Progresso_Vet_settembre_03 14-09-2005 17:41 Pagina 406 Contributi pratici Un’esperienza di lavoro: due diversi approcci per risolvere il problema Giovanni Orefice, Manuela Dentone “listeria monocytogenes” ASL 3 “Genovese” Prefazione Il veterinario ufficiale di due salumifici siti in Liguria racconta la propria esperienza di lavoro volta ad affrontare e risolvere (meglio sarebbe dire “minimizzare il rischio nei limiti del possibile”) la presenza di Listeria monocytogenes rilevata in un salume cotto tipico di alcune regioni, Piemonte, Toscana e Liguria, noto con i nomi di “testa in cassetta” o “soppressata”; lo scopo è quello di presentare due diverse modalità di approccio allo stesso problema: un’esperienza che potrebbe risultare utile per casi analoghi. Responsabile dell’infezione è Listeria monocytogenes (Figura 1), germe Gram +, che sviluppa in ambiente neutro o leggermente alcalino, ad una temperatura compresa tra 30 e 37 °C, in condizioni di aerobiosi o microaerofilia; resiste notevolmente ad essiccamento, luce solare e basse temperature; resta vitale per mesi in latte, carni, terreno, insilati di qualità scadente (a basso grado di acidificazione); si inattiva, se esposto per 10 secondi a 72,3 °C o per 10-20 minuti a 62 °C (previa concentrazione inferiore a 5 x 103 batteri/ml). A differenza dell’analogo prodotto toscano, il prodotto ligure non viene posto in involucri di iuta ma, almeno in origine, avvolto dal mesogastrio di maiale oppure, oggi più frequentemente, di bovino. Figura n. 3 - Esempio di forma utilizzata per il raffreddamento del prodotto Figura n. 2 - Impasto della testa in cassetta Un breve cenno sulla Listeriosi La Listeriosi è una malattia infettiva, contagiosa, a decorso solitamente grave, con un ampio spettro d’azione (uomo, mammiferi domestici e selvatici, volatili, rettili, insetti), che si può manifestare sotto forma setticemica (febbre elevata, anoressia, tremori muscolari, diarrea, morte in pochi giorni), neurologica (incoordinazione motoria e paralisi, specie dei muscoli masticatori) o abortigena (aborto, parti prematuri, nascita di soggetti disvitali). Figura n. 1 - Listeria monocytogenes Le speziature dei prodotti delle due regioni sono significativamente differenti, tanto da poterli distinguere nettamente ad una prova organolettica. Nel caso del prodotto ligure esiste una variante più ricca, più raffinata, a base di carni di vitello e di tacchino, molto più magra, denominata “galantina” e consumata, almeno un tempo, nei periodi festivi. Il prodotto La produzione della testa in cassetta prevede la cottura di parti di carne di testa di maiale, con aggiunta o meno di parti più magre e/o carni bovine, che, una volta cotte e ridotte in piccoli pezzi, vengono amalgamate con il ricavato della cottura e macinatura di cotenne, avente funzione di “legante”; l’impasto ottenuto (Figura 2), con l’aggiunta di aromi e spezie (vino bianco, marsala, pistacchi e altro), viene posto in apposite forme metalliche (Figura 3) e raffreddato; si ottiene in questo modo un composto solido destinato ad essere venduto e consumato affettato. SETTEMBRE 2005 406 I problemi all’origine Figura n. 4 - Testa in cassetta Il prodotto ligure (Figura 4), originario di processi produttivi tramandati da decenni, ha sempre avuto, proprio per il tipo di lavorazio- Progresso_Vet_settembre_03 14-09-2005 17:41 Pagina 407 ne, nonché confermati dall’analisi dei rischi, insiti presupposti per lo sviluppo di eventuali pericoli legati al consumo del prodotto finito. Le fasi da considerarsi principalmente critiche sono le seguenti: • dopo la cottura si effettuano il taglio in piccoli pezzi e la loro miscelazione con la macinatura di cotenna, senza sottoporre il prodotto così ottenuto nuovamente a temperature elevate, ma solo a raffreddamento. È evidente che tale manipolazione, anche piuttosto intensa, può essere fonte di contaminazione, qualora non eseguita in ambienti adeguatamente sanificati e da personale non perfettamente idoneo dal punto di vista igienico; • il prodotto è avvolto nel meso-gastrio (Figura 5) che, anche se il suo prelievo avvenisse nel rispetto rigoroso delle buone pratiche di macellazione, ha altissime possibilità di contaminarsi con il materiale fecale. Presso i salumifici, l’unica possibile misura precauzionale relativa al meso (noto in Liguria con il termine dialettale “regio”) è quella di immergere i legamenti, per alcuni minuti, in soluzioni disinfettanti; infatti, la struttura dei legamenti non permette di sottoporli alle temperature di ebollizione. D’altra parte, le soluzioni disinfettanti, dovendo agire su un prodotto comunque destinato al consumo, non possono essere né concentrate né tossiche. In conclusione, la sanificazione dei “regi” risulta veramente problematica. Due casi di Listeria, due modi diversi di affrontarla Figura n. 5 - Esempio di forma utilizzata per il raffreddamento del prodotto Tabella n. 1 - Stabilimento “A” - Esito prime analisi ufficiali In due salumifici dell’entroterra genovese, a distanza di poche settimane una dall’altra, a seguito di campionamenti ufficiali di verifica, si sono riscontrate positività per Listeria monocytogenes in lotti diversi di testa in cassetta; questo ha provocato ovviamente notevoli danni economici e di immagine ai due stabilimenti e hanno posto seri problemi gestionali ai titolari degli stessi. Al veterinario ufficiale, oltre alle consuete azioni di vigilanza sulla congruità dell’azione di ritiro dei lotti, alla richiesta di emissione di Ordinanze di sequestro, alla diramazione degli allerta territoriali, all’esecuzione di altri campioni ufficiali, al barcamenarsi dignitosamente tra i ritardi del laboratorio di analisi e le pressanti richieste dei produttori, alle denunce e ogni altra azione collegata, è spettato il gravoso compito di “attestare” o comunque garantire la congruità delle azioni correttive messe in atto dai produttori. I due casi, analoghi per l’esito finale, per il tipo di prodotto ed anche per la vicinanza geografica degli stabilimenti (che chiameremo d’ora in poi stabilimento “A” e stabilimento “B”), presentano delle diversità e delle specificità. • Stabilimento “A” In questa struttura a carattere artigianale esiste una netta separazione tra la produzione di salumi stagionati e la produzione di salumi cotti; questa avviene in un padiglione separato con spazi sufficientemente ampi. Inoltre, la ditta ha rinunciato all’uso del “regio”, avendolo individuato come possibile fonte di contaminazione difficilmente controllabile. L’esito delle analisi sul campione ha confermato che, pur a fronte di una positività per Listeria monocytogenes, tutti gli altri parametri microbiologici erano nella norma (Tabella 1). • Stabilimento “B” Questa struttura è maggiormente problematica per caratteristiche costruttive; infatti, il reparto dedicato alla produzione di salumi cotti è in comune alle altre attività; tale lavorazione avrebbe dovuto essere eseguita in tempi nettamente separati, preceduta da adeguate misure di pulizia e da un’accurata sanificazione ambientale. Le risultanze analitiche del campione, oltre alla positività per Listeria, hanno messo in evidenza altre carenze igieniche (Tabella 2). Le reazioni degli stabilimenti alla notizia di positività per Listeria si possono così riassumere. • Stabilimento “A” Tra le azioni correttive messe immediatamente in atto sono da sottolineare: • sanificazione dei locali di lavorazione; Tabella n. 2 - Stabilimento “B” - Esito prime analisi ufficiali 407 SETTEMBRE 2005 Progresso_Vet_settembre_03 14-09-2005 • ricerca di Listeria nell’ambiente (questa, effettuata nel modo più accurato possibile e preceduta da una ricerca delle presunte nicchie ecologiche “occulte”, ha dato esito negativo: prova che, a fronte delle successive positività sul prodotto, dimostra l’effettiva difficoltà ad evidenziare listeria nell’ambiente); • verifica delle schede relative al CCP cottura; • approfondimento dell’analisi del pericolo microbiologico con particolare riguardo per Listeria; • controllo sulle varie fasi di lavorazione. Al fine di verificare l’efficacia delle azioni compiute, la ditta ha intrapreso una nuova produzione di testa in cassetta, eseguita sotto stretto controllo dei titolari, sottoponendo poi il prodotto finito ad analisi, in autocontrollo, prima della commercializzazione. Le analisi, ancora una volta, hanno confermato la presenza di Listeria. A fronte di questi esiti, la ditta, di concerto al parere del veterinario, ha sospeso la produzione di testa in cassetta in attesa di trovare soluzioni più efficaci. Questa volta il veterinario ha verificato di persona l’efficacia dei provvedimenti intrapresi, mettendo in evidenza l’esistenza, nell’ambiente dello stabilimento, di ulteriori nicchie ecologiche, più o meno nascoste, possibili habitat del germe, ma, ancora una volta, non confermate dalle analisi sui tamponi eseguiti in autocontrollo; successivamente ha informato direttamente il personale sui pericoli rappresentati da Listeria monocytogenes, soffermandosi in particolare sulle possibili fonti di contaminazione dopo la cottura e sui potenziali rimedi. Il titolare è intervenuto radicalmente sulle strutture dello stabilimento mediante: • ritinteggiatura dei soffitti e ripulitura di tutte le superfici, soprattutto nascoste (parte superiore di celle, retro dei macchinari, ecc.); • riposizionamento di macchinari e celle per ampliare il più possibile gli spazi e agevolare di conseguenza le lavorazioni; • analisi critica di ciascun oggetto e sua ri- 17:41 Pagina 408 mozione, se ritenuto superfluo o possibile fonte di contaminazione; • svuotamento, pulizia e riorganizzazione del magazzino delle spezie e degli additivi; • totale ripulitura e riordino dei servizi igienici e degli spogliatoi. Inoltre, dopo aver analizzato il processo produttivo in ogni sua parte, sono state apportate alcune modifiche: eliminazione di alcuni passaggi, meccanizzazione di parte del processo di sezionamento post-cottura, revisione e aggiornamento delle schede per il CCP cottura, ulteriore sensibilizzazione del personale. A seguito di queste ulteriori azioni correttive è stata avviata una prima produzione con relativa analisi di verifica eseguita sia in via ufficiale che in autocontrollo: i responsi hanno confermato l’efficacia degli interventi intrapresi (Tabella 3). Tabella n. 3 Stabilimento “A” - Esito seconde analisi ufficiali • Stabilimento “B” Alcune azioni correttive sono state attuate immediatamente e similmente a quelle perseguite dallo stabilimento “A” (sanificazione straordinaria degli ambienti, tamponi ambientali intesi all’evidenziazione di nicchie ecologiche favorenti lo sviluppo e il mantenimento di Listeria). L’approfondimento dell’analisi del rischio, effettuata in seguito a specifica richiesta del veterinario ufficiale, non ha permesso di escludere, in termini di ragionevolezza, ogni possibile fonte di inquinamento nella fase successiva alla cottura. Tabella n. 4 Stablimento “B” - Esito seconde analisi ufficiali SETTEMBRE 2005 408 Nel frattempo, la situazione è stata ulteriormente aggravata dalla conferma di Listeria in due lotti successivi a quello incriminato. A questo punto la ditta ha deciso di sospendere la produzione di testa in cassetta in attesa di una soluzione alternativa e definitiva, per quanto possibile, al problema Listeria. Dopo un’accurata analisi dei flussi produttivi e dopo una prima prova senza commercializzazione, la ditta ha intrapreso una nuova produzione totalmente diversa rispetto alla precedente, che comprende: • Una prima cottura della materia prima per un tempo sufficiente al taglio appropriato dei pezzi di carne; • Una macinatura dei pezzi tramite tritacarne con adeguato terminale adatto a ridurre i pezzi in tranci di alcuni centimetri di diametro; • Una miscelazione con cotenna cotta ridotta in impasto omogeneo e aggiuntata di aromi e spezie; • Un’insaccatura in involucro di 10/12 cm di diametro in materiali resistenti alla cottura, simili a quelli usati per mortadelle e altri salumi cotti; • Una cottura definitiva in vasche fino a raggiungere, al cuore delle forme, una temperatura idonea ad eliminare l’eventuale presenza di Listeria e/o altri microrganismi; • Raffreddamento. Nella nuova produzione sono state eliminate, quindi, di tutte le fasi manuali successive al trattamento termico: una soluzione più che soddisfacente come confermato dalle stesse analisi (Tabella 4). Progresso_Vet_settembre_03 14-09-2005 Conclusioni I due stabilimenti hanno dovuto affrontare un problema di non facile soluzione, soluzione che è stata raggiunta con approcci radicalmente diversi. Lo stabilimento “A” è intervenuto nel processo attraverso una più attenta implementazione delle buone prassi igieniche e di produzione, gestendo in questo modo il pericolo, non attraverso un CCP, ma attraverso i programmi prerequisiti del piano di autocontrollo. Lo stabilimento “B” ha invece messo a punto 17:41 Pagina 409 un nuovo “diagramma di flusso” del prodotto che, tenendo conto delle precedenti esperienze riguardanti la probabilità del verificarsi del pericolo Listeria monocytogenes, ha permesso la gestione del pericolo a livello del CCP cottura che, in questo caso, è diventato decisivo ai fini della gestione e mini- dalle normative di prossima applicazione: • in base al Reg. CE 852/2004, l’operatore è libero di prendere decisioni diverse purché queste, nel rispetto dei principi HACCP, portino a risultati equivalenti ovvero conseguano lo stesso obiettivo; mizzazione del rischio evidenziato. Due me- • in base al Reg. CE 854/2004, al veterinario todi diversi per affrontare un problema co- pubblico, o autorità competente, spetta, mune, rientranti pienamente nell’ottica del- invece, il compito di assicurare che l’ope- l’accresciuta responsabilità dell’operatore del ratore del settore alimentare ponga rime- settore alimentare, secondo quanto previsto dio alla situazione. 409 SETTEMBRE 2005