ORIGINI DEL TAOISMO
Del Taoismo non è possibile stabilire con precisione cronologica l'epoca
originaria di formazione, ma la sua apparizione si può far risalire al periodo
della dinastia Chou ( 1027-481 a.C.).
Il taoismo si distingue per la notevole forza polemica, per lo spirito critico,
per la sua posizione anticonformista; recupera l'antico patrimonio religioso
del popolo cinese e lo interpreta come impegno totalizzante della persona,
con esperienze mistiche, magiche, astrologiche, divinatorie che investono
l'intero piano dell'essere, proponendo una via salvifica personale
all'individuo.
Tuttavia il taoismo, anche quando si organizza in "chiesa" e si inserisce nella
vita cinese, non diventerà mai religione di stato.
Due furono i momenti storici dello sviluppo del taoismo. Il primo fu il
taoismo sviluppatosi fra il settimo e il quinto secolo a.C., all'epoca della
prodigiosa fioritura di scuole di pensiero in Cina.
È rappresentato da tre grandi filosofi:Lao-Tzu, Chuang-Tzu, Lieh-Tzu.
Il secondo fu il taoismo religioso o popolare che apparve sotto la dinastia
degli Han.
Guidava le masse contadine affamate e desiderose di un ordine nuovo, una
specie di visionario taumaturgo, Chang Chiao. Ma ben presto i ribelli
furono annientati dall'efficiente macchina statale che ristabilì l'ordine
con feroci repressioni nelle quali morirono migliaia di contadini.
Verso il quinto secolo d.C., il taoismo pare consolidato come chiesa con le
sue strutture gerarchiche opposte a quelle buddhiste e confuciane.
A capo della chiesa vi è il maestro celeste: T'ien-Shih, il "papa taoista"; le
varie comunità sono presiedute da maestri e shih. Vi sono poi i Signori
(Chu-chih) e i Maestri dei talismani mentre i membri che non fanno parte
della gerarchia costituiscono il "popolo taoista".
Tra i tanti imperatori cinesi (alcuni ostili, altri indifferenti e solo pochi
favorevoli al taoismo) ricordiamo:
Li Shih- min: uno dei più grandi imperatori della Cina, che ampliò con la sua
politica gli orizzonti culturali e religiosi del paese, sostenendo il taoismo
nella sua diffusione.
Kao- Tsung: visitò Poh-Chow (patria di Lao-tzu) e dispose che i funzionari
alle cariche pubbliche studiassero il Tao Teh-ching.
Lung-chi: subì l'influenza del misticismo taoista, ordinò il culto di stato per
Lao-tzu e fece erigere un'accademia per lo studio dei classici taoisti
In questo periodo furono riconosciuti al confucianesimo e al taoismo uguali
funzioni e diritti.
Più avanti nei secoli, il taoismo dovette subire il confronto con altre dottrine e, a
seconda dell’imperatore regnante, fu approvato o messo al bando.
Fino al 1311 il taoismo fu rappresentato ufficialmente nell’amministrazione
pubblica, dove si sviluppò al di fuori
dell’ufficialità come una delle
forze più autenticamente cinesi
e
costituì
l’unica
vera
alternativa spirituale, fino a
giorni nostri, per chi intendeva
inserirsi nella tradizione religiosa
nazionale cinese.
CULTO
Verso il quinto sec., il taoismo appare consolidato anche in quella che è la
struttura gerarchica, con lo sviluppo di una propria mitologia e di un
culto.Esiste una triade taoista, i Tre Puri: “Puro Giada”, “Puro
Superiore”, “Puro Supremo”, che risiedono nei Tre Cieli, formatisi
quando, attraverso il processo cosmologico l’etere cosmologico si
frazionò.
Il primo (Giada) è il sovrano del Cielo. Il secondo è il regolatore
dell’alternanza cosmica yin-yang e del flusso del tempo. Il terzo, che è
lo stesso Lao-tzu, dimora nel terzo cielo e gli si deve culto per aver
predicato agli uomini la dottrina salvifica.
Attorno a questa triade si sviluppa una vivace attività cultuale. Si ignora però il
sacrificio e il culto si fonda sulla pratica ascetica e sugli inni di glorificazione del
tao. Vi sono varie liturgie destinate ad esprimere il ringraziamento o la richiesta
fiduciosa al tao, e tutte presentano molti elementi di magia:
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vi è la liturgia della pioggia e quella dell’acqua, la liturgia del fuoco, quella del
Signore del Cielo e quella del Nuovo Anno.
Tali liturgie erano delle vere e proprie feste religiose perché spesso precedute da
digiuni e da isolamento per ottenere la remissione dei peccati,ed erano
presiedute dai bonzi,i quali raccoglievano le offerte dei fedeli.Dopo la recita
della preghiera si procedeva all’offerta di un piatto al Dio del Cielo. Per ogni
cibo si rinnovava la cerimonia (preghiere, canti, musica, lettura dei nomi degli
offerenti per la benedizione divina) che durava fino a sera.
La pratica ascetica sviluppò le comunità monastiche maschili e femminili. Dopo un
rituale di iniziazione, il novizio accettava i voti e le regole disciplinari, vivendo
secondo norme di astinenza e di digiuno, di segregazione e di purezza. Il monaco
ha per scopo di raggiungere l’immortalità, ma svolge anche attività che stanno
tra il sacro e il profano:
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evocatore sciamanico degli spiriti dei defunti, medico, mago, astrologo,
indovino……
Tutte le tecniche praticate - la reintegrazione (morte – risurrezione mistiche),
l’estasi (conoscenza nuova che sottrae alla morte e al dolore), l’ascetismo
(annullamento della personalità per un tempo più o meno lungo), la pratica
sessuale (la tecnica erotica taoista a carattere sacralizzante e cosmico: è un rito
che appartiene alla più antica civiltà cinese) – mirano a fare di un uomo comune
un “Uomo Realizzato” , un Immortale, o un Santo, uno che ottiene la “Lunga
Vita” poiché “niente ha presa sul corpo quando lo spirito non è turbato. Niente
può nuocere al saggio, avvolto nell’integrità della sua natura, protetto dalla
libertà del suo spirito” (Lieh-tzu,II).
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Elia Risso e Claudia Calosci
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3^E
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anno scolastico 2012/2013
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Taoismo, origine e culto - Liceo Scientifico Statale Orazio Grassi