Psicoterapie
Definizione di Sullivan (1954)
Psicoterapia:
 SCAMBIO VERBALE TRA DUE PERSONE DI
CUI UNA E’ INDICATA COME ESPERTO
DELLA PSICHE E L’ ALTRO COME
PERSONA IN CERCA DI AIUTO
 (questa definizione non tiene conto
dell’importanza della comunicazione non
verbale)
1) Psicoanalisi e psicoterapie ad
indirizzo psicodinamico
2) Psicoterapia cognitivo
comportamentale
3) Psicoterapia sistemico-relazionale
PSICOANALISI
(Freud 1856 – 1939)
 Panorama storico:
 primato della fisiologia sulla psicologia
 osservazione alla base di alcuni disturbi
funzionali non ci sono problemi organici di
partenza
 Charcot medico francese cura l’isteria con
l’ipnosi
 studiando con Charcot , Freud osserva che
alla base dei sintomi organici ci sono traumi
psichici del passato
 Problema dell’ipnosi :i sintomi si
interrompono ma non scompaiono
 Freud adotta una variante dell’ipnosi definita
metodo catartico e in cui il paziente ricorda
le esperienze dolorose del passato si
delineano le basi teoriche e terapeutiche della
psicoanalisi
 Gli elementi psichici dimenticati sono
patogeni non perchè ricordi di traumi
effettivamente avvenuti ma perchè
inaccettabili dalla coscienza
 Sono incompatibili con la coscienza perchè
sono associati a significati sessuali, infatti
sono ricordi, vissuti ed affetti che risalgono
all’infanzia e che sono ancora attivi nella vita
adulta
 La sessualità infantile è alla base del
sintomo nevrotico e alla base dello
sviluppo normale
 Nel 1896 nel libro eredità ed eziologia della
nevrosi, modello teorico-esplicativo dei
fenomeni patologici e dei processi psichici
normali. Illustra cioè come si svolgono e si
manifestano i processi psichici considerando
che la vita psichica è soprattutto inconscia
 La psicoanalisi è quindi
quella tecnica terapeutica
che analizza le difese che la
coscienza attiva contro
l’emergere dei contenuti
inconsci
 Alcuni processi e contenuti mentali sono
inaccessibili alla coscienza anche attraverso
l’introspezione
 La coscienza non è l’unico contenitore
dell’esperienza
 L’inconscio è un mondo dotato di senso che
contiene pulsioni e fantasie e che si esprime
simbolicamente tramite sogni, pensieri e
comportamenti
 Origine psichica e non fisica del sintomo
mentale
 Conflitto tra esperienza cosciente e contenuti
rimossi delle esperienze infantili relegati
nell’inconscio dai meccanismi di difesa.
 Le pulsioni, i desideri e le fantasie legati alla
sessualità infantile ed eventuali traumi
accaduti durante lo sviluppo sono troppo
angoscianti per l’Io cosciente
 L’inconscio non è accessibile direttamente e si
esprime in chiave simbolica
 I suoi contenuti possono essere inferiti dal
materiale osservabile cioè sogni, ricordi e
comportamenti quotidiani del paziente
 Il paziente rivive esperienze significative e
relazioni infantili trasferendole sull’analista:
fenomeno del transfert
 Il paziente è l’ unico depositario di una
conoscenza che non sa di avere e fa un
lavoro introspettivo per recuperare ricordi,
sogni, associazioni, emozioni
 L’analista interpreta il materiale offerto dal
paziente per riconoscere contenuti
significativi ed aiutare il paziente a svelare i
significati inconsci
 metodo terapeutico: nel transfert il
paziente rivive le esperienze ed emozioni
significative del suo passato
 Transfert
 Controtranfert
 Setting
Criteri estrinseci
della psicoterapia psicoanalitica
 frequenza delle sedute
 uso del lettino
 selezione dei pazienti
 Estrema flessibilità nell’impiego della tecnica
(sedute sia frequenti che monosettimanali o
addirittura a frequenza variabile
 Uso del lettino o della sedia
 Pazienti anche gravi e/o con farmaci
 Setting istituzionali o di gruppo, emergenze,
terapie brevi, ecc.).
Criteri intrinseci
 1. Centralità dell’analisi del transfert,
il quale però ora viene
riconcettualizzato in termini
“relativistici”, nel senso che entrambi
paziente e analista hanno una visione
plausibile della realtà
 2. L’analista non è mai neutrale, in
quanto non può non partecipare
all’interazione col paziente; non esiste
un transfert “puro” o
“incontaminato”, nel senso che
avviene sempre una certa dose di
manipolazione del transfert
 3. La “nevrosi transferale regressiva” può
essere un effetto iatrogeno della psicoanalisi
classica (nella misura in cui ad esempio può
indurre una infantilizzazione del paziente);
 non serve far regredire il paziente al di là di
quella che è già la sua patologia, e se occorre
un “setting classico” per far rivivere la nevrosi
infantile, questa è la dimostrazione che essa
non è la riproduzione dell’infanzia, ma prima
di tutto la risposta a questo “setting classico”
 4. L’ interpretazione rimane lo strumento
privilegiato di intervento, ma va indirizzata
prima all’hic et nunc della seduta, e poi
eventualmente al passato; inoltre, accanto
all’interpretazione, viene rivalutato il fattore
terapeutico del rapporto con l’analista, che è
una nuova esperienza emozionale mai fatta
prima.
COMPORTAMENTISMO
 Watson nel 1913 pubblica un manifesto che
avvia la rivoluzione comportamentista :
 la psicologia è un settore sperimentale delle
scienze naturali che ha lo scopo di prevedere
e descrivere il comportamento
 Comportamento: fenomeni muscolari e
ghiandolari osservabili oggettivamente
 Metodo sperimentale: osservazioni
oggettive in situazioni controllate e ripetibili il
comportamentismo rifiuta di studiare i
contenuti della mente e della coscienza
perché non osservabili e impiega lo stesso
metodo impiegato nelle scienze naturali
 Organismo=black box: quello che accade
all’interno dell’organismo non è conoscibile
 Continuità animale – uomo: analisi del
comportamento animale per poi estendere i
risultati al comportamento umano.
 Watson è un allievo della scuola funzionalista
ed importa nel comportamentismo le teorie
evoluzionistiche di Darwin
 Thorndike precursore del
comportamentismo studia l’apprendimento
animale
 1) l’apprendimento avviene per tentativi ed
errori
 2) legge dell’effetto: le risposte corrette sono
ripetute, le risposte errate sono abbandonate
 3) legge dell’esercizio le risposte più
esercitate sono meglio apprese
 4) la risposta corretta che porta al successo
produce un effetto di soddisfacimento e
rinforza la connessione tra stimolo e risposta
 Lo psicologo comportamentista studia le
connessioni S-R Stimolo-Risposta , come cioè le
risposte variano al variare degli stimoli
 Skinner distingue i comportamenti in
rispondenti innati
 appresi con condizionamento classico
 operanti emessi spontaneamente e
attivamente e appresi per associazione S-R
tramite il rinforzo
 i comportamenti operanti aumentano o
diminuiscono in funzione del rinforzo (premio o
punizione)
COGNITIVISMO
 Rifiuto del metodo introspettivo,
 Uso di esperimenti e di analisi statistiche
 I processi mentali non sono osservabili ma si
studiano a partire dai comportamenti
 Memoria ,attenzione e pensiero sono osservabili
 Si studiano fenomeni parziali per spiegare il
funzionamento della mente in interazione con
 l’ambiente
Psicoterapia cognitivo
comportamentale
1) Si basa sulle teorie dell’apprendimento
2) Ruolo centrale delle cognizioni rispetto alle
emozioni (A.Beck: “As you think so you will
feel!)
3) La terapia è centrata sulla risoluzione dei
sintomi, l’aspetto esplicativo non viene
messo a fuoco
1)
Psicoterapia familiare
(sistemico-relazionale)
terapia
1) Lasistemico-relazionale
famiglia è considerata un sistema
chiuso (pag 499)
2) Causalità circolare
3) Importanza della distorsione dei processi
comunicativi all’interno della famiglia
4) Utile a soggetti giovani con patologie anche
gravi (schizofrenia, anoressia ecc.)
 I conflitti che tendono a disgregare il sistema-
famiglia creano una tensione emotiva che di
solito viene vissuta in termini drammatici dal
soggetto portatore del sintomo; egli si fa
carico, attraverso la manifestazione dei
sintomi, di distogliere i membri della famiglia
dall'affrontare in modo manifesto le proprie
difficoltà di relazione, accentrando
l'attenzione su di sé.
 Il sintomo ha quindi una doppia valenza:
segnala alla famiglia l'esistenza di un disagio
e, nello stesso tempo, rende innocuo il suo
potere distruttivo accentrando su di sé tutte
le preoccupazioni degli altri membri.
La terapia familiare
interviene attraverso varie
tecniche di lavoro sulle
famiglie, operando su 4
livelli principali di
osservazione:
1) Storia trigenerazionale della famiglia (nonni-
genitori-figli);
2) Organizzazione relazionale e comunicativa
attuale della famiglia
3) Funzione del sintomo del singolo individuo
nell'equilibrio della famiglia
4) Fase del ciclo vitale della famiglia in cui si
presenta il sintomo del singolo
 ciclo vitale: rappresenta una tappa delle varie
fasi evolutive attraversate da un sistemafamiglia; si parla, ad esempio dell'uscita da
casa dei figli a seguito del matrimonio, del
decesso di un genitore o della nascita di un
figlio etc. Questi eventi costringono il sistema
a riorganizzarsi e quindi ad evolvere verso
nuovi assetti relazionali
 Secondo l'approccio psicoanalitico la famiglia
è un particolare tipo di gruppo in cui, come
nei gruppi in generale, ostacoli al
funzionamento possono derivare da conflitti
fra le funzioni, i compiti e i ruoli dei vari
membri (Gruppo di Lavoro, nella
concettualizzazione di Bion) e dinamiche e
pulsioni sottostanti non coscienti (Assunti di
Base).
 Nella famiglia, in particolare, assumono
importanza nel creare disfunzioni e disturbi le
confusioni fra ruoli e funzioni adulte e infantili
(ad esempio la funzione di un padre assente
assunta impropriamente da un figlio maschio
che, facendo un salto generazionale, diventa
il marito-figlio della madre; oppure un figlio
che addirittura vuole insegnare ai propri
genitori come essere genitori, eseguendo un
doppio salto generazionale andando a
ricoprire il ruolo proprio dei nonni).
 L'intervento tende a diminuire le confusioni e
favorire la maturazione di funzioni genitoriali
distinte dalle componenti infantili, per
ricostituire un contenimento sufficiente che
riduca gli ostacoli e faciliti l'evoluzione del
gruppo-famiglia e dei suoi membri.
Modello strutturale
 L'approccio strutturale, promosso e
sviluppato da Salvador Minuchin, si focalizza
principalmente sul concetto di "distribuzione
del potere" interno ad ogni sistema-famiglia.
Privilegia la ristrutturazione dell'intero
sistema attraverso la ricerca di condivisione di
obiettivi da attuarsi mediante una
cooperazione tra tutti i membri della
famiglia.
Modello boweniano
Questo approccio, sviluppato da Murray
Bowen, è noto soprattutto per aver fatto del
genogramma familiare lo strumento
principale di comprensione delle dinamiche
familiari. Bowen lavora prevalentemente
sulla necessità di differenziare il più possibile
i singoli membri del sistema-famiglia.
Secondo Bowen, infatti, le principali cause di
comportamenti distonici all'interno di una
famiglia derivano dalla mancata realizzazione
del così detto "svincolo" di uno o più membri.
Una delle tecniche messe a punto da Bowen
consiste nell'individuare un singolo membro
della famiglia con lo scopo che questi possa
cambiare le "regole" familiari fino a quel
momento adottate.
Scarica