La linea di luce di sincrotrone per mammografia ad ELETTRA F. Arfelli, D. Dreossi, A. Bergamaschi, F. Montanari*, R. Longo, A. Olivo, R.H. Menk*, S. Pani, L. Rigon, G. Tromba*, C. Venanzi, L. Dalla Palma**, E. Castelli Dipartimento di Fisica, Università di Trieste e INFN, Sezione di Trieste *Sincrotrone Trieste ScpA ** Dipartimento Universitario Clinico di Scienze cliniche, Morfologiche e Tecnologiche, Università di Trieste Introduzione La collaborazione SYRMEP (SYnchrotron Radiation for MEdical Physics) conduce da tempo ricerche nel campo dell’imaging medico diagnostico utilizzando la radiazione di sincrotrone come sorgente di raggi X [1]. L’obbiettivo principale è l’ottimizzazione degli esami in mammografia con il proposito di migliorare la qualità delle immagini riducendo al tempo stesso la dose di radiazione. A tale scopo è stata costruita una linea di luce [2] presso ELETTRA (Trieste) che sfrutta le caratteristiche peculiari della radiazione di sincrotrone come l’elevato flusso, la geometria laminare e l’elevata coerenza spaziale. Presso tale laboratorio sono state investigate diverse tecniche di imaging [3] ed è stato sviluppato un rivelatore a pixel di silicio ad alta efficienza per mammografia digitale utilizzando diversi oggetti test e campioni di tessuto in vitro. Gli incoraggianti risultati ottenuti nel primo periodo di attività hanno evidenziato l'efficacia delle tecniche studiate e la possibilità di effettuare esami con una riduzione della dose somministrata. A seguito di ciò è iniziato il progetto di una linea di luce dedicata alla mammografia in vivo, su pazienti per le quali la diagnosi ospedaliera risulti dubbia. Tale progetto comprende sostanziali modifiche dell’esistente linea di luce, in particolare riguardo per il sistema di sicurezza e il sistema dosimetrico. L’imaging diagnostico alla linea di luce L’elevato flusso di radiazione di sincrotrone rende possibile l’utilizzo di un sistema di monocromatizzazione effettuato mediante la diffrazione alla Bragg da un doppio cristallo di silicio in riflessione [111]. La linea di luce prevede un fascio monocromatico ad energia variabile da 8.5 a 35 keV, intervallo ideale per imaging di tessuti molli, con una sezione naturale di circa 4 mm verticali e 150 mm orizzontali alla stazione sperimentale. La natura laminare del fascio rende possibile la forte riduzione della radiazione diffusa senza l’utilizzo delle griglie antidiffusione usate nei convenzionali sistemi mammografici. D’altro canto l’acquisizione di un’immagine bidimensionale deve essere ottenuta facendo una scansione del campione nel fascio simultaneamente al rivelatore ad area (sistema schermopellicola o imaging plate). Durante l’acquisizione delle immagini le dimensioni del fascio sono controllate con precisione e normalmente ridotte ad un’altezza di circa 1 mm da un sistema micrometrico di fenditure motorizzate. Incoragganti risultati sono stati ottenuti anche nel campo della mammografia digitale grazie ad un rivelatore laminare a pixel di silicio ad alta efficienza sviluppato all’interno del progetto stesso [4]. Sono stati utilizzati oggetti test e campioni di tessuto mammario in vitro e le immagini hanno dimostrato un’ottima risoluzione in contrasto, una buona risoluzione spaziale e una notevole diminuzione della dose [5]. Una delle tecniche di imaging esplorate alla linea di luce che ha portato ad interessanti risultati è il cosiddetto Phase Contrast Imaging, metodo basato su effetti di variazione di fase del fronte d’onda di radiazione quando questa attraversa il campione da esaminare. Tale tecnica è particolarmente efficace per oggetti a basso contrasto dove cioè il segnale dovuto al convenzionale assorbimento è debole. Gli studi eseguiti hanno dimostrato la possibilità di migliorare notevolemente la qualità delle immagini eseguite con un sistema schermo-pellicola con una dose paragonabile o minore di quella fornita da un mammografo convenzionale [6,7]. In Fig.1 sono mostrati alcuni dettagli di un fantoccio standard per mammografia che rappresentano microcalcificazioni, fibre e masse ottenute con tecniche diverse; sono riportate le immagini ottenute con un mammografo convenzionale (27 kVp, 109 mAs) (Fig.1a), con luce di sincrotrone a 17 keV a contatto (Fig.1b), con luce di sincrotrone a 17 keV in Phase Contrast (Fig.1c). Le dosi ghiandolari medie sono 1.9 mGy, 1.3 mGy e 1.5 mGy, rispettivamente. Fig. 1. Immagini di un fantoccio standard per mammografia: (a) con mammografo convenzionale, (b) con luce di sincrotrone a 17 keV, (c) a 17 keV in Phase Contrast La linea di luce per la sperimentazione in vivo La sperimentazione su pazienti ha richiesto la modifica degli ambienti sulla linea di luce e l’introduzione di appositi sistemi di sicurezza e di controllo del fascio di raggi X. Date le novità introdotte nell’esame mammografico con luce di sincrotrone, si rende necessario anche un adattamento dei comuni protocolli d’esame e dei controlli di qualità al nuovo tipo di sorgente di radiazione. Lo schema della linea è rappresentato in Fig.2. In particolare, vista la natura laminare del fascio, l’esame mammografico sarà eseguito con una scansione della paziente distesa prona su un lettino che si muoverà a velocità controllata. La progettazione e realizzazione di tale sistema di movimentazione sono risultate piuttosto complicate poichè le tolleranze sulla variazione della velocità vuole essere inferiore al 10% e al tempo stesso il sistema nel suo insieme, inclusa la paziente, deve poter sopportare un peso di 135 kg. In una prima fase, per avere un confronto diretto con il sistema convenzionale, come rivelatore si utilizzeranno le comuni pellicole mammografiche accoppiate a schermi di rinforzo, mentre un rivelatore digitale è previsto in una seconda fase del progetto. Il sistema schermo-pellicola, che si può muovere verticalmente in sincronismo con il lettino, è posizionato su un binario che permette di selezionare la distanza dall’organo da pochi cm fino ad un massimo di 2 m per ottimizzare la distanza in modalità Phase Contrast. Un esposimetro, opportunamente calibrato, composto da una serie di fotodiodi posti dietro al rivelatore, determinerà i parametri ottimali di scansione in modo da impressionare correttamente la pellicola. È inoltre previsto un sistema dosimetrico sviluppato ad hoc per la particolare struttura laminare del fascio. Esso consiste in due camere a ionizzazione ad azoto con una finestra sensibile di 220 x 15 mm2. Tale sistema permetterà di controllare e registrare la dose somministrata durante l’esame ed inoltre esso sarà collegato al sistema di sicurezza determinando l’intervento degli shutter veloci in caso di anomalie di fascio o di superamento delle dose prestabilita. monocromatore sorgente camere a ionizzazione filtri shutter veloci shutter fenditure fenditure sala paziente Fig.2. Lo schema della linea di luce per mammografia su pazienti Tutti i sistemi che riguardano la sicurezza dell’operatore e della paziente (sia essa meccanica, elettrica o di radioprotezione) sono stati non solo duplicati, ma anche differenziati nella logica di implementazione. Il progetto è stato completato, la parte costruttiva dei sottosistemi è praticamente conclusa e sono in corso la fase dei test definitivi su fascio e la stesura della documentazione per la richiesta delle autorizzazioni necessarie per procedere agli esami su pazienti. Bibliografia [1] F. Arfelli, G. Barbiellini, V. Bonvicini, A. Bravin, G. Cantatore, E. Castelli, L. Dalla Palma, M. Di Michiel, R. Longo, A. Olivo, S. Pani, D. Pontoni, P. Poropat, M. Prest, G. Richter, R. Rosei, M. Sessa, G. Tromba, R. Turchetta, A. Vacchi, "The Mammography Project at ELETTRA", Physica Medica, Vol. XIII, Suppl. 1, (1997). [2] F. Arfelli, G. Barbiellini, V. Bonvicini, A. Bravin, G. Cantatore, E. Castelli, L. Dalla Palma, M. Di Michiel, R. Longo, A. Olivo, P. Poropat, M. Prest, R. Rosei, M. Sessa, G. Tromba, A. Vacchi, "Digital Mammography at the Trieste Synchrotron Light Source", IEEE Transactions on Nuclear Science, Vol.43, n.3, pp.2061-2067, (1996). [3] F.Arfelli, V.Bonvicini, A.Bravin, G.Cantatore, E.Castelli, L.Dalla Palma, R.Longo, R.Menk, A.Olivo, S.Pani, P.Poropat, M.Prest, A.Rashevsky, L.Rigon, G.Tromba, A.Vacchi, E.Vallazza, “Improvements in the field of radiological imaging at the SYRMEP beamline”, Proc. SPIE 3770 (1999) p. 2. [4] F. Arfelli, G. Barbiellini, V. Bonvicini, A. Bravin, G. Cantatore, E. Castelli, M. Di Michiel, R. Longo, A. Olivo, S. Pani, D. Pontoni, P. Poropat, M. Prest, A. Rashevsky, G. Tromba, A. Vacchi and N. Zampa, "An 'edge-on' silicon strip detector for X-ray imaging",. IEEE Transactions on Nuclear Science, Vol.44, n.3, p.874 (1997). [5] F. Arfelli, V. Bonvicini, A. Bravin, G. Cantatore, E. Castelli, L. Dalla Palma, M. Di Michiel, R. Longo, A. Olivo, S. Pani, D. Pontoni, P. Poropat, M. Prest, A. Rashevsky, G. Tromba, A. Vacchi, "Mammographic phantom and breast tissue images with synchrotron radiation using a linear array silicon detector", Radiology, 208, p.709 (1998). [6] F. Arfelli, M. Assante, V. Bonvicini, A. Bravin, G. Cantatore, E. Castelli, L. Dalla Palma, M. Di Michiel, R. Longo, A. Olivo, S. Pani, D. Pontoni, P. Poropat, M. Prest, A. Rashevsky, G. Tromba, A. Vacchi, E. Vallazza, F. Zanconati "Low Dose Phase Contrast X-Ray Medical Imaging", Phys.Med.Biol. 43, pag. 2845-2852 (1998). [7] F.Arfelli, V.Bonvicini, A.Bravin, G.Cantatore, E.Castelli, L.Dalla Palma, M. Di Michiel, M.Fabrizioli, R.Longo, R.H. Menk, A.Olivo, S.Pani, D.Pontoni, P.Poropat, M.Prest, A.Rashevsky, M.Ratti, L.Rigon, G.Tromba, A.Vacchi, E.Vallazza, F.Zanconati, ”Phase detection techniques for possible developments in mammography with synchrotron radiation”, Radiology 215, 286 (2000).