Anno III - Numero 195 - Mercoledì 27 agosto 2014
Direttore: Francesco Storace
Roma, via Giovanni Paisiello n. 40
Attualità
Roma
Salute
Marò: altra udienza,
nuova presa in giro?
Sul nuovo stadio
Pd in... fuorigioco
Sla: una speranza
dalla ricerca
a pag. 4
Rossi a pag. 8
Ceccarelli a pag. 12
ESECUTIVO DI RENZI SEMPRE PIÙ SCHIAVO DEI VINCOLI COMUNITARI: CI RIMETTE L’ECONOMIA NAZIONALE
di Francesco Storace
e non ti liberi, è evidente
che stramazzi al suolo e
muori. Ma Renzi questo
non lo vuole capire.
Adesso sta diventando davvero complicato spiegare agli italiani, alle imprese, alle famiglie,
che quel 3% maledetto, l’invalicabile vincolo tra il deficit e il Prodotto interno lordo, bloccherà persino lo strombazzatissimo rilancio
delle opere legate all’edilizia. Senza soldi, che ti sblocchi, viene da
chiedersi...
Già, venerdì prossimo in Consiglio
dei ministri dovrebbe approdare
solo qualche provvedimento senza
spesa, perché la copertura finanziaria di qualunque atto non è garantita dal ministro dell’Economia,
Padoan.
Lo Sblocca-Italia diventerà l’ennesima slide a futura memoria. Se
Renzi si azzarda a mettere qualche
euro a copertura, arrivano i corazzieri da Bruxelles a ricordargli
che è osservato speciale. E il premier non si può permettere passi
falsi, tanto più alla vigilia del vertice
Ue in cui si dovrebbero decidere
le nomine (e lui dà l’idea di essere
in preda a una malattia pur di conquistare l’inesistente politica estera
dell’Europa per la Mogherini...).
Ormai lo abbiamo capito. Con Matteo da Firenze si procede al passo
del gambero. Ma sbaglia di grosso,
il presidente del Consiglio, a sottovalutare le difficoltà dell’economia. In particolare nell’edilizia un tempo volano di sviluppo e ora
indicatore terribile della depressione nazionale - le cifre parlano
maledettamente chiaro. A partire
dalla regione rossa per eccellenza,
l’Emilia Romagna, è diventato impossibile costruire, come testimonia
l’inchiesta di Roberto Buonasorte
S
MATTONATE
Edilizia in crisi, ma il governo vara provvedimenti senza copertura finanziaria
che pubblichiamo a pagina 3: dal
2007 al 2012, i dati più recenti riferiscono di un 67 per cento in
meno di permessi tra Bologna e
dintorni. Nel territorio è la burocrazia regionale che frena il settore,
a palazzo Chigi i quattrini. Risultato:
l’Italia non fa un passo in avanti.
Una volta si campava col mattone,
ora restano solo le mattonate.
Tutto questo accade perché l’Europa non ci consente di “sforare”.
E noi, obbedienti, non osiamo contravvenire all’ordine. Del resto, Renzi non vuole rischiare e sa che le
accuse di antieuropeismo lo esporrebbero al conflitto in casa sua. E
per questo non vuole esporsi al-
MEDIAZIONE EGIZIANA IN PORTO: TREGUA ILLIMITATA
l’offerta di tutela dell’interesse economico nazionale che da qualche
settimana sembra voler muovere
Berlusconi che gli propone di fregarsene del 3 per cento e puntare
alla riduzione della pressione fiscale.
Non è la proposta di un governo
insieme, ma è la disponibilità a
votare insieme misure atte a salvare
il Paese.
Ma Renzi non ce la fa, stretto com’è
a sinistra nel Pd e sulla trincea del
rigore in Europa. Così l’Italia deraglia. Al premier non interessa;
gli piace da matti restare alla guida
della locomotiva. A costo di fare
male a tutti noi.
ANCORA NIENTE PER ALMIRANTE MA SPAZIO ALL’EX CAPITALE E A PASOLINI
La porti un francobollo a Firenze
di Igor Traboni
a bene mettere su
carta filigranata
l’Expo, anche perché la rassegna milanese potrebbe conoscere
solo questa celebrazione, visto che tra tangenti,
lavori infiniti e opere
d’arte negate non è che
se la passi poi così bene
a pochi mesi dall’inaugurazione. Va benissimo fare memoria
della prima guerra mondiale. Per non
dire poi della commemorazione di don
Bosco e Filippo Neri, santi cari anche a
tanti non credenti per quelle splendide
intuizioni con i giovani, dai salesiani al
‘state buoni se potete’. Però, diteci voi
cosa c’è da commemorare nel 50° della
fondazione dell’Istituto per gli Affari internazionali o da celebrare per il simposio delle Marine dei Paesi del Mediterraneo e del Mar Nero, che se fossimo
dei marinai dell’Egeo o del Caspio ci
V
Gaza volta
pagina
Rossi a pag. 7
sentiremmo ghettizzati.
Per non dire poi dell’Anno internazionale
della luce (speriamo
senza aumento della
bolletta Enel al seguito)
o dell’ennesimo anniversario della liberazione. Eppure anche a codesti ‘avvenimenti’ verranno dedicati dei francobolli nel 2015, secondo il programma reso
noto dall’amministrazione postale “su
proposta del Ministro dello Sviluppo
economico Federica Guidi”.
Sul tavolo della signora ministro, però,
da mesi c’era anche un’altra proposta,
ancora una volta snobbata: dedicare un
francobollo a Giorgio Almirante. La proposta è stata avanzata per il 2014 – centenario della nascita dell’uomo politico
missino – da Alfio Di Marco. Proposta
rinnovata per il 2015 e che dunque si
poteva ancora benissimo accogliere,
magari come prima emissione del nuovo
anno. E invece niente di niente. E dire
che la proposta di Alfio Di Marco, perorata
anche da questo giornale (trovate tutti i
riferimenti su www.ilgiornaleditalia.org
cliccando ‘francobollo Almirante’ nel
motore di ricerca interno), era completa
di bozzetto nonché di nota esplicativa:
ricordare il politico Almirante, apprezzato
anche dall’altra parte, e l’uomo Almirante.
Proprio come è stato fatto di recente
con Berlinguer.
E invece, anche con i francobolli ce la
menano con il politicamente corretto
(nel 2015 celebreremo così anche il
40° della scomparsa – non proprio limpida - di Pasolini) e con la sarabanda e
scorribanda renziana. Ecco infatti il francobollo nel 150° anniversario della proclamazione di Firenze Capitale d'Italia.
Che magari recherà sovrimpressa l’immagine di Matteo, che pure questo francobollo (scommettiamo?) ha voluto. In
attesa di ordinare quello per il 46° dello
scudetto della Fiorentina e per il 24°
dell’arrivo di Gabriel Batistuta in riva
all’Arno.
2
Mercoledì 27 agosto 2014
Attualità
QUELLO DELL’INTERNO SARÀ L’UNICO MINISTRO NON PRESENTE ALLA KERMESSE BOLOGNESE
La festa del Pd lascia a piedi Alfano
Monopolio renziano nei tanti dibattiti previsti e nessun invito ufficiale ai Cinque Stelle
di Igor Traboni
ministri del governo Renzi
ci saranno tutti, ad eccezione di Angelino Alfano,
che pure si sente ‘il ministro
dei ministri’ e che continua
a fare da stampella all’esecutivo
dell’ex rottamatore. Ma Alfano,
sempre più indigesto dalle parti
del premier-segretario che non
vede l’ora di sostituirlo con i transfughi di Sel e dei 5 stelle, alla
Festa dell’Unità di Bologna non ci
sarà, contrariamente a tutti i suoi
colleghi ministri.
Tra gli esponenti dell'Esecutivo, è
proprio il titolare del dicastero
dell’Interno il grande assente alla
kermesse del Pd che prenderà il
via oggi a Bologna. Un Alfano che
in effetti fa la fine delle opposizioni,
altre assenti: a Bologna non ci saranno esponenti di Forza Italia
così come non ci sarà nemmeno
il leader della Lega nord, Matteo
Salvini, pur invitati. Il Movimento
5 stelle, invece, non è stato proprio
invitato. "Non ci è sembrato che il
Movimento 5 stelle avesse una
grande voglia di dialogare- spiega
il responsabile della festa, Lino
I
Paganelli, presentando il programma della kermesse a Bolognanoi rispettiamo le decisioni altrui,
quindi non ci intrufoliamo in casa
degli altri".
Il programma della Festa, comunque, deve essere ancora limato,
se non altro per accontentare le
mille anime del partito. Devono
ancora essere definiti i dibattiti
con i capigruppo del Pd a Camera
e Senato, Roberto Speranza e
Luigi Zanda, così come ancora
non c''e'' una data per il ricordo
di Alcide De Gasperi, a cui una
parte del partito (guidata dall’ex
Dc Beppe Fioroni) aveva proposto
di intitolare la festa, scatenando
però le ire dei ‘duri e puri’ del Pd
e dei tanti nostalgici del Pci che
proprio a Bologna e nella rossa
Emilia svernano.
Enrico Berlinguer verrà invece
ricordato il 6 settembre, con la
proiezione del film di Walter Veltroni, che sarà presente. L’apertura della festa è fissato per oggi
pomeriggio alle 18 con il vice-
segretario Deborah Serracchiani
e con il segretario regionale
uscente Stefano Bonaccini. Il premier Matteo Renzi chiuderà il 7
settembre alle 17 "con una sorpresa", lasciano in sospeso gli
organizzatori.
Il programma della Festa nazionale
dell'Unità – praticamente monopolizzata dai renziani - sarà incentrato sull'azione del Governo
e sui prossimi mille giorni indicati
da Renzi per le riforme. Molto
spazio sarà anche dedicato agli
esteri, dal semestre europeo (ci
sarà anche Martin Schulz) a guida
italiane alle tensioni in Africa e
Medio Oriente, con tanto di dibattito tra i redivivi Massimo D’Alema e Pierferdinando Casini. Previsti
anche gli interventi del presidente
della commissione antimafia, Rosy
Bindi, e un faccia a faccia sulla
crisi tra il sottosegretario Graziano
Delrio e il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Il ministro
dell’Economia, Pier Carlo Padoan,
presenzierà ad un maxi-dibattito
su crescita e lavoro con la leader
Cgil, Susanna Camusso, e il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei.
DOPO L’ACCORDO MINISTERO-FERROVIE
Alta velocità negli
aeroporti, ma ai
pendolari chi pensa?
I
l ministro dei trasporti Maurizio Lupi e l’ad di Ferrovie,
Michele Elia, hanno firmato ieri a Rimini l’accordo
per portare l’alta velocità anche negli aeroporti di
Malpensa, Fiumicino e Venezia. Si tratta di uno dei punti
chiesti da Etihad per entrare in Alitalia. Ma a fronte di
questa novità, restano irrisolti, e sempre più drammatici,
i problemi per milioni di pendolari.
"È sicuramente un importante passo avanti, che ci
avvicina ai principali Paesi europei dove tale collegamento
esiste ormai da tempo. Ma non si può parlare sempre e
solo di alta velocità. Al ministro Lupi e all'ad di Fs,
Michele Elia, chiediamo di infondere altrettanto impegno
per la normalizzazione e il potenziamento del trasporto
locale, in particolare per quanto riguarda le tratte maggiormente affollate dai pendolari". È quanto fa sapere
Federconsumatori in una nota. "I treni che viaggiano su
queste tratte molto spesso non sono nemmeno degni di
questo nome. Sporchi, sovraffollati, con carrozze vetuste
e logorate da decenni di servizio, privi di toilettes e con
riscaldamento e aria condizionata spesso inesistenti.
Nel resto d’Europa non funziona solo l'alta velcità, ma
anche il trasporto locale".
RIUNIONE E DISTINGUO DELLA MAGGIORANZA SUI PROVVEDIMENTI ANNUNCIATI
Scuola, tutti dietro alla lavagna
E i sindacati contestano la Giannini sulla cancellazione dei supplenti
nche il pacchetto-scuola si fa quanto mai
complicato per Matteo Renzi che, dopo
aver annunciato clamorose novità per i
prossimi giorni, trova i primi ostacoli come sempre nel suo partito. E così ieri sera a Palazzo
Chigi è stato convocato in tutta fretta un incontro
con alcuni esponenti del Pd per mettere a punto
i provvedimenti sulla scuola da varare nel Consiglio dei ministri di venerdì. Presenti, fra gli
altri, il responsabile Welfare del Pd Davide Faraone, il capogruppo del Senato Luigi Zanda e
il sottosegretario all''Istruzione Roberto Reggi.
Intanto non si placano le polemiche dopo le dichiarazioni del ministro dell'Istruzione, Stefania
A
Giannini. “Il ministro vuole eliminare i supplenti?
Allora si metta all'opera, perché non deve fare
altro che assumerli”. Cosi'' risponde l'Anief, associazione dei sindacati, alle dichiarazioni rilasciate dal titolare del Dicastero del Miur a proposito della necessità di "prendere coscienza
che le supplenze non fanno bene né a chi le fa
né a chi le riceve" e che vanno "riconsiderate in
quanto già dall'inizio dell'anno scolastico si conoscono alla perfezione quali e dove sono i
posti da sostituire stabilmente". Per Marcello
Pacifico, presidente Anief, "se veramente il
ministro Giannini vuole risolvere il problema
del precariato in Italia ha una sola via d'uscita:
chiedere al suo Governo di farla finita di ignorare
i richiami dell''Unione Europea e tramutare in
contratti a tempo indeterminato almeno la metà
delle 140mila supplenze di lunga durata, la
metà di tutta la PA, che gli uffici scolastici
periferici sottoscriveranno nei prossimi giorni.
La loro assunzione, abbinata al recupero degli
scatti stipendiali oggi negati, rappresenterebbe
un saggio anticipo dei tempi: perché eviterebbe
che tocchi ai tribunali del lavoro italiani stabilizzare
i precari italiani, con almeno 36 mesi di servizio
svolto, a seguito della pronuncia favorevole della
Corte di Giustizia Europea. Con tanto di condanna
dello Stato italiano a cospicui risarcimenti danni,
anche per aver negato gli scatti di anzianità e la
conversione dei contratti dal 30 giugno 31
agosto".
ANCHE LA BIONDA SANTORINA VOLEVA CACCIARE UN DIRETTORE DEL TG 1…
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Innocenzi contro Grillo. Ma fa come lui
ssente dalla tv, vista la pausa
estiva, l’ex santorina Giulia Innocenzi torna, nostro malgrado, a
far parlare di sé per l’ennesimo post
su Facebook. Stavolta la conduttrice di
AnnoUno riaccende la polemica scrivendo: "Vorrei vivere in un paese dove
una forza politica non chiede di far
fuori un giornalista. Lo critica, chiede
la rettifica, lo porta in tribunale. Ma non
fa come il M5S che chiede di licenziare
il direttore del Tg1. Anche perché richieste del genere cozzano invece con
la battaglia meritoria per liberare la
Rai dai partiti". La bionda de La7 si riferisce alla sparata di Beppe Grillo che
vuole la rimozione di Mario Orfeo dalla
direzione del tg 1, poiché avrebbe
mandato in onda dei "servizietti faziosi"
sui 5 Stelle.
Ora, la posizione dell’aspirante gior-
A
nalista sarebbe più che legittima, ma
stona questo suo andare in continua
contraddizione con quanto detto in passato: l '8 dicembre 2011, pochi giorni
dopo la caduta dell'ultimo governo Berlusconi, la Innocenzi postava: "Minzolini
chiede di non essere mandato in esilio
a New York: accontentiamolo. LICENZIAMOLO E BASTA" (in caps lock, in
chiaro stile grillino, ndr).
Una contraddizione vivente, insomma,
la Innocenzi. La stessa Giulia che voleva
l’allontanamento di Minzolini, che poi
in realtà aveva già rassegnato le dimissioni, dopo le polemiche per le spese
con le carte di credito e la presunta
epurazione di Tiziano Ferrario.
Un modus operandi molto simile a
quello che oggi Grillo chiede a gran
voce e contro il quale la maestrina
dalla penna rossa punta il dito, caval-
cando però la stessa onda. Sul web
comunque la polemica è scoppiata e
la Innocenzi prepara subito il contrattacco usuale: la sindrome di Calimero.
Ve la prendete con me solo perché
sono bella, bionda e telegenica.
"Mi fate morire dal ridere – esordisce
su Facebook -: passate le giornate a
spulciare vecchie dichiarazioni per cercare di dimostrare una supposta incoerenza" (forse è proibito farlo?). Questa volta avete perso tempo inutilmente.
Ho infatti scritto che UN PARTITO- aggiunge- non dovrebbe chiedere di rimuovere un giornalista (...) E cosa
c'entra se DA CITTADINA, e quindi
senza alcun tipo di conseguenza concreta, su Facebook anni fa ho scritto di
licenziare Minzolini".
Ed ecco il punto nodale dell’autodifesa:
“un conto è se le cose vengono dette
Direttore responsabile
Francesco Storace
Amministratore
Roberto Buonasorte
Direttore Generale
Niccolò Accame
Capo Redattore
Igor Traboni
Progetto grafico
Raffaele Di Cintio
da un cittadino, tutt'altra storia è se
sono atti ufficiali di un parlamentare".
Ma è nella chiusura del post che la Innocenzi raggiunge l’apice: "Un consiglio:
dedicate il tempo a rispondere nel merito alle critiche. Che la vostra macchina
del fango mi sembra un tantino inceppata. E il rischio è che gli schizzi vi tornino indietro". Delirio di onnipotenza o
leggera stizza? Al prossimo post l’ardua
Francesca Ceccarelli
sentenza.
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n° 286 del 19-10-2012
Mercoledì 27 agosto 2014
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Attualità
CROLLA IL NUMERO DEI PERMESSI A COSTRUIRE E NON SOLO NEL SETTORE DEGLI IMMOBILI RESIDENZIALI
La crisi non lascia scampo all’edilizia
Per le imprese è sempre più difficile accedere al credito e la tassazione resta troppo elevata
di Roberto Buonasorte
l settore edilizio è quello più colpito
dalla crisi. Lo dimostrano i dati diffusi
dall'Istat: una diminuzione della metà
dei permessi richiesti nelle regioni
d'Italia, dal 2007 al 2012, dà la dimensione della gravità della situazione.
La crisi è totale, il dato è evidente: non si
tratta solo di un brutto calo relativo agli immobili residenziali, ma dal crollo sono interessati anche e soprattutto quelli artigianali
ed industriali. Solo gli immobili agricoli che pure registrano un calo - resistono, sintomo di una Nazione che cerca di mantenersi
disperatamente attaccata alle proprie origini
rurali.
Notevoli i dati che arrivano dall’ Emilia Romagna e dalla Toscana, regioni "rosse" che
fanno registrare un crollo peggiore delle
altre.
Come dice il presidente del Centro Studi
Impresa Lavoro Massimo Blasoni "si tratta
di numeri che ben fotografano l'entità e la
profondità della crisi di un settore che è da
sempre trainante per tutti gli altri comparti
economici".
E aggiunge Blasoni: "Oltre all'oggettiva condizione generale di difficoltà, pesano su
questi dati anche fattori negativi esterni
come tasse e difficoltà nell'accesso al credito", valutando correttamente il dato - rilevato da Confartigianato - che tra il 2011 e
il 2013 la tassazione è aumentata del 102%.
La crisi del mattone si ripercuote inevitabilmente su tutti i settori dell'economia:
l'occupazione crolla, le aziende di costruzioni
chiudono, come quelle di vendita all'ingrosso
di materie prime per l'edilizia. Non si produce, non si vende e non si acquista, dunque
non circola denaro. Denaro che quindi non
c'è, né per gli italiani (che non possono
spendere ciò che non possiedono), né per
lo Stato (che non riscuote le tasse).
L'accesso al credito – altro punto dolente e
irrisolto - è sempre più difficile, e le ragioni
sono molte: prima tra tutte la morsa in cui
gli italiani sono stati stretti nel corso di
questi anni, morsa che non accenna ad allentarsi, anzi. È un circolo vizioso, per cui
gli italiani, cittadini ed imprese, si sono indebitati per far fronte ad una tassazione
iniqua, ragione per cui non hanno più accesso al credito. Ma se non hanno accesso
al credito, e non hanno un'occupazione (o,
se ce l'hanno, essa produce spesso un reddito talmente basso e prosciugato dalle
tasse che non consente nemmeno di arrivare
ormai alla seconda settimana del mese), il
loro indebitamento è destinato ad aumentare
sempre di più.
D’altro canto, anche da questo punto di
vista non si può sottacere la gravità del
problema o, peggio ancora, fare come gli
struzzi: anche nel secondo trimestre del
2014, infatti, rimane fortemente critica la
capacità finanziaria delle imprese del terziario che, nella maggioranza dei casi (addirittura siamo al 48%), risultano ancora in
difficoltà a fronteggiare autonomamente il
proprio fabbisogno finanziario.
E' quanto emerge dall'Osservatorio Credito
Confcommercio sulle imprese del commercio, del turismo e dei servizi nel secondo
trimestre del 2014 realizzato da Confcommercio-Imprese per l'Italia, in collaborazione
con Format Ricerche, e i cui dati sono stati
diffusi proprio ieri. A fronte di un incremento
del numero di imprese che si sono rivolte
alle banche per chiedere un fido (dal 14,6%
al 15,9%), resta ancora molto bassa, e se
possibile va anche peggio, la quota di
quelle che si sono viste accogliere le richieste di fido (26,7%), portando la percentuale di imprese effettivamente finanziate
I
a poco più del 4%, mentre aumentano le
imprese che si sono viste rifiutare in tutto o
in parte la domanda di credito (dal 50,7%
al 53%); percentuali che, nel Mezzogiorno,
risultano "amplificate" con appena 2 imprese
su 100 finanziate e ben l'81% di richieste
non accolte o accolte con ammontare inferiore. La stretta creditizia, precisa Confcommercio, non accenna ad allentarsi e per le
imprese, soprattutto quelle di minori dimensioni. Tra queste, come ben sanno tutti
quelli che ‘masticano’ di economia e che
vivono la realtà di tutti i giorni, sono tantissime quelle che operano nell’edilizia, spesso
senza alcun ‘paracadute’.
Ma le problematiche purtroppo non si fermano qui: È oggi più che mai necessario
intervenire anche sulla tassazione. Che deve
essere tollerabile dai cittadini, equa. E bisogna intervenire immediatamente, in maniera drastica, se vogliamo che l'economia
di questo Paese che scende sempre più in
basso si possa lentamente risollevare.
Una tassazione più giusta consentirebbe
una ripresa dell'economia e della produzione, permetterebbe a molte famiglie ed
imprese di risollevarsi, gradatamente, dal
baratro in cui sono cadute.
I dati diffusi dall'Istat sono preoccupanti,
non possiamo far finta di nulla e continuare
ad essere il fanalino di coda dell'Europa, il
Paese che strozza i suoi cittadini, che non
sa mettere a frutto le proprie energie.
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Mercoledì 27 agosto 2014
Attualità
OGGI L’ENNESIMA UDIENZA, MENTRE RISPUNTA LA FAMIGERATA POLIZIA ANTITERRORISMO
Marò, il caso torna a complicarsi
di Igor Traboni
icomincia oggi lo stillicidio di
udienze sul caso dei due Marò.
Per questa mattina è stata infatti
convocata una nuova udienza,
l’ennesima, davanti ad un tribunale di New Delhi; sono stati convocati anche alcuni rappresentanti della polizia speciale indiana, la Nia, ovvero gli stessi funzionari che a suo tempo hanno svolto le
indagini sul caso di Massimiliano Latorre
e Salvatore Girone.
Questa nuova convocazione è stata firmata
dal giudice aggiunto, Reetesh Singh, che
opera al Karkardooma Courts, nella zona
orientale di New Delhi. Un’udienza che fa
seguito a quella del 4 agosto scorso, davanti
alla Corte Suprema indiana, quando invece
si era proceduto al rinnovo delle garanzie
finanziarie a sostegno della libertà dietro
cauzione concessa ai due fucilieri della
nostra Marina. Fino a qualche mese fa
questa sorta di fidejussione era depositata
in un istituto di credito del Kerala, ma poi
sono state trasferite in una banca della capitale dell’India. Il nuovo coinvolgimento
della famigerata polizia Nia è quanto meno
strano, visti e considerato che la stessa di
fatto era stata estromessa, su precisa richiesta italiana, dal dibattimento con una
decisione presa dalla Corte Suprema il
28 marzo scorso. Di fatto, riconoscendo
che la polizia anti-terrorismo non aveva
NOZZE DEL SECOLO IN PUGLIA
E agli indiani garantiamo
pure i matrimoni da favola
R
a terzogenita del magnate
indiano Pramod Agarwal,
Ritika, sta per unirsi in con
Rohan Metha e la location scelta - due anni fa sua sorella si
sposò a Venezia - questa volta
è a Fasano, nel Brindisino. Sono
previsti almeno 800 invitati,
tutti vip compresi alcuni grandi
nomi dello spettacolo. A ridosso della splendida Selva
sono già al lavoro centinaia di
persone per realizzare le strutture che ospiteranno la cerimonia, compreso un enorme
capannone per le cucine e un
altro interamente dedicato alla
preparazione degli addobbi
floreali. La prefettura di Brindisi
- dopo la segnalazione arrivata
dal ministero dell’Interno - sta
adottando misure di prevenzione straordinaria, considerando anche eventuali proteste
con riferimento alla vicenda
dei due marò trattenuti da oltre
due anni in India ed entrambi
L
competenze specifiche sul caso dei due
soldati italiani, il processo a carico degli
stessi era stato sospeso, praticamente azzerato. Ecco perché non si capisce perché
mai adesso la Nia viene di nuovo tirata in
ballo.
Ma un altro passaggio molto più importante
è previsto per il prossimo autunno, esattamente per l’udienza già fissata al 14 ottobre.
La polizia indiana Nia ha infatti chiesto –
con l’udienza tenutasi invece il 31 luglio
scorso – di prendere direttamente in carico
la sorveglianza dei due Marò, ora di fatto
‘detenuti’ presso la nostra ambasciata. Per
metà ottobre è quindi prevista la risposta
dei giudici indiani all’istanza. In caso di risposta positiva, la posizione dei nostri due
soldati si farebbe ancora più grave.
Dal punto di vista diplomatico, invece, non
si muove praticamente più nulla, con un
‘silenzio assordante’ da parte del governo
Renzi.
di origini pugliesi.
Il banchetto durerà tre giorni
- dal 3 al 5 settembre - e a uno
di questi sarà invitato anche il
sindaco di Fasano, Lello Di
Bari: "È un grande spot per la
nostra terra. Va ricordato che
le persone che trascorreranno
da noi a Fasano questo periodo
rappresentano il 20% della ricchezza dell’intera India. Per
noi ci sarà un ritorno d’immagine importante, dopodiché
chissà in quanti, fra gli 800 invitati, sceglieranno magari di
tornare", ha detto il sindaco.
Ma mentre l’ammiraglio Tennenini ha invitato il primo cittadino a disertare la cerimonia
in segno di solidarietà verso
Latorre e Girone, l’ammiraglio
Guglielmo Nardini, presidente
del gruppo nazionale Leoni
di San Marco, ha invitato lo
stesso sindaco a presentarsi
al banchetto nuziale con il fiocco giallo in bella vista. Ig.Tr.
PUGNO DURO DALL’OMS
Sigarette elettroniche,
ennesimo allarme
ilioni di fumatori avevano
gridato al miracolo: fumare senza
danneggiare la propria salute. E invece
pare non essere proprio così. Oggi arriva
infatti il monito dell'Organizzazione
mondiale della sanità
che riguarda l’uso
delle sigarette elettroniche.
A essere messa in discussione la loro non tossicità millantata di rivenditori in tutto il
mondo. L’anno scorso il procuratore di Torino Raffaele
Guariniello aveva aperto un
fascicolo d'indagine dopo che
un'analisi commissionata dal
settimanale “il Salvagente”,
aveva rivelato la presenza di
metalli pesanti nelle sigarette
elettroniche.
Ora arriva un nuovo report
commissionato dall’ Agenzia
delle Nazioni Unite, in occasione della sesta sessione
della Conferenza dei paesi
membri della Convenzione
per la lotta contro il tabagismo, che avrà luogo a Mosca
dal 13 al 18 ottobre prossimi,
che ribadisce l’esigenza di
regolamentare suddetti dispositivi che permettono di
fumare attraverso una serie
di misure.
Quello che va tenuto in conto è in primis rendere minimo il contenuto e l'emissione
di sostanze tossiche e vietare
le miscele con aromi alla
M
frutta, ai dolci e alle bevande
alcoliche.
Secondo quanto rivelato dal
report dell'Oms , le e-cigarette
non sarebbero costituite da
"semplice vapore acqueo"
per cui esistono veri e propri
rischi per i "bambini, adolescenti, donne in stato di gravidanza e donne in età procreativa" sulle conseguenze
a lungo termine del consumo
di sigarette elettroniche per
lo "sviluppo cerebrale". Assolutamente vietato l'uso delle
sigarette elettroniche nei luoghi pubblici chiusi a causa
del rischio di fumo passivo
"almeno finché non venga
provato che i vapori emessi
non siano pericolosi per le
persone che stanno intorno".
Ad oggi l'Italia, con il decreto
istruzione approvato lo scorso
novembre, non ha rispettato
le norme indicate dall’Oms,
permettendo l'utilizzo delle
e-cig nei luoghi pubblici, ignorando una precedente normativa che ne aveva disposto
F.Ce.
il divieto.
Mercoledì 27 agosto 2014
5
Storia
L’ECCIDIO DI STRASSERRA, DI CUI ABBIAMO PARLATO NEI GIORNI SCORSI, NON FU L’UNICA STRAGE DI CUI MORANINO SI RESE ARTEFICE
Il sangue di Vercelli / 1
Inizia oggi il nostro piccolo speciale dedicato ai fascisti uccisi nell’ex ospedale psichiatrico
di Emma Moriconi
erché Moranino ordinò quel massacro? - si chiede Giampaolo
Pansa in "Bella ciao", riferendosi
all'eccidio della missione di Strasserra - Le ragioni sono diverse e ci aiutano a
comprendere meglio in che modo Gemisto
intendeva la guerra civile. Prima di tutto, la
considerava una rivoluzione destinata a condurre al potere i comunisti. Era una missione
che non ammetteva intralci neppure dagli
altri partiti della Resistenza".
Lo abbiamo già detto nella prima puntata
dedicata a quella strage: Strasserra e i suoi
avrebbero potuto ottenere denaro, armi e rifornimenti dagli angloamericani, e la battaglia
degli angloamericani non coincideva con
quella dei comunisti, è evidente. Ma occorre,
per avere un'idea più completa di che genere
di personaggio si stia parlando, spendere
ancora qualche parola su costui. Intanto bisogna dire che il Pci lo ha sempre ben protetto,
dalla sua parte c'era gente come Luigi Longo
e Palmiro Togliatti, il quale, dopo l'autorizzazione a procedere concessa dalla Camera
contro di lui, ebbe a scrivergli un messaggio
molto sentito, di questo tenore: "Il voto che
autorizza il tuo processo e il tuo arresto è un
marchio d'infamia per la maggioranza clericale, intesa a spargere odio e discordia nel
Paese, a rinnegare i valori storici e morali
della Resistenza. Invio a te solidarietà affettuosa
della direzione del partito, di tutti compagni,
di tutti gli italiani che vivono e combattono
nello spirito della lotta che distrusse il fascismo
e iniziò il rinnovamento dell'Italia". A voler
analizzare un messaggio di questo genere,
bisognerebbe dedurne che per "valori storici
e morali della Resistenza" e per "spirito della
“P
lotta che distrusse il fascismo" Togliatti intendesse "massacro di innocenti". Moranino,
comunque, dopo essere scappato a Praga lo abbiamo visto - tornò in Italia graziato ed
amnistiato, venne candidato dal Pci nel collegio
senatoriale di Vercelli e rieletto in Parlamento.
"A vendicare i sette assassinati - scrive ancora
Pansa - fu la sorte. Il 18 giugno 1971, il
senatore Moranino morì per infarto a Grugliasco, in provincia di Torino. Da qualche
mese aveva compiuto 51 anni".
Giorgio Pisanò nel 1966 diede alle stampe
"La verità su Moranino": ne parla ancora
Giampaolo Pansa, che scrive: "Nell'opuscolo
di Pisanò che ho citato, vengono attribuiti a
ordini di Gemisto una serie di 'massacri terrificanti' compiuti nei giorni successivi alla
fine della guerra civile. I ventisei trucidati di
Sordevolo, i ventotto di Graglia, i trentadue
di Biella, i dodici di Coggiola, i quarantasette
di Lozzolo, i diciassette di Rovasenda, i settanta
dell'ospedale psichiatrico di Vercelli [...]".
Facciamo dunque un salto indietro nel tempo
e torniamo a quell'aprile del 1945. A Vercelli
erano concentrate tutte le forze repubblicane,
ammontanti a circa duemila uomini. Esse costituivano la Colonna Morsero. Michele Morsero - del quale parleremo nei prossimi giorni
- era il Capo Provincia di Vercelli. La sua colonna partì alle 15 del 26 aprile per la Valtellina
ma il giorno successivo dovette arrendersi
ai partigiani: l'accordo prevedeva che i membri
della Colonna sarebbero stati trattati come
prigionieri di guerra.
Dice Giampaolo Pansa in "Il sangue dei
vinti": "Uno storico di sinistra, Cesare Bermani,
scrive che i prigionieri raccolti allo stadio
novarese erano tra i 1500 e i 1800, sotto tende
improvvisate, in condizioni igieniche sempre
più precarie. Inoltre, cominciarono subito i
prelevamenti."
Il 28 vennero rinchiusi nello stadio di Novara,
il 30 molti cominciarono ad essere prelevati
a gruppi: di molti di essi si perse ogni traccia
e nei giorni successivi molti cadaveri vennero
ripescati nel canale Quintino Sella. Il 2 maggio
Michele Morsero venne fucilato a Vercelli.
Ancora Pansa: " Ogni giorno, qualche ufficiale
fascista veniva condotto fuori dal campo per
essere interrogato. Talvolta tornava, pestato
di brutto, talvolta no. Uno che non tornò fu il
tenente Carlo Cecora, che aveva comandato
il presidio della Gnr a Vallemosso, nel Biellese.
Da Novara lo portarono a Vercelli, poi a Biella
e quindi a Vallemosso. Qui lo trascinarono
per le strade legato a un carro e infine lo fucilarono, il 2 maggio". Era lo stesso giorno
della fucilazione di Morsero. Ancora Pansa
scrive: "Secondo Bermani, il 3 maggio, con
un ordine falsificato, vennero fatti uscire 12
prigionieri, poi uccisi e gettati nel canale
Cavour. L'8 maggio, altri corpi affiorarono nel
canale Quintino Sella".
Il 12 maggio arrivarono gli uomini di Moranino,
prelevarono molti fascisti e li condussero
presso l'ospedale psichiatrico di Vercelli. Le
cronache riferiscono che dopo il massacro
le pareti rimasero sporche di sangue fino ad
altezza d'uomo.
(...continua...)
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Mercoledì 27 agosto 2014
Esteri
IL VERTICE DI MINSK TRA I PAESI DELL’UNIONE DOGANALE EURASIATICA, L’UCRAINA E L’UE
Putin tiene banco, l’Europa spettatrice
Stretta di mano con il leader di Kiev Poroschenko: inizia il dialogo ma le posizioni restano distanti
Il Cremlino avverte: i miliziani delle province orientali devono essere coinvolti nel percorso di pace
di Robert Vignola
on, sullo sfondo, l’unico
vero sconfinamento mai
avvenuto di truppe russe
in territorio ucraino, è iniziato ieri l’atteso vertice
di Minsk.
Il presidente russo Vladimir Putin
ha comunque partecipato da figura
centrale al vertice assieme agli
altri partner dell’unione doganale
eurasiatica (Bielorussia e Kazakhstan), a cui erano presenti l'omologo di Kiev, l'Alto rappresentante
per la politica estera della Ue, Catherine Ashton, e i commissari all'Energia e al Commercio, Guenther
Oettinger e Karel De Gucht. Con
una foto da regalare agli annali: un
ammiccante Vladimir Putin che tende la mano a un riluttante Petro
Poroshenko, con il presidente kazako Nursultan Nazarbayev che
scruta severo il comportamento del
leader ucraino insediatosi sul sangue di Maidan.
Un’immagine comunque di pace,
quella di cui l’Ucraina avrebbe un
gran bisogno, dopo essere passata
dalla rivolta di piazza dello scorso
inverno al golpe, e di qui all’escalation della crisi nelle province
orientali russofone, che se ha avuto
uno sbocco pacifico nel referendum
C
della Crimea (ormai passata alla
federazione russa), è sfociata in
vera e propria guerra civile nelle
zone di Lugansk e Donetsk, senza
dimenticare gli eccidi perpetrati
nei confronti della popolazione a
Odessa e Mariupol. Scie di sangue
le cui tracce portano direttamente
a Kiev, ma che non possono essere
in questa delicata fase il perno
della discussione.
Perno che invece, anche per la natura stessa dell’incontro, poteva invece essere commerciale, pur senza
porre ai margini del summit la questione diplomatica. E le parole di
Putin in tal senso sono
state chiare.“La Russia
ha sempre rispettato
e rispetta la scelta fatta
da altri Paesi ma non
a danno e a spese degli interessi di altri
Paesi”, ma anche: “La
Russia è convinta che
la crisi in Ucraina non
può essere risolta con
la forza, senza tener
conto degli interessi
delle regioni sudorientali del Paese e
senza il dialogo pacifico con i loro rappresentanti”, ha detto, inchiodando quindi Poroshenko alle sue responsabilità. L’Ucraina,
infatti, ha sempre bollato sempre come terroristi i filorussi che si
sono autoproclamati
repubblica indipendente. Un linguaggio
che potrebbe ora cambiare, giacché
il leader di Kiev ha comunque detto
di essere disposto a discutere di
tutti gli aspetti. Un inizio, evidentemente: anche una sfida per il presidente ucraino, che dovrà tornare
nel suo Paese e convincere il fin
troppo eterogeneo quadro politico
che lo ha fin qui sostenuto delle
ragioni del dialogo.
In tutto ciò la vicenda delle sanzioni
non è certo rimasta marginale. Qui
Putin ha mostrato la dura legge del
mercato a Kiev. Secondo i suoi calcoli, il passaggio dell’economia
ucraina agli standard dell'UE costerà
165 miliardi di euro in 10 anni. Saranno persi i legami partenariati
con gli Stati dell’Unione doganale
in settori di industria, finanza,agricoltura e trasporto. Putin ha informato che al fine di proteggere il
mercato russo, Mosca sarà costretta
ad annullare le preferenze per le
importazioni ucraine e immettere
un regime commerciale normale
in ragione dell’accordo di associazione dell’Ucraina con l’Ue. Contro
cui però, da detto il leader del
Cremlino dando ancora una prova
dimostrazione di fine umorismo, di
non avere nulla in contrario all’unione doganale tra Ucraina ed
Eurozona,. Come dire: ognuno si
faccia male come vuole…
Messaggio sottotraccia anche per
l’Ue, che ora dovrà vedere come
risolvere la crisi del gas aperta
dalle sue sanzioni contro la Russia.
Anche lì, Putin può sorridere: l’inverno è sempre più vicino e l’Ucraina costerà all’Europa almeno il
10% del suo gas.
SUL CAMPO SITUAZIONE INCANDESCENTE, LE TRUPPE REGOLARI ACCUSANO MOSCA PER LO SCONFINAMENTO
Il conflitto ora punta di nuovo Mariupol
enti di guerra sempre più forti in Ucraina, dove sembra aprirsi un nuovo
fronte nei pressi del confine sud-orientale con la Russia: Kiev ha infatti annunciato che le forze armate ucraine hanno
ingaggiato combattimenti con un convoglio
di blindati russi penetrati in territorio ucraino
a 10 km da Novoazovsk, sul Mar d'Azov, nei
pressi dell'importante porto di Mariupol.
Secondo fonti ucraine le forze di sicurezza
avrebbero fatto prigionieri 10 paracadutisti
russi del 331esimo reggimento della 98esima
divisione aerotrasportata di Mosca abitualmente
di stanza nella Russia centrale.
"I soldati russi sono stati catturati insieme ai
loro documenti personali e alle armi", ha dichiarato il ministro della Difesa di Kiev, Valeriy
Geletey.
Secondo l'esperto militare filogovernativo Dmitri
Timchuk, intanto, alcuni mezzi bellici sono stati
fermati dai soldati ucraini, ma altri (dieci mezzi
blindati, due carri armati e due camion) continuano a penetrare in territorio ucraino. Le autorità militari ucraine hanno comunicato che le
vie di comunicazione con Mariupol restano
sotto il controllo governativo.
La città costiera sul Mar d'Azov conta 500mila
abitanti ed è il cuore della siderurgia ucraina
con le più importanti fabbriche del Paese.
L'eventuale perdita di questo centro potrebbe
rappresentare un duro colpo per Kiev. Sembra
dunque non essere servita a molto la missione
di Angela Merkel a Kiev per fermare l'escalation
di violenza nell'est dell'ex repubblica sovietica.
Ad entrare sicuramente entro questa settimana
sarà invece il secondo convoglio di aiuti umanitari proveniente da Mosca. Il ministro degli
Esteri russo Sergey Lavrov ha annunciato l'intenzione di inviare nei prossimi giorni un secondo convoglio di aiuti nell'est ucraino. Il mi-
V
nistro ha auspicato "collaborazione" da parte
delle autorità ucraine e che non si verifichi alcuna "interferenza politica".
Il Capo della diplomazia di Mosca ha precisato
di aver già informato Kiev e che il convoglio
sarà inviato probabilmente questa settimana
seguendo "la stessa rotta e gli stessi parametri"
di quello della settimana scorsa, giunto a Lugansk senza l'avvallo delle autorità ucraine.
L'episodio era stato condannato dalla comunità
internazionale e l'Ucraina aveva parlato di "invasione" russa.
Lavrov ha rilanciato le accuse contro Kiev: il
trattamento dei civili dell'est ucraino da parte
delle forze ucraine può essere considerato
un "crimine di guerra": secondo il titolare
degli Esteri le truppe governative potrebbero
cominciare presto la "pulizia etnica" nella regione.
Il ministro ha anche riesumato la vicenda del
volo della Malaysia Airlines, commentando
ironicamente che l’Occidente sembra aver
perso interesse sulla questione. Lavrov ha accusato gli inquirenti internazionali di mancanza
di trasparenza e ha chiesto che le registrazioni
delle scatole nere dell'aereo siano rese pubbliche. Secondo Lavrov non ci sarebbero prove
di un coinvolgimento dei miliziani filorussi
nell'abbattimento del volo MH17.
Intanto la situazione a Kiev diventa sempre
più critica, tanto che il presidente Poroshenko
ha firmato il decreto per sciogliere il Parlamento,
dopo la crisi di governo delle settimane scorse.
E ha indetto nuove elezioni per il prossimo 26
ottobre. Una mossa necessaria, ha scritto lo
stesso Poroshenko, in quanto un nuovo parlamento è necessario al Paese per "uscire dalla
guerra" e per accelerare il cammino d'integrazione nell'Ue. Si combatte a tutto campo e
l'esercito di Kiev non riesce a riprendere il
controllo delle principali roccaforti ribelli.
I miliziani sembrano pronti a contrattaccare le
truppe governative.
Kiev da parte sua ammette "un aumento dell'azione del nemico", pur sostenendo che i
suoi soldati "continuano a tenere le posizioni
occupate" e hanno inflitto "perdite importanti"
ai filorussi.
L'esercito Nato-ucraino ha annunciato di aver
ucciso almeno 250 ribelli intorno alla città di
Olenivka, 25 chilometri a sud di Donetsk.
Martedì il leader dei ribelli Alexander Zakharchenko aveva dichiarato che due terzi
della città di Olenivka erano stati strappati al
controllo ucraino. E le autorità ucraine hanno
lanciato l'allarme per un incendio scoppiato a
Petrovski, nella regione di Lugansk, in una
fabbrica di materiali esplosivi colpita da colpi
di artiglieria dei ribelli. L'incidente mette a rischio l'ambiente della zona e la vita dei civili
che abitano nelle vicinanze.
Nel mentre è di nuovo guerra fredda tra la
Russia e l'Occidente: al vertice Nato di che si
terrà in Galles il 4-5 settembre, la Russia non
parteciperà poiché i rappresentanti della federazione quest'anno, a differenze degli anni
passati, non sono stati invitati. E' la prima volta
da 16 anni a questa parte che rappresentati
russi non parteciperanno ad un vertice Nato.
L'occidente, allo sbando, sembra aver perso
la testa, mentre Putin ed i miliziani, oltre che
resistere, sembrano stabili e in crescita.
Per chi tifiamo non l'abbiamo mai nascosto...
Giuliano Castellino
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Mercoledì 27 agosto 2014
Esteri
LA CRISI IN MEDIO ORIENTE FA REGISTRARE UNA SVOLTA GRAZIE ALLA DECISIVA MEDIAZIONE DELL’EGITTO
Gaza: la “pace” all’improvviso
Conclusa con successo la fase di colloqui al Cairo: cessate-il-fuoco in vigore da ieri alle 18 dopo un’altra
giornata scandita lanci di razzi e raid. Accordo su corridoi umanitari e ampliamento dell’area per la pesca
di Bruno Rossi
nche la pace, a Gaza,
può avere un rumore sinistro. Quello dei mitragliatori scaricati come
se non ci fosse un domani. Ma non era la battaglia corpo
a corpo che presentava il suo
conto nelle strade e nei vicoli martoriati: no, questa volta erano spari
di giubilo di una popolazione che
sente finalmente la normalità arrivare, a passo lento, dal deserto.
Il deserto oltre il quale, al Cairo, è
stato finalmente raggiunto l’accordo che può davvero sembrare,
se non l’inizio di una nuova pagina
negli equilibri del medio oriente,
quanto meno quello di una stagione dove a parlare non dovranno
più essere i raid dei caccia israeliani o i razzi partiti dalla Striscia.
In effetti, ieri, di lanci ne sono stati
effettuati parecchi,prima che il
cessate-il-fuoco già raggiunto in
Egitto entrasse in vigore. Sembrava
quasi che le varie brigate, la miriade di sigle dei più estremisti
nelle fila dei palestinesi volesse
dar fondo ai magazzini, prima di
una fase di relativa calma. Purtroppo però non si è trattato di
A
fuochi pirotecnici, ma del colpo
di coda di un conflitto che ha
anche fatto una vittima e qualche
ferito nel Neghev occidentale.
Dall’altra parte, gli aerei israeliani
avevano distrutto un edificio di
13 piani conosciuto come Basha
Tower, situato a Gaza City. L’attacco
ha fatto alcuni feriti, nonostante
l’edificio fosse stato evacuato poco
prima. Israele ha anche colpito
un altro edificio nel nord di Gaza
City, con uffici e appartamenti. I
raid dello stato ebraico sono stati
in tutto 15 nella sola giornata di
ieri. Ma nonostante questi episodi,
da una parte e dall’altra, l’accordo
ha retto.
A dare notizia della tregua illimitata
è stato Hamas. E l’intesa prevede
l’apertura dei valichi della Striscia
per consentire l’accesso degli aiuti
e dei materiali per la ricostruzione
e la concessione del diritto di pesca entro 6 miglia nautiche (10,8
chilometri) dalla costa, contro le
attuali tre miglia. L’accordo “è il
frutto degli sforzi e della resistenza
del popolo”, ha detto il capo negoziatore di Hamas al Cairo, Moussa Abu Marzouk, alle tv locali.
“Altre questioni verranno discusse
in altri negoziati entro un mese”.
Un alto funzionario israeliano ha
confermato che Israele ha accettato
la proposta egiziana “per una tregua completa e senza limiti di tempo”, ricordando che lo stato ebraico aveva già accettato la proposta
lo scorso 15 luglio e che “ha sempre sostenuto un cessate-il-fuoco
duraturo e incondizionato”.
Fatto sta che le manifestazioni di
giubilo nella Striscia sono state
davvero di massa, esplosioni di
gioia, dopo le esplosioni dei bombardamenti, che lasciano ben sperare anche per il prosieguo dei
negoziati, aggiornati tra un mese.
Se le basi di questa “pace” saranno solide, si scoprirà forse soltanto allora; ma l’assenza di guerra, dalle 18 di ieri, almeno è una
realtà.
LA CASA BIANCA ESCLUDE QUALUNQUE AIUTO AD ASSAD. L’UNICEF: A LUGLIO MASSACRATI 700 TURCHI SCIITI DAI JIHADISTI
Siria, vicini i raid americani
raffico di aerei da guerra nei cieli della
Siria. L’esercito di Assad ha infatti compiuto, nelle ultime ventiquattro ore, decine
di raid sulle postazioni dello Stato islamico
(Isis) nella provincia nord-orientale di Deyr
az Zor.
A darne notizia è stato l’Osservatorio nazionale
per i diritti umani in Siria, dopo che lunedì
mattina era arrivata, da parte del regime di
Damasco, l’apertura nei confronti della comunità internazionale per cooperare nella
lotta all’Isis. Sempre l’Onlus ha spiegato che
la provincia di Deyr az Zor è quasi interamente
sotto il controllo dei jihadisti, e confina con le
regioni in territorio iracheno anch’esse occupate dallo Stato islamico.
Intanto, ottenuto il via libera dal presidente
T
Barack Obama, l’aviazione americana ha cominciato i voli di sorveglianza sul Paese, allo
scopo di raccogliere quante più informazioni
sui militanti dello Stato islamico. Fonti anonime
della Casa Bianca hanno inoltre dichiarato
che il Pentagono ha già elaborato per il presidente una serie di scenari futuri sulla Siria,
tra cui appunto la possibilità di attacchi aerei.
Dal canto suo, Obama vuole evitare di favorire
Damasco. Ecco perché i vertici militari starebbero pensando di colpire l’Isis vicino il
confine tra Iraq e Siria, rafforzando così il sostegno ai ribelli siriani moderati, nemici di
Assad.
Il concetto era stato espresso in una conferenza
stampa di lunedì dal portavoce della Casa
Bianca Josh Earnest che, tuttavia, ha ricono-
sciuto come vi siano “molte pressioni incrociate” in questa situazione. Per il New York Times, invece, l’intervento militare americano
potrebbe alterare il campo di battaglia della
guerra civile nel Paese.
È sconcertante, inoltre, quanto reso noto dal
rappresentante dell’Unicef in Iraq, Marzio Babille, riguardo gli oltre 700 civili appartenenti
alla minoranza turcomanna sciita massacrati
dai jihadisti nel villaggio di Beshir, nel nord
dell’Iraq, tra l’11 e il 12 luglio scorso. Per
Babille è necessario un “D-Day umanitario”
per i 700mila profughi in fuga dalle violenze
dell’Isis nel nord del Paese, e anche che la
comunità internazionale istituisca una zona
protetta come quelle realizzate in Bosnia, con
Giorgio Musumeci
truppe sul terreno.
FUORI PERICOLO LA 23ENNE ITALIANA RICOVERATA AD ISTANBUL PER ACCERTAMENTI. SITUAZIONE DRAMMATICA IN LIBERIA
Ebola: un sospiro di sollievo
rrivano buone notizie da Istanbul, dove si sono
conclusi i test clinici sulla 23enne modenese sospettata nei giorni scorsi di essere stata colpita
dall’Ebola. Come reso noto dall’Arcidiocesi di ModenaNonantola, i medici della capitale turca “non hanno
rilevano né il temuto virus né la malaria. Quindi si tratta
ora di organizzare il rientro dei due ragazzi, in collaborazione
con il Consolato Italiano che ha dato loro supporto e assistenza nei giorni scorsi, a cui va un sentito ringraziamento”. L’Arcidiocesi ha rivolto pure “un grande ringraziamento ai Padri Salesiani di Istanbul, che si sono
occupati dei giovani viaggiatori”. Insieme alla giovane
modenese è stato tenuto sotto osservazione anche il
compagno.
I due erano parte di una comitiva di ragazzi che aveva
partecipato ad un viaggio di solidarietà in Ciad durato
circa tre settimane. Durante il volo di rientro dal Paese
africano, Elisa aveva accusato malesseri (come febbre
A
alta e vomito), e pertanto era stata presa in carico dalle
autorità sanitarie turche nel rispetto del protocollo
sanitario attivato per prevenire contagi e contaminazioni.
Alla luce degli esami svolti, l’ipotesi più plausibile è che
la giovane modenese sia stata colpita da una seria
forma di gastroenterite.
Intanto, proseguono gli scontri in Monrovia, capitale
della Liberia, tra abitanti e forze dell’ordine, dopo che il
governo locale ha deciso di isolare l’intera area di West
Point, alle porte della città, per tentare di fermare
l’avanzata dell’Ebola. Una misura che il coordinatore al
programma di sviluppo delle Nazioni Unite ha definito
“assolutamente necessaria”, ma che le oltre 75mila
persone che abitano la zona non hanno per niente
gradito: “Ci trattano come appestati –ha affermato un
residente-, non possiamo entrare ed uscire dal quartiere”.
Dal canto suo, il Presidente del Paese, Ellen Johnson
Sirleaf, che da un mese ha dichiarato lo Stato d’emergenza,
ha affermato di “non essere in grado di contenere la diffusione del virus a causa dell’atteggiamento della gente
non incline ad ascoltare i suggerimenti del governo e
degli operatori sanitari”. Il clima, tra la popolazione, è
infatti tesissimo. In tanti hanno cominciato a perdere
fiducia nelle istituzioni, accusando il governo di aver
rubato soldi dai donatori internazionali. Critiche, queste,
sfociate nei giorni scorsi in un attacco ad un centro
medico del West Point dove 17 malati sono stati aiutati
a scappare.
Affinché tutti i rappresentanti governativi attualmente
all’estero rientrino in patria a lottare contro l’epidemia,
sempre la presidente Sirleaf ha diffuso una direttiva con
la quale ha disposto che tutti gli ufficiali governativi
rientrino nel Paese “entro una settimana”. Chiunque
“violerà l’ordine sarà sollevato dalla propria posizione,
fatta eccezione per chi necessita di “trattamenti medici
urgenti e specialistici all’estero e per coloro che ricoprono
incarichi critici”. Agli ufficiali che sono già in Libera è
G.M.
invece proibito di lasciare la nazione.
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Mercoledì 27 agosto 2014
Da Roma e dal Lazio
ANCORA SCINTILLE SULLA QUESTIONE DELLO STADIO DELL’AS ROMA TRA I QUADRI DIRIGENZIALI E IL GRUPPO CONSILIARE
Pd, un partito all’ultimo stadio
Il presidente Giuntella: “Vogliamo soltanto garantire gli interessi pubblici”
Il coordinatore della maggioranza Panecaldo: “Noi andiamo avanti lo stesso”
di Bruno Rossi
i mancava solo la questione
del nuovo stadio dell’As
Roma a rendere caldo anche
l’agosto del Pd capitolino.
Che per la verità arriva da
una lunga stagione di strappi, culminata nelle faide del dopo europee,
che minano da dentro la stabilità di
un partito che, da quando ha consegnato la città a Ignazio Marino,
fatica a ritrovare gli equilibri interni.
La scollatura tra chi siede alla tavola
dirigenziale e chi invece si accomoda in Aula Giulio Cesare diventa
ogni giorno che passa più evidente
e la vicenda dell’impianto sportivo
che dovrà ospitare, chissà tra quanti
anni, le gesta sportive dei giallorossi
ha fatto presto ad assumere i contorni
del casus belli del momento.
Ieri una nuova puntata. Col presidente del Pd romano, Tommaso
Giuntella, a rintuzzare gli attacchi
di chi ha indicato il partito come
“l’imbuto” attraverso il quale non
riesce a passare l’operazione: “Mi
rincresce osservare come il Partito
democratico sia continuamente chiamato in causa nel ruolo dell’ostruzionista e del creatore di problemi,
ma non c’è nulla di vero in questo”,
C
è stata la posizione assunta ieri da
Giuntella. “Il Partito democratico di
Roma non ha nessuna intenzione di
essere strumentalizzato in campagne
di stampa e capricci tra editori e
costruttori romani e se qualche esponente dimostra poca cautela nel lasciarsi coinvolgere, lo fa a titolo meramente personale”. Insomma, i giornali sono “cattivi” ma qualche compagno sipresta al gioco? Chissà...
Fatto sta che secondo Giuntella “a
noi non interessa affatto alimentare
dubbi e dare della città l’ennesima
dimostrazione di immobilismo in
cui certi interessi si riescono a muo-
vere mentre per tutti gli altri si apre
un vaso di Pandora di intralci e malfunzionamenti. Abbiamo chiarito il
nostro punto di vista: meno cubature,
garanzie in termini di servizi e utilità,
e un impegno per il trasporto pubblico che alleggerisca il più possibile
il ricorso ai mezzi privati. Tutte garanzie che il sindaco Marino è stato
in grado di ottenere nel suo recente
incontro con Pallotta”.
Secondo Giuntella, “per noi dunque
non c’è altra discussione in campo,
con la massima fiducia nell’operato
del sindaco sappiamo che lo stadio
si farà presto e faremo la nostra
parte perché sia un valore aggiunto
e un vanto per tutta la città di Roma.
Anche da questo passa la capacità
di Roma di somigliare sempre di
più alle capitali europee - conclude
- e di essere un esempio di come
tutto il Paese può tornare ad attrarre
investimenti stranieri e lasciare a un
passato da dimenticare le arroganze,
gli sprechi, l’immobilismo e le furberie”.
Ma se dietro ai toni da comizio del
presidente romano non trasparivano
abbastanza le scollature con i consiglieri, a sottolinearle ci ha invece
pensato l’intervento pomeridiano di
Giovanni Panecaldo. “È stato lo stesso
sindaco Ignazio Marino che ha rappresentato, tra gli accordi raggiunti
negli Stati Uniti, dopo l’incontro con il
patron della Roma, James Pallotta,
quello sul rifacimento della via del
Mare. Oggi (ieri per chi legge, ndr),
durante un proficuo confronto telefonico, abbiamo convenuto con l’assessore all’Urbanistica, Giovanni Caudo, sulla necessità di migliorare il
progetto. Su questo sono fiducioso, e
lavoriamo per arrivare a questo intervento nell’ambito dello stanziamento previsto. Siamo vicini alla soluzione e lunedì è previsto un incontro
tra i capigruppo e l’assessore”. Il coordinatore della maggioranza capitolina non può poi fare a meno di
scendere, appunto, sul piano del malessere interno al suo partito. “Senza
polemiche vorrei poi rispondere al
presidente del Pd Roma, Tommaso
Giuntella - ha aggiunto Panecaldo Io sono l’ultimo dei soldati del gruppo
Pd ma ho il dovere, come coordinatore
della maggioranza, di rappresentare
le istanze di tutti quanti. E come ribadito dal sindaco, si sente l’esigenza
di intervenire prioritariamente sulla
via del Mare. Non ci sono fughe in
avanti personali ma solo la tutela di
preoccupazioni legittime”.
QUARTIERE APPIO
ARDEA
MONTEVERDE
Luci votive sprigionano il rogo,
anziano vittima delle esalazioni
Travolto da un’auto là dove
sei anni fa fu uccisa la figlia
È morto
l’operaio
investito
dallo scoppio
oleva forse ricordare
un lutto, ma la vicenda è finita in tragedia.
È la commovente storia
che arriva da Roma, dove
l’altra notte si è sviluppato
un incendio in via Fonti del
Clitunno 4, all’interno di un
appartamento al sesto piano di una palazzina. Nel
rogo è morto un anziano
di 79 anni, mentre la moglie, di 80, è grave anche
se non sarebbe in pericolo
di vita.
L’allarme è scattato nel cuore della notte da parte di
alcuni vicini preoccupati
dal forte odore di fumo:
una volta giunti sul posto,
gli agenti di polizia hanno
cominciato a ispezionare
il palazzo considerato che
dall’esterno le fiamme e il
fumo non erano visibili.
Man mano che salivano le
scale, l’odore di fumo è diventato sempre più forte,
fino a individuare al sesto
piano l’appartamento interessato dove, a dire dei
vicini, abitava una coppia
di anziani. Udendo la voce
di una donna provenire
dall’interno, gli agenti hanno iniziato a colpire la porta
fino a riuscire ad aprirla.
Subito la donna è stata soccorsa e trasportata a braccia ai piani inferiori, dove
V
purtroppo drammaticamente peggiorato il bilancio dell’incidente sul
lavoro occorso alcuni giorni fa
a Roma. È infatti deceduto ieri
mattina uno dei tre operai rimasti feriti nell'esplosione di
un tombino, avvenuta il 21
agosto scorso. L’uomo si trovava da allora ricoverati in gravi
condizioni all’ospedale Sant’Eugenio, a causa delle gravi
ustioni riportate nell’incidente.
Marcin Macow, questo il nome
della vittima, un polacco di 56
anni, era il capo della squadra
di operai che erano intervenuti
in una galleria di servizi sotterranea in piazzale Dunant, nel
quartiere Monteverde, per un
intervento di riparazione della
rete idrica. L'uomo era entrato
per primo nel cunicolo ed è
stato investito dalla fiammata.
Aveva riportato ustioni di terzo
grado sul 67% del corpo, soprattutto nella parte superiore.
Era stato ricoverato in condizioni
gravissime in terapia intensiva
nel Centro grandi ustionati dell'ospedale Sant'Eugenio, ma
non ce l'ha fatta e ieri mattina,
intorno alle 5, è deceduto.
Unanimi le dichiarazioni di cordoglio dal mondo politico, amministrativo e sindacale.
V.B.
È
n tragico scherzo del destino.
Ma anche un segnale, che
qualcosa bisogna fare per
migliorare la sicurezza sulle strade.
La vicenda dell’uomo travolto sulla
stessa strada dove un pirata uccise
la figlia 6 anni fa, a Tor San Lorenzo,
fa pensare. Nella tarda serata di
domenica, Giovanni Oueslati, il
papà della tredicenne Batute "Pasma" Oueslati, rimasta vittima di
un incidente il 6 marzo del 2008, è
stato a sua volta investito nello
stesso punto e nelle stesse circostanze della figlia, riportando serie
conseguenze che hanno spinto i
soccorritori a trasferirlo d'urgenza
all'ospedale San Camillo di Roma,
dove si trova tutt'ora ricoverato: era
andato a pulire la targa in suo ricordo.
L'uomo stava attraversando viale
San Lorenzo poco dopo le 21 nello
stesso punto dove, sei anni prima,
un'automobile pirata falciò la vita
di Pasma, quando è stato urtato
da una Mercedes e scaraventato
U
l’aria era più respirabile.
L’anziana ha però riferito
ai poliziotti che all’interno
era rimasto il marito. Gli
agenti si sono coraggiosamente inoltrati nell’appartamento completamente invaso dal fumo, hanno
provato a raggiungere la
camera da letto ma a un
certo punto sono stati costretti a desistere, visto che
l’aria era irrespirabile. Un
agente, in conseguenza del
tentativo di soccorso effettuato, ha anche accusato
un lieve malore a causa
del fumo inalato. Sul posto
sono quindi giunti i vigili
del fuoco, che dopo aver
indossato i respiratori, sono
entrati e hanno soccorso
l’uomo, riverso in terra esanime in camera da letto.
Entrambi i coniugi sono
stati accompagnati al vicino ospedale San Giovanni, dove l’uomo è deceduto a causa delle esalazioni, mentre la donna
non corre pericolo di vita.
I vigili del fuoco, dalle prime verifiche, ritengono verosimile che l’incendio
possa essere stato innescato da alcuni ceri votivi
lasciati accesi su un comodino della camera da
letto. L’appartamento, completamente inagibile, è stato posto sotto sequestro.
Valter Brogino
in terra. Era uscito di casa - a poca
distanza dal luogo dell'incidente per sistemare la targa in ricordo
della figlia, sempre adornata di
fiori, frasi e pensieri affettuosi, da
sei anni, quando ha attraversato la
strada per gettare qualcosa nel
cassonetto dei rifiuti - proprio come
la figlia - posto dall'altro lato della
carreggiata, un tratto ancora poco
illuminato. Sul posto sono giunti i
carabinieri della tenenza di Ardea,
i volontari del nucleo di protezione
civile "Airone" di Tor San Lorenzo
e un'ambulanza del 118.
Il conducente dell'automobile, italiano in macchina insieme alla moglie, si è subito fermato per prestare
aiuto alla vittima e ha chiamato i
soccorsi, spiegando di non essersi
accorto del pedone e sostenendo
di viaggiare a velocità non elevata.
L'incidente, comunque, riporta in
primo piano la questione della sicurezza sulle strade del territorio
di Ardea, in particolare di Tor San
V.B.
Lorenzo.
9
Mercoledì 27 agosto 2014
Dall’Italia
LA RIUNIONE DI IERI A ROMA HA FATTO COMPRENDERE CHE COSÌ NON SI PUÒ CONTINUARE
Mare Nostrum verso il capolinea
Oggi a Bruxelles si discuterà di un nuovo approccio: scoraggiare le partenze con le carrette del mare
e organizzare campi profughi direttamente in Libia. Ma resta il problema di un Paese destabilizzato
di Barbara Fruch
impiazzare Mare Nostrum
con il Frontex? Non sarebbe
possibile, al momento. Sarebbe meglio, se proprio,
aumentare l’operatività dell’agenzia
europea affinché affianchi la missione italiana e facendo sì che
quest’ultima diminuisca gradualmente gli sforzi. Il tutto anche cercando forme di cooperazione, per
ridurre il numero delle persone
fatte sbarcare e aumentare quello
di chi sarà invece aiutato in loco.
Sarebbe questo, secondo indiscrezioni, quanto concordato nella riunione tecnica tra gli esperti del Viminale e i rappresentanti della
Commissione Ue e della stessa
agenzia Frontex ieri negli uffici del
Dipartimento immigrazione e polizia di frontiera del Ministero dell'Interno.
Sul tavolo anche l'analisi dei costi
e delle unità che servirebbero per
implementare la missione Frontex.
Una riunione “semplicemente” tecnica e, in qualche misura, preparatoria al vertice tra il ministro dell'Interno Angelino Alfano e il commissario Ue agli Affari interni Cecilia Malmstroem, in programma
R
oggi a Bruxelles e dal quale si attendono, per l’appunto, le decisioni
politiche.
Quello di ieri, dunque,“è stato solo
un tavolo tecnico: compito dei tecnici
è predisporre una serie di opzioni,
ma cosa mettere in campo è la politica a deciderlo”, spiega una fonte
a conoscenza dei colloqui.
Ed ecco che, proprio analizzando i
fatti, gli esperti hanno concordato
sul fatto che, stante l'attuale situazione
geopolitica in Libia e negli altri
Paesi di provenienza dei migranti,
con decine di migliaia di persone
disposte a tutto pur di fuggire, i
naufragi e le morti si moltiplicherebbero in modo esponenziale con
un'operazione di assistenza meno
capillare di Mare Nostrum. Analisi
condivisa anche dall’Unhcr, secondo
la quale l’operazione Mare Nostrum
della Marina italiana
ha consentito di "salvare migliaia di vite",
ma ora, "la drammatica
situazione ai confini
marittimi dell'Europa
richiede un'azione europea urgente e concertata": parole e musica di Melissa Fleming, portavoce dell'Alto commissariato
delle Nazioni Unite per
i rifugiati.
Nel complesso, le stime
fatte arrivare da Ginevra parlano di 1.889
persone morte quest'anno in queste traversate, di cui 1.600
dall'inizio di giugno. Gli
ultimi giorni sono stati
i peggiori di quest'anno per le persone che affrontano la traversata
del Mediterraneo per raggiungere
l'Europa: almeno tre navi si sono
capovolte o sono affondate e si contano più di 300 vittime.
Quindi? Interrompere non si può
ma neanche l’Italia può continuare.
Ecco perché, secondo i tecnici, è
necessario incrementare l’efficacia
del Frontex, attribuendole un ruolo
più “operativo”.
Solo parole al momento, solamente
idee. L’intenzione di inserire, da
paesi contributori, unità navali ed
aerei da mettere in campo. Studiare
poi fasce di mare da pattugliare,
con forme di cooperazione tra i due
dispositivi navali. E agire in Libia,
sul campo, scoraggiando le partenze: forse l’unica vera novità possibile
che possa essere anche foriera di
risultati.Voci parlano infatti di campi
profughi da organizzare in Africa
per poi consentire la partenza di
chi ha visto riconosciuto il diritto
d’asilo verso l’Europa.
Modalità di azione che verranno
dunque discusse anche oggi a Bruxelles dove si comincerà a definire
in termini politici una 'exit strategy'
dall'operazione. Obiettivo comune,
come spiega il portavoce della commissaria agli affari interni Cecilia
Malmstroem, “identificare le modalità con cui meglio assistere l'Italia”, alle prese con l'emergenza
sbarchi: solo tra venerdì e sabato
quasi 4.000 migranti salvati dal mare;
113 mila dall'inizio di Mare Nostrum.
Mettiamoci anche i 1900 morti e
sono numeri che dicono chiaramente che non si può continuare
così.
POZZALLO - IL POTERE (NULLO) DELLA GIUSTIZIA
Tarak, arrestato e rilasciato sette volte
Fermato a Lampedusa e Siracusa per favoreggiamento dell’immigrazione,
sbarca nuovamente sulle coste siciliane: “Non ho paura, uscirò presto”
he lo facciano per soldi è ormai appurato.
Quello che li spinge però a continuare la
loro attività illegale è proprio il saper di restare impuniti.
Non ha paura della giustizia italiana e arriva addirittura a “sbeffeggiare” gli investigatori Honeim
Tarak, scafista egiziano arrestato ben sette volte
in sette anni per la tratta di essere umani che
dalle coste dell’Africa porta in Italia. “Non ho
paura, uscirò presto”, ha detto l’ultima volta si è
visto stringere le manette ai polsi.
Lo sa bene dal momento che gli era già successo
ben cinque volte a Lampedusa e uno a Siracusa.
Poi a Pozzallo, sabato scorso, dopo che aveva
portato in Sicilia 200 migranti siriani.
Chiuso nel piccolo penitenziario di Ragusa continua a dichiararsi estraneo alla vicenda, dice ad
C
Andrea Galli del Corriere della Sera di essere
vittima di una congiura: sbagliano i poliziotti e
sbagliano gli immigrati che l’hanno indicato
come capo della traversata.
In cella, Tarak ha anche confidato di sapere
bene che “la detenzione non durerà, che uscirà
presto”. E poi riprenderà il suo lavoro, come ha
fatto negli ultimi anni.
Ad aiutarlo nell’ultimo viaggio anche due connazionali che non sapevano come pagare il
viaggio: gli organizzatori hanno detto loro di
salire in barca, “puntare la Sicilia, e a un certo
punto far partire l’Sos, tanto gli italiani con l’operazione Mare Nostrum avrebbero provveduto a
salvarli”.
Lo sanno infatti benissimo, gli scafisti così come
le organizzazioni criminali che si trovano a capo
del loro sistema. Lo sanno che una volta in mare
basta lanciare l’allarme e arriveranno gli italiani
(con i soldi loro) a recuperare i “poveri” immigrati.
La prova provata del fallimento dell’operazione
Mare Nostrum che non fa altro che “alimentare”,
agendo così, le organizzazioni criminali, senza
arginare sbarchi e tragedie.
Il lavoro di traghettatore, però, non è un lavoro
che fanno solo gli stranieri. Galli racconta di due
scafisti brindisini e di un tarantino che in distinti
viaggi a Leuca e nel Canale di Otranto hanno
portato in Puglia 39 africani. Le traversate, spiega
il Corriere, vengono organizzate in collaborazione
con la criminalità albanese e come strategia
d’azione viene riproposto il modello del contrabbando di sigarette: le navi con il carico in
mare aperto e piccole imbarcazioni che fanno
la spola. Un sistema malato che Mare Nostrum
B.F.
non combatte. Anzi...
DICIOTTO VITTIME ACCERTATE, ALCUNE SAREBBERO STATO UCCISE A SPRANGATE DURANTE LA NAVIGAZIONE
Massacro a bordo della carretta
mmigrati trattati come bestie: picchiati alla testa e ai reni con
grosse spranghe di ferro alla partenza, costretti ad affrontare la
traversata del Mediterraneo a bordo di un gommone. Che poi
affonda.
È quello che è successo nell’ultima tragedia del mare, con 18 corpi trasportati domenica a Pozzallo (ci sarebbero da 10 a 20 i dispersi, tra
loro anche altri due scafisti, oltre ai 97 superstiti). A raccontare le
violenze subite sono stati i superstiti, ascoltati dagli agenti della squadra
mobile di Ragusa ne hanno fermato un presunto scafista. Quest’ultimo
ha confermato le violenze sui migranti. Si tratta di Gibril Jammeh, di 19
anni, originario del Gambia che ora dovrà rispondere non solo di favoreggiamento all’immigrazione clandestina ma anche del reato di morte
come conseguenza di un altro delitto.
“Sono stato io – ha raccontato agli investigatori – a condurre il
gommone, ho raggiunto un accordo con i libici; mi sono presentato da
I
loro dicendo che avevo fatto il pescatore e che ero pronto ad assumermi
questa responsabilità ma volevo dei soldi che loro mi hanno promesso,
anche perché io non avevo come pagare il viaggio”.
Stando a quanto dichiarato dai testimoni, gli organizzatori hanno
incassato 1.200 dollari a passeggero per un totale di oltre 120 mila
dollari. Le vittime, non tutte (alcune sono state infatti picchiate),
sarebbero state uccise dalla miscela di acqua e carburante che si era
accumulata nello scafo, sommersi e bloccati dagli altri compagni di
viaggio durante una fase di difficoltà nella navigazione. “Purtroppo –
ha continuato il gambiano fermato – il gommone si è forato a prua. Ho
fatto di tutto per far stare calme le persone ma si sono fatte prendere
dal panico, molti sono caduti in acqua, alcuni non sono più riemersi,
anche altri due scafisti sono andati giù. Qualcuno ha svuotato le
taniche di benzina per assicurarsi un appiglio se fosse caduto in acqua
ma il carburante è caduto all’interno del gommone”.
Secondo quanto riportato dai testimoni i superstiti sarebbero stati però
anche minacciati e picchiati con spranghe dallo scafista e dai suoi
amici. I colpi, sempre secondo i racconti, hanno fatto cadere al centro
del gommone alcuni migranti che in un primo momento sono sembrati
solamente svenuti ma che poi si è capito essere morti. Uno straniero
che si è salvato ha riconosciuto uno dei suoi fratelli tra le vittime e ha
aggiunto di aver visto scomparire tra le onde altri due fratelli.
Infatti, alcune vittime, secondo un primo esame esterno sulle salme,
disposto della Procura di Ragusa, sarebbero morte per le ferite
riportate durante l’imbarco: rilevate infatti fratture letali alla testa e alla
colonna vertebrali che sarebbero state procurate da violenti colpi
sferrati con delle spranghe. Gli altri stranieri sarebbero deceduti invece
per asfissia in sommersione: praticamente sarebbero annegati nei
pochi decimetri di miscela di acqua e carburante che si era accumulata
sullo scafo del gommone. Sarebbero rimasti sommersi e bloccati da
altri ‘passeggeri’ durante una fase di forte difficoltà durante la navigazione.
L’ennesima storia che racconta il dramma dei profughi.
Carlotta Bravo
10
Mercoledì 27 agosto 2014
Dall’Italia
NEL SIRACUSANO E IN CAMPANIA “FEMMINICIDIO” AL CONTRARIO
Violenze in famiglia: vittime anche gli uomini
A Torre del Greco una donna usa forbici e martello contro il compagno, perché non vuole comprarle
il vino. A Carlentini una 60enne prende a coltellate il marito e poi tenta il suicidio: era depressa
di Chantal Capasso
n controtendenza ai recenti
fatti di cronaca, che vedono
come solite vittime le donne,
tanto da contestualizzare e
chiamare il fenomeno come “femminicidio”, questa volta a farne
le spese sono gli uomini ed i carnefici sono … donne.
È successo a Torre del Greco, nel
Napoletano, dove una 40enne violenta, Bianca De Martino, tra l’altro
già nota alle forze dell'ordine per
reati contro il patrimonio, dovrà
ora rispondere di tentato omicidio.
Allertati da una telefonata fatta al
112 che raccontava di aver sentito
delle urla e richieste di aiuto durante una lite violenta nel vicinato,
i carabinieri sono giunti sul posto.
Qui gli uomini dell’arma hanno
sorpreso la donna, nella sua abitazione sul II vico di Constantinopoli, mentre aggrediva il compagno. La vittima, un impiegato di
60 anni è finito in ospedale. L’uomo
ha riportato, secondo il referto
dei medici della struttura ospedaliera di Torre del Greco, ferite
da taglio multiple in varie parti
del corpo, giudicate guaribili in
15 giorni. L’oggetto del contendere
I
che ha scatenato le ire della 40enne
pregiudicata, è stata la richiesta
negata dal compagno di comprarle
una bottiglia di vino. Il motivo del
rifiuto era mera preoccupazione
dell’uomo nei confronti della donna
solitamente dedita all’uso di alcol.
Ma il diniego ha provocato una incontrollabile reazione, la De Mar-
SONDRIO
Precipita in un dirupo:
muore ragazza di 23 anni
Si era appartata con il fidanzato, per
gli inquirenti si tratta di fatto accidentale
tragedia a Sondrio in
località Roncale, sopra
Grosotto. La sera di sabato 23 agosto, una giovane
donna di 23 anni, residente
a Tiolo, ha perso la vita cadendo dall’altezza di 4 metri,
le ferite riportate alla testa
in seguito all’impatto con i
sassi a terra non le hanno
lasciato scampo.
Secondo la ricostruzione dei
Carabinieri, Veronica Balsamo si trovava in compagnia
del suo fidanzato 18enne,
Emanuele Casula, residente
di Grosotto.
La giovane coppia aveva deciso di appartarsi ai piedi
della chiesa di Roncale, nei
pressi del dirupo e, forse a
causa del buio, non si sono
accorti della poca distanza
che c’era tra la vettura ed il
burrone. Una volta arrivati, la
ragazza è scesa dall’auto, per
motivi ancora da chiarire, e
ha trovato il vuoto sotto i suoi
piedi cadendo nel burrone.
Il giovane fidanzato, sconvolto
e terrorizzato per quello che
aveva appena visto è ripartito
a folle velocità con l’automobile, ma la sua corsa è finita col ribaltarsi sulle strade
scoscese fino ad arrivare a
fondo valle. Il ragazzo è rimasto ferito seppur in ma-
È
niera lieve.
Dopo l’allontanamento dal
luogo della tragedia il giovane ha però allertato il 118.
I carabinieri del nucleo operativo di Tirano, hanno raggiunto il ragazzo ed hanno
trovato una borsetta e un indumento da donna nella sua
auto, confermando una recente presenza femminile
nella sua auto. Dopo averlo
soccorso, gli uomini dell’arma hanno chiesto al ragazzo
a chi appartenessero i due
oggetti, ma il giovane non
ha saputo dire nulla sull’accaduto ed è stato quindi portato all’ospedale E. Morelli
di Sondalo ed ora ancora ricoverato sotto osservazione.
Le ricerche sono scattate subito durante la notte e si
sono concluse la domenica
pomeriggio con la triste scoperta del corpo senza vita
della ragazza. Gli investigatori escludono l’ipotesi del
delitto, precisando che si è
trattato di un fatto accidentale.
Tutta la comunità piange la
scomparsa della ragazza,
per celebrare i funerali bisognerà attendere il nulla
osta della Procura che ha disposto l'autopsia sul corpo
della giovane donna.
C.C.
tino con delle forbici prese in cucina ha cominciato a sferrare fendenti contro il corpo del povero
uomo oltre a colpirlo con un martello. Durante la colluttazione anche
la donna si è provocata delle lievi
ferite all’avambraccio guaribili in
7 giorni.
Vicenda più grave, nel Siracusano,
dove una sessantenne Sebastiana
Ippolito, ha ucciso a coltellate il
marito, Alfio Vinci, di 72 anni (nella
foto). Il delitto è avvenuto nella
loro abitazione di Carlentini. La
donna è stata ricoverata nell’ospedale di Lentini per delle ferite che
i carabinieri hanno riscontrato sul
suo corpo, in seguito ad un tentativo
di suicidio. La triste vicenda sfociata
in omicidio ha avuto luogo nella
casa di famiglia in contrada Santuzza, non molto distante dal centro
abitato di Carlentini.
Sembra che la donna soffrisse da
tempo di depressione. Non aveva
superato la morte della figlia
38enne portata via da un tumore
nel 2008. Durante la notte la donna
si reca in cucina per prendere un
coltello e raggiunge il marito che
dormiva nella camera da letto. Lo
ha accoltellato nel sonno. Quaranta
coltellate dritte allo stomaco. Il
70enne ha trovato la morte già al
terzo fendente.
Questo quanto ricostruito dai carabinieri di Augusta. Dopo aver
accoltellato il marito, è andata in
bagno per tentare il suicidio, ma
con la stessa arma con cui aveva
appena ucciso il marito si sarebbe
procurata solo ferite superficiali
sul corpo prima di svenire. Intorno
alle 3 si sarebbe risvegliata ed
avrebbe urlato. I vicini di casa
dopo aver sentito le grida provenire dall’abitazione accanto alla
loro, hanno allertato i carabinieri
che accorsi sul luogo hanno trovato
la donna a terra ferita con un coltello in mano.
RIVOLUZIONARIA DECISIONE DEL TRIBUNALE DI FIRENZE CHE ORDINA DI CERCARE LA MADRE BIOLOGICA
Dopo mezzo secolo potrà
conoscere i genitori naturali
In crisi l'articolo 28 della legge 184, già giudicato incostituzionale
dalla Consulta. In Parlamento quattro proposte di legge sul tema
ivoluzionaria un’ordinanza emessa dal tribunale per i minori di
Firenze che impegna, per la prima volta in Italia, a cercare la madre
naturale di una 59enne, abbandonata
dopo la nascita in un istituto religioso
e affidata a una coppia siciliana.
Un atto giudiziario importante che,
di fatto, scardina la legge 184 del
1983, giudicata qualche mese fa incostituzionale dalla Consulta, e rende
nullo l’articolo 28, quello che imponeva il divieto ai figli non riconosciuti
alla nascita di conoscere il nome dei
genitori.
In una sorta di scia innovativa e contestuale trova spazio la decisione
presa dal tribunale fiorentino se si
considera che in Parlamento sono
state depositate quattro proposte di
legge che mirano a modificare quella
norma, questione questa, che investe
anche la fecondazione eterologa, dopo
la bocciatura del Governo della proposta del Ministro Lorenzin con il passaggio della competenza per la sua
trattazione alle Aule Camerali.
Mariagnese Vaboli, è il nome della
donna che con tanto ardore spera in
questo modo di ricostruire un pezzo
della sua vita, nasce nel 1955, ed è
una dei tanti bambini di madre sconosciuta. Viene affidata ad un istituto
religioso nel Bergamasco e adottata a
dieci mesi da una coppia siciliana.
R
La stessa verrà a sapere molto dopo,
di essere stata adottata dalla coppia
che considerava suoi genitori naturali,
da una zia, dopo la morte del padre.
Mariagnese si metta alla ricerca delle
sue origini– come spiega a Il Corriere
della Sera – fin quando scopre che i
suoi genitori biologici erano, all'epoca,
giovanissimi, due ragazzi di 16 e 14
anni. A loro raccontarono che la figlia
era morta durante il parto.
Poi, dopo anni di inutili appelli e tentativi di conoscere il nome della madre,
arriva la decisione del tribunale che
aggira il divieto della legge 184.
"Il tribunale di Firenze si muove personalmente per la ricerca anche se la
limita alla volontà dell'eventuale madre
naturale a conoscere la figlia", spiega
Emilia Rosati, fondatrice del Comitato
nazionale per il diritto alle origini bioC.C.
logiche.
11
Mercoledì 27 agosto 2014
LECCE - SOPRUSI IN FAMIGLIA
GIOIA TAURO
Giocattoli contraffatti:
sequestro al made in China
Fermato un container con oltre 21mila articoli
per bambini: sono dannosi per la salute
n’operazione congiunta dei Finanzieri del Gruppo
della Guardia di Finanza
di Gioia Tauro, insieme
ai Funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei
Monopoli – S.V.A.D. locale, ha messo a segno
un maxi sequestro di un
container proveniente
dalla Cina con un carico
di merce contraffatta
(giocattoli e materiale scolastico
delle più note marche, Hello
Kitty, Winnie the Pooh, Cars, Toy
story, etc.).
Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi,
hanno consentito, dopo una copiosa attività investigativa, raccolta di documenti e successivi
meticolosi controlli eseguiti su
numerosi container in transito
presso il porto di Gioia Tauro,
l’individuazione del carico illecito occultato in un contenitore
imbarcato nel porto cinese di
Ningbo.
La merce che aveva come destinazione, almeno sulla carta,
Montenegro, è stata sottoposta
ad accertamenti peritali da parte
dei tecnici di società titolari di
rinomati marchi, i quali hanno
confermato i sospetti delle fiamme gialle e dei funzionari doganali, ossia che i prodotti riportavano marchi illecitamente
riprodotti.
Dall’Italia
Fa prostituire moglie e figlia:
denunciato padre padrone
U
Sul registro degli indagati anche l’anziano cliente:
pagava quaranta euro per ogni incontro sessuale
a costretto non solo la moglie
ma anche la figlia, di appena
9 anni, a prostituirsi con un
82enne per 40 euro. Una storia squallida quella che arriva da
Nardò in provincia di Lecce, dove
sul registro degli indagati è finito
un 51enne, il marito e padre orco,
nonché il cliente delle due vittime. I
due dovranno rispondere di prostituzione minorile, induzione alla prostituzione, maltrattamenti in famiglia
e lesioni personali.
Il sostituto procuratore leccese Stefania Mininni, a quanto riporta il
nuovo Quotidiano di Puglia, ha infatti
chiuso il fascicolo d’indagine aperto
un anno fa dopo aver raccolto i vari
tasselli dell’inchiesta incentrata sull’ascolto protetto della ragazzina e
gli interrogatori di varie persone in
qualità di persone informate dei
fatti. Proprio come la madre della
minore per la quale il magistrato
non ha ravvisato complicità con il
marito.
La bimba, secondo le indagini, avrebbe intrattenuto momenti di intimità
con l’82enne all’interno di una casa
di proprietà della famiglia dietro il
pagamento di denaro intascato dal
padre. Il 19 marzo di un anno fa,
l’uomo avrebbe intascato circa 150
euro.
Ma non era la prima volta. È stato
H
Sottoposti al maxi sequestro
oltre 21 mila prodotti per bambini, tra cui palloni, maschere,
peluche e diari, riportanti marchi
contraffatti. Il tutto per un valore
complessivo di oltre duecentomila euro. Sono ancora in corso
le indagini tese ad individuare i
responsabili dell’operazione illecita.
Importante rilevare quanto sia
determinante l’azione svolta dalle forze dell’ordine che mira a
contrastare il fenomeno dell’illecita commercializzazione di
prodotti contraffatti.
Quest’ultimi, in assenza delle
condizioni di genuinità regolate
dalla vigente normativa europea,
risultano essere potenzialmente
dannosi alla salute delle persone.
Tra l’altro il carico sottoposto a
sequestro a Gioia Tauro contiene merce di largo consumo
che una volta immessa sul mercato sarebbe stata destinata, soC.C.
prattutto, a bambini.
accertato che anche la moglie sarebbe stata costretta dal marito a
prostituirsi sempre con l’anziano. Le
prestazioni sessuali venivano garantite grazie al pagamento di 40 euro
per ogni incontro. Il padre e marito
padrone, però, si sarebbe macchiato
anche di altri abusi perché, stando
a quanto contestato dalla procura,
avrebbe picchiato in almeno tre occasioni la moglie per indurla al sesso
a pagamento. In una circostanza (il
14 marzo di un anno fa) avrebbe
persino impugnato un bastone procurando alla donna lesioni giudicate
guaribili in 5 giorni. Due mesi dopo,
invece, le ferite sarebbero state dichiarate guaribili in una settimana.
A lanciare l’allarme
infatti è stata proprio la donna, stanca per l’ennesimo
ricovero: ai medici
avrebbe raccontato
delle percosse del
marito e dell’anziano cliente. La donna è stata ascoltata
prima dagli psicologi dell’ospedale
in cui era stata ricoverata e solo successivamente ai carabinieri di Nardò,
che sono poi partiti
con le procedure di rito.
Sulla vicenda infatti sono ancora
molti i lati oscuri: ad esempio come
il cliente fosse venuto a conoscenza
della donna, nonché della figlia, venduta dal marito e come mai nessuno
si fosse accorto della reale vita della
famiglia. Intanto la bambina è stata
affidata ad una casa-famiglia.
Ora i due indagati hanno venti giorni
a loro disposizione per chiedere di
essere interrogati o per presentare
memorie difensive.
L’ennesima storia squallida che vede
come protagonista un uomo capace
di annientare e rovinare per sempre
sia la moglie che la figlia.
Barbara Fruch
CATANZARO - BLITZ DELLA POLIZIA CONTRO I PROCOPIO-MONGIARDO
Dalle estorsioni al traffico
d’armi: smantellata una cosca
A
ssociazione per delinquere di
stampo mafioso, danneggiamenti a imprenditori e commercianti, vittime di richieste estorsive, e traffico di armi.
Sono solamente alcuni dei reati di
cui dovranno rispondere le venti
persone finite in manette ieri mattina
nel blitz della polizia. Le ordinanze
di custodia cautelare (di cui 18 in
carcere e 2 ai domiciliari), disposte
dalla Procura Distrettuale antimafia
di Catanzaro nel corso dell’operazione Hybris, sono state eseguite
nei confronti di soggetti ritenuti responsabili di appartenere alla cosca
mafiosa Procopio-Mongiardo, operante nei comuni del Basso versante
Ionico Catanzarese e federata alle
famiglie ‘ndranghetiste Gallace di
Guardavalle e Gallelli di Badolato.
Nell’inchiesta sono confluite numerose intercettazioni telefoniche ed
ambientali e le dichiarazioni di un
collaboratore di giustizia che ha arricchito gli elementi già in possesso
degli investigatori.
L’indagine è iniziata nel 2011 quando
si scoprì che una società romana
attiva nel turismo, era continuamente
vessata dalle richieste estorsive della
cosca oggetto dell’investigazione.
La società aveva acquistato una
parte di una struttura turistica nel
comune di S. Andrea Apostolo allo
Ionio, e da quel momento erano iniziate le rivendicazioni mafiose. Oltre
alla classica mazzetta annuale, gli
estorsori pretendevano di egemonizzare gli appalti per i lavori interni
al residence, e di far assumere persone che, pur non presentandosi
mai al lavoro, dovevano essere regolarmente pagate. Dopo anni di
vessazione, minacce e danneggiamenti, il presidente della società si
decise a denunciare i suoi aguzzini.
Dall’indagine che scaturì da quella
denuncia, gli investigatori della Mobile fecero emergere altre estorsioni
a cui erano soggetti imprenditori,
commercianti e diversi comuni della
zona.
Durante alcune perquisizioni gli
agenti hanno trovato anche molte
armi, in particolare pistole. Dall’indagine si scoprì che la cosca aveva
attivato un fiorente traffico di armi,
grazie all’attività di alcuni affiliati che
utilizzavano un canale di approvvigionamento al quale partecipavano
persone di origine calabrese, residenti in Svizzera (solo pochi giorni
fa, ma da un’altra operazione condotta dai Carabinieri del Comando
Provinciale, erano emersi altri particolari in merito alla presenza delle
‘ndrine in terra elvetica).
Numerosi dunque i reati: estorsione,
danni ad imprenditori e commercianti, tentati omicidi e intimidazioni.
Non ultima quella a Francesco Ranieri, giornalista minacciato dalla figlia del boss Mario Mongiardo per
alcuni pezzi pubblicati sulla “Gazzetta del Sud”. “Digli al giornalista
che quando parla delle mie cose
deve essere più delicato. Non deve
parlare solo contro ma anche delle
cose a favore”, avrebbe detto il boss
nel corso di un colloquio con la figlia
minorenne avvenuto in carcere. Quest’ultima, secondo quanto riferito dagli investigatori della squadra mobile
di Catanzaro, dopo la conversazione
con il padre si sarebbe effettivamente
recata da Ranieri per portargli il
“messaggio”.
Ma non è finita qui. La cosca avrebbe
controllato il territorio della zona di
San Sostene, Montepaone, Gasperina
e Sant’Andrea. I poliziotti hanno infatti
scoperto i responsabili del tentato
omicidio di Antonio Gullà, 57 anni,
avvenuto a Soverato nell’ottobre del
2010. L’uomo fu ferito perché ritenuto
vicino alla cosca avversaria dei Procopio-Sia-Vallelunga. Da una serie
di intercettazioni è emerso, inoltre,
l’interessamento della cosca Proco-
pio-Mongiardo per le elezioni amministrative del 2011 a San Sostene.
Questa parte dell’inchiesta, però,
non rientra nell’ordinanza di custodia
cautelare che ha portato all’arresto
delle venti persone.
Il nome dell’operazione non è casuale, nella tragedia greca, la hybris
è un fatto accaduto nel passato che
influenza in modo negativo gli eventi
del presente, proprio come in questo
caso, con la maggior parte degli
arrestati che sono figli o parenti di
persone coinvolte in analoghe operazioni degli anni scorsi.
Miriana Markovic
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Mercoledì 27 agosto 2014
Salute
IMPORTANTE RICERCA SULLA SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA
Sla, la diagnosi precoce è made in Italy
A Torino sviluppata una particolare analisi che permette di battere sul tempo la malattia
di Francesca Ceccarelli
n particolare tipo di tomografia Pet è quella che
permetterà di diagnosticare in anticipo la Sla, la
sclerosi laterale amiotrofica, in questi giorni protagonista di campagne mediatiche più
o meno profique.
Secchiate ghiacciate a parte c’è
chi lavora da anni per sconfiggere
la malattia, nell’anonimato più assoluto ma con il massimo dell’impegno raggiungendo obiettivi
davvero importanti. Stavolta la
buona notizia arriva dalla Città
della Salute di Torino, ospedale
Molinette, dove opera Armando
Chiò, ricercatore italiano sulla Sla.
E’ sua la ricerca pubblicata sulla
rivista internazionale americana
Neurology: si tratta di uno studio
interamente italiano nel quale si
dimostra, per la prima volta, la
possibilità di diagnosticare con
alcuni mesi di anticipo la Sla mediante un semplice esame di tomografia ad emissione di positroni
(la Pet, appunto) con un tracciante
analogo al glucosio (18F-Fdg), di
norma utilizzato nella pratica clinica dai centri di medicina nu-
U
cleare. La tecnica permette di
raggiungere un’accuratezza diagnostica del 95 per cento.
Un passo fondamentale sulla via
della diagnosi prematura poiché
finora la Sla poteva poteva essere
GRAN BRETAGNA
DAGLI STATI UNITI UNO STUDIO ALL’AVANGUARDIA
Non solo estetica:
il botulino, un aiuto
anche contro il tumore
individuata solo con l’indagine
clinica.
"L’accelerazione e la maggiore
accuratezza sono fondamentali
sia per lo sviluppo di nuove terapie sia per l’accesso dei pazienti
alle cure sperimentali" spiega
Chiò.
Lo studio è frutto della collaborazione fra Marco Pagani, ricercatore dall’Istituto di Scienze e
tecnologie della cognizione del
Cnr di Roma, Adriano Chiò, direttore del Centro Sla dell'ospedale Molinette della Città della
Salute di Torino e Dipartimento
di Neuroscienze dell’Università
di Torino, e Angelina Cistaro, ricercatrice del Centro torinese Pet
Irmet.
Per portare a termine lo studio
sono stati coinvolti 195 pazienti in
cura al Centro Sla delle Molinette,
confrontati con 40 soggetti con assenza di patologie del sistema
nervoso centrale. Quello che conferma l’affidabilità dello studio è
la serie di pazienti osservati, la
più numerosa di qualunque altro
studio di neuroimmagini effettuato
finora nella Sla.
La ricerca ha dunque bisogno di
essere sostenuta perché, grazie
alle moderne tecnologie, è possibile sempre di più sconfiggere
malattie tremende come la Sla.
Viagra gratis “per chi ne ha bisogno”
Dopo il calo del prezzo, la pillola è rimborsata dal Servizio sanitario
egno Unito a tutto viagra: dopo che i prezzi
della pillola blu sono
scesi del 93%, l’Nhs,
il servizio sanitario nazionale
britannico, ha deciso di iniziare a prescriverlo e a fornirlo gratuitamente a chiunque ne abbia bisogno.
Un anno fa quattro pastiglie
del medicinale contro le disfunzioni erettili prodotto da
Pfizer erano in vendita a circa
22 sterline, circa 28 euro, riportava ieri il Mail on Sunday. Al momento, invece,
l’equivalente generico è in
vendita a 1,45 sterline (circa
2 euro) sempre per una confezione da quattro. Così ora,
riportano i tabloid del paese,
l’Nhs ha deciso di iniziare a
prescriverlo senza più timori
di andare in bancarotta, una
mossa subito apprezzata dal
Men’s Health Forum, un gruppo medico non-profit che si
occupa di salute degli uomini. Secondo il presidente dell’associazione, John Chisol, «questa decisione permetterà a molte relazione
minacciate dalla crisi dei sensi di
rifiorire».
In Italia, dopo la scadenza del brevetto, una ventina di aziende vendono
il farmaco generico che contiene lo
stesso principio attivo del Viagra,
ovvero il sildenafil. E anche da noi il
prezzo si è abbattuto, passando a
circa 4 euro. “Al momento il servizio
sanitario rimborsa il sildenafil solo
R
on solo un valido rimedio
per il trattamento delle rughe e degli inestetismi
cutanei: anche il tumore allo stomaco può essere contrastato
con questa sostanza.
Questo quanto riportato da un
gruppo di ricercatori norvegesi
e statunitensi che hanno pubblicato su Science Translational
Medicine che il botulino potrebbe essere un valido alleato
conto il cancro gastrico. Lo studio
mette in evidenza che la tossina
botulinica iniettata nella sede
del tumore è in grado di bloccare la replicazione delle cellule
neoplastiche.
Gli studiosi della Columbia University Medical Centre di New
York e della Norwegian University of Science and Technology
che hanno condotto lo studio
hanno scoperto che l'acetilcolina, un neurotrasmettitore, è
N
coinvolto nella stimolazione della
replicazione delle cellule tumorali e che attraverso la somministrazione di botulino è possibile inibirne l’attività: "Abbiamo
scoperto - spiega Timothy Wang
della Columbia University, autore
dello studio - che bloccando i
segnali nervosi mediante la somministrazione di botulino è possibile rendere le cellule tumorali
più vulnerabili. In questo modo
si elimina uno dei fattori chiave
che regolano la loro crescita".
Come spiega Duan Chen della
Norwegian University, coautore
dello studio, la somministrazione della tossina botulinica
può essere effettuata mediante
una normale gastroscopia e,
rispetto a molti dei trattamenti
attualmente in uso contro il
cancro allo stomaco, risulterebbe meno tossica e relatiF.Ce
vamente economica.
per due categorie di pazienti - spiega
il professor Vincenzo Mirone, segretario generale della Società Italiana
di Urologia - ovvero persone che
hanno subito lesioni al midollo spinale in seguito a traumi o incidenti
stradali oppure pazienti con tumore
alla prostata che hanno subito la
prostatectomia. Da qualche tempo
è partita anche una campagna per i
pazienti diabetici, che in molti casi
diventano impotenti, ma per ora
sono ancora esclusi”.
“Sarebbe auspicabile il rimborso
per chi ne ha bisogno anche in Italia
- aggiunge Vincenzo Mirone - perché
parliamo soprattutto di un miglioramento della qualità della vita. Inoltre
con il rimborso della ricetta medica
si eviterebbero dannosi fai da te
con farmaci acquistati online da farmacie non certificate. Un anno fa si
parlò proprio di questo all’Aifa, ma
manca la copertura finanziaria, quindi
credo che in Italia la situazione reF.Ce.
sterà invariata”.
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