ANNO LXII N.44 Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Luca Maurelli «Puntiamo al 2018 ma puntiamo domani mattina a fare subito le cose che vanno fatte, altrimenti lʼimpressione è la conservazione per la conservazione». I propositi sono buoni, la squadra presentata dopo quasi tre ore di colloqui con Napolitano è invece deludente e senza particolari guizzi, se non per lʼaffermazione della parità di genere (otto uomini e otto donne): ma i nomi, quasi tutti, sono pescati dalla nomenklatura del Pd, tranne che per una rappresentante di Confindustria e per i confermati ministri del Nuovo centrodestra e montiani. Tra le sorprese, cʼè sicuramente il siluramento di Emma Bonino, che paga anche i ritardi e le critiche per la gestione dellʼaffare Marò. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio sarà Graziano Del Rio, agli Esteri lʼesponente del Pd Federica Mogherini, agli Interni resta Angelino Alfano, alla Giustizia va Andrea Orlando, ex ministro dellʼAmbiente in quota Pd, alla Difesa Roberta Pinotti, anchʼella Democratica. Tutto previsto anche al ministero dellʼEconomia, nel quale si insedia il fedelissimo di DʼAlema Pier Carlo Padoan, tecnico già presidente dellʼIstat, allo Sviluppo WWW.SECOLODITALIA.IT d’Italia sabato 22/2/2014 Governo Renzi in salsa rossa: un dalemiano allʼEconomia, il re delle Coop al Lavoro, salta la Bonino Economico va Federica Guidi, di Confindustria, alle Politiche Agricole il piddino Maurizio Martina, allʼ Ambiente lʼesponente di centro Gianluca Galletti, alle Infastrutture confermato Maurizio Lupi, al Lavoro si insedia il presidente di Legacoop Giuliano Poletti, allʼIstruzione la montiana Stefania Giannini, alla Cultura lʼex ministro per i Rapporti col Parlamento Dario Franceschini, mentre Beatrice Lorenzin del Ncd non si muove dal ministero della Salute. Tra i dicasteri senza portafoglio, alle Riforme va la renziana Maria Elena Boschi, alla Semplificazione Mariana Madia e agli Affari Regionali il sindaco anti-ndrangheta Maria Carmela Lanzetta. «Ci sono degli elementi di continuità e degli elementi di discontinuità, monsieur de La Palisse non direbbe meglio», ha sottolineato Renzi, ringraziando, con un pizzico di ipocrisia, il premier uscente Enrico Letta. La Sgrena: «Non paragonatemi ai Marò, sono due delinquenti». E il web la “impallina” Francesco Signoretta Che la compagna Giuliana Sgrena non sia mai stata un mostro di simpatia è scontato. Che non abbia fatto nulla per diventare quantomeno digeribile è altrettanto scontato. Ma che continui a fare la doppia parte di vittima e di eroina è intollerabile. Coccolata dalla sinistra, destinata a finire come immagine sulle magliette dei militanti dei centri sociali, si sta illudendo di essere la nuova Che Guevara e crede di poter dettar legge manco fosse Giulio Cesare. Questo atteggiamento, un mix di prevaricazione e di suppo- nenza, non è passato inosservato e la Sgrena è diventata subito un bersaglio del popolo del web, un popolo difficilmente condizionabile dalle regole del politicamente corretto imposto dai salotti della sinistra nostrana. Fioccano vignette e manchette, commenti di fuoco e sfottò. Le parole pronunciate sui marò pesano ancora come pietre, non possono essere cancellate con un colpo di spugna. Per lei, è umiliante essere paragonata ai due militari italiani. Noi diciamo che è umiliante il contrario, e cioè che i militari italiani siano paragonati a lei. Veniamo ai fatti. Dopo la vicenda tragicomica di Luxuria in Russia, la Sgrena ne ha approfittato per mettersi in mostra, naturalmente a modo suo: «È sciocco ma ancor più umiliante che Vladimir Luxuria, nella sua disavventura russa sia stato paragonato al caso dei due marò, cosa che mi lascia totalmente basita e più che altro inorridita dellʼaccostamento in quanto si tratta di casi totalmente differenti. Aggiungerei inoltre che sono stanca io stessa di venir sempre paragonata al caso dei militari italiani. Sia io che Vladimir infatti non abbiamo nulla da spartire con questi due individui, noi eravamo in missione di pace, Vladimir poi, che conosco bene, è persona di pace e andava semplicemente a far valere dei diritti che in quel paese ancora mancano, i tanto decantati marò invece sono due assassini che devono ancora essere giudicati per un reato grave di cui lʼItalia, colpevolmente, non vuole farsi carico. È vergognoso che due virtuali delinquenti ci vengano affiancati in maniera così ossessiva». Inutile aggiungere un commento, la Sgrena ha mostrato il meglio di sé. E se questo è il meglio… Si accende la macchina delle primarie di Fratelli dʼItalia. Lollobrigida: è una grande sfida 2 Secolo d’Italia Antonella Ambrosioni Per la prima volta un partito di centrodestra mette i cittadini al centro delle scelte politiche. Fratelli dʼItalia è pronta per il “debutto”, la macchina delle primarie si accende questo fine settimana consentendo al popolo di centrodestra di votare per il presidente nazionale, per il simbolo del partito, esprimere le adesioni ai quesiti del programma e scegliere i delegati che andranno a rappresentare il partito al congresso di Fiuggi il 7 e lʼ8 marzo prossimi. Un appuntamento “storico” per il centrodestra, un debutto per quanto riguarda le modalità di rinnovamento della classe dirigente, ma anche un ritorno alle origini per una formazione politica che si è “sfilata” dalla casa madre del Pdl «proprio quando le primarie che si sarebbero dovute celebrare furono poi annullate», ricorda Francesco Lollobrigida, responsabile organizzativo della due giorni di consultazioni. Il cerchio si chiude, dunque. «Proprio mentre si procede con il terzo governo che si avvicenda senza il voto popolare, proprio mentre le decisioni che contano avvengono con lʼesproprio dei caposaldi della democrazia diretta, Fratelli dʼItalia inizia un percorso in controtendenza, con la volontà di dimostrare che lʼesigenza di una politica diversa e partecipata non solo è sentita ma è anche possibile». Sabato e domenica, quindi, gli elettori sono chiamati ad esprimersi su diversi punti, a partire dal presidente na- Giovanna Taormina «Renzi ha la maggioranza nel suo partito, ma non in Parlamento. Molti deputati Pd sono bersaniani e dalemiani». Il Cavaliere è tornato in piazza per la manifestazione “Missione azzurra” che da San Lorenzo in Lucina a Roma ha dato il via alla campagna in giro per lʼItalia volta alla nascita dei Club Forza Silvio. Al centro della piazza, proprio davanti lʼingresso del partito, è stato montato un palco da dove ha preso la parola. Alle sue spalle uno sfondo azzurro con la scritta “Club forza Silvio” mentre davanti sono state posizionate alcune Fiat 500 bianche che riportano sulle portiere il logo dei Club. Immediata la frecciata al prossimo premier, lo stesso a cui assicurato unʼopposizione responsabile: «Matteo Renzi ha vinto le elezioni a Firenze con 111mila voti. Io sono stato votato 172 milioni di volte in ventʼanni. Dopo Monti, Letta e Renzi si può dire che la sinistra si è data ai giochi di palazzo». La linea del Cav non è cambiata e di fronte a una platea di giovani azzurri galvanizzati dalla sua presenza ha ripetuto ancora una volta quello che ormai dice da giorni: «È matematico che alle prossime elezioni vinceremo noi. Spero che in questi quattro anni si possano fare le riforme». Ma poi ha aggiunto: «La sinistra vuole mettere una patrimoniale da diversi miliardi di euro». Poi, è tornato a parlare delle ultime settimane del suo governo: «Il 2011 fu un anno di tempesta totale. I magistrati si sono inventati cose assurde su di me. Ma abbiamo lasciato il Paese con i conti in ordine». Napolitano, ha ricordato Berlusconi, «mi mandò a Cannes a mani vuote. Così feci la figura di quello che non mantiene gli impegni. Il sorriso di Merkel e Sarkozy fu un assassinio per la mia immagine». Ora toccherà ai giovani azzurri portare in giro per le regioni il progetto dei Club. Berlusconi torna in piazza a Roma: «Renzi non ha la maggioranza in Parlamento» zionale di FdI, dice Lollobrigida, chiarendo quella che da più parti è stata definita unʼanomalia, ossia la candidatura unica di Giorgia Meloni. «Le cose sono andate così: abbiamo aperto ad altre candidature esterne a FdI, sempre allʼinterno del centrodestra: non essendo giunte proposte né alternative, ci è sembrato coerente non procedere con candidature fittizie. Sarebbe stato certo poco credibile proporre alla presidenza La Russa o Crosetto, oltre alla Meloni, quando tutti sanno che si è votato tutti insieme il documentobase che vede in Giorgia la sintesi di tutte le istanze. Tanto più che la Meloni ha chiesto per ottobre nuove primarie, proprio per sollecitare altre sensibilità che nel frattempo possano essere emerse dalle risposte del territorio». Chi ha ironizzato è servito. Gli elettori potranno poi votare il simbolo di FdI, scegliendolo tra gli otto proposti nella scheda, «elaborati sia con lʼausilio di professionisti della grafica sia inviati on line dai nostri simpatizzanti. Ne sono giunti oltre un centinaio e noi abbiamo cercato un sintesi». Il terzo voto riguarda le primarie delle idee. «Chi andrà a votare potrà dire la sua su 10 questioni e tematiche calde. Questa è la novità», spiega il responsabile dellʼorganizzazione, si votano non sono nomi ma progetti. «Si parla di blocco allʼimmigrazione, uscita dallʼeuro, concorrenza sleale al Made in Italy, condoni esattoriali per le famiglie in difficoltà, evasione fiscale, elezione diretta del presidente della Repubblica: su alcune temi siamo stati voluta- SABATO 22 FEBBRAIO 2014 mente “provocatori”, perché le risposte dei cittadini saranno per noi vincolanti nel procedere con i nostri programmi che elaboreremo da qui fino al Congresso di marzo a Fiuggi». Si voterà, infine, per i grandi elettori che andranno al Congresso. «Sono 3150 in tutta Italia e si potrà votare con le preferenze, massimo 5 nei grandi centri, fino a un minimo di 3 nei piccoli comuni. Al termine di questo percorso di partecipazione popolare, il momento congressuale più che un adempimento delle regole interne sarà una grande festa di proposta politica». Alle primarie di FdI possono votare tutti i cittadini comunitari, dai 16 anni in su, muniti di documento di riconoscimento e previo il pagamento minimo di 2 euro e la sottoscrizione di un manifesto politico, se non iscritti al partito. Si vota sabato dalle 9 alle 20 e domenica, dalle 9 alle 18. «Sono oltre 800 i seggi in tutta Italia e abbiamo previsto il controllo elettronico che eviti il doppio voto. Si potrà votare anche on line, ma solo per il simbolo e il programma». Spiega Lollobrigida: «Per FdI le primarie sono una sfida, unʼimpresa, con lʼobiettivo di definire di un centrodestra credibile, frutto di un dibattito vero, consapevoli che possa esistere una politica ancorata alla verità, alla verifica sul campo, alla partecipazione popolare, come è nel Dna della Destra». (Sul sito www.fratelli-italia. it si potranno acquisire tutte le informazione necessarie per andare a votare nel seggio più vicino. La sede di FdI di via San Teodoro a Roma è naturalmente disponibile per acqisire materiali e notizie utili). L'ira dei colleghi del pizzaiolo suicida: ci state uccidendo tutti SABATO 22 FEBBRAIO 2014 Secolo 3 d’Italia Redazione «Scrivetelo che l'hanno ucciso, scrivetelo. Lo hanno ucciso»: attimi di tensione ai funerali di "Eddy" Eduardo De Falco, il commerciante di 43 anni che si è ucciso ieri davanti alla sua abitazione a Pomigliano d'Arco (Napoli), dopo aver ricevuto una multa di 2000 euro dall'Ispettorato del lavoro per la presenza della moglie, priva di regolare contratto, nella pizzeria a taglio "Speedy PIzza" di cui l'uomo era titolare a Casalnuovo. Il suocero di Eddy, al termine della cerimonia religiosa, ha urlato il proprio dolore alle telecamere presenti davanti la gremitissima chiesa Santissima Maria del suffragio, dove amici, parenti, e commercianti di Pomigliano e Casalnuovo, si sono riuniti attorno alla famiglia del 43enne, distrutta dal dolore per la perdita del proprio caro. L'uomo brandiva una busta con alcune centinaia di euro che, ha spiegato ai giornalisti, gli sono stati dati da una pensionata che ha voluto esternare così la propria solidarietà alla moglie ed ai tre figli del commerciante suicidatosi ieri con i gas di scarico della propria vettura. Rabbia, dolore, e tanta commozione per un gesto che nessuno dei presenti pare avesse presagito. «Era molto orgoglioso - raccontano i vicini di casa - una bravissima persona, rispettosa, discreta, che non voleva dare fastidio a nessuno. Lavorava da quando era bambino, e forse non voleva subire l'umiliazione di farsi prestare i soldi. Non aveva detto a nessuno delle sue difficoltà. Come faranno ora Lucia ed i bambini». Parole confermate da una zia di Eddy, che aveva racimolato i soldi necessari per pagare la multa entro le 24 ore necessarie per non ricevere altre sanzioni accessorie. «Li avevo pronti per darglieli - spiega tra le lacrime - ed invece lui non c'è più». Rabbia nelle parole dei commercianti di Casalnuovo, che oggi hanno effettuato una serrata in segno di solidarietà e protesta e che, all'uscita della bara dalla chiesa, hanno inveito contro i politici presenti, tra i quali il sindaco di Casalnuovo, Antonio Peluso, alcuni assessori e consiglieri anche di Pomigliano, presenti alla cerimonia funebre con i gonfaloni dei due comuni. «Ci stanno uccidendo tutti - hanno gridato i commercianti - i politici si fanno vedere solo quando qualcuno di noi si uccide, o alla notte bianca. Si vergognassero. Non dovevano venire qui. Siamo esasperati, ogni giorno qualcuno chiude, ci si ammazza, e nessuno fa nulla, dalle istituzioni locali a quelle nazionali. Vergogna». Chiusi nel silenzio, invece, la moglie del commerciante, Lucia, che non ha tolto gli occhi dalla bara, in evidente stato di choc, sostenuta da alcuni parenti, a poca distanza dalla figlia maggiore, di appena 14 anni, e dai suoceri ed i cognati. Redazione A gennaio i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona crescono dell'1,3% sull'annua, quasi il doppio dell'inflazione, ma in frenata su dicembre (+1,7%). Lo ha rilevato l'Istat diffondendo l'indice "grocery", l'insieme dei prodotti, dalla pasta allo shampoo, che rientrerebbe nella busta uscendo dal supermercato. L'Istituto di statistica ha rilasciato così per la prima volta il dato sulle variazioni dei listini nelle "grocery", tradotto drogherie o più semplicemente, appunto, supermercati. Insomma, tutti i luoghi dove si fa la spesa giornaliera, che non solo comprende il cibo, ma anche i prodotti per le faccende domestiche, in primis i detersivi, e ancora tutto quello che serve per l'igiene personale (dal dentifricio al deodorante), compresi i prodotti di bellezza, come le diverse creme. Per la Coldiretti sono i vegetali freschi a far segnare il maggior aumento congiunturale dei prezzi a gennaio con un incremento del 4,6 per cento dovuto soprattutto alle bizzarrie del tempo. I fattori stagionali, ha sottolineato la Coldiretti, hanno influenzato l'andamento dei prezzi che tuttavia per i vegetali freschi risultano in flessione dello 0,9 per cento rispetto allo scorso anno. Rialzi congiunturali si rilevano per i prezzi del pesce fresco di acqua dolce (+2,8 per cento), con un rincaro record dell'8,8 per cento rispetto allo scorso anno, mentre il pesce fresco di mare aumenta rispetto a dicembre (+1,4%) ma cala (-0,5 per cento) rispetto al gennaio 2013. Per la Cia-Confederazione italiana agricoltori il fatto che l'inflazione rimane ferma non vuol dire che i consumi ripartono. Anzi, il tasso resta così basso anche a causa di una domanda interna molto debole, con gli italiani costretti a una feroce "spending review" perfino sul cibo, che ha portato nel 2013 a un crollo del 4 per cento della spesa alimentare pari a meno 2,5 miliardi di euro. Infine, per Federconsumatori e Adusbef un'inflazione allo 0,7% e un carrello della spesa all'1,2%, anche se rappresentano dati ''sottostimati'', comporterebbero su base annua «un aggravio di 368 euro annui per una famiglia composta da tre persone». Inflazione, ai supermercati i prezzi crescono il doppio dell'inflazione Il leader del Pd si è già comportato peggio degli altri Redazione «Sono delusa da Renzi dal punto di vista generazionale, perché io alla storia dei quarantenni che cambieranno tutto, diranno la verità, saranno coerenti, ci avevo creduto. Ed ero affascinata dall'idea di una persona che, spinta dal consenso dal basso, combatte contro l'establishment. Ma diventato establishment anche lui, si sta comportando peggio degli altri e sembra essere molto sostenuto da quegli stessi poteri forti che stanno massacrando gli italiani». Così Giorgia Meloni, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, a IntelligoNews. «Quello che non è chiaro, tuttavia, è che cosa cambierà rispetto all'esecutivo visto nell'ultimo anno, a parte le terga che siedono sulla poltrona di premier. Ci troviamo infatti di fronte alla stessa maggioranza e agli stessi partiti hanno già votato gli invotabili provvedimenti di Letta», ha aggiunto la Meloni. Quanto alla formazione del nuovo governo ha un unica curiosità: «Una cosa mi interessa e molto: voglio un ministro dell'Economia che faccia gli interessi degli italiani e non delle consorterie europee. Non voglio più vedere infatti persone scelte sulla base del gradimento che riscuotono a Bruxelles, che hanno la benedizione della Merkel o che arrivano dal mondo delle banche. Sui primi 100 giorni non sono molto fiduciosa». Gran Bretagna, la chiesa si scaglia contro il governo: non abolire il welfare 4 Secolo d’Italia Antonio Pannullo Un monito così non lo si ricordava dai tempi di Margaret Thatcher. Il governo conservatore britannico forte dei segnali che indicano una ripresa economica insiste sul fatto che le sue politiche di austerity e tagli funzionano, che è la strada giusta e va perseguita, ma si moltiplicano le voci dei leader religiosi che invece condannano la riforma del welfare e la riduzione dei sussidi: stanno «affamando il Paese», dicono un po' drammaticamente. Con una lettera aperta, pubblicata dal Daily Mirror, 41 religiosi, tra cui 27 vescovi della chiesa d'Inghilterra, ma anche quaccheri e metodisti, hanno denunciato la riforma del welfare e i tagli operati dal governo affermando che creano una «crisi nazionale» e invitando a fare un passo indietro, indicando al primo ministro David Cameron che «agire è un imperativo morale». Nel farlo gli esponenti religiosi citano i dati secondo cui dalla scorsa Pasqua mezzo milione di persone si è rivolto alle banche del cibo nel Regno Unito, dove lo scorso anno 5.500 persone sono state ricoverate in ospedale per malnutrizione. Sottolineano poi come i prezzi per il cibo siano aumentati senza sosta, fino al 30% in cinque anni, mentre i salari rimangono immutati. Si tratta, sottolinea ancora il quotidiano, di un appello duro e risoluto di un livello senza precedenti dai tempi di Margaret Thatcher quando la Chiesa d'Inghilterra lanciò un monito rimasto noto come il rapporto "Faith in the City" in cui criticava le politiche della Lady di Ferro. La comunità religiosa sembra esporsi in maniera compatta: sull'argomento si erano espressi sia l'arcivescovo di Canterbury (il leader spirituale della chiesa d'Inghilterra Jusyin Welby), già critico verso la riforma del Welfare, e nei giorni scorsi anche l'arcivescovo cattolico Vin- cent Nichols - massima autorità cattolica nel Paese e da poco nominato cardinale da papa Francesco - che aveva puntato il dito contro i tagli ai benefit con parole dure, denunciando lo smantellamento di quella rete di sicurezza che il welfare rappresenta per una consistente fetta della società. Parole che hanno indotto alla replica sia del primo ministro conservatore David Cameron sia del vicepremier liberal democratico Nick Clegg: il primo difende le scelte di governo evocando a sua volta una missione morale volta a cambiare il sistema, a dare speranza e a indurre alla responsabilità. Clegg ha definito le accuse esagerate. Redazione Oltre che per la celebrazione del 35° anniversario della rivoluzione khomeinista, questo sarà ricordato da molti esportatori italiani in Iran come il mese in cui il governo ha riaperto le frontiere alla miliardaria "categoria 10": è l'ultima di quelle in cui sono ripartiti i beni importati e raccoglie i prodotti considerati di lusso dalla repubblica islamica ancora assediata dalle sanzioni. Per "lusso" l'Iran intende tutti quei prodotti per i quali esiste una produzione locale: di conseguenza vengono considerati superflui e dannosi per l'economia iraniana. I toni nazionalistico-autarchici che avevano gettato le basi per il bando alle importazioni di categoria 10 erano iniziati già nel marzo 2012, in occasione del discorso di apertura del nuovo anno iraniano, fatto dalla Guida Suprema Alì Khamenei. Sei mesi dopo, il numero delle categorie ufficialmente bandite era arrivato a 77 includendo abbigliamento ed elettrodomestici, cibo, automobili e alcune materie prime. «La decisione presa dal governo iraniano non ha rappresentato tuttavia un atto autarchico in risposta alle misure restrittive prese dall'Onu e dalla Comunità europea in materia di embargo contro il programma nucleare iraniano», sostiene Luca Miraglia, amministratore delegato di Quarkup (www.quarkup.com), una società di consulenza molto attiva a Teheran. «Riducendo i valori d'import - ha spiegato - il governo ha cercato di porre un freno alla profonda svalutazione della moneta locale». Secondo le stime più attendibili, i prodotti in categoria 10 sarebbero responsabili di circa 4 miliardi di dollari nella bilancia dell'import. Non riguardando generi (e relative categorie) di prima necessità, le transazioni coinvolgono cambiavalute privati al tasso di cambio del ''mercato libero'' (o nero). Un dibattito sulla liberalizzazione della categoria era iniziato all'indomani dell'insediamento della nuova amministrazione del presidente Hassan Rohani e il suo concretizzarsi appare condizionato dalle preoccupazioni sul valore del Rial che, da qualche mese, gode di una certa stabilità, pur scambiando ancora a valori doppi rispetto al 2011. Ufficialmente riaperta nella seconda settimana di febbraio, la categoria 10 è stata nuovamente richiusa a distanza di pochi giorni. «Sembrerebbe un passaggio tecnico - commenta Miraglia - Il governo si starebbe preparando a un sostanziale aumento dei già alti dazi doganali, al punto di raddoppiarli per fronteggiare un eventuale impatto sul Rial. Ma la decisione finale sulla riapertura all'import nella categoria 10 non dovrebbe mutare», aggiunge l'a.d. di Quarkup. SABATO 22 FEBBRAIO 2014 Zimbabwe, Mugabe compie 90 anni. Ancora al potere Sorpresa, l'Iran riapre le frontiere ai beni di lusso. Gli esportatori esultano Redazione Non c'è l'omaggio unanime dei potenti del mondo a rendere più solenne il compleanno di Robert Mugabe, dittatore dello Zimbabwe da oltre un trentennio, che compie 90 anni, di fatto isolato dalla comunità internazionale. Il più anziano capo di Stato africano ha perso molti amici, e si è fatto molti nemici, durante la lunga strada che lo ha portato da presunto eroe della lotta di liberazione a contestato padre-padrone del Paese. Mugabe ha perseguito una politica revanscista nei confronti dei bianchi del suo Paese. Nell'agosto scorso ha giurato per il suo sesto mandato alla guida dello Zimbabwe, dopo aver vinto con una maggioranza un po' meno bulgara di altre occasioni (il 61%) le elezioni del 31 luglio e con la consueta contestazione dell'opposizione guidata da Morgan Tsvangirai, uomo politico più volte incarcerato e perseguitato. Una atmosfera assai diversa da quella trionfale dei giorni dell'indipendenza, nel 1980, e dei primi anni di governo segnata dall'ammirazione dell'occidente nei confronti di quel leader che proclamava la riconciliazione con i bianchi. Riconciliazione che si concretizzò in sequestri e confische dei beni. La durissima lotta tra il partito di Mugabe, lo Zanu, (di etnia shona) e lo Zapu dello ndebele Joshua Nkomo lasciò sul terreno migliaia di morti e l'accordo della fine degli anni '80 sancì di fato l'esclusività del potere di Mugabe che, dopo un settennato da premier, nel 1987 si era autoproclamato presidente e aveva eliminato la carica di primo ministro. Contrabbando di sigarette, in Campania evasi 4,6 milioni di euro SABATO 22 FEBBRAIO 2014 Secolo 5 d’Italia La cannabis può uccidere attaccando il cuore Redazione I tributi statali evasi in Campania nel 2013 con il contrabbando di sigarette ammontano a oltre 4,6 milioni di euro. E' quanto emerge dagli accertamenti compiuti dai reparti del comando regionale della Guardia di Finanza della Campania. In un rapporto sulla situazione, le Fiamme gialle evidenziano che il contrabbando determina una contrazione delle vendite legali che si riverbera, con notevoli effetti economici negativi, su tutti i soggetti della filiera del tabacco, dai produttori alle rivendite, che fornisce lavoro a oltre 190 mila persone. Nel solo 2010 i danni arrecati agli operatori del settore in Italia sarebbero quantificabili in una forbice compresa tra i 650 milioni e gli 1,3 miliardi di euro. La Campania risulta essere tra le prime regioni nelle quali si registra un calo significativo delle vendite, con picchi rilevanti nelle province di Napoli e Caserta. Un aspetto rilevante del rapporto è quello dei pericoli per la salute visto che le sigarette di contrabbando vengono realizzate con prodotti che spesso non rispettano gli standard minimi. I risultati delle analisi chimiche dimo- strano che sono prodotti realizzati con tabacco, cartine e filtri di scarsa qualità contenenti addirittura in alcuni casi sostanze tossiche, metalli pesanti e arsenico. Quanto agli interventi effettuati, nel 2013 sono state sequestrate oltre 40,8 tonnellate di tabacchi lavorati esteri, denunciate 1788 persone: 96 gli arrestati con la sottrazione alle organizzazioni che gestiscono il traffico illecito di 77 automezzi e 23 immobili. Rispetto ai sequestri operati in tutta Italia, la Campania si è attestata al 34,32 per cento del totale nazionale. Le risultanze investigative confermano un costante incremento dei flussi illegali provenienti, soprattutto via mare, a mezzo container, dalla Grecia e dalla Cina e via terra dalla Repubblica di Moldavia, dalla Bulgaria e dall'Ucraina. Per i piccoli carichi vengono utilizzati furgoni, camper o auto dotati di appositi doppifondi. Per quanto riguarda i grandi quantitativi si fa ricorso a carichi di copertura costituiti da frutta, generi di largo consumo, materiali plastici, pannelli in cartongesso e materiali da costruzione ovvero ad intercapedini appositamente ricavate nei pianali degli autocarri. Adottando, nel contempo, tecniche di schermatura per superare la tecnologia di ricerca che si basa sull'utilizzo degli scanner, sia in ambito portuale che lungo le strade dalle pattuglie della Finanza. Redazione Per quasi tre anni cinque milioni di euro confiscati con sentenza definitiva a Massimo Ciancimino, figlio di don Vito, l'ex sindaco mafioso del sacco edilizio di Palermo, sono rimasti in una cassaforte di una banca svizzera. L'autorità giudiziaria italiana – gli stessi magistrati non sanno bene chi di loro dovesse intervenire – si è semplicemente dimenticata di recuperare la somma passata nel patrimonio dello Stato dopo la condanna per riciclaggio inflitta a Ciancimino jr nel 2011. I cinque milioni di euro, depositati su un conto di un istituto di credito di Lugano, sarebbero parte dello smisurato tesoro di don Vito, riciclato appunto dal pargolo dell'ex primo cittadino. Una dimenticanza, quella dei giudici, che a breve avrebbe potuto far tornare il denaro nelle tasche dell'aspirante te- stimone di giustizia, sotto processo per concorso in associazione mafiosa e calunnia al processo sulla trattativa Stato-mafia e pluri-indagato dalle procure di mezza Italia. Solo la segnalazione del procuratore di Lugano al gip di Palermo Gioacchino Scaduto e al pm Carlo Marzella ha evitato che i soldi venissero restituiti. La sentenza definitiva che ha condannato Ciancimino a due anni e otto mesi per riciclaggio dispose la confisca, oltre che del denaro, di un immenso patrimonio che comprendeva immobili, titoli, uno yacht e polizze assicurative. Il figlio dell'ex sindaco era accusato anche di intestazione fittizia di beni, imputazione che venne invece dichiarata prescritta. Per un difetto di coordinamento tra magistrati, dunque, dal passaggio in giudicato del verdetto il denaro è rimasto in Svizzera. Ora, il gip Scaduto tra- mite rogatoria al ministero della Giustizia, ne ha chiesto la restituzione. Anche se parte della somma resterà oltralpe a titolo di commissione come prevede la legge svizzera. La stessa legge che consente all'interessato di riprendersi il denaro se l'autorità giudiziaria non se ne impossessa entro un certo termine. Processato in abbreviato, Ciancimino ebbe uno sconto di pena in appello e poi in Cassazione. Il processo ruotava attorno al patrimonio illecito accumulato dall'ex sindaco. Insieme a Ciancimino finì alla sbarra il tributaria Gianni Lapis, radiato dall'Ordine dopo la condanna. Mafia, trovati 5 milioni di Ciancimino dimenticati a Lugano Redazione In rari casi la cannabis può uccidere "attaccando" il cuore, anche senza il contributo di altre sostanze pericolose come droghe e alcolici. E' quanto suggerito da un piccolo studio tedesco su 15 casi di morte studiati in maniera dettagliata con autopsia, test tossicologici, esami di tutti gli organi, test genetici. La cannabis sarebbe responsabile di due di questi decessi. Condotto da Benno Hartung dell'Università di Düsseldorf, lo studio è stato pubblicato sulla rivista Forensic Science International e riportato online dal magazine britannico New Scientist. L'esperto ha eseguito esami dettagliatissimi sui 15 soggetti deceduti, per scartare qualunque altra causa di morte: in due casi, afferma Hartung, la morte non può essere che attribuita alla cannabis. I due uomini sono deceduti per aritmia cardiaca e avevano elevati livelli ematici della sostanza (THC) che indica consumo di cannabis, segno che avevano fumato marijuana poco prima di morire. Ma si tratta comunque di casi isolati e studi simili andrebbero ripetuti su più grossi campioni di individui per affermare con certezza che la cannabis può essere fatale. Resta il dato che l'abuso di cannabis per lungo tempo può aumentare il rischio di schizofrenia e depressione e di problemi cardiaci e respiratori. De Corato: «Bene la vendita di quote Sea alla Regione Lombardia, all'ortomercato di Milano torni la polizia» 6 Redazione «Sul fronte delle società partecipate di Milano è quanto mai necessario adottare misure precise e concrete». È quanto ritiene Riccardo De Corato, vicepresidente del Consiglio comunale e capogruppo di Fratelli d'Italia in Regione, che al riguardo ha proposto al Consiglio comunale una serie soluzioni che possono così essere riassunte. Sul fronte Sea (Società Esercizi Aeroportuali) ritengo che sarebbe auspicabile la dismissione di una quota della società a un ente pubblico come Regione Lombardia: faciliterebbe la vendita e permetterebbe agli scali di Linate e Malpensa di restare in mano pub- Secolo d’Italia blica. Gli introiti di questa operazione dovrebbero essere investiti dal Comune in opere pubbliche o servirebbero a Sea per migliorare i servizi a terra dei due aeroporti. Per quanto riguarda Atm (Azienda Trasporti Milanesi), è necessario chiedere un tempestivo miglioramento della puntualità della rete di superficie e un rinnovamento delle linee metropolitana: basterebbe rinunciare ai prelievi dei dividendi, come invece è stato fatto per i bilanci del Comune 2012 e 2013. Occorre, infine, aumentare la sicurezza sia degli utenti del servizio pubblico sia del personale, troppo spesso vittima di aggressioni. Passando ad A2A (Aem- Asm-Amsa) – continua De Corato – invito la società a informare il Consiglio comunale sullʼutilizzo dei proventi ricavati dalla vendita del 5% delle azioni. La invito, inoltre, a una maggiore trasparenza, dal momento che alcuni atti richiesti dalla maggioranza non sono ancora stati forniti. Chiedo anche che il Consiglio comunale riceva una relazione trimestrale sulla consociata A2A Ambiente e sui suoi rapporti con Amsa. Sul fronte Afm (Azienda Farmacie Milanesi), chiedo l'impegno a monitorare lʼefficienza: occorre salvaguardare il personale, visto che la società Admenta ha fatto sapere di voler procedere a licenziamenti. Per quanto riguarda Amat (Agenzia Mobilità Ambiente Territorio), invito la società a utilizzare il personale che già ha a disposizione, senza ricorrere a continue e costossissime consulenze esterne. Infine Sogemi. Invito la società – conclude De Corato – a portare in Consiglio comunale la delibera che riguarda il processo di trasformazione dei Mercati Generali, in modo che sia resa produttiva lʼarea dellʼex macello, tuttora occupata abusivamente da Macao. Sul fronte sicurezza, auspico il ritorno del posto di polizia nellʼarea del mercato. Senza, è del tutto inutile parlare di sicurezza come ha fatto il sindaco, e di legalità». al procedimento penale n. 691/14, aperto dalla Procura della Repubblica. «Nellʼesposto, anche grazie alle continue proteste e segnalazioni del sindacato degli infermieri Nursind San Camillo, ho denunciato tutte le violazioni e omissioni commesse, con lʼevidente stato di alcuni pazienti che venivano curati a terra sui materassi, con il personale costretto a ritmi impossibili e i pazienti in attesa di ricovero in condizioni davvero precarie. Ma non solo: nel documento di denuncia si mette in dubbio anche la trasparenza dellʼoperato della Regione. Esistono 467mila euro per lʼampliamento del Pronto Soccorso del San Camillo che ad oggi non risultano essere stati utilizzati per migliorare una condizione di criticità che non riesce a contenere in maniera adeguata lʼafflusso dei pazienti. Nella maggior parte dei Pronto Soccorso ci sono locali limitati a tal punto che gli utenti sono costretti a sopportare condizioni di promiscuità in cui viene lesa ogni dignità umana. Una battaglia, quindi – conclude Santori – che proseguirà anche negli altri Pronto Soccorso che vivono analoghe situazioni di degrado». Roma, una vittoria l'apertura dell'inchiesta giudiziaria sul Pronto Soccorso del San Camillo Redazione «Non posso che esprimere soddisfazione per lʼapertura dellʼinchiesta della magistratura in conseguenza dellʼesposto che avevo avuto modo di presentare sulle condizioni vergognose in cui si trova il Pronto Soccorso dell'ospedale San Camillo denunciando anche le gravissime situazioni di tutti i Pronto Soccorso laziali. È una vittoria, soprattutto perché in quei giorni la Regione Lazio, invece di intervenire concretamente, era arrivata a denunciare chi denunciava». Così dichiara Fabrizio Santori, consigliere di La Destra alla Regione Lazio e componente della commissione Salute, che il 18 febbraio, assistito dallʼavvocato Luisa Cicchetti di Assotutela, aveva presentato ulteriori integrazioni in merito SABATO 22 FEBBRAIO 2014 Perugia, le promesse tradite da Ferrovie dello Stato in materia di sicurezza Redazione Il consigliere comunale di Forza Italia Carlo Castori ha inviato una lettera al deputato Pietro Laffranco e al sindaco di Perugia volta a riportare i vertici delle Ferrovie dello Stato ad un tavolo inter-forze per avere certezze sul tanto sbandierato piano di installazione delle telecamere all'interno della stazione e agli ingressi che non è mai partito. «Ci troviamo a fine febbraio e non c'è notizia né traccia - spiega - della riqualificazione della stazione di Fontivegge, che sia Fs che Rtf hanno annunciato più volte. Secondo le loro dichiarazioni, entro marzo sarebbero state installate qualcosa come 80 telecamere in un'area sensibile come quella della stazione. Il sottopassaggio di via Sicilia è uno dei luoghi più degradati e pericolosi della città, tanto è vero che spesso le guardie giurate devono intervenire in soccorso dei cittadini, chiamando poi le forze dell'ordine, lasciando il loro servizio a difesa dei condomini della zona. L'investimento previsto era di un milione di euro». Castori sollecita l'intervento immediato del sindaco e dei deputati umbri per avere informazioni e fare pressioni sulle Ferrovie dello Stato. «C'è un patto che va rispettato. Non si può usare Perugia solo come scalo commerciale o come bancomat. I patti vanno rispettati, soprattutto quando si parla di sicurezza dei cittadini». Il fumetto si tinge di giallo: tre giorni per nutrire l'immaginario con Cartoomics a Milano Secolo SABATO 22 FEBBRAIO 2014 d’Italia Redazione Per la sua ventunesima edizione, “Cartoomics - Movies, Comics and Games” torna con un calendario ricco di mostre ed eventi dedicati al mondo del fumetto, del fantastico, dei giochi, dei videogames del collezionismo, del cinema e della musica. Oltre 200 espositori provenienti da tutta Italia si danno appuntamento a Rho Fiera Milano dal 14 al 16 marzo. Fondata nel 1992 Cartoomics si è ormai imposto all'attenzione di pubblico e media come uno degli appuntamenti più importanti del calendario fumettistico italiano. Un appuntamento che si evolve, arricchendosi di novità e "contaminazioni" con settori che fumetto non sono, ma che dal mondo dei comics hanno tratto e traggono linfa vitale (cinema, gadget, fantasy e fantascienza, cosplay). Prendendo a prestito il titolo del famoso film di Carlo Lizzani uscito nel 1968, la mostra di punta di questa edizione di Cartoomics ci parla di come cinema e fumetto hanno raccontato la Milano degli anni “difficili”, tra inseguimenti, rapine e avventure. Curata da Riccardo Mazzoni, in collaborazione con Il Cerchio Giallo e il sito Action&Action, la mostra si intitola “Banditi a 7 Milano! Guardie e ladri all'ombra della Madonnina (e del fumetto)” All'interno della mostra ci sarà anche un omaggio a Enzo Jannacci, con la presentazione del libro “Unico indizio le scarpe da tennis”, che rivisita in chiave noir il brano El portava i scarp del tennis del cantautore scomparso. A cinquantʼanni dalla pubblicazione del brano, lo sceneggiatore Davide Barzi celebra Jannacci con un noir metropolitano in lavorazione dal 2010 e che vede ora finalmente la luce. Da non perdere poi l'omaggio ai grandi, da Tex Willer al “Fantastico mondo dei Peanuts”, da Charlie Brown a Snoopy. Non mancheranno le aree dedicate alle saghe più in voga del momento, da Star Wars a Resident Evil, e la Foresta Magica, la zona riservata ai mondi fantasy. Spazio anche ai giochi per tutta la famiglia, dai classici giochi da tavolo alle divertenti versioni giganti di classici come Monopoly e Twister, fino ai videogames di ultima generazione. Insomma tre giorni di fumetto, giochi e immaginario da far sognare. Tra le attrattive della manifestazione anche la Cosplay City, dedicata a tutti coloro i quali amano impersonare i loro personaggi dei fumetti preferiti. Dal genio di Matisse a Rodin, in viaggio tra le mostre del week-end Redazione A Ferrara il genio di Matisse, a Vicenza la storia del paesaggio dai Carracci a Monet, a Roma i capolavori del Museo d'Orsay da Corot a Van Gogh, a Rovigo la grande pittura nordica da Klimt a Munch: queste le mostre che si aprono nel week end dando il via alla nuove stagione espositiva. Roma non è da meno e propone un'importante rassegna dedicata ai marmi di Auguste Rodin. Cominciamo da Ferrara, dove il tema della figura, il segno scultoreo, lo strepitoso senso del colore sono al centro di una grande mostra che fino al 15 giugno Palazzo dei Diamanti dedica al genio delle avanguardie Henri Matisse. Per illustrare la sua straordinaria rivoluzione pittorica sono giunte dalle maggiori collezioni internazionali opere capitali, che ripropongono l'intero percorso creativo dell'artista francese, A Vicenza “Verso Monet. Storia del paesaggio dal Seicento al Novecento” arriva alla Basilica Palladiana, fino al 4 maggio. A Roma i capolavori di Monet, Van Gogh, Gauguin, Degas, Manet, Corot e molti altri sono in mostra al Complesso del Vittoriano dal 22 febbraio all'8 giugno. Grazie a un prestito eccezionale del Museo d'Orsay, l'importante esposizione allestisce 70 opere realizzate tra il 1848 e il 1914 dai più celebrati maestri francesi. A Rovigo troviamo paesaggi innevati, lunari, visioni di natura inquieta e si- lenziosa, figure simboliche o esoteriche: tutti i temi della pittura nordica sono al centro della grande mostra allestita fino al 22 giugno a Palazzo Roverella. Esposti i capolavori di indiscussi maestri di cultura tedesca e scandinava quali Boecklin, Hodler, Klimt, Klinger, von Stuck, Khnopff, Munch. Arriviamo infine a Roma. Dal celeberrimo Bacio alla Mano di Dio ai ritratti di Puvis de Chevannes, i marmi di Rodin arrivano nella Capitale per la mostra allestita fino al 25 maggio negli spazi delle Terme di Diocleziano. 62 opere provenienti dal Museo Rodin raccontano la passione del grande maestro francese per l'Italia e l'arte di Michelangelo e per una materia come il marmo per Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Antonio Triolo Ugo Lisi la quale elaborò una nuova, diversa poetica. La mostra presenta uno dei più famosi capolavori, il Bacio, marmo monumentale dalla straordinaria sensualità. Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250