irc, riti e segni irc, riti e segni irc, riti e s
L’Idr tra arte e
liturgia
La trascrizione della Sacra Scrittura si svela
nell’arte, nell’iconografia, nell’architettura,
in varie modalità artistiche legate al culto,
alla tradizione, alla storia.
Le competenze nell’arte sacra
Spesso e volentieri l’Idr deve dialogare con docenti di Storia
e di Storia dell’Arte; si reca in “gite scolastiche”, in cui dovrebbe produrre notizie teologiche, bibliche e liturgiche su
opere guardate a volte con disinteresse dagli alunni. Dovrebbe conoscere gli elementi fondamentali che interessano sia la liturgia, sia l’arte sul versante iconico/aniconico
per aprire il dibattito sulla possibilità della rappresentazione
di Dio e delle motivazioni, di certo non giustificabili, che
possono portare anche a forme di lotta iconoclasta come
l’abbattimento delle statue buddiste nella valle di Bamyian.
Dove l’Idr può trovare segmenti che, intersecando arte e liturgia,
contribuiscono a sviluppare competenze per l’Irc?
Gli studiosi di liturgia sono, oggi, impegnati in Italia a contribuire
alla formazione di persone che compongono le commissioni di
arte diocesana nel percorrere in modo corretto e organico l’iter di
un progetto di realizzazione o adeguamento di una chiesa o nel
catalogare i beni ecclesiastici, con costruzione di spazi museali
diocesani. L’Ufficio liturgico nazionale, l’Ufficio nazionale per i
beni culturali ecclesiastici, il Servizio nazionale per l’edilizia di
L’autore
Alessandro Toniolo ha insegnato Irc fino al
2010 in scuole statali nelle diocesi di Milano e Vicenza e ha perfezionato i suoi studi
conseguendo il dottorato con specializzazione liturgico-pastorale. Pubblica su Rivista
Liturgica, ha curato con Manlio Sodi i volumi
della collana “Monumenta Liturgica Piana”
e segue il settore delle concordanze nelle edizioni della collana “Monumenta studia instrumenta liturgica” (Lev).
È autore responsabile del sito www.liturgia.it
50
Leonardo da Vinci, L’uomo vitruviano
culto della Conferenza Episcopale Italiana sono impegnati su questo versante: il tutto è rintracciabile in www.chiesacattolica.it.
All’interno del Pontificio Istituto Liturgico in Roma si tiene il Biennio di Architettura e Arti per la Liturgia perché «l’architettura e le
arti per la liturgia in sé, come norma costitutiva, contengono una
dimensione comunicativa e una significazione di quegli spazi
rituali all’interno di un edificio-chiesa che trascendono e che
investono necessariamente tutti quegli aspetti semantici e simbolici che gli appartengono intrinsecamente...».
All’attenzione degli Idr sono da segnalare iniziative italiane come
Koinè-Vicenza, rassegna internazionale di arredi, oggetti liturgici
e componenti per l’edilizia di culto, organizzata per confrontare e
aggiornare le espressioni della Chiesa nel design delle suppellettili liturgiche e nel progetto d’architettura secondo gli orientamenti del Concilio Vaticano II.
Si segnalano inoltre numerosi corsi iconografici sparsi per tutta
la penisola, che contribuiscono alla formazione artistica e teologica di persone particolarmente sensibili ad esprimere la Sacra
Scrittura in immagini.
segni irc, riti e segni irc, riti e segni irc, riti e
È da questa particolare forma artistica che si dovrebbe partire
per coniugare arte sacra e arte religiosa, iconismo e aniconismo,
teologia e fede, atto di culto e espressione devozionale popolare.
L’iconografo vuole accingersi a una efficace, visiva trascrizione della Scrittura, vuole esprimere la fede di una
comunità cristiana, non seguendo canoni espressivi individuali, ma affidandosi alle norme e ai canoni riconosciuti come efficaci dalla Tradizione, perché solo nella Tradizione è possibile coniugare tecnica e linguaggio simbolico per costruire un oggetto di culto. Con Giotto l’Occidente
nella pittura si orienta sempre più verso l’arte religiosa, didascalica e catechistica, abbandonando l’iconografia, studio dell’immagine vero e proprio sacramentale, tipico dell’Oriente (cfr. Pavel Florenskij, Paul Endokimov...).
La tensione iconoclasta
Ma non solo questa traccia artistico-liturgica troviamo iscritta
nell’icona: la storia dell’iconografia ha un momento fondamentale nel Concilio di Nicea del 787, in cui si chiarisce
che nell’Incarnazione è il fondamento teologico
dell’icona, contro un periodo di buio iconoclasmo, sostenuto dall’imperatore di Bisanzio Leone III Isaurico (vedi: http://www.icongrafia.com/storia.html). La tensione tra iconismo e aniconismo, che
spesso lascia sul terreno centinaia di morti nasce dalla proibizione di Es. 20, 3-4 e Dt 4,16-17 ma non termina con l’anno 787: con il protestantesimo riemergono le spinte iconoclaste a Zurigo (1523), Copenaghen (1530), Ginevra (1535), e Augusta (1537). Anche la Francia è stata travolta da furiosi movimenti
distruttivi nelle guerre di religione dopo il 1562 con il
saccheggio e la devastazione degli edifici religiosi.
L’influsso di questa tensione, ancora viva tra gli artisti
di origine ebraica, è notevole anche nel XX secolo,
indirizzando pittori verso l’astrattismo come esprime
Lodovico Festa nel n. 294 de “Il Giornale” (dell’11-12-05 pag.
19), intitolando l’articolo: “Nella Torah le origini dell’astrattismo”.
Chiarita la possibilità di costruire in Cristo l’icona di Dio, riprendiamo l’affermazione di un precedente articolo: “forma ecclesiae
homo”. Durando di Mende scrive: «La disposizione materiale della chiesa rappresenta il corpo umano perché il cancello, o il luogo
in cui si trova l’altare, rappresenta la testa, e la croce, da una
parte all’altra, le braccia e le mani; infine, l’altra parte che si
sviluppa a Occidente rappresenta il resto del corpo».
Guglielmo di Saint-Thierry, a sua volta, scrive che un uomo con
le gambe e le braccia distese può iscriversi in un cerchio tracciato da un compasso, il cui centro è fissato sull’ombelico. Ed ecco
la figura: la croce nel cerchio; la croce costituita dall’uomo con le
membra distese si sovrappone agli assi cardinali. È noto a tutti,
del resto, l’uomo vitruviano, disegno a matita e inchiostro su carta (34x24 cm) di Leonardo, che ritroviamo in effigie sulla nostra
moneta da un euro.
Il simbolismo dei numeri
E a questo punto non si può non affrontare la simbologia legata
ai numeri, fondanti l’armonia che in sottile analogia unisce le
forme, le superfici, i volumi architettonici: per es. la Decade – la
cui radice è la Tetraktys
S. Luca dipinge la Madre di Dio
(somma dei primi quattro
(sec. XVII, Chiesa di Spoĉka)
numeri: 1+2+3+4=10) –
e la Pentade. La Decade è
fondamento della generazione di tutti i numeri figurati, piani o solidi, e base
degli accordi musicali essenziali. La Pentade, numero nuziale dei Pitagorici,
unisce il primo numero pari,
chiamato “matrice”, al primo numero dispari, chiamato “maschile” (2+3=5); cinque, numero di armonia e di
bellezza che iscrive il
corpo umano, disteso a forma di croce.
E si può proseguire
nella ricerca simbolica di altri numeri.
E che dire della simbologia delle piante
(significativo il lavoro
Giotto, Battesimo di Cristo,
in un liceo: http://win.
Cappella degli Scrovegni, Padova
liceoamaldi.it/didattica/bestiario_medievale/erbario.htm), degli animali (pesce, toro,
leone, aquila ecc)? Elementi tutti che hanno stimolato produzioni
di testi definiti “Bestiario di Cristo” (http://www.sslmit.units.it/
crevatin/Documenti/Mostri_Medievali/CAPITOLO%20II.pdf), a
costruire la Legenda Aurea di Jacopo da Varazze o libri come
Repertorio dei soggetti della pittura di H. Krauss-E. Uthemann).
È un oceano in cui immergersi ma sono necessarie chiare
linee guida, capaci di rispondere a percorsi didattici specifici. Si suggerisce a questo punto, per chi volesse procedere
in modo sistematico la strada storico-paradigmatica al fine di
affrontare l’evoluzione liturgica simbolica dalle forme paleocristiane, passando per il Romanico, il Gotico, il Barocco fino a
giungere alle espressioni artistiche contemporanea (è noto il dibattito sulle illustrazioni del recente Lezionario o sulle architetture di chiese contemporanee).
Alessandro Toniolo
Insegnare religione • Marzo-Aprile 2012
51
Scarica

irc, riti e segni irc, riti e segni irc, riti e