.890 367.481 VC Versamenti Competenza 73 DVC Da Versare Competenza 34 2 6 428 830 438 36.763 5.500 RRL DRR Riscosso Residui (lordo da versare) Da Riscuotere Residui 4 30 34 35 2 35 8 35 1.124 35 2.108 1.313 200.722 192.437 29.143 27.703 28.519 VR Versamenti Residui 4 34 2 8 1.124 2.106 196.352 DVR Da Versare Residui 0 0 0 0 0 1 4.370 624 111 76 27 12.403 16.410 18.472 2.767.375 402.125 RT Riscosso Totale DRT Da Riscuotere Totale 35 35 38 730 2.591 VT DVT Versamenti Totali Da Versare Totale 77 34 74 2 21 6 11.975 428 15.580 830 Residui Totali 70 38 44 1.159 3.421 DRT+DVT 416.982 60.489 18.032 2.726.242 439 41.134 3.011 396.000 6.125 3.450 458.116 RET/(RET-1)% Variazione Annua Residui Totali% VPD/PI% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% 0,00% VAA=A/(A-1)% Variazione Annua Accertato% 37,39% 65,07% 47980,66% 136,31% 101,23% 15454,19% 66.614 53,83% 116,50% 2650,96% 295,21% 100,84% 13279,70% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% RC/(RC-1)% Variazione Annua Risc. Comp.% 39,10% 59,18% 49955,47% 123,33% 107,05% 15684,76% VC/(VC-1)% DAPI=A-PI Variazione Annua Vers. Comp.% Differenza Accertato-Prev. Iniz. 54,55% 47,57% 63294,04% 120,81% 110,16% 15885,28% -19.888 -19.958 -19.973 -6.910 -2.158 6.061 2.774.348 DAPI/PI% DAPI/Prev. Iniz. Comp.% DA-PD Differenza Accert. - Prev. Def. DAPD/PD% DAPD/Prev. Def.% 0,00% 387.360 -99,44% -99,79% -99,86% -34,55% -10,79% 50,51% 16464,97% 2310,15% -19.888 -19.958 -19.973 -6.910 -2.158 6.061 2.774.348 387.360 -99,44% -99,79% -99,86% -34,55% -10,79% 50,51% 16464,97% 2310,15% VPDC/PIC% Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% VC-PIC VC-PDC Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa RC/A% Riscosso Competenza/Accertato% RRN=RRL-(DVT-1) Riscosso Residui (netto) 0,00% - 0,00% - - 95,61% 100,00% 90,95% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% -8.034 -8.034 -5.543 -5.543 3.926 3.926 2.513.040 2.513.040 94,69% 85,68% 90,60% 91,96% - - 2 695 RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno 42 25 12.397 15.982 DRIR=DRR+RRN Da Riscuotere Iniziale Riaccertato 35 35 38 730 2.591 392.720 R=DRIR-(DRT-1) DRIR/A% Riaccertamenti DRIR/Accertato% 84,29% 129,53% - - - 389.710 14,07% - 0,00% 0,29% 4,09% 1.278 0,00% 357.627 357.627 92,78% 200.283 17.642 2.766.936 14,35% RRN/DRIR% Quota Residui Riscossi% 0,00% 6,53% 95,16% 49,31% DRR/DRT% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% 86,08% 100,00% 93,47% 4,84% 1,36% 43,63% 46,15% 53,65% DVR/DVT% Da Vers. Res./Da Vers. Totale% 0,00% 0,00% 0,00% 0,26% 10,62% 1,56% VR-(DVT-1) Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale 0,00% 0,00% - 220 - 2 695 1.277 51,00% 195.913 Allegato n. 7/3 CAPITOLO 2301: Multe, ammende e sanzioni amministrative inflitte dalle Autorità giudiziarie ed amministrative con esclusione di quelle aventi natura tributaria 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 Media 19942000 PI Previsioni Iniziali Competenza 190.000 250.000 250.000 250.000 250.000 250.000 250.000 241.429 PD Previsioni Definitive Competenza 190.000 250.000 250.000 330.000 250.000 250.000 250.000 252.857 PIC Previsioni Iniziali Cassa PDC Previsioni Definitive Cassa A RC DRC VC DATI NON PRESENTI NEL S.I. FINO AL 1996 250.000 250.000 250.000 250.000 250.000 250.000 250.000 250.000 250.000 250.000 Accertato 279.532 334.667 358.076 401.924 259.367 523.348 1.205.928 480.406 Riscosso Competenza 220.942 247.575 255.499 291.975 135.374 250.458 494.847 270.953 Da Riscuotere Competenza Versamenti Competenza DVC RRL Da Versare Competenza Riscosso Residui (lordo da versare) DRR Da Riscuotere Residui 58.590 87.092 102.578 109.948 123.993 272.890 711.081 209.453 197.313 222.259 229.953 262.719 121.360 213.295 450.015 242.416 23.629 38.122 25.317 43.588 25.546 41.735 29.256 44.967 14.014 66.068 37.163 67.312 44.832 74.442 28.536 53.748 416.096 499.560 625.697 705.595 1.006.395 1.129.811 1.290.039 810.456 VR Versamenti Residui 25.847 40.241 35.196 21.501 28.838 56.460 43.877 35.994 DVR Da Versare Residui 12.275 3.346 6.539 23.466 37.230 10.852 30.565 17.753 RT Riscosso Totale 259.063 291.163 297.233 336.942 201.442 317.770 569.289 324.700 DRT VT Da Riscuotere Totale Versamenti Totali 474.686 586.652 728.275 815.544 1.130.388 1.402.701 2.001.120 1.019.909 223.160 262.500 265.149 284.220 150.198 269.755 493.893 278.411 DVT Da Versare Totale DRT+DVT Residui Totali 35.903 28.663 32.085 52.722 51.243 48.015 75.397 46.290 510.589 615.316 760.359 868.265 1.181.631 1.450.716 2.076.517 1.066.199 RET/(RET-1)% Variazione Annua Residui Totali% VPD/PI% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% 120,51% 123,57% 114,19% 136,09% 122,77% 143,14% VAA=A/(A-1)% Variazione Annua Accertato% 119,72% 106,99% 112,25% 64,53% 201,78% 230,43% RC/(RC-1)% VC/(VC-1)% Variazione Annua Risc. Comp.% Variazione Annua Vers. Comp.% 112,05% 103,20% 114,28% 46,36% 185,01% 197,58% 112,64% 103,46% 114,25% 46,19% 175,75% 210,98% 0,00% 89.532 0,00% 32,00% 84.667 108.076 151.924 0,00% 0,00% 0,00% DAPI=A-PI Differenza Accertato-Prev. Iniz. DAPI/PI% DAPI/Prev. Iniz. Comp.% DA-PD Differenza Accert. - Prev. Def. DAPD/PD% DAPD/Prev. Def.% VPDC/PIC% VC-PIC Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa - 12.719 -128.640 -36.705 0,00% 200.015 VC-PDC Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa 200.015 RC/A% Riscosso Competenza/Accertato% RRN=RRL-(DVT-1) Riscosso Residui (netto) 47,12% 33,87% 43,23% 60,77% 89.532 84.667 108.076 71.924 47,12% 33,87% 43,23% 21,80% - - 9.367 273.348 955.928 238.977 3,75% 109,34% 382,37% 97,21% 9.367 273.348 955.928 227.549 3,75% 109,34% 382,37% 91,64% - 12.719 -128.640 -36.705 79,04% 73,98% 71,35% 72,64% 52,19% 7.685 13.072 12.882 4,57% 13.346 47,86% 16.069 41,03% 0,00% 6.770 6.770 62,59% 26.428 RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno 255.260 268.570 304.857 148.720 266.526 521.275 DRIR=DRR+RRN R=DRIR-(DRT-1) Da Riscuotere Iniziale Riaccertato Riaccertamenti 507.245 638.769 718.477 1.019.742 1.145.880 1.316.466 32.559 52.116 -9.797 204.198 15.492 -86.235 DRIR/A% DRIR/Accertato% RRN/DRIR% Quota Residui Riscossi% 1,31% 1,40% 2,01% DRR/DRT% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% 87,66% 85,15% 85,91% 86,52% 89,03% 80,55% 64,47% 82,76% DVR/DVT% Da Vers. Res./Da Vers. Totale% 34,19% 11,67% 20,38% 44,51% 72,65% 22,60% 40,54% 35,22% VR-(DVT-1) Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale 151,57% 178,39% 178,76% 393,17% 218,95% 109,17% 1,51% 4.338 221 2,05% 1,79% 6.533 -10.584 -23.883 5.217 -4.137 Allegato n. 8/1 DIPARTIMENTO DELLE DOGANE – Entrate extratributarie Dati finanziari dei capp. 3712 – artt. da 1 a 7, 3703 e 3704 (Dati in milioni di lire) CAPITOLO 3712: Somme relative alla vendita di beni confiscati a seguito delle operazioni anticontrabbando da riassegnare ai pertinenti capitoli degli stati di previsione del relativo Ministero per l'acquisto di mezzi di trasporto, strumenti ed attrezzature per ........ Art. 1: Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando della Guardia di finanza Media 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 19942000 PI Previsioni Iniziali Competenza - - - - - - 1.800,00 257,14 - - - - - - 1.800,00 257,14 - - - 1.800,00 450,00 - 1.800,00 450,00 3.094,39 797,31 1.795,99 3.086,76 PD Previsioni Definitive Competenza PIC Previsioni Iniziali Cassa PDC A Previsioni Definitive Cassa Accertato 2.257,23 841,15 2.246,94 1.629,47 1.705,48 RC Riscosso Competenza 2.245,50 824,38 2.244,58 1.629,47 1.692,81 DRC VC Da Riscuotere Competenza Versamenti Competenza DATI NON PRESENTI NEL S.I. FINO AL 1996 11,73 16,77 1.974,75 2,36 0,00 12,67 7,63 810,37 2.225,17 1.601,82 1.683,65 3.075,78 797,31 1.788,69 0,00 7,31 765,04 1.733,80 DVC Da Versare Competenza 270,76 14,01 19,41 27,65 9,15 10,98 32,26 RRL DRR Riscosso Residui (lordo da versare) Da Riscuotere Residui 437,91 0,00 705,33 0,00 453,63 0,00 179,90 0,00 186,32 0,00 21,83 0,00 18,61 286,22 0,00 0,00 54,89 18,61 120,15 VR Versamenti Residui 15,06 282,48 295,50 21,22 186,32 21,83 DVR Da Versare Residui 422,84 422,84 158,12 158,67 0,00 0,00 0,00 166,07 1.529,71 2.698,21 1.809,36 1.879,13 3.108,59 815,91 2.074,90 RT Riscosso Totale DRT Da Riscuotere Totale VT DVT Versamenti Totali Da Versare Totale DRT+DVT Residui Totali RET/(RET-1)% Variazione Annua Residui Totali% 2.683,41 11,73 16,77 1.989,81 693,60 705,33 12,67 7,63 1.092,85 2.520,68 1.623,04 1.869,98 436,86 177,53 186,32 9,15 3.097,61 10,98 783,65 1.853,94 32,26 220,96 18,61 32,26 228,27 453,63 2,36 179,90 0,00 186,32 21,83 0,00 64,31% 39,66% 103,57% 11,71% 85,25% 173,40% 0,00% 0,00% VPD/PI% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% 0,00% VAA=A/(A-1)% Variazione Annua Accertato% 37,26% 267,13% 72,52% 104,66% 181,44% 25,77% RC/(RC-1)% VC/(VC-1)% Variazione Annua Risc. Comp.% Variazione Annua Vers. Comp.% 36,71% 272,28% 72,60% 103,89% 182,35% 25,83% 41,04% 274,59% 71,99% 105,11% 182,69% 24,87% DAPI=A-PI Differenza Accertato-Prev. Iniz. DAPI/PI% DAPI/Prev. Iniz. Comp.% DA-PD Differenza Accert. - Prev. Def. 2.257,23 0,00% 2.257,23 DAPD/Prev. Def.% VPDC/PIC% VC-PIC Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa 0,00 Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa RC/A% Riscosso Competenza/Accertato% 99,48% RRN=RRL-(DVT-1) Riscosso Residui (netto) Da Riscuotere Iniziale Riaccertato Riaccertamenti DRIR/A% DRIR/Accertato% RRN/DRIR% Quota Residui Riscossi% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00 0,00 1.601,82 1.683,65 0,00 0,00 98,01% 11,73 RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno DRIR=DRR+RRN R=DRIR-(DRT-1) 0,00% 841,15 2.246,94 1.629,47 1.705,48 0,00% VC-PDC 0,00% 841,15 2.246,94 1.629,47 1.705,48 0,00% DAPD/PD% 0,00% 0,00 1.601,82 1.683,65 99,89% 100,00% 99,26% 0,00% -55,71% -7,96% 3.094,39 -1.002,69 1.538,85 0,00% -55,71% -7,96% 0,00% 0,00% 0,00% 3.075,78 -1.034,96 760,90 3.075,78 -1.034,96 760,90 99,75% 100,00% 99,48% 0,00 12,67 7,63 3.099,44 804,93 12,67 0,00 7,63 0,00 1,39% 16,77 0,00 0,75% 2,36 2,36 0,00 0,15% 0,00 0,00 0,00% 100,00% 100,00% 100,00% 0,00% 0,00% 3.094,39 -1.002,69 1.538,85 836,11 2.261,35 1.631,83 1.692,81 11,73 0,00 16,77 0,00% 7,31 0,41% 0,96% 100,00% 100,00% DRR/DRT% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% DVR/DVT% Da Vers. Res./Da Vers. Totale% 60,96% 96,79% 89,07% 85,16% 0,00% 0,00% 0,00% 47,43% VR-(DVT-1) Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale -411,12 -141,36 -156,31 222 0,00 12,67 7,63 Allegato n. 8/2 CAPITOLO 3712: Somme relative alla vendita di beni confiscati a seguito delle operazioni anticontrabbando da riassegnare ai pertinenti capitoli degli stati di previsione del relativo Ministero per l'acquisto di mezzi di trasporto, strumenti ed attrezzature per ........ Art. 2: Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando della Polizia di Stato 1994 1995 1996 1997 1998 1999 Media 1994-2000 2000 PI Previsioni Iniziali Competenza - - - - - - - - PD Previsioni Definitive Competenza - - - - - - - - PIC Previsioni Iniziali Cassa - - - - - PDC Previsioni Definitive Cassa - - - - - A RC DRC DATI NON PRESENTI NEL S.I. FINO AL 1996 Accertato 5,29 0,00 9,81 0,11 0,01 3,78 0,01 2,71 Riscosso Competenza Da Riscuotere Competenza 5,29 0,00 0,00 0,00 9,81 0,00 0,11 0,00 0,01 0,00 2,78 1,00 0,01 0,00 2,57 0,14 VC Versamenti Competenza 5,29 0,00 9,81 0,11 0,00 2,28 0,00 2,50 DVC Da Versare Competenza 0,00 0,00 0,00 0,00 0,01 0,50 0,01 0,07 RRL Riscosso Residui (lordo da versare) 1,43 1,43 1,43 0,00 0,00 0,01 1,50 0,83 DRR Da Riscuotere Residui 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 VR DVR Versamenti Residui Da Versare Residui 0,00 1,43 0,00 1,43 1,43 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,01 0,00 1,50 0,00 0,42 0,41 RT Riscosso Totale 6,71 1,43 11,23 0,11 0,01 2,79 1,51 3,40 Da Riscuotere Totale 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 1,00 0,00 0,14 VT Versamenti Totali 5,29 0,00 11,23 0,11 0,00 2,29 1,50 2,92 DVT Da Versare Totale 1,43 1,43 0,00 0,00 0,01 0,50 0,01 0,48 Residui Totali Variazione Annua Residui Totali% 1,43 1,43 0,00 0,00 0,01 1,50 100,00% 0,00% 0,00% 0,00% 15000,00% 0,01 0,37% 0,62 DRT DRT+DVT RET/(RET-1)% VPD/PI% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% VAA=A/(A-1)% Variazione Annua Accertato% 0,00% 0,00% 1,11% 9,22% 37800,00% 0,00% 0,15% 0,00% 0,00% RC/(RC-1)% Variazione Annua Risc. Comp.% 0,00% 0,00% 1,11% 9,22% 27800,00% 0,20% VC/(VC-1)% Variazione Annua Vers. Comp.% 0,00% 0,00% 1,11% 0,00% 0,00% 0,00% DAPI=A-PI DAPI/PI% Differenza Accertato-Prev. Iniz. DAPI/Prev. Iniz. Comp.% 3,78 0,00% 0,01 0,00% DA-PD Differenza Accert. - Prev. Def. DAPD/PD% DAPD/Prev. Def.% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% VPDC/PIC% Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% VC-PIC Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa VC-PDC RC/A% Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa 0,00 Riscosso Competenza/Accertato% 100,00% RRN=RRL-(DVT-1) Riscosso Residui (netto) 5,29 0,00% 0,00 9,81 0,11 0,01 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 5,29 0,00 0,00 0,00 9,81 0,00 0,11 0,11 0,01 0,00 3,78 2,28 0,01 0,34 0,00 0,00 0,11 0,00 2,28 0,00 0,00% 100,00% 100,00% 100,00% 73,54% 100,00% 0,34 81,93% 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 1,00 0,00 9,81 0,11 0,01 2,78 1,01 DRIR=DRR+RRN Da Riscuotere Iniziale Riaccertato 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 1,00 R=DRIR-(DRT-1) Riaccertamenti 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 DRIR/A% RRN/DRIR% DRIR/Accertato% Quota Residui Riscossi% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% DVR/DVT% Da Vers. Res./Da Vers. Totale% VR-(DVT-1) Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale 0,00% 2,71 0,00 RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno DRR/DRT% 2,71 0,00% 0,00 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 18034,27% 100,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 28,57% 100,00% 100,00% -1,43 223 0,00 0,00 0,00 0,00 1,00 Allegato n. 8/3 CAPITOLO 3712: Somme relative alla vendita di beni confiscati a seguito delle operazioni anticontrabbando da riassegnare ai pertinenti capitoli degli stati di previsione del relativo Ministero per l'acquisto di mezzi di trasporto, strumenti ed attrezzature per ........ Art. 3: Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando dell'Arma dei Carabinieri PI Previsioni Iniziali Competenza - - - - - - Media 1994-2000 - PD Previsioni Definitive Competenza - - - - - - - - PIC Previsioni Iniziali Cassa - - - - - PDC Previsioni Definitive Cassa DATI NON PRESENTI NEL S.I. FINO AL 1996 - - - - - 1994 A RC Accertato 1995 1996 1997 1998 1999 2000 0,48 5,62 3,80 0,00 1,33 0,00 2,27 1,93 Riscosso Competenza 0,48 5,62 3,80 0,00 1,33 0,00 2,27 1,93 DRC Da Riscuotere Competenza 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 VC DVC Versamenti Competenza Da Versare Competenza 0,05 0,43 5,62 3,54 0,00 0,00 0,00 1,33 0,00 0,00 0,00 2,27 0,00 1,83 0,07 RRL Riscosso Residui (lordo da versare) 0,00 0,43 0,00 0,43 0,00 0,00 0,00 0,12 DRR Da Riscuotere Residui 0,27 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,04 VR Versamenti Residui 0,00 0,27 0,00 0,27 0,00 0,00 0,00 0,08 DVR Da Versare Residui 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 RT DRT Riscosso Totale Da Riscuotere Totale 0,48 0,27 6,04 0,00 3,80 0,00 0,43 0,00 1,33 0,00 0,00 0,00 2,27 0,00 2,05 0,04 VT Versamenti Totali 0,05 5,88 3,54 0,27 1,33 0,00 2,27 1,91 DVT Da Versare Totale 0,43 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,06 DRT+DVT Residui Totali 0,69 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,10 RET/(RET-1)% Variazione Annua Residui Totali% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% VPD/PI% VAA=A/(A-1)% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% Variazione Annua Accertato% 1166,87% 67,71% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% RC/(RC-1)% Variazione Annua Risc. Comp.% 1166,87% 67,71% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% VC/(VC-1)% Variazione Annua Vers. Comp.% 10398,15% 62,98% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% DAPI=A-PI Differenza Accertato-Prev. Iniz. DAPI/PI% DAPI/Prev. Iniz. Comp.% 0,00% 0,00% DA-PD DAPD/PD% Differenza Accert. - Prev. Def. DAPD/Prev. Def.% 0,48 0,00% 0,00% 0,48 5,62 0,00% 3,80 0,00% 0,00 2,27 0,00% 5,62 3,80 0,00 1,33 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00 0,00% 2,27 0,00% 1,93 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% VPDC/PIC% Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% VC-PIC Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa 0,00 0,00 0,00 0,00 1,33 0,00 2,27 VC-PDC Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa 0,00 0,00 0,00 0,00 1,33 0,00 2,27 RC/A% Riscosso Competenza/Accertato% 100,00% 100,00% 100,00% 0,00% 100,00% #DIV/0! RRN=RRL-(DVT-1) Riscosso Residui (netto) RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno DRIR=DRR+RRN Da Riscuotere Iniziale Riaccertato R=DRIR-(DRT-1) Riaccertamenti DRIR/A% DRIR/Accertato% RRN/DRIR% Quota Residui Riscossi% DRR/DRT% DVR/DVT% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% Da Vers. Res./Da Vers. Totale% VR-(DVT-1) Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale 0,00% 100,00% 0,00 5,45 0,00 3,54 0,43 0,27 0,00 1,33 0,00 0,00 0,00 2,27 0,00 0,00 0,43 0,00 0,00 0,00 -0,27 0,00 0,43 0,00 0,00 0,00% 100,00% 0,00% 1,93 0,00% 0,00% 0,00% 0,00 0,00% 0,00% 0,00% 1,33 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 100,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 224 0,00 0,00% 0,00% 0,00% 0,27 0,00% 0,00% 0,00 0,00 0,51 #DIV/0! 0,00 0,00% -0,16 0,00% 0,51 0,00 14,29% 0,00% Allegato n. 8/4 CAPITOLO 3712: Somme relative alla vendita di beni confiscati a seguito delle operazioni anticontrabbando da riassegnare ai pertinenti capitoli degli stati di previsione del relativo Ministero per l'acquisto di mezzi di trasporto, strumenti ed attrezzature per ........ Art. 4: Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di op.ni anticontrabbando del Corpo Forestale di Stato PI Previsioni Iniziali Competenza - - - - - - Media 1994-2000 - PD Previsioni Definitive Competenza - - - - - - - - PIC Previsioni Iniziali Cassa - - - - - PDC Previsioni Definitive Cassa - - - - - 1994 A 1995 1996 1997 DATI NON PRESENTI NEL S.I. FINO AL 1996 1998 1999 2000 Accertato - - - - - - - - Riscosso Competenza - - - - - - - - DRC Da Riscuotere Competenza - - - - - - - - VC DVC Versamenti Competenza Da Versare Competenza - - - - - - - - RRL Riscosso Residui (lordo da versare) - - - - - - - - DRR Da Riscuotere Residui - - - - - - - - VR Versamenti Residui - - - - - - - - DVR Da Versare Residui - - - - - - - - RT DRT Riscosso Totale Da Riscuotere Totale - - - - - - - - RC VT Versamenti Totali - - - - - - - - DVT Da Versare Totale - - - - - - - - Residui Totali - - - - - - - - DRT+DVT RET/(RET-1)% Variazione Annua Residui Totali% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% VPD/PI% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% VAA=A/(A-1)% RC/(RC-1)% Variazione Annua Accertato% Variazione Annua Risc. Comp.% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% VC/(VC-1)% Variazione Annua Vers. Comp.% DAPI=A-PI Differenza Accertato-Prev. Iniz. DAPI/PI% DAPI/Prev. Iniz. Comp.% DA-PD Differenza Accert. - Prev. Def. DAPD/PD% VPDC/PIC% DAPD/Prev. Def.% 0,00% Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% VC-PIC Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa - - - - - - - VC-PDC Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa - - - - - - - RC/A% Riscosso Competenza/Accertato% RRN=RRL-(DVT-1) Riscosso Residui (netto) 0,00% 0,00% 0,00% - 0,00% Riaccertamenti DRIR/A% DRIR/Accertato% - 0,00% - - 0,00% - 0,00% - 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% - 0,00% - 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% - - - - - - - - - - 0,00% 0,00% 0,00% RRN/DRIR% Quota Residui Riscossi% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% DRR/DRT% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% DVR/DVT% VR-(DVT-1) Da Vers. Res./Da Vers. Totale% 0,00% Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale 0,00% 0,00% 0,00% 225 - - - 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% - 0,00% - - 0,00% 0,00% - - 0,00% - 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno DRIR=DRR+RRN Da Riscuotere Iniziale Riaccertato R=DRIR-(DRT-1) 0,00% 0,00% - 0,00% 0,00% 0,00% - Allegato n. 8/5 CAPITOLO 3712: Somme relative alla vendita di beni confiscati a seguito delle operazioni anticontrabbando da riassegnare ai pertinenti capitoli degli stati di previsione del relativo Ministero per l'acquisto di mezzi di trasporto, strumenti ed attrezzature per ........ Art. 5: Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando delle Capitanerie di porto PI Previsioni Iniziali Competenza - - - - - - Media 1994-2000 - PD Previsioni Definitive Competenza - - - - - - - - PIC Previsioni Iniziali Cassa - - - - - PDC Previsioni Definitive Cassa - - - - - 1994 A 1995 1996 1997 DATI NON PRESENTI NEL S.I. FINO AL 1996 1998 1999 2000 Accertato - - - - - - - - Riscosso Competenza - - - - - - - - DRC Da Riscuotere Competenza - - - - - - - - VC DVC Versamenti Competenza Da Versare Competenza - - - - - - - - RRL Riscosso Residui (lordo da versare) - - - - - - - - DRR Da Riscuotere Residui - - - - - - - - VR Versamenti Residui - - - - - - - - DVR Da Versare Residui - - - - - - - - RT DRT Riscosso Totale Da Riscuotere Totale - - - - - - - - RC VT Versamenti Totali - - - - - - - - DVT Da Versare Totale - - - - - - - - Residui Totali - - - - - - - - DRT+DVT RET/(RET-1)% Variazione Annua Residui Totali% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% VPD/PI% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% VAA=A/(A-1)% RC/(RC-1)% Variazione Annua Accertato% Variazione Annua Risc. Comp.% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% VC/(VC-1)% Variazione Annua Vers. Comp.% DAPI=A-PI Differenza Accertato-Prev. Iniz. DAPI/PI% DAPI/Prev. Iniz. Comp.% DA-PD Differenza Accert. - Prev. Def. DAPD/PD% VPDC/PIC% DAPD/Prev. Def.% 0,00% Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% VC-PIC Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa - - - - - - - VC-PDC Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa - - - - - - - RC/A% Riscosso Competenza/Accertato% RRN=RRL-(DVT-1) Riscosso Residui (netto) 0,00% 0,00% 0,00% - 0,00% Riaccertamenti DRIR/A% DRIR/Accertato% - 0,00% - - 0,00% - 0,00% - 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% - 0,00% - 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% - - - - - - - - - - 0,00% 0,00% 0,00% RRN/DRIR% Quota Residui Riscossi% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% DRR/DRT% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% DVR/DVT% VR-(DVT-1) Da Vers. Res./Da Vers. Totale% 0,00% Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale 0,00% 0,00% 0,00% 226 - - - 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% - 0,00% - - 0,00% 0,00% - - 0,00% - 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno DRIR=DRR+RRN Da Riscuotere Iniziale Riaccertato R=DRIR-(DRT-1) 0,00% 0,00% - 0,00% 0,00% 0,00% - Allegato n. 8/6 CAPITOLO 3712: Somme relative alla vendita di beni confiscati a seguito delle operazioni anticontrabbando da riassegnare ai pertinenti capitoli degli stati di previsione del relativo Ministero per l'acquisto di mezzi di trasporto, strumenti ed attrezzature per ........ Art. 6: Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando di altri corpi della forza di polizia PI Previsioni Iniziali Competenza - - - - - - Media 1994-2000 - PD Previsioni Definitive Competenza - - - - - - - - PIC Previsioni Iniziali Cassa - - - - - PDC Previsioni Definitive Cassa - - - - - 1994 A RC 1995 1996 1997 DATI NON PRESENTI NEL S.I. FINO AL 1996 1998 1999 2000 Accertato 10,72 7,61 1,83 7,72 5,81 0,00 0,74 4,92 Riscosso Competenza 10,72 7,61 1,83 7,72 5,81 0,00 0,74 4,92 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 10,72 0,00 7,61 0,00 1,23 0,60 7,72 0,00 1,81 4,00 0,00 0,00 0,12 0,62 4,17 0,75 DRC Da Riscuotere Competenza VC DVC Versamenti Competenza Da Versare Competenza RRL Riscosso Residui (lordo da versare) 0,00 0,00 0,00 0,60 0,00 4,00 0,00 0,66 DRR Da Riscuotere Residui 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 VR Versamenti Residui 0,00 0,00 0,00 0,60 0,00 4,00 0,00 0,66 DVR Da Versare Residui 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 RT DRT Riscosso Totale Da Riscuotere Totale 10,72 0,00 7,61 0,00 1,83 0,00 8,32 0,00 5,81 0,00 4,00 0,00 0,74 0,00 5,58 0,00 VT Versamenti Totali 10,72 7,61 1,23 8,32 1,81 4,00 0,12 4,83 DVT Da Versare Totale 0,00 0,00 0,60 0,00 4,00 0,00 0,62 0,75 DRT+DVT Residui Totali 0,00 0,00 0,60 0,00 4,00 0,00 0,62 0,75 RET/(RET-1)% Variazione Annua Residui Totali% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% VPD/PI% VAA=A/(A-1)% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% Variazione Annua Accertato% 0,00% 71,02% 0,00% 0,00% 0,00% 24,04% 421,89% 75,26% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% RC/(RC-1)% Variazione Annua Risc. Comp.% 71,02% 24,04% 421,89% 75,26% 0,00% 0,00% VC/(VC-1)% Variazione Annua Vers. Comp.% 71,02% 16,16% 627,64% 23,45% 0,00% 0,00% DAPI=A-PI Differenza Accertato-Prev. Iniz. DAPI/PI% DAPI/Prev. Iniz. Comp.% 0,00% 0,00% DA-PD DAPD/PD% Differenza Accert. - Prev. Def. DAPD/Prev. Def.% 10,72 0,00% 10,72 7,61 1,83 0,00% 7,72 0,74 0,00% 7,61 1,83 7,72 5,81 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00 0,00% 0,74 0,00% 4,92 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% VPDC/PIC% Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% VC-PIC Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa 0,00 0,00 0,00 7,72 1,81 0,00 0,12 VC-PDC Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa 0,00 0,00 0,00 7,72 1,81 0,00 0,12 RC/A% Riscosso Competenza/Accertato% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% 100,00% RRN=RRL-(DVT-1) Riscosso Residui (netto) RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno 7,61 1,83 7,72 0,00% 0,00% 100,00% 0,00 0,74 - Da Riscuotere Iniziale Riaccertato - - - - - R=DRIR-(DRT-1) Riaccertamenti - - - - - DRIR/A% DRIR/Accertato% 0,00% 0,00% Quota Residui Riscossi% DRR/DRT% DVR/DVT% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% Da Vers. Res./Da Vers. Totale% VR-(DVT-1) Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% - 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% - - 227 - 1,38 0,00% 0,00% 0,00% - 1,38 85,71% 5,81 DRIR=DRR+RRN RRN/DRIR% 4,92 0,00% 0,00% 0,00% 0,00 0,00% 0,00% 0,00% 5,81 0,00% - 0,00% 0,00% - Allegato n. 8/7 CAPITOLO 3712: Somme relative alla vendita di beni confiscati a seguito delle operazioni anticontrabbando da riassegnare ai pertinenti capitoli degli stati di previsione del relativo Ministero per l'acquisto di mezzi di trasporto, strumenti ed attrezzature per ........ Art. 7: Ricavato della vendita dei beni confiscati a seguito di operazioni anticontrabbando svolte da funzionari del Dipartimento delle Dogane PI Previsioni Iniziali Competenza - - - - - - Media 1994-2000 - PD Previsioni Definitive Competenza - - - - - - - - PIC Previsioni Iniziali Cassa - - - - - PDC Previsioni Definitive Cassa DATI NON PRESENTI NEL S.I. FINO AL 1996 - - - - - Accertato 396,48 585,45 955,50 920,97 707,39 316,35 495,55 625,38 Riscosso Competenza 391,84 584,26 955,50 884,02 681,52 305,91 495,55 614,08 4,64 1,19 0,00 36,95 25,87 10,44 0,00 11,30 386,36 5,48 505,14 79,12 881,72 73,78 884,02 0,00 668,64 12,88 299,07 6,84 419,26 76,29 577,74 36,34 10,47 10,12 80,31 73,78 36,95 38,75 17,27 38,24 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 10,47 10,12 80,31 73,78 36,95 38,75 17,27 38,24 0,00 1994 A RC DRC Da Riscuotere Competenza VC DVC Versamenti Competenza Da Versare Competenza RRL Riscosso Residui (lordo da versare) DRR Da Riscuotere Residui VR Versamenti Residui 1995 0,00 1996 1997 1998 1999 2000 DVR Da Versare Residui 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 RT DRT Riscosso Totale Da Riscuotere Totale 402,31 4,64 594,38 1.035,80 1,19 0,00 957,79 36,95 718,47 25,87 344,66 10,44 512,82 0,00 652,32 11,30 VT Versamenti Totali 396,82 515,26 962,03 957,79 705,59 337,82 436,53 615,98 DVT Da Versare Totale 5,48 79,12 73,78 0,00 12,88 6,84 76,29 36,34 10,12 80,31 73,78 36,95 38,75 17,27 76,29 47,64 DRT+DVT Residui Totali RET/(RET-1)% Variazione Annua Residui Totali% VPD/PI% VAA=A/(A-1)% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% Variazione Annua Accertato% 147,66% 163,21% 96,39% 76,81% 0,00% 44,72% 0,00% 156,65% RC/(RC-1)% Variazione Annua Risc. Comp.% 149,11% 163,54% 92,52% 77,09% 44,89% 161,99% VC/(VC-1)% Variazione Annua Vers. Comp.% 130,74% 174,55% 100,26% 75,64% 44,73% 140,19% DAPI=A-PI Differenza Accertato-Prev. Iniz. 396,48 DAPI/PI% DAPI/Prev. Iniz. Comp.% 0,00% 0,00% DA-PD DAPD/PD% Differenza Accert. - Prev. Def. DAPD/Prev. Def.% 396,48 0,00% VPDC/PIC% Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% VC-PIC Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa - - - 884,02 668,64 299,07 419,26 VC-PDC Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa - - - 884,02 668,64 299,07 419,26 RC/A% Riscosso Competenza/Accertato% 98,83% 99,80% 100,00% 95,99% 96,34% 793,65% 91,87% 50,08% 104,86% 44,58% RRN=RRL-(DVT-1) Riscosso Residui (netto) RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno DRIR=DRR+RRN Da Riscuotere Iniziale Riaccertato R=DRIR-(DRT-1) Riaccertamenti DRIR/A% DRIR/Accertato% RRN/DRIR% Quota Residui Riscossi% DRR/DRT% DVR/DVT% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% Da Vers. Res./Da Vers. Totale% VR-(DVT-1) Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale 585,45 955,50 0,00% 920,97 0,00% 707,39 316,35 0,00% 495,55 625,38 0,00% 0,00% 0,00% 585,45 955,50 920,97 707,39 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 316,35 0,00% 495,55 0,00% 625,38 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 441,60% 0,00% 96,70% 100,00% 1,19 956,68 884,02 36,95 718,47 25,87 331,78 10,44 505,98 4,64 1,19 - 36,95 25,87 10,44 - - - - - 0,12% 0,00% 5,22% 8,18% 324,43 98,24% 4,64 588,90 0,79% 324,43 2,11% 100,00% 100,00% #DIV/0! 100,00% 100,00% 100,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 4,64 228 0,00% 0,00% 1,19 0,00% 0,00% - 0,00% 0,00% 36,95 0,00% 0,00% 25,87 0,00% 0,00% 10,44 0,00% 0,00% Allegato n. 8/8 CAPITOLO 3703: Quote di proventi contravv.li spettanti al fondo per la prev.ne e la scoperta del contrabbando 1994 1995 1996 1997 1998 1999 Media 1994-2000 2000 PI Previsioni Iniziali Competenza - - - - - - - - PD Previsioni Definitive Competenza - - - - - - - - PIC Previsioni Iniziali Cassa - - - - - PDC A RC DRC VC Previsioni Definitive Cassa Accertato DATI NON PRESENTI NEL S.I. FINO AL 1996 1.214,57 - - - - - 1.735,68 1.330,99 2.239,19 716,66 258,80 976,13 1.210,29 Riscosso Competenza 223,51 225,19 Da Riscuotere Competenza 991,06 1.510,49 Versamenti Competenza 133,57 89,94 90,63 DVC RRL Da Versare Competenza Riscosso Residui (lordo da versare) DRR Da Riscuotere Residui 261,51 180,13 162,26 158,36 221,89 988,76 1.977,68 536,52 96,54 817,77 988,40 140,47 252,05 207,73 148,76 137,28 128,41 164,04 84,72 95,31 90,18 94,24 53,78 96,52 31,38 62,99 24,98 38,06 29,95 84,60 57,85 80,33 2.537,72 4.022,35 4.979,17 6.890,74 7.316,89 6.975,97 4.895,71 VR Versamenti Residui 90,06 94,71 93,64 95,84 62,94 38,02 82,63 79,69 DVR Da Versare Residui 0,56 0,59 0,60 0,68 0,04 0,04 1,97 0,64 314,14 320,50 436,46 358,03 243,12 200,32 242,96 302,22 4.048,21 5.011,12 6.956,85 7.427,26 235,19 345,68 303,57 211,70 7.413,43 175,30 7.793,74 211,04 5.884,11 243,73 RT Riscosso Totale DRT VT Da Riscuotere Totale Versamenti Totali DVT Da Versare Totale DRT+DVT Residui Totali 1.547,12 342,23 2.538,18 223,64 90,51 2.628,69 31,42 25,02 31,92 58,49 4.133,52 5.101,89 7.011,31 7.458,68 85,31 90,78 54,46 7.438,45 7.825,66 5.942,60 RET/(RET-1)% Variazione Annua Residui Totali% VPD/PI% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% 157,25% 123,43% 137,43% 106,38% 99,73% VAA=A/(A-1)% RC/(RC-1)% Variazione Annua Accertato% Variazione Annua Risc. Comp.% VC/(VC-1)% Variazione Annua Vers. Comp.% DAPI=A-PI Differenza Accertato-Prev. Iniz. DAPI/PI% DAPI/Prev. Iniz. Comp.% DA-PD Differenza Accert. - Prev. Def. DAPD/PD% VPDC/PIC% DAPD/Prev. Def.% 0,00% Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% VC-PIC Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa - - - 207,73 148,76 137,28 128,41 VC-PDC Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa - - - 207,73 148,76 137,28 128,41 RC/A% Riscosso Competenza/Accertato% 18,40% RRN=RRL-(DVT-1) Riscosso Residui (netto) 0,00% 1.214,57 0,00% 1.214,57 Riaccertamenti DRIR/A% DRIR/Accertato% 0,00% 105,21% 0,00% 0,00% 0,00% 142,90% 76,68% 168,24% 32,01% 100,75% 151,97% 76,41% 68,88% 36,11% 90,08% 377,17% 97,60% 105,17% 179,43% 82,42% 71,61% 92,28% 93,54% 1.735,68 1.330,99 2.239,19 0,00% 0,00% 0,00% 1.735,68 1.330,99 2.239,19 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 12,97% 4,80 RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno DRIR=DRR+RRN Da Riscuotere Iniziale Riaccertato R=DRIR-(DRT-1) 0,00% 0,00% 0,00% 716,66 0,00% 716,66 0,00% 0,00% 25,71% 11,68% 25,14% 258,80 0,00% 0,00% 62,70% 976,13 0,00% 976,13 0,00% 0,00% 16,22% 8,53 6,64 59,58 168,90 7.323,53 217,94 7.035,55 -103,74 -377,89 -16,93 5,74 0,00% 229,99 351,15 267,25 188,66 2.542,52 4.031,28 4.984,91 6.899,27 4,34 8,92 258,80 -26,21 -57,58 0,00% 1.210,29 0,00% 1.210,29 0,00% 0,00% 88,88 88,88 24,69% 146,49% 302,88% 222,62% 962,70% 2829,77% 720,76% RRN/DRIR% Quota Residui Riscossi% DRR/DRT% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% DVR/DVT% VR-(DVT-1) Da Vers. Res./Da Vers. Totale% 0,62% Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale 60,95% 0,19% 0,22% 0,12% 0,09% 0,85% 62,69% 80,27% 71,57% 92,78% 0,12% 98,70% 89,51% 79,49% 0,16% 6,60 6,18% 57,61 1,39% 0,69% 0,66% 1,25% 0,14% 4,21 8,32 5,06 8,49 229 Allegato n. 8/9 CAPITOLO 3704: Quote di proventi contravvenzionali spettanti al fondo per la prevenzione e la scoperta del contrabbando fuori degli spazi doganali 1994 1995 1996 1997 1998 1999 Media 1994-2000 2000 PI Previsioni Iniziali Competenza - - - - - - - - PD Previsioni Definitive Competenza - - - - - - - - PIC Previsioni Iniziali Cassa - - - - - - PDC A RC DRC VC Previsioni Definitive Cassa DATI NON PRESENTI NEL S.I. FINO AL 1996 - - - - Accertato 23,71 33,77 20,21 19,09 1.143,24 51,62 18,84 187,21 14,53 24,35 38,21 12,70 19,54 4,56 1.118,89 13,41 6,13 167,67 Riscosso Competenza 12,94 15,39 18,66 Da Riscuotere Competenza 10,77 18,38 1,55 Versamenti Competenza 12,70 15,20 18,01 13,27 23,28 37,75 11,97 18,88 0,24 0,73 0,19 1,31 0,65 0,99 1,26 0,99 1,07 2,41 0,46 3,78 0,73 8,55 0,66 2,68 DVC RRL Da Versare Competenza Riscosso Residui (lordo da versare) DRR Da Riscuotere Residui 110,49 121,01 141,30 140,07 143,38 1.259,01 1.277,72 456,14 VR Versamenti Residui 0,73 1,31 0,99 0,99 2,41 3,78 5,88 2,30 DVR Da Versare Residui 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,01 2,67 0,38 13,66 16,70 19,66 15,52 26,76 41,99 21,25 22,22 121,26 13,42 139,39 16,50 142,84 19,01 144,63 1.262,27 14,26 25,69 1.272,42 41,53 1.283,86 17,85 623,81 21,18 RT Riscosso Totale DRT VT Da Riscuotere Totale Versamenti Totali DVT Da Versare Totale DRT+DVT Residui Totali 0,24 0,19 0,65 121,50 139,58 143,49 1,07 0,47 3,40 1,04 145,89 1.263,34 1,26 1.272,89 1.287,26 624,85 RET/(RET-1)% Variazione Annua Residui Totali% VPD/PI% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% 114,88% 102,80% 101,67% 865,94% 100,76% 101,13% VAA=A/(A-1)% RC/(RC-1)% Variazione Annua Accertato% Variazione Annua Risc. Comp.% VC/(VC-1)% Variazione Annua Vers. Comp.% DAPI=A-PI Differenza Accertato-Prev. Iniz. DAPI/PI% DAPI/Prev. Iniz. Comp.% DA-PD Differenza Accert. - Prev. Def. DAPD/PD% VPDC/PIC% DAPD/Prev. Def.% 0,00% Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% VC-PIC Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa - - - 13,27 23,28 37,75 11,97 VC-PDC Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa - - - 13,27 23,28 37,75 11,97 RC/A% Riscosso Competenza/Accertato% 54,58% 45,57% RRN=RRL-(DVT-1) Riscosso Residui (netto) 0,00% R=DRIR-(DRT-1) Riaccertamenti DRIR/A% DRIR/Accertato% 0,00% 0,00% 0,00% 119,68% 118,54% 73,65% 175,48% 162,17% 31,71% 33,77 0,00% 23,71 20,21 0,00% 33,77 0,00% 0,00% RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno DRIR=DRR+RRN Da Riscuotere Iniziale Riaccertato 0,00% 36,49% 33,24% 23,71 0,00% 0,00% 142,45% 59,84% 94,46% 5988,48% 4,52% 118,95% 121,26% 77,84% 167,58% 156,95% 19,09 1.143,24 0,00% 20,21 0,00% 0,00% 0,00% 19,09 1.143,24 0,00% 0,00% 92,35% 76,10% 0,00% 0,00% 2,13% 51,62 0,00% 51,62 0,00% 0,00% 74,02% 18,84 0,00% 18,84 0,00% 0,00% 67,43% 1,07 0,80 0,34 1,15 2,72 8,08 16,46 122,07 19,46 142,10 14,87 140,41 25,50 144,53 40,93 1.261,73 20,79 1.285,81 0,81 2,71 -2,43 -0,10 -0,54 13,39 0,00% 187,21 0,00% 187,21 0,00% 0,00% 12,32 12,32 58,88% 361,47% 703,10% 735,50% 12,64% 2444,20% 6826,44% RRN/DRIR% Quota Residui Riscossi% DRR/DRT% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% 0,87% DVR/DVT% VR-(DVT-1) Da Vers. Res./Da Vers. Totale% -0,21% Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale 91,12% 86,81% 0,80% 0,22% 0,63% 98,92% 96,85% 11,36% 0,56% 0,25% 98,95% 99,52% 0,00% 0,00% 0,06% 0,00% 1,07 0,80 0,34 1,15 230 1,91% 78,53% 2,71 5,41 83,36% 11,47% Allegato n. 9 231 Allegato n. 10 232 Allegato n. 11 Importi accertati/Importi contabilizzati 233 Allegato n. 12 234 Allegato n. 13 235 Corte dei Conti Ufficio di controllo sulla gestione dei Ministeri economico finanziari Innovazioni organizzative ed operative introdotte e risultati conseguiti dall’Amministrazione doganale a seguito della realizzazione del mercato interno europeo Indagine programmata dall’Adunanza plenaria della Sezione del controllo con deliberazione n.15/2000 del 10 febbraio 2000 (n.2 Gestioni di Entrata) RELATORE Cons. Luigi MAZZILLO CORRELATORI Cons. Diodoro VALENTE Cons. Renato SPETRINO Collaboratori: Matilde De Rosa, Fabrizio Ferrari, Alberto Toni, Fabio Piccato, Domenico Tondini Roma, 8 agosto 2002 INDICE TABELLE N. 22 Totale dell’attività doganale N. 23 Dipartimento delle Dogane – Entrate tributarie N. 25 Dipartimento delle Dogane – Entrate extratributarie N. 32 Dipartimento delle Dogane – Lotta al contrabbando N. 33 Entrate del C.d.R. 2: Dogane e Imposte Indirette N. 34 Titolo I - Dogane e Imposte Indirette - Attività di accertamento e controllo N. 35 Titolo II - Dogane e Imposte Indirette - Attività di accertamento e controllo. – Totale titoli I e II N. 46 Introiti doganali dal 1992 al 1999 N. 48 Allocazione delle risorse umane sulle “missioni” istituzionali N. 49 Prodotti programmati e consuntivati N. 52 Risultati dell'attività di verifica esterna INTRA nel 1994 e dal 1997 al 2001 N. 53 Risultati dell'attività di verifica esterna PLAFOND, revisioni ed altre verifiche 1997/2001 79 81 84 103 105 106 107 108 120 135 136 137 138 147 148 Tabella n. 22 – Proventi totali dell’attività doganale 1994 PI PD PIC PDC A RC DRC VC DVC RRL DRR Previsioni Iniziali Competenza Previsioni Definitive Competenza Previsioni Iniziali Cassa Previsioni Definitive Cassa 1995 1996 1997 1998 1999 2000 Media 1994-2000 71.397.128 74.427.128 81.487.550 84.691.610 85.634.110 86.970.460 91.251.507 82.265.642 76.247.128 81.648.278 82.237.760 84.134.392 85.726.960 86.146.552 93.530.017 84.238.727 DATI NON PRESENTI NEL S.I. 66.791.610 68.279.110 86.485.460 90.376.507 77.983.172 FINO AL 1996 70.339.892 68.279.110 85.594.141 92.307.017 79.130.040 Accertato 75.029.073 82.663.109 78.245.064 82.312.537 84.092.145 88.612.721 95.120.522 83.725.024 Riscosso Competenza Da Riscuotere Competenza 70.351.432 78.289.334 74.983.239 79.546.154 80.443.796 84.060.029 91.054.623 79.818.372 4.677.641 4.373.775 3.261.825 2.766.384 3.648.350 4.742.553 4.066.024 3.933.793 Versamenti Competenza 68.681.321 76.132.851 73.377.251 77.485.626 78.403.877 81.575.401 88.527.416 77.740.535 Da Versare Competenza Riscosso Residui (lordo da versare) 1.670.110 2.170.817 1.607.030 2.060.544 2.039.927 2.484.630 2.527.084 2.080.020 5.495.587 5.701.236 4.974.570 4.303.864 4.108.384 4.347.819 5.467.492 4.914.136 Da Riscuotere Residui 4.406.315 7.213.406 8.601.472 9.044.315 10.563.657 12.325.392 12.510.158 9.237.817 VR Versamenti Residui 4.149.751 4.113.092 4.879.866 4.206.527 3.655.347 4.232.608 DVR Da Versare Residui 1.345.837 1.588.144 RT DRT Riscosso Totale Da Riscuotere Totale VT Versamenti Totali DVT Da Versare Totale DRT+DVT RET/(RET-1)% VPD/PI% VAA=A/(A-1)% RC/(RC-1)% VC/(VC-1)% DAPI=A-PI DAPI/PI% DA-PD DAPD/PD% RC/A% RRN=RRL-(DVT-1) Riscosso Residui (netto) VC-PIC VC-PDC R=DRIR-(DRT-1) Riaccertamenti DRIR/A% DRIR/Accertato% Quota Residui Riscossi% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% Da Vers. Res./Da Vers. Totale% Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale DRR/DRT% DVR/DVT% VR-(DVT-1) 452.311 115.211 5.286.792 4.360.569 180.992 553.505 75.847.019 83.990.570 79.957.809 83.850.018 84.552.180 88.407.848 96.522.115 84.732.508 9.083.956 11.587.181 11.863.298 11.810.699 14.212.007 17.067.946 16.576.182 13.171.610 72.831.072 80.245.943 78.257.118 81.692.153 82.059.223 85.808.010 93.814.208 82.101.104 3.015.948 3.758.961 1.701.733 2.157.881 2.492.238 2.599.841 2.708.076 2.633.525 16.704.245 19.667.786 19.284.259 15.805.135 119,58% 117,74% 98,05% 0,11% -0,95% 2,50% 102,16% 105,38% 107,34% 101,13% 104,50% 108,32% 101,19% 104,05% 108,52% -1.541.965 1.642.261 -1,80% 1,89% 3.869.015 1.459.383 4,24% 1,96% 1.590.505 -513.702 1,24% -4,86% -2,17% -1,91% 2,86% 1,70% -0,67% 0,00% 0,00% 0,00% 5,31% 0,00% -1,03% 2,14% 0,92% 93,77% -1.634.815 2.466.169 2,63% -1,60% 0 0 0 10.694.016 10.124.767 -4.910.059 -1.849.091 2.008.519 0 0 0 7.145.734 10.124.767 -4.018.740 -3.779.601 1.353.166 94,71% 95,83% 96,64% 95,66% 94,86% 2.685.288 1.215.609 2.602.130 1.950.504 1.855.581 RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno Da Riscuotere Iniziale DRIR=DRR+RRN Riaccertato RRN/DRIR% 97.337 Residui Totali 12.099.904 15.346.143 13.565.031 13.968.580 Variazione Annua Residui Totali% 126,83% 88,39% 102,97% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 6,79% 9,70% 0,92% -0,66% Variazione Annua Accertato% 110,17% 94,66% 105,20% Variazione Annua Risc. Comp.% 111,28% 95,78% 106,09% Variazione Annua Vers. Comp.% 110,85% 96,38% 105,60% Differenza AccertatoPrev. Iniz. 3.631.945 8.235.981 -3.242.486 -2.379.073 DAPI/Prev. Iniz. Comp.% 5,09% 11,07% -3,98% -2,81% Differenza Accert. Prev. Def. -1.218.055 1.014.831 -3.992.696 -1.821.855 DAPD/Prev. Def.% Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa Riscosso Competenza/Accertato% VPDC/PIC% 94.704 95,73% 95,31% 2.867.651 80.988.957 76.199.890 82.148.300 82.393.581 85.915.613 93.922.443 9.898.695 9.817.081 11.646.446 12.514.161 14.180.974 15.377.809 814.739 -1.770.100 -216.852 703.462 -31.033 -1.690.136 11,97% 12,55% 14,15% 14,88% 16,00% 16,17% 27,13% 12,38% 22,34% 15,59% 13,09% 18,65% 48,51% 62,25% 72,50% 76,58% 74,33% 72,21% 75,47% 68,84% 44,62% 42,25% 5,57% 4,51% 18,15% 4,43% 6,68% 18,03% 1.097.144 1.120.905 2.504.794 1.497.466 1.740.370 2.686.952 (dati in milioni di lire) Tabella n. 23 - Dipartimento delle Dogane e II.II.– Entrate tributarie 1994 PI PD PIC PDC A RC DRC VC DVC RRL DRR Previsioni Iniziali Competenza Previsioni Definitive Competenza Previsioni Iniziali Cassa Previsioni Definitive Cassa 1995 1996 1997 1998 1999 2000 Media 1994-2000 68.550.000 71.518.000 78.554.000 81.795.000 83.137.000 84.374.500 88.283.000 79.458.786 73.400.000 78.700.000 79.332.000 81.112.282 83.231.000 83.544.410 90.361.000 81.382.956 DATI NON PRESENTI NEL S.I. 63.895.000 65.782.000 83.889.500 87.458.000 75.256.125 FINO AL 1996 67.443.282 65.782.000 82.992.000 89.188.000 76.351.321 Accertato 71.664.886 79.550.762 75.306.045 79.199.342 80.698.691 85.076.130 90.849.214 80.335.010 Riscosso Competenza Da Riscuotere Competenza 68.078.198 75.665.186 72.834.475 77.083.516 77.928.939 81.444.401 87.770.425 77.257.877 3.586.687 3.885.576 2.471.570 2.115.827 2.769.752 3.821.590 3.078.916 3.104.274 Versamenti Competenza 66.466.402 73.574.317 71.271.084 75.075.927 75.930.874 79.020.473 85.330.134 75.238.458 Da Versare Competenza Riscosso Residui (lordo da versare) 1.611.796 2.105.205 1.564.433 2.007.605 1.998.073 2.423.931 2.440.167 2.021.601 5.207.566 5.410.056 4.685.639 4.094.025 3.830.901 4.063.770 5.158.538 4.635.785 Da Riscuotere Residui 3.728.371 5.092.375 6.131.246 6.012.499 7.239.344 8.332.093 8.436.394 6.424.618 VR Versamenti Residui 3.887.402 3.835.791 4.598.559 4.021.681 3.415.574 3.959.727 5.012.874 4.104.515 DVR Da Versare Residui 1.320.164 1.574.265 RT DRT Riscosso Totale Da Riscuotere Totale VT Versamenti Totali DVT Da Versare Totale DRT+DVT RET/(RET-1)% VPD/PI% VAA=A/(A-1)% RC/(RC-1)% VC/(VC-1)% DAPI=A-PI DAPI/PI% DA-PD DAPD/PD% RC/A% RRN=RRL-(DVT-1) Riscosso Residui (netto) VC-PIC VC-PDC R=DRIR-(DRT-1) Riaccertamenti DRIR/A% DRIR/Accertato% Quota Residui Riscossi% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% Da Vers. Res./Da Vers. Totale% Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale DRR/DRT% DVR/DVT% VR-(DVT-1) 414.600 104.043 145.956 531.208 73.285.764 81.075.242 77.520.114 81.177.540 81.759.840 85.508.171 92.928.962 81.893.662 7.315.059 8.977.951 8.602.816 8.128.326 10.009.097 12.153.683 11.515.310 9.528.892 70.353.805 77.410.107 75.869.643 79.097.608 79.346.448 82.980.199 90.343.007 79.342.974 2.931.960 3.679.470 1.651.513 2.079.949 2.412.673 2.527.974 2.586.124 2.552.809 12.421.770 14.681.657 14.101.434 12.081.701 121,68% 118,19% 96,05% 0,11% -0,98% 2,35% 101,89% 105,42% 106,79% 101,10% 104,51% 107,77% 101,14% 104,07% 107,98% -2.438.309 -2,93% -2.532.309 701.630 2.566.214 0,83% 1.531.719 2,91% 2,68% 876.224 1,32% 488.214 -1.047.946 -2,36% 1,08% -5,07% -2,36% -3,04% 1,83% 0,54% -1,34% 0,00% 0,00% 0,00% 5,55% 0,00% -1,07% 1,98% 0,92% 95,00% - - - 11.180.927 10.148.874 -4.869.027 -2.127.866 2.047.558 - - - 95,12% 96,72% 7.632.644 10.148.874 -3.971.527 -3.857.866 1.421.732 97,33% 96,57% 2.478.096 1.006.169 2.442.511 1.750.953 RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno Da Riscuotere Iniziale DRIR=DRR+RRN Riaccertato RRN/DRIR% 72.343 Residui Totali 10.247.019 12.657.421 10.254.329 10.208.274 Variazione Annua Residui Totali% 123,52% 81,01% 99,55% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 7,08% 10,04% 0,99% -0,83% Variazione Annua Accertato% 111,00% 94,66% 105,17% Variazione Annua Risc. Comp.% 111,14% 96,26% 105,83% Variazione Annua Vers. Comp.% 110,69% 96,87% 105,34% Differenza AccertatoPrev. Iniz. 3.114.886 8.032.762 -3.247.955 -2.595.658 DAPI/Prev. Iniz. Comp.% 4,54% 11,23% -4,13% -3,17% Differenza Accert. Prev. Def. -1.735.114 850.762 -4.025.955 -1.912.940 DAPD/Prev. Def.% Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa Riscosso Competenza/Accertato% VPDC/PIC% 87.080 95,73% 96,61% 96,15% 1.651.097 2.630.564 78.157.617 73.841.686 79.526.043 79.679.173 83.095.500 90.401.157 7.570.471 7.137.415 8.455.010 8.990.297 255.412 -1.840.536 -147.806 861.971 9.983.190 11.066.958 -25.907 -1.086.725 9,52% 9,48% 10,68% 11,14% 11,73% 12,18% 32,73% 14,10% 28,89% 19,48% 16,54% 23,77% 50,97% 56,72% 71,27% 73,97% 72,33% 68,56% 73,26% 66,73% 45,03% 42,79% 5,27% 3,48% 17,18% 4,12% 5,64% 17,64% 903.830 919.089 2.370.168 1.335.626 1.547.053 2.484.900 (dati in milioni di lire) Tabella n. 25 - Dipartimento delle Dogane e II.II. – Entrate extratributarie 1994 PI PD PIC PDC A Previsioni Iniziali Competenza Previsioni Definitive Competenza Previsioni Iniziali Cassa Previsioni Definitive Cassa 1995 1996 1997 2.847.128 2.909.128 2.933.550 2.847.128 2.948.278 1998 1999 2000 Media 19942000 2.896.610 2.497.110 2.595.960 2.968.507 2.806.856 2.905.760 3.022.110 2.495.960 2.602.141 3.169.017 2.855.771 DATI NON PRESENTI NEL S.I. FINO AL 1996 2.896.610 2.497.110 2.595.960 2.918.507 2.727.047 2.896.610 2.497.110 2.602.141 3.119.017 2.778.720 Accertato 3.364.187 3.112.346 2.939.019 3.113.195 3.393.454 3.536.591 4.271.308 3.390.014 Riscosso Competenza Da Riscuotere Competenza 2.273.233 2.624.147 2.148.764 2.462.638 2.514.857 2.615.628 3.284.199 2.560.495 1.090.954 488.199 790.255 650.557 878.597 920.963 987.109 829.519 VC Versamenti Competenza 2.214.919 2.558.534 2.106.167 2.409.699 2.473.003 2.554.929 3.197.282 2.502.076 DVC 58.314 65.613 42.596 52.939 41.854 60.699 RRL Da Versare Competenza Riscosso Residui (lordo da versare) 288.021 291.180 288.931 209.839 277.483 284.049 308.954 278.351 DRR Da Riscuotere Residui 677.943 2.121.031 2.470.227 3.031.816 3.324.313 3.993.299 4.073.764 2.813.199 VR Versamenti Residui 262.348 277.302 281.308 184.846 239.772 272.882 273.919 256.054 DVR Da Versare Residui 25.673 13.878 7.624 24.993 37.711 11.167 RC DRC RT 86.917 35.036 58.419 22.297 Riscosso Totale 2.561.254 2.915.327 2.437.695 2.672.477 2.792.340 2.899.677 3.593.153 2.838.846 Da Riscuotere Totale 1.768.897 2.609.230 3.260.482 3.682.373 4.202.910 4.914.263 5.060.873 3.642.718 VT Versamenti Totali 2.477.267 2.835.836 2.387.475 2.594.545 2.712.775 2.827.811 3.471.201 2.758.130 DVT Da Versare Totale 83.987 79.491 50.220 77.932 79.565 71.867 Residui Totali 1.852.885 2.688.722 3.310.702 Variazione Annua Residui Totali% 145,11% 123,13% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% 1,35% -0,95% Variazione Annua Accertato% 92,51% 94,43% Variazione Annua Risc. Comp.% 115,44% 81,88% Variazione Annua Vers. Comp.% 115,51% 82,32% Differenza AccertatoPrev. Iniz. 517.059 203.218 5.469 3.760.305 4.282.475 4.986.129 5.182.825 3.723.435 113,58% 113,89% 116,43% 103,94% 4,33% -0,05% 0,24% 6,75% 105,93% 109,00% 104,22% 120,77% 114,61% 102,12% 104,01% 125,56% 114,41% 102,63% 103,31% 125,14% DRT DRT+DVT RET/(RET-1)% VPD/PI% VAA=A/(A-1)% RC/(RC-1)% VC/(VC-1)% DAPI=A-PI DAPI/PI% 216.585 896.344 940.631 18,16% 5,56% 1,14% 3,01% 35,96% 35,91% 34,78% 19,22% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,24% 6,87% 1,02% RC/A% RRN=RRL-(DVT-1) Riscosso Residui (netto) VPDC/PIC% VC-PIC VC-PDC 33.259 91.085 897.494 36,23% 1.302.801 583.158 DAPD/Prev. Def.% Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa Riscosso Competenza/Accertato% 164.068 35,90% 1,67% 6,99% DAPD/PD% 7,48% 80.716 DAPI/Prev. Iniz. Comp.% 18,16% Differenza Accert. - Prev. Def. 517.059 DA-PD 0,19% 121.953 934.450 43,89% 21,26% 1.102.291 534.244 0 0 0 -486.911 -24.107 -41.031 278.775 -39.039 0 0 0 -486.911 -24.107 -47.212 78.265 -68.566 67,57% RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno Da Riscuotere Iniziale Riaccertato DRIR=DRR+RRN 84,31% 73,11% 79,10% 74,11% 73,96% 76,89% 207.193 209.440 159.619 199.551 204.485 237.087 2.831.340 2.358.204 2.622.257 2.714.408 2.820.113 3.521.286 2.328.224 2.679.667 3.191.435 3.523.864 4.197.784 4.310.851 559.327 70.436 -69.047 -158.509 -5.126 75,58% R=DRIR-(DRT-1) Riaccertamenti DRIR/A% DRIR/Accertato% 74,81% 91,18% 102,51% 103,84% 118,70% 100,93% RRN/DRIR% Quota Residui Riscossi% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% Da Vers. Res./Da Vers. Totale% Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale 8,90% 7,82% 5,00% 5,66% 4,87% 5,50% 38,33% 81,29% 75,76% 82,33% 79,10% 81,26% 80,50% 74,08% 30,57% 17,46% 15,18% 32,07% 47,40% 15,54% 28,73% 26,71% DRR/DRT% DVR/DVT% VR-(DVT-1) 193.314 201.816 134.625 161.840 193.317 -603.411 202.052 (dati in milioni di lire) Tabella n. 32 - Dipartimento delle Dogane e II.II. – Lotta al contrabbando PD Previsioni Iniziali Competenza Previsioni Definitive Competenza PIC Previsioni Iniziali Cassa PI PDC A RC DRC VC DVC Previsioni Definitive Cassa Accertato 1994 1995 1996 1997 1998 1999 - - - - - - - - Media 19942000 2000 1.800 257 - - - 1.800 257 DATI NON PRESENTI NEL S.I. FINO AL 1996 - - 1.800 450 1.800 450 3.908 3.209 4.569 4.817 - 4.280 3.725 2.291 3.828 Riscosso Competenza 2.890 1.662 3.576 2.797 2.586 3.596 1.467 2.654 Da Riscuotere Competenza 1.018 1.547 993 2.019 1.694 129 824 1.175 Versamenti Competenza 2.523 1.484 3.392 2.715 2.527 3.552 1.327 2.503 367 178 185 83 58 44 140 151 541 814 631 352 289 106 131 409 RRL Da Versare Competenza Riscosso Residui (lordo da versare) DRR Da Riscuotere Residui 1.658 2.659 4.164 5.119 7.034 8.576 8.254 5.352 VR Versamenti Residui 116 389 472 193 289 106 126 242 DVR Da Versare Residui 425 425 159 159 0 0 5 168 3.431 2.476 4.207 3.150 2.875 3.702 1.597 3.063 RT DRT Riscosso Totale Da Riscuotere Totale 2.676 4.206 5.156 7.138 8.728 8.705 9.078 6.527 VT Versamenti Totali 2.640 1.873 3.863 2.907 2.816 3.659 1.453 2.744 DVT Da Versare Totale DRT+DVT RET/(RET-1)% VPD/PI% VAA=A/(A-1)% RC/(RC-1)% VC/(VC-1)% DAPI=A-PI DAPI/PI% DA-PD DAPD/PD% Residui Totali Variazione Annua Residui Totali% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % Variazione Annua Accertato% Variazione Annua Risc. Comp.% Variazione Annua Vers. Comp.% Differenza Accertato-Prev. Iniz. DAPI/Prev. Iniz. Comp.% Differenza Accert. - Prev. Def. 792 603 343 242 59 44 144 318 3.468 4.808 5.500 7.380 8.787 8.749 9.222 6.845 0,00% 3.908 0,00% 3.908 RC/A% DAPD/Prev. Def.% 0,00% Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa 0 Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa 0 Riscosso Competenza/Accertato% 73,95% RRN=RRL-(DVT-1) Riscosso Residui (netto) VPDC/PIC% VC-PIC VC-PDC RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno Da Riscuotere Iniziale Riaccertato DRIR=DRR+RRN 138,66% 114,37% 134,20% 119,05% 99,57% 105,41% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 82,11% 142,37% 105,42% 88,86% 87,03% 61,50% 57,52% 215,13% 78,22% 92,44% 139,06% 40,79% 58,82% 228,48% 80,04% 93,10% 140,54% 37,36% 3.209 0,00% 4.569 0,00% 3.209 4.817 0,00% 4.569 4.280 0,00% 4.817 3.725 0,00% 4.280 0,00% 491 27,27% 3.725 491 3.571 3,90% 3.571 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 27,27% 3,90% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0 0 2.715 2.527 3.552 -473 1.189 0 0 2.715 2.527 3.552 -473 1.189 51,80% 78,27% 58,08% 60,42% 96,54% 64,03% 22 28 9 47 48 87 1.685 3.604 2.806 2.633 3.644 1.554 2.681 4.191 5.128 7.081 8.624 8.340 5 -14 -28 -58 -104 69,01% R=DRIR-(DRT-1) Riaccertamenti DRIR/A% DRIR/Accertato% 83,54% 91,73% 106,47% 165,44% 231,52% 364,08% RRN/DRIR% Quota Residui Riscossi% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% Da Vers. Res./Da Vers. Totale% Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale 0,83% 0,66% 0,17% 0,66% 0,56% 1,04% 61,95% 63,22% 80,75% 71,71% 80,59% 98,52% 90,92% 78,24% 53,66% 70,47% 46,23% 65,84% 0,08% 0,11% 3,21% 34,23% DRR/DRT% DVR/DVT% VR-(DVT-1) -403 -131 -151 47 48 -364 82 (dati in milioni di lire) Tabella n. 33 Entrate del C.d.R. 2: Dogane e Imposte Indirette (Milioni di Lire) PI PD PIC PDC A RC DRC VC DVC RRL DRR VR DVR RT DRT VT DVT DRT+DVT RET-(RET-1)/RET-1% VPD/PI% VAA=A-(A-1) VAA=A-(A-1)/A-1% RC-(RC-1) RC-(RC-1)/RC-1% VC-(VC-1) VC-(VC-1)/VC-1% DAPI=A-PI DAPI/PI% DA-PD DAPD/PD% VPDC/PIC% VC-PIC VC-PDC RC/A% RRN=RRL-(DVT-1) RA=(VT+DVT)-(DVT-1) DRIR=DRR+RRN R=DRIR-(DRT-1) DRIR/A% RRN/DRIR% DRR/DRT% DVR/DVT% VR-(DVT-1) Previsioni Iniziali Competenza Previsioni Definitive Competenza Previsioni Iniziali Cassa Previsioni Definitive Cassa Accertato Riscosso Competenza Da Riscuotere Competenza Versamenti Competenza Da Versare Competenza Riscosso Residui (lordo da versare) Da Riscuotere Residui Versamenti Residui Da Versare Residui Riscosso Totale Da Riscuotere Totale Versamenti Totali Da Versare Totale Residui Totali Variazione Annua Residui Totali% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % Variazione Annua Accertato Variazione Annua Accertato% Variazione Annua Risc. Comp. Variazione Annua Risc. Comp.% Variazione Annua Vers. Comp. Variazione Annua Vers. Comp.% Differenza Accertato-Prev. Iniz. DAPI/Prev. Iniz. Comp.% Differenza Accert. - Prev. Def. DAPD/Prev. Def.% Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa Riscosso Competenza/Accertato% Riscosso Residui (netto) Riscossioni dell'anno Da Riscuotere Iniziale Riaccertato Riaccertamenti DRIR/Accertato% Quota Residui Riscossi% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% Da Vers. Res./Da Vers. Totale% Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale TITOLO I 1999 2000 84.382.000 88.283.000 83.552.410 90.361.000 83.897.000 87.458.000 83.000.000 89.188.000 85.111.547 90.907.470 81.477.280 87.825.695 3.634.267 3.081.774 79.053.350 85.385.528 2.423.931 2.440.167 4.063.770 5.159.577 8.332.093 8.438.395 3.959.727 5.013.715 104.043 145.862 85.541.050 92.985.272 11.966.360 11.520.169 83.013.077 90.399.243 2.527.974 2.586.029 14.494.334 14.106.198 16,68% -2,68% 0,11% -0,98% 2,35% 4.412.856 5.795.923 5,47% 6,81% 3.548.341 6.348.415 4,55% 7,79% 3.122.484 6.332.178 4,11% 8,01% - 2.438.309 729.547 2.624.470 -2,93% 0,86% 2,97% - 2.532.309 1.559.137 546.470 -3,04% 1,87% 0,60% 0,00% -1,07% 1,98% 10.148.866 - 4.843.650 - 2.072.472 10.148.866 - 3.946.650 - 3.802.472 96,57% 95,73% 96,61% 1.651.097 2.631.603 83.128.378 90.457.298 9.983.190 11.069.998 25.906 896.362 11,73% 12,18% 16,54% 23,77% 72,33% 69,63% 73,25% 17,18% 4,12% 5,64% 1.547.054 2.485.741 1998 83.137.000 83.231.000 65.782.000 65.782.000 80.698.691 77.928.939 2.769.752 75.930.866 1.998.073 3.830.901 7.239.344 3.416.301 414.600 81.759.840 10.009.096 79.347.167 2.412.673 12.421.769 TITOLO II 1999 2.595.960 2.602.141 2.595.960 2.602.141 3.536.591 2.615.628 920.963 2.554.929 60.699 284.049 3.993.299 272.882 11.167 2.899.677 4.914.262 2.827.811 71.866 4.986.128 16,43% -0,05% 0,24% 143.137 4,22% 100.771 4,01% 81.926 3,31% 896.344 940.631 35,90% 36,23% 897.494 934.450 35,96% 35,91% 0,00% 0,24% 24.107 41.031 24.107 47.212 74,11% 73,96% 204.484 2.820.112 4.197.783 5.127 118,70% 4,87% 79,10% 81,26% 47,40% 15,54% 193.317 1998 2.497.110 2.495.960 2.497.110 2.497.110 3.393.454 2.514.857 878.597 2.473.003 41.854 277.483 3.324.313 239.772 37.711 2.792.340 4.202.910 2.712.775 79.565 4.282.475 TOTALE 2000 1998 1999 2000 2.969.407 85.634.110 86.977.960 91.252.407 3.169.917 85.726.960 86.154.551 93.530.917 2.899.407 68.279.110 86.492.960 90.357.407 3.099.917 68.279.110 85.602.141 92.287.917 4.325.037 84.092.145 88.648.138 95.232.507 3.288.933 80.443.796 84.092.908 91.114.628 1.036.104 3.648.349 4.555.230 4.117.878 3.201.829 78.403.869 81.608.279 88.587.357 87.104 2.039.927 2.484.630 2.527.271 310.595 4.108.384 4.347.819 5.470.172 4.714.302 10.563.657 12.325.392 13.152.697 275.549 3.656.073 4.232.609 5.289.264 35.046 452.311 115.210 180.908 3.599.528 84.552.180 88.440.727 96.584.800 5.750.406 14.212.006 16.880.622 17.270.575 3.477.378 82.059.942 85.840.888 93.876.621 122.150 2.492.238 2.599.840 2.708.179 5.872.556 16.704.244 19.480.462 19.978.754 17,78% 16,62% 2,56% 6,75% 0,11% -0,95% 2,50% 788.446 4.555.993 6.584.369 22,29% 5,42% 7,43% 673.305 3.649.112 7.021.720 25,74% 4,54% 8,35% 646.900 3.204.410 6.979.078 25,32% 4,09% 8,55% 1.355.630 - 1.541.965 1.670.178 3.980.100 45,65% -1,80% 1,92% 4,36% 1.155.120 - 1.634.815 2.493.587 1.701.590 36,44% -1,91% 2,89% 1,82% 6,92% 0,00% -1,03% 2,14% 302.422 10.124.759 - 4.884.681 - 1.770.050 101.912 10.124.759 - 3.993.862 - 3.700.560 76,04% 95,66% 94,86% 95,68% 238.729 1.855.581 2.870.332 3.527.662 85.948.490 93.984.960 4.953.031 14.180.973 16.023.029 38.769 31.033 857.593 114,52% 16,00% 16,83% 4,82% 13,09% 17,91% 81,98% 74,33% 73,02% 76,16% 28,69% 18,15% 4,43% 6,68% 203.683 1.740.371 2.689.424 Tabella n. 34 Titolo I - Dogane e Imposte Indirette - Attività di accertamento e controllo 2. 1. 2. 2: Accisa e imposta erariale di consumo sugli oli minerali, loro derivati, prodotti analoghi e relative sovrimposte di confine 2000 1998 1999 2000 517.000 358.000 137.000 380.000 134.000 149.000 487.000 358.000 136.000 487.000 134.000 147.000 326.182 270.706 144.523 113.128 125.328 121.824 211.588 145.378 22.698 113.128 124.423 119.537 1.466 905 2.288 17.658 19.047 19.253 1.936.043 2.122.598 1.974.662 17.651 19.023 19.067 7 24 185 130.786 144.375 141.077 2.147.631 2.267.976 1.997.360 - 130.779 143.446 138.604 1.473 929 2.473 - 2.149.104 2.268.905 1.999.833 0,00% 5,57% -11,86% 0,00% -26,50% -62,57% 8,76% 55.476 - 126.183 0,00% -17,01% -46,61% 12.200 3.504 0,00% 10,78% -2,80% 11.295 4.886 0,00% 9,98% -3,93% - - 190.818 87.294 7.523 0,00% -36,91% -24,38% 5,49% -53.818 136.706 4.477 0,00% -14,16% 102,02% -3,00% 0,00% 0,00% -62,57% 8,09% - - 373.872 - 233.577 16.463 - - 373.872 9.577 27.463 0,00% 34,68% 46,30% 84,29% 17.574 18.324 142.902 140.148 2.140.172 1.992.986 7.459 - 274.990 0,00% 790,59% 1379,01% 0,00% 0,82% 0,92% 0,00% 90,15% 93,59% 98,86% 0,00% 0,48% 2,58% 7,48% 17.550 18.138 2. 1. 1. 2: I.V.A. su importazioni (Milioni di Lire) 1998 PI Previsioni Iniziali Competenza PD Previsioni Definitive Competenza PIC Previsioni Iniziali Cassa PDC Previsioni Definitive Cassa A Accertato RC Riscosso Competenza DRC Da Riscuotere Competenza VC Versamenti Competenza DVC Da Versare Competenza RRL Riscosso Residui (lordo da versare) DRR Da Riscuotere Residui VR Versamenti Residui DVR Da Versare Residui RT Riscosso Totale DRT Da Riscuotere Totale VT Versamenti Totali DVT Da Versare Totale DRT+DVT Residui Totali RET-(RET-1)/RET-1% Variazione Annua Residui Totali% VPD/PI% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % VAA=A-(A-1) Variazione Annua Accertato VAA=A-(A-1)/A-1% Variazione Annua Accertato% RC-(RC-1) Variazione Annua Risc. Comp. RC-(RC-1)/RC-1% Variazione Annua Risc. Comp.% VC-(VC-1) Variazione Annua Vers. Comp. VC-(VC-1)/VC-1% Variazione Annua Vers. Comp.% DAPI=A-PI Differenza Accertato-Prev. Iniz. DAPI/PI% DAPI/Prev. Iniz. Comp.% DA-PD Differenza Accert. - Prev. Def. DAPD/PD% DAPD/Prev. Def.% VPDC/PIC% Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % VC-PIC Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa VC-PDC Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa RC/A% Riscosso Competenza/Accertato% RRN=RRL-(DVT-1) Riscosso Residui (netto) RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno DRIR=DRR+RRN Da Riscuotere Iniziale Riaccertato R=DRIR-(DRT-1) Riaccertamenti DRIR/A% DRIR/Accertato% RRN/DRIR% Quota Residui Riscossi% DRR/DRT% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% DVR/DVT% Da Vers. Res./Da Vers. Totale% VR-(DVT-1) Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale 1999 - - - 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% - 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% - 2. 1. 3. 2: Accisa e imposta erariale di consumo su altri prodotti 2. 1. 4. 2: Imposte sui generi di monopolio 1998 1999 57.000 2.000 2.000 56.000 2.000 56.000 103.580 37.362 53.422 4.893 49.456 32.468 53.422 4.415 702 478 1.353 1.560 413.381 479.548 795 1.015 559 545 54.775 6.453 462.837 512.016 54.217 5.430 1.261 1.023 464.098 513.039 10,55% -96,49% -100,00% 66.218 -63,93% 48.529 -90,84% 49.007 -91,74% 46.580 35.362 81,72% 1768,10% 101.580 37.362 5079,00% 0,00% 0,00% -100,00% 2.578 2.415 2.578 4.415 51,58% 13,10% 299 5.192 479.847 17.010 1284,32% 0,06% 89,31% 93,66% 44,33% 53,27% 246 1998 2000 27.320 4.841 22.479 4.250 591 1.217 521.051 657 559 6.058 543.530 4.907 1.150 544.680 6,17% 0,00% 10.042 -26,88% 52 -1,06% 165 -3,74% 27.320 0,00% 27.320 0,00% 0,00% 4.250 4.250 17,72% 194 5.034 521.245 9.229 1907,92% 0,04% 95,86% 48,61% 366 532 532 1 184 1 1 716 1 716 1999 30 30 1 715 1 1 745 1 745 4,05% 0,00% 0,00% 502 -94,36% 0,00% 0,00% 532 30 0,00% 0,00% 532 30 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 1 1 716 2386,67% 0,14% 25,70% 95,97% 0,00% 0,00% 1 2000 1 3 747 2 1 3 747 2 1 748 0,40% 0,00% 29 -96,67% 0,00% 0,00% 1 0,00% 1 0,00% 0,00% 0,00% 3 3 750 5 75000,00% 0,40% 100,00% 100,00% 2 Segue da pagina 106 2. 1. 5. 2: Altri tributi indiretti TITOLO I - TOTALE DOGANE E II.II. (Milioni di Lire) 1998 1999 2000 1998 1999 2000 PI Previsioni Iniziali Competenza 145.000 719.000 360.000 137.000 PD Previsioni Definitive Competenza 70.000 452.000 134.000 149.000 PIC Previsioni Iniziali Cassa 135.000 678.000 360.000 136.000 PDC Previsioni Definitive Cassa 135.000 678.000 134.000 147.000 A Accertato 693.989 385.633 192.914 1.124.283 693.731 364.758 RC Riscosso Competenza 12.716 10.856 8.991 179.266 141.077 135.656 DRC Da Riscuotere Competenza 680.261 375.047 183.922 941.837 552.923 229.099 VC Versamenti Competenza 12.716 9.728 5.863 179.266 138.566 129.650 DVC Da Versare Competenza 1.012 857 3.129 3.180 2.240 6.008 RRL Riscosso Residui (lordo da versare) 3.233 1.645 1.798 22.245 22.253 22.271 DRR Da Riscuotere Residui 2.118.193 2.837.670 2.017.305 4.467.801 5.440.531 4.513.765 VR Versamenti Residui 3.110 1.517 1.005 21.557 21.556 20.731 DVR Da Versare Residui 122 127 793 688 696 1.538 RT Riscosso Totale 15.949 12.501 10.789 201.511 163.330 157.927 DRT Da Riscuotere Totale 2.798.454 3.212.717 2.201.227 5.409.638 5.993.454 4.742.864 VT Versamenti Totali 15.826 11.245 6.868 200.823 160.122 150.381 DVT Da Versare Totale 1.134 984 3.922 3.868 2.936 7.546 DRT+DVT Residui Totali 2.799.588 3.213.701 2.205.149 5.413.506 5.996.390 4.750.410 RET-(RET-1)/RET-1% Variazione Annua Residui Totali% 14,79% -31,38% 10,77% -20,78% VPD/PI% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % -51,72% 0,00% 0,00% -37,13% -62,78% 8,76% VAA=A-(A-1) Variazione Annua Accertato - 308.356 - 192.719 - 430.552 - 328.973 VAA=A-(A-1)/A-1% Variazione Annua Accertato% -44,43% -49,97% -38,30% -47,42% RC-(RC-1) Variazione Annua Risc. Comp. 1.860 1.865 38.189 5.421 RC-(RC-1)/RC-1% Variazione Annua Risc. Comp.% -14,63% -17,18% -21,30% -3,84% 2.988 3.865 40.700 8.916 VC-(VC-1) Variazione Annua Vers. Comp. VC-(VC-1)/VC-1% Variazione Annua Vers. Comp.% -23,50% -39,73% -22,70% -6,43% DAPI=A-PI Differenza Accertato-Prev. Iniz. 548.989 385.633 192.914 405.283 333.731 227.758 DAPI/PI% DAPI/Prev. Iniz. Comp.% 378,61% 0,00% 0,00% 56,37% 92,70% 166,25% DA-PD Differenza Accert. - Prev. Def. 623.989 385.633 192.914 672.283 559.731 215.758 DAPD/PD% DAPD/Prev. Def.% 891,41% 0,00% 0,00% 148,74% 417,71% 144,80% VPDC/PIC% Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% -62,78% 8,09% VC-PIC Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa - 122.284 9.728 5.863 - 498.734 - 221.434 6.350 VC-PDC Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa - 122.284 9.728 5.863 - 498.734 4.566 17.350 RC/A% Riscosso Competenza/Accertato% 1,83% 2,82% 4,66% 15,94% 20,34% 37,19% RRN=RRL-(DVT-1) Riscosso Residui (netto) 511 814 18.385 19.335 RA=(VT+DVT)-(DVT-1) Riscossioni dell'anno 11.095 9.806 159.190 154.991 DRIR=DRR+RRN Da Riscuotere Iniziale Riaccertato 2.838.181 2.018.119 5.458.916 4.533.100 R=DRIR-(DRT-1) Riaccertamenti 39.727 - 1.194.598 49.278 - 1.460.354 DRIR/A% DRIR/Accertato% 735,98% 1046,12% 786,89% 1242,77% RRN/DRIR% Quota Residui Riscossi% 0,02% 0,04% 0,34% 0,43% DRR/DRT% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% 75,69% 88,33% 91,64% 82,59% 90,77% 95,17% DVR/DVT% Da Vers. Res./Da Vers. Totale% 10,76% 12,91% 20,22% 17,79% 23,71% 20,38% VR-(DVT-1) Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale 383 21 17.688 17.795 Tabella n. 35 Titolo II - Dogane e Imposte Indirette - Attività di accertamento e controllo. – Totale titoli I e II (Milioni di Lire) 1998 PI PD Previsioni Iniziali Competenza Previsioni Definitive Competenza PIC PDC A RC DRC VC DVC RRL DRR VR DVR RT DRT VT DVT DRT+DVT RET-(RET-1)/RET-1% VPD/PI% VAA=A-(A-1) VAA=A-(A-1)/A-1% RC-(RC-1) RC-(RC-1)/RC-1% VC-(VC-1) VC-(VC-1)/VC-1% DAPI=A-PI DAPI/PI% DA-PD DAPD/PD% VPDC/PIC% VC-PIC VC-PDC RC/A% RRN=RRL-(DVT-1) RA=(VT+DVT)-(DVT-1) DRIR=DRR+RRN R=DRIR-(DRT-1) DRIR/A% RRN/DRIR% DRR/DRT% DVR/DVT% VR-(DVT-1) TOTALE ATTIVITA' DI ACCERTAMENTO 2. 2. 3: Entrate derivanti dall'attività di TITOLO II - TOTALE DOGANE E E CONTROLLO DOGANE E IMPOSTE controllo e repressione delle irregolarità e II.II. INDIRETTE (TITOLO I + TITOLO II) degli illeciti 2000 1998 1999 2000 1998 1999 2000 1998 1999 2000 321.760 321.760 553.507 321.760 321.760 553.507 1.040.760 681.760 690.507 - 321.760 321.760 553.507 321.760 321.760 553.507 773.760 455.760 702.507 2. 2. 2: Attività di controllo, informazione e repressione violazioni 1999 - - - Previsioni Iniziali Cassa - - Previsioni Definitive Cassa Accertato Riscosso Competenza Da Riscuotere Competenza Versamenti Competenza Da Versare Competenza Riscosso Residui (lordo da versare) Da Riscuotere Residui Versamenti Residui Da Versare Residui Riscosso Totale Da Riscuotere Totale Versamenti Totali Da Versare Totale Residui Totali Variazione Annua Residui Totali% Variazione Prev. Def./Prev. Iniz. % Variazione Annua Accertato Variazione Annua Accertato% Variazione Annua Risc. Comp. Variazione Annua Risc. Comp.% Variazione Annua Vers. Comp. Variazione Annua Vers. Comp.% Differenza Accertato-Prev. Iniz. DAPI/Prev. Iniz. Comp.% Differenza Accert. - Prev. Def. DAPD/Prev. Def.% Var. Cassa Prev. Def./Prev. Iniz. % Diff. Vers. Comp.-Prev. Iniz. Cassa Diff. Vers. Comp.-Prev. Def. Cassa Riscosso Competenza/Accertato% Riscosso Residui (netto) Riscossioni dell'anno Da Riscuotere Iniziale Riaccertato Riaccertamenti DRIR/Accertato% Quota Residui Riscossi% Da Risc. Res./Da Risc. Totale% Da Vers. Res./Da Vers. Totale% Differ. Vers. Res. - Da Vers. Totale 7 7 3 4 - 4 3 1 2 4 4 - 7 3 4 4 - 321.760 - 321.760 3 697.695 3 146.798 - 550.897 2 132.493 1 14.304 1 68.016 - 3.139.214 1 30.776 37.240 4 214.814 - 3.690.111 3 163.269 1 51.544 1 3.741.655 7 1 6 1 -75,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 3 1 -42,86% -25,00% 4 -57,14% 0,00% 1 -33,33% 0,00% 7 4 3 0,00% 0,00% 0,00% 7 4 3 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 3 2 2 3 2 2 100,00% 75,00% 100,00% 1 2 4 1 0,00% 33,33% 0,00% 100,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 0,00% 1 321.760 483.507 321.760 483.507 943.838 1.296.961 260.693 508.308 683.145 788.652 223.348 463.064 37.345 45.245 68.333 77.353 3.659.865 4.378.933 57.460 46.728 10.873 30.625 329.026 585.661 4.343.010 5.167.585 280.808 509.792 48.218 75.870 4.391.228 5.243.455 17,36% 19,41% 0,00% 0,00% 0,00% 246.143 353.123 35,28% 37,41% 113.895 247.615 77,59% 94,98% 90.855 239.716 68,57% 107,33% 375.935 622.078 743.454 116,84% 193,34% 134,32% 375.935 622.078 743.454 116,84% 193,34% 134,32% 0,00% 0,00% 0,00% - 189.267 - 98.412 - 20.443 - 189.267 - 98.412 - 20.443 21,04% 27,62% 39,19% 16.789 29.135 277.482 537.444 3.676.654 4.408.068 - 13.457 65.058 389,54% 339,88% 0,46% 0,66% 85,07% 84,27% 84,74% 72,25% 22,55% 40,37% 5.916 1.490 321.760 321.760 483.507 321.760 321.760 483.507 697.702 943.842 1.296.964 146.805 260.696 508.311 550.897 683.146 788.652 132.496 223.350 463.066 14.308 37.345 45.246 68.016 68.337 77.354 3.139.214 3.659.865 4.378.933 30.776 57.464 46.729 37.240 10.873 30.625 214.821 329.033 585.665 3.690.111 4.343.011 5.167.585 163.272 280.814 509.795 51.548 48.218 75.871 3.741.659 4.391.229 5.243.456 17,36% 19,41% 0,00% 0,00% 0,00% 246.140 353.122 35,28% 37,41% 113.891 247.615 77,58% 94,98% 90.854 239.716 68,57% 107,33% 375.942 622.082 743.457 116,84% 193,34% 134,32% 375.942 622.082 743.457 116,84% 193,34% 134,32% 0,00% 0,00% 0,00% - 189.264 - 98.410 - 20.441 - 189.264 - 98.410 - 20.441 21,04% 27,62% 39,19% 16.789 29.136 277.484 537.448 3.676.654 4.408.069 - 13.457 65.058 389,54% 339,88% 0,46% 0,66% 85,07% 84,27% 84,74% 72,24% 22,55% 40,36% 5.916 1.489 999.760 681.760 619.507 999.760 455.760 630.507 1.821.985 1.637.573 1.661.722 326.071 401.773 643.967 1.492.734 1.236.069 1.017.751 311.762 361.916 592.716 17.488 39.585 51.254 90.261 90.590 99.625 7.607.015 9.100.396 8.892.698 52.333 79.020 67.460 37.928 11.569 32.163 416.332 492.363 743.592 9.099.749 10.336.465 9.910.449 364.095 440.936 660.176 55.416 51.154 83.417 9.155.165 10.387.619 9.993.866 13,46% -3,79% -25,65% -33,15% 1,74% - 184.412 24.149 -10,12% 1,47% 75.702 242.194 23,22% 60,28% 50.154 230.800 16,09% 63,77% 781.225 955.813 971.215 75,06% 140,20% 140,65% 1.048.225 1.181.813 959.215 135,47% 259,31% 136,54% 0,00% -33,15% 1,78% - 687.998 - 319.844 - 26.791 - 687.998 93.844 - 37.791 17,90% 24,53% 38,75% 35.174 48.471 436.674 692.439 9.135.570 8.941.169 35.821 - 1.395.296 557,87% 538,07% 0,39% 0,54% 83,60% 88,04% 89,73% 68,44% 22,62% 38,56% 23.604 16.306 Tabella n. 46 Introiti doganali dal 1992 al 1999 (Accertamenti in migliaia di lire) 1992 Imposte e sovrimposte soppresse nel 1993 (*) 1.039.626.486 1993 1994 1995 1996 1997 3.554.561 6.864.640 1.803.683 6.914.416 1998 10.661 16.742 1999 1999/1992 32.294 0,00 Sovrimposta di confine sugli oli minerali 575.881.476 317.796.016 237.018.462 302.597.928 258.771.394 225.286.974 264.133.628 210.065.005 36,48 Sovrimposta di confine sui gas petroliferi liquefatti 368.875.853 327.726.338 323.020.205 424.266.026 471.008.780 235.840.357 131.819.206 142.557.714 38,65 38.208.873 39.962 1.639 10.993 3.960 2.423 15.839 116 0,00 Sovrimposta di confine apparecchi di accensione e fiammiferi Altre sovrimposte di confine (compreso diritto erariale spiriti) 292.554.954 42.085.873 27.000.012 19.815.552 15.806.078 13.491.694 16.746.603 14.803.959 5,06 30.586.970.554 25.327.198 11.988.675.625 23.716.367 13.036.584.507 15.933.097 14.411.357.232 15.445.938 13.681.304.492 22.053.004 15.231.579.241 17.134.768 15.453.989.214 12.500.857 16.624.137.965 9.842.744 54,35 38,86 1.818.757.541 1.800.389.430 1.955.318.073 2.372.218.278 1.912.492.799 2.303.957.940 2.492.514.069 2.518.299.843 7.789.715 9.254.827 7.548.503 7.687.122 5.368.951 Totale per conto amministrazioni diverse dallo Stato Tasse e diritti marittimi Interessi di mora 69.285.648 65.453.040 63.545.212 73.350.559 228.823.736 61.188.706 75.995.024 262.921.474 33.767.469 84.972.969 327.495.753 32.775.357 73.305.260 319.215.051 33.583.154 75.883.074 326.996.967 31.646.574 74.823.972 338.271.418 23.840.297 73.100.275 333.928.551 19.441.001 105,51 510,18 30,59 Tasse, imposte sui consumi, diritti ecc. 59.344.870 49.222.127 44.732.681 33.374.414 31.368.729 24.297.858 21.136.315 22.209.120 37,42 9.947.360 349.180.862 10.105.140 436.252.270 9.523.997 242.529.657 7.795.507 153.649.941 15.522.757 88.616.753 11.994.992 1.878.028 8.541.798 1.118.299 7.820.505 837.988 78,62 0,24 35.370.749.642 15.372.181.537 16.278.759.440 18.195.266.695 16.935.335.580 18.520.303.142 18.885.714.383 20.004.033.906 56,56 Imposta sul valore aggiunto relativo alle importazioni Entrate eventuali e diverse Dazi TDC (non destinati a S. Marino) Dazi CECA (non destinati a S. Marino) Dazi destinati a S. Marino Proventi derivanti da sanzioni o confische Altro Totale generale degli introiti delle Dogane 14.148.846 6.152.745 38.586.044 7.660.082 17.884.596 9.072.230 (*) Imposta sul consumo del caffè, Imposta sul consumo del cacao e derivati, Imposta sul consumo delle banane e derivati e Sovrimposta di confine prodotti audiovisivi e cine-foto-ottici 138,46 0,00 116,46 Tabella n. 48 - Allocazione delle risorse umane sulle “missioni” istituzionali Attività indirette RISORSE UMANE 1998 1997 Missioni istituzionali Servizi D62 Servizio di supporto alla struttura 02 Servizi generali e gestione dei fattori che concorrono all'erogazione dei servizi D63 Formazione D64 Gestione risorse umane D65 Acquisizione e gestione risorse finziarie e beni/servizi D66 Acquisizione e gestione servizi hw e sw D67 Acquisizione e gestione risorse finziarie e beni/servizi TOTALE D41 Controlli ispettivi D60 Pianificazione programmazione consuntivazione e controllo D14 Sviluppo dei sistemi manageriali D61 Indirizzo e coordinamento 03 Servizi professionali e di indirizzo, coordinamento e controllo Piano Consuntivo Differenza % Piano Consuntivo Differenza % Piano Consuntivo 1.939 1.957 175 674 143 665 630 596 0,91 1.574 -18,13 522 -1,39 521 TOTALE Totale attività indirette 229 470 -33,43 -3,09 197 195 -1,02 145 137 -5,52 240 -4,20 2.723 1,04 191 246 2.646 182 2,50 -2,83 -4,71 230 225 -2,17 408 383 -6,13 154 63 138 54 -10,39 -14,29 -1,22 3.218 10,44 193 3.083 195 3.560 220 238 229 -3,94 189 529 559 5,68 41 41 1,53 57 48 -15,66 4.696 344 485 152 3.604 199 1.092 4,34 155 7,10 -19,48 227 527 Differenza % 1.369 -1,94 446 199 22 8,45 1.312 470 -5,38 186 28 1.707 -56,51 1,15 5,38 D15 Indirizzo e coordinamento per la gestione dei tributi D16 Indirizzo e coordinamento in materia di prevenzione e repressione delle violazioni agli obblighi tributari D17 Indirizzo e coordinamento in materia di prevenzione e repressione delle attività illegali o pericolose D12 Rapporti internazionali ed attività normativa relativa alla gestione dei tributi D67 Rapporti internazionali D68 Attività connessa alla produzione normativa D69 Rapporti internazionali ed attività normativa relativi alla prevenzione e alla repressione delle attività illegali o pericolose D13 Rapporti internazionali ed attività normativa in materia di gestione del personale ed organizzazione degli uffici D59 Servizi professionali indirizzo e coordinamento in materia tecnico-amministrativa D80 Innovazione organizzativa 1999 183 -3,17 14 26 85,71 299 298 -0,33 126 111 -11,90 73 71 -2,74 38 36 -5,26 24 30 25,00 18 19 5,56 10 11 10,00 12 11 -8,33 29 29 0,00 1.120 2,54 1.025 1.020 -0,49 1.046 982 -6,12 4.679 -0,35 4.243 4.103 -3,30 3.769 3.628 -3,74 Attività dirette 1997 Missioni istituzionali Servizi 1998 1999 Piano Consuntivo Differenza % Piano Consuntivo Differenza % Piano Consuntivo Differenza % RISORSE UMANE 04 Gestione dei tributi D02 Attività connessa all'amministrazione ordinaria delle imposte doganali D03 Rettifiche e rimborsi in materia doganale D04 Riscossioni in dogana ( non rientranti nello sdoganamento) D06 Restituzioni all'esportazione ed alla produzione D22 Amministrazione ordinaria delle imposte sulla produzione e sui consumi TOTALE D05 Accertamenti e verifiche in materia doganale D07 Contenzioso in materia di imposte doganali 05 D08 Tutela e contrasto delle Prevenzione frodi in materia doganale e repressione D09 Presidio valichi di frontiera delle D23 Accertamenti e verifiche delle imposte sulla prodozione violazioni e sui consumi agli obblighi D24 Contenzioso in materia di imposte sulla produzione e sui consumi tributari D27 Lotta alle frodi in materia di produzione e consumo D31 Attività connessa all'analisi chimica e merceologica 83 100 20,64 74 53 -28,38 234 261 11,37 202 261 127 134 6,00 200 181 527 7.349 636 7.030 20,77 1.114 -4,33 7.275 1.304 1.013 -22,29 1.636 443 419 -5,46 404 435 589 520 -11,60 872 717 894 1.057 18,20 745 776 2.101 1.911 -9,02 1.573 1.274 275 242 444 450 -7,51 5.685 -11,88 5.241 -7,81 4.167 3.903 -6,34 69 56 -18,84 29,21 292 323 10,62 -9,50 173 155 -10,40 1.229 6.965 10,32 1.102 -4,26 5.803 1.174 5.611 6,53 -3,31 1.467 -10,33 2.737 2.421 -11,55 296 304 2,70 -17,78 1.643 1.556 -5,30 1.451 -10,21 7,67 4,16 -19,01 1.616 248 245 -1,21 106 93 -12,26 51 61 19,61 93 98 5,38 373 347 -6,97 391 367 -6,14 -7,22 5.902 5.322 -9,83 6.882 6.290 -8,60 1,35 6.049 5.612 345 361 4,62 455 450 -1,10 451 478 5,99 D21 Informazione ed assistenza in materia di imposte sulla produzione e sui consumi 174 219 25,96 230 240 4,35 227 220 -3,08 519 580 11,78 685 690 0,73 678 698 2,95 48 48 Totale attività dirette 13.964 TOTALE GENERALE 18.660 Incidenza indirette su totale 25,16 74,84 Incidenza dirette su totale 68 68 13.291 17.970 26,04 73,96 42,81 42,81 -4,82 13.862 -3,70 18.105 23,44 76,56 12.977 17.080 24,02 75,98 -6,38 13.363 -5,66 17.132 22,00 78,00 12.599 16.227 22,36 77,64 -5,72 -5,28 TOTALE 09 Altre attività dirette, servizi e investimenti di supporto alle altre amm. pubbliche 5.899 D01 Informazione ed assistenza in materia doganale TOTALE 06 Servizi ai cittadini ed alle imprese 6.378 D25 Supporto alle altre amm. pubbliche TOTALE La Tabella 49 riassume i “prodotti” programmati e consuntivati per le stesse annualità. Non sono effettuate in questa sede analisi sostanziali, notandosi soltanto una particolarità in tema di parametri di misura, peraltro soggetti in genere a consistenti modifiche nel tempo, dove lo scostamento del numero di dipendenti assistiti e gestiti è stato solo a volte ritenuto non significativo. Tabella n. 49 – Prodotti programmati e consuntivati PRODOTTI 1998 1997 Missioni istituzionali Attività indirette Servizi Parametro di misura D62 Servizio di supporto alla struttura Dipendenti gestiti 02 Servizi generali e gestione dei fattori che concorrono all'erogazione dei servizi D63 Formazione Dipendenti gestiti D64 Gestione risorse umane Dipendenti gestiti D65 Acquisizione e gestione risorse Somme gestite L/mil. finziarie e beni/servizi D66 Acquisizione e gestione servizi hw Procedure in esercizio e sw D67 Acquisizione e gestione risorse finziarie e beni/servizi Piano Consuntivo Diff. % Parametro di misura 10.261 10.261 10.261 10.042 10.042 10.042 953.000 969.500 1.923 1.811 Consuntivo Diff. % N.S. Nr. dipendenti assistiti N.S. Nr. Partecipanti N.S. Nr. dipendenti gestiti 10.221 4.646 10.221 1,73 Nr. titoli emessi 77.372 74.258 5.500 5.500 -5,82 Nr. Postazioni di lavoro gestite Parametro di misura 9.835 -3,78 Nr. dipendenti assistiti 3.872 -16,66 Nr. partecipanti ai corsi 9.835 -3,78 Nr. dipendenti gestiti -4,02 Nr. Contratti N.S. N. postazioni di lavoro gestite Piano Consuntivo Diff. % 10.135 3.829 10.135 10.239 5.810 10.239 N.S. 51,74 N.S. 7.940 8.052 1,41 6.918 6.918 N.S. 59.237 68.950 16,40 D41 Controlli ispettivi D60 Pianificazione programmazione consuntivazione e controllo D14 Sviluppo dei sistemi manageriali Nr. Uffici dipendenti 460 460 N.S. Nr. Uffici dipendenti 460 460 N.S. Nr. uffici dipendenti 460 460 N.S. Nr. Dipendenti gestiti 10.261 10.042 N.S. Nr. Uffici dipendenti 460 460 N.S. Nr. Dipendenti gestiti 10.261 10.042 N.S. Nr. dipendenti assistiti 460 _ 9.835 N.S. Nr. uffici dipendenti D61 Indirizzo e coordinamento 460 _ 10.221 N.S. Nr. uffici dipendenti 460 460 N.S. Nr. Uffici dipendenti 235 235 N.S. Nr. Uffici dipendenti 235 235 N.S. Nr. Uffici dipendenti 194 194 N.S. Nr. Riunioni e incontri 120 381 217,50 778 -23,20 Nr. Riunioni e incontri 125 153 Nr. Riunioni e incontri 30 Nr. Riunioni e incontri 24 28 460 460 N.S. _ _ - - - 1.100.000 1.162.709 80.000 104.896 5,70 31,12 Nr. Titoli emessi Gestito a progetto D15 Indirizzo e coordinamento per la gestione dei tributi D16 Indirizzo e coordinamento in materia di prevenzione e repressione delle violazioni agli obblighi tributari D17 Indirizzo e coordinamento in materia di prevenzione e repressione delle attività illegali o pericolose D12 Rapporti internazionali ed attività normativa relativa alla gestione dei tributi 03 Servizi professionali e di indirizzo, coordinamento e controllo 1999 Piano D67 Rapporti internazionali Riunioni, incontri e relazioni D68 Attività connessa alla produzione normativa Circolari e risoluzioni D69 Rapporti internazionali ed attività normativa relativi alla prevenzione e alla repressione delle attività illegali o pericolose D13 Rapporti internazionali ed attività normativa in materia di gestione del personale ed organizzazione degli uffici D59 Servizi professionali indirizzo e coordinamento in materia tecnicoamministrativa D80 Innovazione organizzativa Gestito a progetto Pareri su istituzionie e modifica depositi fiscali e oli minerali Licenze rilasciate 706 1.013 913 29,32 22,40 136 353,33 16,67 Nr. uffici dipendenti - - 2.521 81.318 2.776 103.464 - Gestito a progetto 10,12 Nr. autorizzazioni rilasciate 27,23 Licenze rilasciate 13.299 91.023 Gestito a progetto 13.226 -0,55 Nr. Registrazioni (nr. 78.293 -13,99 Nr. Dichiarazioni righe) PRODOTTI 1998 1997 Missioni istituzionali Servizi Parametro di misura Piano Consuntivo Diff. % Parametro di misura Piano 1999 Consuntivo Diff. % Parametro di misura Piano Consuntivo Diff. % Attività dirette D02 Attività connessa all'amministrazione ordinaria delle imposte doganali Elementi desumibili dagli elenchi riepilogativi di IVA intracomunitaria (righe dettaglio) Bollette doganali D03 Rettifiche e rimborsi in materia doganale D04 Riscossioni in dogana ( non rientranti nello sdoganamento) 04 Gestione dei tributi D06 Restituzioni all'esportazione ed alla produzione 17.533.574 10.134.481 17.450.935 11.361.091 82.284 84.375 Riliquidazione bollette doganali 39,46 Versamenti in tesoreria 56.514 85.837 Decreti di restituzione 25.000 26.299 5,20 Decreti di restituzione 41.320 43.395 Verbali di accertamento Verbali di verifica Verbali di accertamento D23 Accertamenti e verifiche delle Verbali di inventario imposte sulla prodozione e sui consumi Verbali di controllo Verbali di verifica di 1° impianto e verifiche suppletive Verbali di accertamento violazioni e di D24 Contenzioso in materia di imposte liquidazione penalità sulla produzione e sui consumi Ricorsi 1.228 2.521 81.318 22.640 19.700 7.570 5.043 293 977 -20,44 2.776 103.464 10,12 Nr. autorizzazioni rilasciate 27,23 Licenze rilasciate 29.550 30,52 20.667 4,91 Nr. verbali di verifica 4.307 -43,10 Nr. Ricorsi 11.189 121,87 Nr.verbali di accertamento 988 237,20 Nr. controlli Pareri tecnici 06 Servizi ai cittadini ed alle imprese D21 Informazione ed assistenza in materia di imposte sulla produzione e sui consumi 09 Altre attività dirette, servizi e investimenti di supporto alle altre amm. pubbliche 637 -4,07 Nr. D.A.A. vistati 13.299 91.023 13.226 -0,55 Nr. Registrazioni (nr. 78.293 -13,99 Nr. Dichiarazioni 26.000 27.557 1.461 1.302 -10,88 Nr. Ricorsi definiti 14.500 20.650 889 864 42,41 Nr. Controlli feoga -2,81 Nr. Verbali di violazioni 7.292 -51,00 Nr. segnalazioni frodi 176.994 217.396 22,83 627 796 26,95 145.843 123.983 -14,99 amministrativa 85.576 82.467 5.662 82.954 6.062 45.567 15.097 5.910 4,38 Nr. verbali 72.341 2.348 righe) 5,99 Nr. verbali di verifica 637.979 70,20 Nr. ore apertura valico Nr.verbali di verifica tecnico Nr. Quietanze (bollette a pronta riscossione + A98) 5,02 Nr. decreti di restituzione emanati 14.882 Nr. verbali di verifica tecnico -3,63 amministrativa Nr. Verbali di determinazione della produzione 103.601 95.092 -8,21 8.100 10.010 23,58 impianto e suppletive 46.000 56.814 23,51 Nr.Verbali di verifica di 1° 7.586 25,14 impianto e verifiche suppletive 49.016 7,57 Nr. verbali di accertamento 9.187 -39,15 Nr. ricorsi 76.835 6,21 Certificati di analisi 1.759 -25,09 Pareri tecnici 350 8.962 Nr. verbali di verifica di primo 871 148,86 Nr. ricorsi definiti 7.603 -15,16 Nr. richiesta di mutua assistenza 61.171 61.141 1.400 1.311 -0,05 Nr. certificati di analisi -6,36 Nr. pareri tecnici Nr. Documenti rilasciati ( certificati e duplicati) Elementi desumibili dagli elenchi riepilogativi IVA intracom. (righe dettaglio) + bollette doganali 27.668.055 28.506.048 Codici accisa gestiti 84.974 Interventi effettuati 4.632 Pareri 7.181 20.000.000 18.897.808 8.300.000 10.524.459 90.000 -5,51 26,80 50.958 -43,38 660.000 866.608 31,30 41.400 37.326 -9,84 390.000 490.207 25,69 1.100.000 1.162.709 80.000 104.896 5,70 31,12 32.000 34.774 8,67 6.800 9.760 43,53 1.020 1.017 -0,29 26.000 11.931 -54,11 12.762 13.777 7,95 80.248 98.291 22,48 9.517 12.443 30,74 96.666 16,53 N. verbali (obiettivo ripianificato con D.n. 10149 del 2-12-98) Certificati di analisi 664 51,89 374.849 D27 Lotta alle frodi in materia di produzione e consumo D01 Informazione ed assistenza in materia doganale Nr. Esoneri cauzionali concessi, confermati, revocati e rigettati -4,80 Nr. righe dettaglio INTRA -6,10 Nr. Bollette perfezionate 54.061 -23,86 Nr. riliquidazione bollette 62.950 D07 Contenzioso in materia di imposte doganali Ricorsi Verbali di accertamento a seguito di informazioni di mutua assistenza D08 Tutela e contrasto delle frodi in materia doganale Controlli operatori su rimborsi FEOGA Informazioni di mutua assistenza diramate D09 Presidio valichi di frontiera Ore apertura valico D31 Attività connessa all'analisi chimica e merceologica 71.000 45.139 Licenze rilasciate 05 Prevenzione e repressione delle violazioni agli obblighi tributari Riliquidazione bollette 2,54 doganali 19.259.761 18.335.976 11.236.770 10.551.358 Versamenti in tesoreria Concessioni esoneri D22 Amministrazione ordinaria delle cauzionali/autorizzazioni imposte sulla produzione e sui consumi Pareri su istituzionie e modifica depositi fiscali e oli minerali D05 Accertamenti e verifiche in materia doganale -0,47 N. righe dettaglio 12,10 N. bollette perfezionate 84.936 3,03 Nr. Documenti rilasciati (certificati e duplicati) Nr. bollette perfezionate 100 88 -12,00 Nr. Righe di dettaglio INTRA 12.000 9.079 -24,34 6.500 6.301 -3,06 70.000 65.212 -6,84 1.100 867 -21,18 85.000 145.023 8.300.000 10.524.459 20.000.000 18.897.808 70,62 26,80 -5,51 -0,04 6.146 32,69 Nr. Codici ditta gestiti D25 Supporto alle altre amm. pubbliche 12.865 79,15 193 208 N.S. Nr. codici ditta gestiti 225.000 230.631 N.S. Tabella n. 52 Risultati dell'attività di verifica esterna INTRA nel 1994 e dal 1997 al 2001 C.d.R. 2 livello Ancona Bari Bologna Bolzano Cagliari Firenze Genova Milano Napoli Palermo Roma Torino Trieste Venezia TOTALE C.d.R. 2 livello n. controlli 513 223 942 512 123 716 584 3.412 348 451 553 1.020 295 1.064 10.756 n. controlli MDA MDA n. n. rend.to rend.to controlli rend.to rend.to controlli compl.vo unitario compl.vo unitario 1994 1997 3300 6,43 425 802 1,89 585 500 2,24 464 949 2,05 548 1.500 1,59 1.248 9.039 7,24 1.936 17.000 33,20 874 41.021 46,93 1.143 1500 12,20 173 580 3,35 257 2.200 3,07 934 6.607 7,07 1.240 1.800 3,08 478 8.047 16,83 675 5.900 1,73 2.063 93.899 45,52 2.825 5.300 15,23 491 8.497 17,31 729 3.200 7,10 378 7.388 19,54 625 27.100 49,01 977 7.512 7,69 1.356 4.500 4,41 1.925 5.504 2,86 2.627 600 2,03 315 2.720 8,63 616 3.200 3,01 1.680 1.672 1,00 2.189 77.600 7,21 12.425 194.237 15,63 17.351 MDA rend.to rend.to compl.vo unitario 2001 1998/1997 MDA rend.to rend.to compl.vo unitario 1998 2.970 5,08 9.752 17,80 72.158 37,27 117.810 103,07 1.554 6,05 9.569 7,72 3.943 5,84 11.647 4,12 3.482 4,78 7.094 11,35 5.046 3,72 18.116 6,90 1.286 2,09 1.054 0,48 265.481 15,30 MDA n. rend.to rend.to controlli compl.vo unitario 1999 20.944 33,56 738 2.996 4,69 739 125.588 59,27 1.769 52.362 36,80 1.357 4.307 14,95 304 4.534 3,34 1.367 27.003 34,05 1.092 26.436 7,89 3.253 4.224 4,98 1.020 6.552 10,14 920 11.040 7,04 1.703 40.678 13,81 2.325 903 1,31 745 3.127 1,30 2.117 330.694 16,78 19.449 n. controlli 624 639 2.119 1.423 288 1.356 793 3.351 848 646 1.568 2.945 691 2.411 19.702 VARIAZIONE % RISPETTO ALL'ANNO PRECEDENTE 1999/1998 2000/1999 Ancona 817 34.720 42,50 37,65 270,32 169,04 6,67 605,19 Bari 851 13.698 16,10 18,10 927,61 770,09 16,61 - 69,28 Bologna 1.651 52.639 31,88 55,13 698,30 414,60 9,45 74,05 Bolzano 1.515 71.500 47,19 30,78 187,19 119,60 24,50 - 55,55 Cagliari 318 10.651 33,49 48,55 167,93 80,36 12,06 177,16 Firenze 1.283 10.384 8,09 32,76 44,83 9,09 9,35 - 52,62 56,67 0,81 99,07 Genova 1.088 49.345 45,35 41,21 - 51,00 - 65,30 17,48 584,83 482,93 37,70 33,04 Milano 3.471 98.229 28,30 36,94 - 87,60 - 90,94 18,62 126,98 91,35 2,92 125,59 Napoli 1.112 14.848 13,35 48,47 - 59,02 - 72,40 16,32 949 15.542 16,38 65,34 - 3,98 - 41,93 3,36 Roma 1.864 65.003 34,87 38,79 - 32,83 - 51,60 15,63 Torino 2.439 52.980 21,72 36,47 229,14 141,19 Palermo Trieste Venezia TOTALE - 561,11 18,27 6,14 73,65 15,65 258,74 59,01 - 64,30 - 147,32 - 21,31 16,52 4,64 5,56 - - 63,92 2001/2000 - 22,72 - 53,45 - 10,26 10,70 56,19 41,09 210,20 15,16 27,45 10,67 6,67 16,18 24,48 56,78 - 28,69 11,64 11,26 55,90 4,61 431,22 407,83 - 0,34 97,47 - 6,14 15,05 22,58 3,38 - 0,37 37,35 37,86 6,70 64,71 54,36 132,39 4,29 20,28 164,99 120,30 9,02 10,64 42,41 209,63 117,41 3,15 118,79 89,21 8,61 376,23 338,48 9,45 23,64 12,96 12,11 124,54 100,30 51,15 4,90 237,71 221,93 - 7,64 - - - 21,05 37,40 - 61,43 - 729 3.112 4,27 95,56 - 52,72 - 75,82 12,18 - 29,78 7,81 136,21 119,09 - 2,15 2.040 8.941 4,38 30,30 - 36,96 - 51,62 10,14 196,68 169,36 - 12,19 278,16 330,67 - 3,64 20.127 501.594 24,92 39,65 36,68 - 13,55 24,56 9,70 - 1,28 9,72 11,15 2,12 MDA rend.to rend.to compl.vo unitario 2000 22.229 30,12 10.748 14,54 45.310 25,61 64.261 47,36 2.005 6,60 9.026 6,60 35.926 32,90 59.638 18,33 11.193 10,97 20.287 22,05 52.576 30,87 15.688 6,75 2.133 2,86 11.825 5,59 362.845 18,66 3,49 32,65 - 23,39 21,68 - 45,90 - 24,39 38,24 25,73 49,10 - 21,54 33,58 MDA lire milioni Tabella n. 53 Risultati dell'attività di verifica esterna PLAFOND, revisioni ed altre verifiche 1997/2001 C.d.R. 2 livello n. controlli rend.to compl.vo 1997 MDA rend.to unitario n. controlli MDA rend.to unitario rend.to compl.vo 1998 n. controlli MDA rend.to rend.to compl.vo unitario 1999 MDA rend.to rend.to compl.vo unitario 2000 n. controlli n. controlli MDA rend.to rend.to compl.vo unitario 2001 Ancona 205 301 1,47 441 992 2,25 577 8.597 14,90 582 7.203 12,38 675 4.711 6,98 Bari 272 222 0,82 347 587 1,69 652 1.504 2,31 865 580 0,67 479 6.696 13,98 Bologna 1.071 4.229 3,95 1.084 17.069 15,75 1.177 16.551 14,06 1.318 13.737 10,42 1.393 20.437 14,67 Bolzano 214 140 0,65 310 3.887 12,54 499 6.032 12,09 604 2.723 4,51 540 6.373 11,80 Cagliari 72 9.049 125,68 89 2 0,02 108 1.112 10,30 118 239 2,03 112 552 4,93 Firenze 995 9.429 9,48 991 12.696 12,81 1.327 9.719 7,32 1.460 11.130 7,62 1.504 7.596 5,05 Genova 289 5.119 17,71 480 2.480 5,17 677 5.286 7,81 938 9.888 10,54 935 5.709 6,11 Milano 1.419 17.962 12,66 1.958 19.464 9,94 2.846 29.509 10,37 2.772 41.674 15,03 2.791 37.788 13,54 Napoli 413 5.176 12,53 727 1.035 1,42 1.398 4.069 2,91 1.559 6.145 3,94 1.405 18.666 13,29 Palermo 196 131 0,67 246 1.946 7,91 705 1.104 1,57 450 541 1,20 1.164 2.058 1,77 Roma 405 6.755 16,68 1.069 16.917 15,83 1.560 21.926 14,06 1.978 24.782 12,53 1.543 36.930 23,93 Torino 1.447 4.490 3,10 1.285 5.760 4,48 1.474 8.168 5,54 2.045 22.731 11,12 2.075 24.295 11,71 Trieste 191 9.576 50,14 376 1.228 3,27 629 3.751 5,96 1.160 4.830 4,16 1.184 7.128 6,02 Venezia 637 46.144 72,44 784 10.637 13,57 1.512 6.978 4,62 1.567 25.305 16,15 1.820 30.135 16,56 7.826 118.723 15,17 10.187 8,21 17.416 171.507 9,85 17.620 209.074 11,87 TOTALE C.d.R. 2 livello Ancona Bari Bologna Bolzano Cagliari Firenze Genova Milano Napoli Palermo Roma Torino Trieste Venezia TOTALE 115,12 27,57 1,21 44,86 23,61 0,40 66,09 37,98 76,03 25,51 163,95 11,20 96,86 23,08 1998/1997 229,57 164,41 303,62 2.676,43 99,98 34,65 51,55 8,36 80,00 1.385,50 150,44 28,29 87,18 76,95 - 30,17 - 20,23 - 53,20 107,26 298,78 1.816,63 99,98 35,19 70,83 21,47 88,64 1.083,57 5,12 44,46 93,49 81,27 30,84 87,90 8,58 60,97 21,35 33,91 41,04 45,35 92,30 186,59 45,93 14,71 67,29 92,86 38,72 48,63 94.700 9,30 15.141 124.306 VARIAZIONE % RISPETTO ALL'ANNO PRECEDENTE 1999/1998 2000/1999 766,63 562,37 0,87 16,21 156,22 36,36 32,67 61,44 3,03 10,70 11,98 17,00 55,18 3,59 21,04 54,86 55.500,00 45.718,52 9,26 78,51 23,45 42,83 10,02 14,52 113,15 51,12 38,55 87,06 51,61 4,30 2,60 41,22 293,14 104,44 11,52 51,02 43,27 80,20 36,17 51,00 29,61 11,18 26,79 13,03 41,81 23,62 38,74 178,29 205,46 82,59 84,42 28,77 34,40 65,98 3,64 262,64 31,26 - 11,69 15,03 37,97 16,93 70,93 25,88 62,71 80,33 4,09 35,01 44,99 35,42 23,23 10,86 100,59 30,18 249,91 19,95 - 15,98 44,62 5,69 10,60 5,08 3,01 0,32 0,69 9,88 158,67 21,99 1,47 2,07 16,15 2001/2000 34,60 1.054,48 48,77 134,04 130,96 31,75 42,26 9,32 203,76 280,41 49,02 6,88 47,58 19,09 43,61 1.984,82 40,76 161,78 143,34 33,75 42,08 9,94 237,05 47,06 91,03 5,34 44,59 2,53 1,17 21,90 20,49 - - MDA lire milioni