I° Re: Romolo (753-716 a.C.) Dopo la fondazione della città si adoperò per popolarla, offrendo asilo a quanti avessero voluto trovarvi rifugio, e procurando loro delle mogli. Con uno stratagemma infatti fece rapire delle giovani sabine durante una festa (Ratto delle Sabine). Ciò scatenò una guerra che terminò con l'unione dei due popoli. Si racconta, inoltre, che circa quarant’anni più tardi, durante un temporale, Romolo scomparve salendo al cielo, e che divenne il dio Quirino, protettore di Roma II° Re: Numa Pompilio (716-672 a.C.) Il secondo re di Roma, fu uomo pacifico e pio, ed impartì ai Romani insegnamenti spirituali, istituendo i primi collegi sacerdotali. Morì a ottantanni senza aver mai fatto una guerra, quando già le due stirpi riappacificate gli avevano eretto un mausoleo sul Gianicolo. III° Re: Tullo Ostilio (672-640 a.C.) Riprese le guerre conquistando Alba Longa. Le sorti della guerra furono decise da un duello tra fratelli Orazi e Curiazi, romani i primi e albani i secondi. La guerra con Alba fu lunga e spietata (è qui che si svolse l'episodio degli Orazi e Curiazi). La città fu distrutta e la sua popolazione deportata sul monte Celio; Il suo re, Mezio Fufezio, fu sventrato atrocemente, legato mani e piedi a quattro quadrighe con cavalli partite in direzioni opposte. IV° Re: Anco Marzio (640-616 a.C.) Nipote e genero di Numa Pompilio, combatté contro i Latini estendendo fino al mare il territorio di Roma, e fondando alle foci del Tevere la colonia di Ostia. Fornita Roma di uno sbocco marittimo e migliorata la navigabilità del Tevere, aumentarono i commerci, soprattutto del sale, per estrarre il quale si scavarono nuove saline e si costruirono per conservarlo dei magazzini lungo il fiume. Il re ordinò poi la distribuzione gratuita del prodotto, cosa che risultò gradita alla popolazione, che lo usava per conservare i cibi. V° Re: Tarquinio Prisco (616-578 a.C.) Fu il primo re etrusco. Nato a Tarquinia emigrò a Roma con la moglie, dove riuscì ad ingraziarsi Anco Marcio, di cui fu il successore. Portò a Roma l'influenza etrusca e greca, e fece costruire monumenti quali il Circo Massimo, il Tempio di Giove Capitolino, ecc. A Tarquinio si attribuisce il generale affinamento dei riti e delle tradizioni romane sotto l'influenza della più raffinata civiltà etrusca. Morì ucciso da sicari assoldati dai figli di Anco Marzio, che lo accusavano di aver conquistato il trono grazie al favore che godeva agli occhi del padre, ma soprattutto alle sue ricchezze. VI° Re: Servio Tullio (578-534 a.C.) Continuò la politica di Tarquinio Prisco. Egli fece costruire grandi mura intorno alla città, racchiudendo i sette colli: Palatino, Aventino, Campidoglio, Quirinale, Viminale, Esquilino e Celio. Servio venne ricordato per essere un grande riformatore, tanto da meritarsi l''appellativo di rifondatore di Roma: per conoscere meglio la popolazione fece indire un censimento generale, quindi passò a dividere le genti in cinque classi secondo il censo. A lui si devono le possenti mura di tufo che cinsero Roma nel V° secolo (conosciute come serviane). Servio assegnò poi ad ogni moneta di bronzo una immagine di un capo di bestiame (pecus, da cui pecunia) in rapporto al loro diverso valore. VII° Re: Tarquinio il Superbo (534-510 a.C.) Figlio di Tarquinio Prisco, consolidò la sua egemonia sui popoli del Lazio, rafforzando la potenza dello Stato. Fu un re superbo e violento. Il Superbo sciolse il senato, ne vietò ogni riunione e uccise tutti coloro che gli mostrarono opposizione. Impose poi nuove tassazioni, arricchendo il suo patrimonio personale e distruggendo tutto l'impianto di riforme del suo predecessore, governando senza alcuna regola e a suo esclusivo tornaconto.