JPH - Year 7, Volume 6, Number 1, Suppl. 1, 2009 ITALIAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH Consumo di risorse e costi nei pazienti con carcinoma alla mammella metastatizzato HER2+ Simone Gerzeli1, Giovanni Aguzzi2 1 Dipartimento di Statistica ed Economia Applicate “Libero Lenti”, Università di Pavia; 2CERGAS - Centro di Ricerche sulla Gestione dell'Assistenza Sanitaria e Sociale, Università Bocconi Introduzione Attualmente sono poche le informazioni disponibili circa i costi imputabili al carcinoma metastatizzato alla mammella (MBC) a livello italiano, nonostante vi siano attendibili fonti informative su cui basare le stime di incidenza e/o di prevalenza di tale malattia (vedi capitolo 1). In considerazione della prevalenza del MBC registrata nel Paese, è ipotizzabile che il peso per la società in termini economici sia quantomeno considerevole, non solamente per quanto riguarda i costi direttamente imputabili alle prestazioni legate alla malattia (costi sanitari diretti), che sono nella quasi totalità a carico del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), ma anche per quanto riguarda il tempo dedicato dai familiari per assistere e sostenere il paziente nel percorso di cura (assistenza informale) sia da un punto di vista psicologico che operativo. A questi elementi vanno poi aggiunte le perdite di produttività, espresse in termini di tempo lavorativo perso dal paziente a causa della malattia. Costi sociali associati al carcinoma mammario A livello internazionale sono pochi gli studi che indagano specificamente il peso economico per la società di tale tipo di tumore. Sul fronte europeo, Svezia e Germania hanno recentemente affrontato il tema del costo del carcinoma alla mammella. In questi studi tuttavia, non si differenzia la fase iniziale della malattia da quella metastatica e si considera genericamente l’impatto economico del carcinoma mammario. In Svezia, il peso economico per la società attribuibile al carcinoma alla mammella è risultato pari a circa 320 milioni di Euro nel 2002 [1], equivalente a circa 1,4% della spesa totale sanitaria del paese. I costi totali considerati nell’articolo si riferiscono ai costi diretti, indiretti ed intangibili (questi ultimi, ipotizzati come il valore associato alla perdita in qualità della vita del paziente). I costi diretti sono risultati pari al 30% dei costi totali, il restante 70% essendo rappresentato circa in egual misura da costi 20 indiretti (52%) e intangibili (48%). In tale lavoro non sono stati considerati i costi relativi all’assistenza informale. In Germania, invece, il costo sociale del carcinoma alla mammella unicamente attribuibile alle pazienti femmine, è risultato essere pari a 2,05 miliardi di Euro nel 2002 [2], corrispondente a circa l’1% della spesa sanitaria totale del paese.Tali costi si riferiscono sia ai costi direttamente imputabili alla patologia, pari al 44% del totale, sia a quelli indiretti, pari al rimanente 56% sul totale. Come nello studio di Lidgren [1], non sono stati considerati i costi relativi all’assistenza informale. Costi della fase metastatica del carcinoma mammario (MBC) Il tema del peso economico del MBC è, invece, direttamente trattato solamente nella letteratura nordamericana, negli Stati Uniti ed in Canada. Alcuni autori hanno indagato la relazione tra il peso economico del MBC e la fascia d’età delle pazienti [3,4]. Per un gruppo di pazienti assistiti attraverso “Medicare” seguite per circa 16,2 mesi, un maggior consumo di risorse sanitarie è associato a pazienti più giovani [4]: gli autori concludono che tale risultato è concorde sia con la prospettiva del medico di non eccedere nell’utilizzo di sostanze potenzialmente tossiche nei pazienti più anziani, sia con la volontà stessa dei pazienti di non continuare cure oltremodo debilitanti in tarda età. Questa analisi non è concorde con i risultati di uno studio su una corte di 75 pazienti canadesi, seguiti dalla diagnosi sino alla morte, nel quale i costi ospedalieri risultano direttamente proporzionali all’aumento dell’età [3]. Pur ammettendo che quest’ultimo risultato sia davvero rappresentativo, vista la dimensione della coorte, si potrebbe argomentare che i costi sanitari variano fortemente a seconda del tipo di sistema sanitario in cui i pazienti sono assistiti e curati e delle politiche in essere in ciascun Paese [4]. Capitolo 3 JPH - Year 7, Volume 6, Number 1, Suppl. 1, 2009 ITALIAN JOURNAL L’assistenza informale nei pazienti con carcinoma mammario Un tema spesso sottovalutato nella letteratura internazionale, anche per le molte difficoltà per reperire dati robusti su cui fondare le analisi, è quello del peso dell’assistenza informale ai pazienti con MBC. Eppure, quest’ultimo aspetto rappresenta un elemento chiave in considerazione del fatto che sempre più spesso l’assistenza al paziente oncologico è erogata in contesti di Day Hospital (DH), ambulatoriali o addirittura domiciliari, ove sempre di più la cura del paziente è mediata da un assistere informale [5,6]. Tuttavia la letteratura nazionale ed internazionale fornisce poche stime a riguardo. Secondo alcuni autori, i soggetti sottoposti ad un trattamento a causa di diagnosi di carcinoma ricevono assistenza informale (prestata da un familiare, o comunque da un assistente non professionale) per 10 ore la settimana, 3 ore aggiuntive rispetto ad un soggetto con diagnosi di carcinoma non sottoposto ad alcun trattamento [6]. Costi sociali legati alla fase metastatica del carcinoma mammario HER2+ Un recente studio del Centro di Ricerche sulla Gestione dell'Assistenza Sanitaria Sociale dell’Università Bocconi (CERGAS), focalizza l’attenzione sui costi diretti sanitari della fase metastatica del carcinoma mammario HER2+ rilevati nella prospettiva dell’azienda sanitaria [7]. Le analisi sui 78 pazienti arruolati in modo retrospettivo nel periodo compreso tra il 2001 e il 2005 evidenziano come circa il 76% dei costi sanitari del percorso diagnostico - terapeutico assistenziale del paziente (PDTA) a carico dell’azienda ospedaliera sia rappresentato unicamente dalla somministrazione ciclica dei farmaci. Tale valore è stato calcolato includendo anche il costo dei materiali di consumo utilizzati, il costo del lavoro ed una quota parte dei costi generali ed amministrativi. E’ pertanto evidente come il cost-driver dei costi diretti a carico dell’azienda sanitaria sia principalmente il consumo di risorse legato alle prestazioni di somministrazione di farmaci. Tuttavia, le nuove strategie terapeutiche che la ricerca oncologica offre continuamente all’interno del sistema sanitario rendono necessario osservare dati recenti sull’utilizzo dei vari trattamenti nella pratica clinica corrente; in particolare nel campo dei “farmaci biologici, settore d’avanguardia, per i quali il costo è ancora elevato per l’introduzione degli anticorpi monoclonali” [8]. OF PUBLIC HEALTH Come nella gran parte dei paesi europei, in Italia dunque non abbiamo ancora in letteratura una stima del consumo di risorse e del costo associato alla fase metastatica del carcinoma mammario per i pazienti HER2+. L’efficacia e la sicurezza dei nuovi trattamenti, evidenziate attraverso le sperimentazioni cliniche, costituiscono, di norma, un requisito necessario ma non sempre sufficiente a far sì che un principio attivo sia inserito all’interno di protocolli terapeutici di riferimento in uso nella pratica clinica. L’impatto economico di una determinata opzione terapeutica gioca, infatti, un ruolo sempre più rilevante nelle decisioni di allocazione delle risorse sanitarie. Le crescenti pressioni al contenimento dei costi richiedono pertanto informazioni aggiuntive sull’impiego di risorse connesso alle terapie. Obiettivo Il presente lavoro si prefigge di colmare, almeno in parte, questa lacuna conoscitiva, fornendo, indipendentemente dalle implicazioni di efficacia: i) l’identificazione del percorso clinico in termini di consumo di risorse dei pazienti con MBC HER2+ sottoposti a trattamento farmacologico; ii) una stima dei costi di produzione e dei costi pieni dei trattamenti farmacologici identificati nella prospettiva dell’azienda ospedaliera; si è focalizzata l’attenzione solamente sui costi associati alle prime due linee di trattamento della fase metastatica. Metodi E’ stata effettuata un’analisi dei costi per misurare in unità fisiche e attribuire un valore monetario a tutte le attività richieste per la somministrazione del trattamento farmacologico (citotossici e eventuali anticorpi monoclonali) in ospedale a pazienti con carcinoma alla mammella metastatizzato HER2+. L’analisi del consumo di risorse e dei costi unitari è stata eseguita mediante l’approccio del “micro-costing” e secondo la prospettiva dell’azienda ospedaliera. Tale approccio è considerato il più corretto per rappresentare il costo-opportunità delle risorse utilizzate: il valore cioè che le risorse avrebbero avuto se fossero state impiegate nella migliore alternativa possibile, in altre parole, il valore dei benefici a cui si deve rinunciare impiegando le risorse nel programma stabilito [9-13]. A tal fine si è proceduto: i) identificando i protocolli farmacologici utilizzati nella pratica clinica; ii) misurando il consumo di risorse richiesto da CAPITOLO 3 21 JPH - Year 7, Volume 6, Number 1, Suppl. 1, 2009 ITALIAN JOURNAL ciascun protocollo identificato; iii) stimando i costi unitari di ogni risorsa utilizzata nei protocolli; iv) stimando il costo di produzione e il costo pieno del trattamento farmacologico. L’oggetto di calcolo per l’analisi è stato definito come il singolo trattamento farmacologico in pazienti MBC HER2+, in considerazione del fatto che lo stesso paziente in fase metastatica può ricevere più di un trattamento nel corso del tempo. L’analisi è stata effettuata considerando la configurazione di costo di produzione e di costo pieno [14-16]. Secondo la prima metodica, le componenti del valore di un determinato oggetto sono rappresentate dai costi speciali, ossia quelli relativi ai fattori produttivi che partecipano in modo esclusivo alla coordinazione produttiva in oggetto (ed esempio, i farmaci, i materiali di consumo, il tempo del personale dedicato alla prestazione). Quando al costo di produzione vengono aggiunti valori relativi a fattori che concorrono simultaneamente a più coordinazioni produttive (costi comuni e generali) è possibile addivenire alla configurazione a costo pieno “full cost”; questa configurazione rispecchia correttamente il valore di tutte le risorse utilizzate per produrre la prestazione chemioterapica all’interno dell’ospedale [14]. Di seguito viene riportato uno schema sintetico che illustra la procedura utilizzata per l’analisi dei costi. Identificazione dei protocolli ➝ Misurazione risorse ➝ Stima costi unitari ➝ Stima costi produzione e costi pieni i) L’identificazione dei protocolli L’impossibilità di ottenere stime accurate relative all’utilizzo dei protocolli delle diverse linee di trattamento del paziente con carcinoma mammario HER2+ in fase metastatica attraverso i dati provenienti dalle statistiche ufficiali (SDO, File F, dati del servizio di farmacia e di controllo di OF PUBLIC HEALTH gestione aziendale), ha reso necessario il ricorso all’analisi della letteratura di riferimento. Dallo studio di Montemurro [17] è stato possibile identificare le opzioni terapeutiche ed i relativi outcome clinici di pazienti con MBC HER2+ con trattamento farmacologico iniziale (prima linea) basato su trastuzumab e la distribuzione dei trattamenti nel caso di prima progressione (seconda linea) sia continuando che interrompendo l’assunzione di trastuzumab. Tale studio è l’unico pubblicato nel contesto italiano che ha rilevato empiricamente la distribuzione di protocolli utilizzati nella pratica clinica, arruolando 184 pazienti tra il 1999 e il 2004 in sette strutture italiane, e rappresenta pertanto al momento la migliore fonte informativa al riguardo. Al fine di avere tanto una conferma dei dati di Montemurro quanto un aggiornamento della distribuzione dei trattamenti farmacologici somministrati a pazienti MBC HER2+, è stata condotta una rilevazione empirica sulla base delle opinioni espresse da un gruppo di “testimoni privilegiati”. Ad un panel di esperti in oncologia medica1 è stato richiesto, sulla base della loro personale esperienza e della loro pratica clinica corrente, di individuare i trattamenti farmacologici di prima e seconda linea (con le relative frequenze) somministrati a pazienti MBC HER2+. ii) Misurazione delle risorse I dati relativi al consumo di risorse dei diversi trattamenti farmacologici sono stati desunti dall’analisi dei protocolli per i pazienti con tumore metastatico alla mammella HER2+ ed il parere di esperti afferenti l’Unità Operativa Complessa di Oncologia Medica (U.O.C. Oncologia Medica) del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma2 . Tale U.O.C. consta di 26 letti di degenza ordinaria, 12 letti di DH e due ambulatori dedicati. L’attività clinica presso U.O.C. Oncologia Medica è gestita in equipe, secondo una gerarchia di responsabilità e di compiti con meccanismi di riferimento interni. L’U.O.C. di Oncologia medica ha consolidati rapporti di interdisciplinarietà con tutte le aree afferenti al percorso terapeutico del paziente oncologico, quali, ad esempio, la radioterapia, la chirurgia, le cure palliative per il paziente terminale; questo 1Carlo Barone, Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma; Paolo Pronzato, Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova; Elisabetta Munzone, Istituto Europeo di Oncologia di Milano; Giancarlo Bisagni, Arcispedale Santa Maria Nuova Azienda Ospedaliera di Reggio Emilia; Carmine Pinto, Policlino S. Orsola Malpighi di Bologna; Vito Lorusso, Ospedale Vito Fazzi di Lecce; Marco Venturini, Ospedale Sacrocuore Don Calabria Negrar di Verona. 2Responsabile di Struttura Complessa: Prof. Barone, Dirigente Medico. 22 CAPITOLO 3 JPH - Year 7, Volume 6, Number 1, Suppl. 1, 2009 ITALIAN JOURNAL facilita lo spostamento nei settori di rispettiva competenza dei pazienti oncologici, che spesso hanno bisogno di competenze specialistiche diverse (sito istituzionale). Una scheda appositamente preparata è stata compilata dallo staff della U.O.C. di Oncologia medica sulla base della pratica clinica corrente osservata nella struttura. Essa ha permesso di rilevare al livello del singolo paziente, secondo quindi un approccio bottom-up, le risorse direttamente imputabili all’oggetto di calcolo (trattamento farmacologico) (Box 1). OF PUBLIC HEALTH con un abbattimento del 50% del prezzo per i farmaci in fascia A. Sulla base delle informazioni fornite dal controllo di gestione (dati consuntivo del 2007) il peso dei centri di prestazioni comuni dell’U.O.C. di oncologia medica, riferibili a quelle attività di coordinamento e direzione di più processi tecnici e organizzativi e al funzionamento del Policlinico nel suo complesso (costi generali), sono risultati pari al 30% del costo pieno. Box 1. Box 2. iii) Stima dei costi unitari I costi imputabili ai trattamenti farmacologici, quantificabili sulla base di una relazione diretta del prezzo per quantità consumata, sono riportati nel Box 2 insieme ai relativi criteri di valorizzazione e alle corrispondenti fonti informative. Le fonti per la valorizzazione dei fattori produttivi sono stati il Servizio di Farmacia e il Controllo di Gestione del Policlinico Gemelli. In particolare, i costi dei farmaci sono stati calcolati, secondo le indicazioni della farmacia, sulla base del prontuario farmaceutico aggiornato al 2005 iv) Stima del costo di produzione e costo pieno del trattamento farmacologico Il costo di produzione [CPDZ] e pieno [CPIENO] di tutte le attività relative al trattamento farmacologico sono stati ottenuti sommando le quantità di risorse consumate moltiplicate per i corrispondenti costi unitari e, nel caso del costo pieno è stata aggiunta la quota dei costi comuni e generali. CPDZ = Σ (quantità risorse * costo di produzione unitario) CPIENO = CPDZ / (1- 30%). CAPITOLO 3 23 JPH - Year 7, Volume 6, Number 1, Suppl. 1, 2009 ITALIAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH Figura 1. Distribuzione di frequenza dei trattamenti farmacologici per MBC di prima linea. Figura 2. Distribuzione di frequenza dei trattamenti farmacologici per MBC nella seconda linea. Risultati i) L’identificazione dei protocolli Dal processo di identificazione dei protocolli si evincono le seguenti distribuzioni di frequenza dei trattamenti farmacologici somministrati ai pazienti con MBC HER2+, rispettivamente nella prima e nella seconda linea di trattamento (Figure 1 e 2). Per quanto riguarda la prima linea di trattamento vi è concordanza tra i dati di Montemurro e quelli rilevati tramite il panel di 24 esperti nel delineare quali siano i farmaci, e le combinazioni tra questi, più frequentemente somministrati ai pazienti. La percentuale di pazienti che è trattata con trastuzumab, in associazione con altri chemioterapici, varia dal 90% (dato riportato in letteratura), al 100% (secondo quanto indicato mediamente dal panel di esperti). Il panel di esperti rispetto a Montemurro da un maggior peso ai protocolli che utilizzano trastuzumab in associazione con paclitaxel (nelle sue diverse formulazioni) CAPITOLO 3 JPH - Year 7, Volume 6, Number 1, Suppl. 1, 2009 ITALIAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH Figura 3. Le attività del personale sanitario dedicato comuni ai trattamenti farmacologici ed il percorso del paziente. Tabella 1. Costo pieno per linea di trattamento farmacologico. principalmente a scapito della combinazione con vinorelbina. In seguito alla prima progressione della malattia metastatica si osserva molta più variabilità di trattamento rispetto alla prima linea, sia in presenza che in assenza di somministrazione dell’anticorpo monoclonale trastuzumab; questo è vero sia per i dati provenienti dalla letteratura scientifica di riferimento [17], sia per le informazioni raccolte dal panel di esperti. In particolare, secondo Montemurro, circa il 46% dei pazienti assume trastuzumab (in combinazione o in mono-terapia), mentre il restante 54% assume citostatici senza essere coadiuvati dall’anticorpo monoclonale. Dalle informazioni fornite invece dal panel di esperti, si rileva un maggior utilizzo di trastuzumab nella corrente pratica clinica in progressione di malattia, infatti, mediamente al 68% dei pazienti viene somministrato l’anticorpo monoclonale, con un range compreso tra un minimo del 30% ed un massimo del 100%. ii) Misurazione delle risorse Dall’analisi dei protocolli di pazienti MBC HER2+ e mediante il parere di esperti afferenti all’Unità Operativa Complessa di Oncologia CAPITOLO 3 25 JPH - Year 7, Volume 6, Number 1, Suppl. 1, 2009 ITALIAN JOURNAL OF PUBLIC HEALTH Tabella 2. Costo pieno per settimana di trattamento. Tabella 3. Costo pieno ponderato per linea e per settimana di trattamento farmacologico. Medica, raccolto in un’apposita scheda, si è potuto stimare il consumo di risorse all’interno singoli protocolli farmacologici precedentemente identificati. Tale rilevazione ha messo inoltre in evidenza le attività comuni a tutti i protocolli, svolte dal personale sanitario (il medico oncologo e l’infermiere professionale principalmente) nell’erogazione di tali prestazioni ed il percorso del paziente durante tutta la durata della cura (Figura 3). Durante il primo accesso alla struttura di DH di 26 riferimento, il paziente effettua la prima visita oncologica in cui si definisce, tra l’altro, il trattamento farmacologico appropriato. Questo si compone di citostatici e/o anticorpi monoclonali, coadiuvati ove necessario da terapie di supporto e da terapie ormonali. Nel corso degli accessi successivi, il paziente riceve il trattamento prescritto dal medico; per ognuno di questi è prevista una visita di follow-up nella quale si rivede il paziente prima di somministrare i farmaci. L’attività propedeutica a CAPITOLO 3 JPH - Year 7, Volume 6, Number 1, Suppl. 1, 2009 ITALIAN JOURNAL tale prestazione è svolta dall’infermiere professionale che prepara i vassoi di terapia per il paziente e li somministra: il processo di preparazione viene supervisionato del farmacista, il cui costo però, non essendo direttamente attribuibile al trattamento farmacologico, non è stato considerato nei costi di produzione, bensì nei costi comuni. Gli accessi alla struttura, le relative visite di follow-up e la somministrazione di farmaci sono scanditi dal numero di singoli accessi per schema moltiplicato per il numero di cicli da effettuare. Nel caso in cui il tempo di infusione totale dei farmaci nel singolo accesso, siano essi citostatici, biologici o di supporto, fosse maggiore di 4 ore, si richiedono due turni di DH per la loro somministrazione, invece di uno solamente: questo avviene solamente per l’infusione, tra i protocolli considerati, di paclitaxel 175 in associazione con trastuzumab e di docetaxel 75 in associazione con carboplatino e trastuzumab in prima linea di trattamento (Tabella 1). (iii) Stima dei costi La valorizzazione dei diversi trattamenti, mediante l’utilizzo dei costi unitari forniti dal controllo di gestione o dalla farmacia ospedaliera, permette un primo confronto in termini di consumo di risorse tra le alternative attualmente disponibili (Tabella 1). Si sottolinea la scelta fatta di utilizzare il costo unitario del farmaco paclitaxel “branded” (3,12 Euro al mg), pur in presenza di un suo generico (2,53 Euro al mg), poiché questo è effettivamente ancora utilizzato nella prassi clinica. Si nota immediatamente una forte variabilità nel costo dei trattamenti: il costo pieno in prima linea varia da un minimo di Euro 15.400 ad un massimo di Euro 36.800, mentre in seconda linea da un minimo di Euro 1.100 ad massimo di circa 17.700. I costi più elevati in prima linea sono imputabili alla maggior durata prevista del trattamento farmacologico (tipicamente 6 cicli da 21 giorni vs 4 cicli da 21 giorni) e al fatto che tutti i protocolli di prima linea comprendono anche l’anticorpo monoclonale trastuzumab. Più del 95% dei costi speciali sono rappresentati dai farmaci somministrati, mentre il rimanente dal materiale di consumo e dal tempo del personale sanitario. Come rilevato attraverso i dati del controllo di gestione quasi un terzo dei costi totali sono rappresentati dai costi di struttura. Al fine di confrontare in termini economici i diversi schemi è necessario riportare il consumo di risorse ad una durata standard tra tutti, come ad esempio, la settimana di trattamento (Tabella 2). OF PUBLIC HEALTH Necessariamente, anche su base settimanale, si riscontrano diversi consumi di risorse tra i trattamenti possibili: in prima linea paclitaxel 80 e trastuzumab in combinazione registrano il più alto costo nella prospettiva dell’ospedale, circa Euro 1.800, mentre il costo minore, circa Euro 1.230, è associato alla combinazione di docetaxel 75 e trastuzumab. In seconda linea, invece, le differenze sono ancora più marcate, andando dagli Euro 1.150 di carboplatino in combinazione con trastuzumab, agli Euro 90 di doxorubicina 60 in combinazione con ciclofosfamide. Ponderando invece i costi dei singoli trattamenti farmacologici con le corrispondenti frequenze di utilizzo, come identificate in letteratura od elaborate dal panel di esperti sopra descritte, è stato possibile ottenere una stima del costo ponderato per linea di trattamento e per settimana di trattamento (Tabella 3). Il costo medio ponderato di una prima linea di trattamento è compreso tra un minimo di circa Euro 21.800, deducibile dai dati di letteratura, ed massimo di Euro 28.200, quest’ultimo calcolato come media aritmetica dei sette pareri di esperti. In seconda linea invece, è possibile desumere un costo ponderato di circa Euro 7.500, sulla base dei dati di Montemurro, da confrontare con il valore medio di Euro 9.600 ottenuto dall’opinione degli esperti. Il costo medio ponderato di una settimana di trattamento in prima linea varia da un minimo, deducibile dalla letteratura, di Euro 1.320 circa, ad un massimo di Euro 1.510, quest’ultimo ancora calcolato come media aritmetica tra i pareri degli esperti. In seconda linea invece, dalla letteratura si desume un costo medio ponderato settimanale di circa Euro 590, mentre secondo il panel di esperti si raggiunge un costo di Euro 780 circa; nel caso si considerasse una seconda linea in cui trastuzumab compare in ogni trattamento, il costo salirebbe a circa Euro 1.040 (cfr. parere n. 2 e 7). Osservazioni conclusive Il presente lavoro cerca di colmare una duplice lacuna conoscitiva nel nostro Paese: fornisce evidenza circa l’identificazione delle risorse utilizzate all’interno del trattamento farmacologico dei pazienti con MBC HER2+, e presenta una stima dei relativi costi nella prospettiva della singola azienda ospedaliera. Oltre ad una stima dei costi unitari dei diversi trattamenti farmacologici è stato stimato il costo medio del trattamento di prima e seconda linea: ciò è stato ottenuto ponderando i costi unitari dei trattamenti farmacologici identificati per la loro corrispondente distribuzione di utilizzo CAPITOLO 3 27 JPH - Year 7, Volume 6, Number 1, Suppl. 1, 2009 ITALIAN JOURNAL come desunta dalla letteratura e da un gruppo di esperti. Attraverso il panel si è evidenziato un costo pieno ponderato per prima e seconda linea di trattamento rispettivamente di 28.200 e 9.600 Euro. E’ da sottolineare come tali costi dipendano sostanzialmente dal grado di utilizzazione di trastuzumab che, in seconda linea, “da solo” contribuisce con un costo di 10.000 euro. Se per la prima linea vi è ormai un unanime consenso da parte dei clinici nell’utilizzazione di trastuzumab, per la seconda linea di trattamento dopo prima progressione si regista invece una certa variabilità: l’utilizzo di trastuzumab in seconda linea varia dal 27% al 100% dei casi, a seconda dell’esperto interpellato, con una media del 68% dei casi. La variabilità dell’uso di trastuzumab conferma “l’incertezza” delle evidenze sull’utilizzazione dei trattamenti farmacologici nei pazienti HER2+ oltre la prima linea come emerso dalla rassegna sistematica della letteratura riportata nel capitolo 2. I dati di sintesi ottenuti dalla presente analisi, ipotizzando un numero di pazienti incidenti annui con MBC HER2+ in prima linea ed in seconda rispettivamente di 2.718 e 2.172 (sulla base dei dati epidemiologici forniti nel capitolo 1 e 5), permettono di stimare il costo annuo del trattamento farmacologico delle prime due linee di trattamento. In Italia il costo di prima linea è attorno a 76,6 milioni di euro all’anno, mentre la seconda linea assorbe risorse per 20,8 milioni di euro all’anno – entrambe queste stime riportano il costo medio ponderato unitario desumibile dal panel di esperti, in quanto dovrebbe essere più vicino alla pratica clinica corrente. Prima e seconda linea insieme risultano assorbire circa 97,4 milioni di Euro all’anno per trattamenti farmacologici per pazienti MBC HER2+. Come meglio specificato negli obiettivi del presente capitolo, in questa analisi non sono stati considerati i costi delle linee successive alla seconda, eventualmente somministrate ai pazienti. È utile evidenziare alcuni limiti del presente studio, onde apprezzarne appieno la portata e la generalizzabilità dei suoi risultati. Vista l’impossibilità di ottenere stime accurate relative all’utilizzazione dei protocolli farmacologici delle diverse linee di trattamento del paziente con carcinoma mammario HER2+ in fase metastatica da dati ufficiali, come le schede di dimissione ospedaliera (SDO), il File F, i dati del servizio di farmacia e di controllo di gestione aziendale, il disegno dello studio ha previsto 28 OF PUBLIC HEALTH l’identificazione di tali protocolli mediante il raffronto tra i dati disponibili in letteratura [17] e quelli rilevati sulla base delle opinioni espresse da un gruppo di esperti in oncologia medica a livello italiano. Questo confronto necessariamente pone alcune criticità sulla comparabilità di tali dati, essendo i primi relativi ad una pratica clinica relativa al periodo compreso tra il 1999 e il 2004, mentre gli ultimi sono un’opinione circa una pratica clinica in uso al momento dello studio (2008). Inoltre, l’analisi ha raccolto i dati relativi al consumo di risorse dei diversi trattamenti dai protocolli standard per i pazienti con tumore metastatico alla mammella HER2+ in uso presso l’Unità Operativa Complessa di Oncologia Medica (U.O.C. Oncologia Medica) del Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma, relativi ad un paziente medio di 65 kg. Dunque la misurazione delle risorse non è basata su dati effettivamente osservati, bensì da dati forniti da linee guida e prassi cliniche in uso presso il centro interpellato. Tuttavia ciò non dovrebbe minare la generalizzabilità dei dati di costo ad altre strutture ospedaliere: infatti pur riconoscendo una certa variabilità nell’utilizzo delle risorse riguardo i farmaci e altri fattori produttivi come il lavoro e i materiali di consumo, è stato evidenziato come il cost-driver sia rappresentato dal costo dei farmaci, il cui costo unitario non dovrebbe presentare marcate differenze nei diversi centri oncologici italiani. Non è stata contemplata l’ipotesi che nella preparazione giornaliera dei farmaci da somministrare vi sia una quantità di scarto. Su tale “pratica” non vi è pieno consenso, tuttavia sulla base delle informazioni pervenute dal servizio di farmacia del policlinico Gemelli, la quota giornaliera di farmaci non più utilizzabile varia tra l’1 e il 2%. L’analisi inoltre non ha considerato la prospettiva del finanziamento dei farmaci biologici da parte della Regione, rimanendo nell’ottica dell’azienda erogatrice della prestazione. In tempi di forti spinte verso un sistema federalistico nella gestione della sanità italiana, molte regioni si sono dotate di diversi strumenti di finanziamento di tali farmaci. Tale dibattito a livello regionale prende le mosse dalla necessità di garantire un giusto equilibrio tra risorse disponibili, l’esigenza di valutazione dei farmaci sia in sede di loro ingresso sul mercato sia, soprattutto, in sede di loro utilizzo nella pratica clinica e l’esigenza, sentita parimente dai clinici e dai cittadini, di avere garanzie di accesso a tali prestazioni. Il continuum delle soluzioni CAPITOLO 3 JPH - Year 7, Volume 6, Number 1, Suppl. 1, 2009 ITALIAN JOURNAL adottate dalle regioni parte da un estremo che prevede la definizione di un rimborso separato dalla tariffa DRG (o in alternativa a questa) per i farmaci rendicontati tramite il File F, assieme alla definizione di un budget complessivo regionale per la spesa in farmaci oncologici (Regione Veneto; Campania; Liguria; Sicilia). All’estremo opposto si colloca invece una soluzione che prevede la rimborsabilità dei soli farmaci tracciati con il File F, tuttavia senza determinare alcun tetto / budget aziendale o di sistema (Regione Lazio). Una soluzione intermedia è infine rappresentata da Regione Lombardia, secondo la quale è stato definito un target complessivo per i farmaci a distribuzione diretta, in cui sono fatti rientrare anche i farmaci oncologici ad alto costo, regolati questi ultimi comunque attraverso il File F; tale tetto non rientra però nella definizione dei contratti interaziendali. Il motivo e l’importanza della presente analisi è quello di cercare di stimolare, almeno in Italia, nuovi impulsi da parte della ricerca economica in un campo di vitale importanza per la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale. Infatti, la comparazione a livello internazionale di studi sui costi delle malattie pone alcuni seri problemi di carattere metodologico; quello che può cambiare radicalmente tra i vari studi pubblicati in differenti paesi sono: la durata dei follow-up considerati, la popolazione studiata, la tipologia di costi inserita nell’analisi, la scelta della prospettiva di analisi, le strategie diagnostiche e terapeutiche adottate coerentemente con le pratiche cliniche in essere [18]. Queste ed alte differenze di metodo rendono assai poco comparabili i dati sul consumo di risorse raccolti in paesi differenti. Da qui la necessità e l’importanza di avere dati originali raccolti presso gli ospedali in ciascun paese, in modo da poter rappresentare la realtà nazionale. Inoltre, nel futuro dell’oncologia si assisterà certamente ad una costante innovazione nella pratica clinica, dovuta sia al differente dosaggio di farmaci tradizionali, sia all’introduzione di nuovi farmaci ad alto costo, specialmente se di tipo biologico [19]. Per l’effetto congiunto dell’alto tasso di innovatività della specialità e della forte incidenza e prevalenza della patologia nella popolazione presente e futura, la spesa in materia oncologica è destinata a crescere nel lungo periodo, drenando necessariamente ingenti risorse da altre aree della salute. Da qui l’interesse mostrato anche all’interno del documento “Per un Piano Oncologico Nazionale OF PUBLIC HEALTH 2004-2006” riguardo alla corretta utilizzazione delle risorse, in cui si propone, in risposta alle “(…) problematiche connesse agli elevati costi e le conseguenti difficoltà per la pratica clinica generate da budget ritenuti insufficienti, la creazione di un fondo ad hoc per farmaci innovativi ad alto costo in oncologia, unitamente alla realizzazione di programmi di monitoraggio dell’appropriatezza e di valutazione dell’esito”. La corretta determinazione e mappatura del consumo di risorse sanitarie all’interno della pratica clinica oncologica aiuta a capire la complessità del problema e a delineare scelte corrette e razionali, onde poter allocare le risorse limitate nel miglior modo possibile. Questi primi dati a livello nazionale seguono proprio questo stimolo, onde colmare la completa mancanza totale di informazioni circa i costi dei trattamenti farmacologici nel tumore avanzato della mammella. Bibliografia 1) Lidgren M, Wilking N, Jonsson B. Cost of breast cancer in Sweden in 2002. Eur J Health Econ 2007; 8:5–15. 2) Statistisches Bundesamt Deutschland: Krankenheitkosten 2002. Statistisches Bundesamt Deutschland, Wiesbaden, 2004. 3) Wai ES,Trevisan CH,Taylor SCM, et al. Health system costs of metastatic breast cancer. Breast Cancer Res Treatment 2001; 65:233–40. 4) Rao S, Kubisiak J, Gilden D. Cost of illness associated with metastatic breast cancer. Breast Cancer Res Treat 2004; 83(1):25-32. 5) Weitzner MA, McMillan SC. The caregiver quality of life index-cancer (CQOLC) scale. Revalidation in a home hospice setting. J Palliat Care 1999; 15(2):13–20. 6) Hayman JA, Langa KM, Kabeto MU, et al. Estimating the cost of informal caregiving for elderly patients with cancer. 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