d’Italia LA CEI “SCOMUNICA” RENZI: «BASTA SLOGAN, PENSI ALLE COSE ESSENZIALI» ANNO LXII N.223 Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Guglielmo Federici In pratica una bocciatura. Renzi rifaccia l’agenda e dia priorità alle cose essenziali. Un giudizio chiaro e inesorabile giunge dal segretario generale della Cei, Monsignor Mariano Crociata, che durante la conferenza stampa al termine dei lavori del Consiglio permanente,a domanda risponde: «Non è questione se il Renzi piaccia a noi o no. Bisognerebbe chiedere alla gente se sta trovando le risposte. La nostra impressione è che ci sia da ridisegnare l’agenda politica mettendo come priorità la famiglia, il lavoro, i giovani e i temi della formazione e della scuola ma non annunciandoli, affrontandoli veramente». Una sintesi perfetta espressa in poche martellanti parole che incontra gli applausi del centrodestra, a cominciare da Renato Brunetta: «Totalmente d’accordo con le preoccupazioni della Cei. Occorrono fatti, basta pa- WWW.SECOLODITALIA.IT role», commenta su Twitter il capogruppo di Forza Italia alla Camera. Anche i vescovi, insomma, lamentano l’evanescenza degli annunci di Renzi. Giudizio ineccepibile per Maurizio Gasparri: «L’allarme della Cei sulla disattenzione del governo nei confronti della famiglia è un ulteriore monito per Renzi che, al di là degli annunci e delle promesse, viene rimproverato da più parti. Voglio poi far presente che per la famiglia non esiste solo l’emergenza fiscale, visto che il governo non estende bonus né introduce ad esempio il quoziente familiare, ma ci sono anche altri rischi. Continua, infatti, l’iter di proposte di legge per sabato 27/9/2014 le adozioni e i matrimoni omosessuali, per il divorzio lampo e altri provvedimenti che distruggono la famiglia. È il momento di reagire in difesa della famiglia e di una corretta interpretazione della società» dichiara il vicepresidente del Senato, auspicando che «anche i cattolici impegnati in politica facciano sentire con più determinazione la loro voce». Sulle parole di mons. Crociata si esprime Gianni Alemanno: «Sia pure con tutta la prudenza e l’attenzione che gli è propria la Cei sollecita una ridefinizione dell’agenda politica al presidente Renzi per dare priorità alle questioni vere ed essenziali, senza nascondersi dietro a questioni di bandiera come l’inutile dibattito sull’articolo 18. In tutto il Paese – prosegue – si sta diffondendo una sensazione di inconsistenza rispetto all’azione del governo Renzi e oggi anche il mondo cattolico ha detto una parola importante da questo punto di vista». La grandezza di Evita Peròn nei nuovi racconti di Papa Francesco: «La vidi e…» Girolamo Fragalà Una grande donna, Evita Peròn. Una grande leader che ancora oggi è nel cuore del popolo, del suo popolo. Le sue parole hanno fatto il giro del mondo, come un testamento spirituale: «Ho solo un’ambizione personale: che il giorno in cui si scriverà il capitolo meraviglioso della storia di Peròn, di me si dica questo: c’era, al fianco di Peròn, una donna che si era dedicata a trasmettergli le speranze del popolo. Di questa donna si sa soltanto che il popolo la chiamava con amore Evita». Ed è proprio su ciò che ha rappresentato la regina dei descamisados, sul suo innato carisma – immagine che illumina e scompare – che si concentrano le pagine più belle del nuovo libro su Papa Francesco, il racconto degli anni trascorsi a Cordoba. Agli autori del volume – Javier Camara e Sebastian Pfaffen– il Pontefice ha appunto raccontato come da adolescente vide «da vicino» a Buenos Aires sia Juan Domingo Peròn sia Evita. «Vidi Eva in un’occasione, quando entrai insieme a mio fratello in una unidad basica (circolo politico del peronismo, ndr.) per cercare degli opuscoli per un lavoro a scuola. Lei era lì, ci salutò», ha detto Bergoglio aggiungendo: «L’unica volta che vidi Peron fu invece quando mi toccò andare quale portabandiera della scuola al Teatro Colon per un incontro sull’educazione». Bergoglio visse a Cordoba in due periodi diversi. Prima, quale novizio della Compagnia di Gesù tra il 1958 e il 1960: «Nel marzo del ’58 arrivò da Buenos Aires accompagnato dai genitori per entrare nel noviziato della Sagrada Familia», ricorda il volume (dal titolo Quel Francesco). Successivamente, da sacerdote tra il 1990 e il 1992 nella residenza della Compagnia, prima di essere designato vescovo ausiliare a Buenos Aires. I due autori sono entrambi di Cordoba e – ricorda il quotidiano La Nacion – hanno consegnato un volume al Papa a Santa Marta. Sul fronte della politica «sono sempre stato uno inquieto», ha detto ancora Bergoglio nel libro, ricordando di aver avuto «durante l’adolescenza anche un’incursione» nel mondo «sinistroso» e di aver accompagnato gruppi di giovani di diverse provenienze politiche, «evidentemente anche gruppi peronisti. Ma non mi sono mai scritto a nessun partito», ha precisato Bergoglio, segnalando d’altra parte i vincoli esistenti tra «l’esposizione della dottrina peronista e la dottrina sociale della Chiesa». «Quei periodi a Cordoba hanno in un certo senso generato una solidità spirituale. Prima da novizio, poi i due anni da sacerdote che sono stati come una notte, con qualche oscurità interna, fasi che – ricorda il Papa nel libro – mi hanno permesso di fare un lavoro apostolico che mi ha aiutato a consolidarmi quale pastore». Ma la frase-clou è tutta in quel «Quando vidi Evita». Una frase che dice tutto. Centrodestra ok: patto di Ferro (Wanda) in Calabria? Secolo 2 d’Italia SABATO 27 SETTEMBRE 2014 Romana Fabiani C’è un cauto ottimismo a piazza San Lorenzo in Lucina in vista delle regionali d’autunno. Il cantiere forzista per dare vita a un cartello comune con gli ex alleati del centrodestra prosegue a ritmo serrato e l’obiettivo sembra più vicino. Il presidente della commissione istituita ad hoc da Silvio Berlusconi, Altero Matteoli, prosegue gli incontri per trovare la quadra tra piattaforma programmatica e candidature per fronteggiare la sinistra renziana, che in Calabria e in Emilia ha i suoi guai malgrado i toni trionfalistici di facciata. «Siamo in dirittura d’arrivo in Calabria, abbiamo incontrato esponenti del Nuovo centrodestra, dell’Udc e stiamo lavorando per un’alleanza che sostenga lo stesso candidato alla presidenza». Incontri informali anche con Fratelli d’Italia in attesa di un faccia a faccia ufficiale con Giorgia Meloni, in programma entro la prossima settimana un vertice con la Lega, che però non è particolarmente interes- sata alla competizione calabrese. Tre i nomi dei papabili candidati a governatori: Wanda Ferro, commissario della Provincia di Catanzaro, Giuseppe Raffa, presidente della Provincia di Reggio Calabria, e Giacomo Mancini, nipote del più famoso socialista Giacomo. La Ferro, un passato in Alleanza nazionale, è decisamente il nome più quotato, tanto che i sondaggi la considerano già il candidato del centrodestra contrapposto a Gianluca Callipo, sindaco di Pizzo, renziano doc, che avrebbe sconfitto il competitor dalemiano. L’esperimento in Calabria potrebbe rappresentare il primo laboratorio per una ricostruzione del centrodestra, anche se non mancano le difficoltà, soprattutto per trovare la quadra con il partito di Alfano alleato di Renzi al governo. «Tutto passa attraverso la necessità di ricostruire la coalizione di centrodestra – dice Matteoli al Secolo d’Italia minimizzando sulle fibrillazioni interne a Forza Italia tra vecchia guardia e le new entry attinte dai Club – ed è proprio quello che stiamo cercando di fare in vista delle regionali». Fratelli d’Italia è disponibile a giocare la nuova partita ma ad alcune condizioni certe su tutto il territorio nazionale: chiarezza sul metodo di selezione delle candidature per tutte le prossime sfide amministrative, comprese quelle di primavera, senza editti dall’alto; ripartenza con una rifondazione da zero che preveda regole chiare sulle alleanze e sui programmi. In soldoni significa non procedere a foglia di carciofo a seconda delle convenienze sul territorio, magari come sta accadendo per alcune elezioni provinciali facendo alleanze con il Pd, e scegliere la direzione di marcia sui temi più urgenti dell’agenda politica a partire dalle politiche sociali e dall’immigrazione sui quali le posizioni sono molto distanti. Mario Aldo Stilton Il vero pericolo non è Ebola, ma l’America. Letta così sembrerebbe una provocazione bella e buona. Roba da Isis e dintorni. O da «Manifesto». È che poi vai a leggere chi l’ha detto e rimani stupito. Sorpreso. Favorevolmente sorpreso. Perché la battuta, rilanciata dalla Radio Russa Rsn è di Michail Gorbaciov. Proprio lui, l’inventore della Glasnost e della Perestrojka, l’ultimo capo del Pcus, nobel per la pace nel 1990, che non ha avuto dubbi, commentando il discorso di Obama alle Nazioni Unite, nel rimandare al mittente le accuse contro la Russia. Ebola e la Russia sono tra i problemi principali del mondo, aveva detto Obama. «Abbiamo un virus principale: l’America e le ambizioni della sua leadership»: é stata la puntuta replica dell’anziano ex leader sovietico. Altro che potere assoluto di Vladimir Putin. Altro che satrapi e oligarchi abbarbicati al potere. Il bla bla orchestrato dagli Usa contro la Russia è nient’altro che una manovra dell’amministrazione americana per il conservare il monopolio: «…vogliono ferire e provocare…l’Ucraina e le altre cose sono solo pretesti», ha spiegato Gorbaciov. In sostanza, sponde dalle parti di Mosca, Obama non riesce proprio a trovarne. Il che, come minimo, dovrebbe far riflettere quanti in Europa e in Italia sono sempre pronti ad appecoronarsi ai voleri del presidente statunitense. Di quello stesso Obama che ci costringe, ad esempio, a promuovere assurde sanzioni contro i russi. Sanzioni che stanno provocando effetti devastanti alla nostra disgraziatissima economia. Adesso però è la volta di Gorbaciov. E adesso che parla colui che vide naufragare l’Urss e indica, senza dubbi, qual è il nocciolo vero della questione i tanti Veltroni di casa nostra tacciono. Si volgono dall’altra parte. Non vedono, non sentono e non parlano. Perché se non c’è nulla da dire contro Putin, che si parla a fare? Mica si potrà ammettere di avere sbagliato. Nè mai si potrà dire di aver sopravvalutato il caro Barak. Uno di cui si è sempre magnificato l’operato. No, meglio tacere. Meglio non dire che Michail Gorbaciov ha ragione. E che questa leadership americana è una sventura. Meglio fare spallucce. Volgere lo sguardo altrove. E magari andare a Venezia. Dove un altro obamiano irriducibile, il caro George Clooney, in una atmosfera blindata e farlocca ti farà partecipare all’ebrezza dell’ennesima farsa american style . Il suo matrimonio. «Il vero pericolo per il mondo è l’America, non l’Ebola». Parola di Gorbaciov Al policlinico “S. Orsola” di Bologna l' Oscar in spending review: risparmi per 738mila euro SABATO 27 SETTEMBRE 2014 Secolo d’Italia 3 Capitali pubblici nell'Olio Dante, un assist alle medie imprese Redazione Il policlinico S.Orsola-Malpighi di Bologna ripensa la mensa e risparmia nel 2013 738.000 euro sui circa 10 milioni che spende all'anno per la ristorazione. Con una altra parte del progetto, che non ha interessato la mensa, il risparmio arriva a 980.000. Parte di questi soldi andranno ai lavoratori, prima di tutto quelli coinvolti nella riorganizzazione. A loro, oltre un centinaio, arriveranno in media 800 euro lordi. Ma l'entità esatta del riconoscimento cambierà secondo al grado di coinvolgimento nel progetto, grazie a parametri che saranno concordati coi sindacati. L'ospedale, con una delle prime esperienze in Italia, sfrutta il Dl 98/2011 che permette alle amministrazioni pubbliche di dare fino al 50% dei risparmi da razionalizzazione della spesa alla contrattazione integrativa. I risparmi sono stati ottenuti sposando la filosofia dell'internalizzazione dei servizi, dalla cucina (mantenuta con convinzione nel policlinico) ai trasporti, fino a parte delle pulizie (riportati alla gestione diretta). Sono stati riorganizzati i turni del personale di cucina, e ciò ha permesso di tagliare del 43% gli straordinari rispetto a due fa. Sul fronte delle forniture, le stoviglie monouso sono state sostituite da ceramica. I bicchieri in polipropilene con i biodegradabili. Collaborando con i dietisti, si è deciso di sostituire certi cibi con altri di pari qualità ma meno costosi: i salumi non vengono più acquistati porzionati in busta, ma vengono tagliati in cucina. Con un ovvio miglioramento pure della qualità del cibo. E sicuramente hanno gioito anche i malati sottoposti ad alcuni esami radiologici al fegato: clinici e dietisti infatti hanno concordato che il liquido di contrasto, il Lumirem, somministrato era sostituibile (ai fini dell'esame) con succo d'ananas puro. Con beneficio per i costi (una fornitura annuale del liquido di contrasto costava 14.000 euro, per il succo se ne spendono 380), ma soprattutto per il palato dei pazienti. Il risparmio sulla mensa è solo una parte di progetti avviati nel 2013, che hanno comportato anche una revisione di spesa sulla rilevazione di fumi, incendi, gas e allagamenti, servizio pure in parte reinternalizzato. Complessivamente il risparmio nell'anno scorso è stato di 980.000 euro, su un bilancio da 500 milioni. Dei soldi risparmiati 400.000 euro lordi (ogni anno per tre anni) andranno ai dipendenti: la metà appunto nelle buste paga di chi hanno portato a casa il risultato. L'altra metà sarà destinato a tutti, nel fondo per la contrattazione del resto dell'ospedale. Redazione Il mercato della casa torna a frenare. Malgrado la crescita dei mutui andata avanti per tutta la primavera, nel secondo trimestre di quest'anno è ricomparso il segno meno nelle compravendite (-3,6%), dopo il positivo andamento del periodo gennaio-marzo. A pesare, come ha spiegato l'Agenzia delle entrate comunicando i dati, l'esaurirsi della spinta del nuovo regime fiscale in materia di imposte di registro, ipotecaria e catastale deciso dalla Legge di stabilità 2014, che aveva inciso positivamente sui primi tre mesi. In un contesto in cui l'erogazione di mutui è in netta ripresa (+29% nei primi sette mesi secondo gli ultimi dati Abi), la flessione delle compravendite è contenuta nel settore residenziale, che perde solo l'1% rispetto al secondo trimestre dell'anno precedente e non si vede proprio nei capoluoghi di regione, dove spicca un aumento dell'1,8%: si registrano in- vece cali superiori al 5% nel settore commerciale (-5,1%), nel terziario (-6,9%) e nelle pertinenze (-5,1%). In decisa controtendenza le operazioni relative agli immobili industriali, che registrano un progresso a due cifre (+10,3%). Tornando alle case, la flessione più consistente riguarda il Sud, dove il calo è pari a -4,3% e più contenuta al Nord, 0,3%, con un'inversione di tendenza al Centro, dove le compravendite sono in crescita dell'1,7%. Per il settore terziario, invece, la contrazione maggiore si registra al Centro (-22,3%), seguito dal Sud (-4,3%), e in coda il Nord (2,2%). Calo generalizzato di vendite degli immobili commerciali in tutta la penisola, con il Sud in testa (-9%) e a breve distanza il Centro (-8,8%), in chiusura il Nord (-0,7%). Il comparto produttivo dà segnali di ripartenza al Nord e al Centro, con volumi di vendite che salgono rispettivamente del +16,2% e del +9,1%; il Sud invece perde l'8,5%. A poco serve, dunque, il buon andamento delle compravendite nelle grandi città (+3,8% nelle prime otto, mentre i comuni delle rispettive province perdono l'1,2%). Immobili, ricompare il segno meno nelle compravendite Redazione Quindici milioni di investimento nella newco Olio Dante spa, assicurati dall'Istituto sviluppo agroalimentare-Isa, finanziaria del ministero delle politiche agricole, che entra così al 20% del capitale della nuova società nata dallo scorporo dal gruppo Mataluni, cui fanno capo anche brand come Topazio e Olita. È questo l'ultimo assist che giunge dal ministero dell'agricoltura alle medie imprese italiane nell'ottica di favorire il loro salto di qualità e maggior competitività all'estero, come sottolineato dal ministro Maurizio Martina nell'illustrare i dettagli dell'operazione. Le aziende che vorranno crescere, è il messaggio lanciato dal ministro, potranno trovare risposte in quell'operazione di gioco di squadra"tra filiera produttiva e filiera di trasformazione e tra realtà pubblica e privata sostenuta dal ministero. «In Italia soffriamo il problema del nanismo imprenditoriale - sottolinea Biagio Mataluni, presidente del gruppo Mataluni - Un ostacolo che frena lo sviluppo sui mercati globali. Con questo fondo istituzionale intendiamo essere accompagnati ai traguardi stabiliti». Gli obiettivi principali della partnership (il gruppo Mataluni da parte sua contribuirà all'aumento di capitale con altri 15 milioni) sono un incremento del fatturato dell'azienda beneventana per complessivi 100 milioni l'anno, derivante per il 90% dall'export (principalmente verso gli Usa) e l'incremento dell'utilizzo di olio italiano dagli attuali 45 milioni di kg a oltre 65 milioni. La Gran Bretagna prepara i raid contro l'Isis in Iraq. Londra, arrestati due jihadisti 4 Antonio Pannullo Il primo ministro britannico, David Cameron, ha aperto a Westminster la discussione sul via libera per raid aerei in Iraq. Un intervento, ha spiegato Cameron in aula, del tutto legale, in quanto risponde a una richiesta da parte delle autorità irachene. '«È moralmente giusto quindi agire, e agire adesso», ha detto. Stando a quanto trapelato nei giorni scorsi, la proposta del premier trova il sostegno dei leader dei principali partiti, a patto però che l'azione rimanga limitata all'Iraq, che non contempli quindi raid in Siria e che non preveda truppe di terra in operazioni di combattimento. I jet della Raf, alcuni già posizionati a Cipro, potranno entrare in azione nel giro di poche ore. Comunque in Iraq «sarà una missione che non durerà qualche settimana, ma anni. Dobbiamo essere pronti a questo tipo di impegno», ha detto ancora il primo ministro britannico. A conclusione del suo intervento, David Cameron ha sottolineato la consapevolezza che che l'intervento britannico in Iraq nel 2003 pesa alla Camera dei Comuni, ma ha insistito che l'attuale situazione è differente. «Non è come il 2003 e non dobbiamo utilizzare gli errori del passato come una scusa per l'indifferenza o la mancata Secolo d’Italia Lo strano caso dei cadaveri sconosciuti nel lago tra Ruanda e Burundi azione». Arriva un sì anche dall'opposizione: «Sostengo la mozione del governo per i raid in Iraq». Lo ha detto alla Camera dei Comuni il leader dell'opposizione britannica, il laburista Ed Miliband. L'opposizione dei deputati laburisti era stata fondamentale lo scorso anno quando era stata respinta la mozione per un'eventuale azione militare in Siria. Uno smacco per Cameron che fu costretto a ritirare l'appoggio già promesso a Washington. D'altra parte la maggioranza dei cittadini britannici vuole che l'aviazione militare del Regno Unito compia raid contro l'Isis in Iraq e anche in Siria. Emerge da un sondaggio di YouGov pubblicato dal Sun. Il 57% degli intervistati è in favore di un intervento di Londra in Iraq e il 51% in Siria. Intanto altre due persone sono state fermate in Gran Bretagna perché sospettate di appartenere o di dare appoggio a gruppi jihadisti. Lo ha reso noto la polizia, precisando che si tratta di due uomini di 33 e 42 anni, presi sull'autostrada M6 e attualmente in custodia a Londra. Giovedì scorso nove uomini erano stati arrestati perché sospettati di far parte del gruppo al Muhajiron (Musulmani contro i crociati) messo al bando nel 2011. trebbe cadere nelle mani dei talebani». Da parte sua il deputato eletto in Ghazni, Arif Rahmani, ha condiviso le preoccupazioni di Jame, aggiungendo che se cade il distretto di Ajrestan, potrebbero cadere anche quelli di Malistan, Nawor, Jaghori e Qarabagh, considerati pacifici e quindi senza quasi presidio di forze di sicurezza. La notizia delle decapitazioni, che in precedenza era stata comunicata da una fonte del governo provinciale che aveva richiesto l'anonimato, è stata confermata dal vice governatore della provincia afghana di Ghazni Mohammad Ali Ahmadi. Tra le vittime, ha aggiunto, ci sono anche donne e bambini. Contemporaneamente alla strage, un commando armato ha attaccato una cava di marmo nella provincia afghana di Herat uccidendo un minatore e sequestrandone alcuni altri. Lo ha riferito Tolo tv. Fonti dell'amministrazione provinciale hanno indicato che l'attacco era cominciato verso le 21 locali per terminare all'1 del giorno successivo nel distretto di Chesht. Oltre al minatore morto, altri tre sono rimasti feriti. Prima di fuggire i militanti armati, di cui non si conosce l'appartenenza, hanno portato via con loro quattro persone che lavoravano nella miniera. Intanto, per quello che conta, dato lo stato di totale anarchia del Paese, il presidente eletto afghano Ashraf Ghani Ahmadzai ha ricevuto a Kabul il certificato ufficiale di vittoria nel ballottaggio del 14 giugno scorso dalla Commissione elettorale indipendente (Iec). In una cerimonia ufficiale il presidente della Iec, Ahmad Yousaf Nuristani, gli ha consegnato una targa di legno su cui è stato inciso che la sua vittoria è stata ottenuta con 3.930.000 voti, corrispondenti al 55,27% del totale. Nel ballottaggio Ghani, già economista della Banca Mondiale ed ex ministro delle Finanze afghano, ha superato l'ex ministro degli Esteri, Abdullah Abdullah, che secondo un accordo raggiunto dalle parti "coordinerà" il futuro governo di unità nazionale. Afghanistan, nuova strage dei talebani: cento civili uccisi e altri rapiti Redazione Un gran numero di talebani afghani, accompagnati anche da militanti stranieri, hanno sferrato un attacco in grande stile giovedì notte nel distretto di Ajrestan della provincia orientale di Ghazni, uccidendo almeno 100 civili. Il capo del consiglio provinciale di Ghazni, Abdul Jame Jame, ha detto che l'attacco «è di vaste proporzioni e che il distretto è sull'orlo del collasso». Secondo responsabili delle forze di sicurezza e testimoni oculari da lui consultati, i talebani hanno bruciato più di 50 case e ucciso quasi 100 civili. Un alto responsabile governativo che non ha voluto essere identificato ha inoltre indicato che nelle ultime 24 ore gli insorti hanno decapitato 15 persone del posto, accusate di essere agenti del governo. Jame ha poi detto che «se i rinforzi per le forze di sicurezza non arriveranno presto, il distretto po- SABATO 27 SETTEMBRE 2014 Redazione Gli Stati Uniti hanno chiesto a Burundi e Ruanda di condurre «inchieste imparziali con il concorso di esperti internazionali» sul caso dei cadaveri galleggianti trovati su un lago che separa i due Paesi. Ufficialmente nel lago Rweru sono stati recuperati 6 cadaveri, 4 ad agosto e 2 a settembre, legati dentro sacchi, ma i pescatori del posto raccontano di aver visto passare decine di corpi. Entrambi i Paesi affermano che i morti non sono loro cittadini e finora non sono state avviate indagini serie. Una commissione d'inchiesta mista del Burundi e del Ruanda è stata creata per investigare sul giallo dei cadaveri nel lago, una vicenda che imbarazza i due Paesi africani. Sui cadaveri non è stata effettuata al momento alcuna autopsia e dunque non si è ancora in grado di affermare se si tratti di ruandesi, come afferma Bujumbura, o che provengono dal Burundi come invece sostiene Kigali. Il portavoce del dipartimento di Stato Usa, Jennifer Psaki ha lanciato un appello urgente ai due Paesi a condurre «inchieste rapide, approfondite e imparziali con l'aiuto di esperti legali indipendenti e internazionali». Psaki ha inoltre affermato che le «vittime meritano di essere identificate e che i colpevoli devono essere portati davanti alla giustizia». Secondo fonti concordanti a Bujumbura, Washington avrebbe proposto l'aiuto dell'Fbi per fare luce sulla vicenda che ancora resta avvolta nel mistero. Allarme di Save the children, sempre più i minori poveri SABATO 27 SETTEMBRE 2014 Redazione Per contrastare il forte aumento della povertà minorile in Italia, Save the children chiede un intervento del governo con misure a sostegno del reddito e a supporto dei nuclei familiari, a partire dal potenziamento del Sostegno di inclusione attiva. Nel nostro Paese, dal 2012 al 2013, sono più di 1 milione 400 mila i bambini e adolescenti che vivono in povertà assoluta, un aumento del 3,5%. Una crescita più marcata al Sud (+5,2 punti percentuali, passata dal 13,9 al 19,1, pari al 37% in più), ma non ha risparmiato le regioni del Nord (+2,9 punti percentuali, dall'8,3 all'11,2%, pari al 35% in più) e del Centro Italia (+2 punti percentuali, dall'8,2 al 10,2%, pari ad un aumento del 24%). «Se gli ultimi dati sull'incidenza dei minori in povertà assoluta e relativa in Italia sono allarmanti, lo è forse ancor di più dover constatare che il nostro Paese si è caratterizzato negli ultimi anni per una profonda inefficacia degli interventi governativi che sulla carta avrebbero dovuto contrastare questo fenomeno», spiega Valerio Neri, direttore generale di Save the children Italia. Per l'organizzazione occorre agire subito con misure concrete come: utilizzo mirato dei fondi Secolo d’Italia Scuola, 7 studenti su 10 ignorano totalmente la riforma strutturali europei 2014/2020 con specifica attenzione alla tutela dei diritti dell'infanzia; rafforzamento dei servizi dedicati al sostegno alla genitorialità e all'infanzia; consolidamento della rete dei servizi per la prima infanzia. «In particolare - continua Save the children - riteniamo di avviare la sperimentazione del Sostegno per l'inclusione attiva su tutto il territorio nazionale, incrementando significativamente la copertura prevista dalla legge di stabilità 2014 procedendo nell'utilizzo dei 168 milioni di euro previsti per l'estensione a tutto il Mezzogiorno della sperimentazione precedentemente avviata in 12 città». L'organizzazione ha inoltre comparato i dati su povertà di reddito, di lavoro e indici di deprivazione tra Italia e resto d'Europa. Il nostro Paese, nonostante ci sia stato un leggero miglioramento nel welfare, dal punto di vista della povertà risulta dietro solo i nuovi Stati membri Ue (Bulgaria, Romania, Ungheria e Lituania), Irlanda e Grecia (profondamente colpiti dalla crisi). La stessa Commissione europea chiede di agire intervenendo proprio sui minori perché è il gruppo maggiormente esposto al rischio povertà, evitando così una loro peggioramento. «Non si tratta solo di un problema di quantità di risorse messe a disposizione, ma soprattutto di come queste risorse vengono spese e di quanto siano efficaci», ha concluso il direttore generale Valerio Neri. ternativa a noi sarebbe il gioco illegale, che non guarda in faccia nessuno». Sulla stessa linea Roberto Fanelli, direttore centrale gestione tributi e monopolio giochi dell'Agenzia della Dogane e dei Monopoli, che ha ricordato come la normativa italiana «per il contrasto del gioco minorile è la più restrittiva del mondo, ma funziona se la rete legale è il primo baluardo a tutela dei soggetti più deboli; anche per questo ogni volta che c'è un attacco alla rete legale, quella dei concessionari e dei tabaccai, si fa un favore al gioco illegale». La campagna "18+" è giunta alla quarta edizione, in quella passata ha coinvolto 160mila adulti, e anche quest'anno si presenta come un vero e proprio tour che parte da Napoli il 26 settembre, e si concluderà a Roma nel maggio prossimo. L'obiettivo è fare informa- zione ed educazione sul divieto di accesso ai giochi con vincita in denaro per i minori di 18 anni, facendo capire ai genitori l'importanza del loro esempio. "Nello sport come nel gioco bisogna conoscere i propri limiti e sapersi divertire", ha riassunto così, il campione di nuoto Filippo Magnini, il senso dell'iniziativa. I visitatori degli stand nei centri storici italiani potranno accedere ad un "percorso di prevenzione del gioco minorile", con un corso di e-learning e due test che valuteranno la conoscenza sul tema e l'eventuale presenza di comportamenti problematici. «I minori non devono giocare e i genitori devono educare i propri figli a non farlo, ma la sfida educativa non può spettare solo ai genitori, ci aspettiamo la coeducazione da parte di tutti gli adulti», ha affermato Antonio Affinita, direttore del Moige. Da parte sua, Giovanni Risso, presidente della Fit, la Federazione italiana tabaccai, ha assicurato l'impegno dei 40mila rivenditori di giochi al rispetto delle regole. Parte in tutta Italia “+18”, la campagna contro il gioco per i minorenni Redazione Un tour in ben 22 piazze italiane, a partire da venerdì, per fare informazione sul gioco responsabile: riparte la campagna "18+, con le regole non si gioca" promossa da Lottomatica, Moige e Fit, la federazione dei tabaccai. Da parte di Lottomatica «c'è volontà di trovare insieme soluzioni concrete e condivise per una maggiore tutela dei giocatori e dei minori. Tutti sono chiamati a fare la loro parte sul terreno comune della legalità: concessionari, associazioni di categoria, associazioni per la tutela dei minori, e in stretta collaborazione con il regolatore», ha detto presentando l'iniziativa il direttore generale di Gtech-Lottomatica, Fabio Cairoli, che a questo proposito ha sottolineato l'importanza della rete legale dei concessionari e rivenditori: «L'al- 5 Redazione A 10 giorni dalla nascita della piattaforma web che vuole stimolare il dibattito sulla riforma della scuola, gli studenti sembrano ancora poco informati: 7 ragazzi su 10 non ne sanno nulla. Lo rivela un'indagine di Skuola.net tra circa 6 mila studenti. In aiuto dei disinformati si stanno muovendo comunque web e tv, visto che circa 2 su 3 di coloro che hanno dichiarato di conoscere le consultazioni online, sono stati istruiti proprio dai media e dallo spot, già in programma nelle reti nazionali e disponibile anche su Youtube, che spiega come fare a partecipare alla discussione online sulla riforma scolastica. Un restante 20% circa è stato invece informato a scuola, mentre un 10% circa da amici o conoscenti. Se il 69% dei ragazzi ha dichiarato di non sapere cosa siano le consultazioni online, la restante percentuale non è composta solo da ragazzi ben informati: il 16% ne aveva solo sentito parlare. Tuttavia, non è solo la disinformazione a emergere dalla ricerca, ma anche i dubbi che i ragazzi hanno sul fatto di venire realmente ascoltati. Solo circa l'8% di loro è fiducioso che il governo terrà conto della sua opinione. Uno su 2 circa non ne è così convinto, ma pensa che tentar non nuoce. Due su 5, invece, pensano che le consultazioni online siano solo un'operazione di facciata. Tra coloro che hanno dichiarato di conoscere le consultazioni online, il 14% ha già partecipato, mentre il 16% ha intenzione di farlo, ma deve ancora registrarsi. Uno su 4 circa si dice totalmente disinteressato alla cosa, e di conseguenza non parteciperà alle consultazioni online. Ancora indecisi ben quasi 2 su 5, che rispondono con un "non lo so, ci devo pensare". Red zone a Roma: un palliativo del centrosinistra che produce solo degrado e insicurezza 6 Redazione «In una città dove gli episodi di microcriminalità un giorno sì e l’altro no aprono le cronache dei giornali e gli scippi, come le aggressioni, si ripetono quotidianamente dal centro alla periferia è paradossale che il centrosinistra al governo della Capitale, anziché ripristinare la sicurezza, aggiunga problemi alle grandi criticità già esistenti. Legalizzare la prostituzione su strada è un’altra soluzione inutile e buonista del sindaco di Roma che, anziché normalizzare un fenomeno aumentato sotto la sua amministrazione, dovrebbe invece Secolo d’Italia sanzionare e intervenire proprio a tutela dei residenti che da anni subiscono questo scempio». E’ quanto dichiara Fabrizio Ghera, capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza Nazionale in Campiodglio. Sulla vicenda è intervenuta anche Cinzia Pellegrino, referente per Roma Capitale del Dipartimento di FdI-An dedicato alla tutela delle vittime di violenza. «Le red zone tout court spiega la Pellegrino - producono solo degrado e insicurezza. La “genialata” messa in atto dal presidente del Municipio IX di istituirle sul proprio territorio, in assenza di una legge che regolamenti la prostituzione, dimostra che la sinistra, come al solito, non va alla radice dei problemi per cercare di risolverli, ma crea soltanto degli inutili palliativi. Il rischio è quello di creare le ennesime zone franche in una città che questa amministrazione sta trasformando in una terra di nessuno. Bene parlare di legalizzare o normare il fenomeno, ma facciamolo seriamente. Il Pd amministra i Municipi, amministra la Capitale e governa la nazione. Quindi i casi sono due: o non vuole davvero affrontare il tema, oppure non ne è realmente in grado. E’ necessario, piuttosto, interrogarci profondamente su cosa le Istituzioni possano fare concretamente per sostenere quelle prostitute che vorrebbero interrompere la loro attività, ma che non sono nelle condizioni e nella libertà di poterlo fare, perché messe sotto scacco da un “padrone”. La direttiva Ue del 2011 impone già agli Stati membri di predisporre misure atte a scoraggiare la domanda, ovvero la fonte dello sfruttamento, inasprendo le sanzioni verso i clienti. Di fondamentale importanza è anche la lotta contro la prostituzione online e a favore di un sistema di protezione in grado di garantire un percorso assistito di uscita dall’attività». bene giunga dopo otto anni di tribolazioni burocratiche e incertezze politiche e strategiche. A questo punto confido nella decisione finale del governo, che consenta di sbloccare l’impasse sul progetto e portare questo territorio a dotarsi di una infrastruttura determinante per il futuro. La fortissima vocazione turistica della Puglia, infatti, impone di privilegiare il comparto vacanziero e della ospitalità e in questa direzione la portualità è un elemento determinante. Ad esempio, il Sa- lento non fornisce oggi la risposta ideale alla domanda del turismo nautico. Del resto, sui porti hanno investito già massicciamente Paesi come Croazia, Montenegro e Albania, che quindi sono in vantaggio rispetto a noi sull’accreditamento di fasce di visitatori. Una parte significativa dello sviluppo pugliese passa proprio da opere come quella pensata per Otranto, che naturalmente non dovrà confliggere con le superiori esigenze ambientali e paesaggistiche del territorio. Ambiente e sviluppo, da tempo, convivono quasi dappertutto. Alla Puglia - è l’auspicio di Congedo - non resta che aspettare il via libera del governo e cogliere questa enorme opportunità, possibilmente recuperando il tempo perduto». «La zona franca doganale del porto di Taranto – hanno commentato gli onorevoli Rocco Palese e Gianfranco Chiarelli di Forza Italia – è finalmente realtà, dopo anni di impegno politico ed istituzionale. La formale costituzione della zona, qualificata come “non interclusa" per un esercizio semplificato delle attività di import/export senza il pagamento di alcun dazio per le movimentazioni condotte nel perimetro, arriva al termine di un percorso iniziato anni fa». «Bene il parere positivo della Regione al porto turistico di Taranto» Redazione Il vicepresidente vicario del gruppo Pdl/Fi alla Regione Puglia Erio Congedo ha accolto con soddisfazione il parere favorevole che la Regione Puglia ha espresso durante la riunione istruttoria alla Presidenza del Consiglio dei ministri, che dovrà pronunciarsi a breve sul destino del progetto del porto turistico a Otranto. «Il parere positivo e finalmente univoco della Regione Puglia - ha commentato è certamente una buona notizia, seb- SABATO 27 SETTEMBRE 2014 Occupazioni abusive a Milano: più 20% in un anno Redazione «Salvini lasci perdere l’incontro con il sindaco sulla piaga dell’abusivismo nelle case popolari: non otterrà niente. L’Aler deve darsi una sveglia e faccia velocemente quello che ha stabilito e il prefetto e il questore diano il loro appoggio operativo con carabinieri e polizia». Lo dichiara Riccardo De Corato, vicepresidente del Consiglio comunale e capogruppo di Fratelli d’Italia–Alleanza Nazionale in Regione Lombardia, rispondendo alle dichiarazioni di Matteo Salvini sulla piaga dell’abusivismo nelle case popolari. «Secondo gli ultimi dati – continua – le occupazioni sono cresciute del 20% in un anno. Dal 2010 – quando c’era l’amministrazione Moratti – a oggi gli sgomberi in flagranza sono più che dimezzati: siamo passati dal 98% di recupero degli immobili in flagranza di reato registrato nel 2010 al 46% del 2013. Non perdiamo tempo con il Comune arancione. Ha permesso pure che gli abusivi, spalleggiati dai centri sociali, gli occupassero l’assessorato alla Casa, sia in via Larga che in via Pirelli! Concentriamoci invece sul programma dell’assessore Bulbarelli, che qualche giorno fa ha presentato un piano sperimentale per la lotta all'abusivismo nell'edilizia residenziale pubblica: tempi certi (al massimo 48 ore) per lo sgombero, blocco degli allacciamenti (come previsto dall'articolo 5 della legge 80/2014) e delle richieste di residenza e divieto di accesso alle graduatorie Erp per 5 anni per chi ha occupato. Puntiamo su questo con l’aiuto di questura e prefettura». Il Teatro dell'Opera punta su “Cenerentola”. E il clima da favola, per una sera, distende gli animi Secolo SABATO 27 SETTEMBRE 2014 7 d’Italia Priscilla Del Ninno Il Teatro dell'Opera affida a Cenerentola l'arduo compito di risollevare gli animi appesantiti da mesi di polemiche. Reciminazioni. Scontri e mancanze. Ed è stata dunque proprio Cenerentola, la favola più nota e amata, ad addolcire con la sua misteriosa scarpetta gli umori cupi che negli ultimi giorni, dopo le dimissioni di Riccardo Muti, hanno reso – se possibile – ancora più pesante l'atmosfera che si respira ultimamente al Teatro dell'Opera di Roma. Questo classico del balletto, sulle musiche di Sergej Prokofiev e le coreografie di Derek Deane, ha inaugurato infatti la riapertura del Costanzi nel modo migliore, con grazia e bellezza, lasciando sullo sfondo almeno per un paio d'ore la turbolenta stagione estiva di Caracalla e lo sconcerto (non solo a Roma e in Italia, ma in tutto il mondo) per l'addio del Maestro. Al primo applauso che ha accolto l'orchestra del Teatro e il suo direttore, Nir Kabaretti, in tanti hanno tirato un sospiro di sollievo: si temevano infatti contestazioni proprio nei confronti dei musicisti, accusati, a causa dell'aperto dissenso nei confronti del sovrintendente Fuortes e del management del teatro, di essere i principali responsabili dell'abbandono di Muti. E invece la serata è trascorsa tranquilla, con le polemiche superate dal pregio della rappresentazione. Nulla infatti è riuscito a rubare la scena ai notevoli talenti che, accompagnati dal Corpo di Ballo del teatro, hanno volteggiato sul palco: Maria Kochetkova (attualmente Principal Dancer del San Francisco Ballet) nei panni di Cenerentola, Giuseppe Picone e Alessandra Amato, in quelli del Principe e della Madrina. E su tutti, il grande il merito di Deane, che ha scelto di lasciarsi guidare dalla potenza della musica di Prokofiev. Il risultato è un allestimento convincente (in replica fino al 5 ottobre) e una Cenerentola particolarmente romantica che, nel pieno rispetto della struttura classica del balletto, innestata sulla celebre fiaba narrata da Charles Perrault, ha conquistato il pubblico del Costanzi, che non ha risparmiato applausi durante tutti e tre gli atti del balletto. Ad arricchire l'atmosfera con dettagli di suggestione fiabesca hanno dato infine un contributo decisivo le scene di Michele Della Cioppa, i costumi di David Walker e le luci di Mario De Amicis: elementi alchemicamenti miscelati all'insegna dell'armonia dei diversi linguaggi espressivi. Redazione Ridefinire i contorni di un mistero. Cercare un qualche barlume di verità. Ripercorrere la trama investigativa di un caso giallo intrecciato con un ordito fitto di rivelazioni e smentite, ipotesi e dubbi. Insomma, ricostruire l'ingarbugliatissima vicenda della scomparsa di Emanuela Orlandi, la quindicenne figlia di un dipendente del Vaticano di cui si persero le tracce nel 1983, e la cui storia rimbalza periodicamente sulle prime pagine dei giornali, è già impresa ardua. Scegliere di andare oltre la ricostruzione ufficiale e oltre «i depistaggi» che in questi anni hanno ostacolato la ricerca della verità, è un progetto ardimentosissimo. Ci prova, però, perché questo è il suo obiettivo dichiarato, Pino Nicotri, l'autore del libro Triplo inganno, della Kaos edizioni. Del resto, l'ex inviato dell'Espresso si occupa ormai da anni di seguire inchiesta e ricostruzioni dell'intricato caso, di cui prova a fare il punto in questa sua avventura editoriale. Nel volume, (pp. 238, 17 euro) ci sono dunque atti giudiziari e testimonianze che per l'autore «sono stati di- menticati e ignorati». L'idea di fondo di Nicotri, infatti, che sottolinea di aver studiato a lungo tutti i documenti relativi alla vicenda e di aver avuto ripetuti colloqui con diverse delle persone coinvolte, è che quella di Emanuela Orlandi sia in realtà una «normale» scomparsa di persona, probabilmente dovuta a motivi sessuali, come ne avvengono molte ogni anno. E nel sostenere e argomentare questa sua convinzione, Nicotri si sofferma su quelli che a sua detta sarebbero stati i tre inganni dominanti nell'intera vicenda. Il primo investirebbe la «fantasiosa» tesi del «rapimento a scopo politico», «imposta – viene affermato nello scritto – fin dai primi giorni dal Vaticano». Gli altri due, invece, riguarderebbero da un lato l'“inganno” «delle autorità italiane e vaticane impegnate ad assecondare la messinscena del rapimento», e dall'altro, l'“inganno” dei mass media che «hanno trasformato il caso Orlandi in uno show mediatico di false rivelazioni e notizie inventate, trascurando costantemente il lavoro dei magistrati». Un lavoro, sarà utile ricordarlo, ancora in corso... Caso Orlandi, un libro denuncia il “triplo inganno” della vicenda Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO D’ITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Ugo Lisi (Vicepresidente) Antonio Giordano (Amministratore delegato) Italo Bocchino Antonio Tisci Direttore Editoriale Italo Bocchino Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Vicecaporedattore Francesco Signoretta Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250