PSICOPATOLOGIA DELLO SVILUPPO
SICSI
Sostegno 400 ore
GRUPPO A
Mag-Giu 2009
Dott.ssa M.C.Pinneri
PSICOPATOLOGIA DELLO SVILUPPO
Studia il funzionamento psichico durante l’età
evolutiva,
integrando quelli che sono i fattori
intrapsichici del bambino con tutte le dinamiche della
vita di relazione.
Compito della psicopatologia dello sviluppo è quello di
stabilire, attraverso metodologie diagnostiche valide, il
limite tra normalità e patologia inquadrando le varie
sindromi secondo criteri tassonomici standard.
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Psicopatologia dello sviluppo
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Conoscenze ed abilità da conseguire
Il docente dovrà acquisire attraverso gli insegnamenti
della psicopatologia dello sviluppo, non la capacità di
fare diagnosi (questo è un compito che spetta
esclusivamente allo psicologo o al medico specialista)
ma la competenza giusta per osservare precocemente il
sintomo, il disturbo, il disagio del bambino o del
ragazzo segnalandolo precocemente alle professionalità
competenti in materia di diagnosi e cura.
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Psicopatologia dello sviluppo
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Conoscenze ed abilità da conseguire
L’insegnamento della psicopatologia dello sviluppo
fornisce quindi agli educatori modelli di comprensione
dello sviluppo infantile attraverso i quali sia possibile
cogliere tempestivamente segni di disagio o malessere
del bambino.
La sensibilità psicologica oltre che la conoscenza di
nozioni base di psicopatologia permetteranno
all’operatore di prevedere e gestire il disturbo psicorelazionale durante l’età evolutiva.
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Sviluppo neuropsichico normale
Con il termine sviluppo intendiamo tutti i processi di
maturazione dell’individuo che portano lo stesso da
uno stato di dipendenza assoluta, propria del periodo
perinatale, ad una condizione di autonomia e di
indipendenza propria della personalità evoluta ed
adulta.
I processi di sviluppo implicano una necessaria
interazione dell’individuo con l’ambiente che lo
circonda
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Sviluppo neuropsichico normale
Lo sviluppo normale dell’individuo è strettamente
legato ad una armonica evoluzione di tutto ciò che
comprende la sfera cognitiva, affettiva e motoria dello
stesso.
L’analisi dello sviluppo motorio per esempio non può
prescindere dagli aspetti cognitivi ed affettivi .
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ASPETTI DELLO SVILUPPO DI UN INDIVIDUO
Sviluppo motorio
Sviluppo del linguaggio
Sviluppo cognitivo
Sviluppo affettivo
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Sviluppo psicomotorio (1)
Lo sviluppo motorio non può prescindere dagli aspetti
cognitivi ed affettivi. Si parlerà pertanto di sviluppo
motorio o psicomotricità termine introdotto da Duprè
agli inizi del 900 per sottolineare gli stretti legami
esistenti tra evoluzione motoria e psichica.
Poiché i due aspetti sono strettamente legati il
raggiungimento dei traguardi relativi allo sviluppo
motorio nei tempi previsti è considerato elemento
indicativo di un normale sviluppo intellettivo.
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Sviluppo psicomotorio(2)
Alla nascita l’attività muscolare è anarchica, diffusa, non
finalizzata; esiste un ipertono muscolare a livello degli
arti ed una ipotonia assiale.
Intorno ai 9 mesi il tono muscolare si modifica
diventando sempre più come quello dell’adulto. Il
controllo posturale del lattante gli permetterà
progressivamente di controllare il capo, di stare seduto e
successivamente di guadagnare la posizione eretta.
In maniera progressiva il neonato acquisirà il controllo
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della mano.
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Sviluppo psicomotorio(3)
Dai due anni in poi il bambino perfezionerà i suoi
comportamenti motori lasciando pian piano quella che
gli autori tedeschi chiamavano tempesta di movimenti.
Anche i gesti più complessi non
accompagnati da sincinesie di azione.
saranno
più
Intorno al sesto anno di vita si definirà la dominanza
laterale.
Il controllo motorio, insieme con l’esperienza percettiva
favorirà la conoscenza dello schema corporeo.
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Sviluppo del linguaggio (1)
Il linguaggio è una delle funzioni neuropsicologiche più
complesse. Nei suoi meccanismi entrano in gioco
dinamismi neurologici, psicologici, socio culturali che ne
caratterizzano la struttura e l’evoluzione.
Lo sviluppo del linguaggio si basa dunque su tre
principali determinanti:
Basi anatomo-funzionali (sistema nervoso, sensi, apparato fonatorio)
Relazioni con l’ambiente
Struttura stessa del linguaggio (apprendimento di regole)
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Sviluppo del linguaggio (2)
Lo sviluppo del linguaggio comprende due fasi principali
ovvero una fase prelinguistica ed una fase linguistica o
verbale.
La fase prelinguistica comprende i primi dieci mesi di
vita ed è caratterizzata da una attività fonatoria di
preparazione al linguaggio. Essa comprende i vagiti, l
suoni (vocali o consonanti), fonemi, lallazione.
La fase linguistica comincia dopo i dieci mesi con la
formulazione della prima parola e la scomparsa della
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lallazione.
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Sviluppo del linguaggio (3)
La fase linguistica comprende a sua volta tre stadi ovvero.
Lo stadio della parola frase (in questa fase per il neonato la
parola assume un carattere più estensivo).Questa fase dura
fino ai 18/24 mesi. E’ presente il fenomeno dell’ecolalia.
Lo stadio della frase (associazione di due parole). La
persistenza dell’ecolalia oltre i 24 mesi può assumere un
significato patologico.
Lo Stadio della frase grammaticale (arricchimento del
vocabolario- regole grammaticali)
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Sviluppo Cognitivo (1)
Lo sviluppo dell’attività cognitiva è stato studiato da
Piaget che ha analizzato gli stadi dell’evoluzione
cognitiva dalla nascita fino all’adolescenza.
Secondo Piaget lo sviluppo cognitivo è frutto di una
sorta di adattamento attraverso il quale ogni individuo
ricerca un equilibrio tra se e l’ambiente.
L’adattamento si realizza mediante il processo
dell’assimilazione e dell’accomodamento.
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Sviluppo cognitivo(2)
Piaget ha diviso l’evoluzione cognitiva in cinque fasi.
Fase senso motoria. Essa va dalla nascita fino ai due anni
ed è caratterizzata da una esperienza conoscitiva sensomotoria. Tale fase evolve in maniera rapida passando
dall’esercizio dei riflessi, alle reazioni circolari,
all’acquisizione delle combinazioni mentali.
Fase preconcettuale. Essa va dai due ai quattro anni ed è la
fase in cui il bambino comincia ad acquisire i concetti di
qualità, quantità causalità. In questa fase è presente il gioco
simbolico o di immaginazione e comincia a mitigarsi
l’egocentrismo.
E’
presente
la
rappresentazione
antropomorfa degli oggetti.
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Sviluppo cognitivo (3)
Fase del pensiero intuitivo. Questa fase che va dai
quattro ai sette anni, prevede una ulteriore riduzione
dell’egocentrismo che aveva caratterizzato le fasi di
sviluppo precedenti con conseguente maggior
partecipazione alla partecipazione sociale. E’ questa
la fase in cui il linguaggio comincia ad essere
utilizzato per esprimere un pensiero. Gli oggetti
vengono correlati alla funzione che esplicano e
vengono classificati a seconda delle loro
caratteristiche fisiche (forma volume colore).
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Sviluppo cognitivo (4)
Fase del pensiero intuitivo (continua)
Il bambino comincia a comprendere le relazioni che
legano le caratteristiche di un oggetto.
Il bambino comincia a comprendere le relazioni tra gli
oggetti deducendo che una caratteristica o una proprietà
di un oggetto non ne esclude necessariamente un’altra.
Piaget ritenne che in questa fase non fosse ancora
presente la formazione dei concetti ma tutti i meccanismi
manifestati fossero il frutto di intuizioni o di percezioni
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Sviluppo cognitivo(5)
Fase delle operazioni concrete. Va dai 7 ai 12 anni ed
è caratterizzata da notevoli progressi relativamente
all’organizzazione intellettuale. Il ragazzo è adesso in
grado di tenere presenti aspetti diversi di uno stesso
evento raggiungendo la consapevolezza del carattere
reversibile di una operazione mentale. Un evento può
essere quindi esaminato da più punti di vista ed inserito
in un sistema complesso di relazioni. Questa novità
permette quindi di organizzare l’esperienza sensibile
classificandola mediante processi di seriazione,
raggruppamento gerarchico ecc
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Sviluppo cognitivo (5)
Fase delle operazioni formali. La fase finale dello
sviluppo cognitivo che va dai 12 anni in poi è
caratterizzata dallo sviluppo ipotetico deduttivo.
Durante questa fase l’adolescente è in grado di
formulare pensieri ed ipotesi prescindendo
dall’esperienza sensoriale immediata. E’ tipica di
questa fascia di età l’avvicinamento a problematiche
politiche, filosofiche e sociali oltre che la capacità di
viaggiare nel futuro formulando progetti.
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Sviluppo affettivo (1)
Sia la psicoanalisi che altri indirizzi psicologici quali la
psicologia genetica, comportamentale, comparata hanno
dato un notevole contributo a quello che oggi si conosce
relativamente allo sviluppo affettivo.
L’evoluzione affettiva dell’individuo si ritiene già in
essere durante il periodo di gravidanza anche se ha il suo
inizio effettivo alla nascita quando le prime reazioni
emotive sono l’espressione chiara delle relazioni
esistenti tra il neonato ed il mondo che lo circonda.
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Sviluppo affettivo(2)
Le relazioni tra madre e neonato sono alla base del percorso che il
piccolo compie per imparare a distinguere se stesso dal mondo che
lo circonda.
Nella prima fase di vita le esperienze affettive del neonato sono
strettamente legate al soddisfacimento dei suoi bisogni primari per
cui le figure esterne esistono solo ed esclusivamente in relazione
alle gratificazioni o frustrazioni che possono procurargli.
Le prime emozioni relative ad uno stato di malessere o benessere il
piccolo le manifesta con il pianto, con il sorriso, con l’agitazione
psicomotoria.
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Sviluppo affettivo (3)
Il rapporto madre bambino è basilare per lo sviluppo di
un senso di fiducia o al contrario di sfiducia nel
mondo.
Si prenderà in carico un termine della psicoanalisi e
precisamente la relazione oggettuale per indicare i
rapporti che il bambino stabilisce con le persone o le
cose dell’ambiente esterno significative dal punto di
vista affettivo (Spitz).
Questo autore ha individuato nel realizzarsi di queste
relazioni tre fasi successive.
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Sviluppo affettivo(4)
Il primo stadio prende il nome di stadio pre-oggettuale (0-3 mesi).
E’ lo stadio di narcisismo assoluto di non differenziazione tra il
se ed il mondo esterno.
Il secondo stadio è detto stadio dell’oggetto precursore (3-8
mesi) in cui si ha la comparsa del sorriso prima risposta a
carattere sociale.
Stadio dell’oggetto in cui il bambino comincia a riconoscere le
figure familiari. Il piccolo reagisce con il pianto ad una figura
estranea al suo mondo (angoscia dell’ottavo mese).
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Sviluppo affettivo(5)
L’affermarsi definitivo di un rapporto oggettuale corrisponde la
formazione di una identità individuale che porterà intorno ai 3
anni alla formazione dei tratti decisivi della personalità.
Con la progressiva acquisizione della coscienza di se, il
bambino manterrà il proprio egocentrismo tendente ad attirare
attenzione su di sè.
Intorno ai tre anni si osserveranno le prime relazioni di scambio
con altri coetanei ed il gioco , con divisione dei ruoli, diventa
sempre più presente nella vita del bambino fino ad avere il suo
culmen all’inizio dell’età scolare.
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Sviluppo affettivo(5)
Nell’età della fanciullezza la scuola ed il gruppo di
coetanei diventano per il ragazzo il centro della vita
extrafamiliare. In queste realtà si forgiano le norme
morali ed i comportamenti.
L’integrazione sociale porterà il ragazzo ad un distacco
dalla famiglia ed al costituirsi di un sistema di valori
autonomo e differenziato che definiranno la sua nuova
identità.
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Sviluppo affettivo(6)
L’adolescenza è dunque un fenomeno complesso:
biologico, psicologico, sociale allo stesso tempo.
L’adolescente deve ricercare un equilibrio ad un assetto
completamente nuovo adattandosi in maniera più o
meno soddisfacente alle nuove realtà. Il raggiungimento
di questi obiettivi dipende molto dalla storia individuale
del singolo soggetto.
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Sviluppo affettivo(7)
Nella società contemporanea, si è verificato un
prolungamento nei limiti superiori dell’adolescenza,
legato ad una scolarizzazione più diffusa.
Questo comporta il perdurare di uno stato di dipendenza
sia psicologica che economica dalla famiglia con
conseguente ritardo nel raggiungimento della completa
autonomia.
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