La cura contestata Assedio al «Giovanni XXIII» costretto a pagare 100 mila euro di spese legali Stamina, larivoltadell'ospedale Chiamati 25 volte dai giudici: il no deiricercatoridella Trucca L'ospedale di Bergamo assediato dalle cause legali (25, da tutta Italia), con ri- chieste di cure del metodo Stamina. E tra i medici del Papa Giovanni XXm è rivol- ta: «Non fermeremo le nostre ricerche per dare spazio a un metodo di validità scientifica non provata», A PAGINA 2 Bianco Sanità, ricerca e polemiche Trucca, assedio legale per il metodo Stamina L'ospedale dice 25 no ai giudici di tutta Italia E tribunali che, da Reggio Calabria a Bari, hanno chiamato in causa l'ospedale di Bergamo La Stamina Foundation, i giudici, i malati e i loro avvocati: il Papa Giovanni XXm e il suo che produce cellule staminali negli ultimi due mesi hanno subito un vero e proprio assedio. Dopo l'esplosione delle richieste di accesso alle cure del metodo Stamina — finora applicato solo a Brescia —, sono stati 25 i casi di malati e loro familiari che hanno chiesto a tribunali sparsi in tutta Italia di imporre all'ospedale di Bergamo di collaborare alla produzione e somministrazione di cellule. E per ciascuno di questi casi la risposta del Papa Giovanni XXm è stata: non possiamo e non vogliamo. «n caso Stamina? È meglio parlare di delirio Stamina», dice Alessandro Rambaldi, primario di Ematologia, reparto per il quale il laboratorio produce i preparati di staminali. La struttura è piccola ma tra le sole tre che in Italia sanno produrre mesenchimali, cioè staminali adulte da midollo osseo. Per questo, una volta saturata la capacità dell'ospedale bresciano di rispondere alle richieste dei malati, l'alternativa del Papa Giovanni XXm è stata tentata nelle aule di tribunale. La contrarietà dei medici direttamente coinvolti da questa ipotesi è però fortissima. Tan- contro l'Azienda ospedaliera di Bergamo sul metodo Stamina to Rambaldi, quanto Martino Introna,ricercatoreresponsabile del laboratorio, hanno dal mese di giugno partecipato a diverse udienze a Brescia per dire che la loro struttura non è a disposizione per questa sperimentazione. «Di collaborare con Stamina non se ne parla, nel modo più assoluto — taglia corto Rambaldi —. Abbiamo spiegato ai giudici che le cellule mesenchimali prodotte da noi non sono dello stesso tipo di quelle per cui Stamina millanta miracolose capacità curative». La posizione di Introna è ancora più decisa di quella di Rambaldi: «Siamo stati chiamati in causa da giudici del la- voro di 15 diversi tribunali italiani. Siamo stati a Brescia più volte per dire sempre la stessa cosa: non riteniamo possibile applicare un metodo dal dubbio fondamento scientifico e, anche volendo, non saremmo in grado di farlo perché Stamina non mette i dati a disposizione. Ciò che è più folle in questa storia è proprio che si portino avanti le richieste dei malati con urgenza. E in tutto questo si alimentano le aspettative di persone gravemente malate». Quando parlano di «delirio», i medici infatti alludono prima di tutto alle attese dei pazienti, oltre che al complicato meccanismo giudiziario col quale gli ospedali vengono chiamati in causa. Il Papa Giovanni XXIII deve fronteggiare infatti un'emergenza prima di tutto legale, con una spesa in avvocati che ormai si aggira attorno ai 100 mila euro. Questo a causa delle 25 cause intentate in 15 tribunali italiani, da Reggio Calabria a Pesaro a Bari. E, in prospettiva, non c'è solo il costo delle carte bollate. La struttura bergamasca si vedrebbe costretta di fatto a dirottare le proprie risorse, in termini di personale e di attrezzature, su un'attività estranea ai filoni di ricerca e cura sviluppati alla Trucca. Per questo a ogni ricorso l'ospedale di Bergamo ha risposto «no». Ottenendo per altro già anche una vittoria: è di mercoledì una sentenza del giudice del lavoro bresciano Igna- zio Onni che rigetta uno dei ricorsi con i quali una malata chiedeva che l'infusione di cellule della Stamina venisse effettuata a Brescia oppure in uno tra il Policlinico di Milano, il San Gerardo di Monza e il Papa Giovanni XXIII, le uniche strutture in Italia capaci di produrre staminali mesenchimali. Il giudice ha detto no perché non vede il minimo di certezza scientifica necessario per dare il via a cure delle quali non si può escludere possano anche fare dei danni. E non solo sui malati. Introna teme danni anche sul laboratorio. «Non sapendo quali reagenti usino i tecnici di Stamina — spiega il medico —, non possiamo essere certi che siano sterili e di altissima qualità come quelli che usiamo noi. E non possiamo correre il rischio che il nostro laboratorio venga contaminato, compromettendo il lavoro sulle altre sperimentazioni in corso». Tanto che secondo Introna, pure davanti a una esplicita richiesta di partecipare alla sperimentazione da parte del Ministero della Salute, la diffidenza resterebbe alta. Mentre in questa fase infatti i malati stanno chiedendo che a Bergamo vengano infuse cellule prodotte nel laboratorio bresciano, dopo la presentazione del protocollo da parte di Stamina, avvenuta ieri, c'è la possibilità che il Papa Giovanni sia coinvolto direttamente per la produzione del preparato. «Anche in quel caso servirebbero garanzie molto precise sulla qualità delle preparazioni», dice Introna. In realtà, in quel caso, sarebbe molto difficile per i medici bergamaschi sottrarsi alla collaborazione, per motivi prima di tutto istituzionali. «E infatti con la Regione e con il Ministero della Salute la disponibilità è massima», dice Rambaldi. Intanto però il metodo Stamina, prima di essere applicato in laboratori di ospedali pubblici, dovrà essere valutato dal comitato scientifico dell'Istituto superiore di Sanità, con tempi che non si prevedono brevi. Anche superato quel passaggio, la diffidenza verso il metodo veicolato dal volto dello psicologo Davide Vannoni alla Trucca resterà molto elevato. Basta sentire Giuseppe Remuzzi, primario di Nefrologia e direttore dellericerchedell'Istituto Mario Negri, fin dall'inizio fortemente ostile a Stamina: «Piuttosto che applicarlo a Bergamo dovremmo fare obiezione di coscienza, non c'è giudice che tenga. La medicina non può fare eccezioni per nessuno, servono solide basi scientifiche, che in questo caso mancano del tutto». Simone Bianco [email protected] Hanno detto 99 99 m Metodo non sicuro, Collaborare Dobbiamo essere metterebbe a rischio con Stamina? Non pronti all'obiezione il nostro laboratorio se ne parla proprio di coscienza Martino Introna responsabile laboratorio Alessandro Rambaldi Giuseppe Remuzzi primario di Ematologia primario di Nefrologia Centri specializzati A Brescia Spedali Civili 13 ospedali con Celi factory in grado di produrre cellule staminali mesenchimali BERGAMO Milano Ospedale Papa Giovanni XXIII Policlinico ^120 Abano Terme (Pd) Ospedale San Gerardo Fidia Advanced Biopolymers Gerenzano (Va) i pazienti che potrebbero ricorrere alle cure Stamina al Civile Areta International Bologna Ist. Ortopedici I Rizzoli Meldola (Fc) IRST Milano Reggio Emilia Università degli Studi di Modena e Reggio E. Carlo Besta UPTC Molmed S.p.A Banca dei tessuti dell'Ospedale i pazienti in lista d'attesa al Civile per le cure con il metodo Stamina i ricorsi al giudice del lavoro che vengono notificati giornalmente all'Ospedale mesi il tempo indicativo d'attesa per le infusioni delle staminali Le cellule staminali si possono replicare all'infinito e possono differenziarsi in 200 tipi diversi di cellule dell'organismo STAMINALI UNIPOTENTI Sono in grado di specializzarsi in un solo tipo di cellule Cellule staminali Cellule del sangue (D Cellule dell'osso Cellule nervose Fecondazione STAMINALI MULTIPOTENTI Hanno possibilità di differenziazione ma in un ambito più ristretto. Tali sono quelle da cui originano sia i vasi sanguigni, sia i precursori delle tante cellule diverse del sangue* Globulo bianco STAMINALI PLURIPOTENTI Sono in grado di differenziarsi in tutti i tipi di cellule di un individuo adulto tranne che nelle cellule extra embrionali Piastrine Cellule del muscolo Cellule del sangue "Nel midollo osseo, accanto alle staminali che producono le cellule del sangue ve ne sono altre, dette mesenchimali, che si differenziano solo in cellule dell'osso, della cartilagine e adipose A Bergamo In corso due sperimentazioni con cellule staminali mesenchimali su pazienti trapiantati di midollo osseo Mesenchimali midollari per evitare la malattia Gvhd, cioè del trapianto contro l'ospite, in cui è il midollo trapiantato y^~ ad attaccare gli / A organi del paziente / M iperinduced killer) diminuiscono i rischi di ricadute nella leucemia per i trapiantati Efficacia della cura / su chi sviluppa la sindrome Efficacia 35-40% In laboratorio alla Trucca O 1 medico