(1) La natura delle teorie scientifiche La natura delle teorie scientifiche nel pensiero neopositivista 3 tappe Neopositivismo logico K.R. Popper C. G. Hempel. • La svolta linguistica del 900: analisi del significato e criterio di demarcazione tra scienza e non scienza. L’oggetto della filosofia della scienza è il linguaggio della scienza • Per il primo Wittgenstein (1922), ciò che è dotato di senso è equivalente a ciò che è conoscibile scientificamente (tautologie e verità contingenti) • Il principio selettivo di Hume nei confronti della “cattiva metafisica” viene reinterpretato dai neoempiristi sulla base del principio di verificazione, inteso come criterio di significanza o sensatezza degli asserti (C) Per ogni enunciato x, x è dotato di senso se e solo se è verificabile. Per i neopositivisti logici (1920-1960), una teoria scientifica è un insieme di enunciati verificabili, e si distingue pertanto da ipotesi non scientifiche come proposizioni dotate di senso si distinguono da proposizioni insensate. Il metodo scientifico è ipotetico-deduttivo.. Dalle ipotesi teoriche si derivano deduttivamente consequenze osservative, che possono essere sperimentalmente confermate o falsificate Il contesto della scoperta è psicologico; conta solo quello della giustificazione Per i neopositivisti, il vocabolario di una teoria scientifica si divide in due categorie: termini teorici e termini osservativi. Grazie a enunciati di riduzione (definizioni logiche esplicite), gli enunciati teorici si riducono agli (ovvero si traducono negli) enunciati osservativi, che si riferiscono a proprietà di oggetti fisici osservabili a occhio nudo. Operazionismo: il significato di un concetto teorico è dato dall’insieme di operazioni necessarie per misurarlo (simultaneità) • “Il niente è la condizione che fa possibile la rivelazione dell’essente come tale per l’essere esistenziale dell’uomo. Il niente non dà soltanto il concetto opposto a quello di essente, ma appartiene originariamente all’essenza dell’essere stesso. Il nientificare del niente avviene nell’essere dell’essente” Heidegger, Che cos‘è la metafisica?, p.24 • “L’individuo senziente è idealità semplice, soggettività del sentire. Si tratta ora, che egli ponga la sua sostanzialità, l’adempimento che solo è in sé, facendone soggettività; si prenda in possesso, e diventi come la potenza dominatrice di sé stesso per sé. L’anima, come senziente, non è più meramente naturale, ma è individualità interna; questo essere per sé di lei, che nella totalità meramente sostanziale, è formale, bisogna renderlo indipendente e libero» Hegel, Enciclopedia, II vol. p. 395 • “Sembra una proposizione che non darà luogo a molta controversia, quella che dichiara che tutte le nostre idee non sono che copie delle nostre impressioni, o, in altre parole, che è impossibile che noi pensiamo qualche cosa che non abbiamo precedentemente sentita, sia per mezzo dei sensi esterni che di quelli interni” D. Hume, Ricerche sull’intelletto umano, p. 82 Difficoltà del criterio di verificazione /osservazione (C) L’autoreferenzialità di C L’aspetto modale di (C) è indispensabile: la verificazione di fatto (ciò che è stato già verificato) limiterebbe eccessivamente il campo di significanza della scienza. Tuttavia, la presenza della modalità “è possibile verificare” rende ambiguo il criterio (C) (C)’ Per ogni enunciato x, x è dotato di senso al tempo t se e solo se designa proprietà osservabili direttamente da un essere umano con l’aiuto della tecnologia disponibile a t. Al tempo di Newton un asserto vertente sull’esistenza di crateri sulla faccia nascosta della luna non sarebbe stato verificabile e quindi sensato, mentre al nostro tempo esso è osservabile in base a (C)’ e dunque dotato di senso. La variabilità della tecnologia rende C’ poco plausibile; sostituiamo la possibiltà tecnologica con la più forte possibilità fisica (ciò che è consentito dalle leggi fisiche) che è più stabile nel tempo Tre alternative (1) Sostenere la traducibilità diretta di enunciati teorici in enunciati osservativi, ammettendo la non-osservabilità diretta in linea di principio di certi enti teorici (osservarli comporterebbe violare leggi) (2) Abbandonare l’ossessione per l’osservabilità diretta (3) Abbandonare il criterio di significanza (C) Il killer del neopositivismo logico? “Con l’idolo della certezza …crolla una delle linee di difesa dell’oscurantismo…perché la venerazione che tributiamo a quest’idolo è di impedimento non solo all’arditezza delle nostre congetture, ma anche al rigore dei nostri controlli… Non il possesso della conoscenza … fa l’uomo di scienza, ma la ricerca critica, persistente e inquieta della verità (1934, p.311). I due problemi fondamentali di Popper Il problema dell’induzione (o problema di Hume): risolto negandola Il problema della demarcazione tra scienza e metafisica (o problema di Kant): risolto con il falsificazionismo L’asimmetria tra verificazione e falsificazione Mentre una sola falsificazione di un enunciato universale “(x)(Cx Nx)” basta ad abbandonarlo, perché corrisponde a (x)(CxNx), una ulteriore conferma della legge, ovvero (CaNa), in caso di un numero infinito di x, non basta a rendere vera la legge. Poiché la probabilità di una legge è sempre zero, un’ulteriore conferma non rafforza né il nostro grado di credenza in essa, inteso come sua probabilità soggettiva, né la sua probabilità, intesa come frequenza oggettiva: P(n/) = 0! L’antirealismo sulle teorie di Popper • C’è un’altra asimmetria epistemologica che dipende dalla prima: mentre possiamo venire a sapere solo se una teoria scientifica è falsa, non potremo mai venire a sapere se è vera, dato che non potremo mai essere sicuri di non riuscire, in un giorno lontano, a falsificarla. • Se pure abbiamo già a disposizione teorie scientifiche vere, non potremo mai saperlo, perché non potremo mai provarlo in modo definitivo. Il razionalismo critico di Popper • Il metodo della scienza è sempre ipoteticodeduttivo: la conoscenza scientifica è sempre congetturale e ipotetica Problema Congettura audace Tentativo di confutazione severa • Essere razionali per Popper significare sottomettere a critica tutte le nostre credenze e le nostre teorie apparentemente più solide e sacrosante, provando a confutarle Il dogmatismo… • Il dogmatismo consiste nel cercare solo conferme e mai smentite ai propri pregiudizi e alle proprie credenze • Per Popper è psicologicamente provato che se cerchiamo conferme alle nostre teorie, le possiamo sempre trovare (astrologia) Psicoanalisi e marxismo… • Entrambi offrivano predizioni che non proibivano alcuno stato di cose, e in quanto tali erano non erano falsificabili: teorie metafisiche e non scientifiche • Ciò che è compatibile con tutto ciò che può accadere non spiega nulla (il complesso di inferiorità di Adler) La sensatezza della metafisica • Recupero della sensatezza della metafisica e della religione • Alcune teorie metafisiche – pur non verificabili nei momenti in cui furono avanzate (si pensi all’atomismo) erano dotate di senso, al punto che stimolarono innegabilmente il sorgere e lo svilupparsi della fisica e della chimica moderne • Quindi tutta la storia della metafisica o della filosofia è un deposito di teorie sensate ma non falsificabili, che possono fornire lo spunto per suggerire nuove ipotesi scientifiche. La liberalizzazione del criterio di significanza (1934-1958) Due conseguenze di tale processo: (1) Riconoscimento di un ruolo deigli insostituibile agli enunciati teorici all’interno di una teoria scientifica (2) Abbattimento di ogni netta barriera divisoria tra scienza e filosofia. • I termini osservativi non hanno solo il compito di assegnare un significato ai termini teorici (“elettrone”, “protone”, “atomo”, ecc. assumono significato a partire dai termini che intervengono negli esperimenti che li coinvolgono), ma anche quello di fornire ragioni per credere alle teorie stesse in cui i termini teorici compaiono. • Il requisito di verificabilità apparve però troppo forte a Carnap già nel 1936: egli si concentrò sulla nozione più realistica di confermabilità. Una teoria è scientifica se è nel suo complesso confermabile. Nozione qualitativa di conferma: nel 1950 Carnap introduce una nozione quantitativa: 0 C(h/e) 1; Il dilemma del fisico teorico • Il dilemma dello scienziato teorico, sollevato da Hempel nel 1958, poneva il problema della funzione dei termini teorici: o essi servono al loro scopo, e allora sono superflui (dato che sono traducibili senza perdita di significato in asserti contenenti solo termini osservativi), o non servono al loro scopo, e allora sono certamente superflui. Ma dato che i termini teorici o servono al loro scopo o non servono al loro scopo, essi sono in ogni caso superflui! La teoria fisica come una rete • Una teoria scientifica viene allora paragonata da Hempel ad una rete fluttuante costituita da vari nodi, corrispondenti ai termini teorici. La rete è sollevata dal terreno dei fatti, ma è pur sempre ad esso collegata attraverso fili, le cosiddette regole di corrispondenza tra termini teorici e termini osservativi, che però esplicitano in modo solo parziale il significato dei primi.