Screening del carcinoma del collo dell’utero: informazioni essenziali INTRODUZIONE: Il tumore (o cancro o carcinoma) del collo dell’utero, che comprende esocervice e endocervice (fig 1) è una delle più comuni neoplasie delle donne, al di sotto dei 50 anni. Figura1: anatomia In Europa i nuovi casi di carcinoma invasivo (quello più grave) sono ogni anno circa 75.000 con quadi 30.00 morti. In Italia ogni anno si verificano 3.500 nuovi casi con circa 1.500 morti. Il carcinoma del collo dell’utero si può prevenire in quanto si sviluppa lentamente: la storia naturale è calcolata intorno ai 10 anni e passa attraverso fasi iniziali dette precancerose sulle quali è facile intervenire se diagnosticate precocemente. IL mezzo migliore per prevenire il tumore del collo dell’utero è un esame semplice e innocuo, indolore e poco costoso: lo striscio cervicovaginale o PapTest. E’ detto striscio cervicovaginale perché si ottiene strisciando su un vetrino le cellule della superficie del collo dell’utero (che è detto anche cervice) dopo averle prelevate con strumenti inseriti in vagina (fig 2) Figura 2: prelievo di cellule eso e endocervicali Se individuate precocemente con il PT le lesioni si possono curare facilmente, senza compromettere la fertilità della donna. Per la prevenzione, la situazione migliore è quella di effettuare un PapTest nell’ambito di un Programma di Screening di popolazione organizzato, cioè offerto dal Sistema Sanitario gratuitamente e sistematicamente con inviti personali alle donne. Il PapTest dovrebbe essere effettuato regolarmente ogni 3 anni nelle donne maggiormente a rischio, tra i 25 e i 64 anni, come raccomandano le Linee Guida della Commissione Oncologica Nazionale. Da alcuni anni la mortalità in Italia è diminuita grazie ai risultati ottenuti dall’attivazione e dal miglioramento di programmo organizzati di prevenzione secondaria. CAUSE E FATTORI DI RISCHIO DEL CARCINOMA DEL COLLO DELL’UTERO La causa del cancro della cervice è rappresentata da agenti trasmessi per via sessuale, in particolare il virus denominato HPV (Virus del Papilloma Umano) che provoca anche i conditomi genitali. Ci sono dei tipi di virus (ad esempio 16 e 18) che sono detti al alto rischio e che possono dar luogo al tumore. Va però ricordato che la stragrande maggioranza delle donne che si infetta con questi virus li elimina spontaneamente. I seguenti fattori possono favorire lo sviluppo del carcinoma della cervice: - inizio precoce dell’attività sessuale - partener sessuali multipli - rapporti sessuali con partner che a loro volta hanno più partner sessuali - malattie sessualmente trasmesse - prima gravidanza in giovane età ed elevato numero di parti - uso prolungato della pillola contraccettiva; i contraccettivi di barriera (profilattico e diaframma) sono protettivi - stato sociale disagiato e condizioni di povertà che comportano un difficile accesso ai controlli ginecologici - fumo di sigarette, in particolare se superiore alle 20 al giorno - stato di depressione del sistema immunitario che si ha nell’infezione HIV (quella che da origine all’AIDS), nelle pazienti che fanno chemioterapia o radioterapia, nelle pazienti trapiantate e in quelle in dialisi renale Considerata l’efficacia del PapTest nella prevenzione del carcinoma del collo dell’utero è possibile affermare che il fattore di rischio più rilevante è: NON AVER FATTO UN PAP TEST PER UN LUNGO PERIODO DI TEMPO (PIU’ DI 5 ANNI) E SOPRATTUTTO NON AVERE MAI FATTO UN PAPTEST IL PAPTEST Il Pap Test consiste nella raccolta di cellule dalla superficie esterna del collo dell’utero che sporge in vagina (esocervice) e dal canale cervicale, il condotto che va verso il corpo dell’utero (endocervice) (vedi Fig 2). Le cellule raccolte vengono strisciate su un vetrino e fissate con uno spray . Il prelievo può essere effettuato dall’Ostetrica o dal Ginecologo. Contestualmente viene compilato un modulo di richiesta con i dati anagrafici della paziente, la storia ginecologica saliente, il nome del prelevatore. Il vetrino con la sua richiesta viene inviato al laboratorio di Citodiagnostica per la colorazione e la lettura. (fig 3 e 4). Figura 3: vetrino allestito e colorato, pronto per la lettura Figura 4: cellule normali (esocervicali a sx, eso e endocervicali a dx) Regole per un prelievo adeguato: 1) nelle donne in età fertile (13-48 anni circa) il prelievo cervicale deve essere effettuato: - almeno 5 giorni dopo la fine del ciclo mestruale - non più di 5 giorni prima della prevista data di inizio del ciclo successivo - almeno 2 giorni dopo l’ultimo rapporto sessuale completo non protetto 2) nelle donne in menopausa e post- menopausa: - almeno 2 giorni dopo l’ultimo rapporto sessuale completo non protetto 2) in ambedue i casi nei 5 giorni prima del prelievo: - non devono essere utilizzati diaframmi, ovuli, candelette e creme vaginali - non devono essere effettuate irrigazioni intravaginali e ecografie con sonda intravaginale Non vi sono controindicazioni per il PapTest in gravidanza. RISULTATI: Le cellule anormali che possono essere identificate dal PapTest durante la fase senza sintomi vengono sostanzialmente distinte in lesioni intraepiteliali squamose di basso grado (L-SIL) e di alto grado (H-SIL). A seguito di queste diagnosi la donna è invitata ad eseguire degli esami di approfondimento ESAMI DI APPROFONDIMENTO: La colposcopia è una procedura diagnostica non cruenta effettuata mediante un colposcopio, ovvero uno strumento ottico che ingrandisce fino a 30 volte la cervice uterina e permette così di localizzare le aree anomale sulle quali verranno effettuate le biopsie La biopsia consiste nel prelievo di un piccolo frammento del collo dell’utero che viene poi inviato all’Anatomia Patologica per l’esame istologico.