10a Esercitazione: soluzioni Monica Bonacina ([email protected]) Corso di Microeconomia A-K, a.a. 2010-2011 Definizioni. Si definiscano sinteticamente i termini anche con l’ausilio, qualora necessario, di formule e grafici. Def. 1. Esternalità positiva. Un mercato è caratterizzato da un’esternalità positiva se l’attività di un individuo (consumatore o impresa) influisce direttamente e in maniera positiva sull’utilità o sui profitti di un altro individuo). Def. 2. Costo marginale sociale. Variazione nei costi totali sociali di produzione derivante dalla produzione di un’unità aggiuntiva di output. Riflette il costo-opportunità di tutti gli input impiegati, indipendentemente dal fatto che abbiano un prezo oppure no. Def. 3. Teorema di Coase. Una volta stabilito a chi appartiene una certa risorsa, la contrattazione tra le parti coinvolte porterà ad un uso efficiente di tale risorsa. Def. 4. Sussidio pigouviano. Sussidio per unità di output garantito ad un’impresa che genera esternalità positiva, il cui ammontare è pari al beneficio marginale che l’impresa procura alla collettività in corrispondenza del volume di produzione efficiente. Def. 5. Bene pubblico. Un bene per il quale valgono le proprietà di non rivalità e di non escludibilità. Def. 6. Miglioramento paretiano. Redistribuzione delle risorse che migliora la condizione di almeno una persona, senza peggiorare quella di nessun altro. Def. 7. Curva dei contratti. 1 Luogo di tutti i punti nella scatola di Edgeworth corrispondenti ad allocazioni efficienti nel consumo. Vero/Falso. Si stabilisca se gli enunciati sono veri, falsi, o incerti. Si fornisca una spiegazione (anche grafica se opportuno) e si argomenti compiutamente la risposta. Vero/Falso 1. In un equilibrio concorrenziale, la quantità prodotta di un bene che genera esternalità negative è superiore a quella socialmente efficiente. VERO. La quantità prodotta in concorrenza perfetta è tale da eguagliare i benefici marginali privati ai costi marginali privati. Poiché il costo marginale sociale è superiore al costo marginale privato si ha un eccesso di produzione. Vero/Falso 2. L’impresa A produce giocattoli di plastica con un processo produttivo che emette scarichi inquinanti (Z). L’impresa A non ha costi dovuti alla produzione di scarichi dannosi ma solo un beneficio marginale pari a M B = 40 − 4Z. Gli scarichi, però, producono un danno all’impresa B che produce nelle adiacenze di A. Sicuramente, la quantità di scarichi inquinanti socialmente efficiente sarà maggiore di 10 unità. FALSO. Dato che l’impresa A non ha costi legati alla produzione di inquinamento (e quindi il danno marginale privato è nullo), sceglierà di inquinare fintanto che MB=0 (ovvero Z=10). Poiché il danno marginale sociale è superiore a zero, il livello sociualmente efficiente di scarichi inquinanti sarà sicuramente inferiore a 10. Vero/Falso 3. Un bene pubblico (Q) può essere fornito ad un costo marginale costante e pari a 10. La domanda di questo bene da parte di Carlo è Qc = 20 − p, quella di Luca è Ql = 16 − 2p. La quantità socialmente ottimale di bene pubblico è 12. VERO. I benefici marginali di Carlo e Luca sono, rispettivamente, M Bc = 20−Q e M Bl = 8 − (1/2)Q; quindi il beneficio marginale sociale è M BS = M Bc + M Bl = 28 − (3/2)Q. Eguaglaindo beneficio marginale sociale e costo marginale sociale otteniamo ( M BS = M CS → 28 − (3/2)Q = 10) una quantità socialmente efficiente Q∗ = 12. Vero/Falso 4. La perdita netta associata ad un monopolio il cui output è fonte di esternalità positive è maggiore della perdita netta associata ad un monopolio il cui output non genera esternalità. VERO. La perdita netta di monopolio deriva dalla produzione di un livello di output inferiore a quello socialmente ottimale. In presenza di esternalità positive l’output socialmente efficiente (Y ∗ ) sarà maggiore dell’output in assenza di esternalità (Y ∗∗ ): Y ∗ >Y ∗∗ . Un monopolista produrrebbe una quantità (Y m ) inferiore all’output in assenza di esternalità (Y ∗∗ ): Y ∗ > Y ∗∗ > Y m . Quindi la perdita netta associata al monopolio con esternalità positive è maggiore della perdita netta associata ad un monopolio senza esternalità positive. Vero/Falso 5. Considerate un’economia di puro scambio con due agenti e due beni. Un’allocazione in cui uno solo dei due agenti consuma l’intera dotazione di 2 entrambi i beni è Pareto-efficiente. VERO. Tale allocazione appartiene alla curva dei contratti, non è quindi possibile migliorare ulteriormente la condizione di almeno un agente senza peggiorare quella dell’altro. Vero/Falso 6. Si consideri un’economia di puro scambio. Se entrambi i consumatori preferiscono l’allocazione B all’allocazione A, allora l’allocazione B appartiene alla curva dei contratti. INCERTO. Sicuramente l’allocazione A non appartiene alla curva dei contratti e B rappresenta un miglioramento paretiano ma non sappiamo se, a partie da B, sono possibili ulteriori miglioramenti nel senso di Pareto. Vero/Falso 7. Un bene pubblico (X) può essere fornito al costo totale di produzione T C(X) = X 2 . La disponibilità a pagare di ciascuno dei 100 friutori di tale bene è costante e pari a 1; quindi la quantità socialmente ottimale di tale bene è 100. FALSO. Il beneficio marginale di ciascun fruitore del bene pubblico è MB i = 1 da cui un beneficio marginale sociale pari a M BS = 100 × M Bi = 100; quindi la quantità socialmente ottimale è (M BS = M C → 100 = 2X) X ∗ = 50. Esercizi. Si risolvano i seguenti esercizi. Esercizio 1. Un agricoltore (impresa F) ed un apicoltore (impresa B) operano in poderi confinanti. Indichiamo con qf l’output dell’agricoltore (derrate agricole) e con qb quello dell’apicoltore (miele). Le due imprese agiscono da price-takers nei rispettivi mercati. Le derrate agricole sono vendute a 32C = (pf = 32) mentre il miele a 16C = (pb = 16). Siano Cf (qf )=q2f e Cb (qb ,qf ) = q2b +2qf le funzioni di costo totale delle due imprese. (1) Supponete che i due produttori agiscano in maniera indipendente e calcolate i rispettivi volumi di vendita. (2) Supponete che l’impresa F acquisisca l’impresa B e determinate i livelli Pareto-efficienti di derrate agricole e di miele prodotti dalla nuova impresa F&B. Commentate i risultati ottenuti. (3) Ipotizzate ora che una norma vieti la fusione tra le due imprese. Qual è la somma massima che l’impresa B sarebbe disposta a versare all’impresa F per indurre l’agricoltore a produrre il livello socialmente efficiente di derrate agricole?1 Soluzione. (1) I costi marginali delle due imprese sono M Cf = 2qf e M Cb = 2qb da cui i seguenti volumi ottimi di produzione pf = M Cf → 32 = 2qf → qf∗ = 16 e pb = M Cb → 16 = 2qb → qb∗ = 8 (2) I costi totali di produzione della neo-nata impresa F&B sono Cf &b (qf , qb ) = Cf (qb , qf ) + Cb (qb , qf ) = qf2 + 2qf + qb2 Il profitto della neo-nata impresa F&B è quindi πf &b (qf , qb ) = pf qf + pb qb − Cf &b (qf , qb ) 1 E’ stato corretto l’errore nello svolgimento!!!!! 3 Dalle condizioni di massimizzazione del profitto rispetto a qb e qf si ottiene ∂π f &b (qf ,qb ) ∂qf e = 0 → pf = 2 + 2qf → qf∗∗ = 15 < qf∗ = 16 ∂π f &b (qf ,qb ) ∂qb = 0 → pb = 2qb → qb∗∗ = 8 = qb∗ Quando le due imprese agiscono in modo indipendente, vengono prodotte derrate agricole in quantità superiore al livello socialmente ottimale (l’impresa F non tiene conto dell’esternalità negativa generata sull’impresa B). La produzione di miele invece era già al livello socialmente ottimale in quanto non viene generata alcuna esternalità. (3) L’impresa B è disposta a versare all’impresa F una somma massima pari alla contrazione nel danno patito, dove il danno è pari a 2qf (si ricava dalle funzione di costo dell’impresa b). Formalmente Contrazione nel danno = 2qf∗ − 2qf∗∗ = 2(16) − 2(15) = 2 Esercizio 2. La ditta Chemprod opera in concorrenza perfetta, e produce un medicinale generico il cui prezzo di vendita è 12. La funzione di costo totale sopportato dalla Chemprod è data da T C(Q) = (1/2) Q2 , dove Q è la quantità di medicinale prodotto. Nel produrre il medicinale, la Chemprod emette fumi che provocano un danno al vicinato: il danno totale dipende dalla quantità prodotta, ed è quantificabile come D(Q)=2Q. (1) Illustrare la situazione tramite il grafico delle grandezze marginali, esplicitando in particolare il costo marginale privato della Chemprod e quello sociale; calcolare la scelta ottima privata della Chemprod, e la quantità socialmente efficiente; valutare il danno totale provocato al vicinato nei due casi. (2) Il partito di opposizione propone di imporre una tassa per ogni unità prodotta dalla Chemprod al fine di indurla a produrre la quantità socialmente efficiente di medicinale. A quanto deve ammontare tale tassa? (3) Il partito di governo, invece, propone di lasciar fare alla Chemprod, sostenendo che il vicinato si darà poi da fare per proporre alla Chemprod una riduzione della sua produzione. Quanto è disposto a pagare il vicinato per ottenere che la Chemprod riduca la propria produzione di medicinale al livello socialmente efficiente? Soluzione. (1) La Chemprod opera in concorrenza perfetta, per cui il prezzo di vendita coincide con il suo ricavo marginale (MR), che è dunque una retta orizzontale in corrispondenza del valore 12. Siccome il costo totale dell’impresa è T C(Q) = (1/2) Q2 , il suo costo marginale privato MC (cioè quello sopportato direttamente da essa) è Q. La scelta ottima privata della Chemprod è tale da eguagliare benefici (ricavi) e costi marginali privati Qp = 12. La ditta, tuttavia, provoca anche un danno esterno pari a D(Q)=2Q, e dunque il danno marginale prodotto da ogni nuova unità prodotta è MD = 2. Il costo marginale sociale derivante dall’attività produttiva è M CS = M C + M D = Q + 2 Il beneficio marginale sociale in questo caso è rappresentato dal prezzo di vendita, 12. Eguagliando quanto sopra si ottiene Q + 2 = 12 → Qs = 10 < Q∗ 4 Come capita sempre nel caso di esternalità negative, la quantità socialmente efficiente è inferiore a quella scelta privatamente. Si veda il grafico sottostante. P MR MC MCS MC P = MR 12 2 Q Q S =10 QP =12 Il danno totale provocato da un certo livello di produzione è pari, come detto sopra, a D(Q)=2Q; dunque il danno totale provocato dalla scelta ottima privata è pari a 2 × Qp = 24 (somme delle due aree ombreggiate nella figura), mentre quello provocato nel caso della quantità socialmente efficiente è 2 × Qs = 20 (area ombreggiata solo in chiaro). (2) Una tassa per ogni unità prodotta dalla Chemprod ha l’effetto di far aumentare il costo marginale privato sopportato dalla Chemprod. L’obiettivo, come sappiamo, è quello di indurre la Chemprod a produrre la quantità socialmente efficiente di output (10 anziché 12). Quindi basta che la curva del costo marginale complessivo (inclusa la tassa, t) della Chemprod eguagli il costo marginale sociale (in corrispondenza del livello socialmente efficiente di output): M C + t = M CS → Qs + t = Qs + 2 → t = 2 in tal modo la scelta ottima privata della Chemprod sarà 10 e non più 12. Questo è un intervento che alcuni chiamerebbero “statalista”. (3) Se si lascia che la Chemprod faccia ciò che vuole (cioè si “attribuiscono i diritti” alla Chemprod), essa produrrà ovviamente la quantità 12. A questo punto il vicinato sa che, se la produzione di Chemprod si riducesse al livello socialmente efficiente, cioè da 12 a 10, il danno per il vicinato stesso si ridurrebbe di 12 — 10 = 2 (vedi punto 1). Quindi, la somma massima che il vicinato è disposto a spendere per indurre la Chemprod a produrre la quantità socialmente efficiente è 2. Ovviamente, occorre presupporre che esista la possibilità di condurre a buon termine le contrattazioni fra il vicinato e la Chemprod. Alcuni chiamerebbero questa politica “liberista”. Esercizio 3. Il bene X è un bene pubblico; esso viene prodotto ad un costo totale pari a 6X, dove X è la quantità prodotta, e viene venduto ad un prezzo p pari al costo marginale. Nella società ci sono solo Topolino e Pippo: la domanda del bene da parte di Topolino è Xt = 4 − (1/2)p, mentre quella di Pippo è Xp = 4 − p. (1) Definite correttamente un bene pubblico, e fatene un esempio. (2) Rappresentate correttamente le curve di domanda di Topolino e Pippo, e determinate quanto del bene viene acquistato da ciascuno dei due; calcolate il surplus che Topolino e Pippo 5 traggono da queste decisioni, e anche il surplus sociale. (3) Calcolate quale sarebbe la quantità socialmente efficiente del bene pubblico, e quanto sarebbe in questo caso il surplus sociale. Soluzione. (1) Un bene è pubblico quando tutti possono consumare simultaneamente la stessa dose di quel bene, e nessuno può essere escluso dal consumo di quel bene, cioè se qualcuno ne ha comprato una dose tutti gli altri ne fruiscono gratuitamente. Se per esempio una parte degli abitanti (o anche un solo abitante) pagano per uno sceriffo di quartiere allora tutti gli abitanti godranno di quel servizio. (2) Dato il costo totale di produzione, il costo marginale è MC = 6 e, date le ipotesi, il bene X viene venduto ad un prezzo p pari a MC=6. La curva di domanda (inversa) di Topolino è pt = 8 − 2X , mentre quella di Pippo è pp = 4 − X La curva di domanda di Topolino (MBt ) è il suo beneficio marginale; idem per Pippo (MBp ). Ecco il grafico. p 12 MB 8 prezzo=MC 6 4 MBT 3 MBP 1 2 X 4 Siccome il prezzo di vendita è 6, solo Topolino acquista un po’ del bene pubblico, mentre Pippo non ne acquista dato che la sua curva di domanda inversa è troppo bassa ovvero la sua disponibilità a pagare è inferiore al prezzo di mercato. Topolino compra una unità (lo si ottiene subito dalla sua curva di domanda diretta). Il surplus di consumatore di Topolino, SCt , è SCt = 8−6 2 =1 (l’area ombreggiata della figura); ma anche Pippo ottiene del surplus SCp , in quanto può godere di una unità del bene pagando zero: il surplus di Pippo è l’area tratteggiata della figura, un trapezio rettangolo SCp = 4+3 2 6 = 3.5 Il surplus sociale è quindi SC = SCt + SCp = 1 + 3.5 = 4.5 (3) La quantità socialmente efficiente è individuata dall’uguaglianza fra costo marginale (sociale) e beneficio marginale sociale MBS. Nel caso di un bene pubblico il MBS è la somma verticale dei benefici marginali privati dei soggetti partecipanti M BS = 8 − 2X + 4 − X = 12 − 3X mentre il costo marginale sociale è 6. Eguagliando M BS = M C → 12 − 3X = 6 → X ∗ = 2 > 1 La quantità socialmente efficiente è 2. Il surplus sociale in corrispondenza di tale quantità è SC 0 = 12−6 2 × 2 = 6 > 4.5 Esercizio 4. Considerate un mercato concorrenziale in cui nel breve periodo opera un’impresa caratterizzata dalla funzione di costo totale T C(Q) = 50Q. (1) Si calcoli l’equilibrio (in termini di quantità scambiata, prezzo, profitti e surplus dei consumatori) supponendo che la domanda inversa di mercato sia p = 100−Q. (2) Si supponga che l’attività produttiva generi un beneficio marginale a soggetti terzi nella misura di M B(Q) = 10. Si calcoli il beneficio totale in corrispondenza dell’equilibrio privato. (3) Se invece di un’impresa competitiva il mercato fosse stato dominato da un monopolista, quale sarebbe stato il livello di output prodotto e quale il beneficio totale generato? (4) Confrontate (anche graficamente) l’equilibrio competitivo con quello monopolistico in presenza dell’esternalità e calcolate il livello di sussidio pigouviano che dovrebbe essere implementato nei due casi. Soluzione. (1) Le curve di domanda inversa e di costo marginale sono, rispettivamente C(Q) p = 100 − Q e M C = dTdQ = 50; La produzione privata, stante l’ipotesi di concorrenza perfetta, è p = M C → 100 − Q = 50 → Q∗ = 50 Sostituendo nella curva di domanda inversa si ottiene p∗ = 50. Il profitto dell’impresa competitiva è nullo (il prezzo di vendita equivale al costo medio di produzione) mentre il surplus dei consumatori è SC = 100−50 2 × 50 = 1250 (2) Il beneficio totale per i soggetti terzi, stante la forma del beneficio marginale, è B(Q) = 10Q da cui un beneficio in corrispondenza dell’equilibrio privato pari a B(Q∗ ) = 10Q∗ = 500 Quindi la produzione del bene genera un beneficio per soggetti terzi nella misura di 500 ed un surplus dei consumatori di 1250. 7 (3) Un monopolista avrebbe optato per un livello di output tale per cui M R = M C → 100 − 2Q = 50 quindi l’equilibrio di monopolio si caratterizzerebbe per un volume di output pari a 25 ed un prezzo di vendita pari a 75. I profitti del monopolista sarebbero pari a πm = (75 − 50) × 25 = 625 Il surplus dei consumatori in questo caso sarebbe pari a SC = 100−75 2 × 25 = 625 2 ed il beneficio complessivo di cui godono i terzi in questo caso sarebbe B(Qm ) = 10Qm = 250 (4) Il livello socialmente efficiente di output è tale da eguagliare benefici e costi di tutti i soggetti coinvolti. Il costo marginale sociale derivante dalla produzione del bene è M CS = M C − M B = 50 − 10 = 40 quindi M BS = M CS → 100 − Q = 40 → Qs = 60 Sia l’impresa competitiva che il monopolista in presenza di esternalità positive producono un livello inferiore a quello socialmente efficiente. Nel grafico sottostante forniamo una rappresentazione della situazioone di cui sopra. p 100 domanda Eq.monopolio Eq. competitivo MC= 50 MCS =40 MR Output socialmente efficiente Qm=25 Q*=50 Qs=60 100 Q L’area celeste segnala il beneficio per i terzi in corrispondenza dell’eq. di monopolio; la somma delle aree rossa e celeste indica il beneficio per i terzi in corrispondenza dell’eq. competitivo; le aree colorate indicano il beneficio dei terzi in corrispondenza 8 del livello pareto-efficiente di output. p 100 domanda Eq.monopolio Eq. competitivo MC= 50 Sussidio per impresa competitiva MCS =40 MR Sussidio per monopolista 0 Qm=25 Q*=50 Qs=60 100 Q Per indurre l’impresa competitiva a produrre 60 unità di output sarebbe necessario un sussidio per unità di output tale per cui M C − s = M CS → 50 − s = 40 → s∗ = 10 mentre per indurre un monopolista a produrre il livello socialmente efficiente di output sarebbe necessario un sussidio s∗∗ = 70, tale per cui l’intersezione tra curva di ricavo marginale e curva di costo marginale del monopolista si verifichi in corrispondenza del livello socialmente efficiente di output M R = M C − s → 100 − 2Qs = 50 − s → 100 − 120 = 50 − s → s∗∗ = 70 Esercizio 5. Un Governo deve decidere quale ammontare di bene pubblico fornire. Ci sono solo due cittadini interessati a tale bene (A e B). Le curve della disponibilità a pagare (ovvero le curve di beneficio marginale) di ognuno dei due cittadini sono M BA = 2 − 16 Q e M BB = 4 − 13 Q La produzione del bene ha un costo T C(Q) = Q2 4 +9 (1) Definite correttamente un bene pubblico e fornitene un esempio. (2) Individuate (anche graficamente) la quantità ottimale di bene pubblico specificando il contributo complessivo, quello individuale e l’introito pubblico (supponendo che il Governo abbia la facoltà di imporre ai contribuenti di partecipare al finanziamento della spesa per la produzione del bene pubblico). (3) Se il Governo dovesse imporre ad entrambi i cittadini un contributo alla produzione del bene pubblico nella stessa misura, ritenete che il bene sarebbe prodotto? Argomentate la risposta. Soluzione. (1) Un bene è pubblico quando è non rivale e non escludibile ovvero quando è tale da: consentire il consumo simultaneo da parte di più utenti; non consentire l’esclusione di coloro che non hanno contribuito all’acquisto una volta che qualcuno ne ha comprato una certa quantità. Se per esempio una parte degli abitanti (o anche un solo abitante) pagano per un servizio di disinfestazione dalle zanzare allora tutti gli abitanti godranno di quel servizio. 9 (2) La curva del beneficio marginale di A si caratterizza per una pendenza pari a -(1/6); un’intercetta verticale (0; 2) ed un’intercetta orizzontale (12; 0). La curva del beneficio marginale di B si caratterizza per una pendenza pari a -(1/3); un’intercetta verticale (0; 4) ed un’intercetta orizzontale (12; 0). Dunque graficamente MB, MC 4 Beneficio marginale di B 2 Beneficio marginale di A 12 Q da cui un beneficio marginale sociale pari a M BS = M BA + M BB = 2 − 16 Q + 4 − 13 Q = 6 − 12 Q MB, MC 6 Beneficio marginale di A+B 4 Beneficio marginale di B 2 Beneficio marginale di A 12 Q La curva di costo marginale è M C(Q) = Q 2 da cui M BS = M C(Q) → 6 − 12 Q = Q 2 → Q∗ = 6, un contributo complessivo alla realizzazione del bene pubblico pari a M BS ∗ = 6 − 3 = 3, un contributo individuale di ∗ ∗ M BA = 2 − 16 Q∗ = 1 e M BB = 4 − 13 Q∗ = 2 ed un introito pubblico di M BS ∗ × Q∗ − T C(Q∗ ) = 18 − 9 − 9 = 0 10 Graficamente MB, MC 6 MC Beneficio marginale di A+B 4 Beneficio marginale di B 3 2 Beneficio marginale di A 1 6 12 Q (3) Se ad entrambi i contribuienti venisse richiesto di versare un analogo contributo, e quindi se ∗ ∗∗ ∗∗ M BA = M BB = MBS = 32 2 il primo consumatore si dichiarerebbe non più interessato al bene pubblico (il beneficio derivante dal consumo in questo caso sarebbe nullo). Sul mercato resterebbe solo il consumatore B. Stante il costo di produzione e la disponibilità a pagare dell’unico interessato avremmo che M BS = M C(Q) → M BB = M C → 4 − 13 Q = Q 2 → Q∗∗ = 24 5 , M BS ∗∗ = 4 − 1 24 3 5 = 12 5 Dal momento che in questo caso il governo subirebbe una perdita, il bene pubblico non sarebbe fornito: M BS ∗∗ × Q∗∗ − T C(Q∗∗ ) = −9 Esercizio 6. L’impresa A produce il bene x venduto in un mercato concorrenziale al prezzo costante di 1000. La funzione di costo totale dell’impresa A è T CA (x, z) = x2 + (12 − z)2 dove z rappresenta il livello di inquinamento connesso al processo produttivo di x. L’impresa B produce il bene y, venduto in un mercato concorrenziale al prezzo costante pari a 400. La funzione di costo totale dell’impresa B è T CB (y, z) = y 2 + 12 z 2 . Le conseguenze dell’attività produttiva di A sono percepite esclusivamente dall’impresa B. (1) Fornite definizione, espressione analitica e rappresentazione grafica di: costo marginale privato, danno marginale e costo marginale sociale dell’inquinamento. (2) Determinate i volumi di inquinamento ed i profitti massimi dell’impresa B quando A adotta un comportamento opportunistico. (3) Calcolate (ed indicate nel grafico) il livello socialmente efficiente di inquinamento. (4) Determinate il livello di imposta di Pigou che dovrebbe gravare sull’impresa A perchè si raggiunga la configurazione Pareto efficiente. Soluzione. (1) Guardate bene il costo dell’impresa A: l’inquinamento non dipende da quanto l’impresa A produce (z non dipenda da x); il significato del termine 11 (12 − z)2 , che appare nel costo, è semplicemente che l’impresa A può decidere di inquinare più o meno, e minor inquinamento le costa di più, indipendentemente da quanto produce, quindi tale termine rappresenta una specie di “costo di disinquinamento”: più aumenta l’inquinamento (almeno sino a 12) e più si riduce il costo. La scelta ottima, dal punto di vista privato, di questa impresa sarà produrre la quantità x che massimizza il profitto π A = T RA − T CA = 1000x − x2 − (12 − z)2 Notate che la scelta della quantità ottima di prodotto x può avvenire senza considerare il costo del disinquinamento, visto che x e z entrano in modo indipendente nel profitto. Dopo aver scelto quanto produrre, l’impresa A deciderà di fissare il livello di inquinamento in modo da minimizzare il costo di disinquinamento. Ovviamente, il livello di inquinamento che minimizza il costo di disinquinamento è 12. In termini formali per individuare il livello ottimo delle due variabili, x e z è necessario annullare entrambe le derivate parziali del profitto: ½ ∂πA ½ ½ ∗ 1000 − 2x = 0 x = 500 ∂x = 0 → → ∂πA z ∗ = 12 2 (12 − z) (−1) = 0 = 0 ∂z Si ribadisce che, in questo esempio, la scelta di quanto inquinare è indipendente dalla scelta di quanto produrre e viceversa: x ottimale rimane sempre 500 anche se cambia la parte della funzione di costo che dipende da z; e la scelta di quanto inquinare rimane 12, qualsiasi sia il modo in cui il costo dipende dalla quantità x. (2) Ora considerate il costo dell’impresa B: l’inquinamento z è deciso dall’impresa A, e questa non ci può fare nulla, nel senso che il costo da inquinamento non dipende da quanto B decide di produrre. Quindi è come se fosse un costo fisso per l’impresa B (che ora sappiamo valere 12 z 2 = 12 122 = 72). L’impresa B, come ogni impresa, non considera i costi fissi e massimizza il proprio profitto π B = 400y − y 2 − 72 da cui una derivata prima rispetto alla quantità prodotta pari a dπ B dy = 400 − 2y che si annulla per dπ B dy = 0 → 400 − 2y = 0 → y ∗ = 200 Si noti che questa impresa sceglie y ∗ = 200 indipendentemente da quello che fa l’impresa A. (3) La quantità socialmente efficiente di inquinamento è quella che massimizza il surplus sociale. In questo esempio il surplus sociale è semplicemente la somma dei profitti delle due imprese, visto che essendo in concorrenza perfetta esse non contribuiscono, con le loro scelte, al surplus dei consumatori. Formalmente il profitto congiunto (che dipende dal livello di produzione delle due imprese e dal livello di inquinamento) è £ ¤ £ ¤ Π(x, y, z) = 1000x − x2 − (12 − z)2 + 400y − y 2 − 12 z 2 Quindi occorre massimizzare il profitto congiunto rispetto alle tre variabili: x, y e z. Come abbiamo visto prima, la scelta dell’inquinamento da parte dell’impresa A è indipendente dalla sua scelta di quanto produrre; d’altra parte, il suo profitto, ma non la decisione di quanto produrre, dipende da quanto inquina. Similmente, 12 la scelta di quanto produrre da parte dell’impresa B non dipende dall’inquinamento di A: di nuovo, il suo profitto, ma non la decisione di quanto produrre, dipende dall’inquinamento di A. Dunque la quantità socialmente efficiente dipende solo da quanto A decide di inquinare (e non da quanto le due imprese decidono di produrre), tenendo però conto del fatto che questa scelta influenza anche i profitti di B (ma non la sua produzione). Detto in altri termini, basta concentrarci sull’effetto che l’inquinamento ha sui profitti delle due imprese, e non anche sul loro livello di produzione. Ricordando le annotazioni precedenti, ovvero il fatto che sia y che x non dipendono dal livello di inquinamento, sappiamo già che i livelli ottimali di queste due variabili saranno x∗ = 500 e y∗ = 200 (come al punto 2). Cambia però il livello ottimo di inquinamento dal momento che l’impresa A non teneva conto del danno causato all’impresa B; infatti calcolando la derivata del profitto congiunto rispetto a z e ponendo questa derivata uguale a zero otteniamo ∂Π ∂z = 0 → −2(12 − z)(−1) − 12 (2)z = 0 → z ∗∗ = 8 L’inquinamento socialmente efficiente è inferiore a quello deciso privatamente dall’impresa A (z∗ =12>8). Si ripete che questo risultato non dipende da quanto le due imprese producono, perché la derivata appena calcolata non dipende da tali decisioni. (4) L’imposta di Pigou è, in questo caso, un’imposta uniforme per ogni unità di inquinamento dell’impresa A, che faccia sì che il maggior costo marginale di inquinamento (inclusivo dell’imposta) di tale impresa la induca a inquinare in ammontare proprio pari alla quantità socialmente efficiente, che abbiamo scoperto appena prima essere 8. Ora, ricordiamo che il profitto dell’impresa A è originariamente π A = T RA − T CA = 1000x − x2 − (12 − z)2 Se aggiungiamo un ulteriore costo, dovuto ad un’imposta t per ogni unità di inquinamento, il profitto dell’impresa A diventa πA (, t) = 1000x − x2 − (12 − z)2 + tz Allora l’impresa A, per massimizzare il profitto rispetto all’inquinamento, sceglierà il livello di z in modo da annullarne la derivata parziale, cioè ∂π A ∂z = 0 → −2(12 − z)(−1) − t = 0 → z = 24−t 2 Siccome l’inquinamento socialmente ottimale z∗∗ = 8, sostituendo si ottiene 8= 24−t 2 → t∗ = 8 13