un navicello in corso garibaldi a montelupo fiorentino (fi), 1994-2002 Montelupo Fiorentino, comune di oltre 11.000 abitanti, luogo prevalentemente collinoso, è segnato dal passaggio del torrente Pesa, il cui attraversamento, in età romana, era possibile attraverso un ponte esistente nella zona. La produzione di terracotta, ceramiche e vetro, manufatti con decorazione di ispirazione ispanomoresca, risalente al medioevo, è stata implementata al tempo dei Medici. Alla fine del Seicento, iniziò il declino della produzione, fino al 1977, quando alcuni archeologi scoprirono, all’interno del Castello che dominava il borgo medievale, la bocca di un grande pozzo, zeppo di frammenti di ceramica. L’intervento qui presentato si inserisce nel programma, già realizzato, di valorizzazione delle piazze e dei luoghi del centro antico. Federico Bucci, nel 2001 su “L’Architettura. Cronaca e Storia”, descriveva l’intervento, sottolineandone il carattere rievocativo. Il progetto nasce da un processo logico, di ordine, ma anche dalla suggestione provocata planimetricamente dall’irregolarità nell’andamento della cortina edilizia che, proprio nel tratto centrale del corso, dà origine ad un ampio slargo irregolare; quindi, da un desiderio di esprimere in modo simbolico, narrativo la localizzazione di Montelupo che sorge, appunto, alla confluenza del torrente Pesa con l’Arno. Così la pavimentazione del corso suggerisce l’identificazione della strada col fiume e su di essa si costituisce un arredo figurato, con un imponente barcone che risale la corrente e lascia all’intorno e dietro di sé una lucida scia. Il tessuto di mattoni di laterizio,posati a spina di pesce,con intervallate le tracce di profili ondosi in lastre di pietra di piccolo formato, segna il fluire dell’acqua e si adatta all’irregolarità della cortina edilizia dello slargo, lungo il corso Garibaldi; gli inserti co- lorati di ceramica propongono le increspature che si producono intorno al natante e definiscono la centralità del progetto e del luogo.L’idea compositiva rivela, in particolare, un dinamismo, ricavato dall’effetto generato dal manufatto scultoreo, che rappresenta una spettacolare e fantastica azione, in cui una nave naufraga, si incaglia, si spezza in due tronconi, si pietrifica, si adagia sul fondale con il suo insolito e colorato campionario di pietre e ceramiche. Sulla prua di essa campeggia la figura divina di un Giano bifronte (opera di un giovane artista locale, Sergio Pucci) che offre, sui suoi due volti contrapposti, una diversa espressione: da una parte il volto è contratto in un grido; dall’altra l’indice è sollevato a chiedere silenzio.A poppa, fa da contraltare una grande voluta di sirena,mentre,sul bordo esterno 20 CIL 118 della barca, si protendono, come pinne, lunghi e sagomati gradoni, adatti alla seduta dei passanti. Nello spazio che si apre fra i due tronconi della barca, la figura circolare, pavimentata a inserti di pietra e ceramica, si arricchisce del disegno di una rosa dei venti, ricavata da un’unica lastra di marmo cipollino; lo snodo d’incontro vede attrezzati, a due a due, quattro lati di sedute. Il fondo gradonato della fontana è anch’esso rivestito da un mosaico di frammenti ceramici, con incastonati, qua e là, rilucenti specchietti piramidali. Con riferimento all’immagine di Piazza Navona a Roma, con le sue fontane, la composizione evoca il mito; ma non ha l’intenzione di rievocare l’antico; non vuole confrontarsi con il contesto; non si impegna a proporre alcuna monumentalità scultorea:semplicemente arreda lo spazio, raccontando una favola. Roberto Gamba Scheda tecnica Progetto e D.L.: Marco Dezzi Bardeschi Collaboratori: Laura Gioeni, S. Samà, I. Stangalino Scultura: Sergio Pucci Impresa: Sitec, S. Maria del Piano Cronologia: 1994, inizio lavori; 2002, fine lavori Nella pagina a fianco: in primo piano le pietre e le ceramiche che rivestono il “barcone”. Disegno del fronte della fontana. Progetto con sullo sfondo il rilievo dei fronti edilizi che affacciano sulla piazza e lo schema planimetrico dell’intervento. Veduta dall’alto. FOTOGRAFIE Duccio Dezzi Bardeschi