UNA STRANA PLEURITE Un pomeriggio si presenta in studio un paziente di 63 anni che ha sempre goduto di buona salute e che in passato è ricorso alle cure del medico solo per patologie osteomuscolari, traumatiche o da sovraccarico, legate alla sua attività di muratore. Il paziente, che è un appassionato cacciatore, ha notato che negli ultimi giorni si affatica molto più del normale quando cammina in salita trovandosi quasi subito con il fiato corto; da stamane è comparsa febbre oltre 38° e dolore al fianco sinistro; allʼesame obiettivo il medico riscontra i segni di un versamento pleurico sinistro in un paziente dallʼaspetto molto sofferente e prostrato; un approfondimento anamnestico, utile a vincere la evidente tendenza del paziente a sminuire i suoi sintomi, permette di scoprire che la astenia ed un certo dolore al fianco erano presenti da molte settimane, accompagnati inoltre da una perdita di peso significativa (5 kg.). A questo punto la diagnosi differenziale si pone fra una broncopolmonite con importante risentimento pleurico, una pleurite tubercolare o una neoplasia toracica, primitiva o secondaria. Viene iniziata una terapia empirica con ceftriaxone 1 g. i.m. e levofloxacina 500 mg P.O., contemporaneamente il medico richiede anche un emocromo e gli indici di flogosi, nonchè una Rx del torace che conferma la presenza di un versamento pleurico sinistro Il caso fino a qui è stato ottimamente gestito dal giovane sostituto del medico titolare; questi, quando rientra, visita il paziente in V giornata dallʼinizio della terapia antibiotica e lo trova apiretico, ancora sofferente e dispnoico, il dolore al fianco sinistro si è però molto ridotto ed i segni obiettivi di versamento pleurico sono di lieve entità; gli indici di flogosi sono molto alterati(VES 63, PCR 9,1) ed è presente una modesta leucocitosi neutrofila (WBC 12.000 con N 85 %); il medico, che utilizza correntemente lʼecografo nella sua pratica di Medico di Medicina Generale, decide di valutare con lʼecografia lʼentità del versamento pleurico residuo nonchè lʼeventuale presenza di patologie concomitanti. La scansione dellʼipocondrio sinistro con sonda convex da 3,5 MHz conferma la presenza di un versamento pleurico non organizzato di media entità. La diagnosi si chiarisce quando lʼindagine ecografica viene allargata agli altri organi ipocondriaci permettendo di scoprire una massa grossolanamente tondeggiante, bozzuta, ipoecogena e disomogenea, delle dimensioni massime di 9 cm. circa che occupa per intero e deforma il terzo medio e inferiore del rene di sinistra; lʼesame ecografico in bianco e nero viene completato con lo studio color e power-doppler per lʼanalisi del flusso ematico che dimostra una vascolarizzazione disordinata, prevalentemente perilesionale. In accordo con lʼiter diagnostico suggerito dalle correnti linee guida il paziente viene sottoposto successivamente a TC addominale e toracica che confermano la diagnosi ecografica, mostrando inoltre la presenza di due piccoli lesioni nodulari in sede subpleurica responsabili del versamento pleurico sinistro. I tumori renali maligni rappresentano il 3% di tutti i cancri nell’uomo e l’adenocarcinoma del rene, o carcinoma a cellule renali, costituisce circa l’85-90% di tutti i tumori renali. La diagnosi di carcinoma renale è spesso tardiva in quanto la crescita tumorale è in molti casi asintomatica; le caratteristiche cliniche salienti sono elencate nella tabella 1; spesso l’ecografia addominale eseguita per motivi porta alla scoperta accidentale di questo tumore. Le caratteristiche ecografiche del carcinoma renale sono elencate nella tabella 1 mentre la tabella 2 dimostra con alcuni esempi la marcata variabilità ecostrutturale del tumore. Il collega urologo, in considerazione della integrità della vena renale e della cava inferiore, che appaiono prive di estensione neoplastica, decide di sottoporre comunque il paziente a nefrectomia sinistra completata successivamente con chemioimmunoterapia con intento curativo. Lʼanalisi del caso conferma lʼutilità dellʼimpiego sistematico dellʼecografia nello studio del Medico di Medicina Generale che ha permesso di giungere alla diagnosi di carcinoma renale in modo tempestivo in una situazione in cui un ritardo diagnostico anche modesto avrebbe inficiato ogni possibilità di trattamento chirurgico.