UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI MILANO Facoltà di Agraria Corso in Valorizzazione e Tutela dell’Ambiente e del Territorio Montano LE CULTIVAR DI MELO IN VALTELLINA: LINEE GUIDA DELLA MATURAZIONE E DELLA CONSERVAZIONE Relatore: Professoressa Ilaria Mignani Tesi di laurea di CRISTIAN MORETTI Anno Accademico 2012-2013 INDICE Introduzione 1. I,II CAPITOLO 1 LA STORIA DI MELAVI’: DALLE ORIGINI AL RICONOSCIMENTO IGP …………………………………………………………………….1 1.1. ORIGINI DELLA FRUTTICOLTURA VALTELLINESE 1 1.1.1 IL SUOLO VALTELLINESE 2 4 1.1.2 IL CLIMA 6 1.2. SOCIETA’ COOPERATIVA AGRICOLA MELAVI’ 8 1.2.1 LA NASCITA DI MELAVI’ 1.3. LA MELA DI VALTELLINA IGP 2. CAPITOLO 2 12 LE VARIETA’ COLTIVATE SUL SUOLO VALTELLINESE…...16 2.1. ASSETTO VARIETALE DELLA FRUTTICOLTURA VALTELLINESE DAGLI ANNI ’50 AD OGGI 16 2.2. SCHEDE POMOLOGICHE 18 2.2.1. RED DELICIOUS 18 2.2.1.1. JEROMINE 18 2.2.1.2. RED CHIEF 20 21 2.2.1.3. SUPERCHIEF SANDIDGE 2.2.2. GOLDEN DELICIOUS 23 2.2.2.1. GOLDEN DELICIOUS CLONE B 23 2.2.2.2. GOLDEN DELICIOUS SMOTHEE 25 2.2.3. GALA 27 27 2.2.3.1. GALA SCHNITZER-SCHNIGA 2.2.3.2. BUCKEYE GALA 29 2.2.3.3. GALAXY 31 2.2.3.4. MONDIAL GALA 33 2.2.3.5. ROYAL GALA 35 2.2.3.6. ANNAGLO 37 2.2.4. FUJI 39 2.2.4.1. FUJI KIKU 8 39 2.2.4.2. FUJI ZHEN AZTEC 41 2.2.4.3. FUJI KIKU FUBRAX T337 42 43 2.2.5. MORGENDUFT (IMPERATORE) 43 2.2.5.1. DALLAGO 2.2.6. GRANNY SMITH 45 47 2.2.7. RENETTA DEL CANADA 49 2.2.8. MODI’ 50 2.3. IMPOLLINATORI, PORTINNESTI E SETI D’IMPIANTO DELLE CULTIVAR 2.3.1. IMPOLLINATORI 50 2.3.2. PORTINNESTI 51 53 2.3.3. SESTI D’IMPIANTO 2.4. MATURAZIONE DELLE VARIETA’ TRATTATE: DESCRIZIONE E DISCUSSIONE SUI DATI RACCOLTI IN LABORATORIO E SUL CAMPO NELL’ANNATA 2012 56 60 2.4.1. ANALISI CON PIMPRENELLE DI GOLDEN E RED DELICIOUS 2.4.2. TEST DI MATURAZIONE EFFETTUATI SUL CAMPO SULLE PRINCIPALI 65 CULTIVAR 2.5. INDICI DI RACCOLTA UTILIZZATI PER LE ANALISI 69 74 2.6. MODALITA’ DI CONSERVAZIONE DELLA MELA DI VALTELLINA 3. CAPITOLO 3 LA MATURAZIONE E LA GRANDINE…………………………..76 3.1. EFFETTI DELLA GRANDINE DEL LUGLIO 2012 SULLA MATURAZIONE DELLE 76 CULTIVAR 81 3.2. METODI DI DIFESA DALLA GRANDINE 4. CAPITOLO 4 LA DIFESA FITOSANITARIA………………………………………83 4.1. PROGRAMMA DI DIFESA FITOSANITARIA ADOTTATO DA MELAVI’ 83 96 4.2. IL PROBLEMA RELATIVO AI RESIDUI FITOSANITARI Bibliografia Sitografia 101 102 INTRODUZIONE Il tirocinio presso la Cooperativa Ortofrutticola Melavì, svolto da agosto fino ad ottobre 2012 è stato incentrato principalmente sull’analisi della maturazione delle varie cultivar di melo presenti sul territorio della cooperativa che comprende l’intero conoide di Ponte in Valtellina, la piana e le pendici di Villa di Tirano e Bianzone e infine il conoide di Tovo S.Agata e Lovero. I numerosi soci della cooperativa coltivano le principali varietà del melo come, in ordine di quantità prodotte, ‘Red delicious’, ‘Golden delicious’, ‘Gala’, ‘Fuji’, ‘Morgenduft’, ‘Renetta’, ‘Granny Smith’ e ‘Modì’. Molti frutteti sono coltivati con sesti di impianto moderni e su portinnesti nanizzanti; altri, invece, risultano essere ormai molto vecchi e scomodi soprattutto per le modalità di lavorazione. Per questo la cooperativa sta cercando di rinnovare l’intero comparto frutticolo in modo da ottenere una maggiore qualità del prodotto. Durante il tirocinio sono state valutate le ultime fasi di maturazione delle varie cultivar con continui test di maturazione in modo da definire il più correttamente possibile il momento giusto per la raccolta; di tutte le cultivar trattate da Melavì vengono definite le caratteristiche principali, l’epoca di maturazione (estiva, autunnale o invernale), l’utilizzazione (mensa, trasformazione industriale, impollinatori), i portinnesti più utilizzati (MM106, M9, M26, P1, P2,) e la loro relazione con qualità e quantità del prodotto nonché delle caratteristiche della pianta, i sesti d’impianto più indicati per ciascuna cultivar, le forme di allevamento adottate dalla cooperativa, la disposizione degli impollinatori e infine la parte principale, ovvero la maturazione e la raccolta indicando le fisiopatologie possibili, i vari indici di maturazione adottati sia direttamente in campo, sia in laboratorio (colore di fondo, compattezza della polpa, degradazione amido, contenuto zuccherino, degradazione clorofilla, indice Thiault e indice di Streif). La strumentazione Pimprenelle è stata utilizzata per la valutazione di grandi quantità del prodotto e i dati rilevati (compattezza della polpa, grado zuccherino e acidità titolabile) sono stati integrati con l’analisi della degradazione dell’amido tramite l’utilizzo della soluzione di Lugol e riscontro con la tavola di Planton. Sono stati anche affrontati i problemi derivanti dalla raccolta anticipata e da quella ritardata, le norme di qualità da adottare (commerciali e fisiologiche), le modalità di conservazione relative a ciascuna cultivar e le possibili alterazioni ottenibili durante questa fase delicata. Il tirocinio è stato svolto in un’annata piuttosto sfavorevole a causa della grave grandinata dell’11 Luglio, che ha danneggiato quasi completamente il comparto di Ponte in Valtellina. Le percentuali di danno alle mele sono state rilevanti (fino al 95%) e hanno indotto variazioni nella maturazione e richiesto modalità di trattamento per prevenire gli eventuali marciumi del frutto; la raccolta è stata anticipata rispetto al livello ottimale di zucchero e la destinazione del prodotto ormai compromesso e non più vendibile è stata la trasformazione industriale (principalmente succhi e sidro). Una parte del tirocinio ha riguardato, inoltre, l’attuazione di adeguate tecniche di difesa dalle varie avversità del melo. Ho quindi contribuito attivamente alle decisioni riguardanti i trattamenti chimici da effettuare e alle valutazioni sul campo con continue e regolari visite alle trappole a feromoni sparse su tutto il territorio. Vengono perciò descritte le tecniche di difesa adottate da Melavì contro le varie avversità e le analisi relative ai residui fitosanitari presenti eventualmente sul prodotto e i valori indice per la commercializzazione della “Mela di Valtellina”. Quindi l’obiettivo principale del mio elaborato è stato quello di definire le caratteristiche delle cultivar di melo presenti in Valtellina e il loro adattamento al clima di questo territorio, analizzando pregi e difetti di ognuna di queste; descrivere le modalità di analisi della maturazione del prodotto in modo da determinare la giusta epoca di raccolta e, in seguito, le tecniche di conservazione; definire le modalità di intervento da adottare in presenza di un prodotto ormai compromesso dalla grandine e infine le linee guida della difesa fitosanitaria in melicoltura con un’attenzione particolare al periodo di carenza e di conseguenza alle richieste commerciali del prodotto maturo. Questa tesi si propone, perciò, come un vero e proprio manuale per conoscere ciascuna delle svariate cultivar di melo presenti sul terriotorio valtellinese, con precise indicazioni sulle caratteristiche degli impianti, dei trattamenti chimici necessari a contrastare le numerose avversità e delle condizioni necessarie e sufficienti per un corretto stacco del frutto maturo. L’elaborato dimostra quindi come le odierne e moderne tecniche di impianto, trattamento, analisi, raccolta e conservazione di questo particolare frutto garantiscano l’ottenimento di un prodotto qualitativamente ottimo e sicuro, dotato di qualità organolettiche soddisfacenti per la maggior parte dei consumatori. Il mercato di tale prodotto è complicato dalla presenza di frutti di qualità sicuramente superiore (Mela della Val di Non) ma la “Mela di Valtellina” presenta caratteristiche tali che le permettono di competere quasi alla pari con i frutti migliori. I continui studi effettuati dai tecnici di Melavì in collaborazione con la Fondazione Fojanini di Sondrio permetteranno sicuramente, negli anni futuri, di ottenere frutti sempre più buoni e caratteristici di questo meraviglioso territorio, continuando a tramandare e sviluppare una tradizione ormai presente da più di mezzo secolo, una tradizione che ha permesso alla Valtellina, assieme ad altri numerosi prodotti, di farsi conoscere in tutto il mondo come una valle non solo fantastica per le sue bellezze naturali ma anche ricca di prodotti straordinari. CAPITOLO 1 LA STORIA DI MELAVI’: DALLE ORIGINI AL RICONOSCIMENTO IGP 1.1 ORIGINI DELLA FRUTTICOLTURA VALTELLINESE Il melo in Valtellina ha origini antiche, infatti già in epoca medioevale e moderna, il melo era compreso tra “gli alberi da frutto” di cui era particolarmente ricco il territorio valtellinese, soprattutto sul versante retico. Già nel 1752, infatti, si riscontrano, nei “Ragionamenti d’Agricoltura”, un primo esempio di manuale di agronomia redatto dallo studioso Pietro Ligari, riferimenti alle tecniche colturali per i “pomi”, che nel mese di marzo devono essere potati, insieme ai peri e agli altri frutti. Durante tutta la prima metà del secolo scorso la frutticoltura valtellinese era presente solo con coltivazioni di tipo familiare per l’autoconsumo e il commercio locale ed era caratterizzata da una gamma varietale molto ampia di mele, pesche, pere, susine e ciliegie. Le varietà coltivate venivano scelte con cura in modo da differenziare, nell’arco delle stagioni, il periodo di maturazione e quello di raccolta. I sesti d’impianto erano praticamente inesistenti; le piante crescevano isolate nei campi e nei vigneti e senza particolari cure di difesa. Solamente le famiglie più abbienti e facoltose destinavano un appezzamento di terreno per la coltivazione della frutta; questo terreno veniva detto brölio e solitamente veniva circondato da apposite recinzioni per evitare possibili furti. Le varietà di melo coltivate in quel periodo erano la Renetta del Canada (presente tutt’oggi), la Rosa Mantovana, la Belfiore rossa, la Pearmain dorata e la Calvilla bianca. Durante il periodo compreso fra il 1940 e il 1950, a Ponte in Valtellina, cominciarono a diffondersi numerosi imprenditori decisi ad iniziare un processo di trasformazione dei vigneti, dei prati e degli incolti in coltivazioni specializzate ed organizzate e puntarono decisamente su un solo tipo di coltura: il melo. Da questo derivarono immediatamente numerosi vantaggi economici che portarono alla nascita delle prime forme associative che andarono poi a costituire il Consorzio Ortofrutticolo di Ponte in Valtellina, il 9 novembre del 1952. Negli anni successivi seguirono poi le fondazioni di altre cooperative sparse per tutta la provincia; il 7 dicembre 1961 fu costituita l’Associazione Valtellinese delle cooperative frutticole, trasformata poi in Consorzio il 18 dicembre 1967 in modo da creare un’impostazione unitaria alla frutticoltura provinciale e coordinare le vendite, l’acquisto di concimi e prodotti antiparassitari. Questo aspetto quindi, ovvero l’associazionismo, ha sempre caratterizzato la coltivazione del melo in Valtellina e ha saputo portare la “mela di Valtellina” ad una posizione di primo piano e di competitività a livello nazionale. Naturalmente, col passare degli anni, numerose cultivar andarono a perdersi per far spazio ad altri tipi che si adattassero meglio al territorio ed al clima valtellinese. Per questo la scelta cadde sulle cultivar americane Red e Golden Delicious. Anche le tecniche di allevamento vennero modificate in modo da garantire una maggiore produzione, una migliore qualità del prodotto ed una maggiore facilità di lavorazione grazie anche alla diffusione di nuove tecnologie nel campo agricolo. I coltivatori valtellinesi presero spunto da realtà frutticole già affermate come il Trentino e l’Emilia Romagna. Essi impararono le tecniche di potatura, di raccolta e conservazione del prodotto. Numerosi incontri serali venivano organizzati per insegnare e diffondere le nuove modalità di lavorazione. In seguito, grazie alle collaborazioni universitarie, si delineò definitivamente la struttura dell’attuale frutticoltura che rimane comunque penalizzata dall’eccessivo frazionamento della proprietà più che dalla giacitura dei terreni. COOPERATIVE PONTE IN VALTELLINA ANNO DI FONDAZIONE 1952 SOCI ALLA FONDAZIONE 28 SOCI ATTUALI 557 COMUNI INTERESSATI Ponte in Valtellina, Chiuro, Tresivio, Piateda, Poggiridenti Lovero Villa di Tirano 1953 40 LOVERO 1959 62 244 VILLA DI TIRANO 1961 16 Tirano TIRANO 1961 78 Tovo, Vervio, TOVO Mazzo S.AGATA 1979 29 393 Da Tirano a ALTA Grosio VALTELLINA (COAV) * *Tirano, Tovo e Lovero sono confluite nella Coav rispettivamente nel 1991 e nel 1992 1.1.1 IL SUOLO VALTELLINESE Le principali zone frutticole sono distribuite sul versante retico e si sviluppano principalmente da Sondrio a Mazzo; solo poche aziende sono disposte sul versante orobico in particolare a Tovo S.Agata, Tirano, Postalesio e Talamona. I frutteti sono disposti su pendici di varia esposizione e pendenza e presentano condizioni climatiche favorevoli a questo tipo di coltivazione. In particolare, la fascia altimetrica in cui si sviluppa la melicoltura valtellinese, è quella fra i 300 e i 700 m.s.l.m. I tre comprensori principali (Ponte, Villa di Tirano, Tovo) sono dislocati su conoidi di deiezione di origine morenica o alluvionale esposti a sud, nel caso di Ponte e Villa di Tirano o a nord nel caso di Mazzo e Tovo. Questi conoidi si sono formati grazie alla presenza di corsi d’acqua torrentizi, periodicamente soggetti a piene, nel corso delle quali finivano a valle grosse quantità di materiale proveniente dagli argini erosi o da frane di valli laterali. Il conoide più vasto è quello di Ponte in Valtellina posizionato davanti all’impervia valle di Rhon. Esso presenta una superficie di circa 4 km2 ed uno sviluppo che parte da una quota altimetrica di 750 metri fino al fondovalle. La tessitura dei conoidi di deiezione varia da sabbioso-franca a franco-sabbiosa e gli elementi che la costituiscono sono per lo più grossolani e rappresentativi della zona di provenienza. Sono terreni poco profondi, ricchi di scheletro e sabbia (circa il 70%), con ridotta capacità di trattenuta idrica e di elementi nutritivi, facilmente esposti al dilavamento e a deficit idrico. Queste caratteristiche sono ovviamente negative e penalizzano lo sviluppo della frutticoltura e di moderni sistemi irrigui in grado di soddisfare le esigenze delle piante in qualsiasi momento della stagione. Le pendenze caratterizzanti i terreni coltivati a melo sono comprese fra il 10% e il 35% e favoriscono la creazione di un microclima ideale alla coltivazione del melo che risulta quindi meno soggetta a bruschi abbassamenti di temperatura che potrebbero compromettere la qualità del prodotto. I terreni sono ben dotati di sostanza organica con reazione da acida a subacida; essi non sono limitanti per la coltivazione del melo, la quale viene invece influenzata maggiormente dalla quantità di calcio presente. I suoli valtellinesi, infatti, sono prevalentemente acidi e poveri di calcio, la cui carenza può provocare numerose fisiopatie quali butteratura amara, plara e problemi durante la conservazione. Per questo motivo l’intervento con distribuzioni fogliari e l’aggiunta di calcio al terreno sono d’obbligo per l’ottenimento di un buon prodotto. I suoli presenti nel fondovalle, invece, presentano caratteristiche totalmente differenti. La loro ampiezza è determinata dallo sviluppo dei conoidi e in molti casi, essa, si riduce al solo alveo del fiume Adda che percorre la valle in tutta la sua lunghezza. I terreni sono pianeggianti o sub-pianeggianti e le pendenze sono minime ed in molti casi praticamente nulle. Il fondovalle valtellinese è di origine glaciale ed è stato successivamente riempito da sedimenti di origine fluviale. Perciò il materiale che lo costituisce è in prevalenza grossolano, con predominanza di elementi ghiaiosi e sabbiosi, la cui deposizione è avvenuta in concomitanza alle ultime alluvioni. Dal punto di vista idrico il fondovalle è dotato di una falda freatica che determina in certi casi problemi di saturazione idrica al terreno, soprattutto durante i periodi piovosi. Considerando invece lo stato nutrizionale questi suoli si differenziano da quelli del conoide per una minore presenza di sabbia, un pH più elevato e un minor contenuto in fosforo e potassio. Sabbia % Limo % Argilla % pH Sostanza organica % Azoto totale (g/kg) Fosforo assimilabile (P2O5) (ppm) Potassio scambiabile (K2O) (ppm) Calcio scambiabile (Ca) (ppm) Magnesio scambiabile (MgO) (ppm) Ponte in Valtellina 67 28 5 6.07 3.69 1.71 78 Villa di Tirano 70 25 5 6.53 3.28 1.60 96 Lovero 67 27 6 6.65 4.75 2.47 104 199 201 307 1260 1400 2012 146 192 220 1.1.2 IL CLIMA La Valtellina è una delle numerose valli alpine con orientamento est-ovest e il suo clima è di tipo continentale, con una circolazione di grandi masse d’aria fredda e asciutta provenienti dall’Europa centrale e di quelle umide provenienti dal Mediterraneo e dall’Atlantico. Per questo il clima è molto variabile, a causa anche della presenza del vicino lago di Como. Dal punto di vista termico si possono osservare temperature massime durante i mesi di luglio e agosto (34°C) mentre le minime si hanno nei mesi di gennaio e febbraio (-10°C). Molto interessante è il fenomeno dell’inversione termica determinato dallo scivolamento verso il fondovalle di grosse masse d’aria fredda provenienti dai versanti delle valli laterali e dalla dispersione del calore per irraggiamento da parte dell’atmosfera. Questo accumulo di aria fredda influisce notevolmente sulla formazione di gelate primaverili con ripercussioni sulle colture presenti. Per questo la cooperativa adotta sistemi di protezione, il più diffuso dei quali è l’irrigazione anti-brina che consente di mantenere le piante a temperature stabili intorno allo zero termico. I fattori che influenzano però maggiormente le coltivazioni di mele sono la luce, l’aria e le ampie escursioni termiche giorno-notte durante il periodo estivo. Le temperature invernali non raggiungono quasi mai livelli di pericolo per cui l’unico inconveniente è legato solamente alle possibili gelate primaverili. Inoltre, l’assenza di nebbie e la frequente ventilazione, consentono di creare un ambiente sfavorevole allo sviluppo di malattie crittogamiche. Le precipitazioni oscillano mediamente sui 1000mm annui mentre quelle nevose sono poco rilevanti a livello delle zone coltivate a melo. Il vento caratteristico della valle è la cosiddetta breva che percorre la valle dai primi di marzo fino a giugno; questo soffia verso l’interno della valle impedendo all’aria di condensare il vapore acqueo e perciò di determinare abbondanti piogge. Un altro vento caratteristico è il fohn, un vento di aria calda che spira a volte d’inverno e in primavera in direzione nord-est, influenzando la temperatura e l’umidità dell’aria. La piovosità, perciò, risulta essere molto scarsa grazie anche alla presenza, lungo tutto il corpo della valle, di alcune alture (Dazio, Teglio) che impediscono alle correnti d’aria del lago di Como di determinare un influsso sulla piovosità. In alcuni anni si osservano inoltre fenomeni di siccità primaverile ed estiva che vengono aggravati dalla scarsa profondità del terreno, soprattutto nella zona dei conoidi. Per questi motivi la cooperativa ha sviluppato un complesso ed efficiente sistema di irrigazione che permette di intervenire e sostenere lo sviluppo delle piante coltivate. Nella zona compresa tra Tresivio e Villa di Tirano viene adottato il sistema di irrigazione per aspersione che comporta l’erogazione di acqua sottoforma di pioggia artificiale mediante l’impiego di apposite apparecchiature. Nei due comprensori l’approvvigionamento è organizzato in maniera differente: Tresivio e Ponte si riforniscono da un apposita “presa” posizionata in località Premelè a 1036 m.s.l.m. , attraverso la quale l’acqua viene prelevata direttamente dal torrente Fontana ed immessa nelle condotte. Per Bianzone e Villa di Tirano, invece, è stato creato un bacino artificiale in località Somasassa, a 700 m.s.l.m., periodicamente alimentato dall’acqua che viene pompata dal torrente Fontana. L’invaso ha una capacità di circa 90.000 m3 e sopperisce alla portata del torrente, insufficiente a soddisfare entrambi i comprensori. L’ente che distribuisce l’acqua ai diversi utenti è il Consorzio di Miglioramento Fondiario “Sponda Soliva” sito a Ponte in Valtellina. Il bilancio idrico La metodologia tradizionale utilizzata tutt’oggi per determinare il fabbisogno idrico delle colture frutticole è quella basata sulla determinazione del bilancio idrico semplificato. Lo scopo è far sì che il quantitativo di acqua che si va a somministrare alla pianta sia rapportato al quantitativo di acqua perso dal sistema suolo – pianta – atmosfera (bilancio apporti – asporti). Le variazioni di umidità del suolo sono date dalla differenza tra gli apporti dovuti all’irrigazione e alla pioggia e le perdite dovute all’evapotraspirazione (traspirazione pianta + evaporazione suolo): bilancio idrico = [(pioggia utile) + (irrigazione)] - (evapotraspirazione) Spesso, durante il periodo irriguo, si verificano intervalli di tempo particolarmente secchi per cui la voce relativa alla pioggia viene meno. In questi casi l’input sarà dato esclusivamente dagli apporti irrigui e l’output dall’evapotraspirato. Per la gestione dell’irrigazione si opera considerando il bilancio idrico il quale viene redatto secondo la divisione del territorio in comizi, ciascuno dei quali viene identificato da un numero. Per la compilazione del bilancio idrico sono state studiate le caratteristiche idrologiche dei terreni. L’acqua richiesta viene calcolata in funzione dell’evapotraspirazione reale (ETR), mentre l’offerta è rappresentata dalla riserva idrica del suolo, cui si aggiungono le piogge e le eventuali irrigazioni. Per stimare l’evapotraspirazione, somma dell’acqua persa per evaporazione dal terreno e per traspirazione della vegetazione, si utilizzano gli evaporimetri di classe A. Le piogge, invece, si misurano con pluviometri posti in centraline di rilevamento diffuse lungo tutto il territorio della valle. 1.2 SOCIETA’ COOPERATIVA AGRICOLA MELAVI’ La "Società Agricola Melavì - Società Cooperativa Agricola" è, ai sensi e per effetti del Regolamento CE n. 2200/96 del 28 ottobre 1996, un'Organizzazione di Produttori. La Società Agricola Melavì, Società Consortile per azioni, nasce il 07/07/2004, poi trasformata in consorzio di cooperative con atto notarile del 07/10/2009. E’ riconosciuta come Organizzazione di Produttori ai sensi dell’art. 11 Reg CEE 2200196 con Decreto della Regione Lombardia n.18653 del 28/10/2004. La Società ha per oggetto la valorizzazione delle produzioni agricole, nonché dei derivati della loro lavorazione e trasformazione. La Società ha inoltre lo scopo di promuovere le procedure, anche tecniche, di tracciabilità del prodotto, di promuovere pratiche colturali e tecniche di produzione che rispettino l’ambiente, in particolare per tutelare la qualità delle acque, dei suoli e per preservare e favorire la biodiversità. La Società occupa circa 130 persone suddivise tra dipendenti fissi e stagionali, arrivando ad un totale di 160 durante il picco della raccolta nei mesi di Settembre e Ottobre. Il marchio collettivo MELAVI’ (prodotto in Valtellina da 3 cooperative) garantisce qualità controllata, assicura bellezza, profumo, sapore E certifica il rispetto della tecnica di produzione integrata. Ricca di elementi utili per il nostro benessere, la mela Melavì è prodotta tramite produzione integrata, che limita l’uso dei fitofarmaci e utilizza metodi ecologici; la mela matura con ritmi naturali, più profumata e ricca di sapore. Si aggiunge la superiorità qualitativa della mela di montagna, dove l’aria pulita, l’escursione termica giorno-notte, l’alto rapporto fototermico luce-calore ne esaltano le caratteristiche. Per circa 50 anni i 3 comprensori principali (Ponte, Villa di Tirano, Tovo) sono rimasti separati sia dal punto di vista legale sia amministrativo. Ciascun comparto, una volta ottenuto il prodotto dai soci conferenti, lo stoccava nelle proprie strutture e la lavorazione seguente avveniva nello stesso luogo. Da alcuni anni, invece, il prodotto veniva spostato da un comprensorio all’altro soprattutto grazie alla presenza di nuove tecnologie e apparecchiature di controllo e lavorazione. Per esempio, l’apparecchiatura Pimprenelle necessaria alla valutazione della maturazione, è presente solamente nello stabilimento di Tovo S.Agata per cui la totalità dei campioni provenienti dai 3 comprensori viene conferita nello stabilimento COAV. Per quanto riguarda il succo, invece, questo viene prodotto nel solo stabilimento di Ponte in Valtellina (circa 200.000 litri totali) per cui la materia prima necessaria viene qui conferita anche dalle altre 2 cooperative. Ciascun comprensorio, comunque, possiede una propria sala di lavorazione, delle proprie celle ad atmosfera controllata, apposite strutture di conferimento del prodotto e specifici magazzini di stoccaggio dei materiali e dei prodotti fitosanitari necessari alla creazione ed alla gestione dei propri frutteti. Le cooperative sono così ripartite: • COOPERATIVA DI PONTE IN VALTELLINA: La Cooperativa Ortofrutticola di Ponte in Valtellina e' una Cooperativa di 557 soci che possiedono una superficie di 220 ettari coltivati a melo e una produzione media di 90/100.000 tonnellate di mele. La cooperativa è nata come Consorzio nel 1952 e il 03.09.1960 si è trasformata in Cooperativa, si è ampliata e modernizzata ed ora possiede un magazzino diviso in 39 tra celle frigorifere e ad atmosfera controllata della capacità di circa 12.000 tonnellate (10.000 in A.C. e 2.000 solo frigorifere). La sala di lavorazione dispone di una linea di lavorazione elettronica con selezionatrice a calibro, colore e difetti con registrazione computerizzata delle scelte e gestione della tracciabilità dal prodotto confezionato al socio; la sua potenzialità è di circa 10/14 tons/ora. L'azienda ha alle sue dipendenze: 6 impiegati,7 salariati fissi e 60 avventizi. Per garantire ulteriormente il processo dell’azienda dal settembre 1999 la società è certificata UNI EN ISO 9001. Produzione: Mele stark 55% - Mele golden 35% - Mele Gala 5% - Altre varietà (Fuji, Morgen, Stayman, Granny) 5% - Succo di mela senza conservanti (200.000 litri circa). Le mele per la maggior parte vengono inviate alle catene di distribuzione confezionate: 40% in sacchetti, 15% in vassoi, 15% in cartoni; il restante 30% viene fornito sfuso in casse o in cassoni. La cooperativa si sta specializzando anche nella produzione di succo di mela prodotto esclusivamente con la spremitura di mele di Valtellina, pastorizzato senza aggiunta di zuccheri e conservanti. Questa semplice ma accurata lavorazione permette di ottenere un prodotto di qualità, con elevato valore aggiunto e molto gradito dal consumatore. • COOPERATIVA DI VILLA DI TIRANO: La società FVT Soc. Coop. Agr. è una cooperativa agricola con sede in Villa di Tirano, via Nazionale 1. Fanno parte della cooperativa 244 soci che conferiscono mediamente 60/65000 quintali di mele delle varietà Golden, Stark e Gala coltivate su circa 170 ettari di superficie, nei comuni di Villa di Tirano, Bianzone, Tirano e Teglio. Vengono conferite inoltre modeste quantità di patate. L’attività principale della società consiste nella raccolta e commercializzazione della frutta conferita esclusivamente dai soci e remunerata secondo il meccanismo di acconto e saldo in base agli andamenti gestionali. Pertanto tutta la materia prima raccolta da FVT Soc. Coop. Agr. proviene da aziende agricole ubicate in Provincia di Sondrio e quindi in Lombardia. • COOPERATIVA DI TOVO S.AGATA: La C.O.A.V. s.c.r.l. fondata nel 1979, ha sede in Tovo di Sant’ Agata. I soci sono circa 400 e conferiscono in media 100.000 quintali di mele. La zona di produzione è la Valtellina, da Tirano (470 m.s.l.m.) a Grosotto (550 m.s.l.m.). Questo comprensorio è dotato del più grande stabilimento della società, con di sale di lavorazione all’avanguardia e un laboratorio utilizzato dai tecnici per la valutazione dello stato di maturazione delle mele. Costituirà, in futuro, l’unico stabilimento di lavorazione del prodotto che sarà qui conferito dalle altre 2 cooperative. 1.2.1 LA NASCITA DI MELAVI’ Il 23 marzo 2013 si conclude, con la firma dell’atto di fusione, il processo di integrazione cooperativa, che prevede la fusione delle tre cooperative storiche valtellinesi in Melavì. Si tratta della COOPERATIVA ORTOFRUTTICOLA di PONTE in VALTELLINA s.c.a., con sede in Ponte in Valtellina, operativa da oltre 60 anni, della cooperativa FRUTTICOLTORI VILLA DI TIRANO s. c. a., presente da più di 50 anni nella zona di Villa di Tirano, Bianzone e Teglio, e dela COOPERATIVA ORTOFRUTTICOLA ALTA VALTELLINA s.c.a., costituita nel 1979 e attiva nelle quote più elevate, da Tirano fino a Mazzo in Valtellina. Il processo di integrazione cooperative rappresenta un passo storico per tutta la frutticoltura della Provincia di Sondrio e per tutto il settore agricolo locale. I SOCI Le tre cooperative assieme rappresentano attualmente circa 1150 soci, di cui attivi e conferenti circa 700. Il comparto è rappresentato da aziende professionali con dimensioni variabili dai tre fino ai dieci ettari, con grande professionalità, forti investimenti in macchinari e attrezzature, e che ricorrono anche all’apporto di manodopera stagionale, soprattutto per le operazioni di raccolta. Vi è poi una larga base di aziende condotte part-time da persone che svolgono un'attività lavorativa di altro tipo, generalmente lavoro dipendente, ma che dedicano una quota rilevante del loro impegno lavorativo anche alla conduzione dei terreni e che hanno conseguito una buona professionalità, anche grazie all'impegno dei servizi di assistenza tecnica delle cooperative. I PRODOTTI Il principale prodotto to dal marchio collettivo rodotto commercializza comm tivo Melavì è la mela tipica e di qualità coltivata nelle terre te valtellinesi, conferita esclusivamente sivamente dai da circa 700 soci per un totale di oltre 30.000 30. tonnellate gestite annualmente ente dai tre stabilimenti di produzione. Le varietà principalmente cipalmente coltivate c sono: Red delicious Golden delicious Gala Fuji Morgenduft Granny Smith Renettaa del Canada ANNO Quantità prodotta (quintali) 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 217.788 308.936 263.150 294.937 312.155 252.263 283.6 283.663 279.791 281.543 Circa la ripartizione zione delle varietà v e la loro produttività si rileva che: • Golden ricopre il 47% 4 della superficie con una media produttiva produt di 135.000 quintali nel periodo 2003-2011; • Stark ill 40% della superficie s con una media di quasii 105.000 quintali; qui • Gala il 9% della superfi sup cie con una media di 16.000 quintali; Le altre varietà (Fuji, Morgen, Granny, Renetta) coprono il rimanente 4% della produzione. L’altitudine a cui vengono lavorati i circa 800 ha di superficie investita é una caratteristica peculiare della mela valtellinese valtel che la rende particolarmente ente profumata, profum croccante e ricca di sapore. Ed é proprio propri grazie al clima favorevole, al terreno coltivato coltiv in pendenza e ben esposto al sole, al metodo di coltura mediante produzione integrata in a basso impatto ambientale entale che la l mela di Valtellina é cosi buona, nutriente nutrie e sana. E’ facilmente riconoscibile onoscibile grazie al bollino a marchio Melavì applicato su ogni frutto che garantisce la qualità, ualità, la provenienza pro e la salubrità del prodotto. Altra peculiarità della Mela di Valtellina llina IGP é rappresentata ra dalla colorazione molto olto intensa dei frutti e dalla e; caratteristiche esaltate dall’irraggiamento solare forma allungata, ta, molto attraent a irragg particolare ottenuto enuto per esposizione esp orografica unica della Valtellina. altellina. Le specificità del territorio e le capacità dell’uomo, che ha saputo mantenere mant negli anni tecniche di coltivazione ltivazione nel ne rispetto e nelle tutela delle vallate late e delle m montagne, hanno contribuito allaa larga diffusione del prodotto presso i consumatori matori italian italiani ed esteri. LA COMMERCIALIZZAZI LIZZAZIONE I prodotti di Melavì elavì vengono vengo commercializzati a livello nazionale, azionale, fatta fat eccezione per un 5% circa destinato estinato al mercato m estero. A livello italiano o il 60% del de prodotto viene Distribuzione Organizzata con la quale è necessaria una commercializzato ato dalla Grande Gra continua e costante ostante collaborazione c per raggiungere lo scopo fi f nale: la piena soddisfazione del consumatore, consumat sempre più attento alla qualità lità del prodotto. prodo Per questo i tecnici di Melavì avì effettuano effettuan continue analisi su campioni di ciascuna cul c tivar in modo da determinare i residui presenti pre e poter così garantire un ottimo ttimo prodotto prodot di qualità che rientri all’interno no dei parametri param comunitari stabilti. LA FILIERA PRODUTTIV DUTTIVA La mela della Valtellina è prodotta dagli agricoltori valtellinesi linesi che da più di vent'anni aderiscono al Regolamento di Autodisciplina in frutticoltura ra della Provincia di Sondrio adottando le più iù innovative tecniche di coltura atte a ridurre l'impatto 'impatto ambientale am e a far vivere il frutteto to in simbiosi simbios con la natura e l’ambiente circostante. Tutti i passaggi della filiera, dal campo fino alla ta t vola, vengono certificati garantendone tendone qualità qual e salubrità. I soci vengono affiancati durante tutta la stagione dai 5 tecnici di Melavì (2 nel comprensorio di Ponte in Valtellina, 1 a Villa di Tirano e 2 a Tovo) che monitorano periodicamente le fasi vegetative della pianta, controllano i parametri climatici e quelli relativi alle avversità che possono interessare il melo al fine di scegliere le strategie di contenimento più efficaci nel corso della stagione effettuando controlli di campagna in tutte le fasi di produzione. I tecnici di campagna svolgono diverse azioni quali l’attività di programmazione delle produzioni, la riduzione dei costi di gestione e l'introduzione di tecniche rispettose dell’ambiente tramite l’utilizzo di prodotti ammessi in agricoltura biologica in alternativa a quelli chimici come la confusione sessuale e il disorientamento per il contenimento della Carpocapsa. Durante il periodo di raccolta, che va da Agosto a metà Ottobre, le mele vengono conferite dai soci ai tre stabilimenti, dove vengono conservate, selezionate, confezionate e infine commercializzate. La conservazione del prodotto in via di distribuzione viene mantenuta in celle frigorifere ad atmosfera controllata dove moderni impianti ad alta tecnologia consentono di mantenere inalterate le qualità della mela che conserverà le proprie qualità organolettiche per tutto l’anno. Per la commercializzazione le mele vengono confezionate utilizzando tutte le più moderne tecnologie che ne garantiscono la massima protezione. Tutti i passaggi della filiera si contraddistinguono per l’elevata professionalità degli operatori che con cura e maestranza danno origine ad un prodotto di elevata qualità, eccellenza del settore agroalimentare valtellinese. DATI AZIENDALI ED ECONOMICI I volumi di fatturazione realizzati da Melavì negli ultimi tre anni oscillano tra i 20 ed i 23 milioni di euro, così ripartiti: Mele tra 17 e 20 milioni di euro Succo di mela circa 200.000 euro Vendite agli spacci aziendali circa 500.000 euro I prodotti per la gestione delle aziende agricole dei soci circa 2.500.000 euro Servizi alle azienda agricole dei soci circa 200.000 euro Vendite al punto vendita affiliato CONAD 3.500.000 euro Il capitale sociale supera gli 800.000 euro ed il patrimonio netto sfiora i 7.800.000 €. Melavì dà lavoro a circa 130 persone, con un costo lavoro di poco inferiore a 3 milioni di €, rappresentando quindi dal punto di vista occupazionale una azienda rilevante dell’agroalimentare in provincia di Sondrio. Il gruppo Melavì nell’ultimo quadriennio ha realizzato importanti investimenti, per oltre 9 milioni di €, in particolare: Interventi volti al mantenimento delle strutture e all’eliminazione dell’eternit dalle coperture, con una spesa di quasi 1,5 milioni di €; Interventi sulle celle di frigoconservazione e sugli impianti di produzione del freddo, comprese tecnologie per il risparmio energetico, per oltre 1,8 milioni di €; Ammodernamento delle linee di confezionamento e macchinari specifici, compresa una nuova linea per i trasformati (succhi) per quasi 1,4 milioni di €; Quasi 20.000 nuovi cassoni per la raccolta per un valore di quasi 1,5 milioni di €; Tre impianti fotovoltaici posti sulle coperture aziendali, con una spesa di quasi 1,8 milioni di €; Investimenti commerciali (nuovi punti vendita, attività promozionali e nuove tecnologie) per quasi 800.000 €. In questi anni sono state sostenute spese rilevanti anche per ottenere le certificazioni di processo e di prodotto (ISO 9001, IGP, GLOBALGAP), per ricerche di mercato e studi di fattibilità, per la sicurezza sui luoghi di lavoro, per la formazione del personale, per la partecipazione a mostre e fiere, per la riqualificazione dell’assistenza tecnica alle aziende (in collaborazione con la Fondazione Fojanini e il Centro di San Michele all’Adige - Fondazione E. Mach). 1.3 LA MELA DI VALTELLINA IGP La “Mela di Valtellina” ha ottenuto il riconoscimento comunitario IGP che valorizza questo importante prodotto e gli sforzi di tutti i frutticoltori della Valtellina nel produrre un prodotto di eccellenza dovuto all’esperienza e alla peculiarità del territorio. L’iter per il riconoscimento europeo inizia nel 2002; nel 2005 viene approvato il disciplinare di produzione con l’audizione pubblica per il consenso da parte del territorio. Ottenuta l'approvazione, la pratica é stata portata avanti dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e il 30 novembre 2006 e stata concessa la protezione transitoria. Oggi, con regolamento (UE) n.171/2010 del 1° marzo 2010 della Commissione, l’Europa ha iscritto la Mela di Valtellina nel registro delle denominazioni di origine protette e delle indicazioni geografiche protette. La denominazione "Mela di Valtellina" e riservata ai frutti che rispondono alle condizioni ed ai requisiti stabiliti dal disciplinare di produzione. L’Indicazione Geografica Protetta della Mela di Valtellina è riservata ai frutti costituiti dalle seguenti varietà e loro cloni (R1): Red Delicious Golden Delicious Gala La "Mela di Valtellina" si contraddistingue per colore e sapore particolarmente accentuati, polpa compatta ed alta conservabilità. Al momento dell’immissione al consumo i frutti devono essere interi, di aspetto fresco, puliti ed in possesso dei requisiti stabiliti, per i frutti delle Categorie di qualità Extra e I, dalle Norme di Qualità per i Prodotti Ortofrutticoli e Agrumari definiti sulla base della normativa Comunitaria vigente. Inoltre devono possedere le seguenti caratteristiche: RED DELICIOUS Epicarpo: spesso, poco ceroso, di colore rosso intenso brillante, con estensione del sovraccolore superiore all’80% della superficie, liscio, esente da rugginosità ed untuosità, resistente alle manipolazioni; Forma: tronco-conica oblunga, con i caratteristici cinque lobi e profilo equatoriale pentagonale; Calibro: diametro minimo 65 mm; Tenore zuccherino minimo: superiore a 10° Brix; Polpa: bianco-crema, fine, fondente, succosa, molto aromatica, poco acidula. GOLDEN DELICIOUS Epicarpo: poco ceroso, di colore giallo intenso a maturazione, talora con sfaccettatura rosa nella parte esposta al sole, a volte soggetto a rugginosità, sensibile alle manipolazioni; Forma: sferoidale o tronco-conica oblunga, leggermente costoluta in sezione trasversale; Calibro: diametro minimo 65 mm; Tenore zuccherino minimo: superiore a 11.5° Brix; Polpa: giallina, fine e soda, compatta, croccante, succosa, gradevolmente aromatica, di eccellenti qualità gustative. GALA Epicarpo: rosso brillante, con estensione del sovraccolore rosso, minimo sul 30% della superficie per la Gala standard e sul 65% nei cloni migliorativi; Forma: tronco-conica breve, con i cinque lobi apicali abbastanza pronunciati; Calibro: diametro minimo 65 mm; Tenore zuccherino minimo: superiore a 11° Brix; Polpa: bianca, croccante, molto succosa, dolce e poco acidula. La zona di produzione e di condizionamento della “Mela di Valtellina” comprende i seguenti Comuni della provincia di Sondrio: Albosaggia, Andalo Valtellino, Ardenno, Berbenno di Valtellina, Bianzone, Buglio in Monte, Caiolo, Castello dell'Acqua, Castione Andevenno, Cedrasco, Cercino, Chiavenna, Chiuro, Cino, Civo, Colorina, Cosio Valtellino, Dazio, Delebio, Dubino, Faedo Valtellino, Forcola, Fusine, Gordona, Grosio, Grosotto, Lovero, Mantello, Mazzo di Valtellina, Menarola, Mese, Mello, Montagna in Valtellina, Morbegno, Novate Mezzola, Piateda, Piantedo, Piuro, Poggiridenti, Ponte in Valtellina, Postalesio, Prata Camportaccio, Rogolo, Samolaco, San Giacomo Filippo, Sernio, Sondalo, Sondrio, Spriana, Talamona, Teglio, Tirano, Torre di Santa Maria, Tovo di Sant'Agata, Traona, Tresivio, Verceia, Vervio, Villa di Chiavenna, Villa di Tirano. Le forme di allevamento impiegate sono principalmente: spindelbush, palmetta, vaso tradizionale, a V e a doppia V. Per favorire coltivazioni rispettose dell’ambiente e alla salute dell’uomo, si utilizzano tecniche di produzione a basso impatto ambientale, come la produzione integrata e la produzione biologica. I terreni su cui si coltiva la “Mela di Valtellina” sono situati nelle vallate che si estendono ad altitudini comprese tra i 200 ed i 900 m s.l.m. Le caratteristiche degli impianti sono finalizzate a massimizzare la permeabilità della chioma alla radiazione luminosa, al fine di ottenere un’ottimale colorazione dei frutti ed un prodotto di qualità superiore. L’ampiezza dell’interfila non deve essere inferiore ai 3 m, con disposizione su fila unica o doppia, mentre la distanza degli alberi sulla fila non deve scendere sotto gli 0,5 m. La densità massima non deve comunque superare i 4000 alberi per ettaro. Le principali operazioni colturali, per il mantenimento di un impianto efficiente e produttivo, sono rappresentate da interventi di potatura in primavera-estate sul verde ed in inverno sul secco, che garantiscano il corretto equilibrio vegeto-produttivo della pianta e l’ottimale esposizione dei frutti. Il diradamento dei frutti viene effettuato in funzione del carico produttivo presente, al fine di mantenere sulla pianta la quantità ottimale per ciascuna varietà. La produzione di mele IGP non deve essere comunque superiore, per ogni singola varietà, alle seguenti quantità: Red Delicious: 65 Tons/ha Golden Delicious: 68 Tons/ha Gala: 65 Tons/ha L’inizio del periodo di raccolta coincide con il momento in cui la mela raggiunge la maturazione ottimale stabilita dai tecnici addetti; i frutti delle varietà devono inoltre avere un valore di durezza della polpa non inferiore a 5 Kg/cm2. Per ottenere la qualità e la conservabilità ottimale delle diverse varietà, la raccolta viene eseguita mediante stacco manuale delle mele e secondo il seguente calendario: Red Delicious: seconda decade di settembre-seconda decade di ottobre. Golden Delicious: seconda decade di settembre-fine ottobre. Gala: seconda decade di agosto-seconda decade di settembre. La conservazione della “Mela di Valtellina " avviene attraverso la tecnica della refrigerazione normale (AC), low oxigen (LO), ultra low oxigen (ULO) in particolare; Temperatura delle celle destinate alla conservazione delle mele compresa, secondo le varietà, tra 0,2°C e 2°C Contenuto di O2 tra 1% e 3%; Contenuto di CO2 tra 1,2% e 3%; Umidità relative tra 90% e 98% Il periodo di conservazione della “Mela di Valtellina” è variabile per ciascuna varietà: Red Delicious dalla raccolta e fino a luglio dell’anno successivo Golden Delicious dalla raccolta e fino ad agosto dell’anno successivo Gala dalla raccolta e fino a maggio dell’anno successivo La dicitura “Mela di Valtellina” IGP, deve essere apposta in modo chiaro e perfettamente leggibile, con dimensione prevalente sulle altre diciture presenti, sulle confezioni sigillate o sui singoli frutti. Laddove sia presente la bollinatura dei singoli frutti essa non può interessare meno dei 70 % dei frutti presenti in confezione. Il logo è rappresentato dalla dicitura “Mela di Valtellina” Indicazione Geografica Protetta . Gli indici colorimetrici sono i seguenti: Rosso (pantone red O25), Verde (pantone 355) e Nero ( 100%). Il carattere da utilizzare è il Futura Bold. CAPITOLO 2 LE E VARIETA’ VARIETA COLTIVATE TE SUL SU SUOLO VALTELLINE LTELLINESE, LA MATURAZIONE URAZIONE E LA LORO CONSERVAZIONE AZIONE 2.1 ASSETTO SETTO VA VARIETALE DELLA A FRUTTICOLTURA FRUTTIC VALTELLINESE TELLINESE DAGLI ANNI ’50 AD OGGI L’assetto varietale etale tipico della d frutticoltura valtellinese è caratterizzato principalmente da cultivar a maturazione autunnale (Red Delicious, Golden lden Delicious, Delicio Morgenduft, Renetta del Canada, anada, Granny Grann Smith) con attitudine alla lunga nga conservazione, conserva anche se, nell’ultimo decennio, cennio, si è sempre più diffusa la varietà Gala con maturazione ma tardoestiva. A questa ta varietà si è poi affiancata anche la Fuji, unaa mela di origine ori giapponese di buon sapore, e, dolce e con co colorazione rosso-verdastra che he matura nel ne periodo tardoautunnale. Negli gli ultimi 2-3 anni, invece, alcuni soci, insieme eme alla Cooperativa, Coo hanno cominciato ad utilizzare la varietà Modì, una cultivar resistente tente alla ticchiolatura tic molto succosa, croccante ante e dolce. 9% 4% Golden Delicious D 47% Red Delicious Delic 40% Gala Morgen, Granny, G Renetta, Fuji, Modì Le prime varietà, età, durante i primi anni di vita della Cooperativa, rativa, erano allevate a vaso semplice, caratterizzato tterizzato dalla dal presenza di 3 branche principali ipali con distanze dist d’impianto vastissime (6X6), in quanto venivano coltivate su portinnesti vigorosi (franco). In seguito cominciò a diffondersi la forma a palmetta a branche oblique, che permetteva un minore intervento dal punto di vista della manodopera e favoriva perciò la meccanizzazione dei processi produttivi quali potature e trattamenti antiparassitari. Un aspetto originale di quel periodo fu la tecnica di sostituzione dei vigneti con i campi coltivati a melo. Infatti, a causa della scarsa vigoria del portainnesto “franco” e di conseguenza dela lenta messa a frutto, le piante erano messe a dimora scavando singole buche nel vigneto stesso ed eliminando solo i ceppi di vite che servivano per creare lo spazio necessario; ciò con il preciso intento di sfruttare alcune vendemmie, in attesa del reddito derivante dal melo. Anche negli impianti su terreni liberi (prati, seminativi), la preparazione del terreno non prevedeva la lavorazione totale, in quanto ritenuta troppo costosa. Oggi, invece, nei nuovi frutteti allevati a Spindel, vengono utilizzati portinnesti nanizzanti con sesti d’impianto sempre più stretti (3.50-4.00x1.00-1.20 oppure 3.50x0.50 negli ultimi impianti) che permettono di avere una maggiore densità di piante e perciò una maggiore produzione per ciascun terreno. Gli alberi sono, rispetto al passato, di dimensioni ridotte, entrano molto velocemente in produzione e garantiscono una migliore e più agevole gestione colturale (potature, diradi manuali, difesa fitosanitaria, raccolta). La produzione attuale è incentrata sulle 2 varietà principali: Red Delicious e Golden Delicious. La prima è una mela di origine americana a buccia rossa, scoperta nello stato dello Iowa nel 1861. In seguito i vivaisti Stark ne acquistarono i diritti di propagazione, lanciandola nel 1895 con il nome di Stark Delicious. L’ambiente valtellinese, caratterizzato dalla vicinanza delle montagne, ne esalta il colore, il sapore e ne accentua la caratteristica forma a 5 punte. La Golden Delicious, anch’essa una varietà di origine americana, proviene invece dalla Virginia ed è stata diffusa, come la Red Delicous, dai vivaisti Stark, nel 1914. Essa è una mela succosa, con polpa croccante ed una caratteristica buccia gialla. Nella fascia altimetrica valtellinese (500-800 m), i frutti di questa varietà acquisiscono caratteri inconfondibili come la forma tipica allungata, la buccia priva di rugginosità e la sfumatura rosata, la cosiddetta “faccetta”, che rende questa mela non solo più bella alla vista ma anche più dolce al suo interno. Le due varietà vengono utilizzate contemporaneamente dalla quasi totalità dei soci in quanto si fecondano reciprocamente, affidando alle api presenti sul territorio un adeguato trasporto di polline di fiore in fiore. Infatti, fra la Cooperativa Melavì e l’APAS (Associazione Produttori Apistici Sondrio), esiste un accordo che prevede la dislocazione degli alveari nei frutteti durante il periodo di fioritura, a patto che non vengano utilizzati prodotti fitosanitari durante la permanenza degli alveari nei campi. Nel corso degli anni, i tecnici della Cooperativa, hanno permesso lo sviluppo e la coltivazione, fra i soci, delle migliori selezioni delle 2 varietà, scelte tra quelle di rapida messa a frutto e con tonalità di colore più accentuate ed uniformi. Per quanto riguarda le Red Delicious prevalgono ora i cloni standard Jeromine, Red Velox, Roat e il clone spur Red Chief. Per la Golden, invece, i cloni più diffusi sono Smoothee (ormai non più utilizzato) sul fondovalle e Golden B per le zone più elevate. Considerando, invece, la varietà più recente, ovvero la Gala, i primi impianti venivano realizzati con i cloni Mondial e Royal mentre oggi si punta su selezioni migliorative, per la colorazione più regolare e stabile dei frutti, come ad esempio Galaxy, Schniga, Annaglo e Buckeye. Fuji presenta, invece, impianti coltivati con cloni KIKU 8 e Zhen Aztec mentre quelli di recente costruzione prevedono l’utilizzo del clone Fubrax, mutazione di Kiku 8, con le stesse caratteristiche organolettiche, ma dotato di una colorazione superiore e migliore. Per la varietà Morgenduft si predilige l’uso del clone Dallago mentre per le altre varietà, Renetta, Granny Smith e Modì, si utilizzano i cloni tipici di tali cultivar. 2.2 SCHEDE POMOLOGICHE 2.2.1 RED DELICIOUS 2.2.1.1 JEROMINE JEROMINE: mutazione di Erovan/“Early Red One®” individuata in Francia e diffusa nel 1990. (Brevetto UE n. °6599) Albero: - vigore: medio, medio-scarso con habitus standard - portamento: assurgente - messa a frutto: rapida - produttività: buona ma alternante - fioritura: intermedia, leggermente più precoce di Golden Delicious - principali impollinatori: Gala, Golden Delicious, Granny Smith Maturazione: - epoca: intermedia (-5 giorni rispetto a Golden Delicious) - uniformità: preferibile la raccolta in almeno 2 stacchi - cascola in pre-raccolta: presente Frutto: - forma: in genere tronco conica-oblunga ma anche breve, discretamente omogenea - peduncolo: di lunghezza e spessore medi - colore epidermide: giallo - sovracolore: rosso scuro vinoso sulla totalità del frutto - tipo di sovracolore: uniforme - rugginosità: in genere assente - polpa: di colore crema, fine, abbastanza croccante, succosa, di buona consistenza - sapore: buono mediamente dolce, poco acido, aromatico - serbevolezza: discreta - note: soggetti al riscaldo e a butteratura amara Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta: peso medio (g) 219 % di estensione del sopraccolore 97 zuccheri espressi in gradi Brix 13.3 acidità (g/I di acido malico) 2.2 Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 6.8 giudizio complessivo : clone migliorativo di Early Red One con colorazione rossovinosa più intensa ed estesa. Presenta alcuni difetti tipici delle Red Delicious quali buona produttività ma alternante, la sensibilità alle scottature da sole, alla butteratura amara e al riscaldo. Questo clone è particolarmente apprezzato dai frutticoltori valtellinesi per le caratteristiche estetiche quali la colorazione intensa e la classica forma allungata a 5 punte. 2.2.1.2 RED CHIEF RED CHIEF: Mutazione di “Starkrimson” individuata da F. Campbell nel 1967 in USA e diffusa nel 1972. Varietà libera da brevetto. Albero: - vigore: medio-scarso con habitus spur - portamento: assurgente - messa a frutto: rapida - produttività: buona, ma alternante - fioritura: intermedia - principali impollinatori: Golden Delicious, Granny Smith, Gala - note: sensibile al cancro rameale Maturazione: - epoca: intermedia (- 5 giorni rispetto a Golden Delicious) - uniformità: preferibile la raccolta in 2 stacchi - cascola in pre-raccolta: presente Frutto: - forma: tronco conico-oblunga, discretamente omogenea - peduncolo: di lunghezza e spessore medi - colore epidermide: giallo - sovracolore: rosso scuro intenso - tipo di sovracolore: striato - rugginosità: in genere assente - polpa: di colore crema, fine, abbastanza croccante, succosa, di buona consistenza - sapore: buono mediamente dolce, poco acido, aromatico - serbevolezza: discreta - note: soggetti al riscaldo e a butteratura amara Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta: peso medio (g) 222 % di estensione del sopraccolore 90 zuccheri espressi in gradi Brix 11.2 acidità (g/I di acido malico) 2 Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 7.9 giudizio complessivo: varietà Spur di scarso vigore caratterizzata da buona produttività ma alternante. La pianta è sensibile al cancro rameale mentre i frutti alla butteratura amara ed al riscaldo. Come per la Jeromine i frutti vengono apprezzati per le loro caratteristiche estetiche come la forma allungata, la presenza delle 5 punte e la colorazione rosso brillante striata. 2.2.1.3 SUPERCHIEF/SANDIDGE SUPERCHIEF/SANDIDGE: mutazione di “Red Chief” individuata da Arden C. Winkel presso Hartford Michigan (USA) e diffusa nel 1984. (Brevetto Europeo n.° 2282 del 2008) Albero: - vigore: scarso (inferiore a Red Chief) con habitus spur - portamento: assurgente - messa a frutto: rapida - produttività: buona, ma alternante - fioritura: intermedia - principali impollinatori: Golden Delicious, Jonathan Maturazione: - epoca: intermedia (- 5 giorni rispetto a Golden Delicious) - uniformità: preferibile la raccolta in 2 stacchi - cascola in pre-raccolta: presente Frutto: - forma: tronco conica-oblunga, discretamente omogenea - peduncolo: di lunghezza e spessore medi - colore epidermide: giallo - sovracolore: rosso scuro intenso sulla quasi totalità del frutto - tipo di sovracolore: leggermente striato - rugginosità: in genere assente - polpa: di colore crema, fine, abbastanza croccante, succosa, di buona consistenza - sapore: buono mediamente dolce, poco acido, aromatico - serbevolezza: discreta Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta: peso medio (g) 225 % di estensione del sopraccolore 93 zuccheri espressi in gradi Brix 13.3 acidità (g/I di acido malico) 1.8 Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 7 giudizio complessivo: clone di Red Chief migliorativo per avere una colorazione più intensa ed estesa. Mantiene i difetti tipici delle Red Delicous già descritti in precedenza oltre che la sensibilità al cancro rameale. Apprezzato per le sue caratteristiche estetiche di colorazione e forma. 2.2.2 GOLDEN DELICIOUS 2.2.2.1 GOLDEN DELICIOUS CLONE B GOLDEN DELICIOUS – CLONE B: Semenzale individuato alla fine del 1800 da A.H. Mullins a Winfield in Virginia (USA), successivamente introdotto in Svizzera e poi risanato e diffuso dal NAKB dell'Olanda. Varietà libera da brevetto. Albero: - vigore: medio-elevato - portamento: espanso, ben ramificato - messa a frutto: rapida - produttività: elevata e costante - fioritura: intermedia - impollinatori: Gala, Red Delicious, Granny Smith, Fuji Maturazione: - epoca: intermedia (seconda-terza decade di settembre) - uniformità: elevata - cascola in pre-raccolta: nulla o scarsa Frutto: - forma: tronco conica oblunga, circolare, asimmetrica - peduncolo: di buona lunghezza e spessore intermedio - colore epidermide: giallo-verde, vira al giallo intenso a maturazione - sovraccolore: assente ad eccezione delle zone vocate, come la Valtellina, dove assume un attraente sopraccolore rosa a faccetta - rugginosità: soprattutto nella zona peduncolare ma in talune annate diffusa su tutto il frutto - lenticelle: piccole e ben evidenti - polpa: di colore bianco-crema, fine, abbastanza croccante, succosa, di media consistenza e con un buon rapporto zuccheri-acidi - sapore: ottimo, molo dolce, acidulo, aromatico - serbevolezza: buona Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta: peso medio (g) 240 % di estensione del sopraccolore 20 % nel caso sia presente la caratteristica faccetta rosata zuccheri espressi in gradi Brix 14.5 acidità (g/I di acido malico) 5.2 (kg/cm2) 7-8 Durezza al penetrometro puntale 11 mm Giudizio complessivo: Clone di Golden Delicious tra i più diffusi per le ottime caratteristiche agronomiche e l’eccezionale qualità dei frutti. Presenta un albero di medio vigore, con portamento espanso e di facile gestione; la messa a frutto è molto rapida e presenta una buona e costante produttività. Il contenuto in zuccheri è molto elevato, con valori massimi che possono raggiungere i 15 ° Brix. I frutti presentano una buona pezzatura, sono dolci, leggermente aciduli, aromatici e abbastanza serbevoli; sono molto sensibili alle manipolazioni (in Valtellina, durante la raccolta, viene ancora utilizzata la classica e storica “preponta” per evitare il contatto mela-mela che rovinerebbe il prodotto). In Valtellina la colorazione raggiunge facilmente la tipica faccetta rosa (fiammatura) tanto apprezzata dai consumatori. L’unico aspetto negativo di questo clone è l’elevata sensibilità alla ruggine che ne rende sconsigliabile la coltura in pianura e nel fondovalle. 2.2.2.2 GOLDEN DELICIOUS SMOOTHEE GOLDEN DELICIOUS SMOOTHEE: Mutazione della “Golden Delicious” rinvenuta in U.S.A. (Pennsylvania) da C.B. Gibson nel 1958 e diffusa commercialmente nel 1967. Varietà libera da brevetto. Albero: - vigore: medio-elevato, (un po’ maggiore del Clone B) - portamento: espanso, ben ramificato - messa a frutto: rapida - produttività: elevata e costante - fioritura: intermedia - impollinatori: Gala, Red Delicious, Granny Smith, Fuji Maturazione: - epoca: intermedia (seconda-terza decade di settembre) - uniformità: elevata, in genere necessita di un solo stacco - cascola in pre-raccolta: nulla o scarsa Frutto: - forma: globoso-conica, circolare, simmetrica - peduncolo: di lunghezza e spessore medi - colore epidermide: giallo-verde con buccia mediamente spessa, cerosa, liscia - sovraccolore: buona sfaccettatura di colore rosa in Valtellina anche se inferiore al clone B - rugginosità: diffusa soprattutto nella zona peduncolare ma anche estesa su tutto il frutto - lenticelle: piccole, numerose e ben evidenti - polpa: di color crema, fine, abbastanza croccante, succosa, di media consistenza - sapore: ottimo, molo dolce, leggermente acido, aromatico - serbevolezza: buona ma sensibile alle manipolazioni Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta: peso medio (g) 232 % di estensione del sopraccolore 10 % nel caso sia presente la caratteristica faccetta rosata (inferiore al clone B) zuccheri espressi in gradi Brix 13.9 acidità (g/I di acido malico) 4.7 Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 6.5-7.5 Giudizio complessivo: Molto simile alle caratteristiche morfologiche del clone B e di poco inferiore per caratteristiche organolettiche e gustative. Rispetto al clone B è meno sensibile alla rugginosità e per questo, in Valtellina, viene utilizzata negli impianti di fondovalle che risultano molto più sensibili. Come il clone B, anche se inferiore per estensione, in Valtellina assume una classica faccetta rosata molto apprezzata dai consumatori. 2.2.3 GALA 2.2.3.1 GALA SCHNITZER-SCHNIGA GALA SCHNITZERSCHNIGA: La varietà “Schniga“ deriva da una mutazione gemmaria dal clone Tenroy (“Royal Gala”), che è stata scoperta da Franz Schnitzer di Tirolo. Brevetto n° 18759 UE del 2007. Albero: - vigore: medio-elevato superiore a Golden Delicious - portamento: leggermente assurgente - messa a frutto: intermedia - produttività: elevata e costante - fioritura: intermedia - principali impollinatori: Golden Delicious, Red Delicious, Granny Smith, Fuji e Braeburn Maturazione: - epoca: precoce (-35-40 giorni rispetto a Golden Delicious) - uniformità: necessità di essere raccolta in almeno 2 stacchi - cascola in pre-raccolta: nulla o scarsa Frutto: - forma: tronco conico-breve o rotonda, omogenea - peduncolo: lungo e spesso - colore epidermide: giallo - sovraccolore: rosso brillante - tipo di sovraccolore: striato in modo marcato - rugginosità: talvolta in prossimità del peduncolo - lenticelle: piccole e poco evidenti - polpa: di colore bianco-crema, fine, abbastanza croccante, succosa, di buona consistenza - sapore: ottimo, molo dolce, poco acido, aromatico - serbevolezza: buona - note: può presentare spaccature al peduncolo Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta : peso medio (g) 168 % di estensione del sopraccolore 78 zuccheri espressi in gradi Brix 12.3 acidità (g/I di acido malico) 3 Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 9.5 Giudizio complessivo: Clone di Gala che si differenzia per l'intensità e brillantezza del sovraccolore rosso brillante caratterizzato da ampie striature ben evidenti che si estendono sulla quasi totalità dei frutti anche se non esposti alla luce. In annate molto calde la colorazione tarda a comparire. La pianta è di vigore medio-elevato, con portamento assurgente di elevata e costante produttività. Per favorire la pezzatura dei frutti, è necessario un precoce ed energico diradamento. I frutti di pezzatura media sono di ottimo sapore, consistenti, croccanti, molto dolci e poco acidi e serbevoli. 2.2.3.2 BUCKEYE GALA Buckeye Gala: Mutazione di Imperial Gala individuate da Simmons in Hoio (USA) e diffusa nel 1994. Brevetto n° 12034 UE del 2003. Albero: - vigore: medio-elevato superiore a Golden Delicious - portamento: assurgente - messa a frutto: intermedia - produttività: elevata e costante - fioritura: intermedia - principali impollinatori: Golden Delicious, Red Delicious, Braeburn, Fuji Maturazione: - epoca: precoce (-35/40 giorni rispetto a Golden Delicious) - uniformità: necessità di essere raccolta in almeno 2 stacchi - cascola in pre-raccolta: nulla o scarsa Frutto: - forma: tronco conico-breve o rotonda - peduncolo: di lunghezza e spessore medi - colore epidermide: giallo - sovracolore: rosso brillante - tipo di sovracolore: uniforme con leggere striature - rugginosità: talvolta in prossimità del peduncolo - lenticelle: numerose ed evidenti - polpa: di colore bianca, fine, abbastanza croccante, succosa, di buona consistenza. - sapore: ottimo, molo dolce, poco acido, aromatico - serbevolezza: buona - note: può presentare spaccature al peduncolo Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta: peso medio (g) 164 % di estensione del sopraccolore 85 zuccheri espressi in gradi Brix 13.2 acidità (g/I di acido malico) 3.2 Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 10.1 Giudizio complessivo: Recente clone di Gala caratterizzato da un sovraccolore rosso brillante molto intenso ed esteso. La colorazione, che compare molto precocemente, è di tipo uniforme con qualche leggera striatura che lo pone in una posizione intermedia tra i cloni striati e quelli completamente uniformi meno apprezzati dal mercato. La pianta è di vigore medio-elevato, con portamento assurgente, di elevata e costante produttività. Necessario un precoce diradamento dei frutticini. I frutti di pezzatura media sono di ottimo sapore, consistenti, croccanti, molto dolci e poco acidi, serbevoli. 2.2.3.3 GALAXY Galaxy: mutazione spontanea di Royal Gala selezionata in Nuova Zelanda nel 1985. Albero: - vigore: elevato superiore a Golden Delicious - portamento: assurgente - messa a frutto: precoce - produttività: elevata e costante - fioritura: intermedia - principali impollinatori: Golden Delicious, Red Delicious, Braeburn, Fuji Maturazione: - epoca: precoce (-35/40 giorni rispetto a Golden Delicious e pochi giorni prima rispetto a Mondial Gala) - uniformità: necessità di essere raccolta in almeno 2 stacchi - cascola in pre-raccolta: nulla o scarsa Frutto: - forma: tronco conico-breve, sferoidale, simmetrica - peduncolo: di lunghezza e spessore medi - colore epidermide: colore di fondo giallo - sovracolore: rosso intenso vinoso - tipo di sovracolore: striato su tutta la superfice - rugginosità: talvolta in prossimità del peduncolo - lenticelle: numerose ed evidenti - polpa: di colore bianca, fine, abbastanza croccante, succosa, di buona consistenza - sapore: ottimo, molto dolce, poco acido, aromatico - serbevolezza: buona - note: può presentare spaccature al peduncolo Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta: peso medio (g) 220 % di estensione del sopraccolore 85 zuccheri espressi in gradi Brix 12 acidità (g/I di acido malico) 3.9 Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 7.5 Giudizio complessivo: Il clone, migliorativo, oltre a raggiungere elevate ed apprezzate percentuali di sopraccolore, ha una striatura marcata anche sui frutti meno esposti; questa sua caratteristica permette di concentrare le operazioni di raccolta in pochi stacchi a differenza di altre varietà dove le operazioni risultano più complesse e durature. Esso veniva utilizzato in Valtellina nei primi impianti Gala di oltre 10 anni fa; rappresenta uno dei primi cloni utilizzati e ormai in disuso. 2.2.3.4 MONDIAL GALA (IMPERIAL GALA) Mondial Gala (Imperial Gala): mutazione di Gala selezionata in Nuova Zelanda; difficilmente distinguibile da Royal Gala. Albero: - vigore: elevato superiore a Golden Delicious - portamento: aperto - messa a frutto: precoce - produttività: elevata e costante - fioritura: intermedia e molto resistente ai freddi primaverili - principali impollinatori: Golden Delicious, Red Delicious, Braeburn, Fuji Maturazione: - epoca: precoce (-35/40 giorni rispetto a Golden Delicious/dalla seconda metà di agosto) - uniformità: necessità di essere raccolta in almeno 2 stacchi - cascola in pre-raccolta: nulla o scarsa Frutto: - forma: tronco conico-breve - peduncolo: di lunghezza e spessore medi - colore epidermide: colore di fondo giallo chiaro - sovracolore: rosso - tipo di sovracolore: si estende per circa il 70-80% della superficie della mela; in ambienti vocati la colorazione del frutto è maggiore su questo clone che su Royal Gala - rugginosità: talvolta in prossimità del peduncolo - lenticelle: numerose ed evidenti - polpa: di colore bianca, fine, abbastanza croccante, succosa, di buona consistenza - sapore: ottimo, molto dolce, poco acido, aromatico - serbevolezza: buona - note: può presentare spaccature al peduncolo Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta: peso medio (g) 210 % di estensione del sopraccolore 80 zuccheri espressi in gradi Brix 12 acidità (g/I di acido malico) 3.8 Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 7 Giudizio complessivo: Clone difficilmente distinguibile da Royal Gala per la pezzatura e le caratteristiche organolettiche e gustative; il colore risulta ben distribuito sulla superficie della mela, ma soggetto a regressione per motivi genetici. 2.2.3.5 ROYAL GALA Royal gala: mutazione di Gala selezionata in Nuova Zelanda. Albero: - vigore: elevato - portamento: aperto - messa a frutto: precoce - produttività: elevata e costante - fioritura: intermedia e molto resistente ai freddi primaverili - principali impollinatori: Golden Delicious, Red Delicious, Braeburn, Fuji Maturazione: - epoca: precoce (-35/40 giorni rispetto a Golden Delicious/dalla seconda metà di agosto) - uniformità: necessità di essere raccolta in almeno 2 stacchi - cascola in pre-raccolta: nulla o scarsa Frutto: - forma: tronco conico-breve - peduncolo: di lunghezza e spessore medi - colore epidermide: colore di fondo verde chiaro-giallo - sovracolore: rosso - tipo di sovracolore: striato e si estende per circa il 70-80% della superficie della mela - rugginosità: talvolta in prossimità del peduncolo - lenticelle: numerose ed evidenti - polpa: di colore bianca, fine, abbastanza croccante, succosa, di buona consistenza - sapore: ottimo, molto dolce, poco acido, aromatico - serbevolezza: buona - note: può presentare spaccature al peduncolo Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta: peso medio (g) 200 % di estensione del sopraccolore 78 zuccheri espressi in gradi Brix 12.2 acidità (g/I di acido malico) 4 Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 7.6 Giudizio complessivo: Presenta le stesse caratteristiche di Mondial Gala sia per gusto che per colorazione. La percentuale di sopraccolore di questo clone raggiunge percentuali inferiori rispetto ai cloni migliorativi. 2.2.3.6 ANNAGLO Annaglo: clone neozelandese migliorativo di Royal Gala. (Brevetto europeo n.° 11961 del 2003) Albero: - vigore: medio-elevato - portamento: assurgente - messa a frutto: rapida - produttività: elevata e costante - fioritura: intermedia - principali impollinatori:Golden Delicious, Granny Smith, Red Deliciuos, Braeburn, Fuji Maturazione: - epoca: precoce (-35/40 giorni rispetto a Golden Delicious) - uniformità: necessità di essere raccolta in almeno 2 stacchi - cascola in pre-raccolta: scarsa Frutto: - forma: tronco conico-breve o rotonda, omogenea - peduncolo: lungo e spesso - colore epidermide: giallo - sovraccolore: rosso brillante - tipo di sovraccolore: striato - rugginosità: talvolta nella cavità peduncolare - lenticelle: piccole e poco evidenti - polpa: di colore bianca, fine, abbastanza croccante, succosa, di buona consistenza - sapore: ottimo, molto dolce, poco acido, aromatico - serbevolezza: buona - note: soggetta a spaccature vicino al peduncolo Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta: peso medio (g) 185 % di estensione del sopraccolore 79 zuccheri espressi in gradi Brix 13.3 acidità (g/I di acido malico) 3 Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 9.3 Giudizio complessivo: Clone neozelandese migliorativo di Royal Gala caratterizzato da una colorazione rosso brillante di tipo striato. Non appare un ulteriore miglioramento rispetto ai cloni di Gala striati di riferimento attualmente consigliati. In annate molto calde la colorazione tarda a comparire favorendo fenomeni di spaccatura vicino al peduncolo. Le altre caratteristiche della pianta e del frutto non differiscono in modo significativo dalla tipica tipologia del gruppo. 2.2.4 FUJI 2.2.4.1 FUJI KIKU 8 Fuji Kiku 8: Mutazione di Fuji selezionata nel 1990 da Braun A. presso l’azienda Miura di Aomori in Giappone. Varietà libera da brevetto. Albero: - vigore: elevato superiore a Golden Delicious - portamento: espanso - messa a frutto: intermedia - produttività: elevata ma molto alternante. - fioritura: intermedia - impollinatori: Granny Smith, Gala, Golden Delicious, Red Delicious Maturazione: - epoca: tardiva Ottobre) (+ 30 giorni rispetto a Golden Delicious/dalla prima decade di - uniformità: necessità di essere raccolta in 2 o più stacchi - cascola in pre-raccolta: presente Frutto: - forma: sferoidale, cilindrica un pò appiattita, eterogenea - peduncolo: corto e spesso - colore epidermide: verde-giallo - sovracolore: rosso slavato - tipo di sovracolore: striato per il 75-80% della superficie anche nella zona rivolta all’ombra - rugginosità: in genere al picciolo ma anche diffusa soprattutto nei primi anni di produzione - polpa: di colore bianco crema, particolarmente croccante e molto succosa - sapore: molto buono, molto dolce, poco acido - serbevolezza: ottima, possibile la presenza di vitrescenza - note: i frutti sotto chioma presentano colorazione scarsa e così pure il sapore Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta: peso medio (g) 280 % di estensione del sopraccolore 75 zuccheri espressi in gradi Brix 14-15.5 acidità (g/I di acido malico) 3.8 Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 7-9 Giudizio complessivo: E' la mela attualmente più coltivata al mondo soprattutto in Oriente da cui proviene. Pianta di vigore elevato, con portamento espanso, di elevata ma molto incostante produttività. La regolazione della carica assieme all'ottenimento di una colorazione attraente sono i principali problemi agronomici ancora non del tutto risolti; per tali motivi, nonostante la buona richiesta del mercato, c'è uno scarso interesse alla sua coltivazione da parte dei frutticoltori valtellinesi. I frutti sono di elevata pezzatura non sempre di bell'aspetto estetico (colore scarso, opaco, rugginosità, disformità) ma presentano un ottimo sapore e eccellente croccantezza, succosità e serbevolezza. La Fuji Kiku 8 è tra i cloni striati, assieme a Fuji Raku Raku, quello che colora meglio anche nella parte del frutto non esposta. 2.2.4.2 FUJI ZHEN AZTEC Fuji Zhen Aztec: Mutazione gemmaria di Fuji. (Brevetto N° 20814 del 2007) - albero: vigore: elevato superiore a Golden Delicious portamento: espanso messa a frutto: intermedia produttività: elevata, ma molto alternante fioritura: intermedia impollinatori: Granny Smith, Gala, Golden Delicious, Red Delicious maturazione: - epoca: tardiva (+40 giorni rispetto a Golden Delicious) - uniformità: necessità di essere raccolta in 2 o più stacchi - cascola in pre-raccolta: presente - frutto: forma: sferoidale, cilindrica un po' appiattita, eterogenea peduncolo: di lunghezza e spessore medi colore epidermide: giallo sovracolore: rosso vinoso slavato tipo di sovracolore: uniforme rugginosità: in genere al picciolo ma anche diffusa soprattutto nei primi anni di produzione polpa: di colore bianco crema, particolarmente croccante e molto succosa sapore: molto buono, molto dolce, poco acido serbevolezza: ottima, possibile la presenza di vitrescenza Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta: peso medio (g) 255 % di estensione del sopraccolore 81 zuccheri espressi in gradi Brix 14.8 acidità (g/I di acido malico) 3.1 Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 8.2 Giudizio complessivo: E' la mela attualmente più coltivata al mondo soprattutto in oriente da cui proviene. Pianta di vigore elevato, con portamento espanso, di elevata ma molto incostante produttività. La regolazione della carica assieme all'ottenimento di una colorazione sufficiente sono i principali problemi agronomici ancora non del tutto risolti; per tali motivi nonostante la buona richiesta del mercato c'è uno scarso interesse alla sua coltivazione. I frutti sono di elevata pezzatura non sempre di bell'aspetto estetico (colore opaco o cupo, rugginosità, difforme) ma presentano un ottimo sapore e eccellente croccantezza, succosità e serbevolezza. E' il miglior clone tra quelli uniformi e quello che in assoluto colora meglio. 2.2.4.3 FUJI KIKU FUBRAX T337 Fuji Kiku Fubrax: mutazione di Fuji Kiku 8, clone virus esente creato dal settore R&S (ricerca e sviluppo) dell´altoatesina KIKU srl, detentrice della Fuji KIKU®8 Brak(S). Albero: - vigore: medio-forte con ramificazioni robuste - portamento: espanso messa a frutto: elevata produttività: elevata, ma molto alternante, influenzata da un corretto diradamento fioritura: medio-tardiva; elevata fecondità dei fiori impollinatori: Granny Smith, Gala, Golden Delicious, Red Delicious maturazione: - epoca: tardiva (+25 giorni rispetto a Golden Delicious) - uniformità: necessità di essere raccolta in 2 o più stacchi - cascola in pre-raccolta: presente - frutto: forma: sferoidale, cilindrica un pò appiattita, eterogenea peduncolo: di lunghezza e spessore medi colore epidermide: giallo sovracolore: rosso rubino tipo di sovracolore: striatura molto fine polpa: di colore bianco crema, particolarmente croccante e molto succosa sapore: molto buono, molto dolce, poco acido Giudizio complessivo: È una pianta ad elevata vigoria, rapida messa a frutto e ottima produttività. Dopo un abbondante raccolto è soggetta ad alternanza. Risulta sensibile alle gelate primaverili, normalmente sensibile a ticchiolatura, mentre è poco sensibile a oidio, colpo di fuoco e cancro. Migliore rispetto a Fuji Kiku® 8 Brak, ha un frutto dal colore rosso-striato molto attraente e pezzatura medio-grande. Il sapore è dolce, poco acido, la polpa è fine e croccante di colore bianco-crema. Ha una buona conservabilità: in cella fino a marzo, in atmosfera controllata fino a giugno. E’ il clone maggiormente utilizzato negli ultimi impianti Fuji di Melavì. 2.2.5 MORGENDUFT 2.2.5.1 DALLAGO Morgenduft (Imperatore) Dallago: Mutazione gemmaria di Morgenduft (Imperatore) individuata nel 1970 nell'azienda Dallago a Laives, nel bolzanino. Varietà libera da brevetto. Albero: - vigore: medio-elevato, superiore a Golden Delicious portamento: molto espanso messa a frutto: rapida produttività: elevata e costante fioritura: tardiva principali impollinatori: Golden Delicious Maturazione: - epoca: tardiva (+25 giorni rispetto a Golden Delicious) - uniformità: uniforme, di norma raccolta in un unico stacco - cascola in pre-raccolta: presente Frutto: - forma: sferoidale, appiattita - peduncolo: spesso, di lunghezza media - colore epidermide: giallo-verdastro - sovracolore: rosso brillante - tipo di sovracolore: striato - rugginosità: in genere assente - polpa: di colore bianco crema, croccante alla raccolta ma tende a farina in conservazione - sapore: abbastanza buono, molto dolce, poco acido, aromatico - serbevolezza: buona anche se sfarina oltre ad essere soggetta a riscaldo e disfacimento - note: varietà a duplice attitudine (mercato fresco e industria) Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta: peso medio (g) 235 % di estensione del sopraccolore 80 zuccheri espressi in gradi Brix 12 acidità (g/I di acido malico) 3-4 Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 8 Giudizio complessivo: Pianta di vigore medio-elevato, con portamento espanso, di elevata e costante produttività. I frutti sono di elevata pezzatura e per tale motivo raramente è necessario il diradamento chimico. I frutti sono di buon sapore, consistenti croccanti alla raccolta, ma successivamente sfarinano rapidamente. La colorazione è gialla con un sovraccolore rosso brillante striato che si estende su quasi tre quarti del frutto. Il consumo fresco di questa mela è in diminuzione, ma la sua ottima attitudine all'impiego industriale e la generosità produttiva ne fanno una mela ancora interessante. In Valtellina viene già da qualche anno sostituita con impianti di Fuji o Renetta del Canada, varietà che garantiscono maggiori guadagni. 2.2.6 GRANNY SMITH Granny Smith: Varietà australiana individuata da un semenzale di French Crab all'inizio del '900 ad opera di T. Smith. Varietà libera da brevetto. - Albero: vigore: medio-elevato superiore a Golden Delicious portamento: assurgente nei primi anni e successivamente molto espanso messa a frutto: intermedia produttività: elevata ma non sempre costante fioritura: medio-precoce impollinatori: Golden Delicious, Fuji, Gala Maturazione: - epoca: tardiva (+ 30 giorni rispetto a Golden Delicious) - uniformità: elevata, raccolta in un unico stacco - cascola in pre-raccolta: nulla o scarsa Frutto: - forma: sferoidale o tronco conica-breve - peduncolo: di lunghezza e spessore medi - colore epidermide: verde - sovraccolore: assente. Ingiallimenti o sovraccolore rosa o rossastro sono considerati difetti - rugginosità: in genere assente, talora nella cavità peduncolare - lenticelle: numerose di colore bianco, molto evidenti - polpa: di colore bianca, fine, abbastanza croccante, succosa, di buona consistenza. - sapore: buono, mediamente dolce, molto acido - serbevolezza: buona anche se è soggetta a riscaldo Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta: peso medio (g) 214 % di estensione del sopraccolore 0 zuccheri espressi in gradi Brix 12.1 acidità (g/I di acido malico) 7.2 Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 8.5 Giudizio complessivo: Pianta di vigore medio-elevato, con portamento assurgente in fase giovanile e in seguito espanso, di elevata produttività anche se non sempre costante. I frutti presentano caratteristiche peculiari sia per colorazione della buccia verde priva di sovraccolore, sia per il sapore particolarmente acido che limita la percezione di presenza di zuccheri. La polpa è di colore bianco, consistente e croccante. La serbevolezza è ottima anche se è varietà sensibile al riscaldo. Molto adatta ad essere coltivata in pianura dove più difficilmente l'epidermide si sfaccetta di rosa (considerato un difetto). Per questo è una varietà poco impiegata dai soci della cooperativa; infatti in Valtellina la maggior parte dei frutti di questa varietà, soprattutto quelli più esposti, presentano una caratteristica colorazione rosata rendendo quindi di poco valore il prodotto. In tutti e 3 i comparti non esiste un vero e proprio “campo” coltivato con questa varietà; essa viene per lo più utilizzata per l’impollinazione e il suo prodotto raccolto e conferito alla cooperativa in scarse quantità. E’ varietà richiesta dai mercati del nord-Europa che gradiscono mele croccanti dal sapore acido. 2.2.7 RENETTA DEL CANADA Renetta del Canada: origine incerta anche se si ritiene provenga dalla Normandia. Albero: - vigore: elevato - portamento: con portainnesto M9 pianta molto chiusa e alta - messa a frutto: lenta - produttività: buona talvolta irregolare - fioritura: medio-tardiva - impollinatori: Idared, Jonathan, Golden Delicious, Morgenduft Maturazione: - epoca: metà o fine settembre (8 giorni dopo Golden Delicious) - uniformità: raccolta in un unico stacco - cascola in pre-raccolta: presente Frutto: - forma: appiattita, globosa - peduncolo: molto corto e spesso - colore epidermide: verde-giallo con eventuale faccetta rosa sulla parte soleggiata; lenticelle grandi e rugginose - sovracolore: assente - tipo di sovracolore: assente - rugginosità: caratteristica tipica di questa varietà; in molti casi ricopre quasi totalmente il frutto - polpa: giallastra e mediamente succosa - sapore: molto dolce e poco acidulo - serbevolezza: buona - note: problemi con butteratura amara, sensibile alla ticchiolatura ed oidio. Tessitura fine tendente alla farinosità Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta: peso medio (g) 277 % di estensione del sopraccolore 0 zuccheri espressi in gradi Brix 16.5 acidità (g/I di acido malico) 3.4 Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 4.2 Giudizio complessivo: varietà sempre più diffusa in Valtellina per le sue caratteristiche produttive e la richiesta sul mercato. Viene utilizzata in impianti 4.00x0.50 con portinnesti M9 che consentono di avere piante molto vicine e sviluppate in altezza con una migliore facilità durante il dirado a mano e la raccolta. E’ molto sensibile alla manipolazione, alla butteratura amara, alla ticchiolatura e tende alla farinosità. Sul territorio valtellinese presenta la caratteristica faccetta rosata che ne aumenta la qualità complessiva. 2.2.8 MODI’ Modi’ Civg 198: Deriva da un'incrocio tra Gala e Liberty ottenuta nell'ambito dei programmi di miglioramento genetico del Consorzio Italiano Vivaisti (CIV). E’ stata presentata domanda di brevetto n°2005/0312. - Albero: vigore: intermedia portamento: espanso messa a frutto: rapida produttività: elevata e costante fioritura: precoce. principali impollinatori: Gala Maturazione: - epoca: intermedia - uniformità: media necessita di un paio di stacchi. Il periodo per la raccolta è stretto - cascola in pre-raccolta: presente - Frutto: forma: tronco conico oblunga o ovoidale, omogenea peduncolo: di lunghezza e spessore medi colore epidermide: verde-gialla sovracolore: rosso vinoso talvolta molto scuro tipo di sovraccolore: uniforme rugginosità: diffusa prevalentemente nella zona peduncolare ma anche diffusa sul frutto polpa: grossolana, abbastanza croccante e succosa, molto consistente. sapore: buono, dolce, acidulo, abbastanza aromatico serbevolezza: molto buona Parametri qualitativi e di maturazione medi alla raccolta: peso medio (g) 207 % di estensione del sopraccolore 95 zuccheri espressi in gradi Brix 13.4 acidità (g/I di acido malico) 3.3 Durezza al penetrometro puntale 11 mm (kg/cm2) 9.5 Giudizio complessivo: E' una nuova varietà che presenta norme molto precise di coltivazione e di commercializzazione. Varietà resistente alla ticchiolatura e in genere piuttosto rustica che matura una settimana prima di Golden Delicious. Presenta una pianta di vigore contenuto, di facile gestione. La produttività è elevata e costante; presenta una certa cascola in pre-raccolta. La conservabilità è molto buona. Il frutto è molto sodo, di buon sapore, dolce e poco acido. Presente solo da pochi anni sul suolo valtellinese grazie all’intraprendenza di alcuni frutticoltori e della cooperativa che possiede un proprio campo coperto da moderne reti antigrandine. E’ una mela che garantisce un’ottima produzione con notevoli guadagni ma richiede anche particolari spese per la sua gestione (obbligo di reti anti-grandine per evitare di avere un prodotto poco pagato sul mercato). 2.3 IMPOLLINATORI, PORTINNESTI E SESTI D’IMPIANTO DELLE CULTIVAR 2.3.1 IMPOLLINATORI In Valtellina l’impollinazione, in frutticoltura, è sempre stata effettuata affiancando campi piantati con diverse cultivar o addirittura creando impianti costituiti da file di differenti varietà. Ben diffusi sono gli impianti coltivati metà a Golden Delicious e metà a Red Delicious; sono inoltre presenti campi completamente coltivati ad una varietà dotati di piante della propria varietà impollinatrice disposte qua e là lungo i filari. Come già detto in precedenza, infatti, le piante di Granny Smith (cultivar impollinatrice della quasi totalità delle varietà) venivano e vengono tutt’ora posizionate all’interno dei filari per garantire un’ottima impollinazione. In tempi più recenti, comunque, si sta diffondendo anche in Valtellina l’utilizzo di cultivar di meli da fiore da utilizzare come impollinatori inserendoli nei nuovi sesti d’impianto. Nei moderni campi di Golden B, Jeromine, Red Chief, Fuji e Modì infatti, vengono introdotte le piante di Evereste e Golden Gem che garantiscono un potere di impollinazione superiore rispetto alla semplice cultivar da frutto. L’intero processo di impollinazione, comunque, non sarebbe possibile senza la presenza delle api; queste vengono garantite dai numerosi apicoltori che, in Valtellina, sfruttano la fioritura del melo per rinforzare gli alveari uscenti dall’invernamento e garantir loro un’ottima disponibilità di alimento in modo tale da preparare gli sciami alle seguenti e più importanti fioriture (Acacia, Castagno, Rododendro). Dal servizio impollinazione, quindi, ne traggono giovamento sia i soci della Cooperativa sia gli apicoltori; per questo i contatti fra l’APAS e Melavì sono molto frequenti e permettono di garantire ogni anno un apporto di alveari sufficiente a sostenere l’impollinazione di tutto il territorio coltivato a melo. Di seguito è riportata la tabella degli impollinatori di ciascuna cultivar utilizzati da Melavì, sia con Cv da frutto sia con Cv da fiore. CULTIVAR Cv DA FRUTTO GOLDEN DELICIOUS Red Delicious Granny Smith RED DELICIOUS GALA FUJI MORGENDUFT MODI’ CIV G 198 RENETTA DEL CANADA GRANNY SMITH Gala Granny Smith Fuji Red Delicious Fuji Granny Smith Red Delicious Golden Delicious Granny Smith Gala Red Delicious Gold Rush Gala Idared Jonathan Golden Delicious Red Delicious Gala Morgenduft Golden Delicious Fuji Gala Cv DA FIORE 1/3 Evereste 1/3 Prof.Sprenger 1/3 Golden Gem 1/3 Evereste 1/4 Crimson Gold 1/3 Golden Gem 1/3 Evereste 1/3 Prof.Sprenger 1/3 Golden Gem 1/3 Evereste 1/3 Prof.Sprenger 1/3 Golden Gem 2/3 Evereste 1/3 Golden Gem 2/3 Evereste 1/3 Golden Gem Non utilizzati Non utilizzati 2.3.2 PORTINNESTI Nella progettazione di un meleto, per ottimizzare l’equilibrio vegeto-produttivo, è di fondamentale importanza la valutazione delle caratteristiche del terreno (tessitura, fertilità, coltura precedentemente ospitata, disponibilità irrigua), la vigoria e le caratteristiche della varietà che si vuole coltivare. Quest’ultimo aspetto dipende essenzialmente da un unico fattore: il portainnesto. Di questo ne esistono una grande quantità ma la scelta varia in base alle condizioni in cui si troverà il nuovo impianto e dipende inoltre dalla cultivar considerata. I frutticoltori valtellinesi utilizzavano, in passato, cultivar innestate su Franco, M7 e M27, portinnesti ormai superati; essi non si preoccupavano più di tanto di questo aspetto concentrandosi, invece, più attentamente, alle altre fasi di produzione come trattamenti, diradi e raccolta. Le piante erano vigorose e molto alte (venivano utilizzate scale lunghe addirittura 5-6 metri per cogliere i frutti alla sommità della pianta) mentre i frutti risultavano piccoli, con colorazioni non uniformi e regolari e con caratteristiche organolettiche scarse. Con lo sviluppo della cooperativa e la sempre più incalzante presenza di tecnici preparati e intraprendenti, nel corso degli ultimi decenni i nuovi impianti di melo valtellinesi sono stati creati con cultivar innestate su precisi ed efficienti portinnesti dotati di caratteristiche atte a migliorare la qualità del prodotto e a facilitare le tecniche di lavorazione dei soci. Attualmente vengono scelte varietà innestate solo su M9, MM106, M26, P1 e P2. Questi permettono di avere piante piuttosto piccole ma cariche di frutti di ottima qualità. Il portainnesto più utilizzato nell’allestimento dei nuovi impianti in Valtellina è M9, di cui esistono alcune selezioni clonali diverse per vigoria e capacità pollonifera. Il clone finora maggiormente impiegato è il T337, di origine olandese. Fra gli altri disponibili, finora poco utilizzati, ci sono: • Pajam 1 (Lancep), con vigoria simile a T337 • Pajam 2 (Cepiland), EMLA e KL29 (Ni 29) di vigoria leggermente superiore. I cloni Kl29 e Pajam 2 presentano numerosi abbozzi radicali e una buona attività pollonifera, caratteristiche interessanti per la produzione in vivaio. In certe situazioni viene utilizzato anche M26, purchè il portainnesto sia liscio e senza abbozzi radicali per avere una maggiore omogeneità di sviluppo delle piante. I cloni dei gruppi Gala e Fuji sono caratterizzati da elevato vigore e richiedono la combinazione con il clone di M9 più debole a disposizione: il T 337. Golden Delicious, di vigore intermedio, si adatta bene sia a M9 vigoroso, sia al più debole in funzione del grado di fertilità del terreno. Il mutante di riferimento nella tipologia “standard” delle Red Delicious è Jeromine il quale necessita di una buona spinta vegetativa per migliorare la pezzatura dei frutti e garantire un buon equilibrio vegeto-produttivo. Per questa varietà si utilizzano M9 vigorosi: EMLA o Pajam ® 2 Cepiland. Più complicato è invece il discorso per le Red Delicious “spur”. L’elevata sensibilità a Phytophthora spp. limita l’impiego del tradizionale MM106 esclusivamente nei terreni poco soggetti a questo patogeno. Molti frutteti sono stati creati con M9 ma i frutti presentavano un’eccessiva pezzatura mentre la pianta un insufficiente rinnovo vegetativo. Diffusi sono infatti i terreni con piante “spur” molto piccole e dotate di frutti di enorme ed eccessiva pezzatura, risultato, forse, di un’eccessiva rapidità ed ingenuità nell’utilizzo di questo connubio. Il clone M26, a riguardo ,si comporta meglio e non è pollonifero, ma è soggetto a emissione di abbozzi radicali e in generale a elevata difformità del materiale con significative differenze di vigoria e sviluppo delle singole piante che pregiudicano l’omogeneità vegeto-produttiva del meleto. VIGORIA DEI PORTINNESTI UTILIZZATI Portinnesto Vigoria rispetto a M9 Cultivar + MM106 Red Delicious (spur) (terreni di media fertilità) M26 Red Spur, Morgenduft M9:clone EMLA, clone KL29 (Ni 29), clone Pajam 2 Gala, Golden Delicious (terreni poco fertili) M9: clone T337, clone Pajam 1 Gala, Golden Delicious, Fuji, Red Delicious, Renetta Canada _ MIGLIOR COMBINAZIONE D’INNESTO Gruppo varietale Portinnesto Gala Fuji Golden Delicious Terreni vergini/dopo actinidia: M9 T337 Reimpianto: M9 EMLA Terreni fertili: M9 T337 Terreni fertile: M26 NAK-T Terreni sciolti, non soggetti a Phytophthora spp.: MM 106 M9 EMLA M9 EMLA o M26 NAK-T M9 EMLA M9 EMLA Red Delicious (spur) Red Delicious (standard) Morgenduft Dallago Renetta del Canada Granny Smith 2.3.3 SESTI D’IMPIANTO I sesti d’impianto presenti sul territorio coltivato dai soci di Melavì sono di differenti caratteristiche. Infatti sono ancora presenti numerosi campi ormai “vecchi” e scomodi nella lavorazione a differenza di altri, creati nell’ultimo decennio, di ottima fattura e mirati a sostenere al meglio le esigenze sia della pianta sia del coltivatore. Sono sesti con piante molto vicine fra loro ed interfile strette che consentono il passaggio di nuovi trattori specifici per la frutticoltura e carri-ponte da raccolta moderni. Il 95% del territorio è accessibile con mezzi agricoli mentre solo il 5%, principalmente ubicato in cima ai conoidi, presenta delle difficoltà nella lavorazione che spingono i coltivatori ad utilizzare ancora strumenti a mano sia durante i trattamenti fitosanitari (lance a mano) sia durante la raccolta (scale). I tecnici stanno comunque spingendo i soci della cooperativa ad una sempre più adeguata organizzazione dei campi creando dei veri e propri modelli di perfetta coltivazione. La gestione del frutteto, infatti, richiede interventi sempre più specializzati rispetto al passato, e tutte le operazioni colturali devono essere effettuate tempestivamente e con consapevolezza da parte del frutticoltore. Questi aspetti sono variabili per le cultivar trattate e di conseguenza il coltivatore deve prendere coscienza che ogni varietà va gestita in modo specifico, sia per l’adattabilità ambientale, che per le cure in fase di allevamento e produzione. Per questo motivo il punto di partenza in frutticoltura, ovvero la creazione di un impianto, risulta essere un passo fondamentale ed importantissimo per la conseguente produzione frutticola. Di seguito sono perciò riportate le caratteristiche ottimali dei sesti d’impianto relativi a ciascuna cultivar che, ovviamente, richiede differenti modalità di coltivazione. RED DELICIOUS (STANDARD e “SPUR”) Alle Red Delicious Spur vanno destinati i terreni più caldi e fertili, dove la crescita vegetativa risulta sufficiente a garantire una produzione quantitativamente e qualitativamente adeguata, impiegando portinnesti deboli come M9 ed M26. Le distanze d’impianto e la scelta del clone sono legate all’ambiente in cui viene realizzato il frutteto e nel caso delle spur, dipendono anche dal portinnesto impiegato. • Red Delicious Spur: - M9 (3,00 x 0,50) m - M26 (3,00 x 0,70) m • Red Delicious Standard: - (3,30 x 0,90) m • Early Red One (Erovan) su M9: - fondovalle (3,30 x 0,80) m - zone più elevate (3,30 x 0,70) m GOLDEN DELICIOUS Si adatta bene sia ad ambienti di fondovalle che di collina dove riesce ad esprimere le migliori caratteristiche organolettiche ed estetiche. Vanno evitati gli areali che predispongono alla comparsa di rugginosità sui frutti (zone fredde e umide). Le distanze di impianto sono le seguenti: • • fondovalle (3,30 x 0,90 - 1,00) m zone più elevate (3,30 x 0,80 – 0,90) m GALA Gala è una varietà estiva che presenta una certa resistenza ai freddi primaverili permettendone quindi l’impianto anche in zone meno adatte ad altre varietà come Golden e Red Delicious. Presenta produzioni costanti se diradata in modo ottimale e si adatta sia alle zone di fondovalle che di collina fino ai 500-600 m s.l.m.. Alle altimetrie più elevate lo sviluppo vegetativo delle piante è minore e questa caratteristica incide sulla produttività degli impianti, in quanto la pezzatura dei frutti ne viene negativamente condizionata. Per ottenere pezzature sufficienti alle quote più elevate si deve ridurre la carica delle piante in maniera molto accentuata. Sesti d’impianto migliori per questa varietà: • • fondovalle (3,30 x 0,80-0,90) m zone più elevate (3,20-3,30 x 0,70-0,80) m FUJI Fuji si adatta bene sia alle zone del fondovalle, che di collina; vanno evitati terreni molto fertili che conferiscono una spinta vegetativa eccessiva in particolare nelle annate di scarsa produzione. Anche i terreni più freddi e le esposizioni più sfavorevoli vanno destinati preferibilmente ad altre varietà, in quanto Fuji presenta una modesta resistenza ai freddi invernali e primaverili. Sesti d’impianto: • • fondovalle (3,30 x 0,90 – 1,00) m zone più elevate (3,30 x 0,80 – 0,90) m MORGENDUFT Resiste molto bene alle gelate primaverili e presenta una fioritura abbastanza tardiva; aspetti che la rendono adatta a zone fredde e umide, che mal si prestano alla coltivazione di altre cultivar, sia in collina che in fondovalle. Il portinnesto tradizionalmente più adatto ma sono disponibili da qualche anno piante innestate su M9, che nei primi anni producono frutti con pezzature elevate poco apprezzate commercialmente. Sesti d’impianti consigliati: • • portainnesto M26 (3,50 X 1,20) m portainnesto M9 (3,30 x 0,8-1,0) m RENETTA DEL CANADA Per ottenere frutti con spiccata tipicità vengono preferiti terreni leggeri o di medio impasto situati ad un’altitudine compresa fra i 400 e i 700 m s.l.m. evitando le esposizioni a nord. Nelle zone meno vocate la mela non assume la caratteristica rugginosità superficiale della buccia chiamata “grana”. La produttività degli impianti è normalmente inferiore a quella di Golden perché, essendo una varietà triploide, presenta in certe annate maggior difficoltà nell’allegagione e manifesta anche una certa sensibilità alle gelate primaverili. Sesti consigliati: • (3,30 x 0,80) m GRANNY SMITH Granny Smith si adatta bene ai terreni pesanti e di medio impasto di fondovalle ed, avendo una certa resistenza al freddo, è possibile piantarla anche in zone soggette alle gelate primaverili. Non è indicata per i terreni troppo sciolti. Sesti d’impianti preferibili: • (3,30 x 0,90 - 1,0) m Va comunque ricordato che in Valtellina non esistono veri e propri campi coltivati con questa varietà la quale viene coltivata esclusivamente per il consumo personale e l’impollinazione. MODI’ Nuova varietà resistente alla ticchiolatura. Viene coltivata sul fondovalle dalla cooperativa e in zone più elevate dai soci. In entrambi i casi ha presentato ottime colorazioni e caratteristiche organolettiche eccezionali. Necessita di reti antigrandine per la sua elevata sensibilità alle avversità atmosferiche. I sesti d’impianto utilizzati in Valtellina sono: • (3.00 x 0.5-0.8) m 2.4 MATURAZIONE DELLE VARIETA’ TRATTATE: DESCRIZIONE E DISCUSSIONE SUI DATI RACCOLTI IN LABORATORIO E SUL CAMPO NELL’ANNATA 2012 La fase più delicata nel lavoro di un tecnico in frutticoltura, insieme alla stima ed alla stesura di un buon piano di difesa fitosanitaria, è sicuramente la valutazione della maturazione del frutto, operazione che viene svolta grazie all’utilizzo di particolari e moderni strumenti i cui risultati devono essere però valutati in relazione a ciascuna cultivar. Di conseguenza il raggiungimento di standard qualitativi adeguati e la buona conservazione dei frutti dipendono strettamente dal corretto momento di raccolta; questo “momento”, in Melavì, viene valutato considerando i test di maturazione relativi a tutti e 3 i comparti, definendo per ciascuno di essi le date di inizio e fine raccolta. Più che di un “momento”, però, si tratta di una finestra, che può essere più o meno ampia a seconda delle varietà e dell’andamento stagionale. Per stabilirla si utilizzano indici oggettivi, basati sui parametri che variano con l’approssimarsi della maturazione e che siano costanti negli anni. Il residuo secco refrattometrico (gradi Brix), ad esempio, cresce fino ad un massimo, che però varia da un anno all’altro, in funzione della tecnica colturale e dell’età della pianta. Esso è un buon indice di qualità, ma piuttosto approssimativo per la predizione della raccolta. In passato veniva utilizzato solo questo parametro per definire il corretto momento della raccolta ma ovviamente venivano esclusi tutti gli altri indici che si possono valutare e ottenere grazie a tecniche di laboratorio. Per questo, in Melavì, l’indice del grado zuccherino viene utilizzato solamente per le misurazioni sul campo, effettuate con rifrattometro, che necessitano quindi di una certa rapidità a discapito della precisione dei dati. Queste misurazioni sono antecedenti a quelle in laboratorio e servono essenzialmente al controllo della maturazione e alla definizione del giusto momento per la raccolta dei campioni da analizzare in seguito. Gli indici più affidabili sono la degradazione dell’amido contenuto nella polpa e la durezza. Il primo viene effettuato anche sul campo grazie all’utilizzo del Lugol (soluzione acquosa iodo-iodurata di colore marrone chiaro e inodore) che viene vaporizzato sulle sezioni dei vari campioni in modo da definire, dopo circa 5 minuti e grazie all’utilizzo di apposite tavole, il corretto valore di degradazione. A questi indici si affianca inoltre l’acidità totale, il cui valore scende progressivamente con l’approssimarsi della maturazione. Di conseguenza, a causa della necessità di avere dati sempre più specifici e dettagliati, Melavì si è dotata da qualche anno di uno strumento utile ed indispensabile per la corretta definizione della maturazione in frutticoltura: la Pimprenelle. Questa permette di ottenere numerosi dati relativi a ciascun frutto relativi a differenti parametri quali: durezza, acidità, grado zuccherino, peso medio e indice thiault (combinazione del tenore di zucchero e acidità). I campioni vengono “caricati” su di un piatto rotante che consente alla macchina di intervenire su ciascun frutto misurandone prima la durezza ed in seguito acidità e grado zuccherino. I dati di ciascuna mela vengono poi raccolti in un apposito computer per poi essere stampati e valutati. L’unico difetto di questa eccezionale macchina è sicuramente l’incapacità di definire la degradazione dell’amido, operazione che può essere effettuata comunque con una particolare tecnica. Infatti fra la misurazione della durezza della polpa, che avviene esternamente alla macchina, e la misurazione di zuccheri e acidità, che invece avviene all’interno, esiste un intervallo di tempo, circa 5-8 secondi, in cui la mela rimane al di sopra del piattello principale prima di cadere all’interno. In questo momento è perciò possibile ricavare dal campione una fetta, solitamente la parte centrale del frutto, che sarà poi analizzata con la soluzione di Lugol mentre le restanti due parti cadranno all’interno della macchina per essere analizzate. Questo ingegnoso stratagemma consente, quindi, di ottenere una serie di dati completi su ciascun frutto in modo da determinare ancora più correttamente il grado di maturazione. L’utilizzo di Pimprenelle, in Melavì, viene effettuato principalmente durante i mesi di agosto e settembre con più di una misurazione su ciascun campione. Ogni tecnico, infatti, raccoglie 12 mele campione per ogni terreno che viene valutato, mele che devono essere al centro della pianta, non troppo esposte nè troppo all’interno, con una giusta colorazione ed una grandezza il più omogenea possibile. Vengono perciò scelti circa 20 soci Melavì per ogni comparto e per ognuno di questi si va a valutare il grado di maturazione. Le 12 mele vengono posizionate sulla Pimprenelle, vengono raccolti i dati e si procede poi alla valutazione dell’amido. In seguito si considerano i 10 campioni più omogenei andando quindi ad eliminare il più acerbo ed il più maturo. A questo punto si creano semplicemente dei valori medi per ogni indice che definiscono le caratteristiche delle mele di ciascun socio analizzato. Alcuni indici possono poi essere combinati tra di loro per ottenere indici composti. Tra questi i più importanti sono: • • • • rapporto RSR/acidità indice di Streif (durezza/RSR x amido) indice di Jager [(durezza x 11 - amido)/RSR] indice di Thiault (zuccheri + acidità x 100) Gli indici utilizzati dai tecnici di Melavì sono principalmente Thiault e Streif. Il primo viene calcolato direttamente dalla Pimprenelle mentre il secondo è utilizzato solo da un paio d’anni su suggerimento dei tecnici dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige. Questo, in particolare, è stato interpretato in 2 modi differenti; inizialmente si è basata l’intera analisi su un valore indicativo e noto per questo indice ovvero 0,09 per Golden Delicious e 0,17 per Red Delicious. In seguito però, grazie all’importante presenza del tecnico IASMA dott.Nardin, il valore indicativo utilizzato è stato variato leggermente. I consigli dell’esperto dottore hanno permesso infatti di valutare un range di valori che considera la lieve ma seppur importante maturazione dei frutti durante la raccolta. Le prime mele raccolte saranno infatti meno mature rispetto alle ultime per cui è necessario stabilire una fascia di valori entro cui l’indice di Streif sia accettabile. Per Golden Delicious si ha un intervallo compreso fra 0,10 e 0,05 (inizio-fine raccolta) mentre per Red Delicious si ha 0,16 e 0,07 (inizio-fine raccolta). Ovviamente 0,10 per Golden e 0,16 per Red Delicious rappresentano i livelli ottimali di maturazione per cominciare la raccolta; frutti che presentano un grado di maturazione molto più basso, e quindi con indice di Streif vicino al valore minimo, saranno da raccogliere immediatamente in quanto già in completa maturazione. INDICE DI STREIF: • • GOLDEN DELICIOUS 0,09 RED DELICIOUS 0,17 INDICE DI STREIF (DOTT. NARDIN) • • GOLDEN DELICIOUS (0,10-0,05) RED DELICIOUS (0,16-0,07) Per le varietà Red Delicious e Golden Delicious sono stati effettuati almeno 2 test di maturazione con Pimprenelle oltre a quelli effettuati sul campo. Le altre varietà, invece, sono state valutate in maniera differente. La maturazione di Gala, Morgen e Fuji è stata misurata inizialmente sul campo e in seguito, solo per Gala, anche con Pimprenelle. Renetta del canada e Granny Smith, invece, non sono state analizzate in quanto, a causa della forte grandinata, il prodotto era ormai tutto compromesso e destinato all’industria. La varietà Modì, dotata di apposite reti antigrandine, è stata analizzata solamente con Pimprenelle assieme a Golden e Red. Questo sistema di analisi permette di monitorare in modo costante l’andamento della maturazione in modo da non “perdere” il momento esatto per lo stacco del frutto. Di seguito sono riportati alcuni dei numerosi dati raccolti durante la campagna 2012; sono essenzialmente i più significativi ed i più interessanti che permettono di definire correttamente il lavoro effettuato durante questa fase delicata. Sono divisi in 2 gruppi in relazione a quelli raccolti sul campo con il solo rifrattometro e quelli provenienti dalle analisi di laboratorio. Questi ultimi sono integrati inoltre dalle foto che mostrano i test con la soluzione di Lugol effettuati sempre in laboratorio. Inoltre la presenza di più dati in periodi differenti, ricavati su campioni derivanti dagli stessi terreni, permette di osservare il progresso della maturazione nel tempo e perciò la velocità di maturazione dei frutti. Per Golden e Red Delicious vengono quindi riportati i dati esatti derivanti dalle analisi con Pimprenelle. Sono presenti la provenienza, la data dell’analisi, la durezza, gli zuccheri, l’amido, il peso medio e per alcuni anche indice Thiault e indice di Streif. 2.4.1 ANALISI CON PIMPRENELLE DI GOLDEN E RED DELICIOUS GOLDEN DELICIOUS COOPER ATIVA SOCIO LOCALITA' VARIETA' COPV F.LLI FRANCHET TI PARIROLO GOLDEN COPV AZ. COOP PIATEDA GOLDEN PESO INDICE AMIDO MEDIO DI (gr) STREIF DATA ZUCCHE RI DUREZZ A 28-ago 10,9 7,9 1,8 194 0,201 158 04-set 10,7 7,6 2 202 0,178 148 THIAULT 10-set 12,3 7,1 2 257 0,144 161 28-ago 10,4 6,4 1,8 188 0,171 150 04-set 11,2 7 1,8 204 0,174 154 10-set 11,5 7 1,9 227 0,160 156 28-ago 10,6 7,4 2,3 193 0,152 152 04-set 10,6 7,3 2 195 0,172 143 10-set 11,5 6,9 2,2 248 0,136 151 COPV ZECCA CORRADO COPV ANDREOSS I PORCINA 09-ago 8,8 8,7 169 142 COPV AZ.COOP FIORENZA GOLDEN 09-ago 10 7,8 182 153 COPV AZ.COOP MURANICI GOLDEN 09-ago 9,7 7,7 177 151 TEGIACCHE GOLDEN 09-ago 10,1 7,7 208 163 RAULE' GOLDEN 09-ago 8 7,9 158 135 ORGNONI DARIO S. MARTINO GOLDEN 04-set 11,9 7,5 2 0,158 10-set 12,2 6,8 1,7 0,164 SOBRINI ADRIANO BOALZO 04-set 11,6 7,2 1,8 0,172 10-set 12,4 7,2 2 0,145 MORELLI EUGENIO PIANI VILLA 04-set 12,5 7,6 1,8 0,169 10-set 12,6 7,1 1,7 0,166 28-ago 10,4 8 1 192 0,385 153 60 s.pietro SERNIO 04-set 10,9 7,6 1,6 219 0,218 154 10-set 11,3 7,2 1,8 228 0,177 160 04-set 10,6 7,3 2,1 195 0,164 147 10-set 11,3 7,6 2,1 205 0,160 155 04-set 10,3 7,3 1,7 216 0,208 147 10-set 10,9 7 2,2 224 0,146 153 04-set 10,9 7,2 1,5 197 0,220 155 10-set 11,8 7,3 1,7 196 0,182 168 04-set 10,2 7,2 1,5 207 0,235 140 10-set 10,9 7,2 2 225 0,165 149 COPV COPV FVT FVT FVT COAV COAV COAV COAV COAV AZ.COOP PASINI ANDREA TRESIVIO GOLDEN GOLDEN GOLDEN GOLDEN GOLDEN 673 san gottardo SERNIO 673 cimitero SERNIO GOLDEN buè SERNIO GOLDEN 670 681 panoramica LOVERO GOLDEN GOLDEN Osservando attentamente i dati relativi alla maturazione delle Golden Delicious si possono notare numerosi aspetti interessanti. Innanzitutto si può notare la variazione delle analisi effettuate a distanza di 6 giorni l’una; gli zuccheri aumentano progressivamente come anche il livello di degradazione dell’amido mentre la durezza diminuisce leggermente. Il peso del frutto aumenta considerevolmente grazie alla crescita della pezzatura del frutto. Si può inoltre notare come l’indice di Thiault si alzi ad ogni analisi, in quanto l’acidità del frutto (non indicata e non considerata dai tecnici) si abbassa notevolmente ma contemporaneamente all’aumento degli zuccheri e di conseguenza la sommatoria aumenta leggermente. Questo indice viene poco impiegato dai tecnici in quanto molto variabile da frutto a frutto; nella tabella si nota infatti la discontinuità dei valori. Considerando, invece, l’indice di Streif si può notare come tutti i valori siano ormai prossimi allo 0,10, indice di completa maturazione del prodotto entro una settimana circa per tutte e 3 le cooperative. Il valore, infatti, diminuisce progressivamente ogni 6 giorni come è ben visibile dalle analisi per cui, basandosi sulle indicazioni del dott. Nardin, la raccolta può essere cominciata nella settimana seguente l’ultima analisi in quanto ormai il frutto avrà raggiunto il valore ottimale, considerando la fascia indicata (0,10-0,05). Questa valutazione deve considerare comunque anche il livello di degradazione dell’amido. Come si può infatti notare, il valore medio di tutti i campioni è circa 2 (durante le analisi si è utilizzata una scala da 1 a 5 per cui il valore 2 corrisponde a 4 nella tavola di Planton), un valore abbastanza basso che indica la presenza nel frutto di una considerevole quantità di amido. Per cui l’epoca di raccolta dovrà essere ulteriormente posticipata, in modo da garantire una corretta degradazione di questa sostanza che, nella Golden, dovrebbe assumere valori prossimi al 3,5-4. Anche per gli zuccheri vale lo stesso discorso; la Golden Delicious necessita, a completa maturazione, di un valore pari a 14,5 gradi Brix e, osservando i dati, si nota come la media sia intorno agli 11 gradi Brix, molto basso rispetto al valore ottimale. Questo permette quindi di prevedere una raccolta non prima di 2 settimane in modo da garantire la massima qualità del frutto. La valutazione della maturazione deve essere perciò eseguita osservando la totalità degli indici utilizzati, in quanto osservandone solo uno di questi si potrebbe sbagliare completamente il momento della raccolta. Dalla tabella si evince inoltre un altro dato interessante. Se si osservano, infatti, gli indici di maturazione di FVT si può notare come questi siano notevolmente superiori e migliori delle altre 2 cooperative. Avendo analizzato campioni totalmente omogenei tra loro (utilizzando mele più mature rispetto ad altre si falserebbe la valutazione) questo aspetto indica probabilmente la presenza di condizioni ambientali migliori sul territorio di tale cooperativa che favoriscono lo sviluppo della Golden Delicious. Per COPV, inoltre, sono stati effettuati test anticipati sulla Golden Delicious, esattamente il 9 Agosto, quindi 2 mesi circa prima della raccolta. Come si può notare i valori indicanti le caratteristiche del frutto indicano ancora frutti acerbi, poco dolci e con polpa molto dura. Tali misurazioni sono state effettuate principalmente per osservare la maturazione del prodotto grandinato, che richiede valutazioni differenti da quello di qualità. RED DELICIOUS EROVAN socio localita' varieta' 743 dosso TIRANO erovan 2010 550 PASINI ANDREA F.LLI FRANCHETTI panoramica COLOGNA EROVAN MURO EROVAN PARIROLO Erovan 2010 BORSERIO EDOARDO CAMPAGNA EROVAN POLINELLI FABRIZIO BOLAZO EROVAN data peso indice di streif zuccheri durezza amido medio thiault NOTE durezza/(amido*2)*IR (gr) 28-ago 9,6 8,3 1 205 0,432 04-set 9,4 7,7 1,2 218 0,341 10-set 10,2 7,7 1,5 04-set 8,9 7,3 1,2 215 0,342 105 10-set 9,3 6,9 1,6 219 0,232 109 28-ago 7,7 7,5 1,7 162 0,286 89 04-set 8,2 7,3 1,8 187 0,247 92 10-set 8,5 7,2 2 206 0,212 96 28-ago 9,2 7,6 1,5 204 0,275 111 04-set 8,1 7,1 2 204 0,219 113 10-set 10,6 6,7 2 249 0,158 121 04-set 8,2 7,3 1,3 0,342 10-set 8,8 7,3 1,5 0,277 04-set 8,2 7,3 1,7 0,262 10-set 9,6 6,6 1,5 0,229 COAV 0,252 COAV COPV COPV FVT FVT Per quanto riguarda le analisi su Red Delicious bisogna inizialmente operare la divisione per cloni. La tabella precedente raccoglie i dati analizzati su campioni Erovan. Come per Golden Delicious sono stati analizzati a distanza di 6 giorni e le valutazioni sono numerose. Inizialmente gli zuccheri risultano essere ancora bassi rispetto al livello ottimale per questo varietà (11-12 gradi Brix) ma sono comunque prossimi ad esso. Questo permette di prevedere un’imminente raccolta, antecedente rispetto a Golden Delicious. I valori di durezza della polpa (6,6-7,5) sono accettabili cosa che non accade invece considerando la degradazione dell’amido. Essa, infatti, dovrebbe essere superiore a 2 e i dati non confermano tale condizione. Siamo quindi in presenza di frutti di giusta consistenza ma ancora poco dolci e ricchi di amido. Se si osserva invece l’indice di Streif, che per Red Delicious deve essere all’interno della fascia 0,16-0,07 si nota come la quasi totalità dei campioni sia molto lontana dal valore minimo di raccolta. Solo un campione di COPV, evidenziato in giallo, presenta un valore accettabile ma, considerando il livello dei restanti, si può valutare come un’analisi errata, quasi sicuramente su frutti raccolti nella maniera sbagliata dal tecnico. Altro dato interessante è il grado di maturazione dei 2 campioni appartenenti ad impianti recenti, in particolare del 2010. Questi campioni mostrano un maggiore livello di maturazione derivante principalmente dalla giovane età delle piante e dalla conseguente presenza di una minore quantità di frutti, più grossi e dolci. La maturazione risulta essere inoltre omogenea per tutte e 3 le cooperative senza sostanziali differenze. L’indice Thiault, infine, presente solo in alcuni campioni, risulta anche in questo caso in aumento da un’analisi all’altra, segno di una costante e regolare maturazione del frutto. RED DELICIOUS RED CHIEF socio localita' varieta' ANGELA COLOGNA 550 RED CHIEF MADONNA DI TIRANO 545 SERTORI GIUSEPPE RED CHIEF CASTELLANICO ROGGERI AUGUSTA COLDANE TOGNOLI AMEDEO PIANO VILLA POLETTI RIZ DAVIDE S. MARTINO RED CHIEF data zuccheri durezza amido peso medio (gr) indice di streif durezza/(amido*2)*IR thiault 28ago 8,4 8,4 1,3 192 0,385 100 04-set 9,2 8 1,7 220 0,256 106 10-set 28ago 10 8,1 1,8 228 0,225 117 9 8,6 1 204 0,478 110 04-set 8,4 8 1,2 217 0,397 102 10-set 28ago 9 7,6 1,6 7,3 7,6 1,7 207 0,306 90 04-set 8,1 7,1 2 200 0,219 91 10-set 7,6 7,5 2 232 0,247 86 note 0,264 RED CHIEF 04-set 9,5 7,9 1,7 241 0,245 112 10-set 11,3 7,8 1,8 291 0,170 127 RED CHIEF 04-set 9 7,5 1,5 0,278 10-set 10,4 7,1 1,7 0,201 RED CHIEF 04-set 8,2 7,5 1,5 0,305 10-set 8,9 7,5 1,8 0,234 Per quanto riguarda il clone Red Chief si può notare come i valori di maturazione siano in linea con quelli di Erovan, senza sostanziali differenze fra i 2 cloni (Red Chief, solitamente, colora prima delle varietà standard, ma matura 6-7 giorni più tardi). Inoltre, come in precedenza, tutti i campioni delle 3 cooperative sono molto simili, indice di una condizione climatica omogenea su tutto il territorio valtellinese. Il livello di zuccheri risulta scarso per tutti i campioni a parte quello appartenente COPV (Roggeri Augusta); esso presenta una quantità di zuccheri accettabile, una corretta compattezza della polpa ma uno scarso valore in amido. L’indice di Streif risulta al limite ed indica il raggiungimento della maturazione ideale in pochi giorni. I restanti campioni sono molto simili e necessitano perciò di 1-2 settimane di maturazione. Da notare sicuramente l’elevata ed omogenea pezzatura dei frutti. Red Chief, infatti, presenta frutti con un peso medio all’incirca di 222g mentre i campioni presenti superano di gran lunga tale valore, indice di frutti molto grossi. GALA E MODI’ socio localita' varieta' data zuccheri durezza amido peso medio (gr) thiault 9/08/2012 10.8 8.5 3.5 202 127 note ZECCA CORRADO CASA GALA COPV MURANICI GALA 9/08/2012 10 8 3 197 124 sotto rete COPV MURANICI GALA 9/08/2012 10.3 8.3 3 188 123 fuori rete DELLA PATRONA RICCARDO RAULE' GALA 9/08/2012 9.3 7.9 2 250 121 FANCHI FABIO POIANO GALA 9/08/2012 9.4 8.6 1.5 178 119 COPV MURANICI MODI' 10/09/2012 12 8.2 2.5 224 166 sotto rete SERTORI GIUSEPPE CASTELLANICO MODI' 04/09/2012 10.9 9 2.3 211 153 fuori rete Le analisi effettuate su Gala e Modi’ permettono di trarre numerosi considerazioni su queste 2 differenti varietà. Partendo da Gala le analisi sono state fatte lo stesso giorno e circa 10 giorni prima della raccolta. I dati mostrano frutti di notevole pezzatura considerando che il valore medio di Gala si aggira intorno a 170g di peso. Al contrario gli zuccheri sono molto bassi e indicano frutti poco dolci nella totalità dei casi. Allo stesso modo il livello di degradazione dell’amido è molto basso considerando che dovremmo avere valori intorno al 6-7 ad eccezione dei primi 3 campioni. La durezza mostra invece frutti di buona consistenza e ormai pronti per la raccolta. L’indice Thiault risulta essere omogeneo per tutti i campioni ma un dato interessante è sicuramente quello relativo ai 2 campioni provenienti dalla stessa zona: Muranici. Essi sono stati selezionati da campi adiacenti ma uno di questi è ricoperto da reti antigrandine. Considerando anche la forte grandinata del 2012 non sono visibili sostanziali differenze fra i 2 campioni, anzi, essi sembrano essere completamente uguali per tutti gli indici di maturazione utilizzati. Questo discorso non vale però per l’altra varietà considerata: Modì. Infatti i campioni sono stati prelevati da frutteti distanti poche centinaia di metri con uno solo di essi ricoperto da reti antigrandine. Come si può notare, in quest’ultimo, la maturazione risulta essere molto avanzata e dipende probabilmente dalla maggiore forza delle piante che non hanno subito stress da grandine. Durezza e amido sembrano essere in linea fra loro ma se consideriamo gli zuccheri i campioni non grandinati risultano essere molto più dolci e appetibili. Entrambi presentano comunque una pezzatura superiore al valore medio della varietà. Con i dati provenienti dalle analisi con Pimprenelle si evince perciò un’ottima e costante maturazione dei frutti. Essi presentano quasi tutti un’ottima consistenza della polpa e quantità in zuccheri prossime ai valori ottimali. Saranno quindi frutti molto croccanti e dolci ma soprattutto di elevata pezzatura. Questo è infatti il dato più interessante e risulta essere lo stesso per tutti i campioni. La campagna 2012, infatti, pur presentando una grande quantità di prodotto ormai compresso dalla grandine è stata caratterizzata da un’elevata pezzatura dei frutti, derivante dall’ottimo lavoro di tecnici e coltivatori. Altro aspetto interessante è sicuramente l’utilizzo dell’indice di Streif, un valore molto importante per identificare l’esatto momento della raccolta, rendendo i tecnici sempre più efficienti durante questa fase delicata. E’ stato inoltre possibile notare la quasi completa omogeneità di maturazione delle cultivar su tutto il territorio, ad eccezione della Golden Delicious, molto più adatta alla zona del tiranese. Questo, probabilmente, deriva dalla conformazione della valle; infatti Ponte in Valtellina e Tovo S.Agata si trovano in prossimità di due valli molto lunghe, la Val Fontana e la Val Poschiavo. Queste valli si collegano direttamente al territorio svizzero creando dei veri e propri corridoi per il passaggio delle perturbazioni fra le Alpi Retiche. Questo porta ad un elevato rischio di forti precipitazioni di carattere temporalesco, interessando proprio entrambi i conoidi e rovinando le coltivazioni presenti. Anche l’aria fredda uscente dalle valli stesse porta ad avere reazioni differenti delle piante e dei frutti coltivati La zona di Bianzone e Villa di Tirano, invece, risulta essere più coperta e sicura da questi stress atmosferici e probabilmente rappresenta un territorio molto più adatto per la coltivazione di cultivar molto sensibili come appunto la Golden Delicious. 2.4.2 TEST DI MATURAZIONE EFFETTUATI SUL CAMPO SULLE PRINCIPALI CULTIVAR RED DELICIOUS GOLDEN E RENETTA DEL CANADA Data Nominativo Socio Località appezzamento Zona Varietà mele Età impianto Stadio dell'amido Contenuto in zuccheri Note 22ago12 Andreossi Diego Arbost 2 Er M9 4 1,5 9,3 grandinato 22ago12 Roggeri Augusta Tasera 2 Jer M9 3 1,5 9,0 grandinato 22ago12 Morellini Maurizio Arbost 2 Er M9 4 1,5 10,0 grandinato 22ago12 Cavazzi Graziella Boida 2 RCh M26 12 1,5 8,5 grandinato 22ago12 Zecca Corrado Tresivio 2 Er M9 2 1,7 11,2 grandinato 22ago12 Flli. Franchetti Parirolo 2 Er M9 2 1,0 9,5 grandinato 22ago12 Maffina Gisella Agneda 2 Er M26 8 1,7 8,6 grandinato 22ago12 Pasini Andrea Raulè 2 Er M9 2 1,3 10,4 grandinato 22ago12 Pusterla Stefano Tegiacche 2 Er M9 3 1,7 9,5 grandinato 22ago12 Pusterla Stefano Tegiacche 2 Golden 3 2,0 12,0 grandinato 22ago12 Zecca Corrado Tresivio 2 Golden 2 1,0 11,9 grandinato 22ago12 Roggeri Augusta Tasera 2 Golden 3 2,0 12,0 grandinato 22ago12 Flli. Franchetti Parirolo 2 Renetta 1 1,0 10,9 grandinato 22ago12 Zecca Corrado Tresivio 2 Renetta 2 1,0 12,5 grandinato 22ago12 Zecca Corrado Tresivio 2 Renetta 2 1,0 12,5 grandinato I dati raccolti sul campo sono molto più generici e meno precisi rispetto a quelli di laboratorio. Essi sono comunque molto più facili e veloci da ottenere e permettono, inoltre, di rapportare immediatamente il livello di maturazione ottenuto con le condizioni e le caratteristiche dell’impianto. L’analisi sul campo si riduce semplicemente al livello di degradazione dell’amido, che si effettua con Lugol, e gradi Brix di ciascun frutto tramite l’utilizzo di rifrattometro. A differenza della Pimprenelle sul campo, per velocizzare l’analisi, si utilizzano solamente 5-6 frutti campione, colti dalla parte mediana della pianta, non troppo all’interno e neppure troppo esposti; si cercano perciò i frutti con caratteristiche medie fra quelli presenti nell’impianto. Se l’impianto ha una superficie inferiore ad 1 ha si stabiliscono 3 punti di prelievo su piante omogenee; in caso contrario, saranno necessari 5 punti di prelievo da segnare ed utilizzare nuovamente nell’analisi seguente per avere dati sempre più precisi e dettagliati. Inizialmente si taglia una fetta lungo l’asse equatoriale del frutto, che sarà utilizzata per il test con il Lugol. Successivamente si procede alla lettura della degradazione dell’amido con la tavola di Planton (scala 1 a 10). Le due parti restanti vengono spremute e una goccia del succo viene utilizzata per il test con rifrattometro, che indica il grado zuccherino del campione. L’unica accortezza è una corretta pulizia del rifrattometro ad ogni analisi, per evitare sgradevoli contaminazioni fra i vari succhi. In seguito si registrano i dati e le caratteristiche dell’impianto analizzato. Dai dati presenti sulla tabella si possono trarre numerosi considerazioni. Partendo da Red Delicious si nota come la degradazione dell’amido sia omogenea per tutti i campioni, sia Red Chief sia Erovan, con un valore medio di circa 1,5. Anche il contenuto in zuccheri è omogeneo e abbastanza elevato, ma ancora lontano dal livello ottimale di maturazione. Solo uno di essi supera il limite minimo per Red Delicious ma probabilmente deriva da campioni troppo esposti e di conseguenza molto più ricchi di zucchero. Importante considerazione riguarda i campioni derivanti da impianti molto vecchi e rispettivamente un Red Chief di 12 anni e un Erovan di 8. Di questi si nota sicuramente la lenta maturazione e i livelli molto bassi di zuccheri e amido, segno di piante ormai vecchie o gestite nella maniera sbagliata dal coltivatore. I frutti sono infatti molto ricchi di amido e poveri di zuccheri, valori totalmente opposti da quelli necessari per un prodotto di qualità. Per quanto riguarda Golden Delicious si può notare una perfetta omogeneità fra i dati, sia per gli zuccheri sia per l’amido. Anche l’età dell’impianto è la stessa ma, a parte questi aspetti, si può affermare tranquillamente una situazione ancora lontana da quella ottimale, con frutti ancora ricchi in amido (livello per Golden 6-7) e poco dolci. Considerando però l’epoca del test si può comunque accettare tale condizione, proprio perché la raccolta è ancora molto lontana. I frutti sono comunque potenzialmente ottimi e di buona qualità con l’unico difetto dei danni da grandine. Renetta del Canada presenta invece campioni molto ricchi di amido, quindi lontani dai valori di riferimento, ma sicuramente molto dolci, con picchi di 12,5 gradi Brix. Questo porta a considerare una raccolta molto vicina ed un frutto di ottima qualità. FUJI E MORGENDUFT Data Nominativo Socio Località appezzamento Zona Varietà mele Età impianto Stadio dell'amido Contenuto in zuccheri Note 27-set-12 Az. Cooperativa Gianasso 2 Fuji 3A 3,0 14,0 piantine 27-set-12 Az. Cooperativa Gianasso 2 Fuji >10 4,0 13,0 piante adulte lato ovest (verdi) 27-set-12 Fiori Carla Fiorenza 2 Fuji >10 3,0 13,0 27-set-12 Zecca Corrado Tresivio 2 Fuji 7A 3,0 15,2 piante adulte 27-set-12 Zecca Corrado Tresivio 2 Fuji 2A 3,5 15,0 piantine 27-set-12 Az. Cooperativa Muranici 1 Fuji 6A 2,8 15,3 verdi 27-set-12 Balgera Gluigi Tasera 2 Fuji 9A 3,0 14,0 verdi 27-set-12 Belottini Silvano Girole 1 Morgen >10 2,2 11,9 rosse 27-set-12 Mingardi Walter Coldane 1 Morgen 3A 3,0 13,7 semi/rosse L’epoca delle analisi su Fuji e Morgenduft risulta essere a fine settembre, quindi circa 10 giorni prima della raccolta. I dati, di conseguenza, raccontano di una condizione ottimale e prossima ai livelli di riferimento. I campioni di Fuji, infatti, presentano gradi zuccherini molto elevati e i livelli di amido sono potenzialmente molto buoni. I valori dell’amido sono comunque poco indicativi nella cultivar Fuji la quale reagisce al Lugol in maniera differente rispetto a tutte le altre cultivar. Fuji presenta quindi frutti molto dolci e ormai pronti per la raccolta, con un unico difetto: il colore. L’annata 2012, infatti, è stata caratterizzata per Fuji da frutti di ottime caratteristiche organolettiche ma dotati di poca colorazione, quindi tendenti al verde. Anche Morgenduft presenta livelli ottimali di maturazione, soprattutto per quanto riguarda gli zuccheri, e permette quindi di prevedere l’imminente raccolta. Inoltre, a differenza di Fuji, la colorazione risulta ottimale e a livelli qualitativi molto alti. GALA Data Nominativo Socio Località appezzamento Zona Varietà mele Età impianto Stadio dell'amido Contenuto in zuccheri Note 03-ago12 az. Cooperativa Muranici 1 Gala >10 1,3 10,3 sotto rete AG 03-ago12 az. Cooperativa Muranici 1 Gala >10 1,8 10,3 fuori rete AG 03-ago12 Della Patrona Riccardo Raulè 2 Gala >3 1,5 9,9 grandinato 03-ago12 Fanchi Fabio Poiano 2 Gala >10 1,0 9,6 grandinato 03-ago12 Zecca Corrado dv casa 2 Gala >10 2,0 11,6 grandinato 03-ago12 Polinelli Diego S. Martino Gala 1,8 10,8 no grandine 03-ago12 Merlo Cesare Villa Centro Gala 1,3 11,4 no grandine 03-ago12 Poletti Riz Bianzone Gala 1,0 9,3 no grandine 10-ago12 Roggeri Augusta Coldane 1 Gala 2A 3,5 12,6 cl. Schniga 10-ago12 Roggeri Augusta Coldane 1 Gala 3A 2,5 11,9 cl. Schniga 10-ago12 Roggeri Augusta Coldane 1 Gala 2A 3,0 10,9 cl. Schniga 13-ago12 F.lli Franchetti S. Marta 1 Gala 6A 2,0 11,7 13-ago12 F.lli Franchetti Parirolo 2 Gala 4A 2,5 11,6 Per quanto riguarda Gala, le considerazioni sono anche in questo caso numerose. Innanzitutto i test sul campo sono stati effettuati in 3 periodi differenti e anche sul territorio di FVT. Questo ci permette quindi di valutare le differenze fra i vari periodi e fra zone differenti. I campioni analizzati il 3 Agosto presentano un contenuto in zuccheri non ancora ai livelli di riferimento, cosa che accade sia nei campioni del 10 Agosto sia in quelli del 13. In una settimana circa, quindi, i frutti sono maturati in modo corretto ed uniforme e sono perciò pronti allo stacco. Anche i valori dell’amido aumentano notevolmente e indicano quindi frutti sempre più poveri di tale sostanza. Altro aspetto interessante, già rilevato con Pimprenelle, è l’assenza di differenze di maturazione fra campioni provenienti dallo stesso luogo ma coltivati in maniera differente (uno di essi è coperto da reti antigrandine). Come si può notare la maturazione è praticamente identica. Anche nel confronto fra zone differenti e molto distanti, cioè quelle di FVT, non sono visibili sostanziali differenze. La cultivar Gala coltivata nel tiranese, non soggetta a grandine, presenta la stessa maturazione di quelle di Ponte e Tresivio, indice di una cultivar che non soffre particolarmente le condizioni atmosferiche. Gala non è sensibile neppure al progressivo invecchiamento come invece avviene per Red Delicious. Come si può notare, infatti, impianti decennali, dotati di cloni vecchi come Mondial e Royal Gala, presentano livelli di maturazione in linea con gli impianti più giovani i quali sono invece coltivati con nuove varietà e piante più efficienti. Questa considerazione non vale per il clone Gala Schniga. Come si può notare, infatti, esso presenta un livello di maturazione notevole, a differenza dei campioni analizzati addirittura 3 giorni dopo. Questo porta a considerare la Schniga come un ottima varietà per il territorio valtellinese con frutti molto dolci e di qualità, sicuramente superiori a tutti gli altri cloni, sia vecchi sia nuovi. 2.5 INDICI DI RACCOLTA UTILIZZATI PER LE ANALISI Il raggiungimento di standard qualitativi adeguati e la buona conservazione dei frutti dipendono, come già dimostrato in precedenza, dal corretto momento di raccolta. Più che di un “momento”, si tratta di una finestra, che può essere più o meno ampia a seconda delle varietà e dell’andamento stagionale. Per stabilirla si utilizzano indici oggettivi, basati sui parametri che variano con l’approssimarsi della maturazione. Il residuo secco refrattometrico (RSR), ad esempio, cresce fino ad un massimo, che però varia da un anno all’altro, in relazione alle tecniche colturali adottate o alle condizioni atmosferiche. E’ quindi un buon indice di qualità, ma piuttosto approssimativo per la predizione della raccolta, non più ormai sufficiente per le odierne esigenze. Gli indici più utilizzati, assieme al residuo secco in zuccheri, sono la degradazione dell’amido contenuto nella polpa e la durezza. A questi si affianca l’acidità totale, il cui valore scende progressivamente con l’approssimarsi della maturazione. Nelle varietà a bassa acidità, come ad esempio Fuji, ma anche Gala, è importante che l’acidità non scenda sotto i valori ottimali, anche se gli altri parametri non rientrassero ancora nella finestra di maturazione, pena lo scadimento qualitativo. Questo valore non è stato però considerato durante i test di maturazione effettuati in Melavì in quanto troppo variabile da frutto a frutto (indice di Thiault). Il test di Lugol, che misura la degradazione dell’amido, è affidabile nella maggior parte delle varietà ad eccezione di Fuji. Infatti l’amido contenuto nella polpa delle mele è costituito da due frazioni: amilosio e amilopectina e solo il primo reagisce in modo efficace con la soluzione di ioduro di potassio. Considerando il clone Fuji, in fase avanzata di maturazione, la frazione preponderante è l’amilopectina, che non viene perciò “intercettata” dalla soluzione di Lugol. Per questo il test dell’amido su Fuji è approssimativo e va integrato con gli altri parametri di raccolta. Di notevole importanza, negli ultimi anni, è stato l’indice di Streif che associa tutti i principali indici di maturazione come zuccheri, amido e durezza; questo valore fornisce una valutazione molto precisa della maturazione del frutto proprio perché considera la maggior parte dei dati rilevabili su di esso. Di recente e probabile futuro utilizzo risulta comunque essere un indice di maturazione che permette di evitare la distruzione dei frutti campione: il DA, Indice di Differenza di Assorbanza, già in prova da qualche anno alla Fondazione Fojanini di Sondrio. Messo a punto dall’Università di Bologna, misura la differenza di assorbanza alle lunghezze d’onda dei picchi (nel campo del Vis-NIRs – infrarosso vicino) della molecola della clorofilla, quantificandone il contenuto nell’epicarpo (meno clorofilla c’è, più basso è il valore). La scala di misura è compresa tra valori di 1 a 0.2 - 0 per frutti sovra maturi. Il DA-meter è uno strumento portatile che consente di misurare rapidamente un numero elevato di frutti (50 – 100 frutti/campione) senza bisogno di distruggerli, come invece accade per l’amido e gli altri parametri convenzionali. E’ possibile eseguire i rilievi direttamente in pianta e ottenere la media del campione nell’appezzamento. ! " " ## $ %&'( ) * + " % ,* . 0 / 1 "2 1 "1/ ! " 3 ! " 0./. ! " + ! " 4 # 5 6 1 1 . 1/ . . . 0. %)./ * 7 ) 8 + '1 9 $%$&& ' ( ! " ! " ! " ! " I valori riportati in tabella sono quelli presenti nel libro di Kurt Werth “Colore e Qualità delle mele in Alto Adige”. Essi sono stati utilizzati durante la campagna 2012 come principali indici di maturazione ma sono comunque valori indicativi. Gli indici di maturazione, infatti, variano da zona a zona, dalla pianura alla montagna, e di conseguenza bisogna valutare molto attentamente quali indici soddisfano le esigenze del territorio. I valori di degradazione dell’amido, invece, vengono stabiliti tramite l’utilizzo di apposite tavole, in particolare, nel caso di Melavì, è stata utilizzata la tavola di Planton con scala da 1 a 5, di seguito integrata con quella da 1 a 10. Bisogna comunque distinguere 2 tipi principali di mela in relazione alla degradazione dell’amido: il tipo circolare, tipico di Granny Smith, Gala, Red Delidious e Renetta del Canada ed il tipo radiale tipico di Golden Delicious e Fuji. Nel primo caso abbiamo una degradazione che aumenta in modo circolare ed uniforme partendo dal centro del frutto e raggiunge valori ottimali intorno a 8-9; nel secondo caso la degradazione è a forma di stella, parte sempre dal centro e come nel caso precedente raggiunge un valore accettabile a 8-9. Di seguito sono riportate entrambe le tavole di degradazione utilizzate durante i test. I valori vengono spesso dimezzati in quanto la scala precedentemente utilizzata dai tecnici, quindi facilmente paragonabile ai valori degli anni precedenti, presentava un intervallo da 1 a 5. TAVOLA DI DEGRADAZIONE DELL’AMIDO DELLE MELE DI TIPO CIRCOLARE TAVOLA DI DEGRADAZIONE DELL’AMIDO DELLE MELE DI TIPO RADIALE 2.6 MODALITA’ DI CONSERVAZIONE DELLA MELA DI VALTELLINA Il mercato delle mele è caratterizzato da un’eccedenza di produzione determinata dalle elevate rese ad ettaro determinando, perciò, la necessità dello stoccaggio di una grande quantità di prodotto. In questa situazione la conservazione refrigerata ed in atmosfera controllata (AC) diventa un mezzo indispensabile per diluire nel tempo l’offerta di mele ai consumatori. Le moderne tecniche di conservazione permettono di avere, anche fuori stagione, una mela con caratteristiche organolettiche e nutrizionali ottimali. Infatti, dopo la raccolta, il frutto continua a maturare, a vivere; respira consumando ossigeno, consuma gli zuccheri accumulati durante l’accrescimento e produce calore ed anidride carbonica, andando così incontro ad un naturale processo di deperimento. Questo determina sicuramente una diminuzione della qualità del frutto e del suo valore, con variazioni di consistenza, sapore, colore, profumo e acidità. Questo processo di senescenza può essere facilmente ed efficacemente rallentato mantenendo la frutta a temperature prossime agli 0°C e modificando artificialmente le caratteristiche fisicochimiche dell’ambiente di conservazione (temperatura,umidità, ossigeno, anidride carbonica). Il parametro fondamentale nella conservazione delle mele è sicuramente la temperatura in quanto essa agisce direttamente sull’intensità respiratoria del frutto. Durante il processo di raffreddamento, che avviene direttamente in cella, è di grande importanza anche la ventilazione, che assolve a 2 scopi fondamentali, ovvero mantenere l’uniformità di calore e distribuire l’umidità relativa in modo uniforme. La tecnica di conservazione attualmente utilizzata è quella dell’AC-ULO (ultra low oxigen), che si ottiene con celle frigorifere a basso contenuto in ossigeno (1-1,4%). Il settore della conservazione si è comunque evoluto nel tempo, rispondendo ad esigenze sempre più varie e complesse in relazione alla coltivazione di nuove cultivar ed alla necessità di tempi di conservazione sempre più lunghi. Le prime celle utilizzate erano semplicemente dei grandi “frigor”, che permettevano di mantenere il frutto per qualche mese. Ovviamente lo stoccaggio di quantità sempre maggiori di prodotto ha portato a sviluppare tecniche sempre più moderne, che influenzano non solo la temperatura del frutto ma anche tutte le sue caratteristiche organolettiche; tutt’oggi esistono 3 diverse tipologie di atmosfera controllata: AC tradizionale: 3-4% ossigeno, 3-5% anidride carbonica AC tipo LO(low oxigen): 2-2,5% ossigeno, 1-3% anidride carbonica AC tipo ULO (ultra low oxigen): 0,9-1,3% ossigeno, 0,2% anidride carbonica L’atmosfera controllata viene creata in apposite celle frigorifere con pareti impermeabili e dotate di porte che escludono qualsiasi possibilità di contatto con l’aria esterna. La perfetta tenuta ai gas è la condizione fondamentale per avere un’atmosfera controllata efficiente e duratura. Tale cella presenta una capacità di 250-500 tonnellate di mele, le quali proseguono il loro lento metabolismo, consumando ossigeno e producendo calore , anidride carbonica, etilene e vapore acqueo. La Cooperativa Ortofrutticola di Ponte in Valtellina è dotata di 31 celle ad Atmosfera Controllata (100.000 Q.li) e di 8 celle frigorifere normali (20.000 Q.li) per la conservazione delle mele. Anche il tempo necessario al raggiungimento dell’atmosfera controllata determina le caratteristiche finali del prodotto; per questo le celle vengono riempite rapidamente in maniera omogenea, eliminando velocemente l’ossigeno in eccesso. Questa operazione viene effettuata con apposite apparecchiature che immettono azoto prodotto da un generatore, mentre la depurazione dell’anidride carbonica viene fatta con un apposito assorbitore. Inoltre i valori di ossigeno e anidride carbonica vengono controllati periodicamente tramite appositi e moderni strumenti elettronici. E’ inoltre nota l’influenza negativa dell’etilene prodotto dalle mele durante il proseguimento della maturazione; è stato infatti evidenziato che un mantenimento di tale sostanza a concentrazioni minime permette di ottenere frutti qualitativamente migliori. Tale processo può essere effettuato depurando la cella mediante un convertitore catalitico o un assorbente chimico. Si è comunque dimostrato che l’AC di tipo ULO permette di ottenere frutti con uno standard qualitativo molto più elevato rispetto a quelli conservati con la semplice AC o quella di tipo LO. L’adozione dell’ULO permette, infatti, di mantenere le caratteristiche di colore, durezza, succosità e acidità per più tempo ed è un metodo di conservazione ideale per prodotti di elevata qualità. Si è inoltre dimostrato che le mele di montagna a raccolta tardiva, avendo un processo di senescenza più lento, presentano una migliore attitudine alla conservazione. In Melavì, inoltre, si effettua un trattamento antiriscaldo con prodotti a base di difenilammina (DPA) solo per le cultivar particolarmente sensibili (Red Delicious, Granny Smith, Morgenduft) e sulle partite destinate a lunga conservazione. Le mele trattate con DPA non possono essere commercializzate prima di 60 giorni dalla data del trattamento. In alternativa è consentito un trattamento con 1 MCP (1-metilciclopropene) contro il riscaldo e le malattie da conservazione mentre è assolutamente vietato l’uso di fungicidi post-raccolta. PRINCIPIO ATTIVO DOSE TEMPO CARENZA r.m.a. ppm TIABENDAZOLO 0,05% 30 5 1-MCP 620 ppb - 0,01 DIFENILAMMINA 0,07% 30 5 PATOGENI CULTIVAR E MALATTIE Gloeosporium varie a. Riscaldo varie superficiale Riscaldo Golden superficiale Delicious DIFENILAMMINA 0,15% 30 5 DIFENILAMMINA 0,20% 30 5 PYRIMETHANIL 0,05% 0 5 Riscaldo superficiale Riscaldo superficiale Botrytis, Penicillium Fuji Red Delicious, Granny Smith, Morgenduft varie Ciascuna cultivar, inoltre, necessita di diversi parametri di conservazione in relazione alle proprie caratteristiche di senescenza. Gala si conserva per pochi mesi mentre Golden Delicious arriva addirittura a 8-9 mesi. La temperatura è per lo più omogenea per tutte le cultivar mentre il livello di ossigeno e anidride carbonica è variabile. La tabella seguente descrive in maniera dettagliata l’AC ottimale di ciascuna cultivar. CULTIVAR GALA RED DELICIOUS GOLDEN DELICIOUS GRANNY SMITH FUJI MORGENDUFT TEMPERATURA O2 (%) (°C) 0-0,5 1-1,5 0-1 1-2 CO2 (%) 2 1,4-3 CONSERVAZIONE (mesi) 5-6 7-9 0,5-1 1-3 2-3 7-9 0-0,5 1-3 1,3-2 7-9 0-1 0-1 1,5-3 2-3 1,3-2 2 7-8 7-8 CAPITOLO 3 LA MATURAZIONE E LA GRANDINE 3.1 EFFETTI DELLA GRANDINE DEL 2012 SULLA MATURAZIONE DELLE CULTIVAR Le Mele della Valtellina hanno registrato nel 2012 un importante calo di produzione (-11,43%) determinato da una grandinata che nel mese di luglio ha devastato gran parte dei frutti coltivati nell’area di Ponte in Valtellina. La produzione di Mela di Valtellina IGP, la quota di frutti che hanno le caratteristiche adeguate all’ottenimento della certificazione, si è attestata a circa 11.000 tonnellate, contro le quasi 25.000 del totale conferito. La grandinata di luglio 2012 ha determinato un aumento fisiologico dei frutti destinati all’industria, infatti si registrano oltre 6.000 tonnellate destinate a questo mercato, in netto aumento con la tendenza degli anni passati. Le tipologie di frutti maggiormente coltivate si confermano ancora le Golden Delicious con circa 9.800 tonnellate, seguite dalle Red Delicious (circa 6.400 tonnellate) e le Gala (circa 1.500 tonnellate). Di seguito è rappresentata descritta l’intera produzione 2012 (al 22/11/2012) con una particolare attenzione riguardo la percentuale di frutti destinati all’industria. O.P. Melavì Mele Golden Delicious Mele Red Delicious Mele Gala Mele Fuji Mele Morgen Mele Granny Smith Mele Renetta Mele Braeburn Mele Pinova Mele Modì Mele Varie (Stayman) Mele Cripps Pink Mele Ticchiolat ura resistenti Villa di Tirano Tovo S.Agata Acquisti 9.813.757 52,80 % 1.108.560 33,93% 3.322.327 58,66% 5.382.870 55,76 % 1.379.668 6.444.834 34,68 % 1.698.825 51,99% 1.301.740 22,98% 3.444.269 35,68 % 1.229.710 1.584.886 8,53% 247.415 7,57% 633.719 11,19% 703.752 7,29% 652.165 356.779 1,92% 94.080 2,88% 187.655 3,31% 75.044 0,78% 155.388 239.963 1,29% 78.095 2,39% 154.200 2,72% 7.668 0,08% 218.650 24.249 0,13% 4.740 0,15% 19.411 0,34% 98 0,00% 218.336 21.493 0,12% 10.305 0,32% 1.014 0,02% 10.174 0,11% 8.946 0,05% 0,00% 6.660 0,12% 2.286 0,02% 902 0,00% 0,00% 0,00% 902 0,01% 50.067 0,27% 14.350 0,44% 0,15% 27.224 0,28% 305 0,00% 305 0,01% 34.448 0,19% 9.435 0,29% 4.500 0,02% 1.220 0,04% Totale mele commerc iabili 18.585.12 9 Pro quota 100,00% Mele Industria 6.357.489 totale Ponte in Valtellina 24.942.61 7 100,00% 100,00 3.267.330 100,00% % 17,58% 25,49 % 5.414.669 8.493 30,87 % 16,37 % 3,90 % 5,49 % 5,48 % 0,00 % 3,27 % 0,00 % 0,00 % 11.193.425 49,60 % 7.674.544 34,00 % 2.237.051 9,91% 512.167 2,27% 458.613 2,03% 242.585 1,07% 21.493 0,10% 139.140 0,62% 902 0,00% 50.067 0,22% 0,00% 0,00% 0,00 % 305 0,00% 25.013 0,44% 0,00% 0,00 % 34.448 0,15% 3.280 0,06% 0,00% 0,00 % 4.500 0,02% 5.663.512 100,00 % 30,47% 62,37% 130.194 34,63 % Totale 626.166 9.654.287 100,0 0% 3.984.111 100,0 0% 22.569.240 100,0 0% 3,18% 22.248 100,0 0% 6.379.737 100,0 0% 51,95% 9,96% 316.654 8.681.999 6.289.677 9.970.941 34,81% 25,22% 39,98% 4.006.359 28.948.976 Come si può notare la quantità di mele destinate all’industria, nel comparto di Ponte in Valtellina, ha raggiunto livelli elevatissimi, superiori a quelli delle mele commerciabili. In particolare si è registrata una percentuale di prodotto compromesso pari al 62,37%. Inoltre le mele grandinate, appartenenti a tutte le varietà, non erano semplicemente intaccate dalla grandine ma completamente distrutte, come, del resto, le piante. Molti impianti sono stati sradicati e l’intero raccolto perduto; molti altri hanno subito danni fino oltre il 90%. La mappa seguente riporta le percentuali di danno registrato nell’intero comparto di Ponte in Valtellina da parte dei tecnici. Come si può notare dalla forma del conoide, le zone maggiormente interessate da tale avversità atmosferica sono state quelle di fondovalle e la parte centrale, mentre le zone limitrofe, sia a sinistra che a destra (Comuni di Poggiridenti e Castionetto) hanno subito solo una minima parte di danno. I frutti ormai compromessi sono stati destinati all’industria per la trasformazione in succhi e marmellate o altri prodotti secondari. Ovviamente il guadagno è stato molto inferiore rispetto alle aspettative ma bisogna considerare comunque punti di vista differenti. I coltivatori assicurati dai danni da grandine, infatti, hanno paradossalmente guadagnato di più rispetto ad annate ottime in quanto le percentuali di danno sono risultate molto elevate (nel caso di pochi danni l’introito assicurativo è svantaggioso per il coltivatore). Essi, quindi, guadagnano sia sulla produzione di mele “industriali” sia sugli incentivi assicurativi. Questo aspetto riguarda inoltre quei frutticoltori che hanno investito sulla copertura degli impianti con reti antigrandine, cosa che ha permesso loro di avere frutti qualitativamente eccellenti in un’annata negativa, frutti paganti quindi molto di più dalla stessa cooperativa. Il discorso non vale invece per i piccoli frutticoltori che non assicurano i propri terreni e che quindi sono costretti a vendere i propri frutti con introiti molto inferiori rispetto alle aspettative, subendo quindi le conseguenze negative della grandinata. In tutto questo, comunque, l’unico vero “perdente” è la cooperativa, la quale riceve prodotti molto scarsi, inutilizzabili, e vendibili a basso prezzo alle industrie di trasformazione. Inoltre anche il marchio della Mela di Valtellina ne risente, avendo meno quantità di frutti qualitativamente ottimi, e costringe la cooperativa a comprare e rivendere mele provenienti da altre zone come il Trentino Alto Adige, vendibili semplicemente come “Mele di Montagna” senza il proprio marchio Melavì. Dal punto di vista delle valutazioni sulla maturazione dei frutti grandinati, ovviamente, i tecnici devono comportarsi in modo differente rispetto alle consuete abitudini. Inizialmente vanno valutati gli interventi chimici necessari ad evitare marciumi che, con le numerose spaccature dei frutti, si potrebbero presentare in abbondanza. Una volta arginato il pericolo delle patologie conseguenti l’avversità atmosferica si può iniziare a valutare la destinazione del prodotto e in seguito le caratteristiche minime per tale impiego. Avendo perciò definito una destinazione industriale la maturazione dei frutti grandinati richiede il raggiungimento, principalmente, di uno solo dei valori indice della maturazione: il grado zuccherino. Infatti l’industria necessita di frutti semplicemente dolci, senza ulteriori considerazioni riguardo la durezza della polpa, il colore piuttosto che l’acidità. La caratteristica fondamentale è quindi la quantità di zuccheri all’interno dei frutti, legati, ovviamente alla degradazione dell’amido. Per questo motivo i test effettuati su mele grandinate sono stati eseguiti esclusivamente sul campo con rifrattometro e soluzione di Lugol, in modo da determinare la “finestra” di raccolta utile per ottenere un prodotto dolce e povero di amido, seppur completamente rovinato. Ecco quindi che la raccolta del prodotto grandinato è stata valutata in base al raggiungimento del livello minimo di zuccheri per ciascuna varietà, cosa che ha portato addirittura alla raccolta di Golden Delicious e Red Delicious in contemporanea a quella delle Gala (fine agosto). LOCALITA' VARIETA' ETA' AMIDO ZUCCHERI IMPIANTO DATA SOCIO 22ago-12 Pusterla Stefano Tegiacche Golden 3 2,0 12,0 grandinato 22ago-12 Zecca Corrado Tresivio Golden 2 1,0 11,9 grandinato 22ago-12 Zecca Corrado Tresivio Er M9 2 1,7 11,2 grandinato 13F.lli ago-12 Franchetti S. Marta Gala 6A 2,0 11,7 grandinato 13F.lli ago-12 Franchetti Parirolo Gala 4A 2,5 11,6 grandinato 10ago-12 Roggeri Augusta Coldane Gala 2A 3,5 12,6 grandinato 10ago-12 Roggeri Augusta Coldane Gala 3A 2,5 11,9 grandinato 03ago-12 Zecca Corrado dv casa Gala >10 2,0 11,6 grandinato NOTE Osservando i dati della tabella, e secondo le valutazioni precedenti, si può tranquillamente stabilire la raccolta di questi frutti, proprio perché hanno tutti raggiunto i livelli minimi di maturazione dal punto di vista del contenuto in zuccheri. Come si può notare, la varietà Gala, analizzata il 3 Agosto, presentava già quantità minime sufficienti allo stacco come accade ad esempio per le varietà autunnali come Golden e Erovan. Queste ultime sono state analizzate il 22 Agosto, esattamente 2 giorni prima dell’inizio della raccolta, effettuata quindi nel periodo tipico del Gala. Per quanto riguarda, invece, la sensibilità delle varie cultivar rispetto ai danni da grandine sono state osservate alcune differenze. Per quanto riguarda Gala, come già affermato nel capitolo relativo la maturazione, non sono state valutate sostanziali differenze fra i frutti sotto-rete e quelli fuori-rete. Gli indici di maturazione risultano pressoché identici e identificano quindi una cultivar abbastanza resistente e poco sensibile a questa avversità. Lo stesso vale per Red Delicious, la quale, avendo un epidermide molto coriacea, ha subito di meno i danni da grandine rispetto invece alla Golden Delicious, la varietà più rovinata durante il 2012. Essa, infatti, subisce già danni durante le manipolazioni quindi la grandine ne distrugge e ne compromette completamente la forma. Varietà più tardive, invece, come Morgenduft e Fuji, hanno subito meno l’avversità atmosferica in quanto lo sviluppo del frutto, al momento del fatto (11 Luglio), era poco avanzato e perciò l’elevata durezza dei piccoli frutticini ha consentito di contrastare abbastanza bene l’attacco. Ovviamente il danno secondario, sia su queste varietà, sia su tutte le altre, è stato l’enorme caduta dei frutti che erano appena stati diradati, lasciandone molto pochi sulla pianta. I coltivatori più lenti nel dirado o quelli con più terreni, infatti, dopo la grandinata hanno abbandonato completamente la fase del dirado manuale in modo da ottenere, a fine stagione, una maggiore quantità di frutti, anche se di scarsa qualità. Tutto questo ha portato ad avere piante molto scariche, con frutti danneggiati e deformi, senza nessuna possibilità di commercializzazione se non alle industrie di trasformazione. Infine la cultivar Modì, che necessita già di reti antigrandine nella creazione dell’impianto, non ha subito particolari danni in quanto coperta appunto da apposite reti. Frutticoltori che non hanno avuto quest’accortezza si sono invece trovati con un prodotto scadente e completamente invendibile. La grandine, però, non ha solo compromesso la campagna 2012 ma anche quella seguente. Le piante che hanno subito danni sono state, nella maggior parte dei casi, completamente defogliate, creando quindi un indebolimento generale della pianta stessa, con germoglia menti durante il periodo autunnale. Le riserve necessarie per l’alimentazione invernale sono state dimezzate se non addirittura annullate e questo ha portato in molti casi alla morte delle piante stesse e ad un generale ritardo della messa a fiore. Le piante, indebolite, hanno prodotto nel 2013 pochi frutti per lo più di piccola pezzatura, inferiori agli standard di qualità tipici della Mela di Valtellina. Ecco quindi che la grandine rappresenta un vero e proprio ostacolo in frutticoltura, in quanto influenza non solo la stagione presente ma anche quella futura, con notevoli ripercussioni sia sui guadagni (frutti di minore qualità e in minor numero) sia sulle spese (rimessa a nuovo degli impianti abbattuti e trattamenti più intensivi). 3.2 METODI DI DIFESA DALLA GRANDINE Da metà degli anni ’90 si è assistito ad una notevole diffusione delle coperture antigrandine. Tale incremento si spiega sia con l’accresciuta esigenza di ottenere un prodotto con elevati standard qualitativi sia per il riconoscimento dei danni non sempre adeguati all’effettiva perdita commerciale del prodotto ma anche grazie all’estrema semplificazione a cui si è giunti nella costruzione degli impianti rispetto al passato. Ovviamente la spesa per la creazione di un impianto del genere è notevole e può essere sostenuta solamente da quei frutticoltori che possiedono una considerevole quantità di appezzamenti. I guadagni a lungo termine compensano comunque la spesa iniziale in quanto, in annate negative, il coltivatore dotato di reti antigrandine può garantire sul mercato un prodotto qualitativamente migliore rispetto agli altri. Aspetto chiave nella creazione di un impianto antigrandine è sicuramente la grandezza dell’appezzamento che si vuol coprire. Non si può infatti pensare di intervenire su piccoli terreni, con poche piante e disposte in modo errato. La creazione di reti antigrandine parte dalla nascita di un nuovo impianto, con precise misure e disposizioni delle piante e dei pali tendi-rete, considerando inoltre l’altezza massima delle cultivar utilizzate e il loro comportamento nei confronti della luce. Durante l’apertura delle reti, infatti, si crea una vera e propria schermatura nei confronti dei raggi solari, la quale influenza alcune varietà rispetto ad altre. 0 / 1 "1/ 11 11 11 " 0 0 3 0./. 0./. % : / * 1 "1/ 3 5 6 .1; Varie sperimentazioni hanno evidenziato che il colore delle reti ha un’influenza soprattutto nell’ambito del sovra-colore, poco influisce invece sui gradi Brix. Per le specie frutticole non presenti in tabella, invece, si consiglia la rete nera in quanto è quella che presenta una maggiore durata nel tempo e un minor impatto ambientale. Inoltre bisogna valutare la larghezza dell’interfila, per il posizionamento delle reti, e l’altezza delle macchine operatrici in dotazione, per evitare spiacevoli inconvenienti e difficoltà durante le operazioni colturali. . '81 . 1// / 1 . 1/ 9 / ) /) 2 , 2, 2<, 2, 2 , 2 , 2 , 2<, 2 2 2 2 2 , 2 2, 2<, =2, 2 > 2=< 2> 2 2= 2, 2>= 2 2= 2, 2> 2< 2 ? 2=@ 2,@ 2>@ 2<@ 2=< 2,> 2>> 2<, 2@, 2>, 2<= 2@ 2? 2@ 2? 2 . / ) 1A 3 8 =2 ) =2 , =2 # 1 9 /. . : 9 .)1 Melavì non presenta una grande diffusione di tali coperture fra i propri soci; in Valtellina i principali utilizzatori di tale tecnica sono essenzialmente i grossi frutticoltori privati, i quali, non essendo sostenuti da una forte cooperativa, necessitano di un elevato guadagno annuale e di una certa sicurezza a fronte di ingenti spese per la coltivazione. Nel comparto di Ponte in Valtellina solo qualche socio ha deciso di utilizzare le reti antigrandine ma il primo vero esperimento è stato fatto solo pochi anni fa, proprio dalla stessa Cooperativa, con la creazione di un impianto di Modì e Gala coperto da reti antigrandine; esperimento che, nell’annata 2012, ha fruttato guadagni elevati per la qualità dei frutti. Esistono principalmente 2 tipi di sistemi di copertura per contrastare la grandine e sono esposti nella tabella seguente, con difetti e pregi di ciascuno. Gli impianti presenti sul territorio valtellinese sono tutti a capannina semplificata, più complicati, più costosi, ma molto più efficienti. + 00 ) + 5 + $ $ * + " # * ! $,, % % $ 12 22 * // $ $/2 * $& & $ 5 0 $ $ $* * // $ $22$ $ 0 $ $ %3 & $22$ $ 6 0 $ 22 ,2$&& 1 2 $/2 $2 & % 27 * & %3$ 27 0 $ - 2$ $* 2 # & % 2 2 && // *$00 *$%% % .& /$ 0 1 & & & $/ ' % // $ *$ 2 " $%% ( & % 2 2 && // , *$ * 0 & %%3$ %$ $ & 0 ) % & $ &$ $ 2 / $ / $" $0 $ % * 2$ 22 $ ,$ $ $22 $ $, ,$ .2$& 22$% 0 $ $22 $$ $ 2 , * 0 $ $ 2 $ && $ 0 & %%3$ / $ #$%$&& $22 & & 0 $ $/2 $2 & % / 8 // *1 $// *$ 2 $$ $ ) $ ,2 4 * 9& % 2 $% CAPITOLO 4 LA DIFESA FITOSANITARIA 4.1 PROGRAMMA DI ADOTATTO DA MELAVI’ DIFESA FITOSANITARIA L’utilizzo dei composti chimici rappresenta il metodo più efficace per difendere la mela dai parassiti in modo che non compromettano la qualità, intesa come aspetto esterno, conservabilità e concentrazione di zuccheri nonché degradazione dell’amido. Ovviamente l’utilizzo di prodotti chimici in frutticoltura ha destato sempre una certa preoccupazione fra i consumatori portandoli, infatti, negli ultimi anni a scoprire e a preferire prodotti biologici, i quali non presentano nessuna tecnica di difesa chimica e risultano perciò completamente naturali. Questo discorso può essere tranquillamente fatto per aziende piuttosto piccole, che non presentano quantità elevate di prodotti, ma sicuramente non può essere associato ad un’azienda come Melavì, la quale deve ottenere un prodotto il più omogeneo possibile (con l’agricoltura biologica sarebbe impossibile per queste quantità) dal punto di vista della qualità (colore, zuccheri, durezza, grandezza, forma). La legislazione stessa, relativa al consumo della frutta, non consente di abbandonare completamente l’uso degli antiparassitari, necessari per $ difendere il melo dalle numerose patologie. Di conseguenza la difesa chimica risulta necessaria in questo contesto anche se negli ultimi anni sono state messe a punto tecniche di difesa alternative o meglio complementari a quella chimica, per ridurre notevolmente gli interventi con fitofarmaci e la presenza di eventuali residui. La presenza di una legislazione specifica e gli attuali parametri di qualità richiesti dai consumatori hanno perciò spinto i soci della cooperativa, insieme ai tecnici, ad un razionale utilizzo dei prodotti fitosanitari; questo aspetto è stato dimostrato attraverso l’adozione di un protocollo di autoregolamentazione che informi l’opinione pubblica riguardo le tecniche di difesa adottate per la salvaguardia degli equilibri naturali dell’ecosistema e della salute pubblica. Nel 1990, infatti, fu scritto e pubblicato per la prima volta il Regolamento Provinciale di Autodisciplina, che definisce e certifica le tecniche di difesa adottate dai frutticoltori valtellinesi, i quali, perciò, aderiscono ad un programma molto restrittivo rispetto alla legislazione vigente in materia di trattamenti, scelta dei prodotti e periodo di utilizzo. Questo ha portato i coltivatori a compilare annualmente un “quaderno di campagna” dove vengono definiti, in modo dettagliato, i trattamenti effettuati, la quantità utilizzata, il giorno esatto del trattamento, il terreno interessato e le cultivar trattate. I quaderni di campagna vengono redatti dai singoli coltivatori e consegnati al termine della raccolta per essere controllato da organi incaricati che, in questo caso, sono la Regione Lombardia (STAP) e la Fondazione Fojanini di Studi Superiori di Sondrio. Inoltre, i coltivatori aderenti al Regolamento, devono consentire in qualsiasi momento della stagione la visita dei propri frutteti da parte dei tecnici competenti per le eventuali campionature ed analisi di verifica. Secondo il Regolamento di Autodisciplina i prodotti fitosanitari utilizzabili devono avere caratteristiche di efficacia sufficienti ad ottenere la difesa delle produzioni a livelli economicamente accettabili. A tal fine è preferibile l’impiego alternato di sostanze attive a diverso meccanismo di azione per ridurre la possibile insorgenza di fenomeni di resistenza. La protezione delle piante deve essere attuata utilizzando, nella minore quantità possibile, i prodotti fitosanitari scelti fra quelli a minor impatto verso l’uomo, gli animali e l’ambiente. Per questo motivo sono da privilegiare quelle tecniche agronomiche e/o biologiche in grado di garantire il minor impatto ambientale. L’esecuzione di interventi di difesa della coltura è in funzione della stima del rischio di danno, di competenza dei tecnici autorizzati. La stima del rischio può essere effettuata sulla base di osservazioni in campo e sistemi di previsione o di accertamento di infezioni (malattie crittogamiche) o infestazioni (fitofagi dannosi, insetti vettori) che sono potenzialmente dannosi per la coltura. La valutazione del momento ottimale per l’esecuzione dei trattamenti dipende dalla natura e dalle caratteristiche dell’avversità da contrastare. I controlli in campo consentono di verificare la situazione produttiva, qualitativa, la presenza di insetti, acari e crittogame e di stabilire la necessità o meno di specifici interventi fitosanitari. DIFESA DALLE CRITTOGAME La pericolosità di ticchiolatura, oidio, botrite e marciumi obbliga alla messa in atto di valutazioni previsionali mirate e precise. I programmi di difesa per queste patologie sono i seguenti: • valutazioni previsionali, tenuto conto dell’influenza dell’andamento climatico; • accertamento dei sintomi della malattie; • eventuale utilizzo di modelli previsionali. DIFESA DAI FITOFAGI I principali fitofagi del melo sono i seguenti: cocciniglia, psille, afidi, ricamatori, minatori fogliari, maggiolino, carpocapsa, tignola orientale del pesco (Cydia molesta), eriofidi, acari. Per ciascuno di questi il servizio tecnico comunica ai soci i criteri di intervento sulla base delle valutazione effettuate in campo. I tecnici di Melavì predispongono infatti sul territorio apposite trappole a feromoni, controllate settimanalmente ed in modo costante in modo tale da determinare la popolazione del fitofago presente e gli eventuali periodi di sfarfallamento. Nel Regolamento Provinciale di Autodisciplina del 2011 vengono riportate le caratteristiche necessarie per ciascun fitofarmaco utilizzato, che sono le seguenti: • efficacia nei confronti dell’avversità; • selettività per la coltura; • basso rischio tossicologico per l’uomo (tossicità acuta e cronica); • selettività nei confronti degli organismi utili; • persistenza nell’ambiente e sugli organi vegetali; • mobilità nel suolo; • residualità sulla coltura con particolare riferimento alla parte commestibile; • rischi di selezione di ceppi resistenti da parte degli organismi da combattere; • tipo di formulazione; • miscibilità. Nella scelta dei principi attivi sono adottati i seguenti criteri: • • esclusione o forte limitazione dei prodotti tossici (T+), molto tossici (T) e nocivi (Xn), con frasi di rischio relative ad effetti cronici sull’uomo (R40, R48, R60, R61, R62, R63, R68); utilizzo di formulazioni non classificato (Nc), irritante (Xi) e nocivo (Xn) quando della stessa sostanza attiva esistano anche formulazioni di classe tossicologica T o T+ Per quanto riguarda i trattamenti fitosanitari effettuati sulle cultivar di Melavì non esistono sostanziali differenze. Infatti nei trattamenti che vanno da Aprile ad Agosto è consigliabile l’applicazione dei fitofarmaci su tutte le cultivar presenti in modo da ottenere una difesa omogenea e completa di tutto il territorio. Questo consente di evitare sgradevoli inconvenienti derivanti da terreni e cultivar non trattate che diventano possibili focolai di infestazione. Solamente nel periodo tardo-estivo e all’inizio dell’autunno vengono trattate solamente le cultivar a maturazione tardiva come ad esempio le Fuji. Il mantenimento di una difesa efficace, infatti, deve essere fatto su questa cultivar anche durante la raccolta delle altre varietà come Red e Golden Delicious. In molti casi inoltre, considerando che in Valtellina la Red Delicious matura 10 giorni prima circa della Golden Delicious, la possibile presenza di piogge potrebbe compromettere la qualità delle Golden, soprattutto dal punto di vista della ticchiolatura. Ecco quindi che in questo caso il tecnico definisce un trattamento di difesa esclusivo per una singola cultivar, con ovviamente una certa attenzione al prodotto utilizzato che deve possedere un periodo di carenza relativamente basso, in modo da evitare possibili residui chimici sui frutti raccolti in seguito. Questo aspetto deve essere valutato anche nei confronti delle varietà estive come la Gala. In questo caso il tecnico deve far attenzione ai trattamenti da effettuare nel mese di Luglio, in relazione ai periodi di carenza dei fitofarmaci; di conseguenza durante il periodo antecedente alla raccolta di questa varietà le cultivar trattate saranno esclusivamente quelle autunnali. IL PROGETTO ECODIAN Negli ultimi anni i tecnici di melavì hanno sviluppato un programma di difesa incentrato principalmente sull’utilizzo di prodotti di disorientamento e confusione sessuale, utilizzati per la difesa da Cydia e Carpocapsa. Questo progetto mira alla riduzione dell’utilizzo di prodotti chimici contro tali fitofagi e consente, con una distribuzione omogenea di appositi “gancetti”, di controllare molto efficacemente la loro diffusione. Per confusione sessuale e disorientamento si intende: • CONFUSIONE SESSUALE: numero di erogatori ad ettaro relativamente limitato (600-1000); opera una saturazione dell’ambiente di feromone. Si ottiene un mascheramento dei richiami naturali, perchè il maschio presenta un affaticamento sensoriale, che non gli consente di raggiungere le femmine. Con • questa tecnica si utilizzano circa 200 gr di attrattivo a stagione e i migliori risultati si ottengono in appezzamenti di diversi ettari e di forma regolare. DISORIENTAMENTO: prevede l’applicazione di un numero maggiore di erogatori (1200-2000) con carica ridotta, che originano all’interno dell’appezzamento numerose “false tracce”, simili come intensità a quelle femminili. Il meccanismo si basa sul principio che i maschi seguono le tracce di attrattivo rilasciate dagli erogatori anziché seguire le scie del feromone emesse dalle femmine. Buoni risultati anche in appezzamenti di 1-2 ettari. La confusione sessuale è innanzitutto un metodo di controllo "biologico". Consiste nell'impedire l'accoppiamento tra gli insetti e di conseguenza la nascita delle larve, che sono responsabili dei danni alla produzione. Collocando nel frutteto degli specifici diffusori (dispenser) che rilasciano un attrattivo (feromone) simile a quello emesso dalla femmina in natura, si raggiunge lo scopo di "confondere" il maschio, che non riesce più ad individuare la femmina per fecondarla. E’ uno strumento di difesa innovativo e molto interessante e permette di ridurre notevolmente, e in qualche caso di eliminare, l’impiego degli insetticidi nella lotta ai più importanti Lepidotteri del melo. Nei casi di insetti resistenti agli insetticidi, rappresenta uno dei pochi mezzi di difesa utilizzabili ed efficaci. Perché il successo sia pieno, la confusione richiede conoscenze precise e il rispetto accurato delle norme di applicazione. Innanzitutto, ideata negli anni ’60, la confusione sessuale ha avuto una concreta applicazione in Italia solo all’inizio degli anni '80. L’Alto Adige è la zona di maggior diffusione del metodo, con circa i 2/3 della superficie complessiva, seguita dal Trentino ove il metodo è applicato su circa 1.300 ha di meleto. In queste aree sono stati sviluppati specifici progetti, con incentivi economici per i produttori che si sono impegnati. Si tratta di regioni particolarmente attente alla valorizzazione dei prodotti tipici, con una forte vocazione turistica e più in generale, con una particolare attenzione alla qualità dell’ambiente. Le Cooperative della Valtellina hanno concluso nel 2007 un progetto triennale su un’area di circa 70 ettari, con l’obiettivo di stimolare la diffusione del metodo nell’ambito delle strategie di lotta integrata previste dal Regolamento di Autodisciplina Provinciale ed anche in relazione alle nuove problematiche (direttiva CE 91/414, ridotta efficacia di alcuni insetticidi, contenimento dei residui tossici sulle mele, ecc.). Dal 2008 fu sviluppato un nuovo progetto, che prevedeva la compartecipazione finanziaria dei produttori, coprendo una superficie frutticola di circa 140 ha, con un graduale incremento fino a 350 ha previsto nei 2 anni seguenti. La maggiore efficacia si ottiene con superfici omogenee e di una certa ampiezza (oltre i 5 ha). I bordi sono le aree a maggiore rischio di danno, perché la concentrazione del feromone risulta inferiore in seguito alle perdite per spostamenti laterali della sostanza attiva ad opera del vento. In questi punti possono entrare femmine fecondate provenienti da frutteti limitrofi in cui non si adotta la confusione, nei confronti delle quali la confusione non ha più alcun effetto. Il numero di diffusori da applicare dipende dal tipo di erogatore scelto e va comunque adeguato alle dimensioni delle piante. Con i prodotti Shin-Etsu sono necessari, per il controllo della Carpocapsa, 1000 diffusori/ha, mentre per la Cydia ne servono 600/ha. Con questa concentrazione i feromoni coprono un periodo di circa 120 gg. Per contrastare le perdite indicate in precedenza, i bordi del frutteto devono essere maggiormente protetti, aumentando di circa il 10 % il numero dei diffusori. L’installazione corretta è un’operazione molto importante per il successo della difesa, ma poi non si deve pensare che tutto procederà in modo automatico. Sono invece necessari campionamenti periodici ed accurati per rilevare l’eventuale presenza di frutti danneggiati. Negli ultimi anni i tecnici di Melavì si sono invece dotati di un prodotto molto utile e di facile utilizzo: il gancetto Ecodian. Esso è un erogatore di feromone per azzerare o ridurre al minimo gli accoppiamenti di C. pomonella e C. molesta con la tecnica del disorientamento (“distrazione sessuale”); permette perciò di unire entrambi i gancetti precedentemente utilizzati in uno unico, molto più facile da applicare ai rami delle piante. Il diffusore è realizzato con un materiale (bioplastica a base di amido di mais completamente biodegradabile nel terreno) che coniuga l’esigenza di avere una costante erogazione di feromone con quella della eco compatibilità. Le modalità applicative sono le seguenti • Distribuire i diffusori prima dell’inizio dei voli. • Applicare i diffusori sui rami in modo uniforme, se possibile in zone ombreggiate, proteggendo anche aree scoperte. • Con piante alte m 2,5 - 3, appenderli nel 3° superiore, con piante più alte disporli alternati in posizione media/alta. • Applicare i diffusori anche sui primi 2 - 3 filari dei frutteti adiacenti, allargando i bordi anziché rinforzarli. Quanti diffusori applicare: • 2000/ha: in condizioni ottimali, con esclusione dell’allargamento dei bordi. • 2500-3000/ha: con piante alte (3-4 m) e vigorose e/o con elevata pressione del fitofago. Verifiche di efficacia – Trappole : • L’assenza di catture nelle trappole poste nell’appezzamento è una condizione essenziale per garantire l’efficacia del metodo. • La presenza di catture deve essere presa in considerazione per individuare le possibili cause e decidere gli interventi. • E’ consigliabile monitorare i voli dei fitofagi anche negli appezzamenti vicini difesi in modo tradizionale. Verifiche di efficacia-controllo degli attacchi: • Controllare periodicamente i frutti in diverse zone del frutteto e in diverse posizioni sulla pianta, con particolare attenzione al terzo superiore della chioma. • La diffusione e l’entità degli attacchi dovrà far valutare la necessità di interventi specifici. • Il buon esito della difesa con ECODIAN STAR è subordinato all’attenta osservazione sia delle trappole che delle piante nel frutteto. I punti di forza di questo prodotto sono i seguenti: • Erogazione costante nel tempo • Nessun effetto residuale nell’anno seguente • Controlli tempestivi grazie alle trappole spia (Traptest/Pomotrap) • Flessibilità d’impiego • Materiale biodegradabile (Mater-Bi®) • Dimensioni aziendali ridotte e/o in pendenza L’utilizzo di tale prodotto non deve però essere considerato risolutivo e sostitutivo dei trattamenti fitosanitari. Esso necessita di un continuo controllo attraverso le trappole a feromoni installate su tutto il territorio. In particolare nel disorientamento le trappole permangono attive e danno indicazioni sull’andamento del sistema. L’assenza di catture indica che si verificano e persistono le condizioni di «disorientamento». Viceversa, catture, anche sporadiche, devono essere prese in seria considerazione e ne devono essere individuate le possibili cause (elevata pressione del fitofago, forti venti, esaurimento dei diffusori, ecc.) per decidere eventuali interventi. L’assenza di catture nelle trappole è un’importante segnale di efficacia del metodo, ma non sufficiente perché, in determinate condizioni, potrebbero ugualmente verificarsi ovideposizioni (es. per immigrazione di femmine già fecondate dai frutteti vicini o da eventuali zone non adeguatamente protette). Tornando a considerare l’intero programma di difesa i tecnici utilizzano una grande varietà di fitofarmaci, ciascuno dei quali viene impiegato per specifiche patologie. L’idea di fondo è comunque quella di utilizzare sempre più prodotti accettati anche dall’agricoltura biologica, che non vadano quindi a creare pericoli di salute per il consumatore. Inoltre, il tecnico, deve valutare per ciascun prodotto sia il periodo di carenza, molto importante prima della raccolta, sia il dosaggio massimo ammesso, in quanto eventuali sovradosaggi potrebbero portare al danneggiamento sia dei frutti che della pianta stessa. L’insieme dei fitofarmaci di cui si servono tutt’oggi i tecnici di Melavì è presente nelle tabelle seguenti, ricavate dal “QUADERNO DI CAMPAGNA PER LA PRODUZIONE INTEGRATA 2012” consegnato a tutti i soci delle 3 cooperative. Ciascun coltivatore, quindi, può osservare direttamente tutti i prodotti ammessi in frutticoltura e avere numerose informazioni riguardo ad essi. Questo è solo un ulteriore passo verso una campagna sempre più mirata alla qualità e dotata di coltivatori competenti e coscienti del proprio lavoro. data (ggmm) 5/6 prodotto commerciale impiegato BANJO tempo carenza 60 27/6 FULLDINA 35 FL FLINT 10 14 180 14 500 BUTTERFILL 9/7 70 500 BUTTERFILL 14/6 dose hl CORAGEN 14 20 MERPAN WDG 21 160 500 BUTTERFILL 16/7 DUKE IDROSSIDO 20 60 23/7 MERPAN WDG 21 160 hl Totali appezzamenti interessati SOLO I NUMERI ESCLUS OI NUMERI TUTTI SOLO I NUMERI ESCLUS OI NUMERI TUTTI SOLO I NUMERI ESCLUS OI NUMERI TUTTI SOLO I NUMERI ESCLUS OI NUMERI TUTTI SOLO I NUMERI ESCLUS OI NUMERI TUTTI SOLO I NUMERI ESCLUS OI NUMERI TUTTI SOLO I NUMERI ESCLUS OI NUMERI TUTTI SOLO I NUMERI ESCLUS OI NUMERI TUTTI SOLO I NUMERI ESCLUS OI NUMERI TUTTI SOLO I NUMERI ESCLUS OI NUMERI TUTTI avversità varietà trattate ticchiolatura TUTTE superamento soglia di intervento ESEMPIO PAGINA REGISTRO DEI TRATTAMENTI UTILIZZATO NEL 2012 NO x NO plara ticchiolatura TUTTE ticchiolatura TUTTE NO x NO x NO plara carpocapsa ticchiolatura X TUTTE NO x NO plara x x COLPO DI FUOCO ZONE A RISCHIO ticchiolatura TUTTE NO NO 4.2 IL PROBLEMA RELATIVO AI RESIDUI FITOSANITARI Durante la raccolta vengono effettuati a campione prelievi di mele, le quali vengono sottoposte ad analisi per l’accertamento dei residui presenti e del rispetto della normativa vigente. Per “residuo” si intende la quantità massima di principio attivo che può essere tollerata all’analisi (RMA) nei frutti messi sul mercato, in modo da non arrecare danni alla salute del consumatore. Il limite viene stabilito dal Ministero della Sanità e risulta essere molto inferiori rispetto ai quantitativi di residui dannosi. Nel caso in cui il frutto presenti una quantità di residui superiore al limite è previsto il ritiro dal mercato, la distruzione immediata del frutto oltre che la denuncia penale. Di conseguenza, per limitare ulteriormente il livello dei residui, i regolamenti di produzione integrata prevedono l’utilizzo di tempi di sicurezza superiori a quelli imposti dalla normativa. Per la tutela del consumatore, inoltre, l’eventuale residuo al momento della raccolta dovrà essere inferiore al 50% del valore di legge. L’Amministrazione Provinciale, quindi, rilascia ad ogni coltivatore un apposito attestato, che certifica le sue mele come provenienti da “produzione integrata” (PI). Questo attestato è quindi un insieme di misure che obbligano le aziende frutticole a seguire delle linee d’azione chiare e definite, controllate in seguito da personale esterno. La PI rappresenta un metodo economico per ottenere mele ottime dal punto di vista qualitativo, dando la priorità ai metodi ecologicamente più sicuri, minimizzando l’utilizzo dei prodotti chimici e migliorando la sicurezza per l’ambiente e per l’uomo. La corretta esecuzione dei trattamenti deve essere integrata anche dall’utilizzo di macchine agricole sempre efficienti ed operative. Questo aspetto è di grande importanza e, grazie al coordinamento della Fondazione Fojanini, i mezzi agricoli di tutti i coltivatori vengono controllati periodicamente per definirne ed accertarne la corretta efficacia. I residui vengono analizzati in laboratori specializzati; i tecnici Melavì selezionano dei campioni di tutte le varietà provenienti dai campi coltivati dai soci ed effettuano analisi specifiche per poi comunicare i dati alle compagnie rivenditrici del prodotto (supermercati, catene di distribuzione, cooperative). Ciascuna di queste compagnie assume parametri di qualità differenti e di conseguenza accetta un prodotto con diverse quantità di residui. Alcune sono estremamente restrittive mentre altre concedono una certa flessibilità. Va comunque detto che la totalità dei residui risulta essere inferiore al limite di legge; in caso contrario il prodotto verrebbe immediatamente eliminato. Per quanto riguarda il mercato estero, invece, l’analisi dei residui risulta essere un dato molto importante e fondamentale per la vendita del prodotto. Per questo motivo, dal settembre del 2008, è entrato in vigore il Reg. n°149/2008 in materia di residui di prodotti fitosanitari. Tale regolamento ha lo scopo di armonizzare a livello europeo i residui massimi ammessi (LMR) di tutte le sostanze attive autorizzate nell’Unione Europea. Questa rappresenta una svolta notevole ed importante in materia di LMR, in quanto vengono superati i problemi relativi agli scambi commerciali fra i paesi europei. Di seguito è riportata la tabella dei residui fitosanitari ammessi per il melo presente nel libro: “Linee Tecniche 2009-Frutticoltura Sostenibile in PiemonteCReSO”. Questi valori vengono utilizzati dai tecnici per definire correttamente il livello dei residui che vengono calcolati dalle analisi effettuate sulle mele dei soci. Le analisi vengono effettuate solitamente un paio di settimane prima della raccolta, in modo da prevenire eventuali stacchi di materiale contaminato. In questo caso il socio viene contattato ed il prodotto non viene conferito in cooperativa. Un ulteriore verifica viene effettuata durante o appena dopo la raccolta dei frutti e permette di confermare l’assenza dei residui già eventualmente prevista con le analisi precedenti. Queste, in particolare, vengono fatte inviando il materiale a laboratori specializzati (ARPA) che analizzano i frutti ricercando essenzialmente i multi residui di tipo A. COAV COAV 496 GA MELA GALA COAV 10 MELA GALA GA Lombardia Lombardia Lombardia 08-ago-12 09-ago-12 08-ago-12 08-ago-12 LABORATORIO DATA ANALISI ORIGINE TIPOLOGIA REFERENZA MELA GALA Lombardia Ph Ph Ph Ph SOMMATORIA 100 COAV COAV 652 GA MELA GALA P.A. RILEVATI, PPM E % SULL'RMA COAV COAV 550 GA GRUPPI RICERCATI COAV CODICE AZIENDA AGRICOLA FORNITORE Di seguito sono riportati alcuni dei numerosi risultati delle analisi effettuate nel 2012 su campioni provenienti dal territorio valtellinese. Sono presenti dati sia prima sia dopo la raccolta e provenienti da tutti e 3 i comparti ed effettuati su varie cultivar. Inoltre sono presenti anche dati totalmente al di fuori dei limiti di legge, i quali si riferiscono però ad analisi effettuate quasi sicuramente su campioni appena “trattati” con fitofarmaci e di conseguenza rappresentano un modo errato nell’analisi dei residui stessi. I dati più interessanti e di principale riferimento sono quindi quelli effettuati durante la raccolta, che non sono influenzati per nessun motivo dai trattamenti fitosanitari. Multires. tipo A Trifloxystrobine 0,048 mg/Kg (9,6%) Thiacloprid 0,187 mg/Kg (62,3%) Metossifenozide 0,034 mg/Kg (1,7%) Dodina 1,31 mg/Kg (26,2%) Ditianon 0,106 mg/Kg (3,5%) Difenoconazolo 0,011 mg/Kg (2,2%) Captano 0,917mg/Kg (30,6%) 136,1 Multires. tipo A Trifloxystrobine 0,039 mg/Kg (7,8%) Thiacloprid 0,361 mg/Kg (120,3%) Dodina 1,57 mg/Kg (31,4%) Ditianon 0,164 mg/Kg (5,5%) Difenoconazolo 0,018 mg/Kg (3,6%) Clorantranilipolo 0,056 mg/Kg (11,2%) Captano 2,25mg/Kg (74,9%) 254,7 Multires. tipo A Trifloxystrobine 0,015 mg/Kg (3,0%) Thiacloprid 0,293 mg/Kg (97,7%) Dodina 0,909 mg/Kg (18,2%) Ditianon 0,110 mg/Kg (3,7%) Difenoconazolo 0,019 mg/Kg (3,8%) Clorantranilopolo 0,026 mg/Kg (5,2%) Captano 0,890 mg/Kg (29,7%) 161,3 Multires. tipo A Trifloxystrobine 0,011 mg/Kg (2,2%) Thiacloprid 0,257 mg/Kg (85,7%) Dodina 0,974 mg/Kg (19,5%) Ditianon 0,161 mg/Kg (5,4%) Clorantranilopolo 0,035 mg/Kg (7,0%) Captano 1,28 mg/Kg (42,7%) 162,5 COAV COAV MELA GALA 557 GA 2 Lombardia 17-ago-12 Ph Captano 1,58 mg/Kg (52,7%) Dodina 0,407 mg/Kg (8,1%) Dithianon 0,146 mg/Kg (4,9%) Thiacloprid 0,14 mg/Kg (46,7%) Clorantranilipolo 0,053 mg/Kg (10,6%) Trifloxystrobine 0,029 mg/Kg (5,8%) Difenoconazolo 0,014 mg/Kg (2,8%) Multires. tipo A 131,6 Società Agricola MELAVI' FVT FVT2663 MELA Multires. tipo A 97,7 25-set-12 Ph Multires. tipo A Dithianon 0,241 mg/Kg (8,0%) Captano 1,63 mg/Kg (54,3%) Clorantranilipolo 0,006 mg/Kg (1,2%) Clorpirifos etile 0,050 mg/Kg (10%) MELA GOLDEN Lombardia LABORATORIO Ph DATA ANALISI Lombardia 08-ago-12 Trifloxystrobine 0,013 mg/Kg (2,6%) Thiacloprid 0,191 mg/Kg (63,7%) Dodina 0,498 mg/Kg (10,0%) Ditianon 0,062 mg/Kg (2,1%) ClorpirifosEtile 0,006 mg/Kg (1,2%) Clorantranilopolo 0,010 mg/Kg (2,0%) Captano 0,482 mg/Kg (16,1%) ORIGINE TIPOLOGIA GALA SOMMATORIA 100 COAV 752 GA P.A. RILEVATI, PPM E % SULL'RMA COAV GRUPPI RICERCATI Società Agricola MELAVI' REFERENZA CODICE AZIENDA AGRICOLA SUB FORNITORE 1 FORNITORE Questi dati sono completamente derivanti da mele fuori-legge dal punto di vista dei residui. Come si può infatti notare la sommatoria delle sostanze presenti supera in tutti i casi la sommatoria 100, limite oltre il quale il prodotto non può più essere venduto. In un caso particolare inoltre, nel campione COAV 652 GA, viene addirittura superato il limite di RMA di Thiacloprid ammesso; questo limite, secondo la tabella precedente, non dovrebbe superare lo 0,3 mentre qui siamo in presenza di un residuo del 120% rispetto al limite, pari perciò a 0,361 mg/Kg. Va comunque considerata anche l’epoca dell’analisi e la cultivar interessata; infatti, trattandosi di Gala analizzati il giorno 8 Agosto, circa 10 giorni prima della raccolta, questi dati al di fuori dei limiti possono essere tranquillamente accettati per quanto riguarda la qualità del frutto (in quanto i residui, durante la raccolta, saranno ormai calati e all’interno dei limiti di legge) ma sono comunque da scartare in quanto effettuati su prodotti appena trattati dal coltivatore e quindi ancora saturi di residui. L’utilizzo di materiale appena trattato, quindi inutile dal punto di vista delle valutazioni, rappresenta uno sbaglio del tecnico ed una relativa incomprensione con il proprio socio. Nell’ultimo campione, invece, la data di riferimento dell’analisi, 17 Agosto, ed il relativo valore di residui superiore alla sommatoria ci permette di affermare che queste mele, della varietà Gala, sono da scartare completamente in quanto presentano residui molto alti durante la raccolta, a danno quindi del consumatore. Questo campione deriva per cui da trattamenti sbagliati, troppo vicini alla raccolta del frutto, e quindi deve essere completamente eliminato. 72,3 In queste analisi, invece, il valore di sommatoria non è superiore al limite di legge e quindi all’apparenza sembrerebbero prodotti molto contaminati ma comunque non da eliminare. Anche la data lo conferma in quanto è stato fatto circa 10 giorni prima della raccolta e quindi ricade all’interno dei limiti di sicurezza. Partendo dal residuo COAV 752 GA il dato interessante è quello relativo al valore di Thiacloprid trovato durante l’analisi. Ciascuna sostanza, infatti, non deve superare il 50% del proprio limite di legge ed in questo caso siamo in presenza del 63,7%, quindi un valore superiore al limite stabilito. Questo campione resta comunque accettabile grazie all’epoca in cui è stato fatto ma se derivasse da un’analisi durante la raccolta verrebbe sicuramente scartato ed eliminato, cosa che avviene, allo stesso modo, nel secondo campione. L’FVT2663, infatti, presenta una sommatoria alta ma accettabile ma l’analisi riporta anche un valore di Captano di poco superiore al 50%, quindi non accettabile. L’epoca di analisi risulta comunque essere antecedente di circa 10 giorni alla raccolta e quindi permette di accettare l’analisi e di vendere il prodotto in sicurezza. Queste analisi sono stati gli unici risultati negativi di tutte quelle effettuate nell’annata 2012 su tutte le varietà di Melavì. Sono perciò 7 risultati negativi su un centinaio di analisi e fra questi solo uno è stato eliminato completamente. Questo è indice di un’ottima collaborazione da parte dei soci e dei coltivatori che permette di avere prodotti sempre più controllati e di qualità. Del resto, tutti gli altri campioni analizzati, presentano valori massimi di residui molto bassi, con una media delle sommatorie intorno al 20-30. L’analisi seguente è perciò un esempio corretto di tale collaborazione e consente la vendita di un prodotto di qualità senza conseguenze per il consumatore. Società Agricola MELAVI' COPV COPV 8009 ST MELA RED DEL. Lombardia 25-set-12 Ph Multires. tipo A Dodina 0,034 mg/Kg (0,7%) Dithianon 0,037 mg/Kg (1,2%) Clorantranilipolo 0,005 mg/Kg (1,0%) Va sottolineato il fatto che i campioni utilizzati dai tecnici appartengono a soci che trattano le mele regolarmente, seguendo dei disciplinari molto restrittivi. Se infatti venissero presi campioni da soci che saltano qualche trattamento si otterrebbero solamente dati poco interessanti e notevolmente bassi, con un prodotto comunque molto scarso qualitativamente (mele poco trattate o trattate nei momenti sbagliati = maggiore sensibilità alle patologie e minore qualità del frutto). 1,9 BIBLIOGRAFIA Centro Fojanini di Studi Superiori Sondrio-Sezione Frutticoltura, Contributi scientifici per la coltivazione del melo in Valtellina, Bonazzi grafica, Sondrio, 1983-1985 Provincia di Sondrio- Centro Fojanini di Studi Superiori Sondrio-Sezione Frutticoltura, Sapore di Mele, Tipolitografia Ignizio, Sondrio, Novembre 2001 Tommaso Pantezzi, Guida alla realizzazione e gestione dei nuovi impianti di melo, Istituto Agrario di San Michele all’Adige, Tipografia Temi, 2007 Provincia di Sondrio, Regolamento di autodisciplina per la produzione integrata in frutticoltura, 2011 Provincia di Sondrio, Regolamento di autodisciplina per la produzione integrata in frutticoltura, 2012 Regione Lombardia- Centro Fojanini di Studi Superiori Sondrio-Sezione FrutticolturaIVTPA-Università degli Studi di Milano-Fondazione Minoprio, Progetto di sperimentazione regionale “Valorizzazione della frutticoltura lombarda”-quaderno della ricerca n°23, Luglio 2003 CReSO-Consorzio di Ricerca e Sperimentazione per l’Ortofrutticoltura piemontese, Frutticoltura sostenibile in Piemonte-Linee tecniche 2009, Tipolitoeuropa, Cuneo, 2009 CReSO-Consorzio di Ricerca e Sperimentazione per l’Ortofrutticoltura piemontese, Frutticoltura sostenibile in Piemonte-Linee tecniche 2013, Tipolitoeuropa, Cuneo, 2013 Melavì, Quaderno di campagna per la produzione integrata 2012, Sondrio, 2012 Melavì, Quaderno di campagna per la produzione integrata 2010, Sondrio, 2010 Melavì, Mela di Valtellina IGP-Piano dei controlli, Sondrio, 2007 Diego Zoia, Vite e Vino in Valtellina e Valchiavenna-La risorsa di una valle alpina, Tipografia bettini, Sondrio, 2004 Peter H. Raven-Ray F. Evert-Susan E. Eichhorn, Biologia delle piante, sesta edizione, Zanichelli, 2011 SITOGRAFIA @ www.legacoop.it @ www.portale.provincia.vr.it @ www.regionemiliaromagna.it @ www.pomologia.it @ www.grubergenetti.it @ www.salvivivai.it @ www.tabarellivivai.it @ www.civ.it @ www.taglianivivai.it @ www.melinda.it @ www.consorziotutelamele.it @ www.melavì.it @ www.valtellinachegusto.it @ www.unamelaalgiorno.it @ www.isagro.it @ www.provincia.so.it @ www.regionelombardia.it @ www.fondazioneminoprio.it @ www.creso.it @ www.iasma.it @ www.fondazionefojanini.provincia.so.it @ www.melaesalute.it @ www.agraria.org @ www.dowagro.com @ www.belchim.it @ www.ma-italia.it @ www.syngenta.it