Università degli Studi di Pisa Facoltà di Medicina e Chirurgia Corso di Laurea in Riabilitazione Psichiatrica PSICOPATOLOGIA GENERALE Armando Piccinni PSICOPATOLOGIA Etimologia: “scienza che studia le malattie della psiche” Jasper, 1913: “studio sistematico delle esperienze, dei pensieri e dei comportamenti abnormi, prodotti cioè da una mente alterata” Diverse concezioni della Psicopatologia: Identificazione con la clinica (USA) Disciplina autonoma (tradizione europea) il cui obiettivo è: a) studiare i fenomeni psichici (p. es. deliri, allucinazioni) indipendentemente dai disturbi in cui essi ricorrono b) analizzare le esperienze soggettive, cioè dello stato morboso così come lo vive il paziente (Jasper) c) cogliere l’individuo, anche malato, nella sua unicità (psicopatologica esistenzialista) PSICOPATOLOGIA Delimitazione della Psicopatologia (1): Biologia Psicologia Psichiatria PSICOPATOLOGIA Filosofia Antropologia PSICOPATOLOGIA Delimitazione della Psicopatologia (2): Psicopatologia: Psichiatria = Patologia generale: Medicina clinica Psicopatologia: Psicologia = Patologia generale: Fisiologia Branca Oggetto Scopo Psicopatologia Serie (più ampia possibile) di casi patologici affini Rilevare dati simili per costruire quadri morbosi costanti con dignità di unità di malattia Psichiatria Singolo soggetto malato Formulare diagnosi e prognosi Proporre terapia Psicologia (Psicofisiologia) Soggetti sani Conoscenza del funzionamento della psiche in condizioni di normalità; differenziare la normalità dalla patologia EMPATIA Simpatia: sentirsi vicini a qualcuno, provare calore, affetto, comprensione per i suoi problemi Empatia: sentirsi nei panni di un altro, cioè essere in grado di immedesimarsi nella sua condizione E’ uno strumento clinico che consente di misurare lo stato soggettivo interno di un’altra persona impiegando come criterio le capacità dell’osservatore di avere esperienze emotive e cognitive EMPATIA Essendo impossibile osservare le allucinazioni del paziente o misurarle in modo diretto, si può comprendere ciò che questi prova utilizzando le caratteristiche umane in comune, come la capacità di percepire e di usare il linguaggio, cercando di creare nella propria mente qualcosa di simile all’esperienza che ci viene riferita e chiedendo poi al paziente di confermare o rifiutare la descrizione che ne facciamo La tecnica consiste nel porre domande appropriate, pertinenti e consapevoli, ripetendo le frasi e insistendo quando è necessario fino ad acquisire la sicurezza di aver ben compreso ciò che il paziente sta descrivendo Per fare questo è indispensabile sapere cosa si sta cercando, i risvolti pratici e clinici del modo in cui il paziente descrive se stesso, i suoi sentimenti, il suo mondo SALUTE e MALATTIA Se la psicopatologia studia le esperienze psichiche abnormi, quando un individuo è sano e quando è malato? Dove il limite? Sims, 1997: “I medici, che passano il loro tempo di lavoro tra salute e malattia, raramente si pongono questa domanda e ancora meno cercano di rispondere.” Murphy, 1979: “Lasciato a sé il medico (che se ne renda conto o meno) può certo fare a meno di una definizione formale di malattia. Sfortunatamente il medico non è lasciato solo con il proprio senso comune…” SALUTE e MALATTIA Griesinger, 1845: “Le malattie mentali sono le malattie del cervello.” (bene per i disturbi mentali organici e per i deficit mentali; meno bene per psicosi e nevrosi, esclude i disturbi di personalità) OMS, 1946: “La salute è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale e non semplicemente l’assenza di malattia o infermità.” (inapplicabile il concetto di benessere: siamo tutti malati) Kendell, 1975: “Variazione statistica dalla norma che comporta uno svantaggio biologico… in termini di ridotta fecondità e accorciamento della vita.” (difficile da applicare il concetto di svantaggio biologico, soprattutto in tempi moderni; uno svantaggio per l’individuo può essere un vantaggio per la specie e viceversa) SALUTE e MALATTIA Taylor, 1980: “Diagnosticare lo status di paziente ha come condizione necessaria e sufficiente il fatto che la persona stessa si preoccupi di essere curata e/o che ci sia questa preoccupazione terapeutica nei suoi confronti da parte del suo ambiente.” (malato mentale sarebbe chi va o viene mandato dallo psichiatra: definizione tautologica con indubbi vantaggi pratici. Pericolosa perché consente anche alla società di selezionare coloro che saranno considerati malati di mente e, in un sistema sociale non democratico, c’è il rischio di poter portare a dire che coloro che sono politicamente devianti sono malati) FUNZIONI PSICHICHE FUNZIONI STRUTTURANTI (GLOBALI) DELL’ATTIVITA’ MENTALE Coscienza Vigilanza Attenzione FUNZIONI SPECIFICHE DELL’ATTIVITA’ MENTALE Memoria Coscienza dell’ Io e del corpo Intelligenza Affettività Pensiero Volontà e psicomotricità Percezione Personalità COSCIENZA COSCIENZA Definizioni: la Coscienza è la consapevolezza di se stessi e del mondo oggettivo lo stato di Coscienza include la totalità dei fenomeni psichici vissuti in un dato momento il campo di Coscienza è uno sfondo più o meno sfocato nel quale gli elementi su cui si concentra l’attenzione appaiono più chiari degli altri l’autocoscienza è il processo che consente di svincolarsi dalla coscienza attuale per riflettere su se stessi, su pensieri, sentimenti etc. e prendere posizione nei loro confronti. COSCIENZA Ipotesi neurofisiologiche: nel manifestarsi della coscienza intervengono funzioni cerebrali connesse al sistema talamo-corticale , deputato all’integrazione delle varie attività psichiche Autori come Edelman e Tononi propongono un modello secondo cui, ogni qual volta che una persona è cosciente, esiste un insieme di regioni cerebrali (nucleo dinamico) che in frazioni di secondo interagiscono tra loro con molta più forza che con il resto del cervello COSCIENZA Disturbi quantitativi della Coscienza = disturbi della vigilanza PSICOPATOLOGIA Disturbi qualitativi della Coscienza = restringimento del campo di coscienza (stato crepuscolare) alterazioni oniriche della coscienza: delirium e stato oniroide COSCIENZA STATO CREPUSCOLARE (1) Cause: epilessia (soprattutto temporale), nevrosi isterica, gravi eventi emotivi (catastrofi naturali, bombardamenti, violenze) Descrizione: insorge improvvisamente e altrettanto bruscamente regredisce, dopo minuti/giorni, senza lasciare ricordo dell’accaduto coscienza ristretta-circoscritta a un numero limitato di contenuti con modificazione anche qualitativa delle esperienze psichiche (la realtà non è percepita ed elaborata correttamente ma viene interpretata in armonia con il tema di coscienza dominante) COSCIENZA STATO CREPUSCOLARE (2) Descrizione: orientamento spazio-temporale conservato comportamento congruo ai contenuti di coscienza dominanti raramente distorsioni percettive illusionali, ideazione delirante, stati affettivi intensi, eccitamento o inibizione psicomotoria COSCIENZA DELIRIUM (1) Definizione: è una alterazione della coscienza e delle funzioni cognitive che si sviluppa in un breve arco di tempo (ore/giorni), tende a fluttuare nell’arco della giornata con una maggiore gravità nelle ore serali e notturne Cause: cerebrali: extracerebrali: traumi cranici infezioni (meningiti, encefaliti) patologie vascolari (ictus) tumori cerebrali grave insufficienza epatica o renale infezioni sistemiche (anziani) disidratazione (anziani) astinenza da alcool intossicazione da farmaci COSCIENZA DELIRIUM (2) Descrizione: essendo una grave destrutturazione della coscienza, sono compromesse anche le altre funzioni psichiche coscienza: lucidità (nella percezione dell’ambiente) e disorientamento spazio-temporale attenzione: capacità di l’attenzione (distraibilità) memoria: termine compromissione mantenere della e memoria focalizzare a breve DELIRIUM (3) COSCIENZA Descrizione: pensiero: incoerenza ideativa, deliri (soprattutto a carattere persecutorio) frammentari percezione: illusioni e allucinazioni (soprattutto visive: tipiche le microzoopsie) vissute con intensa partecipazione affettiva (paura, terrore) affettività: instabilità affettiva con ansia, allarme, giocosità fatua, perplessità psicomotricità: inibizione o eccitamento psicomotori (spesso alternati) DELIRIUM (3) COSCIENZA Descrizione: sfera neurovegetativa: tachicardia, instabilità pressoria, ipertermia sudorazione, Evoluzione: restitutio ad integrum se rimosso il fattore etiologico coma e morte (11-65%) in relazione alla gravità della malattia di base Fondamentale è il riconoscimento tempestivo della malattia di base e il suo trattamento poiché il protrarsi del delirium si associa a aumentato rischio di morte, complicanze mediche e deficit cognitivi irreversibili COSCIENZA STATO ONIROIDE (1) Cause: stati tossici e infettivi, epilessia, psicosi atipiche (psicosi acute-remittenti, psicosi puerperali) Descrizione: è un disturbo qualitativo della coscienza la cui peculiarità e il doppio fronte onirismo/realtà il paziente oscilla tra una percezione apparentemente corretta della realtà (orientato, risponde a tono) e l’intrusione a ondate di esperienze simili al sogno con notevole produzione allucinatoria/delirante fantastica cui partecipa affettivamente in modo intenso VIGILANZA VIGILANZA Definizione: è definibile come il grado di attivazione delle funzioni di comunicazione con l’ambiente esterno: le sue variazioni determinano il livello di intensità della coscienza Ipotesi neurofisiologiche: le strutture che regolano la Vigilanza sembrano essere la formazione reticolare (reticolo neuronale nel tronco encefalico capace di attivare o inbire l’attività corticale) e le proiezioni serotoninergiche e noradrenergiche che vanno dal tronco encefalico alla corteccia cerebrale VIGILANZA Alterazioni fisiologiche: una riduzione della Vigilanza entro certi limiti si può comunemente riscontrare in stati fisiologici (stanchezza intensa, stress psicofisico) Decremento patologico della Vigilanza : patologie cerebrali organiche PSICOPATOLOGIA (infettive, tumorali, vascolari) patologie extracerebrali (stati infettivi, stati tossici, stati dismetabolici) Ipervigilanza: stati di eccitamento stati ansiosi assunzione di sostanze (amfetamine, cocaina) VIGILANZA DISTURBI DELLA VIGILANZA (1) Si ripercuotono sulla chiarezza della coscienza causando una riduzione globale del livello funzionale e delle attività psichiche. Esistono diversi gradi di decremento della Vigilanza: Obnubilamento: è un lieve abbassamento dello stato di coscienza con sonnolenza, difficoltà di attenzione, concentrazione, percezione, comprensione, elaborazione, orientamento e innalzamento della soglia agli stimoli VIGILANZA DISTURBI DELLA VIGILANZA (2) Torpore: è un’accentuazione dello stato precedente con tendenza a cadere nel sonno se non sollecitati, ridotta consapevolezza del mondo circostante e movimenti rallentati/impacciati Sopore: il paziente è incosciente e può essere richiamato alla realtà solo con forti stimoli Coma: il paziente non è risvegliabile con nessun tipo di stimolo, si ha interruzione delle attività psichiche mentre la vita vegetativa è conservata ATTENZIONE ATTENZIONE Definizione: è la funzione psichica atta a focalizzare e dirigere la coscienza su specifici contenuti oggettivi o soggettivi. Può essere distinta in due componenti: Attenzione passiva: stimoli o contenuti di coscienza richiamano l’attenzione indipendentemente dallo sforzo soggettivo Attenzione attiva: il soggetto dirige volontariamente l’attenzione su specifici stimoli/contenuti ATTENZIONE Ipotesi neurofisiologiche: sembra correlata al sistema limbico (centro integratore delle emozioni) e alla corteccia cerebrale (lobi frontali, in particolare il giro cingolato interno, e lobi parietali) Il coinvolgimento nei processi attentivi del sistema limbico giustifica il fatto che l’Attenzione è profondamente legata all’interesse per un determinato stimolo/contenuto (e quindi indirettamente all’affettività) ATTENZIONE PSICOPATOLOGIA (1): Iperprosessia (incremento dell’ Attenzione): si riscontra esclusivamente in stati di intossicazione da allucinogeni/amfetamine, in stati ansiosi e in stati di eccitamento (se di lieve entità) Aprosessia (assenza di Attenzione): esclusivamente nei gravi stati confusionali si riscontra PSICOPATOLOGIA (2): ATTENZIONE Ipoprosessia (decremento dell’ Attenzione): si associa a tutte le condizioni in cui diminuisce la vigilanza. Si può osservare anche in: depressione: l’attenzione è diminuita e comunque ristretta su determinati contenuti olotimici schizofrenia: difficoltà attentive nei confronti degli oggetti rilevanti per eccessivo input sensoriale (dispercezioni) insufficienza mentale e demenza mania: in particolare si osserva una riduzione dell’Attenzione attiva mentre l’Attenzione passiva aumenta (distraibilità con continue deviazioni verso stimoli irrilevanti) PSICOPATOLOGIA (3): ATTENZIONE Ipoprosessia (decremento dell’ Attenzione): sindrome frontale organica: alterazione sovrapponibile a quella degli stati maniacali ADHD (Sindrome da Deficit dell’Attenzione e Iperattività): sindrome tipica dell’età infantile (bambini sbadati nelle attività quotidiane, distraibili, irrequieti e impulsivi) Peculiari stili di funzionamento attenzionali si riscontrano inoltre in pazienti ossessivi (attenzione circoscritta a un numero limitato di oggetti), isterici (attenzione diffusa e superficiale) e fobici (attenzione tesa ad aspettare stimoli fantasmatici)