Gravità e moti orbitali Lezione 3 Sommario Brevi cenni storici. Le leggi di Keplero e le leggi di Newton. La forza di gravitazionale universale e le orbite dei pianeti. AA 2007/2008 Astronomia ➫ Lezione 3 2 L’Universo Geocentrico La sfera celeste ruota verso Ovest Luna Sole La Terra era stazionaria mentre la sfera celeste, la luna ed i pianeti ruotavano attorno ad essa. Terra Stelle fisse sulla sfera celeste Perché questo era necessario? AA 2007/2008 Gli antichi greci e cinesi avevano sviluppato un modello di universo geocentrico. Il Sole, la luna ed i pianeti erano anche soggetti ad una rotazione in senso opposto più lenta. Astronomia ➫ Lezione 3 3 Il mistero dei moti retrogradi Occasionalmente sembrava che i pianeti si muovessero in senso opposto rispetto alle stelle fisse . Moto Retrogrado: i pianeti si muovono da Est ad Ovest invece che da Ovest ad Est. Il sistema Tolemaico fu sviluppato proprio per spiegare questo moto planetario non uniforme. AA 2007/2008 Astronomia ➫ Lezione 3 4 Il Sistema Tolemaico Epicicli: introdotti per spiegare il moto retrogrado Deferenti: orbite attorno alla Terra Il sistema Tolemaico è il sistema geocentrico più avanzato sviluppato dai filosofi Greci. I moti retrogradi sono la conseguenza del fatto che i pianeti compiono orbite circolari (epicicli) attorno ad un centro che a sua volta compie un’orbita circolare (deferente) attorno alla Terra. AA 2007/2008 Astronomia ➫ Lezione 3 5 La Rivoluzione Copernicana Niccolò Copernico (1473-1543) introdusse il concetto di universo Eliocentrico (correndo qualche rischio ...). I pianeti (Terra compresa) compiono orbite circolari attorno al Sole. I pianeti più interni si muovono più velocemente. Nessun bisogno di Epicicli AA 2007/2008 Astronomia ➫ Lezione 3 6 Galileo, l’osservatore Galileo Galilei (1564-1642) compie le prime osservazioni sistematiche inventando ed usando un telescopio di sua costruzione. Scopre le macchie solari, i 4 più grandi satelliti di Giove (satelliti Medicei), le fasi di Venere (l’osservazione della fase “piena” è una prova del sistema Copernicano). AA 2007/2008 Astronomia ➫ Lezione 3 7 Le Fasi di Venere ! !"#$%"&'#'$()$*#+,' 1"998$%?)%)@';"79)(%A7$2%$2)%B)8C)9$37C%D8(); Galileo col suo canocchiale scopre che Venere mostra delle fasi come la Luna (1610). Le fasi non sono spiegabili nel sistema!"#$%"&'#'$()$*#+,' Tolemaico ... AA 2007/2008 '("$)*%+,-,.-,//0 ! ! Astronomia ➫ Lezione 3 12"'$)3%4*%%53"67$"$789%"9(%$2)%:";$<%8=%$2)%>;"9)$# ! 8 Le Fasi di !"#$%"&'#'$()$*#+,' Venere ... ma si possono spiegare facilmente nel sistema Copernicano. 1"9%?)%)@';"79)(%A7$2%$2)%2);78B)9$37B%C8(); ! AA! 2007/2008 Astronomia ➫! Lezione 3 9 Le leggi di Keplero Le Leggi di Keplero sui moti planetari 1. Un pianeta descrive un’orbita ellittica di cui il Sole occupa uno dei due fuochi. 2. Il raggio vettore che connette il Johannes Kepler (1571-1630) descrisse empiricamente i moti planetari con orbite ellittiche. Si basò sulle osservazioni accuratissime del maestro Tycho Brahe (1546-1601). AA 2007/2008 pianeta al Sole spazza aree uguali in tempi uguali. 3. Un’orbita planetaria è caratterizzata da P2 ∝ a3 dove P è il periodo orbitale ed a è la distanza media del pianeta dal Sole. Astronomia ➫ Lezione 3 10 La prima legge di Keplero Un pianeta descrive un’orbita ellittica di cui il Sole occupa uno dei due fuochi (il fuoco principale). Un elllisse è un insieme di punti che soddisfa: r + r′ = 2a circonferenza se F coincide con F′. Pianeta b F' Afelio r' a×e r Perielio a Sole nel fuoco principale Semiasse maggiore: a Semiasse minore: b Eccentricità: e (0 < e < 1; e=0 per una circonferenza) AA 2007/2008 Astronomia ➫ Lezione 3 11 La seconda legge di Keplero Il raggio vettore che connette il pianeta al Sole spazza aree uguali in tempi uguali. B A’ B’ Sole Stessa area A Un pianeta si muove più rapidamente al Perielio che all’Afelio. AA 2007/2008 Astronomia ➫ Lezione 3 12 La terza legge di Keplero Un’orbita planetaria è caratterizzata da P2 ∝ a3 dove P è il periodo orbitale ed a è la distanza media del pianeta dal Sole. P2/a3 = C; la costante C ha lo stesso valore per tutti i pianeti. La terza legge di Keplero è lineare con pendenza 2/3 con log a in funzione di log P: log a = 2/3 log P + log C AA 2007/2008 Astronomia ➫ Lezione 3 13 La meccanica di Newton I tre principi della Dinamica di Newton 1. Un corpo persevera nel suo stato di quiete o di moto rettilineo uniforme se non è soggetto ad alcuna forza. 2. La forza che agisce su un corpo è uguale al prodotto della sua massa ed accelerazione: F = ma. Isaac Newton (1642-1727) ha gettato i fondamenti della fisica moderna (in contrapposizione a quella Aristotelica). AA 2007/2008 3. Ad ogni azione corrisponde un’azione uguale e contraria. Astronomia ➫ Lezione 3 14 La legge di gravitazione universale Newton postulò che due masse M ed m si attraggono con una forza diretta secondo la congiungente le due masse ed il cui modulo è GM m F = r2 −2 −11 2 G = 6.67 × 10 N m kg F è inversamente proporzionale al quadrato della distanza; G è la costante di gravitazione universale. La legge di gravitazione universale combinata con i 3 principi della dinamica permette di spiegare TUTTE le caratteristiche delle orbite planetarie (ovvero le 3 leggi di Keplero). AA 2007/2008 Astronomia ➫ Lezione 3 15 La legge di gravitazione universale Consideriamo ad esempio la massa m e supponiamo che m<<M. In questo modo M si può considerare fissa nello spazio. Si applica il secondo principio della dinamica e la legge di gravitazione universale ottenendo un’equazione vettoriale: M G M m F! = m!a = ! u r 2 r versore direzione (vettore con modulo unitario) !ur r m Si può dimostrare che: 1. le traiettorie della massa m sono sempre in un piano che contiene M e m; 2. le traiettorie di m sono delle curve “coniche”. AA 2007/2008 Astronomia ➫ Lezione 3 16 La legge di gravitazione universale Le “coniche” sono le curve che originano dall’intersezione di un cono e di un piano . Le coniche sono: ellisse (cerchio), parabola ed iperbole. L’energia totale (Cinetica+Gravitazionale) determina il tipo di orbita. Le orbite legate sono ellissi o circonferenze (Prima Legge di Keplero). Orbite slegate Iperbole Parabola Ellisse Cerchio Cerchio Ellisse Parabola Iperbole Orbite legate ax + bxy + cy + dx + ey + f = 0 2 AA 2007/2008 2 Astronomia ➫ Lezione 3 17 La legge di gravitazione universale G M m F! = m!a = ! u r 2 r !ur r m La Seconda Legge di Keplero (aree uguali spazzate in tempi uguali) è una conseguenza della conservazione del momento angolare ( m × r × v ) del sistema M+m. Quando un sistema non è soggetto a forze esterne il suo momento angolare totale si conserva. AA 2007/2008 Astronomia ➫ Lezione 3 18 La legge di gravitazione universale Moto circolare uniforme 1. Velocità ha direzione tangente alla !v !a r circonferenza ed è costante in modulo. 2. Accelerazione centripeta, costante in modulo. v2 a= r 2π r T = v Assumiamo che l’orbita di un pianeta sia circolare, v2 F = ma = m r GM m F = r2 ma considerato il valore di T si ottiene: GM v = r 3 r GM = 2 T 4π 2 2 Per i pianeti, M è la massa del Sole, per cui r3/T2=cost. ovvero la Terza Legge di Keplero! AA 2007/2008 Astronomia ➫ Lezione 3 19 Energia Gravitazionale L’energia totale di un corpo di massa m in orbita attorno ad un corpo di massa M é: Energia cinetica 1 GM m 2 E = mv − 2 r Energia potenziale gravitazionale (0 per r ➝ ∞) Se non ci sono forze esterne al sistema M+m l’energia si conserva. E < 0 orbite ellittiche E = 0 orbite paraboliche E > 0 orbite iperboliche AA 2007/2008 Astronomia ➫ Lezione 3 20 Il centro di massa Fino ad ora abbiamo assunto che M >> m per cui la massa M poteva essere considerata fissa nello spazio (assunzione per cui sono valide le leggi di Keplero). Questo in generale non è sempre vero. mA rA C.d.M. vA rB vB mB In generale si può dimostrare che i due corpi mA, mB orbitano attorno al loro centro di massa e che valgono le relazioni: mA vA = mB vB mA r A = mB r B La terza legge di Keplero generalizzata diventa: 2 3 4π r 2 T = G (mA + mB ) AA 2007/2008 dove r = rA+rB Astronomia ➫ Lezione 3 21 Le masse dei pianeti Jupiter Io 422 000 km La massa di un pianeta può essere determinate applicando la 3a legge di Keplero all’orbita di un suo satellite (mS << mP) 2 3 2 3 4π r 4π r 2 T = ! G(mP + mS ) GmP Esempio: massa di Giove dall’orbita di Io (T = 177 d, r = 422,000 km): mP = 1.90 × 10 AA 2007/2008 27 kg = 318 M⊕ Astronomia ➫ Lezione 3 22 Il centro di massa Terra-Luna Determiniamo il centro di massa dalla distanza della luna e dal periodo orbitale: T = 27.322 d r = 384,405 km M♁ = 5.98×1024 kg (massa della Terra) Terra orbita r⊕ 4π 2 r3 M = m◦ + m⊕ = Gt2 Ricordando che r = r◦ + r⊕ rO M = 1.0123 m⊕ m◦ = 0.0123 m⊕ m⊕ r ⊕ = m ◦ r ◦ m◦ 0.0123 r= r = 4670 km si ottiene: r⊕ = M 1.0123 AA 2007/2008 Luna 384 405 km Astronomia ➫ Lezione 3 circa 1700 km sotto la superficie della Terra! 23 Velocità orbitale attorno al C.d.M. La Terra e la Luna devono avere lo stesso periodo orbitale attorno al centro di massa. Terra orbita r⊕ 384 405 km Luna rO 2πr⊕ 2πr◦ P = = v⊕ v◦ Ovvero utilizzando le relazioni precedenti per i raggi si ottiene: v◦ = 32 km s−1 v⊕ = 12 m s AA 2007/2008 −1 Astronomia ➫ Lezione 3 24 Conclusioni Il moto dei pianeti è descritto dalle leggi di Keplero. Le leggi di Keplero sono la diretta conseguenza dei principi della dinamica e della legge di gravitazione universale di Newton. Proprietà delle orbite “Kepleriane”: Le traiettorie sono sezioni coniche (ellissi, parabole, iperboli) Energia e momento angolare si conservano durante l’orbita. Nel caso generale di due masse queste orbitano attorno al loro centro di massa. AA 2007/2008 Astronomia ➫ Lezione 3 25