Secondo l'Agenzia regionale di sanità metà delle strutture non ha nemmeno la bilancia adatta per monitorarli
Nelle Rsa rischio malnutrizione
Studio shock: l allarme riguarda un terzo degli anziani ricoverati
RISCHIO malnutrizione nelle Rsa toscane: un ospite su
tre segue una dieta non adatta alle sue esigenze e per più
del90% di loro non è previsto
un regime alimentare per aumentare il peso. L'allarme è
stato lanciato da una ricerca
dell'Agenzia regionale della
sanità che però evidenzia anche aspetti positivi dell'assistenza agli anziani in Toscana, come quellafarmacologica: dopo quattro mesi dal ricovero i pazienti manifestano dei miglioramenti.
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Anziani, delle Rkmno su Ue Cmzlnutrno
Anziani, nelle Rsa uno su tre è malnutrito
La ricerca dell'Agenzia regionale sanità: più del90% non segue diete per aumentare dipeso
MICHELE BOCCI
UN TERZO degli anziani ospitati nelle Rsa toscane sono a rischio di malnutrizione. Dipende dall'età, dagli acciacchi e da
come vengono seguiti. Nelle
strutture a loro dedicate non si
fa molto per proteggerli da questo problema, che a sua volta è
legato ad altri aspetti negativi
come le piaghe da decubito. E
infatti il 91,8% di chi è a medio o
alto rischio di malnutrizione
non segue programmi per aumentare di peso, e quindi rischia di diventare sempre più
debole e fragile. I dati sono dell'Agenziaregionale di sanità che
ha presentato a Roma nei giorni
scorso una ricerca sulle Residenze sanitarie assistenziali
nella nostra regione. I numeri
raccontano di problemi e mancate attenzioni ma anche di
un'assistenza che sucertiaspetti funziona. Ad esempio su quello della cura delle malattie: la
somministrazione dei farmaci è
appropriata e chi viene ricoverato di solito dopo 4mesi stameglio di quando è entrato.
L'indagine fattainToscanariguarda piaghe da decubito, cadute, incontinenza urinaria,
utilizzo di mezzi di contenzione, declino cognitivo, dolore,
malnutrizione, appropriatezza
della prescrizione dei farmaci,
accessi al pronto soccorso. Sono
state 67leRsastudiate (i120%del
totale) per un totale di 2.800 posti letto (il 25% del totale). Tra
l'altro nello studio sono state
coinvolte solo le strutture che
hanno accettato di partecipare.
Si può ipotizzare che siano le
migliori, o almeno quelle che ri tengono di esserlo. Chi non è
molto sicuro della qualità della
propria assistenza di certo non
ha accettato di essere studiato
dai tecnici dell'Agenzia.
I risultati raccontano di mezzi di contenzione, come le sponde nel letto, usate per il 62% degli ospiti per evitare che cadan o,
di piaghe da decubito, che rischiano di interessare circa il
50% degli anziani in Rsa. Il pericolo di una caduta riguarda il
60% dei ricoverati. C'è poi il dato sulla malnutrizione e del poco che si fa per evitarla. In poco
meno della metà delle Residenze sanitarie studiate, addirittura, non c'è una bilancia adeguata per pesare gli ospiti. L'88%
delle strutture hanno dichiarato
di non usare abitualmente un
test di screening per valutare il
rischio di malnutrizione. La
consulenzadietisticae nutrizionistica di routine non è prevista
nel 76,7% delle Rsa. «Gli stessi
documenti per il monitoraggio
del peso e per la somministrazione dei pastinon sono sempre
presenti - è scritto nello studio e qualora presenti spesso sono
incompleti soprattutto per gli
aspetti che riguardano lavalutazione delrischio dimalnutrizione, l'attuazione di interventi di
prevenzione, l'attenzione nei
confronti della quantità e della
qualità del cibo assunto».
Andrea Vannucci, coordinatore dell'Osservatorio per la
qualità e l'equità dell'Ars, che ha
realizzato lo studio, spiega cosa
succede nelle Rsa. «Queste
strutture stanno vivendo unafase di transizione drammatica.
Le condizioni di salute delle persone ospitate sono in costante
peggioramento. Nelle Rsa si sta
facendo un lavoro molto duro
per stare dietro a questo cambiamento. Tra gli scopi del nostro intervento c'era anche
quello di far capire come sia necessaria una formazione professionale molto più sofisticata
di quello che si potrebbe immaginare per realtà di questo tipo.
Fino ad ora quello svolto in queste residenze è stato considerato un lavoro secondario, più facile che in ospedale. In realtà è
diverso e anche più difficile. L'esempio della malnutrizione è
calzante. Questo problema infatti si risolve con grande attenzione, dispendio di energie e
tempo del personale di assistenza. Quest'ultima è spesso
una risorsa non molto disponibile». Vannucci invita avalutare
anche gli aspettipositivi della ri cerca. «L'appropriatezza dell'uso dei farmaci in Rsa fa si che chi
entra, già dopo 4 mesi di ricovero sta comunque meglio di pri ma».
Paolo Moneti è il presidente
di Anaste Toscana, un'associazione che raccoglie i titolari di
Residenze per anziani. «Gli anziani vanno seguiti, pesati
quando entrano e tutti imesi. Se
calano vanno aiutati con degli
integratori organizzando un
programma per prendere peso.
Certi miei colleghi non lo fanno.
A Firenze se le cose non funzionano è colpa nostra, perché la
Asl ha un servizio nutrizionale
che funziona molto bene.
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