156 14-12-2007 11:11 Pagina 156 GIMMOC Vol. XI N° 3, 2007 Target genici utilizzabili nella diagnosi di parodontite mediante tecnologia di PCR Giornale Italiano di Microbiologia Medica Odontoiatrica e Clinica Vol. XI, N° 3, 2007 p. 156 - 168 Genic targets relevant for the identification of periodontal pathogens by PCR base method Organo ufficiale della S.I.M.M.O.C. Copyright © 2007 M. Benvenuti1, ML. Ciusa2 G. Orrù2, A. Piras2, C. Montaldo2, D. Tombaccini1* *Autore di riferimento: D. Tombaccini LAVORI ORIGINALI/ORIGINAL ARTICLES TARGET… Riassunto: La diagnosi di laboratorio per infezione del parodonto e’ stata per lungo tempo legata alle difficoltà di trasporto, crescita e di identificazione delle differenti specie patogene responsabili della malattia parodontale; specie per lo più anaerobie ed organizzate sotto forma di un complesso biofilm localizzato nella placca sottogengivale. L’ iter diagnostico tradizionale colturale e’ stato sostituito con quello molecolare ( PCR) in grado di rilevare le differenti specie associate alla parodontopatia e nella versione real time PCR di poterle quantizzare. Il cuore di una procedura “ PCR based method” e’ rappresentato dal progetto in silico del sistema diagnostico che prevede: (i) un bersaglio “target” genico rappresentativo di una sola specie batterica in esame , (ii) oligonucleotidi ( primer e/o sonde fluorescenti) che presentano caratteristiche termodinamiche ottimali. Tuttavia, sebbene alcuni metodi proposti in letteratura o utilizzati in kit commerciali , rientrano nei parametri di specificità, sensibilità e tempo contenuto, non tengono conto di un’ aspetto importante nella diagnosi delle infezioni polimicrobiche : la selettività. Per selettività si intende la capacità di un test diagnostico di rilevare bassi titoli di una specie patogena rispetto ad elevate cariche di altre specie, ma anche la capacità di visualizzare la presenza e/o il titolo di differenti specie batteriche contemporaneamente e con la stessa accuratezza. In questo lavoro vengono riportate le sequenze nucleotidiche descritte fin ora in banca dati (GenBank) di nove patogeni parodontali più frequenti : Tannerella forsythensis, Porphyromonas gingivalis, Treponema denticola, Prevotella intermedia, Fusobacterium nucleatum ssp, Camphylobacter gracilis, Prevotella nigriscens, Eichenella corrodens, Aggregatibacter actinomycetemcomitans e valutate come possibili target identificativi per procedure basate sulla PCR. Summary: In the course of time the laboratory diagnosis of periodontal infection has been influenced by the difficulties encountered in the transport, growth and identification of the different pathogenic species involved in periodontal disease: species that form a complex biofilm on the subgengival plaque and require anaerobic conditions. The traditional cultural diagnostic method has been replaced by molecular ones (PCR), a technique able to identify the different species responsible for periodontal disease and which, in its real time PCR version, is also able to quantify the different bacteria species present in a sample. The core of the “PCR based method” procedure is represented by the in silico diagnostic system that includes: (i) a genetic target, representative of the single bacteria species under examination, (ii) oligonucleotides (primers and/or fluorescent probes) with optimal thermodynamic characteristics. Nevertheless, even though the methods available in the literature and from commercial kits provide procedures that are considered specific, sensitive and fast, they do not take into consideration the most important parameter of polymicrobial infection analysis: namely selectivity. The selectivity of a diagnostic test is represented not only by its ability to reveal low titles of a single pathogen species compared to high titles of other ones, but also by its capacity to point out simultaneously and with the same level of accuracy, the presence and/or the concentration of different microbial species. The purpose of this work is the description of the current sequences of nine different primary periodontal pathogens deposited in DNA Data Banks: Tannerella forsythensis, Porphyromonas gingivalis, Treponema denticola, Prevotella intermedia, Fusobacterium nucleatum ssp, Camphylobacter gracilis, Prevotella nigriscens, Eichenella corrodens, Aggregatibacter actinomycetemcomitans and subsequently the in silico evaluation of the DNA regions characterized by a good selectivity. 1 2 Dipartimento di Patologia e Oncologia Sperimentali, Università degli Studi di Firenze D.S.S (DNA Sequencing Service ) Policlinico Universitario. Dipartimento di Chirurgia e Scienze Odontostomatologiche TARGET… 14-12-2007 11:11 Pagina 157 GIMMOC Vol. XI N° 3, 2007 La malattia parodontale o parodontite è una patologia ampiamente diffusa, se pur con gradi diversi di gravità, nei paesi industrializzati: secondo dati WHO del 2007 ne è colpita circa il 70% della popolazione (http://www.who.int/oral_health/databases/niigata/en/). Questa premessa e i recenti studi che vedono i patogeni parodontali implicati in altre patologie umane a livello sistemico, hanno accresciuto l’interesse verso la prevenzione, la diagnosi e la cura della malattia [Ciantar M., et al., 2005a]; [Dogan et al., 2005]; [Kinane et al., 2005]; [Meurman et al., 2004]; [Schacher et al., 2006]. La parodontite ha un’eziologia a carattere infettivo-infiammatorio accompagnata da una componente genetica che caratterizza la predisposizione individuale allo sviluppo della patologia. Numerosi studi sulla microbiologia dell’infezione da patogeni orali hanno permesso di identificare alcune specie batteriche, tra le oltre 400 che popolano il cavo orale, che si ritrovano costantemente implicate nello sviluppo e nella progressione della parodontite. La loro presenza nelle tasche dentali, pertanto, è associata ad un elevato rischio di sviluppo o progressione della malattia [Kook et al., 2005]; [Lee et al., 2005]; Takahashi et al., 2001]; [Tamura et al., 2006]; [Tang et al., 2006]; [van Steenbergen et al., 1996]. La diagnosi di laboratorio della parodontite é una diagnosi eziologica e deve essere supportata da un test microbiologico opportunamente standardizzato che garantisca i parametri di: i) specificità ii) sensibilità iii) praticità e rapidità di esecuzione. Le metodiche microbiologiche classiche risultano difficilmente standardizzabili per i batteri del parodonto. I motivi sono diversi, alcuni dipendenti dallo status di microaerofilia o anaerobiosi necessari per la loro sopravvivenza, altri dipendenti dal lento sviluppo nei terreni di coltura o assenza di opportuni kit di identificazione biochimica. Alla luce di queste conoscenze appare chiaro che l’utilizzo di metodiche molecolari può rappresentare un’alternativa all’esame di laboratorio tradizio- nale e risulta strumento indispensabile per la caratterizzazione della flora parodontopatogena anaerobia. Risultati soddisfacenti possono essere ottenuti integrando gli esami tradizionali con quelli molecolari; questa integrazione e’ obbligatoria almeno all’inizio della fase d’utilizzo della diagnostica molecolare. Tra le metodiche molecolari accreditate, quelle basate sulla PCR presentano un’ampia diffusione anche come kit commerciali; come già descritto, rispetto all’esame colturale possiedono il vantaggio di essere di più rapida esecuzione (4 ore contro 6-7 giorni) e di richiedere più semplici modalità di prelievo e di trasporto del campione patologico. La tecnica della PCR, nella sua variante real-time, rappresenta anche un ottimo strumento di quantificazione della carica batterica, parametro non trascurabile che correla con il grado di gravità della malattia [Lau et al., 2004]; [Ledder et al., 2007]; [Malheiros, Avila-Campos, 2004]; [Nonnenmacher et al., 2005]; [Okada et al., 2001]; [Perea, 2004]; [Sakamoto et al., 2005]. Un punto cruciale e limitante per la specificità/sensibilità della diagnosi molecolare in PCR è la scelta degli oligonucleotidi (primer) che legano ed amplificano regioni target specifiche per ogni batterio. Nel caso della realtime PCR, dobbiamo considerare inoltre anche la scelta di sonde fluorescenti, che presentano profili diversi di specificità a seconda della struttura e del “folding” molecolare della sonda stessa [Montaldo et al., 2003]. L’aspetto cruciale nella scelta di un target molecolare sul DNA di batteri propri del distretto parodontale è che tra le centinaia di specie presenti solo di una minoranza è stata depositata almeno una sequenza in banca dati (EBI/EMBL e NCBI/GenBank, DDBJ). Ad esempio l’utilizzo come target di PCR di frammenti che codificano per l’rRNA 16S presenti in banca dati può compromettere la specificità del metodo di rilevazione con la possibilità di ottenere falsi positivi, se questi target non siano stati opportunamente valutati in silico e in vitro. Infatti la regione codificante per l’ rRNA 16S, molto utilizzata come target per il rilevamento Target genici utilizzabili nella diagnosi di parodontite mediante tecnologia di PCR Genic targets relevant for the identification of periodontal pathogens by PCR base method LAVORI ORIGINALI/ORIGINAL ARTICLES INTRODUZIONE 157 158 14-12-2007 11:11 Pagina 158 GIMMOC Vol. XI N° 3, 2007 Tombaccini et al. LAVORI ORIGINALI/ORIGINAL ARTICLES TARGET… dei microrganismi mediante PCR, è caratterizzata in parte da sequenze che si sono conservate nelle varie specie durante l’evoluzione, e in parte da sequenze altamente differenziate che segnano il passaggio evolutivo da una specie all’altra. Una metodica molecolare in uso per la diagnostica, deve quindi essere periodicamente controllata e valutata confrontando le sequenze dei primer di PCR con le nuove sequenze giornalmente depositate in banca dati. L’esigenza di una diagnosi ad alta specificità ha creato i presupposti per questo studio, in cui l’obiettivo primario è quello di individuare sequenze genetiche specie-specifiche utilizzabili come nuovi target per la ricerca in PCR di batteri patogeni parodontali. I patogeni che abbiamo scelto per questo studio sono quelli che più frequentemente si ritrovano in associazione con la malattia parodontale [Gafan et al., 2004]; [Haffajee, Socransky S.S. 2005]; Mullally et al., 2000]; [Okada et al.,2001]: Tannerella forsythensis (anche Tannerella forsythia), Porphyromonas gingivalis, Treponema denticola, Prevotella intermedia, Fusobacterium nucleatum ssp, Camphylobacter gracilis, Prevotella nigriscens, Eichenella corrodens, Aggregatibacter (Actinobacillus) actinomycetemcomitans. Le sequenze descritte in bibliografia come nuovi target di PCR per i vari microrganismi, sono state validate sia per l’omologia con tutte le sequenze depositate in banca dati (GenBank), sia per il profilo di omologia in differenti ceppi batterici della stessa specie. A conclusione sono state individuate e vengono proposte delle regioni “target“ considerate, allo stato attuale, ottimali per disegnare primer speciespecifici che garantiscano un’alta selettività/specificità nella diagnosi molecolare della malattia parodontale. I PATOGENI PARODONTALI L’ infezione parodontale è causata da un complesso polimicrobico di patogeni orali che agiscono sull’iniziazione e la progressione della malattia. Fisiologicamente il cavo orale è colonizzato da cir- ca 400 specie differenti tra cui sono identificabili sia i normali commensali sia almeno 15-30 specie candidate come patogeni parodontali. In condizioni fisiologiche normali le varie specie interagiscono tra di loro mantenendo una condizione di equilibrio che limita i livelli dei batteri patogeni. L’intervento di fattori microbici o di altra natura, che inducono modificazioni del biofilm in cui convivono le varie specie, crea una condizione favorevole per il sopravvento dei patogeni sui commensali. Quando i livelli dei batteri patogeni e/o dei loro fattori di patogenicità superano la massa critica nel biofilm sottogengivale, il danno tessutale e la gravità della malattia aumentano progressivamente. Il meccanismo patogenetico che si instaura è locus-specifico e di conseguenza la malattia si manifesta con un quadro di gravità differente nelle diverse tasche dentali dello stesso individuo. I microrganismi orali responsabili del processo patogenetico sono stati caratterizzati, nel tempo e con metodiche differenti, grazie alla loro abbondante e costante presenza nei siti affetti dalla malattia [Haffajee, Socransky, 2005]; [Mullally et al., 2000]; [Gafan et al., 2004]. In particolare, in questa sezione esamineremo soltanto alcuni tra quelli oggi considerati i maggiori patogeni parodontali. Tali microrganismi, pur appartenendo a specie diverse, hanno la caratteristica comune di essere prevalentemente anaerobi, adatti a sopravvivere all’ambiente ipossico delle tasche dentali, e di presentare diversi determinanti di patogenicità (enzimi proteolitici, leucotossine) [Corvino et al., 2002]. SPECIE BATTERICHE RAPPRESENTATIVE NELL’ INFEZIONE PARODONTALE Un tentativo di classificazione dei patogeni parodontali basato sul criterio di associazione con la malattia parodontale è stato pubblicato da Socransky [Socransky et al., 1998]. Socransky propone un’analisi delle variazioni quantitative di 40 specie batteriche, valutandole in campioni di pazienti sani e affetti da parodontite di vario grado, mediante TARGET… 14-12-2007 11:11 Pagina 159 GIMMOC Vol. XI N° 3, 2007 METODI MOLECOLARI IN USO PER LA DIAGNOSI DI INFEZIONE Nell’ambito della diagnosi di infezione parodontale l’utilizzo della PCR (Polymerase Chain Reaction) come metodologia di indagine, ha risolto molti degli inconvenienti legati alla diagnostica precedente, rendendo affidabile, sensibile e sicuro il rilevamento dei batteri patogeni nei campioni orali. Questa metodica si basa sull’amplificazione, a partire da inneschi oligonucleotidici (primer), di sequenze nucleotidiche specifiche per specie batterica in esame. L’utilizzo di primer specifici mette in evidenza, nei materiali analizzati, la presenza o meno delle singole specie batteriche. Diversi studi hanno dimo- strato che questa metodica possiede dei vantaggi rimarcabili rispetto all’esame culturale classico utilizzato per la diagnosi parodontale. Un vantaggio facilmente intuibile è quello della rapidità rispetto ai lunghi tempi richiesti dall’esame culturale. Inoltre le stringenti condizioni anaerobie in cui vivono i batteri parodontali sono spesso limitanti per il recupero di patogeni vivi da crescere per l’esame culturale. Al contrario, il recupero del materiale genetico necessario per la PCR risulta più pratico da realizzare e il materiale da impiegare poco deteriorabile. Infine, è stato ampiamente dimostrato che il limite di rilevamento della PCR è di 10 2 cellule, contro la cultura batterica (in queste condizioni) che ha un limite minimo di 10 4 cellule, risultando quindi molto più sensibile della seconda [Boutaga et al., 2005]; [Lau et al., 2004]. La PCR classica, tuttavia, è un metodo di indagine in grado di dare informazioni solo qualitative, assumendo carattere quantitativo esclusivamente nella sua variante di PCR real time. Con questa metodica si riesce in tempo reale, mediante sistemi di rilevazione della fluorescenza, a quantificare in modo assoluto o relativo un target genico. La quantificazione è un punto cruciale per la diagnostica parodontale in quanto permette il monitoraggio della massa critica dei vari patogeni nel biofilm sottogengivale, controllando l’evolversi della malattia e dello stato patologico del paziente. E’ importante sottolineare che i livelli di squilibrio patologico sono rappresentati percentualmente da un lieve aumento dei valori dei microrganismi patogeni e pertanto, ai fini dell’esatta valutazione, è necessaria una sensibilità operativa adeguata che a tutt’oggi possiede solo la PCR real time [Boutaga et al., 2005]; [Maeda et al., 2003]; [Sakamoto et al., 2001]. Inoltre la possibilità di una indagine rapida, sensibile, specifica e quantificativa costituisce non soltanto un importante strumento diagnostico ma un fondamentale aiuto per la ricerca, tesa ad individuare il grado coinvolgimento di vecchie e nuove specie batteriche nello Target genici utilizzabili nella diagnosi di parodontite mediante tecnologia di PCR Genic targets relevant for the identification of periodontal pathogens by PCR base method LAVORI ORIGINALI/ORIGINAL ARTICLES l’utilizzo dell’ibridizzazione in situ del DNA del campione con sonde oligonucleotidiche radioattive. I dati ottenuti hanno permesso la suddivisione delle varie specie batteriche in cinque raggruppamenti (“complex”) sulla base dell’associazione con la gravità clinica della malattia parodontale. Successivamente altri autori hanno valutato la classificazione proposta da Socransky tramite studi orizzontali e longitudinali in pazienti provenienti da differenti regioni geografiche e con abitudini di vita molto differenti, nel corso degli anni, utilizzando sistemi di rilevamento più sensibili e in grado di rilevare variazioni clonali nell’ambito della stessa specie. Sulla base della letteratura disponibile abbiamo quindi scelto per questo studio microrganismi già indicati da Socransky e da altri autori come fortemente rappresentativi dell’infezione parodontale. In particolare, Tannerella forsythensis, Porphyromonas gingivalis, Treponema denticola, Prevotella intermedia, Fusobacterium nucleatum ssp, Camphylobacter gracilis, Prevotella nigriscens, Eichenella corrodens, Aggregatibacter actinomycetemcomitans (precendentemente classificato come Actinobacillus actinomycetemcomitans) [Haubek et al., 2002]; [Orru et al., 2006]; [Saddi-Ortega et al., 2002]. 159 160 14-12-2007 11:11 Pagina 160 GIMMOC Vol. XI N° 3, 2007 Tombaccini et al. sviluppo della malattia parodontale. In ogni caso sia per la PCR sia per la PCR real time il rilevamento preciso delle specie patogene presenti nel campione dipende dal grado di specificità dei primer utilizzati (e per la seconda metodica anche dalla specificità della sonda oligonucleotidica in uso). L’individuazione di target specifici su cui condurre la ricerca diretta tramite metodiche molecolari è stato l’obiettivo primario di questo studio: come approfondiremo nella sezione successiva, abbiamo voluto confrontare vecchi e nuovi target per riuscire a incrementare il grado di specificità della diagnostica e della ricerca parodontale. SCELTA DEI TARGET MOLECOLARI IDENTIFICATIVI per l’amplificazione in PCR. Tra questi dei buoni candidati sono le sequenze che codificano proteine specifiche che rappresentano sequenze caratteristiche e costanti di ogni specie batterica, sviluppate durante la filogenesi. Ciò considerato, allo scopo di individuare nuovi target di PCR, la nostra attenzione si è concentrata sulla ricerca di sequenze per tali proteine specie specifiche. Nella prima parte delle Tabelle I, II, III sono riportati il nome abbreviato della proteina e l’identificativo della sua sequenza nucleotidica per tutti i batteri in studio. La Tabella III, relativa all’ A. actinomycetemcomitans, indica soltanto una proteina, già considerata target ottimale per l’analisi in PCR. Maggiori dettagli in proposito sono riportati più avanti. MATERIALI E METODI LAVORI ORIGINALI/ORIGINAL ARTICLES TARGET… Nella diagnostica microbiologica, e in particolare in quella parodontale, uno dei principali target su cui sono disegnati i primers di PCR corrisponde alla regione comprendente i geni che codificano per l’rRNA 16S [Albandar et al., 1996]; [Ciantar et al., 2005b]; [Dewhirst et al., 2000]; [Kim et al., 2005]; [Loy et al., 2002]; [Sakamoto et al., 2004]; [Siqueira et al., 2000]; [Slots et al., 1995]; [Tang et al., 2006]; [Tran, Rudney, 1996]. Solo poche pubblicazioni riportano l’utilizzo di primer che amplificano altre sequenze batteriche specifiche [Lau et al., 2004]; [Lyons et al., 2000]; [Nadkarni et al., 2004]. Le sequenze nucleotidiche codificanti l’rRNA 16S rappresentano una regione molto conservata del genoma batterico intercalata da porzioni altamente differenziate che caratterizzano il passaggio filo-evolutivo da una specie all’altra. L’utilizzo dei geni per l’rRNA ribosomiale come target di PCR pone, per la sua caratteristica strutturale, il problema di possibili fenomeni di cross-reattività se non conosciuto il profilo di tutte le specie rilevabili nel cavo orale. A questi consegue l’amplificazione di DNA batterico aspecifico che compromette la attendibilità dell’analisi. Per ovviare a tali problematiche abbiamo cercato di individuare dei target a alta specificità da utilizzare come bersagli L’individuazione di primers specifici da utilizzare nella diagnosi parodontale mediante PCR è senz’altro il punto che condiziona l’affidabilità e la specificità della diagnosi stessa. I dati presenti in letteratura riferiti ai nove batteri che abbiamo preso in considerazione in questo studio, riportano, tranne alcune eccezioni, coppie di primer che amplificano tratti di geni codificanti l’rRNA 16S. Nell’intento di identificare delle sequenze di proteine specie-specifiche, candidate ottimali come nuovi target di PCR, ci siamo avvalsi di due delle principali banche dati: GenBank: www.ncbi.nlm.nih.gov/Genbank/ DDBJ: http://www.ddbj.nig.ac.jp/ Le banche dati hanno permesso di trovare sequenze nucleotidiche complete di proteine batterio-specifiche di recente pubblicazione. Nelle tabelle I, II, III per ogni proteina, indicata con il proprio acronimo, abbiamo riportato il codice identificativo GeneBank della sequenza (ID sequenza) e la data di immissione in banca dati. Abbiamo successivamente valutato il livello di omologia delle sequenze scelte rispetto a tutte quelle pubblicate in banca dati al fine di avvalorarne la specie- specificità. Inoltre, per arricchire l’algoritmo che bassa omologia bassa omologia bassa omologia AB001892 S83213 AY545217 AJ272339 AJ277354 AY611605 AB059419 AY338191 AY656999 AY559244 AY633706 AB111111 Z35494 AB258533 prtH tetB lrrA prtP FLABII HprK GirA RpoB FimX KgP prtC Pg-II hagB and PgiIM nrdG LAVORI ORIGINALI/ORIGINAL ARTICLES bassa omologia omologia rilevante bassa omologia rilevante omologia rilevante bassa omologia bassa omologia omologia rilevante omologia rilevante bassa omol. prima di 1700bp bassa omologia AY423857 AJ006516 AY069941 AY184489 AF054892 tfsA groEL siaHI susB/susC BspA 2 2 8 1 2 2 2 1 1 1 2 2 2 10 NR. DI STRAIN ALLINEATI 1 1 1 1 1 ATCC43037 ATCC 35405; ATCC33520 ATCC 35405; ATCC33520 ATCC 35405; ATCC33520 ATCC 35405 ATCC 35405 ATCC 35405 W83;381 ATCC33277; W83 W83/ 381 47A-1; W83; PZ.GD38; PZ eli55; PZ eli47; PZ eli165; PZ eli85 ; PZ eli88; ATCC33277; ATCC53977 AU00301; OMZ314 HW24D1; HG405; BH18/10; 409381; 381; ATCC33277 381; W83 W83 ATCC43037 ATCC43037 ATCC43037 ATCC43037 ATCC43037 ID STRAIN [Meurman J.H., et al., 2004] [Sakamoto M., et al., 2001] [Nadkarni M.A., et al., 2002] [Orrù G., et al., 2006] [Lau L., et al., 2004] [Meurman J.H., et al., 1997] PRIMER PUBBLICATI 11:11 P. gingivalis OMOLOGIA CON ALTRE SEQUENZE bassa omologia omologia rilevante bassa omologia omologia rilevante bassa omologia ID. SEQUENZA GENE 14-12-2007 T. denticola SPECIE BATTERICA T. forsythensis Tabella I Rappresentazione dei dati relativi ai batteri T. forsytensis, T. denticola, P. gingivalis TARGET… Pagina 161 GIMMOC Vol. XI N° 3, 2007 Target genici utilizzabili nella diagnosi di parodontite mediante tecnologia di PCR Genic targets relevant for the identification of periodontal pathogens by PCR base method 161 F. nucleatum C. gracilis P. intermedia bassa omologia AY635938 A and Boperon P. nigriscens parziale omologia con DQ012979 DQ020251 fadA apopt. induc. 15 2 PK1594; ATCC10953 ATCC25586; ATCC10953 strain VIT parziale omologia 2 ATCC23726; ATCC25586 ATCC33568 ATCC3150; ATCC2079 ATCC2929; ATCC3349 ATCC1356; ATCC49256 bassa omologia AB077041 mg1 1 ATCC33236 periodonticum bassa omologia AY227054 fus1 1 ATCC33236 ATCC25586; ATCC51190 bassa omologia DQ059467 Cpn60 1 strain 17 Fusobacterium bassa omologia dal 270 nt DQ174225 rpoB 1 ATCC25611 ATCC25261 ID STRAIN ATCC12230; ATCC23726 bassa omologia AB127116 dpp-IV gene 1 1 NR. DI STRAIN ALLINEATI Fusobacterium simiae bassa omologia AY734539 synt. Seril-tRNA OMOLOGIA CON ALTRE SEQUENZE ID. SEQUENZA GENE PRIMER PUBBLICATI 11:11 SPECIE BATTERICA 14-12-2007 Tabella II Rappresentazione dei dati relativi ai batteri P. nigrescens, P. intermedia, C. gracilis, F. nucleatum. 162 LAVORI ORIGINALI/ORIGINAL ARTICLES TARGET… Pagina 162 GIMMOC Vol. XI N° 3, 2007 Tombaccini et al. omologia rilevante omologia rilevante parziale omologia parziale omologia bassa omologia bassa omologia AY198131 AY123719 Z12609 AB243068 U89166 EF165100 Pip and Asp Cpn60 EcpA and EcpB LuxS ECORLD ltx E. corrodens LAVORI ORIGINALI/ORIGINAL ARTICLES cetecomitans 9 1 1 1 clone PEK30 clone PTD28; clone PCJ6; lambdaOP8: clone PCJ2 HK1651; clone P2.17; clone P10.2; ATCC29523; ATCC23834 cell line 1073 ATCC23834 ATCC23834 YA9 isolato ID STRAIN [Orrù G., et al., 2006] [Levine M., et al., 2001] PRIMER PUBBLICATI 11:11 1 1 NR. DI STRAIN ALLINEATI 14-12-2007 A. actinomy- OMOLOGIA CON ALTRE SEQUENZE ID. SEQUENZA GENE SPECIE BATTERICA Tabella III Rappresentazione dei dati relativi a A. actinomycetemcomitans e E. corrodens. TARGET… Pagina 163 GIMMOC Vol. XI N° 3, 2007 Target genici utilizzabili nella diagnosi di parodontite mediante tecnologia di PCR Genic targets relevant for the identification of periodontal pathogens by PCR base method 163 164 14-12-2007 11:11 Pagina 164 GIMMOC Vol. XI N° 3, 2007 Tombaccini et al. LAVORI ORIGINALI/ORIGINAL ARTICLES TARGET… garantisce la loro specificità, le sequenze sono state allineate e confrontate tramite i seguenti software : BLAST (http://www.ncbi.nlm.nih.gov/BLAST/) ClustalW http://www.ebi.ac.uk/clustalw/ Per quanto riguarda i target identificativi relativi al 16S rRNA sono stati controllati anche con le piattaforme disponibili nel Ribosomal Database Project (RDP) all’ indirizzo http://wdcm.nig.ac. jp/RDP/html/index.html [Maidak B.L., et al., 2001]. Alcuni microrganismi, come T .forsythensis , P. gengivalis e T. denticola, hanno un numero elevato di proteine utilizzabili come possibili target di PCR. Per contro altri batteri ( come C. gracilis e P. nigriscens) hanno, in questo senso, un numero di possibilità limitate. Questo probabilmente è associato in parte a quanto sono stati studiati nel tempo. Questo lavoro non è stato fatto per l’A. actinomycetemcomitans in quanto, come precedentemente sottolineato, avevamo già a disposizione dei primer altamente specifici, disegnati sul gene codificante la leucotossina, e già pubblicati in letteratura [Orrù et al., 2006]. I risultati ottenuti dall’allineamento con tutte le sequenze depositate in GenBank, e riferiti alle diverse proteine, sono riportati nella quinta colonna delle Tabelle I, II, III. Il grado di omologia riscontrato è stato indicato come bassa omologia e in alternativa omologia rilevante. Quando il grado di omologia interspecifica varia diversamente lungo la sequenza, è stata indicata la regione di bassa omologia (P.gingivalis proteina KgP tabella I e C.gracilis proteina RpoB Tabella II). Le sequenze a bassa omologia interspecifica sono quelle più indicate per l’utilizzo come target specifici di PCR in quanto abbassano il rischio di falsi positivi. Le sequenze con omologia rilevante tra le diverse specie, sono soggette al rischio di falsi positivi e se non esistono alternative richiedono uno studio approfondito prima di essere utilizzate come validi target di PCR. Dall’analisi di questi parametri si è potuto valutare che le migliori sequenze su cui disegnare nuovi target specifici di PCR sono quelle a bassa omologia interspecifica ma individuate costantemente in più ceppi dello stesso batterio. RISULTATI Agregatibacter actinomycetemcomitans Per quanto riguarda l’ A. actinomycetemcomitans, i dati sono riportati in Tabella III. Per questa specie sono presenti in banca dati un numero consistente e svariato di sequenze nucleotidiche codificanti proteine specifiche. Tuttavia la letteratura offre pubblicazioni in cui sono stati descritti dei primer specifici che hanno come target l’operone della leucotossina (ltxC), proteina caratteristicamente prodotta dall’A. actinomycetemcomitans. [Cortelli et al., 2005]; [Cortelli et al., 2003]; Orrù et al., 2006[; [Wu et al., 2007]. Il vantaggio di questo target, oltre alla specificità del bersaglio, è la capacità di poter distinguere tra due diversi genotipi batterici (JP2 e 652), associati ad un grado differente di patogenicità [Orrùet al., 2006]. Nel dettaglio il genotipo JP2 è fortemente associato allo sviluppo della malattia parodontale, mentre il 652 sembra essere un ceppo attenuato. La distinzione tra i due ceppi si definisce grazie alla diversa struttura del gene codificante la leucotossina nei due diversi genotipi di A.actinomycetemcomitans che produce amplificati di PCR di lunghezza diversa. La bassa omologia e la capacità di allineare più ceppi dello stesso batterio confermano l’alta specificità di questa proteina e avvalorano l’utilizzo dei primer segnalati per l’analisi in PCR. Porphyromonas gingivalis P. gingivalis è un microrganismo studiato approfonditamente e per il quale sono state individuate molte sequenze genomiche potenzialmente utilizzabili come bersagli specifici di PCR. In particolare in letteratura si trovano lavori in cui sono state utilizzate per l’amplificazione le sequenze codificanti i geni KgP, prtC, Pg-II, che hanno un alto grado di specificità legato sia alla bassa omolo- TARGET… 14-12-2007 11:11 Pagina 165 GIMMOC Vol. XI N° 3, 2007 Tannerella forsytensis I risultati ottenuti relativi a T. forsythensis mostrano l’esistenza di molteplici sequenze specifiche di questo microrganismo che possono rappresentare target di PCR alternativi all’rRNA16S. La sequenza del gene BspA è stata utilizzata nelle reazioni di amplificazione ed i risultati sono pubblicati (vedi riferimenti bibliografici in Tab I). L’analisi della sequenza del gene BspA ha evidenziato un basso grado di omologia con altre sequenze depositate. Questo ne avvalora l’utilizzo nella reazione di PCR in quanto viene ridotta la possibilità di ottenere risultati falsi positivi. Treponema denticola Anche per T. denticola i risultati riportati nella Tabella I mostrano l’esistenza di sequenze specifiche e alternative per l’amplificazione in PCR. Tra queste tetB è stata già utilizzata come bersaglio specifico di PCR, la pubblicazione è riportata in Tabella I. Tuttavia, rispetto ad altre sequenze individuate e riportate nella stessa tabella, tetB possiede un grado di omologia rilevante con sequenze depositate in banca dati. Questa caratteristica potrebbe produrre reazioni di amplificazione aspecifica. A questo proposito, geni quali lrrA o GirA risultano più specifici e si prestano meglio ad essere utilizzati come target di PCR. Batteri appartenenti alla serie arancione di Socransky I risultati ottenuti e relativi ai microrganismi della serie arancione sono riportati in Tabella II. Per i vari ceppi di microrganismi (P. nigrescens, P. intermedia, C. gracilis, F. nucleatum) abbiamo individuato sequenze alternative per l’analisi di PCR. Tuttavia, non esistono lavori in letteratura che riportano l’utilizzo delle sequenze da noi individuate in reazioni di amplificazione. In particolare merita attenzione il F. nucleatum per il quale sono state indi- viduate varie sequenze alternative : molte di queste sono comuni a diversi sottogruppi di Fusobacterium e risultano aspecifiche all’interno della specie. Batteri appartenenti alla serie verde di Socransky I risultati ottenuti per i batteri della serie verde sono riportati in Tabella III. I risultati ottenuti per l’ A. actinomycetemcomitans sono stati descritti in precedenza. Per l’ E. corrodens possiamo affermare che esistono e abbiamo identificato diverse sequenze alternative che possono essere usate come novelli targets di PCR. Tra queste una, ECORLD, è stata già utilizzata come bersaglio nelle reazioni di amplificazione. Target genici utilizzabili nella diagnosi di parodontite mediante tecnologia di PCR Genic targets relevant for the identification of periodontal pathogens by PCR base method CONCLUSIONI L’esigenza di una diagnosi ad alta specificità per il rilevamento dei patogeni parodontali ha fornito i presupposti per questo studio. Considerando che l’esame colturale normalmente utilizzato come metodo di indagine microbiologica possiede, rispetto agli attuali metodi molecolari di rilevamento in PCR e PCR real-time, un limite di sensibilità maggiore, abbiamo concentrato i nostri studi sul potenziamento della specificità diagnostica delle moderne metodologie molecolari. Le metodologie molecolari possiedono il vantaggio di permettere in tempi rapidi un’analisi qualitativa e quantitativa del campione. Queste caratteristiche, oltre ad avere una forte valenza diagnostica, costituiscono un prezioso strumento per comprendere l’eziopatogenesi della malattia parodondale e di patologie secondarie, anche a carattere sistemico, ad essa correlate che si sviluppano a seguito della delocalizzazione dei patogeni parodontali in altre sedi dell’organismo. Obiettivo primario di questo studio è stato quello di fornire, revisionando le sequenze nucleotidiche codificanti proteine speciespecifiche presenti in banca dati, uno strumento di rapida consultazione per la scelta di nuovi target su cui disegnare primer specifici di PCR, in modo da creare un’alternativa valida ai target LAVORI ORIGINALI/ORIGINAL ARTICLES gia con altre sequenze depositate sia alla loro presenza in ceppi diversi della stessa specie batterica. 165 166 14-12-2007 11:11 Pagina 166 GIMMOC Vol. XI N° 3, 2007 Tombaccini et al. LAVORI ORIGINALI/ORIGINAL ARTICLES TARGET… solitamente utilizzati, che marcano i geni codificanti l’rRNA 16S. Le tabelle che proponiamo riportano per ogni sequenza individuata, indicazioni di specificità relativa, verso tutte le sequenze depositate in banca dati, e assoluta, all’interno della stessa specie batterica. La combinazione algoritmica di questi due fattori costituisce uno strumento fondamentale per la scelta di un buon bersaglio specie-specifico su cui costruire nuovi primer di PCR. I target alternativi che proponiamo vogliono essere un invito alla revisione critica dell’utilizzo dei geni dell’rRNA 16S come target di analisi, da parte di chi solitamente usa la PCR come metodologia molecolare di indagine microbiologica. Alla luce dell’evolversi delle conoscenze molecolari e microbiologiche che evidenziano i limiti dell’analisi in PCR è infatti opportuno accrescere la specificità dei risultati in un campo, quale la diagnostica parodontale e microbiologica in genere, in cui le variazioni significative sono solitamente di lieve entità e richiedono un monitoraggio attraverso metodi sempre più sofisticati e sensibili.[Amano et al., 1999]. BIBLIOGRAFIA Albandar J.M., Lyngstadaas S.P., Forbord B. PCR primers for the amplification of the 16S rRNA gene of oral bacteria and for the specific identification of Actinobacillus actinomycetemcomitans. Eur. J. Oral Sci., 104(2 ( Pt 1)): 144-147, 1996. Amano A., Nakagawa I., Kataoka K., Morisaki I., Hamada S. Distribution of Porphyromonas gingivalis strains with fimA genotypes in periodontitis patients. J. Clin. Microbiol., 37(5): 14261430, 1999. Boutaga K., van Winkelhoff A.J., Vandenbroucke-Grauls C.M., Savelkoul P.H. 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