1070
Praeterea
materies est multa parata ,
locus est praesto nec res nec causa moratur
ulla, geri debent ni mirum et confieri res.
Nunc et seminibus si
est copia,
enumerare aetas animantum non queat omnis,
vis<que> eadem <et> natura manet,
semina rerum
conicere in loca quaeque queat simili ratione
atque huc sunt coniecta, necesse est /confiteare
1075
2)
3)
4)
Moror, moraris, moratus sum, morari (verbo deponente, ostacolare)
CProposizioni reggenti
Confieri dal composto di fio: confio, confit, confactutus sum, confieri
8)
Allitterazione della q in «quaeque queat»
1070
1705
Inoltre, quando c’è a disposizione infinita (molta) materia,
quando lo spazio (infinito) è a disposizione, né oggetto né
causa alcuna che si opponga, senza dubbio le cose (animate e
gli esseri animati) devo attuarsi e formarsi.
Ora, (se) la quantità di atomi è così grande, quanta l’intera vita
degli esseri viventi non basterebbe a contare, e (se)
permangono la stessa natura e la stessa forza per combinare i
semi delle cose nei vari luoghi in modo simile a quello in cui
furono combinate qui (lett. che i vari principi delle cose
possano gettare nelle loro sedi, in modo simile a come
sono stati qui gettati), è necessario che tu ammetta che in altre
parti dello spazio
esistano altri mondi e diversi tipi di uomini e
specie di animali.
1077
1085
1)
in summa res nulla sit una
Huc accedit
[…]
quadpropter caelum simili ratione
terramque et solem, lunam mare cetera
,
non esse unica, sed numero magis innumerali;
quando quidem vitae depactus terminus alte
manet haec et
nativo corpore constant
genus omne, quod his
rebus abundans.
Proposizione reggente
(sub dichiarativa)
Crasi di
(fatendum est)/
(generatim est)
(subordinate relative)
manet…
…constant…
5) Allitterazione della q e della t in «quando quidem»
1077
1085
A questo si aggiunge che nell’universo nessuna cosa è unica.
[…]
Pertanto, in modo simile, occorre ammettere che il cielo, la
terra, il sole, la luna, il mare e tutte le altre cose esistenti non
siano unici, ma (presenti) in quantità innumerabile;
poiché un termine di vita profondamente fissato li attende,
ed essi constano di un corpo che è nato, tanto quanto ogni
sorta di specie che qui abbonda di individui della stessa
specie.
ANALISI TESTUALE
• Nei vv. 1067-1077 e 1084-1089 del secondo libro, Lucrezio
sfoggia la propria capacità induttiva e deduttiva in periodi
complessi e ampi.
• Le strutture privilegiate sono il periodo ipotetico, (al v. 1070
«si tanta est copia…necesse est») e le subordinate
comparative (al v. 1089 tam manet haec et tam nativo
corpore constant quam genus omne, quod his generatimst
rebus abundans).
• Le formule di raccordo e di costruzione del discorso
(Praeterea, nunc, quandpropter, quando) occupano una sede
fissa nel corpo dell’esametro, prevalentemente all’inizio del
verso; come le allitterazioni, contribuiscono a dare una decisa
cadenza ritmica.
• Questi elementi appartengono al campo filosofico dei
sillogismi. Lucrezio utilizza procedimenti induttivi, partendo
da singoli casi particolari nel tentativo di stabilire una legge
universale.
• Dalla fisica atomistica, attraverso la contemplazione della
natura, Lucrezio introduce il concetto di pluralità infinita di
mondi. L’affermazione che esistano mondi infiniti si instaura,
infatti, nella considerazione del cielo, del sole e del
firmamento. Da qui Lucrezio vuol vagare con la mente oltre le
mura del suo mondo, in uno spazio senza confini, dove nel
vuoto gli atomi vagano in perenne movimento.
UN MESSAGGIO RIVOLUZIONARIO
• Per il poeta, e dunque per Epicuro, risulta impossibile credere che
nell’universo immenso possa essersi formato un unico mondo.
Ritiene, infatti, che dall’eterna alternanza di aggregazione e
separazione degli atomi, di formazione e dissoluzione dei corpi
animati e inanimati, ne consegua necessariamente l’esistenza di
altri mondi simili e dissimili dal nostro. Il numero di questi mondi,
inoltre, non può che essere infinito, perché infinito è lo spazio e il
numero degli atomi presenti in esso.
• Non è una concezione nuova, ma ripresa dalla dottrina di Epicuro e
dalla fisica di Democrito. Ebbe poco successo sia all’epoca sia in
seguito, durante tutta l’età antica e il Medioevo. Era una visione
scomoda per vari motivi, e forse l’uomo non era ancora pronto per
una così rivoluzionaria apertura di orizzonti, privo ancora di
strumenti adatti ad un’analisi scientifica del cosmo.
A Platone il modello dell’universo geocentrico appariva, più o meno, così:
Ovviamente l’astronomia antica non inizia con Platone;
già gli egizi e i babilonesi avevano elaborato dei modelli
astronomici che, pur intrisi di elementi mitologici,
fornivano dati molto precisi sulle posizioni degli astri e
la durata dei loro moti (giorno, mese, anno solare);
Agli albori della filosofia greca Anassimandro aveva
elaborato il suo modello meccanico dell’universo, con il
cilindro terrestre che stava sospeso immobile nel suo
centro; i pitagorici, pur ponendosi fuori dal coro (con la
loro idea del “fuoco centrale” e della Terra ruotante attorno ad esso)
avevano introdotto l’idea della sfericità dell’universo e, per analogia,
della stessa Terra.
•
Tutti questi modelli, ad eccezione di quello pitagorico, presupponevano e davano per scontato il “geocentrismo”,
una concezione derivante sia dallo spontaneo “antropocentrismo” dell’uomo che stava compiendo i primi passi
della conoscenza di sé e dell’universo, sia dalla testimonianza dei sensi, ovvia per l’uomo comune, ma anche per
quegli studiosi che, scrutando il cielo ad occhio nudo, assistevano quotidianamente allo spettacolo di un
firmamento che sembrava ruotare attorno a loro ogni 23 ore e 56 minuti.
•
Grande fortuna tra queste ebbe la cosmologia aristotelica, con l’immancabile posizionamento della terra al centro
dell’Universo, circondata da sfere composte di etere su cui ruotano i pianeti. Questo modello venne poi adottato
dalla Chiesa, in virtù della sua concezione geocentrica ed antropocentrica. La Chiesa inoltre mise in atto Damnatio
memoriae di Lucrezio e di altri filosofi antichi con le stesse idee.
Solamente nel Cinquecento diventa possibile l’ abbattimento delle “mura esterne” dell’universo.
Se l’universo è infinito non può essere chiuso dalla sfera delle stelle fisse (l’<<ultima sphaera mundi>> di cui parla
ancora lo stesso Copernico!) e queste ultime sono disperse in uno spazio illimitato. E’ la distruzione della secolare
idea, tanto cara anche a molti filosofi greci, che il mondo avrebbe dovuto avere dei “confini”, perché solo ciò che è
“finito”, delimitato, e quindi comprensibile, sarebbe perfetto.
•
•
Modello aristotelico-tolemaico
GEOCENTRICO
Modello copernicano
ELIOCENTRICO
GLI ANTICHI:
L’ INFINITO COME IMPERFEZIONE DELLA NATURA
• INFINITÀ SPAZIO
• INFINITÀ MATERIA
Il grande maestro di Lucrezio è Epicuro; si rifà al Perì
. . . DA
Physeos!
CHI PRENDE SPUNTO?
FILOSOFI IONICI
Anassimandro
Eraclito
Parmenide
□ FISICI ELEATICI
● Empedocle
●Anassagora
● Democrito
«Nulla si crea nulla si distrugge tutto si trasforma»
-Empedocle di Agrigento
«Gli atomi cadono in linea retta nel vuoto in base al
proprio peso: in certi momenti essi deviano
impercettibilmente la loro traiettoria, appena
sufficientemente perché si possa appunto parlare della
modifica dell’equilibrio» Libro 2 , 216-219
Tutta la materia si concentrerebbe in basso per il peso,
ma così non ci sarebbe movimento degli atomi nello
spazio; non ci sarebbero aggregazione e disgregazione
e dunque non esisterebbero più vita e morte.
Lucrezio, per rendere chiara l’ idea di infinità, nel primo
libro dell’ opera, immagina un ipotetico arciere che,
giunto agli estremi confini dell’ universo, scaglia una
freccia. A quel punto si domanda se essa continuerebbe a
volare o sarebbe fermata dalla presenza di nuovi corpi.
Se si suppone che lo spazio sia finito, ci si può chiedere
che cosa ci sia al di là, ed è impossibile riuscire a pensare
ad una risposta, se non che al di là dello spazio ci sia altro
spazio e altra materia: in nessun caso si può raggiungere il
limite dell’universo.
LE DUE ARGOMENTAZIONI RENDONO
POSSIBILE L’ESISTENZA
DI INFINITI MONDI
E così… cielo terra sole luna mare e tutte le altre
sostanze non esistono «sole», ma piuttosto in
«numero immenso»
Così parla Sesto Empirico, filosofo scettico:
«Secondo i filosofi della Stoà l’ universo e il tutto sono tra loro diversi. Dicono
infatti che l’ universo è il cosmo, mentre il tutto è il vuoto esterno insieme al
cosmo, e che per questo l’ universo è finito: infatti il cosmo è finito, mentre il tutto
è infinito, infinito essendo il vuoto che è fuori del cosmo.»
Primo Levi nel suo libro «La ricerca delle radici.
Antologia personale» diceva:
«Lucrezio non si legge volentieri al liceo , perché da un
lato è troppo difficile, dall’ altro è stato giudicato
troppo pericoloso: perché aveva troppa fiducia nei
propri sensi, si ribellava contro la superstizione, e
spiegava l’ universo come gli atomisti moderni. Non è
un’ opera letteraria come le altre: è in versi, ma parla di
argomenti prosaici, dal micro al macro scientifico,
passando per l’ intermediazione umana.»
La «rinascita» lucreziana di fine
Ottocento…
« Lucrezio era divenuto una pedina nella partita per il
predominio culturale giocata tra uomini di scienza e
uomini di religione» -Turner
A cavallo tra Ottocento e Novecento si diffuse un
generale Positivismo verso le idee di Lucrezio, che
diventò simbolo della libertà di pensiero.
La grande attualità :
deontologia scientifica
«Il suo materialismo anzi meccanicismo , è candido e ci fa
sorridere ma affiorano qua e la intuizioni sorprendenti: perché
l’olio è viscoso, il diamante è duro, e l’ acqua del mare è
salata?»
Primo Levi-La ricerca della radici
CAPACITÀ DI PENSIERO
INDIPENDENZA DI GIUDIZIO
INDAGINE RAZIONALE DEL MONDO
Lucrezio: un percorso nella scienza
moderna
• Oppositori
Voltaire: fisica lucreziana non meritevole nemmeno di
confutazioni
Thomas Busby: «il lettore il quale nell’attuale fase di
progresso della scienza cercasse in Lucrezio una
formazione attendibile delle leggi fisiche, ci farebbe
dubitare della sua salute mentale» (inizio Ottocento)
Formazione di Kuhn: il sapere scientifico, per la sua stessa natura,
incrementa seguendo il paradigma della sostituzione e non, come il sapere
umanistico, della memoria e dell’ accumulo.
s’
• Peso decisivo nella formazione del pensiero di
Newton (mediato da Boyle e Gassendi e letto
direttamente)
• Lucrezio: maestro della matematica positivista
Newton riconduce a Lucrezio alcune proprie
formulazioni riguardo il moto o, ancora, è da un passo
di Lucrezio stesso che prende le mosse per dimostrare
le cause meccaniche della gravità nei Mathematical
Principles of Natural Philosophy (1687) :
«Lucrezio pensa che tutti i mondi si attraggono
vicendevolmente e l’ attrazione verso mondi che
stanno da una parte impedisce loro di precipitare verso
mondi che stanno dall’ altra»
Rutherford (1911) sostiene sperimentalmente la
struttura atomica della materia, intuizione che
Lucrezio ebbe 2000 anni prima!
Albert Einstein (1923): « Vediamo come
immagina il mondo un uomo dotato di
autonomia di giudizio, portato per la
speculazione scientifica, con intelligenza fervida,
che non ha la minima idea neppure delle nozioni
di fisica che si insegnano ai bambini»
H. Diels, Lukret-Von Der Natur
Darwin: lotta per l’ esistenza e sopravvivenza del
più adatto
«La sua fiducia ad oltranza nell’ esplicabilità dell’ universo è la stessa
degli atomisti moderni»
P. Levi
Questi, infatti, sono solo alcuni esempi che
riescano a dare un’ idea di come le concezioni di
Lucrezio siano anello di congiunzione, sottile filo
che attraversa secoli e secoli di progresso, in ogni
ambito del sapere.
«L’ unica vera novità sta nell’ introduzione del metodo
quantitativo, cioè nell’ uso della matematica, che ha,
purtroppo, contribuito ad allontanare molti dalla
scienza»
P. Odifreddi a proposito di Lucrezio in un intervista per il suo libro –Il mio Lucrezio, La mia Venere-
DAGLI INFINITI MONDI DI GIORDANO
BRUNO
ELP. Come è possibile che
l’universo sia infinito?
FIL. Come è possibile che
l’universo sia finito?
ELP. Volete voi che si possa
dimostrar questa infinitudine?
FIL. Volete voi che si possa
dimostrar questa finitudine?
ELP. Che dilatazione è questa?
Universum - C. Flammarion, intaglio in legno, Parigi
1888.
Colorazione: Heikenwaelder Hugo, Vienna 1998.a
FIL. Che margine è questa?
Dialogo immaginario tra Elpino e Filoteo
Prof. Enrico Giannetto
Giordano Buno sta all'origine della recente teorizzazione della moderna
relatività del moto, dello spazio e del tempo.
Bruno ha influenzato Galilei, Descrates, Leibniz, Poìncarè, Einstein.
L'immaginazione pre-scientifica che caretterizzò Bruno, contribuì alla recente
“recente” scoperta della DESTRUTTURAZIONE DELL'UNIVERSO.
LL Ori and the Orion Nebula
Image Credit: NASA, ESA and the Hubble
Heritage Team
Brian Greene
Nel suo libro ”La realtà nascosta – Universi paralleli e leggi profonde del cosmo” DICE: « La
mia intenzione – spiega Brian Greene - è di spiegare in modo chiaro e conciso i passi
intellettuali e la catena di intuizioni teoriche che hanno portato i fisici, partendo da un certo
insieme di prospettive, a considerare la possibilità che il nostro sia uno di molti universi.
Vorrei darvi un'idea di come alcune indagini scientifiche moderne suggeriscono
naturalmente questa sbalorditiva possibilità. Mi propongo di farvi vedere come certe
osservazioni altrimenti sconcertanti possano diventare perfettamente comprensibili
nell'ambito dell'uno o dell'altro scenario di universi paralleli; allo stesso tempo, vorrei
descrivere le questioni critiche non risolte che hanno impedito, finora, la piena realizzazione
di questo approccio esplicativo. Il mio scopo è far sí che, dopo aver letto questo libro, la
vostra idea di ciò che potrebbe esistere - di come potrebbero essere ridisegnati in futuro i
confini della realtà da sviluppi scientifici ora in corso - sia molto piú ricca e piú vivida».
«La ricerca del vero. Forse il
segreto della saggezza più
profonda degli individui sta
(proprio) nel cuore delle
ambizioni più vertiginose della
scienza»(Cit. Marc Augè).
Fra gli infiniti mondi di Giordano
Bruno e gli universi paralleli di
Brian Greene, si è prodotta
un'esplosione di pensiero che
sta facendo piazza pulita dei
nostri riferimenti tradizionali,
troppo spesso alimentati da
approcci ideologici e dottrinari.
E la ricerca scientifica si
conferma, ancora una volta, uno
strumento insuperabile per
produrre conoscenza ed
esplorare l’ignoto.
BRUNO E GLI INFINITI MONDI
“Nel spacio infinito o potrebono essere infiniti mondi simili a questo, o che
questo universo stendesse la sua capacità e comprensione di molti corpi, come
son questi, nomati astri; ed ancora che (o simili o dissimili che sieno questi
mondi) non con minor raggione sarebe bene a l’uno l’essere che a l’altro;
perché l’essere de l’altro non ha minor ragione che l’essere de l’uno, e l’essere
di molti non minor che de l’uno e l’altro, e l’essere de infiniti che di molti. Là
onde, come sarebbe male la abolizione ed il non essere di questo mondo, cossì
non sarebbe buono il non essere de innumerabili altri”. (De infinito, universi et
mundi)
LA FANTASCIENZA
Genere letterario, estesosi poi al cinema, in cui l’elemento narrativo si fonda su
ipotesi o intuizioni di carattere più o meno plausibilmente scientifico e si sviluppa in
una mescolanza di fantasia e scienza.
La fantascienza è probabilmente il genere più noto al grande pubblico. Nasce dal romanzo
fantastico-avventuroso e trova negli anni trenta-quaranta il suo periodo d'oro. L'esperienza
del non quotidiano, in questo tipo di letteratura, non è da ricollegarsi alla magia o al mistero,
ma a fatti scientificamente possibili, agli effetti di teorie o tecnologie plausibili anche se non
ancora scoperte. Nascono quindi, come variazione a questa semplice definizione di base, vari
tipi di fantascienza, sottogeneri e filoni, come ad esempio la space opera o il cyberpunk.
Neanche gli dei
Isaac Asimov
1ª ed. originale
Genere
Sottogenere
Lingua originale
1972
Romanzo
Fantascienza
inglese
Trama
Il ritrovamento, in un laboratorio, di una sostanza che, secondo le nostre leggi
fisiche, non può esistere porta un gruppo di scienziati a entrare in contatto con
una razza misteriosa ed evolutissima che abita in una una realtà parallela alla
nostra. La scoperta provoca in breve una vera e propria rivoluzione scientifica.
Grazie alla collaborazione tra i due universi, i terrestri riescono a impadronirsi di
una fonte di energia apparentemente inesauribile. Ma chi sono veramente gli
esseri misteriosi che si presentano come portatori di benessere? Se sono
davvero degli dei benevoli, come mai dall'altra parte iniziano ad arrivare
enigmatici segnali di pericolo? Neanche gli dèi è un avvincente mistery cosmico
nel quale Isaac Asimov per la prima volta, cimenta con la rappresentazione di
creature extraterrestri.
La particolarità del titolo
tre parti formano, tutte insieme, una frase unica:
Contro la stupidità...
... Neanche gli Dei...
... Possono nulla?
Contro la stupidità gli stessi dei
lottano invano. (da La pulzella
d'Orléans, atto III, scena VI)
Neanche gli Dei possono nulla
contro la stupidità umana.
Johann Christoph Friedrich von Schiller (1759 – 1805),
Mit der Dummheit kämpfen
poeta, storico e drammaturgo tedesco.
Götter selbst vergebens.
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA
•
Lucrezio, «La natura delle cose», a cura di Guido Milanese con introduzione di
Emanuele Narducci.
• Giordano Bruno, De l’Infinito, Universo e Mondi, in "Opere di Giordano Bruno e di
Tommaso Campanella", a cura di Augusto Guzzo e di Romano Amerio
• Enrico Giannetto, Giulia Giannini, Marco Toscano, «Relatività, quanti, chaos e altre
rivoluzioni della fisica». Atti del XXVII Congresso Nazionale di Storia della Fisica e
dell’Astronomia – Bergamo 2007, Guaraldi Editore.
• Brian Greene, La realtà nascosta - Universi paralleli e leggi profonde del cosmo,
Einaudi, Torino 2012.
• Isaac Asimov, «Neanche gli dei»
Www.homolaicus.com
www.scienzaeconoscenza.it
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