NOTIZIE ALTRE
Prodotti equosolidali, un mercato da incrementare
A inizio 2008 è cambiato il logo Max Havelaar, la certificazione del commercio equo e solidale. La fondazione Svizzera si è adeguata alle altre organizzazioni nella Fairtrade Labelling Organisation FLO. Ma non si tratta solo
di un'operazione cosmetica: l'etichetta riporta ora anche un numero di identificazione - il FLO-ID - che permette di risalire all'origine di ciò che abbiamo acquistato.
di Daria Lepori
Nel 2007 la vendita di prodotti con il
marchio Max Havelaar (di seguito
MH) è aumentata in Svizzera del 16%
rispetto all'anno precedente raggiungendo la cifra d'affari di 259,7 milioni
di franchi. In testa alla graduatoria
delle vendite troviamo la banana con
28mila tonnellate, quasi 90 milioni di
franchi di cifra d'affari e una quota di
mercato del 52,1%. Il 27% delle
banane certificate sono anche bio,
mentre in pratica tutto lo zucchero
(97%) e buona parte del cacao (81%)
certificati MH e venduti nel nostro
paese sono bio. Rispetto al 2006 la
vendita di succhi di frutta è più che
raddoppiata. Il fenomeno si spiega
con l'arrivo tra i partner della
Fondazione MH di un importante
produttore di succhi, con l'aumento
del consumo di questi prodotti e con
l'introduzione nell'assortimento dei
due grandi del settore alimentare di
succhi multifrutta. Il caffè è al terzo
posto nella classifica elvetica (per fatturato), dietro le banane e i fiori (rose
soprattutto).
Insomma gli svizzeri continuano a
14
il dialogo 4/08
essere i campioni del mondo nel consumo di prodotti equosolidali con
una spesa media per abitante di 20
euro e 80 (seconda è l'Inghilterra con
12 euro).
Globalmente la vendita di prodotti
fairtrade è aumentata del 47% nel
2007 con una cifra d'affari stimata a
2,3 miliardi di euro. Però il commercio equo rimane la "Cenerentola" del
mercato mondiale; eppure basterebbe un consumo medio di 10 euro in
ogni paese dell'OCSE e la cifra d'affari globale salirebbe subito a 10
miliardi di euro.
La Fondazione MH (Svizzera) è stata
fondata nel 1992 dalle sei maggiori
organizzazioni di cooperazione internazionale Aces, Caritas, Helvetas,
Pane per tutti, Sacrificio Quaresimale
e Swissaid. Il suo scopo è promuovere i prodotti del commercio equo, e
non di organizzarne la vendita e di
attribuire il marchio MH a prodotti
commercializzati in Svizzera. Al
Nord chi vuole acquistare la licenza
per la distribuzione e la vendita di
prodotti certificati fairtrade deve
impegnarsi garantendo un prezzo
minimo di acquisto, contabilizzando e
versando il Premio fairtrade e instaurando relazioni commerciali a lungo
termine. Nel nostro paese tra il centinaio di partner commerciali di MH
troviamo 6 dei grandi distributori del
settore alimentare, una ditta che produce indumenti e due grandi magazzini, una trentina di torrefazioni di
caffè, numerose fabbriche di cioccolato, importatori di frutta e di fiori,
produttori di succhi di frutta, organizzazioni non governative.
Nel 2007 la vendita dei diritti a questi
partner per l'utilizzo del marchio ha
fruttato 5,5 milioni di franchi alla
Fondazione MH che dal 2002 si autofinanzia così. L'incremento delle
entrate è legato non solo al numero
delle licenze emesse, ma anche al fatturato dei prodotti certificati MH.
Gli standard internazionali del commercio equo integrano i tre orizzonti
dello sviluppo sostenibile: l'economia,
la socialità e l'ambiente. L'aspetto economico prevede che ai produttori del
Sud sia garantito un prezzo minimo
che li mette al riparo dalle fluttuazioni del mercato e che è completato dal
Premio fairtrade; inoltre le relazioni
commerciali sono assicurate su più
anni e infine i produttori possono
contare su prefinanziamenti. Dal
punto di vista sociale, a lavoratrici e
lavoratori sono garantiti gli standard
dell'Organizzazione Internazionale
del Lavoro; inoltre è loro permesso di
organizzarsi sindacalmente e infine
grazie al Premio fairtrade (attribuito
alle comunità) i singoli possono accedere a progetti comunitari di promozione della qualità della vita. Dal lato
della tutela dell'ambiente, per ricevere
la certificazione, i produttori non possono utilizzare sostanze nocive per
l'ambiente e devono far capo a metodi di coltivazione che lo rispettino;
inoltre la promozione del bio è prioritaria.
Scarica

Dial 4 per sito.qxd