Elementi di Economia Teoria del Consumatore Dott.ssa Michela Martinoia [email protected] C o r s o d i l a u r e a i n S c i e n z e d e l Tu r i s m o e C o m u n i t à L o c a l e A.A. 2014/15 1 Teoria del consumatore La teoria del consumatore analizza il modo in cui il consumatore forma le proprie scelte di consumo, quindi studia il lato della domanda del mercato. Ipotesi: mercato di un bene di consumo dove i compratori vengono definiti consumatori del bene. Obiettivo: ottenere una funzione di domanda e la relativa curva di domanda individuale, da cui poi si ricava la funzione di domanda di mercato e la relativa curva di domanda di mercato. 2 Teoria del consumatore Per analizzare la scelta del singolo consumatore si ipotizza che sia un individuo razionale. La sua funzione di domanda esprime una relazione fra quantità consumata di un bene e prezzo massimo che è disposto a pagare per ottenerlo. Alla base di questa relazione c’è la scelta razionale del consumatore. 3 Teoria del consumatore Secondo la teoria neoclassica standard, gli individui scelgono di consumare quella combinazione di beni e servizi (paniere) che massimizza la loro utilità, essendo dati: il loro sistema di preferenze individuale; il valore monetario del loro patrimonio, che identifica l’insieme di panieri concretamente raggiungibili (vincolo di bilancio). Hp. un paniere composto da due beni: X (cd) e Y (gelato) → scelta del consumatore tra n. cd e kg di gelato da consumare, dati i prezzi dei due beni. 4 Vincolo di bilancio Il vincolo di bilancio definisce le possibilità di scelta del consumatore, cioè esprime la relazione tra la spesa per acquistare i beni (P*Q) e il suo reddito. Se indichiamo con: X = numero di cd Px = prezzo di X Y = numero di gelati Py = prezzo di Y la spesa totale per ogni paniere, formato da X e Y, sarà pari a: ∗ + ∗ 5 Vincolo di bilancio Se indichiamo con M il reddito del consumatore… ….il vincolo di bilancio è rappresentato dalla seguente equazione: ∗ + ∗ =M … che indica che per acquistare un paniere di beni la spesa totale potrà essere al massimo pari al reddito. Il vincolo di bilancio si rappresenta graficamente con una linea retta, detta retta di bilancio. 6 Vincolo di bilancio Y M/PY Vincolo di Bilancio α =− M/PX Px PY X 7 Vincolo di bilancio Tutti i punti che giacciono sulla retta o al di sotto della retta (area compresa tra la retta e i due assi) rappresentano i panieri ammissibili… … cioè combinazioni di X e Y che possono essere acquistate rispettando il vincolo di bilancio. La retta e i due assi delimitano così l’insieme delle possibilità di acquisto o insieme dei panieri ammissibili. N.B. I panieri che stanno sopra il vincolo di bilancio sono non ammissibili e non possono essere acquistati. 8 Vincolo di bilancio Tutti i punti della retta che rappresenta il vincolo di bilancio sono panieri che si possono acquistare spendendo tutto il reddito M. I punti di intersezione della retta di bilancio con gli assi (intercetta) misurano il potere d’acquisto del reddito in termini del bene X (o Y), detto anche valore reale del reddito o reddito reale… … cioè, rappresentano le quantità dei due beni che è possibile acquistare spendendo tutto il reddito M per quel bene. 9 Vincolo di bilancio La retta di bilancio ha una pendenza negativa. La pendenza è data dal rapporto fra i prezzi dei due beni, cioè fra il prezzo del bene X che sta in e il prezzo del bene Y che sta in ascissa ordinata . La pendenza del vincolo di bilancio rappresenta il costo marginale del bene X, inteso come costo opportunità in termini del bene Y. 10 Vincolo di bilancio Variazione di uno dei due prezzi Se ipotizziamo una variazione del prezzo di uno dei due beni, avremo una variazione: del valore di una delle due intercette della retta di bilancio (quella relativa al bene che cambia prezzo) della pendenza della retta. La retta di bilancio quindi ruota con perno in corrispondenza dell’intercetta che rimane invariata. 11 Vincolo di bilancio Esempio: ipotizziamo che, dato un reddito pari a 100, si verifichi un aumento del prezzo del bene X, , da 5 a 10. In questo caso: l’intercetta orizzontale, che misura il potere d’acquisto del reddito M in termini di X si riduce, passando da = 20 a = 10. L’intercetta verticale rimane invariata. la pendenza della retta di bilancio, aumenta passando da - =-0.5 a - =-1 . 12 Vincolo di bilancio L’insieme dei panieri ammissibili, dato dall’area del triangolo compreso tra vincolo di bilancio e assi, si riduce … ….questo è indicativo del fatto che diminuendo il potere di acquisto del reddito si riducono le opportunità di acquisto a disposizione del consumatore. 13 Variazione prezzo del bene X Y M/PY Vincolo di Bilancio α =− M/PX’ M/PX PX PY X 14 Vincolo di bilancio Variazione di entrambi i prezzi nella stessa proporzione Esempio: ipotizziamo che, dato un reddito pari a 100, entrambi i prezzi raddoppino. Allora passa da 5 a 10 e passa da 10 a 20. In questo caso: il valore di entrambe le intercette, cioè il potere di acquisto del reddito, varia della stessa proporzione. L’intercetta verticale passa da 10 a 5 e l’intercetta orizzontale passa da 20 a 10 → il valore di entrambe le intercette è dimezzato; la pendenza della retta di bilancio rimane invariata. 15 Vincolo di bilancio Rimanendo invariata la pendenza, il vincolo di bilancio si sposta parallelamente: verso l’esterno se i due prezzi diminuiscono verso l’interno se i due prezzi aumentano. L’insieme dei panieri ammissibili (area del triangolo compreso fra vincolo e assi) aumenta se i prezzi diminuiscono e si riduce se i prezzi aumentano. Nel nostro esempio i due prezzi sono aumentati e quindi la retta di bilancio si sposta parallelamente verso l’interno, restringendo l’insieme dei panieri ammissibili. 16 Variazione di entrambi i prezzi Y Vincolo di Bilancio α =− PX PY X 17 Vincolo di bilancio Variazione del reddito L’effetto della variazione del reddito sul potere di acquisto è lo stesso di quello di una variazione di entrambi i prezzi ma in direzione opposta. Esempio: ipotizziamo che i prezzi rimangano invariati, ma che il reddito passi da 100 a 50. In questo caso: il valore dell’intercetta verticale passa da = 10 a = =5 il valore dell’intercetta orizzontale a passa da = 20 = 10. 18 Vincolo di bilancio Il potere d’acquisto in termini di entrambi i beni è dimezzato (valore delle intercette ridotto). La pendenza della retta di bilancio rimane invariata, essendo rimasti invariati i prezzi. Come nel caso precedente, il vincolo di bilancio si sposta parallelamente verso l’interno (il reddito monetario M è diminuito) e l’insieme dei panieri ammissibili si restringe (vedi grafico precedente). 19 Preferenze del consumatore: mappa d’indifferenza L’ ipotesi di base è che il consumatore si comporti sempre in modo razionale. Primo requisito è che nella scelta fra due alternative A e B il consumatore possa sempre fare una (e solo una) delle seguenti affermazioni: A è preferito a B; B è preferito ad A o A e B sono indifferenti. Quindi il consumatore deve avere in mente un ordinamento di preferenze in base a cui fare di volta in volta una delle tre affermazioni. 20 Preferenze del consumatore: mappa d’indifferenza L’ordinamento di preferenze abbia alcune proprietà: completezza: deve comprendere tutte le possibilità di scelta esistenti, in modo che a proposito di tutte si possa fare una delle 3 affermazioni di cui sopra; non sazietà: per qualunque bene, una maggiore quantità è sempre preferita a una minore quantità. Quindi fra due panieri composti da due beni X e Y è sempre preferito quello che contiene, rispetto all’altro, la stessa quantità di Y e un po’ più di X oppure la stessa quantità di X ed un po’ più di Y. 21 Preferenze del consumatore: mappa d’indifferenza transitività: se A è preferito a B e B è preferito a C allora A è preferito aC se A è indifferente a B e B è indifferente a C allora A è indifferente a C se A è indifferente a B e B è preferito a C allora A è preferito a C. Nell’ordinamento delle preferenze viene rispettata la coerenza logica → ciò è dovuto al comportamento razionale del consumatore. 22 Preferenze del consumatore: mappa d’indifferenza Esempio: scelta tra l’acquisto di cibo C e abitazione A. L’insieme dei panieri è rappresentato in un piano cartesiano, dove in ordinata abbiamo la quantità di cibo C (misurata in kg) e in ascissa la quantità di abitazione A (misurata in mq). Ogni punto del grafico rappresenta una combinazione fra C e A, detta paniere. 23 Preferenze del consumatore: mappa d’indifferenza Partendo da un punto X del piano scelto a piacere, è possibile identificare tutti i panieri che danno al consumatore lo stesso livello di soddisfazione di X → cioè che sono indifferenti rispetto a X. In base alla proprietà della non sazietà nessuno di questi panieri si può trovare più in alto e a destra di X → perché, se così fosse, conterrebbe la stessa quantità di uno dei due beni ed un po’ di più dell’altro → quindi sarebbe preferito ad A e non indifferente). La stessa cosa vale se X si trovasse più in basso e a sinistra. 24 Preferenze del consumatore: mappa d’indifferenza Quindi i panieri indifferenti a X si trovano: o più in alto e a sinistra di X → contengono un po’ più di C, ma un po’ meno di A o più in basso e a destra di X → contengono un po’ più di A, ma un po’ meno di C perciò i panieri indifferenti rispetto a X sono localizzati lungo una curva che passa per X e ha un andamento decrescente da sinistra verso destra. Tale curva è chiamata curva di indifferenza. Per la proprietà della completezza, per ogni punto del piano passa una curva d’indifferenza. 25 Preferenze del consumatore: mappa d’indifferenza Esiste un numero infinito di tali curve, che costituisce la mappa di indifferenza del consumatore. Per la proprietà di non sazietà, un punto B che si trova sopra una curva d’indifferenza che passa per X è preferito a quelli che stanno lungo tale curva→ esso contiene la stessa quantità di A ed un po’ più di C. 26 Preferenze del consumatore: mappa d’indifferenza In base alla transitività, tutti i punti che stanno sulla curva d’indifferenza che passa per B sono preferiti a quelli stanno sulla curva d’indifferenza che passa per X. Si può dire così che la curva d’indifferenza più alta o più esterna (quella che passa per B) corrisponde ad un livello di soddisfazione del consumatore maggiore. C’è quindi un ordinamento delle curve d’indifferenza a seconda della loro posizione: più alta è la posizione della curva, maggiore è il grado di soddisfazione del consumatore. 27 Preferenze del consumatore C Curva di Indifferenza A 28 Preferenze del consumatore: mappa d’indifferenza C Soddisfazione crescente A 29 Preferenze del consumatore: mappa d’indifferenza Le curve d’indifferenza non si possono incrociare. Perché? Se si incrociassero dovrebbero avere un punto in comune → e in base alla transitività i punti di entrambe le curve dovrebbero essere indifferenti tra di loro. In base alla non sazietà, c’è sicuramente almeno un punto di una delle due curve che sta al di sopra dell’altra curva e che è preferito in base. Ma in base all’ordinamento delle preferenze nessun paniere può essere contemporaneamente indifferente e preferito rispetto ad un altro… …. perciò è impossibile che le curve d’indifferenza di un consumatore razionale s’incrocino. 30 Curve di indifferenza Per il consumatore tipico le curve d’indifferenza sono convesse verso l’origine degli assi, ossia hanno una pendenza negativa decrescente. La pendenza della curva d’indifferenza è data, in ogni punto della curva, dal rapporto ∆ ⁄∆ = ∆ ⁄∆ C Curva di Indifferenza ΔC ΔA A 31 Curve di indifferenza La pendenza rappresenta la quantità di C alla quale il consumatore è disposto a rinunciare per avere un’unità di A, lasciando invariata la soddisfazione. Il rapporto ∆ ⁄∆ = ∆ ⁄∆ è detto Saggio Marginale di Sostituzione ( SMS o MRS = Marginal Rate of Substitution ) fra C ed A. Il saggio marginale di sostituzione misura in beneficio marginale del bene A in termini del bene C. 32 Curve di indifferenza SMS: il consumatore è disposto a rinunciare alla quantità ∆ ⁄∆ del bene C per avere un’unità in più di A → il beneficio procurato dall’unità in più di A (il beneficio marginale di A) è pari a ∆ ⁄∆ unità di C. La pendenza delle curve d’indifferenza, e quindi il SMS, sono decrescenti perché per il consumatore il beneficio marginale di ogni bene è decrescente. OSS. Prima lezione: il primo trancio di pizza dà un grande beneficio, il terzo ne dà uno molto minore. 33 Equilibrio del consumatore La scelta ottima del consumatore è la posizione più soddisfacente, cioè quella che gli dà massimo benessere possibile. Una volta raggiunta tale posizione egli la vorrà mantenere → il raggiungimento della posizione di equilibrio è pertanto il risultato della scelta razionale del consumatore. Per ottenere la massima soddisfazione il consumatore deve: sfruttare al massimo le sue possibilità di spesa, e cioè spendere tutto il suo reddito → il paniere ottimo deve corrispondere ad un punto che sta sul vincolo di bilancio 34 Equilibrio del consumatore scegliere un paniere tale che sia preferibile a tutti gli altri panieri ammissibili → il paniere ottimo deve quindi corrispondere ad un punto che sta sulla curva d’indifferenza più alta raggiungibile. Il punto del vincolo di bilancio che sta sulla curva d’indifferenza più alta raggiungibile è il punto nel quale il vincolo di bilancio è tangente ad una curva d’indifferenza→ tale curva è la più alta raggiungibile rimanendo sulla retta di bilancio. 35 Scelta ottima del consumatore C Miglior paniere ottenibile A 36 Scelta ottima del consumatore Il punto di tangenza fra il vincolo di bilancio e la curva d’indifferenza più alta possibile è il punto di equilibrio del consumatore … … e corrisponde al paniere ottimo, cioè a quello che dà la massima soddisfazione e quindi il massimo benessere. Nel punto di equilibrio il vincolo di bilancio e la curva d’indifferenza hanno la stessa pendenza, ossia il saggio marginale di sostituzione MRS (∆ ⁄∆ , pendenza della curva d’indifferenza) è uguale al rapporto fra i due prezzi ( ⁄ , pendenza della retta di bilancio). 37 Scelta ottima del consumatore La condizione di equilibrio del consumatore, che garantisce il massimo benessere, è SMS= ⁄ … … non è altro che Beneficio marginale = Costo Marginale. Perché? La curva di indifferenza rappresenta il beneficio marginale per il consumatore del bene A in termini di C La pendenza del vincolo di bilancio rappresenta il costo marginale del bene A in termini di C. 38 Casi particolari: soluzioni d’angolo In generale, le curve d’indifferenza hanno una forma convessa verso l’origine degli assi che denota un SMS decrescente. Questa forma significa che fra i due beni considerati (X e Y) vi è una sostituibilità imperfetta. In altre parole, per avere la stessa soddisfazione si può sostituire un bene con l’altro, ma la quantità del secondo bene che occorre per sostituire il primo varia (in senso inverso) al variare della quantità di tale bene già posseduta. 39 Casi particolari: soluzioni d’angolo Il punto di equilibrio (scelta ottima del consumatore) nel caso di curve d’indifferenza convesse di solito sta sulla retta di bilancio in un punto situato fra i due assi. Quindi nel paniere ottimo sono presenti entrambi i beni. Ma a volte la forma delle curve di indifferenza può essere diversa, consideriamo due casi. 40 Casi particolari: soluzioni d’angolo Ipotizziamo che la pendenza delle curve d’indifferenza fra i beni C e A sia sempre minore di quella della retta di bilancio … … ciò significa che il beneficio marginale di A (in termini di C) è sempre minore del costo marginale di A (in termini di C). Quindi non è razionale acquistare alcuna unità di A ed invece è razionale spendere tutto il reddito nel bene C. 41 Casi particolari: soluzioni d’angolo In questo caso, la curva d’indifferenza più alta raggiungibile, rimanendo sulla retta di bilancio, è quella che tocca la retta di bilancio nel punto d’intercetta con l’asse delle ordinate, dove = e A=0. Il punto d’equilibrio è definito soluzione d’angolo, cioè il punto d’equilibrio è l’intercetta del vincolo di bilancio con uno dei due assi → quindi nel paniere ottimo è presente uno solo dei due beni. 42 Casi particolari: soluzioni d’angolo Coca Cola Vincolo di Bilancio Pepsi Cola 43 Casi particolari: soluzioni d’angolo OSS. Nel caso di soluzione d’angolo la pendenza della retta di bilancio (costo marginale) può NON essere uguale a quella della curva d’indifferenza (beneficio marginale). Le curve d’indifferenza sono delle linee rette, cioè la loro pendenza e quindi il SMS è costante… … ciò significa che fra i due beni considerati vi è sostituibilità perfetta, vale a dire la quantità di un bene che può sostituire l’altro, mantenendo invariata la soddisfazione è sempre la stessa, indipendentemente dalla quantità dei due beni già posseduta. 44 Casi particolari: soluzioni d’angolo In questi casi la soluzione d’angolo è l’unica possibile … …. date le preferenze del consumatore (espresse dalla forma delle curve d’indifferenza) si acquisterà solo uno dei due beni in base al rapporto fra i loro prezzi (pendenza della retta di bilancio ). 45 Casi particolari: soluzioni d’angolo Esempio: due beni perfetti sostituti C (Coca Cola) e P (Pepsi Cola). Il consumatore acquista soltanto P se il suo prezzo è relativamente basso (o il prezzo di C è relativamente alto), cosicché il rapporto PP//Pc (pendenza del vincolo di bilancio = costo marginale di P in termini di C) è relativamente basso … … ed inferiore alla pendenza delle curve d’indifferenza (che esprime il beneficio marginale di P in termini di C). 46 Casi particolari: soluzioni d’angolo Coca Cola Vincolo di Bilancio Pepsi Cola 47 Casi particolari: soluzioni d’angolo In questa situazione il beneficio marginale di P per il consumatore è sempre maggiore del costo marginale di P. Quindi è razionale acquistare tutte le unità di P disponibili spendendo tutto il reddito. La curva d’indifferenza più alta che si può raggiungere rimanendo sul vincolo di bilancio è quella che tocca il vincolo nel punto d’intercetta con l’asse delle ascisse, dove si ha: = e C=0 48 Funzione di utilità Gli economisti ricorrono al concetto di utilità per indicare il grado di soddisfazione che gli individui traggono dal consumo di beni e servizi. Il presupposto è che le persone cercano di allocare il reddito in modo tale da ottenere la massima soddisfazione → massimizzazione dell’utilità. Esempio: due beni C e A, indicando l’utilità con U, la funzione di utilità si esprime con U(C,A) → cioè U è funzione di C e di A. Funzione di utilità Se la scelta del consumatore è fra due beni (X e Y) è possibile rappresentare la funzione di utilità ponendo: in ascissa ed in ordinata le quantità dei due beni, in altezza, in corrispondenza di ogni punto del piano, il livello di utilità. Si ottiene cosi una figura tridimensionale a forma di “montagna” e la superficie di questa figura rappresenta la funzione di utilità. Funzione di utilità Tagliando questa superficie con un piano orizzontale ad una certa altezza, che indica un dato livello di utilità (ad esempio livello 1) → si ottiene una curva… … che rappresenta tutte le combinazioni di beni che danno il medesimo livello di utilità. Se proiettiamo tutte le curve d’indifferenza così ottenute sul piano orizzontale otteniamo la mappa d’indifferenza. Mappa d’indifferenza della funzione di utilità Equilibrio del consumatore L’ipotesi di base è che lungo ogni curva d’indifferenza il livello dell’utilità del consumatore resti invariato. Ipotizziamo che il consumatore possa scegliere tra due beni C e A → allora muovendosi lungo una curva d’indifferenza, l’utilità in più che si ottiene da un’unità aggiuntiva di A deve essere uguale all’utilità in meno data dalla rinuncia ad un po’ di C. Utilità Marginale MU: incremento dell’utilità derivante dal consumo di un’unità addizionale del bene. Equilibrio del consumatore Lungo una curva di indifferenza deve valere la seguente relazione: MUA*∆A=-MUC* ∆C ∆C MUA Riordinando i termini = dove: ∆A MU ∆C è la pendenza della curva di indifferenza e ∆A rappresenta il SMS, cioè il beneficio marginale di A in termini di C; nell’approccio dell’utilità il SMS uguaglia il rapporto fra le utilità marginali; Equilibrio del consumatore in equilibrio il SMS deve esser uguale alla pendenza del ∆C P vincolo di bilancio (rapporto fra i due prezzi), cioè = A ∆A P … ∆C MUA MUA PA … ma dato che = allora = … ∆A MU MU P MUA MU … riordinando i termini = (altro modo per PA P esprimere l’equilibrio). Regola: il rapporto tra utilità marginale e prezzo deve essere uguale per ciascun bene acquistato. Altrimenti, se tale rapporto fosse maggiore per un bene, il consumatore potrebbe sempre aumentare la propria utilità spendendo di più per il bene che dà l’aumento di utilità maggiore. Domanda individuale La funzione di domanda individuale del consumatore esprime una relazione fra le quantità di un dato bene e il prezzo massimo che il consumatore è disposto a pagare per averle agendo in modo RAZIONALE. Domanda individuale LA DOMANDA DEL CONSUMATORE AL VARIARE DEL PREZZO. Ipotizziamo che: il consumatore debba scegliere tra due beni X e Y che abbia a disposizione un reddito pari a M che le preferenze del consumatore siano descritte dalla sua mappa d’indifferenza. allora per ogni prezzo di X, la quantità di equilibrio scelta è quella in corrispondenza del punto di tangenza tra il vincolo di bilancio e la curva d’indifferenza di livello più alto. Curva prezzo - consumo In tutti i punti di equilibrio si verifica la condizione di uguaglianza fra: Beneficio marginale B’(x) = (SMS) → rapporto fra le utilità marginali di Y e di X che esprime la pendenza della curva d’indifferenza Costo marginale C’(x) = prezzo relativo, cioè la pendenza della retta di bilancio. La curva prezzo-consumo è quella che unisce tutti questi punti di equilibrio del consumatore relativi ai vari prezzi di X. Curva domanda individuale Se riportiamo in una tabella i diversi prezzi di X e le corrispondenti quantità di equilibrio di X scelte dal consumatore … … si ricava una relazione fra prezzi e quantità di X che rappresenta la funzione di domanda individuale del bene X. Graficamente: riportando i valori di prezzo e quantità su un grafico prezzo in ordinata e quantità di X in ascissa si ottiene la curva di domanda individuale del bene X relativa al consumatore considerato. Curva reddito - consumo Se il reddito M del consumatore varia, mentre i prezzi dei beni rimangono costanti, il vincolo di bilancio si sposta parallelamente verso l’esterno (se il reddito aumenta) o verso l’interno (se il reddito diminuisce). Quindi, facendo variare il reddito si ottengono diversi punti di equilibrio (tangenza fra VdB e curva d’indifferenza) che mostrano come varia la quantità del bene domandata al variare del reddito del consumatore. Unendo questi punti di equilibrio otteniamo la curva reddito – consumo. Curva di Engel Riportando in punti di equilibrio in un grafico dove in ordinata ci sono i valori del reddito e in ascissa le quantità di equilibrio del bene .. … otteniamo la curva di Engel … che rappresenta la relazione fra la quantità acquistata di un bene dal consumatore e il suo reddito. Curva di Engel Nel caso della curva di Engel dobbiamo distinguere tra: Beni normali, per cui al crescere del reddito la quantità domandata aumenta; Beni inferiori, per cui al crescere del reddito la quantità domandata diminuisce. OSS. Quando varia il reddito del consumatore varia la quantità del bene X che il consumatore acquista, quindi, varia la posizione della curva di domanda. Effetto reddito ed effetto sostituzione Ipotizziamo che il reddito M del consumatore rimanga costante e che il prezzo del bene X vari. Dobbiamo considerare due effetti: essendo cambiato il prezzo cambia l’inclinazione del vincolo di bilancio… esempio il prezzo del bene X aumenta → l’inclinazione del vincolo di bilancio aumenta. Rimanendo sulla stessa curva d’indifferenza il punto di equilibrio si sposterebbe verso sinistra, in corrispondenza di una quantità ottima di X minore. Perché? Effetto reddito ed effetto sostituzione Essendo diventato X più caro, il consumatore, per mantenere la stessa soddisfazione, cioè rimanere sulla stessa curva d’indifferenza, ne deve comprare di meno e lo sostituisce (in parte) con il bene Y… … In questo caso si parla di effetto sostituzione. In generale, l’effetto sostituzione è sempre NEGATIVO, cioè va in direzione opposta alla variazione del prezzo. Effetto reddito ed effetto sostituzione Quindi, se fosse solo per l’effetto sostituzione la curva di domanda dei beni di consumo sarebbe sempre inclinata negativamente. MA dato che il reddito del consumatore non varia, il vincolo di bilancio ruota verso l’alto o verso il basso… …quindi l’area dei panieri ammissibili si riduce e questo indica che il potere d’acquisto in termini di X è diminuito (caso contrario se il prezzo di X diminuisce). Effetto reddito ed effetto sostituzione Al variare del prezzo di X il reddito reale del consumatore varia, anche se il reddito monetario M rimane costante……si ha l’effetto reddito della variazione del prezzo di X… … cioè, se il prezzo di X aumenta, riducendo il reddito reale (potere d’acquisto) e se X è un bene normale la domanda di X si riduce. In questo caso, l’effetto reddito va nella stessa direzione dell’effetto sostituzione (che è in ogni caso sempre negativo) e ne aumenta la portata. Effetto reddito ed effetto sostituzione Se però X è un bene inferiore e se il prezzo di X aumenta, riducendo quindi il reddito reale, la domanda di X aumenta. In questo caso l’effetto reddito va in direzione opposta rispetto all’effetto sostituzione e ne riduce la portata. Effetto reddito ed effetto sostituzione EFFETTO SOSTITUZIONE: esiste se vi è sostituibilità tra i beni → cioè se è effettivamente possibile sostituire un bene con altri come alternativa (ad esempio caffè e the). Maggiore è la sostituibilità fra i beni e più piatta (meno convessa) è la forma delle curve d’indifferenza → il SMS cambia (decresce) poco lungo la curva → il bene X è facilmente sostituibile. Più piatte sono le curve d’indifferenza, maggiore è la variazione della quantità d’equilibrio che si ha lungo una stessa curva se varia l’inclinazione della retta di bilancio, e cioè il prezzo del bene X e, quindi, maggiore è l’effetto sostituzione. Effetto reddito ed effetto sostituzione Se le curve d’indifferenza sono una linea retta si ha sostituibilità perfetta fra i beni (ad esempio burro/margarina). In questo caso la scelta razionale del consumatore porta ad una soluzione d’angolo (esempio tutto burro) a seconda del prezzo relativo (rapporto fra i prezzi) dei due beni. Al variare del prezzo di uno dei due beni può quindi succedere che si sostituisca totalmente il consumo di questo bene con quello dell’altro o viceversa → massimo effetto sostituzione. Effetto reddito ed effetto sostituzione Nel caso di beni complementari utilizzabili in proporzione fissa (esempio sci e attacchi) la forma delle curve d’indifferenza diventa ad angolo retto… …il consumatore non può mantenere lo stesso livello di soddisfazione rinunciando ad un po’ dell’uno ed avendo un po’ di più dell’altro. Quindi, al variare del prezzo di X varia l’inclinazione del VdB, ma la quantità domandata di X lungo tale curva rimane invariata. In questo caso si ha un effetto di sostituzione nullo, l’unico effetto della variazione del prezzo è l’effetto reddito. Effetto reddito ed effetto sostituzione EFFETTO REDDITO: è importante la quota del consumo del bene X nel reddito totale del consumatore. A parità di forma delle curve d’indifferenza, più verso destra sta il punto di equilibrio originario del consumatore → maggiore è la quota che il consumo del bene X rappresenta nel reddito monetario. Una variazione del prezzo del bene X comporta allora una variazione maggiore del reddito reale del consumatore (in termini di X) e quindi un maggiore effetto reddito. Effetto reddito ed effetto sostituzione