Periodico della Confagricoltura di Mantova in abbonamento postale chiuso in tipografia il 28 maggio 2015 Anno LXVI - N. 11 - 1 giugno 2015 Il materiale non pubblicato non si restituisce - Direz., Redaz. e Amministraz. Via Luca Fancelli, 4 - Mantova - Tel. 0376.330711 Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - LO/MN ALLEVAMENTI INTENSIVI, CONFAGRICOLTURA PRONTA A CHIEDERE I DANNI ALLA TRASMISSIONE ANNOUNO. A lcune sere fa ad Announo, su La7, si è parlato di allevamenti intensivi in Italia. Da associazione di rappresentanza degli allevatori Confagricoltura, da tempo a conoscenza di quello che sarebbe stato il tema portante della puntata, ha scritto alla redazione della trasmissione per chiedere di partecipare al dibattito che ci riguarda in prima persona, ottenendo come risposta un secco no. Comodo parlare di un argomento mettendo a tacere la controparte, o meglio invitando in studio solo un giovane allevatore, tale Guglielmo, per farlo confrontare con un oncologo di fama inter- GAS SERRA, ZOOTECNIA PROTAGONISTA NELLA PREVENZIONE. nazionale qual è Umberto Veronesi, vegetariano convinto. Comodo escludere il mondo allevatoriale, quello vero, rappresentato dalle organizzazioni agricole, e diffamarlo spudoratamente mandando in onda immagini di allevamenti squallidi e non a norma - quale settore non ha i suoi punti di criticità? - gettando fango su un’intera categoria che lavora duramente e investe milioni per adeguarsi alle rigide normative europee sul benessere animale. Non avevano forse il diritto di far sentire la loro voce, quegli allevatori che lavorano bene? Evidentemente no, per la redazione di Announo, che ha preferito LATTE, ECCO LE MISURE DEL GOVERNO PER IL SETTORE. PAG. 2 PAG. 3 confagricolturamantova.it contrappore la testimonianza di un solo produttore a quella di Veronesi e di molte sigle fra animalisti, vegetariani, vegani. Un coro di voci supportato da immagini girate - e montate ad hoc - in un numero di realtà, tre allevamenti, non certo rappresentativo dell’intero comparto: in Italia ci sono più di 26mila allevamenti professionali che gestiscono quasi 10 milioni di capi, ma non contano nulla, vero? Lo chiediamo anche a CIWF Italia, associazione che promuove pratiche rispettose del benessere animale e che ha accompagnato la giornalista Giulia Innocenzi – che continua nella seconda pagina DANNI DA NEVICATA DEL 5 E 6 FEBBRAIO, APERTI I TERMINI PER LE DOMANDE. PAG. 5 ATTUALITÀ continua dalla prima pagina forse non dovremmo definire tale perché bocciata all’esame di abilitazione alla professione – nei blitz notturni negli allevamenti intensivi della Pianura Padana. Confagricoltura, dopo aver visto la puntata e reputandola profondamente ingiusta, fuorviante e dannosa per il comparto suinicolo - estremamente rilevante per il nostro sistema economico e impegnato da anni per migliorare i processi e i prodotti di una filiera strategica del made in Italy - è pronta a un’azione legale per tutelare la parte allevatoriale. I casi raccontati, che andrebbero comunque verificati alla luce dei requisiti previsti dalla normativa nazionale ed europea, non possono in alcun modo costituire l’immagine dell’intero settore. Prendere come esempio una situazione limite e considerarla rappresentativa di una realtà ben diversa vuol dire screditare tutta la categoria e disinformare il pubblico. Esistono decine di migliaia di allevamenti che rispettano le norme e fanno investimenti continui per adeguarsi a requisiti ben più stringenti di quelli applicati nei Paesi Terzi, nostri competitor. E chi conosce l’agricoltura – scusateci se pensiamo di saperne di più di Alba Parietti, ospite in trasmissione per motivi che ignoriamo – sa benissimo che i nostri allevamenti sono sottoposti quotidianamente a controlli ispettivi da parte di tutte le amministrazioni competenti. Le immagini diffuse sono a dir poco distorte e lesive per un comparto che può vantare una filiera di allevamenti e impianti di trasformazione al passo con i tempi e che, complessivamente, conta un giro di affari di 12 miliardi di euro tra attività agricole e industriali; 1,3 miliardi di export con un saldo largamente attivo e oltre 70mila addetti ai lavori, senza GAS SERRA, ZOOTECNIA PROTAGONISTA NELLA PREVENZIONE. Da una parte l’attività agricola contribuisce alla produzione di gas; dall’altra è l’unico settore capace di mitigarne gli effetti. A gricoltura protagonista in positivo e in negativo per le emissioni di gas serra. Da una parte l’attività agricola contribuisce alla produzione di gas per un 7,5% del totale in Italia (10% nel resto dell’Unione europea), dall’altra è l’unico settore capace di mitigarne gli effetti. È quanto emerso dal convegno tenutosi giovedì 14 maggio a Mantova presso la sede di Confagricoltura, dal titolo “Scenari di cambiamenti climatici per gli allevamenti italiani”, nel corso del quale sono stati presentati i risultati di uno studio congiunto di CRA (Centro per la ricerca in agricoltura), CRPA (Centro ricerche produzioni animali) e INEA (Istituto nazionale economia agraria), finanziato dal MIPAAF. Interessanti gli interventi dei relatori, Adele Vinci del CRA e Stefano Pignedoli del CRPA, che hanno sottolineato come dal 1990 ad oggi le emissioni di gas serra in agricoltura siano diminuite del 18%, segno di un cambiamento in po- sitivo delle tecniche agricole introdotte negli anni. Ma molto ancora si può fare, utilizzando tecnologie capaci di rendere più efficienti le rese produttive sia in campo che in stalla, migliorando l’alimentazione degli animali allevati, massimizzando il sequestro di carbonio, attraverso nuove piantagioni legnose, ed infine puntando su biogas e fotovoltaico. Un mito da sfatare, infine, è quello che la zootecnia intensiva produrrebbe più gas serra rispetto all’allevamento estensivo. Gli studi più accreditati dicono, invece, che sono gli animali a bassa resa produttiva a produrne di più per unità di carne, uova o latte prodotta. Il convegno, di estrema utilità per i produttori agricoli, a detta di Pietro Angeli, presidente dei Giovani di Confagricoltura Mantova, verrà riproposto in autunno sotto l’egida dell’associazione dei giovani agricoltori. considerare l’indotto. Non serve entrare furtivamente in un allevamento suinicolo per carpire immagini: siamo disponibili, come operatori del settore, ad aprire le nostre aziende e a far vedere quanto siano avanti i nostri impianti e quanto rispettino le giuste esigenze degli animali e dei consumatori. Il mondo della comunicazione ha bisogno di meno sensazionalismo e più attenzione e rispetto per quei lavoratori che, ogni giorno, contribuiscono a garantire ai consumatori cibo sufficiente e sicuro. Oltre a un contributo essenziale alla crescita dell’occupazione del Paese. NUOVO PSR, APERTO IL BANDO PER L’AGRICOLTURA BIOLOGICA. Si comunica che la Regione Lombardia ha aperto il bando misura 11 “agricoltura biologica” del nuovo PSR 2014 - 2020. Le domande si potranno presentare entro il 15 giugno 2015. Si sottolinea come per procedere alla presentazione della domanda, il produttore dovrà tramite CRS o CNS dare delega al Caa di Confagricoltura Mantova. Il vincolo è di sei anni. La domanda di aiuto deve essere chiusa e validata (con file firmato e allegato) entro i termini di chiusura del bando. Scaduti i termini, i procedimenti di domanda di aiuto chiusi, ma non firmati, non sono considerati validi. Premi previsti: Coltura Conversione (€/ha) Mantenimento (€/ha) Seminativi 375 345 Colture orticole 600 540 Colture arboree 900 810 Prato permanente 125 110 Colture foraggere per aziende zootecniche 600 540 Per procedere alla presentazione della domanda è necessario rivolgersi al proprio ufficio di zona con la Carta nazionale o regionale dei servizi (CNS o CRS) con il proprio PIN. SEI PRONTO PER IL NUOVO PSR? VIENI IN CONFAGRICOLTURA. A giugno la Regione Lombardia aprirà il bando della misura investimenti del nuovo Programma di sviluppo rurale. Rivolgiti agli uffici di Confagricoltura per conoscere le opportunità di finanziamento e presentare la domanda di contributo. 2 AFFIDATI ALLA COMPETENZA DI CONFAGRICOLTURA MANTOVA. LATTE, ECCO LE MISURE DEL GOVERNO PER IL SETTORE. E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 103 del 6 maggio 2015, il decreto-legge 5 maggio 2015, n. 51, che reca disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale e di razionalizzazione delle strutture ministeriali. La normativa entrata in vigore merita particolare attenzione per le misure urgenti tese a rendere meno impattante il superamento nel settore lattiero-caseario del regime delle quote latte, ma anche per i futuri assetti che si intendono sviluppare per rafforzare la competitività del nostro sistema produttivo primario, che denuncia ancora una situazione di frammentazione. Rateizzazione dell’importo del prelievo supplementare sul latte bovino non ancora versato. All’articolo 1 del decreto legge in oggetto è stata prevista la possibilità di rateizzazione del pagamento dell’importo del prelievo supplementare sul latte bovino dovuto per il periodo 1° aprile 2014 – 31 marzo 2015. Tale rateizzazione prevede il pagamento di tre rate annuali, senza interessi, di pari importo versate entro il 30 settembre degli anni 2015, 2016 e 2017, previa prestazione da parte del produttore richiedente di fideiussione bancaria, a copertura delle rate 2016 e 2017, esigibile a prima e semplice richiesta, a favore dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA). Le domande di adesione a tale rateizzazione, a cui possono accedere solo i produttori con importi superiori ai 5mila euro, devono essere presentate entro il 31 agosto 2015. Si decade dalla concessa rateizzazione in caso di mancato, parziale o ritardato versamento di una rata. Si precisa che gli interessi della rateizzazione rientreranno nei calcoli del de minimis. Disposizioni per il rispetto di corrette relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli. L’articolo 2, comma 2, del decreto-legge in esame, interviene anche sulla disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari dettata, come noto, dall’art. 62 decreto-legge 1/2012, convertito nella L. n. 27/2012. In particolare tale intervento riguarda sia aspetti relativi esclusivamente ai contratti aventi ad oggetto la cessione di latte crudo, sia aspetti della disciplina prevista in generale dall’art. 62 per la cessione di tutti i prodotti agricoli ed alimentari. Con riguardo alla cessione di latte crudo la norma in commento stabilisce che la durata del contratto debba essere non inferiore a 12 mesi, salvo rinuncia espressa formulata per scritto dal cedente. Quindi per tali contratti la legge stabilisce non solo la necessità che siano indicati obbligatoriamente tutti gli elementi indicati dall’art. 62 (quantità, caratteristiche, prezzo, modalità di consegna e di pagamento, ferma restando la forma scritta), ma stabili- LATTIERO-CASEARIO sce anche una durata minima, che non può essere inferiore a 12 mesi. Il suddetto periodo di durata (in caso di diversa volontà voluta dall’agricoltore cedente) può essere derogato, purché questi esprima nel contratto espressamente di volerci rinunciare. La disciplina introdotta dalla norma in commento interviene in sede di applicazione nell’ordinamento interno di quanto previsto dall’art. 148 Reg. UE n. 1308/2013, secondo cui nei paesi in cui, come l’Italia, si adotta un sistema di forma scritta obbligatoria per i contratti aventi ad oggetto la cessione di latte crudo, la durata minima deve essere almeno di 6 mesi; il decretolegge, considerato tale termine come durata minima, ha previsto la durata minima di 12 mesi. A tal riguardo, alle cessioni in esame si applicano le altre disposizioni previste dal citato art. 148. Da ciò consegue che i contratti in esame dovranno: • essere stipulati prima della consegna e per iscritto; • il prezzo, potrà essere o fisso oppure calcolato attraverso parametri fissati nel contratto (che possono comprendere indicatori che riflettono cambiamenti di mercato), il volume, la qualità o la composizione del latte consegnato; • il volume di latte crudo che deve essere consegnato e il calendario delle consegne; • la durata (che il decreto-legge ha previsto, come detto, sia non inferiore a 12 mesi, salvo rinuncia espressa del cedente); • le procedure di pagamento; • le modalità di raccolta o di consegna; • le eventuali norme applicabili in caso di forza maggiore. In ordine ai suddetti elementi, si osserva che l’articolo 148 citato individua, come detto, i parametri per la determinazione del “prezzo da pagare alla consegna”. Questa disposizione appare superare, per le vendite in esame, i termini di pagamento stabiliti dall’art. 62 (30 giorni per i prodotti deperibili) che, come noto, decorrono dall’ultimo giorno del mese di ricevimento della fattura, disponendo che il prezzo deve essere versato alla consegna. Peraltro, l’art. 1 del D.M. 19/10/2012 n. 189, attuativo dell’art. 62 citato, esclude proprio l’applicazione della disciplina sui termini di pagamento La normativa entrata in vigore renderebbe meno impattante il superamento del regime delle quote latte. previsti dalla norma nel caso in cui la cessione sia istantanea, con contestuale consegna e pagamento del prezzo. Il decreto-legge inoltre, in merito al parametro per la quantificazione del prezzo, stabilisce che i costi medi di produzione del latte sono elaborati mensilmente da ISMEA, tenuto conto dell’area geografica dell’allevamento e della destinazione finale del prodotto. Al di fuori delle novità introdotte in materia di cessione di latte crudo, l’art. 2 in commento interviene anche su aspetti generali della disciplina prevista dall’art. 62, prevedendo, in particolare: • l’aumento delle sanzioni in caso di violazioni alle regole e procedure previste dall’art. 62, portandole; • da euro 1.000 a euro 20.000 nei confronti del contraente che contravviene all’obbligo della forma scritta; • da euro 2.000 a euro 50.000 nei confronti del contraente che contravviene agli obblighi di pratiche commerciali non sleali prevista dal comma 2. Resta confermata invece l’entità della sanzione stabilita da euro 500 a euro 500.000 nei confronti del debitore che non rispetta i termini di pagamento. 3 CONDIZIONALITÀ C ome noto, tutti i beneficiari dei pagamenti comunitari sono soggetti al regime di condizionalità. Rientra come materia di primaria importanza la protezione delle acque dall’inquinamento, in particolare lo scarico delle acque reflue domestiche e assimilate. Si sono da poco conclusi i controlli della Provincia di Mantova sulle aziende campionate per l’anno 2014, che hanno presentato domanda di aiuto per la PAC e per il PSR misura 2014 e, poiché sono state molte purtroppo le posizioni con esito negativo, che comporterà una decurtazione dei premi e un nuovo controllo nel corso di quest’anno, vale la pena ricordare ancora cosa prevede la norma in materia. Gli obblighi di condizionalità derivanti dall’applicazione della norma si dividono in: Obblighi e divieti validi per tutte le aziende: Le aziende devono: • rispettare il divieto di scarico diretto nelle acque sotterranee e nel sottosuolo; • garantire l’assenza di fenomeni di dispersione delle sostanze di cui all’allegato I e II della Direttiva 80/68/CEE (es. com¬bustibili, oli di origine petrolifera e minerali, di lubrificanti usati, di filtri e batterie esauste, prodotti fitosanitari, ecc.), al fine di evitare la loro percolazione nel suolo o sottosuolo. Tale dispersione può essere evitata stoccando le sostanze pericolose in un locale, o in un contenitore chiuso o protetto, posto su un pavimento impermeabilizzato, a perfetta tenuta. Obblighi e divieti validi per le aziende i cui scarichi non siano assimilabili a quelli domestici: • Le aziende che esercitano attività di tra- 4 ECCO I DIVIETI DI SCARICO PER PREVENIRE L’INQUINAMENTO. sformazione eccedenti i limiti di normalità e complementarietà richiamati all’art. 101, comma 7 del d.lgs. 152/06, devono: • possedere un’autorizzazione, in corso di validità, per lo scarico di acque reflue, rilasciata dagli enti preposti; • rispettare le condizioni di scarico contenute nell’autorizzazione. Si definisce scarico (art. 74 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152) qualsiasi immissione effettuata esclusivamente tramite un sistema stabile di collettamento che collega senza soluzione di continuità il ciclo di produzione del refluo con il corpo ricettore in acque superficiali, sul suolo, nel sottosuolo e in rete fognaria, indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche sot¬toposte a preventivo trattamento di depurazione. Si evidenzia che tutti gli scarichi devono essere preventivamente autorizzati (art. 124 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152) fatto salvo per le acque reflue domestiche o assimilate recapitanti in reti fognarie. Si definiscono acque reflue domestiche (art. 74 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152) le acque reflue provenienti da insediamenti di tipo residenziale e da servizi e derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche. Sono assimilate alle acque reflue domestiche le acque reflue di cui all’art. 101, provenienti da imprese: • dedite esclusivamente alla coltivazione del terreno e/o alla silvicoltura; • dedite ad allevamento di bestiame; • dedite alle attività di cui alle lettere a) e b) che esercitano anche attività di trasformazione o di valorizzazione della pro¬duzione agricola, inserita con carattere di normalità e complementarietà funzionale nel ciclo produttivo aziendale e con materia prima lavorata proveniente in misura prevalente dall’attività di coltivazione dei terreni di cui si abbia a qualunque titolo disponibilità. Nell’ambito della condizionalità, si verifica la presenza delle autorizzazioni per le aziende le cui acque reflue non siano acque reflue domestiche e/o non siano assimilate alle stesse. Ai sensi di quanto previsto dal D. Lgs 152/2006, è vietato lo scarico sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo (art. 103), fatta eccezione per insediamenti, installazioni o edifici isolati che producono acque reflue domestiche. Al di fuori di questa ipotesi, gli sca¬richi sul suolo esistenti devono essere convogliati in corpi idrici superficiali, in reti fognarie ovvero destinati al riutilizzo in conformità alle prescrizioni fissate. È sempre vietato lo scarico diretto nelle acque sotterranee e nel sottosuolo (art. 104). DANNI DA NEVICATA TECNICO-ECONOMICO DEL 5 E 6 FEBBRAIO, APERTI I TERMINI PER LE DOMANDE. S i informa che il Ministero delle Politiche Agricole ha pubblicato in data 14 maggio 2015 la declaratoria con cui riconosce i danni alle strutture e infrastrutture aziendali da eccesso di nevicata dei giorni 5 e 6 febbraio 2015, per i comuni di: Acquanegra sul Chiese, Asola, Bozzolo, Canneto sull’Oglio, Casalromano, Commessaggio, Dosolo Gazzuolo Marcaria, Mariana Mantovana, Pomponesco, Rivarolo Mantovano, Sabbioneta, San Martino dall’Ardine, Viadana. Sono aperti quindi i termini per la presentazione delle domande di contributo da parte delle aziende agricole situate nei territori dei comuni delimitati sulle spese di riparazione delle strutture danneggiate da tale evento. Le colture e piantagioni sono escluse. Le domande possono essere presentate dai titolari delle imprese agricole entro il termine dei 45 giorni dalla data di pubblicazione del decreto ministeriale, quindi entro il prossimo 28 giugno 2015, alla Provincia di Mantova. Sul sito della Provincia di Mantova è possibile scaricare il modello di domanda per l’invio tramite pec: www.provincia.mantova. it/extendedsearch_modul.jsp?area=40&ID_ LINK=269&page=7&IDCTX=540&id_ context=540&COL0002=2 Per presentare le domande e chiedere informazioni è necessario rivolgersi ai nostri uffici di zona. Possono essere presentate dai titolari delle imprese agricole entro il prossimo 28 giugno 2015. AGRICOLTURA INTEGRATA, PRESTO UN MARCHIO NAZIONALE. S i ritiene utile informare della riunione di presentazione del Sistema Nazionale di Qualità per la Produzione Integrata (SQNPi) presso il Mipaaf di qualche giorno fa. L’iter di questo sistema è stato molto lungo. Basti pensare che la sua prima presentazione ufficiale è avvenuta nel lontano 2012. Sin da allora è stato chiaro che le organizzazioni imprenditoriali non sarebbero state coinvolte nei tavoli tecnici del Ministero troppo impegnato a gestire le diverse posizioni regionalistiche. Il risultato è stato quello di un Sistema fatto più per soddisfare le necessità burocratiche delle pubbliche amministrazioni che per fornire un valido strumento competitivo alle aziende agricole. Il nuovo SQNPi si limita a certificare i disciplinari agro ambientali regionali già esistenti. Questo, di fatto, complica l’utilizzo del nuovo sistema. Il futuro sistema sarà composto da ben venti disciplinari differenti, anche se dovranno seguire le direttrici delle linee guida nazionali. Ciò va contro gli interessi, più volte ribaditi al Ministero, del mondo dell’imprese ed in particolare dalla GDO, che ha bisogno di un sistema di produzione integrata unico, semplice, omogeneo e lineare. La presenza di venti disciplinari non permetterà l’auspicato mutuo riconoscimento con altri sistemi europei (EUREPGAP per esempio) che già sono richiesti alle nostre aziende. Le imprese della produzione primaria rimarranno così soggette alle richieste provenienti dai disciplinari di qualità stranieri, non vedendo tutelato e promosso un vero sistema italiano di produzione integrata. Il sistema è certificabile ed è prevista l’istituzione del “marchio nazionale di produzione integrata”, L’SQNPi sarà controllato sia da organismi di certificazione accreditati che da enti pubblici. In pratica sarà possibile che le stesse Regioni concedano la certificazione. In relazione alle misure agro ambientali previste dai pros- simi programmai di sviluppo rurale è emerso dalla riunione che la partecipazione al SQNPi sarà considerata obbligatoria, ma non la certificazione. Le Regioni che prevederanno contributi per tali misure controlleranno l’applicazione del sistema. In pratica, controllando l’applicazione dei disciplinari regionali di agricoltura integrata, non cambierà nulla se non un aumento della burocrazia. Infatti, per accedere al SQNPi ogni azienda dovrà fare richiesta attraverso il portale SIAN, scegliere l’enti di controllo, e compilare tutti i moduli richiesti. Sarà poi l’organismo di controllo che, dopo la visita ispettiva, comunicherà attraverso il portale SIAN l’idoneità all’iscrizione al SQNPi. Terminata la procedura sarà possibile accedere ai fondi destinati alle misure agro ambientali del programma di sviluppo rurale. NOVITÀ PER L’ADEGUAMENTO ANTINCENDIO DELLE STRUTTURE RICETTIVE. C ome noto, il 28 febbraio scorso è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale la Legge 27 febbraio 2015, che introduce novità importanti anche per alcune imprese agricole. In particolare, per quanto riguarda l’adeguamento alle disposizioni per la prevenzione incendi delle strutture ricettive che abbiano più di 25 posti letto, il termine ultimo per rispondere all’adempimento è stato posticipato al 31 ottobre 2015. Il decreto dello scorso dicembre lo aveva fissato al prossimo 30 aprile. Nello specifico lo slittamento per l’adeguamento alle disposizioni in materia di prevenzione incendi al 31 ottobre 2015 si applica nel caso di strutture ricettive turistico – alberghiere con oltre 25 posti letto, esistenti alla data del 26 aprile 1994. E in possesso, alla data del 1° marzo 2015, dei requisiti di ammissione al piano straordinario biennale di adeguamento all’antincendio. I requisiti di ammissione al piano sono disciplinati dall’articolo 5 del DM 16 marzo 2012. Resta sempre in vigore il comma 2 dell’articolo 11 del decreto legge 30 dicembre 2013, con cui viene demandato ad un decreto del ministro dell’Interno - non ancora emanato - l’aggiornamento delle regole tecniche di prevenzione incendi per la costruzione e l’esercizio delle attività turistico-alberghiere di cui al D.M. 9 aprile 1994. 5 VITA SINDACALE G arantire all’animale condizioni di benessere ottimali per portare ai massimi livelli la sua capacità produttiva. È una scelta chiara quella dell’azienda agricola Bertia di Viadana, prima classificata a livello provinciale e settima in Italia – nel 2014 – nella graduatoria di merito degli allevamenti per tenore di proteine nel latte. Una classifica stilata dall’Associazione italiana Allevatori che, dopo controlli mensili decisamente serrati, premia il latte qualitativamente migliore, non a caso quello più proteico costa di più. «Qui – spiega Alessandro Zambello, contitolare dell’azienda insieme alla moglie Marina Flisi – abbiamo fatto investimenti su scelte genetiche precise e lavorato per arrivare a una mandria uniforme. C’è voluto molto tempo, ma abbiamo raggiunto il risultato sperato. Puntando, da sempre, sul benessere perché se un animale non è tranquillo né alimentato come dovrebbe, non può certo rendere al massimo PROTEINE NEL LATTE? IL PRIMATO È MANTOVANO. VIAGGIO NELL’AZIENDA AGRICOLA BERTIA. delle sue potenzialità». E l’azienda Bertia, associata a Confagricoltura Mantova, spicca per produttività: 200 vacche da latte per 40 litri giornalieri per capo. Numeri importanti, considerando che una vacca produce mediamente tra i 30 e i 35 litri al giorno. «E ammontano a 127 i quintali di latte prodotto per capo in una lattazione, ovvero in 305 giorni», puntualizza il dirigente operativo dell’impresa Giuliano Musa, che segue quotidianamente la stalla. Il latte che viene conferito alla Latteria Sociale di Mantova per il Grana Padano; mentre le scrofe – ce ne sono 830 – sono destinate ai circuiti del Parma e san Daniele. L’azienda, acquistata verso la metà degli anni Sessanta da Marino Ghinzelli, macellatore noto in tutta Italia, originariamente contava solo una ventina di vacche da latte e col tempo si è evoluta soprattutto sotto l’impulso della figlia Bianca e di suo marito Luigi. «Sempre con la convinzione che ogni investimento doveva avere un ritorno certo, ma a lungo termine – ha aggiunto Zambello – È questa la filosofia che ci ha spinto a lavorare con pazienza e fiducia e a raggiungere determinati traguardi». Fra gli investimenti, anche il biogas: «Avendo un’azienda zootecnica – ha aggiunto Zambello – abbiamo optato per un impianto che utilizzi i liquami da stalla e non le biomasse. Inoltre, tramite un impianto di teleriscaldamento interno, siamo riusciti a riscaldare tutta la parte in cui vengono allevati i suini piccoli. Disponiamo anche di un sistema di tubature sotterranee che ci ha permesso di svincolarci da tutti i problemi legati al trasporto e allo spandimento in superficie, quindi un metodo altamente sostenibile». MERCATI ESTERI, A NOVEMBRE CORSO PER GLI OPERATORI. I 6 l Sole 24 ore e l’ICE (Agenzia per il commercio estero) organizzano un executive master rivolto a rafforzare competenze specifiche al fine di definire e guidare progetti di espansione all’estero, valutandone l’impatto sul piano gestionale, economico e giuridico e di portare le impresa sul mercato internazionale ridisegnandole nell’ambito dell’organizzazione dei processi produttivi, delle strategie di penetrazione dei mercati di vendita e delle relazioni con i fornitori. Il corso è rivolto ad imprenditori che già operano nei mercati esteri o che intendono aprirsi ad essi. L’obiettivo è far acquisire ai partecipanti le conoscenze tecniche e le competenze strategiche per guidare un’impresa in un percorso di sviluppo sui mercati internazionali. Il corso si terrà a Roma ed ha una durata di sei mesi in formula part-time con tre giorni al mese in aula alternati a sessioni in distance learning per rendere compatibili le esigenze connesse alla frequenza con il proseguimento della propria attività lavorativa. Sono previste lezioni in aula il giovedì, il venerdì ed il sabato per un totale di 18 giornate con inizio il 5 novembre 2015. Tra una sessione d’aula e la successiva, sono previste sessioni di distance learning per circa 2 ore alla settimana. La docenza è affidata ad esperti di economia e internazionalizzazione d’impresa, consulenti e manager del Sole 24 ore e di ICE Agenzia. Al termi- ne del percorso viene consegnato un diploma di Excutive24 a ciascun partecipante che abbia frequentato almeno l’80% delle lezioni e superato gli esami previsti alla fine di ciascun modulo. Il master è a numero chiuso e prevede un processo di selezione finalizzato a valutare le esperienze professionali e le aspirazioni e motivazioni dei candidati. Le fasi di selezione prevedono l’analisi del curriculum di studi e professionale, lo svolgimento di un test scritto e di un colloquio motivazionale. Per candidarsi è necessario compilare la domanda di ammissione on line direttamente sul sito della Business School nella sezione dedicata. Domanda di ammissione, date di selezione e aggiornamenti sono disponibili sul sito: www.bs.ilsole24ore.com/news/date-di-selezione La quota di partecipazione è di 5.900 euro più iva ed è comprensiva di tutto il materiale didattico in aula e on line. Il versamento della quota può essere rateizzato in tre soluzioni. Sono anche previste borse di studio. Sul sito di Confagricoltura Mantova e presso gli uffici è possibile trovare la brochure illustrativa dell’iniziativa. MANTOVA Listino n. 21 Giovedì 28 maggio 2015 FRUMENTO TENERO: Panificabile Superiore (c.e. 1% max.; p.s. non inf. a Kg. 80/hl; u. max. 14%; prot. 13% min.; w min. 250) alla ton. € 209,00 - 212,00 Superfino (c.e. 1% max.; p.s. non inf. a Kg. 78/hl; u. max. 14%; prot. 12% min.) alla ton. € 180,00 183,00 Fino (c.e. 1% max.; p.s. non inf. a Kg. 78/hl; u. max. 14%; prot. 11% min.) alla ton. € 182,00 - 185,00 Buono mercantile (p.s. non inf. a Kg. 76/hl; c.e. 1% max.; u. max. 14%) alla ton. € non quotato Mercantile (p.s. non inf. a Kg. 74/hl; c.e. 3% max.; u. max. 14%) alla ton. € non quotato Mercantile (p.s. inf. a Kg. 73/hl; u. max. 14%) non quotato Andamento del mercato: pressochè stazionario con prezzi invariati FRUMENTO DURO NAZIONALE (Produzione Nord) (Mercato di Bologna del 21/05/2015 €/ton.) Fino (79/80kg/hl,ce 1+1%,b.30/35%,v.6%,p12,5%) 295,00 - 300,00 Buono mercantile (77/78 kg/hl,ce 1,5+1,5%,b.50/60%,v.8%,p11,5%) 279,00 - 284,00 Mercantile (74/75 kg/hl,ce 2+2%,v. 10%) 269,00 274,00 Andamento del mercato: invariato COLZA: (Mercato di Parigi, previsione di offerta €/ ton.) 346,2 http://commodities.euronext.if5.com/Commodities.aspx GRANOTURCO: Granoturco nazionale, a f. farinosa, ibridi e similari (u. max. 14%) alla ton. € 142,00 - 144,00 Granoturco naz.le, a f. farinosa, ibridi e similari, da fuori provincia, f. arrivo (u. max. 14%) alla ton. € 146,00 - 149,00 Granoturco estero, f. arrivo (camion ribaltabile) comunitario alla ton. €153,00 - 158,00 Granoturco estero, f. arrivo (camion ribaltabile) non comunitario alla ton. € 181,00 - 183,00 Granella verde, umidità al 25% uso foraggero non quotato Trinciati di mais 1° raccolto non quotato Andamento del mercato: pressochè stazionario con prezzi invariati SEMI OLEOSI: Semi di soia nazionali (umidità 14% - impurità 2% max) alla ton. € 360,00 - 365,00 Semi di soia esteri (franco arrivo) 382,00 - 395,00 Semi di soia esteri geneticamente modificati (franco arrivo) non quotato Andamento del mercato: pressochè stazionario con prezzi invariati CEREALI MINORI Orzo nostrano in natura: p.s. min. 55 sino a 60 (umidità max. 14 %) alla ton. € non quotato Orzo nostrano in natura: p.s. oltre 60 sino a 63 (umidità max. 14 %) alla ton. € non quotato Orzo nostrano in natura: p.s. oltre 63 sino a 65 (umidità max. 14 %) alla ton. € non quotato Orzo nostrano in natura: p.s. oltre 65 sino a 70 (umidità max. 14 %) alla ton. € non quotato Orzo estero p.s. 63/64 (franco destino del compra- IL MERCATO DELLA SETTIMANA tore) alla ton. € 170,00 - 175,00 Orzo estero p.s. oltre 66 (franco destino del compratore) alla ton. € 174,00 - 179,00 Andamento del mercato: pressochè stazionario con prezzi invariati FORAGGIO SECCO Maggengo di 1° taglio 2015 - in campo alla ton. € 60,00 - 65,00 Maggengo di 1° taglio 2015 - in cascina alla ton. € non quotato Fieno di 2° taglio 2015 - in campo alla ton. € non quotato Fieno di 2° taglio 2015 - in cascina alla ton. € non quotato Fieno di 3° taglio 2015 - in campo alla ton. € non quotato Fieno di 3° taglio 2015 - in cascina alla ton. € non quotato Fieno di 4° taglio 2015 in campo alla ton. € non quotato Fieno di 4° taglio 2015 in cascina alla ton. € non quotato Erba medica fienata di 1° taglio 2015- in campo alla ton. € 60,00 - 70,00 Erba medica fienata di 1° taglio 2015- in cascina alla ton. € non quotato Erba medica fienata di 2° taglio e successivi 2015 in campo alla ton. € non quotato Erba medica fienata di 2° taglio e successivi 2015 in cascina alla ton. € non quotato Andamento del mercato: stazionario PAGLIA di frumento pressata da mietitrebbia in campo (Rotoballe) alla ton. € non quotato da mietitrebbia in cascina (Rotoballe) alla ton. € non quotato Andamento del mercato: non quotato RISONE Vialone nano (resa 50 - 56) alla ton. € 820,00 870,00 Carnaroli (resa 55-61) alla ton. € 780,00 - 820,00 Arborio (resa 52 - 57) alla ton. € 770,00 - 820,00 Andamento del mercato: attivo RISO: Vialone nano alla ton. € 1.960,00 - 2.010,00 Carnaroli alla ton. € 1.720,00 - 1.770,00 Arborio alla ton. € 1.720,00 - 1.770,00 Andamento del mercato: attivo FORMAGGIO GRANA PADANO Stagionatura di 10 mesi e oltre al kg € 6,500 - 6,600 Stagionatura da 14 e oltre al kg € 7,150 - 7,300 Stagionatura di 20 mesi e oltre al kg € 7,650 - 7,800 GRANA (con bollo provvisorio di origine del Grana Padano) - Stagionatura tra i 60 e i 90 giorni fuori sale al Kg € 5,200 - 5,350 Andamento del mercato: stazionario FORMAGGIO PARMIGIANO REGGIANO Stagionatura di 12 mesi e oltre al kg € 7,550 - 7,800 Stagionatura di 18 mesi e oltre al kg € 8,250 - 8,350 Stagionatura di 24 mesi e oltre al kg € 8,950 - 9,050 Andamento del mercato: stazionario BURRO: Zangolato di creme fresche per la burrificazione al kg. € 1,600 Burro mantovano pastorizzato al kg. € 1,800 Burro mantovano fresco classificazione CEE, al Kg. € 2,800 Andamento del mercato: stazionario SUINI da allevamento (a peso vivo) del peso: di 7 Kg al capo € 40,00 di 15 kg. al kg. € 3,720 di 25 kg. al kg. € 2,600 di 30 kg. al kg. € 2,500 di 40 kg. al kg. € 2,210 di 50 kg. al kg. € 1,910 di 65 kg. al kg. € 1,590 di 80 kg. al kg. € 1,390 di 100 kg. al kg. € 1,310 Andamento del mercato: calmo per i lattonzoli SUINI da macello: oltre 130 a 145 kg. al kg. € non quotato oltre 145 a 160 kg. al kg. € non quotato oltre 160 a 180 kg. al kg. € non quotato oltre 180 kg. al kg. € non quotato Andamento del mercato: non quotato VACCHE da macello (a peso vivo): vacche 1°qualità (O2 - O3 - R2 - R3) al kg. € 1,040 - 1,140 vacche 2° qualità (P2 - P3) al kg. € 0,840 - 0,940 vacche 3° qualità (P1) al kg. € 0,610 - 0,710 Andamento del mercato: calmo VITELLONI da macello (a peso vivo): Vitelloni incroci naz. con tori Pie Blue belga (U2 U3 - R2 - R3) al kg. € 2,170 - 2,290 Vitelloni incroci naz. con tori da carne (limousine, charolaise e piemontese) (O2 - O3 - R2 - R3) al kg. € 1,880 - 1,980 Vitelloni limousine (U2 - U3 - E2 - E3) al kg. € 2,680 - 2,830 Vitelloni charolaise (U2 - U3 - E2 - E3) al kg. € 2,430 - 2,520 Andamento del mercato: calmo Vitelli maschi pezzati neri: da 40 a 45 kg. al kg. € 1,850 - 2,050 da 46 a 55 kg. al kg. € 2,450 - 2,650 da 56 a 70 kg. al kg. € 2,450 - 2,650 Andamento del mercato: stazionario Vitelli femmine pezzate nere ( a parità di peso e categoria le femmine vengono valutate € 0,30 in meno al Kg. dei maschi) Vitelli maschi incroci con tori limousine, charolaise e piemontese: da 46 a 55 kg. al kg. € 2,600 - 2,800 da 56 a 70 kg. al kg. € 2,600 - 2,800 Andamento del mercato: stazionario Vitelli femmine incroci con tori da carne (a parità di peso e razza le femmine vengono valutate € 0,30 in meno al Kg dei maschi) Vitelli maschi incroci con tori pie blue belga: da 46 a 55 kg. al kg. € 4,100 - 4,600 da 56 a 70 kg. al kg. € 4,500 - 5,000 Andamento del mercato: stazionario Vitelli femmine incroci con tori pie blue belga (a parità di peso e razza le femmine vengono valutate € 0,70 in meno al Kg dei maschi) VACCHE da macello (a peso morto): Razze da carne (R2 - R3 - U2 - U3) oltre 340 kg. € 2,570 - 2,670 Pezzate nere o altre razze (O2-O3) da 300 a 350 kg. € 2,420 - 2,520 Pezzate nere o altre razze (O2-O3) da 351 kg. e oltre € 2,570 - 2,670 Pezzate nere o altre razze (P3) da 270 a 300 kg. € 2,220 - 2,320 Pezzate nere o altre razze (P3) da 301 e oltre € 2,370 - 2,470 Pezzate nere o altre razze (P2) da 240 a 270 kg € 2,140 - 2,240 Pezzate nere o altre razze (P2) da 271 e oltre € 2,190 - 2,290 Pezzate nere o altre razze (P1) fino a 210 kg. € 1,640 - 1,790 Pezzate nere o altre razze (P1) da 211 a 240 kg. € 1,790 - 1,890 Pezzate nere o altre razze (P1) da 241 kg e oltre € 1,890 - 1,990 Andamento del mercato: calmo VITELLONI da macello (a peso morto): Limousine (U2 - U3 - E2 - E3) da 350 a 380 kg. al kg. € 4,510 - 4,660 da 381 a 400 kg. al kg. € 4,370 - 4,470 da 401 kg. e oltre al kg. € 4,200 - 4,300 Charolaise o incr. francesi (U2 - U3 - E2 - E3) da 380 a 420 kg. al kg. € 4,120 - 4,200 da 421 a 450 kg. al kg. € 4,060 - 4,150 da 451 kg. e oltre al kg. € 3,960 - 4,040 Andamento del mercato: calmo SCOTTONE da macello (a peso morto): Limousine (U2 - U3 - E2 - E3) da 230 a 270 kg. al kg. € 4,850 - 4,950 da 271 a 300 kg. al kg. € 4,640 - 4,740 da 301 kg. e oltre al kg. € 4,570 - 4,630 Charolaise o incr. francesi (U2 - U3 - E2 - E3) da 260 a 300 kg. al kg. € 4,340 - 4,440 da 301 a 340 kg. al kg. € 4,300 - 4,400 da 341 kg. e oltre al kg. € 4,280 - 4,380 Andamento del mercato: pressochè stazionario Uova Nazionali fresche colorate in natura (€/Kg) Prezzi I.v.a. Esclusa - Franco azienda. Quotazioni del mercato avicunicolo del comune di Forli’ (www.avicola-forli.com) Listino dei prezzi rilevati del 25/05/2015 Uova nat. S - meno di 53 gr. al Kg € 0,8100 - 0,8500 Uova nat. M - da 53 a 63 gr. al Kg € 0,9100 - 0,9500 Uova nat. L - da 63 a 73 gr. al Kg € 0,9400 - 0,9800 Uova Nazionali Fresche Colorate e Selezionate (€/100pz) Prezzi I.v.a. Esclusa - Franco centro imballaggio. Quotazioni del mercato avicunicolo del comune di Forli’ (www.avicola-forli.com) Listino dei prezzi rilevati del 25/05/2015 Uova sel. S. - meno di 53 gr. €/100pz 8,7000 - 8,9000 Uova sel. M. - da 53 a 63 gr. €/100pz 9,9000 - 10,100 Uova sel. L - da 63 a 73 gr. €/100pz 10,700 - 10,900 Uova sel. XL - da 73 gr. e più €/100pz 12,900 - 13,100 GASOLIO AGRICOLO Prezzi al consumo Iva esclusa consegne a destino del 15 maggio 2015 - Fino a litri 1.000 €/Lt 0,867 - da litri 1.001 a 2.000 €/Lt. 0,858 - da litri 2.001 a 5.000 €/Lt. 0,840 - da litri 5.001 a 10.000 €/Lt. 0,826 - oltre litri 10.000 €/Lt. 0,821 Prezzi medi informativi rilevati in provincia di Mantova ANNUNCI ECONOMICI Sei socio di Confagricoltura Mantova? Vuoi pubblicare qui gratuitamente un annuncio economico che riguarda la tua azienda agricola? Invia il testo dell’annuncio a: [email protected] VENDESI DUE FONDI AGRICOLI Entrambi posti nel Comune di Quingentole, di complessive biolche mantovane 59 circa. Per informazioni telefonare al n. 055-5000754. UNIPEG SOC. COOP. AGRICOLA VENDO ATOMIZZATORE Marca Mantovani, capacità 15 quintali, pompa a pistoni Pratissoli. Per informazioni telefonare al n. 366-3444006. Sede Operativa - Pegognaga (Mn) Strada Chiaviche 36 Tel 0376 5541 Fax 0376 554200 Sede Legale - Reggio Emilia Via Due Canali 13 Tel 0522 2371 www.unipeg.it ANDAMENTO - PREZZI DEI BOVINI - PESO MORTO Direttore Responsabile: Daniele Sfulcini Design: fachiro.com Stampa: Publi Paolini Autorizzazione Tribunale MN - n. 14 del 6-6-1949 Iscrizione ROC N. 7843 - del 29 agosto 2001 7 EXPO 2015 INFORMAZIONI UTILI PER ACCEDERE ALLA FIERA. I l biglietto di ingresso può essere accreditato sul sito di Expo, registrandosi online a MyExpo e specificando la data della visita. Il sito espositivo di Expo si trova a nord-ovest di Milano, in collegamento diretto con i tre aeroporti della città e i principali sistemi di trasporto pubblico. Con la metropolitana. È possibile utilizzar e la linea 1 e seguire le indicazioni per la stazione di Rho Fiera Milano. La linea 1 rossa transita per le stazioni di Duomo, Cadorna e si interconnette con tutte le altre linee metropolitane. Il tempo di percorrenza previsto è di circa 25 minuti da piazza Duomo, 35 dalla stazione centrale, 20 dalla stazione Cadorna e 30 dalla stazione Garibaldi. È necessario munirsi di biglietto extraurbano. La stazione metropolitana di Rho Fiera Milano è direttamente collegata con l’accesso Ovest Fiorenza. A pochi metri dalla stazione è possibile raggiungere il piazzale dei controlli tramite un nuovo gruppo di scale. All’accesso sono presenti biglietterie e servizi al visitatore. Passati i controlli il visitatore percorre la passerella pedonale Expo-Fiera (PEF) per raggiungere il Sito. Con il treno. È sufficiente seguire le indicazioni per la stazione di Rho Fiera Milano. Il tempo di percorrenza previsto è di circa 19 minuti dalla stazione Garibaldi. Le linee suburbane S5-S6 e la nuova S14 da Rogoredo collegheranno direttamente Rho Fiera con le stazioni milanesi del Passante, la linea S11 servirà invece chi proviene da Monza, Seregno, Como; nella stazione di Rho Fiera inoltre fermeranno tutti i treni delle linee regionali da Arona, Domodossola, Varese e Torino. Con le Frecce Trenitalia. Il collegamento ferroviario ad Alta velocità si serve, in corrispondenza dell’accesso Ovest Triulza del sito espositivo, della nuova fermata dedicata servita anche dalle linee suburbane regionali e dalla linea 1 della metropolitana. Per tutta la durata dell’evento, i treni della rete nazionale e internazionale fermeranno nella stazione di Rho Fiera Expo Milano 2015 in prossimità dell’ingresso. 8 Con l’auto. Con l’auto è possibile giungere ai parcheggi, disponibili su prenotazione di: • Merlata (adiacente all’accesso Sud Merlata) • Arese (collegato con navetta gratuita con l’accesso Est Roserio) • Fiera Milano (collegato con navetta gratuita con l’accesso Ovest Fiorenza) • Trenno (collegato con navetta gratuita con l’accesso Est Roserio) I parcheggi auto e bus GT sono disponibili su prenotazione (parkexpo2015.arriva.it/expo/index.php?lang=it) confagricolturamantova.it