Le onde elettromagnetiche e la relatività speciale Sperimentalmente si trova che le onde elettromagnetiche si propagano nel vuoto con velocità c = 3.00x108 m/s. c è una costante universale, quindi non dipende dalla lunghezza d’onda. c è la velocità della luce. Analizzando l’effetto fotoelettrico si deduce che la radiazione elettromagnetica è quantizzata pertanto le onde elettromagnetiche si comportano come particelle; le particelle associate alla radiazione elettromagnetica sono i fotoni. L’energia di un fotone è proporzionale alla frequenza dell’onda, ma tutti i fotoni hanno la stessa velocità c quando viaggiano nel vuoto. Per un oggetto di massa m che si muove con v « c sappiamo che v v p = mv e 1 2 p2 Ek = mv = 2 2m Queste due quantità si conservano negli urti. A velocità prossime a c questo non avviene più. Prof. F. Soramel Fisica Generale II 1 I postulati Nel 1905 Einstein formulò la teoria della relatività speciale (effetto fotoelettrico e moto Browniano). I postulati di partenza sono due 1. le leggi della fisica sono identiche in tutti i sistemi di riferimento inerziali 2. la velocità della radiazione elettromagnetica nel vuoto è costante, indipendentemente dal moto della sorgente Il primo postulato è identico a quello utilizato da Newton, il secondo pare essere contrario all’intuizione, in quanto per v « c l’esperienza ci dice che le velocità si sommano linearmente. Consideriamo una particella che si muove con velocità dx/dt in direzione x, rispetto ad un sistema di riferimento che si muove con velocità v in direzione x, le coordinate sono Prof. F. Soramel Fisica Generale II 2 y y’ sistema S dx/dt v sistema S’ dx’/dt’ x x’ x' = x − vt y' = y z' = z Trasformazione Galileiana t' = t Essendo dt=dt’, differenziando si ottiene per le velocità dx' dx = −v dt ' dt Tutto funziona fino a che v « c. Esempio: luce emessa da una sorgente in moto con v, la luce viaggia sempre con c, non con v + c!!!. Prof. F. Soramel Fisica Generale II 3 Esperimento di Michelson e Morley Le onde elettromagnetiche si possono propagare nel vuoto. Per molto tempo si è creduto che esse si dovessero per forza propagare in un mezzo chiamato etere. 1881 esperimento di Michelson con l’interferometro. Esperimento ripetuto poi con maggiore sensibilità assieme a Morley nel 1887. Se la propagazione dell’onda elettromagnetica dipende dall’etere, allora il moto rispetto all’etere deve influire sulla velocità della luce. Cercare di provare l’esistenza dell’etere equivale a provare il secondo postulato della relatività ristretta. Scopo dell’esperimento di M & M era quello di vedere se il moto della terra poteva influire sulla velocità della luce. La velocità della terra attorno al sole vale v = 3x104 m/s, quindi v 3 ⋅10 4 m / s −4 = = 10 c 3 ⋅108 m / s Se la trasformazione Galileiana fosse vera, allora la velocità della luce emessa in direzione parallela al moto della terra dovrebbe aumentare di un diecimilionesimo, diminuire se emessa in direzione antiparallela. Prof. F. Soramel Fisica Generale II 4 M: specchio parzialmente riflettente M1, M2: specchi d1, d2 ~ 1 m La luce viene riflessa diverse volte. Supponiamo che le due traiettorie siano perfettamente uguali. Secondo la trasformazione di Galileo, la velocità della luce nelle due traiettorie non dovrebbe essere la stessa a causa della velocità della terra ed i due fasci luminosi dovrebbero arrivare a tempi diversi (secondo la teoria della relatività speciale invece arrivano contemporaneamente). Nella realtà le due traiettorie non sono mai esattamente le stesse, si osserava allora una figura di interferenza a causa dello sfasamento dovuto ai diversi cammini ottici. M & M cercarono variazioni nella figura di interferenza ruotando l’apparato, montato su una pietra molto pesante e galleggiante su di un bagno di mercurio. Prof. F. Soramel Fisica Generale II 5 Secondo la teoria della relatività speciale la figura di interferenza non cambia a seguito di una rotazione di 90o, dato che la velocità della luce rimane costante. Usiamo ora la trasformazione Galileiana per analizzare l’esperimento. Considerriamo il caso in cui la luce viaggia parallela e antiparallela alla terra. Il tempo t1 necessario per arrivare allo schermo è, se 2L1 è la traiettoria totale, L1 L1 t1 = + c+v c−v Nel caso in cui la luce viaggi perpendicolarmente al moto della terra, il tempo t2 per raggiungere lo schermo vale (traiettoria = 2L2) L2 L2 t2 = + 2 2 c −v c2 − v2 I due raggi luminosi sono sfasati di una quantità c(t 2 − t1 ) ∆φ = λ Prof. F. Soramel Fisica Generale II 6 Quando tutto l’apparato viene ruotato di 90o, la differenza di fase (fringe shift) vale 2 Lv 2 ∆φ = λc 2 Con L ~ L1 ~ L2 ~ 10 m. Nell’esperimento la luce aveva λ ~ 500 nm, il fringe shift atteso, nel caso la luce avesse viaggiato a velocità diverse a causa del moto della terra, era 2 ( 2)(10m )(10 − 4 ) ≈ 0 .4 ∆φ = −7 5 ⋅10 m Non fu osservato alcuno shift. La velocità della luce non dipende dal moto della terra e non c’è alcun etere → le onde elettromagnetiche si possono propagare nel vuoto. L’esperimento fu ripetuto molte volte raffinandolo, ma non si è mai osservato il fringe shift!!! La velocità della luce ha un valore molto elevato (c=2.99792458·108 m/s), ma finito: un fotone impiega 1 ns per fare 0.3 m, la luce emessa dal sole impiega 500 s per arrivare sulla terra, ci vogliono 15·109 s per la luce emessa dalla galassia più lontana per raggiungere la terra. Prof. F. Soramel Fisica Generale II 7 Relazione tra spazio e tempo ct ct’ traiettoria della =c ’ particella /dt ’ dx =c traiettoria della t d / particella dx x x’ Sistema S Sistema S’ Diagramma spazio-tempo. Per ct = 0 (ora), x = 0 nel sistema S per la particella. Il moto uniforme corrisponde ad una linea retta con pendenza c/v. Dato che c è la velocità massima, la pendenza minima è 1, solo il triangolo azzurro è accessibile. Le coordinate della particella si possono scrivere inizialmente ct 0 = x 0 Prof. F. Soramel Fisica Generale II 8 Consideriamo ora una particella a riposo nel sistema S, al tempo t1 le sue coordinate spazio-temporali sono ct ct1 = x 0 La traiettoria della particella è una linea retta verticale, dopo un tempo t1 la particella non si è mossa da x = 0. Analizziamo adesso la particella nel sistema S’ che si muove con velocità v nella direzione delle x negative. Le coordinate spazio temporali sono ct ' ct '1 = x' x'1 Sia la coordinata spaziale che quella temporale della particella sono aumentate (t’1>t’ e x’>0). Nel sistema S’ la particella ha velocità v e segue la traiettoria tratteggiata. La velocità della particella vale v= Prof. F. Soramel x'1 t '1 Fisica Generale II 9 La coordinata temporale della particella deve aumentare altrimenti una velocità relativa maggiore porterebbe la particella nella zona proibita del diagramma spazio-tempo. La trasformazione Galileiana risulta errata ad alte velocità perché presuppone che le coordinate temporali siano le stesse nei due sistemi di riferimento, mentre ciò è vero solo a velocità piccole. La relazione tra un sistema di riferimento fermo S (t,x,y,z) ed un secondo sistema S’ (t’,x’,y’,z’) in moto rispetto ad S con velocità costante v, fu introdotta nel 1890 da Hendrik Lorentz. Egli trovò che per una data trasformazione delle coordinate spazio-tempo, le equazioni di Maxwell risultavano invarianti. Trasformazione di Lorentz. Questo risultato è valido anche per velocità molto elevate. Questo risultato sorprendente dipende dal fatto che la forza magnetica su di una carica in moto con v « c è così piccola rispetto alla forza elettrica, che uno deve introdurre effetti dell’ordine di v/c per tenerne conto. Questo è anche il motivo per cui nella legge di Ampère-Maxwell compare c. Prof. F. Soramel Fisica Generale II 10 La trasformazione di Lorentz ha le seguenti caratteristiche: 1. la trasformazione è una funzione lineare di x e t 2. la trasformazione non varia le coordinate y e z 3. la trasformazione non influisce sulla velocità di un’onda di luce 4. facendo una seconda trasformazione con velocità v nella direzione delle x negative, si ritorna alle coordinate spazio-tempo di partenza 5. la trasformazione si riduce a quella Galileiana per v « c xv t' = γ t − 2 c x' = γ (x − vt ) y' = y z' = z γ = Prof. F. Soramel Trasformazione di Lorentz 1 v2 1− 2 c Fisica Generale II 11 Per v « c, γ ? 1 e si ha la trasformazione Galileiana. La trasformazione inversa (da S’ ad S) vale x' v t = γ t '+ 2 c Trasformazione inversa x = γ ( x'+vt ') y = y' z = z' Esempio: dimostrare che facendo una trsformazione di Lorentz con v positiva in direzione x e poi una seconda trasformazione con v negativa, si ottengono le coordinate spazio-temporali di partenza La prima trasformazione ci dà (y e z restano invariati) xv t' = γ t − 2 c x' = γ (x − vt ) Prof. F. Soramel Fisica Generale II 12 Siano ora t”, x”, y” e z” le coordinate ottenute dalla 2^ trasformazione, in dettaglio abbiamo 2 2 2 2 2 x ' v γ xv γ xv γ tv v 2 2 t" = γ t '+ 2 = γ t − 2 + 2 − 2 = γ 1 − 2 t = t c c c c c 2 2 2 γ xv v 2 2 2 2 x" = γvt '+γx' = γ vt − 2 + γ x − γ vt = γ 1 − 2 x = x c c c.v.d. L’equazione dell’onda elettromagnetica ∂2F ∂2F ∂2F 1 ∂2F + + 2 = 2 ∂x 2 ∂y 2 ∂z c ∂t 2 Trasformiamo l’onda secondo la trasformazione Galileiana Prof. F. Soramel Fisica Generale II 13 Per le derivate spaziali abbiamo ∂F ∂F ∂x' ∂F ∂t ' ∂F = + = e ∂x ∂x' ∂x ∂t ' ∂x ∂x' ∂2F ∂2F ∂2F ∂2F ∂2F ∂2F = = = 2 2 2 2 2 2 ∂x ∂x' ∂y ∂y ' ∂z ∂z ' Per le derivate temporali abbiamo ∂F ∂F ∂t ' ∂F ∂x' ∂F ∂F -v = + = ∂t ∂t ' ∂t ∂x' ∂t ∂t ' ∂x' 2 ∂2F ∂ ∂ ∂F ∂F ∂ 2 F ∂2F 2 ∂ F -v = -v − 2v = 2 +v 2 2 ∂t ∂x' ∂x' ∂t ' ∂t ' ∂x' ∂t ' ∂x' ∂t ' Allora in S’ l’equazione dell’onda diviene 2 ∂2F ∂2F ∂2F 1 ∂2F ∂2F 2 ∂ F + 2 + 2 = 2 2 + v − 2v 2 2 ∂x' ∂y ' ∂z ' c ∂t ' ∂x' ∂t ' ∂x' L’espressione dell’onda è cambiata, rimane invariata per v ? 0 Prof. F. Soramel Fisica Generale II 14 Se invece applichiamo una trasformazione di Lorentz, abbiamo ∂F ∂F ∂x' ∂F ∂t ' = + =γ ∂x ∂x' ∂x ∂t ' ∂x ∂F ∂F ∂t ' ∂F ∂x' = + =γ ∂t ∂t ' ∂t ∂x' ∂t ∂F γv ∂F − 2 ∂x' c ∂t ' ∂F ∂F − γv ∂t ' ∂x' Derivando ulteriormente si ottiene (le derivate y e z sono uguali al caso precedente) 2 2 2 2 2 2 2 ∂ F γ v ∂ F 2γ v ∂ F 2 ∂ F = γ + − 2 2 4 2 2 ∂x ∂x' c ∂t ' c ∂x' ∂t ' 1 ∂ 2 F γ 2 ∂ 2 F γ 2 v 2 ∂ 2 F 2γ 2 v ∂ 2 F = 2 + 2 − 2 c 2 ∂t 2 c ∂t '2 c ∂x'2 c ∂x' ∂t ' Procedendo abbiamo Prof. F. Soramel Fisica Generale II 15 2 γ 2v 2 ∂ 2 F ∂ 2 F ∂ 2 F 2 γ 2v 2 1 ∂ 2 F γ − 2 2 + 2 + 2 = γ − 2 2 c ∂x' c c ∂t '2 ∂y ' ∂z ' ∂2F ∂2F ∂2F 1 ∂2F + + = ∂x'2 ∂y '2 ∂z '2 c 2 ∂t '2 Infatti 2 γ 2v 2 v2 2 γ − 2 = γ 1 − 2 = 1 c c La trasformazione di Lorentz mantiene invariata l’equazione dell’onda elettromagnetica!!! Prof. F. Soramel Fisica Generale II 16