UCRAINA
AREA
603.500 km2
UCRAINA
APPARTENENZA RELIGIOSA
Cristiani 83,8%
Cattolici 5,6% - Ortodossi 76,6% - Protestanti 1,6%
Non affiliati 14,7%
Musulmani 1,2%
Altre religioni 0,3%
POPOLAZIONE RIFUGIATI (interni*) RIFUGIATI (esterni**) SFOLLATI
45.190.000
2.844
5.419
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*Rifugiati stranieri che vivono in questo Paese **Cittadini di questo Paese rifugiati all’estero
Il Paese sta vivendo cambiamenti politici e sociali radicali, con la possibilità di importanti implicazioni per la libertà religiosa nel Paese. La caduta del Governo Yanukovich nel febbraio 2014 e la successiva annessione della penisola di Crimea
da parte della Russia, hanno causato tensioni persistenti di portata internazionale. A seguito di questi fatti – in evoluzione al momento della realizzazione del presente Rapporto – anche lo scenario religioso del Paese, potrebbe essere interessato da importanti cambiamenti.
L’Ucraina è un Paese tradizionalmente cristiano, storicamente legato – soprattutto
la capitale Kiev – al battesimo dell’antica Rus’ di Kiev nell’anno 988, da cui derivano le tradizioni religiose e storiche di Ucraina, Russia e Bielorussia. Non è quindi
sorprendente che la stragrande maggioranza della popolazione professi una forma
di cristianesimo, sebbene la sua composizione confessionale sia particolarmente
frammentata, trovandosi al confine tra cristianesimo orientale e occidentale.
La principale denominazione cristiana è la Chiesa ortodossa del Patriarcato di
Mosca, seguita dalla Chiesa ortodossa del Patriarcato di Kiev e dalla Chiesa greco-cattolica ucraina. A queste si aggiungono la Chiesa ortodossa autocefala che
riconosce la giurisdizione del Patriarcato di Costantinopoli, la Chiesa cattolica di
rito latino e varie confessioni protestanti.
Secondo l’Associazione degli Archivi di dati sulle religioni, alcuni esponenti islamici stimano che i musulmani siano 2 milioni, numero drasticamente inferiore nelle indicazioni del Governo e di esperti indipendenti, secondo i quali il loro numero
sarebbe invece di circa 500mila. La maggior parte sono tatari di Crimea – circa
300mila – e costituiscono il terzo gruppo etnico di quella regione1.
Secondo l’art. 7 della Legge del 1991 sulla Libertà di coscienza e le Associazioni
religiose, le organizzazioni religiose possono registrarsi soltanto a livello locale,
come entità singole, senza poter procedere in tal senso a livello nazionale.
1 http://www.thearda.com/internationalData/countries/Country_231_2.asp
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Dal 1996, esiste un Consiglio pan-ucraino delle Chiese e delle organizzazioni religiose (CPUCOR), un organo consultivo che rappresenta i loro interessi e unisce le
organizzazioni religiose in uno sforzo comune per la rinascita spirituale del Paese.
Per quanto riguarda la situazione della libertà religiosa, il 5 giugno 2013, Valeriya
Lutkovska, Commissaria del Parlamento ucraino per i diritti umani, ha presentato un
rapporto sulla libertà di religione, in cui ha individuato alcune aree problematiche, come l’obbligo delle comunità religiose di registrarsi e di ri-registrare i loro statuti.
Una nuova Legge, la N. 10221, firmata nel novembre 2012 dal Presidente Yanukovich, ha modificato la prassi, ma ha confermato la procedura di doppia iscrizione che le associazioni religiose devono seguire per ottenere lo status di persone
giuridiche e per modificare i propri statuti. Il problema principale è che le due procedure non sono coordinate e questo crea gravi complicazioni e contraddizioni
tra i vari organismi, il cui incarico è quello di attuare politiche governative in materia di religione. Sia Il Ministero della Giustizia che quello della Cultura, avevano
proposto, invano, interventi legislativi per risolvere questa ambiguità.
Il citato Rapporto della Commissaria per i diritti umani indica casi nei quali la libertà religiosa è stata violata e sottolinea la necessità di garantire la libertà di incontrarsi pacificamente per celebrazioni pubbliche anche all’esterno delle chiese e
dei luoghi di culto. Il Rapporto afferma poi che, invece dell’attuale prassi di chiedere il permesso, basterebbe richiedere ai gruppi religiosi di informare le autorità
competenti. Il difensore civico ha altresì proposto un intervento legislativo per legalizzare l’obiezione di coscienza per i giovani soldati di leva, anche quando la richiesta è presentata per motivi religiosi2.
Il 12 novembre 2013, all’aeroporto di Leopoli, alcuni doganieri hanno rifiutato l’ingresso a Norbert Neuhaus, ex-vice sindaco della città tedesca di Treviri, senza fornire motivi credibili. Neuhaus era atteso a un seminario di giovani a Zarvanytsia sui
valori della democrazia cristiana, un argomento su cui aveva scritto un libro, ampiamente diffuso in Europa centrale e orientale e tradotto in ucraino e russo.
Il 13 novembre 2013, Karl-Gustav Severin, predicatore della Chiesa carismatica
della Parola di Dio basata in Svezia, ha subito una sorte peggiore, essendo stato
dapprima arrestato all’aeroporto di Kiev-Boryspil durante il controllo passaporti e
poi rispedito in Svezia senza spiegazioni. Il religioso aveva intenzione di partecipare a una celebrazione a Kiev e a una conferenza pastorale a Pavlohrad3.
A Eupatoria, il 28 ottobre, funzionari locali hanno interrotto la costruzione di una
chiesa ortodossa del Patriarcato di Kiev, in risposta alle istanze dei credenti. Un
funzionario locale, ha spiegato che i lavori di costruzione erano illegali e che le
autorità avevano ordinato la demolizione dell’edificio – che era già in fase avanzata di costruzione – poiché privo delle necessarie autorizzazioni4.
Ombudsman.gov.ua, da giugno a dicembre 2013
Catholic-info.at.ua, novembre 2013
4 Glavnoe.ua, dicembre 2013
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Nel mese di novembre, tensioni hanno coinvolto la Chiesa ucraina greco-cattolica dei Ss. Pietro e Paolo a Leopoli, dove un gruppo di cattolici, che si fanno
chiamare “Veri credenti”, aveva organizzato delle proteste fuori della chiesa. Il
parroco, padre Stepan Sus, ha chiesto l’intervento delle autorità per impedire la
manifestazione, affermando che i membri di questa setta, si stavano radunando
al momento del servizio liturgico, per svolgere le proprie contro-celebrazioni. I
fondatori dei “Veri credenti” sono un gruppo di ex-sacerdoti cattolici scomunicati dalla Santa Sede, l’ucraino Markian Gitjuk e tre cittadini cechi, Antonij Dognal,
Robert Oberhauser e Richard Spirzhik. I rappresentanti di questo movimento
scissionista hanno annunciato che avrebbero continuato a protestare e a manifestare in piazza5.
Secondo Alena Ljasheva, analista per il Centro per la Ricerca sociale, nel corso
del 2013, ci sono state oltre 60 proteste da parte dei membri di comunità di credenti a causa di violazioni del diritto alla libertà religiosa. Durante l’anno, sono
state organizzate manifestazioni contro l’aborto e il “matrimonio” tra persone dello stesso sesso. Delle minoranze hanno manifestato motivate da preoccupazioni
di carattere religioso ed etnico6.
Nella notte del 9 maggio 2014, vicino a Sloviansk, è stato ucciso l’arciprete Pavel
Zhuchenko della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca che prestava
servizio presso la chiesa di San Demetrio Donskoy della città di Druzhkovka, nella regione di Donetsk. Al momento di redigere questo Rapporto, rimangono ignote le circostanze della morte del sacerdote. Padre Pavel non era ufficialmente
nell’organigramma di alcuna parrocchia e mancano informazioni dettagliate sulla
sua uccisione. Svetlana Ohrimenko, addetta stampa della diocesi, ha dichiarato
che «il sacerdote era vestito in abiti civili. Che cosa sia successo esattamente fa
attualmente parte dell’inchiesta delle autorità giudiziarie»7.
Infine, è da segnalare che la libertà religiosa in Ucraina risente spesso delle difficoltà di trovare un equilibrio tra le esigenze dei vari gruppi religiosi, oltre che del
problema di favoritismi locali, nei quali si trovano coinvolte le autorità civili.
Vedi: Kpunews.ru, da marzo a settembre 2013
Religii.rbc.ua, ottobre 2013
7 http://www.pravmir.com/orthodox-priest-killed-donbas-region-ukraine/
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