CON IL PDL ANNO LXI N.73 Bersani sempre in un vicolo cieco Dopo il no del M5S ➼ gli insulti di Grillo Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Per il Parlamento italiano non resta che lʼeutanasia Marcello de Angelis Il teatrino in streaming di Bersani con i 5s è stato uno spettacolo indecoroso. Il capataz dei grillini Crimi ha riconfermato che non ci sarà fiducia per alcun governo, ma che il suo gruppo valuterà il sostegno ai singoli provvedimenti. Ma ancora nessuno gli ha spiegato che senza governo non ci sono provvedimenti da votare. Quindi ha detto unʼaltra solenne castroneria. La Nemesi è una gran cosa (anche se almeno il 40% degli italiani, affetto da analfabetismo di ritorno, non sa cosa sia). Sarebbe a dire che alla fine il destino in qualche modo ti punisce rigirando contro di te le tue stesse armi o i torti che hai fatto. Oggi potremmo dire che chi si è fatto grasso di antipolitica, schiatterà di antipolitica. Per cinque anni i fotografi con il teleobiettivo si sono appostati nel loggione di Montecitorio per rubare scatti del deputato appisolato o di quello che faceva il solitario sul computer. E quelle foto sono diventate il simbolo di un Parlamento di cialtroni e nullafacenti. Gli articoli a corredo delle foto spiegavano che i parlamentari “lavoravano” solo tre giorni a settimana ma guadagnavano cifre milionarie, avevano tutti lʼautista e lʼauto di Stato, il cellulare gratis e tutto ciò che ogni italiano doc vorrebbe avere – inclusa assistente coscialunga a carico del contribuente. Quelle foto e quegli articoli hanno dato fiato a un nuovo antiparlamentarismo – privo però, rispetto a quello di un secolo fa, di qualunque spessore culturale – che ha generato dalle proprie viscere (forse dovrei dire intestini) una proposta elettorale nuova che ha prodotto un ricambio dei parlamentari. Cʼè chi a riguardo fa ancora un parallelo con il secolo scorso, tirando in mezzo il Fascismo. Ma chi lo fa è un idiota perché, una volta ancora, quello era un movimento di spessore – che piaccia o no – mentre questo è al massimo un ologramma. Comunque, siccome la storia è birbona, oggi abbiamo un nuovo tipo di parlamentare che tutti i nuovisti (il nuovismo è una forma di parafrenia ormai riconosciuta e forse curabile…) danno per scontato sia migliore. Poi accade che il capogruppo di questa nuova legione venga fotografato mentre fa un piso- d’Italia WWW.SECOLODITALIA.IT ➼ ➼ giovedì 28/3/2013 Marò, Monti scarica le colpe su Terzi. Il centrodestra: «Si dimetta, anche da senatore» MARRAS PAG.2 ➼ Redditi al palo: 9 milioni di italiani non si curano più REDAZIONE PAG.4 ➼ Unʼanalisi della Coldiretti denuncia: anche la frutta sparisce dalla tavola degli italiani REDAZIONE PAG.4 ➼ lino e lui grida alla campagna di delegittimazione e al complotto. Spiega che due soli giorni di attività parlamentare lo hanno sfiancato. I suoi pretoriani vengono fotografati alla mensa della Camera e reagiscono come bambini che hanno rubato la marmellata. Dicono che faranno un indagine di mercato tra i ristoranti circostanti il Palazzo e se hanno pagato meno del dovuto restituiranno la differenza. A chi? Non si sa. Un altro genio risponde, a chi gli fa notare che non cʼè finora una sola proposta di legge del suo gruppo, che non hanno soldi per pagare assistenti che le facciano al loro posto e che loro non sono capaci. Poi invitano i funzionari a non chiamarli “onorevoli” ma “cittadini a cinque stelle” e quelli tentano di spiegargli, come si parla coi bambini deficienti, che si tratta di una richiesta originale e non recepibile. Ebbene, voglio mettermi nei panni dei milioni di italiani che li hanno votati senza saperlo. Perché va considerato anche che hanno tutti votato per Grillo, che non era candidato, dimenticando di verificare chi era la gente in lista. E questo con buona pace anche di tutta la tarantella sul Parlamento dei nominati e il diritto di scegliere i propri rappresentanti e non farseli imporre dalle segreterie dei partiti. Se questo è il miglior Parlamento possibile, forse la sola soluzione a questo punto è abolirlo. Girolamo Fragalà Si chiama Paolo Farinella, ha 66 anni, collabora con Micromega, ha votato Grillo alla Camera e Vendola al Senato, sostiene che che il Vaticano è il covo dei gay,più rosso di lui non si può e maledice il Cavaliere. No, non è né un militante dei centri sociali né un esponente del partito delle toghe. Eʼ un prete della diocesi di Genova. Che cerca sempre di finire sotto i riflettori con le sue dichiarazioni un poʼ coatte e un poʼ demoniache, che nulla hanno a che fare con la carità cristiana. Lʼultima performance da divo lʼha fatta a La Zanzara di Radio24. Da buon “sinistro” ha parlato di Berlusconi definendolo nellʼordine «mafioso, delinquente, indegno, orribile, impresentabile, orripilante». Poi ha specificato, elegantemente: «Mi sta sulle palle e ha diciotto chili di cemento sulla faccia». Da buon prete, di quelli dal cuore dʼoro, ha detto: «Darei lʼestrema unzione a Berlusconi, anche subito. Gli darei lʼunzione degli infermi con un bulacco dʼolio fino ad annegarlo». In poche parole, lo vuole morto anche perché se morisse ci libererebbe da un bel rospo, da una bella palla di piombo ai piedi. Don Farinella ce lʼha anche con Gianni Letta, che definisce «prossoneta, magnaccino, il compagnuccio che gli apriva e gli chiudeva la porta, metà cardinale e metà prostituta». Il paradosso è che il “prete” scambia la “parola di Dio” per la “parola della falce e martello”. Farebbe bene però a porsi una questione: non ha nessuna importanza quel che lui pensa di Berlusconi, a contare è quel che pensa la gente di Don Farinella. E qui il “prete rosso” potrebbe avere una brutta sorpresa. Forse sarebbe meglio se la smettesse di leggere Marx e cominciasse invece a sfogliare un libro di Guareschi. Da Don Camillo imparerebbe parecchie cose. E soprattutto che «nel segreto della cabina elettorale Dio ti guarda, Stalin no». Il “prete rosso” che vuole la morte di Berlusconi? Impari a leggere Don Camillo Marò, Monti scarica le colpe su Terzi. Il centrodestra: «Si dimetta, anche da senatore» 2 Antonio Marras Prima il ringraziamento, poi le accuse pesanti al suo ministro dimissionario, secondo Monti autore di un gesto che gli aprirà le porte della politica nel centrodestra. Ma l'esibizione alla Camere di Mario Monti sul pasticcio dei marò è stata decisamente tragicomica. Il premier, prima alla Camera e poi al Senato, ha ricostruito la vicenda e si è soffermato sulle dimissioni del ministro degli Esteri smentendo illazioni su scambi o interessi privati. «Le valutazioni sui rapporti economici non hanno condizionato l'obiettivo prioritario, ovvero di tutela dei nostri connazionali: la nostra priorità sono sempre state la sicurezza, l'incolumità e la dignità dei due marò e di tutti i cittadini italiani che si trovano in India, partner di primo piano». Poi è partito l'attacco a Terzi: «Trattenere i marò in italia era oggetto di decisioni in itinere che non avrebbero Redazione A un mese esatto dall'ultima udienza generale di Benedetto XVI, papa Francesco, davanti a circa 15.000 persone in piazza San Pietro, ha tenuto la sua prima udienza generale. "Fratelli e sorelle, buongiorno - ha salutato - sono lieto di accogliervi in questa mia prima udienza generale, con grande riconoscenza e venerazione raccolgo il testimone della mani del mio venerato predecessore Benedetto XVI". Dopo aver assicurato che dopo la Pasqua riprenderà le catechesi sull'Anno della fede, ha dedicato la sua riflessione alla Settimana santa. Dopo la catechesi, che ha tenuto intervallando inserti a braccio nel discorso che aveva preparato, ha rivolto i saluti ai pellegrini dei diversi gruppi linguistici, con una variante rispetto ai predecessori: il Papa rivolge i saluti ai diversi gruppi sempre in italiano, e poi lo speaker li rinnova nelle diverse lingue. Nella catechesi, il Papa si è chiesto "cosa significa seguire Gesù nella sua passione dovuto essere oggetto di precipitose dichiarazioni alla stampa, che Terzi ha fatto, anticipando il risultato finale che non si poteva dare per scontato. Comunque lui nel governo non aveva mai manifestato dubbi o intenzioni di dimettersi». Duri gli scontri con il centrodestra. In particolare, il premier ha provocato la reazione di Lupi e La Russa quando ha pronunciato la frase: «La formazione del governo tecnico è stata solleci- tata dal mondo dei politici perché la situazione era troppo complicata per potersela cavare e ha chiesto a questo governo di intervenire». “Terzi lo ha nominato lei”, "il Parlamento non è casa sua" è stata la replica di Lupi e La Russa. Monti ha poi motivato così la decisione di far rientrare in India i due marò: «Sussistevano rischi seri e oggettivi che l'Italia si trovasse isolata nella comunità internazionale e che si aprisse una crisi di grave proporzioni con l'India. Ho deciso di assumere personalmente la responsabilità della condotta nella fase cruciale e finale della vicenda - aggiunge il premier - visto il grave acuirsi della crisi con l'India». Terzi, poi, in serata ha replicato a Monti, affermando che le sue dimissioni non nascondono alcuna finalità di natura personale. «Le dichiarazioni rese dal Presidente Monti all'aula della Camera - dice Terzi confermano che la decisione di trattenere i marò in Italia è stata presa collegialmente. Tale decisione è stata da me resa pubblica solo dopo l'approvazione, da parte della Presidenza del Consiglio e dei Ministri interessati, di un comunicato stampa e della sua relativa diramazione». Per La Russa, “la conduzione della vicenda dei nostri marò, culminata con le dimissioni del ministro Terzi, è la goccia che fa traboccare il vaso e perciò Monti dovrebbe interrogarsi non solo sulla necessità di dimettersi da presidente del Consiglio ma anche sul suo seggio di senatore a vita”. Duro anche Renato Brunetta, capogruppo del Pdl, che ha accusato Monti di “azzardo morale”, di “sobrio delirio di onnipotenza” e di “doppiezza morale”. Sotto lo sguardo di moglie e congiunti di Latorre e Girone, con i grillini a far casino. morte, e cosa significa seguire Gesù nel suo cammino sul calvario". "Nella sua missione terrena - ha osservato papa Bergoglio - Gesù ha percorso le strade della Terra santa, ha chiamato 12 persone semplici perché condividessero il suo cammino e la sua missione, ha parlato a tutti senza distinzione, ai grandi e agli umili, al giovane ricco e alla povera vedova, ha portato la misericordia di Dio, ha guarito, compreso, dato speranza". "Dio - ha osservato il Papa - è presenza, e si interessa a ogni uomo e ogni donna come fa ogni buon padre verso ciascuno dei suoi figli; Dio non ha aspettato che andassimo verso di lui ma è lui che si è mosso verso di noi, senza calcoli, Dio è cosi, fa sempre il primo passo". Dio, ha ancora commentato, si è calato nella "realtà quotidiana della gente comune, si è commosso dinanzi alla folla che pareva un gregge senza pastore ha pianto con Marta e Maria che avevano perso il fratello, ha subito anche il tradimento di un amico, in lui Dio ci ha dato la certezza che è con noi, in mezzo a noi". Dopo aver citato la frase evangelica secondo cui le volpi hanno una tana e gli uccelli un nido ma il figlio di Dio non ha una casa, papa Francesco ha commentato che "Gesù non ha casa perché la sua casa è la gente, siamo noi, la sua missione è di aprire a tutti le porte di Dio, esser la presenza di amore di Dio, e nella settimana santa noi viviamo il vertice di questo cammino, di questo disegno di amore che percorre tutta la storia dei rapporti tra Dio e l'umanità: Gesù, entra a Gerusalemme per compiere l'ultimo passo, si dona totalmente non tiene nulla per sé, neppure la vita". Gesù, ha commentato, non vive questo in "modo passivo", ma si consegna con fiducia a Dio". Questo per il cristiano significa che "questa è anche la mia, la tua, la nostra strada" e così vivere la settimana santa è "imparare ad uscire da noi stessi per andare incontro agli altri, per andare verso le periferie dell'esistenza, per primi verso i nostri fratelli e sorelle, soprattutto i più lontani quelli che sono dimenticati, quelli che hanno più bisogno di comprensione e aiuto". La logica della croce, ha spiegato, "non è prima di tutto quella del dolore e della morte, ma quella dell'amore e del dono di sé che porta la vita" e "entrare nella logica del Vangelo significa uscire da noi stessi, da un modo di vivere la fede stanco e abitudinario, dai propri schemi che finiscono per chiuderci". "Spesso - ha osservato il Papa - ci accontentiamo di qualche preghiera, di qualche messa domenicale, di qualche gesto di carità, ma non abbiamo questo coraggio di uscire, siamo un po' come san Pietro, che non appena Gesù parla di dono di sé" scappa. Dio è apertura e accoglienza, "fa pena - ha aggiunto il Papa - vedere a volte tante parrocchie chiuse". "Auguro a tutti ha concluso - di seguire questi giorni con coraggio, portando un raggio dell'amore di Dio a quanti incontreremo". La prima udienza di Papa Francesco: «Mai più parrocchie chiuse» Bersani rimedia un altro ceffone dai grillini (in diretta streaming). Palazzo Chigi si allontana 3 Carabinieri: niente pensione per Gallitelli, guiderà l'Arma fino al 2014 Valter Delle Donne L'ennesimo "vaffa" dei grillini. Stavolta in diretta streaming. È quello rimediato da Pier Luigi Bersani, nel corso dell'incontro per la formazione del nuovo governo. La cronaca di un no annunciato è stata vista a qualche milione di elettori che hanno avuto conferma di un dialogo tra sordi. «Sono venti anni che sentiamo queste parole. Mentre parlava mi sembrava di sentire una puntata di Ballarò. Sono venti anni che voto e che sento parlare delle stesse cose e non vengono mai realizzate» Così Roberta Lombardi, capogruppo alla Camera del M5S, ha replicato al programma esposto da Bersani. «Purtroppo non siamo a Ballarò; il governo è una roba seria», ha replicato il premier incaricato, che ha poi cercato di impartire una lezione di educazione civica alla delegazione grillina, chiedendo di fatto di assentarsi dall'aula, per ridurre il numero legale e consentire di fatto la partenza del suo esecutivo. «C'è anche modo di non dare» la fiducia «ma consentendo» al governo di partire, ha osservato. Puntando in maniera paternalistica sul fatto che i grillini potrebbero pentirsi di questo no: «Fuori da questa nostra proposta vedo un meccanismo che, dal dire "faremo, diremo", ci può portare solo a dire, "l'avremmo potuto fare". Io vedo probabile questo scenario e devo dirlo». Davanti al muro del M5S, Bersani ha però categoricamente escluso in alternativa un accordo con il centrodestra. «Non esiste l'ipotesi di governissimo, non per preclusione verso la destra ma perché metteremmo un coperchio sopra la pentola a pressione del cambiamento». Con la destra «siamo forze politiche troppo distanti, finiremmo per paralizzarci a vicenda. Quindi non è possibile e non si farà». Sulla tempistica, Bersani ha aggiunto che «per fare il governo dobbiamo aspettare ancora circa 48 ore, non quattro secoli: non staremo qui dei secoli per sapere che faremo». Ma con queste premesse la rinuncia sembrerebbe obbligata. In conferenza stampa Lombardi ha poi puntualizzato che i 5 Stelle voteranno no alla fiducia alla Camera e al Senato. Quanto a eventuali appoggi esterni, «non so in che termini si possa intendere – ha replicato Crimi ai giornalisti – se la politica del Pd è di cambiamento, noi siamo pronti a dare un appoggio su singoli provvedimenti». Ma Lombardi ha messo in chiaro: «Se appoggio esterno vuol dire votare la fiducia a un governo, il nostro resta un no». Crimi ha escluso anche l'ipotesi che i grillini escano dall'aula al Senato al momento del voto per la fiducia all'esecutivo Bersani. Una pietra tombale sulle velleità di Bersani Redazione Niente pensione, ancora, per il comandante dell'Arma. Il generale Leonardo Gallitelli guiderà i carabinieri fino a tutto il 2014. La decisione è stata presa dal Consiglio dei ministri, su proposta del ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola. Gallitelli, secondo le norme, avrebbe dovuto lasciare il servizio attivo il prossimo 9 giugno al compimento del 65esimo anno d'età. Ma il governo ha deciso di prorogare il mandato del generale fino al 31 dicembre 2014. Pensione rinviata di almeno un anno e mezzo dunque, per il comandante dell'Arma. Mentre la polizia è ancora senza capo dopo la morte di Antonio Manganelli, il governo ha deciso quindi di dare certezze ai “cugini”. In questa fase é così il vicario Alessandro Marangoni a gestire il Corpo. Per i carabinieri, con Gallitelli ormai prossimo alla scadenza, si é invece ritenuto che la soluzione migliore fosse quella della proroga. Il comandante dell'Arma, in carica dal giugno del 2009, gode della stima del centrodestra e del centrosinistra. Nato nel 1948 a Taranto, è sposato e ha due figli. Ha iniziato la carriera militare il 22 ottobre 1967, frequentando i corsi dell'Accademia Militare di Modena e della Scuola di Applicazione Carabinieri in Roma. Dal 2006 al 2009 è stato capo di Stato Maggiore del Comando generale dell'Arma. Redazione Gentiloni contro Sassoli in una guerra tutta all'interno del Pd romano: materia del contendere, i manifesti elettorali abusivi. «Siamo stupiti e amareggiati nel dover riscontare come Roma sia tappezzata di manifesti abusivi del candidato alle primarie David Sassoli, capo della delegazione del Pd al Parlamento europeo», attacca Antonio Funiciello, portavoce del comitato GentiloniXRoma. «È una condotta disdicevole, che trasgredisce le più elementari norme di legge, offende e viola l'intero Codice Etico sottoscritto dai candidati solo due giorni fa». Funiciello ricorda che «lo scorso 5 novembre Sassoli scrisse su Twitter "Stop degrado a Roma: mia sarà una campagna elettorale pulita. Non con i manifesti ma tra la gente e sul web". L'affissione copiosa di manifesti abusivi in giro per Roma contraddice clamorosamente l'impegno assunto pochi mesi fa». Per il portavoce di Gentiloni, «chi si candida a governare Roma non può tappezzare la città di manifesti abusivi alimentando quella economia del degrado che sta soffocando la città. I manifesti abusivi dell'onorevole Sassoli recitano "Roma vince". Dubitiamo che l'abusivismo accresca le possibilità di vittoria di Sassoli, ma di certo -conclude Funiciello - coi suoi manifesti "Roma perde». Il comunicato si inserisce in un clima incandescente tra gli sfidanti di Gianni Alemanno per la poltrona di sindaco. L'appuntamento per le primarie è in calendario il 7 aprile e avranno diritto al voto anche i minorenni (basta aver compiuto 16 anni). I candidati sono per il Pd Ignazio Marino, David Sassoli, Paolo Gentiloni, Patrizia Prestipino, Gemma Azuni (Sel) e Mattia Di Tommaso (Psi). L'attacco di Gentiloni conferma però il clima da resa nei conti nel Pd, perché sono in molti a credere che la competizione non arriverà al 7 Aprile con sei candidati. Gli occhi restano puntati su quelli che sono ritenuti, grazie agli appoggi che stanno ricevendo, i due competitor più papabili per la poltrona di sindaco: Marino e Sassoli. Nel Pd Gentiloni attacca Sassoli: «Per le primarie ha tappezzato Roma di manifesti abusivi» Cʼè la crisi: molti stranieri tornano a casa con i soldi del “ritorno volontario assistito” 4 Federico Morbegno La crisi economica morde e rende l'Italia, e anche tanti altri Paesi europei, meno attraente per gli immigrati, soprattutto per quelli che provengono da Paesi che cominciano a registrare una crescita economica che dalle nostre parti non si vede da tempo. Ecco perché aumenta il numero degli stranieri che ricorrono al "ritorno volontario assistito", grazie a una direttiva europea che l'Italia ha recepito: nel 2009 erano 228, nel 2013 ne sono previsti oltre mille, secondo quanto reso noto in un incontro. Dal 2009 il Ritorno volontario assistito (Rva) è attuato con il co-finanziamento del Fondo europeo rimpatri e del ministero dell'Interno, attraverso un sistema di progetti selezionati ogni anno che, da un lato, attuano concretamente i percorsi di ritorno e dall'altro hanno consolidato una rete nazionale (Rirva), che ha l'obiettivo di promuovere una maggiore informazione rivolta agli immigrati e la formazione del personale - spesso assistenti sociali - che si deve occupare dell'attuazione di un ritorno volontario sicuro, dignitoso e sostenibile, spesso con un progetto personalizzato. Attualmente sono 330 le organizzazioni (tra cui Cir e Oxfam) che aderiscono alla rete Rirva. Tra gli strumenti messi in campo, un call center, un sito Internet e una guida per gli operatori. E ora anche una campagna nazionale che si avvarrà di uno spot, di opuscoli informativi e del web. Il progetto doveva termi- nare nel giugno 2013, ma nel corso dell'incontro Maurilia Bove, del Dipartimento libertà civili e immigrazione del Viminale, ha reso noto che sarà pubblicato un nuovo avviso per il progetto di rete, che di fatto darà continuità al lavoro fin qui svolto. «Oggi le opportunità di lavoro in Italia diminuiscono mentre aumentano nei Paesi d'origine - ha spiegato il direttore del Cir, Christopher Hein - e questo determina la diminuzione degli stranieri che arrivano e l'aumento di quelli che se ne vanno (nel 2012 almeno 35 mila), anche se l'opinione pubblica e la politica ancora non lo percepiscono. Ma il fenomeno riguarda anche altri Paesi europei messi meglio di noi: basti pensare che la Turchia vede un Pil in crescita del 6% mentre la Germania si attesta intorno all'1%, divario che sta portando molti immigrati turchi a tornare nel loro Paese. Nel 2015 e 2016 - ha aggiunto Hein - le imprese dovranno andare in giro a cercare lavoratori. E già molti italiani stanno tornando a fare mestieri che fino ad ora erano appannaggio degli immigrati, come quello di badante. Quando la crisi finirà, ci renderemo conto che mancherà la manodopera». Redazione Carrello della spesa sempre più vuoto, menù casalinghi sempre più depauperati. Dopo la carne e il pesce, ora anche la frutta viene necessariamente bandita dalla tavola degli italiani. Secondo un'indagine della Coldiretti, crolla dellʼ11,3 per cento il numero di famiglie che acquistano frutta, finita all'indice nella lista della spesa alla voce genere di lusso a causa della crisi e della ridotta capacità d'acquisto nel primo mese del 2013. È quanto emerge da un'analisi della Coldiretti in occasione della divulgazione dei dati Istat sul commercio al dettaglio nel mese di gennaio 2013, che estendendo la ricerca anche a luoghi e modalità d'acquisto, vedono scendere in media del 2,3 per cento rispetto allo scorso anno gli alimentari con un calo in tutte le tipologie distributive tradizionali, dai piccoli negozi (-1,5 per cento) alla grande distribuzione (-1,5 per cento) fino ai discount (-0,2 per cento). L'indagine della Coldiretti che vede penalizzato un settore – quello ortofrutticolo – va letto dunque in simultanea con un profondo cambiamento provocato dalle difficoltà economiche degli stili di vita degli italiani, a partire proprio dallʼalimentazione, con effetti che si riverberano negativamente sulla salute. Ad uno sguardo più approfondito dell'analisi della Coldiretti, emerge infatti il riscontro di un pericoloso abbandono dei principi base della dieta mediterranea, universalmente conosciuta come importante baluardo nella prevenzione delle malattie, da quelle di stagione a quelle cardiovascolari, fino ai tumori. E l'elenco delle rinunce alimentari si aggiorna ai tagli sulla frutta: e se – secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea – «nel corso del 2012 molti italiani hanno abbandonato i principi base della dieta mediterranea con un calo nei consumi familiari di pesce fresco, vino, ortofrutta e olio di oliva, anche se hanno portato in tavola più pasta», a variare Redditi al palo: 9 milioni di italiani non si curano più Redazione Anche in Italia gli effetti della crisi sulla salute iniziano ad essere evidenti, con nove milioni di persone che stanno rinunciando a curarsi per mancanza di risorse. Lo sottolinea Walter Ricciardi, direttore dell'Osservatorio nazionale sulla salute dell'Università Cattolica di Roma, secondo cui il nostro Paese non ha messo in campo le iniziative possibili per limitare il problema. «Ormai nove milioni di persone ha rinunciato a curare disturbi di piccola e media entità – ha spiegato l'esperto – per le liste d'attesa troppo lunghe, o perché non riesce a pagare le terapie. Un esempio lampante viene dalle cure dentali, con un aumento delle persone che perdono i denti e non li sostituiscono, anche perché l'odontoiatria in Italia è quasi esclusivamente privata». Secondo il rapporto annuale stilato dall'osservatorio dall'inizio della crisi è aumentato l'utilizzo di farmaci antidepressivi (da 8,18 dosi giornaliere per 1000 abitanti nel 2000 a 35,72 nel 2010), sintomo della ricerca di una “cura rapida” al senso di malessere. In aumento, segnala l'Istat, sono anche i suicidi, che seguono la tendenza europea. Se nel 2008 i casi erano 2.828, due anni più tardi sono saliti a 3.048. Un'analisi della Coldiretti denuncia: anche la frutta sparisce dalla tavola degli italiani. Un genere di lusso per l'11,3% delle famiglie non è stato solo il menu, ma anche il livello qualitativo dei prodotti comprati: il diagramma degli acquisti registra infatti un forte aumento del ricorso a cibi “low cost”, notoriamente non sempre in grado di garantire standard di qualità e sicurezza elevati. Infine, «con la crisi in un anno – precisa la Coldiretti – è anche praticamente raddoppiata al 12,3 per cento la percentuale di italiani che dichiara di non poter approntare un pasto adeguato in termini di apporto proteico ogni due giorni. Il risultato – continua la Coldiretti – è un indebolimento fisico che rende gli italiani più vulnerabili alle malattie». Nuova folle sfida della Nordcorea al mondo: «La guerra può scoppiare in qualsiasi momento» 5 Antonio Pannullo Continua la folle sfida della Corea del Nord, uno degli ultimi baluardi della dittatura comunista nel mondo, all'Occidente e in particolare agli odiati Stati Uniti. La Corea del Nord ha infatti notificato alla Corea del Sud il taglio di ogni linea di comunicazione militare a pochi giorni dalla sospensione del "telefono rosso" tra i due Paesi con tanto di minaccia d'attacco nucleare. Lo riporta l'agenzia nordcoreana Kcna, rimarcando che «una guerra può scoppiare in qualsiasi momento». Pyongyang, tra le misure unilaterali decise in risposta al ciclo di esercitazioni militari congiunte tra Corea del Sud e Usa tenute dall'11 al 21 marzo scorsi, aveva deciso di cancellare l'armistizio del 1953, sospendere la "linea rossa" al villaggio di Panmunjom usata anche per le comunicazioni umanitarie della Croce Rossa, e lanciato la minaccia di attacco nucleare «spietato e preventivo» contro Washington e Seul. «Il Comando supremo dell'Esercito popolare coreano ha solennemente dichiarato che d'ora in poi tutte le comunicazioni militari tra Nord e Sud saranno tagliate», ha riferito la Kcna, citando un alto ufficiale militare, secondo cui, «a causa delle azioni sconsiderate dei nemici, le comunicazioni, istituite per il dialogo e la Cina, condanne per la minoranza musulmana cooperazione, hanno perso di significato». L'ultima mossa è verosimile complichi il funzionamento del distretto industriale congiunto di Kaesong, al confine ma in enclave nordcoreano, che aveva continuato a funzionare malgrado le tensioni crescenti: senza comunicazioni, la sicurezza del personale sudcoreano risulterebbe ora a rischio. La “linea rossa“ militare, infatti, è stato finora lo strumento per la gestione di qualsiasi movimento di persone e veicoli al complesso di Kaesong. A inizio mese, infine, Pyongyang ha annunciato che avrebbe annullato i anche i patti di non aggressione tra i due Paesi e quello sulla soluzione pacifica di qualsiasi controversia senza il ricorso alla forze militare. Infine, si è appreso che il Partito (unico) dei Lavoratori della Corea del Nord ha con- vocato a fine mese una riunione del comitato centrale per decidere una non meglio precisata «questione importante». Lo ha reso noto l'agenzia ufficiale, la Kcna, senza fornire ulteriori dettagli tra cui data e ordine del giorno. Si tratterà, comunque, del primo appuntamento del suo genere da settembre 2010, quando i componenti del comitato centrale risultavano essere 125. Subito dopo la riunione è in programma la sessione di un giorno della suprema assemblea del Popolo, il parlamento nordcoreano, convocata per lunedì primo aprile, in vista del primo anniversario (che cade l'11 aprile) della designazione del nuovo leader, il "giovane generale" Ki Jong-un, alla carica di primo segretario del Partito dei Lavoratori. scontri vedono protagonisti i combattenti della Brigata Farouq e i miliziani di Jabhat al Nusra, la formazione che gli Usa hanno inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche denunciando legami con al Qaida in Iraq. Gli scontri si registrano nella regione che unisce le province di Raqqa, Hasaka e Dayr az Zor. Sul fronte diplomatico, ci sono nuove critiche al passo falso della Lega araba: Mosca giudica «illegale e infondata» la de- cisione della Lega araba di concedere il seggio della Siria all'opposizione del regime di Bashar al Assad: «Il governo siriano era e resta il rappresentante legale presso l'Onu», ha dichiarato in un comunicato il ministero russo degli Esteri. Per Mosca si tratta di un «incoraggiamento delle forze che, sfortunatamente, continuano a puntare su una soluzione militare in Siria». Le fa eco l'Iran,che da parte sua ha avvertito la Lega araba che la concessione di un seggio all'opposizione siriana creerà un pericoloso precedente nel mondo arabo e segnerà la fine dell'azione dell'organizzazione dei paesi islamici nell'area.suo Amanda Knox lunedì sera, al telefono con uno dei suoi legali. «Era agitata poi si è calmata – ha spiegato lʼavvocato Luciano Ghirga – Dice che continuano a non crederle». In primo grado, i due imputati avevano subito una pesante condanna, 26 anni per Amanda, 25 per Sollecito. Per lʼOmicidio di Meredith, avvenuto nella notte tra il primo e il 2 novembre 2007, è stato condannato in via definitiva lʼivoriano Rudy Guede a 16 anni di reclusione, dopo il giudizio con rito abbreviato. Siria, le opposizioni ora si combattono con le armi. Critiche alla Lega araba Redazione Il presidente siriano Bashar al Assad si è rivolto ai governi di Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica (Brics), i cui rappresentanti si sono riuniti a Durban in Sudafrica, perché contribuiscano a svolgere un ruolo per arrivare alla fine delle violenze in Siria. In una nota diffusa dal palazzo presidenziale di Damasco e resa nota dall tv di Stato, si afferma che Assad ha «chiesto al summit del Brics di contribuire a un immediato arresto delle violenze in Siria e di garantire il successo di una soluzione politica. Da due anni la Siria soffre del terrorismo appoggiato dai Paesi arabi e da altri Stati della regione», ha detto Assad citato dalla tv di Stato. Intanto la “rivoluzione" siriana inizia a divorare sé stessa: scontri armati tra ribelli di opposte fazioni si segnalano nel nord della Siria: lo scrive il magazine statunitense "Time", pubblicando un reportage dal posto. Gli Redazione Prosegue la repressione religiosa in Cina: due tribunali cinesi hanno condannato 20 esponenti della minoranza etnica degli uighuri, regione a maggioranza musulmana spesso teatro di scontri inter religiosi, a pesanti pene detentive nella tormentata regione nordoccidentale del Xinjiang, secondo un comunicato del governo provinciale. I tribunali di Kashgar e di Bayingol hanno affermato che i condannati avevano «le menti avvelenate dall'estremismo religioso» e che erano pronti a scatenare la guerra santa nella regione. Gli esuli uighuri accusano il governo di Pechino di esagerare ad arte la minaccia dell'estremismo religioso per giustificare la repressione contro la minoranza etnica. Gli uighuri, turcofoni e di religione islamica, sono gli abitanti originari della regione ma oggi stanno diventando minoranza a causa della massiccia immigrazione di cinesi di etnia han dalle zone più povere del Paese, politica spesso attuata da Pachino per distrugger ele identità nazionali dei popoli. Dilxay Raxit, un portavoce del Congresso Mondiale degli Uighuri, ha affermato che i condannati sono in realtà responsabili di aver ascoltato l'emittente americana Radio Free Asia e di aver discusso su Internet di libertà culturale e religiosa. Il Xinjiang è ricco di materie prime e si trova in una posizione strategica ai confini con Afghanistan, Pakistan, India e con le repubbliche dell'Asia centrale. Stesso comportamento illiberale di Pechino anche su altri fronti: trenta operai cinesi, impegnati a Oued Falli, a pochi chilometri da Tizi Ouzou, nella costruzione di cinquemila alloggi di edilizia popolare, sono stati rispediti a casa dalla loro azienda per avere attuato uno sciopero per sollecitare il pagamento di due stipendi arretrati. Gli operai sono dipendenti della Cscec, gigante cinese nel settore delle grandi opere pubbliche e nell'edilizia, che in Algeria ha ottenuto appalti molto ricchi. Accuse false alla Regione Sardegna: già erogati i pagamenti agli studenti fuori sede 6 Il Pdl pugliese: medici e pazienti vengono prima delle poltrone nelle Asl Redazione «La Regione Sardegna non ha mai ignorato nessun studente, di ogni ordine e grado, ma ha sempre cercato, nei limiti imposti dal Patto di Stabilità e secondo le disponibilità, di risolvere al meglio le criticità e le necessità del mondo dellʼistruzione. Pertanto respingo le accuse che ci vengono rivolte, da parte degli studenti universitari fuori sede, di non aver erogato i contributi per i fitto casa». Lo ha detto lʼassessore regionale della Pubblica istruzione, Sergio Milia, rispondendo alla denuncia degli studenti fuori sede. «Posso assicurare che i pagamenti – ha proseguito Milia – relativi al fitto casa, sono stati già evasi dagli uffici dellʼassessorato con i provvedimenti adottati il primo marzo scorso, per il totale di due milioni e 153 mila euro. Mi risulta inoltre che pure la Ragioneria abbia già provveduto ad emettere i relativi mandati di pagamento». La Regione – che, come è noto, è governata da una Giunta di centrodestra – deve fare i conti con gli ineludibili vincoli imposti dal Patto di Stabilità, che troppo spesso viene recepito dallʼopinione pubblica come una scusa ufficiale, per nascondere ritardi, inadempienze e inefficienze varie della pubblica amministrazione. Ma così non è. «Lʼassessorato – ha spiegato Milia – è subissato da pressanti richieste provenienti da più parti, dagli Ersu alle università, dalle scuole paritarie ai Comuni per le borse di studio agli alunni meno abbienti e dalle Province per i contributi agli alunni disabili. Le risorse spendibili sono purtroppo insufficienti e si rende così necessario dosarle per assicurare a tutti il principio fondamentale del diritto alla studio. Posso rassicurare gli studenti fuori sede che la Regione Sardegna continuerà, come già nel passato, a tenere nella massima considerazione, la loro situazione». Redazione «Medici e infermieri del Sistema sanitario regionale lanciano lʼennesimo grido dʼallarme ad un governo regionale sordo alle esigenze degli ammalati e che ha orecchie per sentire solo le esigenze politiche della sua maggioranza di centrosinistra, sempre a caccia di poltrone nelle Asl. Piuttosto che pensare prioritariamente allʼennesimo cambio di guardia ai vertici delle Asl, si ascoltino le esigenze degli operatori sanitari, grazie alla cui dedizione e lavoro un sistema al collasso si tiene ancora in piedi». Lo dichiara il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese. «Ormai da giorni chiediamo allʼassessore Gentile di venire a riferire in commissione per fare il punto sul Piano di Rientro e capire quindi una volta per tutte come stanno le cose sullo sblocco del turn over indispensabile per poter garantire alle strutture sanitarie pugliesi il personale sufficiente ad andare avanti. Chiediamo anche di sapere che fine ha fatto la fase successiva alla chiusura degli ospedali, ossia dovʼè finito il personale degli ospedali chiusi e se e quando partirà la loro riconversione, dove sono i servizi territoriali alternativi che erano stati promessi e dove gli ospedali nuovi. Chiediamo poi che fine hanno fatto i quasi due miliardi di euro di tasse regionali aggiuntive pagati dai cittadini pugliesi in questi otto anni e, posto che questo governo regionale non riesce più a garantire neanche i Lea, chiediamo di eliminare subito gli ulteriori 270 milioni di euro di tasse regionali in vigore nel 2013». «In Emilia no al registro comunale delle unioni civili» Redazione «Condivido la presa di posizione assunta dal vescovo di Reggio Emilia e Guastalla, Massimo Camisasca, contro lʼistituzione del registro delle unioni civili approvata dalla maggioranza di sinistra del Consiglio comunale di Reggio Emilia». Così si è espresso il consigliere regionale del Pdl, Fabio Filippi, secondo cui «quello che desidera la sinistra è affermare un modello di famiglia alternativo e porre le premesse affinché la diffusione della prassi relativa allʼistituzione dei registri delle unioni civili conduca allʼapprovazione di una legge del Parlamento che riconosca come sostanzialmente matrimoniali le coppie di fatto e dia valore di matrimonio ai legami omosessuali. In questo modo però si va verso uno scardinamento della famiglia come istituzione, con conseguenze profondamente negative sulla vita sociale e sullʼeducazione dei figli». La protezione di legittimi diritti della persona potrebbe invece essere assicurata dal diritto civile, come già in parte avviene – ricorda Filippi – senza costruire una disciplina comunale delle unioni civili, non prevista nellʼordinamento italiano né istituire un nuovo registro amministrativo. «Sono convinto che una concezione laica della presenza dei cristiani nella società si manifesti proprio nellʼaffermazione e nella difesa di un valore di tutti e non di parte, poiché la famiglia rappresenta il cuore del tessuto stesso della società. In Regione Emilia-Romagna – ricorda l'esponente del Pdl – è stato recentemente presentato, dal consigliere Grillini, un progetto di legge sul matrimonio tra coppie dello stesso sesso. In veste di relatore di minoranza, mi opporrò con decisione a questo disegno di legge, difendendo la famiglia tradizionale. Nellʼestate del 2012 ho presentato al presidente della Regione un progetto a favore della famiglia naturale, quella per intenderci prevista dallʼarticolo 29 della Costituzione, formata da uomo, donna e possibilmente bambini, ma non è ancora stato esaminato. Certo è più eclatante, fa più notizia un progetto di legge che favorisce il “matrimonio" tra due persone dello stesso sesso, ma in questo modo si va verso una disintegrazione della società. Lʼunione tra due persone dello stesso sesso non può essere assolutamente paragonata a quella naturale tra un uomo e una donna che garantisce la continuazione della specie. Un conto è chiedere diritti e nessuno li nega – conclude Filippi – unʼaltra cosa è parlare di matrimonio! Famiglia e matrimonio sono valori non negoziabili».chino vuole «aiutare i Paesi africani a trasformare le loro risorse in una spinta per la crescita, mettendo in moto uno sviluppo indipendente e sostenibile». I massicci investimenti cinesi in Africa sono generalmente ben accetti e considerati un sostituto accettabile di quelli dei Paesi "imperialisti" occidentali. Negli ultimi anni anche la Cina è stata tuttavia criticata e le sue imprese accusate di comportamento predatorio, vale a dire di sfruttare le materie prime di cui l'Africa è ricca per foraggiare le esigenze dell' industria cinese senza preoccuparsi dello sviluppo dei Paesi africani. Spesso le imprese del gigante asiatico impiegano in effetti solo manodopera cinese e i loro investimenti non incidono sulla occupazione e sulle condizioni di vita delle popolazioni locali. «La Cina continuerà a offrire, come sempre, assistenza all' Africa senza chiedere in cambio contropartite politiche», ha comunque assicurato Xi Jinping in Tanzania. Il numero uno cinese ha aggiunto che Pechino formerà nei prossimi anni trentamila tecnici africani e offrirà 18mila borse di studio a giovani del continente per incrementare i trasferimenti di tecnologia e di esperienza. Riecco la musica di Eros Ramazzotti, con l'atmosfera delle spiagge brasiliane Giorgio Sigona Eros Ramazzotti ha scelto le spiagge del Brasile e le atmosfere esotiche di Rio De Janeiro per il videoclip di “Questa nostra stagione”, già disponibile sulla pagina ufficiale Google+ dell'artista google.com/+ErosRamazzotti. La clip del secondo estratto da “Noi”, triplo disco di platino in Italia, sarà disponibile in esclusiva per tre giorni. Protagonista del video è Eros, seduto al pianoforte in riva al mare di Piratininga di Niteroi, a pochi chilometri da Rio de Janeiro. Prosegue nel frattempo il “Noi World Tour 2013”, il nuovo live che Ramazzotti porterà nei palasport italiani ed europei nel corso dell'anno e che ha quintuplicato la data di Milano, triplicato quella di Verona e raddoppiato quelle di Torino, Caserta, Monaco, Bruxelles, Zurigo e Verona. La conclusione della prima parte del tour avverrà allo stadio Olimpico di Roma il 21 giugno. Dopo essere stato il primo artista italiano ad esibirsi live per i suoi fan attraverso l'Hangout, lo scorso 5 novembre (dov'è stato presentato per la prima volta in assoluto il singolo di lancio “Un angelo disteso al sole”), continuano la scelta e l'attenzione di Eros verso le nuove tecnologie e i nuovi modi di comunicare direttamente con i suoi fan in tutto il mondo anche attraverso la piattaforma social di Google che raccoglie oltre cinquecento milioni di utenti. L'ante- 7 prima è stata anticipata da una serie di iniziative sulla pagina Google+ che hanno coinvolto i fan di Eros in prima persona, attraverso foto, dediche, hashtag, canzoni. Lettere Da Monti nessun guadagno per l'Italia A quanto pare uno dei meriti che il partitucolo di Monti vanta è quello di aver tolto al centrodestra quei quattro voti determinanti per andare al governo alla faccia dei grillini e degli smacchiatori di giaguari. Sinceramente mi sfugge quale sia il guadagno per l'Italia, visto che ci ritroviamo un presunto premier incaricato ridotto a rincorrere i sogni di gloria. Capisco che il sobrio bocconiano non può cantarsela sui successi in campo economico e le figure da leone in campo internazionale, ma vantarsi di non aver dato un governo decente al Paese impelagato nella crisi mi sembra troppo. Xavier Carlo Come si comporteranno gli Usa con il caso di Amanda? Alla luce della sentenza che annulla le assoluzioni del caso Kercher, gli Usa restituiranno alle nostre autorità Amanda Knox in un battibaleno affinché si lasci ri-processare, magari dietro promessa del nostro governo che non verrà inflitta la pena di morte? Oppure, trattandosi malgrado Obama di un Paese con gli attributi che per non si ritrova né sobri premier né ministri incompetenti, ci risponderanno con un sonoro pernacchio? Domenico Cianca La testardaggine di Bersani sarà un boomerang Un binomio Alfano-Bersani sarebbe stato uno scacco matto alla mancanza di pacificazione che molti addebitano all'Italia considerata “litigiosa e incapace di darsi un equilibrio”. Parliamo di questa Europa che non sembra allo stato attuale delle cose di essere quella grande mamma che doveva difendere i Paesi che la componevano, contro l'egida degli Usa e delle potenze emergenti. Bersani sta rifiutando ogni possibile collaborazione da parte del centrodestra, e questo gli costerà molto caro, specialmente quando resterà con un pugno di mosche in mano e un nulla di fatto. Bruno Russo Mai più ministri dilettanti allo sbaraglio La mattina dell'8 settembre 1943 il Re d'Italia, ricevendo l'ambasciatore tedesco Rahn, gli diede assicurazione che l'Italia avrebbe continuato a combattere a fianco dell'alleato fino all'ultimo (da cinque giorni, all'insaputa dei tedeschi, avevamo firmato la resa a Cassibile). A quanto pare, la cultura del tradimento della parola data sopravvive nel patrimonio genetico della nostra classe dirigente e di tanto in tanto riemerge, come nella vicenda dei due marò che si intendeva trattenere in Italia. Una cosa, questa vicenda mi ha insegnato: mai più gli ammiragli dovranno fare i ministri della Difesa, né i nobiluomini-dilettanti i ministri degli Esteri. Guido Guasconi L'Italia impotente di fronte alla prepotenza indiana Totalmente impotente l'Italia nei confronti della prepotenza indiana. Se avessimo mostrato lo stesso impegno e intransigenza che le autorità fiscali stanno mettendo per sterminare il ceto medio e la piccola impresa con la scusa di combattere l'evasione fiscale, l'India sarebbe venuta a strisciare ai nostri piedi chiedendo umilmente scusa e proponendo in segno di pace di diventare una nostra colonia. Mario Panicucci Non dimentichiamo la potenza atomica indiana Quando un uomo con la pistola incontra un uomo col fucile, quello con la pistola è un uomo morto, come diceva Clint Eastwood. L'Italia ha la pistola, ne ha tante, le produce e sa anche farle molto bene. Ma l'India ha la bomba atomica. Pamela d'Aresti Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Mario Landolfi Ugo Lisi Direttore Politico Marcello De Angelis Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250