Periodico della Confagricoltura
di Mantova in abbonamento
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chiuso in tipografia il 28 maggio 2015
Anno LXVI - N. 11 - 1 giugno 2015
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ALLEVAMENTI INTENSIVI,
CONFAGRICOLTURA PRONTA A CHIEDERE
I DANNI ALLA TRASMISSIONE ANNOUNO.
A
lcune sere fa ad Announo, su La7,
si è parlato di allevamenti intensivi in Italia. Da associazione di
rappresentanza degli allevatori Confagricoltura, da tempo a conoscenza di quello
che sarebbe stato il tema portante della
puntata, ha scritto alla redazione della
trasmissione per chiedere di partecipare
al dibattito che ci riguarda in prima persona, ottenendo come risposta un secco
no. Comodo parlare di un argomento
mettendo a tacere la controparte, o meglio invitando in studio solo un giovane
allevatore, tale Guglielmo, per farlo confrontare con un oncologo di fama inter-
GAS SERRA, ZOOTECNIA
PROTAGONISTA NELLA PREVENZIONE.
nazionale qual è Umberto Veronesi, vegetariano convinto. Comodo escludere il
mondo allevatoriale, quello vero, rappresentato dalle organizzazioni agricole, e
diffamarlo spudoratamente mandando in
onda immagini di allevamenti squallidi e
non a norma - quale settore non ha i suoi
punti di criticità? - gettando fango su
un’intera categoria che lavora duramente
e investe milioni per adeguarsi alle rigide normative europee sul benessere animale. Non avevano forse il diritto di far
sentire la loro voce, quegli allevatori che
lavorano bene? Evidentemente no, per la
redazione di Announo, che ha preferito
LATTE, ECCO LE MISURE
DEL GOVERNO PER IL SETTORE.
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confagricolturamantova.it
contrappore la testimonianza di un solo
produttore a quella di Veronesi e di molte sigle fra animalisti, vegetariani, vegani.
Un coro di voci supportato da immagini
girate - e montate ad hoc - in un numero
di realtà, tre allevamenti, non certo rappresentativo dell’intero comparto: in Italia ci sono più di 26mila allevamenti professionali che gestiscono quasi 10 milioni
di capi, ma non contano nulla, vero? Lo
chiediamo anche a CIWF Italia, associazione che promuove pratiche rispettose
del benessere animale e che ha accompagnato la giornalista Giulia Innocenzi – che
continua nella seconda pagina
DANNI DA NEVICATA
DEL 5 E 6 FEBBRAIO, APERTI I TERMINI
PER LE DOMANDE.
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ATTUALITÀ
continua dalla prima pagina
forse non dovremmo definire tale
perché bocciata all’esame di abilitazione alla professione – nei blitz
notturni negli allevamenti intensivi
della Pianura Padana.
Confagricoltura, dopo aver visto
la puntata e reputandola profondamente ingiusta, fuorviante e
dannosa per il comparto suinicolo
- estremamente rilevante per il nostro sistema economico e impegnato da anni per migliorare i processi
e i prodotti di una filiera strategica
del made in Italy - è pronta a un’azione legale per tutelare la parte allevatoriale. I casi raccontati, che andrebbero comunque verificati alla
luce dei requisiti previsti dalla normativa nazionale ed europea, non
possono in alcun modo costituire l’immagine
dell’intero settore. Prendere come esempio
una situazione limite e considerarla rappresentativa di una realtà ben diversa vuol dire
screditare tutta la categoria e disinformare il
pubblico. Esistono decine di migliaia di allevamenti che rispettano le norme e fanno investimenti continui per adeguarsi a requisiti
ben più stringenti di quelli applicati nei Paesi
Terzi, nostri competitor. E chi conosce l’agricoltura – scusateci se pensiamo di saperne di
più di Alba Parietti, ospite in trasmissione per
motivi che ignoriamo – sa benissimo che i nostri allevamenti sono sottoposti quotidianamente a controlli ispettivi da parte di tutte le
amministrazioni competenti.
Le immagini diffuse sono a dir poco distorte e
lesive per un comparto che può vantare una
filiera di allevamenti e impianti di trasformazione al passo con i tempi e che, complessivamente, conta un giro di affari di 12 miliardi
di euro tra attività agricole e industriali; 1,3
miliardi di export con un saldo largamente
attivo e oltre 70mila addetti ai lavori, senza
GAS SERRA, ZOOTECNIA
PROTAGONISTA NELLA PREVENZIONE.
Da una parte l’attività
agricola contribuisce alla
produzione di gas; dall’altra
è l’unico settore capace
di mitigarne gli effetti.
A
gricoltura protagonista in positivo e in negativo per le emissioni
di gas serra. Da una parte l’attività agricola contribuisce alla produzione di gas per un 7,5% del totale in Italia
(10% nel resto dell’Unione europea),
dall’altra è l’unico settore capace di mitigarne gli effetti. È quanto emerso dal
convegno tenutosi giovedì 14 maggio a
Mantova presso la sede di Confagricoltura, dal titolo “Scenari di cambiamenti
climatici per gli allevamenti italiani”,
nel corso del quale sono stati presentati i risultati di uno studio congiunto
di CRA (Centro per la ricerca in agricoltura), CRPA (Centro ricerche produzioni
animali) e INEA (Istituto nazionale economia agraria), finanziato dal MIPAAF.
Interessanti gli interventi dei relatori,
Adele Vinci del CRA e Stefano Pignedoli
del CRPA, che hanno sottolineato come
dal 1990 ad oggi le emissioni di gas serra in agricoltura siano diminuite del
18%, segno di un cambiamento in po-
sitivo delle tecniche agricole introdotte negli anni. Ma molto ancora si
può fare, utilizzando tecnologie capaci di rendere più efficienti le rese
produttive sia in campo che in stalla, migliorando l’alimentazione degli animali allevati, massimizzando
il sequestro di carbonio, attraverso
nuove piantagioni legnose, ed infine
puntando su biogas e fotovoltaico.
Un mito da sfatare, infine, è quello
che la zootecnia intensiva produrrebbe più gas serra rispetto all’allevamento estensivo. Gli studi più
accreditati dicono, invece, che sono
gli animali a bassa resa produttiva a
produrne di più per unità di carne,
uova o latte prodotta.
Il convegno, di estrema utilità per i
produttori agricoli, a detta di Pietro
Angeli, presidente dei Giovani di Confagricoltura Mantova, verrà riproposto in autunno sotto l’egida dell’associazione dei giovani agricoltori.
considerare l’indotto. Non serve entrare furtivamente in un allevamento suinicolo per carpire immagini: siamo disponibili, come operatori del settore, ad aprire le nostre aziende e
a far vedere quanto siano avanti i nostri impianti e quanto rispettino le giuste esigenze
degli animali e dei consumatori.
Il mondo della comunicazione ha bisogno di
meno sensazionalismo e più attenzione e rispetto per quei lavoratori che, ogni giorno,
contribuiscono a garantire ai consumatori
cibo sufficiente e sicuro. Oltre a un contributo essenziale alla crescita dell’occupazione
del Paese.
NUOVO PSR,
APERTO IL BANDO
PER L’AGRICOLTURA
BIOLOGICA.
Si comunica che la Regione Lombardia ha aperto il bando misura 11 “agricoltura biologica”
del nuovo PSR 2014 - 2020. Le domande si potranno presentare entro il 15 giugno 2015. Si
sottolinea come per procedere alla presentazione della domanda, il produttore dovrà tramite CRS o CNS dare delega al Caa di Confagricoltura Mantova. Il vincolo è di sei anni.
La domanda di aiuto deve essere chiusa e validata (con file firmato e allegato) entro i termini
di chiusura del bando. Scaduti i termini, i procedimenti di domanda di aiuto chiusi, ma non
firmati, non sono considerati validi.
Premi previsti:
Coltura
Conversione
(€/ha)
Mantenimento
(€/ha)
Seminativi
375
345
Colture orticole
600
540
Colture arboree
900
810
Prato permanente
125
110
Colture foraggere
per aziende
zootecniche
600
540
Per procedere alla presentazione della domanda è necessario rivolgersi al proprio ufficio di
zona con la Carta nazionale o regionale dei servizi (CNS o CRS) con il proprio PIN.
SEI PRONTO PER IL NUOVO PSR? VIENI IN CONFAGRICOLTURA.
A giugno la Regione Lombardia aprirà il bando della misura investimenti del nuovo Programma di sviluppo rurale.
Rivolgiti agli uffici di Confagricoltura per conoscere le opportunità di finanziamento e presentare la domanda di contributo.
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AFFIDATI ALLA COMPETENZA DI CONFAGRICOLTURA MANTOVA.
LATTE, ECCO LE MISURE
DEL GOVERNO PER IL SETTORE.
E’
stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 103 del 6 maggio 2015, il
decreto-legge 5 maggio 2015, n. 51,
che reca disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno
alle imprese agricole colpite da eventi di
carattere eccezionale e di razionalizzazione
delle strutture ministeriali. La normativa entrata in vigore merita particolare attenzione
per le misure urgenti tese a rendere meno
impattante il superamento nel settore lattiero-caseario del regime delle quote latte,
ma anche per i futuri assetti che si intendono sviluppare per rafforzare la competitività
del nostro sistema produttivo primario, che
denuncia ancora una situazione di frammentazione.
Rateizzazione dell’importo del prelievo
supplementare sul latte bovino non ancora
versato.
All’articolo 1 del decreto legge in oggetto
è stata prevista la possibilità di rateizzazione del pagamento dell’importo del prelievo
supplementare sul latte bovino dovuto per
il periodo 1° aprile 2014 – 31 marzo 2015.
Tale rateizzazione prevede il pagamento
di tre rate annuali, senza interessi, di pari
importo versate entro il 30 settembre degli
anni 2015, 2016 e 2017, previa prestazione
da parte del produttore richiedente di fideiussione bancaria, a copertura delle rate
2016 e 2017, esigibile a prima e semplice richiesta, a favore dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA). Le domande di
adesione a tale rateizzazione, a cui possono
accedere solo i produttori con importi superiori ai 5mila euro, devono essere presentate entro il 31 agosto 2015.
Si decade dalla concessa rateizzazione in
caso di mancato, parziale o ritardato versamento di una rata. Si precisa che gli interessi
della rateizzazione rientreranno nei calcoli
del de minimis.
Disposizioni per il rispetto di corrette relazioni commerciali in materia di cessione di
prodotti agricoli.
L’articolo 2, comma 2, del decreto-legge in
esame, interviene anche sulla disciplina delle relazioni commerciali in materia di cessione di prodotti agricoli e agroalimentari dettata, come noto, dall’art. 62 decreto-legge
1/2012, convertito nella L. n. 27/2012.
In particolare tale intervento riguarda sia
aspetti relativi esclusivamente ai contratti
aventi ad oggetto la cessione di latte crudo,
sia aspetti della disciplina prevista in generale dall’art. 62 per la cessione di tutti i prodotti agricoli ed alimentari.
Con riguardo alla cessione di latte crudo la
norma in commento stabilisce che la durata
del contratto debba essere non inferiore a
12 mesi, salvo rinuncia espressa formulata
per scritto dal cedente.
Quindi per tali contratti la legge stabilisce
non solo la necessità che siano indicati obbligatoriamente tutti gli elementi indicati
dall’art. 62 (quantità, caratteristiche, prezzo, modalità di consegna e di pagamento,
ferma restando la forma scritta), ma stabili-
LATTIERO-CASEARIO
sce anche una durata minima, che non può
essere inferiore a 12 mesi.
Il suddetto periodo di durata (in caso di
diversa volontà voluta dall’agricoltore cedente) può essere derogato, purché questi
esprima nel contratto espressamente di volerci rinunciare.
La disciplina introdotta dalla norma in
commento interviene in sede di applicazione nell’ordinamento interno di quanto
previsto dall’art. 148 Reg. UE n. 1308/2013,
secondo cui nei paesi in cui, come l’Italia,
si adotta un sistema di forma scritta obbligatoria per i contratti aventi ad oggetto la
cessione di latte crudo, la durata minima
deve essere almeno di 6 mesi; il decretolegge, considerato tale termine come durata minima, ha previsto la durata minima
di 12 mesi.
A tal riguardo, alle cessioni in esame si applicano le altre disposizioni previste dal citato art. 148.
Da ciò consegue che i contratti in esame dovranno:
• essere stipulati prima della consegna e
per iscritto;
• il prezzo, potrà essere o fisso oppure calcolato attraverso parametri fissati nel contratto (che possono comprendere indicatori che riflettono cambiamenti di mercato), il volume, la qualità o la composizione
del latte consegnato;
• il volume di latte crudo che deve essere
consegnato e il calendario delle consegne;
• la durata (che il decreto-legge ha previsto, come detto, sia non inferiore a 12
mesi, salvo rinuncia espressa del cedente);
• le procedure di pagamento;
• le modalità di raccolta o di consegna;
• le eventuali norme
applicabili in caso di
forza maggiore.
In ordine ai suddetti
elementi, si osserva che
l’articolo 148 citato individua, come detto, i parametri per la determinazione del “prezzo da
pagare alla consegna”.
Questa disposizione appare superare, per le
vendite in esame, i termini di pagamento stabiliti dall’art. 62 (30 giorni
per i prodotti deperibili)
che, come noto, decorrono dall’ultimo giorno del
mese di ricevimento della fattura, disponendo
che il prezzo deve essere
versato alla consegna.
Peraltro, l’art. 1 del D.M.
19/10/2012 n. 189, attuativo dell’art. 62 citato,
esclude proprio l’applicazione della disciplina
sui termini di pagamento
La normativa entrata in vigore
renderebbe meno impattante
il superamento del regime
delle quote latte.
previsti dalla norma nel caso in cui la cessione sia istantanea, con contestuale consegna
e pagamento del prezzo.
Il decreto-legge inoltre, in merito al parametro per la quantificazione del prezzo,
stabilisce che i costi medi di produzione
del latte sono elaborati mensilmente da
ISMEA, tenuto conto dell’area geografica
dell’allevamento e della destinazione finale del prodotto.
Al di fuori delle novità introdotte in materia
di cessione di latte crudo, l’art. 2 in commento interviene anche su aspetti generali della
disciplina prevista dall’art. 62, prevedendo,
in particolare:
• l’aumento delle sanzioni in caso di violazioni alle regole e procedure previste
dall’art. 62, portandole;
• da euro 1.000 a euro 20.000 nei confronti del contraente che contravviene all’obbligo della forma scritta;
• da euro 2.000 a euro 50.000 nei confronti del contraente che contravviene agli obblighi di pratiche commerciali non sleali
prevista dal comma 2.
Resta confermata invece l’entità della sanzione stabilita da euro 500 a euro 500.000
nei confronti del debitore che non rispetta i
termini di pagamento.
3
CONDIZIONALITÀ
C
ome noto, tutti i beneficiari dei pagamenti comunitari sono soggetti al regime di condizionalità. Rientra come
materia di primaria importanza la protezione
delle acque dall’inquinamento, in particolare lo scarico delle acque reflue domestiche e
assimilate. Si sono da poco conclusi i controlli
della Provincia di Mantova sulle aziende campionate per l’anno 2014, che hanno presentato domanda di aiuto per la PAC e per il PSR
misura 2014 e, poiché sono state molte purtroppo le posizioni con esito negativo, che
comporterà una decurtazione dei premi e un
nuovo controllo nel corso di quest’anno, vale
la pena ricordare ancora cosa prevede la norma in materia.
Gli obblighi di condizionalità derivanti dall’applicazione della norma si dividono in:
Obblighi e divieti validi per tutte le aziende:
Le aziende devono:
• rispettare il divieto di scarico diretto nelle
acque sotterranee e nel sottosuolo;
• garantire l’assenza di fenomeni di dispersione delle sostanze di cui all’allegato I e II della
Direttiva 80/68/CEE (es. com¬bustibili, oli di
origine petrolifera e minerali, di lubrificanti
usati, di filtri e batterie esauste, prodotti fitosanitari, ecc.), al fine di evitare la loro percolazione nel suolo o sottosuolo. Tale dispersione può essere evitata stoccando le sostanze
pericolose in un locale, o in un contenitore
chiuso o protetto, posto su un pavimento impermeabilizzato, a perfetta tenuta.
Obblighi e divieti validi per le aziende i cui scarichi non siano assimilabili a quelli domestici:
• Le aziende che esercitano attività di tra-
4
ECCO I DIVIETI DI SCARICO
PER PREVENIRE L’INQUINAMENTO.
sformazione eccedenti i limiti di normalità
e complementarietà richiamati all’art. 101,
comma 7 del d.lgs. 152/06, devono:
• possedere un’autorizzazione, in corso di
validità, per lo scarico di acque reflue, rilasciata dagli enti preposti;
• rispettare le condizioni di scarico contenute nell’autorizzazione.
Si definisce scarico (art. 74 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152) qualsiasi immissione effettuata esclusivamente tramite un
sistema stabile di collettamento che collega
senza soluzione di continuità il ciclo di produzione del refluo con il corpo ricettore in acque
superficiali, sul suolo, nel sottosuolo e in rete
fognaria, indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche sot¬toposte a preventivo
trattamento di depurazione.
Si evidenzia che tutti gli scarichi devono essere preventivamente autorizzati (art. 124 del
Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152) fatto
salvo per le acque reflue domestiche o assimilate recapitanti in reti fognarie.
Si definiscono acque reflue domestiche (art. 74
del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152)
le acque reflue provenienti da insediamenti di
tipo residenziale e da servizi e derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da
attività domestiche.
Sono assimilate alle acque reflue domestiche
le acque reflue di cui all’art. 101, provenienti
da imprese:
• dedite esclusivamente alla coltivazione del
terreno e/o alla silvicoltura;
• dedite ad allevamento di bestiame;
• dedite alle attività di cui alle lettere a) e
b) che esercitano anche attività di trasformazione o di valorizzazione della pro¬duzione
agricola, inserita con carattere di normalità e complementarietà funzionale nel ciclo
produttivo aziendale e con materia prima
lavorata proveniente in misura prevalente
dall’attività di coltivazione dei terreni di cui
si abbia a qualunque titolo disponibilità.
Nell’ambito della condizionalità, si verifica la
presenza delle autorizzazioni per le aziende le
cui acque reflue non siano acque reflue domestiche e/o non siano assimilate alle stesse.
Ai sensi di quanto previsto dal D. Lgs 152/2006,
è vietato lo scarico sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo (art. 103), fatta eccezione
per insediamenti, installazioni o edifici isolati
che producono acque reflue domestiche. Al di
fuori di questa ipotesi, gli sca¬richi sul suolo esistenti devono essere convogliati in corpi idrici
superficiali, in reti fognarie ovvero destinati al
riutilizzo in conformità alle prescrizioni fissate.
È sempre vietato lo scarico diretto nelle acque
sotterranee e nel sottosuolo (art. 104).
DANNI DA NEVICATA
TECNICO-ECONOMICO
DEL 5 E 6 FEBBRAIO,
APERTI I TERMINI PER LE DOMANDE.
S
i informa che il Ministero delle Politiche
Agricole ha pubblicato in data 14 maggio 2015 la declaratoria con cui riconosce
i danni alle strutture e infrastrutture aziendali
da eccesso di nevicata dei giorni 5 e 6 febbraio
2015, per i comuni di:
Acquanegra sul Chiese, Asola, Bozzolo, Canneto sull’Oglio, Casalromano, Commessaggio,
Dosolo Gazzuolo Marcaria, Mariana Mantovana, Pomponesco, Rivarolo Mantovano, Sabbioneta, San Martino dall’Ardine, Viadana.
Sono aperti quindi i termini per la presentazione delle domande di contributo da parte delle
aziende agricole situate nei territori dei comuni delimitati sulle spese di riparazione delle
strutture danneggiate da tale evento.
Le colture e piantagioni sono escluse.
Le domande possono essere presentate dai titolari delle imprese agricole entro il termine
dei 45 giorni dalla data di pubblicazione del
decreto ministeriale, quindi entro il prossimo
28 giugno 2015, alla Provincia di Mantova.
Sul sito della Provincia di Mantova è possibile scaricare il modello di domanda per l’invio tramite pec: www.provincia.mantova.
it/extendedsearch_modul.jsp?area=40&ID_
LINK=269&page=7&IDCTX=540&id_
context=540&COL0002=2
Per presentare le domande e chiedere informazioni è necessario rivolgersi ai nostri uffici
di zona.
Possono essere presentate
dai titolari delle imprese
agricole entro il prossimo
28 giugno 2015.
AGRICOLTURA INTEGRATA, PRESTO UN MARCHIO NAZIONALE.
S
i ritiene utile informare della riunione
di presentazione del Sistema Nazionale
di Qualità per la Produzione Integrata
(SQNPi) presso il Mipaaf di qualche giorno fa.
L’iter di questo sistema è stato molto lungo. Basti pensare che la sua prima presentazione ufficiale è avvenuta nel lontano 2012.
Sin da allora è stato chiaro che le organizzazioni imprenditoriali non sarebbero state coinvolte
nei tavoli tecnici del Ministero troppo impegnato a gestire le diverse posizioni regionalistiche.
Il risultato è stato quello di un Sistema fatto più
per soddisfare le necessità burocratiche delle
pubbliche amministrazioni che per fornire un
valido strumento competitivo alle aziende agricole.
Il nuovo SQNPi si limita a certificare i disciplinari
agro ambientali regionali già esistenti. Questo,
di fatto, complica l’utilizzo del nuovo sistema.
Il futuro sistema sarà composto da ben venti disciplinari differenti, anche se dovranno seguire
le direttrici delle linee guida nazionali. Ciò va
contro gli interessi, più volte ribaditi al Ministero, del mondo dell’imprese ed in particolare
dalla GDO, che ha bisogno di un sistema di produzione integrata unico, semplice, omogeneo
e lineare.
La presenza di venti disciplinari non permetterà l’auspicato mutuo riconoscimento con altri
sistemi europei (EUREPGAP per esempio) che
già sono richiesti alle nostre aziende. Le imprese della produzione primaria rimarranno così
soggette alle richieste provenienti dai disciplinari di qualità stranieri, non vedendo tutelato
e promosso un vero sistema italiano di produzione integrata.
Il sistema è certificabile ed è prevista l’istituzione del “marchio nazionale di produzione
integrata”, L’SQNPi sarà controllato sia da organismi di certificazione accreditati che da enti
pubblici. In pratica sarà possibile che le stesse
Regioni concedano la certificazione.
In relazione alle misure agro
ambientali previste dai pros-
simi programmai di sviluppo rurale è emerso
dalla riunione che la partecipazione al SQNPi
sarà considerata obbligatoria, ma non la certificazione.
Le Regioni che prevederanno contributi per tali
misure controlleranno l’applicazione del sistema. In pratica, controllando l’applicazione dei
disciplinari regionali di agricoltura integrata,
non cambierà nulla se non un aumento della
burocrazia. Infatti, per accedere al SQNPi ogni
azienda dovrà fare richiesta attraverso il portale SIAN, scegliere l’enti di controllo, e compilare
tutti i moduli richiesti. Sarà poi l’organismo di
controllo che, dopo la visita ispettiva, comunicherà attraverso il portale SIAN l’idoneità all’iscrizione al SQNPi.
Terminata la procedura sarà possibile accedere
ai fondi destinati alle misure agro ambientali
del programma di sviluppo rurale.
NOVITÀ PER L’ADEGUAMENTO
ANTINCENDIO DELLE STRUTTURE
RICETTIVE.
C
ome noto, il 28 febbraio scorso
è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale la Legge 27 febbraio
2015, che introduce novità importanti
anche per alcune imprese agricole. In
particolare, per quanto riguarda l’adeguamento alle disposizioni per la
prevenzione incendi delle strutture
ricettive che abbiano più di 25 posti
letto, il termine ultimo per rispondere
all’adempimento è stato posticipato al
31 ottobre 2015. Il decreto dello scorso
dicembre lo aveva fissato al prossimo
30 aprile.
Nello specifico lo slittamento per l’adeguamento alle disposizioni in materia di prevenzione incendi al 31 ottobre 2015 si applica nel caso di strutture ricettive turistico – alberghiere con
oltre 25 posti letto, esistenti alla
data del 26 aprile 1994. E in possesso, alla data del 1° marzo 2015,
dei requisiti di ammissione al piano
straordinario biennale di adeguamento all’antincendio. I requisiti di
ammissione al piano sono disciplinati dall’articolo 5 del DM 16 marzo 2012.
Resta sempre in vigore il comma 2
dell’articolo 11 del decreto legge
30 dicembre 2013, con cui viene
demandato ad un decreto del ministro dell’Interno - non ancora emanato - l’aggiornamento delle regole tecniche di prevenzione incendi
per la costruzione e l’esercizio delle
attività turistico-alberghiere di cui
al D.M. 9 aprile 1994.
5
VITA SINDACALE
G
arantire all’animale condizioni di benessere
ottimali per portare ai massimi livelli la sua
capacità produttiva. È una scelta chiara quella
dell’azienda agricola Bertia di Viadana, prima classificata a livello provinciale e settima in Italia – nel
2014 – nella graduatoria di merito degli allevamenti
per tenore di proteine nel latte. Una classifica stilata
dall’Associazione italiana Allevatori che, dopo controlli mensili decisamente serrati, premia il latte qualitativamente migliore, non a caso quello più proteico
costa di più. «Qui – spiega Alessandro Zambello, contitolare dell’azienda insieme alla moglie Marina Flisi
– abbiamo fatto investimenti su scelte genetiche precise e lavorato per arrivare a una mandria uniforme.
C’è voluto molto tempo, ma abbiamo raggiunto il risultato sperato. Puntando, da sempre, sul benessere
perché se un animale non è tranquillo né alimentato
come dovrebbe, non può certo rendere al massimo
PROTEINE NEL LATTE?
IL PRIMATO È MANTOVANO.
VIAGGIO NELL’AZIENDA
AGRICOLA BERTIA.
delle sue potenzialità». E l’azienda Bertia, associata a Confagricoltura Mantova,
spicca per produttività: 200 vacche da
latte per 40 litri giornalieri per capo. Numeri importanti, considerando che una
vacca produce mediamente tra i 30 e i
35 litri al giorno. «E ammontano a 127 i
quintali di latte prodotto per capo in una
lattazione, ovvero in 305 giorni», puntualizza il dirigente operativo dell’impresa Giuliano Musa, che segue quotidianamente la stalla. Il latte che viene conferito alla Latteria Sociale di Mantova per il
Grana Padano; mentre le scrofe – ce ne
sono 830 – sono destinate ai circuiti del
Parma e san Daniele.
L’azienda, acquistata verso la metà degli anni Sessanta da Marino Ghinzelli,
macellatore noto in tutta Italia, originariamente contava solo una ventina di
vacche da latte e col tempo si è evoluta
soprattutto sotto l’impulso della figlia
Bianca e di suo marito Luigi. «Sempre
con la convinzione che ogni investimento doveva avere un ritorno certo,
ma a lungo termine – ha aggiunto
Zambello – È questa la filosofia che
ci ha spinto a lavorare con pazienza
e fiducia e a raggiungere determinati
traguardi».
Fra gli investimenti, anche il biogas:
«Avendo un’azienda zootecnica – ha
aggiunto Zambello – abbiamo optato
per un impianto che utilizzi i liquami
da stalla e non le biomasse. Inoltre,
tramite un impianto di teleriscaldamento interno, siamo riusciti a riscaldare tutta la parte in cui vengono allevati i suini piccoli. Disponiamo anche
di un sistema di tubature sotterranee
che ci ha permesso di svincolarci da
tutti i problemi legati al trasporto e
allo spandimento in superficie, quindi
un metodo altamente sostenibile».
MERCATI ESTERI, A NOVEMBRE CORSO PER GLI OPERATORI.
I
6
l Sole 24 ore e l’ICE (Agenzia per il commercio estero) organizzano un executive
master rivolto a rafforzare competenze
specifiche al fine di definire e guidare progetti di espansione all’estero, valutandone
l’impatto sul piano gestionale, economico e
giuridico e di portare le impresa sul mercato internazionale ridisegnandole nell’ambito dell’organizzazione dei
processi produttivi, delle
strategie di penetrazione dei
mercati di vendita e delle relazioni con i fornitori.
Il corso è rivolto ad imprenditori che già operano nei
mercati esteri o che intendono aprirsi ad essi.
L’obiettivo è far acquisire
ai partecipanti le conoscenze tecniche e le competenze strategiche per guidare
un’impresa in un percorso
di sviluppo sui mercati internazionali.
Il corso si terrà a Roma ed ha una durata
di sei mesi in formula part-time con tre
giorni al mese in aula alternati a sessioni
in distance learning per rendere compatibili le esigenze connesse alla frequenza
con il proseguimento della propria attività lavorativa. Sono
previste lezioni in
aula il giovedì, il venerdì ed il sabato per
un totale di 18 giornate con inizio il 5 novembre 2015. Tra una
sessione d’aula e la
successiva, sono previste sessioni di distance learning per circa 2
ore alla settimana.
La docenza è affidata
ad esperti di economia e internazionalizzazione d’impresa,
consulenti e manager
del Sole 24 ore e di
ICE Agenzia. Al termi-
ne del percorso viene consegnato un diploma di
Excutive24 a ciascun partecipante che abbia frequentato almeno l’80% delle lezioni e superato
gli esami previsti alla fine di ciascun modulo.
Il master è a numero chiuso e prevede un processo di selezione finalizzato a valutare le esperienze professionali e le aspirazioni e motivazioni dei candidati. Le fasi di selezione prevedono l’analisi del curriculum di studi e professionale, lo svolgimento di un test scritto e di un
colloquio motivazionale.
Per candidarsi è necessario compilare la domanda di ammissione on line direttamente sul
sito della Business School nella sezione dedicata. Domanda di ammissione, date di selezione e
aggiornamenti sono disponibili sul sito:
www.bs.ilsole24ore.com/news/date-di-selezione
La quota di partecipazione è di 5.900 euro più
iva ed è comprensiva di tutto il materiale didattico in aula e on line. Il versamento della quota
può essere rateizzato in tre soluzioni. Sono anche previste borse di studio.
Sul sito di Confagricoltura Mantova e presso gli
uffici è possibile trovare la brochure illustrativa
dell’iniziativa.
MANTOVA
Listino n. 21
Giovedì 28 maggio 2015
FRUMENTO TENERO:
Panificabile Superiore (c.e. 1% max.; p.s. non inf. a
Kg. 80/hl; u. max. 14%; prot. 13% min.; w min. 250)
alla ton. € 209,00 - 212,00
Superfino (c.e. 1% max.; p.s. non inf. a Kg. 78/hl;
u. max. 14%; prot. 12% min.) alla ton. € 180,00 183,00
Fino (c.e. 1% max.; p.s. non inf. a Kg. 78/hl; u. max.
14%; prot. 11% min.) alla ton. € 182,00 - 185,00
Buono mercantile (p.s. non inf. a Kg. 76/hl; c.e. 1%
max.; u. max. 14%) alla ton. € non quotato
Mercantile (p.s. non inf. a Kg. 74/hl; c.e. 3% max.;
u. max. 14%) alla ton. € non quotato
Mercantile (p.s. inf. a Kg. 73/hl; u. max. 14%) non
quotato
Andamento del mercato: pressochè stazionario con
prezzi invariati
FRUMENTO DURO NAZIONALE (Produzione Nord)
(Mercato di Bologna del 21/05/2015 €/ton.)
Fino (79/80kg/hl,ce 1+1%,b.30/35%,v.6%,p12,5%)
295,00 - 300,00
Buono
mercantile
(77/78
kg/hl,ce
1,5+1,5%,b.50/60%,v.8%,p11,5%) 279,00 - 284,00
Mercantile (74/75 kg/hl,ce 2+2%,v. 10%) 269,00 274,00
Andamento del mercato: invariato
COLZA: (Mercato di Parigi, previsione di offerta €/
ton.) 346,2
http://commodities.euronext.if5.com/Commodities.aspx
GRANOTURCO:
Granoturco nazionale, a f. farinosa, ibridi e similari
(u. max. 14%) alla ton. € 142,00 - 144,00
Granoturco naz.le, a f. farinosa, ibridi e similari, da
fuori provincia, f. arrivo (u. max. 14%) alla ton. €
146,00 - 149,00
Granoturco estero, f. arrivo (camion ribaltabile) comunitario alla ton. €153,00 - 158,00
Granoturco estero, f. arrivo (camion ribaltabile) non comunitario alla ton. € 181,00 - 183,00
Granella verde, umidità al 25% uso foraggero non
quotato
Trinciati di mais 1° raccolto non quotato
Andamento del mercato: pressochè stazionario con
prezzi invariati
SEMI OLEOSI:
Semi di soia nazionali (umidità 14% - impurità 2%
max) alla ton. € 360,00 - 365,00
Semi di soia esteri (franco arrivo) 382,00 - 395,00
Semi di soia esteri geneticamente modificati (franco arrivo) non quotato
Andamento del mercato: pressochè stazionario con
prezzi invariati
CEREALI MINORI
Orzo nostrano in natura: p.s. min. 55 sino a 60
(umidità max. 14 %) alla ton. € non quotato
Orzo nostrano in natura: p.s. oltre 60 sino a 63
(umidità max. 14 %) alla ton. € non quotato
Orzo nostrano in natura: p.s. oltre 63 sino a 65
(umidità max. 14 %) alla ton. € non quotato
Orzo nostrano in natura: p.s. oltre 65 sino a 70
(umidità max. 14 %) alla ton. € non quotato
Orzo estero p.s. 63/64 (franco destino del compra-
IL MERCATO DELLA SETTIMANA
tore) alla ton. € 170,00 - 175,00
Orzo estero p.s. oltre 66 (franco destino del compratore) alla ton. € 174,00 - 179,00
Andamento del mercato: pressochè stazionario con
prezzi invariati
FORAGGIO SECCO
Maggengo di 1° taglio 2015 - in campo alla ton.
€ 60,00 - 65,00
Maggengo di 1° taglio 2015 - in cascina alla ton.
€ non quotato
Fieno di 2° taglio 2015 - in campo alla ton. € non
quotato
Fieno di 2° taglio 2015 - in cascina alla ton. € non
quotato
Fieno di 3° taglio 2015 - in campo alla ton. € non
quotato
Fieno di 3° taglio 2015 - in cascina alla ton. € non
quotato
Fieno di 4° taglio 2015 in campo alla ton. € non
quotato
Fieno di 4° taglio 2015 in cascina alla ton. € non
quotato
Erba medica fienata di 1° taglio 2015- in campo alla
ton. € 60,00 - 70,00
Erba medica fienata di 1° taglio 2015- in cascina
alla ton. € non quotato
Erba medica fienata di 2° taglio e successivi 2015 in campo alla ton. € non quotato
Erba medica fienata di 2° taglio e successivi 2015 in cascina alla ton. € non quotato
Andamento del mercato: stazionario
PAGLIA di frumento pressata
da mietitrebbia in campo (Rotoballe) alla ton. €
non quotato
da mietitrebbia in cascina (Rotoballe) alla ton. €
non quotato
Andamento del mercato: non quotato
RISONE
Vialone nano (resa 50 - 56) alla ton. € 820,00 870,00
Carnaroli (resa 55-61) alla ton. € 780,00 - 820,00
Arborio (resa 52 - 57) alla ton. € 770,00 - 820,00
Andamento del mercato: attivo
RISO:
Vialone nano alla ton. € 1.960,00 - 2.010,00
Carnaroli alla ton. € 1.720,00 - 1.770,00
Arborio alla ton. € 1.720,00 - 1.770,00
Andamento del mercato: attivo
FORMAGGIO GRANA PADANO
Stagionatura di 10 mesi e oltre al kg € 6,500 - 6,600
Stagionatura da 14 e oltre al kg € 7,150 - 7,300
Stagionatura di 20 mesi e oltre al kg € 7,650 - 7,800
GRANA (con bollo provvisorio di origine del Grana
Padano) - Stagionatura tra i 60 e i 90 giorni fuori
sale al Kg € 5,200 - 5,350
Andamento del mercato: stazionario
FORMAGGIO PARMIGIANO REGGIANO
Stagionatura di 12 mesi e oltre al kg € 7,550 - 7,800
Stagionatura di 18 mesi e oltre al kg € 8,250 - 8,350
Stagionatura di 24 mesi e oltre al kg € 8,950 - 9,050
Andamento del mercato: stazionario
BURRO:
Zangolato di creme fresche per la burrificazione al
kg. € 1,600
Burro mantovano pastorizzato al kg. € 1,800
Burro mantovano fresco classificazione CEE, al Kg.
€ 2,800
Andamento del mercato: stazionario
SUINI da allevamento (a peso vivo) del peso:
di 7 Kg al capo € 40,00
di 15 kg. al kg. € 3,720
di 25 kg. al kg. € 2,600
di 30 kg. al kg. € 2,500
di 40 kg. al kg. € 2,210
di 50 kg. al kg. € 1,910
di 65 kg. al kg. € 1,590
di 80 kg. al kg. € 1,390
di 100 kg. al kg. € 1,310
Andamento del mercato: calmo per i lattonzoli
SUINI da macello:
oltre 130 a 145 kg. al kg. € non quotato
oltre 145 a 160 kg. al kg. € non quotato
oltre 160 a 180 kg. al kg. € non quotato
oltre 180 kg. al kg. € non quotato
Andamento del mercato: non quotato
VACCHE da macello (a peso vivo):
vacche 1°qualità (O2 - O3 - R2 - R3) al kg. € 1,040
- 1,140
vacche 2° qualità (P2 - P3) al kg. € 0,840 - 0,940
vacche 3° qualità (P1) al kg. € 0,610 - 0,710
Andamento del mercato: calmo
VITELLONI da macello (a peso vivo):
Vitelloni incroci naz. con tori Pie Blue belga (U2 U3 - R2 - R3) al kg. € 2,170 - 2,290
Vitelloni incroci naz. con tori da carne (limousine,
charolaise e piemontese) (O2 - O3 - R2 - R3) al kg.
€ 1,880 - 1,980
Vitelloni limousine (U2 - U3 - E2 - E3) al kg. € 2,680
- 2,830
Vitelloni charolaise (U2 - U3 - E2 - E3) al kg. € 2,430
- 2,520
Andamento del mercato: calmo
Vitelli maschi pezzati neri:
da 40 a 45 kg. al kg. € 1,850 - 2,050
da 46 a 55 kg. al kg. € 2,450 - 2,650
da 56 a 70 kg. al kg. € 2,450 - 2,650
Andamento del mercato: stazionario
Vitelli femmine pezzate nere ( a parità di peso e
categoria le femmine vengono valutate € 0,30 in
meno al Kg. dei maschi)
Vitelli maschi incroci con tori limousine, charolaise
e piemontese:
da 46 a 55 kg. al kg. € 2,600 - 2,800
da 56 a 70 kg. al kg. € 2,600 - 2,800
Andamento del mercato: stazionario
Vitelli femmine incroci con tori da carne (a parità di
peso e razza le femmine vengono valutate € 0,30
in meno al Kg dei maschi)
Vitelli maschi incroci con tori pie blue belga:
da 46 a 55 kg. al kg. € 4,100 - 4,600
da 56 a 70 kg. al kg. € 4,500 - 5,000
Andamento del mercato: stazionario
Vitelli femmine incroci con tori pie blue belga (a parità di peso e razza le femmine vengono valutate € 0,70 in meno al Kg dei maschi)
VACCHE da macello (a peso morto):
Razze da carne (R2 - R3 - U2 - U3) oltre 340 kg. € 2,570 - 2,670
Pezzate nere o altre razze (O2-O3) da 300 a 350 kg. € 2,420 - 2,520
Pezzate nere o altre razze (O2-O3) da 351 kg. e oltre € 2,570 - 2,670
Pezzate nere o altre razze (P3) da 270 a 300 kg. € 2,220 - 2,320
Pezzate nere o altre razze (P3) da 301 e oltre € 2,370 - 2,470
Pezzate nere o altre razze (P2) da 240 a 270 kg € 2,140 - 2,240
Pezzate nere o altre razze (P2) da 271 e oltre € 2,190 - 2,290
Pezzate nere o altre razze (P1) fino a 210 kg. € 1,640 - 1,790
Pezzate nere o altre razze (P1) da 211 a 240 kg. € 1,790 - 1,890
Pezzate nere o altre razze (P1) da 241 kg e oltre € 1,890 - 1,990
Andamento del mercato: calmo
VITELLONI da macello (a peso morto):
Limousine (U2 - U3 - E2 - E3)
da 350 a 380 kg. al kg. € 4,510 - 4,660
da 381 a 400 kg. al kg. € 4,370 - 4,470
da 401 kg. e oltre al kg. € 4,200 - 4,300
Charolaise o incr. francesi (U2 - U3 - E2 - E3)
da 380 a 420 kg. al kg. € 4,120 - 4,200
da 421 a 450 kg. al kg. € 4,060 - 4,150
da 451 kg. e oltre al kg. € 3,960 - 4,040
Andamento del mercato: calmo
SCOTTONE da macello (a peso morto):
Limousine (U2 - U3 - E2 - E3)
da 230 a 270 kg. al kg. € 4,850 - 4,950
da 271 a 300 kg. al kg. € 4,640 - 4,740
da 301 kg. e oltre al kg. € 4,570 - 4,630
Charolaise o incr. francesi (U2 - U3 - E2 - E3)
da 260 a 300 kg. al kg. € 4,340 - 4,440
da 301 a 340 kg. al kg. € 4,300 - 4,400
da 341 kg. e oltre al kg. € 4,280 - 4,380
Andamento del mercato: pressochè stazionario
Uova Nazionali fresche colorate in natura (€/Kg)
Prezzi I.v.a. Esclusa - Franco azienda. Quotazioni del mercato avicunicolo del comune di Forli’ (www.avicola-forli.com) Listino dei prezzi rilevati del 25/05/2015
Uova nat. S - meno di 53 gr. al Kg € 0,8100 - 0,8500
Uova nat. M - da 53 a 63 gr. al Kg € 0,9100 - 0,9500
Uova nat. L - da 63 a 73 gr. al Kg € 0,9400 - 0,9800
Uova Nazionali Fresche Colorate e Selezionate (€/100pz)
Prezzi I.v.a. Esclusa - Franco centro imballaggio. Quotazioni del mercato avicunicolo del comune di Forli’ (www.avicola-forli.com) Listino dei prezzi rilevati
del 25/05/2015
Uova sel. S. - meno di 53 gr. €/100pz 8,7000 - 8,9000
Uova sel. M. - da 53 a 63 gr. €/100pz 9,9000 - 10,100
Uova sel. L - da 63 a 73 gr. €/100pz 10,700 - 10,900
Uova sel. XL - da 73 gr. e più €/100pz 12,900 - 13,100
GASOLIO AGRICOLO
Prezzi al consumo Iva esclusa consegne a destino del 15 maggio 2015
- Fino a litri 1.000 €/Lt 0,867
- da litri 1.001 a 2.000 €/Lt. 0,858
- da litri 2.001 a 5.000 €/Lt. 0,840
- da litri 5.001 a 10.000 €/Lt. 0,826
- oltre litri 10.000 €/Lt. 0,821
Prezzi medi informativi rilevati in provincia di Mantova
ANNUNCI ECONOMICI
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Per informazioni telefonare al n. 055-5000754.
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pistoni Pratissoli.
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ANDAMENTO - PREZZI DEI BOVINI - PESO MORTO
Direttore Responsabile: Daniele Sfulcini
Design: fachiro.com
Stampa: Publi Paolini
Autorizzazione Tribunale MN - n. 14 del 6-6-1949
Iscrizione ROC N. 7843 - del 29 agosto 2001
7
EXPO 2015
INFORMAZIONI UTILI
PER ACCEDERE ALLA FIERA.
I
l biglietto di ingresso può essere
accreditato sul sito
di Expo, registrandosi online a MyExpo e
specificando la data
della visita. Il sito
espositivo di Expo si
trova a nord-ovest di
Milano, in collegamento diretto con i
tre aeroporti della città e i principali sistemi
di trasporto pubblico.
Con la metropolitana.
È possibile utilizzar e la linea 1 e seguire le indicazioni per la stazione di Rho Fiera Milano. La linea 1 rossa transita per le stazioni
di Duomo, Cadorna e si interconnette con tutte le altre linee metropolitane. Il tempo di percorrenza previsto è di circa 25 minuti
da piazza Duomo, 35 dalla stazione centrale, 20 dalla stazione Cadorna e 30 dalla stazione Garibaldi. È necessario munirsi di biglietto extraurbano. La stazione metropolitana di Rho Fiera Milano è
direttamente collegata con l’accesso Ovest Fiorenza. A pochi metri
dalla stazione è possibile raggiungere il piazzale dei controlli tramite un nuovo gruppo di scale. All’accesso sono presenti biglietterie e servizi al visitatore. Passati i controlli il visitatore percorre la
passerella pedonale Expo-Fiera (PEF) per raggiungere il Sito.
Con il treno.
È sufficiente seguire le indicazioni per la stazione di Rho Fiera
Milano. Il tempo di percorrenza previsto è di circa 19 minuti
dalla stazione Garibaldi. Le linee suburbane S5-S6 e la nuova
S14 da Rogoredo collegheranno direttamente Rho Fiera con le
stazioni milanesi del Passante, la linea S11 servirà invece chi
proviene da Monza, Seregno, Como; nella stazione di Rho Fiera
inoltre fermeranno tutti i treni delle linee regionali da Arona,
Domodossola, Varese e Torino.
Con le Frecce Trenitalia.
Il collegamento ferroviario ad Alta velocità si serve, in corrispondenza dell’accesso Ovest Triulza del sito espositivo, della
nuova fermata dedicata servita anche dalle linee suburbane
regionali e dalla linea 1 della metropolitana. Per tutta la durata dell’evento, i treni della rete nazionale e internazionale
fermeranno nella stazione di Rho Fiera Expo Milano 2015 in
prossimità dell’ingresso.
8
Con l’auto.
Con l’auto è possibile giungere ai parcheggi, disponibili su prenotazione di:
• Merlata (adiacente all’accesso Sud Merlata)
• Arese (collegato con navetta gratuita con l’accesso Est Roserio)
• Fiera Milano (collegato con navetta gratuita con l’accesso
Ovest Fiorenza)
• Trenno (collegato con navetta gratuita con l’accesso Est Roserio)
I parcheggi auto e bus GT sono disponibili su prenotazione
(parkexpo2015.arriva.it/expo/index.php?lang=it)
confagricolturamantova.it
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ALLEVAMENTI INTENSIVI, CONFAGRICOLTURA PRONTA A