3) S. Vitale conversando con S. Luca « demonstrabat praecepta Dei quae sunt ante legem, et in lege et in gratia ». Il prof. Anitchkof pensa che ante legem significhi il Vecchio Testamento ; in lege il Vangelo e in gratia il futuro « Vangelo eterno » dello Spirito Santo. Ora proprio alla pagina precedente egli ha citato Tertulliano: «per legem et prophetas promovit in infantiam ecc. ». Come mai S. Vitale avrebbe potuto considerare « priva di legge » l'epoca del Deuteronomio, del Levitico, dei profeti? Mentre è ovvio che i precetti dati per es. a Noè, prima che la legge fosse stata rivelata sul Sinai, possono dirsi « ante legem ». E allora i « praecepta quae sunt [non erunt] in gratia » datano dalla Redenzione. L'ombra del Paracleto svanisce. Questi tre ìndizii bastano al prof. Anitchkof per giungere direttamente alla conclusione : che presso i Basiliani « le Mystère de la Trinité est concu dans le sens des trois émanations successives » . . . Lasciamo stare che a pag. 148-149 l'A. non fa differenza tra « emanazione » e « missione » : quando Gioacchino dice che « Pilius et Spiritus Sanctus olissi sunt » il prof. Anitchkof commenta : « la question difficile est de comprendre pourquoi les émanations se sont produites ». Per potere attribuire un significato preciso alla dottrina delle « emanazioni » siamo costretti di ricordare Filone, i gnostici ed i neoplatonici. Filone, come è noto, pone tra Dio (che è l'essere assoluto, il Bene, l'atto puro) ed il mondo sensibile una successione di « potenze », che tutte emanano dal Dio unico, ma degradando acquistano un'esistenza distinta. Dal « pleroma » dei Gnostici emanano — in infinite gradazioni e congiunzioni — i principii divini, i demiurgi, le successive « ipostasi » della divinità che si manifestano nel dramma mistico del mondo creato, dannato, redento. Nel sistema di Plotino l'intelletto, l'anima, il cosmo sono emanazione dell'Uno. Per emanazione s'è costituita la « trinità platonica di cui il Primo è l'Essere divino, il Secondo le idee, il Terzo l'Anima del Mondo K Ben si sa quale influenza abbiano esercitato Filone ed i neo-platonici (ed anche i gnostici) sulla dottrina cristiana che identificò il Messia con il Logos. Questo problema del Logos — se non vogliamo affogare nella confusione — lo dobbiamo considerare ben distinto dal 1 « Coloro che hanno tentato di interpretare il pensiero di Platone spiegano il Primo con Dio, il Secondo con la Causa, il Terzo con l'Anima cosmica... Ma la Scrittura rivelata pone come principio la santa e beata Trinità del Padre, Figlio e Spirito Santo» (EUSEBIO, Preparazione evangelica, XI, 20).