Sociologia della cultura Luca Salmieri Generazioni, subculture, giovani Anni ‘60 John Gillis: storia della trasgressione giovanile Youth and history (1974). Il protagonismo giovanile è soprattutto maschile Riguarda tutta Europa Gioventù fase della vita (come in precedenza Aries con l’infanzia) Nella sociologia si sviluppano due oggetti di studio differenti: 1) Trasgressioni e movimenti giovanili Erik Erikson Gioventù e crisi di identità (1968). Prima del 1968: carattere sussultorio e circoscritto delle iniziative di trasgressione. Piccoli gruppi di estrazione sociale mista. Dopo il 1968: • dimensione della massa, in molti paesi occidentali. • boom del dopoguerra in tutte le classi sociali • scolarizzazione • mobilità con spostamenti territoriali, migratori e motorizzazione. • libertà di scelta riguardo al futuro si amplia. moratoria psicosociale: intervallo del ciclo di vita. Entrata nella vita adulta Mannheim, Il problema delle generazioni (1928) Ogni nuova può essere progressista come conservatrice Ma è sempre comunque in grado di apportare contenuti nuovi, diversi da quelli già esistenti, per il semplice fatto di essere li a sostituire fisicamente e culturalmente almeno in parte i rappresentanti della generazione che la precede Nuova generazione biologica: nuovi nati (dimensione anagrafica) coorte generazionale o classe di età. Vive un’esperienza biologica senza un rapporto significativo con il contesto storico-sociale. Generazione che ha cognizione di sé: generazione effettiva. È in grado di legare i suoi contemporanei in un sentimento del “noi”. Tappe dell’entrata nella vita adulta: • completamento della formazione educativa, • ingresso nel mondo del lavoro • partecipazione al voto, • avvio di un rapporto di coppia, • formazione di una famiglia, • decisione di diventare genitori. IARD: solo una piccola porzione, una minoranza della popolazione giovanile degli anni ‘60-’70 aveva preso parte attivamente ai movimenti Eppure la continuità culturale, anche se non ideologica, fra una coorte e l’altra non scompare Entrata nella vita adulta A cavallo degli anni ‘80 per iniziativa di diversi istituti di ricerca, le indagini sull’universo giovanile hanno individuato un cambiamento che è diventato poi il fuoco principale dell’attenzione nelle inchieste successive: l’entrata nel mondo adulto si compie sempre più tardi, il superamento delle tappe canoniche – conclusione degli studi, ingresso nel mercato del lavoro, formazione della coppia, matrimonio, procreazione – si dispiega molto più lentamente. La gioventù e diventata l’età dell’incertezza. Presentificazione Olivier Galland - Youth in Europe (Cavalli, Galland, 1995): sconnessione temporale fra le prime due tappe classiche della transizione – l’uscita dal periodo formativo e l’ingresso nell’occupazione – e quelle che le succedono – la formazione di una famiglia e la decisione di procreare. La sistemazione matrimoniale non costituisce più la conseguenza immediata della conquista di un’occupazione. La sessualità si e sganciata dalla procreazione, come dal matrimonio, segue ormai un suo autonomo percorso. Nelle attività libere, di intrattenimento, di divertimento, nel leisure time, le occupazioni dei giovani sono tra loro molto simili, i giovani benestanti inseguono la cultura popolare e le manifestazioni musicali tanto quanto i giovani proletari. Le disuguaglianze sociali appaiono mitigate dalle abitudini del tempo libero, si confondono, in questi spazi, i confini di classe: «culturalmente, nelle sue occupazioni di tempo libero, il mondo della gioventù mostra maggiore uniformità di quello degli adulti, dal quale si colloca invece a distanza». Esiste una cultura giovanile Entrata nella vita adulta Scabini e Donati (1988) Famiglia lunga. I figli rimangono nella casa paterna fino a 30-35 anni, anche quando già lavorano. • Centralità della famiglia nei valori italiani tradizionali e familismo amorale. • Famiglia con funzione di surrogato delle provvidenze sociali (difficolta abitative, mancanza di lavoro, etc) • Carenze di welfare • Via democratica alla convivenza familiare Dissenso, antagonismo, subculture giovanili Fin dal suo primo apparire il comportamento insubordinato dei giovani era stato etichettato senza esitazione come delinquente. Conformismo e delinquenza sono le due facce in cui il profilo della gioventù viene racchiuso per lungo tempo Stati Uniti, anni ‘40 e ’50, aree metropolitane (Chicago), bande. Devianza giovanile: furti, vandalismi, aggressioni Viene usato per i giovani devianti il termine di subcultura, legato alla delinquenza: abitudini, stili, atteggiamenti, linguaggi loro propri dei giovani, collegati alla società più vasta e tuttavia in contrasto con le sue principali correnti culturali. Albert K. Cohen (1955): gratuita, malignità, distruttività. Distingue la trasgressività giovanile dalla delinquenza adulta: nei giovani la delinquenza non si specializza, non diventa un mestiere, rimane polimorfica e dispersiva; e il riflesso di un edonismo generico e indiscriminato. Robert Merton invece formula l’ipotesi che la devianza costituisca il sintomo palpabile della dissociazione fra le aspirazioni prescritte dalla cultura e le vie strutturate socialmente «per la realizzazione di queste aspirazioni» (1949: 323). I ragazzi delle classi meno abbienti non sono in grado di procurarsi i mezzi necessari per raggiungere i loro scopi. È per questo motivo, che ricorrono a una strada alternativa, alla trasgressione delle regole, al furto, alle aggressioni, alla violenza Dissenso, antagonismo, subculture giovanili Col procedere del tempo non sono i comportamenti dei giovani a diventare sempre più criminali, spiega Gillis, sono piuttosto i recinti della delinquenza a venire allargati dai guardiani dell’ordine, nel lungo periodo, allo scopo di etichettare come delinquenti i giovani stessi. teoria dell’etichettamento [labeling theory] Attraverso l'assegnazione dell'etichetta di criminale all'autore di un reato, si innescherebbe un processo in grado di trasformare l'autore vero (o presunto) di un singolo reato in un delinquente cronico. Influirebbero su questo processo sia le conseguenze della diffidenza, della disistima e della stigmatizzazione della collettività, in grado di ristrutturare la percezione di sé da parte del "criminale" (convincendolo), sia l'isolamento e l'esclusione sociale che materialmente le istituzioni totali provocano. Questo processo, soprattutto nel caso di soggetti deboli, può dare il via alla carriera criminale rendendo possibile anche il passaggio dal reato originario a forme di devianza anche più gravi, ed a un'ostilità o a un distacco dal corpo sociale. Dissenso, antagonismo, subculture giovanili UK [Londra, Liverpool, Manchester, Birmingham] anni ‘70 e ‘80 Ricambio generazionale della classe operaia inglese, Dissenso spettacolare e vistoso Contrasto con le autorità, con la classe politica britannica, con i dei mass media, con l’opinione pubblica impreparata e sconcertata Teddy boys Mods, Rockers, Punks, Skinheads Le subculture devono molto al boom. Non solo il denaro. Anche la liberta di immaginarsi diversi dai propri genitori, di auspicare una vita quotidiana meno routinaria, di non accettare senza discutere l’intero pacchetto dei riti di passaggio verso l'età adulta, lavoro, matrimonio, casa, famiglia, pub – gli stessi descritti da Richard Hoggart in The Uses of Literacy (1957). Subculture britanniche • comportamento apolitico • esplicita mancanza di rispetto verso i valori che le autorità esaltano, • serpeggiante ironia • ostinata diffidenza Dissenso, antagonismo, subculture giovanili UK [Londra, Liverpool, Manchester, Birmingham] anni ‘70 e ‘80 Ricambio generazionale della classe operaia inglese, Dissenso spettacolare e vistoso Contrasto con le autorità, con la classe politica britannica, con i dei mass media, con l’opinione pubblica impreparata e sconcertata Teddy boys Mods, Rockers, Punks, Skinheads Le subculture devono molto al boom. Non solo il denaro. Anche la liberta di immaginarsi diversi dai propri genitori, di auspicare una vita quotidiana meno routinaria, di non accettare senza discutere l’intero pacchetto dei riti di passaggio verso l'età adulta, lavoro, matrimonio, casa, famiglia, pub – gli stessi descritti da Richard Hoggart in The Uses of Literacy (1957). Subculture britanniche • comportamento apolitico • esplicita mancanza di rispetto verso i valori che le autorità esaltano, • serpeggiante ironia • ostinata diffidenza