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COISP · COORDINAMENTO PER L’INDIPENDENZA SINDACALE DELLE FORZE DI POLIZIA
Prot. 897/09 S.N.
Roma, 15 settembre 2009
AL SIGNOR CAPO DELLA POLIZIA
Direttore Generale della Pubblica Sicurezza
Prefetto Antonio MANGANELLI
OGGETTO: Accordo finalizzato alla costituzione delle Commissioni istituite ai sensi dell’art. 26 del
D.P.R. 395/95 e successive modificazioni. - Negato il confronto con il Sindacato.
Preg.mo Signor Capo della Polizia,
l’art. 22 del decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2009 n. 51 ha apportato modifiche alla
disciplina relativa alla composizione delle Commissioni istituite ai sensi dell’art. 26 del decreto del
Presidente della Repubblica n. 395/95 e successive modificazioni, prevedendo che tali Commissioni “sono
costituite, con cadenza biennale, con rappresentanti sindacali designati in maniera proporzionale dalle
organizzazioni sindacali … in numero comunque non superiore a dieci” nonché che “le medesime
Commissioni possono, altresì, essere costituite anche in forma paritetica; in tale ipotesi sono chiamati a
farne parte un rappresentante per ciascuna delle organizzazioni sindacali e la manifestazione di volontà
espressa da ciascun rappresentante sindacale è considerata in ragione del grado di rappresentatività
dell’organizzazione sindacale di appartenenza”.
Circa “le modalità di costituzione delle predette Commissioni” la norma contrattuale ha rimandato
“ad apposito accordo a livello di singola Amministrazione”, e ciò in quanto durante le trattative che hanno
portato alla sottoscrizione dell’accordo sindacale recepito con il menzionato D.P.R. n. 51/2009 non si era
riusciti ad addivenire ad un’univocità di intenti in quanto talune organizzazioni (ci riferiamo chiaramente a
quelle della Polizia di Stato) volevano che i rappresentanti sindacali in seno alle Commissioni venissero
nominati in maniera proporzionale al grado di rappresentatività ed altre che venisse invece adottata la
forma paritetica. Anche relativamente alla stessa forma paritetica vi erano poi divergenti pretese per
quanto concerne le Commissioni istituite a livello periferico, atteso che alcuni vedevano favorevolmente
una “manifestazione di volontà espressa da ciascun rappresentante sindacale” in ragione del grado di
rappresentatività nazionale dell’organizzazione sindacale di appartenenza, altri il grado di rappresentatività
provinciale, altri ancora condividevano che si assumesse il grado di rappresentatività provinciale ma con lo
sbarramento del 5% così come avviene per la Commissioni provinciali di disciplina.
L’impossibilità in quel contesto di addivenire velocemente ad una intesa, e la necessità di
concludere le trattative per farne godere i benefici al personale quanto prima, portò tutti quanti a
sottoscrivere che le modalità di costituzione delle Commissioni in argomento sarebbero state decise con
successivo accordo.
Ebbene, in data 25 giugno 2009, con nota recante prot. 557/RS/39/74/1763, l’Ufficio per le
Relazioni Sindacali del Dipartimento ha trasmesso al Co.I.S.P. ed alle altre organizzazioni sindacali una
“ipotesi di accordo per la costituzione delle Commissioni istituite di cui all’art. 26 del D.P.R. 395/95” al
fine di ricevere il “parere” sul contenuto della stessa “in vista di un imminente incontro per la definizione
dello stesso”.
Alle osservazioni del Co.I.S.P. e delle altre organizzazioni sindacali avrebbe quindi dovuto seguire
(chiaramente) un incontro tecnico durante il quale si sarebbe dovuto fare il punto delle diverse pretese e
trovata una intesa finale, quella che poi avrebbe portato alla sottoscrizione dell’Accordo tra il Sindacato e
l’Amministrazione della pubblica sicurezza.
Quell’incontro è stato verbalmente sollecitato dal Co.I.S.P. in più occasioni, in particolare
precedentemente e successivamente alla sottoscrizione del nuovo Accordo Nazionale Quadro, ma non è
stato assolutamente programmato.
In data 10 settembre u.s., alle ore 13,00, giungeva a questa O.S., via fax (ALLEGATO), una
convocazione di riunione “finalizzata alla sottoscrizione” dell’ipotesi di accordo che era stato trasmesso
ai Sindacati con la menzionata nota del precedente 25 giugno.
Il Co.I.S.P., Preg.mo Signor Capo della Polizia, è stato chiamato a presentarsi il 15 settembre alle
ore 10.30 per sottoscrivere un “accordo” il cui contenuto era stato deciso dalla sola Amministrazione che
aveva ritenuto di dover estromettere il Sindacato, seppur la norma ne prevedesse la partecipazione, dalla
decisione su un argomento così delicato quale è quello in argomento. Non veniva quindi organizzato un
incontro per definire quale doveva essere l’accordo, ma per sottoscrivere un accordo il cui testo era stato
deciso dalla sola Amministrazione, dopo aver sentito il mero parere delle organizzazioni sindacale, ed aver
autonomamente deciso quali osservazioni accogliere.
Convocare il Sindacato per una firma su un testo non discusso…. Questa è stata l’intenzione
dell’Ufficio per le Relazioni Sindacali del Suo Dipartimento. Altro che “accordo”!
Le dure rimostranze del Co.I.S.P., avanzate all’Ufficio per le Relazioni Sindacali, hanno poi
portato il predetto Ufficio ad inviare, alle ore 14.11 dell’11 settembre u.s. (quindi il giorno successivo
all’atto di convocazione), una nota (ALLEGATO) con la quale veniva trasmesso “per opportuna conoscenza,
copia del testo dell’accordo modificato alla luce delle osservazioni fatte pervenire da(lle) OO.SS. che
verrà sottoposta alla firma … nella riunione del 15 settembre…”.
Nessuna riunione per definire l’accordo, comunque, ma la pretesa di far trovare i Sindacati davanti
al fatto compiuto ed ottenere la sottoscrizione di un testo deciso dalla sola Amministrazione quando la
norma prevedeva tutt’altro.
Ebbene, Preg.mo Signor Capo della Polizia, il Co.I.S.P. tale “accordo” l’ha sottoscritto e non certo
per il fatto che le proprie pretese di modifica del testo originario erano state recepite, ma per il senso di
responsabilità che ci caratterizza e che ci ha imposto di accelerare i tempi di uno strumento di tutela dei
diritti del personale e di efficienza della stessa Amministrazione.
Il problema non è il merito; è il metodo!
Di Lei, Signor Capo della Polizia, abbiamo apprezzato la ferma volontà di rendere partecipi le
rappresentanze sindacali del personale anche su quelle questioni per le quali la norma avrebbe previsto una
mera consultazione oppure nemmeno questa. Ne abbiamo avuto riprova con la pianificazione delle attività
dei poliziotti in occasione del Vertice G8, con la razionalizzazione e soppressione degli Uffici periferici,
con la movimentazione del personale, e molto altro. Tutte occasioni che hanno visto il Sindacato
incontrarsi con l’Amministrazione della pubblica sicurezza per apportare il proprio fattivo contributo
nonostante quasi sempre nessuna partecipazione del Sindacato fosse prevista.
Qui, che invece non era prevista una “partecipazione” ma sicuramente e formalmente ben altro,
abbiamo dovuto apprendere purtroppo di una incomprensibile volontà di negare al Sindacato il proprio
ruolo. Un “accordo” non si raggiunge a distanza, in maniera epistolare. Un “accordo” si concretizza
sedendosi tutti assieme attorno ad un tavolo (attorno a quei tavoli dove sempre il Sindacato ha saputo dare
atto di grande responsabilità …), ben prima della riunione “finalizzata alla sottoscrizione”.
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Appare davvero incredibile che Uffici posti alle Sue dipendenze, Gent.mo Signor Capo della
Polizia, sfuggano alle Sue stesse lodevoli determinazioni di coinvolgere costantemente le rappresentanze
sindacali del personale.
Il disposto della norma, quella di cui all’art. 22 del citato D.P.R. 51/2009, non può comunque
essere mistificato. Un “accordo” comporta la partecipazione del Sindacato in qualità di “attore” e non di
“comparsa”.
In sede di incontro per la sottoscrizione (sono stati difatti convocati, i soli Segretari Generali dei
Sindacati ed è stato impedito al Coisp di presentarsi con una delegazione formalmente comunicata nei
giorni precedenti la riunione stessa) non si modificano gli accordi che invece debbono essere raggiunti
prima. E di tal parere non è stato solo il Co.I.S.P., atteso che anche altri hanno giustamente esplicitato di
essere presenti per firmare quanto era sul tavolo e non certo per modificarlo (le aggiunte apportate, difatti,
sono chiaramente state poste per rimediare alla carenza di istruttoria che doveva avvenire precedentemente
in sede tecnica).
Noi comprendiamo, Preg.mo Signor Capo della Polizia, le “aspettative” (peraltro ricordate in
maniera inopportuna anche durante l’incontro in argomento) di chi ha assolto ai propri compiti con
passione e capacità, ma non riteniamo corretto che in attesa del concretizzarsi di tali “giuste aspettative” ci
si possa dimenticare di quanto, anche in prima persona, si è fatto per riconoscere al Sindacato il proprio
ruolo di doverosa difesa dei diritti del personale ed anche (lo abbiamo costantemente dimostrato) della
stessa funzionalità della nostra Amministrazione.
Non è comprensibile ed accettabile un tale comportamento volto a comprimere il ruolo del
Sindacato, e non assolve, Gent.mo Signor Capo della Polizia, il fatto che durante l’incontro fissato per la
sottoscrizione dell’accordo (al quale per il Co.I.S.P. ha partecipato un componente della Segreteria
Nazionale in rappresentanza del firmatario della presente che era impossibilitato a prendervi parte per
gravi esigenze familiari), si sia aperta una discussione di merito sul contenuto dello stesso: tale confronto
doveva avvenire in precedenza.
Ancor più grave è stato invero il comportamento assunto dal Direttore dell’Ufficio per le Relazioni
Sindacali durante lo stesso incontro, il quale, allorquando il rappresentante del Co.I.S.P. ha inteso
evidenziare il disappunto di questo Sindacato sul metodo adottato, ha replicato, con tono ancora
inopportuno, che “sappiamo bene la posizione del Co.I.S.P.” e che questa fosse “pretestuosa”, non
mancando di denigrare la mancata presenza dello scrivente Segretario Generale, anche dopo che gli è stata
“chiarita” la grave problematica familiare che l’aveva determinata. Atteggiamento quest’ultimo che, oltre
ad essere facilmente censurabile e non accettabile per il contesto e per le persone presenti, tra le quali
anche il Vice Capo della Polizia Calvo, contrasta in pieno con la dovuta e doverosa attesa e pazienza
dimostrata dal Co.I.S.P. (ma possiamo dire anche dalle altre OO.SS.), in varie occasioni nelle quali lo
stesso Direttore è stato assente per motivi di salute, cosa questa che ha rallentato, se non bloccato del tutto,
svariate attività ed incontri che rivestivano anche carattere di urgenza. Ma nessuno si è mai sognato di
biasimare questo, né soprattutto farlo anche in contesti pubblici.
La serenità d’animo ed una buona dose di capacità di discernere i doveri dalle proprie “pulsazioni”,
nervosismi o simpatie, sono ingredienti indispensabili nella conduzione di delicati Uffici e materie.
E Lei questo lo sa benissimo.
Come lo sappiamo noi, che l’abbiamo dimostrato anche in questa occasione.
Auspichiamo che un Suo intervento impedisca il ripetersi di tale inaccettabile condotta.
Con sincera e profonda stima,
Il Segretario Generale del Co.I.S.P.
Franco Maccari
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Commissioni paritetiche - lettera al Capo della Polizia