Io e la matematica
Cianca Giovanna
Università Cattolica
Corso di Matematiche elementari da un punto di vista superiore anno
2009 – 2010
Professore Giovanna Lariccia
Io e la matematica?
Così ,di primo impatto ho pensato che c’entrassi
poco io con la matematica.
Perché non ho mai pensato a questa relazione?
Non mi sono mai soffermata al pensiero che
introduco con questo lavoro eppure una conclusione
affermata provavo di averla già salda e sicura in me!
Il mio percorso di riconciliazione con la
matematica è iniziato proprio con questa ricerca:
perché penso che io e la matematica viviamo
agli antipodi o perché comunque ci ignoriamo?
Da bambina
Ho fatto i conti con il mio vissuto infantile e in effetti ho riscoperto in me
varie abilità creative, ma poche matematiche.
I giochi?
Ho giocato tanto con la fantasia, l’invenzione, la creatività. Ho giocato
molto all’aria aperta e molto in compagnia. Ho un fratello e una sorella
ma ho vissuto con altre famiglie e la mia infanzia è stata piena di
compagni di gioco con cui poter passare tempo libero e con cui
misurarmi nelle condivisioni e nei conflitti.
La matematica?
Penso alle costruzioni, alle ricette di cucina, alle conte per il
nascondino, alle misure di passi per fissare la rete di pallavolo. Penso
al richiamo dei grandi: “uno, due, tre,…questo è l’ultimo!”.,; alle nostre
risposte di bambini: “ancora uno!” o, da più grandicelli “ancora cinque
minuti!”.
Le elementari
Con il passare degli anni e con la scuola elementare la matematica come
materia, alla pari delle altre materie mi è piaciuta, non ricordo particolari
difficoltà. Beh! Un attimo, forse tutto liscio non è andata , perchè ricordo
uno zio impegnato a dividere fogli di carta per insegnarmi la divisione.
Le tabelline! Anche la memorizzazione delle tabelline è stata faticosa!
Il concetto di divisione l’ho poi afferrato, ma la simpatia per le divisioni
in colonna non mi è mai venuta, per tutto il futuro e il presente del mio
percorso formativo.
Alle scuole medie tuttavia mi indirizzarono allo scientifico!
Qui si apre un ferita profonda.
Lo scientifico
Lo scientifico
Un anno di studio ininterrotto, continuo, sfiancante, fatto di frustrazioni e
umiliazioni rispetto al rendimento e alla valorizzazione della mia
persona.
Avevo bisogno di ripetizioni, mi disse la prof. di matematica, anche se a
decidere che non ero all’altezza della scuola rinomata era stata
prevalentemente la leader del gruppo docente, la prof. di italiano.
Eppure la ragazza che mi seguì mi disse onestamente che non avevo
bisogno di ripetizioni. Riuscivo con i miei tempi a svolgere i compiti
assegnati. Il problema evidentemente si presentava a scuola.
Prevalentemente in quei giorni in cui mi vedevo riflessa negli occhi dei
grandi giudici come piccola e incapace.
La magistrali
Eppure, imperterrita, ricordo che la matematica tutto sommato mi
piaceva!
Superato l’anno traumatico, al termine del quale per grazia divina mi
bocciarono, finalmente ripresi a vivere.
Alle magistrali sono diventata la prima della classe anche se per
tutto il primo anno mi vedevo comunque impreparata.
La mia preparazione mi salvò in quegli anni dalla, diciamo “strana”
professoressa di matematica: “larga i ccosce…chisto è u
triangolo isoscele!”.
È lunga da spiegare…..ma tutto questo è significativo!
Comincio a capire il mio
rapporto con la matematica…
Finite le scuole superiori la mia immersione
nella vita adulta è stata immediata.
I conti in questa fase della mia vita sono stati
infiniti!
All’università non ho più studiato matematica
ma l’applicazione delle mie capacità di
conteggio, di ordine, di equilibribrio sono
state interpellate ordinariamente a partire
dalle quote di affitto, dagli stipendi, dagli orari
di lavoro intervallati da quelli di lezione…
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Lo studio e il lavoro
Il lavoro svolto per tanti anni con bambini con
difficoltà di apprendimento mi ha condotto a
rivedere la mia preparazione in qualità di
educatrice, insegnante, mamma.
La matematica con me c’entra
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La mia scelta di essere ancora sui libri per
una seconda laurea non è dettata forse dal
desiderio di essere una maestra capace di
trovare alcune risposte, pronta ad affrontare
le fatiche insieme agli alunni, soprattutto
quelli che si sentono piccoli e schiacciati,
come la Giovanna di allora?
Io e la matematica siamo cresciute insieme,
ma non me ne sono accorta in questi anni.
La matematica non si può
raccontare, bisogna farla
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Oltre alla domanda per me inizialmente
strana, riguardante il mio rapporto con la
matematica, mi hanno fatto pensare le altre
richieste di lavoro: l’albero genealogico
familiare: un primo livello di astrazione; poi le
numerazione a base tre; il blog; tic tac din
don dan con i suoi multipli di due, di tre, di
6…
Contare in base tre
Fare matematica sul pavimento con le
palline di pasta di sale e i fili di lana è
stata un’esperienza che non
dimentico.
Un terzetto non lo avevo mai costruito!
Per non parlare del parlare del
ventisettetto più il nonetto a formare un
numero di 46 in base 10, 1100 in base 3
L’albero di famiglia
Io = la n° 10 una din e una tac
Io= Un numero pari a resto zero
Il pensiero dei piccoli
matematici
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Queste esperienze mi hanno fatto pensare a
mille laboratori da realizzare con i bambini.
Immaginiamo per esempio di introdurre il
tema del mare con un gruppo di bambini e di
immedesimarci con i pesci. I pesci possono
contare, a differenza nostra con le due pinne
e la coda (numerazione a base tre)…
Comincio a vedere le cose con
attenzione diversa…
Un insieme di funghi nel cortile del mio
palazzo. Chiamo mia figlia Sara che i
prima elementare ha fatto gli insiemi!
Ho comprato solo 3 pomodori, perché
hanno un prezzo! Li metto nel piatto e
mi accorgo che sono 3…un terzetto!
Avanti tutta con la matematica!
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Intervisto insieme alle mie compagne una
maestra di matematica. Scrive testi scolastici,
ma non avrebbe mai pensato di insegnare la
matematica, in quanto preferiva le materie
letterarie. Si è riconciliata con la matematica
facendola!
Non starà mica sccadendo anche a me?
Sierpinski…
chi?
2710=10003
Numerazione a colpo d’occhio
Nel fare la spesa non ci ho
pensato subito, ma poi …
Nel cavolo vedo…Sierpinki!?
Devo fotografarlo!
I regoli e la qq storia
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Ho comprato i regoli a mia
figlia. Così, quando il
professore ci ha chiesto di
realizzare una QQstoria con
strumenti didattici, ho
pensato a loro, anche
perché è con loro che ho
provato la prima volta a
realizzare in aula disegni
con il programma a me
sconosciuto.
Sconosciuto per me anche
il linguaggio Logo!
Regolandia, il paese pieno di
regoli e regole
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Regolandia
C’era una volta un paese pieno di
palazzi regolati da regoli.
Regoli di ogni misura e regole
smisurate.
Regolandia regolava la vita dei suoi
abitanti, che tutti allineati riempivano
il paese di misure e di colori.
Ogni cosa al suo posto: ogni regolo
un colore ogni colore una regola.
I regolesi potevano percorrere infiniti
labirinti di regoli,
ma le regole erano così tante che
un giorno i colori impazzirono, i
regoli si misurarono e Regolandia
divenne sregolata e infinitamente
colorata.
regolandia
regolesi
Fantasie e progetti con il
metodo Bortolato
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Pensiamo poi al metodo Bortolato. Quante
agevolazioni potrebbero trovare i bambini
dall’insegnamento del metodo. Penso
soprattutto all’immediatezza del modo di
presentazione.
Mi vedo già come un clown a gesticolare,
rotolare, mimare le palline che cadono a
pioggia, poi si raggruppano, poi si contano
senza parlare, senza scrivere, senza
incolonnare …
Con le compagne del gruppo di
lavoro: qqstoria e Bortolato
insieme!”
Giochiamo con la storia di neve
E' una fredda serata d'inverno, Mate,un bambino curioso, guarda dalla
finestra i fiocchi che cadono e pensa: “Ma quanti saranno? Continuano a
muoversi!
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Interviste, che scoperte!
Attraverso il metodo dell’intervista vera (il genio
della porta accanto) o simulata (intervista a
Montessori), ho studiato con interesse e passione.
Il linguaggio del pc ora mi è più familiare e il mondo
che mi circonda, tanto informatizzato e
matematizzato mi fa un po’ meno paura di quanto,
inconsciamente provavo prima del corso di
matematica.
Non sarà allora che veramente questa
riconciliazione è avvenuta?
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