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Che cos’è il SIL
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
E’ un progetto di alta integrazione socio-sanitaria
che coniuga strettamente le esigenze degli utenti
del DDP sotto il profilo sociale,
formativo/occupazionale con il programma
terapeutico. Il connubio è talmente forte che gli
operatori SIL lavorano a stretto contatto con i
referenti terapeutici, soprattutto in quei progetti
che vedono le strategie formative
(corso/tirocinio) come parte concreta del
programma terapeutico e non solo come
completamento del percorso riabilitativo. Es.
progetti di integrazione a favore di soggetti a
metadone a mantenimento o scalare.
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Le origini del
SIL
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
Il SIL è attivo da 2 anni con il fondo regionale del
DDP di Ascoli Piceno e SBT.

E’ il secondo grande progetto dipartimentale
dopo quello sul cocainismo che vede coinvolti
tutti gli enti del pubblico (n.2 STDP) e del privato
sociale (Ama-Aquilone e Dianova). Gli STDP con
l’inserimento di un ass. sociale in organico e il
terzo settore con il ruolo di coordinamento e
l’inserimento di questa nuova figura
tutor/mediatore al lavoro/orientatore.
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Che cosa offre
il SIL
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
orientamento formativo/occupazionale;

attività formative tradizionali (promosse
direttamente dalla cooperativa);

attività formative in azienda (tirocini
formativi e di orientamento);

consulenze per favorire la creazione di
impresa;

consulenze sulla normativa del lavoro;

contributi economici (cosiddette borse
lavoro) in relazione al progetto inclusione
lavorativa della Reg. Marche e al progetto
RELI approvato dal Dipartimento
Nazionale Politiche Antidroga.
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I dati del SIL
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


n. 43 utenti attualmente in carico:
n. 12 da STDP di Ascoli Piceno
n. 9 da STDP di S. Benedetto del Tr.
n. 14 da CT dell’Ama-Aquilone
n. 6 da CT dell’Associazione Dianova
Del totale di 43 utenti stiamo sviluppando:
n. 4 t.f. in azienda con borsa lavoro
n. 1 t.f. in azienda
n. 11 t.f. in azienda con borsa lavoro
(programmati ma da avviare)
130 aziende contattate nell’arco del biennio
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Punti di forza e
criticità del SIL
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
La rete territoriale… forse per la prima volta si
è costituito un servizio dipartimentale che mette in
rete tutte le realtà del pubblico e del privato
sociale. Queste realtà manifestano forti difficoltà
a collaborare tra di loro: in particolare tra
“pubblico e pubblico” e tra “pubblico e privato”
(tra privato e privato i rapporti sembrano essere
molto più positivi)
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
I diversi contatti tra gli operatori del SIL, le
aziende del territorio ed il mercato del lavoro
locale;

Le relazioni che si creano tra le aziende e gli
utenti mediate dagli operatori dell’orientamento,
salvaguardando in questo modo la privacy degli
utenti
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
La Multidisciplinarietà del progetto che vede
da un lato la forza di diverse professionalità a
confronto e dall’altro la difficoltà di cedere parte
del proprio “spazio” ad altre figure, a volte poco
riconosciute. I tutor/orientatori sono
rappresentati come coloro che trovano
opportunità e lavoro e non come portatori di una
professionalità da valorizzare.
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
La cultura dell’orientamento viene a volte,
ignorata o considerata superflua dagli operatori
delle dipendenze. Invece l’orientamento è un
passaggio fondamentale nella valutazione delle
competenze e nella costruzione di un progetto
che pone la persona di fronte al suo futuro
avendo tanti fallimenti da cui riscattarsi.
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
La subcultura dell’assistenzialismo è una
grande minaccia per progetti di questo tipo.
L’assistenzialismo semplifica l’approccio evitando
un protagonismo dell’utenza ed un confronto
diretto con realtà complesse come il mercato del
lavoro.
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
La subcultura del “ghe pens mi” con gli utenti
che diventano soggetti passivi a cui
sostanzialmente si chiede di aspettare la risposta
risolutiva che non è vissuta come una conquista
frutto del proprio impegno.

La mancanza di una normativa regionale
che istituzionalizzi questi servizi come avviene in
diverse altre Regioni (Umbria, Veneto, ecc.).
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