Indice • Approfondimento : una lunga estate calda o La dinamica del mese di Agosto o Caratteristiche della correzione attuale FED e economia USA il Broad Trade Weight Dollar Index e le scelte FED limiti e rischi del QE mercati europei e BRIC Intermarket: flussi di capitale tra equity e bond, e i rischi di bolle speculative • Analisi dei mercati o o o o # # # # mercati : SP500 mercati: MSCI WORLD mercati : FTSEMIB mercati : Petrolio • Il Laboratorio o Come interpretare le prestazioni di un Trading System parte terza Analisi di Rendimento, Drawdown e durata del Drawdown Come capire il comportamento di un gestore o di un programma di trading Chande Comfort Zone : verifica della continuità della regola • Trend e reversal : la nostra view sui mercati I nostri indicatori Eulero e Volatility Cone sui mercati • SP500 o SKEW • Dax • FTSEMIB • BRIC • Eurodollaro • • Oil Copper • • • • • Tnote Usa BUND BTP Bond Emerging Bond HY Parla con gli autori di Trend Mercati I lettori di Trend Mercati hanno la possibilità di interagire con gli autori del report cliccando sul seguente link: http://www.investireoggi.it/forum/trend-mercati-vf72.html Richiedi la tua username e password per accedere gratuitamente L’area di discussione è privata, per poterne usufruire è necessario inviare una richiesta email all’indirizzo [email protected] specificando semplicemente il vostro nome e cognome. Vi verranno inviate una username ed una password personalizzate ed uniche, con le quali potrete accedere. Se volete, potete segnalare voi stessi la username e la password che preferite. §§§ Una lunga estate calda chiuso in redazione il 6 settembre 2015 Cominciamo questo numero riportando alcuni commenti che abbiamo inserito nel thread dedicato a questo prodotto nell'ultima settimana di agosto. Commenti che riteniamo importanti non solo per i contenuti espressi ma anche per una certa capacità di individuare il ritmo del mercato e l'onestà nell'individuare gli eventuali errori previsionali che devono essere messi in conto sempre sui mercati finanziari ma che devono essere affrontati sempre con la dovuta serenità ed i necessari aggiustamenti. Aggiornamento del 24/08/2015 Dall'ultimo report e dagli ultimi aggiornamenti sul forum sono successe molte cose: la soluzione della crisi greca così come da noi prevista ha introdotto soprattutto nei mercati europei un ondata di ottimismo, che però non ha contagiato altre realtà intermarket come il mercato delle materie prime, che ha continuato a correggere, delle valute emergenti, che hanno continuato ad indebolirsi, e degli spread obbligazionari, che hanno cominciato ad allargarsi. Con una FED che vedeva convergere verso il meeting di settembre un potenziale rialzo di tassi, anche se probabilmente un ciclo di rialzo al rallentatore rispetto al passato, le aspettative dei mercati erano per un contributo fattivo da parte di Europa e Cina a sostegno delle politiche monetarie a bilanciare la normalizzazione dei tassi da parte degli USA. Ma la Cina via via si è mostrata sempre più riluttante a muovere i tassi, in quanto la forte componente debitoria presente in diversi componenti della propria economia (corporate e shadow banking soprattutto) non consente una agevole ed ulteriore utilizzo della leva monetaria. Inoltre è evidente che aver fatto da “carta assorbente” dei problemi altrui per oltre 5 anni, salvando di fatto nel periodo 2008/2013 l'economia mondiale da una recessione ben più forte e grave di quella che è stata, a spese di un crescendo di squilibri interni, permette alla Cina di chiedere alle altre macro aree delle politiche monetarie più consone alla fragile crescita globale, permettendo a Pechino una transizione più controllata della propria economia. La rigidità degli USA sui tassi da una parte, e del FMI dall'altra riguardo l'inclusione del Rembinbi dentro i diritti speciali di prelievo del fondo, ha portato i Cinesi a fare scelte differenti da quelle attese dai mercati, che si attendevano un taglio del tasso 3R. Invece che usare la leva monetaria, hanno optato per utilizzare la leva valutaria dopo anni di rafforzamento della propria moneta nei confronti dei loro principali partners e nei confronti di tutti in termini reali. Questa mossa ha accelerato i movimenti già in essere sulle valute, sulle commodities e sui mercati finanziari, impattando ora tutti i mercati globali. Ma sarebbe sbagliato dire che è la crisi cinese la causa del contagio globale, visto che parliamo di un paese che anche in hard landing potrebbe avere crescita positiva. Certamente la mossa cinese ha spostato il rischio deflazionistico dalla Cina al resto del mondo, con le conseguenze che andremo a vedere, e inoltre ha spostato sulla FED l'iniziativa di prendere una decisione sulla propria politica monetaria facendo prevalere gli aspetti domestici o quelli internazionali. Detto questo nei prossimi giorni e settimane daremo una lettura dei mercati. Di certo c'è che l'azionario, USA, immerso in un grandissimo laterale da oramai molti mesi, laterale che avevamo indicato come un potenziale top arrotondato soprattutto in caso di rottura di determinati supporti, ha perforato questi supporti confermando gli scenari più negativi. Ora i supporti perforati si sono trasformati in resistenza, e la violenza del movimento dovrà avere una digestione di qualche tempo, questo in attesa di Jackson Hole dal 27/08 e poi del meeting FED. Nel frattempo le aspettative di un rialzo dei tassi a settembre sono scese al 22%, e ci vorranno interventi verbali degli oratori FED per ripristinare una aspettativa del rialzo più significativa e quindi anche un comportamento conseguente, pena una perdita di credibilità dell'istituzione. Tra l'altro il movimento di debolezza del dollaro e di forza dell'euro e dello yen segnalano la presenza di posizione carry che sono state chiuse, posizioni che non verranno ricostruite in un attimo e che potrebbero causare qualche ulteriore vendita da parte dei ritardatari. Solitamente un minimo causato dai carry viene quantomeno ritestato nel breve, ma staremo a vedere se il panico ha ancora le stesse caratteristiche che nel passato (i volumi sembrerebbero confermarlo) oppure governano quasi solo le macchine . Aggiornamento del 25/08/2015 Speriamo che le nostre analisi oltre che descrittive siano anche utilizzate dagli investitori presenti su questo forum. Il commento finale di ieri sera sugli indici USA è andato ad incastrarsi perfettamente con il comportamento del mercato odierno; e se c'è una cosa che ci ha colto di sorpresa, forse è la velocità del rimbalzo ma anche la sua altrettanto rapida caduta avvenuta sui principali listini USA. Probabilmente un movimento multiday era lo scenario maggiormente preventivabile, ma in ogni caso il finale di seduta ha visto un retest dei minimi quantomeno relativamente al mercato con il cash aperto. (sui futures il minimo è stato anche inferiore) Come avevamo previsto, dopo le vendite forzate sono arrivate le vendite degli operatori che più sono avversi al rischio ma che con i rendimenti molto bassi sono stati costretti a diversificare sulle asset class, ma che hanno una sopportazione della volatilità più bassa. Le vendite sul finale di seduta sono spesso causate o dagli operatori di medio lungo periodo che chiudono le posizioni (fondi ecc..) o dai day trader che non vogliono andare overnight. La diminuzione dei volumi, ancorché ancora su livelli elevati, è il segnale che queste vendite sono meno urgenti delle precedenti. Ora che abbiamo il doppio minimo si riparte? Vista le velocità del movimento bisogna stare attenti, a mio modesto avviso l'ideale sarebbe a questo punto un minimo sul globex o in apertura dei mercati anche inferiore all'attuale, ma tenendo le divergenze aperte sui vari indicatori al fine di poter ripartire in maniera più costruttiva. In caso di nuovo rimbalzo notturno il mercato potrebbe ripresentare anche domani in piccolo un movimento simile all'odierno. Ma i danni fatti complessivamente se non si recuperano i supporti rotti ieri sono significativi, l'esplosione della volatilità ha degli effetti sul mercato delle opzioni, ampiamente utilizzate in questi ultimi anni, e quindi sui rendimenti complessivi dei portafogli. Due riflessioni finali fatte sull'onda dei mercati e quindi poi da verificare nelle prossime sedute: 1) Comportamento anomalo dei titoli di stato soprattutto USA che nonostante la discesa dei mercati hanno mostrato una forza relativa notevole. Probabilmente il safe haven è stato limitato a mio parere dalle ricoperture carry ma anche dal rischio che le banche centrali emergenti vendano asset obbligazionari per limitare le discese delle varie valute o come nel caso della Cina mantenerle nelle bande di oscillazione. 2) Mercati europei che potrebbero resistere meglio alla crisi emergente grazie ad un recupero dei margini delle imprese, ad un recupero dell'economia dell'area, ed ad un minore legame con la Cina dal punto di vista monetario: al contrario degli USA che sono stati per buona parte del 2000 una delle due componenti del cosidetto Bretton Woods 2. Aggiornamento del 26/08/2015 Avevamo indicato come scenario più probabile, anche se non unico, quello del doppio minimo. Certamente cerchiamo di fare analisi serie, quindi che contemplano diverse possibilità dando la priorità a quelle che consideriamo più probabili. E proprio quello si è verificato, sebbene nella seduta notturna la negatività sia durata poco. Nella giornata, a mercati aperti, ci ha pensato il governatore della FED di New York (e poi si parla dell'economia pianificata cinese) a far ripartire la forza rialzista che invece mostrava qualche tentennamento. Quindi seduta rialzista importante ma non decisiva per i trend di breve medio e lungo. Per il trend di breve e dando un occhiata al future che ha un movimento di breve più delineato abbiamo un triplo massimo che deve vedere la perforazione del livello intorno ai 1947 di futures per confermare che il recupero non è solo un breve bear market rally. Per il trend di medio abbiamo importanti livelli di resistenza tra i 1980 ed i 2000 e poi intorno ai 2060. Sopra quei livelli, in considerazione anche di dove passa la trend line che sostiene il rialzo di lungo, si potrebbe dire che è ripartito il mercato. Da notare che il bond americano ha continuato la sua forte fase di recupero a confermare quanto detto ieri. Probabile il proseguimento del recupero europeo ed italiano. Aggiornamento del 27/08/2015 Vista l'alta volatilità forniamo ancora qualche contenuto che spero sia gradito agli utenti del forum. La rottura addirittura in premarket del livello di futures indicato ieri ha permesso di orientare il trend di breve in maniera positiva, e spingere lo spoore fino ai livelli intorno ai 1990 e cioè a circa la metà della resistenza indicata il giorno precedente; classico movimento a lasciare il dubbio in overnight. In ogni caso il livello ha fatto da resistenza, ed ha causato una mini correzione intraday prima di uno scoppiettante finale che ha consentito di richiudere sui massimi e sulla resistenza. Insomma livelli indicati che hanno fatto ancora da catalizzatori. Ora il nuovo livello d a prendere in considerazione è tra i 2040 ed i 2050 e segnerebbe la fine di questa correzione segnalandola come una correzione per molti versi similare a quella di ottobre 2014 sebbene le ragioni di oggi sembrano molto più importanti di allora. Personalmente riteniamo che il recupero, per non essere solo un bear market rally, dovrebbe prendere un pò di fiato per permettere di ricaricare le pile e consentire a chi è rimasto fuori di fare in tempo a risalire nel mercato: ma staremo come sempre a vedere quali forze muoverà il mercato. Possiamo però fare il punto su lacune riflessioni fatte il giorno prima. Il mercato obbligazionario safe sta perdendo terreno ed i rendimenti stanno risalendo molto velocemente e questo è avvenuto sia nella fase ribassista che in quella rialzista naturalmente con intensità diverse. Certamente ci possono essere ora liquidazioni di posizione safe a favore di posizioni più rischiose ma a nostro parere come riporta anche questa news Bloomberg ci sono vendite forzose come avevamo anticipato già il 25/08: http://www.bloomberg.com/news/articles/2015-08-27/china-said-to-sell-treasuriesas-dollars-needed-for-yuan-support Il secondo punto di cui avevamo parlato è di una possibile overperformance dell'europa. In questo secondo caso la cosa è stata modesta fino ad oggi, e compensata ampiamente dalla debolezza dell'euro contro dollaro delle ultime sedute. Comunque continuato il recupero anche dei mercati europei come preventivato. Infine seduta molto forte del petrolio che era in chiara condizione di ipervenduto con tutti gli operatori short, ed ha finalmente realizzato una potenziale seduta di inversione o quantomeno un buon bear market rally. Sia il WTIC che il Brent hanno ora i precedenti minimi come importanti resistenze da superare per confermare il movimento in questione, nonostante una stagionalità non pienamente favorevole. Aggiornamento del 28/08/2015 Nell'ultimo articolo indicavamo la necessità di una pausa per eventualmente costruire una nuova gamba rialzista sui mercati. In effetti i mercati europei hanno effettuato questa ripresa in maniera più importante, mentre il mercato USA si è limitato a costruire il rifiato con della volatilità intraday, ma ha poi chiuso nei pressi dei massimi e della resistenza precedentemente rotta con un tipico segnali di momentum e forza. Il motivo della forza USA sta in dati macro migliori delle aspettative sia per le vendite al dettaglio sia per gli investimenti. Un chiaro segnale di forza che conferma la fine del ciclo di deleveraging dei consumatori USA e la forza interna dell'economia USA anche al netto dei problemi del settore oil. A conferma della crescita dell'economia USA, vi mostriamo il dato di Luglio delle importazioni e delle esportazioni dei container oceanici nei principali porti USA. Mentre l'esportazione mostra un livello molto debole, il più debole degli ultimi 4 anni a causa della forza del dollaro da una parte e della debolezza delle economie principali partner negli USA, il livello delle importazione è ai massimi dell'anno ed ai massimi degli ultimi 4 anni, a segnalare l'esuberanza dell'economia USA sugli ordini per la partenza della scuola che vengono solitamente fatti in anticipo. Il problema semmai non è la forza dell'economia USA ma al contrario se la forza dell'economia globale è in grado di sopportare un rialzo dei tassi sebbene modesto dell'economia che guida i flussi finanziari, nel momento in cui diverse realtà economiche sono in difficoltà o stanno da poco uscendo dal proprio ciclo negativo. A tal riguardo il grafico dei volumi di merci trasportate su rotaia in Cina è impietoso, nonostante si debba tenere conto che il calo del petrolio può aver favorito in parte il trasporto su gomma. Questa distanza dei cicli rende impossibile una armonia delle decisioni, soprattutto quando queste hanno un connotato politico, come la possibile decisione di rimandare l'ingresso del Renbimbi nei diritti speciali di prelievo dell'FMI , che ha causato un forte deflusso di fondi dalla Cina ed un significativo nervosismo dei mercati finanziari. Nel futuro queste disarmonie saranno all'ordine del giorno, ma per ora limitiamoci al presente. Gli aggiustamenti effettuati dalla Cina post news sul rifiuto dell'FMI , ancorchè momentaneo, hanno causato la correzione degli scorsi giorni: ma ora il mercato sembra aver trovato il suo equilibrio. La domanda che tutti noi operatori dei mercati ci facciamo è se la modesta correzione attuale degli indici sia finita oppure se sia l'inizio di qualche cosa di più grande. Molto dipenderà anche dall'incontro tra Obama e Xi a settembre, e poi dalle decisioni del FOMC il 17/09. Dal nostro punto di vista, non possiamo non notare che per definire il recupero gli indici devono recuperare i livelli di resistenza perse nelle giornate scorse e che abbiamo indicato con una certa precisione. Inoltre c'è stato un deterioramento della partecipazione dei titoli al rialzo, tipico delle fasi pre-rialzo dei tassi, che deve far suonare dei campanelli di allarme verso lo scenario rialzista e farci pensare che la correzione potrebbe approfondirsi ancora un pò prima di finire Certo ci ricordiamo che il picco degli indici equal-weight durante la bolla tech avvenne nel 1998, mentre quello del mercato seguì solo due anni dopo: ma le condizioni potrebbero essere ora differenti, a meno che non si verifichi una nuova bolla e quindi gli indici salgano in maniera indiscriminata per diversi mesi. Certamente l'attuale valutazione dei titoli USA è meno tirata anche se è alta, e la capacità di produrre margini e il ROE delle aziende USA è ancora sicuramente interessante. Ma nel caso di un ribasso significativo dei mercati accompagnato da un rialzo dei rendimenti , il rischio di un aggiustamento dell'economia è molto presente: per cui la debolezza degli indici equal weight come il Value line arithmetic index o lo SP500 equal weight dovrà essere monitorato. Inoltre, non possiamo non notare che molte valute emergenti hanno fatti nuovi minimi contro il dollaro: e questo può creare dei problemi, nonostante la situazione attuale non sia certo uguale a quella del periodo 1997/1998 (quella tanto amata da Krugman per capirci). A nostro avviso quindi c'è la possibilità che la correzione attuale dei mercati possa avere una nuova gamba ribassista, ma non bisogna precorrere i tempi. Al momento, il recupero che abbiamo avuto modo di individuare con precisione ha le caratteristiche di un bear market rally : e dai grafici giornalieri e settimanali dello SP500 potete individuare i livelli di prezzo e dello RSI da monitorare per decretare la fine della correzione. Così come non c'era fretta a decretare la fine del bull market, non abbiamo fretta ora di proclamare l'inizio di un bear market o anche solo di una correzione significativa degli indici. A nostro avviso per confermare il bear market occorrerà che gli indici senior globali perforino i minimi di ottobre, cosa che l'MSCI World aveva fatto ma che poi ha negato nelle sedute successive : ma essendo un indice poco seguito ha un importanza relativa. Abbiamo riportato questi commenti che riteniamo ancora attuali nello scenario presente, e che ha visto la scorsa settimana la conferma del nervosismo dei mercati: anche se gli stessi hanno cercato di tenere le posizioni e non cedere i supporti precedentemente testati. Invitiamo i lettori più curiosi a recuperare i grafici nella sezione di I.O. dedicata: http://www.investireoggi.it/forum/trend-mercati-luglio-2015-macroeconomia-mercati-e-trading-vt85615-4.html Molte delle considerazione fatte l'ultima settimana di agosto sono naturalmente ancora valide, anche perché il nostro approccio è orientato all'investimento di medio lungo periodo, e le analisi di breve vengono elaborate quando ci sono snodi fondamentali per i mercati economici e finanziari globali. Naturalmente come per le previsioni meteorologiche, le analisi previsionali di medio lungo periodo sono più difficili di quelle di brevissimo e breve periodo: ma sono il valore aggiunto necessario a migliorare le performance dei portafogli, fornendo informazioni che solo i siti professionali possono fornire. §§ Caratteristiche della correzione attuale Come scritto negli ultimi commenti, abbiamo notato che questa correzione ha caratteristiche differenti da quelle degli ultimi anni, ed ora ha raggiunto in termini di intensità una certa similitudine con la correzione del 2011, che a nostro avviso ha segnato un minimo ciclico importante: da qui bisogna far ripartire tutti i conteggi relativamente all'identificazione del bull market ciclico in corso, considerando il minimo del 2011 come quello del 2009 in termini di intensità della correzione, anche se in realtà la profondità su diversi indici è stata minore ed addirittura gli indici USA l'hanno superata senza avere tutte le caratteristiche di un nuovo bear market. In questi commenti abbiamo identificato i livelli chiave per definire correttamente la fine della correzione, ma anche i supporti chiave per identificare il nuovo eventuale bear market. Lo abbiamo fatto essenzialmente per lo SP500 che come sapete oramai tutti è da considerare come un benchmark chiave dello stato della finanza globale. Ma ora a che punto siamo? § la FED e l'economia USA I dati macro indicano che gli USA, dopo un trimestre brillante, sono di nuovo in fase di leggero rallentamento causato in parte dal nuovo calo del petrolio e quindi dell'impatto dello stesso calo sull'economia correlata al boom dello shale, e dall'altra parte dal rallentamento delle economie esterne agli USA, come abbiamo visto nei commenti precedenti. Uno degli elementi importanti da considerare nelle prossime settimane, oltre ai dati dell'inflazione e della disoccupazione, è certamente il dato della forza del dollaro: ma non come i commenti mainstream tendono a fare. Infatti la FED, nonostante la fissazione della dipendenza dei dati che secondo noi è un errore significativo in termini di comunicazione , ha da sempre nel suo mandato 1. il controllo dell'inflazione che dovrebbe essere sopra il 2%, (soprattutto il deflatore del PIL dovrebbe avere quel tipo di dato quando nel secondo trimestre si è posizionato intorno ad un 1,8% grazia anche al rimbalzo del petrolio) 2. il controllo del tasso di disoccupazione che dovrebbe essere basso, e negli ultimi speech si è aggiunto anche 3. il controllo del cambio del dollaro. § il Broad Trade Weight Dollar Index e le scelte FED Non tanto però il cambio del dollaro visto come dollar index o altre misurazioni sintetiche e per lo più finannziarie, quanto attraverso il FED Broad Trade Weight Dollar Index cioè un indice che pesa le valute per la percentuale degli scambi bilaterali, oltre ad un peso ulteriore legato alla competitività dell'export dei singoli paesi verso l'export USA. Questo indice sta tentando i massimi assoluti del 2002 di 130 ed è attualmente a 119,84, dopo aver fatto un iniziale top a marzo prima del meeting FOMC quasi a 118 ed essere ripartito verso l'alto dopo il meeting di Giugno. Da notare che questo indice di misurazione ha fatto i suoi top sui minimi dei mercati azionari sia nel 2002 che nel 2009, ma spesso le sue accelerazioni hanno significato nervosismo sui mercati finanziari. Il motivo per cui questo indice è importante è che di fatto questo indica se la politica internazionale del dollaro è espansiva o restrittiva, cioè se le mosse dalla FED stanno restringendo od espandendo la liquidità sistemica. Un rialzo cosi rapido del dollaro può avere un influenza importante su tutto il debito ridenominato in dollari, rendendolo di fatto più caro laddove si è espanso maggiormente (e da ciò discende che è difficile che la Cina svaluti massicciamente il proprio cambio), ma anche costringere i paesi con forti riserve valutarie a venderne una parte, per utilizzare i fondi per garantire politiche fiscali adeguate alle promesse fatte ed a ritmi sostenuti negli anni precedenti. Il calo delle riserve valutarie globali è di fatto una contro reazione sia alla forza del dollaro, sia alla necessità delle economie in fase di contrazione di compensare attraverso i propri surplus passati le fasi di contrazione della liquidità presente (come le economie del Golfo Persico e tutte le economie commodities oriented). E' evidente che questo fenomeno tende a distruggere la liquidità presente o quantomeno ad utilizzarla contribuendo di fatto ad una riduzione della liquidità finanziaria a favore di quella economica , che se da un lato è un evento positivo dall'altro può indurre una spirale negativa se questo porta ad una riduzione del leverage del sistema economico, leverage che purtroppo ha visto un aumento non solo nei paesi emergenti. § Limiti e rischi del QE Aggiungiamo poi che la forte volontà della FED di rialzare i tassi evitando di fatto, dai tempi della fine di Bretton Woods e fino alla grande recessione del 2008, di fare da ammortizzatore delle tensioni internazionali, ruolo assunto nell'ultima crisi dalla Cina, ha a che fare anche con recenti analisi del QE da parte dell'FMI . Studiando il QE giapponese, lo FMI ne ha delimitato il potenziale con le attuali caratteristiche, indicando il periodo 2017/2018 come il momento in cui il Giappone dovrà terminare l'attuale QE per non creare problemi di liquidità alle emissioni dei titoli di stato giapponese, e quindi creare il rischio di movimenti violenti sui tassi tali da danneggiare le performance di portafoglio dei detentori dei titoli giapponesi. L'FMI consiglia eventualmente un QE differente come l'operazione Twist made in USA, cioè l'allungamento delle scadenze acquistate o altre misure ancora: di fatto si costringono gli operatori domestici a ribilanciare i portafogli verso investimenti esteri, esponendoli a rischi ancora più alti in caso di nuove crisi finanziarie. Vi è però l'evidenza che il Giappone il QE sta raggiungendo limiti di gestione, che spinti ulteriormente potrebbero causare dei problemi di allocazione alle assicurazione ed ai fondi pensioni; istituzioni che già si sono esposti negli anni passati maggiormente all'investimento azionario, cosa che in un mondo con i rendimenti strutturalmente più bassi può essere un atteggiamento rischioso. Se ad esso aggiungiamo il fatto che diversi movimenti avuti recentemente sui mercati dei bond governativi “safe” sono movimenti che statisticamente parlando sono movimenti che dovrebbero avvenire una volta ogni 3'000 anni, abbiamo la misura di cosa potrebbe succedere sui mercati obbligazionari nel caso di una eccessiva mancanza di collaterali safe per il mondo assicurativo e dei fondi pensione. § Mercati europei e BRIC In Europa abbiamo invece il proseguimento del recupero di forza relativa da parte dei periferici nei confronti delle economie core, in parte causato dal fatto che l'economia francese fa fatica a ripartire, ed in parte dal forte legame dell'export tedesco con i paesi asiatici in generale e quella cinese in particolare. Se invece osserviamo l'andamento dei Brics , non possiamo non notare che in questo momento sono Cina e Brasile i due grandi malati dell'economia globale. I Brics complessivamente sono ora un impedimento alla crescita globale, e tranne l'India che comunque sembra mostrare un certo rallentamento ma non una decrescita, gli altri mercati sono in fase calante da lungo tempo. § Intermarket: flussi equity e bond e rischi di bolle speculative Per il momento questa negatività, oltre che essersi espressa sui mercati azionari, ha avuto solo un parziale sfogo sui mercati obbligazionari: con i rendimenti corporate dei paesi dell'america latina veramente colpiti dal calo della crescita economica, mentre l'andamento dei corporate asiatici ha mostrato una forza relativa maggiore anche per le posizioni di bilancio e statali nettamente migliori, e per una esposizione a settori non solo o principalmente legati alle materie prime. A nostro avviso questa divaricazione è ora eccessiva. Ricordiamo infine che nonostante le rassicurazioni cinesi al G20, il rischio di una doppia bolla cinese sul credito e sull'immobiliare è sempre presente e nel caso di una sua esplosione , una recessione globale potrebbe verificarsi con una certa probabilità visto che nel passato la correlazione tra i due eventi, e soprattutto in caso di bolla immobiliare, è stata molto elevata. §§ Analisi mercati Passiamo ora all'analisi dei mercati finanziari cominciando dallo S&P500. § SP500 Nel recentissimo passato abbiamo individuato una serie di supporti e resistenze che hanno fatto il loro dovere, ed ora la correzione di venerdì 4 settembre ha lasciato l'indice in una cosiddetta terra di mezzo su cui diventa difficile identificare un pattern lavorabile. Ricordiamo che al rialzo abbiamo indicato prima l'area 1980/2000 come la prima area di resistenza, ed i livelli 2050/2070 come lo spartiacque decisivo per una vera inversione di tendenza. Al ribasso i minimi raggiunti nel recente passato fanno da importante supporto e sotto, per delimitare la correzione non come un bear market, abbiamo il livello di 1820. Per delimitare meglio il ragionamento, postiamo alcuni grafici che sul breve segnalano la resistenza intorno ai 1993 ed il supporto a 1903 come elementi importanti: anche se il cuneo in formazione e la sua rottura ci dirà qualche cosa di più sul breve. A nostro avviso ci sono le condizioni per cui il rimbalzo possa anche proseguire, nonostante l'incertezza sul breve legata alle decisioni della FED che però sta tentando in tutti i modi di normalizzare la situazione. Però non possiamo non vedere i danni fatti dai recenti movimenti sugli equilibri dei mercati globali. L'MSCI World ex USA è sul bordo di una correzione del 20% , e sta testando i minimi del 2013, sotto si potrebbe parlare di nuovo bear market. Al contrario di qualche giorno fa quindi, la situazione è più fluida e la lettura più incerta, anche perchè la maggiore fonte di liquidità finanziaria al momento non si sa ancora come si comporterà. Dal nostro osservatorio non possiamo non notare che c'è un certo sentiment negativo sui mercati, che spesso va letto in ottica contrarian anche se pensiamo che lo stesso possa negativizzarsi ancora un pò prima di segnalare una vera inversione di tendenza. Una ultima considerazione tecnica relativa alla modalità di correzione dello S&P500 ed al suo possibile andamento futuro, si può verificare da questo grafico che mostra le correzioni dello S&P500 di più del 10% il 10 giorni ed il suo comportamento successivo. Tranne un caso di V bottom, tutti gli altri casi hanno visto un secondo bottom da qualche giorno a qualche decina di giorni: e in due casi la correzione era un bear market ciclico. Da monitorare. § FTSEMIB L'indice italico è posizionato in condizione un po' più negativa che gli USA: questo nonostante il relativo isolamento dell'Italia dagli eventuali problemi cinesi ma, come mostra anche la borsa spagnola, la negatività emergente è globale (vedi analisi dei Brics precedenti) per cui un paese con una crescita modesta avrebbe dei problemi a ripartire nel caso di un accentuazione della crisi emergente. In ogni caso indichiamo l'area 22.000 circa come un area chiave, da dove l'indice italiano potrebbe ripartire con una certa decisione. § Petrolio Saltiamo altri indici azionari ed obbligazionari e vi rimandiamo ad eventuali approfondimenti nella sezione dedicata e prossimamente in altra area dedicata, secondo le vostre richieste. Facciamo un ultima considerazione sul petrolio che seguiamo da un certo tempo con un certo successo. A nostro avviso il petrolio, nonostante una stagionalità non del tutto favorevole, potrebbe avere un andamento migliore del previsto nelle prossime settimane : questo perchè oltre ai rumors su eventuali tagli della produzione OPEC, tutti da confermare, c'è l'evidenza che il nuovo calo del petrolio ha trovato meno produzione coperta da parte degli operatori shale, che sono stati costretti in queste ultime settimane ha tagliare più produzione di quanto non avevano fatto fino ad oggi. Questo potrebbe comportare una significativa riduzione dell'offerta made in USA, in un periodo in cui la domanda globale non si mostra certo debole nonostante segnali di rallentamento complessivi. I dati della produzione giornaliera sembrano indicare un ritorno ai livelli di inizio anno, e quindi il segnale che il doppio minimo ha fatto più danni alla produzione rispetto al primo: come avevamo correttamente indicato già alcuni mesi fa. Staremo a vedere se ora il prezzo del petrolio riuscirà a rispondere a questi stimoli ed a liberarsi delle pressioni ribassiste degli operatori hedge. Naturalmente questa eventuale stabilizzazione dei prezzi non può implicare un forte rialzo, per impedire alla produzione USA di riprendere vigore in tempi brevi e limitare i danni produttivi fino ad ora realizzati. Da monitorare nel frattempo il rischio che diverse emissioni HY del settore potrebbero cominciare a mostrare delle difficoltà marcate, ed influenzare almeno parzialmente il benchmark delle obbligazioni ad alto rischio. Il Laboratorio È pericoloso porre in modo sbagliato questioni sostanzialmente giuste. Indro Montanelli Negli scorsi numeri abbiamo iniziato a studiare i parametri di valutazione dei Trading Systems, analizzando le voci dei report prodotti dai software di borsa, ed abbiamo proseguito con l’analisi grafica della curva dei profitti o curva dell’equity. I due metodi permettono di valutare il comportamento di una regola di trading utilizzando i dati passati: la logica di questa analisi è che nel futuro si ripresenteranno condizioni simili e quindi il sistema avrà risultati simili. Ma nei mercati il passato non è sempre destinato a riproporsi uguale in futuro, anche se è vero che i mercati tendono a riproporsi con caratteristiche tipiche di ciascuno: questo almeno fino a quando non avviene qualche importante modifica alla struttura economica o all’approccio degli operatori. Ad esempio, il mercato italiano era una volta accessibile solo tramite i borsini bancari e si poteva operare solo long: la tecnologia e la normativa hanno cambiato la struttura del mercato, ed è poco significativo utilizzare i dati di borsa ante 2000 nella valutazione delle performances di un sistema di trading. A questo si aggiunge la difficoltà di definire le variabili effettivamente rilevanti per giudicare un sistema: abbiamo visto nei numeri precedenti che il solo rendimento finale può essere fuorviante, e la modalità di realizzazione dei guadagni intesi come profitto medio per trade, dispersione del profitto (STDEV) e durata-profondità del DrawDown. Vediamo come da queste informazioni si possa analizzare il comportamento passato per comprenderne l’evoluzione, e come sia possibile fare ipotesi sul funzionamento futuro del sistema. Seguiremo il metodo indicato da Tushar Chande nel 1997, con alcune modifiche . Occorrono ora alcuni calcoli, partendo dalla analisi dei singoli trade: serve cioè una tabella come la seguente: La tabella sopra è tratta dalla finestra di Analisi di Amibroker, con un semplice programma : per chi ne desidera una copia, sarà resa disponibile sulla pagina dedicata ai trading system che tra poco verrà pubblicata. Si noti come, per semplificare, si prendono i dati all’inizio di ogni mese: questo per avere una rappresentazione della dinamica dei profitti su scala temporale e non per singolo trade, come invece avevamo prima nel report standard. La semplificazione riguarda la scala scelta, che potrebbe essere settimanale o giornaliera: ma poi occorrerebbero delle conversioni per ritrovare i dati annuali standardizzati. Dalla tabella è facile ottenere i dati del rendimento medio mensile e della deviazione standard del rendimento medio mensile: usiamo il Connors RSI2 presentato negli scorsi numeri, applicando sullo SP500 negli ultimi 5 anni, la tabella di calcolo in excel sarà disponibile nella pagina dedicata, o a richiesta al Team. Un dato di immediato utilizzo, per verificare se la prestazione del Trading System ( o di un gestore: la logica di analisi è la stessa) ; ad esempio, per monitorare l’andamento di un sistema, si può fare un grafico che confronta l’andamento corrente con i valore dell’anno precedente, così da controllare immediatamente se vi siano delle differenze di profitto o di volatilità del profitto stesso. 900 100,00 800 50,00 700 600 500 400 -50,00 300 200 -100,00 100 giu-15 dic-14 mar-15 giu-14 set-14 dic-13 mar-14 giu-13 set-13 dic-12 mar-13 giu-12 set-12 dic-11 mar-12 giu-11 set-11 dic-10 mar-11 giu-10 set-10 dic-09 mar-10 giu-09 set-09 dic-08 mar-09 giu-08 set-08 dic-07 mar-08 giu-07 set-07 dic-06 mar-07 giu-06 set-06 dic-05 mar-06 -150,00 set-05 0 La media del rendimento dei 12 mesi precedenti è nero, ed è delineata la fascia di + e – una deviazione standard intorno alla media dei 12 mesi precedenti: in blu e rosso rispettivamente la banda superiore ed inferiore: se i rendimenti si disponessero secondo la legge della distribuzione normale gaussiana, il 66% dei rendimenti dovrebbe ricadere entro tale fascia . la linea spezzata è la curva nera cumulativa dei rendimenti a trade aperto, e ogni trade chiuso è rappresentato da un punto. Osserviamo che la media è circa sempre uguale con poche variazioni, di cui la più evidente è quella del 2011, un anno particolare con il trade peggiore che aumenta anche la volatilità perché, pur essendo solitario, il suo importo modifica la media : un caso tipico in cui uno stoploss o un filtro avrebbero evitato la perdita così grave ed isolata, ed infatti noi utilizziamo il ConnorsRSI2 da noi adattato. La media resta comunque abbastanza costante e con l’eccezione del 2011 si può dire lo stesso della volatilità: una prestazione quindi abbastanza costante nel tempo, con pochi trade fuori dalla aspettative, che è una importante indicazione per chi vuole operare con un sistema algoritmico. La stessa prova è facile da eseguire anche per valutare un gestore di fondi, il rendimento di un portafoglio. In finanza infatti è essenziale conoscere il rischio ancora più che il rendimento, e questo grafico li unisce in modo chiaro e semplice. Per la nostra serie, i valori di rendimento mensile medio sui 10 anni è dell’ 3,4% e lo scarto quadratico medio del rendimento mensile è del 11,89% con una efficienza ( media mensile / scarto quadratico medio mensile) dello 0,29 un buon valore dato che 0,25 è considerato il benchmark. I dati dei rendimenti si ottengono da un capitale investito di 200$ . Ma ora valutiamo il drawdown: vogliamo capirne le caratteriste dal punto di vista statistico, per fare delle ipotesi sul futuro manifestarsi dei periodi di perdita sia nella loro profondità che nella loro durata. È un argomento essenziale per definire il capitale a rischio nell’utilizzo di un sistema, ed evitare che una serie di operazioni sfortunate esaurisca le risorse, prima che si ritorni a generare utili. Due sono i parametri che ci interessano, il massimo drawdown in cui si può incorrere, a la massima lunghezza del periodo ‘underwater’ ( si veda nei numeri scorsi sul concetti di Drawdown) Partendo dalla nostra tabella, ricaviamo i livelli di profitto cumulato all’inizio di ogni mese: calcoliamo poi il profitto medio mensile e lo scarto quadratico medio mensile. Ricordiamo che il nostro sistema è con un solo contratto, quindi qui evitiamo di complicare l’analisi con il parametro della esposizione progressiva e dei margini. La tabella permette ora, con una serie di semplici formule, di calcolare il drawdown partendo dai profitti: se sono negativi, si inizia a sommare il risultato di ogni mese fino a che non si è ripristinato il livello iniziale dei profitti, cioè fino a che non si è ripianata la perdita: una formula calcolerà ogni mese in perdita, fino ad ottenere la lunghezza di ogni periodo di drawdown. Abbiamo ora una nuova serie di informazioni, profondità e durata del periodo di perdita: per ciascuna serie calcoliamo la media e la deviazione standard, così da avere un modello statistico del comportamento della perdita del sistema. E nella ipotesi che la distribuzione delle perdite segua la distribuzione ‘normale’ gaussiana, è possibile fare ipotesi sul comportamento futuro della nostra regola. Per la stima della durata del Drawdown ( da ora : DD) possiamo usare una distribuzione esponenziale per fare le nostre stime. Rimandando alla letteratura specializzata chi desidera un maggior approfondimento, qui definiamo la distribuzione esponenziale come una distribuzione di probabilità continua che descrive la ‘durata di vita’ di un fenomeno che “non invecchia” , cioè i cui componenti sono “privi di memoria” e quindi indipendenti. La funzione è f(x) = λ e^(λx) con funzione di ripartizione pari a F(x)=1- e^(-λx) con x>=0 e λ>=0 , dove x è l’intervallo temporale , nel nostro caso espresso in mesi e λ è la frequenza con cui l’evento avviene, in casi per mese, nel nostro esempio; il valore atteso è E(x)= 1/λ e la deviazione standard è 1/λ ; da notare che il range della distribuzione esponenziale è infinito, cioè il DD può durare teoricamente per sempre, ma con probabilità via via più basse Nel nostro esempio, abbiamo che le maggiori lunghezze dei DD sono : -30 -10 -8 -6 -4 -4 -2 -2 -1 -1 10 elementi di cui il maggiore è 30 mesi di DD, un dato molto elevato ma che è assai superiore alla media di 7,2 mesi e al valore modale di 2 E i maggiori maxDD in valore sono -158,34 -62,05 -46,46 -33,17 -20,34 -12,94 -11,89 -2,41 -0,59 -0,15 Con una media complessiva di 37,76 , assai minore del maggior valore negativo di -152,2 , ed una deviazione standard di 45,71, piuttosto elevata . Prendiamo adesso la durata media del DD, pari a 7,2 mesi : il valore di λ sarà quindi 1/7,2 = 0,14 . Ora possiamo fare delle valutazioni statistiche sulla durata del peggiore DD: la probabilità di un DD di durata maggiore di τ è e^(-λτ) e perciò la probabilità di avere un DD maggiore di 12 mesi sarà pari a e^(0,14*12) = 0,189 cioè circa il 20% ed infatti nel nostro campione abbiamo avuto un DD di 30 mesi che comunque è una discreta rarità statistica, dato che un DD > 24 mesi sarebbe stato pari a e^(0.14*24)= 0,036 cioè il 4% circa ( un DD di 30 mesi avrebbe una probabilità del 1.5% circa, ma si sa che se la fortuna è cieca, la sfortuna ci vede benissimo) . Dato che la media di una distribuzione esponenziale è pari a 1/λ , la probabilità di un DD pari a tre volte la media (7,2 *3 = 21,6) sarà pari a e^-3 = 4,978% cioè circa il 5. Questo è un dato molto importante, che permette di fare delle valutazioni di resistenza psicologica necessaria ad affrontare questo trading system , attendendo per quasi due anni prima di tornare in utile: ed è da notare come nel track record effettivo, si sia verificato già un caso di durata per 30 mesi, superiore alla proiezione (una stima di 4 volte la durata media, pari a circa 29 mesi, avrebbe una probabilità di 1,8% , ma è già avvenuta: la legge di Murphy colpisce ancora) Ultimo importante aspetto è la proiezione del valore atteso del max DD : nella ipotesi che i rendimenti si distribuiscano secondo una distribuzione gaussiana normale, una dimensione di µ+3σ viene superata solo nello 0,3% dei casi , dove µ è la media e σ è la deviazione standard. Qui noi avremo che la media è 37,7 , e 3σ =45,7*3 pari quindi a 137,1 : notiamo che il maxDD rilevato di 152,2 è superiore a questo valore . Qui però ci serve capire quale sia il capitale necessario per sopportare le perdite di questo sistema, e per prudenza spostiamo il livello a 4σ : la perdita massima attesa diventa quindi 182,82 . Questa indicazione, che è sempre prudente arrotondare in aumento, in questo caso ad esempio a 200, è la indicazione del capitale necessario per operare con il sistema ( o con un fondo, con un gestore ) : è il capitale da mettere a rischio per utilizzare il metodo, e su questo valore si devono poggiare tutte le valutazioni di rendimento percentuale del modello: noi abbiamo usato questo valore per le stime qui sopra. È appena il caso di notare come un maggior capitale, pur non modificando le prestazioni del trading system, ne cambierebbe la resa percentuale e la volatilità riducendole entrambe: la determinazione del capitale a rischio è una delle scelte fondamentali del trading. Ed ora mettiamo insieme questi concetti: il CCZ, Chande Comfort Zone : è semplicemente un metodo sintetico per descrivere le caratteristiche di rischio atteso di un trading system, ed al tempo stesso una misura per capire se il sistema stia operando come da progetto ( o come ha fatto nel passato) , informazione essenziale per capire se conviene ancora seguire il sistema o se non sia più affidabile. Rendimento annuo Chande CCZ modificato 50,0% 45,0% 40,0% 35,0% 30,0% 25,0% 20,0% 15,0% 10,0% 5,0% RSI2 0,0% lunghDD maxDD Il CCZ è semplicemente l’insieme dei tre valori di rendimento annuo atteso, durata massima attesa del DD e profondità massima attesa del DD . Un grafico ‘radar’ permette di visualizzare chiaramente il concetto, con le linee che rappresentano i limiti di progetto o di ‘normale funzionamento’ del sistema: i valori di ciascun mese devono rientrare in questi parametri, superati i quali si è anche usciti dal normale funzionamento, tale da far credere che il sistema non funziona più e deve essere abbandonato. Rendimento annuo 80, 0% Chande CCZ modificato 70, 0% 60, 0% 50, 0% 40, 0% RSI2 30, 0% 2006 20, 0% 2007 10, 0% 2008 0, 0% 2009 2010 2011 2012 lunghDD maxDD 2013 2014 Si vede che l’unico parametro ad uscire dallo schema medio sia il maxDD del 2011, con una operazione a dir poco sventurata: un vero peccato che il sistema non abbia una protezione da questi eccessi Inoltre, è facile sovrapporre grafici di trading systems diversi per farne un immediato confronto nei loro parametri essenziali, e farne una loro classificazione secondo una definizione di rischi, rendimenti e stress psicologico basata non solo sul passato ma sui valori futuri attesi . Ricordiamo che l’impegno psicologico nel seguire un trading system è forse il capitale più prezioso da conservare: un errore tipico dei trader è abbandonare un metodo dopo una serie di operazioni negative e al massimo della perdita, proprio prima che la dinamica del mercato ritorni ad essere adatta alle caratteristiche dell’algoritmo e si ritorni quindi a recuperare le perdite prima e a guadagnare poi . Sapere in anticipo la probabile durata massima è quindi un elemento prezioso per gestire il proprio trading plan: elemento prezioso almeno tanto quando conoscere la capitalizzazione necessaria alla gestione del metodo, cioè la quota di capitale che occorre per sopportare le perdite attese . Troppi trader utilizzano sistemi profittevoli ma volatili, ed una sequenza di operazioni negative (che sono un evento inevitabile sui mercati) ne consuma le disponibilità finanziarie prima che si possa recuperare la perdita: da notare ovviamente che i sistemi più profittevoli, che attraggono con il loro rendimento i piccoli trader, sono per loro stessa natura i più volatili e quindi i più rischiosi . Qui sovrapponiamo il RSI2 standard con la nostra modifica RSI2P : anzitutto ricordiamo che il RSI2mod è stato studiato per operare molto meno, scegliendo i trade più profittevoli ma con lo svantaggio di operare poco: e i pochi trade rendono meno significativa la verifica statistica del suo comportamento. Il vantaggio aggiuntivo di attendere i trade migliori comporta anche il beneficio di perdere poco, e quindi di richiedere molto meno capitale , solo 70$ per coprire la perdita attesa : e questo generando nei 10 anni di test circa 535$ (senza slippage, commissioni o imposte : ricordiamo qui che i valori sono con un solo contratto, e quindi occorre verificarne la leva oltre che naturalmente i margini) contro i 200$ di capitale richiesti da RSI2, che però genera circa 817$ . Ecco il grafico Rendimento annuo Chande CCZ modificato 80, 0% 70, 0% 60, 0% 50, 0% RSI2 modif 40, 0% 30, 0% 20, 0% 10, 0% 0, 0% RSI2 lunghDD maxDD Lo RSI2modif è superiore, di quasi il doppio, nel rendimento annuo: ma la scarsezza di operazioni allunga i tempi di recupero delle pur piccole perdite, e quindi anche il loro permanere. Aumentando la capitalizzazione a 150$ , ancora inferiore a quella dello RSI2, avremo: Rendimento annuo Chande CCZ modificato 50, 0% 45, 0% 40, 0% 35, 0% 30, 0% RSI2 modif 25, 0% 20, 0% 15, 0% 10, 0% 5, 0% 0, 0% RSI2 lunghDD maxDD Prestazioni di rendimento rischio quasi identiche a quelle dello RSI2 ma con un miglioramento sul massimoDD : un trading system migliore, anche se forse sarebbe meglio operare con uno stoploss o con un filtro meno rigoroso per tagliare le perdite ‘eccezionali’ e lasciare più operatività al sistema. --------------------------------------------------------In questo numero abbiamo toccato importanti argomenti, tra cui il rischio di rovina, la progettazione dei trading system secondo le specifiche di rischio definito dal trader, la volatilità simmetrica rispetto alla volatilità dei soli trade negativi: saranno parte dei prossimi approfondimenti del Laboratorio. Trend e reversal : la nostra view sui mercati Aggiornamento di mercoledì 9 settembre 2015 In questa sezione abbiamo accorpato i nostri indicatori Eulero e Volatility Cone Eulero vers. Eulero 1.5 Eulero è un nostro sistema proprietario, ed è la base sia per Trading System che per la gestione di portafogli: verranno aumentati gli indici e le asset class monitorate, sempre con lo stesso sistema di analisi, che per ora è in versione pre-ottimizzazione: quindi è calcolato con gli stessi parametri in ogni mercato, a prova della solidità della struttura logica sottostante. Lo scopo è quello di identificare la direzione del mercato, con una lettura graduata per permettere una valutazione sulla capacità di produrre nuove Il nostro indicatore ha una piccola modifica, con le letture ‘centrali’ in giallo per mostrare una neutralità del valore: indicatori utilizzati: KAMA , MAMA , SAR, indicatore H&M EULERO v1.5 Volatility cone vers. COdVO 000 04 Il Volatility Cone è un nostro sistema proprietario per l’analisi della volatilità del mercato L’indicatore è VOLA-REVERTING: indica la possibilità di un ritorno alla media, prendendo i dati dal mercato delle opzioni Nel nostro indicatore degli eccessi la segnalazione ora viene graduata in tre livelli per una più facile lettura dei punti di eccesso sul mercato: 4. in azzurro e verde, i punti di possibile correzione , in giallo e arancio i punti di possibile risalita 5. una singola violazione: indicatore piccolo con colore più pallido 6. violazione intensa : un cerchio intorno all’indicatore 7. violazione ripetuta: se la violazione rimane per più di tre giorni, indicatore grande con colore intenso a. (violazione ripetuta e intensa: indicatore grande con cerchio e colore intenso) EULERO mostra la direzione VOLATILITY CONE mostra la dispersione A breve presenteremo HERAKLES, un nostro indicatore sulla forza del mercato SP500 che ha ampliato le oscillazioni in giugno e luglio, con Eulero che ha cominciato a perdere la direzione per poi, da metà agosto, andare in negativo. La rottura della media mobile 200 , fenomeno già accaduto in passato ma prontamente negato con la risalita sopra tale livello, ora segnala un sentimento più pessimista degli operatori, anche perché la violazione è avvenuta in modo veloce e deciso insieme. I recuperi degli ultimi giorni non sono serviti a spegnere le segnalazioni di eccesso di COdVO iniziate nell’ultima settimana di agosto, quindi lasciando uno spazio per ulteriori brevi rialzi ma in uno scenario che ora, FRD a parte, sembra impostato al ribasso . Si vedano le pagine di aggiornamento nel sito per una visione weekly dell’indice . Invece del VIX, vi proponiamo questa volta SKEW, un indicare che oscilla tra 100 3e 150 r che indivca l’ampiezza dello skew appunto, cioè segnala che le opzioni DOTM , deep out of the money, stanno crescendo. L’interpretazione è che se gli operastori comprano opzioni molto lontane dallo strike, chiamate DOTM dalla sigla di Deep_Out_of_The_money, ne fanno salire il prezzo e quindi aumentano la volatilità implicita . Alti valori dell’indice mostrano come gli operatori prevedono forti oscillazioni. Qui vediamo appunto una crescita dello SKEW ed in particolare nell’ultima settimana i valori sono al massimo, come in previsione di qualche forte movimento dei prezzi . Il DAX da giugno è in area negativa come Eulero ha indicato con costanza, e le giornate singole in luglio e agosto con due picchi , mostrano i tentativi dell’indice di riprendere una strada positiva: tentativi che in agosto sono stati del tutto vanificati dalla forte discesa che ha portato Eulero ai valori minimi e COdVO a segnalare tensione anche molto forte per eccesso ribassista. Anche qui però gli eccessi sono rientrati nella scorsa settimana, mentre la direzione del mercato resta negativa. Si vedano le pagine di aggiornamento nel sito per una visione weekly dell’indice . Lo FTSEMIB ha una conformazione simile a quella degli indici maggiori, anche se impostata più positivamente: Eulero ha dato segnali di continuo mutamento di direzione in giugno luglio agosto, rappresentando graficamente con chiarezza la incertezza degli operatori. Da metà agosto la brusca discesa, in sincronia con le borse mondiali o per meglio dire con la situazione macroeconomica, brusco calo con situazioni di eccesso che ora sono rientrate e si sta sviluppando un mini-trend in crescita, ancora però insufficiente a cambiare in positivo la direzione di fondo: manca poco comunque a raggiungere livelli di resistenza chiave. Daremo aggiornamenti frequenti sul sito, in modo da monitorare queste situazioni in sviluppo. Uno sguardo anche al SRIE - BRIC40, che dopo un eccesso ai primi di aprile, chiaramente indicato, ha stornato i prezzi. La discesa, perfettamente indicata da Eulero, mostra la incertezza di giugno con la conformazione tipica delle incertezze legate al cambiamento di direzione, in questo caso verso un mercato orso . Da luglio Eulero ha segnalato negatività, e da metà luglio Eulero ha anticipato la discesa di agosto iniziando a dare la segnalazione massima . Gli eccessi di fine agosto-settembre non sono ancora rientrati e il mercato è ancora molto debole, con un recupero debole dei corsi. Sulle motivazioni macro, si veda l’articolo di dettaglio, in particolare sul Brasile. Il cross eurodollaro resta chiuso in un range abbastanza definito, con Eulero che di conseguenza oscilla tra i valori positivi e negativi. La risalita di agosto, con tutte le conformazioni tipiche del rush di chiusura operazioni tipico della fretta con cui i trader hanno smontato le operazioni carry aperte sui bond , è stato precisamente segnalato da COdVO ; l’eccesso è stato stornato e il range è ripristinato. Comunque la situazione resta legata al possibile rialzo tassi FED, a lungo annunciato e che prima o poi si realizzerà anche se ormai difficilmente nel 2015, e al permanere del QE della BCE : per ora le due forze sono bilanciate, ed il cross resta in equilibrio Sul WTI la zona di bottom di marzo in correlazione con il cross eurodollaro è evidente, così come la correlazione tra i minimi dell’euro a fine agosto: minimi che però hanno creato una situazione di eccesso, con il conseguente rimbalzo che ha creato nuovi eccessi. Parliamo per ora di rimbalzo e non di rialzo perché Eulero è Ancora negativo, con una lettura decisamente negativa dagli inizi di agosto: le considerazioni macro di eccesso di offerta e di debolezza della domanda confermano questa visione. Rimandiamo all’articolo di approfondimento qui sopra tutti i dettagli . Il rame ha iniziato bene il 2015 ma portandosi addosso ancora i cali del 2014: e da giugno Eulero mostra come la discesa di maggio non fosse un aggiustamento ma un nuovo trend, decisamente confermato dai primi di luglio. Pochi eccessi in luglio e agosto segnalati da COdVO, ad indicare una discesa uniforme che è proseguita fino alla ultima settimana di agosto. La risalita dei corsi di settembre ha fatto migliorare Eulero, non più decisamente negativo, con un singolo segnale per ora: possibile quindi che si sia raggiunto un bottom. Seguiremo con attenzione questo mercato, considerato segnalatore della forza dell’economia reale, anche tramite altri indicatori fuori dai mercati finanziari come i PMI , e con particolare attenzione ai BRIC legati a filo doppio con le materie prime, sia come produttori alcuni che come utilizzatori per altri. Il Tnote a 10anni ha un andamento oscillante, a ben rappresentare le opinioni degli operatori sull’aumento tassi dela FED. Eulero ha segnato con decisione da maggio la fase di discesa dei corsi, o di risalita dei tassi se si preferisce, fase che si interrompe in agosto per i motivi descritti nell’approfondimento e che Eulero fa seguire da una serie di incertezze che però sono tendenzialmente positive, in piena armonia con le aspettative di posticipo del rialzo. Nessuna tensione particolare da segnalare, in uno scenario che però potrebbe diventare rapidamente molto volatile Il BTP ha interrotto la fase positiva in maggio, per entrare in zona di rialzo_tassi da maggio, ma anche lui da metà luglio ha indicato minore forza nella discesa (stiamo studiando il nostro indicatore Herakles che dovrebbe proprio segnalare la forza del mercati con maggior precisione, lasciando a Eulero la definizione della direzione). Da agosto incertezza senza direzione con sbalzi molto forti di Eulero in un contesto però di volatilità bassa, tanto che COdVO non segnala eccessi: significa che il mercato è in perfetto equilibrio ma che si stanno accumulando energie per un nuovo trend . Il BUND ha lo stesso andamento dei mercati sovrani che abbiamo appena visto: calo dei corsi in maggio, minor decisione in luglio e incertezza in agosto. In settembre Eulero ritorna in positivo, ma qui conta molto il ruolo di safe haven del Bund e la dichiarazione BCE di proseguire con decisione nel QE, con il Bund che ormai è in crisi di offerta e quindi reagisce con rialzi dei corsi. Nessuna indicazione di tensioni o di eccessi particolari. Da seguire con l’evoluzione della inflazione rilevata e attesa, che sarà il mover più evidente delle scelte BCE. Qui in modo sintetico, e solo per mostrare come tutti i mercati obbligazionari seguano le stesse pressioni ma le interpretino in modo personalizzato, , vediamo il HY.MI, un ETF che ha come benchmark le obbligazioni corporate in euro liquide e non investment grade: gli High Yeld . Incertezze in maggio, quindi con una tenuta iniziale dove i soverign bond hanno subito ceduto: in luglio ed agosto però i corsi non hanno avuto una ripresa, dato che le difficoltà macro si riflettono sulle difficoltà delle imprese , e la ripresa di settembre è stata modesta tanto che Eulero la sta ancora trascurando, mantenendo una segnalazione in area negativa. Poche tensioni su COdVO, già recuperate. E questo è lo IEMB.MI , un ETF che replica la performance dei titoli di debito di Paesi emergenti, ad elevata liquidità . Incertezze in maggio, quindi anche qui una posizione migliore di quella dei bond sovrani, seguirta però da una discesa dei prezzi che Eulero ha definito come intensa: il minimo di fine agosto era stato ‘preannunciato’ da Eulero con il suo valore minimo già una settimana prima che si verificasse, e COdVO ha correttamente indicato l’eccesso di discesa che è stato seguito puntualmente da un rimbalzo: ancora non una ripresa , data la segnalazione negativa di Eulero che è in pieno accordo con il quadro marcoeconomico . Vi invitiamo a seguire i nostri aggiornamenti sul sito, dove vi segnaleremo le principali variazioni dei mercati, aggiorneremo i livelli da monitorare di supporto e resistenza e forniremo brevi approfondimenti spot su temi specifici A presto .