d’Italia UN FIUME DI TRICOLORI SOTTO LA PIOGGIA PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DEI MARÒ ANNO LXII N.139 Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Antonio Pannullo Le pessimistiche previsioni del tempo non hanno spaventato i cittadini che sono accorsi al corteo per chiedere la liberazione dei due marò Latorre e Girone, detenuti in India da 28 mesi. È partito infatti da piazza Bocca della Verità a Roma il corteo per chiedere il ritorno in patria di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone i due marò da oltre due anni ingiustamente detenuti in India con lʼaccusa di omicidio di due pescatori. Ad aprire il corteo uno striscione con il leone di San Marco e il motto “per mare e per Terra”. Al corteo prendono parte alcune migliaia di persone, molti militari ed ex militari. Tanti alpini, parà, marinai e moltissime associazioni dʼarma, il tutto tra centinaia di bandiere tricolori. In testa alla manifestazione la compagna di Latorre, Paola. A partecipare al corteo, tra gli altri, lʼeuroparlamentare della Lega Mario Borghezio, lʼex sindaco di Roma ed esponente di Fratelli dʼItalia Gianni Alemanno, la presidente di FdI Giorgia Meloni, il deputato Fabio Rampelli, i politici Marco WWW.SECOLODITALIA.IT Marsilio e Fabio Sabatani Schiuma, il capogruppo di Forza Italia alla Regione Lazio Luca Gramazio con il padre, il senatore Domenico. Cʼè anche Elio Vito presidente della Commissione Difesa della Camera e il dirigente di CasaPound Simone Di Stefano con alcune decine di militanti. In testa al corteo anche il direttore del quotidiano Il Tempo Gian Marco Chiocci, che ha condotto una campagna a sostegno dei due fucilieri di Marina insieme con il Giornale e Libero. Assenti il sindaco della città Ignazio Marino e i suoi amici, presenti invece al Gay Pride. Corteo colorato, festoso, ma determinato: striscioni con i volti dei due militari, gonfaloni di comuni della provincia di Roma con sindaci in fascia tricolore, emblemi e berretti militari e anche una bandiera della Xa Mas. Così il corteo a sostegno dei due marò sta procedendo per le vie della capitale. Ad accompagnare lʼinizio della manifestazione un rombante corteo di Harley Davidson. “Marò liberi”, “Io sto con i marò” e “Liberi subito” gli slogan più gettonati dai manife- domenica 15/6/2014 stanti che indossano la coccarda gialla, simbolo di chi aspetta il ritorno di una persona cara. Vistosa la partecipazione degli alpini, con i loro caratteristici cappelli con la penna; gli alpini paracadutisti poi, hanno portato in piazza un vero paracadute. Molti indossano magliette nere con, scritto in bianco, “Tutti insieme e nessuno indietro”. “Liberate i nostri soldati” è poi lo slogan che in molti hanno scandito quando il corteo è passato davanti al Campidoglio, il cui sindaco Marino a ottobre fece togliere lo striscione relativo ai due fucilieri di marina detenuti. Lʼinno nazionale ovviamente è stato intonato a più riprese, ma anche, in particolare dal gruppo di CasaPound, canzoni e slogan contro il governo: “Governo di vigliacchi, non ha più sovranità – cantano i manifestanti – abbandona i suoi soldati e non si fa rispettare”. Un altro coro più volte scandito durante il percorso è “Da due anni sono imprigionati, i nostri marinai vanno liberati”. Il corteo si è concluso in piazza Farnese, preceduto da alcuni fucilieri di marina che hanno dispiegato un bellissimo paracadute tricolore. Tra toghe e sinistra in carcere non ci va più nessuno. Rassegnatevi, così vuole il “vostro” Renzi Francesco Signoretta Prima lo “svuotacarceri”, con i condannati rimessi in libertà. Poi la depenalizzazione della droga, con migliaia di piccoli spacciatori che escono dalle patrie galere. Nel mezzo, la cancellazione del reato di clandestinità, con lʼarrivo di una massa incalcolabile di immigrati non sottoposti ad alcun controllo. E da cornice, alcune decisioni delle toghe che fanno quantomeno sorgere qualche perplessità. Un quadro che – da quando il centrosinistra è al governo – offre lʼimmagine di uno Stato che si arrende, uno schiaffo alla gente comune e unʼoffesa a chi è stato vittima di reati e a chi deve far fronte ogni giorno al dramma di un figlio tossicodipendente. Un prezzo pesantissimo pagato dagli italiani nella stagione degli show di Renzi e che non viene certo restituito dai famosi 80 euro che poi, a conti fatti, sono molto ma molto meno. Il governo ha dimostrato di non saper dare una soluzione al problema del sovraffollamento carcerario, prendendo la scorciatoia: celle aperte per tutti, indulti mascherati e coriandoli per i pregiudicati. In più ha fatto un deciso passo indietro nella repressione dello spaccio di droga a livello medio-basso, quello che avviene nelle strade e davanti alle scuole e che finisce direttamente nelle case delle famiglie. Tutto questo crea una massiccia caduta di credibilità delle istituzioni e la colpa è di una sinistra che cerca di tradurre qualsiasi problema in un tornaconto elettorale. Non minore è il problema delle toghe, con scelte che provocano la rabbiosa reazione dellʼopinione pubblica. Lʼultima è la vicenda del disoccupato marocchino che ha aggredito in modo brutale un veronese di 40 anni, massacrato a pugni nei pressi della stazione ferroviaria di Nogara: prima aveva dovuto subire il furto della mountain bike e poi pugni e schiaffi al viso, alla testa e allo stomaco, finendo in ospedale. La scena è stata ripresa anche dai filmati delle telecamere. Portato in caserma, il marocchino è stato subito liberato in attesa dellʼudienza. Neppure un piccolo passaggio in cella. Normale la protesta popolare. Si è passati dalla forte richiesta della certezza della pena alla certezza che nessuno paga per i reati commessi. Il popolo del web ha risposto quasi con rassegnazione: «In galera non cʼè più nessuno tranne Corona». Un modo ironico e amaro per denunciare una situazione gravissima, una situazione sulla quale è calato il silenzio dellʼinformazione sottomessa al nuovo salvatore della patria. Tutto fa spettacolo, nellʼera di Renzi. Anche gli spacciatori che se la ridono, salutano e lasciano il carcere. Anche il marocchino che manda allʼospedale un quarantenne e se ne torna a casa. Caino non si tocca, Abele si metta pure lʼanima in pace. Sugli immigratiAlfano fa la voce grossa: lʼEuropa prenda subito in carico lʼoperazione Mare Nostrum 2 Redazione «LʼItalia non può farsi più carico del disastro creato in Libia dagli altri Paesi occidentali». Lo ha detto il ministro dellʼInterno, Angelino Alfano, sottolineando come il conto di questo disastro «non può essere più solo in carico agli italiani». Il ministro ha lasciato Firenze, dove ha partecipato alla Festa della Cisl, ricordando il successivo incontro a Catania «con tutti i sindaci coinvolti nella questione immigrazione. Andrò a dire a loro – ha ribadito – che siamo accoglienti, ma non possiamo accogliere tutti», anche perché «il disastro» della Libia «è stato creato dalla comunità internazionale. LʼItalia è un Paese accogliente – ha proseguito Alfano – ma non può accogliere tutti. Mare Nostrum non è solo un problema italiano. O lʼEuropa prende in carico Mare Nostrum o noi lo lasceremo continuando comunque a soccorrere i migranti». Nel frattempo, sul fronte Secolo d’Italia degli sbarchi, un egiziano di 38 anni, Abdella Abdelaziz, e un tunisino di 44 anni, Ahmed Deeri, sono stati fermati dalla polizia di frontiera a Siracusa con lʼaccusa di favoreggiamento dellʼimmigrazione clandestina. Lʼegiziano sarebbe lo scafista dello sbarco avvenuto venerdì di 74 mi- granti, mentre il tunisino dello sbarco di 252 migranti avvenuto il 12 giungo. In giornata due motovedette della Guardia Costiera, assieme ad una unità della Guardia di Finanza, hanno tratto in salvo 281 migranti, che hanno dichiarato di essere siriani ed erano diretti verso le coste italiane a bordo di un peschereccio in legno di circa 20 metri di lunghezza. Ad allertare la macchina dei soccorsi è stato un elicottero della Marina Militare, che aveva individuato lʼimbarcazione in acque greche. A seguito della localizzazione del peschereccio, la sala operativa della Guardia Costiera di Reggio Calabria ha assunto il coordinamento dellʼoperazione, inviando a circa 80 miglia a sud-est di Capo Spartivento, due motovedette della Guardia Costiera di Roccella Jonica. Giunti in quel tratto di mare, i militari hanno iniziato le delicate fasi di trasbordo dei migranti. Tra loro 93 bambini e 6 donne, alcune delle quali in precarie condizioni di salute. Tutte le persone presenti sul peschereccio sono state tratte in salvo attorno alle 9,30. Unʼaltra giornata di grande lavoro, dunque, per gli uomini e le donne della Guardia Costiera impegnati a garantire la salvaguardia della vita umana in mare. Un “contentino”, una nomina essenzialmente onorifica ma che accontenta una componente non allineata a Renzi all'interno del litigioso mondo Pd. Ma il clima non è disteso. Sul nome del neo presidente, che sostituisce Cuperlo, c'era stata la promessa - mantenuta - di Pippo Civati di un'astensione sua e del suo gruppo. Su Orfini , ha dichiarato il capo dell'opposizione interna a Renzi, «c'è tutta l'area che fortunatamente rappresento ancora che ha espresso astensione e poi c'era anche qualche volto un po' pesto in Assemblea, anche perché la decisione è avvenuta senza la possibilità di discutere, di convocare le proprie aree, ed è un problema». Civati a margine dell'assemblea Pd ha sottolineato di non essere intervenuto per non focalizzare lo «scontro sulle persone, perché i toni rischiano di scapparci di mano». «Orfini è un dirigente di primissima qualità ma non mi sembra risponda ai criteri di un figura superparters», afferma Stefano Fassina, sottolineando come si debba «parlare prima di criteri e poi di nomine». InfattiRenzi ha aperto i lavoro con il consueto piglio decisionista incoronando di fatto il nuovo presidente. «Per la presidenza del Pd propongo una guida non espressione della maggioranza del partito: Matteo Orfini», ha detto il presidente del Consiglio sperando di tenere tutti buoni dopo il terremoto Mineo. Ma i problemi non sono finiti. Il “giovane turco” Orfini presidente del Pd. Astenuti i “civatiani”: decisione presa senza discussione Redazione Il leader dei “giovani turchi” Matteo Orfini è il nuovo presidente del Pd. L'elezione da parte dellʼAssemblea nazio- nale riunita allʼHotel Ergife a Roma, è avvenuta con 690 voti favorevoli, 32 astensioni e nessun voto contrariO dell'assemblea dei democrat. DOMENICA 15 GIUGNO 2014 La Tasi sarà una tassa più pesante dellʼImu. Una batosta dopo il “regalino” degli 80 euro DOMENICA 15 GIUGNO 2014 Redazione Con una manina dà (gli 80 euro) e con una manona prende (dalle tasche degli italiani, con la Tasi). Adesso che i conti sulla nuova tassa sulla casa sono definiti, Renzi ha ben poco da twittare altre amenità propagandistiche. La Tasi è una vera mazzata sulle spalle degli italiani. Ma le elezioni europee sono passate. E il premier può godersi il 40 e passa per cento conquistato grazie alla “mancia” della detrazione Irpef per i redditi al di sotto dei 1500 euro al mese. È inquietante la stima del Codacons. «Tutte le proiezioni ci dicono che la Tasi finirà per pesare più dellʼImu, ma ciò che è davvero grave è che questa tassa inciderà in modo più pesante sulle famiglie a reddito medio-basso rispetto a quelle con reddito elevato». E questo perché, per effetto delle minori detrazioni, «chi possiede una abitazione con Secolo d’Italia rendita catastale modesta si troverà a pagare di più rispetto allʼImu, mentre chi è proprietario di un immobile di prestigio sarà avvantaggiato dalla Tasi rispetto alla vecchia imposta». Ma la tassa, aggiunge il Codacons, attende anche le imprese: per aziende, uffici, negozi e capannoni la stangata calcolata dal Codacons sarà superiore a un miliardo di euro. Risultato analogo è quello che emerge da uno studio della Uil, che ha fatto una simula- zione su quello che i cittadini dovranno pagare città per città. Per la tipologia di casa in A/3, per 90 famiglie oggetto del campione, la Tasi costerà mediamente 136 euro a fronte dei 111 euro pagati con lʼImu nel 2012, con punte di 249 euro ad Ancona; 199 euro a Rimini; 189 euro a Caserta, Forlì e Frosinone. Il Presidente della Commissione Finanze della Camera, Daniele Capezzone, va allʼattacco e ribattezza la nuova imposta con il nome di “Tassa Renzi”. «La situazione – prevede Capezzone – sarà ancora più grave nel 2015, quando lʼaliquota massima sulla prima casa raggiungerà la soglia astronomica del 6 per mille (con un gettito potenzialmente prossimo ai 10 miliardi)». Insomma, Renzi ha rifilato agli italiani un vero scherzo da prete, anzi da boy scout. nomia e noi proponiamo di farlo mobilitando 400 miliardi di euro». Il secondo punto fondamentale è quello della «democrazia, perché molti sono sfiduciati dalla politica e alcuni addirittura pensano che la democrazia sia superata». Il progetto di Italia Unica passerà per unʼassemblea istitutiva: «Non vi chiediamo di entrare in un partito fatto e finito – ha detto lʼex ministro rivolgendosi ai presenti – ma da qui parte un cantiere che sarà pronto entro autunno». Lʼintenzione dellʼex ministro del governo Monti è quella di collocare il nuovo soggetto nellʼarea di centrodestra. «Bisogna costruire un nuovo grande partito moderno perché ci vogliono due partiti che rappresentino i due grandi schieramenti europei. Quello dellʼarea popolare e liberale manca ancora e, in quellʼarea, noi abbiamo radici forti». Intento certo lodevole, però Passera parte criticando indiscriminatamente i soggetti esistenti. «Ncd e Udc stanno sparendo in una posizione sussidiaria nel governo». E su questo punto ha certo ragione. Ma il suo attacco a Forza Italia è fuori misura: «FI tenta alleanze con forze estreme spingendo i moderati verso il Pd e lʼastensionismo». Evocare le “forze estreme” , come le chiama lui, equivale a erigere nuovi steccati, in nome di un popolo “moderato” che non si sa bene dove sia e che cosa sia. Dovrebbe sapere, Passera, che sta entrando in un gioco che finora non gli è mai appartenuto. Come può imporre regole a soggetti già strutturati e radicati? Neanche gli attuali tentativi di riforma gli vanno bene: «Abbiamo bisogno di una legge elettorale che favorisca partecipazione e governabilità, non lʼItalicum che altro non è che un Porcellum rivisto».«Serve una sola Camera senza pasticci come quelli che si stanno facendo». Al dunque, se Passera vuol dare il suo contributo al rinnovamento del centrodestra è certo il benvenuto. Ma se pretende di ripartire da zero rischia cocenti delusioni. E dire che lʼesperienza di Monti gli avrà pure insegnato qualcosa… Passera apre il suo “cantiere” politico e vira sul centrodestra. Ma parte senza umiltà… Mariano Folgori Alla fine Corrado Passera rompe gli indugi e presenta Italia Unica, un nuovo soggetto politico che ha lʼobiettivo di «creare una grande alternativa che rientri nellʼarea liberale e popolare». «Oggi apriamo un cantiere – spiega – per costruire un nuovo paese e un nuovo modo di far politica». Per raggiungere questo obiettivo, secondo lʼex ad di Poste Italiane, «si deve far ripartire lʼeco- 3 Israele, proseguono le ricerche dei tre ragazzi rapiti da palestinesi in Cisgiordania Secolo 4 d’Italia Antonio Pannullo Sono proseguite tutta la notte tra sabato e domenica, ma senza esito, le ricerche da parte dell'esercito dei tre ragazzi israeliani, studenti di una scuola rabbinica in una colonia ebraica, scomparsi in Cisgiordania nei pressi di Hebron e che si teme siano stati rapiti. Fonti della difesa parlano di rapimento ben preparato da parte di una cellula ben addestrata. Sabato sera il fatto è stato rivendicato da un semi sconosciuto gruppo salafita di Hebron, Daulat al-Islam. Sul tavolo degli investigatori varie ipotesi: dalla peggiore, il timore di una fine cruenta, alla possibilità che subito dopo il possibile rapimento i tre ragazzi siano stati separati, rendendo così più difficile il ritrovamento, al loro eventuale spostamento fuori Israele, via Negev - la zona desertica nel sud del Paese - e, probabilmente, via Giordania. Le forze di sicurezza israeliane avrebbero controllato molti centri nella zona di Hebron, compresi i villaggi limitrofi. Secondo fonti palestinesi sarebbero stati compiuti anche numerosi arresti in connessione con il presunto rapimento. Secondo le stesse fonti, l'esercito ha anche sequestrato videocamere di sicurezza nella zona del supposto rapimento. Il segretario di stato Usa John Kerry ha parlato con il presidente palestinese Abu Mazen dell'intera vicenda, visto che, tra l'altro, uno dei tre ragazzi ha anche la cittadinanza americana. «Fino a quando non sapremo il contrario, lavoriamo presupponendo che siano ancora vivi». Lo ha detto, citato dai media, il ministro della Difesa Moshè Yaalon nel suo primo commento dalla scomparsa dei tre ragazzi israeliani (due di 16 e uno di 19 anni) in Cisgiordania. Yaalon ha spiegato che tutte le forze di sicurezza lavorano insieme nelle ricerche e ha ricordato che i tentativi di rapimento non sono certo nuovi. Per il ministro ne sono stati sventati 30 nel 2013 e 14 nel 2014. L'esercito israeliano ha dispiegato più di 2.000 soldati nell'area di Hebron. Tre battaglioni di paracadutisti e uno di un'altra unità sono stati inviati in Cisgiordania in modo da essere pronti a intervenire in caso di disordini violenti. Si è poi appreso che l'aviazione israeliana ha colpito poche ore fa una base di addestramento del braccio armato di Hamas a Khan Yunes, a sud di Gaza. Al momento dell'attacco la installazione era deserta e non si sono dunque avute vittime. Il raid è stato confermato da un portavoce militare israeliano secondo cui si è trattato di una reazione al lancio di un razzo dalla Striscia verso il Neghev, avvenuto in precedenza. Il portavoce ha aggiunto che «sono stati colpiti con precisione un obiettivo terroristico e un deposito di armi». Dai Kennedy ai Rockefeller, le morti premature nelle famiglie ricche e maledette Redazione Ci sono i Kennedy con la loro catena di morti premature, e ci sono i Rockefeller: Richard Rockefeller, figlio del banchiere e filantropo David Rockefeller e pronipote di John Rockefeller, fondatore della Standard Oil Company, è morto in un incidente aereo nello Stato di New York. Medico e erede della vocazione filantropica paterna, Richard stava tornando a casa in Maine dopo aver festeggiato, nella tenuta di Pocantico Hills, i 99 anni di David. Un compleanno finito in tragedia. Il suo Piper Meridian, un monomotore turboprop, si è schiantato al suolo nella nebbia poco dopo il decollo dall'aeroporto della Contea di Westchester. C'era solo lui a bordo, ed era un provetto pilota. Adesso l'intera famiglia è sotto shock. David Rockefeller, grande amico di Gianni Agnelli, è il membro più anziano del celebre clan il cui cognome adorna innumerevoli edifici, università, ale di ospedale, biblioteche e musei d'America. È anche, secondo Forbes, il milio- nario più vecchio del mondo. Richard Rockefeller aveva 65 anni ed era attivo, oltre che come medico di famiglia, sul fronte degli aiuti umanitari attraverso l'organizzazione Medici senza Frontiere della cui sezione americana era stato per 21 anni presidente. Il jet ha schivato di pochi metri un'abitazione e abbattuto vari alberi prima dell'impatto fatale. E adesso c'è anche chi parla di maledizione dei Rockefeller: chi ricorda Michael, figlio di Nelson e un cugino di Richard: esploratore, fotografo, collezionista di arte primitiva, misteriosamente scomparso negli anni Sessanta nella Guinea Olandese a 23 anni, forse, anzi probabilmente, mangiato dai cannibali: una fine atroce e un mistero irrisolto neanche dopo la pubblicazione quest'anno dell'ultimo libro sull'argomento: "Savage Harvest" di Carl Hoffmann. Crescere Rockefeller è difficile: ce ne sono oltre 250 con questo nome e adesso, visto quanti, devono lavorare per vivere. Eileen, la più piccola dei sei figli di David e della moglie Margaret, una donna affascinante ma clinicamente depressa, per anni si è cambiata il celebre cognome poi, ha scritto un libro, "Being a Rockefeller, Becoming Myself" in cui spiega perché il denaro non compra la felicità. E come se non bastassero i Rockefeller veri, ci sono anche gli impostori: un anno fa Christian Karl Gerhartsreiter, un avventuriero tedesco che per molti anni si è fatto passare negli Usa per un rampollo della dinastia , è stato giudicato colpevole di omicidio di primo grado per la morte di un uomo nel 1985. DOMENICA 15 GIUGNO 2014 Sudan, Meriam libera solo se rinuncerà alla fede cristiana e divorzierà dal marito Redazione «Rilanciamo l'allarme del Consiglio delle Chiese del Sudan secondo cui le autorità competenti sono pronte a rilasciare Meriam Ibrahim soltanto se rinuncerà alla fede cristiana e divorzierà da suo marito Daniel». È quanto scrive sulla pagina Facebook di Italians for Darfur, Antonella Napoli, presidente dell'associazione che ha lanciato la campagna per la liberazione della donna sudanese condannata a morte per apostasia in Sudan, dopo aver ricevuto una lettera dall'Arcidiocesi di Khartoum. «Abbiamo letto con apprensione le parole di padre Mussa Kacho, vicario episcopale della regione pastorale di Khartoum - sottolinea Napoli - che smentisce le informazioni fatte filtrare dal governo del Sudan, secondo cui presto la giovane potrebbe essere scarcerata. Per questo rilanciamo l'appello alle autorità sudanesi affinché Meriam sia liberata subito. Abbiamo sentito l'avvocato di Meriam, Mohaned al Nour, ci ha confermato che sia lei che i bambini stanno bene ma che continuano a essere rinchiusi in una piccola cella della prigione di Omdurman dove allatta la piccola Maya in catene», ha aggiunto Napoli - «Ci ha anche detto che tra poco più di un mese Martin, il bimbo più grande che a breve compirà due anni, potrebbe essere tolto alla mamma. L'unica cosa che si può fare è attendere il nuovo processo. Il caso di Meriam sarà giudicato in appello, ma nessuno conosce ancora la data fissata per il secondo grado di giudizio», conclude il presidente di Italians for Darfur. Maturità, si scatena il toto-tracce: D'Annunzio, Pirandello, Pascoli, ma anche i grandi Papi DOMENICA 15 GIUGNO 2014 Guglielmo Federici Ultimo week end prima degli esami. Niente più “outsider” tra gli autori nelle tracce di italiano per la Maturità. Il Miur Social ha twittato che «chi ha preparato le prove vi e ci rassicura: sono in linea con i programmi». E dunque scongiurate le brutte sorprese i maturandi tornano a scommettere sulle possibili tracce. Secondo un recente sondaggio di Skuola.net, i favoriti sono Pirandello e D'Annunzio e Pascoli. Tra gli argomenti di attualità, invece, negli ultimi tre anni si è scommesso molto sulle figure papali più rilevanti degli ultimi anni. Purtroppo, però, le scommesse si sono sempre rivelate un cattivo investimento. Tanti si chiedono come mai d'Annunzio non incontri le simpatie del ministero dell'istruzione. Eppure, sarebbe legittimo aspettarselo perché è ufficialmente parte del programma d'esame dell'ultimo anno e protagonista delle vicende storiche e Secolo d’Italia politiche tra le due guerre del Novecento. Per questo, il poeta vate è stato chiamato a gran voce ogni anno fin dal 2010, e si conquista una nomination anche ora. Pascoli invece è l'eterna scommessa. È vero che è vissuto a cavallo tra Ottocento e Novecento, ma per le sue tematiche e la sua poetica di avanguardia entra di diritto nel programma di quinta superiore. È Il favorito da anni per il web, che puntò tutto su di lui nel 2010, e ha continuato a inserirlo nella rosa dei candidati per l'analisi del testo negli anni a venire. Per Pascoli, comunque, non c'è mai stato niente da fare: sarà questa la volta buona? Cambiando argomento, su una possibile traccia sul beato e santo Giovanni Paolo II si scommette dal lontano 2011, e ancora oggi continua a essere tra i preferiti per la categoria saggio storico-politico, saggio socioeconomico e tema di ordine generale. E perché no, anche per il tema storico. La figura del grande Papa, infatti, ha grande rilevanza non solo in Italia, ma in tutto il mondo: la stessa popolarità sta investendo anche Papa Francesco, che è entrato nelle nomination per la traccia d'esame di stampo sociale, storico e politico già dall'anno scorso. Risale al 2002 la traccia su un pontefice: toccò a Papa Giovanni XXIII. 5 Lo studio: l'inquinamento da traffico riduce le capacità degli studenti Redazione L'inquinamento dell'aria a causa del traffico influisce sulle capacità cognitive dei bambini e determina una diminuzione della memoria e dell'attenzione. Il dato emerge da un nuovo studio in via di pubblicazione condotto su studenti tra i 7 ed i 10 anni di età che frequentano scuole situate in zone ad alta densità di traffico. I dati, preliminari, sono stati pre- I “copioni” hi-tech affilano le armi: è lo smartphone il “nemico” dei prof Redazione Non solo ripasso dell'ultima ora, questo ultimo week end prima della Maturità sarà dedicato in parte ad affinare le tecniche di copiatura. Un rito che si ripete tutti gli anni ma che, con il passare del tempo, prende strade sempre diverse. Il grande nemico da combattere, per i prof della commissione, sarà lo smartphone, quella scatoletta tascabile che di fatto apre una finestra sul mondo esterno, non solo per ricevere informazioni da fuori ma anche per consultare il compagno seduto due banchi più in là. Un ragazzo su 4, infatti, rivela a Skuola.net che per riuscire ad avere informazioni durante lo svolgimento degli scritti, confida proprio nello smartphone. Resta alta comunque la quota di coloro che si doteranno di foglietti riassuntivi nascosti ovunque: ben 4 ragazzi su 10. Un maturando su 5 ammette di andare all'esame con note e appunti scritti a mano sulle pagine dei vocabolari, della cancelleria o direttamente sulla pelle, lungo le braccia o sotto i palmi delle mani. Pochissimi gli studenti che adotteranno tecniche alternative: il 4% si è dotato di smartwatch o penne a luce ultravioletta, stessa percentuale per coloro che ricorreranno ai vecchi temari e bignami vari. Per un ragazzo su 3 non c'è dunque paura che tenga: lo smartphone resta in tasca e non verrà consegnato alla commissione prima di entrare in aula per svolgere le prove scritte. L'idea è quella di chattare in tempo reale con tutti i compagni di classe, magari, attraverso un gruppo su whatsapp: le informazioni raggiungono tutti contemporaneamente così come le eventuali correzioni da chi non è d'accordo su una traduzione o sul passaggio di matematica. Un escamotage che fa gola a parecchi, salvo poi essere beccati e perdere l'anno. Fatto sta che oltre 4 maturandi su 10 hanno già creato gruppi di chat nella loro classe e il 15% sta pensando di farlo. sentati da Jordi Sunyer, del Center for research in environmental epidemiology (Creal) di Barcellona, durante i lavori del 70/o Congresso italiano di pediatria. L'indagine ha considerato un campione di 2.715 bambini di 39 scuole di Barcellona situate in zone ad alta o bassa intensità di inquinamento dell'aria legata al traffico. Gli studenti sono stati esaminati attraverso una serie di test computerizzati ed hanno svolto oltre 10mila test cognitivi per valutare memoria e sviluppo dell'attenzione, oltre che problemi comportamentali. Il risultato non lascia dubbi: i bambini che frequentavano le scuole delle zone più inquinate hanno mostrato una diminuzione della memoria e dell'attenzione. In questi bambini è stato inoltre osservato anche un significativo aumento dei problemi comportamentali. Lʼopposizione di centrodestra nel Lazio chiede lo scioglimento della commissione Sanità 6 Secolo d’Italia Redazione «Davvero incredibile lʼimmobilismo della Regione Lazio sulle tante problematiche della sanità. I Pronto soccorso al collasso, il caso Santa Lucia, il riordino degli ospedali, in particolare nelle Province: queste le criticità della sanità, verso le quali lʼazione di questʼamministrazione è stata pressoché inesistente». Lo dichiara il capogruppo di Forza Italia, Luca Gramazio, che spiega: «Da oltre quindici mesi assistiamo al solito scaricabarile, e il presidente Zingaretti continua a non prendersi le proprie responsabilità, limitandosi agli annunci. Proprio per questo è necessario valutare anche il ruolo futuro della commissione Sanità, che dovrebbe essere un organo di controllo, ma molto spesso si sta dimostrando debole nellʼaffrontare alcuni argomenti delicati. Perciò, il gruppo Forza Italia presenterà in Consiglio una mozione per chiedere lo scioglimento della commissione Sanità e allo stesso tempo dovremo lavorare per far sì che ci siano risposte più rapide e puntuali, come per la vicenda Santa Lucia, i cui vertici da mesi attendono – invano – un incontro con gli uffici regionali competenti». «Siamo contenti di apprendere che la commissione Sanità sia stata fi- nalmente convocata sul tema Santa Lucia. Una novità, considerato che solo poche ore fa era tutto assolutamente in forse visto che si dovevano attendere gli uffici che a questo punto, evidentemente, devono essere pronti». E' quanto aggiunge il consigliere FI Antonello Aurigemma, secondo cui «in ogni caso Lena non fa altro che confermare quanto abbiamo detto: la sua incapacità di gestione di una commissione di garanzia e controllo, e che oggi è alle dipendenze delle esigenze degli uffici, è tanto evidente da giustificare la nostra richiesta di scioglimento della commissione stessa. Spiace in ogni caso constatare – prosegue - che il capogruppo del Pd riesca a ridurre una pesante criticità, che investe i circa 500 operatori del Santa Lucia e i pazienti che ogni giorno si affidano alle cure in quella struttura, ad un mero “problema strumentale”. Mentre Vincenzi cerca di salvare il salvabile in extremis, ricordo che ad oggi la Fondazione riceve per accreditamento circa il 50% delle spese sostenute ogni giorno. I vertici della fondazione hanno chiesto un incontro agli uffici regionali eppure ad oggi non solo questo non cʼè stato, ma non cʼè stata nemmeno una risposta». Redazione Il consigliere di Forza Italia alla Regione Puglia Erio Congedo ha chiesto alla Giunta di centrosinistra una forte iniziativa interistituzionale che consenta alle Ferrovie Sud-Est di uscire da una situazione di crisi che ha un impatto evidente sullo sviluppo del territorio e sul diritto alla mobilità dei cittadini. «Da tempo - fa sapere - denunciamo invano (anche con atti formali come interrogazioni) la precarietà del trasporto ferroviario locale nel Salento e la correlata opacità gestionale delle Ferrovie Sud-Est, che continuano a incidere sullʼimmagine del territorio e sullʼinsieme dei servizi che lo stesso offre a residenti e turisti. Il problema ha una duplice portata: quella più immediata e, forse, più visibile del diritto alla mobilità delle persone (soprattutto studenti), compromesso da durate novecentesche delle corse, vetustà dei mezzi, ritardi e criticità di ogni tipo; quella, più generale, che dà il senso di una enorme occasione sprecata per tutto il territorio, in considerazione di quanto il trasporto incida sullʼeconomia del territorio e, in particolare, di uno che fa o dovrebbe fare del turismo una voce fondamentale del proprio sistema. La Regione Puglia, comʼè noto, è affidataria e responsabile dei servizi di trasporto ferroviario e automobilistico e delle attività di gestione dellʼinfrastruttura ferroviaria. Per questo, contando sulla nota sensibilità e sul pragmatismo dellʼassessore al ramo Giannini - è la richiesta di Con- gedo - lo invito a farsi promotore di una forte iniziativa interistituzionale, magari un tavolo con la società, il ministero dei Trasporti, la Regione e gli enti locali, che riesca a individuare e mettere in pratica una via dʼuscita da una situazione dannosa per lʼimmagine della Puglia e per la sua funzione di assicurare servizi fondamentali». DOMENICA 15 GIUGNO 2014 Milano, anche i residenti protestano per topi e immondizia vicino al centro sociale Appello di Forza Italia per il trasporto ferroviario nel Salento Redazione «Dopo le segnalazioni dei residenti di piazza Ferravilla sulla presenza di topi nella zona delle villette Aler occupate dal "Collettivo Lambretta", la Asl ha fatto dei sopralluoghi». Lo dichiara Riccardo De Corato, vicepresidente del Consiglio comunale e capogruppo di Fratelli dʼItalia– Alleanza Nazionale in Regione Lombardia, commentando lʼispezione della Asl al “Lambretta". «Il risultato è inequivocabile – continua De Corato – ecco cosa scrive l'ispettore: “In relazione alla segnalazione pervenuta si comunica che l'esito del sopralluogo effettuato il 275-2014 ha evidenziato che nelle palazzine Aler occupate da un centro sociale sono presenti rifiuti eterogenei quale probabile causa dei topi avvistati nella zona. E' stata inoltrata al Comune di Milano la proposta di ordinanza per il ripristino delle condizioni igieniche dei luoghi”. Questa è la segnalazione che mi è arrivata da una associazione culturale. E non voglio immaginare quello che resterà dopo il mega concerto che il “Lambretta" ha organizzato, ovviamente senza permessi, tasse di occupazione di suolo pubblico e controllo dei decibel. Topi e immondizia: è questo quello che producono i centri sociali. E non lo dico solo io, lo dice unʼispezione della Asl. Vediamo se almeno adesso il Comune Arancione vorrà intervenire a favore dei cittadini e non degli anarchici abusivi». A Taormina il festival si inaugura nel segno documentario del “Capitano Ultimo” Secolo DOMENICA 15 GIUGNO 2014 d’Italia Priscilla Del Ninno Una pagina di storia del Paese riletta con la lente documentaristica e attraverso l'interpretazione di un attore, divenuto nel tempo amico dell'uomo che andava a rappresentare sullo schermo. La storia vera di un eroe raccontata da se stesso, senza poter mostrare il proprio volto, e da chi la faccia invece l'ha potuta e dovuta mettere, come Raoul Bova, per raccontare le sue avventure in una fiction televisiva di Canale 5. Capitano Ultimo, la ali del falco di Ambrogio Crespi, presentato nel giorno di apertura del 60/mo Festival di Taormina, vede così due racconti, quello del colonnello Sergio De Caprio, l'uomo che ha arrestato Totò Riina nel 1993 e che oggi fa un lavoro di recupero e assistenza, e quello dell'attore, suo interprete e amico. «Nel documentario – spiega Bova – sentiamo tutte e due il dovere di fare qualcosa per tutte le persone che non hanno forza, coraggio. Le nostre idee – come dice Ultimo – volano molto alto». E invece, sempre nel filmato, spiega lo stesso colonnello dei Carabinieri, preso ovviamente di spalle con un ingombrante eskimo con cappuccio, «mi sono chiamato Ultimo quando ho capito che tutti volevano essere primi. Vo- levano vincere, fare carriera con la k. Ma io non ho mai ragionato così, proprio come molti altri carabinieri. Il nostro onore e la nostra gloria maggiore consistono nel lavorare per la gente in difficoltà». E dopo i commenti, si entra nel vivo nel docu presentato a Ta- 7 ormina con lo stesso colonnello che, come una sorta di Virgilio di celluloide, introduce nella comunità che porta il suo nome, Capitano Ultimo, in uno dei quartieri più degradati di Roma, Tor Bella Monaca. Qui, nella tenuta cosiddetta Mistica, si allevano falchi per responsabilizzare gli ospiti e farli crescere. Insomma, un luogo di riabilitazione sociale anche per giovani ragazzi detenuti, mandati agli arresti domiciliari in prova dai tribunali di sorveglianza. «Lui mi raccontò di fronte a un tavolo di legno, il tavolo degli ultimi, quello che era – ha aggiunto quindi Bova – e da lì ho capito l'importanza di chi avevo di fronte. L'importanza dell'uomo che dovevo rappresentare, di questo uomo che non si poteva far vedere perché comunque aveva ricevuto una grossa minaccia dalla mafia. Solo allora ho capito davvero l'importanza della persona che stavo rappresentando». Città sotto assedio e prove tecniche di disagio: è conto alla rovescia per lʼarrivo degli Stones Redazione Schema organizzativo al vaglio: prove tecniche di blindatura della città. E di segregazione dei cittadini nelle loro abitazioni, isolando il centro dagli altri quartieri di Roma. Simulazioni di invasioni di campo – o circo che dir si voglia – e ipotesi di accampamenti e bivacchi vari. E, soprattutto, uno stato d'assedio che – tra misure di sicurezza straordinarie e modifiche alla viabilità – ha già messo in allarme i romani. È ormai partito il conto alla rovescia per il concerto dei Rolling Stones a Roma. Nella capitale fervono i preparativi in vista dell'unica data italiana del tour mondiale 14 on Fire, e si progetta una zona protetta decisamente “larga” attorno al Circo Massimo che dovrà ospitare il grande show. Il quadrilatero, una sorta di “area rossa”, delimitato da piazza Albania, Terme di Caracalla (altezza piazza Numa Pompilio), Lungotevere e piazza del Colosseo – che potrebbe, a sua volta, essere transennato o presidiato – sarà accessibile quel giorno solo ai residenti e a chi ha il biglietto del concerto. E ancora, dal Campidoglio fanno sapere che è prevista una presenza “massiccia” di agenti (con servizi di polizia stradale e amministrativa) sin dal 20 giugno. Per ora, però, resta confermato che sabato 21 saranno chiuse tutte le vie di accesso dirette al Circo Massimo, per impedire a chi non avesse titolo di entrare di accamparsi in vista del concerto. E ancora: via dei Cerchi sarà chiusa dal 20 giugno per consentire l'arrivo e il parcheggio dei mezzi della produzione. Lo stesso giorno potrebbero venir sbarrate anche le singole carreggiate di altre vie che circondano il Circo Massimo. E anche la mobilità si adegua per Quotidiano della Fondazione di Alleanza Nazionale Editore SECOLO DʼITALIA SRL Fondatore Franz Turchi d’Italia Registrazione Tribunale di Roma N. 16225 del 23/2/76 Consiglio di Amministrazione Tommaso Foti (Presidente) Alberto Dello Strologo (Amministratore delegato) Alessio Butti Antonio Giordano Antonio Triolo Ugo Lisi venire incontro all'arrivo di Mick Jagger e dei suoi, con un potenziamento dei mezzi pubblici e dei collegamenti bus verso l'area del concerto (dove si stima una presenza di circa 65.000 persone), e vari spostamenti di capolinea e relative deviazioni. Per sopperire alle numerose chiusure delle strade attorno al Circo Massimo, verrà invece consentito il passaggio di bus, taxi e Ncc su via dei Fori Imperiali che ormai di consueto la domenica è totalmente pedonale. E tra attese e nuovi preoccupanti assetti urbani, fervono le polemiche e le tensioni, come quelle espresse da un gruppo di abitanti dell'Aventino che, in una lettera aperta alle autorità competenti ha dichiarato «forte preoccupazione per l'incolumità fisica delle persone» e per «l'integrità dei beni archeologici che faranno da cornice all'evento». Vicedirettore Responsabile Girolamo Fragalà Redazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] Amministrazione Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/688171 mail: [email protected] Abbonamenti Via della Scrofa 39 - 00186 Roma tel. 06/68817503 mail: [email protected] La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990 n. 250