Anno III - Numero 195 - Mercoledì 27 agosto 2014 Direttore: Francesco Storace Roma, via Giovanni Paisiello n. 40 Attualità Roma Salute Marò: altra udienza, nuova presa in giro? Sul nuovo stadio Pd in... fuorigioco Sla: una speranza dalla ricerca a pag. 4 Rossi a pag. 8 Ceccarelli a pag. 12 ESECUTIVO DI RENZI SEMPRE PIÙ SCHIAVO DEI VINCOLI COMUNITARI: CI RIMETTE L’ECONOMIA NAZIONALE di Francesco Storace e non ti liberi, è evidente che stramazzi al suolo e muori. Ma Renzi questo non lo vuole capire. Adesso sta diventando davvero complicato spiegare agli italiani, alle imprese, alle famiglie, che quel 3% maledetto, l’invalicabile vincolo tra il deficit e il Prodotto interno lordo, bloccherà persino lo strombazzatissimo rilancio delle opere legate all’edilizia. Senza soldi, che ti sblocchi, viene da chiedersi... Già, venerdì prossimo in Consiglio dei ministri dovrebbe approdare solo qualche provvedimento senza spesa, perché la copertura finanziaria di qualunque atto non è garantita dal ministro dell’Economia, Padoan. Lo Sblocca-Italia diventerà l’ennesima slide a futura memoria. Se Renzi si azzarda a mettere qualche euro a copertura, arrivano i corazzieri da Bruxelles a ricordargli che è osservato speciale. E il premier non si può permettere passi falsi, tanto più alla vigilia del vertice Ue in cui si dovrebbero decidere le nomine (e lui dà l’idea di essere in preda a una malattia pur di conquistare l’inesistente politica estera dell’Europa per la Mogherini...). Ormai lo abbiamo capito. Con Matteo da Firenze si procede al passo del gambero. Ma sbaglia di grosso, il presidente del Consiglio, a sottovalutare le difficoltà dell’economia. In particolare nell’edilizia un tempo volano di sviluppo e ora indicatore terribile della depressione nazionale - le cifre parlano maledettamente chiaro. A partire dalla regione rossa per eccellenza, l’Emilia Romagna, è diventato impossibile costruire, come testimonia l’inchiesta di Roberto Buonasorte S MATTONATE Edilizia in crisi, ma il governo vara provvedimenti senza copertura finanziaria che pubblichiamo a pagina 3: dal 2007 al 2012, i dati più recenti riferiscono di un 67 per cento in meno di permessi tra Bologna e dintorni. Nel territorio è la burocrazia regionale che frena il settore, a palazzo Chigi i quattrini. Risultato: l’Italia non fa un passo in avanti. Una volta si campava col mattone, ora restano solo le mattonate. Tutto questo accade perché l’Europa non ci consente di “sforare”. E noi, obbedienti, non osiamo contravvenire all’ordine. Del resto, Renzi non vuole rischiare e sa che le accuse di antieuropeismo lo esporrebbero al conflitto in casa sua. E per questo non vuole esporsi al- MEDIAZIONE EGIZIANA IN PORTO: TREGUA ILLIMITATA l’offerta di tutela dell’interesse economico nazionale che da qualche settimana sembra voler muovere Berlusconi che gli propone di fregarsene del 3 per cento e puntare alla riduzione della pressione fiscale. Non è la proposta di un governo insieme, ma è la disponibilità a votare insieme misure atte a salvare il Paese. Ma Renzi non ce la fa, stretto com’è a sinistra nel Pd e sulla trincea del rigore in Europa. Così l’Italia deraglia. Al premier non interessa; gli piace da matti restare alla guida della locomotiva. A costo di fare male a tutti noi. ANCORA NIENTE PER ALMIRANTE MA SPAZIO ALL’EX CAPITALE E A PASOLINI La porti un francobollo a Firenze di Igor Traboni a bene mettere su carta filigranata l’Expo, anche perché la rassegna milanese potrebbe conoscere solo questa celebrazione, visto che tra tangenti, lavori infiniti e opere d’arte negate non è che se la passi poi così bene a pochi mesi dall’inaugurazione. Va benissimo fare memoria della prima guerra mondiale. Per non dire poi della commemorazione di don Bosco e Filippo Neri, santi cari anche a tanti non credenti per quelle splendide intuizioni con i giovani, dai salesiani al ‘state buoni se potete’. Però, diteci voi cosa c’è da commemorare nel 50° della fondazione dell’Istituto per gli Affari internazionali o da celebrare per il simposio delle Marine dei Paesi del Mediterraneo e del Mar Nero, che se fossimo dei marinai dell’Egeo o del Caspio ci V Gaza volta pagina Rossi a pag. 7 sentiremmo ghettizzati. Per non dire poi dell’Anno internazionale della luce (speriamo senza aumento della bolletta Enel al seguito) o dell’ennesimo anniversario della liberazione. Eppure anche a codesti ‘avvenimenti’ verranno dedicati dei francobolli nel 2015, secondo il programma reso noto dall’amministrazione postale “su proposta del Ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi”. Sul tavolo della signora ministro, però, da mesi c’era anche un’altra proposta, ancora una volta snobbata: dedicare un francobollo a Giorgio Almirante. La proposta è stata avanzata per il 2014 – centenario della nascita dell’uomo politico missino – da Alfio Di Marco. Proposta rinnovata per il 2015 e che dunque si poteva ancora benissimo accogliere, magari come prima emissione del nuovo anno. E invece niente di niente. E dire che la proposta di Alfio Di Marco, perorata anche da questo giornale (trovate tutti i riferimenti su www.ilgiornaleditalia.org cliccando ‘francobollo Almirante’ nel motore di ricerca interno), era completa di bozzetto nonché di nota esplicativa: ricordare il politico Almirante, apprezzato anche dall’altra parte, e l’uomo Almirante. Proprio come è stato fatto di recente con Berlinguer. E invece, anche con i francobolli ce la menano con il politicamente corretto (nel 2015 celebreremo così anche il 40° della scomparsa – non proprio limpida - di Pasolini) e con la sarabanda e scorribanda renziana. Ecco infatti il francobollo nel 150° anniversario della proclamazione di Firenze Capitale d'Italia. Che magari recherà sovrimpressa l’immagine di Matteo, che pure questo francobollo (scommettiamo?) ha voluto. In attesa di ordinare quello per il 46° dello scudetto della Fiorentina e per il 24° dell’arrivo di Gabriel Batistuta in riva all’Arno. 2 Mercoledì 27 agosto 2014 Attualità QUELLO DELL’INTERNO SARÀ L’UNICO MINISTRO NON PRESENTE ALLA KERMESSE BOLOGNESE La festa del Pd lascia a piedi Alfano Monopolio renziano nei tanti dibattiti previsti e nessun invito ufficiale ai Cinque Stelle di Igor Traboni ministri del governo Renzi ci saranno tutti, ad eccezione di Angelino Alfano, che pure si sente ‘il ministro dei ministri’ e che continua a fare da stampella all’esecutivo dell’ex rottamatore. Ma Alfano, sempre più indigesto dalle parti del premier-segretario che non vede l’ora di sostituirlo con i transfughi di Sel e dei 5 stelle, alla Festa dell’Unità di Bologna non ci sarà, contrariamente a tutti i suoi colleghi ministri. Tra gli esponenti dell'Esecutivo, è proprio il titolare del dicastero dell’Interno il grande assente alla kermesse del Pd che prenderà il via oggi a Bologna. Un Alfano che in effetti fa la fine delle opposizioni, altre assenti: a Bologna non ci saranno esponenti di Forza Italia così come non ci sarà nemmeno il leader della Lega nord, Matteo Salvini, pur invitati. Il Movimento 5 stelle, invece, non è stato proprio invitato. "Non ci è sembrato che il Movimento 5 stelle avesse una grande voglia di dialogare- spiega il responsabile della festa, Lino I Paganelli, presentando il programma della kermesse a Bolognanoi rispettiamo le decisioni altrui, quindi non ci intrufoliamo in casa degli altri". Il programma della Festa, comunque, deve essere ancora limato, se non altro per accontentare le mille anime del partito. Devono ancora essere definiti i dibattiti con i capigruppo del Pd a Camera e Senato, Roberto Speranza e Luigi Zanda, così come ancora non c''e'' una data per il ricordo di Alcide De Gasperi, a cui una parte del partito (guidata dall’ex Dc Beppe Fioroni) aveva proposto di intitolare la festa, scatenando però le ire dei ‘duri e puri’ del Pd e dei tanti nostalgici del Pci che proprio a Bologna e nella rossa Emilia svernano. Enrico Berlinguer verrà invece ricordato il 6 settembre, con la proiezione del film di Walter Veltroni, che sarà presente. L’apertura della festa è fissato per oggi pomeriggio alle 18 con il vice- segretario Deborah Serracchiani e con il segretario regionale uscente Stefano Bonaccini. Il premier Matteo Renzi chiuderà il 7 settembre alle 17 "con una sorpresa", lasciano in sospeso gli organizzatori. Il programma della Festa nazionale dell'Unità – praticamente monopolizzata dai renziani - sarà incentrato sull'azione del Governo e sui prossimi mille giorni indicati da Renzi per le riforme. Molto spazio sarà anche dedicato agli esteri, dal semestre europeo (ci sarà anche Martin Schulz) a guida italiane alle tensioni in Africa e Medio Oriente, con tanto di dibattito tra i redivivi Massimo D’Alema e Pierferdinando Casini. Previsti anche gli interventi del presidente della commissione antimafia, Rosy Bindi, e un faccia a faccia sulla crisi tra il sottosegretario Graziano Delrio e il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, presenzierà ad un maxi-dibattito su crescita e lavoro con la leader Cgil, Susanna Camusso, e il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei. DOPO L’ACCORDO MINISTERO-FERROVIE Alta velocità negli aeroporti, ma ai pendolari chi pensa? I l ministro dei trasporti Maurizio Lupi e l’ad di Ferrovie, Michele Elia, hanno firmato ieri a Rimini l’accordo per portare l’alta velocità anche negli aeroporti di Malpensa, Fiumicino e Venezia. Si tratta di uno dei punti chiesti da Etihad per entrare in Alitalia. Ma a fronte di questa novità, restano irrisolti, e sempre più drammatici, i problemi per milioni di pendolari. "È sicuramente un importante passo avanti, che ci avvicina ai principali Paesi europei dove tale collegamento esiste ormai da tempo. Ma non si può parlare sempre e solo di alta velocità. Al ministro Lupi e all'ad di Fs, Michele Elia, chiediamo di infondere altrettanto impegno per la normalizzazione e il potenziamento del trasporto locale, in particolare per quanto riguarda le tratte maggiormente affollate dai pendolari". È quanto fa sapere Federconsumatori in una nota. "I treni che viaggiano su queste tratte molto spesso non sono nemmeno degni di questo nome. Sporchi, sovraffollati, con carrozze vetuste e logorate da decenni di servizio, privi di toilettes e con riscaldamento e aria condizionata spesso inesistenti. Nel resto d’Europa non funziona solo l'alta velcità, ma anche il trasporto locale". RIUNIONE E DISTINGUO DELLA MAGGIORANZA SUI PROVVEDIMENTI ANNUNCIATI Scuola, tutti dietro alla lavagna E i sindacati contestano la Giannini sulla cancellazione dei supplenti nche il pacchetto-scuola si fa quanto mai complicato per Matteo Renzi che, dopo aver annunciato clamorose novità per i prossimi giorni, trova i primi ostacoli come sempre nel suo partito. E così ieri sera a Palazzo Chigi è stato convocato in tutta fretta un incontro con alcuni esponenti del Pd per mettere a punto i provvedimenti sulla scuola da varare nel Consiglio dei ministri di venerdì. Presenti, fra gli altri, il responsabile Welfare del Pd Davide Faraone, il capogruppo del Senato Luigi Zanda e il sottosegretario all''Istruzione Roberto Reggi. Intanto non si placano le polemiche dopo le dichiarazioni del ministro dell'Istruzione, Stefania A Giannini. “Il ministro vuole eliminare i supplenti? Allora si metta all'opera, perché non deve fare altro che assumerli”. Cosi'' risponde l'Anief, associazione dei sindacati, alle dichiarazioni rilasciate dal titolare del Dicastero del Miur a proposito della necessità di "prendere coscienza che le supplenze non fanno bene né a chi le fa né a chi le riceve" e che vanno "riconsiderate in quanto già dall'inizio dell'anno scolastico si conoscono alla perfezione quali e dove sono i posti da sostituire stabilmente". Per Marcello Pacifico, presidente Anief, "se veramente il ministro Giannini vuole risolvere il problema del precariato in Italia ha una sola via d'uscita: chiedere al suo Governo di farla finita di ignorare i richiami dell''Unione Europea e tramutare in contratti a tempo indeterminato almeno la metà delle 140mila supplenze di lunga durata, la metà di tutta la PA, che gli uffici scolastici periferici sottoscriveranno nei prossimi giorni. La loro assunzione, abbinata al recupero degli scatti stipendiali oggi negati, rappresenterebbe un saggio anticipo dei tempi: perché eviterebbe che tocchi ai tribunali del lavoro italiani stabilizzare i precari italiani, con almeno 36 mesi di servizio svolto, a seguito della pronuncia favorevole della Corte di Giustizia Europea. Con tanto di condanna dello Stato italiano a cospicui risarcimenti danni, anche per aver negato gli scatti di anzianità e la conversione dei contratti dal 30 giugno 31 agosto". ANCHE LA BIONDA SANTORINA VOLEVA CACCIARE UN DIRETTORE DEL TG 1… Via Giovanni Paisiello n.40 00198 Roma Tel. 06 85357599 - 06 84082003 Fax 06 85357556 email: [email protected] Innocenzi contro Grillo. Ma fa come lui ssente dalla tv, vista la pausa estiva, l’ex santorina Giulia Innocenzi torna, nostro malgrado, a far parlare di sé per l’ennesimo post su Facebook. Stavolta la conduttrice di AnnoUno riaccende la polemica scrivendo: "Vorrei vivere in un paese dove una forza politica non chiede di far fuori un giornalista. Lo critica, chiede la rettifica, lo porta in tribunale. Ma non fa come il M5S che chiede di licenziare il direttore del Tg1. Anche perché richieste del genere cozzano invece con la battaglia meritoria per liberare la Rai dai partiti". La bionda de La7 si riferisce alla sparata di Beppe Grillo che vuole la rimozione di Mario Orfeo dalla direzione del tg 1, poiché avrebbe mandato in onda dei "servizietti faziosi" sui 5 Stelle. Ora, la posizione dell’aspirante gior- A nalista sarebbe più che legittima, ma stona questo suo andare in continua contraddizione con quanto detto in passato: l '8 dicembre 2011, pochi giorni dopo la caduta dell'ultimo governo Berlusconi, la Innocenzi postava: "Minzolini chiede di non essere mandato in esilio a New York: accontentiamolo. LICENZIAMOLO E BASTA" (in caps lock, in chiaro stile grillino, ndr). Una contraddizione vivente, insomma, la Innocenzi. La stessa Giulia che voleva l’allontanamento di Minzolini, che poi in realtà aveva già rassegnato le dimissioni, dopo le polemiche per le spese con le carte di credito e la presunta epurazione di Tiziano Ferrario. Un modus operandi molto simile a quello che oggi Grillo chiede a gran voce e contro il quale la maestrina dalla penna rossa punta il dito, caval- cando però la stessa onda. Sul web comunque la polemica è scoppiata e la Innocenzi prepara subito il contrattacco usuale: la sindrome di Calimero. Ve la prendete con me solo perché sono bella, bionda e telegenica. "Mi fate morire dal ridere – esordisce su Facebook -: passate le giornate a spulciare vecchie dichiarazioni per cercare di dimostrare una supposta incoerenza" (forse è proibito farlo?). Questa volta avete perso tempo inutilmente. Ho infatti scritto che UN PARTITO- aggiunge- non dovrebbe chiedere di rimuovere un giornalista (...) E cosa c'entra se DA CITTADINA, e quindi senza alcun tipo di conseguenza concreta, su Facebook anni fa ho scritto di licenziare Minzolini". Ed ecco il punto nodale dell’autodifesa: “un conto è se le cose vengono dette Direttore responsabile Francesco Storace Amministratore Roberto Buonasorte Direttore Generale Niccolò Accame Capo Redattore Igor Traboni Progetto grafico Raffaele Di Cintio da un cittadino, tutt'altra storia è se sono atti ufficiali di un parlamentare". Ma è nella chiusura del post che la Innocenzi raggiunge l’apice: "Un consiglio: dedicate il tempo a rispondere nel merito alle critiche. Che la vostra macchina del fango mi sembra un tantino inceppata. E il rischio è che gli schizzi vi tornino indietro". Delirio di onnipotenza o leggera stizza? Al prossimo post l’ardua Francesca Ceccarelli sentenza. Società editrice Amici del Giornale d’Italia Sito web www.ilgiornaleditalia.org Per la pubblicità Responsabile Marketing Daniele Belli tel. 335 6466624 - 06 37517187 mail: [email protected] -----------------Autorizzazione del Tribunale di Roma n° 286 del 19-10-2012 Mercoledì 27 agosto 2014 3 Attualità CROLLA IL NUMERO DEI PERMESSI A COSTRUIRE E NON SOLO NEL SETTORE DEGLI IMMOBILI RESIDENZIALI La crisi non lascia scampo all’edilizia Per le imprese è sempre più difficile accedere al credito e la tassazione resta troppo elevata di Roberto Buonasorte l settore edilizio è quello più colpito dalla crisi. Lo dimostrano i dati diffusi dall'Istat: una diminuzione della metà dei permessi richiesti nelle regioni d'Italia, dal 2007 al 2012, dà la dimensione della gravità della situazione. La crisi è totale, il dato è evidente: non si tratta solo di un brutto calo relativo agli immobili residenziali, ma dal crollo sono interessati anche e soprattutto quelli artigianali ed industriali. Solo gli immobili agricoli che pure registrano un calo - resistono, sintomo di una Nazione che cerca di mantenersi disperatamente attaccata alle proprie origini rurali. Notevoli i dati che arrivano dall’ Emilia Romagna e dalla Toscana, regioni "rosse" che fanno registrare un crollo peggiore delle altre. Come dice il presidente del Centro Studi Impresa Lavoro Massimo Blasoni "si tratta di numeri che ben fotografano l'entità e la profondità della crisi di un settore che è da sempre trainante per tutti gli altri comparti economici". E aggiunge Blasoni: "Oltre all'oggettiva condizione generale di difficoltà, pesano su questi dati anche fattori negativi esterni come tasse e difficoltà nell'accesso al credito", valutando correttamente il dato - rilevato da Confartigianato - che tra il 2011 e il 2013 la tassazione è aumentata del 102%. La crisi del mattone si ripercuote inevitabilmente su tutti i settori dell'economia: l'occupazione crolla, le aziende di costruzioni chiudono, come quelle di vendita all'ingrosso di materie prime per l'edilizia. Non si produce, non si vende e non si acquista, dunque non circola denaro. Denaro che quindi non c'è, né per gli italiani (che non possono spendere ciò che non possiedono), né per lo Stato (che non riscuote le tasse). L'accesso al credito – altro punto dolente e irrisolto - è sempre più difficile, e le ragioni sono molte: prima tra tutte la morsa in cui gli italiani sono stati stretti nel corso di questi anni, morsa che non accenna ad allentarsi, anzi. È un circolo vizioso, per cui gli italiani, cittadini ed imprese, si sono indebitati per far fronte ad una tassazione iniqua, ragione per cui non hanno più accesso al credito. Ma se non hanno accesso al credito, e non hanno un'occupazione (o, se ce l'hanno, essa produce spesso un reddito talmente basso e prosciugato dalle tasse che non consente nemmeno di arrivare ormai alla seconda settimana del mese), il loro indebitamento è destinato ad aumentare sempre di più. D’altro canto, anche da questo punto di vista non si può sottacere la gravità del problema o, peggio ancora, fare come gli struzzi: anche nel secondo trimestre del 2014, infatti, rimane fortemente critica la capacità finanziaria delle imprese del terziario che, nella maggioranza dei casi (addirittura siamo al 48%), risultano ancora in difficoltà a fronteggiare autonomamente il proprio fabbisogno finanziario. E' quanto emerge dall'Osservatorio Credito Confcommercio sulle imprese del commercio, del turismo e dei servizi nel secondo trimestre del 2014 realizzato da Confcommercio-Imprese per l'Italia, in collaborazione con Format Ricerche, e i cui dati sono stati diffusi proprio ieri. A fronte di un incremento del numero di imprese che si sono rivolte alle banche per chiedere un fido (dal 14,6% al 15,9%), resta ancora molto bassa, e se possibile va anche peggio, la quota di quelle che si sono viste accogliere le richieste di fido (26,7%), portando la percentuale di imprese effettivamente finanziate I a poco più del 4%, mentre aumentano le imprese che si sono viste rifiutare in tutto o in parte la domanda di credito (dal 50,7% al 53%); percentuali che, nel Mezzogiorno, risultano "amplificate" con appena 2 imprese su 100 finanziate e ben l'81% di richieste non accolte o accolte con ammontare inferiore. La stretta creditizia, precisa Confcommercio, non accenna ad allentarsi e per le imprese, soprattutto quelle di minori dimensioni. Tra queste, come ben sanno tutti quelli che ‘masticano’ di economia e che vivono la realtà di tutti i giorni, sono tantissime quelle che operano nell’edilizia, spesso senza alcun ‘paracadute’. Ma le problematiche purtroppo non si fermano qui: È oggi più che mai necessario intervenire anche sulla tassazione. Che deve essere tollerabile dai cittadini, equa. E bisogna intervenire immediatamente, in maniera drastica, se vogliamo che l'economia di questo Paese che scende sempre più in basso si possa lentamente risollevare. Una tassazione più giusta consentirebbe una ripresa dell'economia e della produzione, permetterebbe a molte famiglie ed imprese di risollevarsi, gradatamente, dal baratro in cui sono cadute. I dati diffusi dall'Istat sono preoccupanti, non possiamo far finta di nulla e continuare ad essere il fanalino di coda dell'Europa, il Paese che strozza i suoi cittadini, che non sa mettere a frutto le proprie energie. 4 Mercoledì 27 agosto 2014 Attualità OGGI L’ENNESIMA UDIENZA, MENTRE RISPUNTA LA FAMIGERATA POLIZIA ANTITERRORISMO Marò, il caso torna a complicarsi di Igor Traboni icomincia oggi lo stillicidio di udienze sul caso dei due Marò. Per questa mattina è stata infatti convocata una nuova udienza, l’ennesima, davanti ad un tribunale di New Delhi; sono stati convocati anche alcuni rappresentanti della polizia speciale indiana, la Nia, ovvero gli stessi funzionari che a suo tempo hanno svolto le indagini sul caso di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. Questa nuova convocazione è stata firmata dal giudice aggiunto, Reetesh Singh, che opera al Karkardooma Courts, nella zona orientale di New Delhi. Un’udienza che fa seguito a quella del 4 agosto scorso, davanti alla Corte Suprema indiana, quando invece si era proceduto al rinnovo delle garanzie finanziarie a sostegno della libertà dietro cauzione concessa ai due fucilieri della nostra Marina. Fino a qualche mese fa questa sorta di fidejussione era depositata in un istituto di credito del Kerala, ma poi sono state trasferite in una banca della capitale dell’India. Il nuovo coinvolgimento della famigerata polizia Nia è quanto meno strano, visti e considerato che la stessa di fatto era stata estromessa, su precisa richiesta italiana, dal dibattimento con una decisione presa dalla Corte Suprema il 28 marzo scorso. Di fatto, riconoscendo che la polizia anti-terrorismo non aveva NOZZE DEL SECOLO IN PUGLIA E agli indiani garantiamo pure i matrimoni da favola R a terzogenita del magnate indiano Pramod Agarwal, Ritika, sta per unirsi in con Rohan Metha e la location scelta - due anni fa sua sorella si sposò a Venezia - questa volta è a Fasano, nel Brindisino. Sono previsti almeno 800 invitati, tutti vip compresi alcuni grandi nomi dello spettacolo. A ridosso della splendida Selva sono già al lavoro centinaia di persone per realizzare le strutture che ospiteranno la cerimonia, compreso un enorme capannone per le cucine e un altro interamente dedicato alla preparazione degli addobbi floreali. La prefettura di Brindisi - dopo la segnalazione arrivata dal ministero dell’Interno - sta adottando misure di prevenzione straordinaria, considerando anche eventuali proteste con riferimento alla vicenda dei due marò trattenuti da oltre due anni in India ed entrambi L competenze specifiche sul caso dei due soldati italiani, il processo a carico degli stessi era stato sospeso, praticamente azzerato. Ecco perché non si capisce perché mai adesso la Nia viene di nuovo tirata in ballo. Ma un altro passaggio molto più importante è previsto per il prossimo autunno, esattamente per l’udienza già fissata al 14 ottobre. La polizia indiana Nia ha infatti chiesto – con l’udienza tenutasi invece il 31 luglio scorso – di prendere direttamente in carico la sorveglianza dei due Marò, ora di fatto ‘detenuti’ presso la nostra ambasciata. Per metà ottobre è quindi prevista la risposta dei giudici indiani all’istanza. In caso di risposta positiva, la posizione dei nostri due soldati si farebbe ancora più grave. Dal punto di vista diplomatico, invece, non si muove praticamente più nulla, con un ‘silenzio assordante’ da parte del governo Renzi. di origini pugliesi. Il banchetto durerà tre giorni - dal 3 al 5 settembre - e a uno di questi sarà invitato anche il sindaco di Fasano, Lello Di Bari: "È un grande spot per la nostra terra. Va ricordato che le persone che trascorreranno da noi a Fasano questo periodo rappresentano il 20% della ricchezza dell’intera India. Per noi ci sarà un ritorno d’immagine importante, dopodiché chissà in quanti, fra gli 800 invitati, sceglieranno magari di tornare", ha detto il sindaco. Ma mentre l’ammiraglio Tennenini ha invitato il primo cittadino a disertare la cerimonia in segno di solidarietà verso Latorre e Girone, l’ammiraglio Guglielmo Nardini, presidente del gruppo nazionale Leoni di San Marco, ha invitato lo stesso sindaco a presentarsi al banchetto nuziale con il fiocco giallo in bella vista. Ig.Tr. PUGNO DURO DALL’OMS Sigarette elettroniche, ennesimo allarme ilioni di fumatori avevano gridato al miracolo: fumare senza danneggiare la propria salute. E invece pare non essere proprio così. Oggi arriva infatti il monito dell'Organizzazione mondiale della sanità che riguarda l’uso delle sigarette elettroniche. A essere messa in discussione la loro non tossicità millantata di rivenditori in tutto il mondo. L’anno scorso il procuratore di Torino Raffaele Guariniello aveva aperto un fascicolo d'indagine dopo che un'analisi commissionata dal settimanale “il Salvagente”, aveva rivelato la presenza di metalli pesanti nelle sigarette elettroniche. Ora arriva un nuovo report commissionato dall’ Agenzia delle Nazioni Unite, in occasione della sesta sessione della Conferenza dei paesi membri della Convenzione per la lotta contro il tabagismo, che avrà luogo a Mosca dal 13 al 18 ottobre prossimi, che ribadisce l’esigenza di regolamentare suddetti dispositivi che permettono di fumare attraverso una serie di misure. Quello che va tenuto in conto è in primis rendere minimo il contenuto e l'emissione di sostanze tossiche e vietare le miscele con aromi alla M frutta, ai dolci e alle bevande alcoliche. Secondo quanto rivelato dal report dell'Oms , le e-cigarette non sarebbero costituite da "semplice vapore acqueo" per cui esistono veri e propri rischi per i "bambini, adolescenti, donne in stato di gravidanza e donne in età procreativa" sulle conseguenze a lungo termine del consumo di sigarette elettroniche per lo "sviluppo cerebrale". Assolutamente vietato l'uso delle sigarette elettroniche nei luoghi pubblici chiusi a causa del rischio di fumo passivo "almeno finché non venga provato che i vapori emessi non siano pericolosi per le persone che stanno intorno". Ad oggi l'Italia, con il decreto istruzione approvato lo scorso novembre, non ha rispettato le norme indicate dall’Oms, permettendo l'utilizzo delle e-cig nei luoghi pubblici, ignorando una precedente normativa che ne aveva disposto F.Ce. il divieto. Mercoledì 27 agosto 2014 5 Storia L’ECCIDIO DI STRASSERRA, DI CUI ABBIAMO PARLATO NEI GIORNI SCORSI, NON FU L’UNICA STRAGE DI CUI MORANINO SI RESE ARTEFICE Il sangue di Vercelli / 1 Inizia oggi il nostro piccolo speciale dedicato ai fascisti uccisi nell’ex ospedale psichiatrico di Emma Moriconi erché Moranino ordinò quel massacro? - si chiede Giampaolo Pansa in "Bella ciao", riferendosi all'eccidio della missione di Strasserra - Le ragioni sono diverse e ci aiutano a comprendere meglio in che modo Gemisto intendeva la guerra civile. Prima di tutto, la considerava una rivoluzione destinata a condurre al potere i comunisti. Era una missione che non ammetteva intralci neppure dagli altri partiti della Resistenza". Lo abbiamo già detto nella prima puntata dedicata a quella strage: Strasserra e i suoi avrebbero potuto ottenere denaro, armi e rifornimenti dagli angloamericani, e la battaglia degli angloamericani non coincideva con quella dei comunisti, è evidente. Ma occorre, per avere un'idea più completa di che genere di personaggio si stia parlando, spendere ancora qualche parola su costui. Intanto bisogna dire che il Pci lo ha sempre ben protetto, dalla sua parte c'era gente come Luigi Longo e Palmiro Togliatti, il quale, dopo l'autorizzazione a procedere concessa dalla Camera contro di lui, ebbe a scrivergli un messaggio molto sentito, di questo tenore: "Il voto che autorizza il tuo processo e il tuo arresto è un marchio d'infamia per la maggioranza clericale, intesa a spargere odio e discordia nel Paese, a rinnegare i valori storici e morali della Resistenza. Invio a te solidarietà affettuosa della direzione del partito, di tutti compagni, di tutti gli italiani che vivono e combattono nello spirito della lotta che distrusse il fascismo e iniziò il rinnovamento dell'Italia". A voler analizzare un messaggio di questo genere, bisognerebbe dedurne che per "valori storici e morali della Resistenza" e per "spirito della “P lotta che distrusse il fascismo" Togliatti intendesse "massacro di innocenti". Moranino, comunque, dopo essere scappato a Praga lo abbiamo visto - tornò in Italia graziato ed amnistiato, venne candidato dal Pci nel collegio senatoriale di Vercelli e rieletto in Parlamento. "A vendicare i sette assassinati - scrive ancora Pansa - fu la sorte. Il 18 giugno 1971, il senatore Moranino morì per infarto a Grugliasco, in provincia di Torino. Da qualche mese aveva compiuto 51 anni". Giorgio Pisanò nel 1966 diede alle stampe "La verità su Moranino": ne parla ancora Giampaolo Pansa, che scrive: "Nell'opuscolo di Pisanò che ho citato, vengono attribuiti a ordini di Gemisto una serie di 'massacri terrificanti' compiuti nei giorni successivi alla fine della guerra civile. I ventisei trucidati di Sordevolo, i ventotto di Graglia, i trentadue di Biella, i dodici di Coggiola, i quarantasette di Lozzolo, i diciassette di Rovasenda, i settanta dell'ospedale psichiatrico di Vercelli [...]". Facciamo dunque un salto indietro nel tempo e torniamo a quell'aprile del 1945. A Vercelli erano concentrate tutte le forze repubblicane, ammontanti a circa duemila uomini. Esse costituivano la Colonna Morsero. Michele Morsero - del quale parleremo nei prossimi giorni - era il Capo Provincia di Vercelli. La sua colonna partì alle 15 del 26 aprile per la Valtellina ma il giorno successivo dovette arrendersi ai partigiani: l'accordo prevedeva che i membri della Colonna sarebbero stati trattati come prigionieri di guerra. Dice Giampaolo Pansa in "Il sangue dei vinti": "Uno storico di sinistra, Cesare Bermani, scrive che i prigionieri raccolti allo stadio novarese erano tra i 1500 e i 1800, sotto tende improvvisate, in condizioni igieniche sempre più precarie. Inoltre, cominciarono subito i prelevamenti." Il 28 vennero rinchiusi nello stadio di Novara, il 30 molti cominciarono ad essere prelevati a gruppi: di molti di essi si perse ogni traccia e nei giorni successivi molti cadaveri vennero ripescati nel canale Quintino Sella. Il 2 maggio Michele Morsero venne fucilato a Vercelli. Ancora Pansa: " Ogni giorno, qualche ufficiale fascista veniva condotto fuori dal campo per essere interrogato. Talvolta tornava, pestato di brutto, talvolta no. Uno che non tornò fu il tenente Carlo Cecora, che aveva comandato il presidio della Gnr a Vallemosso, nel Biellese. Da Novara lo portarono a Vercelli, poi a Biella e quindi a Vallemosso. Qui lo trascinarono per le strade legato a un carro e infine lo fucilarono, il 2 maggio". Era lo stesso giorno della fucilazione di Morsero. Ancora Pansa scrive: "Secondo Bermani, il 3 maggio, con un ordine falsificato, vennero fatti uscire 12 prigionieri, poi uccisi e gettati nel canale Cavour. L'8 maggio, altri corpi affiorarono nel canale Quintino Sella". Il 12 maggio arrivarono gli uomini di Moranino, prelevarono molti fascisti e li condussero presso l'ospedale psichiatrico di Vercelli. Le cronache riferiscono che dopo il massacro le pareti rimasero sporche di sangue fino ad altezza d'uomo. (...continua...) [email protected] 6 Mercoledì 27 agosto 2014 Esteri IL VERTICE DI MINSK TRA I PAESI DELL’UNIONE DOGANALE EURASIATICA, L’UCRAINA E L’UE Putin tiene banco, l’Europa spettatrice Stretta di mano con il leader di Kiev Poroschenko: inizia il dialogo ma le posizioni restano distanti Il Cremlino avverte: i miliziani delle province orientali devono essere coinvolti nel percorso di pace di Robert Vignola on, sullo sfondo, l’unico vero sconfinamento mai avvenuto di truppe russe in territorio ucraino, è iniziato ieri l’atteso vertice di Minsk. Il presidente russo Vladimir Putin ha comunque partecipato da figura centrale al vertice assieme agli altri partner dell’unione doganale eurasiatica (Bielorussia e Kazakhstan), a cui erano presenti l'omologo di Kiev, l'Alto rappresentante per la politica estera della Ue, Catherine Ashton, e i commissari all'Energia e al Commercio, Guenther Oettinger e Karel De Gucht. Con una foto da regalare agli annali: un ammiccante Vladimir Putin che tende la mano a un riluttante Petro Poroshenko, con il presidente kazako Nursultan Nazarbayev che scruta severo il comportamento del leader ucraino insediatosi sul sangue di Maidan. Un’immagine comunque di pace, quella di cui l’Ucraina avrebbe un gran bisogno, dopo essere passata dalla rivolta di piazza dello scorso inverno al golpe, e di qui all’escalation della crisi nelle province orientali russofone, che se ha avuto uno sbocco pacifico nel referendum C della Crimea (ormai passata alla federazione russa), è sfociata in vera e propria guerra civile nelle zone di Lugansk e Donetsk, senza dimenticare gli eccidi perpetrati nei confronti della popolazione a Odessa e Mariupol. Scie di sangue le cui tracce portano direttamente a Kiev, ma che non possono essere in questa delicata fase il perno della discussione. Perno che invece, anche per la natura stessa dell’incontro, poteva invece essere commerciale, pur senza porre ai margini del summit la questione diplomatica. E le parole di Putin in tal senso sono state chiare.“La Russia ha sempre rispettato e rispetta la scelta fatta da altri Paesi ma non a danno e a spese degli interessi di altri Paesi”, ma anche: “La Russia è convinta che la crisi in Ucraina non può essere risolta con la forza, senza tener conto degli interessi delle regioni sudorientali del Paese e senza il dialogo pacifico con i loro rappresentanti”, ha detto, inchiodando quindi Poroshenko alle sue responsabilità. L’Ucraina, infatti, ha sempre bollato sempre come terroristi i filorussi che si sono autoproclamati repubblica indipendente. Un linguaggio che potrebbe ora cambiare, giacché il leader di Kiev ha comunque detto di essere disposto a discutere di tutti gli aspetti. Un inizio, evidentemente: anche una sfida per il presidente ucraino, che dovrà tornare nel suo Paese e convincere il fin troppo eterogeneo quadro politico che lo ha fin qui sostenuto delle ragioni del dialogo. In tutto ciò la vicenda delle sanzioni non è certo rimasta marginale. Qui Putin ha mostrato la dura legge del mercato a Kiev. Secondo i suoi calcoli, il passaggio dell’economia ucraina agli standard dell'UE costerà 165 miliardi di euro in 10 anni. Saranno persi i legami partenariati con gli Stati dell’Unione doganale in settori di industria, finanza,agricoltura e trasporto. Putin ha informato che al fine di proteggere il mercato russo, Mosca sarà costretta ad annullare le preferenze per le importazioni ucraine e immettere un regime commerciale normale in ragione dell’accordo di associazione dell’Ucraina con l’Ue. Contro cui però, da detto il leader del Cremlino dando ancora una prova dimostrazione di fine umorismo, di non avere nulla in contrario all’unione doganale tra Ucraina ed Eurozona,. Come dire: ognuno si faccia male come vuole… Messaggio sottotraccia anche per l’Ue, che ora dovrà vedere come risolvere la crisi del gas aperta dalle sue sanzioni contro la Russia. Anche lì, Putin può sorridere: l’inverno è sempre più vicino e l’Ucraina costerà all’Europa almeno il 10% del suo gas. SUL CAMPO SITUAZIONE INCANDESCENTE, LE TRUPPE REGOLARI ACCUSANO MOSCA PER LO SCONFINAMENTO Il conflitto ora punta di nuovo Mariupol enti di guerra sempre più forti in Ucraina, dove sembra aprirsi un nuovo fronte nei pressi del confine sud-orientale con la Russia: Kiev ha infatti annunciato che le forze armate ucraine hanno ingaggiato combattimenti con un convoglio di blindati russi penetrati in territorio ucraino a 10 km da Novoazovsk, sul Mar d'Azov, nei pressi dell'importante porto di Mariupol. Secondo fonti ucraine le forze di sicurezza avrebbero fatto prigionieri 10 paracadutisti russi del 331esimo reggimento della 98esima divisione aerotrasportata di Mosca abitualmente di stanza nella Russia centrale. "I soldati russi sono stati catturati insieme ai loro documenti personali e alle armi", ha dichiarato il ministro della Difesa di Kiev, Valeriy Geletey. Secondo l'esperto militare filogovernativo Dmitri Timchuk, intanto, alcuni mezzi bellici sono stati fermati dai soldati ucraini, ma altri (dieci mezzi blindati, due carri armati e due camion) continuano a penetrare in territorio ucraino. Le autorità militari ucraine hanno comunicato che le vie di comunicazione con Mariupol restano sotto il controllo governativo. La città costiera sul Mar d'Azov conta 500mila abitanti ed è il cuore della siderurgia ucraina con le più importanti fabbriche del Paese. L'eventuale perdita di questo centro potrebbe rappresentare un duro colpo per Kiev. Sembra dunque non essere servita a molto la missione di Angela Merkel a Kiev per fermare l'escalation di violenza nell'est dell'ex repubblica sovietica. Ad entrare sicuramente entro questa settimana sarà invece il secondo convoglio di aiuti umanitari proveniente da Mosca. Il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha annunciato l'intenzione di inviare nei prossimi giorni un secondo convoglio di aiuti nell'est ucraino. Il mi- V nistro ha auspicato "collaborazione" da parte delle autorità ucraine e che non si verifichi alcuna "interferenza politica". Il Capo della diplomazia di Mosca ha precisato di aver già informato Kiev e che il convoglio sarà inviato probabilmente questa settimana seguendo "la stessa rotta e gli stessi parametri" di quello della settimana scorsa, giunto a Lugansk senza l'avvallo delle autorità ucraine. L'episodio era stato condannato dalla comunità internazionale e l'Ucraina aveva parlato di "invasione" russa. Lavrov ha rilanciato le accuse contro Kiev: il trattamento dei civili dell'est ucraino da parte delle forze ucraine può essere considerato un "crimine di guerra": secondo il titolare degli Esteri le truppe governative potrebbero cominciare presto la "pulizia etnica" nella regione. Il ministro ha anche riesumato la vicenda del volo della Malaysia Airlines, commentando ironicamente che l’Occidente sembra aver perso interesse sulla questione. Lavrov ha accusato gli inquirenti internazionali di mancanza di trasparenza e ha chiesto che le registrazioni delle scatole nere dell'aereo siano rese pubbliche. Secondo Lavrov non ci sarebbero prove di un coinvolgimento dei miliziani filorussi nell'abbattimento del volo MH17. Intanto la situazione a Kiev diventa sempre più critica, tanto che il presidente Poroshenko ha firmato il decreto per sciogliere il Parlamento, dopo la crisi di governo delle settimane scorse. E ha indetto nuove elezioni per il prossimo 26 ottobre. Una mossa necessaria, ha scritto lo stesso Poroshenko, in quanto un nuovo parlamento è necessario al Paese per "uscire dalla guerra" e per accelerare il cammino d'integrazione nell'Ue. Si combatte a tutto campo e l'esercito di Kiev non riesce a riprendere il controllo delle principali roccaforti ribelli. I miliziani sembrano pronti a contrattaccare le truppe governative. Kiev da parte sua ammette "un aumento dell'azione del nemico", pur sostenendo che i suoi soldati "continuano a tenere le posizioni occupate" e hanno inflitto "perdite importanti" ai filorussi. L'esercito Nato-ucraino ha annunciato di aver ucciso almeno 250 ribelli intorno alla città di Olenivka, 25 chilometri a sud di Donetsk. Martedì il leader dei ribelli Alexander Zakharchenko aveva dichiarato che due terzi della città di Olenivka erano stati strappati al controllo ucraino. E le autorità ucraine hanno lanciato l'allarme per un incendio scoppiato a Petrovski, nella regione di Lugansk, in una fabbrica di materiali esplosivi colpita da colpi di artiglieria dei ribelli. L'incidente mette a rischio l'ambiente della zona e la vita dei civili che abitano nelle vicinanze. Nel mentre è di nuovo guerra fredda tra la Russia e l'Occidente: al vertice Nato di che si terrà in Galles il 4-5 settembre, la Russia non parteciperà poiché i rappresentanti della federazione quest'anno, a differenze degli anni passati, non sono stati invitati. E' la prima volta da 16 anni a questa parte che rappresentati russi non parteciperanno ad un vertice Nato. L'occidente, allo sbando, sembra aver perso la testa, mentre Putin ed i miliziani, oltre che resistere, sembrano stabili e in crescita. Per chi tifiamo non l'abbiamo mai nascosto... Giuliano Castellino 7 Mercoledì 27 agosto 2014 Esteri LA CRISI IN MEDIO ORIENTE FA REGISTRARE UNA SVOLTA GRAZIE ALLA DECISIVA MEDIAZIONE DELL’EGITTO Gaza: la “pace” all’improvviso Conclusa con successo la fase di colloqui al Cairo: cessate-il-fuoco in vigore da ieri alle 18 dopo un’altra giornata scandita lanci di razzi e raid. Accordo su corridoi umanitari e ampliamento dell’area per la pesca di Bruno Rossi nche la pace, a Gaza, può avere un rumore sinistro. Quello dei mitragliatori scaricati come se non ci fosse un domani. Ma non era la battaglia corpo a corpo che presentava il suo conto nelle strade e nei vicoli martoriati: no, questa volta erano spari di giubilo di una popolazione che sente finalmente la normalità arrivare, a passo lento, dal deserto. Il deserto oltre il quale, al Cairo, è stato finalmente raggiunto l’accordo che può davvero sembrare, se non l’inizio di una nuova pagina negli equilibri del medio oriente, quanto meno quello di una stagione dove a parlare non dovranno più essere i raid dei caccia israeliani o i razzi partiti dalla Striscia. In effetti, ieri, di lanci ne sono stati effettuati parecchi,prima che il cessate-il-fuoco già raggiunto in Egitto entrasse in vigore. Sembrava quasi che le varie brigate, la miriade di sigle dei più estremisti nelle fila dei palestinesi volesse dar fondo ai magazzini, prima di una fase di relativa calma. Purtroppo però non si è trattato di A fuochi pirotecnici, ma del colpo di coda di un conflitto che ha anche fatto una vittima e qualche ferito nel Neghev occidentale. Dall’altra parte, gli aerei israeliani avevano distrutto un edificio di 13 piani conosciuto come Basha Tower, situato a Gaza City. L’attacco ha fatto alcuni feriti, nonostante l’edificio fosse stato evacuato poco prima. Israele ha anche colpito un altro edificio nel nord di Gaza City, con uffici e appartamenti. I raid dello stato ebraico sono stati in tutto 15 nella sola giornata di ieri. Ma nonostante questi episodi, da una parte e dall’altra, l’accordo ha retto. A dare notizia della tregua illimitata è stato Hamas. E l’intesa prevede l’apertura dei valichi della Striscia per consentire l’accesso degli aiuti e dei materiali per la ricostruzione e la concessione del diritto di pesca entro 6 miglia nautiche (10,8 chilometri) dalla costa, contro le attuali tre miglia. L’accordo “è il frutto degli sforzi e della resistenza del popolo”, ha detto il capo negoziatore di Hamas al Cairo, Moussa Abu Marzouk, alle tv locali. “Altre questioni verranno discusse in altri negoziati entro un mese”. Un alto funzionario israeliano ha confermato che Israele ha accettato la proposta egiziana “per una tregua completa e senza limiti di tempo”, ricordando che lo stato ebraico aveva già accettato la proposta lo scorso 15 luglio e che “ha sempre sostenuto un cessate-il-fuoco duraturo e incondizionato”. Fatto sta che le manifestazioni di giubilo nella Striscia sono state davvero di massa, esplosioni di gioia, dopo le esplosioni dei bombardamenti, che lasciano ben sperare anche per il prosieguo dei negoziati, aggiornati tra un mese. Se le basi di questa “pace” saranno solide, si scoprirà forse soltanto allora; ma l’assenza di guerra, dalle 18 di ieri, almeno è una realtà. LA CASA BIANCA ESCLUDE QUALUNQUE AIUTO AD ASSAD. L’UNICEF: A LUGLIO MASSACRATI 700 TURCHI SCIITI DAI JIHADISTI Siria, vicini i raid americani raffico di aerei da guerra nei cieli della Siria. L’esercito di Assad ha infatti compiuto, nelle ultime ventiquattro ore, decine di raid sulle postazioni dello Stato islamico (Isis) nella provincia nord-orientale di Deyr az Zor. A darne notizia è stato l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, dopo che lunedì mattina era arrivata, da parte del regime di Damasco, l’apertura nei confronti della comunità internazionale per cooperare nella lotta all’Isis. Sempre l’Onlus ha spiegato che la provincia di Deyr az Zor è quasi interamente sotto il controllo dei jihadisti, e confina con le regioni in territorio iracheno anch’esse occupate dallo Stato islamico. Intanto, ottenuto il via libera dal presidente T Barack Obama, l’aviazione americana ha cominciato i voli di sorveglianza sul Paese, allo scopo di raccogliere quante più informazioni sui militanti dello Stato islamico. Fonti anonime della Casa Bianca hanno inoltre dichiarato che il Pentagono ha già elaborato per il presidente una serie di scenari futuri sulla Siria, tra cui appunto la possibilità di attacchi aerei. Dal canto suo, Obama vuole evitare di favorire Damasco. Ecco perché i vertici militari starebbero pensando di colpire l’Isis vicino il confine tra Iraq e Siria, rafforzando così il sostegno ai ribelli siriani moderati, nemici di Assad. Il concetto era stato espresso in una conferenza stampa di lunedì dal portavoce della Casa Bianca Josh Earnest che, tuttavia, ha ricono- sciuto come vi siano “molte pressioni incrociate” in questa situazione. Per il New York Times, invece, l’intervento militare americano potrebbe alterare il campo di battaglia della guerra civile nel Paese. È sconcertante, inoltre, quanto reso noto dal rappresentante dell’Unicef in Iraq, Marzio Babille, riguardo gli oltre 700 civili appartenenti alla minoranza turcomanna sciita massacrati dai jihadisti nel villaggio di Beshir, nel nord dell’Iraq, tra l’11 e il 12 luglio scorso. Per Babille è necessario un “D-Day umanitario” per i 700mila profughi in fuga dalle violenze dell’Isis nel nord del Paese, e anche che la comunità internazionale istituisca una zona protetta come quelle realizzate in Bosnia, con Giorgio Musumeci truppe sul terreno. FUORI PERICOLO LA 23ENNE ITALIANA RICOVERATA AD ISTANBUL PER ACCERTAMENTI. SITUAZIONE DRAMMATICA IN LIBERIA Ebola: un sospiro di sollievo rrivano buone notizie da Istanbul, dove si sono conclusi i test clinici sulla 23enne modenese sospettata nei giorni scorsi di essere stata colpita dall’Ebola. Come reso noto dall’Arcidiocesi di ModenaNonantola, i medici della capitale turca “non hanno rilevano né il temuto virus né la malaria. Quindi si tratta ora di organizzare il rientro dei due ragazzi, in collaborazione con il Consolato Italiano che ha dato loro supporto e assistenza nei giorni scorsi, a cui va un sentito ringraziamento”. L’Arcidiocesi ha rivolto pure “un grande ringraziamento ai Padri Salesiani di Istanbul, che si sono occupati dei giovani viaggiatori”. Insieme alla giovane modenese è stato tenuto sotto osservazione anche il compagno. I due erano parte di una comitiva di ragazzi che aveva partecipato ad un viaggio di solidarietà in Ciad durato circa tre settimane. Durante il volo di rientro dal Paese africano, Elisa aveva accusato malesseri (come febbre A alta e vomito), e pertanto era stata presa in carico dalle autorità sanitarie turche nel rispetto del protocollo sanitario attivato per prevenire contagi e contaminazioni. Alla luce degli esami svolti, l’ipotesi più plausibile è che la giovane modenese sia stata colpita da una seria forma di gastroenterite. Intanto, proseguono gli scontri in Monrovia, capitale della Liberia, tra abitanti e forze dell’ordine, dopo che il governo locale ha deciso di isolare l’intera area di West Point, alle porte della città, per tentare di fermare l’avanzata dell’Ebola. Una misura che il coordinatore al programma di sviluppo delle Nazioni Unite ha definito “assolutamente necessaria”, ma che le oltre 75mila persone che abitano la zona non hanno per niente gradito: “Ci trattano come appestati –ha affermato un residente-, non possiamo entrare ed uscire dal quartiere”. Dal canto suo, il Presidente del Paese, Ellen Johnson Sirleaf, che da un mese ha dichiarato lo Stato d’emergenza, ha affermato di “non essere in grado di contenere la diffusione del virus a causa dell’atteggiamento della gente non incline ad ascoltare i suggerimenti del governo e degli operatori sanitari”. Il clima, tra la popolazione, è infatti tesissimo. In tanti hanno cominciato a perdere fiducia nelle istituzioni, accusando il governo di aver rubato soldi dai donatori internazionali. Critiche, queste, sfociate nei giorni scorsi in un attacco ad un centro medico del West Point dove 17 malati sono stati aiutati a scappare. Affinché tutti i rappresentanti governativi attualmente all’estero rientrino in patria a lottare contro l’epidemia, sempre la presidente Sirleaf ha diffuso una direttiva con la quale ha disposto che tutti gli ufficiali governativi rientrino nel Paese “entro una settimana”. Chiunque “violerà l’ordine sarà sollevato dalla propria posizione, fatta eccezione per chi necessita di “trattamenti medici urgenti e specialistici all’estero e per coloro che ricoprono incarichi critici”. Agli ufficiali che sono già in Libera è G.M. invece proibito di lasciare la nazione. 8 Mercoledì 27 agosto 2014 Da Roma e dal Lazio ANCORA SCINTILLE SULLA QUESTIONE DELLO STADIO DELL’AS ROMA TRA I QUADRI DIRIGENZIALI E IL GRUPPO CONSILIARE Pd, un partito all’ultimo stadio Il presidente Giuntella: “Vogliamo soltanto garantire gli interessi pubblici” Il coordinatore della maggioranza Panecaldo: “Noi andiamo avanti lo stesso” di Bruno Rossi i mancava solo la questione del nuovo stadio dell’As Roma a rendere caldo anche l’agosto del Pd capitolino. Che per la verità arriva da una lunga stagione di strappi, culminata nelle faide del dopo europee, che minano da dentro la stabilità di un partito che, da quando ha consegnato la città a Ignazio Marino, fatica a ritrovare gli equilibri interni. La scollatura tra chi siede alla tavola dirigenziale e chi invece si accomoda in Aula Giulio Cesare diventa ogni giorno che passa più evidente e la vicenda dell’impianto sportivo che dovrà ospitare, chissà tra quanti anni, le gesta sportive dei giallorossi ha fatto presto ad assumere i contorni del casus belli del momento. Ieri una nuova puntata. Col presidente del Pd romano, Tommaso Giuntella, a rintuzzare gli attacchi di chi ha indicato il partito come “l’imbuto” attraverso il quale non riesce a passare l’operazione: “Mi rincresce osservare come il Partito democratico sia continuamente chiamato in causa nel ruolo dell’ostruzionista e del creatore di problemi, ma non c’è nulla di vero in questo”, C è stata la posizione assunta ieri da Giuntella. “Il Partito democratico di Roma non ha nessuna intenzione di essere strumentalizzato in campagne di stampa e capricci tra editori e costruttori romani e se qualche esponente dimostra poca cautela nel lasciarsi coinvolgere, lo fa a titolo meramente personale”. Insomma, i giornali sono “cattivi” ma qualche compagno sipresta al gioco? Chissà... Fatto sta che secondo Giuntella “a noi non interessa affatto alimentare dubbi e dare della città l’ennesima dimostrazione di immobilismo in cui certi interessi si riescono a muo- vere mentre per tutti gli altri si apre un vaso di Pandora di intralci e malfunzionamenti. Abbiamo chiarito il nostro punto di vista: meno cubature, garanzie in termini di servizi e utilità, e un impegno per il trasporto pubblico che alleggerisca il più possibile il ricorso ai mezzi privati. Tutte garanzie che il sindaco Marino è stato in grado di ottenere nel suo recente incontro con Pallotta”. Secondo Giuntella, “per noi dunque non c’è altra discussione in campo, con la massima fiducia nell’operato del sindaco sappiamo che lo stadio si farà presto e faremo la nostra parte perché sia un valore aggiunto e un vanto per tutta la città di Roma. Anche da questo passa la capacità di Roma di somigliare sempre di più alle capitali europee - conclude - e di essere un esempio di come tutto il Paese può tornare ad attrarre investimenti stranieri e lasciare a un passato da dimenticare le arroganze, gli sprechi, l’immobilismo e le furberie”. Ma se dietro ai toni da comizio del presidente romano non trasparivano abbastanza le scollature con i consiglieri, a sottolinearle ci ha invece pensato l’intervento pomeridiano di Giovanni Panecaldo. “È stato lo stesso sindaco Ignazio Marino che ha rappresentato, tra gli accordi raggiunti negli Stati Uniti, dopo l’incontro con il patron della Roma, James Pallotta, quello sul rifacimento della via del Mare. Oggi (ieri per chi legge, ndr), durante un proficuo confronto telefonico, abbiamo convenuto con l’assessore all’Urbanistica, Giovanni Caudo, sulla necessità di migliorare il progetto. Su questo sono fiducioso, e lavoriamo per arrivare a questo intervento nell’ambito dello stanziamento previsto. Siamo vicini alla soluzione e lunedì è previsto un incontro tra i capigruppo e l’assessore”. Il coordinatore della maggioranza capitolina non può poi fare a meno di scendere, appunto, sul piano del malessere interno al suo partito. “Senza polemiche vorrei poi rispondere al presidente del Pd Roma, Tommaso Giuntella - ha aggiunto Panecaldo Io sono l’ultimo dei soldati del gruppo Pd ma ho il dovere, come coordinatore della maggioranza, di rappresentare le istanze di tutti quanti. E come ribadito dal sindaco, si sente l’esigenza di intervenire prioritariamente sulla via del Mare. Non ci sono fughe in avanti personali ma solo la tutela di preoccupazioni legittime”. QUARTIERE APPIO ARDEA MONTEVERDE Luci votive sprigionano il rogo, anziano vittima delle esalazioni Travolto da un’auto là dove sei anni fa fu uccisa la figlia È morto l’operaio investito dallo scoppio oleva forse ricordare un lutto, ma la vicenda è finita in tragedia. È la commovente storia che arriva da Roma, dove l’altra notte si è sviluppato un incendio in via Fonti del Clitunno 4, all’interno di un appartamento al sesto piano di una palazzina. Nel rogo è morto un anziano di 79 anni, mentre la moglie, di 80, è grave anche se non sarebbe in pericolo di vita. L’allarme è scattato nel cuore della notte da parte di alcuni vicini preoccupati dal forte odore di fumo: una volta giunti sul posto, gli agenti di polizia hanno cominciato a ispezionare il palazzo considerato che dall’esterno le fiamme e il fumo non erano visibili. Man mano che salivano le scale, l’odore di fumo è diventato sempre più forte, fino a individuare al sesto piano l’appartamento interessato dove, a dire dei vicini, abitava una coppia di anziani. Udendo la voce di una donna provenire dall’interno, gli agenti hanno iniziato a colpire la porta fino a riuscire ad aprirla. Subito la donna è stata soccorsa e trasportata a braccia ai piani inferiori, dove V purtroppo drammaticamente peggiorato il bilancio dell’incidente sul lavoro occorso alcuni giorni fa a Roma. È infatti deceduto ieri mattina uno dei tre operai rimasti feriti nell'esplosione di un tombino, avvenuta il 21 agosto scorso. L’uomo si trovava da allora ricoverati in gravi condizioni all’ospedale Sant’Eugenio, a causa delle gravi ustioni riportate nell’incidente. Marcin Macow, questo il nome della vittima, un polacco di 56 anni, era il capo della squadra di operai che erano intervenuti in una galleria di servizi sotterranea in piazzale Dunant, nel quartiere Monteverde, per un intervento di riparazione della rete idrica. L'uomo era entrato per primo nel cunicolo ed è stato investito dalla fiammata. Aveva riportato ustioni di terzo grado sul 67% del corpo, soprattutto nella parte superiore. Era stato ricoverato in condizioni gravissime in terapia intensiva nel Centro grandi ustionati dell'ospedale Sant'Eugenio, ma non ce l'ha fatta e ieri mattina, intorno alle 5, è deceduto. Unanimi le dichiarazioni di cordoglio dal mondo politico, amministrativo e sindacale. V.B. È n tragico scherzo del destino. Ma anche un segnale, che qualcosa bisogna fare per migliorare la sicurezza sulle strade. La vicenda dell’uomo travolto sulla stessa strada dove un pirata uccise la figlia 6 anni fa, a Tor San Lorenzo, fa pensare. Nella tarda serata di domenica, Giovanni Oueslati, il papà della tredicenne Batute "Pasma" Oueslati, rimasta vittima di un incidente il 6 marzo del 2008, è stato a sua volta investito nello stesso punto e nelle stesse circostanze della figlia, riportando serie conseguenze che hanno spinto i soccorritori a trasferirlo d'urgenza all'ospedale San Camillo di Roma, dove si trova tutt'ora ricoverato: era andato a pulire la targa in suo ricordo. L'uomo stava attraversando viale San Lorenzo poco dopo le 21 nello stesso punto dove, sei anni prima, un'automobile pirata falciò la vita di Pasma, quando è stato urtato da una Mercedes e scaraventato U l’aria era più respirabile. L’anziana ha però riferito ai poliziotti che all’interno era rimasto il marito. Gli agenti si sono coraggiosamente inoltrati nell’appartamento completamente invaso dal fumo, hanno provato a raggiungere la camera da letto ma a un certo punto sono stati costretti a desistere, visto che l’aria era irrespirabile. Un agente, in conseguenza del tentativo di soccorso effettuato, ha anche accusato un lieve malore a causa del fumo inalato. Sul posto sono quindi giunti i vigili del fuoco, che dopo aver indossato i respiratori, sono entrati e hanno soccorso l’uomo, riverso in terra esanime in camera da letto. Entrambi i coniugi sono stati accompagnati al vicino ospedale San Giovanni, dove l’uomo è deceduto a causa delle esalazioni, mentre la donna non corre pericolo di vita. I vigili del fuoco, dalle prime verifiche, ritengono verosimile che l’incendio possa essere stato innescato da alcuni ceri votivi lasciati accesi su un comodino della camera da letto. L’appartamento, completamente inagibile, è stato posto sotto sequestro. Valter Brogino in terra. Era uscito di casa - a poca distanza dal luogo dell'incidente per sistemare la targa in ricordo della figlia, sempre adornata di fiori, frasi e pensieri affettuosi, da sei anni, quando ha attraversato la strada per gettare qualcosa nel cassonetto dei rifiuti - proprio come la figlia - posto dall'altro lato della carreggiata, un tratto ancora poco illuminato. Sul posto sono giunti i carabinieri della tenenza di Ardea, i volontari del nucleo di protezione civile "Airone" di Tor San Lorenzo e un'ambulanza del 118. Il conducente dell'automobile, italiano in macchina insieme alla moglie, si è subito fermato per prestare aiuto alla vittima e ha chiamato i soccorsi, spiegando di non essersi accorto del pedone e sostenendo di viaggiare a velocità non elevata. L'incidente, comunque, riporta in primo piano la questione della sicurezza sulle strade del territorio di Ardea, in particolare di Tor San V.B. Lorenzo. 9 Mercoledì 27 agosto 2014 Dall’Italia LA RIUNIONE DI IERI A ROMA HA FATTO COMPRENDERE CHE COSÌ NON SI PUÒ CONTINUARE Mare Nostrum verso il capolinea Oggi a Bruxelles si discuterà di un nuovo approccio: scoraggiare le partenze con le carrette del mare e organizzare campi profughi direttamente in Libia. Ma resta il problema di un Paese destabilizzato di Barbara Fruch impiazzare Mare Nostrum con il Frontex? Non sarebbe possibile, al momento. Sarebbe meglio, se proprio, aumentare l’operatività dell’agenzia europea affinché affianchi la missione italiana e facendo sì che quest’ultima diminuisca gradualmente gli sforzi. Il tutto anche cercando forme di cooperazione, per ridurre il numero delle persone fatte sbarcare e aumentare quello di chi sarà invece aiutato in loco. Sarebbe questo, secondo indiscrezioni, quanto concordato nella riunione tecnica tra gli esperti del Viminale e i rappresentanti della Commissione Ue e della stessa agenzia Frontex ieri negli uffici del Dipartimento immigrazione e polizia di frontiera del Ministero dell'Interno. Sul tavolo anche l'analisi dei costi e delle unità che servirebbero per implementare la missione Frontex. Una riunione “semplicemente” tecnica e, in qualche misura, preparatoria al vertice tra il ministro dell'Interno Angelino Alfano e il commissario Ue agli Affari interni Cecilia Malmstroem, in programma R oggi a Bruxelles e dal quale si attendono, per l’appunto, le decisioni politiche. Quello di ieri, dunque,“è stato solo un tavolo tecnico: compito dei tecnici è predisporre una serie di opzioni, ma cosa mettere in campo è la politica a deciderlo”, spiega una fonte a conoscenza dei colloqui. Ed ecco che, proprio analizzando i fatti, gli esperti hanno concordato sul fatto che, stante l'attuale situazione geopolitica in Libia e negli altri Paesi di provenienza dei migranti, con decine di migliaia di persone disposte a tutto pur di fuggire, i naufragi e le morti si moltiplicherebbero in modo esponenziale con un'operazione di assistenza meno capillare di Mare Nostrum. Analisi condivisa anche dall’Unhcr, secondo la quale l’operazione Mare Nostrum della Marina italiana ha consentito di "salvare migliaia di vite", ma ora, "la drammatica situazione ai confini marittimi dell'Europa richiede un'azione europea urgente e concertata": parole e musica di Melissa Fleming, portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. Nel complesso, le stime fatte arrivare da Ginevra parlano di 1.889 persone morte quest'anno in queste traversate, di cui 1.600 dall'inizio di giugno. Gli ultimi giorni sono stati i peggiori di quest'anno per le persone che affrontano la traversata del Mediterraneo per raggiungere l'Europa: almeno tre navi si sono capovolte o sono affondate e si contano più di 300 vittime. Quindi? Interrompere non si può ma neanche l’Italia può continuare. Ecco perché, secondo i tecnici, è necessario incrementare l’efficacia del Frontex, attribuendole un ruolo più “operativo”. Solo parole al momento, solamente idee. L’intenzione di inserire, da paesi contributori, unità navali ed aerei da mettere in campo. Studiare poi fasce di mare da pattugliare, con forme di cooperazione tra i due dispositivi navali. E agire in Libia, sul campo, scoraggiando le partenze: forse l’unica vera novità possibile che possa essere anche foriera di risultati.Voci parlano infatti di campi profughi da organizzare in Africa per poi consentire la partenza di chi ha visto riconosciuto il diritto d’asilo verso l’Europa. Modalità di azione che verranno dunque discusse anche oggi a Bruxelles dove si comincerà a definire in termini politici una 'exit strategy' dall'operazione. Obiettivo comune, come spiega il portavoce della commissaria agli affari interni Cecilia Malmstroem, “identificare le modalità con cui meglio assistere l'Italia”, alle prese con l'emergenza sbarchi: solo tra venerdì e sabato quasi 4.000 migranti salvati dal mare; 113 mila dall'inizio di Mare Nostrum. Mettiamoci anche i 1900 morti e sono numeri che dicono chiaramente che non si può continuare così. POZZALLO - IL POTERE (NULLO) DELLA GIUSTIZIA Tarak, arrestato e rilasciato sette volte Fermato a Lampedusa e Siracusa per favoreggiamento dell’immigrazione, sbarca nuovamente sulle coste siciliane: “Non ho paura, uscirò presto” he lo facciano per soldi è ormai appurato. Quello che li spinge però a continuare la loro attività illegale è proprio il saper di restare impuniti. Non ha paura della giustizia italiana e arriva addirittura a “sbeffeggiare” gli investigatori Honeim Tarak, scafista egiziano arrestato ben sette volte in sette anni per la tratta di essere umani che dalle coste dell’Africa porta in Italia. “Non ho paura, uscirò presto”, ha detto l’ultima volta si è visto stringere le manette ai polsi. Lo sa bene dal momento che gli era già successo ben cinque volte a Lampedusa e uno a Siracusa. Poi a Pozzallo, sabato scorso, dopo che aveva portato in Sicilia 200 migranti siriani. Chiuso nel piccolo penitenziario di Ragusa continua a dichiararsi estraneo alla vicenda, dice ad C Andrea Galli del Corriere della Sera di essere vittima di una congiura: sbagliano i poliziotti e sbagliano gli immigrati che l’hanno indicato come capo della traversata. In cella, Tarak ha anche confidato di sapere bene che “la detenzione non durerà, che uscirà presto”. E poi riprenderà il suo lavoro, come ha fatto negli ultimi anni. Ad aiutarlo nell’ultimo viaggio anche due connazionali che non sapevano come pagare il viaggio: gli organizzatori hanno detto loro di salire in barca, “puntare la Sicilia, e a un certo punto far partire l’Sos, tanto gli italiani con l’operazione Mare Nostrum avrebbero provveduto a salvarli”. Lo sanno infatti benissimo, gli scafisti così come le organizzazioni criminali che si trovano a capo del loro sistema. Lo sanno che una volta in mare basta lanciare l’allarme e arriveranno gli italiani (con i soldi loro) a recuperare i “poveri” immigrati. La prova provata del fallimento dell’operazione Mare Nostrum che non fa altro che “alimentare”, agendo così, le organizzazioni criminali, senza arginare sbarchi e tragedie. Il lavoro di traghettatore, però, non è un lavoro che fanno solo gli stranieri. Galli racconta di due scafisti brindisini e di un tarantino che in distinti viaggi a Leuca e nel Canale di Otranto hanno portato in Puglia 39 africani. Le traversate, spiega il Corriere, vengono organizzate in collaborazione con la criminalità albanese e come strategia d’azione viene riproposto il modello del contrabbando di sigarette: le navi con il carico in mare aperto e piccole imbarcazioni che fanno la spola. Un sistema malato che Mare Nostrum B.F. non combatte. Anzi... DICIOTTO VITTIME ACCERTATE, ALCUNE SAREBBERO STATO UCCISE A SPRANGATE DURANTE LA NAVIGAZIONE Massacro a bordo della carretta mmigrati trattati come bestie: picchiati alla testa e ai reni con grosse spranghe di ferro alla partenza, costretti ad affrontare la traversata del Mediterraneo a bordo di un gommone. Che poi affonda. È quello che è successo nell’ultima tragedia del mare, con 18 corpi trasportati domenica a Pozzallo (ci sarebbero da 10 a 20 i dispersi, tra loro anche altri due scafisti, oltre ai 97 superstiti). A raccontare le violenze subite sono stati i superstiti, ascoltati dagli agenti della squadra mobile di Ragusa ne hanno fermato un presunto scafista. Quest’ultimo ha confermato le violenze sui migranti. Si tratta di Gibril Jammeh, di 19 anni, originario del Gambia che ora dovrà rispondere non solo di favoreggiamento all’immigrazione clandestina ma anche del reato di morte come conseguenza di un altro delitto. “Sono stato io – ha raccontato agli investigatori – a condurre il gommone, ho raggiunto un accordo con i libici; mi sono presentato da I loro dicendo che avevo fatto il pescatore e che ero pronto ad assumermi questa responsabilità ma volevo dei soldi che loro mi hanno promesso, anche perché io non avevo come pagare il viaggio”. Stando a quanto dichiarato dai testimoni, gli organizzatori hanno incassato 1.200 dollari a passeggero per un totale di oltre 120 mila dollari. Le vittime, non tutte (alcune sono state infatti picchiate), sarebbero state uccise dalla miscela di acqua e carburante che si era accumulata nello scafo, sommersi e bloccati dagli altri compagni di viaggio durante una fase di difficoltà nella navigazione. “Purtroppo – ha continuato il gambiano fermato – il gommone si è forato a prua. Ho fatto di tutto per far stare calme le persone ma si sono fatte prendere dal panico, molti sono caduti in acqua, alcuni non sono più riemersi, anche altri due scafisti sono andati giù. Qualcuno ha svuotato le taniche di benzina per assicurarsi un appiglio se fosse caduto in acqua ma il carburante è caduto all’interno del gommone”. Secondo quanto riportato dai testimoni i superstiti sarebbero stati però anche minacciati e picchiati con spranghe dallo scafista e dai suoi amici. I colpi, sempre secondo i racconti, hanno fatto cadere al centro del gommone alcuni migranti che in un primo momento sono sembrati solamente svenuti ma che poi si è capito essere morti. Uno straniero che si è salvato ha riconosciuto uno dei suoi fratelli tra le vittime e ha aggiunto di aver visto scomparire tra le onde altri due fratelli. Infatti, alcune vittime, secondo un primo esame esterno sulle salme, disposto della Procura di Ragusa, sarebbero morte per le ferite riportate durante l’imbarco: rilevate infatti fratture letali alla testa e alla colonna vertebrali che sarebbero state procurate da violenti colpi sferrati con delle spranghe. Gli altri stranieri sarebbero deceduti invece per asfissia in sommersione: praticamente sarebbero annegati nei pochi decimetri di miscela di acqua e carburante che si era accumulata sullo scafo del gommone. Sarebbero rimasti sommersi e bloccati da altri ‘passeggeri’ durante una fase di forte difficoltà durante la navigazione. L’ennesima storia che racconta il dramma dei profughi. Carlotta Bravo 10 Mercoledì 27 agosto 2014 Dall’Italia NEL SIRACUSANO E IN CAMPANIA “FEMMINICIDIO” AL CONTRARIO Violenze in famiglia: vittime anche gli uomini A Torre del Greco una donna usa forbici e martello contro il compagno, perché non vuole comprarle il vino. A Carlentini una 60enne prende a coltellate il marito e poi tenta il suicidio: era depressa di Chantal Capasso n controtendenza ai recenti fatti di cronaca, che vedono come solite vittime le donne, tanto da contestualizzare e chiamare il fenomeno come “femminicidio”, questa volta a farne le spese sono gli uomini ed i carnefici sono … donne. È successo a Torre del Greco, nel Napoletano, dove una 40enne violenta, Bianca De Martino, tra l’altro già nota alle forze dell'ordine per reati contro il patrimonio, dovrà ora rispondere di tentato omicidio. Allertati da una telefonata fatta al 112 che raccontava di aver sentito delle urla e richieste di aiuto durante una lite violenta nel vicinato, i carabinieri sono giunti sul posto. Qui gli uomini dell’arma hanno sorpreso la donna, nella sua abitazione sul II vico di Constantinopoli, mentre aggrediva il compagno. La vittima, un impiegato di 60 anni è finito in ospedale. L’uomo ha riportato, secondo il referto dei medici della struttura ospedaliera di Torre del Greco, ferite da taglio multiple in varie parti del corpo, giudicate guaribili in 15 giorni. L’oggetto del contendere I che ha scatenato le ire della 40enne pregiudicata, è stata la richiesta negata dal compagno di comprarle una bottiglia di vino. Il motivo del rifiuto era mera preoccupazione dell’uomo nei confronti della donna solitamente dedita all’uso di alcol. Ma il diniego ha provocato una incontrollabile reazione, la De Mar- SONDRIO Precipita in un dirupo: muore ragazza di 23 anni Si era appartata con il fidanzato, per gli inquirenti si tratta di fatto accidentale tragedia a Sondrio in località Roncale, sopra Grosotto. La sera di sabato 23 agosto, una giovane donna di 23 anni, residente a Tiolo, ha perso la vita cadendo dall’altezza di 4 metri, le ferite riportate alla testa in seguito all’impatto con i sassi a terra non le hanno lasciato scampo. Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, Veronica Balsamo si trovava in compagnia del suo fidanzato 18enne, Emanuele Casula, residente di Grosotto. La giovane coppia aveva deciso di appartarsi ai piedi della chiesa di Roncale, nei pressi del dirupo e, forse a causa del buio, non si sono accorti della poca distanza che c’era tra la vettura ed il burrone. Una volta arrivati, la ragazza è scesa dall’auto, per motivi ancora da chiarire, e ha trovato il vuoto sotto i suoi piedi cadendo nel burrone. Il giovane fidanzato, sconvolto e terrorizzato per quello che aveva appena visto è ripartito a folle velocità con l’automobile, ma la sua corsa è finita col ribaltarsi sulle strade scoscese fino ad arrivare a fondo valle. Il ragazzo è rimasto ferito seppur in ma- È niera lieve. Dopo l’allontanamento dal luogo della tragedia il giovane ha però allertato il 118. I carabinieri del nucleo operativo di Tirano, hanno raggiunto il ragazzo ed hanno trovato una borsetta e un indumento da donna nella sua auto, confermando una recente presenza femminile nella sua auto. Dopo averlo soccorso, gli uomini dell’arma hanno chiesto al ragazzo a chi appartenessero i due oggetti, ma il giovane non ha saputo dire nulla sull’accaduto ed è stato quindi portato all’ospedale E. Morelli di Sondalo ed ora ancora ricoverato sotto osservazione. Le ricerche sono scattate subito durante la notte e si sono concluse la domenica pomeriggio con la triste scoperta del corpo senza vita della ragazza. Gli investigatori escludono l’ipotesi del delitto, precisando che si è trattato di un fatto accidentale. Tutta la comunità piange la scomparsa della ragazza, per celebrare i funerali bisognerà attendere il nulla osta della Procura che ha disposto l'autopsia sul corpo della giovane donna. C.C. tino con delle forbici prese in cucina ha cominciato a sferrare fendenti contro il corpo del povero uomo oltre a colpirlo con un martello. Durante la colluttazione anche la donna si è provocata delle lievi ferite all’avambraccio guaribili in 7 giorni. Vicenda più grave, nel Siracusano, dove una sessantenne Sebastiana Ippolito, ha ucciso a coltellate il marito, Alfio Vinci, di 72 anni (nella foto). Il delitto è avvenuto nella loro abitazione di Carlentini. La donna è stata ricoverata nell’ospedale di Lentini per delle ferite che i carabinieri hanno riscontrato sul suo corpo, in seguito ad un tentativo di suicidio. La triste vicenda sfociata in omicidio ha avuto luogo nella casa di famiglia in contrada Santuzza, non molto distante dal centro abitato di Carlentini. Sembra che la donna soffrisse da tempo di depressione. Non aveva superato la morte della figlia 38enne portata via da un tumore nel 2008. Durante la notte la donna si reca in cucina per prendere un coltello e raggiunge il marito che dormiva nella camera da letto. Lo ha accoltellato nel sonno. Quaranta coltellate dritte allo stomaco. Il 70enne ha trovato la morte già al terzo fendente. Questo quanto ricostruito dai carabinieri di Augusta. Dopo aver accoltellato il marito, è andata in bagno per tentare il suicidio, ma con la stessa arma con cui aveva appena ucciso il marito si sarebbe procurata solo ferite superficiali sul corpo prima di svenire. Intorno alle 3 si sarebbe risvegliata ed avrebbe urlato. I vicini di casa dopo aver sentito le grida provenire dall’abitazione accanto alla loro, hanno allertato i carabinieri che accorsi sul luogo hanno trovato la donna a terra ferita con un coltello in mano. RIVOLUZIONARIA DECISIONE DEL TRIBUNALE DI FIRENZE CHE ORDINA DI CERCARE LA MADRE BIOLOGICA Dopo mezzo secolo potrà conoscere i genitori naturali In crisi l'articolo 28 della legge 184, già giudicato incostituzionale dalla Consulta. In Parlamento quattro proposte di legge sul tema ivoluzionaria un’ordinanza emessa dal tribunale per i minori di Firenze che impegna, per la prima volta in Italia, a cercare la madre naturale di una 59enne, abbandonata dopo la nascita in un istituto religioso e affidata a una coppia siciliana. Un atto giudiziario importante che, di fatto, scardina la legge 184 del 1983, giudicata qualche mese fa incostituzionale dalla Consulta, e rende nullo l’articolo 28, quello che imponeva il divieto ai figli non riconosciuti alla nascita di conoscere il nome dei genitori. In una sorta di scia innovativa e contestuale trova spazio la decisione presa dal tribunale fiorentino se si considera che in Parlamento sono state depositate quattro proposte di legge che mirano a modificare quella norma, questione questa, che investe anche la fecondazione eterologa, dopo la bocciatura del Governo della proposta del Ministro Lorenzin con il passaggio della competenza per la sua trattazione alle Aule Camerali. Mariagnese Vaboli, è il nome della donna che con tanto ardore spera in questo modo di ricostruire un pezzo della sua vita, nasce nel 1955, ed è una dei tanti bambini di madre sconosciuta. Viene affidata ad un istituto religioso nel Bergamasco e adottata a dieci mesi da una coppia siciliana. R La stessa verrà a sapere molto dopo, di essere stata adottata dalla coppia che considerava suoi genitori naturali, da una zia, dopo la morte del padre. Mariagnese si metta alla ricerca delle sue origini– come spiega a Il Corriere della Sera – fin quando scopre che i suoi genitori biologici erano, all'epoca, giovanissimi, due ragazzi di 16 e 14 anni. A loro raccontarono che la figlia era morta durante il parto. Poi, dopo anni di inutili appelli e tentativi di conoscere il nome della madre, arriva la decisione del tribunale che aggira il divieto della legge 184. "Il tribunale di Firenze si muove personalmente per la ricerca anche se la limita alla volontà dell'eventuale madre naturale a conoscere la figlia", spiega Emilia Rosati, fondatrice del Comitato nazionale per il diritto alle origini bioC.C. logiche. 11 Mercoledì 27 agosto 2014 LECCE - SOPRUSI IN FAMIGLIA GIOIA TAURO Giocattoli contraffatti: sequestro al made in China Fermato un container con oltre 21mila articoli per bambini: sono dannosi per la salute n’operazione congiunta dei Finanzieri del Gruppo della Guardia di Finanza di Gioia Tauro, insieme ai Funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli – S.V.A.D. locale, ha messo a segno un maxi sequestro di un container proveniente dalla Cina con un carico di merce contraffatta (giocattoli e materiale scolastico delle più note marche, Hello Kitty, Winnie the Pooh, Cars, Toy story, etc.). Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi, hanno consentito, dopo una copiosa attività investigativa, raccolta di documenti e successivi meticolosi controlli eseguiti su numerosi container in transito presso il porto di Gioia Tauro, l’individuazione del carico illecito occultato in un contenitore imbarcato nel porto cinese di Ningbo. La merce che aveva come destinazione, almeno sulla carta, Montenegro, è stata sottoposta ad accertamenti peritali da parte dei tecnici di società titolari di rinomati marchi, i quali hanno confermato i sospetti delle fiamme gialle e dei funzionari doganali, ossia che i prodotti riportavano marchi illecitamente riprodotti. Dall’Italia Fa prostituire moglie e figlia: denunciato padre padrone U Sul registro degli indagati anche l’anziano cliente: pagava quaranta euro per ogni incontro sessuale a costretto non solo la moglie ma anche la figlia, di appena 9 anni, a prostituirsi con un 82enne per 40 euro. Una storia squallida quella che arriva da Nardò in provincia di Lecce, dove sul registro degli indagati è finito un 51enne, il marito e padre orco, nonché il cliente delle due vittime. I due dovranno rispondere di prostituzione minorile, induzione alla prostituzione, maltrattamenti in famiglia e lesioni personali. Il sostituto procuratore leccese Stefania Mininni, a quanto riporta il nuovo Quotidiano di Puglia, ha infatti chiuso il fascicolo d’indagine aperto un anno fa dopo aver raccolto i vari tasselli dell’inchiesta incentrata sull’ascolto protetto della ragazzina e gli interrogatori di varie persone in qualità di persone informate dei fatti. Proprio come la madre della minore per la quale il magistrato non ha ravvisato complicità con il marito. La bimba, secondo le indagini, avrebbe intrattenuto momenti di intimità con l’82enne all’interno di una casa di proprietà della famiglia dietro il pagamento di denaro intascato dal padre. Il 19 marzo di un anno fa, l’uomo avrebbe intascato circa 150 euro. Ma non era la prima volta. È stato H Sottoposti al maxi sequestro oltre 21 mila prodotti per bambini, tra cui palloni, maschere, peluche e diari, riportanti marchi contraffatti. Il tutto per un valore complessivo di oltre duecentomila euro. Sono ancora in corso le indagini tese ad individuare i responsabili dell’operazione illecita. Importante rilevare quanto sia determinante l’azione svolta dalle forze dell’ordine che mira a contrastare il fenomeno dell’illecita commercializzazione di prodotti contraffatti. Quest’ultimi, in assenza delle condizioni di genuinità regolate dalla vigente normativa europea, risultano essere potenzialmente dannosi alla salute delle persone. Tra l’altro il carico sottoposto a sequestro a Gioia Tauro contiene merce di largo consumo che una volta immessa sul mercato sarebbe stata destinata, soC.C. prattutto, a bambini. accertato che anche la moglie sarebbe stata costretta dal marito a prostituirsi sempre con l’anziano. Le prestazioni sessuali venivano garantite grazie al pagamento di 40 euro per ogni incontro. Il padre e marito padrone, però, si sarebbe macchiato anche di altri abusi perché, stando a quanto contestato dalla procura, avrebbe picchiato in almeno tre occasioni la moglie per indurla al sesso a pagamento. In una circostanza (il 14 marzo di un anno fa) avrebbe persino impugnato un bastone procurando alla donna lesioni giudicate guaribili in 5 giorni. Due mesi dopo, invece, le ferite sarebbero state dichiarate guaribili in una settimana. A lanciare l’allarme infatti è stata proprio la donna, stanca per l’ennesimo ricovero: ai medici avrebbe raccontato delle percosse del marito e dell’anziano cliente. La donna è stata ascoltata prima dagli psicologi dell’ospedale in cui era stata ricoverata e solo successivamente ai carabinieri di Nardò, che sono poi partiti con le procedure di rito. Sulla vicenda infatti sono ancora molti i lati oscuri: ad esempio come il cliente fosse venuto a conoscenza della donna, nonché della figlia, venduta dal marito e come mai nessuno si fosse accorto della reale vita della famiglia. Intanto la bambina è stata affidata ad una casa-famiglia. Ora i due indagati hanno venti giorni a loro disposizione per chiedere di essere interrogati o per presentare memorie difensive. L’ennesima storia squallida che vede come protagonista un uomo capace di annientare e rovinare per sempre sia la moglie che la figlia. Barbara Fruch CATANZARO - BLITZ DELLA POLIZIA CONTRO I PROCOPIO-MONGIARDO Dalle estorsioni al traffico d’armi: smantellata una cosca A ssociazione per delinquere di stampo mafioso, danneggiamenti a imprenditori e commercianti, vittime di richieste estorsive, e traffico di armi. Sono solamente alcuni dei reati di cui dovranno rispondere le venti persone finite in manette ieri mattina nel blitz della polizia. Le ordinanze di custodia cautelare (di cui 18 in carcere e 2 ai domiciliari), disposte dalla Procura Distrettuale antimafia di Catanzaro nel corso dell’operazione Hybris, sono state eseguite nei confronti di soggetti ritenuti responsabili di appartenere alla cosca mafiosa Procopio-Mongiardo, operante nei comuni del Basso versante Ionico Catanzarese e federata alle famiglie ‘ndranghetiste Gallace di Guardavalle e Gallelli di Badolato. Nell’inchiesta sono confluite numerose intercettazioni telefoniche ed ambientali e le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che ha arricchito gli elementi già in possesso degli investigatori. L’indagine è iniziata nel 2011 quando si scoprì che una società romana attiva nel turismo, era continuamente vessata dalle richieste estorsive della cosca oggetto dell’investigazione. La società aveva acquistato una parte di una struttura turistica nel comune di S. Andrea Apostolo allo Ionio, e da quel momento erano iniziate le rivendicazioni mafiose. Oltre alla classica mazzetta annuale, gli estorsori pretendevano di egemonizzare gli appalti per i lavori interni al residence, e di far assumere persone che, pur non presentandosi mai al lavoro, dovevano essere regolarmente pagate. Dopo anni di vessazione, minacce e danneggiamenti, il presidente della società si decise a denunciare i suoi aguzzini. Dall’indagine che scaturì da quella denuncia, gli investigatori della Mobile fecero emergere altre estorsioni a cui erano soggetti imprenditori, commercianti e diversi comuni della zona. Durante alcune perquisizioni gli agenti hanno trovato anche molte armi, in particolare pistole. Dall’indagine si scoprì che la cosca aveva attivato un fiorente traffico di armi, grazie all’attività di alcuni affiliati che utilizzavano un canale di approvvigionamento al quale partecipavano persone di origine calabrese, residenti in Svizzera (solo pochi giorni fa, ma da un’altra operazione condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale, erano emersi altri particolari in merito alla presenza delle ‘ndrine in terra elvetica). Numerosi dunque i reati: estorsione, danni ad imprenditori e commercianti, tentati omicidi e intimidazioni. Non ultima quella a Francesco Ranieri, giornalista minacciato dalla figlia del boss Mario Mongiardo per alcuni pezzi pubblicati sulla “Gazzetta del Sud”. “Digli al giornalista che quando parla delle mie cose deve essere più delicato. Non deve parlare solo contro ma anche delle cose a favore”, avrebbe detto il boss nel corso di un colloquio con la figlia minorenne avvenuto in carcere. Quest’ultima, secondo quanto riferito dagli investigatori della squadra mobile di Catanzaro, dopo la conversazione con il padre si sarebbe effettivamente recata da Ranieri per portargli il “messaggio”. Ma non è finita qui. La cosca avrebbe controllato il territorio della zona di San Sostene, Montepaone, Gasperina e Sant’Andrea. I poliziotti hanno infatti scoperto i responsabili del tentato omicidio di Antonio Gullà, 57 anni, avvenuto a Soverato nell’ottobre del 2010. L’uomo fu ferito perché ritenuto vicino alla cosca avversaria dei Procopio-Sia-Vallelunga. Da una serie di intercettazioni è emerso, inoltre, l’interessamento della cosca Proco- pio-Mongiardo per le elezioni amministrative del 2011 a San Sostene. Questa parte dell’inchiesta, però, non rientra nell’ordinanza di custodia cautelare che ha portato all’arresto delle venti persone. Il nome dell’operazione non è casuale, nella tragedia greca, la hybris è un fatto accaduto nel passato che influenza in modo negativo gli eventi del presente, proprio come in questo caso, con la maggior parte degli arrestati che sono figli o parenti di persone coinvolte in analoghe operazioni degli anni scorsi. Miriana Markovic 12 Mercoledì 27 agosto 2014 Salute IMPORTANTE RICERCA SULLA SCLEROSI LATERALE AMIOTROFICA Sla, la diagnosi precoce è made in Italy A Torino sviluppata una particolare analisi che permette di battere sul tempo la malattia di Francesca Ceccarelli n particolare tipo di tomografia Pet è quella che permetterà di diagnosticare in anticipo la Sla, la sclerosi laterale amiotrofica, in questi giorni protagonista di campagne mediatiche più o meno profique. Secchiate ghiacciate a parte c’è chi lavora da anni per sconfiggere la malattia, nell’anonimato più assoluto ma con il massimo dell’impegno raggiungendo obiettivi davvero importanti. Stavolta la buona notizia arriva dalla Città della Salute di Torino, ospedale Molinette, dove opera Armando Chiò, ricercatore italiano sulla Sla. E’ sua la ricerca pubblicata sulla rivista internazionale americana Neurology: si tratta di uno studio interamente italiano nel quale si dimostra, per la prima volta, la possibilità di diagnosticare con alcuni mesi di anticipo la Sla mediante un semplice esame di tomografia ad emissione di positroni (la Pet, appunto) con un tracciante analogo al glucosio (18F-Fdg), di norma utilizzato nella pratica clinica dai centri di medicina nu- U cleare. La tecnica permette di raggiungere un’accuratezza diagnostica del 95 per cento. Un passo fondamentale sulla via della diagnosi prematura poiché finora la Sla poteva poteva essere GRAN BRETAGNA DAGLI STATI UNITI UNO STUDIO ALL’AVANGUARDIA Non solo estetica: il botulino, un aiuto anche contro il tumore individuata solo con l’indagine clinica. "L’accelerazione e la maggiore accuratezza sono fondamentali sia per lo sviluppo di nuove terapie sia per l’accesso dei pazienti alle cure sperimentali" spiega Chiò. Lo studio è frutto della collaborazione fra Marco Pagani, ricercatore dall’Istituto di Scienze e tecnologie della cognizione del Cnr di Roma, Adriano Chiò, direttore del Centro Sla dell'ospedale Molinette della Città della Salute di Torino e Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino, e Angelina Cistaro, ricercatrice del Centro torinese Pet Irmet. Per portare a termine lo studio sono stati coinvolti 195 pazienti in cura al Centro Sla delle Molinette, confrontati con 40 soggetti con assenza di patologie del sistema nervoso centrale. Quello che conferma l’affidabilità dello studio è la serie di pazienti osservati, la più numerosa di qualunque altro studio di neuroimmagini effettuato finora nella Sla. La ricerca ha dunque bisogno di essere sostenuta perché, grazie alle moderne tecnologie, è possibile sempre di più sconfiggere malattie tremende come la Sla. Viagra gratis “per chi ne ha bisogno” Dopo il calo del prezzo, la pillola è rimborsata dal Servizio sanitario egno Unito a tutto viagra: dopo che i prezzi della pillola blu sono scesi del 93%, l’Nhs, il servizio sanitario nazionale britannico, ha deciso di iniziare a prescriverlo e a fornirlo gratuitamente a chiunque ne abbia bisogno. Un anno fa quattro pastiglie del medicinale contro le disfunzioni erettili prodotto da Pfizer erano in vendita a circa 22 sterline, circa 28 euro, riportava ieri il Mail on Sunday. Al momento, invece, l’equivalente generico è in vendita a 1,45 sterline (circa 2 euro) sempre per una confezione da quattro. Così ora, riportano i tabloid del paese, l’Nhs ha deciso di iniziare a prescriverlo senza più timori di andare in bancarotta, una mossa subito apprezzata dal Men’s Health Forum, un gruppo medico non-profit che si occupa di salute degli uomini. Secondo il presidente dell’associazione, John Chisol, «questa decisione permetterà a molte relazione minacciate dalla crisi dei sensi di rifiorire». In Italia, dopo la scadenza del brevetto, una ventina di aziende vendono il farmaco generico che contiene lo stesso principio attivo del Viagra, ovvero il sildenafil. E anche da noi il prezzo si è abbattuto, passando a circa 4 euro. “Al momento il servizio sanitario rimborsa il sildenafil solo R on solo un valido rimedio per il trattamento delle rughe e degli inestetismi cutanei: anche il tumore allo stomaco può essere contrastato con questa sostanza. Questo quanto riportato da un gruppo di ricercatori norvegesi e statunitensi che hanno pubblicato su Science Translational Medicine che il botulino potrebbe essere un valido alleato conto il cancro gastrico. Lo studio mette in evidenza che la tossina botulinica iniettata nella sede del tumore è in grado di bloccare la replicazione delle cellule neoplastiche. Gli studiosi della Columbia University Medical Centre di New York e della Norwegian University of Science and Technology che hanno condotto lo studio hanno scoperto che l'acetilcolina, un neurotrasmettitore, è N coinvolto nella stimolazione della replicazione delle cellule tumorali e che attraverso la somministrazione di botulino è possibile inibirne l’attività: "Abbiamo scoperto - spiega Timothy Wang della Columbia University, autore dello studio - che bloccando i segnali nervosi mediante la somministrazione di botulino è possibile rendere le cellule tumorali più vulnerabili. In questo modo si elimina uno dei fattori chiave che regolano la loro crescita". Come spiega Duan Chen della Norwegian University, coautore dello studio, la somministrazione della tossina botulinica può essere effettuata mediante una normale gastroscopia e, rispetto a molti dei trattamenti attualmente in uso contro il cancro allo stomaco, risulterebbe meno tossica e relatiF.Ce vamente economica. per due categorie di pazienti - spiega il professor Vincenzo Mirone, segretario generale della Società Italiana di Urologia - ovvero persone che hanno subito lesioni al midollo spinale in seguito a traumi o incidenti stradali oppure pazienti con tumore alla prostata che hanno subito la prostatectomia. Da qualche tempo è partita anche una campagna per i pazienti diabetici, che in molti casi diventano impotenti, ma per ora sono ancora esclusi”. “Sarebbe auspicabile il rimborso per chi ne ha bisogno anche in Italia - aggiunge Vincenzo Mirone - perché parliamo soprattutto di un miglioramento della qualità della vita. Inoltre con il rimborso della ricetta medica si eviterebbero dannosi fai da te con farmaci acquistati online da farmacie non certificate. Un anno fa si parlò proprio di questo all’Aifa, ma manca la copertura finanziaria, quindi credo che in Italia la situazione reF.Ce. sterà invariata”.