ANNO LXII N.44
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Luca Maurelli
«Puntiamo al 2018 ma puntiamo
domani mattina a fare subito le
cose che vanno fatte, altrimenti
lʼimpressione è la conservazione
per la conservazione». I propositi sono buoni, la squadra presentata dopo quasi tre ore di
colloqui con Napolitano è invece
deludente e senza particolari
guizzi, se non per lʼaffermazione
della parità di genere (otto uomini e otto donne): ma i nomi,
quasi tutti, sono pescati dalla nomenklatura del Pd, tranne che
per una rappresentante di Confindustria e per i confermati ministri del Nuovo centrodestra e
montiani. Tra le sorprese, cʼè sicuramente il siluramento di
Emma Bonino, che paga anche i
ritardi e le critiche per la gestione dellʼaffare Marò. Il sottosegretario alla presidenza del
Consiglio sarà Graziano Del Rio,
agli Esteri lʼesponente del Pd
Federica Mogherini, agli Interni
resta Angelino Alfano, alla Giustizia va Andrea Orlando, ex ministro dellʼAmbiente in quota Pd,
alla Difesa Roberta Pinotti, anchʼella Democratica. Tutto previsto anche al ministero
dellʼEconomia, nel quale si insedia il fedelissimo di DʼAlema Pier
Carlo Padoan, tecnico già presidente dellʼIstat, allo Sviluppo
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d’Italia
sabato 22/2/2014
Governo Renzi in salsa rossa:
un dalemiano allʼEconomia,
il re delle Coop al Lavoro, salta la Bonino
Economico va Federica Guidi, di
Confindustria, alle Politiche Agricole il piddino Maurizio Martina,
allʼ Ambiente lʼesponente di centro
Gianluca Galletti, alle Infastrutture
confermato Maurizio Lupi, al Lavoro si insedia il presidente di Legacoop Giuliano Poletti,
allʼIstruzione la montiana Stefania
Giannini, alla Cultura lʼex ministro
per i Rapporti col Parlamento
Dario Franceschini, mentre Beatrice Lorenzin del Ncd non si
muove dal ministero della Salute.
Tra i dicasteri senza portafoglio,
alle Riforme va la renziana Maria
Elena Boschi, alla Semplificazione Mariana Madia e agli Affari
Regionali il sindaco anti-ndrangheta Maria Carmela Lanzetta.
«Ci sono degli elementi di continuità e degli elementi di discontinuità, monsieur de La Palisse non
direbbe meglio», ha sottolineato
Renzi, ringraziando, con un pizzico di ipocrisia, il premier
uscente Enrico Letta.
La Sgrena: «Non paragonatemi ai Marò,
sono due delinquenti». E il web la “impallina”
Francesco Signoretta
Che la compagna Giuliana
Sgrena non sia mai stata un
mostro di simpatia è scontato.
Che non abbia fatto nulla per
diventare quantomeno digeribile è altrettanto scontato. Ma
che continui a fare la doppia
parte di vittima e di eroina è intollerabile. Coccolata dalla sinistra, destinata a finire come
immagine sulle magliette dei
militanti dei centri sociali, si sta
illudendo di essere la nuova
Che Guevara e crede di poter
dettar legge manco fosse Giulio Cesare. Questo atteggiamento,
un
mix
di
prevaricazione e di suppo-
nenza, non è passato inosservato e la Sgrena è diventata
subito un bersaglio del popolo
del web, un popolo difficilmente condizionabile dalle regole del politicamente corretto
imposto dai salotti della sinistra nostrana. Fioccano vignette e manchette, commenti
di fuoco e sfottò. Le parole
pronunciate sui marò pesano
ancora come pietre, non possono essere cancellate con un
colpo di spugna. Per lei, è umiliante essere paragonata ai
due militari italiani. Noi diciamo
che è umiliante il contrario, e
cioè che i militari italiani siano
paragonati a lei. Veniamo ai
fatti. Dopo la vicenda tragicomica di Luxuria in Russia, la
Sgrena ne ha approfittato per
mettersi in mostra, naturalmente a modo suo: «È
sciocco ma ancor più umiliante che Vladimir Luxuria,
nella sua disavventura russa
sia stato paragonato al caso
dei due marò, cosa che mi lascia totalmente basita e più
che altro inorridita dellʼaccostamento in quanto si tratta di
casi totalmente differenti. Aggiungerei inoltre che sono
stanca io stessa di venir sempre paragonata al caso dei militari italiani. Sia io che Vladimir
infatti non abbiamo nulla da
spartire con questi due individui, noi eravamo in missione di
pace, Vladimir poi, che conosco bene, è persona di pace e
andava semplicemente a far
valere dei diritti che in quel
paese ancora mancano, i tanto
decantati marò invece sono
due assassini che devono ancora essere giudicati per un
reato grave di cui lʼItalia, colpevolmente, non vuole farsi
carico. È vergognoso che due
virtuali delinquenti ci vengano
affiancati in maniera così ossessiva». Inutile aggiungere
un commento, la Sgrena ha
mostrato il meglio di sé. E se
questo è il meglio…
Si accende la macchina delle primarie
di Fratelli dʼItalia. Lollobrigida: è una grande sfida
2
Secolo
d’Italia
Antonella Ambrosioni
Per la prima volta un partito di
centrodestra mette i cittadini al
centro delle scelte politiche. Fratelli dʼItalia è pronta per il “debutto”, la macchina delle
primarie si accende questo fine
settimana consentendo al popolo di centrodestra di votare per
il presidente nazionale, per il
simbolo del partito, esprimere le
adesioni ai quesiti del programma e scegliere i delegati
che andranno a rappresentare il
partito al congresso di Fiuggi il 7
e lʼ8 marzo prossimi. Un appuntamento “storico” per il centrodestra, un debutto per quanto
riguarda le modalità di rinnovamento della classe dirigente, ma
anche un ritorno alle origini per
una formazione politica che si è
“sfilata” dalla casa madre del Pdl
«proprio quando le primarie che
si sarebbero dovute celebrare furono poi annullate», ricorda Francesco Lollobrigida, responsabile
organizzativo della due giorni di
consultazioni. Il cerchio si chiude,
dunque. «Proprio mentre si procede con il terzo governo che si
avvicenda senza il voto popolare,
proprio mentre le decisioni che
contano avvengono con lʼesproprio dei caposaldi della democrazia diretta, Fratelli dʼItalia inizia un
percorso in controtendenza, con
la volontà di dimostrare che lʼesigenza di una politica diversa e
partecipata non solo è sentita ma
è anche possibile». Sabato e domenica, quindi, gli elettori sono
chiamati ad esprimersi su diversi
punti, a partire dal presidente na-
Giovanna Taormina
«Renzi ha la maggioranza nel
suo partito, ma non in Parlamento. Molti deputati Pd sono
bersaniani e dalemiani». Il Cavaliere è tornato in piazza per la
manifestazione “Missione azzurra” che da San Lorenzo in
Lucina a Roma ha dato il via
alla campagna in giro per lʼItalia
volta alla nascita dei Club
Forza Silvio. Al centro della
piazza, proprio davanti lʼingresso del partito, è stato montato un palco da dove ha preso
la parola. Alle sue spalle uno
sfondo azzurro con la scritta
“Club forza Silvio” mentre davanti sono state posizionate alcune Fiat 500 bianche che
riportano sulle portiere il logo
dei Club. Immediata la frecciata
al prossimo premier, lo stesso a
cui assicurato unʼopposizione
responsabile: «Matteo Renzi ha
vinto le elezioni a Firenze con
111mila voti. Io sono stato votato 172 milioni di volte in ventʼanni. Dopo Monti, Letta e
Renzi si può dire che la sinistra
si è data ai giochi di palazzo».
La linea del Cav non è cambiata e di fronte a una platea di
giovani azzurri galvanizzati
dalla sua presenza ha ripetuto
ancora una volta quello che
ormai dice da giorni: «È matematico che alle prossime elezioni vinceremo noi. Spero che
in questi quattro anni si possano fare le riforme». Ma poi ha
aggiunto: «La sinistra vuole
mettere una patrimoniale da diversi miliardi di euro». Poi, è
tornato a parlare delle ultime
settimane del suo governo: «Il
2011 fu un anno di tempesta totale. I magistrati si sono inventati cose assurde su di me. Ma
abbiamo lasciato il Paese con i
conti in ordine». Napolitano, ha
ricordato
Berlusconi,
«mi
mandò a Cannes a mani vuote.
Così feci la figura di quello che
non mantiene gli impegni. Il
sorriso di Merkel e Sarkozy fu
un assassinio per la mia immagine». Ora toccherà ai giovani
azzurri portare in giro per le regioni il progetto dei Club.
Berlusconi torna in piazza a Roma:
«Renzi non ha la maggioranza
in Parlamento»
zionale di FdI, dice Lollobrigida,
chiarendo quella che da più parti
è stata definita unʼanomalia,
ossia la candidatura unica di
Giorgia Meloni. «Le cose sono
andate così: abbiamo aperto ad
altre candidature esterne a FdI,
sempre allʼinterno del centrodestra: non essendo giunte proposte né alternative, ci è sembrato
coerente non procedere con
candidature fittizie. Sarebbe
stato certo poco credibile proporre alla presidenza La Russa
o Crosetto, oltre alla Meloni,
quando tutti sanno che si è votato tutti insieme il documentobase che vede in Giorgia la
sintesi di tutte le istanze. Tanto
più che la Meloni ha chiesto per
ottobre nuove primarie, proprio
per sollecitare altre sensibilità
che nel frattempo possano essere emerse dalle risposte del
territorio». Chi ha ironizzato è
servito.
Gli elettori potranno poi votare il
simbolo di FdI, scegliendolo tra
gli otto proposti nella scheda,
«elaborati sia con lʼausilio di professionisti della grafica sia inviati
on line dai nostri simpatizzanti.
Ne sono giunti oltre un centinaio
e noi abbiamo cercato un sintesi». Il terzo voto riguarda le primarie delle idee. «Chi andrà a
votare potrà dire la sua su 10
questioni e tematiche calde.
Questa è la novità», spiega il responsabile dellʼorganizzazione,
si votano non sono nomi ma progetti. «Si parla di blocco allʼimmigrazione,
uscita
dallʼeuro,
concorrenza sleale al Made in
Italy, condoni esattoriali per le famiglie in difficoltà, evasione fiscale, elezione diretta del
presidente della Repubblica: su
alcune temi siamo stati voluta-
SABATO 22 FEBBRAIO 2014
mente “provocatori”, perché le risposte dei cittadini saranno per
noi vincolanti nel procedere con i
nostri programmi che elaboreremo da qui fino al Congresso di
marzo a Fiuggi». Si voterà, infine, per i grandi elettori che andranno al Congresso. «Sono
3150 in tutta Italia e si potrà votare con le preferenze, massimo
5 nei grandi centri, fino a un minimo di 3 nei piccoli comuni. Al
termine di questo percorso di
partecipazione popolare, il momento congressuale più che un
adempimento delle regole interne sarà una grande festa di
proposta politica». Alle primarie
di FdI possono votare tutti i cittadini comunitari, dai 16 anni in su,
muniti di documento di riconoscimento e previo il pagamento minimo di 2 euro e la sottoscrizione
di un manifesto politico, se non
iscritti al partito. Si vota sabato
dalle 9 alle 20 e domenica, dalle
9 alle 18. «Sono oltre 800 i seggi
in tutta Italia e abbiamo previsto
il controllo elettronico che eviti il
doppio voto. Si potrà votare
anche on line, ma solo per il simbolo e il programma». Spiega
Lollobrigida: «Per FdI le primarie
sono una sfida, unʼimpresa, con
lʼobiettivo di definire di un centrodestra credibile, frutto di un dibattito vero, consapevoli che
possa esistere una politica ancorata alla verità, alla verifica sul
campo, alla partecipazione popolare, come è nel Dna della Destra». (Sul sito www.fratelli-italia.
it si potranno acquisire tutte le informazione necessarie per andare a votare nel seggio più
vicino. La sede di FdI di via San
Teodoro a Roma è naturalmente
disponibile per acqisire materiali
e notizie utili).
L'ira dei colleghi del pizzaiolo suicida:
ci state uccidendo tutti
SABATO 22 FEBBRAIO 2014
Secolo
3
d’Italia
Redazione
«Scrivetelo che l'hanno ucciso,
scrivetelo. Lo hanno ucciso»: attimi
di tensione ai funerali di "Eddy"
Eduardo De Falco, il commerciante di 43 anni che si è ucciso
ieri davanti alla sua abitazione a
Pomigliano d'Arco (Napoli), dopo
aver ricevuto una multa di 2000
euro dall'Ispettorato del lavoro per
la presenza della moglie, priva di
regolare contratto, nella pizzeria a
taglio "Speedy PIzza" di cui l'uomo
era titolare a Casalnuovo. Il suocero di Eddy, al termine della cerimonia religiosa, ha urlato il proprio
dolore alle telecamere presenti davanti la gremitissima chiesa Santissima Maria del suffragio, dove
amici, parenti, e commercianti di
Pomigliano e Casalnuovo, si sono
riuniti attorno alla famiglia del
43enne, distrutta dal dolore per la
perdita del proprio caro. L'uomo
brandiva una busta con alcune
centinaia di euro che, ha spiegato
ai giornalisti, gli sono stati dati da
una pensionata che ha voluto
esternare così la propria solidarietà alla moglie ed ai tre figli del
commerciante suicidatosi ieri con i
gas di scarico della propria vettura.
Rabbia, dolore, e tanta commozione per un gesto che nessuno
dei presenti pare avesse presagito.
«Era molto orgoglioso - raccontano i vicini di casa - una bravissima persona, rispettosa, discreta,
che non voleva dare fastidio a nessuno. Lavorava da quando era
bambino, e forse non voleva subire
l'umiliazione di farsi prestare i
soldi. Non aveva detto a nessuno
delle sue difficoltà. Come faranno
ora Lucia ed i bambini». Parole
confermate da una zia di Eddy, che
aveva racimolato i soldi necessari
per pagare la multa entro le 24 ore
necessarie per non ricevere altre
sanzioni accessorie. «Li avevo
pronti per darglieli - spiega tra le lacrime - ed invece lui non c'è più».
Rabbia nelle parole dei commercianti di Casalnuovo, che oggi
hanno effettuato una serrata in
segno di solidarietà e protesta e
che, all'uscita della bara dalla
chiesa, hanno inveito contro i politici presenti, tra i quali il sindaco di
Casalnuovo, Antonio Peluso, alcuni assessori e consiglieri anche
di Pomigliano, presenti alla cerimonia funebre con i gonfaloni dei
due comuni. «Ci stanno uccidendo
tutti - hanno gridato i commercianti
- i politici si fanno vedere solo
quando qualcuno di noi si uccide, o
alla notte bianca. Si vergognassero. Non dovevano venire qui.
Siamo esasperati, ogni giorno
qualcuno chiude, ci si ammazza, e
nessuno fa nulla, dalle istituzioni
locali a quelle nazionali. Vergogna». Chiusi nel silenzio, invece, la
moglie del commerciante, Lucia,
che non ha tolto gli occhi dalla
bara, in evidente stato di choc, sostenuta da alcuni parenti, a poca
distanza dalla figlia maggiore, di
appena 14 anni, e dai suoceri ed i
cognati.
Redazione
A gennaio i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della
persona crescono dell'1,3% sull'annua, quasi il doppio dell'inflazione, ma in frenata su dicembre
(+1,7%). Lo ha rilevato l'Istat diffondendo l'indice "grocery", l'insieme dei prodotti, dalla pasta allo
shampoo, che rientrerebbe nella
busta uscendo dal supermercato.
L'Istituto di statistica ha rilasciato
così per la prima volta il dato sulle
variazioni dei listini nelle "grocery",
tradotto drogherie o più semplicemente, appunto, supermercati. Insomma, tutti i luoghi dove si fa la
spesa giornaliera, che non solo
comprende il cibo, ma anche i prodotti per le faccende domestiche,
in primis i detersivi, e ancora tutto
quello che serve per l'igiene personale (dal dentifricio al deodorante), compresi i prodotti di
bellezza, come le diverse creme.
Per la Coldiretti sono i vegetali freschi a far segnare il maggior aumento congiunturale dei prezzi a
gennaio con un incremento del 4,6
per cento dovuto soprattutto alle
bizzarrie del tempo. I fattori stagionali, ha sottolineato la Coldiretti,
hanno
influenzato
l'andamento dei prezzi che tuttavia
per i vegetali freschi risultano in
flessione dello 0,9 per cento rispetto allo scorso anno. Rialzi
congiunturali si rilevano per i
prezzi del pesce fresco di acqua
dolce (+2,8 per cento), con un rincaro record dell'8,8 per cento rispetto allo scorso anno, mentre il
pesce fresco di mare aumenta rispetto a dicembre (+1,4%) ma
cala (-0,5 per cento) rispetto al
gennaio 2013. Per la Cia-Confederazione italiana agricoltori il
fatto che l'inflazione rimane ferma
non vuol dire che i consumi ripartono. Anzi, il tasso resta così
basso anche a causa di una domanda interna molto debole, con
gli italiani costretti a una feroce
"spending review" perfino sul cibo,
che ha portato nel 2013 a un crollo
del 4 per cento della spesa alimentare pari a meno 2,5 miliardi di
euro. Infine, per Federconsumatori
e Adusbef un'inflazione allo 0,7%
e un carrello della spesa all'1,2%,
anche se rappresentano dati ''sottostimati'', comporterebbero su
base annua «un aggravio di 368
euro annui per una famiglia composta da tre persone».
Inflazione, ai supermercati i prezzi
crescono il doppio dell'inflazione
Il leader del Pd
si è già comportato
peggio degli altri
Redazione
«Sono delusa da Renzi dal punto
di vista generazionale, perché io
alla storia dei quarantenni che
cambieranno tutto, diranno la verità, saranno coerenti, ci avevo
creduto. Ed ero affascinata dall'idea di una persona che, spinta
dal consenso dal basso, combatte
contro l'establishment. Ma diventato establishment anche lui, si
sta comportando peggio degli altri
e sembra essere molto sostenuto
da quegli stessi poteri forti che
stanno massacrando gli italiani».
Così Giorgia Meloni, capogruppo
di Fratelli d'Italia alla Camera, a
IntelligoNews. «Quello che non è
chiaro, tuttavia, è che cosa cambierà rispetto all'esecutivo visto
nell'ultimo anno, a parte le terga
che siedono sulla poltrona di premier. Ci troviamo infatti di fronte
alla stessa maggioranza e agli
stessi partiti hanno già votato gli
invotabili provvedimenti di Letta»,
ha aggiunto la Meloni. Quanto alla
formazione del nuovo governo ha
un unica curiosità: «Una cosa mi
interessa e molto: voglio un ministro dell'Economia che faccia gli
interessi degli italiani e non delle
consorterie europee. Non voglio
più vedere infatti persone scelte
sulla base del gradimento che riscuotono a Bruxelles, che hanno
la benedizione della Merkel o che
arrivano dal mondo delle banche.
Sui primi 100 giorni non sono
molto fiduciosa».
Gran Bretagna, la chiesa si scaglia
contro il governo: non abolire il welfare
4
Secolo
d’Italia
Antonio Pannullo
Un monito così non lo si ricordava
dai tempi di Margaret Thatcher. Il
governo conservatore britannico
forte dei segnali che indicano una
ripresa economica insiste sul fatto
che le sue politiche di austerity e
tagli funzionano, che è la strada
giusta e va perseguita, ma si moltiplicano le voci dei leader religiosi
che invece condannano la riforma
del welfare e la riduzione dei sussidi: stanno «affamando il Paese»,
dicono un po' drammaticamente.
Con una lettera aperta, pubblicata
dal Daily Mirror, 41 religiosi, tra cui
27 vescovi della chiesa d'Inghilterra, ma anche quaccheri e metodisti, hanno denunciato la riforma
del welfare e i tagli operati dal governo affermando che creano una
«crisi nazionale» e invitando a fare
un passo indietro, indicando al
primo ministro David Cameron che
«agire è un imperativo morale».
Nel farlo gli esponenti religiosi citano i dati secondo cui dalla scorsa
Pasqua mezzo milione di persone
si è rivolto alle banche del cibo nel
Regno Unito, dove lo scorso anno
5.500 persone sono state ricoverate in ospedale per malnutrizione.
Sottolineano poi come i prezzi per
il cibo siano aumentati senza
sosta, fino al 30% in cinque anni,
mentre i salari rimangono immutati. Si tratta, sottolinea ancora il
quotidiano, di un appello duro e risoluto di un livello senza precedenti dai tempi di Margaret
Thatcher quando la Chiesa d'Inghilterra lanciò un monito rimasto
noto come il rapporto "Faith in the
City" in cui criticava le politiche
della Lady di Ferro. La comunità
religiosa sembra esporsi in maniera compatta: sull'argomento si
erano espressi sia l'arcivescovo di
Canterbury (il leader spirituale
della chiesa d'Inghilterra Jusyin
Welby), già critico verso la riforma
del Welfare, e nei giorni scorsi
anche l'arcivescovo cattolico Vin-
cent Nichols - massima autorità
cattolica nel Paese e da poco nominato cardinale da papa Francesco - che aveva puntato il dito
contro i tagli ai benefit con parole
dure, denunciando lo smantellamento di quella rete di sicurezza
che il welfare rappresenta per una
consistente fetta della società. Parole che hanno indotto alla replica
sia del primo ministro conservatore
David Cameron sia del vicepremier liberal democratico Nick
Clegg: il primo difende le scelte di
governo evocando a sua volta una
missione morale volta a cambiare
il sistema, a dare speranza e a indurre alla responsabilità. Clegg ha
definito le accuse esagerate.
Redazione
Oltre che per la celebrazione del 35°
anniversario della rivoluzione khomeinista, questo sarà ricordato da molti
esportatori italiani in Iran come il mese
in cui il governo ha riaperto le frontiere
alla miliardaria "categoria 10": è l'ultima
di quelle in cui sono ripartiti i beni importati e raccoglie i prodotti considerati
di lusso dalla repubblica islamica ancora assediata dalle sanzioni. Per
"lusso" l'Iran intende tutti quei prodotti
per i quali esiste una produzione locale:
di conseguenza vengono considerati
superflui e dannosi per l'economia iraniana. I toni nazionalistico-autarchici
che avevano gettato le basi per il
bando alle importazioni di categoria 10
erano iniziati già nel marzo 2012, in occasione del discorso di apertura del
nuovo anno iraniano, fatto dalla Guida
Suprema Alì Khamenei. Sei mesi dopo,
il numero delle categorie ufficialmente
bandite era arrivato a 77 includendo
abbigliamento ed elettrodomestici,
cibo, automobili e alcune materie
prime. «La decisione presa dal governo
iraniano non ha rappresentato tuttavia
un atto autarchico in risposta alle misure restrittive prese dall'Onu e dalla
Comunità europea in materia di embargo contro il programma nucleare
iraniano», sostiene Luca Miraglia, amministratore delegato di Quarkup
(www.quarkup.com), una società di
consulenza molto attiva a Teheran. «Riducendo i valori d'import - ha spiegato
- il governo ha cercato di porre un freno
alla profonda svalutazione della moneta locale». Secondo le stime più attendibili, i prodotti in categoria 10
sarebbero responsabili di circa 4 miliardi di dollari nella bilancia dell'import.
Non riguardando generi (e relative categorie) di prima necessità, le transazioni coinvolgono cambiavalute privati
al tasso di cambio del ''mercato libero''
(o nero). Un dibattito sulla liberalizzazione della categoria era iniziato all'indomani dell'insediamento della nuova
amministrazione del presidente Hassan
Rohani e il suo concretizzarsi appare
condizionato dalle preoccupazioni sul
valore del Rial che, da qualche mese,
gode di una certa stabilità, pur scambiando ancora a valori doppi rispetto al
2011. Ufficialmente riaperta nella seconda settimana di febbraio, la categoria 10 è stata nuovamente richiusa a
distanza di pochi giorni. «Sembrerebbe
un passaggio tecnico - commenta Miraglia - Il governo si starebbe preparando
a un sostanziale aumento dei già alti
dazi doganali, al punto di raddoppiarli
per fronteggiare un eventuale impatto
sul Rial. Ma la decisione finale sulla riapertura all'import nella categoria 10 non
dovrebbe mutare», aggiunge l'a.d. di
Quarkup.
SABATO 22 FEBBRAIO 2014
Zimbabwe, Mugabe
compie 90 anni.
Ancora al potere
Sorpresa, l'Iran riapre le frontiere ai beni
di lusso. Gli esportatori esultano
Redazione
Non c'è l'omaggio unanime dei
potenti del mondo a rendere più
solenne il compleanno di Robert
Mugabe, dittatore dello Zimbabwe
da oltre un trentennio, che compie
90 anni, di fatto isolato dalla comunità internazionale. Il più anziano capo di Stato africano ha
perso molti amici, e si è fatto molti
nemici, durante la lunga strada
che lo ha portato da presunto
eroe della lotta di liberazione a
contestato padre-padrone del
Paese. Mugabe ha perseguito
una politica revanscista nei confronti dei bianchi del suo Paese.
Nell'agosto scorso ha giurato per
il suo sesto mandato alla guida
dello Zimbabwe, dopo aver vinto
con una maggioranza un po'
meno bulgara di altre occasioni (il
61%) le elezioni del 31 luglio e
con la consueta contestazione
dell'opposizione guidata da Morgan Tsvangirai, uomo politico più
volte incarcerato e perseguitato.
Una atmosfera assai diversa da
quella trionfale dei giorni dell'indipendenza, nel 1980, e dei primi
anni di governo segnata dall'ammirazione dell'occidente nei confronti di quel leader che
proclamava la riconciliazione con
i bianchi. Riconciliazione che si
concretizzò in sequestri e confische dei beni. La durissima lotta
tra il partito di Mugabe, lo Zanu,
(di etnia shona) e lo Zapu dello
ndebele Joshua Nkomo lasciò sul
terreno migliaia di morti e l'accordo della fine degli anni '80
sancì di fato l'esclusività del potere di Mugabe che, dopo un settennato da premier, nel 1987 si
era autoproclamato presidente e
aveva eliminato la carica di primo
ministro.
Contrabbando di sigarette, in Campania
evasi 4,6 milioni di euro
SABATO 22 FEBBRAIO 2014
Secolo
5
d’Italia
La cannabis
può uccidere
attaccando il cuore
Redazione
I tributi statali evasi in Campania nel
2013 con il contrabbando di sigarette
ammontano a oltre 4,6 milioni di
euro. E' quanto emerge dagli accertamenti compiuti dai reparti del comando regionale della Guardia di
Finanza della Campania. In un rapporto sulla situazione, le Fiamme
gialle evidenziano che il contrabbando determina una contrazione
delle vendite legali che si riverbera,
con notevoli effetti economici negativi, su tutti i soggetti della filiera del
tabacco, dai produttori alle rivendite,
che fornisce lavoro a oltre 190 mila
persone.
Nel solo 2010 i danni arrecati agli
operatori del settore in Italia sarebbero quantificabili in una forbice
compresa tra i 650 milioni e gli 1,3
miliardi di euro.
La Campania risulta essere tra le
prime regioni nelle quali si registra un
calo significativo delle vendite, con
picchi rilevanti nelle province di Napoli e Caserta.
Un aspetto rilevante del rapporto è
quello dei pericoli per la salute visto
che le sigarette di contrabbando
vengono realizzate con prodotti che
spesso non rispettano gli standard
minimi.
I risultati delle analisi chimiche dimo-
strano che sono prodotti realizzati
con tabacco, cartine e filtri di scarsa
qualità contenenti addirittura in alcuni casi sostanze tossiche, metalli
pesanti e arsenico. Quanto agli interventi effettuati, nel 2013 sono
state sequestrate oltre 40,8 tonnellate di tabacchi lavorati esteri, denunciate 1788 persone: 96 gli
arrestati con la sottrazione alle organizzazioni che gestiscono il traffico illecito di 77 automezzi e 23 immobili.
Rispetto ai sequestri operati in tutta
Italia, la Campania si è attestata al
34,32 per cento del totale nazionale.
Le risultanze investigative confermano un costante incremento dei
flussi illegali provenienti, soprattutto
via mare, a mezzo container, dalla
Grecia e dalla Cina e via terra dalla
Repubblica di Moldavia, dalla Bulgaria e dall'Ucraina.
Per i piccoli carichi vengono utilizzati
furgoni, camper o auto dotati di appositi doppifondi. Per quanto riguarda i grandi quantitativi si fa
ricorso a carichi di copertura costituiti
da frutta, generi di largo consumo,
materiali plastici, pannelli in cartongesso e materiali da costruzione ovvero ad intercapedini appositamente
ricavate nei pianali degli autocarri.
Adottando, nel contempo, tecniche
di schermatura per superare la tecnologia di ricerca che si basa sull'utilizzo degli scanner, sia in ambito
portuale che lungo le strade dalle
pattuglie della Finanza.
Redazione
Per quasi tre anni cinque milioni di
euro confiscati con sentenza definitiva a Massimo Ciancimino, figlio di
don Vito, l'ex sindaco mafioso del
sacco edilizio di Palermo, sono rimasti in una cassaforte di una banca
svizzera. L'autorità giudiziaria italiana
– gli stessi magistrati non sanno
bene chi di loro dovesse intervenire
– si è semplicemente dimenticata di
recuperare la somma passata nel patrimonio dello Stato dopo la condanna per riciclaggio inflitta a
Ciancimino jr nel 2011. I cinque milioni di euro, depositati su un conto di
un istituto di credito di Lugano, sarebbero parte dello smisurato tesoro
di don Vito, riciclato appunto dal pargolo dell'ex primo cittadino. Una dimenticanza, quella dei giudici, che a
breve avrebbe potuto far tornare il
denaro nelle tasche dell'aspirante te-
stimone di giustizia, sotto processo
per concorso in associazione mafiosa e calunnia al processo sulla trattativa Stato-mafia e pluri-indagato
dalle procure di mezza Italia. Solo la
segnalazione del procuratore di Lugano al gip di Palermo Gioacchino
Scaduto e al pm Carlo Marzella ha
evitato che i soldi venissero restituiti.
La sentenza definitiva che ha condannato Ciancimino a due anni e otto
mesi per riciclaggio dispose la confisca, oltre che del denaro, di un immenso patrimonio che comprendeva
immobili, titoli, uno yacht e polizze
assicurative. Il figlio dell'ex sindaco
era accusato anche di intestazione
fittizia di beni, imputazione che venne
invece dichiarata prescritta. Per un
difetto di coordinamento tra magistrati, dunque, dal passaggio in giudicato del verdetto il denaro è rimasto
in Svizzera. Ora, il gip Scaduto tra-
mite rogatoria al ministero della Giustizia, ne ha chiesto la restituzione.
Anche se parte della somma resterà
oltralpe a titolo di commissione come
prevede la legge svizzera. La stessa
legge che consente all'interessato di
riprendersi il denaro se l'autorità giudiziaria non se ne impossessa entro
un certo termine. Processato in abbreviato, Ciancimino ebbe uno
sconto di pena in appello e poi in
Cassazione. Il processo ruotava attorno al patrimonio illecito accumulato
dall'ex sindaco. Insieme a Ciancimino
finì alla sbarra il tributaria Gianni
Lapis, radiato dall'Ordine dopo la
condanna.
Mafia, trovati 5 milioni di Ciancimino
dimenticati a Lugano
Redazione
In rari casi la cannabis può uccidere "attaccando" il cuore, anche
senza il contributo di altre sostanze pericolose come droghe e
alcolici. E' quanto suggerito da un
piccolo studio tedesco su 15 casi
di morte studiati in maniera dettagliata con autopsia, test tossicologici, esami di tutti gli organi, test
genetici. La cannabis sarebbe responsabile di due di questi decessi. Condotto da Benno Hartung
dell'Università di Düsseldorf, lo
studio è stato pubblicato sulla rivista Forensic Science International
e riportato online dal magazine
britannico New Scientist. L'esperto
ha eseguito esami dettagliatissimi
sui 15 soggetti deceduti, per scartare qualunque altra causa di
morte: in due casi, afferma Hartung, la morte non può essere che
attribuita alla cannabis. I due uomini sono deceduti per aritmia cardiaca e avevano elevati livelli
ematici della sostanza (THC) che
indica consumo di cannabis,
segno che avevano fumato marijuana poco prima di morire. Ma si
tratta comunque di casi isolati e
studi simili andrebbero ripetuti su
più grossi campioni di individui per
affermare con certezza che la
cannabis può essere fatale. Resta
il dato che l'abuso di cannabis per
lungo tempo può aumentare il rischio di schizofrenia e depressione e di problemi cardiaci e
respiratori.
De Corato: «Bene la vendita di quote Sea alla Regione
Lombardia, all'ortomercato di Milano torni la polizia»
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Redazione
«Sul fronte delle società partecipate di Milano è quanto mai necessario adottare misure precise e
concrete». È quanto ritiene Riccardo De Corato, vicepresidente
del Consiglio comunale e capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione, che al riguardo ha proposto
al Consiglio comunale una serie
soluzioni che possono così essere
riassunte. Sul fronte Sea (Società
Esercizi Aeroportuali) ritengo che
sarebbe auspicabile la dismissione
di una quota della società a un ente
pubblico come Regione Lombardia: faciliterebbe la vendita e permetterebbe agli scali di Linate e
Malpensa di restare in mano pub-
Secolo
d’Italia
blica. Gli introiti di questa operazione dovrebbero essere investiti
dal Comune in opere pubbliche o
servirebbero a Sea per migliorare i
servizi a terra dei due aeroporti.
Per quanto riguarda Atm (Azienda
Trasporti Milanesi), è necessario
chiedere un tempestivo miglioramento della puntualità della rete di
superficie e un rinnovamento delle
linee metropolitana: basterebbe rinunciare ai prelievi dei dividendi,
come invece è stato fatto per i bilanci del Comune 2012 e 2013. Occorre, infine, aumentare la
sicurezza sia degli utenti del servizio pubblico sia del personale,
troppo spesso vittima di aggressioni. Passando ad A2A (Aem-
Asm-Amsa) – continua De Corato
– invito la società a informare il
Consiglio comunale sullʼutilizzo dei
proventi ricavati dalla vendita del
5% delle azioni. La invito, inoltre, a
una maggiore trasparenza, dal momento che alcuni atti richiesti dalla
maggioranza non sono ancora stati
forniti. Chiedo anche che il Consiglio comunale riceva una relazione
trimestrale sulla consociata A2A
Ambiente e sui suoi rapporti con
Amsa. Sul fronte Afm (Azienda Farmacie Milanesi), chiedo l'impegno
a monitorare lʼefficienza: occorre
salvaguardare il personale, visto
che la società Admenta ha fatto sapere di voler procedere a licenziamenti. Per quanto riguarda Amat
(Agenzia Mobilità Ambiente Territorio), invito la società a utilizzare il
personale che già ha a disposizione, senza ricorrere a continue e
costossissime consulenze esterne.
Infine Sogemi. Invito la società –
conclude De Corato – a portare in
Consiglio comunale la delibera che
riguarda il processo di trasformazione dei Mercati Generali, in modo
che sia resa produttiva lʼarea dellʼex macello, tuttora occupata abusivamente da Macao. Sul fronte
sicurezza, auspico il ritorno del
posto di polizia nellʼarea del mercato. Senza, è del tutto inutile parlare di sicurezza come ha fatto il
sindaco, e di legalità».
al procedimento penale n. 691/14,
aperto dalla Procura della Repubblica. «Nellʼesposto, anche grazie
alle continue proteste e segnalazioni
del sindacato degli infermieri Nursind
San Camillo, ho denunciato tutte le
violazioni e omissioni commesse,
con lʼevidente stato di alcuni pazienti
che venivano curati a terra sui materassi, con il personale costretto a
ritmi impossibili e i pazienti in attesa
di ricovero in condizioni davvero
precarie. Ma non solo: nel documento di denuncia si mette in dubbio anche la trasparenza
dellʼoperato della Regione. Esistono
467mila euro per lʼampliamento del
Pronto Soccorso del San Camillo
che ad oggi non risultano essere
stati utilizzati per migliorare una condizione di criticità che non riesce a
contenere in maniera adeguata lʼafflusso dei pazienti. Nella maggior
parte dei Pronto Soccorso ci sono
locali limitati a tal punto che gli utenti
sono costretti a sopportare condizioni di promiscuità in cui viene lesa
ogni dignità umana. Una battaglia,
quindi – conclude Santori – che proseguirà anche negli altri Pronto Soccorso che vivono analoghe
situazioni di degrado».
Roma, una vittoria l'apertura dell'inchiesta
giudiziaria sul Pronto Soccorso del San Camillo
Redazione
«Non posso che esprimere soddisfazione per lʼapertura dellʼinchiesta
della magistratura in conseguenza
dellʼesposto che avevo avuto modo
di presentare sulle condizioni vergognose in cui si trova il Pronto Soccorso dell'ospedale San Camillo
denunciando anche le gravissime situazioni di tutti i Pronto Soccorso laziali. È una vittoria, soprattutto
perché in quei giorni la Regione
Lazio, invece di intervenire concretamente, era arrivata a denunciare chi
denunciava». Così dichiara Fabrizio
Santori, consigliere di La Destra alla
Regione Lazio e componente della
commissione Salute, che il 18 febbraio, assistito dallʼavvocato Luisa
Cicchetti di Assotutela, aveva presentato ulteriori integrazioni in merito
SABATO 22 FEBBRAIO 2014
Perugia, le promesse
tradite da Ferrovie
dello Stato in materia
di sicurezza
Redazione
Il consigliere comunale di Forza
Italia Carlo Castori ha inviato una
lettera al deputato Pietro Laffranco
e al sindaco di Perugia volta a riportare i vertici delle Ferrovie dello
Stato ad un tavolo inter-forze per
avere certezze sul tanto sbandierato piano di installazione delle telecamere all'interno della stazione
e agli ingressi che non è mai partito. «Ci troviamo a fine febbraio e
non c'è notizia né traccia - spiega
- della riqualificazione della stazione di Fontivegge, che sia Fs
che Rtf hanno annunciato più
volte. Secondo le loro dichiarazioni, entro marzo sarebbero state
installate qualcosa come 80 telecamere in un'area sensibile come
quella della stazione. Il sottopassaggio di via Sicilia è uno dei luoghi più degradati e pericolosi della
città, tanto è vero che spesso le
guardie giurate devono intervenire
in soccorso dei cittadini, chiamando poi le forze dell'ordine, lasciando il loro servizio a difesa dei
condomini della zona. L'investimento previsto era di un milione di
euro». Castori sollecita l'intervento
immediato del sindaco e dei deputati umbri per avere informazioni e
fare pressioni sulle Ferrovie dello
Stato. «C'è un patto che va rispettato. Non si può usare Perugia
solo come scalo commerciale o
come bancomat. I patti vanno rispettati, soprattutto quando si
parla di sicurezza dei cittadini».
Il fumetto si tinge di giallo: tre giorni per nutrire
l'immaginario con Cartoomics a Milano
Secolo
SABATO 22 FEBBRAIO 2014
d’Italia
Redazione
Per la sua ventunesima edizione, “Cartoomics - Movies, Comics and Games” torna
con un calendario ricco di mostre ed eventi
dedicati al mondo del fumetto, del fantastico, dei giochi, dei videogames del collezionismo, del cinema e della musica. Oltre
200 espositori provenienti da tutta Italia si
danno appuntamento a Rho Fiera Milano
dal 14 al 16 marzo. Fondata nel 1992 Cartoomics si è ormai imposto all'attenzione
di pubblico e media come uno degli appuntamenti più importanti del calendario
fumettistico italiano. Un appuntamento che
si evolve, arricchendosi di novità e "contaminazioni" con settori che fumetto non
sono, ma che dal mondo dei comics hanno
tratto e traggono linfa vitale (cinema, gadget, fantasy e fantascienza, cosplay).
Prendendo a prestito il titolo del famoso
film di Carlo Lizzani uscito nel 1968, la mostra di punta di questa edizione di Cartoomics ci parla di come cinema e fumetto
hanno raccontato la Milano degli anni “difficili”, tra inseguimenti, rapine e avventure.
Curata da Riccardo Mazzoni, in collaborazione con Il Cerchio Giallo e il sito Action&Action, la mostra si intitola “Banditi a
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Milano! Guardie e ladri all'ombra della Madonnina (e del fumetto)” All'interno della
mostra ci sarà anche un omaggio a Enzo
Jannacci, con la presentazione del libro
“Unico indizio le scarpe da tennis”, che rivisita in chiave noir il brano El portava i
scarp del tennis del cantautore scomparso. A cinquantʼanni dalla pubblicazione
del brano, lo sceneggiatore Davide Barzi
celebra Jannacci con un noir metropolitano in lavorazione dal 2010 e che vede
ora finalmente la luce. Da non perdere poi
l'omaggio ai grandi, da Tex Willer al “Fantastico mondo dei Peanuts”, da Charlie
Brown a Snoopy. Non mancheranno le
aree dedicate alle saghe più in voga del
momento, da Star Wars a Resident Evil, e
la Foresta Magica, la zona riservata ai
mondi fantasy. Spazio anche ai giochi per
tutta la famiglia, dai classici giochi da tavolo alle divertenti versioni giganti di classici come Monopoly e Twister, fino ai
videogames di ultima generazione. Insomma tre giorni di fumetto, giochi e immaginario da far sognare. Tra le attrattive
della manifestazione anche la Cosplay
City, dedicata a tutti coloro i quali amano
impersonare i loro personaggi dei fumetti
preferiti.
Dal genio di Matisse a Rodin, in viaggio tra le mostre del week-end
Redazione
A Ferrara il genio di Matisse, a Vicenza la storia del paesaggio dai
Carracci a Monet, a Roma i capolavori del Museo d'Orsay da Corot a
Van Gogh, a Rovigo la grande pittura
nordica da Klimt a Munch: queste le
mostre che si aprono nel week end
dando il via alla nuove stagione
espositiva. Roma non è da meno e
propone un'importante rassegna dedicata ai marmi di Auguste Rodin.
Cominciamo da Ferrara, dove il tema
della figura, il segno scultoreo, lo
strepitoso senso del colore sono al
centro di una grande mostra che fino
al 15 giugno Palazzo dei Diamanti
dedica al genio delle avanguardie
Henri Matisse. Per illustrare la sua
straordinaria rivoluzione pittorica
sono giunte dalle maggiori collezioni
internazionali opere capitali, che ripropongono l'intero percorso creativo
dell'artista francese, A Vicenza
“Verso Monet. Storia del paesaggio
dal Seicento al Novecento” arriva alla
Basilica Palladiana, fino al 4 maggio.
A Roma i capolavori di Monet, Van
Gogh, Gauguin, Degas, Manet,
Corot e molti altri sono in mostra al
Complesso del Vittoriano dal 22 febbraio all'8 giugno. Grazie a un prestito eccezionale del Museo d'Orsay,
l'importante esposizione allestisce 70
opere realizzate tra il 1848 e il 1914
dai più celebrati maestri francesi. A
Rovigo troviamo paesaggi innevati,
lunari, visioni di natura inquieta e si-
lenziosa, figure simboliche o esoteriche: tutti i temi della pittura nordica
sono al centro della grande mostra
allestita fino al 22 giugno a Palazzo
Roverella. Esposti i capolavori di indiscussi maestri di cultura tedesca e
scandinava quali Boecklin, Hodler,
Klimt, Klinger, von Stuck, Khnopff,
Munch. Arriviamo infine a Roma. Dal
celeberrimo Bacio alla Mano di Dio
ai ritratti di Puvis de Chevannes, i
marmi di Rodin arrivano nella Capitale per la mostra allestita fino al 25
maggio negli spazi delle Terme di
Diocleziano. 62 opere provenienti dal
Museo Rodin raccontano la passione del grande maestro francese
per l'Italia e l'arte di Michelangelo e
per una materia come il marmo per
Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale
Editore
SECOLO DʼITALIA SRL
Fondatore
Franz Turchi
d’Italia
Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76
Consiglio di Amministrazione
Tommaso Foti (Presidente)
Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato)
Alessio Butti
Antonio Giordano
Antonio Triolo
Ugo Lisi
la quale elaborò una nuova, diversa
poetica. La mostra presenta uno dei
più famosi capolavori, il Bacio,
marmo monumentale dalla straordinaria sensualità.
Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà
Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503
mail: [email protected]
Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171
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Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503
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La testata fruisce dei contributi
statali diretti di cui alla legge
7 agosto 1990 n. 250
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La Sgrena: «Non paragonatemi ai Marò, sono due