9/1/2015
Consulcesi: “Due medici su tre favorevoli all’uso del metodo stamina” ­ Quotidiano Sanità
Consulcesi: “Due medici su tre favorevoli all’uso
del metodo stamina”
14 MAG ­ Dall’inchiesta lanciata dall’associazione Consulcesi per valutare opinioni e orientamenti in
merito all’utilizzo del protocollo della Stamina Foundation per le cure di alcuni malati in fase terminale,
emerge un’indicazione: secondo la maggior parte dei medici italiani le cure compassionevoli devono
proseguire e, anzi, le staminali rappresentano uno dei campi più promettenti della ricerca medica del
futuro. Secondo l’indagine realizzata in questi giorni dall’associazione Consulcesi tra i medici e i professionisti
sanitari, 2 camici bianchi su 3 sostengono che le cure effettuate con il protocollo della Stamina
Foundationdevono andare avanti per i malati di patologie gravissime e con esito infausto. Risulta inoltre
una grande fiducia nei confronti dell’uso delle cellule staminali come fonte di nuove terapie soprattutto
nell’ambito della medicina rigenerativa. Le cellule staminali sono state infatti identificate da coloro che
hanno partecipato alla rilevazione come uno dei più promettenti campi della ricerca medica del futuro. L’inchiesta è stata citata dal presidente di Stamina Foundation onlus, Davide Vannoni, nel corso
dell’audizione davanti alla commissione Affari sociali della Camera sul Decreto Balduzzi. Nello specifico, dall’inchiesta emerge che, se l’86% degli intervistati è a conoscenza del caso Stamina, a
testimonianza dell’attenzione che il mondo della medicina sta riservando a questo tema, il 65% dei
medici pensa sia necessario somministrare le cure ai pazienti che ne facciano richiesta. Sostengono
quindi che, in attesa di una conferma ufficiale del protocollo Stamina, sia opportuno continuare a offrire
questa terapia nell’ambito delle cure compassionevoli. Inoltre, mentre il cosiddetto Decreto Balduzzi sull’uso delle cellule staminali è stato approvato in Senato
e si è in attesa del parere della Camera, per definire modalità di sperimentazione del protocollo e
strutture idonee, i medici intervistati, all’83%, pensano non sia giusto che un giudice abbia la facoltà di
decidere se permettere o negare l'accesso a queste cure, mentre un numero di poco inferiore, l’80%,
ha valutato in modo positivo il ricorso a una legislazione d'urgenza per regolamentare meglio la
questione, come in parte è stato fatto dall’ex Ministro della Salute. Infine, in tema di ricerca, l’indagine evidenzia chiaramente due orientamenti dei camici bianchi italiani:
se da una parte emerge come le cellule staminali, per l’87% dei medici, siano uno dei settori su cui è
necessario continuare con la ricerca, in quanto considerati tra i più promettenti per curare e sconfiggere
moltissime patologie nell'ambito della medicina rigenerativa (come dimostrano anche i due recenti
Nobel per la Medicina), dall’altra si sostiene che in Italia non si fa abbastanza sul fronte della ricerca
medica (85%). Il caso Stamina, come è noto, ha suscitato nel nostro Paese un acceso confronto. Il mondo sanitario e
quello della ricerca si sono spaccati tra chi sostiene il diritto dell’individuo di curarsi come previsto dalla
normativa relativa alle terapie compassionevoli (legge Turco­Fazio) e chi invoca, invece, la necessità di
ricorrere solo a metodi sufficientemente sperimentati e validati. E a proposito dell’approvazione della legge circa i trattamenti su singoli pazienti con medicinali per
terapie avanzate a base di cellule staminali mesenchimali, il presidente di Consulcesi, Massimo
Tortorella, commenta: “dopo l’impegno profuso dal Senato per la valutazione e l’approvazione del
decreto Balduzzi sull’impiego delle cellule staminali, in attesa del parere della Camera, siamo soddisfatti
che il provvedimento vada nel senso consigliato dagli stessi medici che hanno partecipato all’indagine
che abbiamo lanciato. Adesso è necessario fare un passo ulteriore: il legislatore deve approntare una
normativa chiara e completa che sia conforme ai principi sanciti dalla nostra Costituzione sulla tutela del
diritto primario dei malati alle cure. Al contempo, il mondo scientifico deve procedere nella direzione di
ottenere risposte certe appoggiando metodologie che siano autorizzate in centri specialistici idonei e
controllati. Più volte ­ aggiunge ­ ci siamo espressi sul fatto che non debbano essere i tribunali ad avere l’onere e
la responsabilità di decidere su argomenti così rilevanti socialmente, auspicando invece delle precise
linee guida da parte del legislatore e della politica".
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Consulcesi: “Due medici su tre favorevoli all’uso del metodo stamina” ­ Quotidiano Sanità
14 maggio 2013
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