GIST • Accantonata la vecchia definizione di “tumori intestinali di • • natura mesenchimale”, queste neoplasie sono, secondo la terminologia anglosassone, denominate GIST (GastroIntestinal Stromal Tumors), ovvero tumori che originano dal tessuto stromale della parete intestinale Tale denominazione si deve a Mazur e Clark (1983) che con questo termine vollero comprendere un gruppo eterogeneo di tumori non epiteliali a cellule epitelioidi o fusate, originati prevalentemente dalla tunica muscolare del tratto gastroenterico. La loro differenziazione, generalmente indirizzata verso la linea mioide o neurale, può rimanere indifferenziata o esprimersi con cellularità mista Sono tumori di rara incidenza; basti considerare che i tumori stromali dei tessuti molli si attestano intorno allo 0,7% di tutti i tumori maligni dell’adulto e che i GIST rappresentano il 5,4% dei tumori dell’apparato digerente Tumori mesenchimali gastrointestinali Benigni lipoma leiomioma leiomioblastoma fibroma angioma neurinoma schwannoma benigno Maligni liposarcoma leiomiosarcoma rabdomiosarcoma fibrosarcoma angiosarcoma schwannoma maligno sarcoma indifferenziato Classificazione dei tumori stromali di Golden e Stout (1941) • Cellule fusate > leiomiomi o leiomiomi cellulari • Cellule rotonde > leiomiomi epitelioidi o leiomioblastomi o leiomiomi bizzarri • Maligni > leiomiosarcomi o leiomiosarcomi epitelioidi Tumori Stromali • • • • • • • • • GIST smooth muscle type, benigno GIST smooth muscle type, borderline GIST smooth muscle type, maligno GIST smooth muscle type, variante epitelioide, benigno GIST smooth muscle type, variante epitelioide, borderline GIST smooth muscle type, variante epitelioide, maligno GIST neural type, maligno GIST combined smooth muscle-neural type, maligno o potenzialmente maligno GIST uncommitted type, maligno o potenzialmente maligno GIST Atipie Benigno Maligno a basso grading Maligno ad alto grading Indice mitotico nessuna atipia < 2 (x10 HPF) nessuna atipia 6-10 (x10 HPF) presenza di atipie 2-5 (x10 HPF) nessuna atipia >10 (x10 HPF) presenza di atipie 6-10 (x10 HPF) McGrath (1987) Argomentazioni a sfavore dell’origine muscolare dei GIST • Non c’è associazione con alcun tipo di strato muscolare del tratto gastroenterico • Non c’è somiglianza istologica con i classici tumori del muscolo liscio • L’immunoistochimica non risulta positiva per marker muscolari • L’analisi ultrastrutturale non evidenzia strutture tipiche di differenziazione muscolare liscia Cellule diffuse tra le strutture del sistema nervoso autonomo (plesso di Auerbach) e i fasci nervosi e muscolari della parete viscerale CELLULE INTERSTIZIALI DI CAJAL PROTOONCOGENE c - kit CODIFICAZIONE RECETTORE CD 117 FATTORE DI CRESCITA (Stem Cell Factor-SCF) CELLULA STAMINALE PROTOONCOGENE c-kit FENOTIPO ICCs: CD 34 / VIMENTINA + • L’attivazione del recettore CD117 comporta la fisiologica maturazione cellulare; la sua mutazione favorisce l’insorgenza di disordini della motilità intestinale e l’evoluzione verso forme neoplastiche • Nei GIST sono stati identificati marcatori cellulari tipici delle ICC come il CD117 e sono sempre presenti (95%) mutazioni dell’esone 11 del gene c-kit Tumori Stromali Gastrointestinali • Tumori con buon grado di differenziazione • Tumori stromali gastrointestinali (GIST) • Sarcomi stromali gastrointestinali (GISS) • Tumori indifferenziati Suster (1995) GIPACT • I GIST originerebbero da una cellula staminale capace di differenziarsi in un fenotipo ICC • L’espressione del gene c-kit – consentirebbe lo sviluppo delle ICC – favorirebbe l’attività di pace-maker gastrointestinale delle ICC – determinerebbe la proliferazione e la migrazione delle cellule germinali primitive e dei melanoblasti Kindblom (1998) GIMT Tumori mesenchimali gastrointestinali • Tumori mioidi puri • Tumori a differenziazione schwanniana o neurale • Tumori ad origine dalle Cellule Interstiziali di Cajal Sircar (1999) Tumori stromali gastrointestinali classificazione istopatologica su criteri immunoistochimici e ultrastrutturali • Con differenziazione verso cellule muscolari lisce – – – – Positivi per actina del muscolo liscio, actina muscolo specifica, specifica, CD34, vimentina, vimentina, desmina Vescicole pinocitotiche, pinocitotiche, placche dense suplasmalemmali, suplasmalemmali, microfilamenti citoplasmatici, actina, granuli di glicogeno Benigni, borderline, maligni (a cellule epitelioidi o a cellule fusate) fusate) Frequenza 43% • Con differenziazione verso cellule nervose – – – – Positivi per enolase neurone specifica , CD34, vimentina, vimentina, sinaptofisina, sinaptofisina, proteina SS-100 Granuli neurosecretori, neurosecretori, processi citoplasmatici simili ad assoni, assoni, microtubuli simili a neurotubuli Maligni Frequenza 38% – – – Caratteristiche immunoistochimiche ed ultrastrutturali di entrambi i precedenti gruppi Maligni Frequenza 8% – – – – Positivi per CD34 Non presentano elementi che consentano la tipizzazione Maligni Frequenza 11% • Con differenziazione mista sia in senso muscolare sia in senso nervoso • Senza differenziazione Rosai (1996) GIST Anatomia Patologica • Due citotipi fondamentali: – cellule epitelioidi – cellule fusate • Generalmente uno dei due citotipi prevale anche se • • possono essere presenti nello stesso tumore in eguali proporzioni Il citotipo epitelioide si trova nei tumori composti da cellule rotonde che possono variare da un quadro monomorfo di piccole cellule ad un quadro di grosse cellule pleomorfe con citoplasma eosinofilo Le cellule fusate hanno un corto citoplasma scarsamente colorato, con nucleo disposto centralmente. Queste cellule si organizzano in corti fascicoli. Lo stroma di questo fenotipo è costituito da collagene fibrillare vascolarizzato 4X 20X 20X 10X Immunoistochimica Actina muscolo Desmina specifica + + - CD117 Proteina S-100 - Leiomioma o leiomiosarcoma - Neurofibroma o schwannoma e forme maligne + + - - CD34 - - + GIST - Tumori indifferenziati 10X 20X mucina 4 3 D C + CD117+ 10X fibre skenoidi 10X 20X 20X 10X CD34 + 10X 20X • Esistono tumori stromali con scarsa o assente espressione del c-KIT (2 – 10%) ma in cui gli altri criteri (presentazione clinica, sede anatomica, morfologia, marcatori immunofenotipici come il Platelet Derived Growth Factor Receptor Alpha) depongono per la diagnosi di GIST • La perdita dell’espressione di c-KIT può osservarsi anche nei GIST in stadio avanzato divenuti resistenti all’imatinib GIST Biologia molecolare • Presenza di aberrazioni cromosomiche • Perdite alleliche • q14 • 1p • 15q Gli studi di genetica molecolare hanno dimostrato che questi tumori non costituiscono un’entità singola ma un gruppo di neoplasie strettamente correlate È stata proposta una classificazione molecolare dei GIST che consente di identificare i pazienti in cui la terapia con imatinib è probabilmente inefficace o in cui sono possibili mutazioni germinali di c-KIT • Overespressione di alcuni geni Nella maggioranza dei GIST sono operanti mutazioni geniche che determinano un’attività anormale e incontrollata della tirosinchinasi il cui principale risultato è una esagerata moltiplicazione cellulare La scoperta di mutazioni attivanti del gene c-KIT nella maggioranza dei GIST ha non solo svelato il principale meccanismo oncogenetico, ma ha anche individuato il bersaglio ideale per realizzare una terapia mirata Il massimo di risposta parziale (80%) alla terapia con imatinib si ottiene nei pazienti il cui GIST presenta una mutazione dell’esone 11; una risposta parziale del 40% è correlata a mutazioni dell’esone 9. Totale assenza di risposta si ha nei pazienti nei quali sia KIT che PDGRFA sia presente in forma nativa Valutazione del potenziale biologico dei GIST • Dimensioni del tumore • Indice mitotico (espresso per 50 campi ad elevato • ingrandimento) Di minore valore prognostico sono: – – – – – l’elevata cellularità, la necrosi, le modificazioni cistiche, l’atipia nucleare il pattern di crescita infiltrativo • Nessun GIST è benigno se è presente come massa clinica, pertanto vi sono soltanto: Ø “tumori a bassissimo rischio di malignità” Ø “tumori ad elevato rischio di malignità” Gastrointestinal Stromal Tumor Workshop (2001) Valutazione del potenziale biologico dei GIST • I tumori con dimensioni inferiori a 2 cm sono • considerati a rischio molto basso e difficilmente danno metastasi I tumori che misurano più di 5 cm con 50 mitosi x 50 campi ad elevato ingrandimento sono considerati ad alto rischio. Anche i tumori con più di 2 mitosi per 50 campi ad elevato ingrandimento ma a localizzazione nel grosso intestino sono da considerare ad alto rischio Gastrointestinal Stromal Tumor Workshop (2001) GIST Incidenza Rappresentano meno dell’1% delle neoplasie maligne ed i più comuni tumori mesenchimali del tratto gastroenterico • Stomaco (60-70%) • Tenue (20-30%) • Colon-retto, Duodeno, Esofago (10%) • Il riscontro casuale avviene con una frequenza che oscilla tra il 22% ed il 41% dei casi: “incidentaloma” GIST del tubo digerente Diagnostica • Reperto occasionale 22 - 41% • Studio radiologico del tubo digerente 60 - 70% • Esame endoscopico (+ ecoendoscopia) 80 - 85% • TC spirale e/o RMN 75 - 90% • TC/PET (monitoraggio clinico) 100% GIST del tubo digerente Sintomatologia • • • • • • • Dolore addominale Sanguinamento Dimagrimento Astenia e anemia Massa palpabile Occlusione Perforazione 47% 43% 40% 32% 18% 15% 2% La comparsa dei sintomi è spesso tardiva e circa il 30% dei pazienti è asintomatico GIST Esofago Stomaco Duodeno Digiuno – ileo Colon - retto Marrano / 47% / 44% 9% D’Amato / 74% 17% 9% / Zucchetti 12,2% 58,2% / 20,4% 9,2% 6% 47% / 35% 12% Latteri / 70% 3,3% 26,6% / Ziparo / 47,3% / 35,4% 12% (letteratura) Serio (letteratura) GIST Esofago Stomaco Duodeno Digiuno – ileo Colon - retto Tran 1% 51% / 36% 12% Horton 5% 60% / 30% 5% Aparicio / 42% 9% 37% 12% Vander Noot 37% 21% 24% / 18% Xie 1% 70% / 28% 1% Miettinen 2% 65% / 28% 5% GIST Trattamento • Neoplasie radioresistenti e non chemiosensibili, che • metastatizzano comunemente al fegato, all’omento, al sistema scheletrico quindi l’asportazione chirurgica è il trattamento d’elezione nel 68-90% dei casi in grado di aumentare la sopravvivenza a lungo termine Tecniche chirurgiche: • • • • Radioterapia esterna ad alte dosi (50-60 Gy) Brachiterapia con Iridio Chemioterapia con Doxorubicina Polichemioterapia con Adriamicina e Ifosfamide Scarsa sensibilità – Resezione a losanga della parete per i tumori piccoli – Asportazione parziale o totale dell’organo per le neoplasie più voluminose, con linfoadenectomia di I livello • Imatinib mesilato (STI571) alla dose di 400-600 mg al dì per os – riconosce e blocca il sito di attivazione della c-kit tirosinchinasi anomala arrestando la proliferazione cellulare (GIST CD117+) – è indicato nei GIST inoperabili e/o metastatici perché fa regredire il tumore o ne blocca l’evoluzione per tempi prolungati; come trattamento adiuvante dopo chirurgia nei pazienti ad alto rischio di recidiva – Generalmente è ben tollerato – effetti collaterali minori: diarrea, edema periorbitario, astenia – risposta positiva 80%, progressione della malattia 12% – nome commerciale: Glivec cps 100 mg - Novartis Farma SpA (2001) GIST Storia naturale • Caratteristica dei GIST è la lentezza evolutiva e la • • • • • tendenza a rimanere una neoplasia maligna confinata all’interno della cavità addominale La quasi totalità delle forme ad alto grado ricade o metastatizza. La metà delle forme a basso grado tende a recidivare e, in misura minore, a metastatizzare Metastasi extraddominali non sono comuni nemmeno nelle forme molto avanzate Le sedi più comuni di metastasi sono il fegato (per disseminazione ematogena) ed il peritoneo (per impianto diretto) Localizzazioni linfonodali sono piuttosto rare e quelle extra-addominali si osservano solo nei casi avanzati Dopo resezione completa controllare i pazienti ogni 3 - 6 mesi per i primi 5 anni e poi annualmente GIST Prognosi Non sembra esserci una relazione diretta tra sede di insorgenza ed evoluzione della malattia • Se il tumore è localizzato, senza metastasi e non vi sono • • • altri indizi di malignità l’intervento chirurgico è spesso risolutivo Negli altri casi operabili, in assenza di metastasi, ma con caratteristiche del tumore che fanno sospettare la malignità, l’intervento è spesso seguito da recidiva del tumore (50% entro 5 anni), con o senza metastasi. Sono state segnalate recidive anche dopo 10 anni dal primo intervento Nella maggioranza dei casi un secondo intervento radicale è impossibile (o per la presenza di metastasi a distanza o per l’estensione del tumore in strutture anatomiche contigue), in tal caso la prognosi è infausta e il decesso avviene in 1-2 anni Prognosi infausta nei soggetti con GIST metastatico o con diffusione peritoneale da rottura della neoplasia primitiva o inoperabile già al momento della diagnosi GIST Sopravvivenza • Sopravvivenza a cinque anni del 35-47% nei casi trattati • • • con terapie complementari La sopravvivenza specifica per i GIST ad elevato rischio di malignità, riportata in Letteratura, è del 69% ad un anno, del 38-44% a tre anni e del 29-35% a cinque anni La sopravvivenza media è di 60 mesi nei pazienti con malattia primitiva, di 19 mesi in presenza di metastasi e di 12 mesi dopo recidiva locale Dopo 12 settimane di trattamento con l’Imatinib mesilato è stata riportata (2002) regressione della massa tumorale e delle lesioni ripetitive o stabilizzazione della malattia nell’81,6% dei casi GIST Casistica 1980 – 2004 Chir Gen – ME 15% 46% 23% 4% 12% Esofago Stomaco Duodeno Digiuno-ileo Retto GIST Casistica • 26 pazienti • 1 esofago (3,84%) • 12 stomaco (46,15%) • 4 duodeno (15,38%) • 6 digiuno-ileo (23,10) • 3 retto (11,53%) 1980 – 2004 Chir Gen – ME • 16 maschi (61,5%) e 10 femmine (38,5%) • Età compresa tra 41 e 82 anni (età media: 55,4 anni) • La diagnosi è stata posta dopo esame endoscopico o radiologico in seguito ad un episodio doloroso (61,5%) o emorragico (53,8%) o ad una anemizzazione di dubbia origine (42%); astenia (42%), massa palpabile (23%), occlusione (11,5%), perforazione (3,8%) GIST dell’Esofago 13% 25% 62% GIST dell’Esofago 1,9% 2,6% 0,5% Neoformazione unica intramurale Neoformazione unica intraluminale Neoformazioni multiple 95,0% Neoformazioni multiple confluenti (leiomiomatosi) GIST dell’Esofago Sintomatologia •Disfagia intermittente ed ingravescente •Algie retrosternali ed epigastriche •Pirosi •Calo ponderale •Sanguinamento •Calcificazione 47% 45% 40% 24% 18% 1,8 – 4% Sindrome di Alport: associazione di GIST dell’esofago con nefropatia, cataratta e sordità neurogenica (malattia autosomica dominante) GIST dell’Esofago Diagnosi • • • Immagine a mezzaluna Immagine a binario Dilatazione a monte • • • • Protrusione della neoplasia Restringimento del lume Integrità della mucosa Mobilità della neoplasia • Mappatura nella parete GIST dell’Esofago Terapia Resezione endoscopica (se peduncolato) Toracotomica Enucleazione Toracoscopica Resezione esofagea GIST dello Stomaco 5% 10% 15% 70% GIST dello Stomaco Anatomia patologica Neoformazione unica • • • • Sottomucosa 72% Intraparietale 23% Sottosierosa 4,3% Intra ed Extraluminale 0,7% (a clessidra) GIST dello Stomaco Sintomatologia •Tensione epigastrica •Nausea ed inappetenza •Pirosi •Dolore epigastrico •Vomito •Emorragia •Calcificazione 51% 46% 38% 27% 21% 20% 7% A lenta crescita, può andare incontro alla trasformazione sarcomatosa (12%). Sindrome di Carney: associazione di GIST gastrico con paraganglioma extrasurrenale e amartocondroma polmonare GIST dello Stomaco Diagnosi • Difetto di riempimento • Riduzione peristalsi • Protrusione della • • neoplasia Integrità della mucosa Mobilità della neoplasia • Mappature della parete •TC •PET GIST dello Stomaco Terapia • Resezione endoscopica (se peduncolato) • Resezione a cuneo totale • Gastrectomia subtotale GIST del Duodeno 2,2% 45,6% 14,2% 38% GIST del Duodeno Anatomia patologica Neoformazione unica Sotto-mucosa Intramurale Sotto-sierosa 57% 28% 15% GIST del Duodeno Sintomatologia •Epigastralgie •Nausea e vomito •Melena •Ematemesi •Emoperitoneo •Ittero •Disturbi della canalizzazione 30% 10% 56,6% 15% 2% 2% 1% Può andare incontro alla trasformazione sarcomatosa (15%). Può associarsi alla Poliposi familiare, alla sindrome di Gardner (polipi adenomatosi del colon-retto, osteomi, tumori desmoidi e cisti epidermoidi), alla sindrome di Lynch (neoplasie familiari colorettali), alla sindrome di Turcot (poliposi adenomatosa del colon-retto e medulloblastomi o glioblastomi) e a MEN GIST del Duodeno Diagnosi • Difetto di riempimento • Dilatazione a monte • Protrusione della • • neoplasia Integrità della mucosa Mobilità della neoplasia • Mappatura della parete GIST del Duodeno Terapia • Escissione con sutura sec. Mikulitz • Resezione duodeno gastrica • Resezione duodenale • Duodenocefalopancreasectomia GIST del Digiuno - Ileo 37,2% 62,3% 0,5% GIST del Digiuno - Ileo Anatomia patologica Neoformazione unica Sotto-mucosa Sotto-sierosa Extra luminale 23% 12% 65% GIST del Digiuno - Ileo Sintomatologia •Sanguinamento occulto •Dolore •Emorragia digestiva •Massa palpabile •Occlusione intestinale da: –Invaginazione –Ostruzione –Torsione o perforazione 26% 21% 5-10% 2% 18% 13% 4,7% Rara associazione con localizzazione all’ileo terminale del morbo di Crohn GIST del Digiuno - Ileo Diagnosi • • • • • • • • • • Difetto di riempimento Integrità mucosa Dilatazione a monte Transito intestinale Clisma del tenue Enteroscopia a spinta Endoscopia virtuale Scintigrafia con emazie marcate TC spirale PET GIST del Digiuno - Ileo Terapia GIST del Colon - Retto 5% 17% 14% 13% 12% 39% GIST del Colon - Retto Anatomia patologica Neoformazione unica Intra colica Extra colica A clessidra 78% 16% 6% GIST del Retto Sintomatologia • • • • • Dolore perianale Sanguinamento Tenesmo rettale Alterazioni dell’alvo Massa palpabile 45% 22% 10% 3% 100% GIST del Colon - Retto Diagnosi Esplorazione rettale • Clisma opaco • Endoscopia • Ecoendoscopia • TC • RM • Urografia GIST del Colon - Retto Terapia • Escissione endoscopica • Escissione transanale • Resezione segmentaria • Amputazione sec. Miles Tumori stromali addominali • Tumori stromali che, pur non originando dalle • • strutture neuromuscolari della matassa intestinale, si sviluppano nel cavo addominale: essi possono trarre origine dall’omento o dai mesi (67%) e dal retroperitoneo (2%) Sono ad origine mesodermica (70%), neuroectodermica (20%) o teratomi (10%); in genere hanno elevato atteggiamento borderline o di franca malignità Rara espressione clinica è la “leiomiomatosi addominale disseminata” che si riscontra in donne in età fertile spesso associata ad un tumore ovarico secernente o ad una gravidanza Tumori stromali addominali Sintomatologia • Il loro sviluppo, a volte notevole, non si accompagna ad una sintomatologia eclatante fino a quando le dimensioni non determinano fenomeni di dislocazione o compressione • Altri sintomi: – dolore addominale diffuso e mal localizzabile – dispepsia e alterazioni dell’alvo – febbre e astenia – dispnea per masse di notevoli dimensioni Tumori stromali addominali Diagnostica • Esame standard • Studio radiologico con • mezzo di contrasto Ecografia • TC • RM • PET Tumori stromali addominali Terapia GIST del tubo digerente Accurata stadiazione pre- intra- e post-operatoria Attenta valutazione isto-patologica Stretto follow-up GIST del tubo digerente Criteri prognostici • Sede della neoplasia • Dimensione del tumore • Struttura della • • • • neoplasia Atipie citologiche Indice mitotico DNA ploidia Radicalità chirurgica GIST Conclusioni • Un tumore, anche di notevoli dimensioni o • • • apparentemente inoperabile, può appartenere a questa famiglia di neoplasie Al tavolo operatorio è indispensabile superare uno spontaneo impulso alla rinuncia e percorrere tutte le possibili vie di aggressione per realizzare l’escissione completa della massa neoplastica, anche se questo può comportare demolizioni multiviscerali La chirurgia rappresenta oggi il principale atteggiamento terapeutico in grado di portare a guarigione i pazienti L’imatimib ha di recente modificato la storia naturale dei GIST